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(Tav. VI).
(Numa 14), che accenna ad una olov ti faaiXsiov o'xrjpa, il monumento di cui ritessiamo la storia fu sempre considerato dagli antichi qual primitiva dimora regale. Accennando al lauro
di re Latino ed agli alta limino, dove raccoglievansi i padri, Virgilio
dal tempio di Vesta. In altro luogo Servio, pur raccogliendo la notizia di Ninna
fondatore (ad Aen. VII, 153), d origine diversa al nome : Regia dicitur quod in ea rex scriftculus habitare consuesset (ad Aen. VIII, 363). Ma alla fine del IV secolo d. Cr. l'antica tradizione sulle
origini dei sacrari pagani poteva essere gi alquanto oscurata.
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regale per eccellenza. Percorse tutta la terra come trionfatore ed offerse il sacrificio del cavallo la frase prammatica con cui si celebravan le glorie dei sovrani. ~KdVAfvamerlha-Parvan del Malibhrata, il re, ascendendo al trono, compie il grande sacrificio, per purificarsi dell'uccisione dei consanguinei (XIY, 2071). Allo
inizio della primavera, vestito di lino e di pelle d'antilope nera, portando
immolato con grande ecatombe di minori vittime, al canto dell 'inno al sole. Poi la sposa del re si corica presso il cadavere, e
l'uno e l'altra vengon coperti d'un velo,mentre gli astanti scambiai] facezie e motti e i sacerdoti recitano versetti di misteriosa teosofia.
ordine,cui sottostanno gli uomini e gli dei : unico fra i numi arii che
comporti chiaramente l'idea di espiazione del peccato,ritenuto materia
'idea di purezza, pervadente tutto il rituale romano, anche dalla truce offerta delle teste di soldati ribelli, da Cesare fatte appendere
deve dare a Varuna (Taitt. 8. II, 3 ; XII, 1). Ed anche intorno alla
testa del cavallo, appesa alla Regia, si ponevan focacce, simboleg-
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dai Romani sdYoffa -penila (Fest. 242 24, 230 21 ; Arnob. 7, 24) sembrano riferirsi al mitico versetto : I sacrificanti conoscono il
mondo spirituale, tenendosi alla coda del cavallo, poich l'uomo ignora la strada del mondo celeste, ma il cavallo la sa bene (Sai. Brahm, XIII, 2, 3).
l'ordine riportato da. Festo (204) : Maximus videtur rex, dein Dialis, post lume Martialis, quarto loco Quirinalis, quintus Pontifex Maximus , corrispondente all'ordine delle divinit, dato da
Numa.
L'unione delle due coppie divine nel culto della Regia, simbolo
forse dell'alleanza latino-sabina, conferma essere qui il centro della religione romana e la sede del primitivo sacerdote, le cui
prerogative dovevano poi differenziarsi in quelle del rex sacrificulus
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atrium Vestae
atrium regium
domus virginea
Consideriamo anzitutto la Regia propria. L'ambiente meridionale (A) ha esattamente la forma di /.isyaQov, con vestibolo, sala e basamento rotondo per il focolare.
Per riconoscervi un fiyaQov domestico dovremmo dimostrare
pianta a fiyaqov veniva adottata nel secolo VI per le celle dei templi a Siracusa, a Selinunte, a Locri, donde poteva esercitare
influenza sull'architettura laziale. In tal caso per avrebbe gi avuto
Ci basti dunque di constatar la presenza nel Foro di questa antichissima forni;' architettonica, notando che i tempi medesimi
(B), di forma trapezoidale, su cui non si saprebbe imaginare alcun sistema di copertura.
analogia con il penus di Proserpina in Campo Marzio e con i granai di Cerere ad Enna.
Sarebbe questo il saerqrium ideo aduni ut in id, praeter Virgines Vestales et sacerdotem publicum, introeat nemo? . Le adiacenze
da pontefici e vestali per i sacrifici e le processioni, era forse in rapporto con il rito di offerte aromatiche, arse
sull'ara,
Fosse o no sacra la tholos, esisteva pur sempre nelle adiacenze
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Via. Era abitata in origine dal rex, sinch pass alle Vestali per donativo d'Augusto. Il passo di Dione distingue nettamente fra
Q%isQsvg e ^affiiisvg tv Isqwv, escludendo la possibilit di confondere
a monte che a valle della Regia ; ma che era prossima al Foro, sulla Sacra Via.
a vendetta si scegliesse questo luogo, a preferenza delle case Giulie o di altri centri del Foro, dimostra la vicinanza di qualche monumento connesso con la vita di Cesare, pi che non fosse la
sede dei pontefici. Fra l'ara di Cesare e la Regia intercedeva molto
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a quello dei travertini sotto l'arco d'Augusto, indizio che la via fu aperta negli ultimi decenni del 1 secolo av. Cr., forse quando s
Regia (Plin. IV, 2), ma nella Villa Albana, ci era forse per
eludere i sospetti delle Vestali, presso cui stava tuttora la sede
del Pontefice Massimo.
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il fuoco veniva portato altrove, in propria aedes, insieme con i Poenati, sotto la cura della mater simbolica, la Vestale. La sala
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Il culto di stato fu in Roma emanazione del culto regale domestico ; la Repubblica trasform i penetrali e le tradizioni sacre della Regia in sacrari e in riti della religione pbblica, che
l'impero accentrava di nuovo nella persona del monarca, chiudendo
connessa con quella della Regia. Ma poi che essa eccede i brevi
termini di queste note, ne rimandiamo ad altra volta l'esame. Festo (290) dice che il popolo soleva erroneamente ritenere
qual Via Sacra solo il tratto fra la Regia e la domus regis sacrificuli, verosimilmente il vicus che oggi divide la Regia dalla casa delle Vestali, con il suo prolungamento verso la Velia. Questo tratto di strada, un tempo pi ristretto che ora non sia,
doveva avere originariamente carattere quasi privato e domestico
Che fosse tale il percorso originario della Via Sacra, mi pare innegabile per la disposizione dell'arco di Augusto, il
quale doveva cavalcare la via massima e antichissima di Roma. Il limite settentrione del tempio di Cesare determinava in seguito
il primo andamento della via che corre attualmente dinanzi al tempio
dei Trionfi.
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La tesi da noi sommariamente posta non afferma che qui sorgesse in effetto la Regia Numae. Come Augusto trasferiva la
Domus publica sul Palatino, cos la Regia era scesa dal Palatino a
esigui segni.
Nella primavera del 1920, compiendosi lo ordinarie ripuliture
ai ruderi della Regia, apparvero a notevole profondit dal pavimento
del vano (t) alcuni blocchi di tufo, i quali sembrano rivelare l'esistenza di una costruzione antichissima, un poco obliqua
rispetto alle fondamenta attuali ; addossata forse al declivio della Velia, fronteggiando il Foro con una scarpata. Se questi ruderi
appartengono alla Regia primitiva, sarebbero superstiti all'incendio
alle pareti di tufo litico, rossastro, quale si cava nei dintorni di Roma ; e potrebbero documentare la notizia, data da Livio (Bpit. Oxyr.,YU, 127-129) e da Giulio Ossequente (Proci. XVIII), che nell'incendio del 148 av. Cr. rimanessero intatti sacrarium et ex
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dallo Hiilsen e disposti attualmente sulla parete meridionale della Regia, si suppose un restauro severiano, dopo l'incendio avvenuto durante l'impero di Commodo (a. 191). Ma l'intaglio
rozzo delle metope, la loro incompiutezza, il motivo delle rosette
a spirale, ci conducono innanzi verso la fine del IV sec. Questo tempo vide due tentativi di restaurazione pagana;
il prima'con Giuliano, nei paesi ellenistici, filosofico e intellettuale ;
il secondo per l'ara della Vittoria conservatore e legittimista, con centro in Roma.
Sotto Simmaco, praefeclus urbi, fresca- ancora la costruzione
del Porticus deum consentitivi presso il rinnovato tempio di Saturno, anche la Regia dovette essere oggetto di cure ristoratrici, tosto interrotte dalla sconfitta del partito che le aveva
promosse.
Il piano sopraelevato con terra di scarico e detriti di marmo si paviment di lastre marmoree ; fu costrutta la scalinata verso
il tempio d'Antonino e Faustina, senza colonne laterali e rispettando
il sacrario in palazzo. Furono erette le due colonne granitiche ai lati della gradinata, su basi di porfido rosso ; fu allargata la soglia del vestibolo, tagliando il monolito del IV secolo, e si coli
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a sostegno di tetto. verosimile che venisse poi incorporata nelle rocche dei
Frangipani, i quali avevano palatici sulla Via Sacra. Il barbaro camuffamento le permise di giungere senza soverchi danni fino
al Rinascimento, quando per cupidi squarci le sue bellezze si tradirono
quasi per congiungersi ad abside. Cercatene le sostruzioni verso l'angolo ad ovest, notai come anche la fondazione su cui poggiano presenti la stessa caratteristica curvatura.
Per i molti rimaneggiamenti incorsi ab antiquo da questo lato mi fu impossibile stabilire tutto l'andamento della sottomuratura, la quale, se non continuava
curva per l'intero suo percorso, doveva certamente piegare ad angolo in corrispondenza della massicciata T. Avremmo cos accenni ad una costruzione ovoidale o a ferro di
cavallo, con le due branche aperte verso levante : singolarissima, in vero, e perch iscritta in pareti trapezoidali, e per la difficolt, stabilirne l'altezza e la natura : crepidine ? transenna ? ^\Ii basti di indicare il fatto : ulteriori studi, o scavi, potranno dirne il significato. Ricordo solo che la forma a ferro di cavallo si riscontra nelle nrnette a capanni dell'Etruria e del Lazio : e come, dinanzi al tempio di Vesta, da antichi e moderni si pens alla rotonda capanna straminea, la struttura della Regia potrebbe rapportarsi ad altre costruzioni remote, quali i sekoi
Sulla platea del recinto (B), lastricata di grossi tufi, corre un sistema
d'essi s'inizia proprio al centro di figura dell'ambiente, con una cavit rotonda
del sangue delle vittime nei sacrifici, che erano nella Regia periodici
Altra singolarit di questo ambiente (B) sono le pareti perimetrali ad intercapedine triangolare : visibile chiaramente, con le sue legature,
, e a mezzogiorno verso il megaton; sia che si volesse ottenere veramente l'aspetto di un scl-os artificiale, o che. come pi probabile, si tentasse di raccordare la strana forma interna con i nuovi andamenti del piano stradale
dei silici ancora in posa dietro il tempio di Cesare; strada aperta, come s'detto, nell'ultimo cinquantennio innanzi l'era volgare, quando si rimaneggi con muro d'opus rci^ulaUim l'ambiente opistodomo, detin dei linlatores. L'ingresso dell'edificio (l) doveva essere, come quello del mrgaron, rivolto a levante ; indagando meglio, si potrebbe forse riconoscerlo in due grossi piloni di muro a banco, sovrapposti alle fondazioni tufacee.
Eva Tea.