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Max Weber
Karl Emil Maximilian Weber (Erfurt, 21 aprile 1864 Monaco di Baviera, 14 giugno 1920) stato un economista, sociologo, filosofo e storico tedesco. considerato uno dei padri fondatori dello studio moderno della sociologia e della pubblica amministrazione. Cominci la sua carriera accademica all'Universit Humboldt di Berlino; successivamente lavor all'Universit Albert Ludwigs di Friburgo, all'Universit di Heidelberg, all'Universit di Vienna e all'Universit di Monaco di Baviera. Personaggio influente nella politica tedesca del suo tempo, fu consigliere dei negoziatori tedeschi durante il Trattato di Versailles (1919) e della commissione incaricata di redigere la Costituzione di Weimar. Larga parte del suo lavoro di pensatore e studioso riguard la razionalizzazione nell'ambito della sociologia della religione e della sociologia politica, ma i suoi studi diedero un contributo importante anche nel campo dell'economia. La sua opera pi famosa il saggio L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, con il quale inizi le sue riflessioni sulla sociologia della religione. Weber sosteneva che la religione era una delle ragioni non esclusive per cui le culture dell'occidente e dell'oriente si sono sviluppate in maniera diversa, e sottolineava l'importanza di alcune particolari caratteristiche del Protestantesimo ascetico che portarono alla nascita del capitalismo, della burocrazia e dello stato razionale e legale nei paesi occidentali. In un'altra sua importante opera, La politica come vocazione, Weber defin lo Stato come "un'entit che reclama il monopolio sull'uso legittimo della forza fisica", una definizione divenuta centrale nello studio delle moderne scienze politiche in occidente. Ai suoi contributi pi noti si fa
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Guarito, nell'autunno 1903 rinunci al posto di professore e accett l'incarico di direttore associato del neonato Archiv fr Sozialwissenschaft und Sozialpolitik (Archivio per la scienza sociale e la politica sociale), con Edgar Jaff e Werner Sombart come colleghi. Su questa rivista pubblic in due parti nel 1904 e 1905 l'articolo fondamentale L'etica protestante e lo spirito del capitalismo. Nello stesso anno visit gli Stati Uniti. Grazie a un'ingente rendita privata derivata da un'eredit nel 1907, riusc comunque a dedicarsi liberamente a tempo pieno ai suoi studi, che spaziarono dall'economia al diritto, dalla filosofia alla storia comparata e alla sociologia, senza essere costretto a ritornare alla docenza. La sua ricerca scientifica affront problemi teorico-metodologici cruciali e svolse complesse indagini storico-sociologiche sulle origini della civilt occidentale e sul suo posto nella storia universale. Durante la prima guerra mondiale prest servizio come direttore degli ospedali militari di Heidelberg e al termine del conflitto torn all'insegnamento con una cattedra di economia prima a Vienna e nel 1919 a Monaco di Baviera, dove guid il primo istituto universitario di sociologia in Germania. Nel 1918 fu tra i delegati dalla Germania a Versailles per la firma del trattato di pace e fu consulente dei redattori della Costituzione della Repubblica di Weimar. Mor nel 1920, colpito dalla grande epidemia postbellica dell'influenza spagnola. In Italia il suo nome cominci a diventare noto con la traduzione di "Parlamento e governo" a opera di Benedetto Croce.
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azioni sociali umane. Molte delle sue opere furono raccolte, riviste e pubblicate dopo la sua morte. Interpretazioni fondamentali furono prodotte da grandi sociologi come Talcott Parsons e C. Wright Mills. Buona parte della ricerca di Weber si concentr sullo sviluppo del capitalismo moderno. Sub l'influenza di Karl Marx, ma ne critic molti aspetti: respinse, ad esempio, la concezione materialistica della storia e attribu una minore importanza al conflitto di classe. Secondo Weber, infatti, le idee ed i valori influiscono sulla societ allo stesso modo delle condizioni economiche. Egli cerca di indagare su quali basi il potere politico esercitato all'interno di uno stato riesca a legittimarsi creando forme di consenso. La problematica della natura e dell'origine del capitalismo era largamente dibattuto nella cultura tedesca degli ultimi anni dell'Ottocento, soprattutto a partire da Marx. Erano stati da poco pubblicati da Engels il secondo e il terzo libro de Il Capitale di Marx, e le teorie marxiste cominciavano a essere considerate con molta attenzione da economisti e storici, sia per confutarle, sia per avvalorarle. Weber giungeva all'analisi del capitalismo moderno dall'analisi del capitalismo antico, che era stato oggetto dei suoi studi di economia politica. Weber riconosceva il carattere del capitalismo moderno nel razionalismo economico, concepito come l'aspetto economico di un pi generale processo di razionalizzazione, che comportava l'organizzazione razionale dell'impresa, la tendenza razionale al profitto sulla base del calcolo del capitale, la redazione di bilanci preventivi e consuntivi, la separazione tra impresa e amministrazione domestica, l'impiego del lavoro libero, l'esistenza di un libero mercato. Ma accanto a questi elementi, egli indicava un aspetto che, dal punto di vista marxista, si direbbe sovrastrutturale: lo "spirito del capitalismo", ovvero una specifica mentalit economica che, secondo Weber, affonda le sue radici nel terreno della religione. Il problema di Weber quello di spiegare "il particolare carattere del capitalismo occidentale e, in seno a questo, di quello moderno, e le sue
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origini". Non era nuova l'osservazione, anzi la constatazione, del pi avanzato grado di sviluppo economico e civile in generale della societ in cui si erano diffuse le confessioni riformate. Weber ne trae spunto per impostare la sua nuova tesi del rapporto tra la mentalit capitalistica e l'etica protestante, in particolare del calvinismo. Il credente di queste confessioni convinto che la sua salvezza o la sua dannazione siano decretate da Dio e dall'eternit e non dipendono dalle sue opere - cerca una conferma della grazia divina, e la trova nel successo economico. Il compimento del proprio volere nel mondo voluto da Dio ad accrescimento della sua gloria nella sua rinascita un segno della "grazia". Si caricano, quindi, di significato religioso l'operosit, lo zelo, la coscienza rigorosa e severa, che si traducono nella concezione della professione come vocazione e in una condotta di vita metodica. Weber prende in esame i protestanti e il loro grande successo economico a partire dal Cinquecento. Il termine chiave per capire questo fenomeno il termine tedesco Beruf, che significa tanto "vocazione" quanto "lavoro", termine che non ha un corrispettivo nella lingua italiana, caratterizzata dal retaggio cattolico nella cui etica non viene considerato per il raggiungimento della grazia il ruolo, o il semplice "mestiere" che Dio ha assegnato ad ogni individuo nella societ. Per i protestanti la salvezza decretata da Dio (giustificazione per fede) e non si ottiene in virt delle proprie opere; un indizio per capire se si sar o meno salvati il successo professionale che si ha nel corso della vita, come se dal successo nel lavoro si potesse avvertire il proprio essere graditi a Dio. Sicch quella che il protestante compie un'autentica "ascesi intramondana", per cui egli strumento di Dio nel mondo: chi lavora con dedizione per tutta la propria vita e riscuote grande successo pu ritenersi salvo. Da ci nasce secondo Weber il capitalismo moderno, non gi da particolari condizioni materiali, storiche ed economiche, come sosteneva Marx. La teoria weberiana dell'origine dello spirito capitalistico rovescia le teorie marxiste del rapporto tra struttura economica e sovrastruttura; del resto,
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Weber aveva gi polemizzato con la concezione materialista della storia negli scritti metodologici. Bisogna per sottolineare che l'opera di Weber non si propone neppure di sostenere un qualsivoglia primato di fattori spirituali su quelli materiali. Dalla sua ricerca egli trae la conclusione che vi uno stretto rapporto tra lo sviluppo del capitalismo moderno e l'etica economica del protestantesimo. Alla stessa conclusione giungeva per via negativa, mostrando negli studi sull'etica economica delle religioni universali (confucianesimo, taoismo, induismo) raccolti poi nella postuma "Sociologia della religione", come in nessun'altra civilt che non fosse l'Occidente moderno si sia verificata una correlazione come quella che si stabilita tra etica protestante e mentalit capitalistica. Importante il suo intervento nel campo della sociologia urbana. Nelle sue analisi, la questione che la vita sociale nelle metropoli industriali sia largamente dominata dal pensiero razionale viene tematizzata in modo pi completo. Per Weber la citt essenzialmente uno spazio economico: in quanto luogo dominante del consumo, della produzione e del commercio; in quanto in citt che si concentrano le funzioni di controllo del sistema economico. Dalle trattazioni di Weber emerge anche un concetto generale di cui si serv per lo sviluppo delle sue teorie: quello di concetto ideale o idealtipo, modello d'interpretazione dei fenomeni scaturito dall'analisi di realt concrete. Spesso un termine estratto dal suo contesto culturale e/o storico che, applicato a realt diverse, permette di individuarne tratti comuni apparentemente dissimili. Ne sono un esempio termini ricorrenti nello studio delle religioni come sacrificio, Mana o Dema. I concetti idealtipici sono utili per spiegare i condizionamenti della realt.
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politica. La politica scontro, non morale: chi si vuole occupare di politica deve mettere in preventivo che essa competizione, sconfiggere l'avversario. La potenza in politica responsabilit di compiere le scelte pi opportune. La politica si compie attraverso il potere che necessita di essere legittimato. Esistono tre forme di legittimazione del potere, le prime due classiche, la terza introdotta dallo stesso Weber: l'autorit della legalit (i doveri sono normativizzati, riconosciamo che esistono delle leggi e vi obbediamo), l'autorit tradizionale (esiste una dinastia e i sudditi per tradizione sono abituati ad obbedirvi, una legittimazione che viene dal passato), l'autorit del carisma (peculiarit individuale di natura straordinaria, che appartiene solo ad alcuni). Weber auspica che la politica non sia il punto di arrivo per individui opportunisti ma che sia data in mano a persone consapevoli e preparate, a persone che hanno una certa professionalit. Weber distingue tra politici d'occasione e politici di professione: i primi siamo noi quando mettiamo la scheda nell'urna; i secondi possono vivere per la politica (non hanno necessit di trarre rendite da essa, la praticano con passione e impegno), o vivere di politica (sfruttano la politica per costituire a proprio favore delle rendite, tale sfruttamento non va visto comunque in chiave esclusivamente negativa). I funzionari, che vivono di politica, spesso svolgono egregiamente il proprio lavoro. La politica non morale ma include anche un orientamento etico, ci sono due etiche che muovono l'agire politico: l'etica dell'intenzione (o della convinzione) e l'etica della responsabilit. Il politico che segue l'etica dell'intenzione agisce seguendo delle norme di valore in maniera pedissequa; ad esempio il politico cristiano indirizzato a quest'etica seguir norme cristiane anche quando si dimostreranno inadatte al contesto del tempo: se il mondo va diversamente da come lui crede se ne lava le mani, continua a seguire i suoi valori, non questo un modo adatto di ragionare. Il vero politico deve al contrario seguire (almeno in maniera preponderante) l'etica della responsabilit: ogni fatto che avviene nella societ produce delle
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conseguenze, alle quali il politico si deve adattare; se ci che sta accadendo si discosta dai suoi dogmi esso deve, in qualche modo, mediare. Chi agisce in questo modo fa politica in maniera realista; sa che la politica anche fatta di azioni non morali (la politica non moralit), sa che "bisogna sporcarsi le mani" e che la politica "non nata ad Assisi". Machiavelli ci ha insegnato non che "il fine giustifica i mezzi", bens che di fine in politica ne esiste solo uno, e dunque chi vuole perseguirlo non pu avere remore nello sporcarsi l'anima. Le due etiche possono stare in commistione, ma di fronte a un problema il politico deve propendere preferibilmente per l'etica della responsabilit, al fine di trovare comunque una soluzione.
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caratterizzanti la forma di legittimazione carismatica. Il popolo portato affettivamente a sottomettersi al carisma del signore, il quale dotato di virt soprannaturali (eroismo, etc.) che non sono mai esistite. La sottomissione avviene in maniera emozionale e non razionale. Appena perde le sue qualit, il popolo non obbedisce pi all'eroe carismatico che perde di colpo il suo potere; se le masse non percepiscono pi come tale il suo potere, questo "duce" cade immediatamente. Occuperanno quindi gli alti posti della burocrazia coloro che sono stati sempre vicino al loro leader. Viene cos meno sia il concetto razionale di competenza (tipico della legittimazione legale), sia il concetto di privilegiamento del ceto (tipico della legittimazione tradizionale). Non c' razionalit nella scansione burocratica di uno Stato carismatico: i compiti vengono tolti e affidati di volta in volta sulla base della volont del capo. Siamo noi dominati che scegliamo il nostro dominante; Weber in tal senso "profetico": Mussolini e Hitler sono andati al potere attraverso elezioni regolari (seppur caratterizzate da episodi di violenza, censura e oppressione). Rispetto ai leader carismatici fondamentale il ruolo del parlamento che svolge funzione di controllo e di filtro. Tre punti importanti che traspaiono dalla lettura di Parlamento e governo del 1918 sono: Frequenti critiche a Bismarck (che esautorava il ruolo del parlamento). Chi deve andare a governare la cosa pubblica deve vincere una lotta, che considerata positivamente da Weber; Il presidente della repubblica o il monarca devono affidare il compito di governare a colui che uscito vincitore dalla lotta parlamentare. Continuo ritorno nel testo dell'elemento della lotta politica, che bene che si svolga in parlamento (sar cos contrasto di idee, non violenza): "per il politico moderno la vera palestra il parlamento"; fondamentale che i leader si formino in parlamento: in esso si instaurer un dibattito fra i leader, che sono le uniche figure (fra tutti i parlamentari) che contano veramente. Questo non un fatto negativo: l'importante che il leader sia tale in quanto lo merita, e pu dimostrare
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di meritare l'appartenenza al suo status solo attraverso l'attivit parlamentare. Se si legge La politica come professione e come vocazione possibile enucleare alcune caratteristiche concernenti la politica professionale. La politica come professione non aperta a tutti, bens per natura riservata ad alcune lite: per fare politica "ci vuole un fisico bestiale". La politica una professione, non solo perch si riceve uno stipendio, ma perch si crede di avere delle capacit, delle competenze da mettere in campo. La politica anche vocazione, dedizione appassionata a una causa. Tornando, invece, alla (pi apparente che sostanziale) dicotomia etica dell'intenzione-etica della responsabilit, va notato che l'agire secondo responsabilit implica spesso il raggiungimento di un buon fine previo l'utilizzo di un cattivo mezzo. Il politico deve sapere che facendo politica si sporcher l'anima. Se mi voglio occupare professionalmente di politica non andr in paradiso; non andr in paradiso perch, se cos fosse, vorrebbe dire che mi affiderei esclusivamente all'etica dell'intenzione, rischiando cos di non giungere a nulla di concreto.
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Il significato della avalutativit delle scienze sociologiche ed economiche, 1917 Parlamento e governo nel nuovo ordinamento della Germania, 1918 La politica e la scienza come professioni, 1919 La scienza come vocazione, 1919 Il metodo delle scienze storico-sociali, 1922 (postumo) Economia e societ, 1922 (postumo)
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Transaction Books. ISBN 0-471-92333-8 Massimo Fotino e Marta Losito, La ricezione di Max Weber in Italia: ricerca bibliografica, in "Annali dell'Istituto storico italo - germanico in Trento", IX/1983, Il Mulino, Bologna. David Beetham, La teoria politica di Max Weber, Bologna, Il Mulino, 1989 Francesco Tuccari, Carisma e leadership nel pensiero di Max Weber, Milano, FrancoAngeli, 1991 Francesco Tuccari, I dilemmi della democrazia moderna. Max Weber e Robert Michels, Roma-Bari, Laterza, 1993 Furio Ferraresi, Il fantasma della comunit. Concetti politici e scienza sociale in Max Weber, Milano, Franco Angeli, 2003. Realino Marra,Capitalismo e anticapitalismo in Max Weber, Bologna, Il Mulino, 2002. Realino Marra, La religione dei diritti. Durkheim - Jellinek - Weber, Torino, Giappichelli, 2006. Realino Marra, Dalla comunit al diritto moderno. La formazione giuridica di Max Weber, 1882-1889, Giappichelli, Torino, 1992
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