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LE BELLEZZE DELLANIMA
A NALISI
DELL OPERA DI

F ERRANTE P ALLAVICINO

B ORRELLI A NTONIO

1. Introduzione La figura di Ferrante Pallavicino il riflesso dellimmagine del mondo e delluomo del Seicento. Lo specchio di una cultura barocca1 inserita in un delicato periodo di crisi sociale, dove luniversale fronteggiarsi diviene il fondamento di tale pensiero. Luomo concepito come un microcosmo viene studiato in tutte le sue manifestazioni, attraverso un principio antropocentrico che si manifesta dalla morale alle varie arti. Il pensiero di Pallavicino2 si incarna perfettamente nella sua breve esistenza terrena, iniziata il 23 marzo 1615 a Parma, ma conclusa il 5 marzo 1644 ad Avignone. Come ricordano le cronache, il finale della sua vita fu cruento, dopo 14 mesi di prigionia derivata da un complotto, venne condannato alla decapitazione. Nonostante lesecuzione dellordine predisposto dal tribunale, presieduto dal vice delegato pontificio, lo spirito pallaviciniano non si ecliss quel giorno. La condanna era davvero molto chiara: Ferrante Pallavicino venne giustiziato per aver sfidato Papa Urbano VIII e la sua famiglia. Ovviamente pes molto quella sfida nei confronti del plenipotenziario Papa Urbano VIII, nondimeno influirono le forti critiche nei confronti del potere spagnolo. Altro tassello memorabile, un passo verso il suo macabro destino, fu il cattivo rapporto tra Ferrante e Francesco Vitelli, nunzio pontificio a Venezia. Si desume dalle cronache che il monsignore Vitelli condusse contro il cattivo frate Pallavicino, come lo definiva, una battaglia campale in sostanziale solitudine, aiutato poco anche dallinquisitore del SantUfficio, in quegli anni fortemente costretto a limitarsi dalle autorit veneziane. La conflittualit di fondo presente in Pallavicino, quella visione di lotta che lo ispira, non poteva manifestarsi senza una certa enfasi di libert. Ogni opera composta da Ferrante formulata nello stile libertino, cos tipicamente coevo, sebbene ci sia un messaggio invisibile di fondo: lUomo nasce libero, nonostante i pericoli del mondo sociale.
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Jos Antonio Maravall, La cultura del Barocco, Il Mulino, Bologna 1985, pp.249-281. Per comprendere lesistenza terrena di Ferrante Pallavicino, alquanto travagliata, indispensabile: Cfr. Mario Infelise, La tragedia di Ferrante Pallavicino, Venezia, Materiale Didattico Storia Culturale, reperito il 2010 Dicembre 29 su http://venus.unive.it/matdid.php?utente=infelise&base=/Storia+culturale&cmd=dir
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2. LE BELLEZZE DELLANIMA di Ferrante Pallavicino Secondo la Prof.ssa Adelisa Malena3, il Seicento pu essere ricordato come il secolo dei manuali di perfezione, grazie alla loro proliferazione di massa. Proprio in questo contesto culturale si pu inserire lopera pallaviciniana presa in analisi. Questa opera spirituale venne pubblicata, per la prima volta, nel 1640 appresso il Guerigli nella citt di Venezia; tuttavia ledizione analizzata, durante questa ricerca, quella pubblicata nel 1654 appresso il Turrini4 in Venezia. Osservando la dedica iniziale5 rivolta ai lettori, da parte di Ferrante, si pu comprendere chi fosse il reale destinatario, ovvero tutti gli amici collegati allaccademia degli Incogniti.
La dottrina di questo libro una quinta essenza raccolta dalle Scritture, e da Santi Padri, ancor che io non habbi voluto porvi autorit6

Il richiamo ai Santi Padri non per nulla casuale, si pu intravedere la figura di San Giovanni Crisostomo, al quale Ferrante probabilmente affida la propria opera spirituale. Lintenzione pallaviciniana molto vicina alla sua eloquenza che fu all'origine del suo epiteto Crisostomo7 (in greco antico !"#$%$&''( / khrysstomos, letteralmente Bocca d'oro). Il suo zelo e il suo rigore furono causa di forti opposizioni alla sua persona. Il titolo scelto dallautore davvero appropriato, visto che ricorda proprio quellincomparabile bellezza dellanima idealizzata. Ferrante rende esplicito il leitmotiv, ribadendo al lettore il suo messaggio, ovvero lopera che ha composto in meno di dieci giorni semplicemente uno scritto devozionale.
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Per comprendere la diffusione dei manuali di perfezione: Cfr. Adelisa Malena, L'eresia dei perfetti: inquisizione romana ed esperienze mistiche nel Seicento italiano, Edizioni di storia e letteratura, Roma 2003. 4 Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, appresso il Turrini, Venezia 1654. Google Books, reperito il 2010 Dicembre 29 su http://books.google.it/books?id=3CE9AAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=le+bellezze+dell'anima &hl=it&ei=xi8STcTXGs_qOZK7mJoJ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC0Q6 AEwAA#v=onepage&q&f=false 5 Ferrante Pallavicino, op.cit. , pp. 3-4. 6 Cfr. Ibid., p.3. 7 Per cogliere quanto sia vicino il pensiero di Giovanni Crisostomo allopera pallaviciniana: Cfr. AA.VV., La teologia dei Padri : testi dei padri latini greci orientali scelti e ordinati per temi, Citta nuova, Roma 1974, vol. I, pp. 216-242.!
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Quel senso di responsabilit, che riecheggia nelle pagine dello scritto devozionale, rende davvero peculiare lo stile libertino di Ferrante. Il lettore deve godere di questa opera per giovare al proprio spirito, troppo rilegato al mondo terreno, che deve slegarsi dai cinque sensi dominanti. Il motivo dellautore presente nel primo capitolo, tende ad esortare il potenziale lettore alla conversione del vizio in virt, in modo tale da poter risolvere linfelicit dellanima oppressa ed intrappolata nella rete viziosa. Linganno, cio il vizio, deve essere eliminato attraverso una ricerca della Beatitudine, eludendo la natura prettamente umana:
Per soggiogar il Polifemo del vitio [] mio fine in questo libro, il proporre un ritratto delle perfettioni dellanima [] qualit dunanima perfetta, la quale rassomiglio ad una donna..8

Impresa camaleontica, una vera lotta ai beni terreni e al materiale, per ottenere una gioiosa esistenza spirituale. Per convincere il lettore, Ferrante, propone un ritratto delle perfezioni dellanima identificandole nel corpo di una donna. La scelta9 non del tutto casuale, ma si ricollega al prototipo di perfezione e pregi di una femmina cos vicini alla concezione del Dolce Stil Novo. Egli vuole lautocelebrazione verso la Beatitudine, nobilitando lanimo delluomo per divenire il tramite con Dio stesso. La perfezione pallaviciniana, inizia dal secondo capitolo, dove si crea solo con una vera e propria persuasione dellanima10 afflitta in s stessa. Partendo da una domanda rivolta allanima, utile per risollevarsi dal punto pi basso, si cerca una redenzione dal circolo vizioso, coinvolgendo il corpo stesso. A partire da questo istante lanima-donna, vera immagine divina, deve ritornare alla Luce del Creatore. Smaltire questi errori incarnati dai vizi, grazie al ruolo assunto dal pentimento, per liberarla dallafflizione. Molte risultano essere le allegorie presenti nellopera di Pallavicino, purtroppo si prenderanno in esame solamente le pi significative.

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Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, pp. 5-6. Cfr. Carlo Paolazzi, La maniera mutata : il dolce stil novo tra Scrittura e Ars poetica, Vita e pensiero, Milano 1998, pp. 201-268.! %& Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, p. 6!
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Ferrante ricorda la natura spirituale dellanima-donna, rivolgendosi al lettore, denunciando la deformazione spirituale dovuta agli eccessi terreni. Bisogna sottrarre lanima a questa tortura, alle lusinghe della vita e alle passioni sfrenate. Questo il prezzo della libert11 per lanima, poich le bellezze esteriori del corpo sono la ragione della rovina stessa dellanima; dunque necessario imparare dai propri errori e debolezze, perch si pu migliorare. La concezione religiosa pallaviciniana merita una breve riflessione. La tradizione religiosa presente in Pallavicino, quel background mistico, non pu esistere senza la Chiesa cattolica. Osservando i punti fondamentali della dottrina luterana12, si pu escludere immediatamente lo stesso autore da questa visione religiosa. La dottrina cattolica, presente in questa opera pallaviciniana, nota limportanza della purificazione, rigenerazione e santificazione interiore dellanima: una visione in pieno contrasto con lideologia luterana stessa. Appare molto chiaro come il cattivo frate Ferrante appartenga a quella nuova Chiesa alternativa13 cattolica, inizialmente tollerata da Roma, che sfocer negli anni seguenti nelleresia quietista. Proprio questo aspetto diviene essenziale per giustificare la liceit di questa opera pallaviciniana, da parte dellautorit ecclesiastica, sebbene siano presenti allegorie libertine arricchite da mistica religiosa. Quanto quietismo ante-litteram sia presente in Pallavicino, lo si pu dedurre gi a partire dal terzo capitolo14, dove si richiama lanima alla riflessione spirituale interna. Questa capitolo dedicato alla bellezza dei capelli, che attraggono lanima, senza via di scampo. Per quanto concerne la simbologia cristiana15 e la tradizione biblica, i capelli rappresentano il peccato incarnato nel desiderio, ma Ferrante sottolinea come questi rappresentino anche i pensieri16 umani sia positivi che negativi; infatti nella visione pallaviciniana, nei capelli si scontrano lammonimento divino e il vizio.
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Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, pp. 7-8. Cfr. Roberto Coggi, Ripensando Lutero, ESD, Bologna 2004, pp. 10-25. 13 Questo concetto storiografico di Chiesa alternativa nel Seicento italiano presente in: Cfr. Adelisa Malena, L'eresia dei perfetti, pp.22-97. 14 Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, pp. 9-20. 15 Per comprendere la complessa e affascinante simbologia cristiana in Pallavicino: Cfr. Edouard Urech, Dizionario dei simboli cristiani, Arkeios, Roma 2004, pp.15-204. 16 Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, pp. 13-14.
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I capelli17 esprimono un netto richiamo alle lusinghe terrene, anche se nei secoli il loro significato va mutando. Un complesso mondo collegato al regno sovraumano, che parte dallidea di una provocazione sessuale al desiderio eterno di disobbedienza. Pallavicino guida il lettore verso la giusta direzione, ricordando che i capelli possono essere la rete di Dio, ovviamente a seconda dei propri desideri. Inutile curarli visto che sono destinati ad invecchiare, anzi bisogna trasformare la nera chioma in un biondo crine. Non curandoli si elude ogni inganno di matrice diabolica, in modo tale da allontanare dai capelli-pensieri tutti gli inviti alla dannazione. Il richiamo alla meditazione18, una ricca riflessione sulla purezza, si accompagna alla strategia pallavicinesca di fuga dal peccato: lallegoria esemplare del Calamaro19, il quale offusca il suo potenziale nemico con il liquido nero. La riflessione interna dello spirito unita al forte ruolo del pentimento, pu evitare un pesante giudizio divino. Ferrante centralizzando la funzione del pentimento, viva sia nel Vecchio Testamento che nel Nuovo Testamento, vuole dimenticare lorgoglio per ottenere la Beatitudine. Come nellepistola ai Romani20 di Paolo, anche nel testo pallaviciniano, non si dimenticano i grandi peccatori, i peccatori intellettuali e filosofici, infine la categoria religiosa. Nellanima-donna necessario un pentimento di tutte le colpe, bisogna farlo per ricordare la sofferenza e il dolore dellIncarnazione di Ges. Rammaricandosi di un probabile inferno, si devono eliminare i peccati con lamore, spezzando ogni vincolo materiale. Questo amore spirituale viene simboleggiato:
Cerca dunque di colorire la chioma coi pensieri, di modo che apparir debba tosto infiammata, che bionda, collingannare in vane speculazioni, quanto non capire, e inteso nulla ti giova..
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Cfr. Massimo Baldini, Capelli : moda, seduzione, simbologia, Peliti, [S. l.] c2003, pp. 90-134. Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, pp. 10-13. 19 Interessante questo richiamo pallaviciniano allantico simbolo cristiano del pesce, con il quale le prime comunit cristiane si identificavano. Il calamaro nella ritualistica cristiana molto considerato, in particolare viene visto come simbolo di sacralit: Cfr. Nicholas J. Saunders, Animali e spiritualit, EDT, Torino 2000, pp.140-141. Cfr. Carlo Labia, Simboli predicabili estratti da sacri Evangeli che corrono nella quadragesima, appresso Bernardin Barbieri, Ferrara 1692, p.415. 20 In qualsiasi edizione del Vangelo rimane valida quale forma prenda il peccato, in particolare: Cfr. Vangelo (Rm 2,1 - Rm 2,17) 21 Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, p.13.!
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Nellopera sono presenti elementi autobiografici, uno di questi il seguente, dove Pallavicino si espone alla severa autocritica di s stesso. In questo atto daccusa, specifico e generico al tempo stesso, riflette su questo amore estatico:
Tra le fiamme verr anchio, c speranza, che quali incorruttibili lacci a voi mi congiungano [] Fiamme dInferno, non damore, devono essere il mio letto, dove agonizzare, senza mai morire io giacci adolorata e afflita?22

Un vero amore spirituale, che comprende il limite delle forze umane, una gioiosa ascensione verso Dio. Riflettendo sui propri errori, sulla fede, sul mistero divino e lopera dellamore, questo senso di carit trasformer il colore dei capelli-pensieri. Notevole impatto sul testo lallegoria del serpente di bronzo23, al quale non si sfugge facilmente, ma dove il richiamo verso il Divino inevitabile. Questo viaggio spirituale prosegue nel quarto capitolo, intitolato la Bellezza dellorecchie24, nel quale si intravede linferiorit rispetto al ruolo assunto dai capelli in precedenza. Tale compito delle orecchie assai pi arduo e difficile, poich devono essere pronte per ricevere le ispirazioni divine dai capelli-pensieri. Interessante il seguente passo:
Queste in te devono essere la prontezza e ricevere le Divine inspirationi, il che riuscir difficile dopo la riforma de pensieri25

Lambiguit della parola riforma pu essere interpretata in duplice modo: la riforma dei pensieri-capelli di prima, ma in particolare il ruolo esercitato dalla Dottrina della Fede nel periodo della Controriforma. Le orecchie sono collegate al cuore, prendendo forma nella figura retorica di Salomone e delle sue scelte, capace di ricevere i celesti influssi intrappolando i suoni. Lorecchio influisce sul libero arbitrio, altro punto quietista in Pallavicino, agendo sulla prontezza di spirito contro la tentazione: il rischio perdere i suoni delle voci 26divine che risvegliano lanima.
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Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, p.18. Cfr. Ferdinando Zucconi, Lezioni sacre sopra la Divina Scrittura: tomo secondo, presso Paolo Baglioni, Venezia 1714, pp.50-54. 24 Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, pp.20-25. 25 Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, p.20.! "( !Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, p.22.!
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Nel quinto capitolo, intitolato la Bellezza della fronte, Pallavicino rende palese lo scopo dellopera stessa. La fronte come larco delle meraviglie, che attraverso il suo ruolo fondamentale, sostiene la purezza spirituale:
Theatro, espone in se medesima, i pi occulti affetti dellanimo, e quali frontespizio di questo gran libro, in cui si leggono tratti memorabili del divino potere, mostra compendiato, quanto nella mente con molti pensieri li tratta.27

La fronte il centro di questa nuova visione delle cose, dove si rivoluzionano le bellezze dellanima, importantissimo punto nevralgico di trasmissione Uomo-Dio. Nella fronte impresso il nome dellAltissimo, attraverso il battesimo, ma bisogna evitare ogni ostacolo terreno. Questa visione pallaviciniana, probabilmente si identifica con quel substrato magico-alchemico, tanto in voga gi ai tempi di Marsilio Ficino: non si pu dimenticare limpatto del cosiddetto Corpus Hermeticum. Queste raccolte di testi nati in et imperiale romana, che combinavano elementi neoplatonici, univano concetti ricavati dal Cristianesimo con forme di gnosi misticomagica. Proprio a partire dal Rinascimento questo insieme di dottrine prolifera, basti pensare alle idee derivanti dalla Cabala ebraica, come testimoniato anche da Pico della Mirandola. Il compendio pi interessante risulta essere il De occulta philosophia
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di Cornelio Agrippa, ma aprire in questa sede una discussione sul

ruolo della magia sarebbe fuorviante. Limportante comprendere lo scenario coevo, dove un libertino come Pallavicino pu vivere una vera riflessione speculativa. Ferrante vuole spiegare il processo di purificazione sfruttando lallegoria del Gallo:
La coscienza pur anche vien simboleggiata nel Gallo, non solo per essere amante della luce, onde lincontra col canto, quale deve essere quella verso i raggi, di Dio, e della ragione: ma eziando per la vigilanza, allhor, che rassembra pi soave [...] Questo essere figurato, fatto accusatore di Pietro colpevole, come la coscienza, accusatrice dellanimo, che travia dal debito dellumanit, e dalle leggi del Cielo.29

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Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, p.25. Cfr. Patrizia Turrini, "De occulta philosophia": cultura accademica e pratiche esoteriche a Siena alla met del XVI secolo, Il leccio, Monteriggioni 2003, pp.27-29. 29 Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, p.28.
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Si pu intravedere in questo passo citato una grande accusa nei confronti della Chiesa di Roma e della figura di Urbano VIII, colpevole di dissipare la vera fede. Nella figura del Gallo30 risiede un antichissimo simbolo cristiano, ricollegato al rinnegamento di san Pietro, ma divenuto in seguito il richiamo alla vigilanza per una resurrezione dalle tenebre. Pallavicino alludendo a Pietro, considerato fondatore della Chiesa romana, indirizza la propria forte critica morale ai vertici cattolici. Pietro colpevole di non essere vigile, eziando soave e immerso nei piaceri terreni, in attesa della luce. Il messaggio accusatorio chiaro: imitare il gallo, che attraverso la sua vigilanza, evita la vanit. La fronte pallaviciniana rispecchia la coscienza stessa contro la pazzia mondana e viziosa. Questa accusa ritorna anche nel sesto capitolo, dedicato alla bellezza degli occhi31, dove si invoca lesempio evangelico di Cristo. Gli occhi simbolizzano lintenzione, come ricorda Matteo nel Vangelo, la lucerna32 del corpo locchio. Ferrante vuole avvisare lanima-donna del lettore dei pericoli, citati come compiacere delle passioni33, che ingannano con la vana apparenza per fare peccato come Eva o Davide con Bersabee34. Per evitare tutto ci, Ferrante avverte35 che non bisogna chiudere gli occhi: lanima deve piangere, perch ogni lacrima prodotta diviene nettare prezioso per Dio. Il settimo capitolo, bellezza delle guancie, coglie le qualit del divino contro lutilitarismo dominante:
Documento, indegnamente tal volta praticato, mentre altri per giunger a suoi disegni, o nel guadagno di ricchezza o nellaquisto dhonori, scelleratamente procede per fas e per nefas.36

Probabilmente questa critica rivolta alla dottrina di Machiavelli37, padre della dottrina politica moderna, proprio grazie al riferimento al documento e fas/nefas. Le guancie sono il luogo dei desideri, che si colorano attraverso la carit e tribolazione.
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Cfr. Edouard Urech, Dizionario dei simboli cristiani, pp.105-106. Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, pp.35-44. 32 Cfr. Vangelo (Mt. 6,22). 33 Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, p.37. 34 Cfr. Ibid., pp. 40-42. 35 Cfr. Ibid., pp.43-44. 36 Cfr. Ibid., p.56. 37 Cfr. Wikipedia, Per fas et nefas, reperito il 2010 Dicembre 29 su http://it.wikipedia.org/wiki/Per_fas_et_nefas!
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Il naso38, descritto nellottavo capitolo, rende fragile lanima nel cammino verso la Beatitudine: lavviso pallaviciniano predisposto verso la prudenza e discrezione. Atteggiamento ripreso anche nel nono capitolo, Bellezza della bocca39, dove si consiglia la meditazione. Difatti tale meditazione pallaviciniana40 un nutrimento dolce per lanima-donna, capace di restringere i pericoli derivanti dalla bocca, indirizzandola verso la Beatitudine. Per evolversi ulteriormente bisogna inoltrarsi nella bellezza dei denti41 (gli affetti), la bellezza del mento42 (origine della propria forza) e la bellezza del collo43 (libert e libero arbitrio). Altro passaggio decisivo verso la Beatitudine viene descritto nel tredicesimo capitolo, dedicato alla bellezza delle poppe44, evocando ancora quel senso di carit dimenticato dai poteri dominanti:
Ahi quanto fosti sciocca nel comperarti lInferno, con tante ricchezze, con le quali avresti acquistato un capitale immenso di Beatitudine? Tra queste poppe della carit, quali tra due Torri, che tal nome appunto ricevettero dallo Sposo, assicura ora i tuoi affetti, i quali da queste difesi in ogni contrasto, non pi scorreranno rischio di servir a trionfi della carne, o di Satanasso..45

Il riferimento alle due Torri46 dello Sposo (Cristo) rivolto verso lopulenza dittatoriale della Chiesa di Roma e della monarchia spagnola, intime alleate nella repressione spirituale delle anime-donne. I capitoli dedicati alla bellezza delle mani47 e dei piedi48, colgono gli errori commessi a causa delle passioni e desideri carnali. Ferrante Pallavicino conclude la propria opera, nel sedicesimo capitolo dedicato alla Bellezza della statura49, promettendo le gioie dellincontro con la Beatitudine, dove si vivr un rapporto sessuale-spirituale, pieno di santissimi baci e lieti amplessi.
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Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, pp.57-63. Cfr. Ibid., pp.63-71. 40 Cfr. Ibid., pp.65-69. 41 Cfr. Ibid., pp.72-75. 42 Cfr. Ibid., pp.76-77. 43 Cfr. Ibid., pp.78-82. 44 Cfr. Ibid., pp.83-90. 45 Cfr. Ibid., p.56. 46 Cfr. Edouard Urech, Dizionario dei simboli cristiani, pp.53-244. 47 Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, pp.91-96. 48 Cfr. Ibid., pp.97-101.! $+ !Cfr. Ibid., pp.102-104.!

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3. Conclusione I Simbolismi e le allegorie presenti in questa opera pallaviciniana sono tantissimi, con estremo rammarico, non stato possibile rappresentarli in toto. Tuttavia questa fede cerimoniale esposta da Pallavicino, cos libertina nello stile, vuole essere il terreno ideale per la direzione delle anime. Nellanalisi dellopera si possono individuare elementi biografici, storici e religiosi, ma il problema principale pu essere il processo di comprensione: non si possono forzare troppo le chiavi di lettura. Difatti si possono riscontrare elementi autobiografici, come il fallimento della vita ecclesiastica50 di Ferrante, oppure il dolore della sua buia condizione di peccatore51. Lopera spirituale nasce con lo scopo di dirigere lanima verso Dio, ma questa perfezione pallaviciniana prende forma in un determinato capitolo dellopera: il settimo capitolo, ovvero la bellezza delle guancie52, dove Ferrante profetizza anche la propria morta inconsciamente. Il richiamo alla decapitazione di San Paolo di Tarso53, che rappresenta lascesi diretta verso il Cielo, preclude lutilit della tribolazione. I dolori servono per dimenticare i peccati, che sono rispecchiati nellallegoria del melograno, frutto associato alla sofferenza della Madonna. Un simbolo della direzione spirituale, quel concetto di maternit54 pallaviciniana, celebrata in una triplice associazione simbolica Melagrano55 Rosa Madonna. Questo punto di riferimento pu evitare ulteriore dolore, sotto la tutela della grande madre spirituale, tuttavia Ferrante vuole ricordar sempre al fedele lettore:
Gi noto, che la Divina bont fa aratro, onde il seme delle tribulationi ci fruttifichi merito [] fia ad abbellire le guancie con la carit [] desiderarai di mostrarti corteccia melagrane, quale il tuo Dio ti brama.56

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Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, p.31. Cfr. Ibid., pp.18-19. 52 Cfr. Ibid., pp.44-57. 53 Cfr. Ibid., pp.52-54. 54 Cfr. Ibid., pp.50-51. 55 Una rappresentazione tipica del simbolismo del frutto usata pure dal Botticelli : Cfr. Wikipedia, Madonna della Melagrana del Botticelli, reperito il 2010 Dicembre 29 su http://it.wikipedia.org/wiki/Madonna_della_Melagrana! 56 Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, p.55.
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Servono opere di santit, ricche di sacrifici e martiri personali, per raggiungere la grazia divina. Il pensiero pallaviciniano collegato alla volont, al rapportarsi con la libert e libero arbitrio, votandosi allubbidienza che permette lingresso in paradiso. Questo bisogno di ubbidienza alla religione57, non vuole apparire una forma di schiavit nei confronti della gerarchia ecclesiastica, ma vuol avvisare il lettore che:
[] le armi per vincere il Demonio, e debellare lInferno, che nellosservanza di quegli ordini [] e cos dallubbidienza sola, pu collegarsi teco Iddio.58

Il temperamento ecclesiastico di Pallavicino viene ripreso in ogni capitolo dellopera, turbolente e melanconico a tratti, che gode di una relativa indipendenza dagli influssi luterani e riformati. Ferrante contribuisce a dare forza allopinione, in piena antitesi alle concezioni del suo periodo, rimane ostile alla vigenza di norme di esemplarit. Respingendo generalmente le regole imposte dalle autorit, lincorruttibile idealista Pallavicino, vuole versare una forza corrosiva nella societ del suo tempo, cos da risvegliare lanima vittima dei piaceri della vita terrena. Gli amici dellaccademia degli Incogniti avranno sicuramente apprezzato questo scritto, che non ebbe una notevole fortuna negli anni a seguire. Nel lungo periodo, a dispetto dei suoi detrattori coevi, questa opera ha goduto di una diffusione geografica amplissima: sfuggendo alla follia delleresia quietista sul finire del Seicento. Attualmente diverse copie sono presenti in paesi come lInghilterra, Scozia, Francia, Albania, Russia, Stati Uniti, Germania, Slovenia, Svezia e Spagna. Nella figura pallaviciniana convive una personalit davvero molto complessa, un Jiulian Assange59 ante-litteram, appartenente al genere umano che lotta per la libert di pensiero e di parola. Da sempre contro ogni potere totalizzante, in tutte le parole scritte si intravede una testimonianza fantastica: inquieto simbolismo moralizzante, lillusione del sogno e la prospettiva della metamorfosi universale della realt.
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Cfr. Ferrante Pallavicino, Le bellezze dellanima, p.82. Cfr. Ibid., p.55. 59 Cfr. Wikipedia, Julian Assange, reperito il 2010 Dicembre 29 su http://it.wikipedia.org/wiki/Julian_Assange!
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