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26 Gennaio 2014 - III Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

26 Gennaio 2014 - III Domenica del Tempo Ordinario - Anno A


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Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura(Mc 16, 15). Se qualcuno si vergogner di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergogner di lui quando ritorner nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9, 26).

Disegno di Sergio Toppi

Venne a Cafrnao perch si compisse ci che era stato detto per mezzo del profeta Isaa Levangelista Matteo, riprendendo unimmagine del lib ro di Isaia, ci dice quello che Ges per noi: la luce. Nella nostra vita, vediamo spesso teneb re, resistenze, difficolt, compiti non risolti che si accumulano davanti a noi come unenorme montagna, prob lemi con i figli, o gli amici, con la solitudine, il lavoro non gradito... tra tutte queste esperienze penose che ci raggiunge la b uona parola: non vedete solo le teneb re, guardate anche la luce con cui Dio rischiara la vostra vita. Egli ha mandato Ges per condividere con voi le vostre pene. Voi potete contare su di lui che al vostro fianco, luce nelloscurit. Non siamo noi che diamo alla nostra vita il suo senso ultimo. lui. Non n il nostro lavoro, n il nostro sapere, n il nostro successo. lui, e la luce che ci distrib uisce. Perch il valore della nostra vita non si b asa su quello che facciamo, n sulla considerazione o linfluenza che acquistiamo. Essa prende tutto il suo valore perch Dio ci guarda, si volta verso di noi, senza condizioni, e qualsiasi sia il nostro merito. La sua luce penetra nelle nostre teneb re pi profonde, anche l dove ci sentiamo radicalmente rimessi in causa, essa penetra nel nostro errore. Possiamo fidarci proprio quando sentiamo i limiti della nostra vita, quando questa ci pesa e il suo senso semb ra sfuggirci. Il popolo immenso nelle teneb re ha visto una luce luminosa; una luce apparsa a coloro che erano nel b uio regno della morte!

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26 Gennaio 2014 - III Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

+ Dal vangelo secondo Matteo (Mt 4,12-23) Venne a Cafrnao perch si compisse ci che era stato detto per mezzo del profeta Isaa Quando Ges seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritir nella Galilea, lasci Nzaret e and ad abitare a Cafrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zbulon e di Nftali, perch si compisse ci che era stato detto per mezzo del profeta Isaa: Terra di Zbulon e terra di Nftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce sorta. Da allora Ges cominci a predicare e a dire: Convertitevi, perch il regno dei cieli vicino. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: Venite dietro a me, vi far pescatori di uomini. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiam. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Ges percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermit nel popolo.

Dalla Parola del giorno Ed essi sub ito, lasciata la b arca e il padre, lo seguirono. Chiamati Giovanni in prigione, scrive Matteo. Non solo un punto di riferimento cronologico nella vita di Ges, ma una profezia, un anticipo della sorte che toccher - come a tutti profeti - anche al Rabb di Nazareth. Affiancato a questo evento, Matteo aggiorna il lettore sulla nuova residenza di Ges: da Nazareth a Cafarnao. Questo spostamento non per nulla casuale. La regione di Zabulon e Neftali un territorio di frontiera, luogo di mescolanze etniche, culturali, religiose, guardato con diffidenza dai puritani di Gerusalemme. Ges inizia da qui. La Sua una scelta precisa, un trasloco che conferma che questo messia che si infilato tra i peccatori al fiume Giordano, ha uno stile, un progetto, un cammino che destinato a creare non pochi problemi. Forse qualcuno si aspettava che il Messia atteso prendesse in affitto un comodo bilocale con balconata sulla piazza centrale di Gerusalemme... Delusione. Grande delusione. Fin dall'inizio Ges chiarisce che Lui diverso, irriducibile agli schemi in uso, rivoluzionario - e per certi versi deludente - rispetto a molte delle attese del tempo. Da questa terra squalificata, da questa collocazione strategica della sua missione, Ges da il via alla primitiva predicazione: l'esigenza della conversione e l'annuncio del Regno. La chiamata dei primi quattro discepoli esemplificano e concretizzano queste prime parole del Rabb. Sono molti gli elementi che caratterizzano questa prima chiamata dei discepoli riportata da Matteo. Rileggendola con calma, mi affascina la centralit di Ges. Lui che cammina, vede, chiama. Lui al centro dell'invito fatto ai quattro pescatori di Cafarnao: "Seguitemi". La proposta del Rabb non riguarda una dottrina religiosa, un insegnamento, un progetto. Al centro di tutto sta la relazione con Lui, sta la novit di un incontro che stravolge la vita di quegl'uomini. Mi fa riflettere che i primi quattro discepoli siano due coppie di fratelli. Curioso? Non vi pare? Chiss quanti pescatori c'erano quel giorno sulle rive del mare di Galilea, e Ges va a scegliersi proprio due coppie di fratelli! cos: il Vangelo un invito alla fraternit, perch questa la sola condizione con cui possibile mettersi seriamente alla Sua sequela. Tutto l'avventura del cammino dei discepoli, mostrer che il superamento delle piccole logiche personali, l'abbattimento dei propri egoismi, lo smascheramento della propria falsa autosufficienza e l'apertura alla nuova logica della fraternit del Regno, siano condizioni essenziali della vita evangelica e dell'esistenza del discepolo. Allora coraggio, cari amici! Rimettiamoci in cammino, lasciamo che l'invito del Rabb risuoni forte tra le reti della nostra quotidianit e ci risollevi dalle nostre incertezze e dalle tiepidezze della fede. Buon Cammino don Rob erto Seregni
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26 Gennaio 2014 - III Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Signore, mi piace la voce del mare, e certamente la porter con me ovunque. Perch su queste rive ti ho incontrato, e mai potr dimenticare la tua voce che pronuncia il mio nome. All'alba, quando il mondo ancora attende di svegliarsi, ti ho trovato accanto a me mentre tornavo da una notte di fatica e nei tuoi occhi, come nelle onde del mare al primo raggio di sole, ho incontrato il mio volto. Tu sei il mio mare, tu la pesca del mio navigare. Piet .

Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Ges Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perch non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire. Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: Io sono di Paolo, Io invece sono di Apollo, Io invece di Cefa, E io di Cristo. forse diviso il Cristo? Paolo stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo? Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perch non venga resa vana la croce di Cristo. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Cornzi(1Cor 1,10-13.17)

Il raccoglimento porta a meditare, a pregare, a concentrarsi nei doveri quotidiani, che sono la volont di Dio sopra di noi. Allora si ama Dio e da Dio si amati (BM, p. 354).

Disegno di Sergio Toppi

Che cosa significa per la Chiesa, per noi, oggi, essere discepoli di Ges Agnello di Dio? Significa mettere al posto della malizia linnocenza, al posto della forza lamore, al posto della superb ia lumilt, al posto del prestigio il servizio. un b uon lavoro! Noi cristiani dob b iamo fare questo: mettere al posto della malizia linnocenza, al posto della forza lamore, al posto della superb ia lumilt, al posto del prestigio il servizio. Essere discepoli dellAgnello significa non vivere come una cittadella assediata, ma come una citt posta sul monte, aperta, accogliente, solidale. Vuol dire non assumere atteggiamenti di chiusura, ma proporre il Vangelo a tutti, testimoniando con la nostra vita che seguire Ges ci rende pi
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26 Gennaio 2014 - III Domenica del Tempo Ordinario - Anno A atteggiamenti di chiusura, ma proporre il Vangelo a tutti, testimoniando con la nostra vita che seguire Ges ci rende pi

lib eri e pi gioiosi Piazza San Pietro - Domenica, 19 gennaio 2014

(*)"La missione evangelizzatrice della Chiesa la risposta al grido 'Vieni, Signore Ges!', che percorre tutta la storia della salvezza e che continua a levarsi dalle lab b ra dei credenti... L'accoglienza della Buona Novella nella fede spinge di per s a comunicare la salvezza ricevuta in dono... Nulla pi b ello, urgente ed importante che ridonare gratuitamente agli uomini quanto gratuitamente ab b iamo ricevuto da Dio! Nulla ci pu esimere o sollevare da questo oneroso ed affascinante impegno... Ogni cristiano ed ogni comunit sentano la gioia di condividere con gli altri la Buona Notizia che 'Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito... perch il mondo si salvi per mezzo di lui' (Gv 3,16-17)". Angelus - 23 dicembre 2007

Dio chiama...ME. Per essere vivo e lib ero devi scacciare la paura di camminare senza compagnia. (La lib ert) Non arrivo da nessuna parte perch ho paura di camminare da solo. (Il pellegrino) Evita di guardare a te stesso ed eviterai con successo la realt. (il deserto) Affronta la realt: quando b ella vivila perch passer; quando b rutta vivila lo stesso perch passer. (La vita) Attaccati ad ogni cosa e soffrirai per ogni cosa; non attaccarti a niente e non soffrirai per niente. (La sofferenza) Se il tuo Dio viene in tuo soccorso e ti tira fuori dai guai ora che cominci a cercare il vero Dio. (Dio) Avendo chiuso gli occhi diciamo che invisib ile. (La Bib b ia) Limitati a guardare... e un giorno vedrai. (la luce) Nulla camb iato tranne il mio atteggiamento; cos tutto camb iato. (L'illuminazione) Per ritrovare sub ito la pace del tuo cuore pensa a cosa rimarr di te fra mille anni. (La pace) Ogni volta che muori ricordati che stai nascendo. (Convertiti) Smetti di pensare dove ti chiama quando ti dice:"Seguimi". (Il dono) Ricordo con emozione i giorno in cui comb attevo il Suo amore: invano perch l'amore irresistib ile. (La chiamata) La felicit si trova solo nel dirgli: "S, dovunque tu vuoi vengo". (Vieni e seguimi)

Ogni giorno, un contadino portava l'acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell'asino, che gli trotterellava accanto. Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua. L'altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia. L'anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto pi che l'anfora nuova non perdeva l'occasione di far notare la sua perfezione: "Non perdo neanche una stilla d'acqua, io!". Un mattino, la vecchia anfora si confid con il padrone: "Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite". Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all'anfora screpolata e le disse: "Guarda il bordo della strada". " bellissimo, pieno di fiori". "Solo grazie a te", disse il padrone. "Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno...". Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, ma se lo vogliamo, Dio sa fare meraviglie con le nostre mperfezioni. Ho fatto tanti sogni che non 4/6 http://www.sanpaolobari.it/index.php?option=com_content&view=article&id=136:26-gennaio-2014-iii-domenica-del-tempo-ordinario-anno-a&catid=58&Itemid

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26 Gennaio 2014 - III Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

di ferite e screpolature, ma se lo vogliamo, Dio sa fare meraviglie con le nostre mperfezioni. Ho fatto tanti sogni che non si sono mai avverati. Li ho visti svanire all'alba. Ma quel poco che grazie a Dio si attuato, mi fa venire voglia di sognare ancora. Ho formulato tante preghiere senza ricevere risposta, pur avendo atteso a lungo e con pazienza, ma quelle poche che sono state esaudite mi fanno venire voglia di pregare ancora. Mi sono fidato di tanti amici che mi hanno abbandonato e mi hanno lasciato a piangere da solo, ma quei pochi che mi sono stati fedeli mi fanno venire voglia di avere ancora fiducia. Ho sparso tanti semi che sono caduti per la strada e sono stati mangiati dagli uccelli, ma i pochi covoni dorati che ho portato fra le braccia, mi fanno venire voglia di seminare ancora. Bruno Ferrero

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