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FREUD E L'ARCHEOLOGIA

di MANUELA MATTEI
INDICE
1. il problema2.
2. freud e la psicoanalisi
3. freud e l'archeologia
4. ruderi e frammenti di ricordi : il materiale "indiziario"
5. pezzi perduti e un grande mistero : la realt non sperimentabile direttamente
6. metodo "scientifico"?
7. conclusione
IL PROBLEMA
Indizio di mentalit scientifica proprio il sapersi accontentare di queste approssimazioni alla
certezza, e l'essere capaci di proseguire il lavoro costruttivo nonostante la mancanza di conferme
assolute [S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi, p. 49]. Quest'affermazione, che Freud formula
davanti a un uditorio composto prevalentemente da colleghi medici, rivela un'idea di scienza che si
discosta alquanto dalle definizioni alle quali siamo comunemente abituati. Ma quando nato il
concetto di scienza, quale noi lo conosciamo? L'idea di scienza alla quale siamo comunemente
abituati si formata nel secolo XX e risente di varie teorie filosofiche. Sicuramente una delle pi
rigorose e feconde, per il formarsi di un concetto chiaro della metodologia scientifica,
individuabile negli scritti di Karl Popper. Introduco il pensiero di quest'autore nel mio saggio,
bench egli non abbia potuto in alcun modo influenzare il pensiero di Sigmund Freud, essendo a lui
posteriore. La scelta di avvalersi del pensiero di tale filosofo essenzialmente motivata dal fatto che
egli, nei suoi scritti, deline le linee generali del metodo scientifico proprio con l'esplicito fine di
verificare la presunta 'scientificit' della dottrina psicoanalitica. Popper afferma che il criterio
dello stato scientifico di una teoria la sua falsificabilit, confutabilit, o controllabilit [K.
Popper, La scienza: congetture e confutazioni, pp. 63-9] e descrive una metodologia scientifica, in
parte esemplata sul metodo usato nel campo d'indagine della fisica, in cui la validit dei risultati
ottenuti postulata tale fino al momento di un'eventuale e sempre possibile confutazione. Ovvero,
DURANTE il lavoro costruttivo , il risultato raggiunto non considerato una mera
approssimazione alla certezza , ma il migliore ed il pi esatto nell'ambito delle conoscenze al
momento disponibili. Dalle parole di Freud sembra invece delinearsi un metodo scientifico che
esclude a priori ogni tipo di certezza riguardo al risultato raggiunto e che descrive il lavoro finale
come approssimativo , un lavoro di cui, in definitiva, non possiamo far altro che accontentarci
, perch parziale. Evidentemente, nel formulare queste asserzioni, Freud influenzato da un
modello scientifico ben diverso dalla fisica, presa a modello da Popper. Ma quale?
FREUD E LA PSICOANALISI
Dalla sua comparsa sulla terra, il genere umano si interroga sulla natura materiale e sull'essenza
spirituale della propria realt interiore e della realt ad esso circostante, tentando ogni giorno una
faticosa e sempre mutevole sistematizzazione delle conoscenze acquisite. I metodi usati per
indagare il reale si differenziano e si evolvono nelle varie epoche, culture e civilt.
Con l'evoluzione delle scienze e delle tecniche nell'ultimo secolo, siamo portati a credere che un
metodo d'indagine e sistematizzazione delle conoscenze acquisite basato sulla razionalit e sul
rigore scientifico sia l'unico al quale possa essere riconosciuta una qualche validit e legittimazione.
Altri metodi di comprensione del reale esistono, in realt, parzialmente oscurati dalla metodologia
pi propriamente scientifica, e per questo motivo, godendo di minor legittimazione, sono pi
raramente oggetto di studio.
In tempi relativamente recenti, Carlo Ginzburg, storico e saggista, ha invece compiuto un ottimo
tentativo di indagine, nell'ambito di un metodo frequentemente usato per comprendere la realt ma,

il cui processo cognitivo non ha mai raggiunto il grado di legittimazione ottenuto dalla metodologia
scientifica.
Ginzburg descrive il metodo indiziario, in opposizione a quello scientifico, come imperniato sugli
scarti, sui dati marginali, considerati come rivelatori [C. Ginzburg, Spie, pag. 65]. per
necessario fare una precisazione: la MATERIA di osservazione psicoanalitica , nel pensiero di
Freud, certamente costituita da quei fatti poco appariscenti che le altre scienze mettono da parte
come troppo insignificanti: dai rimasugli [] del mondo dei fenomeni [S. Freud, Introduzione
alla psicoanalisi, p. 29], ma Freud si avvale di un METODO operativo che considera scientifico in
senso stretto. Egli classifica il suo lavoro come scientifico [S. Freud, Introduzione alla
psicoanalisi, p. 24] e il risultato raggiunto come oggettivo , un dato di fatto che ritenevamo di
aver stabilito grazie ad un lavoro faticoso [ancora p. 24], per citare soltanto alcuni dei molteplici
esempi presenti nel testo preso in esame.
Tenendo presente la dicotomia che Freud instaura, tra MATERIA indiziaria (dunque, non
propriamente scientifica) e METODO dichiaratamente scientifico in senso stretto, risulta pi
comprensibile il motivo per cui l'autore si avvale di un paragone tra il modello operativo proprio di
un'analisi chimica e quello dell'indagine psicoanalitica [S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi, p.
47]. In questo caso, la questione verte sul METODO che, in entrambi i casi, per Freud quello di
tipo scientifico, ovvero quello che tende ad oggettivare il fenomeno preso in esame. Ben diverso
sarebbe instaurare un confronto tra la MATERIA della psicoanalisi e l'oggetto di una qualsivoglia
dottrina scientifica in senso tradizionale. A Freud risulta persino problematico instaurare un
confronto tra pratica medica (un caso limite tra scienza e paradigma indiziario, secondo Ginzburg
[1]) e psicoanalitica: Nell'insegnamento della medicina siete stati abituati a vedere. [] Purtroppo
tutto va diversamente nella psicoanalisi. Nel trattamento analitico non si procede a nient'altro che a
uno scambio di parole tra l'analizzato e il medico [S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi, pp. 189]. Qual dunque la disciplina che pone il suo oggetto di studio tra i rimasugli del mondo dei
fenomeni , portando avanti la sua ricerca per con metodo rigoroso e scientifico, a cui Freud pu
aver guardato come modello, perlomeno ideale, per la neonata psicoanalisi?
FREUD E L'ARCHEOLOGIA
Negli scritti di Freud si verifica una curiosa coincidenza: egli, sempre cos prodigo dei pi svariati
paragoni extra-disciplinari, ripete il medesimo esempio in due contesti letterari assai lontani tra
loro. Il primo esempio fu pronunciato durante una conferenza tenuta alla Societa' di psichiatria e
neurologia di Vienna nel 1896 (successivamente edito con il titolo di Eziologia dell'isteria), il
secondo, assai posteriore, appare in una nota metodologica dal titolo Costruzioni nell'analisi
pubblicata nel 1937.
In entrambi i casi, Freud paragona il lavoro dello psicoanalista a quello dell'archeologo.
Tale paragone non dovrebbe per nulla stupirci. Se riteniamo valide le teorie di Ginzburg,
ammetteremo che entrambe le discipline fanno uso del paradigma indiziario. Per la precisione,
l'archeologia (cos come la storia, [] la geologia, l'astronomia fisica e la paleontologia ) adotta
il procedimento definito da Thomas Huxley metodo di Zadig , la capacit, cio, di fare profezie
retrospettive [C. Ginzburg, Spie, p. 83]. Ma non forse una profezia retrospettiva la
costruzione analitica che presenta all'analizzato un brano della sua storia passata e dimenticata
[S. Freud, Costruzioni nell'analisi, p. 545] affinch produca su di lui i suoi effetti, indi [l'analista]
costruisce un altro brano a partire dal nuovo materiale che affluisce e procede poi con questo allo
stesso modo [] fino alla fine [S. Freud, Ibid., p. 544]?
RUDERI E FRAMMENTI DI RICORDI : IL MATERIALE "INDIZIARIO"
Appare assai chiaro, dalle precedenti considerazioni, come, in entrambi i casi, la MATERIA trattata
appartenga di diritto al paradigma indiziario. Ci che caratterizza questo sapere la capacit di
risalire da dati sperimentali apparentemente trascurabili a una realt complessa non sperimentabile
direttamente [C. Ginzburg, Spie, p. 67], afferma Ginzburg, descrivendo un tipico sapere
"indiziario", quello venatorio. Lo stesso Freud, per quanto riguarda i dati marginali, considerati

come rivelatori [C. Ginzburg, Spie, p. 65], afferma esplicitamente che, come l'archeologo
ricostruisce i muri dell'edificio dai RUDERI che si sono conservati, [] ristabilisce [] i dipinti
murali di un tempo dai resti trovati tra le ROVINE, cos procede l'analista quando trae le sue
conclusioni dai FRAMMENTI di RICORDI, dalle ASSOCIAZIONI e dalle attive
MANIFESTAZIONI dell'analizzato [2] [S. Freud, Costruzioni nell'analisi, p. 543]. In Etiologia
dell'isteria , Freud si sofferma a lungo nella descrizione di ROVINE di mura, FRAMMENTI di
colonne, lapidi dalle iscrizioni CONFUSE e ILLEGGIBILI [p. 334], tipici di una zona
archeologica. Nel paragone, tratto da un testo che non tratta della non ancora fondata psicoanalisi,
ma delle cause di uno stato morboso come l'isteria [p. 333], le rovine in questione assurgono a
emblema dei sintomi isterici, che devono la propria determinazione a esperienze particolarmente
traumatiche nella vita del malato e di quelle stesse esperienze, ormai riprodotte nella forma di
simboli mnestici nella sua vita psichica [3] [p. 334].
PEZZI PERDUTI E UN GRANDE MISTERO : LA REALT NON SPERIMENTABILE
DIRETTAMENTE
Agli studiosi di entrambe le discipline, il fenomeno preso in esame si presenta come non
direttamente esperibile. La realt di una qualsiasi zona archeologica non pu essere colta per mezzo
di una semplice osservazione (nella pratica medica, secondo il paragone freudiano, tale
osservazione corrisponde al metodo dell'anamnesi, ovvero la raccolta a scopo diagnostico di tutte le
notizie riguardanti precedenti fisiologici e patologici, personali ed ereditari, di un paziente).
L'archeologo potr accontentarsi di osservare quanto possibile vedere, recarsi da coloro che
abitano la zona, magari semibarbari, per interrogarli [], annotare le risposte ottenute e ripartire
[S. Freud, Etiologia dell'isteria, p. 334] ma, questo, ovviamente, gli consentir di formarsi una
visione molto limitata dell'oggetto del suo studio. La realt con cui archeologi e psicoanalisti
interagiscono , infatti, estremamente complessa e, per cos dire, "sfuggente". Come chi effettua
uno scavo ha a che fare con OGGETTI DISTRUTTI di cui senza alcun dubbio PEZZI grandi e
importanti sono andati PERDUTI e non c' sforzo che possa riportare questi pezzi alla luce ,
cos il cammino che porta dai sintomi all'etiologia dell'isteria [ma credo si possa parlare, nei
medesimi termini, delle costruzioni analitiche, ndA] pi LUNGO E INDIRETTO di quanto ci si
potesse immaginare [S. Freud, Etiologia dell'isteria, p. 335]. Esiste, in ogni caso, una sostanziale
differenza tra le due discipline, poich per quanto concerne l'oggetto psichico si verifica [] ci
che per l'oggetto archeologico accaduto solo in circostanze eccezionali [], come per esempio a
Pompei [].Tutto l'essenziale si preservato, perfino ci che sembrava completamente dimenticato
ancora presente [S. Freud, Costruzioni nell'analisi, p. 544]. Ci non significa, per, che la realt
psichica sia direttamente conoscibile: tale materiale, seppur nella sua interezza, continua ad essere,
come il tradizionale oggetto archeologico, SEPOLTO, reso INDISPONIBILE all'individuo , la
sua intima struttura cela ancora in s un grande MISTERO [S. Freud, Costruzioni nell'analisi, p.
544].
METODO "SCIENTIFICO"?
Ginzburg conclude il suo lavoro affermando che il paradigma indiziario costituito da forme di
sapere tendenzialmente mute , le cui regole non si prestano ad essere formalizzate e neppure
dette [C. Ginzburg, Spie, p. 92]. Al contrario, Freud rivendica pretese di scientificit per il
metodo psicoanalitico (vedi secondo paragrafo); la procedura archeologica appare ben delineata e
formalizzata, scandita da una serie di gesti ben precisi ( pu aver portato [] zappe, pale e
vanghe, pu [] rimuovere [] dalla zona archeologica le rovine ivi giacenti e scoprire, dai resti
visibili, altri pezzi sepolti. [] dalle rovine delle colonne sar possibile ricostruire un tempio,
mentre le numerose iscrizioni scoperte [] riveleranno un alfabeto e una lingua [S. Freud,
Etiologia dell'isteria, p. 334]).
Ma una forma ed una procedura ben codificata, l'esposizione programmata e puntuale dei risultati
raggiunti, basta da sola a giustificare un'eventuale pretesa di scientificit? Come precedentemente
detto, Popper individua il criterio dello stato scientifico di una teoria nella sua falsificabilit,

confutabilit, o controllabilit . Riguardo a quest'ultima, precisa: Ogni controllo genuino di una


teoria un tentativo di falsificarla, o di confutarla. La controllabilit coincide con la falsificabilit
[K. Popper, La scienza: congetture e confutazioni, pp. 63-9]. Che tipo di controllabilit
possibile applicare alle due discipline poste a confronto da Freud? Credo che ogni tentativo, per
quanto genuino, di controllare l'effettiva validit delle costruzioni analitiche, da un lato, e delle
ricostruzioni archeologiche, dall'altro, potrebbe dare ben poche conferme o confutazioni. Come
l'archeologo ricostruisce i muri dell'edificio dai ruderi che si sono conservati, determina il numero e
la posizione delle colonne dalle cavit del terreno, e ristabilisce le decorazioni e i dipinti murali di
un tempo dai resti ritrovati tra le rovine, cos procede l'analista quando trae le sue conclusioni dai
frammenti di ricordi, dalle associazioni e dalle attive manifestazioni dell'analizzato [S. Freud,
Costruzioni nell'analisi, p. 543]. Per la stessa natura del materiale studiato, ovvero; per lo stato di
conservazione pi o meno degradato, ma, soprattutto, per l'impossibilit assoluta di risalire alla
forma originaria, (poich, ad esempio, gli eventi dai quali scatur la malattia sono ormai
irrimediabilmente collocati nel passato, nel caso della costruzione psicoanalitica), se ne deve
concludere, afferma Freud, che ad entrambi i campi resta il diritto di ricostruire mediante
integrazioni e ricomposizioni del materiale che si preservato [S. Freud, Costruzioni nell'analisi,
p. 543]. Di conseguenza, le ricostruzioni archeologiche, spesso, non possono andar oltre un certo
grado di verosimiglianza . Assai meglio va per chi si accinge ad elaborare una costruzione
psicoanalitica: dato il suo eccezionale stato di conservazione, se riusciremo o meno a portare
compiutamente alla luce il materiale nascosto soltanto un problema di tecnica analitica [S.
Freud, Costruzioni nell'analisi, p. 544]. Saremo, per, ancora costretti a parlare di
approssimazione , perch, per ammissione dello stesso Freud, tutte queste costruzioni sono
incomplete, giacch esse colgono soltanto piccoli brani di ci che accaduto ed stato dimenticato
[S. Freud, Costruzioni nell'analisi, p. 547].
In entrambi i casi, dunque, sar impossibile risalire alla realt originaria o riprodurla in alcun modo,
verificando cos la correttezza della ricostruzione analitica o archeologica.
CONCLUSIONE
Nonostante la buona dose di approssimazione ed incompletezza, rilevata in entrambi i due campi di
indagine, Freud nutre per l'archeologia rispetto ed ammirazione (tanto che per tutta la vita egli fu un
appassionato ed assiduo collezionista di reperti archeologici) e, per quanto concerne il metodo
psicoanalitico, sua personale scoperta, rivendica il riconoscimento della sua scientificit (cfr.: Vi
rimasto estraneo il modo di pensare psicologico [], essendo voi abituati a [] contestargli il
carattere di scientificit [S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi, p. 21]). Ammettere la
scientificit di un procedimento conoscitivo che lascia ampi margini all'incertezza e poche garanzie
circa la "controllabilit" dello stesso, significa modificare radicalmente il significato di "paradigma
scientifico". Ritorniamo alla frase citata all'inizio di questo saggio [4]: essa descrive perfettamente il
lavoro svolto in campo archeologico e psicoanalitico, modelli ai quali, evidentemente, Freud
guardava nel formulare tale asserzione.
Ci troviamo, insomma, di fronte ad una sorta di mostruosa chimera: un Freud centauro, la cui mente
corre su due binari contrapposti e sovrapposti. Da un lato, egli ben cosciente di analizzare, con la
sua nuova dottrina, una MATERIA che, per la sua stessa natura, come precedentemente dimostrato,
rifugge da ogni tentativo di falsificabilit, confutabilit, o controllabilit.
Dall'altro, egli non cessa mai di difendere strenuamente la supposta scientificit della nuova
dottrina, o, perlomeno, del suo METODO, come nei seguenti esempi: []neanche un briciolo del
vostro interesse stato indirizzato verso la vita psichica [] vi rimasto estraneo il modo di
pensare psicologico in generale, essendo voi abituati a considerarlo con diffidenza, a contestargli il
carattere di scientificit e a lasciarlo ai profani, ai poeti, ai filosofi della natura e ai mistici [S.
Freud, Introduzione alla psicoanalisi, p. 21] e ancora: Con questo [l'ammettere l'esistenza
dell'inconscio] [la psicoanalisi] si giocata fin dall'inizio la simpatia di tutti gli amici della sobriet
scientifica e si attirata il sospetto di essere una fantasiosa dottrina occulta, che vorrebbe costruire
al buio e pescare nel torbido [S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi, p. 21].

Effettivamente, come precedentemente dimostrato, la materia psicoanalitica, incluso il concetto di


inconscio, rientra nell'ambito della metodologia indiziaria e la sua supposta scientificit pu essere
agilmente messa in dubbio. Ciononostante, Freud difende con calore l'appartenenza della
psicoanalisi all'ambito delle dottrine "legittimamente" scientifiche.
ovvio, giunti a simili conclusioni, chiedersi il motivo di tale atteggiamento.
Stabilito che esiste all'interno della mente freudiana una distorsione del comune concetto di scienza,
rimane da capire se tale distorsione sia operata coscientemente, con l'evidente fine di legittimare,
pi o meno forzatamente, un corpus di scoperte nell'ambito assai reazionario degli scienziati
dell'epoca, o se essa sia caratteristica peculiare della mentalit freudiana, una mente in cui, forse
proprio a causa del costante interessamento del padre della psicoanalisi all'indagine archeologica, il
procedere del metodo scientifico diviene pi elastico e malleabile di quello a cui siamo solitamente
abituati.
Nel lavoro scientifico pi promettente affrontare il materiale che ci sta di fronte, per la cui
indagine si apre uno spiraglio. Se lo si fa con scrupolo, senza ipotesi o aspettative preconcette, e se
si ha fortuna, anche da un lavoro cos privo di pretese pu scaturire l'appiglio allo studio dei grandi
problemi, grazie al nesso che lega tutto con il tutto, anche il piccolo col grande [S. Freud,
Introduzione alla psicoanalisi, p. 29]. Da tale citazione, sembra delinearsi un metodo di indagine in
cui, pi che la formulazione di un'ipotesi iniziale, il rigore del procedimento e l'attenzione alla
validit del risultato finale, viene sottolineata l'importanza dei successivi tentativi operati sulla
materia a disposizione, senza ipotesi o aspettative preconcette e con l'aiuto di almeno una
piccola dose di fortuna. Freud introduce qui, ancora una volta, pi che la descrizione di un
procedimento "legittimamente" scientifico, una descrizione che ben si conforma al consueto
procedere dell'archeologo tra i 'ruderi' e dello psicoanalista intento a formulare ricostruzioni,
prendendo spunto da frammenti di ricordi .
Per la scienza considerata "legittima" dall'uditorio che gli sta di fronte, Freud ha in serbo parole
molto dure: Sarebbe un errore credere che una scienza sia costituita esclusivamente da un certo
numero di tesi rigorosamente dimostrate, e ingiusto pretenderlo. Solo uno spirito smanioso di
autorit, che ha il bisogno di sostituire il suo catechismo religioso con un altro catechismo, sia pure
scientifico, solleva questa esigenza. La scienza ha nel suo catechismo solo poche preposizioni
apodittiche; per il resto, essa costituita di affermazioni che ha spinto fino a certi gradi di
probabilit [S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi, p. 49], dove, ancora, la scoperta raggiunta
viene considerata, in ogni caso, lacunosa, manchevole di una qualche sua parte, imperfetta, ma non
per questo meno degna di legittimit.
Freud a lungo rivendic per la psicoanalisi tale legittimit scientifica, nonostante le inevitabili
incongruenze analizzate in questo saggio. Esse derivavano indubbiamente dal continuo oscillare tra
la franca ammissione di operare nell'ambito di una materia non propriamente scientifica e la pretesa
che alla psicoanalisi venisse riconosciuta piena legittimit scientifica. Tale pretesa port inoltre
Freud, in modo pi o meno cosciente, a distorcere il concetto stesso di scienza, potendosi egli anche
avvalere di considerazioni sul metodo in uso nell'ambito di una disciplina che, all'epoca, godeva di
una certa legittimit, l'archeologia.
N.B. Le citazioni di opere in cui riportato solo titolo e pagina si riferiscono alle seguenti edizioni:
S. FREUD, Costruzioni nell'analisi (ed. orig. 1937), trad. it. di Renata Colorni, in Opere vol. XI,
Boringhieri.S. FREUD, Etiologia dell'isteria (ed. orig. 1896), trad. it. di Adele Campione, in Opere
vol. II., Boringhieri.S. FREUD, Introduzione alla psicoanalisi (prima serie di lezioni) (ed. orig.
1917), trad it. di Marilisa Tonin Dogana ed Ermanno Sagittario, CDE 1995 su lic. Boringhieri 1978.
C. GINZBURG, Spie. Radici di un paradigma indiziario, Einaudi 1979.K. POPPER, La scienza:
congetture e confutazioni, trad. it. di G. Pancaldi, in Congetture e confutazioni. Lo sviluppo della
conoscenza scientifica (ed. orig. 1963), il Mulino 1972.

[1] Nel Settecento, secondo Ginzburg, la medicina, nonostante appartenesse al campo delle forme
di conoscenza indiziaria , rimaneva pur sempre una scienza pienamente riconosciuta dal punto di
vista sociale [C. Ginzburg, Spie, pp. 80-1]. In quest'ultimo secolo, a mio parere, il "paradigma
indiziario" della pratica medica divenuto pi quantitativo che qualitativo (v. significato dei termini
nel succitato autore), potendosi avvalere dei risultati raggiunti da altre discipline scientifiche, quali
chimica, biologia, etc. e dell'introduzione di nuovi strumenti, sia finalizzati ad una diagnosi pi
precisa della malattia, sia alla cura della stessa.
[2] Queste ultime sono, in pratica, il ripetersi di reazioni che traggono origine da epoche remote
[S. Freud, Costruzioni nell'analisi, p. 543] e, come tali, appartenendo al passato, rientrano
nell'ambito di quella realt non sperimentabile direttamente , trattata nel paragrafo seguente.
[3] Tali simboli permetteranno di ritrarre un'insperata conoscenza degli avvenimenti del passato,
avvenimenti in memoria dei quali quei monumenti sono stati eretti , secondo il paragone
archeologico [S. Freud, Etiologia dell'isteria, p. 334].
[4] Indizio di mentalit scientifica proprio il sapersi accontentare di queste approssimazioni alla
certezza, e l'essere capaci di proseguire il lavoro costruttivo nonostante la mancanza di conferme
assolute [S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi, p. 49; corsivi miei].

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