Você está na página 1de 34

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA Un rapporto necessario difcile1

G. Segalla
1. Il problema posto dal canone Una Bibbia, due Testamenti:2 lespressione, che indica sinteticamente il canone cristiano, rivela nella maniera pi semplice il problema che suscita. Bench il nome originario Biblia/libri sia plurale, nella semantica usuale passato a signicare il Libro per eccellenza, chiamato anche qualitativamente Sacra Scrittura. Un Libro composto di due parti in tensione fra loro, che ha per un unico autore creduto, Dio (Dei Verbum 9), specchio di una esperienza unitaria transcanonica e testimonia una tradizione altrettanto transcanonica, perch inizia, questa tradizione e questa esperienza prima del canone e, chiuso il canone, continua a vivere nella comunit cristiana attraverso il tempo. Questa unit della Bibbia, creduta, messa in questione dalla duplicit dei due Testamenti, provenienti da tempi diversi, espressione uno del po1. Bibliograa oltre a quella gi registrata in G. Segalla, Teologia Biblica del Nuovo Te-

stamento (Logos 8/2), Torino 2006, 536: G. Aragona - E. Junod - E. Norelli (ed.), Le canon du Nouveau Testament. Rgards nouveaux sur lhistoire de sa formation (Monde de la Bible 54), Gnve 2005; H. Bloom, The Western Canon, London 1995; C. Dohmen - F. Mussner, Nur die halbe Wahrheit? Fr die Einheit der ganzen Bibel, Freiburg etc. 1993; C. Dohmen - M. Oeming, Biblischer Kanon: warum und wozu? (QD 137), Freiburg etc. 1992; H. Frankemlle, Biblische Theologie, Semantisch-historische Anmerkungen und Thesen, ThGl 92 (2002) 157-176; H. Gese, Erwgungen zur Einheit der Biblischen Theologie, in Id., Vom Sinai zum Sion. Alttestamentliche Beitrge zur biblischen Theologie, Mnchen 19903, 11-30; H.-J. Hermisson, Christus als die Mitte der Schrift. Studien zur Heremeneutik des Evangeliums, Berlin 1997; B. Janowski - P. Stuhlmacher (ed.), Der leidende Gottesknecht. Jesaia 53 und seine Wirkungsgeschichte (FAT 14), Tbingen 1996; A. Loveday, Gods Frozen Word. Canonicity and Dilemmas of Biblical Studies Today, ExpT 117 (2006) 231-242 (critica B.S. Childs); O. Merk, Theologie des Neuen Testaments und Biblische Theologie, in F.H. Horn (ed.), Bilanz und Perspektiven gegenwrtiger Auslegung des Neuen Testaments (BZNW 75), Berlin - New York 1995, 112-143; E. Norelli (ed.), Rcueils normatifs et canon dans lAntiquit. Perspectives nouvelles sur la formation du canon juif et chrtien dans leur contexte culturel, Lausanne 2004; R. Rendtorff, Christliche Identitt in Israels Gegenwart, EvTh 55 (1995) 3-12; M. Wyschogrod, The Body of Faith. God and People of Israel, Northvale NJ 19962; E. Zenger, Lebendige Welt der Bibel, Freiburg 1997. 2. C. Dohmen - T. Sding (ed.), Eine Bibel-Zwei Testamente (Uni-Taschenbcher 1893), Paderborn etc. 1995: undici proposte di Teologia Biblica dellAT e dieci del Nuovo con introduzione rispettivamente dei due curatori. LA 56 (2006) 179-212

180

G. SEGALLA

polo di Israele come popolo di Dio, laltro della comunit cristiana, nata peraltro allinterno del popolo ebraico, che possedeva gi le sue Scritture sante3. Come si pu parlare di un unico libro quando contiene due Testamenti in tensione fra loro? Gi n dagli inizi della Chiesa si tentato di ricostruire una unit canonica o eliminando la tensione, togliendo lAntico Testamento (AT) dal canone cristiano e riducendolo a Vangelo (di Luca) e Apostolo (Paolo), come fece Marcione nel II secolo, oppure leggendo lAT allegoricamente come parlasse solo di Cristo e bollando come falsa la lettura ebraica dellAT, come fa la lettera di Barnaba. Senza dire delle difcolt che pone lo stesso Nuovo Testamento (NT), quando si voglia dimostrare lunit teologica dei 27 libri, di cui si compone4. Ecco il problema cui chiamata a rispondere una vera Teologia Biblica (TB) che si prenda a carico di argomentare quanto creduto dalla fede: lunit fondamentale dei due Testamenti cos da formare ununica Bibbia. La Teologia Biblica infatti nata alla conuenza di diversi impulsi della modernit, tra cui la crisi del principio scritturistico protestante (Biblia interpres sui), causato dalla ricerca liberale della storia del canone pubblicata da Johann Salomo Semler (1706-1757) nel clima illuminista del 17715. Poco dopo nel 1787 Philip Gabler (1753-1826) proponeva lo statuto della TB nel discorso di inaugurazione del suo insegnamento alluniversit di Nrnberg in Altdorf: De justo discrimine theologiae biblicae et dogmaticae regundisque recte utriusque nibus6: rispetto alla teologia dogmatica la TB ha per oggetto proprio la Bibbia e come metodo proprio, quello storico. Guidato dal principio illuministico delle verit razionali, egli cercava nella Bibbia ununit teologica concettuale che potesse dare unit alla variet che presentava la teologia dogmatica. Il canone, in questa prospettiva, veniva accettato quale dato teologico pacico come pure lunit di Antico e Nuovo Testamento. Ma a cominciare dal primo studioso che, dopo di lui, inizi a scrivere una TB, Georg Lorenz Bauer (1755-1806), si separarono subito
3. A Scritture Sacre e Sacra Scrittura, che risentono della fenomenologia religiosa pre-

ferisco come in tedesco Scritture Sante e Santa Scrittura. 4. Classico su questo argomento J.D.G. Dunn, Unity and Diversity in the New Testament, London - Philadelphia 1977. 5. Johann Salomo Semler, Abhandlung von freier Untersuchung des Canons, 4 voll., Halle 1971; ristampa parziale curata da Heinz Scheible (TKTG 5), Gtersloh 19802. 6. Ph. Gabler, Kleine theologische Schriften, (ed. Th.A. Gabler e J.G. Gabler), vol. II, Ulm 1981, 179-188; trad. inglese di J. Sandys-Wunsch - L. Eldredge, Gabler and the Distinction between Biblical and Dogmatic Theology. Translation, Commentary, and Discussion of his Originality, SJT 33 (1980) 133-138; trad. tedesca in G. Strecker (ed.), Das Problem der Theologie des Neuen Testaments (WdF 367), Darmstadt 1975, 32-44.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

181

Biblische Theologie des Alten Testaments (Leipzig 1796) e Biblische Theologie des Neuen Testaments (4 voll., Leipzig 1800-1802). E tuttavia nei titoli delle opere degli inizi Biblische Theologie rimase no al 18367, per scomparire quasi del tutto subito dopo e ricomparire in epoca recente, come vedremo. Secondo G. Strecker ci dovuto alla concezione tradizionale di Teologia Biblica che allora vigeva, e che presupponeva lunit di Antico e Nuovo Testamento, lintegrit del canone e lidentit di teologia scritturistica e dogmatica8. Questi tre presupposti vennero messi in crisi dal metodo storico-critico applicato allo studio della Bibbia: lunit di Antico e NT fu messa in questione dalla critica che ne rivelava invece la profonda diversit storico letteraria e concettuale, accentuata in seguito dalla teologia kerygmatica; il canone dellAT si dimostrato diverso per ebrei e cristiani e per di pi anche i cristiani hanno avuto e hanno diversi canoni; inne, come abbiamo visto gi con Ph. Gabler, la teologia biblica si era separata dalla teologia dogmatica e pretendeva diventarne il principio critico. In seguito al metodo storico critico e storico religioso si passati poi dal modello illuminista a quello positivista, in cui predominava la storia e lesperienza storica sulle idee. Lunica maniera di salvare in qualche modo lunit teologica almeno del NT era quella di abbandonare la storia al dominio della critica per concentrarsi nella interpretazione esistenziale della fede, di cui testimone la classica Teologia del NT di R. Bultmann. Di conseguenza si era abbandonata da tempo lidea e il progetto di una teologia biblica, in un orizzonte in cui lAT veniva progressivamente perso di vista, a parte lopera classica di Von Rad. La Teologia del NT della prima met del novecento inuenzata da Bultmann, creava cos una diastasi con lAT, abbandonato praticamente agli ebrei. Perci si sent, soprattutto in ambiente tedesco, la necessit di recuperare la storia alla teologia biblica e di riprendere in seria considerazione teologica lAT come parte integrante della Bibbia9. Nella seconda met del secolo XX si possono individuare cos due momenti signicativi in cui la TB riprese vita, passando da un interesse per la storia del canone10 ad un profondo interesse per la sua teologia: i due momenti vanno posti rispettivamente intorno agli anni settanta e novanta.
7. Segalla, Teologia Biblica, 19-20. 8. G. Strecker, Biblische Theologie oder Theologie des Neuen Testaments, in C. Dohmen

- T. Sding (ed.), Eine Bibel - zwei Testamente, Paderborn 1995, 267-273 (pp. 267-268). 9. Si vedano alcuni titoli della nota bibliograca iniziale. 10. Classiche sono: B.F. Westcott, The General Survey of the History of the Canon of the New Testament, London 18703 (18551); T. Zahn, Geschichte des neutestamentlichen Kanons, 2 voll., Erlangen - Leipzig 1888-1892, rist. Heidelberg 1975; Id., Grundriss der

182

G. SEGALLA

2. La reazione degli anni settanta tra ermeneutica evangelica del canone neotestamentario ed ermeneutica canonica La crisi del canone, generata dalla lunga stagione del metodo storico-critico, aveva prodotto solo Teologie dellAT e Teologie del NT o addirittura si era abbandonato il termine impegnativo di Teologia per scegliere quello scienticamente pi trattabile di Religione11. Il canone biblico era praticamente dimenticato come lista dei libri ispirati, che contengono la testimonianza della rivelazione divina e quindi la norma della fede. E tanto meno perci si affrontava il problema della sua unit. Fu a partire dagli anni settanta che inizi una reazione esplicita, luna in Germania di carattere teologico ermeneutico, laltra in America di carattere pi propriamente canonico. Le esaminiamo separatamente. 2.1. Lermeneutica evangelica e la ricerca di un centro del canone neotestamentario Un volume miscellaneo, curato da E. Ksemann, fotografa la situazione del Nuovo Testamento come canone intorno agli anni settanta12. Vi sono raccolti quindici contributi di quindici autori diversi, tedeschi, in un arco di tempo di 30 anni, con una introduzione e una conclusione critica dello stesso Ksemann. Un primo cenno alla crisi del canone lo si trova gi in un articolo di Ernst Strathmann del 1941 intitolato proprio Die Krisis des Kanons der Kirche (pp. 41-61), in cui egli si richiama allopera gi ricordata di Semler sul canone del lontano 1771, che metteva in crisi la concezione teologica protestante del canone mediante la critica liberale. Rifacendosi alla concezione dialettica della Scrittura di M. Lutero - cio che la Scrittura va interpretata secondo il criterio dellarticolo fondamentale della tradizione
Geschichte des neutestamentlichen Kanons, Leipzig 19042, rist. Heidelberg 1985; A. Harnack, Die Entstehung des Neuen Testaments und die Folgen der neuen Schpfung, Leipzig 1914; H.F. Von Campenhausen, Die Entstehung der Christlichen Bibel, Tbingen 1968; B.M. Metzger, Il canone del Nuovo Testamento. Origine sviluppo e signicato, Brescia 1997 (ed. ingl. 1989, rist. 1997); L.M. McDonald, The Formation of the Christian Biblical Canon, Peabody MA 1995. 11. Per una breve storia della questione a partire da W. Wrede no alla situazione attuale postmoderna, si veda H. Risnen, Beyond New Testament Theology. A Story and a Programme, London 20002 (19901). 12. E. Ksemann (ed.), Das Neue Testament als Kanon, Gttingen 1970.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

183

evangelica, la giusticazione delluomo peccatore mediante la fede (Rm 1,17) oppure secondo laltro criterio, Was Christum treibt/Ci che porta a Cristo Strathmann ne notava il contrasto con la tesi corrente della ispirazione verbale e con la concezione conseguente giuridico letterale della Scrittura, dominante nellortodossia protestante. Ora, la critica moderna e il libero esame del canone a partire da Semler, metteva in crisi proprio questa concezione giuridico letteralista della Scrittura. Occorreva perci abbandonare la concezione di un canone come legge ssa della rivelazione divina ed abbracciare invece una concezione personale, quella appunto di Lutero. Strathmann conclude il suo contributo affermando perentoriamente: La concezione della verit non giuridico dottrinale, ma personale secondo le parole di Ges: - Sono io la via, la verit e la vita - La crisi del canone della Chiesa, eredit di Semler, pu essere superata solo mediante la concezione storico religiosa dellautorit della Sacra scrittura fondata nel reale rapporto vitale della Chiesa e dei suoi membri e tradursi perci in libert (p. 61). La concezione dogmatica della verit assoluta della Scrittura e quindi del canone in senso letteralista e intellettualista, era in realt lultima conseguenza logica del principio protestante Sola Scrittura e Scriptura interpres sui. La Scrittura si autorizzava da s, dal suo interno e non era necessaria quindi lautorit esterna della Chiesa per determinare il canone e per essere interpretata in modo autorevole. Tale concezione giuridica intellettualistica, come la qualica Strathmann, era messa in crisi dalla critica storica. La difesa disperata demandata allapologetica per sostenere linerranza biblica o alla testimonianza interiore dello Spirito Santo, era insostenibile. Lautorit del canone come Scrittura non doveva quindi essere fondata sullequiparazione fra Scrittura e parola di Dio. I libri del canone sono stati scritti da uomini e non sono perci parola di Dio, ma testimonianza della verit rivelata per la nostra salvezza. La drammatica presa di coscienza che la concezione protestante dellautorit della Scrittura in senso giuridico intellettuale era messa in crisi dalla critica biblica, costringeva a ritornare alle origini della Riforma, allo stesso Lutero e alla sua concezione dialettica dellautorit della Scrittura. Lunit teologica del canone si poteva dimostrare solo mediante un principio critico assunto dallinterno del canone stesso: quello che viene chiamato anche il canone nel canone, cio un libro privilegiato (Lettera ai Galati e ai Romani) come principio critico per discernere nel canone lautentica rivelazione della verit del Vangelo; oppure il centro del canone, cio una verit fondamentale che possa giudicare la gradualit della verit biblica nei vari libri del canone.

184

G. SEGALLA

Lo stesso E. Ksemann, nella sua valutazione nale parla ripetutamente di canone nel canone (pp. 405 e 410) o della necessit di un centro del canone (p. 410) per sostenere lunit teologica del canone contro la varia e incomponibile variet messa in luce dalla critica storica. Perci tale unit si pu argomentare solo ermeneuticamente. Ksemann con la forza dialettica che gli era propria, negava perentoriamente che il canone fosse storia (semmai nella storia come suo orizzonte) come pure che fosse dottrina (verit da credere). Vangelo, kerygma, annuncio di salvezza nellorizzonte della storia: Poich la realt terrena il luogo del Vangelo, non sono identici canone e Vangelo (corsivo mio), ma si appartengono luno allaltro. Il canone rappresenta il Vangelo come entrato nella storia (p. 408). Contro una concezione carismatica della Scrittura e conseguente interpretazione carismatica egli tuonava: La viva vox evangelii non leco di una voce celeste (corsivo mio), ma la richiesta di Dio agli uomini e al mondo che abbraccia e attraversa ogni luogo, terra ed ogni tempo, e perci non un depositum dei (corsivo mio), intoccabile, ma il Vangelo testimoniato da ogni uomo credente secondo la sua comprensione e possibilit, riutato dal non credente, falsicato dalla superstizione; insomma il Vangelo non una summa theologica, Ogni tempo offre al Vangelo il suo contesto (p. 409). E sulla necessit del canone si esprimeva cos: Il canone limitato dice che la nostra fede non fondata in noi stessi o nella nostra situazione, ma fondata nel Vangelo gi dato e orientato a quel Cristo, che il Nazareno Crocisso (p. 409). Perci sono richieste analisi storica e critica teologica nella interpretazione della Bibbia. Ambedue, ciascuna a suo modo, portano a un canone nel canone Non vi analisi storica (scientica) n critica teologica (dal centro del canone) che non debbano rendere sempre necessaria una superprova Cos linterpretazione si realizza sia storicamente in quanto valuta e distingue giustamente i dati, sia teologicamente in quanto distingue il rapporto fra canone e Vangelo (p. 410). E inne, a conclusione: Il canone mediante la testimonianza protocristiana e la limitata documentazione della dialettica tra Vangelo e mondo, non un manuale di pura dottrina, non la sola sintesi della tradizione apostolica n un libro edicante. la documentazione di quella storia nella quale il Vangelo del Dio ignoto (At 17,22-31) si scontra col mondo degli dei (p. 410). A conclusione di questampia citazione di Strathmann e Ksemann, vorrei sintetizzare la situazione degli anni settanta nellambiente evangelico della Germania in alcuni brevi punti: 1) La crisi del canone in ambiente protestante si identica con la crisi

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

185

della concezione rigidamente letteralista, giuridico intellettuale della Scrittura, dipendente dalla tesi della ispirazione verbale, conseguenza logica del principio della Sola Scriptura e Scriptura interpres sui. La difesa apologetica e carismatica non reggeva pi di fronte alla critica storica del canone e alluso del metodo storico-critico nellinterpretare la Scrittura. 2) La risposta alla sda si richiamava alle origini della Riforma, alla concezione dialettica della Scrittura di Lutero. Solo il criterio dialettico del Was Christum treibt permetteva di rilevare il centro unitario allinterno del canone neotestamentario cos vario. 3) La soluzione ermeneutica si avvale liberamente della critica storica e della critica teologica per scoprire la verit del Vangelo, aperta al confronto critico col mondo e con le condizioni storiche in cui viene annunciato, creduto e vissuto. Il canone va mantenuto come vangelo, in cui annunciato il Cristo crocisso per noi, in contrasto col mondo. Il canone come Vangelo annunciato, creduto e vissuto quella raccolta di libri, chiamati Sacra Scrittura in cui tale Vangelo rimane per sempre consegnato. Lesegesi, avvalendosi della critica storica e teologica, avr il compito di scoprire sempre di nuovo questo Vangelo, annunciarlo, crederlo e viverlo. palese qui la teologia kerygmatica. 4) Il canone in quanto tale viene perci, in n dei conti, relativizzato in rapporto al Vangelo, in esso racchiuso ma non ad esso identico, perch semmai il canone lo specchio del Vangelo nellorizzonte della storia umana e ne contiene quindi i limiti. In questa prospettiva, in cui lAT assolutamente ignorato, non possibile se non una Teologia del NT in senso evangelico. Il canone nel canone o il centro del canone come criteri di verit rivelata, se per un verso salvaguardano lunit teologica del canone neotestamentario, sacricano per altro verso il canone stesso e lo abbandonano alla critica storica. Ed proprio a questo abbandono totale del canone alla critica storica che si oppone la critica ed ermeneutica canonica che negli stessi anni orisce negli Stati Uniti. 2.2. Critica ed ermeneutica canonica per una teologia biblica Va notato subito il modo diverso di affrontare la crisi del canone intorno a questi anni settanta in due ambienti diversi: da un parte lambiente europeo, dallaltro quello americano, luno alimentato da neotestamentisti, laltro aperto da anticotestamentisti, il primo in funzione di una ermeneutica evangelica nel confronto col mondo inteso in senso negativo, il secondo

186

G. SEGALLA

teso alla formulazione di una teologia biblica come espressione e prova dellunit e identit teologica della Bibbia comprendente Antico e Nuovo Testamento, in relazione allidentit della Chiesa. Intorno allo stesso anno 70, dunque, due autori americani, B.S. Childs e J.A. Sanders, ambedue anticotestamentisti, annunciano una specie di Manifesto, un nuovo metodo di critica biblica, incentrato nel canone. Signicativamente il libro manifesto di B.S. Childs portava il titolo Biblical Theology in Crisis13. Il libro innovativo di J.A. Sanders usciva invece due anni dopo col titolo Torah and Canon14. Trattiamo anzitutto di questultimo per passare poi a Childs. 2.2.1. J.A. Sanders e il processo canonico J.A. Sanders non ha prodotto come Childs unopera che raccoglie sinteticamente il frutto dei suoi vari studi, una Teologia Biblica, forse perch si pone pi sul piano dellermeneutica che non su quello del contenuto teologico del canone. Il suo principio euristico infatti quello del processo canonico, mentre per Childs quello del contesto canonico. Il suo libro fondamentale rimane quello iniziale Torah and Canon, dove esponeva la sua tesi e il suo programma per una storia del canone, non nel senso usuale della sua origine, ma nel senso del processo storico che ha portato alla formazione del canone. quindi un problema sia storico che teologico quello del canone. Vale la pena di riportare: 1. il suo punto di vista, 2. la tesi nale e 3. il problema storico che pone il canone. Lo riassume nellepilogo: 1. Il punto di vista della presente opera che la Bibbia, qualsiasi sia la sua estensione, canone. Qualsiasi interesse presenti per la societ moderna da altri punti di vista (storia, letteratura) la Bibbia primariamente canone per le comunit che trovano la loro identit nella lettura che ne praticano, e che si sforzano di modellare il loro stile di vita su ci che dice loro la Bibbia (ed. ing. 117/fr. 147).
13. B.S. Childs, Biblical Theology in Crisis, Philadelphia 1970. 14. J.A. Sanders, Torah and Canon, Philadelphia 1972, tradotto in francese da P. Maih col

titolo Identit de la Bible (LD 87), Paris 1975. Il libro senza note e senza bibliograa; nelled. francese stata aggiunta alla ne una bibliograa ragionata, curata da Mary C. Callaway (pp. 163-167), e una rassegna delle recensioni, scritta dallo stesso autore. Il libro perci passato un po inosservato per questa sua modesta presentazione. Il volume che raccoglie i suoi interventi pi signicativi su questo argomento invece: From Sacred Story to sacred Text, Canon as Paradigm, Eugene OR 20002 (19871).

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

187

2. La tesi avanzata in questopera la seguente: un esame storico del senso della Torah, del suo contenuto e della sua struttura, dei suoi antecedenti, della sua forma (Gestalt) offre un punto di partenza al dibattito sul senso e lautorit della Bibbia presa nel suo insieme, qualsiasi sia la sua ampiezza 3. Ci che interpella lo storico il fatto pi straordinario che si incontra in tutta la storia biblica: il popolo sopravvissuto e ha conservato una identit nelle comunit disperse dellesilio. Tale fatto richiede di essere spiegato (corsivo mio) (118/148). Ed lautorit del canone che lo spiega: Forse lautorit pi fondamentale del canone percepita e si afferma nel momento in cui la comunit si vede costretta dalla stessa storia in cui impegnata, a porre quel genere di questioni che vengono indirizzate alle tradizioni antiche al momento della nascita del giudaismo, cio quando il canone ha cominciato a prendere forma (119/149). La domanda che ricorre e ritorna sempre : Perch la Bibbia ebraica ha durato cos tanto? (corsivo mio) Non solo perch vi sono state chiese e sinagoghe che lhanno trasmessa. Ma perch la Bibbia essenzialmente diversa da qualsiasi altro libro. Gli innato il riuto di assolutizzare ogni posizione particolare, di farne il luogo in cui tutti gli uomini possono vivere sotto la sovranit di Dio. Non vi tesi n dottrina che sfugga al giudizio di Dio, non vi Credo che dispensi da Dio. La Bibbia presenta Dio meno come immutabile che sempre in movimento, e quello che ci ha conservato riette questa libert divina sotto forme che escludono ogni tentativo delluomo di addomesticarlo In una Bibbia cos sempre diversa Dio rimane sempre lo stesso. Una societ moderna supersviluppata che per essere libera, pretende di rigettare il peso delle concezioni monolitiche della verit e possiede un senso acuto del valore del dialogo e della dialettica, presto o tardi dovr prendere coscienza di questo dilemma: o la libert che rivendica unillusione che copre il caos di un miliardo di dei, o un dono, che corona tutti gli uomini, e li arma per la resistenza contro ogni tirannia che pretenda di asservirli (116/145). La Bibbia come canone, cio come autorit divina e come specchio in cui trova la sua identit il popolo di Israele, un fatto storico, di cui lo storico deve dare spiegazione. Tale spiegazione consiste nello studiare i momenti di crisi in cui Israele rischia di perdere la sua identit e perci di perdersi, e il processo canonico che in essi si attuato, vale a dire litinerario storico seguito dalle tradizioni di Israele per arrivare progressivamente a congurarsi nella Torah come specchio della propria identit; tale processo canonico per cui tradizioni passate vengono rilette alla luce di nuovi eventi che minacciano la stessa esistenza del popolo, come lesilio babilonese e la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. Il pro-

188

G. SEGALLA

cesso canonico una rilettura e riscrittura delle tradizioni originarie no a quando raggiungono la loro stabilit nella Torah canonica alla luce di nuovi eventi e situazioni, per cui si ha insieme la stabilit delle tradizioni e la loro adattabilit a nuove situazioni. Il processo canonico nella storia diviene poi il modello dellermeneutica canonica che continua nella storia la forza dinamica della Bibbia come canone. Soggetto di questa ermeneutica la Chiesa, la comunit cristiana. La Bibbia in tal modo, come canone, viene posta nel suo luogo proprio, la Chiesa di cui diviene specchio di identit nella fede. ovvio quindi che solo la fede della Chiesa, il riconoscimento dellautorit del canone e della propria identit in esso rispecchiata, sia la condizione previa di ogni teologia biblica. In questa impostazione, la novit sta nel fatto che il canone non viene considerato dallesterno come determinato dalla Chiesa (da qualche decreto) ma viene letto come un processo allinterno della storia e ha a che fare con la storia di un popolo e con la storia della Chiesa, di cui la Bibbia il libro proprio. nella dinamica storica ed ermeneutica del processo canonico la forza e la novit della proposta di Sanders. Canone come identit della Bibbia divenuto e diviene sempre identit di un popolo e della Chiesa, perch canone e Chiesa si corrispondono e si appartengono. Il canone non quindi un deposito delimitato di verit, ma fonte di vita, di identit, di storia passata presente e futura. La critica canonica mediante lo studio del processo canonico e la sua applicazione allermeneutica il nuovo metodo scientico per mettere in luce il fatto canonico, fatto storico. Questo il manifesto di Sanders. 2.2.2. B.S. Childs e il contesto canonico B.S. Childs, invece, partendo dal suo manifesto iniziale del 70 ha prodotto una serie impressionante di studi sullAT come canone e sul NT come canone no a pervenire allopera conclusiva, uscita nel 1992, circa ventanni dopo: La teologia biblica dellAntico e del NT15. utile tuttavia partire da dove iniziato il discorso, nella prima opera del 1970. Essa strutturata in tre brevi parti: Memorando il passato ricorda la grande oritura del movimento biblico in America col risultato per di un metodo
15. B.S. Childs, Biblical Theology of the Old and New Testament, London 1992; trad. it. di

E. Gatti, Teologia Biblica: Antico e Nuovo Testamento, Casale Monferrato 1998; trad. ted. di C. Oeming, Die Theologie der einen Bibel. Band I: Grundstrukturen, Band II: Hauptthemen, Freiburg etc. 1992 e 1996.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

189

storico critico che non permette una teologia biblica in quanto si ferma allaspetto storico o letterario, e non perviene alla res, alla realt divina, alla teologia. La seconda parte Cercando un futuro espone la necessit e la congurazione di una teologia biblica e del suo valore per la prassi; inne, nella terza parte Provando un metodo propone il suo metodo canonico di lettura di un testo (Salmo 8 ed altri) allinterno del canone. Delle tre parti la pi importante la seconda, in cui compare una nuova teologia biblica. Oltre alle discipline tecniche, lologiche storiche letterarie necessaria una disciplina che tenti di mantenere e sviluppare una congurazione del tutto e che abbia la responsabilit di sintetizzare oltre che di analizzare La TB non si deve limitare al solo compito descrittivo, cio analitico (p. 92). Ma qual il fondamento di questo nuovo metodo di studio della Bibbia? Anzitutto il contesto canonico. Sono molti i contesti in cui si pu porre la Bibbia, ma il contesto proprio per una teologia biblica il canone. Ci vuol dire che queste Scritture vanno interpretate in relazione alla loro funzione allinterno della comunit di fede che le tesorizza sono un canale di vita per la continuazione della Chiesa, attraverso cui Dio istruisce e ammonisce il suo popolo (p. 99). Se il contesto di una teologia biblica il canone, ci si pu chiedere quale ruolo vi ha il metodo storico critico (p. 107). Per quanto concerne il canone dellAT Childs prende posizione contro Agostino; egli assume come canone quello breve, ebraico escludendo quello della Lxx, la Bibbia greca cui ricorre per lo pi il NT. Il lavoro esegetico poi che si avvale del metodo storico critico soltanto un lavoro previo a quello propriamente teologico. Il lavoro esegetico di tracciare il movimento dialettico fra i due Testamenti non mira n ad armonizzare le diverse concezioni di Dio n a costruire una retta dottrina, ma a testimoniare Dio nella sua azione redentrice. Il riconoscimento di un canone la confessione che i due Testamenti sono testimonianza allo stesso Dio e alla sua opera (p. 112). Luso del contesto storico originario per stabilire il senso, implica una critica al vecchio sistema di fare teologia biblica mediante testi probanti fuori del loro contesto come pure attraverso temi e motivi teologici16. Deve trattarsi di un processo dialettico fra i due Testamenti. Un modo di realizzarlo sarebbero le citazioni dellAT nel Nuovo (pp. 115-116), e qui cita le opere di Dittman e Dodd: non solo le citazioni ma anche lampio contesto anticotestamentario in cui ricorrono. un modo per prendere sul serio il contesto
16. Questo il metodo scelto dal recente documento della Ponticia Commissione Biblica Il

popolo ebraico e le sue Scritture nella Bibbia cristiana, Citt del Vaticano 2001, 56-152.

190

G. SEGALLA

di tutto il canone (p. 118)17. Inoltre e inne il rapporto con le Scritture ebraiche rende coscienti del fatto che lAT non naturalmente svelato nel Nuovo, ma la interpretazione cristiana dellAT nel suo nuovo contesto totalmente dipendente dalla nuova radicale realt che Ges Cristo. Inoltre la interpretazione giudaica con la sua divergenza (da quella cristiana) mette in luce nellAT quegli elementi che sono sottolineati, trasformati o riutati nel contesto pi ampio del canone cristiano. Inne il dialogo col giudaismo ricorda alla Chiesa il mistero di Israele (p. 122). In sintesi la teologia biblica come delineata da Childs si potrebbe denire quella disciplina il cui compito la riessione teologica sulla Bibbia, argomentata nel grande contesto del canone. La crisi della disciplina, secondo questa analisi, sarebbe dovuta al mancato chiarimento del compito pi importante della TB. Il risultato stato che gli studiosi della Bibbia hanno speso le loro energie nei problemi storici, letterari e lologici, pur validi, ma hanno trascurato quel compito della ricerca biblica di cui la Chiesa ha fortemente bisogno (cf. p. 122). Canone e contesto canonico sono dunque il proprium di una TB; canone che composto di due Testamenti, da porre in dialogo fra loro. Il luogo di questa nuova disciplina non laccademia, ma la comunit cristiana. Il ne provvedere la Chiesa di un solido fondamento da porre alla base della teologia dogmatica e morale. Da Childs il canone considerato nella sua forma statica attuale, e perci in prospettiva rigorosamente sincronica; la sua dinamica si rivela invece nel rapporto per un verso con la testimonianza di Dio e della sua opera salvica e per altro verso con la realt esterna al canone, il contesto culturale di oggi. I due manifesti di Sanders e Childs sono concordi nel ritenere essenziale il canone come luogo di una ermeneutica canonica e perci di una interpretazione della Bibbia nel contesto canonico. Per il canone dai due autori viene considerato sotto due punti di vista diversi. Per Sanders il canone devessere considerato nella dinamica della sua formazione, nel processo canonico che spiega lautorit della Bibbia per lidentit del popolo di Israele e della Chiesa; lidentit della Bibbia infatti identit della Chiesa; il processo canonico diviene perci paradigma anche dellermeneutica canonica: il testo canonico un testo stabile ma anche adattabile a situazioni nuove con cui deve dialogare.

17. Il metodo qui ipotizzato da Childs viene assunto e applicato egregiamente alla costru-

zione di una Teologia Biblica del NT da H. Hbner, mentre lui lo abbandona nella sua grande opera di Teologia Biblica.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

191

Per Childs invece il canone offre il grande contesto canonico di Antico e Nuovo Testamento alla luce del quale va condotta unesegesi teologica che termini in una Teologia Biblica, secondo il principio che il tutto pi delle sue parti. Sembra quindi che il ne che si propone Sanders sia quello di una ermeneutica canonica come processo dinamico continuo piuttosto che come risultato complessivo (difatti lui non ha mai scritto una Teologia Biblica), mentre il ne di Childs proprio quello di produrre una Teologia Biblica dellAntico e del NT, che effettivamente ha realizzato nel 1992 e di cui parleremo pi avanti. In conclusione, negli anni settanta del XX secolo si sono avute due linee convergenti verso la valorizzazione teologica del canone: luna di ermeneutica teologica volta a dimostrare lunit teologica del NT, laltra tesa invece alla valorizzazione del canone in s o come processo canonico da continuare nellermeneutica canonica o come contesto canonico in cui porre lesegesi scientica della Bibbia, capace di pervenire ad una Teologia Biblica. 3. Il canone biblico e le Teologie Bibliche degli anni novanta Le tre grandi Teologie Bibliche uscite a breve distanza negli anni novanta si possono considerare il risultato della centralit teologica acquisita dal canone biblico nei ventanni precedenti. E si possono ritenere tentativi diversi di argomentare scienticamente il canone come unit teologica della testimonianza alla rivelazione del Dio che salva. Il canone non pi quel dato scontato di fede dogmatica che stabilisce quali sono i libri ispirati n la storia dellorigine e della funzione del canone, oggetto di studi passati e presenti. Ma la giusticazione teologica del canone, praticamente dellunit della Santa scrittura18. Proprio sotto questo prolo specico vorrei esaminare le tre proposte recenti di Teologia Biblica: quale concezione del canone presuppongono, quale funzione ha il canone allinterno di queste Teologie e a quale risultato pervengono. Le presentiamo nellordine cronologico della loro comparsa.

18. Si veda a questo proposito la signicativa monograa recente di T. Sding, Einheit der

Heiligen Schrift? Zur Theologie des biblischen Kanons (QD 211), Freiburg 2005, un trattato di alto livello (rec. dello scrivente in Teologia 31 (2006) 276-284).

192

G. SEGALLA

Mentre le Teologie del NT di stampo storico-critico non si occupano del canone perch sarebbe un dato teologico previo e non storico, le Teologie Bibliche invece prendono sul serio il canone non solo come dato teologico, ma anche come fenomeno storico e letterario. Mentre le prime non si interessano dellunit del NT, semmai ne mettono in luce la variet, per le seconde invece il problema dellunit della Scrittura e quindi del canone essenziale. Le tre Teologie Bibliche, che presentiamo utilizzano tre modelli diversi per argomentare lunit del canone, composto di due parti in tensione, Antico e Nuovo Testamento: il modello ricezionista di H. Hbner, il modello del contesto canonico di B.S. Childs e il modello di storia della tradizione teologica di P. Stuhlmacher. 3.1. Il modello recezionista di TB (H. Hbner)19 Che funzione ha il canone cristiano in relazione ad una TB? Hans Hbner vi risponde nel lungo primo capitolo dei Prolegomeni, e ci dice gi limportanza che il canone riveste per lui. Espongo subito in breve la sua tesi: lunica teologia biblica cristiana possibile quella che considera il Vetus Testamentum in se20 come rivelazione per lIsraele storico anche attuale, mentre il Vetus Testamentum in novo receptum lAT in continuit e nellorizzonte della rivelazione cristiana. Il metodo da usare nellesegesi teologica sarebbero le citazioni implicite ed esplicite dellAntico Testamento nel Nuovo21. Come lo dimostra? Anzitutto rilevando lanteriorit e superiorit del Vangelo predicato su quello scritto, in quanto la Chiesa delle origini non possedeva ancora alcun Nuovo Testamento. Gli autori del NT citano le Scritture ebraiche. LAT divenuto tale solo da quando si ebbe il NT: Si pu parlare con propriet dellAT solo al momento in cui nella Chiesa cristiana esiste un NT. Da questo punto di vista teologicamente legittimo, anzi obbligatorio chiamare lAT la S. Scrittura di Israele (p. 52). Anche se

19. H. Hbner, Biblische Theologie des Neuen Testaments. Band I: Prolegomena, Band II:

Mesolegomena, Band III: Epilegomena, Gttingen 1990, 1993, 1995; trad. italiana di F. Tomasoni, Teologia Biblica del NT, 3 voll., Brescia 1997-2000. La questione del canone viene trattata nel vol. I (ed. it.), pp. 45-88. 20. La. usa sempre questa espressione latina. 21. Per questo sta approntando uno strumento pratico: le citazioni dellAT nel Nuovo: Vetus Testamentum in Novo. 1.2: Evangelium Johannis, 2: Corpus Paulinum, Gttingen, rispettivamente 2003 e 1997; dovrebbero uscire altri due volumi.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

193

gli autori del NT non si sentono ancora autori di un NT (che viene difatti dopo), tuttavia rivendicavano per s lautorit del verbum divinum, anche Paolo con la sua autorit apostolica (1Cor 5,3) (p. 53). Il problema dellAT nel canone cristiano inizia perci da quando si ha il NT compiuto, che si aggiunge allAT per formare il canone cristiano completo. Qui interviene il problema del canone ebraico e del suo rapporto col NT in funzione di una TB. Per quanto concerne il canone ebraico in s, va notato che non si ebbe un canone ebraico sino alla ne del I secolo, e questo canone ebraico rabbinico fu stabilito a Jamnia in un tempo in cui la comunit cristiana era ormai separata dalla sinagoga rabbinica. Data infatti alla ne del I secolo la discussione rabbinica sul carattere sacro del Cantico dei Cantici e di Qohelet che presuppone gli altri libri siano considerati sacri, e contemporanea o poco dopo la testimonianza di Giuseppe Flavio (Contra Ap. 1,8). Perci la Bibbia ebraica denita dal giudaismo rabbinico incipiente non la Bibbia cristiana. Quanto alla Lxx, la Bibbia alesssandrina, il giudizio per il suo rapporto col NT pi positivo per due motivi: primo perch era la Bibbia della maggior parte degli ebrei del I secolo, pi aperta alluniversalismo e quindi al proselitismo di quella ebraica; secondo perch era ampiamente usata dagli autori del NT. Ma come per la Bibbia ebraica, sembra che anche per questa non si avesse un canone denito. La terza parte, quella degli Scritti, era aperta; a questo proposito Hbner nota limportanza dei cosiddetti deuterocanonici (apocri per i Protestanti) e in particolare del libro della Sapienza (p. 72). Questa della Lxx sarebbe la vera Bibbia cristiana e avrebbe quindi una grande rilevanza teologica proprio come Bibbia tradotta nella lingua comune e resa quindi accessibile al mondo culturale greco, che cos la conobbe e la apprezz, dando origine ai timorati di Dio e proseliti, che probabilmente furono coloro che aderirono n dallinizio alla fede cristiana. E conclude: Dal punto di vista ermeneutico ci signica che noi, essendo in quanto occidentali ancor oggi fortemente impregnati dello spirito greco-ellenistico, dovremmo in verit essere pi aperti allAT nella sua veritas graeca che nella sua veritas haebraica. Che questo invece per lo pi non accada dipende dal fatto che la Bibbia dei Lxx purtroppo ancor oggi - anche per la maggior parte dei teologi - un libro con sette sigilli (pp. 72-73)22. Il canone anticotestamentario cristiano dunque non coincide con la Bibbia ebraica, mentre sarebbe pi afne con quella dei Lxx, che poi praticamente il canone degli Ortodossi.
22. Per la verit in questi ultimi anni si hanno iniziative editoriali di traduzioni e commenti

della Lxx in ambiente francese e italiano e si annunciano nuove iniziative.

194

G. SEGALLA

Ma il punto pi cruciale la valutazione teologica dellAT in un orizzonte biblico cristiano. Qui si rivela la posizione specica del professore di Gottinga in relazione alla teologia biblica. Qui infatti si sostiene una diastasi netta fra Bibbia ebraica e teologia canonica cristiana. In due modi egli relativizza il valore teologico dellAT: anzitutto con una Sachkritik interna allo stesso AT e poi con una critica a partire dalla rivelazione denitiva di Dio in Cristo nel NT. Certo, il Dio dellAT il Dio Padre del Signore nostro Ges. Per gli eventi storici raccontati e giudicati risentono di una prospettiva del regno del sud, inaccettabile sia storicamente che teologicamente in quanto la prospettiva redazionale deuteronomista squalica storicamente e teologicamente il regno del nord, che invece cercava di liberarsi dalla dittatura del regno del sud con centro a Gerusalemme. Si deve praticare perci una critica storica e teologica interna allAT e non accettarlo cos com. Inoltre le aspettative dellAT, viste dal punto di vista della monarchia davidica del sud non si sono realizzate in Ges se non quella di Zc 9,9 (Mt 21,1-11//Mc 11,1-11//Lc 19,28-40//Gv 12,12-18)23. Relativit storica e teologica dellAT ne diminuiscono il valore teologico; e tale valore viene ridotto ancor pi in relazione allevento cristologico. Hbner perci, sulla scia di R. Bultmann, evidenzia pi la discontinuit e la diastasi fra AT e NT che non la continuit. Lunica continuit teologica con lAT sarebbe data da quanto viene recepito dellAT nel Nuovo mediante le citazioni. Di qui la distinzione hbnerana fra Vetus Testamentum in se (da lasciare agli ebrei) e il Vetus Testamentum in Novo receptum che rappresenta la continuit del NT con lAntico come Scrittura (pp. 80-81). Nel terzo volume, nei Postlegomini, ricupera lunit del NT con lAntico anche nella concezione pi generale della rivelazione come autocomunicazione di Dio nello spaziotempo della grazia, formulata nel modo pi chiaro da Paolo. In conclusione, secondo Hbner la Santa Scrittura dovrebbe abbandonare il Vetus Testamentum in se agli ebrei e al loro orizzonte interpretativo sia perch il canone non fu denito sia perch storicamente e teologicamente relativizzato; la Bibbia greca pi vicina al NT, ma anche per essa vale comunque la distinzione Vetus Testamentum in se e Vetus Testamentum in Novo receptum; lunit teologica della Bibbia si pu realizzzare solo con una diastasi dallAT in s sia con la recezione che fa di esso il NT. Il processo canonico pi radicale sarebbe dunque avvenuto dopo che il NT era concluso. Solo dal NT concluso, che contiene anche il Vangelo prima predicato, sarebbe possibile discernere nellAT quanto appartiene

23. Teologia Biblica, I, 67-73.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

195

alla rivelazione di Dio cio alla sua autocomunicazione nello spazio tempo della grazia e quanto invece appartiene ad una storia passata, dimostrata tale sia dalla critica storica che da quella teologica. Lopposizione pi radicale di questa proposta di TB con quella avanzata da B.S. Childs. Perci egli si sente obbligato a dedicarvi un intero excursus (pp. 81-88). Per Childs infatti, come vedremo, da ritenere canonica proprio la Bibbia ebraica, mentre nessuna valutazione viene data della Lxx, e per di pi secondo lui in una teologia biblica si deve anzitutto esaminare lAT separatamente nel suo valore autonomo e integrale, e solo dopo passare alla relazione teologica col NT. Questo progetto di H. Hbner fondato su una metodologia rigorosa secondo la sua particolare prospettiva storico-teologica. Ma gli si pu obiettare: 1) che la sua svalutazione dellAT poco si discosta da quella di Bultmann ed in linea con la tradizione luterana, apertamente confessata; 2) che nel processo canonico verso il NT non si trova traccia della distinzione praticata da Hbner; il NT non cita solo testi particolari, ma si riferisce allAT pure nel suo insieme e addirittura nella sua forma precanonica con la divisione in tre parti (Lc 22,44). Per quanto affascinante, la concezione di TB di H. Hbner non salva il canone cristiano nella sua globalit. Lunit teologica cristiana (luterana) del NT viene argomentata a svantaggio dellintegralit del canone cristiano24. 3.2. La TB del contesto canonico (B.S. Childs)25 La TB per denizione riessione teologica sullAntico e il NT (p. 55) - afferma Childs. Ma che cosa il canone per Childs e in particolare quello dellAT e che rapporto ha con la TB? Lo dice nella seconda parte della sua introduzione, intitolata A Search for a new approach (pp. 53-94), dopo aver descritto nella prima una breve storia della disciplina (pp. 1-51). Il nuovo approccio di cui va alla ricerca quello del contesto canonico.
24. proprio questa laccusa che gli muove Childs: Recently H. Hbner (Biblische Theo-

logie, 18f.) has defended the thesis that it is only the Old Testament as received by the New Testament (Vetus Testamentum in Novo receptum) which is authoritative for the Christian Church and appropriate for biblical reection. In a separate article (TZ 1992, forthcoming) I have attempted to show in some detail why such an approach destroys the theological integrity of the Old Testament and silences its true canonical witness (Biblical Theology, 77). 25. B.S. Childs, Biblical Theology of the Old and New Testament, London 1992; trad. it. di E. Gatti, Teologia Biblica. Antico e Nuovo Testamento, Casale Monferrato 1998. In particolare pp. 53-94 delledizione originale, da cui in seguito citiamo.

196

G. SEGALLA

Sono tre i problemi affrontati in questa seconda parte: quale Bibbia cristiana devessere oggetto di una TB? Quale metodo va praticato nello studio di questa Bibbia? E inne: quale ermeneutica? Per quanto riguarda il primo problema, quello pi radicale perch si tratta di denire loggetto della TB, Childs lo espone in modo vivace ed in sostanza il problema del canone dellAT (sul NT tutti sono daccordo). Richiamando la testimonianza di Flavio Giuseppe (Contra Ap. 1,8) sostiene che il canone ebraico fu denito verso la ne del I secolo ed stato assunto dalla Chiesa; affronta anche il problema della Lxx (pp. 65-66) e riconosce pure la sua importanza per il NT, ma esclude che corrisponda a un canone ebraico della diaspora ellenista; e perci si attiene al canone breve, ebraico. Nel IV secolo il problema era discusso e risolto in modo diverso da Girolamo e Agostino. Childs ricostruisce la loro controversia: il primo optava per il canone breve, ebraico, mentre il secondo per quello lungo, rappresentato dalla Lxx. Il classico difensore del canone breve fra i Padri fu Girolamo. Le Chiese della riforma in vari gradi si posero dalla sua parte, mentre la Chiesa cattolica romana si pose con Agostino. E la Chiesa ortodossa opt pure per il canone lungo Insomma la natura esatta della Bibbia nel suo scopo e nel suo testo rimane no ad oggi indecisa (p. 63), naturalmente per le Chiese riformate. E pi avanti: Forse si pu formulare al meglio la posizione teologica di base in questione nei termini di una Chiesa che va alla continua ricerca (corsivo mio) di una Bibbia cristiana (p. 67). Per lui poi sceglie praticamente il canone breve con la sua Chiesa calvinista contro il canone lungo adottato dalla Chiesa cattolica e ortodossa. E si chiude dunque in questo canone, comune con gli ebrei. Il canone lungo invece permetterebbe un ponte pi vicino al NT. Gi qui si percepisce il forte limite della sua TB, addirittura a livello di scelta della Bibbia cristiana. Il secondo problema quello del metodo canonico nello studio della TB. Secondo Childs lunico contesto interpretativo per una TB integrale il contesto canonico, e non quello socio-culturale come avviene nella Teologia dellAT di W. Brueggemann26, per il quale lAT d voce ai poveri e agli oppressi, seguendo in ci la tesi sociale di N.K. Gottwald e considerando lAT come un classico (Tracy) e non come canone (pp. 70-73). Ma come parlare di un processo canonico che ha congurato la Bibbia, quando il processo per cui i due Testamenti sono stati uniti risulta
26. W. Brueggemann, Teologia dellAT: testimonianza, dibattito, perorazione (Biblioteca

Biblica 27), Brescia 2002 (orig. amer. 1998); di cui si veda anche The Creative Word. Canon as a Model for Biblical Education, Philadelphia 1982.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

197

molto diverso da quello riesso in ciascuno dei due Testamenti? (p. 73). Ecco il problema. La risposta che si pu dimostrare non solo continuit storica ma anche continuit teologica fra Israele e la Chiesa: La Chiesa non solo un i due Testamenti, ma consider lAT testimonianza resa a Ges Cristo (p. 74), e super in tal modo sia la posizione di Marcione che voleva abbandonare lAT sia quella degli ebioniti che subordinavano il NT allAntico, inserendolo nellorizzonte giudaico. La strutturazione canonica per intervenuta a dare alle tre parti dellAT una struttura diversa da quella ebraica, portando al terzo posto i Profeti invece che gli Scritti. Va inoltre notato che lattivit di redazione canonica cristiana non alter per nulla lAT per adattarlo allevento cristologico. Anche il NT ha ricevuto poi una strutturazione canonica, mettendo insieme i Vangeli e staccando perci Luca da Atti. Tuttavia il NT non si pu considerare in continuit con la tradizione anticotestamentaria e neppure un midrash delle Scritture ebraiche. Per altro verso per si deve evitare anche la frattura conclamata da R. Bultmann. Il rapporto fra i due Testamenti pi complesso. LAT compreso per la sua relazione con il Nuovo, mentre il Nuovo incomprensibile senza lAT (p. 77). Contro la tesi riduzionista dellAT propugnata da H. Hbner e da P. Stuhlmacher, Childs difende lintegrit dellAT in una TB, naturalmente lAT nella forma del canone breve, da lui scelta. Quali sono le implicazioni ermeneutiche della forma canonica data alla Bibbia cristiana? Lenfasi caduta sullunit di una composizione, che contiene due Testamenti. I due TT sono stati collegati come Antico e Nuovo, ma questa qualica non signica che sia stata distrutta lintegrit di ciascuno dei due. LAT offre la sua testimonianza come AT, distinto dal Nuovo. promessa, non compimento. La sua voce continua ancora a risuonare e non stata messa a tacere dal compimento della promessa (p. 77). Perci va criticato sia il riduzionismo di H. Hbner27 sia la perdita della dimensione verticale rispetto a quella orizzontale della tradizione teologica di P. Stuhlmacher. LAT ha cos perduto (in P. Stuhlmacher) la linea verticale, la dimensione esistenziale, che come Scrittura della Chiesa continua a portare la sua testimonianza allinterno della Bibbia cristiana (p. 77). Egli insiste quindi sullintegrit dellAT in s: La TB deve rendere piena giustizia al sottile rapporto canonico dei due TT allinterno di una Bibbia cristiana. Da una parte il canone cristiano (che ha assunto lAT come era)

27. Il metodo delle citazioni dellAT nel Nuovo era stato proposto anche da Childs nella sua

prima opera lo ricorda lui stesso (p. 76).

198

G. SEGALLA

asserisce la permanente integrit della testimonianza dellAT, il quale devessere ascoltato nei suoi termini (p. 78) e non allegorizzato per renderlo conforme al NT. Daltra parte va resa giustizia piena alla testimonianza dei due TT alla luce del suo oggetto-soggetto Ges Cristo. In conclusione, il metodo canonico di fare una TB si propone di rispettare la Bibbia cristiana nella sua integrit, pur tenendo conto della strutturazione canonica che hanno assunto Antico e NT. LAT va conservato nel suo valore e nella sua tradizione, sempre orientato a Cristo. Si percepisce in Childs lo sforzo di non diminuire in nessun modo limportanza dellAT nella sua integralit, mentre afferma con altrettanta forza che una testimonianza allunico Cristo. Questa forte asserzione per in contrasto con una evidente tensione fra i due TT di cui il Nuovo devessere lultimo orizzonte interpretativo. Il problema che a mio avviso rimane aperto per Childs levidente scarto escatologico del NT, che non pu non inuire sulla interpretazione dellAT in un orizzonte cristiano. Va comunque accolta listanza salutare di Childs di salvaguardare il perenne valore teologico e antropologico dellAT in tutta la sua ricchezza. Passiamo cos allultimo problema, quello ermeneutico, il passaggio dalla testimonianza canonica alla realt che intende testimoniare, Ges Cristo, la rivelazione piena di Dio in Lui. Proprio per questo lermeneutica devessere orientata cristologicamente, perch Ges Cristo la realt ultima da testimoniare. Poich la TB ha a che fare con la realt delle testimonianze bibliche, e muove quindi al di l degli ormeggi storici originali del testo, ci viene mossa spesso laccusa che questo modello antistorico, losocamente idealistico ed astratto Non vengo compreso La riessione di TB non speculazione astratta sulla natura del bene, ma vita e morte lottano con le comunit storiche della Chiesa cristiana che, nel loro contesto storico particolare, cercano di essere fedeli agli imperativi del Vangelo nella missione per il mondo. Ma il cuore dellimpresa cristologico, il suo contenuto Ges Cristo e non la propria autocomprensione e identit (p. 86). Giustamente nellermeneutica soggetto attivo il lettore, il lettore-interprete nella Chiesa per il mondo. La realt storica per Childs dunque quella della comunit cristiana, non propriamente la realt storica originaria. Ad essa il teologo di Yale si riferisce indirettamente dicendo che la realt ultima Ges Cristo, lui, non luomo o la comunit. E tuttavia si perde il contatto con la storia passata, abbandonando i suoi ormeggi e fermandosi al testo canonico, quasi congelato. Il testo sgelato s per il presente, ma non in relazione al passato. Childs relativizza infatti sia la

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

199

tradizione storica sia il processo canonico. Praticamente si accantonano il metodo storico e i suoi risultati. Childs non cessa di insistere sullintegralit delle due testimonianze a Dio in Ges Cristo, dallinizio alla ne, ma questa integrit quella del testo canonico. La TB ha come suo scopo fondamentale quello di comprendere le varie voci allinterno dellintera Bibbia cristiana sia dellAntico che del NT, comune testimonianza allunico Signore Ges Cristo, alla sua stessa realt divina (p. 85) in un dialogo fra testo e realt. E pi avanti: Mi sembra giusto che, dopo aver iniziato (e concluso) il compito della riessione biblico teologica nella quale la originale integrit dei due TT stata rispettata (ci corrisponde alle prime due parti dello sviluppo), rimanga una funzione importante: quella di ascoltare la totalit della Scrittura cristiana alla luce di tutta la realt di Dio in Ges Cristo. In altre parole vi un posto legittimo per tornare indietro dalla riessione cristiana teologicamente sviluppata ai testi biblici dei due TT (p. 87). E questo ultimo passo viene svolto nellultima parte dellopera, nel dialogo fra TB e teologia dogmatica (pp. 88-89). Per strutturare una TB sono assolutamente necessarie le categorie canoniche. Una TB non pu essere che canonica; si devono abbandonare perci tutte le altre strutturazioni: dai dicta probantia allautocomprensione nella fede no alla storia della salvezza. La testimonianza dellAT allazione salvica di Dio nel contesto della storia di Israele e delle tradizioni cui ha dato luogo va letta nel quadro canonico, non allinterno di una ricostruzione critica delle tradizioni come avviene in Von Rad. La testimonianza del NT allazione salvica di Dio in Cristo Ges va letta nel contesto della Chiesa protocristiana: prima i Vangeli e poi gli effetti, da essi prodotti, nella parte epistolare, riettendo la novit di un messaggio radicato in uno spazio tempo particolari. La continuit e discontinuit fra le due testimonianze viene denita nei termini seguenti. La discontinuit giustica la diversit fra le due collezioni di libri: a) lingua greca e cultura ellenistica nel NT, lingua ebraica ed aramaica nellAT; b) i tradenti sono diversi: la Chiesa da una parte e la sinagoga dallaltra in un rapporto sempre pi critico al momento della formazione del canone cristiano; c) la destinazione diversa: lAT a Israele, il NT a tutte le nazioni incluso Israele e per primo; d) riettono inne due esperienze diverse: esperienza cristiana del Vangelo, rivelazione radicalmente nuova di Dio in opposizione a Mos come rappresentante dellAntico.

200

G. SEGALLA

La continuit viene cos delineata: a) Ges interpretato con un AT trasformato; b) gli scrittori del NT cominciarono dalla loro esperienza con Ges Cristo da cui ricevettero una comprensione delle Scritture ebraiche radicalmente nuova; per cui gli scrittori del NT interpretano il signicato di Ges Cristo per la Chiesa con lAT; c) inoltre lunicit storica di Ges relazionata teologicamente non solo alle tradizioni passate di Israele, ma rapportata ed estesa anche al futuro mediante lattualizzazione escatologica e liturgica. Perci il maggiore impegno di una TB dovrebbe essere quello di descrivere sia la continuit che la discontinuit fra le due diverse testimonianze della Bibbia cristiana (p. 93). Ne deriverebbe una unit in tensione, nella parte descrittiva terza (AT) e quarta (NT), mentre la riessione teologica - e perci la comprensione - viene demandata allultima parte: La riessione teologia sulla Bibbia cristiana (pp. 349-727), la parte pi ampia e impegnativa ove vengono esposte dieci tematiche iniziando dallidentit di Dio e nendo con letica, ove AT e NT vengono presentati in continuit aprendosi poi al dialogo con la dogmatica. Questa la proposta del rapporto necessario fra canone e TB, lunico modo secondo il Childs di fare una vera TB. Ora a questa ampia proposta teoretico-metodologica si possono muovere diverse obiezioni. 1) Abbiamo gi notato lincongruenza tra la possibile apertura al canone lungo seguendo luso del NT e la chiusura nel canone breve, ebraico nella convinzione che la Chiesa abbia assunto il canone comera stato denito dallautorit ebraica alla ne del I secolo. 2) A livello metodologico si nota una chiara tensione fra lo sforzo di far valere la integralit dellAT e la sua relativit al NT. 3) Lo stesso problema, in forma pi acuta ritorna nellermeneutica canonica. proprio nella discontinuit e quindi nella peculiarit dellAT che vedo la maggiore difcolt. E qui sostiamo per rivedere la congurazione della discontinuit delineata da Childs. a) La prima discontinuit ravvisata fra lingua greca e cultura ellenistica nel NT e lingua ebraica e aramaica nellAT; tale netta separazione non regge alla prova della storia. notissimo lo studio di M. Hengel Giudaismo ed Ellenismo28 in cui si dimostra la penetrazione della cul28. M. Hengel, Judentum und Hellenismus (WUNT 11), Tbingen 19883. Lo ricorda

Childs stesso nel suo confronto critico con R. Bultmann a p. 221 e lo cita nella bibliograa di p. 232, Judaism and Hellenism, ed. ingl. in 2 volumi, London - Philadelphia 1974.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

201

tura ellenistica in ambiente ebraico palestinese dal confronto critico con limpero ellenistico; tanto pi ci avviene nellambiente della diaspora ebraica in cui si svilupp il primo cristianesimo. La dialettica in Childs viene ulteriormente aggravata dal rinchiudere lAT nel canone ebraico. Invece di una discontinuit, tenendo conto anche della Lxx, si dovrebbe piuttosto parlare di una continuit cristiana con lAT nellassumerlo come Scrittura propria. b) I tradenti di Antico e NT sono certo diversi: Chiesa da una parte e sinagoga rabbinica dallaltra. Va per ricordato che la Chiesa delle origini la Chiesa giudeo-cristiana di Gerusalemme e gli autori del NT furono praticamente tutti ebrei. Certo, storicamente ci fu una opposizione, ma questa si riette semmai nellAT che viene riconosciuto nella Chiesa diverso dalla Tanak rabbinica, e nel modo diverso di interpretarlo. c) La destinazione diversa pure contestabile. Ovviamente lAT per Israele, ma un Israele aperto alle genti come risulta gi da Gen 12,1-3. Il NT sposter Israele dalla sua centralit nellAT alla sua priorit rispetto alle genti nel Nuovo. d) Persino lopposizione tra Mos e Ges discutibile se si legge anche solo il quarto vangelo: Mos rende testimonianza a Ges (Gv 5,45-47). Mos nel NT testimone e tipo di Ges. Lopposizione comunque non con Mos, ma con linterpretazione rabbinica di Mos (Gv 9,28). La novit assoluta del NT indubbiamente levento cristologico, cos fortemente sottolineato da Childs nella sua riessione teologica. LAT nella Bibbia cristiana viene letto in un orizzonte ermeneutico nuovo rispetto a quello giudaico. E in questo orizzonte nuovo, in cui si include anche il grande giudaismo ellenistico della diaspora, appare pi evidente la continuit con lAT cristiano. Darei perci ragione a P. Stuhlmacher e al suo tentativo di mettere in luce la continuit del NT con lAntico. Ci di cui mi sembra preoccupato Childs nella sua coraggiosa impresa di TB che venga conservata lintegrit dellAT nella sua forma e nel suo contenuto come testimonianza sempre valida dellazione salvica di Dio; ci forse dovuto anche al fatto che un anticotestamentista. Secondo me per in questa insistenza si riettono anche altre precomprensioni: una concezione della ispirazione che si avvicina a quella fondamentalista, pur non volendolo essere; inne quella di un cristiano riformato calvinista che assume la sua Bibbia e la sua interpretazione come autentica testimonianza al Dio vero, che si rivelato in Ges Cristo. Perci non risponde se non parzialmente al problema posto dal canone biblico e dalla conseguente argomentazione della sua unit teologica, di cui dovrebbe farsi carico una TB.

202

G. SEGALLA

Il modello di TB del contesto canonico attuale, pur rilevando un fatto reale, il canone biblico cristiano composto di Antico e NT, e costruendo su di esso una duplice descrizione notevole di Antico e Nuovo Testamento con metodo esegetico e riessione teologica, tuttavia mette a tacere la storia che sta dietro al canone: sia il processo canonico sia la storia narrata nel canone. Tipica la storia di Ges, ingoiata nella teologia e lasciata fuori dalla descrizione del NT che si interessa infatti solo dellaspetto storicoletterario. La storia vera non solo quella delle comunit cristiane cui la Bibbia rivolta e le sta davanti n dal suo inizio, ma anche quella che sta dietro e che si raggiunge col metodo storico. Anche se ipotetica, questa storia dice la radicazione della TB nella storia di Israele nellAT e nella storia di Ges e delle tradizioni che hanno origine da lui e la riettono nel ricordo riconoscente: la storia di Israele nella liturgia sinagogale e quella di Ges nella liturgia eucaristica. Una storia unitaria perch Ges nato, vissuto, morto e risorto allinterno della storia di Israele e la Chiesa ne la continuazione. Il pericolo che vedo nella TB del Childs il suo sradicamento dalla storia. Letteratura e teologia canonica sono insieme distinte e unite nella TB di Childs, mentre la storia lasciata alla critica storica, che non apparterrebbe alla fede e alla teologia. vero. Quella storia come risultato di una critica storica pu essere lasciata allo storico, ma la storia stessa, sia pure non raggiunta con la certezza della fede e della teologia, in quanto memoria storica collettiva che ha dato e d identit al popolo di Israele e al popolo cristiano nella Chiesa va considerata oggetto essenziale della fede biblica, un oggetto da non perdere, perch si perderebbe la via attraverso cui la testimonianza della verit salvica di Dio in Cristo pervenuta a noi. La storia il luogo in cui si incarnata la rivelazione divina, pervenuta al suo apice con lincarnazione del Figlio di Dio. Lintegrit letteraria (a parte il canone breve) e teologica salvata, mentre lintegrit propriamente storica, le tradizioni storiche e lo stesso processo canonico di cui parla J.A. Sanders, vengono abbandonati allo storico. In tal modo per Childs conferma purtroppo la tesi teorica di H. Risnen che questa TB fatta dal credente e per la comunit credente, e non pu affermare che una verit creduta, non fondata nella storia, che invece viene studiata criticamente nellambito dellaccademia. Certo, la storia non pu pretendere di essere fondamento della fede, ma pu e deve essere oggetto della fede se non si vuole che la fede rischi di cadere nella gnosi. La critica storica aiuta quanto meno a raggiungere il senso letterale, che la fede riempir di alto signicato teologico.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

203

3.3. Il modello di TB come storia della tradizione con un centro teologico (P. Stuhlmacher)29 Lunit teologica di Antico e NT nellunica Bibbia cristiana costituita da una tradizione teologica continua dallAntico al NT e da un centro teologico che la riconciliazione di Dio in Cristo Ges con gli uomini peccatori, ebrei e pagani. Questa in sintesi succinta la tesi di TB sostenuta da P. Stuhlmacher. anzitutto signicativo che il problema del canone e del suo centro sia trattato non allinizio nella introduzione dellopera, come in H. Hbner e B.S. Childs, ma alla ne quasi a coronamento del percorso di TB. Tre sono i problemi fondamentali: il problema del canone stesso, quello del suo centro, e inne quello dellermeneutica canonica; dei tre il pi impegnativo mi sembra il terzo. Anzitutto il problema del canone e della sua formazione. Il processo canonico che port a un canone con due Testamenti il risultato della tradizione ecclesiale. La formazione del canone non dovuta ad una dichiarazione giuridica della Chiesa ma ad un processo interno ai libri canonici che compongono la Bibbia. La Chiesa del II secolo contro Marcione ha mantenuto le Sacre Scritture (AT), trasmesse da lungo tempo attraverso Israele e il protocristianesimo, che ad esse ricorreva, iniziando da Ges. Anche gli scritti del NT hanno ricevuto la loro qualica, non dalla decisione della Chiesa antica, ma per la missione e la fede della Chiesa; sono pervenuti nel canone per la loro stessa forza intrinseca e tale propria forza ha contribuito alla decisione canonica. Nella parola della Scrittura viene riconosciuta la parola di Dio, per cui si ebbe coscienza di una diversit qualitativa fra parola di Dio biblica e tradizione ecclesiale su di essa fondata. In secondo luogo il canone cristiano composto non solo di NT, ma anche dellAntico e si articolato il loro rapporto unitario in vari modi: promessa-compimento, Antico e Nuovo Patto, Legge e Vangelo ecc. LAT corrisponde nella struttura e nel contenuto alla Lxx, che a sua volta traduzione del testo ebraico originale. Il NT si rapporta allAntico non solo con le citazioni esplicite, implicite e le allusioni (H. Hbner), ma anche mediante una storia della tradizione e della rivelazione storica. Fin dallinizio levento cristologico fu considerato un evento che viene dal Dio dellAT e che si compie in Ges (p. 303). La Chiesa ha seguito una via diversa da quella degli ebrei nel canonizzare lAT. Essa ha praticamente
29. P. Stuhlmacher, Biblische Theologie des Neuen Testaments. Band I: Grundlegung. Von

Jesus zu Paulus, Band II: Von Paulusschule bis zur Johannesoffenbarung, Gttingen 1992 e 1999. In particolare: II, 287-349 (Das Problem des Kanons und die Mitte der Schrift).

204

G. SEGALLA

canonizzato la Lxx. La tradizione neotestamentaria non continuazione n della Bibbia ebraica n della Lxx, ma un complesso di tradizione che si rif alle due versioni della Bibbia in relazione allevento cristologico (p. 304). Ges quindi il punto pi alto e il ne della storia della rivelazione e in lui si realizza la riconciliazione con Dio e fra ebrei e pagani. Il canone non una scelta arbitraria dovuta alla lotta contro le eresie. La scelta dei libri stata fatta in base al Vangelo, alla regula dei, che si trova gi negli scritti del NT (cf. 1Cor 15,3b-5) e inne per la loro funzione e azione edicante nella lettura liturgica. Lesegesi critica deve accettare questo dato storico ed elaborare perci una TB fondata sugli scritti canonici. In una breve nota aggiunge che si deve tener conto di tutti i libri del NT e non solo di alcuni (p. 304), una nota che vale ovviamente per lambiente protestante che tende a privilegiare Paolo, dimenticando o mettendo in secondo piano gli altri scritti canonici del NT. Dal problema del canone si passa a quello del centro della Scrittura che dovrebbe essere lo strumento per dimostrare lunit teologica della stessa Sacra Scrittura. E viene cos formulato a conclusione dellanalisi in sei punti: Lunico Evangelo apostolico vissuto da Ges, annunciato egregiamente da Paolo, spiritualizzato dalla scuola giovannea, Evangelo della riconciliazione di Dio con gli uomini mediante il suo Unigenito Cristo Ges il messaggio di salvezza per il mondo. Esso insegna a comprendere e a confessare che lunico Dio, che ha creato il mondo e ha scelto Israele come suo popolo: nella missione, nellopera, nella espiazione e risurrezione del Figlio suo ha operato una volta per tutte la redenzione denitiva di giudei e pagani. Chi crede in questo Vangelo, riconosce Cristo Ges Redentore e Signore e segue il suo insegnamento nella comunit dei credenti, partecipa al regno di Dio, che questo Cristo rappresenta gi presente, nellultimo giorno superer il giudizio escatologico e a gloria del suo Padre celeste sar elevato alla sua gloria (pp. 320-321). Questo centro della Scrittura costituito da eventi e tradizioni che precedono la fede (cf. Rm 5,6-8) ed testimoniato dai testi centrali della Bibbia. A suo favore mi sembra linclusione di regno/vangelo che potrebbe rappresentare lunit teologica del NT, come ho cercato di dimostrare in una mia relazione30. In seguito al canone biblico e al suo centro quale ermeneutica ne deriva?31
30. G. Segalla, La testimonianza dei libri del NT ad un unico kerygma/Evangelo, buon

annuncio dellevento originario, in Linterpretazione della Bibbia nella Chiesa. Atti del Simposio promosso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, Roma, settembre 1999, Citt del Vaticano 2001, 304-319. 31. Stuhlmacher, Biblische Theologie, 322-336.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

205

Il punto di partenza la domanda rivolta ai testi biblici: quale tipo di interpretazione richiedono loro stessi? E il principio metodologico che H. Gese ne trae: Un testo va interpretato come esso vuol essere inteso, cio come si comprende esso stesso (p. 323). Fondandosi su questo principio fondamentale ci si deve chiedere: 1) di che tipo, di che natura la tradizione biblica, 2) qual la sua rivendicazione di verit, 3) quale lispirazione che presuppone la animi, 4) e inne la necessit del canone con due parti, Antico e NT. Anzitutto di che natura la tradizione biblica? storica e perci richiede il metodo storico-critico, ma con laggiunta della simpatia critica per i testi ed evitando i pregiudizi ideologici che spesso hanno portato a conseguenze negative. Deve rispettare quindi la scienza lologica e perci conoscere bene le lingue bibliche: lebraico, laramaico e il greco e in esse immergersi. Si devono porre i testi nel loro ambiente culturale, ma senza inseguire tutte le ipotesi degli stadi antecedenti la redazione; compito principale la spiegazione della congurazione canonica in cui sono pervenuti a noi. Inne deve porre il NT in relazione allAT e al giudaismo antico, evitando perci la deriva del metodo storico-religioso, sincretista, che dimenticava lambiente giudaico e lAT e poneva il cristianesimo nellorizzonte del mondo ellenistico. Il testo biblico, oltre che essere storico, nato allinterno della storia e per la storia, rivendica anche il carattere di verit, per cui si devono superare i limiti del metodo storico-critico, che pone i testi nel passato. Un primo passo nel superamento dei limiti della storia il metodo della Wirkungsgeschichte nella tradizione di alcuni testi giudicati testi eminenti (H.G. Gadamer) come la denizione di Dio in Es 3,4, i dieci comandamenti (Es 20,1-21//Dt 5,6-21), il discorso della montagna (Mt 57), il prologo di Giovanni (Gv 1,1-18), solo per citarne alcuni. Nellesegesi si deve tener conto di questa ricchezza di signicato che ha inuito e inuisce sulla tradizione viva. Sono testi che vanno s interpretati, ma da cui ci si deve pure lasciar interpretare. Va inoltre ricordata la loro dimensione escatologico-spirituale e lesperienza spirituale da cui derivano, sia di chi li ha tramandati sia di chi li ha accolti. Testi come Gv 3,5-6.34; 4,6.42. La critica spirituale dellesegesi devessere comunque sempre fondata sullesegesi storico-critica. Un terzo problema che riguarda tutta la Bibbia quello dellispirazione della Santa scrittura. La teoria dellispirazione verbale, propria dellortodossia protestante stata ormai abbandonata per linusso della critica. Cosa rimane? dalla stessa Santa scrittura che si arguisce la fede nellispirazione divina. I testi classici sono 2Tm 3,16 e 2Pt 1,16-21 e 3,14-16. La Scrittura, sperimentata come parola di Dio, verit ecumenica condivisa da

206

G. SEGALLA

tutte le chiese, convinte che la parola di Dio che si legge nella Bibbia non sia solo per le generazioni passate, ma anche per le presenti e le future. Per cui la regola dellinterpretazione teologica della Scrittura la tradizione di fede apostolica, fondata nella stessa Santa scrittura. Il processo canonico cristiano ha portato allattuale strutturazione della Bibbia dalla Genesi allApocalisse, la gura di una via di storia della salvezza che lunico Dio ha percorso con Israele e il mondo e sempre percorrer (p. 331). Questa via tanto pi chiara se si aggiungono gli apocri (i nostri deuterocanonici) della Lxx come nella Bibbia cattolica ed ortodossa. Non si deve perci contrapporre rivelazione e storia come nellesegesi tedesca; vanno coniugate insieme nellorizzonte dellanamnesi: il zikkaron dellAT che rendeva presente la storia nella liturgia e nella preghiera, e tanto pi lanamnesi di Ges nel NT, fondata sulle parole di Ges nellultima cena. Lanamnesi aiuta la comunit degli uditori/lettori a determinare davanti a Dio il luogo della storia della salvezza e della rivelazione, di cui ha bisogno per lorientamento spirituale (p. 333), una memoria che abbraccia quindi Antico e NT. Le conseguenze che ne derivano per lermeneutica sono: a) non si pu interpretare lAT indipendentemente dal Nuovo n il Nuovo indipendentemente dallAntico; b) linsieme canonico secondo lanalogia della fede offre lorizzonte interpretativo dellanalisi dei singoli testi e dei singoli libri. Non mette a tacere i risultati della critica, ma li colloca in un orizzonte pi vasto e articolato, in cui si comprende quali siano i testi centrali e quali quelli marginali in relazione al centro teologico. E in tal modo si costruisce il ponte fra storia e teologia. Perch la Scrittura con un canone in due parti sia compresa comessa richiede (H. Gese) devessere collocata nel suo luogo naturale, linterpretazione della Chiesa, che deve la sua esistenza alla parola di Dio. E inne linterpretazione deve rimanere aperta al miracolo dellautocomunicazione di Dio attraverso i testi biblici. Latteggiamento fondamentale devessere quello dellumilt (tapeinophrosyn), anche tenendo conto del complesso di metodi storici, linguistici, ermeneutici oggi praticati, che rendono pi difcile il lavoro esegetico. E chiude con una citazione di G. Von Rad dal suo libro sulla Sapienza: In corrispondenza alla nostra odierna mentalit popolare, la fede non impedisce la conoscenza, al contrario essa piuttosto che libera il conoscere, che fa giungere giustamente alla cosa e le assegna il suo giusto posto nellambito della molteplice attivit delluomo (p. 336). In conclusione per Stuhlmacher: il canone biblico cristiano in due parti lAT in ebraico e nella Lxx (inclusi i deuterocanonici) e il NT, il centro di questo canone la riconciliazione con Dio di ebrei e pagani in Cristo; lermeneutica canonica piuttosto complessa, ma pur includendovi tutta

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

207

la critica e i metodi esegetici moderni, vi dischiude un nuovo orizzonte, quello canonico, indicato dalla struttura stessa del canone, che segnala la via della storia della rivelazione e della salvezza. 3.4. Le tre TB a confronto Dopo lanalisi delle tre TB di Hbner, Childs e Stuhlmacher, riteniamo sia utile metterle a confronto in relazione a tre questioni fondamentali: 1) quale canone biblico prendono in considerazione? 2) quale unit teologica del canone intendono dimostrare? 3) quale conseguente ermeneutica canonica praticare? Hbner, nonostante simpatizzi per il canone lungo della Lxx, tuttavia per dimostrare lunit teologica applica il criterio del canone nel canone. Il canone reale il Nuovo Testamento, che diviene criterio di verit del canone formale comprendente Antico e NT. Lunit teologica viene ravvisata nellautorivelazione di Dio in Cristo nello spazio tempo della grazia, unit di tipo esistenziale, che dimentica storia e Chiesa: la storia lasciata allo storico critico, la determinazione della fede alla Chiesa; come in Bultmann vi predomina unantropologia teologica esistenziale e una corrispondente concezione luterana della fede. Lermeneutica praticata assume lAT nel Nuovo attraverso le citazioni esplicite e implicite. Childs salvaguarda lintegrit del canone ebraico, nella sua forma breve, corrispondente al canone rabbinico seguendo la teologia riformata. Nella parte descrittiva di Antico e NT tiene le due testimonianze alla rivelazione nettamente separate ed autonome; solo in un saggio di esegesi intertestuale ricupera il dialogo fra i due. Lermeneutica teologica inne, nellultima parte, la pi ampia dellopera, intende arrivare alla res, cio alla realt e verit di Dio, rivelata in Cristo Ges e cos aprire la teologia biblica alla teologia dogmatica. Stuhlmacher considera il canone biblico composto di AT ebraico e della Lxx, perch ad ambedue ricorre il NT. La sua la concezione pi comprensiva di canone e pi corrispondente alla storia. Lunit la ravvisa nel centro del canone che abbraccia Antico e NT in una continua tradizione teologica di storia della salvezza che ha per ne la riconciliazione di ebrei e pagani con Dio in Cristo mediante la morte espiatrice di Ges. Lermeneutica che ne deriva dei tre la pi complessa, ma anche la pi realistica e corrispondente allo stato attuale dellesegesi. Include infatti i risultati del metodo storico critico aggiungendovi lempatia critica e spirituale; e poi i risultati degli altri metodi rivisitati nellorizzonte canonico pi ampio in un dialogo col centro che aiuta a distinguere ci che essenziale da ci che marginale.

208

G. SEGALLA

4. Il problema posto dal canone biblico rimane aperto Le Teologie Bibliche che cercano di rispondere al problema fondamentale dellunit teologica del canone in due parti, vi hanno risposto ma con soluzioni che abbiamo visto essere ancora parziali e quantomai aperte. Dopo aver fatto una breve rassegna critica di H. Hbner e B.S. Childs e di Otto Merk32 Stuhlmacher conclude la sua poderosa opera, segnalando quali secondo lui sono i campi di ricerca aperti per una futura TB pi rispondente alla sua natura e alle esigenze della Chiesa: 1) una traduzione della Lxx e un maggiore studio di questo settore trascurato della ricerca; 2) uno studio delle tradizioni protocristiane alla luce dellambiente tardo anticotestamentario e giudeo-cristiano; 3) lo stesso vale per la concezione integralmente biblica della verit (altheia) e del suo signicato ermeneutico, e inoltre limportanza delle grandi feste ebraiche; 4) il rapporto tra la fede dellAT e del Nuovo e quello con la regula dei; 5) inne il rapporto fra esegesi e dogmatica. Credo che queste vie aperte dalla TB valgano non solo per lambiente tedesco che Stuhlmacher riette, ma anche per tutta la Chiesa. A questo punto vorrei sintetizzare anchio la problematica suscitata dallo studio teologico esegetico del canone nelle recenti Teologie Bibliche. Lo far seguendo i tre punti con cui abbiamo sintetizzato anche i risultati delle tre Teologie Bibliche sopra esaminate: la denizione del canone, lunit o coerenza teologica nel canone completo di Antico e NT, e lermeneutica canonica che ne deriva, sperando di indicare una nuova strada per scoprire lunit della Santa scrittura. Il canone in due parti: Antico e NT. Delle due parti, quella messa in questione la prima, lAT. Gi n dal II secolo con Marcione che lo riuta, e poi con la Riforma protestante che, a differenza della Chiesa cattolica e ortodossa, accoglie nella Bibbia solo il canone breve, ebraico. Oggi invece, a parte B.S. Childs, si tende ad accogliere il canone lungo della Lxx come canone anticotestamentario della Chiesa delle origini, insieme allAT originale ebraico. Va inoltre osservato che la Chiesa accolse nel canone cristiano il canone ebraico e alessandrino rispettandolo nel suo contenuto e nella sua forma, e modicando solo la collocazione dei libri allinterno del canone. Non fu escluso nessun libro, non si ebbero interventi redazionali che modicassero il testo e tanto meno commenti per adattarlo alla rivelazione cristiana. Il canone ebraico fu assunto integralmente cos comera. Semmai fu la sinagoga ufciale rabbinica a modicare, non il canone ebraico, ma le traduzioni in greco, producendone altre diverse dalla Lxx, perch di essa si
32. Merk, Theologie des Neuen Testaments und Biblische Theologie, citato alla n. 1.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

209

servivano i cristiani. LAT nella sua tradizione ebraica pi lunga rappresentata dalla Lxx dunque lAT cristiano che aggiungendosi al NT, forma la Bibbia cristiana. Ora, la TB cerca di argomentare lunit e coerenza teologica del canone biblico in due parti. Tale dimostrazione critica intende per un verso evitare la soluzione fondamentalista che prende il testo alla lettera, riutando la critica; e per altro verso vuole evitare anche la deriva di una critica che non simpatizza col testo, ma si lascia trascinare dalle teorie ideologiche che fondano i vari metodi e che non pervengono a quanto il testo intende affermare, e cio alla testimonianza della rivelazione di Dio, della sua autocomunicazione alluomo. Alle varie critiche gi praticate nello studio della S. Scrittura, che hanno ormai una stabile classicazione, va aggiunta quella che Stuhlmacher chiama empatia critica e spirituale col testo, tenendo conto della natura particolare del testo biblico e della necessit di rispettarla. Lermeneutica canonica invece proprio un nuovo metodo che si aggiunge a quelli classici, una interpretazione dei singoli libri o singoli testi nellorizzonte del canone. La considerazione della Bibbia in due Testamenti come canone della fede comporta un passo ulteriore rispetto ad uno studio scientico, pur accogliendolo con tutta la molteplice e complessa metodologia moderna. Il passo ulteriore appunto quello della critica canonica. Lunit o identit teologica della Sacra Scrittura in due Testamenti come abbiamo visto argomentata in modo diverso nelle tre Teologie Bibliche esaminate. La soluzione del canone nel canone proposta da Hbner, cio il NT come canone critico dellAT in quanto il NT la rivelazione escatologica, cristologica di Dio in Cristo. Secondo lui una TB sarebbe possibile solo passando per la via della ricezione dellAT nel Nuovo mediante le citazioni esplicite e implicite; in questa prospettiva viene accentuata la singolarit della rivelazione cristiana, che funge perci da criterio della rivelazione biblica, contenuta nel canone. B.S. Childs che intende salvaguardare lintegrit dellAT nella sua forma canonica ebraica, cerca la soluzione del dialogo fra i due Testamenti, dopo unaccurata descrizione dei due separatamente presi. Tale unit sarebbe rilevabile sia a livello esegetico mediante il metodo della intertestualit canonica di un motivo, di un tema, sia a livello di ermeneutica teologica, esponendo in modo coerente e successivo le due testimonianze della rivelazione di Dio, aperte alla dogmatica attraverso le tematiche teologiche principali. La soluzione di Stuhlmacher invece quella classica in ambiente luterano: il centro teologico del canone diviene il criterio per dimostrare la continuit della tradizione teologica dallAntico al Nuovo Testamento, un AT perci aperto al Nuovo. Il centro, come abbiamo visto, il tema paolino della riconciliazione di Dio con luomo peccatore mediante il Figlio suo Ges Cristo e la conseguente riconciliazione fra gli uomini. Tale

210

G. SEGALLA

centro diviene inoltre principio critico per dimostrare quanto nel canone centrale e quanto marginale nella testimonianza canonica della fede. Lermeneutica canonica di conseguenza diversa nelle tre proposte di TB: la via del Vetus Testamentum in Novo receptum diverso dal Vetus Testamentum in se, applicata in modo rigoroso da Hbner. Lermeneutica del dialogo fra i due Testamenti nel contesto canonico proposta da Childs e lermeneutica canonica di P. Stuhlmacher molto pi complessa in cui cerca di applicare allinterpretazione della Scrittura tutti i metodi moderni, aggiungendo per il metodo della empatia critica e quello canonico per rispettare la natura particolare del testo biblico e la sua rivendicazione di una verit che va al di l di quella storica. Questultima ermeneutica, anche se meno specica, mi sembra la pi comprensiva e quindi la pi rispettosa del testo canonico nella sua complessit. Conclusione Come riessione conclusiva vorrei esaminare brevemente le vie di soluzione aperte dalla TB canonica al problema dellunico canone biblico in due parti, concentrandoci su tre punti fondamentali per focalizzarli allinterno di una via di uscita: la memoria collettiva dellunico Dio che salva nei due Testamenti, nelle due testimonianze, che qualicano la sua ultima identit in Cristo, che ha rivelato in modo denitivo la verit di Dio e la sua salvezza nellorizzonte ermeneutico dellAT. Il canone biblico cristiano si compone di due parti in tensione (discontinuit) e unione (continuit) fra loro. Il NT stato aggiunto ad un AT gi compiuto e a cui gli autori del NT si riferiscono come a Scritture Sante. Vanno notate due cose: che il canone cristiano dellAT pi ampio di quello ebraico; che strutturato in modo diverso nei tre o quattro complessi in cui i libri vengono divisi; che il canone ebraico della diaspora passa attraverso la Lxx, pi aperto alluniversalismo cristiano. Perci lAT cristiano nel suo complesso diverso dalla Tanak ebraica; per di pi lorizzonte ermeneutico della Tanak ebraica la Mishna e il Talmud, mentre per i cristiani il NT. I due canoni divengono cos espressione di due identit diverse: quella ebraica che si identica con la storia di Israele nella sua relazione unica di alleanza con JHWH, e quella cristiana la cui identit Ges Cristo, Figlio di Dio incarnato, che rivela Dio e la sua salvezza in modo denitivo per tutti i popoli, incluso Israele. Di qui deriva la possibilit e necessit di una TB per la fede cristiana, mentre non vi interessato affatto lebreo33.
33. J. Levenson, Why Jews Are Not interested in Biblical Theology, in J. Neusner - B.A.

Levine et alii, Judaic Perspectives on Ancient Israel, Philadelphia 1987, 281-307.

CANONE BIBLICO E TEOLOGIA BIBLICA

211

Il canone biblico, nella sua ampiezza, nella sua struttura e nella sua funzione, dato che si compone di due parti, richiede una TB, che renda ragione della loro unit in tensione, della loro identit teologica e della necessit di valutare come parte integrale del canone lAT. Lermeneutica canonica ormai un dato acquisito. La stessa continuit teologica dei due TT nella discontinuit pu essere pi facilmente dimostrata a livello canonico che non a quello di storia della tradizione. Lo strumento principale o metodo cui oggi si ricorre la intertestualit34. Lintertestualit canonica nella sua molteplice applicazione pu includere diversi livelli: quello delle citazioni dellAT nel Nuovo, quello dei motivi e temi comuni; ma deve procedere al di l e avere il coraggio dellultimo passo: dimostrare lunit e lidentit della Bibbia cristiana come specchio dellidentit cristiana. E si perviene cos alla soluzione qui proposta al problema pi difcile: lunit e lidentit profonda dei due Testamenti35. Cos si esprime B. Janowski allinizio e alla ne dellarticolo citato in nota: Chi vuole articolare una posizione in relazione alle questioni fondamentali di una TB, intende contribuire alla ricerca della identit della fede cristiana (corsivo mio). E chiude larticolo ribadendo la stessa tesi iniziale: Chi articola una posizione Nel lavoro di esegesi contemporanea la TB deve tener conto che la Scrittura divisa in due parti (pp. 297 e 321) e qui inizia il discorso sul rapporto con la Bibbia di Israele, che va rispettata e riconosciuta, ma al contempo si deve affermare lunit della Scrittura (p. 321), cio di Antico e NT. Ma quale unit della Scrittura e in corrispondenza quale identit biblica cristiana? Anzitutto va detto che lunit non va concepita come unit dottrinale, astorica e statica. I tentativi in questo senso sono falliti. Lunit cercata devessere dinamica e non statica, storica e non dottrinale, non concettuale ma ermeneutica e aperta al dialogo36. Ma dove trovare questo tipo di unit che diviene identit di fede cristiana? Sding propone la fede in un Dio unico, JHWH e in un unico popolo, Israele, che in Cristo Ges si apre a tutti i popoli. Per onorare anche laspetto
34. Per una introduzione elementare si veda lottimo articolo di P. Rota Scalabrini, Bibbia

e intertestualit, Teologia 28 (2003) 3-17; per la teoria letteraria G. Genette, Palinsesti: la letteratura al secondo grado, Torino 1997; studi pi avanzati: C.A. Evans - S. Talmon (ed.), The Quest for the Context and meaning. Studies in Biblical Intertextuality in Honor of James A. Sanders (Biblical Interpretation Series 28), Leiden etc. 1997; D. Marguerat - A. Cortis (ed.), Intertextualits. La Bible en cho (Monde de la Bible 40), Gnve 2000. 35. Si veda lottimo articolo di B. Janowski, The One God of the Two Testaments. Basic Questions of a Biblical Theology, Theology Today 57 (2000) 297-324 = ZThK 95 (1998) 1-36. 36. T. Sding, Einheit der Heiligen Schrift? Zur Theologie des biblischen Kanons (QD 211), Freiburg 2005, 15 e 59.

212

G. SEGALLA

storico ed ermeneutico io proporrei di ravvisare lidentit biblica della fede cristiana del canone nella memoria storica, che esprime una unit dinamica ed fondamento della identit di fede e di prassi. La memoria storica di una comunit fondamento della sua identit in relazione con un evento originario. La rivelazione dellunico JHWH avvenuta nella storia del popolo di Israle: lunicit di JHWH nei confronti dellidolatria politeista strettamente legata allunicit del popolo di Israele, che riconosce JHWH nella sua santit ed coerente con questa fede nella sua prassi. Questa memoria storica di JHWH conservata nellalleanza e vissuta nelle grandi feste, mentre il volto pratico del popolo che si afda a JHWH si legge nella Tor, nei Profeti e negli Scritti, in particolare nei Salmi. Nel NT la rivelazione della identit di JHWH perviene al suo compimento in Ges, che come Verbo incarnato, rivela il volto pi misterioso di JHWH, che non solo abita in mezzo al suo popolo con la schekinah, ma inabita mediante il Figlio in un uomo, Ges Cristo e tale inabitazione col dono dello Spirito si estende ad ogni cristiano che crede e vive in Ges. Tale rivelazione escatologica denitiva diviene memoria celebrata e vissuta nella comunit cristiana aperta a tutti i popoli, riconciliati con Dio e per mezzo di lui tra loro. Tale memoria viene celebrata nella liturgia cristiana e vissuta nella prassi e nella testimonianza cristiana. E questa memoria lega con una persona, JHWH che si rivela nella storia del suo popolo e in modo pi umano nella persona di Ges Cristo. Questa memoria storica, ricchissima e complessa, esprime nel modo migliore lidentit della Chiesa nel mondo e per il mondo. Tale memoria trova il suo fondamento unitario nella Scrittura divisa in due parti, Antico e NT. A questa memoria unitaria pur nella discontinuit dei due Testamenti (Eb 1-4) la TB invita continuamente a ricorrere, confessando lunico Dio nelle due testimonianze della memoria storica di Antico e NT: la memoria di JHWH, unico Dio si concentra poi nella memoria di Ges e diviene lidentit della Chiesa, che legge e fa propria questa memoria nel canone biblico37. Giuseppe Segalla Professore invitato Studium Biblicum Franciscanum, Jerusalem

37. Un saggio in questo senso per il Nuovo Testamento in relazione con lAntico nellunica

memoria di Ges quello che ho scritto io stesso ed stato pubblicato recentemente: Teologia Biblica del Nuovo Testamento (8/2), Torino 2006.

Você também pode gostar