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La civilta islamica: teoria fisica, metodo sperimentale e conoscenza approssimata. Ingegneria Storia della Scienza (2002) di Ahmad Y.

al-Hassan, Donald R. Hill Ingegneria Sommario: 1. Ingegneria civile. 2. Ingegneria meccanica. 3. La meccanica di precisione. Bi liografia. !el mondo islamico la storia dell"ingegneria civile e meccanica copre #n campo vastissimo e non $ facile trattarla adeg#atamente in modo conciso. Il nostro intento $ %#ello di offrire #n %#adro s#fficientemente acc#rato dell"ampiezza e dell"importanza dei progressi realizzati, in %#esto campo, dagli ingegneri m#s#lmani in risposta ai isogni della societ& del loro tempo e di ill#strare i n#merosi casi in c#i essi 'anno contri #ito con il loro lavoro allo svil#ppo dell"ingegneria moderna. Saremo %#indi costretti a compiere alc#ne scelte: in primo l#ogo, e senza addentrarci in #na disc#ssione approfondita del s#o esatto significato, daremo per scontato c'e il termine "ingegneria" pres#pponga #n certo grado di complessit& tecnica. (os), nel campo dell"ingegneria civile non saranno prese in considerazione le str#tt#re di piccole dimensioni, come le case di a itazione o i ponti di reve ampiezza, mentre in %#ello dell"ingegneria meccanica non ci occ#peremo n* delle macc'ine ellic'e n* dei congegni il c#i f#nzionamento ric'ieda l"#so fre%#ente e ripet#to della mano #mana. Saranno %#indi escl#si dalla nostra trattazione gli #tensili man#ali, le armi personali o i macc'inari tessili. L"#nica eccezione rig#arda gli str#menti di mis#razione topografica o astronomica, a ca#sa delle conoscenze matematic'e necessarie per fa macc'ine o di tecnic'e. !on a ricarli e per #sarli. In molti casi non $ stato possi ile sta ilire con certezza i l#og'i e le date della scoperta di alc#ni tipi di iamo intenzione di dedicare molto spazio alle %#estioni rig#ardanti le origini di #na particolare invenzione, sopratt#tto %#ando sia stato accertato c'e esse risalgono a #n periodo precedente alla diff#sione della religione islamica, ossia prima del +II sec. d.(. (i limiteremo a fornire la data e la localit& di provenienza, indicando %#anto di congett#rale sia conten#to in esse e l"esistenza di event#ali alternative. !otiamo a %#esto proposito c'e molte invenzioni preislamic'e 'anno av#to origine nel ,edio -riente, dove n#merosi imperi si erano s#cced#ti prima dell"avvento dell"Islam. Il ,edioevo islamico 'a prodotto #na civilt& ricca e dinamica, la c#i prosperit& f# in gran parte legata a #no svil#ppo tecnologico c'e contri #) notevolmente all"a#mento della prod#zione di materie prime e prodotti finiti. Inoltre, la domanda di str#menti scientifici e la necessit& di fornire occasioni di svago o di godimento estetico alle classi dominanti stimolarono la formazione di #n"importante tradizione nel campo della meccanica di precisione, asata s#ll"#so di delicati meccanismi e di dispositivi di controllo ad alta sensi ilit&. .oic'* lo spazio disponi ile non ci consente #na trattazione approfondita delle interazioni tra tecnologia e societ&, il contri #to degli ingegneri allo svil#ppo della civilt& islamica sar& ill#strato attraverso esempi specifici. /nalogamente, il contri #to islamico allo svil#ppo dell"ingegneria moderna sar& esemplificato in singoli casi di trasferimento di sapere tecnologico. 1. Ingegneria civile

Irrigazione e approvvigionamento idrico /nc'e se, per maggiore c'iarezza, $ consiglia ile s#ddividere il campo dell"ingegneria civile nel mondo islamico in diverse sezioni, in realt& gran parte di %#esto argomento p#0 essere in %#alc'e modo ricollegata ai pro lemi relativi all"irrigazione e all"approvvigionamento idrico: le dig'e erano costr#ite per contenere o deviare l"ac%#a destinata all"irrigazione, i ponti per attraversare i canali, mentre le tecnic'e topografic'e si svil#pparono allo scopo di allineare correttamente canali e particolari condotte note come qant. Le macc'ine per il sollevamento dell"ac%#a, descritte nel capitolo s#ll"ingegneria meccanica, erano ovviamente #n elemento fondamentale di molti sistemi di ingegneria idra#lica. .er il momento ci limiteremo alla descrizione dei principali sistemi di irrigazione e delle tecnic'e #tilizzate per trasportare l"ac%#a nei campi e negli agglomerati #r ani. 1sistono %#attro principali sistemi d"irrigazione. Il metodo dei acini, #tilizzato in 1gitto dall"/ntic'it& fino a tempi relativamente recenti, consiste nel livellare ampi appezzamenti di terreno adiacenti a #n fi#me o a #n canale e nel circondarli con #n argine. 2#ando il livello del fi#me raggi#nge #na certa altezza, si praticano delle apert#re negli argini, per permettere all"ac%#a d"inondare i campi3 trascorso #n tempo s#fficiente a lasciar depositare il sedimento fertile s#l terreno, si fa di n#ovo defl#ire l"ac%#a in eccesso nel fi#me. L"irrigazione permanente $ #n metodo c'e consente d"irrorare le coltivazioni in modo costante d#rante la stagione di crescita, per mezzo di #na rete di piccoli canali c'e copre l"intera estensione coltivata. L"ac%#a proveniente dall"arteria principale #n fi#me, #n canale di grandi dimensioni o #naqant percorre #n canale di alimentazione, poi #na serie di canali d"irrigazione, gi#ngendo fino ai campi coltivati. Il metodo d"irrigazione a terrazze, #tilizzato nelle regioni collinari, consiste nella costr#zione di #na serie di terrazze digradanti s#l fianco di #na collina, l"ac%#a proviene da cisterne di raccolta dell"ac%#a piovana, da pozzi, da sorgenti e a volte da #na qant. Il metodo degli #adi sfr#tta le rare precipitazioni c'e si verificano nelle regioni a it#almente aride. 1sso consiste nell"immagazzinare l"ac%#a dei temporali per mezzo di argini, allo scopo d"irrigare i campi adiacenti ai corsi d"ac%#a. La cele re diga di ,ari , nello 4emen, rappresenta il p#nto focale di #n sistema di %#esto tipo. / partire dalla s#a costr#zione, nell"+III sec. a.(., la diga f# innalzata in fasi s#ccessive, non per immagazzinare l"ac%#a per l#ng'i periodi, ma per innalzare il livello di piena dello #adi, allo scopo d"irrigare #n territorio sempre pi5 vasto attraverso #na rete di canali c'e #sava lo stesso #adi come canale di drenaggio3 si pensa c'e il crollo finale della diga si sia verificato circa venticin%#e anni prima della nascita di ,aometto. (on %#esto stesso metodo d"irrigazione, i !a atei svil#pparono tra il II sec. a.(. e il I sec. d.(. #na prospera agricolt#ra nella .alestina meridionale e in 6iordania. / differenza dello 4emen, dove il sistema dipendeva da #na singola diga di grandi dimensioni, i !a atei costr#irono migliaia di piccoli s arramenti l#ngo il corso di diversi #adi, per deviare o acc#m#lare l"ac%#a d#rante il revissimo periodo #na o d#e settimane l"anno in c#i non erano a secco. 7#tti %#esti metodi d"irrigazione 'anno av#to origine nell"/ntic'it& e si p#0 affermare c'e ness#na tecnica radicalmente n#ova sia stata introdotta in %#esto campo dai tempi degli 1gizi e dei Ba ilonesi. 8"altronde, difficilmente avre e pot#to essere altrimenti: infatti, il pro lema di trattenere l"ac%#a, trasportarla fino ai campi coltivati e drenare %#ella in eccesso $ rimasto fondamentalmente lo stesso. 7#ttavia, l"irrigazione, e in particolare l"irrigazione permanente, $ #n ramo dell"ingegneria civile c'e 'a sempre ric'iesto elevate capacit&

tecnic'e e amministrative. La costr#zione di dig'e, canali e qant, le %#estioni rig#ardanti il fl#sso e il controllo delle ac%#e e i complessi pro lemi di mis#razione a %#este connessi rappresentano #na prova particolarmente impegnativa per gli esperti. 7ra #na regione e l"altra esistono sempre differenze nelle condizioni climatic'e, idrogeologic'e e topografic'e c'e o ligano gli ingegneri ad applicare il proprio sapere e la propria esperienza alla ricerca della sol#zione ottimale in ogni particolare sit#azione. La presenza di grandi citt& $ considerata #na delle principali caratteristic'e della civilt& islamica, il c#i svil#ppo era certamente legato a grandi centri come Bag'dad, (airo o (ordo a. 7#ttavia, $ altrettanto evidente c'e la vita di %#esti grandi agglomerati #r ani era resa possi ile soltanto dall"esistenza di #na prospera agricolt#ra. !el caso delle citt& fondate prima dell"avvento dell"Islam, come Bag'dad, Bassora e S'iraz, gli ingegneri islamici si dedicarono alacremente a svil#ppare i sistemi gi& esistenti o a introd#rre tecnic'e totalmente n#ove. Sin dagli inizi del califfato, i sistemi d"irrigazione e di distri #zione dell"ac%#a costit#irono #no dei principali campi d"intervento dello Stato. La fondazione di Bassora, avven#ta d#rante il califfato di 9mar (r. :3;<:;;), f# accompagnata dallo scavo sim#ltaneo di d#e grandi canali c'e collegavano la citt& al 7igri, i fi#mi al< 9 #lla e ,a%il. La citt& pot* cos) disporre di a svil#ppo agricolo della regione di Bassora. 9mar ina#g#r0 inoltre #na politica volta a favorire la coltivazione dei terreni improd#ttivi, attraverso la loro assegnazione a %#anti si dic'iaravano disposti a dissodarli. 2#esta politica, ripresa s#ccessivamente dagli -ma==adi, permise lo sfr#ttamento di vaste estensioni di terreno improd#ttivo, grazie alla costr#zione di #na rete di canali da parte dello Stato o dei privati. I governatori nominati dagli -ma==adi realizzarono n#merose opere volte a impedire la formazione di n#ove pal#di e a onificare %#elle gi& esistenti, con la costr#zione di dig'e c'e regolavano il fl#sso delle ac%#e. Le fonti ara e originali contengono dettagliate descrizioni dei sistemi d"irrigazione realizzati in diverse regioni dell"Ira% e della Siria att#ali, come %#elle di Bassora, >#fa, ?asit, al<Bata, @a%%a e molte altre. La stessa politica f# seg#ita dagli / asidi dopo la loro ascesa al potere, avven#ta nell"+III secolo. Il sistema d"irrigazione esistente f# notevolmente ampliato, sopratt#tto per venire incontro alle esigenze della n#ova citt& di Bag'dad, c'e nel s#o momento di massimo svil#ppo raggi#nse #na popolazione di 1.A00.000 a itanti. B# estesa la rete di canali tra il 7igri e l"1#frate, f# prol#ngato il grande canale !a'raCDn a est del 7igri e f#rono scavati d#e n#ovi sistemi d"irrigazione per sfr#ttare le ac%#e dei fi#mi 9za=m e 8i=ala. In Spagna, i @omani e i +isigoti avevano realizzato alc#ne opere di modeste dimensioni, ma f#rono gli /ra i a costr#ire i grandi sistemi d"irrigazione l#ngo il 6#adal%#ivir e nella provincia di +alencia. 6li emiri di al< /ndal#s, come molti dei loro s#dditi, erano di origine siriaca ed esistono molte analogie tra le condizioni climatic'e e idrogeologic'e di alc#ne zone della Spagna meridionale e %#elle della Siria. (os), non $ affatto sorprendente c'e i metodi di controllo e le tecnic'e d"irrigazione impiegati nella regione di +alencia, per esempio, ricalcassero %#elli #tilizzati nell"oasi di 6'#ta intorno a 8amasco. !el mondo islamico esistevano molti altri sistemi d"irrigazione, dalle immense reti di canali dell"1gitto e della ,esopotamia fino ai pozzi c'e fornivano ac%#a ai campi dei villaggi pi5 sperd#ti. 9no dei sistemi pi5 estesi era %#ello c'e circondava la citt& di ,arC, posta s#l fi#me ,#rg'a , nel >'#rasan, in grado d"irrigare #na vastissima regione agricola. !el E sec., il sovrintendente dei canali di ,arC era considerato pi5 potente del ondante ac%#a pota ile e i d#e canali f#rono alla ase dello

prefetto cittadino e aveva alle s#e dipendenze #n"armata di diecimila lavoratori. /ncora pi5 imponente era per0 il sistema d"irrigazione della provincia di S#g'd, nell"att#ale 9z eFistan. La fonte principale della s#a fertilit& era il fi#me S#g'd, c'iamato ora Giravsan, c'e attraversa le d#e grandi citt& di Samarcanda e di B#F'ara. /l c#lmine della s#a prosperit&, d#rante i secc. IE e E, %#esto paese godeva di #na ricc'ezza e di #na fertilit& senza confronti, grazie a #n"agricolt#ra sosten#ta da #na vastissima rete di canali c'e si estendeva per #n raggio di molte miglia intorno alle d#e citt&. (onsiderato l"elevato n#mero di #omini ric'iesto dalla costr#zione, dalla man#tenzione e dal controllo dei grandi sistemi di irrigazione, era inevita ile c'e la maggior parte di %#este imprese fosse controllata dallo Stato, enc'* la pratica del s# appalto fosse pi#ttosto diff#sa. (i sono gi#nti molti trattati in ara o rig#ardanti il controllo e la s#pervisione dei lavori e alc#ni di essi sono dedicati alle opere di scavo e di man#tenzione dei canali. In particolare, $ interessante #n capitolo di #n trattato scritto in Ira% nell"EI sec., c'e ci fornisce anc'e preziose informazioni s#lle opere d"irrigazione in generale. Il testo contiene le indicazioni necessarie per calcolare la %#antit& di terriccio c'e doveva essere asportata nello scavo di canali di diverse l#ng'ezze, ampiezze e profondit& e per convertire %#esti dati in ore di lavoro. L"a#tore consiglia di rinforzare gli argini con fasci di canne e indica le ore di lavoro necessarie per la loro preparazione e messa in opera. .er lo scavo vero e proprio, occorreva calcolare dapprima il n#mero degli scavatori (c'iamati "pale") e conseg#entemente %#ello dei portatori necessari per ciasc#na "pala", c'e dipendeva dalla distanza a c#i occorreva trasportare il materiale di riporto. / %#esti costi si aggi#ngevano le spese generali per i lavori a#siliari e la s#pervisione. -gni mansione aveva il s#o prezzo, cosicc'* era possi ile stilare alla fine #na lista dei costi c'e forniva #na stima del costo complessivo dei lavori e serviva da g#ida nel recl#tamento della manodopera. Se invece il progetto era s# appaltato, la lista dei costi costit#iva il doc#mento in ase al %#ale si decideva l"assegnazione del contratto e si calcolavano le mis#razioni e i pagamenti conseg#enti. (ome si vede, i metodi di controllo %#antitativo sono rimasti gli stessi da secoli. 8a %#esto trattato, e da altre fonti, possiamo farci #n"idea pi#ttosto precisa di #n"impresa statale di grandi dimensioni, c'e impiegava #n esercito di #rocrati, ingegneri e sorveglianti, incaricati di dirigere #na massa imponente di lavoratori, il c#i rendimento e la relativa retri #zione erano gi& rigidamente sta iliti in anticipo. In genere non $ facile separare l"irrigazione dalla fornit#ra idrica alle citt&, dato c'e entram e dipendono dalle stesse opere idra#lic'e. 9na diga, per esempio, p#0 servire a soddisfare sia i isogni di #na citt& sia le esigenze degli agricoltori, attraverso d#e distinti canali di approvvigionamento3 in altri casi, i centri #r ani erano serviti da canali, derivati da %#ello principale, c'e cond#cevano l"ac%#a in cisterne poste all"interno o immediatamente f#ori le m#ra cittadine, le %#ali alimentavano a loro volta #n sistema di cond#tt#re o di canali a cielo aperto c'e rifornivano i agni, le fontane, le costr#zioni riservate alle a l#zioni rit#ali, gli edifici p# lici e privati e i giardini. !elle immediate vicinanze della citt& di 2a=raCan si p#0 ancora ammirare #n magnifico esempio di %#esti acini di riserva artificiali3 si tratta di d#e grandi cisterne, costr#ite nel 2;HIH:2<H:3, collegate tra loro e destinate a ricevere l"ac%#a dello #adi ,erJ al<Lil d#rante le piene. Benc'* possano apparire circolari, sono in effetti str#tt#re poligonali, la pi5 larga delle %#ali 'a #n diametro di %#asi 130 m e la pi5 piccola di 3K,; m. La cisterna pi5 piccola riceve l"ac%#a dello #adi e serve da vasca di sedimentazione3 #n"apert#ra circolare praticata a #n"altezza di diversi metri dal fondo la collega alla cisterna maggiore, c'e 'a #na profondit& di H m circa. /ll"#scita da %#esta seconda cisterna, l"ac%#a era fatta

decantare #na seconda volta all"interno di d#e ser atoi coperti di forma o l#nga. 9no dei metodi pi5 efficaci per rifornire d"ac%#a le regioni prive di corsi perenni $ laqant, #na condotta sotterranea %#asi orizzontale c'e cond#ce l"ac%#a da #na falda ac%#ifera fino ai l#og'i interessati. 2#esta tecnica, c'e 'a av#to origine pro a ilmente nell"Iran settentrionale d#rante l"+III sec. a.(., era diff#sissima d#rante il ,edioevo in t#tto il mondo islamico, dove $ t#ttora in #so. In effetti, alc#ne recenti stime indicano c'e il KAL dell"ac%#a att#almente #tilizzata in Iran proviene da #n enorme n#mero di qant, la c#i l#ng'ezza totale s#pera circa 1:0.000 Fm. La sola citt& di 7e'eran ne possiede en trentasei, t#tti provenienti dalle colline dell"1l #rz, distanti da 13 a 2: Fm circa, con #na portata di circa 30.000 m3 d"ac%#a al giorno in primavera e non minore di 1A.000 m3 al giorno in a#t#nno. B#ori dall"Iran, le qant sono ancora #tilizzate in alc#ne zone del mondo ara o, e principalmente nell"area s#dorientale della .enisola /ra ica e nell"/frica del !ord. I califfi oma==adi e a asidi diedero #n grande imp#lso al sistema delle qant. Il califfo al<,#taCaFFil (r. H;K<H:1) fece costr#ire #n sistema di %#esto tipo per rifornire d"ac%#a il s#o n#ovo palazzo di Samarra. Scavi recenti 'anno mostrato come l"ac%#a fosse prelevata dalla falda ac%#ifera dell"alto corso del 7igri e portata a Samarra attraverso #n sistema di qant l#ngo pi5 di ;H0 Fm. / iamo #n testo, Inb al-miyh al-fiya (S#l modo di scoprire le ac%#e nascoste) di al<>araM, c'e $ #n trattato tecnico scritto intorno al 1000 d.(., con istr#zioni pi#ttosto dettagliate s#i metodi per sta ilire il livello freatico, s#gli str#menti di mis#ra, la costr#zione delle condotte, il loro rivestimento, i metodi per proteggerle dall"#s#ra e mantenerle p#lite ed efficienti. La costr#zione delle qantera affidata alle mani di #n corpo di esperti (muqann) e i segreti di %#esta professione per lo pi5 erano tramandati oralmente di padre in figlio. -ccorreva sta ilire prima di t#tto il p#nto di s occo delle qant (i campi da irrigare, il centro #r ano a c#i fornire ac%#a pota ile o entram e le cose) e la pro a ile locazione delle falde ac%#ifere. 9na delle doti principali di #n #on muqann era infatti la s#a capacit& d"individ#are, attraverso la ricerca di tracce di infiltrazioni nei conoidi di deiezione e di impercetti ili m#tamenti della vegetazione, il p#nto migliore in c#i scavare il pozzo di prova. 2#ando gli scavatori raggi#ngevano lo strato impermea ile, i lavori erano sospesi per alc#ni giorni, d#rante i %#ali il muqanneffett#ava #na stima del potenziale rendimento del pozzo, estraendone %#antit& presta ilite di ac%#a e osservando con attenzione ogni event#ale a assamento del livello idrico3 se necessario, si procedeva allo scavo di altri pozzi per essere certi di aver raggi#nto la falda ac%#ifera e si sceglieva come "pozzo madre" %#ello c'e assic#rava il miglior rendimento. La tappa s#ccessiva consisteva nello sta ilire il percorso, la pendenza e l"esatto p#nto di s occo delle qant #n compito affidato al topografo o muqann anziano. Il percorso era scelto in ase alla conformazione del terreno e, in alc#ni casi, tenendo conto della volont& dei s#oi proprietari. .er iniziare il rilievo, si calava nel pozzo madre #na l#nga f#ne, fino a farle toccare la s#perficie dell"ac%#a, e si segnava s# di essa il p#nto in c#i f#ori#sciva dal terreno. Il topografo sceglieva %#indi l#ngo il percorso sta ilito il p#nto dove scavare il primo pozzo di ventilazione, a #na distanza compresa tra i 20 e i ;0 m dal pozzo madre. 9n ai#tante reggeva s#l posto #n"asta in posizione verticale, mentre il topografo mis#rava il dislivello con #no str#mento appropriato (oggi si #sa #no str#mento ottico ma anticamente si adoperava #no degli apparecc'i descritti nella parte dedicata alla topografia). 2#indi si faceva #n altro segno s#lla f#ne, in corrispondenza della mis#ra riportata s#ll"asta3 la distanza tra %#esto secondo segno e l"estremit& inferiore della f#ne indicava la profondit& del primo pozzo di

ventilazione. L"operazione era ripet#ta l#ngo t#tto il percorso, segnando la f#ne in corrispondenza di t#tti i pozzi di ventilazione, fino a esa#rirne la l#ng'ezza. 1ra cos) raggi#nto #n p#nto del terreno posto allo stesso livello della s#perficie dell"ac%#a nel pozzo madre. .er l"# icazione dello s occo delle qant, si sceglieva #n p#nto collocato pi5 in asso rispetto a %#esto livello, ma pi5 in alto rispetto ai campi da irrigare3 si divideva la distanza tra l"altezza dello s occo e %#ello del livello dell"ac%#a nel pozzo madre per il n#mero dei pozzi di ventilazione e la si aggi#ngeva alla profondit& di ciasc#no di essi, precedentemente mis#rata. In %#esto modo si determinava la pendenza del condotto, compresa in genere tra 1I1000 e 1IA00. .ortata a termine %#esta rilevazione, il topografo faceva scavare #n certo n#mero di pozzi di orientamento, a circa 200 m di distanza l"#no dall"altro. La f#ne dove erano riportate le l#ng'ezze di ciasc#n pozzo di ventilazione era consegnata al muqannc'e, con l"a#silio di #na s%#adra di operai, dava inizio allo scavo della condotta attraverso il conoide all#vionale, cominciando dallo s occo. /ll"inizio la condotta era #n canale a cielo aperto, c'e per0 si trasformava en presto in #n t#nnel. 9n"altra s%#adra era incaricata di scavare a monte i pozzi di ventilazione, mentre i manovali estraevano dai pozzi gi& realizzati il materiale di scavo. S#l s#olo della condotta erano collocate d#e lampade a olio sempre accese, c'e servivano al muqann per mantenere l"allineamento e anc'e per segnalare event#ali carenze di ossigeno ed evitare risc'i di soffocamento per gli scavatori. / mano a mano c'e il t#nnel si avvicinava al pozzo madre, il muqann doveva fare la massima attenzione a calcolare ene l"altezza del livello dell"ac%#a nel pozzo, per evitare di essere spazzato via con i s#oi #omini da #n"ondata improvvisa. (ome si vede, la costr#zione delleqant era #na variante della difficile e risc'iosa professione del minatore. La qantp#0 essere considerata #na delle invenzioni pi5 ri#scite e pi5 longeve della storia, poic'* $ #tilizzata senza interr#zioni da oltre 2A00 anni. 8ig'e La presenza di dig'e $ ric'iesta %#asi in ogni sistema idra#lico, a prescindere dalle loro diverse f#nzioni. !el metodo d"irrigazione mediante gli #adi, le dig'e servono, come a iamo visto, per trattenere l"ac%#a riversata dai violenti ma sporadici rovesci, in modo da innalzare il livello delle piene al di sopra di %#ello dei campi circostanti, ai %#ali potr& essere trasportata sotto l"azione della gravit&. !ell"irrigazione perpet#a ci si serve delle dig'e per deviare l"ac%#a di fi#mi e r#scelli nella rete di canali. La raccolta delle ac%#e di #n fi#me in #n acino c'i#so da dig'e permette di esercitare #n maggiore controllo s#lla loro disponi ilit& nel corso dell"anno e di inviare l"ac%#a ai campi o alle citt& mediante la forza di gravit&. 9n #lteriore vantaggio $ %#ello di disporre di #n dislivello s#fficientemente elevato e costante, c'e p#0 essere sfr#ttato per la prod#zione di energia idrica, cosa c'e non avverre e nel caso di #n corso d"ac%#a non regolato. 1sistono d#e tipi fondamentali di s arramenti: %#elli a gravit& e %#elli ad arco. I primi, come indica il loro nome, fanno affidamento s#l loro stesso peso per contrastare la pressione dell"ac%#a. .er a#mentarne la resistenza, si aggi#ngono a volte dei contrafforti di sostegno alla parete a valle. La solidit& delle fondazioni riveste, come in t#tte le opere idra#lic'e, la massima importanza, poic'* l"azione erosiva dell"ac%#a risc'ia di comprometterne la sta ilit& e, con essa, %#ella dell"intera str#tt#ra. Le dig'e ad arco sono progettate per resistere alla pressione dell"ac%#a e del limo grazie alla loro str#tt#ra ad arco orizzontale e sono realizza ili soltanto nei casi in c#i la loro l#ng'ezza sia limitata rispetto alla loro altezza e le pareti della vallata siano

composte da rocce in grado di resistere alla forte spinta laterale. 7ranne rarissime eccezioni, prima dell"1t& moderna non f#rono costr#ite vere e proprie dig'e ad arco. La scelta dei materiali da costr#zione era determinata in parte dalle caratteristic'e del progetto e in parte dalla loro reperi ilit&. Le dig'e di terra erano le pi5 com#ni e sono t#ttora molto diff#se. 1sse svolgono adeg#atamente la loro f#nzione, p#rc'* siano dotate di #n n#cleo di argilla o di altro materiale impermea ile e di #na s#fficiente capacit& di defl#sso delle ac%#e in eccesso e non s#perino #na certa altezza. In alc#ne zone, come nell"Ira% meridionale, le dig'e di terra sono presenti #n po" ov#n%#e, in %#anto erano (e sono t#ttora) perfettamente adeg#ate al loro scopo, ossia deviare l"ac%#a dei fi#mi nei canali di irrigazione, sopratt#tto dove il trasporto di grandi %#antit& di pietra avre e av#to costi proi itivi. In altre zone, dove erano necessarie dig'e molto alte, f#rono realizzate invece str#tt#re m#rarie, costr#ite #tilizzando pietre s%#adrate, #nite a secco o a malta, pietre irregolari o cemento. 9n metodo pi#ttosto diff#so consisteva nella costr#zione di d#e pareti di m#rat#ra, separate da #n"intercapedine riempita di materiale pi5 economico, come terra o pietrisco. Se il progetto della diga prevedeva il defl#sso dell"ac%#a in eccesso dall"alto, era necessario realizzare almeno la cresta della diga di pietra o cemento e non di terra, c'e sare rapidamente erosa dall"azione dell"ac%#a. Le dig'e costr#ite in epoca romana o sasanide f#rono conservate con c#ra in epoca islamica3 t#ttavia, la ric'iesta di ac%#a per scopi agricoli o energetici cre e cos) rapidamente c'e nelle regioni pi5 densamente a itate le vecc'ie dig'e divennero en presto ins#fficienti. L"estensione dei sistemi idra#lici in Ira%, per esempio, port0 alla realizzazione di molte n#ove dig'e. N possi ile ancora oggi ammirare i resti della pi5 imponente di %#este opere, c'e aveva lo scopo di deviare le ac%#e del fi#me 9za=m nel p#nto in c#i %#esto lascia le colline di Oarmin. Il corpo principale della diga $ formato da #na costr#zione in m#rat#ra l#nga 1KA m circa, c'e alla s#a estremit& occidentale compie #n angolo di P0Q e proseg#e per altri AA m per formare #no degli argini del canale c'iamato !a'r al<Batt. La diga 'a #n"altezza massima di oltre 1A m, c'e per0 si rid#ce rapidamente nelle parti laterali3 in effetti, per i primi ;A m a partire dalla s#a estremit& orientale la diga 'a #n"altezza di soli ; m. La sezione della s#a parte centrale 'a #na forma c'iaramente trapezoidale, con #no spessore di 3 m alla sommit& e di 1A m alla ase. La parete a monte $ perfettamente verticale, mentre %#ella a valle $ costr#ita a gradini, con #na pendenza #niforme. La diga $ realizzata con locc'i di pietra s%#adrati, #niti tra loro da grappe di piom o, colato direttamente nelle scanalat#re. Si tratta di #na tecnica islamica pi#ttosto com#ne, c'e nel caso della diga di 9za=m sem ra aver sostit#ito completamente l"impiego della malta. La str#tt#ra non 'a #n andamento rettilineo ma, come si #sava all"epoca, cerca di sfr#ttare nel modo pi5 vantaggioso la conformazione del terreno. In Iran l"Islam 'a incrementato il n#mero di dig'e del sistema sasanide. B# costr#ita #na n#ova diga c'iamata .Rl<i B#la=tM, nei pressi di S'#star s#l fi#me >ar#n, con lo scopo di fornire energia ai m#lini, installati in t#nnel scavati nella roccia s# ciasc#n lato del canale. 9n altro esempio $ la diga<ponte di 8izf#l, impiegata per azionare #n grande m#lino ad ac%#a dotato di #n meccanismo c'e innalzava l"ac%#a di 2: m e riforniva t#tte le case della citt&. Il pi5 grande costr#ttore della dinastia dei B#Ca='idi, c'e detenne il potere reale in Iran e in Ira% dal 320IP32 al ;A;I10:2, f# / e stata

#d al<8aCla. 7ra le s#e opere pi5 significative vi $ l"imponente diga c'iamata Band<i /mMr, costr#ita intorno al 3;PIP:0 s#l fi#me >#rr nella provincia di Bars, tra S'iraz e IstaF'r. Il geografo al<,#%addasM, c'e osserv0 %#esta diga poc'i anni dopo la s#a costr#zione, la descrisse con %#este parole: S/ #d al<8aCla 'a c'i#so il fi#me tra S'iraz e IstaF'r con #n grande m#ro, rinforzato con il piom o. 1 l"ac%#a dietro il m#ro $ a#mentata di livello fino a formare #n lago. S# di esso, s# entram i i lati, vi sono dieci r#ote idra#lic'e, come %#elle c'e avevamo visto nel >'#zistan, e sotto ogni r#ota #n m#lino, e %#esta $ oggi #na della maggiori meraviglie di Bars. .oi T/ #dU 'a costr#ito #na citt&. L"ac%#a scorre nei canali e irriga trecento villaggiS (Asan al-taqsm f marifat al-aqlm, p. ;;;). La diga, ancora esistente, $ alta circa 10 m e l#nga KA m. N composta di solidi locc'i di pietra, c'e circondano #n"intercapedine riempita di materiale di scarto. I locc'i sono ten#ti insieme da s arre di ferro inserite nel piom o. Sia al<,#%addasM sia I n al<BalM concordano nell"affermare c'e le pietre erano state fissate con la malta, cosa c'e, oltre a tenere insieme la costr#zione, avre impermea ile. L"#so di Scemento temperato e sa e contri #ito a renderla ia setacciataS indica c'e gli ingegneri c'e avevano diretto i

lavori erano consapevoli della necessit& di #n"acc#rata preparazione della malta. I n al<BalM afferma c'e S#no str#mento di ferro non era in grado di scalfirlaS, ci0 dimostra l"ottima %#alit& della malta e la solidit& della diga nel s#o complesso. !on $ affatto sorprendente c'e a ia resistito tanto a l#ngo. In Spagna esistono ancora molte dig'e ara e, la maggior parte delle %#ali f# innalzata nel E sec., l"et& d"oro del potere oma==ade. / %#esto periodo risalgono, per esempio, i piccoli s arramenti, c'iamati azud, c'e p#nteggiano i 2;0 Fm del corso del 7#ria, #n fi#me c'e sfocia nel ,editerraneo a +alencia. /l rig#ardo $ interessante notare c'e la parola spagnola azud derivata da al-sudd , come moltissimi altri termini t#ttora impiegati nel campo dell"irrigazione, siano di origine ara a, a dimostrazione dell"infl#enza della tecnologia m#s#lmana s# %#ella spagnola. !ei dintorni di +alencia vi sono otto di %#este piccole dig'e, disposte l#ngo il fi#me per 10 Fm, c'e alimentano il sistema di irrigazione locale. /lc#ni canali trasportano l"ac%#a del fi#me ancora pi5 lontano, fino ai campi di riso della regione. B#rono ovviamente gli /ra i a introd#rre in Spagna %#esto tipo di coltivazione e +alencia rimane t#ttora #no dei principali centri e#ropei per la prod#zione del riso. 7#tte e otto le dig'e 'anno caratteristic'e simili, non sono molto alte e presentano #na parete interna verticale e #na esterna a gradini. Il n#cleo $ composto da #na miscela di malta e pietrisco, conten#ta da m#ri formati da grossi locc'i di pietra fissati a malta. /lc#ne c'i#se, collocate nei canali d"#scita, sono #tilizzate d#rante le normali operazioni per riversare nel fi#me l"ac%#a in eccesso, ma di tanto in tanto sono aperte del t#tto per li erare dal limo l"im occo del canale. La presenza di %#este c'i#se di drenaggio $ assol#tamente indispensa ile per impedire al fango c'e si acc#m#la dietro la diga d"intasare l"im occat#ra dei canali e il loro stesso letto. 6liazud sono dotati di fondazioni particolarmente solide, in %#anto la str#tt#ra di m#rat#ra proseg#e per A m circa nel letto del fi#me ed $ poggiata s# diverse file di pali conficcati nel terreno. La presenza di fondazioni tanto massicce per %#esti s arramenti di piccole dimensioni si spiega con la necessit& di resistere alle ricorrenti inondazioni, d#rante le %#ali la portata del fi#me si accresce di oltre cento volte. In %#este occasioni, le dig'e sono sommerse sotto A m d"ac%#a e devono sopportare l"#rto non solo di %#esta, ma anc'e delle pietre, dei tronc'i e dei detriti di ogni genere. Solamente la loro forma assa e piatta, nonc'* la solidit& e la profondit& delle loro fondazioni 'anno consentito alle dig'e s#l 7#ria di sopravvivere in %#este

condizioni per oltre #n millennio. 7ra i molti pro lemi c'e i costr#ttori di dig'e si trovano ad affrontare, #no dei pi5 spinosi rig#arda il defl#sso dell"ac%#a in eccesso dalla cresta della diga, la c#i cad#ta p#0, con l"andare del tempo, minare le fondazioni della parete a valle. 9na diga m#s#lmana s#l fi#me Seg#ra, nei pressi di ,#rcia, 'a adottato #n"efficace sol#zione del pro lema. La parete a valle presentava #na vasta s#perficie, c'e $ stata intelligentemente messa a fr#tto dai costr#ttori. L"ac%#a c'e de orda dalla cresta cade all"inizio verticalmente per #n"altezza di ;<A m fino a #na piattaforma larga circa H m c'e corre intorno alla diga per t#tta la s#a l#ng'ezza, in modo da dissiparne l"energia. L"ac%#a defl#isce %#indi l#ngo le sezioni piane o lievemente inclinate della parete esterna fino a gi#ngere ai piedi della diga. In %#esto modo l"intera diga agisce come #no sfioratore e l"energia ac%#istata dall"ac%#a nella cad#ta $ in gran parte dissipata, rid#cendo in modo considerevole i risc'i di erosione delle fondazioni a valle. 8a %#esto esempio ma se ne potre ero citare molti altri si ded#ce c'e gli ingegneri m#s#lmani possedevano #na #ona comprensione empirica delle leggi dell"idra#lica. .onti I ponti sospesi, sosten#ti da cavi fatti di strisce di am 5 intrecciate, esistevano gi& in (ina non pi5 tardi del I sec. d.(., ma non sono rimaste tracce della loro esistenza nel mondo islamico occidentale o in 1#ropa prima del @inascimento. 2#esto non significa c'e non fossero #sati3 sare e strano, infatti, c'e #n sistema cos) semplice ed efficace di s#perare i precipizi non fosse conosci#to nelle regioni dello Gagros, del 7a#ro o nelle zone mont#ose della Spagna e dell"/frica del !ord. /llo stesso modo, non esistono prove positive dell"esistenza di ponti a cantilever nel mondo islamico, se si eccett#a l"/fg'anistan, dove cominciarono a diffondersi a partire dal + sec. d.(., al pi5 tardi. I ponti di %#esto tipo rappresentano #n ottimo mezzo per attraversare le gole montane ma, essendo fatti di legno, 'anno #na d#rata pi#ttosto reve e sono scomparsi senza lasciare tracce, o sono stati sostit#iti in molti casi da ponti pi5 moderni. In genere %#esti ponti sono formati da d#e asi di legno inserite in altrettante spalle di m#rat#ra fissate s#i d#e fianc'i della gola, s#lle %#ali poggiano le travi longit#dinali e trasversali destinate a sorreggere il piano stradale. Lo spazio centrale tra le d#e str#tt#re aggettanti $ colmato da #na travat#ra orizzontale. /lc#ni grandi ponti moderni d"acciaio, come %#ello ferroviario di Bort', in Scozia, sono costr#iti ancora con lo stesso principio. I n aC%al, viss#to nel E sec., ci 'a lasciato #na reve descrizione di #n ponte di legno costr#ito s#l fi#me 7a , in Iran, Ssospeso tra cielo e terra, a circa 10 c# iti (A,2 m) di altezza s#lla s#perficie dell"ac%#aS. .otre e trattarsi di #n ponte sospeso, ma appare pi5 pro a ile c'e fosse del tipo a s alzo, dato c'e nel testo non si accenna alla presenza di corde. Le fonti ara e contengono invece n#merosi riferimenti ai ponti galleggianti, c'e in Ira%, per esempio, erano il mezzo pi5 diff#so per attraversare i d#e fi#mi e i canali pi5 larg'i. !el E sec. esistevano d#e ponti galleggianti s#l 7igri a Bag'dad, #no dei %#ali, cad#to in rovina, era stato per0 c'i#so dalle a#torit& perc'* poco #sato. Il geografo I n # a=r, verso la fine del EII sec., descrive #n ponte di larg'e arc'e s#ll"1#frate, a Oilla, c'e aveva catene s# entram i i lati a forma di "cilindri attorcigliati" assic#rate agli ancoraggi di legno3 inoltre menziona #n altro ponte pi5 largo, c'e attraversava #n canale nei pressi di Bag'dad. .onti galleggianti attraversavano anc'e i fi#mi del >'#zistan, #na provincia iraniana confinante con l"Ira%, e il

fi#me Oilmand nel Sistan (corrispondente all"att#ale /fg'anistan occidentale). Sem ra c'e #n ponte galleggiante sia rimasto in f#nzione per l#ng'issimo tempo a B#stat (oggi (airo vecc'io). /ll"inizio del E sec., infatti, al<IarM menziona #n ponte c'e collegava la citt& all"isola s#l fi#me e #n altro c'e #niva l"isola alla sponda opposta3 circa d#e secoli dopo, al<IdrMsM descrive #na sit#azione identica, precisando c'e il primo ponte poggiava s# trenta arc'e e il secondo s# sessanta. .rima della comparsa dei moderni materiali da costr#zione, la sol#zione ideale per l"attraversamento dei corsi d"ac%#a e di ostacoli di altro tipo era rappresentata dall"arco di m#rat#ra. .#r avendo costi di costr#zione relativamente alti, i ponti ad arco en fatti possono d#rare per secoli senza interferire con il traffico fl#viale come #n ponte galleggiante o i piloni di #n ponte di legno a molte campate. La loro longevit& $ dimostrata dalla sopravvivenza di molti ponti medievali, progettati in origine per il passaggio di #omini e estiame, ma #g#almente in grado di sostenere il traffico moderno. ,olti ponti ad arco romani, ellenistici e sasanidi contin#arono a essere #tilizzati anc'e in epoca islamica e i geografi ara i inserirono nelle loro opere la descrizione di %#elli pi5 interessanti. I governanti m#s#lmani, seg#endo l"esempio dei loro predecessori, costr#irono a loro volta n#merosi ponti ad arco di #ona fatt#ra. !elle zone in c#i scarseggiava la pietra da costr#zione di #ona %#alit&, e in particolare in alc#ne zone dell"Iran, i ponti erano realizzati #tilizzando mattoni cotti. Il geografo al<2azCMnM (m. :H2I12H3) ci 'a lasciato #na descrizione grafica di #n grande ponte ad arco, sit#ato nella citt& di Id'aJ, nel >'#zistan. Il ponte #niva i d#e versanti di #na valle normalmente asci#tta, c'e d#rante le piene per0 si trasformava in #n lago t#r olento. 1ra stato ricostr#ito dal ministro di @#Fn al<8aCla al<asan i n B#Ca=' (m. 3::IPKK), c'e aveva arr#olato a tale scopo gli artigiani di Id'aJ e di Isfa'an. Il ponte era alto 1A0 c# iti (ir), ossia circa KH m, ed era formato da #na singola arcata, rinforzata da caviglie di piom o e da grappe di ferro. Le scorie della lavorazione del ferro f#rono #tilizzate per colmare lo spazio tra l"arco e il piano stradale. 9n altro ponte di notevole interesse, costr#ito s#l fi#me 7a in Iran, f# visitato all"inizio del E sec. da al<IarM, il %#ale ci riferisce c'e il s#o progetto era stato opera di #n persiano, medico del governatore oma==ade al<aD (m. PAIK1;). Il ponte era sosten#to da #n"#nica arcata larga circa H0 passi (circa :0 m) e cos) alta da permettere il passaggio di #n #omo in sella a #n cammello, con #n raccio alzato e #n l#ngo stendardo in p#gno. 7ra le opere realizzate da I n RlRn, governatore dell"1gitto dal 2A;IH:H al 2K0IHH;, vi era #n ponte al%#anto singolare. 9n"alta strada sopraelevata, l#nga circa 10 Fm, correva verso ovest a partire dal !ilo, all"altezza di B#stat e il ponte, sosten#to da ;0 grandi arc'i, ne proseg#iva il percorso. Lo scopo dell"opera era %#ello di permettere il passaggio delle tr#ppe egiziane sopra il territorio allagato dalle piene del !ilo, per fronteggiare #n event#ale attacco da ovest. In t#tte le regioni dotate di #n sistema d"irrigazione svil#ppato, infine, i ponti ad arco erano spesso #tilizzati per consentire l"attraversamento dei canali. 1dilizia !el primo secolo dell"era islamica f#rono costr#iti n#merosi edifici di grande ellezza: la ,osc'ea di 9mar a 6er#salemme, la 6rande ,osc'ea di 8amasco, le grandi mosc'ee di >#fa e di Bassora e i palazzi nel deserto degli -ma==adi, per citare soltanto i pi5 importanti. 9na volta sta ilita, %#esta splendida tradizione arc'itettonica contin#0 a essere coltivata in t#tto il mondo islamico, come dimostrano, per esempio, la

Bag'dad di al<,anRr, le grandi realizzazioni di I n RlRn in 1gitto, la 6rande ,osc'ea di (ordo a, l"/l'am ra di 6ranada, il complesso arc'itettonico di Isfa'an e cos) via. /nc'e #n reve riass#nto della storia dell"arc'itett#ra islamica, c#i sono stati dedicati inn#merevoli vol#mi riccamente ill#strati, oltrepassa di gran l#nga i limiti di %#esto capitolo. / iamo %#indi preferito concentrare la nostra attenzione s#ll"elemento fondamentale di %#alsiasi edificio, ossia i materiali da costr#zione. I geografi ara i non trasc#rano %#asi mai d"indicare %#ale tipo di materiale fosse stato #tilizzato nella costr#zione di #na citt& o di #n edificio: mattoni cr#di (labin ob), mattoni cotti (urr), pietra (aar) o legno. /nc'e se %#est"#ltimo era molto pi5 a ondante di oggi, la pratica di costr#ire con legno le str#tt#re portanti di #n edificio era pi#ttosto rara nel ,edioevo, con alc#ne eccezioni. La citt& di B#F'ara era formata %#asi interamente di edifici di legno3 le case della citt& di Siraf, s#l 6olfo .ersico, erano fatte di tecF, e il legno era largamente #sato in alc#ne zone della Spagna. ,a l"esempio pi5 significativo dell"impiego di %#esto materiale come elemento str#tt#rale $ rappresentato forse dalla ,osc'ea di 9mar, la c#i c#pola $ formata da d#e g#sci indipendenti di legno, di c#i #no, il pi5 esterno, $ ricoperto di lamine di piom o. In genere, t#ttavia, si #sava il legno, in aggi#nta ad altri materiali, laddove era ric'iesta #na particolare resistenza alle tensioni, come negli arc'itravi delle porte e delle finestre o nelle travat#re dei tetti. La scelta del materiale da #sare in #n determinato edificio dipendeva da molti fattori, come la s#a reperi ilit&, la disponi ilit& di tempo e di denaro e la destinazione dell"edificio. .#0 essere interessante notare c'e per gli edifici religiosi si preferiva in genere la pietra, mentre per altri grandi edifici della stessa zona si potevano #tilizzare materiali meno no ili. La Siria $ senza d# io la regione dove la tecnica della costr#zione con pietra da taglio in c#i ogni concio $ s%#adrato nelle dimensioni vol#te, con spigoli dritti e s#perfici piane 'a raggi#nto il s#o massimo splendore, sopravvivendo ancora oggi. La m#rat#ra con pietra da taglio era diff#sa anc'e in Spagna (grazie senza d# io all"infl#enza siriana), in 1gitto e in alc#ne zone dell"/frica del !ord. / volte, per risparmiare tempo e denaro, si costr#ivano i m#ri con pietre non lavorate e li si rivestiva di #no strato di pietre s%#adrate. La malta era formata in genere da #na miscela di calce e sa ia sottile. 6li edifici di mattoni cr#di erano molto com#ni nell"/ntic'it& e sono t#ttora molto diff#si. L"argilla di c#i sono fatti i mattoni $ facilmente reperi ile in molte parti del mondo e le case costr#ite con %#esto materiale sono calde d"inverno e fresc'e d"estate. Inoltre, i mattoni cr#di non sono #tilizza ili soltanto nella costr#zione di piccole case d"a itazione3 molte palazzine a pi5 piani delle citt& dell"/ra ia meridionale sono fatte di %#esto materiale, c'e p#0 servire anc'e a realizzare volte e c#pole. 7#ttavia, essi non possono essere #tilizzati nelle regioni molto piovose, dove l"ac%#a ne provoca #n rapido deterioramento, fino a disintegrarli del t#tto. 2#esto tipo di mattone 'a in genere #na forma geometrica pi#ttosto regolare, %#ella di #n parallelepipedo di dimensioni varia ili, ma legate tra loro da #n rapporto costante, c'e in genere $ ;V2V1 (per es., A: cm di l#ng'ezza, 2H di larg'ezza e 1; di altezza)3 nell"/ra ia meridionale il rapporto standard $ invece ;AV3AVA, mentre in Iran $ 20V20V;. .er fa ricare %#esti mattoni si adopera creta o argilla molto agnata, mescolata a paglia o p#la e pigiata a piedi n#di. La miscela otten#ta $ %#indi messa nelle ceste e portata agli operai modellatori, ogn#no dei %#ali $ dotato di #no stampo di legno, #na semplice cornice senza fondo n* coperc'io. L"operaio copre il terreno con #n sottile strato di gesso, appoggia lo stampo a terra, vi getta #na certa %#antit& della miscela di fango e paglia, la pressa negli angoli attendola con le mani n#de e

infine elimina le eccedenze con #n rig'ello. 2#indi, con #n rapido gesto, solleva la cornice e la poggia accanto al mattone appena fa ricato. In %#esto modo, #na fila dopo l"altra, #n operaio p#0 arrivare a prod#rre fino a 2A0 mattoni l"ora. In genere, per cementare tra loro i mattoni si adopera #na malta a ase di calce o cenere e si rivestono i m#ri con #no strato di terra mista a calce o a intonaco. La fa ricazione di mattoni cotti e e inizio in ,esopotamia e in Iran a partire dal I+ millennio a.(. Sono ricazione state riportate alla l#ce fornaci risalenti al I millennio a.(., molto simili a %#elle t#ttora #tilizzate in gran parte del mondo islamico. I mattoni cotti sono in genere pi5 piccoli di %#elli cr#di e la loro fa eliminarne le imp#rit& e a volte si #sano additivi, per esempio sa ric'iede #na preparazione pi5 acc#rata3 l"argilla deve essere sciolta nell"ac%#a e passata al setaccio per ia nat#rale, per conferire ai mattoni #n colore iancastro. 9na volta estratti i mattoni dallo stampo, si lasciano all"aria aperta per 2; ore, poi si girano e si lasciano asci#gare per altri tre giorni, trascorsi i %#ali si mettono a c#ocere nella fornace. 2#est"#ltima $ simile a %#elle #tilizzate per la ceramica ed $ formata da #n forno posto sotto la camera di cott#ra. N raro trovare edifici fatti interamente di mattoni cotti, c'e di solito sono impiegati in com inazione con altri materiali. I m#ri del 2ar al<a=r al<War M, per esempio, costr#ito in Siria nel primo secolo dell"egira, sono di pietra calcarea e mattoni cotti, sormontati da #no strato di mattoni cr#di. I mattoni cotti erano (e sono t#ttora) #tilizzati sopratt#tto per realizzare alc#ne parti degli edifici, come gli arc'i, le volte e le rampe di scale3 gli arc'itetti se ne servivano inoltre per variare la decorazione delle loro opere. / partire dal EII sec., l"invenzione dei mattoni invetriati 'a permesso di ottenere effetti simili a %#elli del mosaico. !ella s#a cele re Muqaddima (Introd#zione), I n aldRn ci 'a lasciato #na descrizione dettagliata della tecnica della terra compattata, o pis (tabya), considerata dall"a#tore evidentemente #n metodo di costr#zione tipicamente islamico. 1ssa consiste nel comprimere #na certa %#antit& di terra, in genere mescolata a gesso e a frammenti di terracotta o di pietre, tra d#e tavole di legno, manten#te parallele da alc#ne travi. I m#ri sono st#ccati, spesso in modo tale da sim#lare la presenza di gi#nti massicci sottostanti3 %#ando l"intonaco si stacca, vengono alla l#ce le imperfezioni lasciate dalle travi a distanza regolare. 2#esta tecnica f# ampiamente #tilizzata in t#tti i paesi islamici occidentali nel corso dei secc. EI e EII, sopratt#tto per gli edifici militari. Sem ra c'e sia stata importata nel ,ag'ri dall"/ndal#s, dove era conosci#ta gi& da l#ngo tempo. !elle com#nit& #r ane, il controllo della %#alit& delle costr#zioni era affidato a #n f#nzionario c'iamato mutasib, i c#i incaric'i erano molteplici: controllare lo svolgimento degli affari nel mercato e %#indi il mantenimento della morale p# fa lica e l"osservanza delle regole religiose3 sorvegliare la %#antit& e la %#alit& delle merci messe in vendita da grossisti e dettaglianti3 p#rificare e distri #ire l"ac%#a3 controllare la ricazione dei materiali da costr#zione. .er %#anto rig#arda %#est"#ltimo aspetto, i man#ali di isba, scritti per g#idare il mutasib nello svolgimento delle proprie f#nzioni, contengono molte informazioni #tili. .er esempio, la larg'ezza dei m#ri e lo spessore delle travi erano controllati per mezzo di appositi cali ri di legno, per accertarsi c'e non fossero inferiori al minimo sta ilito. La topografia La livellazione e l"allineamento erano le operazioni topografic'e fondamentali ric'ieste per la realizzazione di

opere p#

lic'e, per la costr#zione di edifici di grandi dimensioni o per lo scavo di canali, ecc. -ggi la

livellazione $ effett#ata per mezzo di #no str#mento ottico e di #na staffa grad#ata, mentre #n tempo isognava servirsi di d#e staffe, in aggi#nta a #no str#mento semplice, ma efficace. 9n trattato irac'eno dell"EI sec. ci 'a trasmesso la descrizione di tre str#menti di %#esto genere: il primo $ #na tavoletta di legno a l#nga circa K0 cm e larga H, fissata con d#e ganci laterali bb, con al centro tracciata #na linea c'e taglia i ordi ad angolo retto e s#lla %#ale, all"altezza di #no dei ordi, $ fissato #n filo a piom o c3 il secondo str#mento consiste in #n triangolo e%#ilatero a, dotato di d#e ganci bb saldati all"estremit& di #no dei lati, al centro del %#ale $ praticato #n forellino, dove $ inserita la corda di #n filo a piom o c. .er #tilizzare %#esti str#menti, li si appendeva a #n filo o a #n cavo portato alla massima tensione tra le d#e staffe grad#ate, poi si m#oveva in alto e in asso #na delle d#e estremit& del cavo, fino a far coincidere il filo a piom o con la linea tracciata s#lla tavola o con il vertice del triangolo. La differenza tra le altezze s#lle d#e staffe e%#ivaleva al dislivello tra i d#e p#nti del terreno. Il terzo str#mento era c'iamato "livella a canna". In #na l#nga canna perfettamente dritta si praticava #no stretto foro longit#dinale e, al centro, #n secondo foro radiale3 d#e ai#tanti reggevano la canna in posizione approssimativamente orizzontale tra le d#e staffe, c'e erano manten#te in verticale da altri d#e assistenti. 9n %#into assistente lasciava %#indi sgocciolare nel foro centrale ac%#a, otten#ta strizzando #n panno agnato3 %#ando l"ac%#a #sciva alla stessa velocit& dalle d#e estremit& della canna, %#esta si trovava in posizione perfettamente orizzontale. (ome nel caso degli str#menti precedentemente descritti, il topografo mis#rava le altezze s#lle d#e staffe e ne prendeva nota. @ipetendo %#este operazioni, era possi ile ottenere #na livellazione acc#rata anc'e s# l#ng'e distanze. /lla fine dei rilievi, il topografo sommava t#tte le "salite" e le "discese"3 la differenza tra i d#e totali forniva la mis#ra del dislivello tra il p#nto iniziale e %#ello finale. .er tracciare linee rette e per mis#rare distanze si #savano corde con nodi a distanze regolari. .er le operazioni di allineamento, si poteva ricorrere anc'e a #n"alidada girevole, dotata di mirini e montata s# #na s#perficie piana. L"astrola io, c'e incontreremo di n#ovo pi5 avanti nella sezione dedicata all"osservazione astronomica e al calcolo, era molto #tilizzato anc'e nella topografia. 2#ella c'e ci interessa %#i $ solo la parte posteriore dello str#mento, composta da #n"alidada girevole fissata a #n perno centrale, le c#i estremit& si m#ovevano s# #n circolo grad#ato, ciasc#n %#adrante del %#ale era s#ddiviso in P0 gradi. !ella met& inferiore era inciso #n rettangolo, #na parte del %#ale era s#ddivisa radialmente in intervalli decimali, l"altra parte in intervalli d#odecimali. L"astrola io serviva principalmente per allineare e per mis#rare gli angoli tra d#e p#nti, ma molti a#tori ara i spiegano come risolvere diversi pro lemi di triangolazione, servendosi dei d#e %#adrati identici in c#i era ripartito il rettangolo inciso nella parte inferiore. 2#esti %#adrati erano s#ddivisi radialmente, come a iamo gi& detto, in dieci e in dodici parti #g#ali, t#ttavia la scelta del n#mero dipendeva #nicamente da ragioni di comodit& di calcolo. .er #tilizzare l"astrola io, lo si appendeva lasciandolo li ero di oscillare, %#indi si regolava l"alidada, fino a in%#adrare sim#ltaneamente nei d#e mirini #n oggetto distante dall"osservatore. / %#esto p#nto, il triangolo rettangolo reale formato dalla distanza dell"oggetto e dalla s#a altezza $ riprodotto esattamente, in scala molto pi5 piccola, all"interno di #no dei d#e %#adrati tracciati s#ll"astrola io. L"ipoten#sa del triangolo reale e %#ella del triangolo riprodotto s#ll"astrola io giacciono s#lla

stessa linea. Il rapporto tra le l#ng'ezze dei d#e cateti del triangolo s#ll"astrola io, inoltre, $ identico al rapporto tra l"altezza e la distanza dell"oggetto, cosicc'*, conoscendo #na di esse, era possi ile calcolare facilmente l"altra. Se ness#na delle d#e era nota, l"osservatore mis#rava l"angolo da #n p#nto determinato, poi indietreggiava fino a #na distanza sta ilita, %#indi ripeteva la mis#razione. /vendo perfezionato i metodi della trigonometria piana e di %#ella sferica, i matematici m#s#lmani erano in grado di risolvere facilmente i pro lemi di %#esto genere. .er il topografo s#l campo, t#ttavia, era c'iaramente preferi ile ricorrere ai metodi ded#ttivi consentiti dall"astrola io, c'e erano dettagliatamente descritti in molti man#ali scientifici. 7ra gli altri pro lemi risolvi ili per mezzo di %#esto str#mento vi erano il calcolo della larg'ezza di #n fi#me o %#ello della distanza tra d#e p#nti separati da #n ostacolo insormonta ile. 2. Ingegneria meccanica Le macc'ine per il sollevamento dell"ac%#a La pi5 antica macc'ina #tilizzata dall"#omo per attingere l"ac%#a necessaria per l"irrigazione e gli #si domestici $ lo df, riprodotto in alc#ni rilievi accadici risalenti al 2A00 a.(. e in 1gitto a partire dal 2000 a.(. Si p#0 senza d# io considerare #na delle invenzioni pi5 longeve e ri#scite della storia, poic'* $ t#ttora ricarne #no, servendosi dei materiali locali. 2#esta macc'ina consente di in #so in gran parte del mondo. Il s#o s#ccesso $ dov#to pro a ilmente alla s#a semplicit&, c'e consente a ogni falegname di villaggio di fa sollevare %#antit& considerevoli di ac%#a, anc'e se a #n"altezza modesta. N formata da #n l#ngo palo di legno sospeso a #na trave di legno sosten#ta da pilastri di legno, pietra o mattoni. /ll"estremit& del raccio pi5 corto della leva $ fissato #n contrappeso fatto di pietra o, nelle pian#re all#vionali in c#i la pietra $ introva ile, di argilla, mentre all"estremit& opposta $ attaccata #na f#ne a c#i $ appeso il secc'io. L"operatore immerge il secc'io nell"ac%#a e aspetta c'e si riempia3 %#ando $ pieno, il secc'io $ sollevato con l"ai#to del contrappeso e il s#o conten#to riversato in #n canale di irrigazione o in #na cisterna. Il "timpano" o "tam #ro" f# inventato pro a ilmente in 1gitto nella prima met& del III sec. a.(. La macc'ina era formata da d#e grandi disc'i di legno aa fissati a #n asse di legno nelle c#i estremit& erano inseriti alc#ni perni di ferro sporgenti, alloggiati in appositi sostegni metallici sosten#ti da d#e colonne. Lo spazio tra i d#e disc'i era diviso in otto compartimenti da tavole di legno b. La fascia esterna era c'i#sa da tavole c, dotate di fess#re d per permettere all"ac%#a di penetrare all"interno di ogni comparto. S# #na delle facce del tam #ro si praticavano intorno all"asse otto fori circolari, #no per ogni sezione. Si rivestiva infine t#tta la macc'ina di #no strato di catrame. Bacendo r#otare il tam #ro per mezzo di #na r#ota a mano, l"ac%#a era attinta dalla fonte, e iniziava a penetrare nei comparti %#ando %#esti si trovavano nel p#nto pi5 asso della loro corsa e f#ori#scendone a mano a mano c'e si avvicinavano al p#nto pi5 alto. L"ac%#a era riversata in #n canale e da %#i in #na cisterna. !ei testi m#s#lmani d"idra#lica si parla raramente dell"impiego di %#esto apparecc'io nei sistemi di irrigazione, mentre sem ra c'e esso fosse #sato principalmente per prosci#gare le miniere, poic'* poteva essere #tilizzato anc'e in #no spazio molto ristretto. / %#esto scopo si formava #na catena di tam #ri, in c#i %#ello sit#ato pi5 in asso sollevava l"ac%#a fino a #na cisterna posta s# #na piattaforma, dove #na seconda macc'ina la trasferiva in #na seconda cisterna e cos) via, fino a raggi#ngere l"#scita della miniera,

dove l"ac%#a era riversata in #n canale. La vite senza fine, o coclea, f# inventata pro a ilmente da /rc'imede (2HK<212 a.(. ca.) d#rante il s#o soggiorno in 1gitto, ed $ %#indi gi#stamente c'iamata anc'e "vite di /rc'imede". 9na lamina di legno di forma elicoidale $ fissata a #n rotore posto all"interno di #na cassa cilindrica, dello stesso diametro dell"elica e costr#ita in modo simile a #n arile, con dog'e ricoperte di pece e strette da cerc'i di ferro. Il rotore $ dotato di perni di ferro inseriti in alloggi metallici. La coclea $ collocata in posizione inclinata, con #na delle d#e estremit& immersa nell"ac%#a3 r#otando l"elica, l"ac%#a risale al s#o interno e f#oriesce dall"estremit& s#periore3 il fl#sso erogato $ tanto pi5 consistente, %#anto minore $ l"inclinazione dell"apparecc'io. !on sappiamo esattamente %#ale sistema fosse #sato anticamente per azionare la macc'ina, pro a ilmente #na r#ota a mano, collegata alla vite da #na coppia di ingranaggi. /tt#almente si adopera in genere #na manovella, di c#i per0 non si 'anno notizie prima del EII secolo. La coclea era diff#sa in t#tto il mondo islamico fino a tempi recenti, ma oggi sem ra cad#ta largamente in dis#so. La sqiya era #na macc'ina formata da #na r#ota a dotata di recipienti cilindrici b, azionata da #na coppia d"ingranaggi cc messi in f#nzione da #no o d#e animali attaccati a #na arra di trazione d, agente s#ll"asse verticale e di #no degli ingranaggi, e costretti a girare s# #na pista circolare f. 2#esto importantissimo congegno f# inventato in 1gitto, pro a ilmente intorno al 200 a.(., ma divenne di #so com#ne solo a partire dal I+ o + sec. d.(., %#ando f# perfezionato con l"introd#zione di #n meccanismo di arresto e di vasi di terracotta. /nc'e se il s#o f#nzionamento p#0 apparire pi#ttosto semplice, la costr#zione di #na sqiya era #n"operazione complessa c'e ric'iedeva la fa ricazione e il montaggio di oltre d#ecento parti diverse. (i limiteremo a descriverne i principali elementi costit#tivi. 9n"estremit& della arra di trazione, c#i erano attaccati gli animali da tiro, $ inserita in #n foro praticato in #n f#sto verticale al %#ale $ fissata per mezzo di perni #na r#ota dentata orizzontale. Il f#sto r#ota in #n s#pporto reggispinta collocato a terra e in #n altro s#pporto posto al di sopra della r#ota dentata, in #na trave trasversale sosten#ta da plinti. La r#ota dentata $ del tipo a lanterna e consiste di d#e grandi disc'i di legno collegati da #na serie di pioli posti a intervalli regolari. La catena di vasi di terracotta $ collegata alla r#ota dentata verticale, c'e $ c'iamata a volte "r#ota< g'irlanda", ed $ sosten#ta da #n asse orizzontale al di sopra di #n pozzo o di #n"altra fonte d"ac%#a. 9na serie di l#ng'i pioli passanti sporgono da entram i i lati della r#ota3 inseriti s# #no dei lati ne attraversano gli spazi v#oti #scendo dall"altro lato dove f#ngono da sostegno alla catena di recipienti. 2#est"#ltima $ formata da d#e anelli di corda a c#i sono fissati i vasi di terracotta in alc#ni casi potevano essere #tilizzati catene e recipienti metallici. .er impedire alla r#ota di girare al contrario, la macc'ina $ dotata di #n meccanismo di arresto, c'e agisce s#i denti della r#ota<g'irlanda. L"introd#zione di %#est"#ltimo f# di importanza capitale: grazie ad esso infatti l"animale da tiro $ sottoposto a #na trazione contin#a, sia %#ando si m#ove sia %#ando rimane fermo. 2#esto meccanismo $ attivato in d#e casi: %#ando si deve li erare l"animale dalla s#a ardat#ra opp#re per la rott#ra dei finimenti. Senza %#esto dispositivo, la macc'ina iniziere colpire e l"animale s#lla fronte3 allo stesso tempo, l"eccessiva velocit& ca#sere e infatti a girare in senso opposto a gran velocit& e la arra di trazione, dopo aver effett#ato #n giro completo, e la rott#ra della maggior parte dei denti della r#ota dentata orizzontale e dei vasi di terracotta. L"animale da tiro, avanzando l#ngo il s#o percorso circolare, mette in moto la r#ota dentata a lanterna, c'e a s#a volta fa girare la r#ota<g'irlanda. I vasi s"immergono #no dopo l"altro nell"ac%#a e si sv#otano #na volta

gi#nti in cima, versando il proprio conten#to in #n canale collegato a #na cisterna. Se

ene sia impiegata

sopratt#tto per l"irrigazione, la sqiya p#0 essere #tilizzata anc'e per rifornire d"ac%#a edifici c'e si trovino a #na certa altezza dalla sorgente. 7#ttavia, pi5 $ l#nga la catena di vasi, ossia %#anto maggiore $ il dislivello da s#perare, tanto minore sar& la %#antit& d"ac%#a sollevata in #n"#nit& di tempo. 2#esto fattore 'a #n"importanza secondaria nel caso della fornit#ra d"ac%#a per #si domestici, ma in effetti #no dei principali pro lemi c'e s"incontrano nel campo dell"ingegneria idra#lica rig#arda il sollevamento di grandi %#antit& di ac%#a ad altezze modeste. / %#esto scopo, si p#0 #tilizzare #na r#ota a c#cc'iaio a spirale, molto efficace per sollevare l"ac%#a a livello del s#olo. 2#esta macc'ina $ ancora oggi molto diff#sa in 1gitto, dove #n gr#ppo di ingegneri di #n centro di ricerca nei pressi del (airo 'a st#diato la possi ilit& di migliorare la forma delle tazze, allo scopo di a#mentarne il rendimento. !onostante l"apparente modernit& della s#a forma, la r#ota a c#cc'iaio era gi& #tilizzata nel ,edioevo, come dimostra #na miniat#ra del EII sec., proveniente da Bag'dad, dove compare azionata da #na coppia di #oi. La trasmissione del moto avveniva in modo analogo alla sqiya. La sqiya $ stata ampiamente #tilizzata in t#tti i paesi islamici, sin dalla loro costit#zione. B#rono i m#s#lmani a introd#rla nella .enisola I erica, dove le potenzialit& della sqiya f#rono sfr#ttate pi5 ampiamente. 8opo essersi diff#sa in gran parte dell"1#ropa, f# esportata anc'e nel n#ovo mondo da ingegneri cristiani di origine spagnola. @ispetto alle pompe moderne, %#esta macc'ina presenta alc#ni vantaggi non di poco conto, in %#anto p#0 essere fa ricata e riparata dagli artigiani locali e non ric'iede l"impiego di com #sti ili. La l#nga storia della sqiya non $ ancora gi#nta alla s#a concl#sione, $ molto pro a ile, infatti, c'e siano stati proprio i s#oi vantaggi ad assic#rarne la sopravvivenza. 9n"altra macc'ina molto importante nella storia dell"ingegneria idra#lica $ la noria, #na grande r#ota di legno a dotata di pale b. Il ordo della r#ota $ s#ddiviso tra #na pala e l"altra in compartimenti, opp#re s#l ordo sono fissati vasi di terracotta, simili a %#elli #tilizzati nella sqiya. La r#ota $ installata s# #n corso d"ac%#a, a #n"altezza tale c'e le pale e i compartimenti restano immersi nell"ac%#a d#rante il tratto inferiore del loro tragitto. La forza della corrente, agendo s#lle pale, fa girare la r#ota, i compartimenti o i vasi si riempiono d"ac%#a e la scaricano #na volta gi#nti in alto. Solitamente l"ac%#a $ raccolta in #na cisterna e da %#i trasportata per mezzo di #n canale fino al sistema di irrigazione o al centro a itato. 1ssendo azionata dall"ac%#a, la noria $ del t#tto a#tonoma e il s#o f#nzionamento non ric'iede la presenza di #omini o animali. La pi5 antica descrizione di #na noria in nostro possesso si trova nelle opere di +itr#vio (I sec. a.(.), il %#ale lascia intendere c'e si trattava di #n"invenzione nota gi& da tempo. In effetti, essa e e pro a ilmente origine in #n paese del ,edio -riente, intorno al II sec. a.(. La noria f# #tilizzata ampiamente nel mondo islamico: il s#o #so $ attestato in Ira%, in Iran, in Spagna e altrove. Le pi5 cele ri r#ote di %#esto genere sono %#elle collocate s#l fi#me -ronte, nei pressi della citt& di Oama, in Siria. 2#este impressionanti macc'ine, la pi5 grande delle %#ali 'a #n diametro di oltre 20 m, alimentano #n ac%#edotto c'e rifornisce la citt& e i campi coltivati. La presenza di #na noria in %#esto l#ogo $ attestata sin dal IE sec., ma $ pro a ile c'e sia anc'e pi5 antica3 essa f# introdotta dai Siriani in Spagna, dove e e #n"ampia diff#sione. !el EII sec. era in f#nzione a 7oledo #n"installazione analoga a %#ella di Oama e %#este macc'ine erano molto com#ni anc'e nel resto della Spagna m#s#lmana. La noria si $ diff#sa dai paesi islamici a %#elli dell"1#ropa e dell"/sia

orientale e, come la sqiya, 'a dimostrato di saper resistere alla concorrenza delle apparecc'iat#re moderne. !el grande li ro s#ll"ingegneria meccanica di al<azarM, al-mi bayn al-ilm wa- l-amal al-nfi f inat al-iyal (Li ro comprensivo s#lla teoria e la pratica dei procedimenti ingegnosi), redatto a 8i=ar aFir nell"anno :02I120:, troviamo la descrizione di cin%#e macc'ine per il sollevamento dell"ac%#a. La prima $ #nasqiya a trazione idrica, #n tipo di macc'ina di #so %#otidiano nel ,edioevo islamico, come sappiamo da n#merose fonti3 le altre tre presentano alc#ne modific'e rispetto allo df, c'e miravano ovviamente a potenziare il rendimento del mezzo tradizionale attraverso l"applicazione di concetti estremamente interessanti dal p#nto di vista della storia dell"ingegneria. 9no di %#esti progetti, per esempio, implica l"idea della necessit& di minimizzare il f#nzionamento intermittente, mentre #n altro prevede l"#so di #na manovella, c'e rappresenta il primo esempio di #n s#o impiego come parte integrante di #na macc'ina. La macc'ina pi5 significativa $ per0 l"#ltima, #na pompa a d#e cilindri a trazione idrica, formata da #na r#ota a pale a installata sopra #n corso d"ac%#a e collegata, attraverso il s#o asse orizzontale, a #na r#ota dentata verticale b. 2#est"#ltima s"ingranava con #na seconda r#ota dentata orizzontale, c, installata in #na grande cassa di legno triangolare d, posta sopra #n lag'etto alimentato dal corso d"ac%#a. S#lla faccia s#periore della r#ota orizzontale, vicino al ordo, era fissato #n piolo e, inserito nella fess#ra di #na iella f imperniata nell"angolo opposto della cassa triangolare. /i lati della iella erano fissati, mediante #n fermaglio del tipo a grappa e anello, d#e al eri c'e terminavano con #n pistone !, formato da d#e disc'i di rame posti a #na distanza di circa : cm l"#no dall"altro e da #na corda di canapa strettamente arrotolata nello spazio intermedio entro #n cilindro. I d#e cilindri, anc'"essi di rame, erano collegati a t# i di aspirazione e di erogazione, t#tti dotati di valvole di ritegno a cerniera. I d#e t# i di erogazione convergevano sopra la macc'ina in #n #nico t# o centrale, c'e erogava l"ac%#a a #n"altezza di circa 1; m sopra il livello idrico. Il f#nzionamento avveniva in %#esto modo: la r#ota a pale, girando, metteva in moto la r#ota dentata verticale, c'e a s#a volta trasmetteva il moto alla r#ota orizzontale nella cassa, facendo oscillare la iella in senso alternato3 %#ando #n pistone iniziava la fase di spinta, l"altro cominciava %#ella di aspirazione. Il progetto di %#esta pompa implicava l"applicazione di importanti principX, come %#elli di doppio effetto e di conversione del moto rotatorio in moto alternativo, e l"#so di veri t# i di aspirazione. Le pompe a mano #tilizzate nel periodo classico ed ellenistico erano dotate di cilindri verticali immersi direttamente nell"ac%#a, la %#ale penetrava al loro interno d#rante la fase di aspirazione attraverso valvole piatte poste s#l fondo. !on era possi ile, pertanto, collocare le pompe al di sopra del livello dell"ac%#a. In occasione del Bestival del ,ondo Islamico, ten#tosi nel 1PK: presso lo Science ,#se#m di Londra, f# realizzato #n modello f#nzionante di %#esta macc'ina in scala 1:;, del t#tto identico all"originale, ma alimentato a energia elettrica. La pompa f#nzionava perfettamente e in modo regolare, erogando #n fl#sso idrico contin#o e consistente. Il li ro s#lle macc'ine al-uruq al-saniyya f l-lt al-rniyya (I metodi s# limi delle macc'ine spirit#ali), composto da 7a%M al<8Mn nel PAPI1AA2, $ la prova della prosec#zione di #na tradizione d"ingegneria meccanica nel mondo islamico anc'e in tempi pi5 recenti. In esso troviamo la descrizione di #n gran n#mero di macc'ine, tra c#i #na pompa molto simile a %#ella di al<azarM e #na pompa a sei cilindri mono locco, #n congegno molto interessante. I cilindri a, disposti in fila, sono ricavati da #n #nico locco di legno immerso nell"ac%#a3 d#rante la fase di aspirazione, l"ac%#a penetra al loro interno attraverso #na

valvola di ritegno b. 8ai cilindri partono i t# i di erogazione c, dotati di valvole di ritegno a cerniera d e convergenti in #n #nico t# o centrale e. Sopra ogni pistone $ fissato #n contrappeso di piom o f e all"asta del pistone $ collegata, mediante #n perno, #na leva !. 9na serie di eccentrici disposti s#ll"asse di #na r#ota idra#lica a c#cc'iaio h a assano in s#ccessione le diverse leve, sollevando i pistoni per dare inizio alla fase di aspirazione. 2#ando la leva si li era, il contrappeso spinge in asso il pistone, per effett#are la fase di spinta. N interessante notare c'e il li ro di 7a%M al<8Mn precede il cele re scritto s#lle macc'ine composto da /gostino @amelli nel 1AHH. N lecito d#n%#e ipotizzare il perd#rare dell"infl#sso islamico s#lla tecnologia meccanica e#ropea fino a tempi relativamente recenti, cio$ fino al E+I secolo. 1nergia idra#lica ed eolica I tre tipi fondamentali di r#ota idra#lica erano in #so da secoli prima dell"avvento dell"Islam e in %#esta sede non c"interessa affrontare la %#estione della loro origine e della loro diff#sione, c'e resta irrisolta e controversa. Il primo tipo la r#ota idra#lica alimentata dal asso $ costit#ito da #na r#ota a pale fissata a #n asse orizzontale e montata s# #n corso d"ac%#a. Il rendimento energetico dipende %#asi completamente dalla velocit& dell"ac%#a e risente, %#indi, dei cam iamenti stagionali della portata del corso s# c#i $ edificato il m#lino. N possi ile, inoltre, c'e il livello dell"ac%#a si a assi lasciando le pale parzialmente o completamente scoperte. / ca#sa della dispersione di energia dov#ta alla t#r olenza e all"attrito, l"efficienza della r#ota idra#lica alimentata dal asso non $ grande e non s#pera in genere il 22L. Il motivo per c#i $ rimasta in #so per molti secoli $ dov#to alla facilit& di costr#zione e alle particolari mis#re alle %#ali si p#0 ricorrere per a#mentarne il rendimento (v. oltre). La r#ota idra#lica alimentata dall"alto $ anc'"essa montata in verticale s# #n asse orizzontale. La s#a circonferenza $ divisa in compartimenti a cassetta, in c#i l"ac%#a cade dall"alto, generalmente da #n canale di derivazione artificiale. .#0 raggi#ngere #n"efficienza del ::L, p#rc'* t#tta l"ac%#a proveniente dal canale di derivazione cada nelle cassette e non si disperda. .er poter essere #tilizzati nella macinazione del grano, %#esti d#e tipi di r#ota idra#lica devono essere dotati entram i di #na coppia di ingranaggi per trasmettere il moto alla macina. (ome mostra la fig. 17, all"estremit& dell"asse a della r#ota idra#lica, all"interno del m#lino, $ imperniata #na r#ota dentata verticale b, la %#ale ingrana #n pignone c del tipo a lanterna, il c#i asse verticale, passando per il soffitto, arriva al locale della macina. L"asse attraversa la mola inferiore, c'e $ inamovi ile, ed $ fissato alla mola girevole s#periore. Il grano si riversa da #na tramoggia nella cavit& della mola s#periore. Il terzo tipo di r#ota idra#lica $ %#ello orizzontale, di c#i esistono d#e varianti. La prima consiste in #na r#ota a con pale ric#rve o a c#cc'iaio, montata all"estremit& inferiore di #n al ero verticale3 l"ac%#a, proveniente da #n"apert#ra b praticata alla ase della torre del m#lino, defl#isce nelle pale della r#ota, per c#i la direzione del fl#sso $ tangenziale e radiale. 7ale r#ota si diff#se in 1#ropa e nell"/sia occidentale non pi5 tardi del +I secolo. Il secondo tipo $ #na r#ota a pale, anc'"essa fissata all"estremit& inferiore di #n asse verticale e installata all"interno di #n cilindro, in c#i l"ac%#a si riversa dall"alto, in modo c'e la r#ota $ azionata principalmente dal fl#sso assiale. Le r#ote a fl#sso assiale possono essere azionate anc'e da getti d"ac%#a dal asso3 esse sono citate in #n trattato ara o del IE sec., ma non ne $ stato attestato l"#so in 1#ropa

prima del E+I secolo. I resoconti dei geografi e dei viaggiatori m#s#lmani non lasciano d# i s#ll"importanza della macinazione del grano nel mondo m#s#lmano, testimoniata non soltanto dalla grande diff#sione dei m#lini, dalla .enisola I erica all"Iran, ma anc'e dall"atteggiamento degli a#tori, sempre molto attenti alle potenzialit& dei corsi d"ac%#a ai fini della prod#zione di energia. /l<,#%addasM afferma c'e il 7igri, alla sorgente, potre >irman, stima c'e potre e azionare #n solo m#lino, mentre al<IarM, osservando #n rapido torrente nella provincia iraniana di e mettere in f#nzione venti m#lini. Sem ra, d#n%#e, c'e %#esti viaggiatori val#tassero i corsi d"ac%#a in termini di "capacit& di macinazione": #n atteggiamento comprensi ile se si tiene presente c'e le grandi citt& del mondo islamico, come Bag'dad, il (airo e (ordo a, dipendevano dai prodotti di #na fiorente agricolt#ra sia per il sostentamento dei loro n#merosi a itanti sia per l"approvvigionamento di materie prime, c'e consentiva #n florido commercio di prodotti finiti. Sappiamo infatti c'e t#tti i grandi insediamenti #r ani erano riforniti di farina da impianti di macinazione ind#striali, sit#ati nei pressi della citt& o facilmente raggi#ngi ili. +alga per t#tti #n esempio: nel E sec. l"/lta ,esopotamia era il granaio di Bag'dad e il grano c'e vi si prod#ceva era macinato in grandi m#lini galleggianti ormeggiati s#l 7igri e s#ll"1#frate, ogni macina dei %#ali, formata da d#e coppie di mole, era in grado di prod#rre dieci tonnellate di farina in 2; ore. !ell"1#ropa coeva, la macinazione del grano avveniva s# scala di gran l#nga pi5 ridotta. Il m#lino galleggiante era #no dei metodi impiegati per a#mentare il rendimento dei m#lini3 oltre a sfr#ttare la maggiore velocit& della corrente al centro del fi#me, si evitavano i pro lemi dov#ti all"a assamento del livello dell"ac%#a d#rante la stagione secca. 9n altro metodo consisteva nel fissare le r#ote idra#lic'e ai piloni dei ponti, in modo da sfr#ttare l"a#mento della portata defl#ente ris#ltante dal parziale s arramento del fi#me. .er incrementare la resa dei m#lini (e delle macc'ine per il sollevamento dell"ac%#a), f#rono costr#ite anc'e apposite dig'e, come %#ella eretta da / #d al<8aCla s#l fi#me >#r in Iran. !el EII sec., al<IdrMsM descrisse la diga di (ordo a in Spagna, dotata di tre m#lini con %#attro macine ciasc#no3 sino a non molto tempo fa, %#esti tre m#lini erano ancora f#nzionanti, nat#ralmente in #na forma molto diversa da %#ella originale. 9n"#lteriore prova della determinazione con c#i i m#s#lmani cercavano di sfr#ttare %#alsiasi fonte di energia idrica $ rappresentata dai m#lini azionati dalle maree, #n metodo c'e, nat#ralmente, non poteva essere impiegato nel ,editerraneo ma presente nel E sec. nell"area di Bassora. In 1#ropa %#esto tipo di m#lino fece la s#a comparsa circa #n secolo pi5 tardi. / %#anto pare, nei paesi m#s#lmani la storia dello sfr#ttamento dell"energia idrica a scopi ind#striali 'a #n"origine al%#anto remota. !el trattato E+III del "itb al-#abn (Li ro dei settanta), D ir i n a==Dn (m. 200IH1A ca.) descrive #n recipiente sferico per fondere metalli, installato s# #n fi#me e azionato da #na r#ota idra#lica3 la sfera r#otava ininterrottamente ed era riscaldata dal focolare sottostante. !el trattato EEEI+ della stessa opera, D ir descrive #n"installazione fl#viale simile, con moto rotatorio contin#o. !ell"anno 13;IKA1, dopo la attaglia di /tlaF' o 7alas, i prigionieri di g#erra cinesi introd#ssero nella citt& di Samarcanda le tecnic'e di fa tempo, m#lini per la fa senza d# ricazione della carta, #tilizzando stracci di lino, cotone o canapa. In reve ricazione della carta simili a %#elli di Samarcanda si diff#sero a Bag'dad, nello

4emen, in 1gitto, in Siria, in Iran, nell"/frica del !ord e in Spagna. La preparazione dell"impasto avveniva io pestando la materia prima per mezzo di magli idra#lici3 in #no scritto del ;3AI10;; ca., al< BMrRnM afferma infatti c'e %#esto metodo era #sato per polverizzare le rocce dei anc'i a#riferi, Scos) come a

Samarcanda si pesta il cotone per fare la cartaS. I m#s#lmani adottarono l"energia idrica anc'e per follare i tess#ti, segare il legname e lavorare la canna da z#cc'ero. !on $ stato ancora accertato in %#ale mis#ra l"esempio dei paesi islamici possa avere infl#ito s#ll"#so ind#striale dei m#lini in 1#ropa. 9n trasferimento tecnologico di %#esto tipo appare ipotizza ile nel caso della .enisola I erica, dove i cristiani entrarono in possesso di molte installazioni m#s#lmane ancora f#nzionanti, compresi i m#lini per la fa carta di Yativa. N pro a ile c'e il m#lino a vento fosse conosci#to nel Sistan (la zona occidentale dell"odierno /fg'anistan) gi& prima dell"avvento dell"Islam. Secondo al<,asRdM, #n persiano dic'iar0 al califfo 9mar di saper costr#ire #n m#lino a vento e %#esti gli ordin0 di mettere in pratica le s#e parole. I m#lini di Sistan sono menzionati dai geografi ara i del E sec., ma la prima descrizione completa si trova nella $ubat aldahr (L"essenza del tempo) di al<8imaZ%M, scritto intorno all"anno ::PI12K1. !on erano come i m#lini a vento e#ropei, con asse orizzontale e #na coppia di ingranaggi, ens) erano installati in apposite str#tt#re di sostegno, collocate s#lle torri dei castelli o s#lla sommit& delle colline, e comprendevano d#e locali, #no s#periore con le mole e #no inferiore c'e ospitava il rotore. L"asse verticale era dotato di dodici o sei pale ricoperte di tela. !elle pareti del locale inferiore erano praticate alc#ne apert#re a im #to, con l"estremit& pi5 stretta rivolta verso l"interno, c'e avevano lo scopo di a#mentare la velocit& del vento attente s#lle vele. 2#esto tipo di m#lino si diff#se in t#tto l"Islam, oltre c'e in (ina e in India. !ell"1gitto medievale era impiegato per la lavorazione della canna da z#cc'ero, se macinazione del grano. 3. La meccanica di precisione L"espressione "meccanica di precisione", applicata al passato, comprende #na vasta gamma di congegni e macc'ine, destinati a #si molto diversi: orologi ad ac%#a, fontane, giocattoli, a#tomi e str#menti astronomici. /lc#ni di %#esti congegni erano ideati per mis#rare il tempo o per essere #tilizzati nelle indagini scientific'e3 altri avevano il solo scopo d"intrattenere e divertire. (i0 c'e li accom#na $ il notevole grado di a ilit& tecnica ric'iesto dalla loro fa tecnologia meccanica. !ell"indagare le origini della meccanica di precisione, $ inevita ile c'e la nostra attenzione si rivolga al mondo ellenistico e, in particolare, ad /lessandria. Scopriamo cos) c'e il primo orologio ad ac%#a complesso e il primo a#toma m#sicale sono attri #iti entram i da +itr#vio a (tesi io, #n ingegnere egiziano attivo ad /lessandria intorno al 2A0 a.(., e c'e il primo importante trattato s#i congegni meccanici f# composto da Bilone di Bisanzio, #n contemporaneo di (tesi io. L"opera di Bilone f# ripresa e ampliata da 1rone di /lessandria, attivo intorno alla met& del I sec. d.(.3 in particolare, l"astrola io 'a solide radici nella Sc#ola di /lessandria3 $ %#asi certo c'e 7olomeo lo conoscesse e, inoltre, f# descritto da 7eone di /lessandria (3A0 d.(. ca.), le c#i opere ci sono gi#nte attraverso il trattato composto da Severo Se oF't a 2ennes'rin (Siria settentrionale) prima del ::0 d.(., vale a dire poc'i anni dopo l"occ#pazione ara a del paese. 6li st#di di meccanica di precisione, c'e non erano mai stati interrotti del t#tto, ricevettero #n n#ovo ricazione e la presenza di meccanismi e dispositivi di controllo altamente sensi ili. ,olte idee sfr#ttate per la realizzazione di %#esti congegni infl#irono in seg#ito s#llo svil#ppo della ene la s#a #tilizzazione principale fosse la ricazione della

imp#lso dopo l"avvento dell"Islam. In Siria proseg#) l"installazione di orologi ad ac%#a mon#mentali nei l#og'i p# lici. I califfi a asidi s"interessavano di orologi e congegni meccanici. La storia dell"orologio donato da ODrRn al<@aZMd (KH:<H0P) a (arlo ,agno nell"H0K $ en nota. I n / M 9a= ia riferisce inoltre c'e l"interesse ossessivo di al<,#taCaFFil (m. H:1) per i congegni meccanici (lett. lt mutaarri%a, macc'ine mo ili) lo port0 a favorire i BanR ,RsD, c'e sfr#ttarono l"ossessione del califfo per perseg#itare i propri nemici. B# in %#esto periodo c'e i BanR ,RsD scrissero il "itb al-iyal (Li ro dei procedimenti ingegnosi) e %#esta coincidenza sem ra avvalorare l"ipotesi c'e costr#issero e azionassero i loro congegni proprio per compiacere il califfo. !el "itb al-ayawn(Li ro degli animali), al<Di afferma a proposito della mis#razione del tempo: SI nostri re e i nostri scienziati #sano di giorno l"astrola io e di notte i bin%mt(orologi)S. 6li storici, inoltre, riferiscono c'e !Dir al<8aCla di 8i=ar aFir (m. 10:1) aveva costr#ito #n bin%m (orologio) p# lico per la citt& di ,a==afari%in nel 1012. 2#ando d#e secoli dopo al< lici in altre citt& dell"oriente azarM scrisse il s#o li ro a 8i=ar aFir, si riallacci0 %#indi a #na tradizione fermamente radicata in %#ella regione. Le fonti riferiscono inoltre dell"installazione di orologi in l#og'i p# islamico. 2#esta tecnologia si diff#se nella Spagna m#s#lmana e nel ,ag're . Intorno all"anno 10A0, al<Gar%DlM costr#) #n grande orologio ad ac%#a s#lle rive del 7ago a 7oledo, in Spagna, ancora f#nzionante %#ando i cristiani occ#parono la citt& nel 10HA. In #n manoscritto redatto nell"EI sec., I n alaf al<,#rDdM descrive gli orologi mon#mentali andal#si. /ltri orologi ad ac%#a f#rono costr#iti in l#og'i p# di #n orologio di %#esto genere sono ancora visi ili a Bes. Intorno al 11:0, ,#ammad al<#rDsDnM al<SDDtM (l"orologiaio) costr#) a 8amasco #n orologio mon#mentale, descritto da n#merosi viaggiatori e ancora f#nzionante nel EI+ sec., all"epoca della visita di I n BaRa. S#o figlio @i CDn al<SDDtM ricostr#) l"orologio e forn) #na descrizione dettagliata della s#a fa ricazione nel 1203. Il li ro di al<azarM scritto nel 120: a 8i=ar aFir e il "itb al-iyal dei BanR ,RsD sono i trattati di meccanica di precisione pi5 importanti c'e ci siano stati tramandati. Si 'a notizia, inoltre, di #na ta%ira, o trattato, s#lle "macc'ine spirit#ali", scritto dall"astronomo /lD al<8Mn al<2#ZM (m. 1;K;). L"#ltimo a#tore importante in %#esto campo f# 7a%M al<8Mn i n ,arRf, c'e compose #n li ro s#gli orologi ad ac%#a nel 1AA2 e #n altro s#gli orologi meccanici nel 1AA: c#i accenneremo pi5 avanti. -ltre agli orologi ad ac%#a e ai congegni meccanici, per molti secoli nel mondo islamico si contin#arono a fa ricare astrola i e dispositivi astronomici a ingranaggi. La nostra conoscenza della meccanica di licati i ris#ltati delle n#ove precisione islamica contin#er& a migliorare a mano a mano c'e saranno p# di precisione ric'iedere lici nel ,ag're e i resti

ricerc'e. .oic'* #na disamina dei trag#ardi raggi#nti dagli ingegneri m#s#lmani nel campo della meccanica e ampio spazio, ci limiteremo a prendere in considerazione alc#ne delle realizzazioni pi5 importanti, mettendone in risalto le caratteristic'e innovative. I congegni dei BanR ,RsD I BanR ,RsD erano tre fratelli ,#ammad, /mad e al<asan attivi alla corte del califfo a ,amRn (r. 1PH<21HIH13<H33) e dei s#oi s#ccessori. La grande fiorit#ra della scienza ara a e aside al< e inizio in

%#esto periodo, con la trad#zione di opere grec'e e siriac'e, ma anc'e con realizzazioni scientific'e e tecnologic'e originali. 2#esta attivit& si svolse in gran parte sotto la g#ida e il patrocinio dei BanR ,RsD, scienziati e ingegneri loro stessi, e a#tori di #na ventina di trattati, di c#i solo d#e ci sono perven#ti. (i occ#peremo %#i del "itb al-iyal, scritto a Bag'dad intorno al 23AIHA0. In esso troviamo la descrizione di centinaia di dispositivi, per la maggior parte recipienti tr#ccati, oltre a lampade ad alimentazione e regolazione a#tomatic'e, #na masc'era antigas da #tilizzare nei pozzi in%#inati e #n raccio meccanico. I recipienti tr#ccati rivelano #na gamma sorprendente di artifici. 2#esti artifici, e molti altri ancora, erano otten#ti com inando fra loro n#merosi componenti idra#lici e meccanici. 9no di %#esti componenti $ #n doppio sifone concentrico: il t# o bd passa attraverso la piastra f c'e separa ermeticamente il vano s#periore da %#ello inferiore. Il t# o a-cc, posto all"estremit& b del t# o bd, $ attaccato a esso con #na saldat#ra stagna. L"estremit& a di %#esto t# o $ c'i#sa. 9n altro pezzo di t# o e-!!, c'i#so all"estremit&, $ fissato all"estremit& d del t# o bd. L"effetto otten#to introd#cendo %#esto congegno in #n sistema idrodinamico $ %#ello di creare #n v#oto d"aria %#ando si interrompe il fl#sso del li%#ido, in modo c'e esso non possa essere ripristinato se non a certe condizioni. 1ra %#indi possi ile sorprendere gli spettatori con effetti imprevisti. !on esistono opere grec'e n*, per %#anto ne sappiamo, altre opere ara e in c#i si parli del sifone concentrico, il c#i f#nzionamento $ regolato da principX di meccanica dei fl#idi eccezionalmente complessi. 9n altro meccanismo $ ill#strato nella fig. 20B. La ase b di #na valvola conica $ saldata all"estremit& di #n t# o a, e l"ott#ratore c della valvola $ saldato all"estremit& di #no stelo verticale, l"altra estremit& del %#ale $ saldata alla parte s#periore di #n galleggiante f. Sopra il galleggiante, e a esso collegato, si trova il piccolo ser atoio d, dotato di #n piccolo foro nella parte inferiore di #no dei s#oi lati. Il galleggiante riposa s#lla s#perficie dell"ac%#a conten#ta nel ser atoio !, leggermente pi5 grande. L"ac%#a versata in a defl#isce attraverso la valvola nel ser atoio d3 il peso del li%#ido nel ser atoio d impedisce allo stelo della valvola di sollevarsi, lasciandola %#indi aperta. 2#ando si smette di versare il li%#ido, il conten#to del ser atoio d defl#isce nel ser atoio ! attraverso il foro e, il galleggiantef si solleva e la valvola si c'i#de. !on $ %#indi possi ile immettere altro li%#ido. Le valvole conic'e non compaiono nelle opere di Bilone ed 1rone e si 'a notizia di #n solo caso di #tilizzazione di %#esto tipo di valvola prima dei BanR ,RsD. Le valvole erano realizzate %#asi sempre in ronzo, fondendo insieme l"ott#ratore e la sede della valvola in #n #nico stampo, %#indi smerigliando il pezzo con polvere a rasiva per renderlo a ten#ta stagna. L"#so delle valvole conic'e come parte integrante dei sistemi idrodinamici deve essere considerato %#indi #n tratto distintivo dell"opera dei BanR ,RsD. .i5 in generale, essi dimostrarono di possedere #na straordinaria a ilit& empirica nell"#sare piccole variazioni della pressione idrostatica e aerostatica per prod#rre effetti diversi. !onostante la notoriet& di c#i godettero le loro opere nel mondo m#s#lmano per diversi secoli, ness#no dei loro s#ccessori tent0 mai di em#larli. 8i fatto, i BanR ,RsD avevano realizzato in %#esto campo t#tto ci0 c'e consentivano i materiali e le tecnic'e allora disponi ili e niente di analogo f# realizzato in seg#ito, fino all"introd#zione dei moderni apparecc'i pne#matici. Il trattato di al<,#rDdM

9n altro importantissimo trattato, il "itb al-Asrr f nati al-af%r (Li ro dei segreti s#i ris#ltati dei pensieri), f# scritto nella Spagna m#s#lmana dell"EI sec. da al<,#rDdM. Sfort#natamente, il pessimo stato di conservazione dell"#nico manoscritto dell"opera c'e ci $ perven#to non consente di ded#rre precisamente come fossero costr#ite le macc'ine di c#i si sta parlando. Si tratta per la maggior parte di orologi ad ac%#a, tranne le prime cin%#e macc'ine c'e invece erano dei grandi a#tomi, notevoli sotto vari aspetti. -gni a#toma, per esempio, era azionato da #na vera r#ota idra#lica3 #n metodo c'e nello stesso periodo era #tilizzato in (ina per azionare #n imponente orologio ad ac%#a mon#mentale. 6li a#tomi erano del tipo com#nemente impiegato negli orologi ad ac%#a3 per esempio, #na serie di porte allineate, c'e si aprivano #na dopo l"altra mostrando delle fig#re mo ili. !el testo sono citati gli ingranaggi epicicloidali e %#elli a settore, nei %#ali #na delle d#e r#ote del meccanismo di accoppiamento 'a il perimetro dentato solo in parte, consentendo la trasmissione intermittente della potenza. Se tratta di #n dato molto importante: come a ene per altri versi siano del t#tto incomprensi ili, le ill#strazioni mostrano c'iaramente treni di ingranaggi comprendenti entram i i tipi. Si iamo visto, esistevano ingranaggi semplici nei m#lini e nelle macc'ine per il sollevamento dell"ac%#a, ma %#esto $ il primo caso conosci#to di ingranaggi complessi #tilizzati per trasmettere #na grande coppia motrice. N anc'e la pi5 antica testimonianza in nostro possesso dell"#so di ingranaggi a settore ed epicicloidali. In 1#ropa, i primi ingranaggi complessi per la trasmissione di #na grande coppia motrice f#rono %#elli #tilizzati nell"orologio astronomico realizzato da 6iovanni 8ondi tra il 13;P e il 13:;. Le macc'ine di al<azarM !ell"anno :02I120:, a 8i=ar aFir, al<azarM termin0 il s#o splendido trattato s#lle macc'ine. Si tratta dell"opera di ingegneria meccanica pi5 significativa c'e ci sia gi#nta, da %#alsiasi parte del mondo, prima del @inascimento. Il li ro f# composto per volont& del maestro di al<azarM, il %#ale desiderava c'e le informazioni s#lla costr#zione di %#esti fragili congegni restassero a disposizione delle f#t#re generazioni di artigiani, molto tempo dopo la loro distr#zione. (iasc#no dei A0 capitoli, perci0, comprendeva istr#zioni dettagliate c'e dovevano consentire ai f#t#ri artigiani di ricostr#ire i meccanismi descritti nel li ro. /l<azarM raggi#nse il s#o scopo, visto c'e molti dei s#oi congegni, compreso #n orologio ad ac%#a mon#mentale, sono stati costr#iti da artigiani moderni s#lla ase delle istr#zioni fornite nel li ro. 6li scritti di altri a#tori, p#r descrivendo il f#nzionamento delle macc'ine in modo soddisfacente, spesso forniscono soltanto indicazioni sporadic'e s#lla loro fa ricazione. La volont& e la capacit& di com#nicare le conoscenze ac%#isite con il tirocinio, l"esperienza e la sperimentazione consapevole conferiscono alle opere di al<azarM #n valore #nico. /l<azarM era #n ingegnere fiero di portare avanti #na l#nga tradizione di tecnologia meccanica, e per molti versi il s#o lavoro p#0 essere considerato la %#intessenza e il c#lmine della ricerca scientifica m#s#lmana in %#esto campo. 7ranne #na o d#e notevoli eccezioni, %#ali il complesso ingranaggio di al<,#rDdM, si p#0 affermare c'e al<azarM fosse a conoscenza della maggior parte delle macc'ine #sate dai s#oi predecessori, a c#i apport0 #na serie di innovazioni e miglioramenti. Spesso, infatti, si dic'iara in de ito con gli ingegneri del passato, per esempio /rc'imede o i BanR ,RsD, in relazione a #na determinata tecnica o tipo di macc'ina, e descrive i congegni del passato in modo particolareggiato prima di spiegare i miglioramenti da

l#i stesso apportati. .er esempio, sia gli ingegneri ellenistici sia %#elli m#s#lmani #tilizzavano negli orologi ad ac%#a #n particolare regolatore di fl#sso. /l<azarM, avendo scoperto per via sperimentale c'e il meccanismo non era acc#rato, descrive come avesse realizzato #no str#mento pi5 preciso, cali rando attentamente #n piccolo foro per generare le gi#ste velocit& di fl#sso in presenza di diversi dislivelli. .er farsi #n"idea dei metodi di al<azarM e dei tipi di congegni c'e realizz0, sar& s#fficiente menzionare i macc'inari idra#lici e alc#ni dei relativi meccanismi impiegati nel s#o terzo e nel s#o %#arto orologio ad ac%#a. 2#esti orologi erano azionati da #na tazza a immersione, o arahr, #n dispositivo impiegato normalmente per regolare i tempi di distri #zione dell"ac%#a per l"irrigazione. 2#esti d#e orologi sono gli #nici esempi noti dell"impiego del arahr per la mis#razione del tempo ed $ pro a ile c'e il sistema fosse #n"invenzione originale di al<azarM. Sare alc#ni dei %#ali molto ingegnosi. 7enteremo per0 di descrivere i principX di ase. La tazza a, dotata di #n foro cali rato s#l fondo, galleggia s#lla s#perficie dell"ac%#a nel ser atoio n, al %#ale $ collegata per mezzo di tre gi#nt#re piatte con legami a spillo b. /lla tazza $ saldato trasversalmente #n listello, con il foro % al centro. In cima all"orologio, sosten#to da %#attro colonne, $ sit#ato il "castello", #na scatola %#adrata di ottone, con #na c#pola amovi ile. /ll"interno del castello si trova il meccanismo di rilascio della pallina (non visi ile), dal %#ale parte #n canaletto c'e porta alla testa f di #n #ccello. La coda del serpente, c'e in realt& $ #na p#leggia, r#ota s# #n asse poggiato s# traverse fissate tra ciasc#na coppia di colonne. La occa aperta del serpente si trova proprio sotto la testa dell"#ccello. 9na catenella d #nisce il fondo della tazza a #na forcella posta nella coda del serpente. Il filo h $ collegato al foro % e al meccanismo di rilascio della pallina. La tazza v#ota, c'e all"inizio dell"intervallo di tempo (#n"ora o mezz"ora) galleggia s#lla s#perficie dell"ac%#a, comincia a immergersi lentamente e alla fine dell"intervallo affonda repentinamente. Il filo h aziona il meccanismo di rilascio della pallina, la %#ale rotola attraverso la occa dell"#ccello e, #scendo dal ecco incernierato, cade nella occa del serpente. La testa del serpente si a assa e la catena d solleva la tazza, c'e s"inclina per l"azione com inata della catena e delle gi#nt#re b, lasciando f#ori#scire il s#o conten#to. La pallina cade dalla occa del serpente s# #n campanello e la testa del serpente si solleva tornando nella posizione originale. La tazza v#ota ritorna in posizione orizzontale s#lla s#perficie dell"ac%#a e il ciclo si ripete. Si tratta %#indi di #n sistema a ciclo c'i#so, dato c'e l"orologio contin#er& a f#nzionare finc'* ci saranno palline nel caricatore. Il concetto di f#nzionamento contin#o ricorre in altre parti dell"opera di al<azarM: nel s#o primo orologio, per esempio, il dislivello dell"ac%#a sopra il foro $ manten#to costante da #n sistema di controllo idra#lico a retroazione. Le opere di al<azarM contengono molte idee e tecnic'e inedite, come la pompa a doppio effetto con t# i di aspirazione e l"#so di #na manovella in #na macc'ina (entram i gi& citati)3 la cali razione degli orifizi3 la laminazione del legno da costr#zione per rid#rne la deformazione3 il ilanciamento statico delle r#ote3 l"#so di modelli di carta nella progettazione3 la f#sione dei metalli in stampi c'i#si con terra a verde. 8a alc#ni riferimenti si ded#ce c'e egli conoscesse anc'e #n metodo per controllare la velocit& di #na r#ota per mezzo di #n %#alc'e tipo di scappamento. Si tratta di #n dato molto significativo, specie se lo si mette in relazione alla descrizione di #n orologio conten#ta in #n"opera spagnola del 12KK, composta interamente di trad#zioni o parafrasi di scritti ara i precedenti. L"orologio consisteva in #n grosso tam #ro di legno di noce o di e impossi ile descrivere dettagliatamente anc'e soltanto #no degli orologi, dato il n#mero di a#tomi e dei relativi meccanismi di azionamento c'e %#esti comprendevano,

gi#ggiolo, dotato di gi#nt#re molto serrate e sigillate con cera o resina. L"interno del tam #ro era diviso in dodici compartimenti, messi in com#nicazione da piccoli fori attraverso i %#ali scorreva del merc#rio3 ogni compartimento era riempito soltanto a met& di merc#rio. Il tam #ro era montato s#llo stesso asse di #na grande r#ota azionata da #n meccanismo a pesi avvolto attorno alla r#ota. S#ll"asse si trovava anc'e #n pignone con sei denti c'e s"ingranavano in 3: denti di %#ercia l#ngo la circonferenza di #n astrola io. .er compiere #na rivol#zione completa, il tam #ro pieno di merc#rio e il pignone impiegavano %#attro ore, mentre l"astrola io venti%#attro. Sappiamo c'e gli orologi dotati di tale meccanismo f#nzionavano in modo soddisfacente, dato c'e se ne fa ricarono molti in 1#ropa nel E+II e nel E+III secolo. 2#esto tipo di dispositivo di mis#razione del tempo, t#ttavia, con il s#o efficace scappamento a merc#rio, era gi& noto nel mondo islamico sin dall"EI sec., almeno 200 anni prima della comparsa in -ccidente degli orologi azionati da pesi. L"astrola io L"astrola io era lo str#mento astronomico per eccellenza del ,edioevo3 ideato in et& ellenistica, f# perfezionato dagli scienziati e dagli artigiani m#s#lmani. 1ssenzialmente si tratta di #n disco piatto, detto "timpano", collocato all"interno di #n anello grad#ato, saldato al ordo di #na ase circolare detta "madre". S#l timpano sono incise le linee di azim#t e di altezza per la latit#dine a c#i si trova l"osservatore. /ttorno a #n perno centrale fissato alla madre r#ota la rete, detta anc'e aracnea, fatta di metallo traforato. La rete $ sostanzialmente #na mappa siderale, in c#i le principali stelle fisse sono rappresentate da fori o da pietre preziose3 vi $ anc'e #n anello c'e raffig#ra l"eclittica solare. Sopra alla rete r#ota #n"alidada. Sia s#l timpano sia s#ll"alidada sono incise alc#ne proiezioni stereografic'e. L"astrola io, in genere fatto di ottone, consente di risolvere rapidamente molti pro lemi astronomici c'e senza di esso ric'iedere all"inizio dell"EI sec. nell"a ero l#ng'i calcoli. N stato accertato c'e i primi trattati e#ropei s#ll"astrola io erano di ispirazione ara a e f#rono scritti in latino azia di @ipoll in (atalogna. 8a %#esto centro, la conoscenza dell"astrola io si diff#se nel resto dell"1#ropa.

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