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Joseph De Maistre (1753-1821)

CONSIDERAZIONI S !!A "RANCIA


De##e ri$o#%&io'i
Siamo tutti legati al trono dell'Essere supremo con una catena leggera, che ci trattiene senza asservirci. L'azione degli esseri liberi sotto la mano divina quanto di pi ammirevole esista nell'ordine universale delle cose. Liberamente schiavi, essi operano secondo volont e necessit insieme; anno realmente quel che vogliono, ma senza poter disturbare i piani generali. !gnuno di questi esseri occupa il centro di una s era di attivit, il cui diametro varia a piacere del geometra eterno, che sa estendere, restringere, arrestare o dirigere la volont, senza alterare la sua natura. "elle opere dell'uomo, tutto misero come l'autore# le vedute sono ristrette, i mezzi rigidi, le molle in lessibili, i movimenti penosi, e monotoni i risultati. "elle opere della divinit, le ricchezze dell'in inito si mostrano allo scoperto in nel minimo dettaglio# la sua potenza agisce come per gioco; nelle sue mani tutto docile, nulla le resiste; per essa tutto mezzo, per ino l'ostacolo; e le irregolarit prodotte dall'operare dei liberi agenti trovano il loro posto nell'ordine generale. Se si immagina un orologio di cui tutte le molle variassero continuamente di orza, di peso, di dimensione, di orma e di posizione, e che indicasse tuttavia l'ora invariabilmente, ci si ar un'idea dell'azione degli esseri liberi in relazione ai piani del $reatore. "el mondo politico e morale, come nel mondo isico, esiste un ordine comune, ed esistono eccezioni a questo ordine. $omunemente vediamo una serie di e etti prodotti dalle stesse cause; ma in alcune epoche vediamo azioni sospese, cause paralizzate ed e etti nuovi. %l miracolo un e etto prodotto da una causa divina o sovrumana, che sospende o contraddice una causa ordinaria. $he nel cuore dell'inverno, un uomo comandi a un albero, davanti a mille testimoni; di coprirsi subitamente di oglie e di rutti, e che l'albero obbedisca, tutti grideranno al miracolo, e si inchineranno dinanzi al taumaturgo. &a la rivoluzione rancese, e tutto quel che accade in Europa in questo momento, cosi meravigliosa, nel suo genere, come la rutti icazione istantanea di un albero nel mese di gennaio# eppure gli uomini, invece di ammirare, rivolgono altrove gli sguardi o tengono discorsi insensati. "ell'ordine isico, dove non interviene mai come causa, l'uomo si compiace di ammirare quel che non comprende; ma nella s era della propria attivit, dove sente di essere libera causa, il suo orgoglio lo porta acilmente a vedere il disordine ovunque la sua azione sospesa o disturbata.

'eterminate misure, che sono in potere dell'uomo, producono regolarmente determinati e etti nel corso ordinario delle cose; se allisce l'obiettivo, egli sa perch(, o crede di saperlo; conosce gli ostacoli, li apprezza, e nulla lo stupisce. &a nei tempi di rivoluzione, la catena che tiene l'uomo legato si accorcia bruscamente, la sua libert di azione diminuisce, e i suoi mezzi lo deludono. )llora, trascinato da una orza sconosciuta, l'uomo si indispettisce, e invece di baciare la mano che lo stringe, la disconosce o l'insulta. "on ci capisco niente, la rase del giorno. *ali parole sono sensatissime se ci riconducono alla causa prima che da in questo momento agli uomini uno spettacolo cosi grande; sono una sciocchezza, se esprimono soltanto un dispetto o uno sterile abbattimento. + &a come, dunque, - si grida da ogni parte. - .li uomini pi colpevoli del mondo trion ano sul mondo/ 0n regicidio orrendo ottiene tutto il successo che potevano sperare coloro che l'hanno commesso/ La monarchia intorpidita in tutta l'Europa/ % suoi nemici trovano alleati per ino sui troni/ *utto riesce ai malvagi/ % progetti pi giganteschi vengono da loro realizzati senza di icolt, mentre il partito dei buoni sventurato e ridicolo in tutto quel che intraprende. L'opinione pubblica perseguita la edelt nell'Europa intera/ % pi eminenti uomini di Stato si ingannano invariabilmente/ % pi grandi generali vengono umiliati/ ecc. + 1 cosi senza dubbio, giacch( la prima condizione di una rivoluzione ineluttabile che non esista tutto ci2 che poteva prevenirla, e che niente riesca a coloro che la vogliono impedire. Eppure mai l'ordine pi visibile, mai la 3rovvidenza pi tangibile di quando l'azione superiore si sostituisce a quella dell'uomo e agisce da sola# ci2 che vediamo in questo momento. 4uel che pi colpisce nella rivoluzione rancese questa orza travolgente che piega tutti gli ostacoli. %l suo turbine trasporta come uscelli tutto ci2 che la orza umana ha saputo opporle. "essuno ha contrariato impunemente il suo cammino. La purezza delle ragioni ha tutt'al pi dato lustro all'ostacolo, ma nient'altro; e questa orza gelosa, marciando direttamente verso la sua meta, spazza via allo stesso modo $harette, 'umouriez e 'rouet. 567 1 stato notato, del tutto a ragione, che la rivoluzione rancese guida gli uomini pi di quanto gli uomini non la guidino. 4uesta osservazione della massima esattezza; e sebbene la si possa applicare pi o meno a tutte le grandi rivoluzioni, pure essa non mai stata pi evidente che in questa epoca. 3er ino gli scellerati che sembrano dirigere la rivoluzione non ne sono che meri strumenti; e non appena pretendono di dominarla, cadono ignobilmente. $oloro che hanno istituito la repubblica, l'hanno atto senza volerlo e senza sapere quel che acevano; vi sono stati condotti dagli avvenimenti# un piano prestabilito non avrebbe avuto successo. 8obespierre, $ollot o 9arre 5:7 non pensarono mai di instaurare il governo rivoluzionario e il regime del terrore. ;i urono insensibilmente guidati dalle circostanze, e mai pi si rivedr niente di simile. 4uesti uomini, sommamente mediocri, esercitarono su una nazione colpevole il pi orribile dispotismo di cui la storia accia menzione, e certamente erano loro, ra tutti i sudditi del regno, i pi sorpresi della propria potenza. &a nel momento stesso in cui questi odiosi tiranni ebbero colmato la misura dei delitti

necessari a quella ase della rivoluzione, un so io li rovesci2. 4uel potere gigantesco, che aceva tremare la <rancia e l'Europa, non resistette al primo attacco; e poich( non doveva esserci niente di grande, niente di augusto in una rivoluzione tutta criminale, la 3rovvidenza volle che il primo colpo osse vibrato da alcuni settembristi 5=7, perch( anche la giustizia osse in ame 5>7. $i si spesso meravigliati che uomini pi che mediocri abbiano giudicato la rivoluzione rancese meglio che uomini di grande ingegno; che essi vi abbiano ortemente creduto, mentre politici consumati non ci credono ancora. %l atto che questa persuasione era uno dei congegni della rivoluzione, la quale non poteva riuscire che per l'estensione e l'energia dello spirito rivoluzionario, ovvero, se cosi si pu2 dire, per la ede nella rivoluzione. %n questo modo, uomini senza genio e senza conoscenze hanno guidato assai bene quel che essi chiamavano il carro rivoluzionario; hanno tutto osato senza temere la controrivoluzione; hanno sempre marciato diritto, senza voltarsi indietro; e tutto gli riuscito, poich( erano solo gli strumenti di una orza che ne sapeva pi di loro. "on hanno commesso errori nella loro carriera rivoluzionaria, per la stessa ragione che il lautista di ;aucanson 5?7 non emise mai una nota alsa. %l torrente rivoluzionario ha preso di volta in volta diverse direzioni; e i rivoluzionari pi in luenti, soltanto seguendo il corso delle cose hanno acquisito quel tipo di potere e di celebrit che era loro proprio# appena hanno voluto andare contro corrente o semplicemente scostarsene isolandosi, troppo lavorando per se stessi, sono spariti dalla scena. .uardate quel &irabeau, che tanto ha contato nella rivoluzione# in ondo, non era che il re della piazza. $on i crimini che ha compiuto da s(, e con i suoi libri, che ha atto are ad altri, ha assecondato il movimento popolare# si metteva al seguito di una massa gi messa in moto e la spingeva nella direzione che essa gi aveva; mai il suo potere and2 al di l di questo; con un altro eroe della rivoluzione condivideva la acolt di agitare la moltitudine senza avere quella di dominarla, vero sigillo della mediocrit nei disordini politici. )lcuni aziosi meno brillanti, e in realt pi abili e potenti di lui, si servivano della sua in luenza a loro vantaggio. Lui tuonava dalla tribuna, ma era il loro antoccio. 'iceva, morendo, che se avesse vissuto, avrebbe riunito le membra sparse della monarchia; e quando aveva voluto, nel momento della sua massima in luenza, mirare semplicemente al posto di ministro, i suoi subalterni l'avevano respinto come un ragazzino. %nsomma, pi si esaminano i personaggi della rivoluzione in apparenza pi attivi, e pi si trova in essi qualcosa di passivo e di meccanico. "on si potrebbe ripeterlo abbastanza# non sono gli uomini che guidano la rivoluzione, la rivoluzione che usa gli uomini. Si dice benissimo quando si dice che essa cammina da sola. 4uesta rase signi ica che mai la 'ivinit si era mostrata in modo cosi chiaro in alcun avvenimento umano. Se ricorre agli strumenti pi vili, perch( punisce per rigenerare. NO(E 6 % nomi di $harette, 'umouriez e 'rouet rappresentano tre diversi atteggiamenti nei con ronti della rivoluzione# il cattolicesimo coerente, il moderatismo, la coerenza rivoluzionaria. : *utti e tre membri del $omitato di salute pubblica. = %% complotto del @ termidoro contro 8obespierre u guidato da alcuni membri della

$omune di 3arigi che avevano responsabilit nei massacri del settembre 6A@:. > 3er la stessa ragione, l'onore disonorato. 0n giornalista 5sul 8(publicain7 ha detto con molto spirito ed esattezza# +$apisco bene come si possa deBpantheonizzare &arat, ma non vedo come si potr mai deBmaratizzare il 3antheon +. $i si lamentati di vedere il corpo di *urenne abbandonato nell'angolo di un museum, accanto allo scheletro di un animale# che imprudenza/ ce n'era abbastanza per ar nascere l'idea di gettare nel 3antheon quei resti venerabili Cn.d.a.D. ? $elebre automa costruito da Eacques de ;aucanson, grande meccanico rancese 56AF@B 6AG:7.

Co')ett%re s%##e $ie *e##a +ro$$i*e'&a 'e##a ri$o#%&io'e ,ra'-ese


!gni nazione, come ogni individuo, ha avuto in sorte una missione che deve assolvere, La <rancia esercita sull'Europa un vero e proprio magistero, che sarebbe inutile contestare, di cui essa abusa nel modo pi colpevole. %n particolare, si trovava al vertice del sistema religioso, e non senza ragione il suo re veniva chiamato cristianissimo# 9ossuet, su questo punto, non ha detto nulla di troppo. !ra, poich( essa si e servita della propria in luenza per contraddire questa vocazione e demoralizzare l'Europa, non bisogna meravigliarsi che vi sia ricondotta con mezzi terribili. 'a tempo non si era vista una punizione cosi spaventosa, in litta a un cosi gran numero di colpevoli. ;i sono degli innocenti, senza dubbio, ra quegli sventurati, ma ve ne sono molto meno di quanto si immagini comunemente. *utti coloro che si sono adoperati a liberare il popolo dal suo credo religioso; tutti coloro che hanno contrapposto so ismi meta isici alle leggi della propriet; tutti coloro che hanno detto# $olpite, purch( ne risulti per noi un vantaggio; tutti coloro che hanno attentato alle leggi ondamentali dello Stato; tutti coloro che hanno consigliato, approvato, avorito le misure violente impiegate contro il re, ecc.; tutti costoro hanno voluto la rivoluzione, e tutti quelli che l'hanno voluta ne sono stati giustissimamente le vittime, anche secondo le nostre vedute ristrette. Si piange alla vista di illustri sapienti che cadono sotto la scure di 8obespierre. 0manamente, non si potrebbe mai rimpiangerli abbastanza; ma la giustizia divina non porta il minimo rispetto per i geometri o i isici. *roppi dotti rancesi urono tra i principali autori della rivoluzione; troppi dotti rancesi l'amarono e la avorirono, inch( essa si limit2 ad abbattere, come il bastone di *arquinio, le teste dominanti. 'icevano, come tanti altri# 1 impossibile che una grande rivoluzione si compia senza arrecare sventure. &a quando un iloso o si consola di tali sventure in vista dei risultati; quando arriva a dire in cuor suo# ;ada per centomila omicidi, purch( si sia liberi; se allora la 3rovvidenza gli risponde# )ccetto il tuo ragionamento, ma tu sarai nel conto, dov' l'ingiustizia, .iudicheremmo orse altrimenti nei nostri tribunali, Sarebbe sgradevole entrare in dettagli; ma sono veramente pochi i rancesi, ra quelli che vengono chiamati vittime innocenti della rivoluzione, a cui la coscienza non abbia potuto dire# )lors. de vos erreurs voHant les tristes ruits,

8econnaissez les coups que vous avez conduits 567. Le nostre idee sul bene e sul male, sull'innocente e sul colpevole, sono troppo spesso alterate dai nostri pregiudizi. 'ichiariamo colpevoli e in ami due uomini che si battono con una lama lunga tre pollici; ma se la lama di tre piedi, allora il combattimento diventa onorevole. *acciamo d'in amia colui che ruba un centesimo dalla tasca dell'amico; se gli prende solo la moglie, allora niente di male. *utti i delitti brillanti, che suppongono uno sviluppo di qualit grandi o piacevoli; tutti quelli soprattutto che sono coronati dal successo, noi li perdoniamo, quando pure non ne acciamo delle virt; e invece le brillanti qualit che adornano il colpevole %o rendono pi odioso agli occhi della giustizia divina, per la quale il crimine pi grande l'abuso dei suoi doni. !gni uomo ha alcuni doveri da assolvere, e l'estensione di questi doveri relativa alla sua posizione sociale e all'ampiezza dei suoi mezzi. La stessa azione ben lungi dall'essere ugualmente criminale se compiuta da uomini diversi. 3er non uscire d'argomento, quel tale atto che, compiuto da un uomo oscuro, arrivato improvvisamente a un potere illimitato, u solo un errore o un gesto di ollia, poteva essere un mis atto se compiuto da un vescovo o da un duca o da un pari. %nsomma, vi sono azioni scusabili, per ino lodevoli secondo le vedute umane, e che sono in ondo in initamente criminali. Se ci viene detto, ad esempio# Io abbracciato in buona ede la rivoluzione rancese, per puro amore della libert e della mia patria; ho creduto, in anima e coscienza, che essa avrebbe arrecato la ine degli abusi e la pubblica elicit; noi non abbiamo niente da replicare. &a l'occhio per il quale tutti i cuori sono dia ani vede la ibra colpevole; scopre, in un ridicolo bisticcio, in un piccolo ruscio dell'orgoglio, in una passione bassa o criminale. %l primo mobile di quelle risoluzioni cui si vorrebbe dar lustro agli occhi degli uomini; e per lui la menzogna dell'ipocrisia innestata sul tradimento un delitto di pi. &a parliamo della nazione in generale. 0no dei crimini pi grandi che si possano commettere senza dubbio l'attentato contro la sovranit, poich( nessun altro reca con s( pi terribili conseguenze. Se la sovranit risiede su una testa, e questa testa cade vittima dell'attentato, il crimine diventa ancora pi atroce. &a se questo sovrano non ha meritato, per alcun mis atto, un tale destino; se anzi sono le sue virt che gli hanno armato contro la mano dei colpevoli, il crimine allora senza nome. %n questi tratti si riconosce la morte di Luigi J;%; ma quel che e importante notare che mai un pi grande delitto ebbe un maggior numero di complici. La morte di $ario % ne ebbe molti di meno, e pure era possibile are a lui dei rimproveri che Luigi J;% non merit2 a atto. &algrado ci2, gli urono date prove dell'interesse pi tenero e pi coraggioso; per ino il boia, che obbediva soltanto, non os2 arsi riconoscere. %n <rancia, Luigi J;% and2 alla morte in mezzo a KF.FFF uomini armati, che non ebbero un solo colpo di ucile per Santerre 5:7# neanche una voce si lev2 in avore dello sventurato monarca, e le province urono mute quanto la capitale. Era rischioso, si diceva. <rancesi/ se trovate che questa una buona ragione, non parlate tanto del vostro coraggio, oppure ammettete che lo impiegate assai male. L'indi erenza dell'esercito non u meno notevole. Esso servL i boia di Luigi J;% molto meglio di quanto non avesse servito il re, giacch( l'aveva tradito. "on si vide, da parte sua, la minima testimonianza di scontento. %nsomma, mai un crimine pi grande appartenne 5certo, con un'in init di gradazioni7 a un pi gran numero di colpevoli.

9isogna are ancora un'osservazione importante# che ogni attentato commesso contro la sovranit in nome della nazione sempre pi o meno un delitto nazionale; in atti, sempre pi o meno colpa della nazione se un numero qualunque di aziosi ha potuto commettere il crimine in nome suo. $osL, tutti i rancesi non hanno certamente voluto la morte di Luigi J;%; ma l'immensa maggioranza del popolo ha voluto, per pi di due anni, tutte le ollie, tutte le ingiustizie, tutti gli attentati che condussero alla catastro e del :6 gennaio. !ra, tutti i delitti nazionali contro la sovranit sono puniti senza indugio e in modo terribile; questa una legge che non ha mai patito eccezione alcuna. 3ochi giorni dopo l'esecuzione di Luigi J;%, qualcuno scriveva sul &ercure universel# orse non si sarebbe dovuti arrivare a tanto, ma dato che i nostri legislatori si sono addossati la responsabilit di questo evento, raccogliamoci intorno a loro# spegnarne tutti gli odi, e non se ne discuta pi. 9enissimo# orse non .si sarebbe dovuto assassinare il re, ma visto che la cosa ormai atta, non parliamone pi e restiamo tutti buoni amici. !h demenza/ ShaMespeare la sapeva un po' pi lunga, quando diceva# La vita di ogni individuo preziosa per s(, ma la vita da cui tante vite dipendono, quella dei sovrani, preziosa per tutti. 0n delitto a orse sparire la maest reale, "el posto che essa occupava, si orma un abisso orrendo, e tutto quel che lo circonda vi si precipita dentro 5=7. !gni goccia del sangue di Luigi J;% ne coster torrenti alla <rancia; quattro milioni di rancesi, orse, pagheranno con la loro testa il grande delitto nazionale di un'insurrezione antireligiosa e antisociale, coronata da un regicidio. 'ove sono le prime guardie nazionali, i primi soldati, i primi generali, che prestarono giuramento alla nazione, 'ove sono i capi, gli idoli di quella prima assemblea cosi colpevole, che l'epiteto di costituente bolla per l'eternit, 'ov' &irabeau, 'ov' 9aillH, con il suo beau Nour, 'ov' *houret, che invent2 la parola espropriare, 'ov' !sselin, il relatore della prima legge che proscrisse gli emigrati, Si potrebbero nominare a migliaia gli strumenti attivi della rivoluzione che sono periti di morte violenta. 4ui ancona possiamo ammirare l'ordine nel disordine; in atti evidente, per poco che ci si ri letta, che i grandi colpevoli della rivoluzione non potevano che cadere sotto i colpi dei loro complici. Se la orza da sola avesse realizzato quel che si chiama la controrivoluzione, e riportato il re sul trono, non ci sarebbe stato alcun mezzo per are giustizia. La pi grande disgrazia che possa capitare ad un uomo mite sarebbe di dover giudicare l'assassino di suo padre, di un suo parente, di un suo amico, o soltanto lOusurpatore dei suoi beni. !ra, precisamente quello che sarebbe accaduto nel caso di una controrivoluzione, quale la si immaginava; per la natura stessa delle cose, in atti, i giudici supremi sarebbero quasi tutti appartenuti alla classe o esa; e la giustizia, che pure si sarebbe limitata a punire, avrebbe avuto l'aria di vendicarsi. ''altronde, l'autorit legittima mantiene sempre una certa moderazione nel punire i delitti commessi da una moltitudine di complici. 4uando manda a morte cinque o sei colpevoli per lo stesso delitto, una strage# se oltrepassa certi limiti, diventa odiosa. %nsomma, i grandi crimini esigono purtroppo grandi supplizi; e in questo genere di cose acile oltrepassare i limiti, quando si tratta di lesa maest, e quando l'adulazione si a carne ice. L'umanit non ha ancora perdonato all'antica legislazione rancese lo spaventoso supplizio di 'amiens 5>7. $he cosa avrebbero dunque atto i magistrati rancesi con tre o quattrocento 'amiens, e con tutti i mostri di cui era piena la <rancia, La sacra spada della giustizia sarebbe

dunque caduta senza sosta come la ghigliottina di 8obespierre, Si sarebbero convocati a 3arigi tutti i carne ici del regno e tutti i cavalli dell'artiglieria per squartare degli uomini, Si sarebbero atti disciogliere in enormi caldaie il piombo e la pece, per versarli sulle membra lacerate da tenaglie roventi, E d'altra parte, come classi icare i diversi delitti, come graduare i supplizi, e soprattutto, come punire senza leggi, Si sarebbe scelto, direte, qualche grande colpevole, e tutti gli altri avrebbero ottenuto la grazia. 1 proprio quello che la 3rovvidenza non voleva. Siccome pu2 tutto ci2 che vuole, essa ignora questo tipo di grazia prodotta dall'incapacit di punire. 9isognava che la grande epurazione si compisse, e che gli occhi ne ossero impressionati; bisognava che il metallo rancese, liberato dalle sue scorie grezze e impure, giungesse pi netto e malleabile nelle mani del re uturo. La 3rovvidenza, certo, non ha bisogno di punire temporalmente per legittimare le vie che percorre; ma in questa epoca, si mette alla nostra portata, e punisce come un tribunale umano. ;i sono state nazioni condannate letteralmente a morte, come se ossero individui colpevoli, e noi sappiamo perch( 5?7. Se osse nei disegni di 'io di rivelarci i suoi piani sulla rivoluzione rancese, potremmo leggere il castigo dei rancesi come il decreto di un parlamento. - &a cosa sapremmo di pi, "on orse visibile questo castigo, "on abbiamo visto la <rancia disonorata da pi di centomila omicidi, L'intero suolo di questo bel regno coperto di patiboli, e questa terra sventurata imbevuta del sangue dei suoi igli grazie ai massacri giudiziari, mentre disumani tiranni spargevano questo sangue uori dai con ini del paese per sostenere una guerra crudele, condotta nel loro proprio interesse, &ai despota pi sanguinario si preso gioco della vita degli uomini con tanta insolenza, e mai popolo passivo si presentato al macello con maggiore compiacenza. "( il erro n( il uoco, n( il reddo n( la ame, e nemmeno le privazioni, le so erenze di ogni genere, niente del suo supplizio lo disgusta; tutto quel che votato deve compiere il suo destino; non ci sar nessuna disobbedienza, ino a che la sentenza non sia eseguita. Eppure, in questa guerra cosi crudele, cosi disastrosa, quanti aspetti interessanti/ e come, volta a volta, dalla tristezza si passa all'ammirazione/ *ras eriamoci nell'epoca pi terribile della rivoluzione; supponiamo che, sotto il governo dell'in ernale comitato 5K7, l'esercito, per un'improvvisa metamor osi, divenga d'un tratto realista; supponiamo che esso convochi le sue assemblee primarie, e che nomini liberamente gli uomini pi illuminati e pi degni, perch( traccino la strada da seguire in questa di icile occasione; supponiamo, in ine, che uno di questi militari eletti si alzi e dica# +$oraggiosi e edeli guerrieri, vi sono circostanze in cui tutta la saggezza umana si riduce alla scelta ra due diversi mali. 1 duro, senza dubbio, combattere per il comitato di salute pubblica; ma sarebbe ancor pi atale rivolgere le armi contro di lui. "ell'istante in cui l'esercito s'immischier nella politica, lo Stato sar dissolto; e i nemici della <rancia, pro ittando di questo momento di dissoluzione, penetreranno in essa e la divideranno. "on per il presente che dobbiamo agire, ma per i tempi che verranno# si tratta innanzitutto di mantenere l'integrit della <rancia, e possiamo riuscirci solo combattendo per il governo, qualunque esso sia; in questo modo, in atti, la <rancia, nonostante le lacerazioni intestine, conserver la sua orza militare e la sua in luenza esterna. ) ben vedere, non per il governo che combattiamo, ma per la <rancia e per il uturo re, il quale ci sar debitore orse di un impero pi grande di quello che trov2 la rivoluzione. 1 dunque un dovere per noi vincere la ripugnanza che ci a esitare. % contemporanei orse

biasimeranno la nostra condotta; ma la posterit le render giustizia+. L'uomo che cosi dicesse, avrebbe parlato da grande iloso o. Ebbene/ questa ipotesi chimerica l'esercito l'ha realizzata senza sapere quel che aceva; e il terrore da un lato, l'immoralit e la stravaganza dall'altro, hanno compiuto proprio ci2 che una saggezza consumata e quasi pro etica avrebbe dettato. Si ri letta bene, e si vedr che, una volta a ermatesi il movimento rivoluzionario, la <rancia e la monarchia potevano essere salvate solo dal giacobinismo. %l re non ha mai avuto alleati; ed cosa abbastanza evidente, perch( non vi sia alcuna imprudenza a enunciarla, che la coalizione aveva di mira l'integrit della <rancia. !ra, come resistere alla coalizione, $on quale mezzo sovrannaturale sventare le mene dell'Europa congiurata, Solo il genio in ernale di 8obespierre poteva compiere questo prodigio. %l governo rivoluzionario induriva l'animo dei rancesi, temprandolo nel sangue; esasperava lo spirito dei soldati, e raddoppiava le loro orze con una disperazione eroce e un disprezzo della vita pieni di rabbia. L'orrore dei patiboli, spingendo il cittadino alle rontiere, alimentava la orza esterna, mentre annientava contemporaneamente all'interno la bench( minima resistenza. !gni vita, ogni ricchezza, ogni potere era nelle mani dell'autorit rivoluzionaria; e questo mostro di potenza, ebbro di sangue e di successi, enomeno spaventoso che mai si era visto prima, e che senza dubbio mai si rivedr, era insieme un castigo orribile per i rancesi e il solo modo di salvare la <rancia. $osa chiedevano i realisti, quando chiedevano una controrivoluzione quale essi la immaginavano, cio compiuta brutalmente e con la orza, $hiedevano la conquista della <rancia; chiedevano dunque la sua divisione, l'annientamento della sua in luenza e l'avvilimento del suo re, vale a dire, tre secoli orse di massacri, s(guito inevitabile di una simile rottura degli equilibri. &a i nostri nipoti, che si cureranno assai poco delle nostre so erenze e che danzeranno sulle nostre tombe, rideranno della nostra attuale ignoranza. SL consoleranno acilmente degli eccessi cui abbiamo assistito e che avranno conservato l'integrit del regno pi bello dopo quello dei cieli 5A7. *utti i mostri che la rivoluzione ha generato, visibilmente, non hanno atto che lavorare per la monarchia. 1 grazie ad essi che lo splendore delle vittorie ha imposto l'ammirazione del mondo intero, e circondato il nome rancese di una gloria di cui i delitti della rivoluzione non hanno potuto completamente spogliarlo; grazie ad essi, il re salir di nuovo sul trono con tutto il suo splendore e tutta la sua potenza, orse per ino con una potenza maggiore. E chi sa che, invece di cedere miseramente alcune delle sue province per ottenere il diritto di regnare, sulle altre, non ne restituir piuttosto qualcuna con la ierezza propria di un potere che concede ci2 che pu2 tenere per s(, 'i certo, si sono viste cose pi improbabili di questa. L'idea stessa che tutto si compie a vantaggio della monarchia rancese mi persuade che nessuna rivoluzione realista possibile prima della pace; in atti, il ristabilimento della monarchia allenterebbe subito tutte le molle dello Stato. La magia nera, che agisce in questo momento, sparirebbe come la nebbia al sole. La bont, la clemenza, la giustizia, tutte le virt miti e tranquille ricomparirebbero d'un tratto, e recherebbero con s( una certa generale dolcezza negli animi, una certa allegria completamente opposta al cupo rigore del potere rivoluzionario. "iente pi requisizioni, niente pi ruberie mascherate, niente pi violenze. % generali, preceduti dal vessillo bianco, chiamerebbero pi rivoltosi

gli abitanti dei paesi invasi che si di endessero legittimamente, e orse che ingiungerebbero loro di non agitarsi, sotto minaccia di ucilarli come ribelli, 4uesti orrori, molto utili al re uturo, non potrebbero per2 essere da lui compiuti# egli avrebbe dunque solo dei mezzi umani. Sarebbe alla pari con i suoi nemici; e cosa accadrebbe in quel momento di sospensione che accompagna necessariamente il passaggio da un governo all'altro, "on ne so niente. Sento bene che le grandi conquiste dei rancesi sembrano mettere al riparo l'integrit del regno 5credo anzi di vedere qui la ragione di tali conquiste7. *uttavia mi pare sempre pi vantaggioso per la <rancia e per la monarchia che la pace, e una pace gloriosa per i rancesi, sia atta dalla repubblica; e che al momento in cui il re ritorner sul trono, una pace pro onda tenga lontani da lui ogni sorta di pericoli. ''altra parte, si vede bene che un cambiamento prematuro, lungi dal guarire il popolo, avrebbe con ermato i suoi errori; esso non avrebbe mai perdonato al potere che gli avesse strappato le sue chimere. Siccome era del popolo propriamente detto, ovvero della moltitudine, che i aziosi avevano bisogno per sconvolgere la <rancia, chiaro che, in generale, dovevano risparmiarlo, e che le grandi vessazioni dovevano innanzitutto colpire la classe agiata. Era dunque necessario che il potere usurpatore gravasse a lungo sul popolo per disgustarlo. )veva visto solo la rivoluzione# bisognava che ne sentisse, che ne assaporasse, per cosi dire, le amare conseguenze. <orse, nel momento in cui scrivo, non ancora su iciente. ''altronde, dovendo la reazione essere uguale all'azione, non a rettatevi, uomini impazienti, e considerate che la lunghezza stessa dei mali vi annuncia una controrivoluzione di cui non avete l'idea. $almate i vostri risentimenti, soprattutto non lamentatevi dei re, e non chiedete altri miracoli oltre a quelli che vedete. E che/ voi pretendete che potenze straniere combattano disinteressatamente per risollevare il trono di <rancia, e senza alcuna speranza di indennit, &a voi volete dunque che l'uomo non sia uomo; voi chiedete l'impossibile. 'irete orse che acconsentireste allo smembramento della <rancia per riportare l'ordine# ma sapete voi che cos' l'ordine, 1 ci2 che si vedr ra dieci anni, orse prima, orse, pi tardi. E poi, da chi avete ricevuto il diritto di decidere per il re, per la monarchia rancese e per la vostra posterit, 4uando ciechi aziosi decretano l'indivisibilit della repubblica, voi dovete vedere solo la 3rovvidenza che decreta quella del regno. .ettiamo ora uno sguardo sull'incredibile persecuzione scatenata contro il culto nazionale e i suoi ministri# una delle acce pi interessanti della rivoluzione. "on si pu2 negare che il sacerdozio in <rancia avesse bisogno di essere rigenerato; e quantunque io sia molto lontano dall'adottare le requisitorie volgari sul clero, mi sembra non meno incontestabile che le ricchezze, il lusso e la generale inclinazione degli animi verso il rilassamento avessero atto declinare questo gran corpo; che osse spesso possibile trovare sotto la tonaca un cavaliere invece di un apostolo; e che in ine, nei tempi che precedettero immediatamente la rivoluzione, il clero osse decaduto, pi o meno come l'esercito, dalla posizione che aveva occupato nell'opinione generale. %l primo colpo in erto alla $hiesa u l'invasione delle sue propriet 5G7; il secondo u il giuramento costituzionale 5@7# e queste due operazioni tiranniche diedero inizio alla rigenerazione. %l giuramento pass2 i preti al vaglio, se cosi si pu2 dire. $hiunque l'abbia prestato, salvo qualche eccezione di cui lecito qui non occuparsi, si visto condurre per

gradi nell'abisso del crimine e dell'obbrobrio# nell'opinione comune unanime la condanna di questi apostati. % preti edeli, illustratisi di ronte a questa stessa opinione in virt di un primo atto di ermezza, si resero ancor pi degni grazie al coraggio con cui seppero a rontare le so erenze e per ino la morte per la di esa della loro ede. %l massacro dei carmelitani 56F7 comparabile a quanto di pi bello la storia ecclesiastica o re in materia. La tirannia che li cacci2 a migliaia dalla loro patria, contro ogni giustizia e ogni pudore, u senza dubbio ci2 che si pu2 immaginare di pi rivoltante; ma anche in questo caso, come in tutti gli altri, i delitti dei tiranni della <rancia diventarono gli strumenti della 3rovvidenza. 3robabilmente era necessario che i preti rancesi ossero mostrati alle nazioni straniere ; hanno vissuto ra i protestanti, e questo riavvicinamento ha diminuito di molto gli odi e i pregiudizi. La consistente emigrazione del clero, e soprattutto dei vescovi rancesi, in %nghilterra, mi sembra un evento del massimo rilievo. 'i certo, saranno state pronunciate parole di pace/ 'i certo, nel corso di questa straordinaria riunione, saranno stati concepiti progetti di riavvicinamento/ 4uand'anche non si osse atto altro insieme che concepire desideri, sarebbe gi molto. Se mai i cristiani si riconcilieranno, come tutto li invita a are, sembra che C'iniziativa debba partire dalla $hiesa d'%nghilterra. %l presbiterianesimo u un'opera rancese, e dunque un'opera esagerata. "oi siamo assai lontani dai seguaci di un culto troppo poco sostanziale# non c' modo di intendersi. &a la $hiesa anglicana, che ci tocca con una mano, tocca con l'altra coloro che noi non possiamo toccare; e quantunque, da un certo punto di vista, essa sia esposta ai colpi dei due partiti, e o ra lo spettacolo un po' ridicolo di un ribelle che predichi l'obbedienza, tuttavia essa molto preziosa sotto altri aspetti, e pu2 essere considerata come una di quelle sostanze chimiche capaci di congiungere elementi per loro natura inassociabili. 'al momento che i beni del clero sono stati dissipati, per lungo tempo nessun motivo spregevole potr procurargli nuovi aderenti; di modo che tutte le circostanze concorrono a risollevare questo corpo. ;i ragione di credere, d'altronde, che la contemplazione dell'opera cui esso sembra incaricato, gli dar quel grado di esaltazione che eleva l'uomo al di sopra di se stesso, e lo mette in condizione di produrre grandi cose. )ggiungete a queste circostanze il ermento degli animi in certe contrade d'Europa, le idee esaltate di alcuni uomini ragguardevoli, e quella specie di inquietudine che si impadronisce delle nature religiose, soprattutto nei paesi protestanti, e le spinge su sentieri straordinari. .uardate, al tempo stesso, la tempesta scatenata sull'%talia; 8oma minacciata insieme a .inevra dal potere nemico di ogni culto, e la supremazia della religione nazionale abolita in !landa con un decreto della $onvenzione. Se la 3rovvidenza cancella, lo a senza dubbio per scrivere di nuovo. !sservo inoltre che, quando grandi credenze si sono stabilite nel mondo, sono state avorite da grandi conquiste e dalla ormazione di grandi sovranit; se ne vede la ragione. %nsomma, che cosa verr uori, nell'epoca in cui viviamo, da queste combinazioni straordinarie che hanno tratto in inganno tutta la prudenza umana, SP sarebbe tentati di credere, in verit, che la rivoluzione politica sia solo un aspetto secondario del grande piano che si svolge dinanzi a noi con una terribile maest.

Io parlato, all'inizio, del magistero che la <rancia esercita sul resto dell'Europa. La 3rovvidenza, che proporziona sempre i mezzi al ine, e che ornisce alle nazioni, come agli individui, gli organi necessari per compiere la loro missione, ha dato precisamente alla nazione rancese due strumenti e, per cosL dire, due braccia, con cui essa agita il mondo; la sua lingua e lo spirito di proselitismo, che orma l'essenza del suo carattere; di modo che essa ha costantemente il bisogno e il potere di in luenzare gli uomini. %l potere, direi quasi il potere regale della lingua rancese, evidente# si pu2, tutt'al pi, ar inta di dubitarne. 4uanto allo spirito di proselitismo, noto come il sole; dal mercante di mode ino al iloso o, l'elemento saliente del carattere nazionale. 0n tale proselitismo passa comunemente per ridicolo, e in realt merita spesso questo giudizio, soprattutto per le sue orme# nel ondo, tuttavia, si tratta di una unzione. !ra, e una legge eterna del mondo morale, che ogni unzione produca un dovere. La $hiesa gallicana era una pietra angolare dell'edi icio cattolico o, per meglio dire, cristiano; giacch(, in senso proprio, vi un solo edi icio. Le chiese nemiche della $hiesa universale non esistono che per mezzo di questa, quantunque orse non lo sospettino neppure, simili a quelle piante parassite, a quegli sterili vischi che vivono solo della sostanza dell'albero che li sostiene, e che essi impoveriscono. 'a ci2 deriva che, essendo la reazione ra opposte potenze sempre uguale all'azione, i maggiori s orzi della dea 8agione contro il cristianesimo si siano atti in <rancia# il nemico attaccava la ortezza. %l clero di <rancia, dunque, non deve a atto addormentarsi; ha mille ragioni di credere che chiamato ad una grande missione; e le stesse congetture che gli lasciano intravedere il motivo delle sue so erenze, gli permettono anche di sentirsi destinato a un compito ondamentale. 'etto in breve, se non ha luogo in Europa una rivoluzione morale, se lo spirito religioso non viene ra orzato in questa parte del mondo, il legame sociale dissolto. "ulla si pu2 indovinare, e ci si deve attendere di tutto. &a se un cambiamento elice destinato a prodursi su questo punto, allora o non vi pi analogia ne induzione ne arte della congettura, oppure la <rancia che chiamata a realizzarlo. Soprattutto questo mi a pensare che la rivoluzione rancese una grande epoca, e che le sue conseguenze, in tutti i campi si aranno sentire molto al di l del tempo della sua esplosione e dei con ini del suo ambito proprio. Se la si considera dal punto di vista politico, ci si con erma nella stessa opinione. 4uanto si sono ingannate sulla <rancia le potenze dell'Europa/ quanti vani progetti hanno meditato/ ! voi che vi credete indipendenti perch( non avete giudici sulla terra, non dite mai# 4uesto mi conviene; '%S$%*E E0S*%*%)& &!"%*%/ 4uale mano, insieme severa e paterna, schiacciava la <rancia con tutti i lagelli immaginabili, e sosteneva l'%mpero con mezzi sovrannaturali, rivolgendo gli s orzi dei suoi nemici contro di loro stessi, $he non ci si venga a parlare degli assegnati, 5667 della orza del numero, ecc., giacch( la possibilit degli assegnati e della orza dei numero precisamente uori della natura. ''altronde, non certo ne per la cartamoneta ne per il vantaggio del numero che i venti sospingono i vascelli dei rancesi e respingono quelli dei loro nemici; che l'inverno prepara per loro ponti di ghiaccio nel momento in cui ne hanno bisogno; che i sovrani che li in astidiscono muoiono a tempo opportuno; che essi invadono l'%talia senza cannoni, e

che alcune alangi, considerate le pi coraggiose del mondo, gettano le armi a parit di numero, e passano sotto il giogo. Leggete le belle ri lessioni del signor 'umas56:7 sull'attuale guerra; saprete per ettamente perch(, ma niente a atto come, essa abbia assunto il carattere che vediamo. 9isogna sempre risalire al comitato di salute pubblica, che u un miracolo, e il cui spirito ancora vince le battaglie. %nsomma, il castigo dei rancesi esce da tutte le regole ordinarie, cosL come ne esce anche la protezione accordata alla <rancia; ma questi due prodigi riuniti si moltiplicano l'uno con l'altro, e o rono uno degli spettacoli pi strabilianti che l'occhio umano abbia mai contemplato. ) misura che gli eventi si svilupperanno, si vedranno altre ragioni e pi mirabili connessioni, %o, d'altronde, non vedo che una parte di ci2 che una vista pi penetrante potrebbe scoprire in da ora. L'orribile spargimento di sangue umano, provocato da questo grande sommovimento, un mezzo terribile; tuttavia tanto un mezzo quanto una punizione, e pu2 dar luogo a interessanti ri lessioni. "!*E 6 +)llora, contemplando le tristi conseguenze dei vostri errori, riconoscerete i colpi che voi stessi avete in erto+# &aistre cita, con qualche modi ica, da 8acine, % igenia, ;, :, 6K66B6K6: : Era il comandante della .uardia nazionale parigina al momento dell'esecuzione di Luigi J;%. = )mleto, atto %%%, scena G Cn.d.a. &aistre cita a memoria e liberamente. %n realt si tratta della Scena =D. > Avertere omnes a tanta foeditate spectaculi oculos. Prmum ultimumque illud supplicium apud Romanos exempli parum memoris legum humanarum fuit C+*utti distolsero lo sguardo da si orrendo spettacolo. <u quello il primo e l'ultimo supplizio, a 8oma, col quale si diede esempio di scarso rispetto delle leggi d'umanit+ *it. Liv. %, :G, 'e suppl. &cttii Cn.d.a.D. ? Levit. J;%%%, :> e sg.; JJ, := B 'euter. J;%%%, @ e sg. B % 8eg. J;, :K B %% 8eg. J;%%, A e sg.; JJ%, : B Erodoto, libro %%, >K e la nota di Larcher su questo passo Cn.d.a.D. K %l $omitato di salute pubblica, istituito il K aprile 6A@=. A .rozio, 'e Nure belli ac pacis; Epist, ad Ludovicum J%%% Cn.d.aD. G La nazionalizzazione dei beni del clero, votata il 6K aprile 6A@F dalla $ostituente. @ %% giuramento di edelt alla nazione, alla costituzione e al re u votato il :A novembre 6A@F, in seguito alla promulgazione della $ostituzione civile del clero 56: luglio7. 6F :BK settembre 6A@:. 66 .li assegnati erano in origine una sorta di buoni del *esoro, garantiti dalle propriet ecclesiastiche requisite e messe in vendita. Le necessit inanziarie indussero in seguito l')ssemblea costituente a tras ormarli in biglietti di banca, autorizzando una serie di emissioni che superavano ampiamente il valore dei beni espropriati.

6: &athieu 'umas era aiutante di campo di La aHette quando scoppi2 la rivoluzione. 'opo il 6F agosto 6A@: si ri ugi2 in Svizzera e rientr2 a 3arigi dopo il @ termidoro. %l libro cui &aistre a ri erimento 'es r(sultats de la dernire campagne 56A@A7.

De##a *istr%&io'e $io#e'ta *e##a spe-ie %.a'a


3urtroppo non si sbagliava quel re del 'ahomeH, paese dell') rica interna, il quale diceva tempo a ad un inglese# Dio ha fatto questo mondo per la guerra; tutti i regni, grandi e piccoli, l'hanno praticata in ogni tempo, bench con principi differenti 567. La storia dimostra, disgraziatamente, che la guerra, in un certo senso, la condizione abituale del genere umano; vale a dire che il sangue umano deve scorrere senza interruzione sul globo, qua o l, e che la pace, per ogni nazione, non che una tregua.Si cita la chiusura del tempio di .iano sotto )ugusto; si cita un anno del regno guerriero di $arlo &agno 5l'anno A@F7 in cui egli non ece la guerra 5:7. Si cita una breve epoca dopo la pace di 8HsQicM, nel 6K@A, e un'altra ugualmente breve dopo quella di $arloQitz, nel 6K@@, in cui non vi urono guerre, non solo in tutta l'Europa, ma nemmeno in tutto il mondo conosciuto. &a queste epoche non sono che attimi. E d'altra parte, chi pu2 sapere quel che accade sull'intero globo in tale epoca o in tal altra, %l secolo che inisce cominci2 per la <rancia con una guerra crudele, che termin2 solo nel 6A6> con il trattato di 8astadt. "el 6A6@, la <rancia dichiar2 guerra alla Spagna; le ostilit cessarono con il trattato di 3arigi nel 6A:A. L'elezione del re di 3olonia riaccese la guerra nel 6A==; la pace u atta nel 6A=K. 4uattro anni dopo, scoppi2 la terribile guerra per la successione austriaca, e dur2 senza interruzione ino al 6A>G. !tto anni di pace cominciavano a cicatrizzare le piaghe di otto anni di guerra, quando l'ambizione dell'%nghilterra costrinse la <rancia a prendere le armi. La guerra dei Sette anni in troppo conosciuta. 'opo quindici anni di riposo, la rivoluzione americana trascin2 di nuovo la <rancia in una guerra di cui neanche tutta la saggezza umana avrebbe potuto prevedere le conseguenze. Si conclude la pace nel 6AG:; sette anni dopo, comincia la rivoluzione# essa dura tuttora; e ino a questo momento costata alla <rancia orse tre milioni dL uomini. 'unque, considerando solo la <rancia, abbiamo quarant'anni di guerra su novantasei. Se altre nazioni sono state pi ortunate, altre ancora lo sono state molto meno. &a non su iciente considerare un punto del tempo e dello spazio; bisogna gettare un rapido sguardo su quella lunga sequenza di massacri che macchia tutte le pagine della storia. Si vedr la guerra in ierire senza interruzione, come una ebbre continua segnata da spaventose impennate di acutezza. 3rego il lettore di seguire questo quadro, a partire dal declino della repubblica romana. &ario stermina, in una battaglia, duecentomila cimbri e teutoni. &itridate a sgozzare ottantamila romani; Silla gli uccide novantamila uomini in un combattimento impegnato in 9eozia, dove egli stesso ne perde diecimila. )rrivano, ben presto, le guerre civili e le proscrizioni. $esare da solo a morire un milione di uomini sul campo di battaglia 5prima di lui, )lessandro aveva avuto questo onore unesto7. )ugusto chiude per un istante il tempio di .iano; ma lo apre poi per secoli, stabilendo un impero elettivo. )lcuni buoni

principi lasciano respirare lo Stato, ma la guerra non cessa mai, e sotto l'impero del buon *ito, seicentomila uomini periscono nell'assedio di .erusalemme. La distruzione degli uomini provocata dalle armi dei romani veramente terribile 5=7. %% basso %mpero non presenta che un seguito di massacri. ) cominciare da $ostantino, che guerre e che battaglie/ Licinio perde ventimila uomini a $ibalis; trentaquattromila ad )drianopoli, e centomila a $risopoli. Le nazioni del "ord incominciano a muoversi. % ranchi, i goti, gli unni, i longobardi, gli alani, i vandali, ecc., attaccano l'%mpero e lo dilaniano gli uni dopo gli altri. )ttila mette l'Europa a erro e uoco. % rancesi gli uccidono pi di duecentomila uomini presso $hlons; e i goti, l'anno seguente, gli anno subire una perdita ancora maggiore. %n meno di un secolo, 8oma presa e saccheggiata tre volte; e in una sommossa che scoppia a $ostantinopoli, quarantamila persone vengono scannate. % goti si impadroniscono di &ilano, e vi uccidono trecentomila abitanti. *otila a massacrare tutti gli abitanti di *ivoli, e novantamila uomini al sacco di 8oma. $ompare &aometto; la spada e il $orano percorrono i due terzi del globo. % saraceni corrono dall'Eu rate al .uadalquivir. 'istruggono da cima a ondo l'immensa citt di Siracusa; perdono trentamila uomini presso $ostantinopoli, in un solo combattimento navale, e 3elagio ne uccide loro ventimila in una battaglia di terra. 4ueste perdite non erano nulla per i saraceni; ma il torrente incontra l'ardimento dei ranchi nelle pianure di *ours, dove il iglio del primo 3ipino, in mezzo a trecentomila cadaveri, lega al suo nome l'epiteto terribile che ancora lo distingue. L'islamismo portato in Spagna vi trova un rivale indomabile. &ai orse si vide tanta gloria, tanta grandezza e tanta carne icina. La lotta dei cristiani e dei musulmani, in Spagna, un con litto di ottocento anni. 3arecchie spedizioni, e pure parecchie battaglie, vi costano venti, trenta, quaranta e ino a ottantamila vite. $arlo &agno siede al trono e combatte per mezzo secolo. !gni anno decreta su quale parte dell'Europa deve inviare la morte. 3resente ovunque e ovunque vincitore, schiaccia nazioni di erro, come $esare schiacciava le e eminate genti dell')sia. % normanni cominciano quella lunga serie di devastazioni e di crudelt che ci anno remere ancora. L'immensa eredit di $arlo &agno viene lacerata; l'ambizione la copre di sangue e il nome dei ranchi scompare alla battaglia di <ontenaH. L'%talia intera saccheggiata dai saraceni, mentre i normanni, i danesi e gli ungheresi devastavano la <rancia, l'!landa, l'%nghilterra, la .ermania e la .recia. Le nazioni barbare si stabilizzano inalmente e si addomesticano. 4uesta vena non da pi sangue; se ne apre subito un'altra# cominciano le crociate. L'Europa intera si precipita sull')sia; praticamente incalcolabile il numero delle vittime. .engizBRhan e i suoi igli sottomettono e devastano il mondo, dalla $ina ino alla 9oemia. % rancesi, che si erano atti crociati contro i musulmani, si anno crociati contro gli eretici# la crudele guerra degli albigesi. 9attaglia di 9ouvines, dove trentamila uomini perdono la vita. $inque anni dopo, ottantamila saraceni periscono all'assedio di 'amietta. % guel i e i ghibellini cominciano quella lotta che doveva cosi a lungo insanguinare l'%talia. La iaccola delle guerre civili si accende in %nghilterra. ;espri siciliani. Sotto i regni di Edoardo e di <ilippo di ;alois, la <rancia e l'%nghilterra si scontrano pi violentemente che mai, e danno inizio a una nuova epoca di carne icine. &assacro degli ebrei; battaglia di 3oitiers; battaglia di "icopoli# il vincitore cade sotto i colpi di *amerlano, che ripete le gesta di .engis Rhan. %l duca di 9ourgogne a assassinare il duca d'Srl(ans, e comincia la sanguinosa rivalit ra le due amiglie. 9attaglia di )zincourt. .li hussiti mettono a erro e uoco una grande parte della

.ermania. &aometto %% regna e combatte per trenta anni. L'%nghilterra, respinta nei suoi con ini, si lacera con le proprie mani. Le case di TorM e di Lancaster la bagnano nel sangue. L'ereditiera di 9ourgogne porta i suoi Stati nella casa d')ustria; e in quel contratto di matrimonio scritto che gli uomini si scanneranno per tre secoli, dal 9altico al &editerraneo. Scoperta del "uovo &ondo# la condanna a morte per tre milioni di indiani. $arlo ; e <rancesco % entrano sulla scena del mondo# ogni pagina della loro storia rossa di sangue umano. 8egno di Solimano; battaglia di &ohcs, assedio di ;ienna; assedio di &alta, ecc. &a dall'ombra di un chiostro che sorge uno dei pi grandi lagelli del genere umano# appare Lutero, seguito da $alvino. .uerra dei contadini; guerra dei *rent'anni; guerra civile in <rancia; massacro nei 3aesi 9assi; massacro in %rlanda; massacro delle $(vennes; giornata di san 9artolomeo; uccisione di Enrico %%%, di Enrico %;, di &aria Stuarda, di $arlo %; e ai giorni nostri, in ine, la rivoluzione rancese, che proviene dalla stessa onte. "on prolungher2 pi oltre questo quadro spaventoso# il nostro secolo e quello che l'ha preceduto sono troppo conosciuti. $he si risalga ino alla culla delle nazioni; che si discenda ino ai nostri giorni; che si esaminino i popoli in tutte le possibili condizioni, dallo stato di barbarie a quello della pi ra inata civilt# sempre si trover la guerra. 3er questa ragione, che la principale, e per tutte quelle che vi si aggiungono, il sangue umano non cessa mai di essere versato per entro l'universo; ora di meno su una super icie pi grande, ora pi abbondantemente su una super icie meno estesa; di modo che questo lusso risulta pressappoco costante. &a di tanto in tanto sopraggiungono avvenimenti straordinari che lo alimentano prodigiosamente, come le guerre puniche, i triumvirati, le vittorie di $esare, l'insurrezione dei barbari, le crociate, le guerre di religione, la successione di Spagna, la rivoluzione rancese, ecc. Se si avessero delle tavole di massacri come si hanno delle tavole meteorologiche, chiss che non se ne scoprirebbe il meccanismo regolatore in capo a qualche secolo di osservazione 5>7, 9u on ha egregiamente provato che una gran parte degli animali destinata a morire di morte violenta. )vrebbe potuto, con tutta evidenza, estendere all'uomo la sua dimostrazione# ma ci si pu2 attenere ai atti. 1 lecito dubitare, del resto, che questa distruzione violenta sia, in generale, un male cosi grande come si crede# per lo meno, uno di quei mali che entrano in un ordine di cose dove tutto violento e contro natura, e che producono delle compensazioni. %n primo luogo, quando l'anima umana ha perduto la sua energia a causa della mollezza, dell'incredulit e dei vizi cancrenosi che seguono l'eccesso della civilizzazione, essa pu2 essere ritemprata solo nel sangue. "on per niente acile spiegare perch( la guerra produce e etti diversi secondo le diverse circostanze. 4uel che si vede abbastanza chiaro che il genere umano pu2 essere considerato come un albero che una mano invisibile continuamente recide, e che spesso trae vantaggio da questa operazione. ) dire il vero, se si erisce il tronco, o se lo si taglia in cima, l'albero pu2 morire# ma chi pu2 sapere quel che accade con l'albero umano, 1 comunque certo che il massimo di stragi va spesso congiunto con il massimo livello demogra ico, come si visto soprattutto nelle antiche repubbliche greche, e in Spagna sotto la dominazione degli arabi 5?7. % luoghi comuni sulla guerra non signi icano niente# non ci vuole grande acume per sapere che pi uomini si ammazzano, meno ne restano per il momento; cosi come vero che pi rami si tagliano, meno ne restano sull'albero; ma sono le conseguenze dell'operazione che

bisogna considerare. !ra, seguendo sempre %o stesso paragone, si pu2 osservare che il giardiniere esperto indirizza il proprio taglio meno alla quantit della vegetazione che alla rutti icazione dell'albero# sono dei rutti, e non del legno e delle oglie, che egli domanda alla pianta. !ra, i veri rutti della natura umana, le arti, le scienze, le grandi imprese, le alte concezioni, le virt virili, dipendono soprattutto dallo stato di guerra. Si sa che le nazioni non arrivano mai al pi alto livello di grandezza di cui sono capaci, se non dopo guerre lunghe e sanguinose. $osi, il momento di splendore per i greci u l'epoca terribile della guerra del 3eloponneso; il secolo di )ugusto segui immediatamente la guerra civile e le proscrizioni; il genio rancese u dirozzato dalla Lega e ra inato dalla <ronda# tutti i grandi uomini del secolo della regina )nna nacquero in mezzo ai disordini politici. 3er arla breve, si direbbe che il sangue il concime di quella pianta che si chiama genio. "on so se ci si intende bene quando si dice che le arti sono amiche della pace. 9isognerebbe almeno spiegarsi e circoscrivere il senso della proposizione; perch( niente, di meno paci ico io vedo che i secoli di )lessandro e di 3ericle, di )ugusto, di Leone J e di <rancesco %, di Luigi J%; e della regina )nna. Sarebbe mai possibile che lo spargimento di sangue umano non avesse una grande causa e dei grandi e etti, 5K7 Si ri letta# la storia e la avola, le scoperte della isiologia moderna e le tradizioni antiche, tutte insieme o rono materiali a queste meditazioni. &i sembra che non sia pi disdicevole procedere a tentoni per questa strada di quanto non sia il percorrerne mille altre ancora pi lontane dall'esperienza umana. *uoniamo pure contro la guerra, e cerchiamo di distoglierne i sovrani; ma non cadiamo nei sogni di $ondorcet, di quel iloso o cosi caro alla rivoluzione, che impieg2 la sua vita a preparare la sventura della generazione attuale, lasciando benignamente la per ezione in eredit ai nostri nipoti. "on c' che un mezzo per reprimere il lagello della guerra, ed di reprimere i disordini che portano con s( questa terribile puri icazione. "ella tragedia greca di !reste, Elena, uno dei personaggi del dramma, e sottratta dagli di al giusto risentimento dei greci, e posta in cielo a ianco dei suoi due ratelli, per essere con loro un segnale di salvezza ai naviganti. )pollo appare per giusti icare questa strana apoteosi # +!a belle""a di #lena B dice B non fu che uno strumento di cui si servirono gli d$i per far venire alle mani i greci e i troiani, e fare scorrere il loro sangue, al fine di prosciugare sulla terra l'iniquit% degli uomini divenuti troppo numerosi+ 5Euripide, !reste, vv. 6K=GB6K>: Cn.d.a.D.7. )pollo diceva benissimo. Sono gli uomini che adunano le nubi, e si dolgono poi delle tempeste. &'est le corroux des rois qui fait armer la terre; &'est le corroux des cieux qui fait armer les rois . 5+ 1 la collera dei re che a armare la terra; la collera dei cieli che a armare i re. +7 &i rendo ben conto che, in tutte queste considerazioni, siamo continuamente assaliti dall'immagine tanto penosa degli innocenti che periscono insieme ai colpevoli. Senza per2 addentrarci in tale problema, che riguarda quanto vi di pi pro ondo, basti soltanto considerarlo nel suo rapporto col dogma universale, antico quanto il mondo, della reversibilit% dei dolori dell'innocen"a a profitto dei colpevoli. 1 da questo dogma, mi sembra, che gli antichi derivarono l'usanza dei sacri ici che praticarono ovunque, e che credevano utili non solo ai vivi, ma anche ai morti 56F7#

usanza tipica, cui l'abitudine ci a pensare senza stupore, ma di cui nondimeno di icile cogliere la radice. % sacri ici volontari, cosi celebrati nell'antichit, dipendevano pure dallo stesso dogma. 'ecio aveva ede nel atto che il sacri icio della propria vita sarebbe stato gradito alla 'ivinit, e che avrebbe potuto compensare tutti i mali che minacciavano la sua patria 5667. %l cristianesimo venuto a consacrare questo dogma, che assolutamente naturale per l'uomo, quantunque paia di icile concepirlo per mezzo della ragione. 1 dunque possibile che il cuore di Luigi J;% e quello della celestiale Elisabetta 56:7 abbiano anch'essi condiviso un tale sacri icio per salvare la <rancia. Si domanda talvolta a cosa servono quelle austerit terribili, praticate da alcuni ordini religiosi, e che sono pure dei sacri ici volontari; sarebbe come domandare a cosa serve il cristianesimo, poich( esso si onda interamente su questo medesimo dogma ampli icato, dell'innocenza che paga per la colpa. L'autorit che approva tali ordinamenti sceglie alcuni uomini, e li isola dal mondo per arne dei condottieri. "on c' che violenza nel mondo; ma noi siamo viziati dalla iloso ia moderna, la quale ha detto che tutto bene, mentre invece il male ha tutto insozzato, e con certezza assoluta si pu2 dire che tutto male, poich( niente al suo posto. Essendosi abbassata la nota tonica del sistema della nostra creazione, tutte le altre si sono abbassate in proporzione, secondo le regole dell'armonia, *utti gli esseri gemono 56=7 e tendono, con atica e dolore, verso un altro ordine di cose,. .li spettatori delle grandi calamit umane sono indotti soprattutto a queste tristi considerazioni. &a cerchiamo di non scoraggiarci# non c' castigo che non puri ichi; non c' disordine che l')&!8E E*E8"! non rivolga contro il principio del male. 1 dolce, in mezzo al generale sovvertimento, presentire i piani della 'ivinit. "on vedremo mai tutto durante il nostro viaggio, e spesso ci inganneremo; ma in tutte le possibili scienze, eccetto le scienze esatte, non siamo orse ridotti a are congetture, E se le nostre congetture sono plausibili, se hanno dalla loro l'analogia, se si appoggiano su idee universali, se soprattutto sono consolanti e tali da renderci migliori, che cosa a loro manca, Se non sono vere, almeno sono buone; o piuttosto, dito che sono buone, non sono orse vere, 'opo aver considerato la rivoluzione rancese da un punto di vista puramente morale, rivolger2 le mie ri lessioni alla politica, senza tuttavia abbandonare l'oggetto principale del mio lavoro. "!*E 6 *he his orH o 'ahomeH, bH )rchibald 'alzel, 9iblioth. 9rit. &aggio 6A@K, volume :, n. 6, pagina GA Cn.d.a.D. : Iis oire de $harlemagne del sig. .aillard, tomo %*, libro *, cap, ; Cn.d.a.D. = &ontesquieu, Esprit des Lois, libro JJ%%%, capitolo 6@ 5n.d.a.7. > 8isulta, per esempio, dal rapporto stilato dal chirurgo in capo dell'esercito di S.&.L,

che su :?F.FFF uomini impiegati dall'imperatore .iuseppe %% contro i *urchi, dal 6U giugno 6AGG al 6U maggio 6AG@, ne erano morti ==.?>= di malattia e GF.FFF in combattimento 5.azette nationale et (trsngre del 6A@F, n. =>7. E da un calcolo approssimativo atto in .ermania, si vede che la guerra attuale era gi costata, nel mese di ottobre 6A@?, un milione di uomini alla <rancia e ?FF,FFF alle potenze della coalizione 5Estratto da un'opera periodica tedesca, nel $orriere di <ranco orte del :G ottobre 6A@?, n. :@K7 Cn.d.a.D. ? La Spagna ha avuto, in quell'epoca, ino a quaranta milioni di abitanti; oggi ne ha appena dicci. B %n altri tempi, la .recia ioriva in mezzo alle guerre pi crudeli; il sangue vi colava a iumi, e l'intero paese pullulava di uomini. Sembrava, dice &achiavelli, che m mezzo alle uccisioni, alle proscrizioni, alle guerre civili, la nostra repubblica diventasse pi polente, ecc. 8ousseau, $ontrat social, libro %%%, cap. %J Cn.d.aD. K 'ignus vindice midus CL'intreccio degno di un tale risolutoreD, .razio, )rie poetica, 6@6 Cn.d.a.D. 6F Essi sacri icavano, letteralmente, per il riposo delle anime; e questi sacri ici, sostiene 3latone, sono di una grande e icacia, a quel che dicono citt intere, e i poeti igli degli di, e i pro eti ispirati dagli di. 'e republica, libro %% Cn.d.a.D, 66 3iaculum omnis deorum irae... !mnes minas periculaque ab deis, superis Ln erisque in se unum vertit C;ittima espiatoria dell'ira celeste... )ttir2 su se stesso tutte le minacce e i pericoli incombenti da parte degli di superi e in eri 5trad. di $arlo ;itali7D. *it. Liv. libro ;ili, @ e 6F. 6: Sorella di Luigi J;%, che mori sul patibolo il 6F maggio 6A@>. 6= San 3aolo ai 8omani, ;%%%, :: e sgg. %l sistema della 3alingenesi di $harles 9onnet ha alcuni punti di contatto con questo testo di San 3aolo; ma questa idea non lo ha condotto a quella di una anteriore degradazione# eppure esse si accordano benissimo insieme Cn.d.a.D.

I/0 +%1 *%rare #a rep%22#i-a ,ra'-ese3


Sarebbe meglio porre quest'altra domanda# 3u2 esistere la repubblica, Lo si d per scontato, ma in questo modo si va troppo in retta, mentre la questione preliminare sembra molto ondata; in atti, la natura e la storia testimoniano insieme che una grande repubblica indivisibile una cosa impossibile. 0n piccolo numero di repubblicani chiusi tra le mura di una citt possono, senza dubbio, avere milioni di sudditi; u il caso di 8oma; ma non pu2 esistere una grande nazione libera sotto un governo repubblicano. La cosa talmente chiara di per s(, che la teoria potrebbe are a meno dell'esperienza; ma l'esperienza, che decide di tutto in politica come in isica, qui per ettamente d'accordo con la teoria. $osa si potuto dire ai rancesi per indurli a credere a una repubblica di ben ventiquattro milioni di uomini, 'ue cose soltanto# 67 "ulla impedisce che si veda ci2 che non si mai visto. :7 La scoperta del sistema rappresentativo rende possibile per noi quel che non lo era per i nostri predecessori. Esaminiamo la orza di questi due argomenti.

Se ci dicessero che un dado, gettato cento milioni di volte, non ha mai presentato, posandosi, che cinque numeri, 6, :, =, > e ? potremmo mai credere che il K si trovi su una delle sue acce, "o di certo; e sarebbe per noi dimostrato, come se l'avessimo visto che una delle sei acce bianca, o che uno dei numeri ripetuto. Ebbene, guardiamo la storia; vedremo in essa quel che chiamiamo la <ortuna gettare il dado da quattro mila anni senza interruzione# ha mai atto uscire .8)"'E 8E3099L%$), "o. 'unque questo numero non era sul dado. Se il mondo avesse conosciuto di volta in volta governi sempre nuovi, non avremmo alcun diritto di a ermare che tale o tal altra orma impossibile solo perch( non si mai vista, ma le cose stanno altrimenti# si vista sempre la monarchia e qualche volta la repubblica. Se poi ci si vuole lanciare nelle classi icazioni, si pu2 chiamare democrazia il governo in cui la massa esercita la sovranit, e aristocrazia quello in cui la sovranit appartiene a un numero pi o meno ristretto di amiglie privilegiate. 'etto questo, si detto tutto. %l paragone del dado dunque per ettamente appropriato# essendo sempre usciti gli stessi numeri dal bussolotto della <ortuna, siamo autorizzati, dalla teoria delle probabilit, a sostenere che non ve ne sono altri. "on con ondiamo le essenze delle cose con le loro modi icazioni# le prime sono inalterabili e ritornano continuamente; le seconde cambiano e variano un po' lo spettacolo, almeno per la moltitudine; giacch( qualsiasi occhio esercitato penetra acilmente le mutevoli vesti di cui l'eterna natura si copre a seconda dei tempi e dei luoghi. 3er esempio, cosa c' di particolare e di nuovo nei tre poteri che costituiscono il governo dell'%nghilterra, i nomi di 3ari e di $omuni, la toga dei Lords, &a i tre poteri, considerati in modo astratto, si trovano ovunque si trovi una libert saggia e durevole; si trovano soprattutto a Sparta, dove il governo, prima di Licurgo, era sempre vacillante, inclinando ora alla tirannia, quando i re avevano troppo potere, e ora alla con usione popolare, quando la plebe iniva per usurpare troppa autorit. &a Licurgo interpose ra i due il Senato, che u, come dice 3la one, un contrappeso salutare... e una robusta barriera che manteneva i due estremi in equilibrio, e che dava solidit e sicurezza alla cosa pubblica, dal momento che i senatori... si schieravano qualche volta dalla parte dei re, quando ce n'era bisogno per resistere alla temerariet popolare, ma anche ra orzavano qualche volta il partito del popolo contro i re, per impedire che essi usurpassero un'autorit tirannica 567. "on c' dunque niente di nuovo, e la grande repubblica impossibile, poich( non c' mai stata una grande repubblica. 4uanto al sistema rappresentativo, che si crede capace di risolvere il problema, mi sento costretto a una digressione che spero mi sar perdonata. $ominciamo con l'osservare che questo sistema non a atto una scoperta moderna, bensL una produzione o, per meglio dire, un pezzo del governo eudale, quando esso giunse a quel punto di maturit e di equilibrio che lo rese, tutto sommato, quanto di pi per etto si visto al mondo 5:7. )vendo l'autorit monarchica ormato i comuni, li convoc2 nelle assemblee nazionali;

essi non potevano comparirvi che attraverso i loro delegati# da ci2 ebbe origine il sistema rappresentativo. 'etto ra parentesi, lo stesso avvenne per il ricorso ai giurati nel procedimento giudiziario. La gerarchia delle dipendenze eudali convocava i vassalli dello stesso ordine nella corte dei rispettivi sovrani 5=7; dal che deriv2 la massima secondo cui ogni uomo doveva essere giudicato dai suoi pari 53ares curtis7, massima che gli inglesi hanno assunto in tutta la sua estensione, e che hanno atto sopravvivere alla sua causa generatrice; mentre i rancesi, meno tenaci, oppure cedendo orse a circostanze irresistibili, non ne hanno tratto lo stesso partito. 9isogna proprio essere incapaci di penetrare ci2 che 9acone chiamava interiora rerum, per immaginare che gli uomini abbiano potuto elevarsi a simili istituzioni attraverso un precedente ragionamento, e che esse possano essere il rutto di una deliberazione. 'el resto, la rappresentanza nazionale non a atto peculiare dell'%nghilterra; si ritrova in tutte le monarchie d'Europa; ma in .ran 9retagna viva; altrove morta oppure addormentata; e non rientra nel piano di questa piccola opera esaminare se la sua sospensione sia stata un danno per l'umanit, e se non sia conveniente riavvicinarsi alle orme antiche. 1 su iciente osservare, secondo la testimonianza della storia, 67 che in %nghilterra, dove la rappresentanza nazionale ha ottenuto e conservato pi orza che in qualsiasi altro luogo, essa non esiste ino alla met del tredicesimo secolo 5>7; :7 che essa non u a atto un'invenzione, n( l'e etto di una deliberazione, n( il risultato dell'azione del popolo acente uso dei suoi antichi diritti; ma che un soldato ambizioso, per soddis are i suoi particolari interessi, cre2 realmente l'equilibrio dei tre poteri dopo la battaglia di LeQes, senza sapere quel che aceva, come sempre accade; =7 che non solo la convocazione dei $omuni nel consiglio nazionale u una concessione del monarca, ma che, all'inizio, il re nominava i rappresentanti delle province, delle citt e dei villaggi; >7 che anche dopo che P $omuni si urono arrogati il diritto di inviare deputati al parlamento, durante il viaggio di Edoardo % in 3alestina, questi vi ebbero solo voto consultivo; che essi presentavano le loro dol(ances come gli Stati generali di <rancia, e che la ormula delle concessioni emananti dal trono in seguito alle loro petizioni era costantemente# accordato dal re e dai principi spirituali e temporali, in virt delle umili preghiere dei $omuni; ?7 in ine, che il potere, attribuita alla camera dei $omuni, di legi erare accanto al re ancora molto recente, poich( risale appena alla met del quindicesimo secolo. Se dunque con questa espressione di rappresentanza nazionale si intendono alcuni rappresentanti inviati da alcuni uomini, provenienti da alcune citt o villaggi, in virt di un'antica concessione del sovrano, non bisogna discutere sulle parole# questo governo esiste, ed quello dell'%nghilterra. &a se si vuole che tutto il popolo sia rappresentato, che esso possa esserlo solo in virt di un mandato 5?7, e che ogni cittadino sia capace di dare o di ricevere questi mandati, a parte qualche eccezione isicamente e moralmente inevitabile; e se si pretende per giunta di unire a un tale ordine di cose l'abolizione di ogni distinzione e unzione ereditaria, questa rappresentanza una cosa che non si mai vista, e che non si realizzer mai.

$i viene citata l')merica; non conosco niente di pi irritante delle lodi attribuite a questo bambino in asce# lasciatelo diventare grande. &a per mettere in questa discussione tutta la chiarezza possibile, bisogna notare che i autori della repubblica rancese non sono tenuti soltanto a provare che la rappresentanza per ezionata, come dicono gli innovatori, possibile e buona; ma anche che il popolo, con questo mezzo, pu2 mantenere la, propria sovranit 5come dicono ancora7 e ormare, nella sua totalit, una repubblica. 1 qui il nodo della questione; perch( se la repubblica nella capitale, e il resto della <rancia suddito della repubblica, non si pu2 parlare di popolo sovrano. La commissione incaricata recentemente di presentare un progetto per il rinnovo del terzo dell'assemblea, a ammontare a trenta milioni il numero dei rancesi. )mmettiamo questa stima, e supponiamo che la <rancia mantenga le proprie conquiste. !gni anno, secondo la $ostituzione, duecentocinquanta persone uscenti dal corpo legislativo saranno sostituite da altre duecentocinquanta. "e consegue che, se i quindici milioni di maschi che costituiscono questa popolazione ossero immortali, capaci di rappresentanza e nominati in ordine uno dopo l'altro, ciascun rancese verrebbe ad esercitare la sovranit nazionale ogni sessantamila anni 5K7. &a siccome in un tale intervallo non si smette di morire di tanto in tanto; e poich( inoltre l'elezione pu2 ripetersi a vantaggio delle stesse teste, e una gran quantit di individui, per natura e per buon senso, sar sempre inabile alla rappresentanza nazionale, l'immaginazione sbigottita per il numero prodigioso di sovrani condannati a morire senza aver regnato. 8ousseau ha sostenuto che la volont nazionale non pu2 essere delegata; ognuno libero di consentire oppure no con questa a ermazione, e di discutere mille anni su simili problemi da accademia. &a certo che il sistema rappresentativo esclude direttamente l'esercizio della sovranit, soprattutto nel sistema rancese, dove i diritti del popolo si riducono alla nomina di coloro che nominano; dove non solo esso non pu2 dare mandati speciali ai suoi rappresentanti, ma la legge stessa si preoccupa di spezzare qualsiasi loro legame con le rispettive province, avvertendoli che essi non sono inviati da coloro che li hanno inviati, ma dalla "azioneB, grande parola di estrema comodit, giacch( se ne a quel che si vuole. 3er arla breve, non possibile immaginare una legislazione meglio congegnata per annullare i diritti del popolo. )veva dunque ragione quel vile cospiratore giacobino, allorch( dichiarava rancamente in un interrogatorio giudiziario# $onsidero il governo attuale usurpatore del potere, violatore di tutti i diritti del popolo, che stato ridotto alla pi deplorevole schiavit. 4uesto orribile sistema a la ortuna di pochi e opprime la massa. %l popolo talmente imbriglialo, talmente stretto in catene da questo governo aristocratico, che spezzarle gli divenuto pi di icile che mai 5A7. Eh/ che importa alla "azione il vano onore della rappresentanza, con cui essa ha a che are cosi poco direttamente, e al quale miliardi di individui non giungeranno mai, La sovranit e il governo le sono orse meno estranei, &a, si dir, ritorcendo l'argomento, che importa alla nazione il vano onore della rappresentanza, se il sistema costituito garantisce la pubblica libert, "on di questo che si tratta# il problema non di sapere se il popolo rancese pu2 essere

libero attraverso la $ostituzione che gli stata data, ma se pu2 essere sovrano. Si cambiano , termini della questione per s uggire al ragionamento. $ominciarne con l'escludere l'esercizio della sovranit; insistiamo su questo punto ondamentale, che il sovrano sar sempre a 3arigi, e che tutto quel racasso sulla rappresentanza non signi ica niente; che il popolo resta per ettamente estraneo al governo; che esso suddito pi che nella monarchia, e che le parole grande repubblica si escludono a vicenda come quelle di cerchio quadrato. *utto ci2 dimostrato in modo matematico. %l problema dunque si riduce a sapere se nell'interesse del popolo rancese essere suddito di un direttorio esecutivo e di due consigli istituiti secondo la $ostituzione del 6A@?, piuttosto che di un re che regni secondo le antiche orme. 1 molto meno di icile risolvere un problema che porlo. 9isogna dunque mettere da parte questa parola repubblica e parlare solo del governo. "on giudicher2 se esso in grado di assicurare la pubblica elicit; i rancesi ne sanno qualcosa/ ;ediamo soltanto se, cosL com', e in qualunque modo lo si chiami, permesso credere alla sua durata. %nnalziamoci innanzitutto al livello che proprio dell'essere intelligente, e da quel punto di vista elevato, consideriamo il ondamento di questo governo. %l male non ha niente in comune con l'esistenza; non pu2 creare, poich( la sua orza puramente negativa# il male lo scisma dell'essere, e non possiede verit. !ra, quel che distingue la rivoluzione rancese, e quel che ne a un evento unico nella storia, che essa malvagia, radicalmente; nessun elemento di bene con orta l'occhio dello spettatore; il pi alto grado di corruzione che si conosca; impurit allo stato puro. %n quale altra pagina della storia si trover una cosi grande quantit di caratteri viziosi che agiscano contemporaneamente sul medesimo palcoscenico, $he spaventoso ammasso di bassezza e di crudelt/ che pro onda immoralit/ che oblio di ogni pudore/ L'in anzia della libert possiede tratti cosi evidenti, che impossibile ingannarsi. %n tale epoca, l'amor di patria una religione, e il rispetto per le leggi una superstizione. % caratteri sono ortemente pronunciati, i costumi sono austeri# le virt risplendono tutte insieme; la lotta di azione si risolve a vantaggio della patria, poich( ci si disputa soltanto l'onore di servirla; tutto, per ino il crimine, reca l'impronta della grandezza. Se si con ronta questo quadro con quello che ci o re la <rancia, come credere alla durata di una libert che comincia gi putrida, !vvero, per parlare pi esattamente, come credere che questa libert possa nascere 5giacch( ancora non esiste7, e che dal seno della pi disgustosa corruzione possa sorgere questa orma di governo, che richiede pi virt di tutte le altre, 4uando si sentono questi pretesi repubblicani parlare di libert e di virt, sembra di vedere una cortigiana appassita che, con rossore pudico, si dia le arie di una vergine. 0n giornale repubblicano riporta il seguente aneddoto sui costumi di 3arigi. + Si dibatteva davanti al tribunale civile una causa di seduzione; una anciulla di 6> anni stupiva i giudici per un grado di corruzione che gareggiava con la pro onda immoralit del suo seduttore. 3i di met dell'uditorio era composta di donne e ragazze; ra queste, pi di venti non avevano ancora 6=B6> anni. &olte stavano accanto alle madri; e invece di

coprirsi il viso, ridevano rumorosamente dei dettagli necessari, ma rivoltanti, che acevano arrossire gli uomini + 5G7. Lettore, rammenta quel romano che, ai suoi tempi, u punito per aver baciato la moglie davanti ai suoi bambini. <a il con ronto, e tira le conclusioni. La rivoluzione rancese, senza dubbio, ha percorso un cammino i cui momenti non si somigliano tutti; per2, nel ondo, la sua natura non mai cambiata, e in dalla sua culla ha mostrato tutto quel che sarebbe stata. Era un certo delirio inspiegabile, un'impetuosit cieca, un disprezzo scandaloso di quanto rispettabile tra gli uomini; un'atrocit di nuovo genere che scherzava sui propri mis atti; soprattutto una prostituzione impudente del raziocinio e di tutte le parole atte per esprimere idee di giustizia e di virt. Se ci si so erma in particolare sugli atti della $onvenzione nazionale, di icile dire quel che si prova. 4uando vado con il pensiero all'epoca della sua convocazione, mi sento trasportato, come il 9ardo sublime dell'%nghilterra 5@7, in un mondo antastico; vedo il nemico del genere umano sedere al &aneggio, e convocare tutti gli spiriti del male in questo nuovo Pandoemonium; odo distintamente il rauco suon delle tartaree trombe 56F7; vedo tutti i vizi della <rancia accorrere all'appello, e non so se un'allegoria quella che sto scrivendo. E ancora adesso, guardate come il crimine a da ondamento a tutta quella impalcatura repubblicana; la parola cittadino che essi hanno sostituito alle orme antiche di cortesia, l'hanno presa dagli uomini pi vili; u in una delle loro orge legislatrici che alcuni briganti inventarono questo nuovo titolo. %l calendario della repubblica, che non deve essere considerato soltanto dal suo lato ridicolo, u una congiura contro il culto; la loro era prende inizio dai pi grandi mis atti che abbiano disonorato l'umanit# non possono datare un atto senza coprirsi di vergogna, ricordando l'origine in amante di un governo le cui este per ino anno impallidire. 1 da questo ango intriso di sangue che deve dunque uscire un governo durevole, "on ci si oppongano i costumi eroci e licenziosi dei popoli barbari che pure sono diventati ci2 che vediamo. La barbara ignoranza ha presieduto, senza dubbio, a numerose costruzioni politiche; ma la barbarie dotta, l'atrocit sistematica, la corruzione calcolata, e soprattutto l'irreligiosit, non hanno mai prodotto niente. $i2 che acerbo giunge alla maturit; la putredine non giunge da nessuna parte. Si mai visto, d'altra parte, un governo, e soprattutto una libera $ostituzione, incominciare a unzionare prescindendo dai membri dello Stato, e are a meno del loro consenso, 5667 Eppure il enomeno che ci presenterebbe quella meteora che si chiama 8epubblica rancese, se potesse durare. 4uesto governo viene creduto orte perch( violento; ma la orza si distingue dalla violenza tanto quanto dalla debolezza, e il modo stupe acente in cui esso opera in questo momento, orse basta da solo a dimostrare che non pu2 continuare a lungo. La nazione rancese non vuole questo governo; essa %o patisce. ;i resta sottomessa, perch( non pu2 scuoterlo, oppure perch( teme qualcosa di peggio. La repubblica riposa solo su questi due pilastri, che nulla hanno di reale. Si pu2 dire che si regge interamente su due negazioni. %noltre, assai notevole che gli scrittori amici della repubblica non si adoperino a atto a mostrare la bont di un tale governo; sanno bene che proprio questo il punto debole#

dicono solo, con la temerit di cui sono capaci, che esso possibile; e passando con leggerezza su questa tesi come su dei carboni ardenti, si adoperano unicamente a provare ai rancesi che essi si esporrebbero alle pi grandi sciagure, se ritornassero al loro antico governo. 1 su questo capitolo che sono acondi; non la iniscono di parlare degli inconvenienti delle rivoluzioni. Se li incalzaste, sarebbero capaci di ammettere che u un crimine a creare l'attuale governo, purch( si accordi loro che non bisogna compierne uno nuovo. Si mettono in ginocchio davanti alla nazione rancese; la supplicano di conservare la repubblica. %n tutto quel che dicono sulla stabilit del governo, si sente, non il convincimento della ragione, ma i sogni del desiderio. 3assiamo ora al grande anatema che pesa sulla repubblica. "!*E 6 3lutarco, ;ita di Licurgo, cap. @, traduzione di )mHot 5n.d.a7. : "on credo vi sia stato mai sulla terra un governo cosi ben temperato, ecc. &ontesquieu, Esprit des Lois, libro J%, cap. G 5n.d.a.7. = ;edi il libro dei <eudi, in appendice al 'iritto romano Cn.d.a.D. > % democratici d'%nghilterra hanno cercato di dare ai diritti dei $omuni un'origine molto pi antica, e hanno visto il popolo in nei amosi V%**E").E&!*S; ma questa tesi era insostenibile, e si dovuto abbandonarla di buona grazia, Iume, tomo %. )ppendice %, p. 6>>. )ppendice %%, p. >FA. Edizione in >+. London, 6AK: Cn.d.a.D. ? Spesso si suppone, per mala ede o per disattenzione, che solo il mandatario pu2 essere rappresentante# un errore. *utti i giorni, nei tribunali, il bambino, il pazzo e l'assente vengono rappresentati da uomini che non hanno ricevuto il loro mandato se non dalla legge. !ra, il popolo riunisce eminentemente queste tre qualit; giacch( esso sempre bambino, sempre pazzo e sempre assente. 3erch( dunque i suoi tutori non potrebbero are a meno del suo mandato, Cn.d.a.D. K "on tengo conto dei cinque posti dL 'irettori. ) tale proposito, la probabilit cosi piccola che pu2 essere considerata uguale a zero Cn.d.a.D A ;edi l'interrogatorio di 9abeu , giugno 6A@K Cn.d.aD, G ournal de l'!pposition, 6A@?, n. 6A?, p. AF? Cn.d.a.D. @ &ilton, l'autore del 3aradiso perduto. 6F %n italiano nel testo. 66 )llusione al decreto dei dueBterzi, che imponeva agli elettori di accordare il mandato a un numero isso di eW membri della $onvenzione. $ontro il decreto ebbe luogo un'insurrezione 56= vendemmiaio dell'anno %%% B ? ottobre 6A@?7, repressa nel sangue.

/0 De##a ri$o#%&io'e ,ra'-ese -o'si*erata 'e# s%o -arattere a'tire#i)ioso0 Di)ressio'e s%# -ristia'esi.o
$' nella rivoluzione rancese qualcosa di satanico che la distingue da tutto ci2 che si visto inora, e orse da tutto ci2 che si vedr in uturo.

Si rammentino le grandi sessioni/ %l discorso di 8obespierre contro il sacerdozio, la solenne apostasia dei preti, la pro anazione degli oggetti di culto, l'istituzione della dea 8agione, e quelle scene inaudite in cui le province cercavano di superare 3arigi; tutto questo esce dalla s era ordinaria dei crimini e sembra appartenere a un altro mondo. E anche adesso che la rivoluzione ha atto molti passi indietro, i grandi eccessi sono scomparsi, ma i principi restano gli stessi. % legislatori 5per usare il loro termine7 non hanno orse pronunciato questa rase senza precedenti; La nazione non inanzia alcun culto, )lcuni uomini dell'epoca in cui viviamo mi sono sembrati, in certi momenti, spingersi ino all'odio per la 'ivinit; ma non necessario raggiungere questo limite spaventose per rendere nulli i pi grandi s orzi costituenti# gi il solo oblio del grande Essere 5non dico il disprezzo7 grava sulle opere umane come un anatema irrevocabile. *utte le istituzioni immaginabili poggiano su un'idea religiosa, altrimenti non sono che transitorie. Esse sono orti e durature nella misura in cui sono, per cosi dire, divinizzale. "on solo la ragione umana, ovvero ci2 che si de inisce iloso ia senza sapere quel che si dice, non pu2 supplire a quelle basi che si de iniscono superstiziose, sempre senza sapere quel che si dice, ma anzi la iloso ia di per s( una potenza essenzialmente disgregatrice. %n una parola, l'uomo pu2 rappresentare il $reatore solo mettendosi in rapporto con lui. %nsensati che non siamo altro/ Se vogliamo che uno specchio ri letta l'immagine del sole, lo volgiamo orse verso terra, 4ueste ri lessioni sono dirette a tutti, al credente come allo scettico# un atto quello che sostengo, non una tesi. "on importa che si rida delle idee religiose oppure che le si veneri# nondimeno esse ormano 5vere o alse che siano7 l'unica base di tutte le istituzioni durature. 8ousseau, l'uomo al mondo che orse di pi caduto nell'errore, si tuttavia imbattuto in questa osservazione, senza aver voluto tirarne le conseguenze. La legge giudaica, dice, che sussiste tuttora, e quella del iglio di %smaele, che da dieci secoli regge la met del mondo, celebrano ancora oggi i grandi uomini che le hanno dettate... L'orgogliosa iloso ia o il cieco spirito di parte non vedono in essi che degli impostori ortunati 567. "on gli restava che trarne la conclusione, invece di parlarci di quel grande e possente genio che regge le istituzioni durevoli 5:7# come se questo linguaggio poetico spiegasse qualcosa/ 8i lettiamo sui atti attestati dalla storia intera; scorgeremo che, nella catena degli eventi umani, dalle pi grandi istituzioni che anno epoca nel mondo, ino alla pi piccola organizzazione sociale, dall'impero ino alla con raternita, tutte hanno una base divina, e la potenza umana, tutte le volte che se ne distaccata, non ha potuto dare alle sue opere che un'esistenza e imera e asulla; che cosa dobbiamo dunque pensare della nuova $ostituzione rancese e del potere che l'ha prodotta, 3er quanto mi riguarda, non creder2 mai alla econdit del nulla. Sarebbe interessante esaminare a ondo, una dopo l'altra, le nostre istituzioni europee, e mostrare come esse siano tutte cristianizzate; come la religione, mescolandosi a tutto, tutto animi e sostenga. Le passioni umane possono pure in angare e snaturare le pi alte creazioni; se il principio divino, ce n' abbastanza per assicurare loro una durata prodigiosa. <ra mille esempi, si pu2 citare quello degli ordini militari. $ertamente non si

ar torto ai membri che li compongono a ermando che l'obiettivo religioso non il primo a cui mirano# non importa, essi perdurano, e questa durata un prodigio. 4uanti spiriti super iciali se la ridono di questo strano amalgama ra un monaco e un soldato/ Sarebbe meglio che si estasiassero di ronte a quella orza occulta, grazie alla quale questi ordini hanno attraversato i secoli, schiacciato potenze ormidabili, e resistito a traumi che non cessano tuttavia di stupirci. 4uesta orza il nome sul quale queste istituzioni si ondano; giacch( nulla se non grazie a $olui che . %n mezzo al generale sconvolgimento di cui siamo testimoni, l'occhio inquieto degli amici dell'ordine si issa soprattutto sulla mancanza di educazione. 3i di una volta si inteso dire che bisognerebbe rimettere all'onore del mondo i gesuiti. "on discuto qui i meriti di questa istituzione; ma un tale desiderio non rivela pensieri molto pro ondi. "on si pretender che sant'%gnazio sia l pronto ad assecondare i nostri progetti, Se la $ompagnia distrutta, qualche rate cuciniere potr orse rimetterla in piedi con lo stesso spirito che la cre2; ma tutti i sovrani del mondo non ci riuscirebbero. 4uesta una legge divina altrettanto certa, altrettanto tangibile che le leggi del moto. !gni volta che un uomo si mette, secondo le proprie orze, in contatto con il $reatore, e produce un'istituzione qualsiasi in nome della 'ivinit, quale che sia d'altronde la sua debolezza individuale, la sua ignoranza, la sua povert, l'oscurit dei suoi natali, in una parola, la sua assoluta miseria umana, egli partecipa in qualche modo dell'onnipotenza, e se ne a strumento# egli produce opere la cui orza e durata stupiscono la ragione. 3rego ogni lettore attento di volgere lo sguardo attorno a s(; inanche nei pi piccoli oggetti, trover con erma di queste grandi verit. "on necessario risalire ino al iglio di %smaele, a Licurgo, a "uma, a &os, le cui legislazioni urono tutte religiose; baster osservare una esta popolare o una danza rustica. %n alcuni paesi protestanti si possono vedere certe adunate certi esteggiamenti popolari, che non hanno pi apparentemente una loro ragione, e che derivano da usanze cattoliche assolutamente dimenticate. <este di questo genere non hanno in s( niente di morale, niente di venerabile# non importa; esse derivano, sebbene molto alla lontana, da idee religiose; quanto basta a perpetuarle. *re secoli non hanno potuto arle dimenticare. &a voi, padroni della terra/ 3rincipi, re, imperatori, possenti maest, invincibili conquistatori/ 3rovatevi soltanto a condurre il popolo quel tale giorno di ogni anno, in un luogo determinato, 3E8 ')"X)8E. ;i chiedo poco, ma scommetto solennemente che non ce la arete, mentre il pi umile missionario riuscir nell'impresa, e si ar obbedire duemila anni dopo la sua morte. !gni anno, in nome di san .iovanni, di san &artino, di san 9enedetto, ecc., il popolo si raccoglie attorno a un tempio rustico# arriva animato di un'allegria rumorosa e tuttavia innocente. La religione santi ica la gioia, e la gioia rende la religione pi bella# dimentica le sue pene; pensa, rientrando a casa, al piacere che prover l'anno seguente nel medesimo giorno, e quel giorno per lui una data che conta 5=7. )ccanto a questo quadro, collocate quello dei padroni della <rancia, che un'incredibile rivoluzione ha dotato di tutti i poteri, e che non riescono a organizzare una semplice esta. Sono prodighi di denari, chiedono aiuto a tutte le arti, ma il cittadino resta a casa, oppure si reca all'appuntamento solo per ridere degli organizzatori. )scoltate il dispetto dell'impotenza/ ascoltate queste memorabili parole di uno di quei deputati del popolo rivolte al corpo legislativo in una seduta del mese di gennaio 6A@K#

+&a come/ - esclamava - 0omini estranei ai nostri costumi, alle nostre usanze, sarebbero riusciti a istituire estivit ridicole per celebrare avvenimenti sconosciuti, in onore di personaggi la cui esistenza un mistero. &a come/ essi avranno potuto ottenere l'impiego di ondi immensi, per ripetere ogni giorno, con triste monotonia, cerimonie insigni icanti e spesso assurde, e invece gli uomini che hanno preso la 9astiglia e rovesciato il trono, gli uomini che hanno scon itto l'Europa, non riusciranno a conservare, attraverso este nazionali, il ricordo dei grandi avvenimenti che rendono immortale la nostra rivoluzione. + ! delirio/ o abisso dell'umana debolezza/ Legislatori, meditate questa grande con essione; essa vi insegna quel che siete e quel che potete. ) questo punto, di cosa altro abbiamo bisogno per giudicare il sistema rancese, Se la sua nullit non evidente, al mondo non vi pi nulla di certo. Sono talmente persuaso delle verit che di endo, che quando considero il generale indebolimento dei principi morali, la divergenza delle opinioni, la ragilit delle sovranit che mancano di ondamento, l'immensit dei nostri bisogni e l'inanit dei nostri mezzi, mi sembra che ogni vero iloso o debba scegliere ra queste due ipotesi# o che si ormer una nuova religione, oppure che il cristianesimo sar ringiovanito in qualche maniera straordinaria. 1 ra queste due supposizioni che bisogna are la scelta, a seconda del partito che si preso sulla verit del cristianesimo. 4uesta idea sar respinta sdegnosamente solo da quegli uomini dalla vista corta, che non credono possibile se non ci2 che vedono. 4uale uomo dell'antichit avrebbe mai potuto prevedere il cristianesimo, e quale uomo estraneo a questa religione avrebbe potuto, ai suoi inizi, prevederne il successo, $ome acciamo a sapere che una grande rivoluzione morale non sia gi cominciata, 3linto, come dimostra la sua amosa lettera 5>7, non aveva la minima idea di questo gigante, di cui vedeva solo l'in anzia. &a che olla d'idee mi assale in questo momento, e mi innalza ino alle pi sublimi contemplazioni/ La .E"E8)X%!"E attuale testimone di uno dei pi grandi spettacoli che occhio umano abbia mai visto# la lotta ad oltranza del cristianesimo e del iloso ismo. La battaglia aperta, i due avversari sono alle prese, e l'universo osserva. $ome in !mero, si vede il padre degli di e degli uomini sollevare la bilancia che pesa i due grandi interessi opposti; ben presto uno dei due piatti incliner verso il basso. 3er l'uomo prevenuto, di cui il cuore che ha convinto la testa, gli avvenimenti non provano niente; avendo preso partito irrevocabilmente per il si o per il no, l'osservazione e il ragionamento sono ugualmente inutili. &a voi tutti, uomini di buona ede, che negate o che dubitate, orse questo grande momento del cristianesimo verr in aiuto alle vostre indecisioni. 'a diciotto secoli esso regna su gran parte del mondo, e soprattutto sulla parte pi illuminata del globo. 4uesta religione risale per ino al di l di un'epoca cosi antica; a partire dal suo ondatore si collega a un altro ordine di cose, a un tipo religioso che l'ha preceduta. L'uno non pu2 essere vero senza che l'altra lo sia; l'uno si gloria di promettere quel che l'altra si gloria di mantenere; di modo che questa, in una visibile concatenazione, risale all'origine del mondo. ESS) ")$40E "EL .%!8"! %" $0% ")$40E8! % .%!8"%,

"on vi sono altri esempi di una tale durata; e, per attenersi anche solo al cristianesimo, non c' istituzione al mondo che possa essergli opposta. 3er cavillare gli si paragonano altre religioni# numerosi e sorprendenti caratteri escludono ogni con ronto; non qui il caso di scendere in dettagli# una parola sar su iciente. $i si mostri un'altra religione ondata su atti miracolosi e su dogmi incomprensibili, creduta per diciotto secoli da una gran parte del genere umano, e di esa di epoca in epoca dagli uomini pi illustri, da !rigene ino a 3ascal, nonostante gli s orzi estremi di una setta nemica, che non ha smesso di ruggire da .elso ino a $ondorcet. <enomeno mirabile/ quando si ri lette su questa grande istituzione, l'ipotesi pi naturale, su ragata da tutte le verosimiglianze, quella di un'architettura divina. Se l'opera umana, non c' pi modo di spiegarne il successo; escludendo il prodigio, non si a che ricon ermarlo. *utte le nazioni, si dice, hanno preso rame per oro colato. 9enissimo# ma questo rame non stato orse versato nel crogiuolo europeo, e sottoposto, per diciotto secoli, alla chimica delle nostre osservazioni, e se ha subito questa prova, non se l' orse cavata con onore , "eQton credeva all'incarnazione ; ma 3latone, mi sembra, credeva poco alla nascita prodigiosa di 9acco. %l cristianesimo stato predicato da ignoranti e creduto da sapienti, ed in questo non somiglia a niente che si conosca. 3er di pi, esso ha sostenuto con successo tutte le prove. Si dice che la persecuzione sia un vento che alimenta e propaga la iamma del anatismo. )mmettiamolo# 'iocleziano avori il cristianesimo; ma, in questo caso, $ostantino avrebbe dovuto so ocarlo, il che non accaduto. Ia resistito a tutto, alla pace, alla guerra, ai patiboli, ai trion i, ai pugnali, alle lusinghe, all'orgoglio, all'umiliazione, alla povert, all'opulenza, alle tenebre del medioevo e al grande splendore dei secoli di Leone J e di Luigi J%;. $i u un tempo in cui un imperatore onnipotente 5?7, padrone della maggior parte del mondo allora conosciuto, impieg2 contro di esso tutte le risorse del suo genio; nulla dimentic2 per ar rivivere gli antichi dogmi; li associ2 abilmente alle idee platoniche, che erano alla moda. "ascondendo il livore che lo animava sotto la maschera di una tolleranza puramente esteriore, us2 contro il culto nemico armi a cui nessun'opera umana ha mai resistito# %o espose al ridicolo; impoverL il sacerdozio per renderlo spregevole; lo priv2 di tutti i sostegni che l'uomo pu2 ornire alle proprie opere# di amazioni, intrighi, ingiustizie, oppressioni, ironia, orza e astuzia. *utto u inutile; il .alileo la vinse su .iuliano il iloso o. !ggi, in ine, l'esperienza si ripete in circostanze ancora pi avorevoli; niente manca di tutto ci2 che pu2 renderla decisiva. State dunque bene attenti, voi tutti che la storia non ha ammaestrato abbastanza. 'icevate che lo scettro sosteneva la tiara; ebbene/ non c' pi nessuno scettro nella grande arena# esso in ranto, e i pezzi sono sparsi nel ango. "on sapevate ino a che punto l'in luenza di un sacerdozio ricco e potente potesse sostenere i dogmi che predicava# io non credo veramente che esista il potere di ar credere, ma sorvoliamo. "on vi sono pi preti# sono stati cacciati, scannati, avviliti; sono stati spogliati, e quelli che sono s uggiti alla ghigliottina, ai roghi, ai pugnali, alle ucilazioni, agli annegamenti, alla deportazione, ricevono oggi l'elemosina che un tempo erano soliti o rire. *emevate la orza dell'abitudine, l'ascendente dell'autorit, le illusioni

dell'immaginazione; non c' pi niente di tutto questo; non vi sono pi abitudini, non vi sono pi autorit; ogni uomo padrone del proprio pensiero. 'al momento che la iloso ia ha corroso il cemento che univa gli uomini, non esistono pi legami morali. %l potere civile, avorendo con tutte le proprie orze il rovesciamento del vecchio sistema, o re ai nemici del cristianesimo tutto l'appoggio che un tempo gli accordava; lo spirito umano assume tutte le orme immaginabili per combattere l'antica religione nazionale. 4uesti s orzi vengono applauditi e ricompensati, mentre gli s orzi contrari sono considerati come dei crimini. "on avete pi niente da temere dall'incantesimo degli occhi, che sono sempre i primi ad essere ingannati. 0n pomposo apparato, vane cerimonie, non seducono pi uomini davanti ai quali, da sette anni, ci si prende gioco di tutto. % templi sono chiusi, oppure si aprono soltanto alle chiassose deliberazioni e ai baccanali di un popolo s renato. .li altari sono rovesciati; animali immondi sono stati portati a spasso per le strade vestiti con gli abiti dei ponte ici; le sacre coppe sono servite per orge abominevoli; e su quei medesimi altari che la ede antica circondava di cherubini estasiati, si sono atte salire ignude prostitute. %l iloso ismo non ha dunque pi da lamentarsi# tutte le opportunit umane sono a suo avore; tutto viene atto a suo vantaggio e tutto contro la sua rivale. Se risulter vincitore, non dir come $esare# ;enni, vidi e vinsi; ma, in in dei conti, avr vinto, 3otr battere le mani e sedersi ieramente su una croce rovesciata. &a se il cristianesimo uscir da questa prova terribile pi puro e pi vigoroso, se l'Ercole cristiano, orte della sua sola orza, sollever il iglio della terra e lo so ocher tra le sue braccia, patuit 'eus, rancesi/ allora dovrete are largo al re cristianissimo, portarlo voi stessi sul suo antico trono, risollevare la sua ori iamma; e che la sua moneta, circolando dall'uno all'altro polo, porti ovunque l'insegna trion ale# $8%S*! $!&)"'), $8%S*! 8E."), $8%S*! ;%"$E/ "!*E 6 $ontrat social, libro %%, cap. A Cn.d.aD. : %bidem Cn.d.a.D. = Ludis publicis... popularem laetitiam in cantu et Nidibus et tibiis moeranto, E)&40E $0& '%;0& I!"!8E E0".0"*! C"ei giochi pubblici... moderino la popolare allegrezza nel canto, nelle cetre e nelle tibie, e questa congiungano agli onori dovuti agli di 5trad. di )nna 8esta 9arrile7D. $icerone, 'e legibus, %%, @ Cn.d.a.l. > 1 la lettera di 3linio, governatore di 9itinia, all'imperatore *raiano sulla condotta da tenere nei con ronti dei cristiani. ? .iuliano, nipote di $ostantino, imperatore dal =K6 al =K=.

/I0 De##4i',#%e'&a *i$i'a 'e##e -ostit%&io'i po#iti-he


L'uomo in grado, di modi icare ogni cosa nella s era della propria attivit, ma non crea nulla# questa la sua legge, nell'ambito isico come in quello morale. L'uomo senza dubbio capace di piantare un seme, ar crescere un albero, migliorarlo

con un innesto, e potarlo in cento maniere, ma mai ha immaginato di avere il potere di are da s( un albero. $ome ha potuto immaginare di avere quello di are una costituzione, grazie orse all'esperienza, ;ediamo allora quel che essa ci insegna. *utte le costituzioni libere che si conoscono al mondo si sono ormate in due maniere. *alvolta esse sono, per cosi dire, germogliate in modo insensibile, grazie alla combinazione di un insieme di circostanze che noi chiamiamo ortuite; qualche altra volta hanno avuto un autore, che apparso come un enomeno, e si atto obbedire. %n entrambi i casi, ecco come 'io ci avverte della nostra debolezza e del diritto che ha riservato per s( nella ormazione dei governi. 67 "essuna costituzione il risultato di una deliberazione; i diritti dei popoli non sono mai scritti, o almeno gli atti costitutivi e le leggi ondamentali scritte non sono mai altro che sanzioni di diritti anteriori, di cui nulla si pu2 dire se non che esistono perch( esistono 567. :7 9ench( 'io non abbia creduto opportuno impiegare in questo genere di cose mezzi sovrannaturali, ha posto tuttavia dei limiti all'azione umana, di modo che nella ormazione delle costituzioni le circostanze sono tinto, e gli uomini stessi non sono che circostanze. &olto spesso, addirittura, correndo appresso a un ine ne ottengono un altro, come abbiamo visto nella costituzione inglese. =7 % diritti del popolo propriamente detto derivano abbastanza spesso da una concessione dei sovrani, e in questo caso il atto pu2 essere storicamente accertato; ma i diritti dei sovrani e dell'aristocrazia, per lo meno i diritti essenziali, costitutivi e radicali, se cosi ci si pu2 esprimere, non hanno n( autori n( data di nascita. >7 )nche le concessioni del sovrano sono sempre state precedute da uno stato di cose che le rendeva necessarie e che non dipendeva da lui. ?7 9ench( le leggi scritte non siano mai altro che sanzioni di diritti anteriori, tuttavia ci2 non vuoi dire che tutto quanto pu2 essere scritto lo sia; in ogni costituzione vi sempre anche qualcosa che non pu2 essere scritto 5:7, e che bisogna lasciare in un'oscurit nebulosa e venerabile, sotto pena di rovinare lo Stato. K7 3i si scrive e pi l'istituzione debole; la ragione evidente. Le leggi non sono che dichiarazioni di diritti e i diritti sono dichiarati solo quando vengono attaccati; di modo che il gran numero delle leggi, costituzionali scritte non a altro che rivelare il gran numero delle insidie e il pericolo di una distruzione. Ecco perch( l'istituzione pi robusta dell'antichit pro ana u quella di Sparta, dove niente veniva scritto. A7 "essuna nazione pu2 darsi la libert se gi non la possiede 5=7. 4uando comincia a ri lettere su se stessa, le sue leggi sono gi atte. L'intervento umano non arriva al di l dello sviluppo dei diritti che gi esistevano ma che erano misconosciuti o contrastati. Se gli imprudenti oltrepassano questi limiti con ri orme temerarie, la nazione inisce per perdere quello che possedeva, senza ottenere quello che vuole. 'a ci2 deriva la necessit di non innovare se non molto raramente, e sempre con moderazione e tremore. G7 4uando la 3rovvidenza decide di dar vita a una costituzione politica in modo pi rapido, appare allora un uomo dotato di un potere inde inibile# parla e si a obbedire; ma

questi uomini meravigliosi orse appartengono solo al mondo antico e all'in anzia delle nazioni. %n ogni caso, ecco il carattere distintivo di questi legislatori per eccellenza# essi sono re oppure nobili. ) questo riguardo, non c', e non pu2 esserci, eccezione alcuna. 3roprio questo requisito manc2 all'istituzione di Solone, la pi ragile dell'antichit 5>7. % bei tempi di )tene, che passarono presto 5?7, urono per di pi interrotti da conquiste e tirannie, e lo stesso Solone vide i 3isistrati. @7 4uesti medesimi legislatori, con Da loro straordinaria potenza, non anno mai altro che riunire elementi preesistenti nei costumi e nel carattere dei popoli# ma questa riunione, questa ormazione rapida che somiglia a una creazione, possibile solo in nome della 'ivinit. La politica e la religione si ondono insieme# si distingue appena il legislatore dal sacerdote; e le sue istituzioni pubbliche consistono principalmente m cerimonie e ricorrenze religiose 5K7. 6F7 La libert, in un certo senso, u sempre un dono dei re, perch( tutte le nazioni libere urono costituite da re. 4uesta la regola generale, e le eccezioni che si potrebbero indicare rientrerebbero nella regola, se ossero discusse 5A7. 667 "on mai esistita nazione libera che non avesse nella sua costituzione naturale germi di libert antichi quanto lei; e mai nazione riuscita e icacemente a sviluppare, attraverso leggi ondamentali scritte, nuovi diritti oltre a quelli che esistevano nella sua costituzione naturale. 6:7 0na qualsiasi assemblea di uomini non pu2 costituire una nazione; una simile impresa supera addirittura in ollia quel che tutti i 9edlams del mondo possono inventare di pi assurdo di pi stravagante 5G7. 'imostrare in dettaglio questa a ermazione, dopo quello che ho detto, sarebbe, a parer mio, mancare di rispetto a coloro che sanno, e are troppo onore agli ignoranti. 6=7 Io parlato prima di un carattere distintivo degli antichi legislatori; eccone un altro che notevolissimo, e sul quale si potrebbe scrivere un libro intero. $ostoro non appartengono mai alla categoria dei dotti, non scrivono, agiscono per istinto e per impulso pi che per ragionamento, e non usano altro strumento al di uori di una certa orza morale che piega le volont come il vento piega le messi. 3otrei dimostrare che questa osservazione non che il corollario di una verit generale della massima importanza, e avrei delle cose interessanti da dire, ma non voglio divagare; pre erisco eliminare le digressioni e andare diritto al sodo. <ra la politica teorica e la legislazione costituente c' la stessa di erenza che esiste ra la poetica e la poesia. "ella scala generale degli ingegni, l'illustre &ontesquieu sta a Licurgo come 9atteuW sta a !mero o a 8acine. $' di pi# questi due tipi di talento si escludono a vicenda, come si visto dall'esempio di LocMe, che inciamp2 malamente quando gli venne in mente di dare delle leggi agli americani. Io visto un grande sostenitore della repubblica lamentarsi sul serio perch( i rancesi non avevano notato, ra le opere di Iume, quella intitolata 3iano di una repubblica per etta. - ! coecas hominum mentes/ Se vedete un uomo ordinario provvisto di buon senso, ma che non abbia mai mostrato in alcun campo un segno di superiorit, voi non potete essere sicuri che egli non abbia le qualit del legislatore. "on c' alcuna ragione di dire sL o no; ma se si tratta di 9acone, di LocMe, di &ontesquieu, ecc., dite no, senza esitare, giacch( il

talento che possiede dimostra che manca dell'altro 5@7. L'applicazione alla costituzione rancese dei principi che ho appena esposto si impone da s(; ma conviene considerare il problema da un punto di vista particolare. % pi grandi nemici della rivoluzione devono rancamente convenire che la $ommissione degli undici che ha elaborato l'ultima costituzione possiede, secondo tutte le apparenze, pi ingegno della sua opera, e che probabilmente ha atto tutto quello che poteva are. 'oveva lavorare con materiali recalcitranti, che non permettevano di applicare i principi; e gi la divisione dei poteri, che pure sono divisi solo da una parete 56F7, una bella vittoria riportata sui pregiudizi del momento. &a non si tratta qui del merito intrinseco della costituzione. "on rientra nei miei piani cercare i di etti particolari, i quali garantiscono che essa non pu2 durare; d'altronde, su questo punto tutto stato detto. %ndicher2 soltanto l'errore teorico che sta alla base di questa costituzione, e che ha indirizzato i rancesi sulla via sbagliata in dai primo istante della loro rivoluzione. La costituzione del 6A@?, come le sue sorelle maggiori, atta per lOuomo. !ra, non esiste uomo nel mondo. Io visto, nella mia vita, rancesi, italiani, russi, ecc.; so pure, grazie a &ontesquieu, che si pu2 essere persiani; ma quanto allOuomo, dichiaro di non averlo incontrato in vita mia; se esiste, a mia insaputa. $' orse una sola contrada al mondo dove non si possono trovare un $onsiglio dei cinquecento, un $onsiglio degli anziani e cinque 'irettori, 4uesta costituzione pu2 essere proposta a tutte le associazioni umane, dalla $ina ino a .inevra. &a una costituzione che atta per tutte le nazioni non atta per nessuna# una pura astrazione, un'opera scolastica atta per esercitare l'ingegno a parure da un'ipotesi ideale, e che va indirizzata allOuomo, negli spazi immaginari dove risiede. $he cos' una costituzione, non orse la soluzione del seguente problema, 'ati la popolazione, i costumi, la religione, la situazione geogra ica, le relazioni politiche, le ricchezze, le buone e le cattive qualit di una determinata nazione, trovare le leggi che le convengono. 4uesto problema non nemmeno a rontato nella costituzione del 6A@?, la quale ha pensato solo allOuomo. *utte le ragioni immaginabili convergono per stabilire che quest'opera manca del sigillo divino. - Essa non che un tema. 3erci2, gi in questo momento, quanti segni di caducit/ "!*E 6 Sarebbe da pazzi domandare chi ha dato la libert alle citt di Sparta, di 8oma, ecc. 4ueste repubbliche non hanno ricevuto le loro costituzioni dagli uomini. .liele hanno date 'io e la natura. SidneH, 'iscorso sul governo, tomo %, capitolo :. L'autore non sospetto Cn.d.a.D. : %% giudizioso Iume ha atto spesso questa osservazione. $iter2 solo il passaggio seguente# 4uesto articolo della costituzione inglese 5il diritto di rimostranza7 molto di icile, o per meglio dire impossibile, regolarlo mediante leggi# deve essere guidato da certe idee sottili di opportunit e di decenza, piuttosto che dall'esattezza delle leggi e delle

ordinanze 5Iume, Storia d'%nghilterra. $arlo %, cap, ?=, nota E7. B *homas 3aine, com' noto, di un'altra opinione. Egli pretende che una costituzione esista solo quando possibile mettersela in tasca Cn.d.a.D. = 0no popolo uso a vivere sotto uno principe, se per qualche accidente diventa libero, con di icolt mantiene la libert. &achiavelli, 'iscorsi sopra la prima deca di *ito Livio, libro %, cap. J;% Cn.d.a.D. > 3lutarco ha visto bene questa verit. Solane, egli dice, non riuscL a mantenere a lungo una citt in unit e concordia... poich( era di origine popolare, non era tra i pi ricchi per estrazione, ma piuttosto era un medio borghese. ;ita di Solone, traduzione di )mHot Cn.d.a.D. ? Iaec eWtrema uit aetas imperatorum )theniensium %phicratis, $habriae, *himothei# ncque posi illorum obttum quisquam duW in illa urbe uit dignus memoria C4uesto u l'ultimo periodo dei generali ateniesi % icrate, $abria, *imoteo; e dopo la loro morte in quella citt non d u alcun comandante degno di essere ricordatoD. $ornelio "epote, ;ita di *imoteo, cap. %;. 'alla battaglia di &aratona a quella di Leucade, vinta da *imoteo, trascorrono 66> anni. 1 questo il diapason della gloria di )tene 5n.d.a.7. K 3lutarco, ;ita di "uma 5n.d.a.7. A "oque ambigitur quitt 1rutus idem, qui tantum gloriae, superbo eWacto rege, meruit pessimo publico id actu us uerit, si libertatis immaturae cupidine priorum regum aitcui regnum eWtorsisset, ecc. CE non vi dubbio che anche 9ruto, il quale si merit2 tanta gloria per aver cacciato il Superbo, avrebbe attuato il suo proposito con grave pregiudizio dello Stato, se per brama di una libert ancora prematura avesse tolto il regno a uno dei re precedenti 5trad. di &ario Scandola7D. *ito Livio, %%, 6. L'intero passaggio assai degno di essere meditato Cn.d.a.D. G 1 necessario che uno solo sia quello che dia il modo e dalla cui mente dependa qualunque simile ordinazione. &achiavelli, 'iscorsi sopra la prima deca di *ito Livio, libro %, cap. %J 5n.d.a.7. @ 3latone, Xenonc, $risippo hanno scritto dei libri, ma Licurgo ha compiuto degli atti 53lutarco, ;ita di Licurgo7. "on c' una sola idea sana in morale e in politica che sia s uggita al buon senso di 3lutarco Cn.d.a.D. 6F %n nessun caso i due consigli possono riunirsi nella stessa sala. $ostituzione del 6A@?, titolo ?, art. KF 5n.d.a7.

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%% legislatore somiglia al $reatore# non lavora tutto il tempo; mette al mondo, e poi si riposa. !gni vera legislazione ha il suo sabbat, e l'intermittenza il suo carattere distintivo; cosL che !vidio ha enunciato una verit di primOordine, quando ha detto# 4uod caret alterna requie durabile non est 567. Se la per ezione osse alla portata della natura umana, ogni legislatore parlerebbe una volta sola; ma bench( tutte le nostre opere siano imper ette, e bench( il sovrano sia obbligato, man mano che le istituzioni politiche si corrompono, a venire in loro soccorso

con nuove leggi, pur tuttavia la legislazione umana pu2 avvicinarsi al suo modello grazie a quell'intermittenza di cui ho appena parlato. %l suo riposo la onora tanto quanto la sua azione originaria# pi essa agisce, e pi la sua opera umana, cio ragile. !sservate i lavori delle tre assemblee nazionali di <rancia; che numero prodigioso di leggi/ 'al primo luglio 6AG@ all'ottobre 6A@6, l')ssemblea nazionale ne ha atteYYY. :.??A L')ssemblea legislativa, in undici mesi e mezzo, ne ha atteYYYYYYY...Y 6.A6: La $onvenzione nazionale, dal primo giorno della repubblica al > brumaio dell'anno %; 5:K ottobre 6A@?7, ne ha atte, in ?A mesiYYYYYYYYYYY66.:6F *!*)LE 5:7YYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY..Y..6?.>A@ 'ubito che le tre dinastie dei re di <rancia abbiano mai prodotto una collezione cosL abbondante. 4uando si ri lette su questo immenso numero di leggi, si provano successivamente due diversissime sensazioni# la prima di ammirazione, o almeno di stupore; ci si meraviglia, con 9urMe, che questa nazione, la cui rivolezza proverbiale, abbia prodotto lavoratori cosi ostinati. L'edi icio di queste leggi un'opera atlantica, la cui immagine sbigottisce. &a lo stupore ben presto si muta in compassione, quando si pensa alla nullit di queste leggi; si vedono allora solo dei bambini che si anno ammazzare per costruire un grande castello di carte. 3erch( tante leggi, - 3erch( non c' alcun legislatore. $he hanno atto da sei anni a questa parte i pretesi legislatori, - "iente, giacch( distruggere non are. )bbiamo davanti agli occhi lo spettacolo incredibile di una nazione che si da tre costituzioni in cinque anni. "essun legislatore mai andato a tentoni; egli dice iat da par suo, e la macchina si mette in moto. &a malgrado i molti s orzi che le tre assemblee hanno atto in questo senso, tutto andato di male in peggio, poich( all'opera dei legislatori sempre di pi mancato il consenso della nazione. La costituzione del 6A@6 u certamente un bel monumento di pazzia; eppure, bisogna ammetterlo, u accolta con passione da tutti i rancesi; ed di buon grado, bench( del tutto insensatamente, che la maggioranza del popolo prest2 giuramento alla "azione, alla Legge e al 8e. % rancesi addirittura si in atuarono di quella costituzione, al punto che, molto tempo dopo il suo abbandono, era abbastanza comune sentir dire che per ritornare alla vera monarchici bisognava passare dalia costituzione del 6A@6. %n ondo, equivaleva a dire che per ritornare dall')sia in Europa bisognava passare dalla luna; ma io voglio attenermi ai atti 5=7. La costituzione di $ondorcet non mai stata messa alla prova, e non ne valeva la pena; le u pre erita l'opera di alcuni esaltati 5>7, che aveva il vantaggio di piacere ai loro simili, i quali in <rancia, grazie alla rivoluzione, non sono pochi; e cosi, in in dei conti, delle tre costituzioni quella che ha avuto meno autori l'attuale. "elle assemblee primarie che l'hanno approvata 5a detta dei governanti7 alcuni partecipanti hanno ingenuamente scritto; adottata in mancanza di meglio. 4uesto , di atto, lo stato d'animo generale della nazione. Essa si sottomessa per stanchezza, disperata di non trovare di meglio# nel parossismo dei mali che l'opprimevano, ha creduto di respirare sotto questo ragile riparo; ha pre erito un cattivo porto a un mare in burrasca; ma da nessuna parte si vista la convinzione ne il consenso del cuore. Se questa costituzione osse atta per i rancesi, la

orza invincibile dell'esperienza le conquisterebbe ogni giorno nuovi partigiani# e invece accade esattamente il contrario; ogni minuto c' un nuovo disertore della democrazia# solo l'apatia e la paura conservano il trono dei 3entarchi 5?7; e i viaggiatori pi obiettivi e perspicaci che hanno percorso la <rancia dicono con voce unanime# EO una repubblica senza repubblicani. &a se la orza dei governi, come stato tanto predicato ai re, risiede interamente nell'amore dei sudditi, se la paura da sola un mezzo insu iciente per mantenere la sovranit, che cosa dobbiamo pensare della repubblica rancese, )prite gli occhi, e vedrete che essa non vive/ $he apparato immenso/ quante molle e congegni/ che racasso di pezzi che si urtano/ che quantit enorme di uomini impiegati a riparare i danni/ *utto lascia scorgere che la natura non ha alcuna parte in questi movimenti, giacch( il primo carattere delle sue creazioni la potenza congiunta all'economia dei mezzi# in natura, dato che ogni cosa al suo posto, non vi sono scosse ne oscillazioni. 'ato che tutti gli attriti sono dolci, in natura non vi chiasso, ed solenne questo silenzio. 1 cosi che, nella isica meccanica, la per etta ponderazione, l'equilibrio e l'esatta simmetria delle parti anno si che, dalla stessa velocit del movimento, risultino per l'occhio soddis atto le apparenze del riposo. "on vi dunque sovranit in <rancia. *utto asullo, tutto violento, tutto indica che un simile ordine di cose non pu2 durare. La iloso ia moderna insieme troppo materiale e troppo presuntuosa per accorgersi di come veramente unziona il mondo della politica. 0na delle sue ollie quella di credere che un'assemblea possa costituire una nazione; che una costituzione, vale a dire l'insieme delle leggi ondamentali che convengono a una nazione e che devono darle tale o tal altra orma di governo, sia un'opera qualsiasi, che richiede solo ingegno, conoscenze ed esercizio; che si possa imparare il mestiere di costituente, e che alcuni uomini, il giorno che a loro venisse in mente, possano dire ad altri uomini# ateci un governo, come si dice a un operaio# ammi una tromba a uoco o un telaio per calze. Eppure, esiste una verit altrettanto certa, nel suo genere, quanto una proposizione di matematica; ed che nessuna grande istituzione il risultato di una deliberazione, e che le opere umane sono ragili in proporzione del numero di uomini che vi mettono mano e dell'apparato di scienza e di ragioni che vi si impiega a priori. 0na costituzione scritta, come quella che oggi regge i rancesi, non che un automa, che possiede solo le orme esteriori della vita. L'uomo, con le sue orze, tutt'al pi un ;aucanson; per essere 3rometeo bisogna salire al cielo; in atti il legislatore non pu2 arsi obbedire ne con la orza ne con le ragioni 5K7. 3ossiamo ben dire che, a questo punto, l'esperienza l'abbiamo atta. Si manca in atti di attenzione, quando si dice che la costituzione rancese unziona# si prende la costituzione per il governo. 4uesto, che un tipo di dispotismo molto accentuato, unziona in troppo, mentre la costituzione esiste solo sulla carta. ;iene osservata o viene violata, secondo gli interessi dei governanti# il popolo non conta niente, e gli oltraggi che i suoi padroni gli anno subire sotto le orme del rispetto dovrebbero guarirlo dei suoi errori. La vita di un governo altrettanto reale che la vita di un uomo; si sente o, per meglio dire, si vede, e nessuno pu2 sbagliarsi su questo punto. 3rego tutti i rancesi che hanno una coscienza di domandare a se stessi se non devono arsi una certa violenza per

concedere ai loro rappresentanti il titolo di legislatori, e se questa etichetta di cortesia non li obbliga a un leggero s orzo, pi o meno simile a quello che provavano quando, sotto l'antico regime, volevano chiamare conte o marchese il iglio di un segretario del re. !gni onore viene da 'io, dice il vecchio !mero 5A7, che parla letteralmente come san 3aolo, pur senza averlo copiato. $i2 che certo, che non dipende dall'uomo trasmettere quel carattere inde inibile che si chiama dignit. Solo alla sovranit appartiene lOonore per eccellenza; da essa, come da un vasto serbatoio, l'onore discende, in quantit, peso e misura, sugli ordini e sugli individui. Io notato che, avendo un membro della legislatura parlato del proprio 8)".! in uno scritto pubblico, i giornali hanno riso di lui, poich( in atti non esiste alcun rango in <rancia, ma solo potere, che dipende esclusivamente dalla orza. %n un deputato il popolo non vede altro che la settecentocinquantesima parte del potere di are molto male. %l deputato che sia rispettato, non lo perch( deputato, ma perch( rispettabile. *utti quanti, senz'altro, vorremmo aver pronunciato il discorso del signor Sim(on sul divorzio; ma tutti vorremmo anche che egli l'avesse pronunciato in seno a un'assemblea legittima. Sar orse un'illusione da parte mia, ma quel salario che un pretenzioso neologismo chiama indennit mi sembra un argomento contro la rappresentanza rancese. L'inglese, libero grazie alla legge e indipendente grazie alla propria ortuna, che viene a Londra per rappresentare la nazione a proprie spese, ha in s( qualcosa di imponente. &a questi legislatori rancesi che tolgono cinque o sei milioni di lire tornesi alla nazione per darle delle leggi; questi acitori di decreti che esercitano la sovranit nazionale per otto miriagrammi di rumento al giorno 5G7 e che vivono dei proventi della loro potenza legislatrice; questi uomini, in verit, anno sull'animo ben poca impressione; e quando uno arriva a domandarsi quanto valgono, l'immaginazione non pu2 evitare di valutarli in rumento. %n %nghilterra, quelle due lettere magiche &.3.5 &ember o 3arliament7, unite al nome meno conosciuto, lo esaltano immediatamente e gli danno diritto a una considerazione elevata. %n <rancia, un uomo che brigasse un posto di deputato per combinare a proprio avore un matrimonio redditizio, probabilmente arebbe male i suoi conti. %% atto che qualunque rappresentante, qualunque strumento di una alsa sovranit, non pu2 suscitare che la curiosit o il terrore. L'incredibile debolezza del potere umano abbandonato a se stesso tale che non pu2 nemmeno consacrare una divisa. 4uanti rapporti sono stati indirizzati al corpo legislativo sul costume che dovevano indossare i suoi membri, )lmeno tre o quattro, ma sempre invano. "ei paesi stranieri si vendono i modelli di questi bei costumi, mentre a 3arigi l'opinione pubblica li ri iuta. 0n abito ordinario, contemporaneo di un grande avvenimento, pu2 da questo essere consacrato. %n tale caso, il carattere che lo segna lo sottrae anche al dominio della moda# mentre gli altri cambiano, esso resta immutato, e il rispetto lo circonda per sempre. 1 pi o meno in questa maniera che si oggiano i costumi dei grandi dignitari. 3u2 per ino essere interessante osservare che, ra tutti gli ornamenti rivoluzionari, i soli che abbiano una certa consistenza sono la sciarpa e il pennacchio, che appartengono alla cavalleria. 9ench( denigrati, essi persistono, come quegli alberi la cui lin a nutritiva si seccata e che hanno perduto solo la loro bellezza. %l pubblico unzionario, coperto di

questi segni disonorati, assomiglia un poco a quel ladro che brilla sotto gli abiti dell'uomo che ha appena spogliato. "on so se vedo bene, ma vedo ovunque la nullit di questo governo. <ate bene attenzione# sono le conquiste dei rancesi che hanno creato illusioni sulla durata del loro governo. Lo splendore dei successi militari abbaglia per ino le persone di ingegno, che non si accorgono subito ino a che punto quei successi sono estranei alla stabilit della repubblica. Le nazioni hanno vinto sotto tutti i possibili governi; e anche le rivoluzioni, esaltando gli animi, producono le vittorie. %n guerra, i rancesi avranno sempre la meglio sotto un governo ermo, che sia capace di disprezzarli mentre li loda e di lanciarli contro il nemico come palle di cannone mentre promette loro epita i sulle gazzette. 1 sempre un 8obespierre che in questo momento vince le battaglie; il suo dispotismo di erro che conduce i rancesi al macello e alla vittoria. 1 prodigando l'oro e il sangue, acendo orza con tutti i mezzi, che i padroni della <rancia hanno ottenuto i successi di cui siamo testimoni. 0na nazione sommamente valorosa, esaltata da un qualsiasi anatismo e guidata da abili generali, vincer sempre, ma pagher care le sue conquiste. La costituzione del 6A@= ha orse ricevuto il sigillo della durata da quei tre anni di vittorie di cui occupa il centro, 3erch( dovrebbe andare diversamente con quella del 6A@?, e perch( mai la vittoria dovrebbe dare a questa una qualit che non ha potuto imprimere all'altra, 'el resto, il carattere delle nazioni sempre lo stesso. 9arclaH, nel sedicesimo secolo, ha dipinto molto bene quello dei rancesi sotto l'aspetto militare# 1 una nazione, dice, supremaB mente valorosa, e che possiede al proprio interno una massa invincibile; ma quando si spinge all'esterno, non pi la stessa. 3er questo non ha mai potuto mantenere il dominio sui popoli stranieri, ed potente solo per sua disgrazia 56F7. "essuno sente meglio di me che le circostanze attuali sono straordinarie e che possibilissimo che avvenga quel che non mai avvenuto; ma tale problema indi erente al tema di questo libretto. ) me basta indicare la alsit del ragionamento seguente# la repubblica vittoriosa; dunque durer. Se proprio si deve are una pro ezia, pre erirei dire# la guerra la a vivere; dunque la pace la ar morire. L'autore di un sistema di isica penserebbe senza dubbio di essere nel giusto, se avesse a proprio avore tutti i atti della natura, come io posso citare a sostegno delle mie ri lessioni tutti i atti della storia. Esamino in buona ede i monumenti che essa ci presenta, e non vedo niente che dia credito a questo chimerico sistema di deliberazione e costruzione politica per mezzo di ragionamenti a priori. *utt'al pi si potrebbe citare l')merica; ma ho gi risposto in anticipo, dicendo che non ancora il momento dL menzionarla. )ggiunger2 ugualmente qualche ri lessione. 67 L')merica inglese aveva un re, ma non lo vedeva# lo splendore della monarchia le era sconosciuto e il sovrano era per essa come una specie di potenza sovrannaturale che non cade sotto i sensi. :7 L')merica possedeva l'elemento democratico che esiste nella costituzione della metropoli. =7 3ossedeva inoltre quegli elementi che le urono apportati dai suoi primi coloni, nati nel

mezzo delle lotte religiose e politiche e quasi tutti spiriti repubblicani. >7 $on questi elementi, e sul ondamento dei tre poteri che avevano ereditato dai loro antenati, gli americani hanno costruito, e non atto tabula rasa come i rancesi. &a tutto quel che vi di veramente nuovo nella loro costituzione, tutto quel che risulta dalla comune deliberazione, quanto di pi ragile esista al mondo; non si potrebbero mettere insieme un numero maggiore di segni di debolezza e di caducit. "on solo non credo a atto alla stabilit del governo americano, ma le stesse entit particolari dell')merica inglese non mi ispirano alcuna iducia. Le citt, per esempio, animate da una assai poco nobile invidia reciproca, non sono riuscite a mettersi d'accordo sul luogo dove dovrebbe risiedere il $ongresso. "essuna ha voluto cedere alle altre questo onore. 'i conseguenza, si deciso di costruire una nuova citt che sar la sede del governo. Si scelto il sito pi vantaggioso sul bordo di un grande iume, ed stato stabilito che la citt si chiamer Vashington; stato segnato il luogo di tutti gli edi ici pubblici; si messa mano all'opera, e gi il piano della cittBregina circola nell'Europa intera. %n tutto ci2 non vi nulla che superi, essenzialmente, il potere dell'uomo. Si pu2 ben costruire una citt# e tuttavia c' troppa deliberazione, troppa umanit in questa accenda, e si potrebbe scommettere mille contro uno che la citt non sar costruita, oppure che non si chiamer Vashington, oppure che il $ongresso non vi risieder. "!*E 6 + "on durevole ci2 cui manca periodico riposo + 5!vidio, Ieroides, %;, G@7. : 4uesto calcolo, che stato atto in <rancia, viene riportato da un giornale straniero del mese di ebbraio 6A@K. La ci ra di 6?.>A@ in meno di sei anni mi sembrava gi su iciente, quando ho ritrovato ra le mie carte l'a ermazione di un giornalista in vena di piacevolezze, il quale vuole assolutamente, su uno di quei ogli scintillanti C4uotidienne del =F novembre 6A@K, n.:6G7, che la repubblica rancese possieda due milioni e alcune centinaia di migliaia dL leggi stampate, e un milione e ottocento mila che non lo sono. B 3er me, non ho nulla da obiettare Cn.d.a.D. = 0n uomo di spirito, che aveva le sue buone ragioni per lodare questa costituzione e che vuole assolutamente che essa sia un monumento della ragione scritta, d'accordo tuttavia, anche senza parlare dell'orrore per le due $amere e della restrizione del veto, che essa contenga numerosi altri principi di anarchia 5:F o ?F per esempio7. ;edi Sguardo sulla rivoluzione rancese di un amico dell'ordine e delle leggi, dei sig. &. Cil generale &ontesquiouD, )mburgo, 6A@>, pagg. :G e AA. &a quel che segue ancora pi curioso. 4uesta costituzione, dice l'autore, non di ettosa per quel che contiene, ma per quel che le manca. %bidem, p. :A. $i2 va inteso# la costituzione del 6A@6 sarebbe per etta, se osse atta# l')pollo del. 9elvedere, meno la statua e il piedistallo Cn.d.a.D. > L'66 ottobre 6A@: la $onvenzione nomin2 un comitato di nove membri incaricato dL preparare il nuovo progetto di costituzione. $ondorcet ne era l'ispiratore. &a dopo il trion o dei montagnardi sui girondini urono aggiunti al comitato altri cinque membri, che stilarono un nuovo testo, rapidamente approvato 5:> giugno 6A@=7. ? % cinque membri del 'irettorio, K 8ousseau, $ontrat social, libro %%, cap. A. 9isogna sorvegliare quest'uomo senza sosta, e sorprenderlo quando, per distrazione, si lascia s uggire la verit Cn.d.a.D.

A %liade, %, 6AG, G La costituzione dell'anno %%% issava a =FFF miriagrammi di rumento l'indennit annua dei parlamentari. 6F .ens armis strenua, indomita intra se molis, et ubi in cWteros eWundat, statLm impetus sui oblita# eo modo nec din eWternum imperium tenuit, et sola est in eWitium sui potens. E. 9arclaH, %con. animarum, cap. %%% Cn.d.a.D.

/III0 De##4a'ti-a -ostit%&io'e ,ra'-ese0 Di)ressio'e s%# re e s%##a s%a *i-hiara&io'e ai ,ra'-esi *e# .ese *i #%)#io 1765
Sull'antica costituzione rancese sono state sostenute tre tesi diverse; aldini hanno preteso che la nazione non avesse alcuna costituzione; altri hanno a ermato il contrario; altri ancora, come succede in tutte le questioni importanti, hanno adottato una posizione intermedia # hanno sostenuto che i rancesi avevano una vera costituzione, ma che questa non veniva osservata. La prima posizione insostenibile. Le altre due non si contraddicono realmente. Lo sbaglio di chi ha preteso che la <rancia non avesse alcuna costituzione dipendeva dalla concezione assolutamente erronea circa il potere dell'uomo, la sua capacit deliberante e le leggi scritte. Se qualcuno, provvisto anche solo di buon senso e di onest, chiedesse in buona ede che cos'era l'antica costituzione rancese, si potrebbe rispondergli rancamente# +1 quel che voi sentivate quando eravate in <rancia; quell'insieme di libert e di poteri, di leggi e di opinioni, che aceva credere allo straniero, suddito di una monarchia e viaggiatore in <rancia, di trovarsi sotto un governo diverso dal suo+. &a se si vuole appro ondire la questione, si troveranno, nei monumenti del diritto pubblico rancese, caratteri e leggi che innalzano la <rancia al di sopra di tutte le monarchie conosciute. 0n tratto peculiare di questa monarchia che essa possiede un certo elemento teocratico, che le proprio e che le ha consentito quattordici secoli di durata# nulla cosi spiccatamente nazionale quanto tale elemento. % vescovi, da questo punto di vista successori dei druidi, lo hanno solo per ezionato. "on credo che alcun'altra monarchia europea abbia impiegato, per il bene dello Stato, un cosi gran numero di sacerdoti nel governo civile. 8isalgo col pensiero dal paci ico <leurH ino a quei Sant'!un, quei San L(ger 567, e tanti altri personaggi eminenti dal punto di vista politico nei secoli bui ; veri e proprL !r ei della <rancia, che addomesticarono le tigri e si ecero seguire dalle querce# dubito che altrove si possa trovare niente di simile. &a, mentre il sacerdozio era in <rancia una delle tre colonne che sostenevano il trono e svolgeva un ruolo cosi importante nelle assemblee della nazione, nei tribunali, nel ministero, nelle ambasciate, non si notava o si notava poco la sua in luenza nell'amministrazione civile; e per ino quando un prete era primo ministro, non si aveva in <rancia un governo di preti. *utte le in luenze erano molto ben equilibrate, e ciascuno stava al proprio posto. 'a

questo punto di vista, l'%nghilterra che assomigliava di pi alla <rancia. Se mai essa bandisse dal suo linguaggio politico le parole $hurch and State, il suo governo perirebbe come quello della sua rivale. Era di moda in <rancia 5poich( tutto moda in questo paese7 dire che vi si era schiavi. &a perch( allora si trovava nella lingua rancese la parola cito'en, prima ancora che la rivoluzione se ne impadronisse per disonorarla, parola che non pu2 essere tradotta nelle altre lingue europee, 8acine iglio, a nome della citt di 3arigi, indirizzava questo bei verso al re di <rancia# (ous un roi cito'en, tout cito'en est roi 5:7. 3er lodare il patriottismo di un rancese, si diceva# c'est un grand cito'en. Si cercherebbe invano di trasportare questa espressione nelle altre nostre lingue# gross burger in tedesco 5=7, gran cittadino in italiano, ecc. non sarebbero tollerabili 5>7. &a bisogna uscire dalle considerazioni generali. 'iversi membri dell'antica magistratura hanno raccolto e sviluppato i principi della monarchia di <rancia in un libro interessante, che sembra meritare tutta la iducia dei rancesi 5?7. 4uesti magistrati cominciano, com' giusto, dalla prerogativa reale, e in e etti non vi cosa pi grandiosa. +La costituzione attribuisce al re il potere legislativo; da lui emana ogni giurisdizione. Egli ha il diritto di amministrare la giustizia e di arla amministrare dai suoi u iciali, di concedere la grazia, di accordare privilegi e ricompense; di disporre delle cariche, di con erire la nobilt; di convocare e di sciogliere le assemblee della nazione, quando glielo detta la sua saggezza; di are la pace e la guerra, e di mobilitare l'esercito+ 3agina :G. Si tratta certamente di grandi prerogative. &a osserviamo ci2 che la costituzione rancese ha posto sull'altro piatto della bilancia. +%% re non regna che in virt della legge e non ha il potere di agire secondo il proprio arbitrio+ 3. =K>. +Esistono leggi di ronte alle quali gli stessi re, secondo l'espressione divenuta amosa, si sono dichiarati nella elice impossibili a di violarle; sono le leggi del regno, a di erenza delle leggi di circostanza o nonBcostituzionali, chiamate leggi del re+ 3p. :@ e =F. +$osL, per esempio, la successione al trono , rigorosamente, una primogenitura maschile+ 3. :?=. +% matrimoni dei principi di sangue, celebrati senza l'autorizzazione del re, sono nulli+ 3. :K:. +Se la dinastia regnante si estingue, la nazione che si da un re+ 3. :K=, ecc. +% re, in quanto legislatori supremi, hanno sempre parlato in modo a ermativo, rendendo pubbliche le loro leggi. Esiste per2 anche un consenso del popolo; ma questo consenso solo l'espressione del voto, della riconoscenza e dell'accettazione della nazione+ 3. :A6 5K7. +*re ordini, tre camere, tre deliberazioni# cosL la nazione viene rappresentata. %l risultato delle deliberazioni, se unanime, esprime il voto degli Stati generali+ 3. ==:. +Le leggi del regno possono essere promulgate solo nell'assemblea generale di tutto il

regno, con il comune accordo dei membri dei tre stati. %l principe non pu2 derogare a queste leggi; se egli osa toccarle, tutto quel che ha atto potr essere annullato dal suo successore. + 3p. :@:, :@=. + La necessit del consenso della nazione per issare le imposte una verit incontestabile riconosciuta dai re. + 3. =F:. + %% voto di due ordini non pu2 vincolare il terzo, se non col suo consenso. + 3. =F:. + %% consenso degli Stati generali necessario per qualsiasi alienazione perpetua del demanio. + 3. =F=. + E la stessa vigilanza viene raccomandata per impedire qualunque smembramento parziale del regno+ 3. =F>. +La giustizia amministrata, in nome del re, da magistrati che esaminano le leggi e che controllano che non siano contrarie alle norme ondamentali. + 3. =>=. 0na parte del loro dovere di resistere alla volont traviata del sovrano. 1 sulla base di questo principio che il amoso cancelliere dell'!spedale, rivolgendosi al 3arlamento di 3arigi nel 6?K6, diceva# % magistrati non devono mai lasciarsi intimidire dalla collera passeggera dei sovrani n( dal timore delle disgrazie, ma avere sempre presente il giuramento di obbedienza alle ordinanze, che sono i veri comandamenti dei re+ 3. =>?. 1 successo che Luigi J%, bloccato da un doppio ri iuto del suo 3arlamento, desistesse da un'alienazione incostituzionale+ 3. =>= 1 successo che Luigi J%; riconoscesse solennemente il diritto di libera veri ica 5p. =>A7 e comandasse ai suoi magistrati di disobbedirgli, sotto pena di disobbedienza, se mai avesse rivolto loro ordini contrari alla legge. 3. =>?. 4uesta intimazione non un gioco di parole# il re vieta di obbedire all'uomo; non ha nemico pi grande di lui. 4uesto superbo monarca ordina inoltre ai suoi magistrati di considerare nulle tutte le lettere patenti che riguardino avocazioni o commissioni di altro genere per il giudizio delle cause civili e criminali, e anzi di punire i latori di queste lettere. 3. =K=. % magistrati esclamano# *erra elice, dove la servit ignota/ 3. =K6. Ed un prete rinomato per la sua piet e la sua dottrina 5<leurH7 che scrive, illustrando il diritto pubblico di <rancia# %n <rancia tutti gli individui sono liberi; niente schiavit# libert per domicilio, viaggi, commerci, matrimoni, scelta della pro essione, acquisizioni, disposizioni di beni, successioni. 3. =K:. +%% potere militare non deve intervenire nell'amministrazione civile. + % governatori delle province devono occuparsi solo delle armi, e non possono servirsene che contro i nemici dello Stato, non contro il cittadino, che sottoposto alla giustizia del suo paese. 3. =K>. +% magistrati sono inamovibili, e queste importanti cariche non possono vacare che per la morte del titolare, le dimissioni volontarie o la prevaricazione legalmente accertata+ 5A7 3. =?K. +%% re, per le cause che lo riguardano, si di ende nei suoi tribunali contro i suoi sudditi. 1 capitato che venisse condannato a pagare la decima dei rutti dei suo giardino, ecc.+ 3. =KA, ecc. Se i rancesi si anno un esame in buona ede, lasciando tacere le passioni, sentiranno che ce n' abbastanza, e orse pi che abbastanza, per una nazione troppo nobile per essere schiava, e troppo impetuosa per essere libera.

Si dir orse che queste belle leggi non venivano applicate, %n questo caso, era colpa dei rancesi, e non c' pi per loro speranza di libert# perch( quando un popolo non sa trarre partito dalle proprie leggi ondamentali, del tutto inutile che ne cerchi altre # segno che non atto per la libert, oppure che irrimediabilmente corrotto. &a respingendo queste ipotesi sinistre, citer2, sull'eccellenza della costituzione rancese, una testimonianza insospettabile da tutti i punti di vista# quella di un grande politico e di un repubblicano ardente; quella di &achiavelli. Ei sono, dice, e sono stati assai principi; e de' buoni e de' savi ne sono stati pochi# io dico de' principi che hanno potuto rompere quel reno che gli pu2 correggere; intra i quali non sono quegli re che nascevano in Egitto, quando in quella antichissima antichit si governava quella provincia con le leggi, n( quegli che nascevano in Sparta, n( quegli che a' nostri tempi nascano in <rancia, il quale regno moderato pi dalle leggi che alcuno altro regno di che ne' nostri, tempi si abbia notizia 5G7. %n esempio ci il regno di <rancia, dice altrove, il quale non vive sicuro per altro che per essersi quelli re obbligati a in inite leggi, nelle quali si comprende la sicurt di tutti i suoi populi. E chi ordin2 quello stato 5@7 volle che quelli re, dell'armi e del denaro acessero a loro modo, ma che d'ogni altra cosa non ne potessono altrimenti disporre che le leggi si ordinassero 56F7. $hi non rimarrebbe colpito nel vedere come questo potente ingegno considerava, tre secoli a, le leggi ondamentali della monarchia di <rancia, Su questo punto, i rancesi sono stati guastati dagli inglesi, $ostoro hanno detto, senza crederlo, che la <rancia era schiava, cosL come hanno detto che ShaMespeare valeva pi di 8acine, e i rancesi lo hanno creduto. 3er ino l'onesto giudice 9lacMstone 5667, verso la ine dei suoi $ommentari, ha posto sullo stesso piano la <rancia e la *urchia; sulla qual cosa bisogna dire, come &ontaigne# L'impudenza di un tale accostamento non sar mai schernita abbastanza. &a questi inglesi, quando hanno atto la loro rivoluzione 5almeno quella che ha retto7, hanno orse soppresso la monarchia o la $amera dei pari per darsi la libert, 3er nulla. )nzi, dalla loro antica costituzione hanno tratto la dichiarazione dei loro diritti. "on esiste in Europa nazione cristiana che non sia, di diritto, libera o abbastanza libera. "on ve n' alcuna che non abbia, nei monumenti pi puri della sua legislazione, tutti gli elementi della costituzione che le conviene. &a bisogna soprattutto guardarsi dall'enorme errore di credere che la libert sia qualcosa di assoluto, non suscettibile di un pi o di un meno. 8icordiamoci le due botti di .iove; invece del bene e del male, mettiamoci la quiete e la libert. .iove gioca con la sorte delle nazioni; un po' pi dell'una e un po' meno dell'altra. L'uomo non entra per niente in questa distribuzione. 0n altro errore assai unesto quello di legarsi troppo rigidamente ai monumenti antichi. 9isogna certo portare loro rispetto, ma soprattutto bisogna tenere conto di ci2 che i giureconsulti chiamano l'ultimo stato. !gni costituzione libera , per sua natura, variabile, ed variabile nella misura in cui libera 56:7; volerla ricondurre ai suoi elementi originari senza modi icare niente un'impresa olle. *utto sta a dimostrare che i rancesi hanno voluto superare i limiti del potere umano; che questi s orzi disordinati li conducono alla schiavit; che essi hanno solo bisogno di

conoscere ci2 che gi possiedono, e che se mai sono destinati a un grado di libert pi alto di quello di cui godevano sette anni a 5il che non a atto evidente7, essi dispongono, nei monumenti della loro storia e della loro legislazione, di tutto quanto serve per diventare il vanto e l'invidia dell'Europa intera 56=7. &a se i rancesi sono atti per la monarchia, e se si tratta soltanto di porre la monarchia sulle sue basi autentiche, quale errore, quale atalit, quale unesto pregiudizio potrebbe allontanarli dal loro legittimo sovrano, %n una monarchia, la successione ereditaria una cosa cosL preziosa, che ogni altra considerazione deve cedere dinanzi ad essa. %l pi gran delitto che un rancese realista possa commettere di vedere in Luigi J;%%% altro che il proprio re, e di diminuire il avore di cui occorre circondarlo, discutendo criticamente le qualit dell'uomo e le sue azioni. Sarebbe ben vile e colpevole quel rancese che non si vergognasse di risalire ai tempi andati per cercare torti veri o presunti/ L'ascesa al trono una nuova nascita# solo da quel momento che si comincia a contare. Se nella morale esiste un luogo comune, che il potere e la grandezza corrompono l'uomo e che i re migliori sono quelli messi alla prova dalle avversit. 3erch( dunque i rancesi dovrebbero privarsi del vantaggio di essere governati da un principe ormato alla terribile scuola della sventura, 4uante ri lessioni devono aver suscitato in lui i sei anni appena trascorsi/ quanto distante deve essere dall'ebbrezza del potere/ quante cose deve essere disposto a intraprendere per regnare gloriosamente/ da quale santa ambizione deve essere posseduto/ 4uale altro principe al mondo potrebbe avere un maggior numero di motivi, di desideri, di mezzi per sanare le piaghe della <rancia/ % rancesi non hanno orse gustato abbastanza il sangue dei $apeti, Essi sanno, per otto secoli di esperienza, che questo sangue dolce. 3erch( cambiare, %l capo di questa grande amiglia, nella sua dichiarazione 56>7, si mostrato leale, generoso, pro ondamente compenetrato dalle verit religiose; nessuno gli contesta il molto ingegno e le molte conoscenze. ;i u un tempo, orse, in cui era utile che il re non conoscesse l'ortogra ia; ma in questo secolo, in cui si crede ai libri, un re letterato un vantaggio. 4uel che pi importa, che non si pu2 supporre in lui nessuna di quelle idee esagerate capaci di allarmare i rancesi. $hi potrebbe dimenticare che egli non piacque a $oblenza , 1 un grande titolo di merito per lui. "ella sua dichiarazione, ha pronunciato la parola libert; e se qualcuno obiettasse che questa parola stata lasciata in ombra, si pu2 rispondere che un re non deve parlare il linguaggio delle rivoluzioni. 0n discorso solenne rivolto al popolo deve distinguersi per una certa sobriet nei progetti e nelle espressioni, che non abbia niente in comune con la precipitazione propria di un privato individuo. 4uando il re di <rancia ha detto# $he la costituzione rancese sottomette le leggi ad alcuni principi che essa ha consacrato, e il sovrano medesimo all'osservanza delle leggi, al ine di premunire la saggezza del legislatore contro le insidie della seduzione e di di endere la libert dei sudditi contro gli abusi dell'autorit, egli ha detto tutto, poich( ha promesso la libert attraverso la costituzione. %l re non deve parlare come un oratore della tribuna parigina. Se ha scoperto che si sbaglia a trattare la libert come qualcosa di assoluto, che essa al contrario suscettibile di un pi e di un meno; e che l'arte del legislatore non dL rendere il popolo libero, ma abbastanza libero, ha scoperto una grande verit, e bisogna lodarlo per la sua discrezione invece di biasimarlo. 0n celebre romano, nel momento in cui rendeva la libert al popolo che ad essa era pi adatto e che da pi

lungo tempo la sperimentava, aveva detto# !ibertate modice utendum 56?7. $osa avrebbe detto ai rancesi, 3arlando sobriamente della libert, il re pensava sicuramente meno ai propri interessi che a quelli della sua nazione. La costituzione, dice ancora il re, detta le condizioni per il prelievo delle imposte, al ine di rassicurare il popolo che i tributi che paga sono necessari alla sicurezza dello Stato. %l re non ha dunque il diritto di tassare in modo arbitrario, e questa sola ammissione gi esclude il dispotismo. La costituzione a ida la custodia delle leggi ai primi corpi della magistratura, a inch( ne sorveglino l'esecuzione e illuminino la religiosit del monarca nel caso si osse oscurata. Ecco il patrimonio delle leggi rimesso nelle mani dei supremi magistrati; ecco consacrato il diritto di rimostranza. !ra, ovunque un corpo di grandi magistrati ereditari, o almeno inamovibili, detenga, secondo la costituzione, il diritto di ammonire il monarca, di illuminare la sua piet e di dolersi dei suoi abusi, l non pu2 esservi traccia di dispotismo. La costituzione pone le leggi ondamentali sotto la protezione del re e dei tre ordini, al ine di prevenire le rivoluzioni, la pi grande ra le calamit che possano a liggere i popoli. 0na costituzione dunque esiste, giacch( la costituzione non altro che l'insieme delle leggi ondamentali; e il re non pu2 toccare queste leggi. Se egli vi provasse, i tre ordini avrebbero su di lui il potere di veto, come ciascuno di loro lo possiede sugli altri due. E di sicuro si sbaglierebbe se si accusasse il re di aver parlato troppo vagamente; in atti questa vaghezza precisamente la prova di una grande saggezza. %l re avrebbe agito in modo assai imprudente se avesse stabilito dei limiti che gli avrebbero impedito di avanzare o di indietreggiare# riservandosi un certo margine per l'esecuzione, ha agito da uomo ispirato. % rancesi se ne accorgeranno un giorno# riconosceranno che il re ha promesso tutto quello che poteva promettere. $arlo %% si orse trovato bene per avere aderito alle proposte degli scozzesi, 'icevano a lui, come viene detto a Luigi J;%%%# + 9isogna adattarsi ai tempi; bisogna cedere# 1 una ollia sacri icare la corona per salvare la gerarchia +. Egli diede ascolto, e ece malissimo. %l re di <rancia pi saggio# come mai i rancesi si ostinano a non rendergli giustizia, Se questo principe avesse commesso la ollia di proporre ai rancesi una nuova costituzione, allora si sarebbe potuto accusarlo di tenersi maliziosamente nel vago, giacch( di atto sarebbe stato come se non avesse detto niente. Se avesse proposto un'opera propria, un grido unanime si sarebbe levato contro di lui, e questo grido sarebbe stato giusti icato, $on quale diritto, in atti, si sarebbe atto obbedire, dal momento che abbandonava le antiche leggi, $i2 che arbitrario non orse propriet comune, a cui tutti hanno uguale diritto, "on c' giovanotto in <rancia che non avrebbe mostrato i di etti della nuova opera e proposto delle correzioni. Si esamini bene la cosa, e si vedr che il re, una volta abbandonata l'antica costituzione, non aveva pi che una cosa da dire# <ar2 quello che vorranno. ) questa rase indecente e assurda si sarebbero ridotti tutti i suoi pi bei discorsi, una volta tradotti in linguaggio chiaro. Si ri lette seriamente su questo aspetto, quando si biasima il re per non avere proposto ai rancesi una nuova costituzione, 'a quando la sovversione ha dato inizio alle spaventose disgrazie della sua amiglia, egli ha visto tre costituzioni accettate, giurate, solennemente consacrate, Le

prime due sono durate solo un momento, e la terza non esiste che di nome. %l re doveva orse proporne cinque o sei ai suoi sudditi per lasciare loro la scelta, Le tre prove sono costate abbastanza caro perch( nessun uomo sensato possa immaginare di proporne un'altra. 4uesta nuova proposta, che sarebbe pura ollia da parte di un privato individuo, da parte del re sarebbe una ollia e un delitto. %n qualunque modo si osse comportato, il re non poteva accontentare tutti. $'erano alcuni inconvenienti a non pubblicare nessuna dichiarazione; ce n'erano a pubblicarla cosi comO; ce n'erano a arla diversamente. "el dubbio, ha atto bene ad attenersi ai principi e a non urtare che le passioni e i pregiudizi, dicendo che la costituzione rancese sar per lui come l'arca dell'alleanza. Se i rancesi esamineranno questa dichiarazione con sangue reddo, scommetto che vi troveranno di che portare rispetto al re. "elle circostanze terribili in cui si trovato, niente era pi seducente della tentazione di transigere sui principi per riconquistare il trono. *anti hanno detto e tanti hanno creduto che il re si rovinava ostinandosi nelle vecchie idee/ Sembrava naturale dare ascolto alle proposte di accomodamento/ soprattutto era talmente acile acconsentire a tali proposte mantenendo la riserva mentale di ritornare all'antica prerogativa, senza venir meno alla lealt e appoggiandosi unicamente sulla orza delle cose, che c' voluta molta ranchezza, molta nobilt, molto coraggio per dire ai rancesi# + %o non posso rendervi elici; non posso e non debbo regnare che per mezzo della costituzione# non toccher2 l'arca del Signore; aspetto che ritorniate alla ragione; aspetto che abbiate compreso questa verit cosi semplice, cosL evidente e che tuttavia vi ostinate a respingere# vale a dire che, con la stessa costituzione, posso darvi un regime completamente diverso +. !h/ come si dimostrato prudente il re dicendo ai rancesi che la loro antica e saggia costituzione era per lui l'arca santa e che gli era vietato manometterla temerariamente; nondimeno egli aggiunge che vuole renderle tutta la purezza che il tempo aveva corrotto e tutto il vigore che il tempo aveva indebolito. )ncora una volta, parole ispirate# in atti, vi. si vede chiaramente quel che in potere dell'uomo, separato da ci2 che appartiene solo a 'io. "on c' in questa dichiarazione, cui troppo poco si ri lette, una sola parola che non debba raccomandare ai rancesi il loro monarca. Sarebbe desiderabile che questa nazione impetuosa, che non sa ritornare alla verit prima di avere esaurito l'errore, inalmente si accorgesse di un'evidenza assai tangibile# che essa vittima e zimbello di un piccolo numero dL uomini che si rappongono tra lei e il suo legittimo sovrano, dal quale non pu2 aspettarsi che dei bene Lci. <acciamo pure l'ipotesi peggiore# %l re lascer cadere la spada della giustizia su alcuni parricidi; punir con umiliazioni alcuni nobili che si sono comportati male. E che importa a te, buon agricoltore, laborioso artigiano, paci ico cittadino, chiunque tu sia, cui il cielo ha donato l'oscurit e la elicit/ 3ensa che tu ormi, insieme ai tuoi simili, quasi tutta la nazione e che il popolo intero so re tutti i mali dell'anarchia solo perch( un pugno di miserabili lo induce a temere il suo re, di cui essi hanno paura. &ai popolo alcuno avr lasciato s uggire un'occasione pi bella, se continua a ri iutare il proprio re, poich( si espone ad essere dominato per orza invece di incoronare esso stesso il proprio legittimo sovrano. $he grande merito acquisterebbe presso di lui/ con quali s orzi di zelo e di amore il re cercherebbe di ricompensare la edelt del suo popolo/ Le aspirazioni nazionali sarebbero sempre presenti ai suoi occhi per animarlo alle grandi

imprese, alle instancabili atiche che la rigenerazione della <rancia esige dal suo capo, e tutti i momenti della sua vita sarebbero consacrati alla elicit dei rancesi. &a sanno costoro quale sar la loro sorte, se si ostineranno a respingere il re, % rancesi sono abbastanza maturati attraverso le so erenze per intendere una dura verit# cio che in mezzo agli accessi della loro anatica libert, il reddo osservatore spesso tentato di esclamare come *iberio# ) homines ad servitutem natos/ Esistono, come si sa, diverse specie di coraggio, e certamente il <rancese non le possiede tutte. %ntrepido dinanzi al nemico, non lo dinanzi all'autorit, nemmeno la pi ingiusta. "iente eguaglia la pazienza di questo popolo che si dice libero. %n cinque anni gli hanno atto accettare tre costituzioni e il governo rivoluzionario. % tiranni si succedono e il popolo obbedisce sempre. "on si visto riuscire nessuno dei suoi s orzi per trarsi uori dalla propria nullit. % suoi padroni sono arrivati ino al punto di ustigarlo acendosi be e di lui. .li hanno detto# ;oi credete di non volere questa legge, ma state certi che la volete. Se osate ri iutarla, tireremo su di voi con la mitraglia per punirvi di non volere quello che volete. B E lo hanno atto. $' mancato poco che la nazione rancese osse ancora sotto il giogo terribile di 8obespierre. $erto/ pu2 ben elicitarsi, ma non glori icarsi per essere s uggita a questa tirannia; e io non so se i giorni della sua servit ossero per essa pi vergognosi di quello della sua liberazione. "on lunga la storia del nove *ermidoro# )lcuni scellerati hanno atto perire altri scellerati. Senza quella baru a in amiglia, i rancesi piangerebbero ancora sotto lo scettro del $omitato di salute pubblica. E ancor oggi, un piccolo numero di aziosi non parla orse di mettere sul trono un !rl(ans, !rmai manca solo ai rancesi la vergogna di veder elevare sugli scudi il iglio di un suppliziato invece del ratello di un martire; eppure niente garantisce che non subiranno questa umiliazione, se non si a rettano a ritornare al loro legittimo sovrano. Essi hanno dato tali prove di pazienza, che non c' alcuna degradazione che non debbano temere.B $i2 serva di lezione, non dico al popolo rancese che, pi di tutti i popoli del mondo, accetter sempre i suoi padroni e mai li sceglier, ma al piccolo numero di buoni rancesi che le circostanze renderanno in luenti, a inch( non trascurino nulla per sottrarre la nazione a queste luttuazioni avvilenti, consegnandola nelle braccia del suo re. Egli non che un uomo, senza dubbio; ma orse che essa spera di essere governata da un angelo, 1 un uomo, ma oggi siamo sicuri che egli lo sa, e non poco. Se la volont dei rancesi lo riportasse sul trono dei suoi padri, egli sposerebbe la propria nazione, che troverebbe in lui ogni cosa# bont, giustizia, amore, riconoscenza, e incontestabili talenti, maturati alla severa scuola della sventura 56K7. % rancesi sono sembrati are poca attenzione alle parole di pace che egli ha loro rivolto. "on hanno lodato la sua dichiarazione, l'hanno per ino criticata, e probabilmente l'hanno dimenticata; ma un giorno le renderanno giustizia# un giorno, la posterit riconoscer questo testo come un modello di saggezza, di ranchezza e di stile regale. %l dovere di ogni buon rancese, in questo momento, di operare senza tregua per portare l'opinione pubblica dalla parte del re e di presentare tutti i suoi atti sotto una luce avorevole, 1 su questo punto che i realisti devono giudicarsi con la massima severit, e

non arsi alcuna illusione. %o non sono rancese, ignoro tutti gli intrighi, non conosco nessuno. &a suppongo che un realista rancese dica# + Sono pronto a versare il mio sangue per il re# tuttavia, senza mancare alla edelt che gli devo, non posso impedirmi di biasimare, ecc. +. 8ispondo a quest'uomo ci2 che la sua coscienza senza dubbio gli dir pi orte di me# ;oi mentite agli altri e a voi stesso; se oste capace di sacri icare al re la vostra vita, gli sacri ichereste i vostri pregiudizi. ''altronde, non della vostra vita che ha bisogno, ma piuttosto della vostra prudenza, del vostro zelo equilibrato, della vostra devozione passiva, per ino della vostra indulgenza 5per are tutte le ipotesi7; conservate la vostra vita, di cui non sa che are in questo momento, e prestategli i servizi di cui ha bisogno. $redete che i pi eroici siano coloro di cui si parla nelle gazzette, % pi oscuri, al contrario, possono essere i pi e icaci e sublimi. 4ui non si tratta degli interessi del vostro orgoglio, tranquillizzate la vostra coscienza e colui che ve l'ha data. $ome quei ili che anche un bambino spezzerebbe, ormeranno, uniti insieme, il cavo che deve sorreggere l'ancora di un vascello d'alto bordo, cosi una moltitudine di critici insigni icanti possono diventare un esercito ormidabile. 4uanti servizi si possono rendere al re di <rancia combattendo quei pregiudizi che si a ermano non si sa come e che durano non si sa perch(/ 0omini che credono di avere l'et della ragione non hanno orse rimproverato al re la sua passivit, )ltri non lo hanno orse paragonato con insolenza a Enrico %;, osservando che quel gran principe, per conquistare la sua corona, pot( trovare ben altre armi che non intrighi e proclamazioni, &a gi che si in vena di spiritosaggini, perch( non si rimprovera il re di non aver conquistato la .ermania e l'%talia come $arlo &agno, per vivervi nobilmente, in attesa che i rancesi si decidano ad intendere ragione, 4uanto al partito, pi o meno numeroso, che emette alte grida contro la monarchia e il monarca, non c' solo odio nel sentimento che lo anima, e vale quindi la pena di analizzare questa complessa posizione. "on vi in <rancia uomo di ingegno che pi o meno non si disprezzi. L'ignominia nazionale pesa su tutti i cuori 5poich( nessun popolo u mai spregiato da padroni cosi spregevoli7; c' dunque bisogno di consolarsi, e i buoni cittadini lo anno alla loro maniera. &a l'uomo vile e corrotto, estraneo a tutte le idee elevate, si vendica della propria abiezione passata e presente contemplando, con quella volutt ine abile che tipica della bassezza, lo spettacolo della grandezza umiliata. 3er elevarsi ai propri occhi, li volge sul re di <rancia, ed contento della propria statura paragonandosi a quel colosso rovesciato. %nsensibilmente, con uno s orzo della sua immaginazione s renata, arriva a considerare questa grande caduta come opera propria; si investe da solo di tutto il potere della repubblica; inveisce contro il re; lo chiama sdegnosamente un preteso Luigi J;%%%; e scoccando sulla monarchia i suoi strali uribondi, se riesce a are paura a qualche chouan, si inalbera come un eroe di La <ontaine# %o sono dunque una olgore di guerra. 9isogna poi anche tenere conto dei i oni, che strillano contro il re per il timore che il suo ritorno accia tirare qualche ucilata di pi. 3opolo rancese, non lasciarti sedurre dai so ismi dell'interesse particolare, della vanit o della poltroneria. "on ascoltare pi i ragionatori# si ragiona troppo in <rancia, e il ragionamento mette al bando la ragione. )bbandonati senza timore e senza riserve

all'in allibile istinto della tua coscienza. ;uoi risollevarti ai tuoi stessi occhi, vuoi acquistare il diritto di stimarti, ;uoi compiere un atto da sovrano,... 8ichiama il tuo sovrano. 'el tutto straniero alla <rancia, che non ho mai visto, e non potendo niente aspettarmi dal suo re, che non conoscer2 mai, se vi sono errori in quel che dico, i rancesi possono almeno leggerli senza adirarsi, come errori del tutto disinteressati. &a cosa siamo noi, deboli e ciechi mortali/ e cos' quella luce tremolante che chiamiamo 8agione, )nche quando abbiamo messo insieme tutte le probabilit, interrogato la storia, discusso tutti i dubbi e tutti gli interessi, ancora possibile che, invece della verit, ci resti in mano solo una nebbia ingannatrice. 4uale decreto ha pronunciato quell'Essere supremo dinanzi, al quale non vi nulla di grande, quali decreti ha pronunciato sul re, sulla sua dinastia, sulla sua amiglia, sulla <rancia e sull'Europa, 'ove e quando cesser questo sconvolgimento, e a prezzo di quante altre sventure dovremo acquistare la tranquillit, Egli ha tutto rovesciato per ricostruire, oppure i suoi rigori sono senza ritorno, )him/ una nuvola osca copre l'avvenire, e nessun occhio pu2 penetrare queste tenebre. $i2 nonostante, tutto annuncia che l'ordine di cose stabilito in <rancia non pu2 durare e che l'invincibile natura deve restaurare la monarchia. Sia dunque che i nostri voti si realizzino, sia che l'inesorabile 3rovvidenza abbia deciso altrimenti, pu2 essere interessante e per ino utile ricercare, senza mai perdere di vista la storia e la natura dell'uomo, come si operino questi grandi cambiamenti e quale ruolo potr giocare la moltitudine degli individui in un evento di cui solo la data incerta. "!*E 6 %l cardinale <leurH 56K?=B6A>=7 u ministro sotto Luigi J;, Sant'!un 5KF?BKG=7 u cancelliere di 'agoberto %. San L(ger 5K6KBKAG7 u consigliere della reggente durante la minore et di $lotario %%%. : + Sotto un re cittadino, ogni cittadino re. + = 9urger# verbum humile apud nos et ignobile. E.)B Ernesti, in 'edicat. !p. $iceronis, Ialae, 6AAA, p. A@ Cn.d.a.D. > 8ousseau ha scritto una nota assurda su questa parola citoHen, nel suo $ontrat social, libro %, cap. K. Senza provare alcun disagio, egli accusa un uomo assai dotto di avere preso su questo punto una grave cantonata; mentre lui, EeanBEacques, una grave cantonata la prende ad ogni rigo; dimostra altrettanta ignoranza in atto di lingue, di meta isica e di storia Cn.d.a.D. ? '(veloppement des principes ondamentauW de la monarchie ranZaise, "euchtel, 6A@? Cn.d.a. 4uest'opera era stata redatta nel 6A@6 da alcuni magistrati emigrati. $ostoro di endevano la causa della rivoluzione parlamentare, che aveva preceduto il 6AG@. Luigi J;%%%, contrariamente a quanto credeva &aistre, era ostile alla pubblicazione di questo testo, poich( vedeva espresse nell'opera le rivendicazioni degli antichi parlamenti e in particolare l'a ermazione della limitazione del potere monarchico. 5;edi anche il 3ost scriptum aggiunto da &aistre alla seconda edizione delle $onsid(rattons7D. K Se si esamina con attenzione questo intervento della nazione, vi si trover meno di un potere coBlegislativo, e pi di un semplice consenso. Ecco un esempio di quelle cose che bisogna lasciare in una certa oscurit e che non possono essere sottoposte a regolamenti

umani# la parte pi divina delle costituzioni, se permesso esprimersi cosi. Si dice spesso# basta are una legge per sapere come regolarsi. "on sempre# vi sono anche dei casi riservati Cn.d.a.D. A Si era veramente compreso il problema, quando si declamava cosL orte contro la venalit delle cariche di magistratura, La venalit doveva essere considerata solo come uno strumento di eredit; e allora la questione si riduce tutta al atto di sapere se, in un paese come la <rancia, ovvero come essa era negli ultimi due o tre secoli, la giustizia potesse essere amministrata in modo migliore che da magistrati ereditari. %l problema molto di icile da risolvere# l'enumerazione degli inconvenienti un argomento allace. 4uel che vi di cattivo in una costituzione, per ino quello che rischia di distruggerla, ne a comunque parte allo stesso titolo di ci2 che essa ha di migliore. 8invio al passo di $icerone# "imia potestas est tribunorum, quis negat, ecc, 'e Legibus, %%%, 6F Cn.d.a.D. G 'iscorsi sopra la prima deca di *'ito Livio, libro %, cap, L;%%% Cn.d.a.D. @ &i piacerebbe proprio conoscerlo Cn.d.a.D. 6F 'iscorsi, Libro %, cap. J;% Cn.d.a.D. 66 Sir Villiam 9lacMstone 56A:?B6AGF7, uno dei massimi giuristi inglesi. 6: )ll the human governements, particularH those o miWed rame, are in continual luctuation C*utti i governi umani, e soprattutto quelli misti, sono soggetti a continue luttuazioniD. Iume, Storia d'%nghilterra. $arlo %, capitolo ?F Cn.d.aD. 6= 0n uomo di cui tengo in alta considerazione la persona e le idee C&allet du 3anD, e che non del mio stesso parere sull'antica costituzione rancese, si preso la briga di espormi una parte del suo pensiero in una lettera interessante, di cui lo ringrazio in initamente. &i obietta, ra le altre cose, che il libro dei magistrati rancesi citato in questo capitolo sarebbe stato bruciato sotto il regno di Luigi J%; e di Luigi J;, come un attentato alle leggi ondamentali della monarchia e ai diritti del monarca. B Lo credo; come il libro del signor 'elolme sarebbe stato bruciato a Londra 5 orse insieme all'autore7 sotto il regno di Enrico ;%%% o della sua in lessibile iglia. 4uando si preso partito sui grandi problemi, con piena conoscenza di causa, raramente si cambia opinione. 'i ido comunque dei miei pregiudizi quanto necessario, ma sono sicuro della mia buona ede. Si osserver che non ho citato in questo capitolo nessuna autorit contemporanea, per timore che i pi rispettabili potessero apparire sospetti. 4uanto ai magistrati autori del '(veloppement des principes andamentauW, se mi sono servito della loro opera perch( non mi piace are ci2 che gi stato atto e perch(, non avendo questi signori citato altro che dei monumenti, era precisamente ci2 di cui avevo bisogno Cn.d.a.D. 6> Si tratta della 'ichiarazione di ;erona, resa pubblica da Luigi J;%%% nel giugno 6A@?. 6? C+0sassero della libert con moderazione+D *ito Livio, JJJ%;, >@ Cn.d.a.D. 6K 8invio al capitolo decimo la parte riguardante l'amnistia Cn.d.a.D.

I70 Co.e sar58 posto -he arri$i8 #a -o'trori$o#%&io'e3


<ormulando ipotesi sulla controrivoluzione, troppo spesso si commette l'errore di

ragionare come se questa dovesse essere e non potesse essere altro che il risultato di una deliberazione popolare. %l popolo teme, si dice# il popolo vuole, il popolo non permetter mai, al popolo non conviene, ecc. $he pena/ il popolo non conta niente nelle rivoluzioni, o almeno vi entra solo come strumento passivo. Saranno orse quattro o cinque persone che daranno un re alla <rancia. )lcune lettere da 3arigi annunceranno alle province che la <rancia ha un re, e le province grideranno# ;iva il re/ <orse anche tutti i parigini, con l'eccezione di una ventina, apprenderanno svegliandosi di avere un re. 1 mai possibile, esclameranno; ecco una cosa veramente singolare. $hi sa da quale porta entrer, $onverrebbe orse a ittare in anticipo delle inestre, perch( ci sar da so ocare nella calca. Se la monarchia verr restaurata, non sar il popolo che lo decider, cosi come non decise la sua distruzione n( l'istituzione del governo rivoluzionario. 3rego i miei lettori di considerare attentamente queste ri lessioni, e le raccomando soprattutto a coloro che credono la controrivoluzione impossibile, perch( vi sarebbero troppi rancesi attaccati alla repubblica e perch( un cambiamento arebbe so rire troppe persone. (cilicet is superis labor est* 5:7. Si pu2 certamente contestare alla repubblica di possedere la maggioranza; ma che essa ce l'abbia oppure no, non ha nessuna importanza# l'entusiasmo e il anatismo non sono condizioni durevoli. 4uesto grado di eretismo stanca presto la natura umana; di modo che, anche supponendo che un popolo, e soprattutto il popolo rancese, possa volere una cosa a lungo, almeno uor di dubbio che non potrebbe volerla a lungo con passione. )l contrario, essendo iaccato dall'accesso ebbrile, l'abbattimento, l'apatia, l'indi erenza succedono sempre ai grandi slanci dell'entusiasmo. 1 il caso della <rancia, che non desidera pi niente con passione, se non la quiete. 4uand'anche si supponesse dunque che la repubblica ha la maggioranza in <rancia 5il che indubbiamente also7, che importerebbe, 4uando il re si presenter, di certo non verranno contati i voti, e nessuno si muover; in primo luogo, perch( quello stesso che pre erisce la repubblica alla monarchia, pre erisce tuttavia la quiete alla repubblica; e inoltre perch( le volont contrarie alla monarchia non potranno unirsi. %n politica, come in meccanica, le teorie ingannano se non si prendono in considerazione le diverse qualit dei materiali che compongono le macchine. ) prima vista, per esempio, la seguente a ermazione sembra vera# 3er restaurare la monarchia necessario il consenso preventivo dei rancesi. E invece niente pi also. Lasciamo da parte le teorie e acciamo parlare i atti. 0n corriere arriva a 9ordeauW, a "antes, a Lione, ecc. e reca la notizia che il re ha vinto a 3arigi; che una azione qualsiasi 5non importa come si chiami7 ha preso il potere e ha dichiarato che essa lo esercita in nome del re, che un messaggero stato inviato al sovrano, il quale atteso con ansia, e che ovunque si inalbera la coccarda bianca. La ama si impadronisce di queste notizie e le arricchisce di mille particolari imponenti. ) questo punto, che succeder, 3er avvantaggiare la repubblica, le accordo la maggioranza, e anche un corpo di truppe repubblicane. <orse, in un primo momento, queste truppe assumeranno un atteggiamento ribelle; ma quel giorno stesso vorranno cenare, e cominceranno a staccarsi dal potere che non paga pi. !gni u iciale che non gode di alcuna considerazione 5e che lo sente molto bene, checch( se ne dica7 vede chiaramente

che il primo che grider viva il re avr un grande destino# l'amor proprio gli disegna, con tratti seducenti, l'immagine di un generale dell'esercito di Sua &aest $ristianissima, risplendente di onori icenze, nell'atto di guardare dall'alto della sua grandezza quegli uomini che un tempo lo mandavano a ar la guardia al municipio. 4ueste idee sono cosi semplici, cosi naturali, che non possono s uggire a nessuno# ogni u iciale le mitre in cuor suo, e ne consegue che tutti sono sospetti gli uni agli altri. %l timore e la di idenza producono esitazione e prudenza. %% soldato che non galvanizzato dal suo u iciale ancora pi scoraggiato; il vincolo della disciplina riceve quel colpo inspiegabile, quel colpo magico che lo allenta improvvisamente. 0no volge %o sguardo verso il cassiere reale che avanza; un altro pro itta del momento per raggiungere la propria amiglia. "on si sa n( comandare n( obbedire# una vera unione non esiste pi. *utt'altro accade ra i cittadini# si va, si viene, ci si scontra, ci si interroga# ciascuno teme colui di cui avrebbe bisogno; il dubbio consuma le ore, e i minuti sono decisivi; ovunque l'audacia si imbatte nella prudenza. %l vecchio manca di determinazione e il giovane di saggezza. 'a un %ato vi sono pericoli terribili, dall'altro un'amnistia sicura e bene Lci probabili. E d'altronde, dove sono i mezzi per resistere, dove sono i capi, a chi a idarsi, "on c' pericolo a stare quieti, mentre il minimo movimento pu2 essere un errore imperdonabile. 9isogna dunque aspettare. Si aspetta. &a l'indomani arriva la notizia che quella tale citt ha aperto le sue porte; ragione di pi per non precipitare niente. 9en presto si viene a sapere che la notizia era alsa; ma due altre citt, che l'hanno creduta vera, hanno dato l'esempio, credendo di seguirlo# si sono appena sottomesse, e inducono la prima, che nemmeno ci pensava, a are lo stesso. %l governatore di questa piazza ha consegnato al re le chiavi della sua illustre citt di... 1 il primo u iciale che ha avuto l'onore di riceverlo in una rocca orte del suo regno. %l re l'ha nominato, sulla porta, maresciallo di <rancia; un decreto immortale ha ricoperto il suo scudo di innumerevoli gigli; il suo nome per sempre il pi bello di <rancia. )d ogni minuto il movimento realista si ra orza; ben presto diventa irreversibile. ;%;) %L 81/ gridano l'amore e la edelt, al colmo della gioia; ;%;) %L 81/ risponde l'ipocrita repubblicano, al colmo del terrore. &a che importa, il grido unanime. - E il re consacrato. $ittadini/ ecco come si anno le controrivoluzioni. 'io, avendo riservato per s( la ormazione delle sovranit, ce ne avverte non a idando mai alla moltitudine la scelta dei suoi padroni. Egli la impiega, in quei grandi movimenti che decidono la sorte degli imperi, solo come uno strumento passivo. &ai essa ottiene quel che vuole# essa accetta sempre e mai non sceglie. Si pu2 per ino notare un'a ettazione della 3rovvidenza 5mi si conceda questa espressione7# vale a dire che gli s orzi del popolo per raggiungere un obiettivo sono precisamente il mezzo che essa impiega per renderglielo pi lontano. $osL, il popolo romano si diede dei padroni credendo di combattere l'aristocrazia al seguito di $esare. 1 questo il destino di tutte le insurrezioni popolari. "ella rivoluzione rancese, il popolo stato costantemente violentato, oltraggiato, rovinato, mutilato da tutte le azioni; e le azioni, a loro volta, zimbello le une delle altre, sono costantemente andate alla deriva, malgrado tutti i loro s orzi, per in rangersi in ine sullo scoglio che le attendeva. Se si vuole conoscere il probabile risultato della rivoluzione rancese, basta esaminare cosa hanno in comune tutte le azioni; tutte hanno voluto l'umiliazione e per ino la distruzione del cristianesimo universale e della monarchia; donde consegue che i loro s orzi non aranno che approdare all'esaltazione del cristianesimo e della monarchia.

*utti coloro che hanno meditato gli insegnamenti della storia, hanno ammirato questa orza segreta che si prende gioco dei voleri umani# la onorava, ad esempio, quel gran capitano dell'antichit che la considerava come una potenza intelligente e libera, e che non intraprendeva niente senza raccomandarsi ad essa 5=7. &a soprattutto nella ondazione e nella distruzione delle sovranit che l'azione della 3rovvidenza risplende nel modo pi sbalorditivo. "on solo la massa del popolo non entra in questi grandi sommovimenti che come il legno e il cordame impiegati da un macchinista, ma per ino i suoi capi sono tali soltanto agli occhi di chi non capisce# di atto, i capi vengono dominati nello stesso modo in cui essi dominano la olla. 4uesti uomini che, presi insieme, sembrano i tiranni della moltitudine, sono essi medesimi tiranneggiati da due o tre individui, che a loro volta lo sono da uno solo. E se questo unico individuo potesse e volesse dire il suo segreto, si vedrebbe che nemmeno lui sa in che modo si impadronito del potere; che la sua in luenza per lui un mistero pi grande che per gli altri, e che alcune circostanze, che non ha potuto n( prevedere n( orientare, hanno atto tutto per lui e senza di lui. $hi avrebbe detto al iero Enrico ;% che una serva di bettola 5>7 gli avrebbe strappato lo scettro di <rancia, Le spiegazioni sciocche che sono state date di questo grande avvenimento non lo privano a atto del suo aspetto meraviglioso; e quantunque sia stato disonorato due volte, prima dall'assenza e poi dalla prostituzione del talento 5?7, rimane pur sempre il solo soggetto della storia dL <rancia veramente degno della musa epica. $redete orse che il braccio, il quale si servito una volta di un cosL debole strumento, si sia accorciato, e che il supremo ordinatore degli imperi attenda il parere dei rancesi per dare loro un re, "o# come sempre ha atto, sceglier ancora il pi debole per con ondere il pi orte. "on ha bisogno di legioni straniere; non ha bisogno della coalizione; e come ha conservato l'integrit della <rancia, malgrado i progetti e la orza di tanti sovrani, che non hanno ai suoi occhi alcuna importanza, cosL, quando il momento sar venuto, restaurer la monarchia rancese, malgrado i suoi nemici; caccer via quei rumorosi insetti pulveris exigui +actu 5K7# il re verr, vedr e vincer. $i si meraviglier allora della assoluta nullit di quegli uomini che sembravano cosi potenti. !ggi spetta ai sapienti anticipare questo giudizio ed essere certi, prima che l'esperienza lo abbia provato, che i padroni della <rancia possiedono solo un potere ittizio ed e imero, di cui gli eccessi stessi dimostrano la nullit; che essi non sono stati n( piantati n( seminati, che il loro tronco non ha messo radici nella terra, e che un so io li porter via come paglia 5A7. %nvano dunque tanti scrittori insistono sugli inconvenienti del ristabilimento della monarchia; invano atterriscono i rancesi sulle conseguenze di una controrivoluzione; e quando concludono che i rancesi, per timore di tali inconvenienti, non permetteranno mai la restaurazione della monarchia, concludono molto male, perch( i rancesi non decideranno nulla, e orse riceveranno un re dalla mano di una emminuccia. "essuna nazione pu2 darsi un governo da s(# soltanto quando tale o talaltro diritto esiste gi nella sua costituzione 5G7, e questo diritto viene misconosciuto o limitato, alcuni uomini, aiutati da qualche circostanza, possono rimuovere gli ostacoli e ar riconoscere i diritti del popolo# il potere umano non si estende oltre. 'el resto, bench( la 3rovvidenza non si curi minimamente di quel che debba costare ai

rancesi avere un re, tuttavia molto importante osservare che sbagliano oppure sono in mala ede quegli scrittori che spaventano la nazione con P mali che la restaurazione della monarchia recherebbe con s(. "!*E : +4uesto lavoro che riguarda gli di+ 5;irgilio, Eneide. %;, =A@7. = "ihil rerum humanorum sine 'eorum numine geri putabat *Lmoleon# Ltaque suae domi sacellum constituerat, idque sanctissime colebat C*imoleone era convinto che nulla, sulla terra, potesse venir eseguito senza l'ordine degli di; cosL aveva atto costruire nella propria dimora un altare dedicato alla dea del caso, e le rendeva un culto assiduoD. $orn. "epos, ;ita *imoleon, cap. %; Cn.d.a.D, > 1 .iovanna d')rco, che gli inglesi trattavano da + serva +, poich( un suo zio lavorava in una taverna a ;aucouleurs. ? )llude a due rappresentazioni teatrali. La pucelle di $hapelain 56K?K7 e La pucelle di ;oltaire 56AK:7. K +Lanciando un pugno di polvere+ 5;irgilio, .eorgiche, %;, GA7. A %saia, JL, :> Cn.d.aD. G %ntendo la sua costituzione naturale, poich( la sua costituzione scritta non che un pezzo di carta Cn.d.a.D.

70 Dei pretesi peri-o#i *i %'a -o'trori$o#%&io'e


%. $onsiderazioni generali 0n so isma oggi molto in voga, per dimostrare che non bisogna ritornare alla monarchia, quello di insistere sui pericoli di una controrivoluzione. .ran parte delle opere destinate a persuadere i rancesi a tenersi la repubblica non sono che uno sviluppo di questa idea. .li autori di tali opere evocano le sciagure che sono inseparabili dalle rivoluzioni; quindi, osservando che la monarchia non pu2 essere restaurata in <rancia senza una nuova rivoluzione, ne concludono che bisogna conservare la repubblica. 4uesto prodigioso so isma, che tragga origine dalla paura oppure dal desiderio di ingannare il prossimo, merita di essere accuratamente discusso. 4uasi tutti gli errori sono igli delle parole. $i si abituati a dare il nome di controrivoluzione al movimento che deve uccidere la rivoluzione; e poich( tale movimento sar contrario all'altro, se ne conclude che sar dello stesso genere# converrebbe invece concludere tutto l'opposto. 3er caso qualcuno ritiene che il ritorno dalla malattia alla salute sia altrettanto penoso che il passaggio dalla salute alla malattia, e che la monarchia, rovesciata da mostri, debba essere restaurata da loro simili, "o/ gli stessi che impiegano questo so isma le devono bene rendere giustizia nell'intimo del loro animo/ Essi sanno bene che gli amici della religione e della monarchia non sono capaci di nessuno di quegli eccessi di cui i loro

nemici si sono macchiati; sanno bene che, anche nella peggiore delle ipotesi e tenendo conto di tutte le debolezze umane, il partito oppresso possiede mille volte pi virt di quello degli oppressori/ Sanno bene che il primo non sa n( di endersi n( vendicarsi# anzi, lo hanno spesso alquanto deriso a questo riguardo. 3er are la rivoluzione rancese, stato necessario abbattere la religione, oltraggiare la morale, violare tutte le propriet e commettere tutti i delitti# per questa opera diabolica stato necessario impiegare un tale numero di mascalzoni, che orse mai si sono visti tanti vizi intenti a compiere un qualche male. 3er ristabilire l'ordine, al contrario, il re convocher tutte le virt# senza dubbio, egli lo vorr; ma vi sar anche costretto dalla natura stessa delle cose. Sar suo eminente interesse unire la giustizia alla clemenza; gli uomini degni di stima verranno da soli ad occupare i posti in cui potranno essere utili; e la religione, prestando il proprio scettro alla politica, le dar le orze che essa pu2 ricevere solo da questa augusta sorella. "on dubito che molti chiederanno che si mostri loro il ondamento di queste magni iche speranze; ma credono davvero che il mondo politico si muova a caso, e che non sia invece organizzato, diretto, animato da quella stessa saggezza che risplende nel mondo isico, Le mani colpevoli che rovesciano uno Stato necessariamente producono delle dolorose lacerazioni; in atti nessun libero agente pu2 contrariare i piani del $reatore, senza attirare, nella s era della propria attivit, mali proporzionali alla grandezza dell'attentato; e questa legge deve di pi alla bont dell'Essere supremo che alla sua giustizia. &a quando l'uomo agisce per riportare l'ordine, si associa allora con chi dell'ordine l'autore# viene avorito dalla natura, vale a dire dall'insieme delle cause seconde che sono come i ministri della 'ivinit. La sua azione possiede qualcosa di divino; essa , al tempo stesso, dolce e imperiosa. "on orza nulla, e nulla le resiste; mentre si dispiega, risana; e man mano che essa opera, si vedono cessare quell'inquietudine, quella penosa agitazione che sono l'e etto e il segno del disordine; allo stesso modo che, sotto la mano dell'abile chirurgo, il corpo animale lussato viene avvertito della guarigione dalla cessazione del dolore. <rancesi, in mezzo al ragore dei canti in ernali, delle bestemmie dell'ateismo, delle grida di morte e dei lunghi gemiti dell'innocenza straziata; al bagliore degli incendi, sulle rovine del trono e degli altari bagnati dal sangue del migliore dei re e da quello di innumerevoli altre vittime; col disprezzo dei costumi e della pubblica ede, servendosi di ogni delitto, che i vostri seduttori e tiranni hanno ondato ci2 che chiamano la vostra libert. 1 in nome di '%! S!&&! E &%SE8%$!8'%!S!, al seguito degli uomini che egli ama e ispira, e sotto l'in luenza del suo potere creatore, che voi ritornerete alla vostra antica costituzione e che un re vi dar la sola cosa che dovreste saggiamente desiderare, la libert attraverso il monarca. 3er quale deplorevole cecit vi ostinate a lottare penosamente contro questa potenza che annulla tutti i vostri s orzi per avvertirvi della propria presenza, Siete impotenti solo perch( avete osato separarvi da lei, e per ino contrastarla; non appena vi riunirete a lei, parteciperete in qualche modo della sua natura. *utti gli ostacoli si appianeranno davanti a voi, e riderete dei timori puerili che oggi vi tormentano. 3oich( tutte le parti della

macchina politica tendono naturalmente verso il posto che loro assegnato, questa tendenza, che divina, avorir tutti gli s orzi del re; e poich( l'ordine l'elemento naturale dell'uomo, vi troverete quella elicit che invano cercate nel disordine. La rivoluzione vi ha atto so rire, perch( u l'opera di tutti i vizi, e perch( i vizi sono appunto i carne ici dell'uomo. 3er la ragione contraria, il ritorno alla monarchia, lungi dal produrre i mali che temete per l'avvenire, ar cessare quelli che vi a liggono oggi. *utti i vostri s orzi saranno costruttivi# non distruggerete altro che la distruzione. Liberatevi, una volta per tutte, di quelle desolanti dottrine che hanno disonorato il nostro secolo e perduto la <rancia. )vete gi imparato a conoscere i predicatori di quei dogmi unesti, ma l'impressione che hanno atto su di voi non si ancora cancellata. %n tutti i vostri progetti di creazione e di restaurazione, vi dimenticate solo di 'io# vi hanno separato da lui. 1 ormai unicamente con uno s orzo del ragionamento che elevate i vostri pensieri ino alla onte inesauribile di ogni esistenza. "on volete vedere altro che l'uomo, la sua azione cosi debole, cosL dipendente, cosi circoscritta, la sua volont cosi corrotta, cosi oscillante; e l'esistenza di una causa superiore non altro per voi che una congettura. Eppure essa vi incalza, vi circonda# potete toccarla, e l'universo intero vi annuncia la sua presenza. 4uando vi si dice che senza di essa avete orza solo per distruggere, non vi viene spacciata una vana teoria, ma una verit pratica ondata sull'esperienza secolare e sulla conoscenza della natura umana. !sservate la storia, e non vedrete una sola creazione politica, che dico/ non vedrete nessuna istituzione, per poco che sia orte e duratura, che non poggi su un'idea divina; non importa di che natura essa sia, giacch( nessun sistema religioso interamente also. "on veniteci dunque pi a parlare delle di icolt e delle sciagure che vi allarmano sulle conseguenze di ci2 che chiamate controrivoluzione. *utte le sciagure che avete patito provengono da voi. 3erch( mai non avreste dovuto rimanere eriti dalle rovine dell'edi icio che vi siete rovesciato addosso, La ricostruzione un altro ordine di cose# se solo siete in grado di ritornare sulla strada che pu2 condurvici. "on seguendo il sentiero del nulla che arriverete alla creazione. !h/ sono davvero colpevoli quegli scrittori, alsi o pusillanimi, che si permettono di atterrire il popolo con quel vano spauracchio che si chiama controrivoluzione/ e che, pur riconoscendo che la rivoluzione u uno spaventoso lagello, sostengono tuttavia che impossibile ritornare indietro. "on si arriver anche a dire che le sciagure della rivoluzione sono terminate, e che i rancesi sono approdati ad un porto tranquillo, %l regno di 8obespierre ha a tal punto schiacciato questo popolo, ha colpito cosi duramente la sua immaginazione, che esso considera ormai sopportabile e quasi elice ogni stato di cose in cui non si scanni la gente in continuazione. 4uando erveva il terrorismo, gli stranieri notavano che tutte le lettere provenienti dalla <rancia, che raccontavano le scene terribili di quei giorni crudeli, inivano con queste parole# %n questo momento siamo tranquilli, vale a dire i carne ici si riposano, si rimettono in orze; nei rattempo, tutto va bene. 4uesto stato d'animo sopravvissuto al regime in ernale che l'ha prodotto. %% rancese, pietri icato dal *errore e scoraggiato dagli errori politici degli stranieri, si chiuso in un egoismo che non gli permette pi di vedere altro che se stesso, e il luogo e il tempo in cui egli si trova a vivere. Si assassina in cento contrade della <rancia; non importa, visto che non lui che stato depredato o trucidato; e se qualcuno di questi attentati stato commesso nella sua strada, vicino alla sua casa; di nuovo, che importa, il momento passato; ora tutto tranquillo# chiuder a doppia mandata i suoi chiavistelli e non ci penser pi. %nsomma, ogni rancese abbastanza elice il giorno in cui non viene

ucciso. %ntanto, le leggi sono senza vigore e il governo riconosce la propria impotenza a arle eseguire. % crimini pi in ami si moltiplicano# il demone rivoluzionario rialza ieramente la testa; la costituzione non che una tela di ragno, e il potere si consente mostruosi attentati. %l matrimonio non che una prostituzione legalizzata 567; non vi pi autorit paterna, non vi pi orrore per i delitti, non vi pi asilo per l'indigenza. %l suicidio, nel suo squallore, che denuncia la disperazione dei disgraziati, un atto di accusa contro il governo. %l popolo si demoralizza nel pi penoso dei modi; e l'abolizione del culto, unita all'assenza totale di educazione civica, prepara alla <rancia una generazione la cui sola idea a tremare. ;ili ottimisti/ ecco dunque l'ordine di cose che temete di veder cambiare/ 0scite, uscite dal vostro sciagurato letargo/ invece di mostrare al popolo i mali immaginari che devono risultare da un cambiamento, usate il vostro talento per argli desiderare la commozione dolce e salvi ica che riporter il re sul suo trono e l'ordine in <rancia. &ostrateci, voi che siete divorati dal dubbio, mostrateci questi mali cosi terribili di cui vi si minaccia per disgustarvi della monarchia; non vedete che le vostre istituzioni repubblicane non hanno nessuna radice, e che sono solo poggiate sul vostro suolo, mentre le precedenti vi erano piantate. 1 stata necessaria la scure per strappare queste; le altre cadranno con un so io e non lasceranno tracce. "on certo la stessa cosa togliere a un presidente del parlamento la sua dignit ereditaria, che era una propriet, e are scendere dal suo seggio un giudice temporaneo che non possiede alcuna dignit. La rivoluzione ha atto molto so rire, perch( molto ha distrutto; perch( ha atto violenza in modo brusco e crudele a tutte le propriet, a tutte le opinioni accettate e a tutti i costumi; perch(, essendo ogni tirannia plebea per sua natura eccitata, insultante e eroce, quella che ha prodotto la rivoluzione rancese ha dovuto spingere questi caratteri all'estremo, giacch( il mondo non ha mai visto una tirannia pi bassa e pi assoluta. L'opinione la ibra sensibile dell'uomo; quando viene erito in questo punto, lancia alte grida. 1 questo che ha reso la rivoluzione cosi dolorosa, poich( essa ha calpestato tutto ci2 che l'opinione riteneva grande. !ra, quand'anche il ristabilimento della monarchia provocasse in un ugual numero di uomini le stesse privazioni reali, vi sarebbe pur sempre una di erenza immensa, dato che essa non distruggerebbe alcuna dignit; in atti oggi non c' dignit in. <rancia, per la ragione che non c' sovranit. &a, se anche si considerassero solo le privazioni materiali, la di erenza non sarebbe meno notevole. %l potere usurpatore immolava gli innocenti; il re perdoner i colpevoli. L'uno aboliva la propriet legittima; l'altro tratter con cautela le propriet illegittime. L'uno ha per motto# Diruit, aedificat, mutat quadrata rotundis 5:7. 'opo sette anni di s orzi, non ha ancora potuto organizzare una scuola elementare o una esta campestre. *utti, per ino i suoi partigiani, si prendono gioco delle sue leggi, dei suoi impieghi, delle sue istituzioni, delle sue este, e anche dei suoi vestiti. L'altro, costruendo su una base autentica, non andr a tentoni# una orza misteriosa presieder ai suoi atti; esso agir solo per restaurare; ed ogni azione regolare non nuoce ad altri che al male. 1 inoltre un grande errore di immaginazione pensare che il popolo abbia qualcosa da perdere dal ristabilimento della monarchia; in atti il popolo ha guadagnato solo idealmente dallo sconvolgimento generale. Ia diritto a tutte le cariche, si dice; ma che

importa, Si tratta di vedere quello che valgono. 4ueste cariche, su cui si a tanto chiasso e che vengono o erte al popolo come una grande conquista, di atto non valgono niente di ronte al giudizio dell'opinione. 3er ino la condizione militare, onorata in <rancia al di sopra di ogni altra, ha perduto ormai il suo splendore# agli occhi dell'opinione, non ha pi grandezza, e la pace la abbasser ulteriormente. % militari vengono minacciati con la restaurazione della monarchia, mentre nessuno vi interessato pi di loro. "iente cosi evidente quanto la necessit in cui si trover il re di mantenerli ai loro posti, e dipender da loro, prima o poi, tras ormare questa necessit politica in un'obbligazione dettata dall'a etto, dal dovere e dalla riconoscenza. .razie a uno straordinario concorso di circostanze, non vi nulla nei militari che possa urtare l'opinione pi realista. "essuno ha il diritto di disprezzarli, poich( combattono per la <rancia; ra di loro e il re non c' alcuna barriera di pregiudizi che possa impedire a lui di are il proprio dovere# egli rancese, innanzitutto. Si ricordino di .iacomo %%, durante la battaglia della Iogue, che applaudiva, dalla riva del mare, il valore di quegli inglesi che inivano di detronizzarlo; come potrebbero dubitare che il re non sia iero del loro valore e non li consideri nel suo cuore come i di ensori dell'integrit del suo regno, "on ha orse pubblicamente rivolto un plauso a questo valore, dolendosi 5come era ben giusto7 che esso non osse impiegato per una causa migliore, "on si orse congratulato con i valorosi dell'armata di $ond( per aver superato gli odi che da cosL lungo tempo l'intrigo si s orzava di alimentare/ 5=7 % militari rancesi, dopo le loro vittorie, non hanno ormai pi che un bisogno# che la legittima sovranit venga a legittimare il loro valore, giacch( ora essi sono solo temuti e disprezzati. La pi assoluta noncuranza oggi la ricompensa per le loro atiche, e i loro concittadini sono gli uomini pi indi erenti del mondo ai trion i dell'esercito. Spesso arrivano ino a detestare quelle vittorie che alimentano l'umore bellicoso dei loro padroni. %l ristabilimento della monarchia dar immediatamente ai militari una posizione elevata nella considerazione generale. % talenti troveranno sul loro cammino una e ettiva dignit, un lustro sempre crescente che sar propriet dei guerrieri e che essi trasmetteranno ai loro igli. 4uesta gloria pura, questo splendore tranquillo, varranno pure almeno quanto le onori icenze, o quanto l'ostracismo dell'oblio che segue al patibolo. Se si considera il problema da un punto di vista pi generale, si vedr che la monarchia certamente il governo che assicura il massimo di distinzione a un pi gran numero di persone. %n questa specie di governo, la sovranit possiede abbastanza splendore per trasmetterne una parte, con le necessarie gradazioni, a una gran quantit di agenti che essa pi o meno distingue. "ella repubblica la sovranit non cosi tangibile come nella monarchia; si tratta li di una sostanza puramente morale, e la sua grandezza incomunicabile# inoltre nelle repubbliche gli impieghi non valgono nulla uori della citt in cui risiede il governo; e per di pi hanno valore solo in quanto siano occupati da membri del governo. %n quel caso l'uomo che onora l'impiego, non l'impiego che onora l'uomo; questi non brilla come agente, ma come parte del corpo sovrano. "elle province che obbediscono alle repubbliche, si pu2 vedere che gli impieghi 5se si a eccezione per quelli riservati ai membri del corpo sovrano7 elevano pochissimo gli uomini agli occhi dei loro simili, e non hanno quasi nessun signi icato per l'opinione generale; la repubblica in atti, per sua natura, il governo che assicura il maggior numero di diritti al minor numero di uomini, che vengono chiamati il sovrano, e che ne toglie di

pi a tutti gli altri, che vengono chiamati ; sudditi. 3i la repubblica si avviciner alla democrazia pura, e pi questa osservazione sar pertinente. Si richiami alla memoria quella innumerevole quantit di impieghi 5anche a prescindere da tutti i posti abusivi7 che l'antico governo di <rancia o riva all'ambizione universale. %l clero secolare e regolare, la spada, la toga, le inanze, l'amministrazione, ecc., quante carriere aperte a tutti i talenti e a tutti i tipi di ambizione/ 4uante gradazioni incalcolabili di distinzioni personali/ 'i questo in inito numero di cariche, non ve n'era nessuna che osse posta per legge al di sopra delle pretese del semplice cittadino 5>7# ve n'erano per ino moltissime che erano delle preB G: ziose propriet, che acevano realmente del proprietario un notabile, e che appartenevano esclusivamente al *erzo stato. $he i primi posti ossero di pi di icile accesso al semplice cittadino era una cosa molto ragionevole. ;i troppo movimento nello Stato e insu iciente subordinazione, quando tutti possono pretendere a tutto. L'ordine esige che gli impieghi, in generale, siano graduati quanto la condizione dei cittadini, e che i talenti individuali 5e qualche volta anche la semplice prudenza7 abbassino le barriere che separano le diverse classi. %n questo modo, si ha emulazione senza umiliazione, e movimento senza distruzione; la distinzione connessa a un impiego non deriva, come dice la parola, che dalla maggiore o minore di icolt di pervenirvi. Se si obietta che queste distinzioni sono ingiuste, allora si cambia argomento; ma io dico# se i vostri impieghi non elevano quelli che li possiedono, non vantatevi di o rirli a tutti, giacch( non o rite nulla. Se invece gli impieghi sono e devono essere delle distinzioni, ripeto ci2 che nessuno in buona ede potr negare, cio che la monarchia il governo il quale, per mezzo delle sole cariche, e indipendentemente dalla nobilt, distingue un maggior numero di uomini dal resto dei loro concittadini. ''altronde, non bisogna lasciarsi ingannare da quell'uguaglianza ideale che esiste solo a parole. %l soldato che ha il privilegio di parlare al suo u iciale con un tono grossolanamente amiliare, non pertanto suo uguale. L'aristocrazia delle cariche, che dapprima, nel disordine generale, non poteva essere notata, comincia a ormarsi. 3er ino la nobilt riacquista la sua indistruttibile in luenza. Le truppe di terra e di mare sono gi comandate, in parte, da gentiluomini, oppure da cadetti che l'antico regime aveva nobilitato associandoli a una pro essione nobile. La repubblica ha per ino ottenuto da loro i suoi pi grandi successi. Se la delicatezza della nobilt rancese non l'avesse, orse disgraziatamente, allontanata dalla <rancia, essa comanderebbe gi ovunque; ed cosa abbastanza comune sentir dire che se la nobilt avesse voluto, le avrebbero o erto tutti gli impieghi. $erto, nel momento in cui scrivo 5> gennaio 6A@A7, la repubblica vorrebbe avere sulle sue navi i nobili che ha atto massacrare a 4uiberon. %l popolo, ovvero la massa dei cittadini, non ha dunque niente da perdere; al contrario, ha rutto da guadagnare dal ristabilimento della monarchia, la quale ar risorgere una quantit di distinzioni e ettive, lucrative e per ino ereditarie, al posto degli impieghi e imeri e senza dignit che o re la repubblica.

"on ho insistito sugli emolumenti connessi alle cariche, giacche notorio che la repubblica non paga oppure paga male. Essa non ha prodotto che ortune scandalose# solo la dissolutezza si arricchita al suo servizio. *erminer2 questo paragra o, con alcune osservazioni le quali dimostrano chiaramente 5cosi mi sembra7 che il pericolo che si vede nella controrivoluzione si trova precisamente nel ritardo di questo grande cambiamento. La amiglia dei 9orboni non pu2 essere colpita dai capi della repubblica# essa esiste; i suoi diritti sono visibili, e il suo silenzio pi eloquente, orse, di tutti i possibili mani esti. 1 una verit che salta agli occhi che la repubblica rancese, anche da quando sembra avere addolcito le proprie parole d'ordine, non pu2 avere dei veri alleati. 3er sua natura, essa nemica di tutti i governi# tende a distruggerli tutti, di modo che tutti hanno interesse a distruggerla. La politica pu2 senza dubbio conquistare degli alleati alla repubblica 5?7; ma queste alleanze sono contro natura, ovvero, se si vuole, la <rancia ha degli alleati, ma la repubblica rancese non ne ha nessuno. )mici e nemici saranno sempre d'accordo per dare un re alla <rancia. Si cita spesso il successo della rivoluzione inglese nel secolo scorso; ma che di erenza/ %n %nghilterra la monarchia non era stata abbattuta. Solo il monarca era scomparso per are posto ad un altro. %% sangue stesso degli Stuart sedeva sul trono; e da esso il nuovo re traeva il proprio diritto. 4uesto re era, per eredit paterna, un principe orte di tutta la potenza della sua casata e delle sue relazioni di amiglia. %l governo d'%nghilterra, d'altronde, non aveva nulla di pericoloso per gli altri# era una monarchia come prima della rivoluzione; pure, poco manc2 che .iacomo %% conservasse lo scettro 5K7# e se avesse avuto un po' pi di ortuna o solamente un po' pi di accortezza, non lo avrebbe perduto; e bench( l'%nghilterra avesse un re, bench( i pregiudizi religiosi si unissero ai pregiudizi politici per escludere il 3retendente, bench( la situazione di quel regno lo proteggesse da sola contro un'invasione, tuttavia il pericolo di una seconda rivoluzione ha pesato sull'%nghilterra ino alla met di questo secolo. *utto dipeso, come si sa, dalla battaglia di $ulloden. %n <rancia, al contrario, il governo non monarchico; esso anzi il nemico di tutte le monarchie che lo circondano; non un principe che comanda, e se mai lo Stato venisse attaccato, non si vede perch( i parenti stranieri dei 3entarchi dovrebbero mobilitare delle truppe per di enderli. La <rancia si trover, dunque in un costante pericolo di guerra civile e questo pericolo avr due ragioni permanenti, poich( essa dovr continuamente temere i giusti diritti dei 9orboni oppure gli intrighi politici delle altre potenze che potrebbero tentare di darle un re di un'altra dinastia. Se il trono di <rancia sar occupato dal legittimo sovrano, nessun principe al mondo potr pensare di impadronirsene; ma inch( vacante, tutte le ambizioni monarchiche possono desiderarne il possesso e combattersi a vicenda. 'el resto, il potere alla portata di tutti, da quando stato gettato nella polvere, %% governo regolare esclude un'in init di progetti; ma sotto il dominio di una sovranit alsa nessun progetto impossibile; tutte le passioni sono sguinzagliate, e tutte possono coltivare ondate speranze, % codardi che respingono il re per paura della guerra civile, ne preparano appunto gli ingredienti. 3roprio perch( desiderano, in modo olle, la tranquillit e la costituzione, non avranno n( la tranquillit n( la costituzione. 'ato lo stato in cui la <rancia si trova, non vi pu2 essere per essa nessuna sicurezza

per etta. Solo il re, e il re legittimo, alzando dall'alto del suo trono lo scettro di $arlo &agno, pu2 spegnere o disarmare tutti gli odi, impedire tutti i progetti sinistri, dimensionare le ambizioni dimensionando gli uomini, calmare gli spiriti eccitati, e creare subito attorno al potere quel magico recinto che ne il vero custode. ;i ancora una ri lessione che deve essere continuamente presente agli occhi di quei rancesi che anno parte delle autorit attuali, la cui posizione li mette in condizione di in luire sul ristabilimento della monarchia. % pi degni tra loro non devono dimenticare che, prima o poi, saranno travolti dalla orza delle cose; che il tempo scorre via e che la gloria s ugge. 4uella di cui possono godere una gloria relativa# hanno atto cessare i massacri. Ianno cercato di asciugare le lacrime della nazione# brillano, perch( sono succeduti ai pi grandi scellerati che abbiano calpestato il nostro suolo. &a quando il concorso di cento circostanze avr restaurato il trono, per loro ci sar lOamnistia, nel senso pi orte della parola, e i loro nomi, per sempre oscuri, rimarranno sepolti nell'oblio. "on perdano dunque mai di vista l'aureola immortale che dovr circondare i nomi dei restauratori della monarchia. E poich( ogni insurrezione del popolo contro la nobilt non conduce mai ad altro che alla creazione di nuovi nobili, gi si vede come si ormeranno quelle nuove razze, di cui le circostanze a retteranno il lustro e che, in dalla culla, potranno pretendere tutto. %%. 'ei beni nazionali % rancesi vengono spaventati con la prospettiva della restituzione dei beni nazionali; si accusa il re di non aver osato toccare questo delicato argomento nella sua dichiarazione 5A7. ) una gran parte della nazione si potrebbe dire; e a voi che importa, e non sarebbe probabilmente una cattiva risposta. &a per non dare l'impressione di voler evitare le di icolt, conviene osservare che, a proposito dei beni nazionali, l'evidente interesse della <rancia, in generale, e anche ovviamente, in particolare, l'interesse dei possessori di questi beni, si accordano con il ristabilimento della monarchia. )nche gli animi meno sensibili sono indignati per le tru e compiute attorno a questi beni. "essuno crede alla legittimit di tali acquisizioni; coloro stessi che declamano con pi eloquenza su questo argomento, di endendo la legislazione attuale, si a rettano a rivendere per assicurarsi un guadagno, "on si ha il coraggio di godere pienamente di queste propriet; e quanto pi gli animi si ra redderanno, tanto meno si avr il coraggio di investirvi denaro. .li edi ici andranno in rovina e a lungo non si oser costruirne di nuovi; i prestiti saranno scarsi; il capitale della <rancia deperir notevolmente. %n questo campo si gi atto molto danno, e coloro che hanno potuto ri lettere sugli abusi dei decreti avranno capito che cosa vuol dire un decreto scaraventato sopra quasi un terzo del pi potente regno d'Europa. %n seno al corpo legislativo molto spesso stato tracciato un quadro impressionante dello stato deplorevole di questi beni. %l male aumenter continuamente, inch( la coscienza pubblica non avr pi dubbi sull'inconsistenza di queste acquisizioni; ma chi pu2 mai prevedere quando arriver un tale momento, ) non considerare che i possessori, il pericolo principale per loro proviene dal governo. "on si acciano illusioni, per il governo non indi erente prendere qua o l# per ino il pi iniquo non chieder di meglio che di riempire i propri orzieri acendosi meno nemici. !ra, noto a quali condizioni i compratori hanno acquistato; noto di quali in ami manovre, di quale scandaloso aggio quei beni sono stati oggetto. %l vizio originario e permanente dell'acquisizione indelebile agli occhi di tutti, cosi il governo rancese non

pu2 ignorare che, torchiando questi acquirenti, avr l'opinione pubblica dalla sua parte, e sar ingiusto solo per loro; d'altronde, nei governi popolari, anche se legittimi, l'ingiustizia non ha pudore; si pu2 ben immaginare quel che accadr in <rancia, dove il governo, variabile come le persone e privo di identit, non pensa mai di ritornare sul proprio operato annullando quel che stato atto. )ppena porr, dunque, si getter sui beni nazionali. 3orte della coscienza e 5quel che non va dimenticato7 della gelosia di tutti coloro che non ne possiedono, tormenter i proprietari, o con nuove vendite in qualche maniera modi icate, o pretendendo un supplemento di prezzo, oppure con imposte straordinarie; in breve, non staranno mai tranquilli. *utto invece stabile sotto un governo stabile; di modo che per ino i possessori dei beni nazionali, per essere certi del loro uturo, hanno interesse a che la monarchia sia restaurata. 'el tutto a sproposito si rimproverato il re di non aver parlato chiaro su questo punto nella sua dichiarazione# non poteva arlo senza commettere una grave imprudenza. 4uando verr il momento, non sar probabilmente su questo problema che la legislazione mostrer il suo maggior rigore. &a qui bisogna ricordare ci2 che ho detto nel capitolo precedente; gli interessi di tale o tal altra classe di individui non arresteranno la controrivoluzione. 4uel che voglio provare che conviene al piccolo numero di uomini che pu2 in luire su questo grande avvenimento di non aspettare che gli abusi dell'anarchia, accumulandosi, lo rendano inevitabile e lo producano bruscamente; in atti, pi il re sar imposto dalla necessit, e pi sar dura la sorte di tutti coloro che hanno guadagnato dalla rivoluzione. %%%. 'elle vendette 0n altro spauracchio di cui ci sL serve per ar temere ai rancesi il ritorno del loro re, quello delle vendette che dovrebbero accompagnarlo. 4uesta obiezione, come le altre, viene avanzata soprattutto da alcuni uomini d'ingegno che non vi credono a atto; tuttavia sar bene discuterla a pro itto delle persone oneste che la ritengono ondata. &olti scrittori realisti hanno respinto come un insulto questo desiderio di vendetta che si attribuisce al loro partito. 0n solo esempio parler per tutti# lo cito per il mio piacere e per quello dei miei lettori. "on si potr accusarmi di averlo scelto ra i realisti pi rigidi. +(otto il giogo di un potere illegittimo, si devono temere le pi, orribili vendette; infatti, chi avrebbe mai il diritto di reprimerle- !a vittima non pu. invocare in suo soccorso l'autorit% di leggi che non esistono ne di un governo che $ solo il frutto del crimine e dell'usurpa"ione. +/utt'altro accade con un governo che poggi sulle sue basi sacre, antiche, legittime. #sso ha il diritto di soffocare le pi, giuste vendette e di punire all'istante, con la spada delle leggi, chiunque si lasci andare all'impulso della natura pi, che al sentimento dei propri doveri. +(olo un governo legittimo ha il diritto di proclamare l'amnistia e ha i me""i per farla osservare. +0e consegue, quindi, che il pi, perfetto, il pi, puro dei realisti, il pi, gravemente

oltraggiato nella sua famiglia e nelle sue propriet%, deve essere punito con la morte, sotto un governo legittimo, se osa vendicare da s le ingiurie a lui rivolte, quando il re gliene ha comandato il perdono. +1 dunque sotto un governo fondato sulle nostre leggi che l'amnistia pu. essere accordata con sicure""a e che pu. essere rigorosamente rispettata. +Ah* sarebbe certo facile discutere fino a che punto il diritto del re pu. estendere un'amnistia. !e ecce"ioni che il primo dei suoi doveri prescrive sono ben evidenti. &hiunque si sia bagnato del sangue di !uigi 234 non pu. sperare gra"ia se non da Dio, 5a chi oserebbe poi tracciare con mano sicura i limiti dove devono arrestarsi l'amnistia e la clemen"a del re- 4l mio cuore e la mia penna si rifiutano di farlo. (e mai qualcuno avr% il coraggio di scrivere su questo argomento, sar% sen"a dubbio quell'uomo raro e forse unico, se esiste, che non ha mai sbagliato nel corso di questa orribile rivolu"ione, e il cui cuore, puro come la sua condotta, non ha avuto mai bisogno di perdono+ 5G7. La ragione e il sentimento non potrebbero trovare espressioni pi nobili. Sarebbe da compiangere l'uomo che non riconoscesse, in questo brano, l'accento della convinzione. 'ieci mesi dopo la data di questo scritto, il re ha pronunciato, nella sua dichiarazione, quelle parole cosL note, e cosL degne di esserlo# $hi oserebbe vendicarsi quando il re perdona, Egli ha escluso dall'amnistia solo coloro che votarono la morte di Luigi J;%, i collaboratori, gli strumenti diretti e immediati del suo supplizio, e i membri del tribunale rivoluzionario che mand2 al patibolo la regina e madame Elisabetta. $ercando per ino di limitare l'anatema nei riguardi dei primi, tanto quanto la coscienza e l'onore glielo permettevano, non ha compreso ra i parricidi coloro dei quali permesso credere che si mescolarono agli assassini di Luigi J;% solo con l'intenzione di salvarlo. 3er ino verso questi mostri che la. posterit non potr nominare senza orrore, il re si limitato a dire, con misura e con giustizia, che la <rancia intera invoca sulle loro teste la spada della giustizia. $on questa rase, egli non ha rinunciato al diritto di concedere la grazia in casi particolari# sta ora ai colpevoli decidere che cosa potrebbero mettere sul piatto della bilancia per equilibrare i loro mis atti. &onM si servi di %ngolsbH per arrestare Lambert 5@7. Si pu2 are ancora meglio di %ngolsbH. !sserver2 inoltre, senza pretendere di diminuire il sacrosanto orrore che dovuto agli uccisori di Luigi J;%, che agli occhi della giustizia divina non tutti sono ugualmente colpevoli. "ella s era morale, come in quella isica, la orza della ermentazione proporzionale alle masse che ermentano. % settanta giudici di $arlo % erano assai pi padroni di se stessi che i giudici di Luigi J;%. <ra costoro vi urono certamente dei colpevoli ben risoluti, che non potranno mai essere detestati abbastanza; ma questi grandi colpevoli avevano avuto l'arte di suscitare un tale terrore, avevano prodotto sugli animi meno vigorosi una tale impressione, che molti deputati, non ne dubito, urono privati di una parte del loro libero arbitrio. 1 di icile arsi un'idea chiara del delirio inde inibile e sovrannaturale che si impadronL dell'assemblea all'epoca del processo di Luigi J;%, Sono convinto che molti dei colpevoli, quando ricordano quell'evento unesto, credano di avere atto un cattivo sogno, e che riescano a spiegarlo a se stessi meno di quanto ce lo spieghiamo noi.

4uesti colpevoli, a litti e sorpresi di esserlo, dovrebbero cercare di guadagnarsi la tranquillit. 'el resto, questo non riguarda che loro; la nazione in atti sarebbe ben vile se considerasse la punizione di tali uomini come un inconveniente della controrivoluzione; ma pure per coloro che avessero questa debolezza, si pu2 osservare che la 3rovvidenza ha gi cominciato a punire i criminali. 3i di sessanta regicidi, ra i pi colpevoli, sono periti di morte violenta; senza dubbio, altri periranno, oppure lasceranno l'Europa prima che la <rancia torni ad avere un re; pochissimi cadranno nelle mani della giustizia. % rancesi, per ettamente rassicurati sulle vendette giudiziarie, devono esserlo anche sulle vendette private. ) questo riguardo dispongono degli impegni pi solenni# hanno la parola del loro re, e non loro permesso di avere paura. &a siccome bisogna parlare a tutti gli animi e prevenire tutte le obiezioni, e siccome bisogna rispondere per ino a coloro che non credono all'onore e alla ede, si deve provare che le vendette private non sono possibili. )nche il sovrano pi potente non ha che due braccia. Esso orte solo grazie agli strumenti che impiega e che l'opinione gli a ida. !ra, bench( sia evidente che il re, dopo la supposta restaurazione, cercher solo di perdonare, immaginiamo pure, nella peggiore delle ipotesi, l'eventualit contraria. $ome potrebbe agire, se volesse esercitare delle vendette arbitrarie, L'esercito rancese, cosi come lo conosciamo, sarebbe torse uno strumento duttile nelle sue mani, L'ignoranza e la mala ede si compiacciono di rappresentare questo re uturo come un Luigi J%;, al quale, simile al .iove di !mero, basterebbe aggrottare il ciglio per sconvolgere la <rancia. 1 appena il caso di dimostrare quanto questa supposizione sia alsa. %% potere della sovranit e interamente morale. Essa comanda invano se quel potere non dalla sua parte; e bisogna possederlo nella sua pienezza per poterne abusare. %l re di <rancia che salir sul trono dei suoi antenati non avr certamente voglia di cominciare con degli abusi; e se pure l'avesse, essa sarebbe vana, perch( egli non sarebbe abbastanza orte per soddis arla. %l berretto rosso, toccando la ronte regale, ha atto sparire le tracce dell'olio santo# l'incanto spezzato, continue pro anazioni hanno distrutto l'autorit divina dei pregiudizi nazionali, e a lungo ancora, intanto che la redda ragione incurver i corpi, gli spiriti resteranno in piedi. Si a inta di temere che il nuovo re di <rancia in ierisca contro i suoi nemici# suvvia/ riuscisse almeno a ricompensare i suoi amici 56F7. % rancesi possiedono dunque due garanzie in allibili contro le pretese vendette con cui vengono spaventati# l'interesse del re e la sua impotenza 5667. )nche il ritorno degli emigrati ornisce agli avversari della monarchia un inesauribile soggetto di timori immaginari. 1 importante dissolvere questa visione. La prima cosa da notare che vi sono a ermazioni vere la cui verit vale solo in un determinato momento; eppure si ha l'abitudine di ripeterle a lungo dopo che il tempo le ha rese alse e per ino ridicole, li partito legato alla rivoluzione poteva temere il ritorno degli emigrati subito dopo la legge che li proscrisse# non dico che avesse ragione; ma che importa, ' una questione puramente oziosa, di cui sarebbe inutile occuparsi. %l problema sapere se in questo momento il rientro degli emigrati ha qualcosa di pericoloso per la <rancia. La nobilt mand2 :G> deputati a quegli Stati generali di unesta memoria che hanno

provocato tutto quello che poi si visto. )ttraverso una ricerca atta su diverse circoscrizioni, non si sono mai trovati pi di GF elettori per ogni deputato. "on certo impossibile che in alcune circoscrizioni il numero osse maggiore; ma bisogna anche tenere conto degli individui che hanno votato in pi di una circoscrizione. *utto considerato, si pu2 calcolare a :?.FFF il numero dei capi amiglia nobili che parteciparono all'elezione degli Stati generali; e moltiplicandoli per ?, numero dei componenti comunemente attribuito, come si sa, ad ogni amiglia, avremo 6:?.FFF teste nobili. 'iciamo 6=F.FFF, per spingere l'ipotesi all'estremo# togliendo le donne, ne restano K?.FFF. Sottraiamo da questo numero# 67 i nobili che non sono mai emigrati, :7 quelli che sono rientrati, =7 i vecchi, >7 i bambini, ?7 i malati, K7 i preti, A7 tutti quelli che sono morti a causa della guerra, dei supplizi, o semplicemente per morte naturale; rester un numero che non acile determinare con esattezza, ma che, da tutti i possibili punti di vista, non potrebbe allarmare la <rancia. 0n principe 5%l principe di $ond(7, degno del proprio nome, alla testa di ? o K.FFF uomini al massimo; questo esercito, che non neppure tutto composto di nobili, ha dato prova di grande valore combattendo sotto vessilli stranieri; ma, preso da solo, conta molto poco. %nsomma, evidente che, dal punto di vista militare, gli emigrati non sono niente e non possono niente. ;i poi un'altra considerazione che si collega pi particolarmente allo spirito di questo scritto, e che merita di essere sviluppata. "on esiste il caso nel mondo, e neppure, di conseguenza, esiste il disordine, poich( il disordine viene ordinato da una mano sovrana che lo piega alla regola e lo costringe a concorrere allo scopo. 0na rivoluzione non che un movimento politico che deve produrre un certo e etto in un certo periodo. 4uesto movimento ha le sue leggi; e osservandole attentamente per un certo lasso di tempo, se ne possono ricavare delle previsioni abbastanza sicure per l'avvenire. !ra, una delle leggi della rivoluzione rancese che gli emigrati non possono attaccarla se non a loro scapito, e che essi sono totalmente esclusi da qualsiasi opera venga compiuta. 'alle prime illusioni della controrivoluzione, ino alla s ortunata impresa di 4uiberon, tutto quello che essi hanno tentato non mai riuscito, e si per ino rivolto contro di loro. "on solo non riescono, ma tutto ci2 che intraprendono talmente contrassegnato da impotenza e da nullit, che alla ine l'opinione si assue atta a considerarli come uomini che si ostinano a di endere un partito proscritto; e questo li pone in un discredito di cui si accorgono per ino i loro amici. 0n tale discredito non sorprender molto coloro che ritengono che la rivoluzione rancese abbia per causa principale la degradazione morale della nobilt. %l signore di SaintB3ierre osserva da qualche parte, nei suoi Etudes de la "ature, che se si paragona la igura dei nobili rancesi con quella dei loro antenati, dei quali la pittura e la scultura ci hanno tramandato la isionomia, si vede con chiarezza che queste razze sono degenerate. Si pu2 prestargli ede su questo punto, pi che sulle usioni polari o sulla igura della terra.

Esiste in ogni stato un certo numero di amiglie che si potrebbero chiamare coBsovrane, anche nelle monarchie; la nobilt, in atti, in questi governi, non che un prolungamento della sovranit. 4ueste amiglie sono le depositarle del uoco sacro; appena cessano di essere vergini, esso si estingue. Si tratta di sapere se queste amiglie, una volta estinte, possono essere per ettamente sostituite. 3er lo meno, non bisogna credere, se ci si vuole esprimere con esattezza, che i sovrani possano nobilitare. ;i sono amiglie nuove che si lanciano, per cosL dire, nell'amministrazione dello Stato, le quali emergono dall'eguaglianza in modo sorprendente, e si elevano ra le altre come vigorose querce in mezzo a una selva. % sovrani possono sanzionare queste nobilitazioni naturali; a ci2 si limita il loro potere. Se essi si oppongono a un numero troppo grande di queste nobilitazioni, oppure se si permettono di arne troppe usando del loro pieno potere, iniscono per causare la distruzione dei propri stati. La alsa nobilt era una delle grandi piaghe della <rancia# altri imperi meno splendenti ne sono a litti e disonorati, in attesa di altre sventure. La iloso ia moderna, che ama tanto parlare del caso, parla soprattutto della casualit della nascita; uno dei suoi motivi avoriti. &a non vi in questo campo pi casualit che in altri# esistono amiglie nobili cosi come esistono amiglie sovrane. 3u2 l'uomo creare un sovrano, *utt'al pi pu2 servire da strumento per deporre un sovrano e consegnare il suo potere ad un altro sovrano di origine principesca 56=7. 'el resto, non mai esistita una amiglia sovrana della quale si potesse indicare l'origine plebea# se un tale enomeno si veri icasse segnerebbe una nuova epoca del mondo 56>7. <atte salve le debite proporzioni, accade con la nobilt quel che accade con la sovranit. Senza entrare in troppi dettagli, contentiamoci di osservare che, se la nobilt abiura i dogmi nazionali, lo Stato perduto 56?7. %l ruolo che hanno giocato alcuni nobili nella rivoluzione rancese mille volte, non dico pi orribile, ma pi terribile di tutto quello che, durante questa rivoluzione, stato dato di vedere. 'ell'agghiacciante sentenza emessa sulla monarchia rancese, non c' stato segno pi spaventoso e pi decisivo di questo. $i si chieder orse che cosa queste colpe possano avere a che are con gli emigrati che le aborriscono. 8isponder2 che gli individui che compongono le nazioni, le amiglie e per ino i corpi politici, sono solidali ra loro# un atto. 8isponder2 inoltre che le ragioni per cui so re la nobilt emigrata sono assai anteriori all'emigrazione stessa. Le di erenze che possiamo osservare ra questo e quel nobile rancese non sono, agli occhi di 'io, che di erenze di longitudine e di latitudine# non perch( sL qui piuttosto che l, si quali si deve essere; e tutti coloro che dicono# Signore/ Signore/ non entreranno nel regno dei cieli. .li uomini giudicano solo dalle apparenze; ma quel nobile a $oblenza potrebbe avere pi rimproveri da arsi di quell'altro nobile che stava seduto sul lato sinistro dell'assemblea detta costituente. %nsomma, la nobilt rancese non deve prendersela altro che con se stessa per tutte le sue disgrazie; e quando se ne sar convinta, avr atto un gran passo avanti. Le eccezioni, pi o meno numerose, sono degne dell'universale rispetto, ma se ne pu2 parlare solo in termini generali. !ggi la nobilt so erente 5la quale non pu2 patire che una eclissi7 deve piegare la testa e rassegnarsi.

0n giorno essa dovr abbracciare di buona grazia dei igli che non ha portato nel proprio seno# nel rattempo, non deve pi compiere azioni pubbliche; orse sarebbe per ino meglio che non la si osse mai vista in un atteggiamento minaccioso. %n ogni caso, l'emigrazione u un errore, e non un torto# la maggior parte credeva di obbedite all'onore. "umen abire Nubet; prohibent discedere leges 56K7. 1 il 'io che ha avuto la meglio. ;i sarebbero molte altre ri lessioni da are su questo argomento; atteniamoci ai atti, che sono evidenti. .li emigrati non possono niente, si pu2 per ino aggiungere che essi non sono niente; in atti ogni giorno il loro numero diminuisce, a dispetto del governo, grazie a quella legge invariabile della rivoluzione rancese, che vuole che tutto si accia nonostante gli uomini e contro tutte le probabilit. 8esi docili da lunghe sventure, ogni giorno gli emigrati si riavvicinano ai loro concittadini. L'acredine scompare# da una parte e dall'altra ci si comincia a ricordare di una patria comune, ci si tende la mano, e per ino sul campo di battaglia si riconoscono dei ratelli. Lo strano amalgama che vediamo da qualche tempo non ha alcuna causa visibile 5in atti le leggi non sono cambiate7, ma non per questo il enomeno meno reale. 'unque, gli emigrati non sono niente quanto al loro numero; non sono niente quanto alla loro orza, e presto non saranno pi niente quanto al loro odio. 3er ci2 che riguarda le pi in ervorate passioni di una piccola minoranza, si pu2 are a meno di occuparsene. &a c' ancora una ri lessione importante che non devo passare sotto silenzio. $i si basa su alcuni discorsi imprudenti, che giovani sconsiderati o inaspriti dalla sventura si sono lasciati s uggire, per terrorizzare i rancesi a proposito del ritorno di costoro. )mmettiamo pure, per concedere tutto il possibile all'ipotesi contraria alla mia, che questi discorsi annuncino realmente delle intenzioni ben risolute# credete che coloro che le nutrissero sarebbero in grado di metterle in atto dopo la restaurazione della monarchia, ;i ingannereste di molto. "on appena osse ristabilito il governo legittimo, questi uomini avrebbero solo la orza per obbedire. L'anarchia rende necessaria la vendetta; l'ordine la esclude rigorosamente. L'uomo che in questo momento parla solo di punire, si trover allora nel bel mezzo di circostanze che %o costringeranno a volere solo ci2 che vuole la legge; e nel suo stesso interesse sar un cittadino tranquillo, e lascer la vendetta ai tribunali. $i si a ingannare sempre dal medesimo so isma# un partito stato crudele quando era al potere; dunque il partito contrario sar crudele quando a sua volta sar al potere. "ulla pi also. %n primo luogo, questo so isma suppone che vi sia da una parte e dall'altra la stessa quantit di vizi; ci2 che sicuramente non vero. Senza insistere molto sulle virt dei realisti, sono almeno certo di avere dalla mia la coscienza universale quando a ermo semplicemente che ve ne sono meno dalla parte della repubblica. ''altronde, anche solo i pregiudizi, a prescindere dalle virt, possono rassicurare la <rancia che essa non avr da so rire, per mano dei realisti, niente di simile a quanto ha so erto per mano dei loro nemici. ) questo riguardo, l'esperienza ha gi o erto delle prove che devono tranquillizzare i rancesi; essi hanno visto, in pi di un'occasione, che il partito che aveva subito ogni genere di o ese da parte dei suoi nemici, non ha saputo vendicarsi quando li ha avuti in suo potere. 0n piccolo numero di vendette, che hanno atto un cosi gran rumore, provano la stessa cosa; in atti si visto che solo il pi scandaloso ri iuto di esercitare la giustizia ha potuto produrre tali vendette, e che nessuno si sarebbe atto giustizia da s(, se il

governo avesse potuto o voluto arlo. 1 inoltre del tutto evidente che il pi vitale interesse del re sar di impedire le vendette. 0scito appena dai mali dell'anarchia, non vorr certo reintrodurla. L'idea stessa della violenza lo ar impallidire, e questo crimine sar il solo che egli non si creder in diritto di perdonare. La <rancia, d'altronde, ben stanca di convulsioni e di orrori. Essa non vuole pi sangue; e dato che l'opinione gi ora abbastanza torte per tenere a reno il partito che ne vorrebbe ancora, si pu2 ben prevedere quanto grande sar la sua orza quando avr anche il governo dalla propria parte. 'opo sventure cosi lunghe e cosi terribili, i rancesi si riposeranno dolcemente in braccio alla monarchia. 4ualsiasi attentato contro questa tranquillit sarebbe veramente un crimine di lesaBnazione, che i tribunali non avranno orse il tempo di punire. 4ueste ragioni sono cosL convincenti che nessuno si pu2 ingannare. "on bisogna, quindi, lasciarsi sedurre da quegli scritti in cui vediamo una ipocrita ilantropia condannare gli orrori della rivoluzione, e appoggiarsi sui suoi eccessi per dimostrare la necessit di evitarne una seconda. %n realt, essi condannano questa rivoluzione solo per non tirarsi addosso l'universale esecrazione; ma essi la apprezzano, ne apprezzano gli autori e i risultali, e di tutti i crimini che ha prodotto, non condannano che quelli di cui poteva are a meno. "on vi uno solo di questi scritti che non contenga prove evidenti del atto che gli autori appartengono, per inclinazione, al partito che per pudore condannano. $osi i rancesi, sempre ingannati, lo sono pi che mai in questa occasione. Ianno paura per s(, mentre non hanno nulla da temere; e sacri icano la loro elicit per contentare qualche miserabile. Se le teorie pi evidenti non riescono a convincere i rancesi, e se costoro ancora non si rendono conto che la 3rovvidenza la custode dell'ordine, e che non a atto la stessa cosa agire con o contro di essa, cerchiamo almeno di prevedere quel che essa ar da quel che ha atto; e se i ragionamenti scivolano via sul nostro pensiero, diamo ascolto almeno alla storia, che la politica sperimentale. L'%nghilterra ha o erto, nel secolo scorso, pi o meno lo stesso spettacolo che la <rancia ha o erto nel nostro. %l anatismo della libert, riscaldato con quello della religione, penetr2 gli animi pi pro ondamente di quanto non abbia atto in <rancia, dove il culto della libert si onda sul nulla. $he di erenza, d'altronde, nel carattere delle due nazioni e in quello degli attori che hanno svolto un ruolo sulle due scene/ 'ove sono, non dico gli Iamden 56A7, ma i $romQell della <rancia, Eppure, malgrado il anatismo ardente dei repubblicani, malgrado la risoluta ermezza del carattere nazionale, malgrado gli errori troppo interessati dei molti colpevoli e soprattutto dell'esercito, la restaurazione della monarchia ha orse provocato, in %nghilterra, delle violenze paragonabili a quelle che aveva prodotto una rivoluzione regicida, $he ci si mostrino, se si in grado di arlo, le atroci vendette dei realisti. )lcuni regicidi perirono per autorit delle leggi; per il resto, non vi urono n( combattimenti n( vendette privare. %l ritorno del re non u contrassegnato che da un grido di gioia che risuon2 in tutta l'%nghilterra; tutti i nemici si abbracciarono. %l re, sorpreso di quel che vedeva, esclam2 con tenerezza# "on orse mia la colpa, se cosL a lungo sono stato respinto da un popolo tanto buono, L'illustre $larendon 56G7, testimone e storico integerrimo di questi grandi avvenimenti, ci dice che non si sapeva pi dove era quel popolo che aveva commesso tanti eccessi e privato cosi a lungo il re della elicit di regnare su sudditi eccellenti. ;ale a dire che il popolo non

riconosceva pi il popolo. "on si potrebbe dire meglio. &a questo grande cambiamento da che dipendeva, 'a niente, o per meglio dire, da niente di visibile# un anno prima, nessuno lo credeva possibile. "on si sa nemmeno se u diretto da un realista, giacch( un problema insolubile sapere in quale momento &onM cominci2 in buona ede a servire la monarchia. Si dir allora che i realisti si erano imposti sul partito avverso con la orza. 3er nulla# &onM non aveva che seimila uomini; i repubblicani ne avevano cinque o sei volte di pi# essi detenevano tutte le cariche e occupavano militarmente l'intero regno. Eppure &onM non dovette impegnare un solo combattimento; tutto si ece senza s orzo e come per incantesimo# m <rancia accadr lo stesso. %l ritorno all'ordine non pu2 essere doloroso, poich( sar naturale, e poich( sar avorito da una orza segreta, la cui azione tutta creatrice. ;edremo precisamente il contrario di quanto abbiamo visto inora. )l posto di queste emozioni violente, di queste dolorose lacerazioni, di queste oscillazioni continue e disperanti, una certa stabilit, un riposo inde inibile, un benessere universale annunceranno la presenza della sovranit. "on vi saranno scosse, non vi saranno violenze, non vi saranno nemmeno supplizi, salvo quelli che la nazione autentica approver; pure il delitto e le usurpazioni saranno trattati con severit misurata, con quella giustizia serena che propria solo del potere legittimo. %l re toccher le piaghe dello Stato con mano timida e paterna. %nsomma, questa la grande verit di cui P rancesi non potranno mai convincersi abbastanza# la restaurazione della monarchia, che viene chiamata controrivoluzione, non sar una rivoluzione contraria ma il contrario della rivoluzione. "!*E 6 )llusione alla legge del :F settembre 6A@: che istituiva il divorzio. : +&ostruisce, smantella, forma e trasforma+ 5!razio, Epistole, %, 6FF; trad. di Enzo &andruzzato7. = Lettera del re al principe dL $ond(, del = gennaio 6A@A, pubblicata su tutti i giornali Cn.d.aD. > La amosa legge che escludeva il *erzo Stato dal servizio militare non poteva essere eseguita# si trattava semplicemente di una go aggine ministeriale, che la passione ha presentato come una legge ondamentale Cn.d.a.D. ? (cimus, et hanc veniam petimusque damusque vicissim, [ (ed non ut placidis coeant immitia, non ut [ (erpentes avibus geminentur, tigribus agni CLo sappiamo, anzi questa acolt noi la domandiamo e la concediamo a vicenda; ma non ino al punto che con esseri mansueti si uniscano esseri eroci, non ino al punto che i serpenti si accoppino con gli uccelli, e gli agnelli con le tigri 5trad. di )ndrea .ustarelli7 D. 1 quanto di meglio possono dire certi governi all'Europa che li interroga Cn.d.a.D. K .iacomo %%, re d'%nghilterra dal 6KG? al 6KGG, u detronizzato da .uglielmo d'!range. A 1 sempre la 'ichiarazione di ;erona del 6A@?. G !bservations sur la conduite des puissances coalis(es, del conte d')ntraigues, 6A@?, 3re azione, pp, JJJ%; e sgg. Cn.d.aD. @ %l generale Eohn Lambert, a lungo braccio destro di $romQell, dopo la morte del Lord

3rotettore, u scon itto da &onM, il restauratore della monarchia inglese. 8iuscito a uggire, u catturalo da %ngolsbH, uno dei giudici di $arlo %. 6F 1 nota la battuta di $arlo %% sul pleonasmo della ormula inglese )&"%S*%) E !9L%!# %ntendo, disse, amnistia per i miei nemici e oblio per i miei amici Cn.d.a.D. 66 .li avvenimenti hanno con ermato tutte queste previsioni del buon senso. 'opo che questo scritto era gi stato terminato, il governo rancese ha pubblicato i documenti di due cospirazioni smascherate, e che vanno giudicate in maniera distinta# l'una giacobina, l'altra monarchica. Sulla bandiera del giacobinismo era scritto# morte a tutti i nostri nemici; su quella del realismo, invece; grazia a tutti coloro che non la ri iuteranno. 3er impedire al popolo di trarre da s( le conseguenze, gli stato detto che il parlamento annullerebbe l'amnistia reale; ma questa sciocchezza supera il maWimum; sicuramente non avr ortuna Cn.d.a.D. 6= La maniera stessa con cui il potere umano impiegato in queste circostanze e sempre tale da umiliarlo. 4ui soprattutto si possono rivolgere all'uomo queste parole di 8ousscau# &ostrami la tua potenza, ti mostrer2 la tua debolezza Cn.d.a.D. 6> Si sente dire abbastanza spesso che se 8ichard $romQell avesse avuto il genio di suo padre, .avrebbe reso il protettorato ereditario nella sua amiglia. &olto ben detto/ Cn.d.aD. 6? 0n dotto italiano ha atto una singolare considerazione. 'opo aver osservato che la nobilt la custode naturale, e come la depositarla della religione nazionale, e che questo carattere pi notevole man mano che si risale verso l'origine delle nazioni e delle cose, egli aggiunge# *alch( dee esser'un gran segno, che vada a inire una nazione ove i nobili disprezzano la religione natta. ;ico, 3rincipi di una scienza nuova, Libro %%, "apoli, 6A?>, p. :>K. 4uando il sacerdozio membro politico dello Stato e le sue alte cariche sono occupate, in generale, dalla grande nobilt, ne risulta la pi orte e la pi durevole di tutte le costituzioni possibili. $osL il iloso ismo, che il dissolvente universale, ha compiuto il suo capolavoro con la monarchia rancese Cn.d.a.D. 6K +6n dio ordina di partire; le leggi proibiscono di andarsene+ 5!vidio, 5etamorfosi, J;, :G7. 6A Iume, tomo J. capitolo LJ%%, 6KKF Cn.d.a.D. 6G EdQard IHde, conte di $larendon, uomo di Stato e storico inglese 56KFGB6KA>7, scrisse un celebre. libro sulla rivoluzione del 6K>G.

7I0 "ra..e'ti *i %'a Storia *e##a ri$o#%&io'e ,ra'-ese8 *i Da$i* 9%.e (1)
E)'E& &0*)*) 8ES08.! ...%% Lungo parlamento dichiar2, con giuramento solenne, che non poteva essere dissolto, p. 6G6. 3er assicurare il proprio potere, non smetteva di agire sullo spirito del popolo; ora eccitava gli animi con arti iciosi proclami, p. 6AK; e ora si aceva inviare, da tutte le parti del regno, petizioni che andavano nel senso della rivoluzione, p. 6==. L'abuso della stampa era stato portato al colmo; un gran numero di club provocavano ovunque ragorosi disordini# il anatismo aveva trovato un suo proprio linguaggio; era un gergo

nuovo, inventato dal urore e dall'ipocrisia del tempo, p. 6=6. La mania universale era di lanciare invettive contro gli antichi abusi, p. 6:@. *utte le antiche istituzioni vennero rovesciate una dopo l'altra, pp, 6:?, 6GG. %l bill di Sel Bdeniance e il "eQBmodel disorganizzarono completamente l'esercito e gli dettero una nuova orma e una nuova composizione, che costrinsero molti vecchi u iciali a rinunciare ai loro incarichi, p. 6=. *utti i delitti venivano attribuiti ai realisti, p. 6>G; e l'arte di ingannare il popolo e di terrorizzarlo giunse al punto di argli credere che i monarchici avevano minato il *amigi, p. 6AA, "on pi re/ non pi nobilt/ uguaglianza universale/ era questo il grido generale, p. GA. &a in mezzo all'e ervescenza popolare, si poteva distinguere la setta estremista degli %ndipendenti, che inL per incatenare il Lungo parlamento, p. =A>. $ontro una tale tempesta, era inutile la bont del re. Le stesse concessioni atte al suo popolo venivano calunniate come se ossero atte in mala ede, p. 6GK. 1 per mezzo di questi preliminari che i ribelli avevano preparato la rovina di $arlo %; ma un semplice assassinio non avrebbe soddis atto i loro disegni; un tale delitto non sarebbe stato abbastanza nazionale. La vergogna e il rischio avrebbero riguardato i soli uccisori. 9isognava dunque immaginare un altro piano; bisognava stupire il mondo con una procedura inaudita, adornarsi con i segni. esteriori della giustizia, e mascherare la crudelt con l'audacia; bisognava, insomma, anatizzando il popolo con l'idea di un'uguaglianza per etta, assicurarsi l'obbedienza della moltitudine, e ormare insensibilmente una coalizione generale contro la monarchia, tomo 6F, p. @6. L'annientamento della monarchia u il prodromo della morte del re. 4uesto principe u detronizzato di atto, e la costituzione inglese u rovesciata 5nel 6K>G7, dal bill di non addresses che lo mise uori dalla costituzione. 9en presto, le pi atroci e le pi ridicole calunnie vennero di use sul conto del re, per uccidere quel rispetto che la salvaguardia dei troni. % ribelli non trascurarono niente per macchiare la sua reputazione; l'accusarono di avere dato degli incarichi ai nemici dell'%nghilterra, di aver atto scorrere il sangue dei suoi sudditi. $on la calunnia si preparavano alla violenza, p. @>. 'urante la prigionia del re al castello di $arisborne, gli usurpatori del potere si misero a tormentare questo sventurato principe con angherie di ogni genere. Lo privarono dei suoi servitori; gli vietarono di comunicare con i suoi amici# nessuna socialit, nessuna distrazione gli erano consentite per addolcire la malinconia dei suoi pensieri. )d ogni istante, si attendeva di essere assassinato o avvelenato 5:7, giacch( l'idea di un processo non gli veniva neppure in mente, pp. ?@ e @?. &entre il re so riva atrocemente nella sua prigione, il 3arlamento aceva pubblicare che egli vi si trovava benissimo, e che era di ottimo umore, ibid. 5=7. %n mezzo alle calamit che lo opprimevano, la grande onte da cui il re traeva tutte le sue consolazioni era senza dubbio la religione. 4uesto principe non aveva in s( niente di duro n( di austero, niente che gli ispirasse risentimento contro i suoi nemici o che potesse allarmarlo sull'avvenire. &entre tutto intorno a lui aveva un aspetto ostile, mentre la sua amiglia, i suoi parenti, i suoi amici venivano tenuti lontani o nell'impossibilit di essergli utili, egli si abbandonava con iducia nelle braccia del grande Essere, il cui potere penetra e sorregge l'universo, e i cui castighi, subiti con piet e rassegnazione, parevano al re le garanzie pi sicure di una ricompensa in inita, pp. @? e @K.

$arlo non dubitava della propria morte; sapeva che raramente un re viene detronizzato senza perire; ma credeva a un assassinio piuttosto che a un processo solenne, p. 6::. "ella sua prigione era gi detronizzato; era stata eliminata tutta la pompa dovuta al suo rango, e le persone che lo avvicinavano avevano avuto l'ordine di trattarlo senza alcun segno di rispetto, p. 6::. 9en presto, si abitu2 a sopportare le amiliarit e per ino l'insolenza di quegli uomini, cosL come aveva sopportato le altre sue disgrazie, p. 6:=. % giudici del re si de inivano rappresentanti del popolo, p. 6:>. 'el popolo... unico principio di ogni potere legittimo, p. 6:A, e l'atto di accusa recava scritto che abusando del limitato potere che gli era stato a idato, egli aveva cercato, in modo subdolo e malizioso, di edi icare un potere illimitato e tirannico sulle rovine della libert. 'opo la lettura dell'atto, il presidente disse al re che poteva parlare. $arlo diede prova nelle sue risposte di molta presenza di spirito e orza d'animo, p. 6:?. E tutti sono d'accordo che la sua condotta, in questa ultima scena della sua vita, ne onora la memoria, p. 6:A. <ermo e intrepido, mise in tutte le sue risposte la pi grande chiarezza e la pi grande precisione di pensiero e di espressione, p. 6:G. Sempre dolce, sempre calmo, l'ingiusto potere che veniva esercitato su di lui non riuscL a arlo uscire dai limiti della moderazione. La sua anima, senza s orzo e senza a ettazione, pareva trovarsi nel suo normale equilibrio e contemplare con disprezzo le insidie dell'ingiustizia e della malvagit umana, p. 6:G. %l popolo, in generale, si mantenne in quel silenzio che il risultato delle grandi passioni compresse; ma i soldati, sedotti da lusinghe di ogni sorta, mostrarono alla ine una specie di urore e considerarono come titolo di gloria l'orrendo delitto di cui si macchiavano, p. 6=F. Si accord2 al re un rinvio di tre giorni; egli trascorse questo tempo tranquillamente, e ne impieg2 una gran parte nella lettura e in esercizi di piet; gli u permesso di vedere la propria amiglia, che ricevette da lui eccellenti consigli e grandi segni di tenerezza, p, 6=F. 'ormi quietamente, come sempre, durante le notti che precedettero il suo supplizio. %l mattino del giorno atale, si alz2 di buon'ora e dedic2 cure particolari al proprio abbigliamento, p. 6=6. 0n sacerdote, che possedeva quello stesso carattere dolce e quelle solide virt che distinguevano il re, l'assistette nei suoi ultimi momenti, p. 6=:. %l patibolo u collocato, ad arte, di ronte al palazzo, per mostrare nel modo pi impressionante la vittoria conseguita dalla giustizia del popolo sulla maest reale. 4uando il re u salito sul patibolo, lo trov2 circondato da una orza armata cosi numerosa che non pot( sperare di essere inteso dal popolo, di modo che u costretto a rivolgere le sue ultime parole al piccolo numero di persone che si trovavano presso di lui. 3erdon2 i suoi nemici; non accus2 nessuno; ece voti per il suo popolo. Sire, gli disse il prelato che lo assisteva, ancora un passo/ 1 di icile, ma breve, e deve condurvi in ciclo. Sto per cambiare, rispose il re, una corona e imera con una corona incorruttibile e con una elicit inalterabile. 0n solo colpo separ2 la testa dal corpo. %l boia la mostr2 al popolo, tutta grondante di sangue, gridando ad alta voce# Ecco la testa di un traditore/ pp. 6=: e 6==. 4uesto principe merit2 piuttosto il titolo di buono che quello di grande. 4ualche volta danneggi2 gli a ari dello Stato dando ascolto, a sproposito, ai consigli di persone di una capacit in eriore alla sua. Egli era pi adatto a guidare un governo regolare e paci ico

che a eludere o a respingere gli assalti di un'assemblea popolare, p. 6=K; ma, se non ebbe il coraggio di agire, ebbe sempre quello di so rire. "acque, per sua disgrazia, in tempi di icili, e, se non ebbe su iciente abilit per sottrarsi a una situazione cosi imbarazzante, acile scusarlo, poich( anche dopo l'avvenimento, quando di solito agevole scorgere tutti i suoi errori, resta ancora un gran problema sapere che cosa avrebbe dovuto are, p. 6=A. Esposto senza aiuti all'urto delle pi odiose e pi implacabili passioni, non gli u mai possibile commettere il minimo errore senza attirare su di s( le conseguenze pi atali; situazione la cui di icolt supera le orze del pi grande ingegno, p. 6=A. Si voluto spargere dubbi sulla sua buona ede; ma l'esame pi scrupoloso della sua condotta, che oggi per ettamente nota, con uta pienamente questa accusa; anzi, se si considerano le circostanze estremamente delicate in cui si trov2 impigliato, se si con ronta la sua condotta alle sue dichiarazioni, si sar costretti ad ammettere che l'onore e l'onest ormavano la parte saliente del suo carattere, p. 6=A. La morte del re coron2 la distruzione della monarchia. Essa u abolita da un apposito decreto del corpo legislativo. ;enne inciso un sigillo nazionale, con su scritto# )""! 38%&! 'ELL) L%9E8*\. *utte le orme cambiarono, e il nome del re scomparve da ogni luogo per lasciare il posto a quello dei rappresentanti del popolo, p. 6>:. %l 9anco del re sL chiam2 9anco nazionale. La statua del re eretta alla 9orsa u rovesciata, e vennero incise queste parole sul piedistallo; EJ%%* *T8)""0S 8E.0& 0L*%&0S, p. 6>=. &orendo, $arlo lasci2 ai suoi popoli un'immagine di s( in questo scritto amoso, capolavoro d'eleganza, di semplicit e di candore. 4uest'opera, da cui non traspare che la piet, la dolcezza e l'umanit, ece sugli animi una impressione pro onda. &olti sono giunti per ino a credere che ad essa si dovesse la restaurazione della monarchia, p. 6>K. 1 raro che il popolo guadagni qualcosa nelle rivoluzioni che cambiano la orma dei governi, perch( la nuova istituzione, necessariamente gelosa e di idente, ha bisogno, per sostenersi, di una maggiore quantit di di ese e di severit che l'antica, p. 6FF. &ai la verit di tale osservazione si era atta sentire pi vivamente che in questa occasione. Le proteste contro alcuni abusi nell'amministrazione della giustizia e delle inanze avevano sollevato il popolo; e, come premio per la vittoria che esso ottenne sulla monarchia, si trov2 caricato di una quantit di imposte ino allora sconosciute. ) mala pena il governo si degnava di mostrare un'ombra di giustizia e di libert. *utte le cariche vennero a idate alla pi abietta plebaglia, che si trovava cosi elevata al di sopra di tutto quanto essa aveva ino allora rispettato. )lcuni ipocriti, dietro la maschera della religione, si abbandonavano ad ingiustizie di ogni genere, p. 6FF. Esigevano prestiti orzosi ed esorbitanti da tutti coloro che dichiaravano sospetti. L'%nghilterra non aveva mai visto un governo cosi duro e cosi arbitrario come quello di questi patroni della libert, pp. 66:, 66=. %l primo atto del Lungo parlamento era stato un giuramento col quale dichiarava che non poteva essere sciolto, p. 6G6. La con usione generale che seguL alla morte del re non dipendeva solo dalla distruzione degli antichi poteri, ma anche dallo spirito di innovazione, che era la malattia del giorno. !gnuno voleva are la sua repubblica; ognuno aveva i suoi progetti che voleva are adottare ai suoi concittadini con la orza o con la persuasione# ma questi progetti altro

non erano che chimere senza ondamento nell'esperienza, e si raccomandavano alla moltitudine solo per il gergo alla moda e per l'eloquenza plebea, p. 6>A. % livellatori respingevano ogni tipo di dipendenza e di subordinazione 5>7. 0na setta attendeva il regno millenario 5?7; gli antinomicini sostenevano che i comandamenti della morale e della legge naturale erano sospesi. 0n partito numeroso predicava contro le decime e gli abusi del sacerdozio; costoro pretendevano che le Stato non proteggesse ne inanziasse alcun culto, lasciando a ciascuno la libert di pagare quello che meglio gli convenisse. 'el resto, tutte le religioni erano tollerate, eccetto la cattolica. 0n altro partito lanciava invettive contro la giurisprudenza del paese e contro i maestri che l'insegnavano; e col pretesto di sempli icare l'amministrazione della giustizia, proponeva di abbattere tutto il sistema della legislazione inglese, perch( troppo legato al governo monarchico, p. 6>G. % repubblicani ardenti abolirono i nomi di battesimo, per sostituirli con nomi stravaganti, a ini alle spirito della rivoluzione, p. :>:. 'ecisero che il matrimonio, non essendo altro che un semplice contratto, doveva essere celebrate davanti ai magistrati civili, p. :>:. %n ine, ed una tradizione in %nghilterra, spinsero il anatismo ino al punto di sopprimere la parola regno nell'orazione domenicale, dicendo, ;enga la tua repubblica. 4uanto all'idea di una propaganda ad imitazione di quella di 8oma, essa appartiene a $romQell, p. :G?. % repubblicani meno anatici si ponevano, anch'essi, al di sopra di tutte le leggi, di tutte le promesse, di tutti i giuramenti. *utti i legami sociali venivano allentati, e le pi pericolose passioni si avvelenavano ulteriormente, appoggiandosi su teorie ancor pi antisociali, p. 6>G. % monarchici, privati delle loro propriet e cacciati da tutti gli impieghi, guardavano con orrore i loro ignobili nemici che li schiacciavano col loro potere; essi conservavano, per principio e per sentimento, il pi tenero a etto verso la amiglia dello sventurato sovrano, di cui non cessavano di onorare la memoria e di deplorare la tragica ine. 'a un'altra parte, i presbiteriani, ondatori della repubblica, la cui in luenza aveva contribuito a che si a ermassero le armi del Lungo parlamento, erano sdegnati nel vedere che il potere s uggiva dalle loro mani e che, per il tradimento o per la superiore abilit dei loro compagni, essi perdevano il rutto degli s orzi passati. 4uesto malcontento li spingeva verso il partito realista, senza per2 ancora determinarli ad una decisione# restavano loro grandi pregiudizi da vincere; dovevano passare sopra molti timori, sopra molte gelosie, prima di potersi occupare sinceramente della restaurazione di una amiglia che avevano cosL crudelmente o eso. 'opo avere assassinato il loro re con tante apparenti orme di giustizia e di solennit, ma in realt con tanta violenza e per ino tanta rabbia, questi uomini pensarono di darsi una orma regolare di governo# istituirono un grande $omitato o $onsiglio di Stato cui spettava il potere esecutivo. 4uesto $onsiglio comandava alle orze di terra e di mare; riceveva tutte le petizioni, aceva eseguire le leggi e preparava tutti gli a ari che dovevano essere sottoposti al parlamento, pp. 6?F, 6?6. L'amministrazione era divisa ra numerosi comitati che si erano impadroniti di tutto, p. 6=>, e non rendevano mai conto di nulla, pp. 6KK, 6KA. 9ench( gli usurpatori del potere, per il loro carattere e per la natura degli strumenti che usavano, ossero molto pi adatti alle imprese vigorose che alle meditazioni legislative

5p. :F@7, tuttavia l')ssemblea aveva l'aria di non occuparsi che della legislazione del paese. ) sentir lei, lavorava a un nuovo progetto di rappresentanza, ed appena avesse terminato la costituzione, non avrebbe tardato a restituire al popolo il potere di cui esso era la onte, p. 6?6, "el rattempo, i rappresentanti del popolo credettero opportuno estendere le leggi sull'alto tradimento molto al di l dei limiti issati dall'antico governo. Semplici discorsi, o anche solo intenzioni, che pure non si ossero mani estate' con alcun atto esteriore, presero il nome di cospirazione. ) ermare che il governo in carica non era legittimo, sostenere che l')ssemblea dei rappresentanti o il $omitato esercitavano un potere tirannico o illegale, cercare di abbattere la loro autorit, oppure eccitare contro di loro qualche movimento sedizioso, equivaleva a rendersi colpevoli di alto tradimento. 4uel potere di imprigionare, di cui il re era stato privato, si credette necessario accordarlo al $omitato, e tutte le prigioni d'%nghilterra vennero riempite di uomini che le passioni del partito dominante presentavano come sospetti, p. 6K= Era un gran diletto per i nuovi padroni spogliare i signori del nome della loro terra; e quando il valoroso &ontiose u giustiziato in Scozia, i suoi giudici non mancarono di chiamarlo Eames .raham, p. 6GF. !ltre alle imposizioni ino allora sconosciute e applicate severamente con continuit, il popolo doveva pagare una tassa di novantamila lire sterline al mese per il mantenimento dell'esercito. Le somme immense che gli usurpatori del potere ricavavano dai beni della corona, del clero e dei realisti non bastavano alle spese enormi, o, come si diceva, alle depredazioni del parlamento e delle sue creature, pp. 6K=, 6K>. % palazzi del re urono saccheggiati e i suoi mobili venduti all'incanto; i suoi quadri, ceduti a basso prezzo, arricchirono tutte le collezioni d'Europa; alcuni porta ogli che erano costati ?F.FF6 ghinee urono dati via per =FF, p. =GG. % pretesi rappresentanti del popolo non avevano, in ondo, nessuna popolarit. %ncapaci di pensieri elevati e di grandi concezioni, a nulla erano meno adatti che al ruolo di legislatori, Egoisti e ipocriti, procedevano cosi lentamente nella grand'opera della costituzione, che la nazione cominci2 a temere che la loro intenzione osse quella di perpetuarsi nei loro posti, e di dividere il potere ra sessanta o settanta persone che si acevano chiamare i rappresentanti della repubblica inglese. &entre si vantavano di ristabilire la nazione nei suoi diritti, violavano i pi preziosi di quei diritti di cui essa aveva goduto da tempi immemorabili. Essi non osavano a idare i loro processi per cospirazione ai tribunali regolari, che avrebbero mal servito i loro disegni# istituirono quindi un tribunale straordinario, che riceveva gli atti di accusa prodotti dal $omitato, pp, :FK, :FA. 4uesto tribunale era composto di uomini devoti al partito dominante, anonimi, senza carattere, e capaci di sacri icare tutto alla propria sicurezza e alla propria ambizione. 4uanto ai realisti presi con le armi in mano, un consiglio militare li mandava a morte, p, :FA. La azione che si era impadronita del potere disponeva di un orte esercito; le era su iciente, malgrado essa non costituisse che una piccolissima minoranza della nazione, p. 6>@. *ale la orza di un qualsiasi governo una volta istituito, che questa repubblica bench( ondata sull'usurpazione pi iniqua e pi contraria agli interessi del popolo, aveva

tuttavia il potere di arruolare, in tutte le province, soldati nazionali che venivano ad aggiungersi alle truppe di linea per combattere contro il partito del re, p. 6@@. ) "eQburH 5nel 6K>=7 la guardia nazionale di Londra si batt( altrettanto bene che le vecchie bande. .li u iciali predicavano ai loro soldati, e i nuovi repubblicani marciavano alla battaglia cantando inni anatici, p. 6=. 0n esercito numeroso aveva il duplice e etto di maniere all'interno un'autorit dispotica e di intimidire le nazioni straniere. Le stesse mani riunivano la orza delle armi e il potere inanziario. % dissensi civili avevano esaltato il genio militare della nazione. %l rivolgimento universale prodotto dalla rivoluzione permetteva a uomini nati nelle in ime classi della societ di elevarsi a posti di comando militare degni del loro coraggio e del loro talento, ma da cui l'oscurit dei natali li avrebbe per sempre tenuti lontani, in un diverso ordine di cose, p. :F@. Si vide un uomo di cinquant'anni 59laMe7 passare immediatamente dal servizio di terra a quello di mare e qui distinguersi nel modo pi brillante, p. :6F. %n mezzo allo spettacolo, a tratti ridicolo, a tratti deplorevole, che o riva il governo civile, la orza militare era guidata con molto vigore, unit e intelligenza, e mai l'%nghilterra si era mostrata cosi temibile agli occhi delle potenze straniere, p. :>G. 0n governo interamente militare e dispotico quasi certo di cadere, dopo qualche tempo, in uno stato di languore e di impotenza; ma quando esso succede immediatamente a un governo legittimo, pu2 nei primi momenti dispiegare una orza sorprendente, poich( impiega con violenza i mezzi accumulati dalla dolcezza, p. :K:. 1 questo lo spettacolo che present2 allora l'%nghilterra. %l carattere mite e paci ico dei suoi ultimi due re, le di icolt inanziarie e la per etta sicurezza in cui si trovava nei riguardi dei suoi vicini, l'avevano resa disattenta nella politica estera; di modo che l'%nghilterra aveva, in qualche modo, perduto il rango che le apparteneva nel sistema generale dell'Europa; ma il governo repubblicano glielo rese immediatamente, p. :K=. 9ench( la rivoluzione osse costata iumi di sangue all'%nghilterra, mai essa apparve cosi ormidabile ai suoi vicini, p. :F@, e a tutte le nazioni straniere, p. :>G. &ai, durante i regni dei pi giusti e dei pi valorosi dei suoi re, il suo peso sulla bilancia politica u percepito cosi vivamente come sotto il dominio dei pi violenti e dei pi odiosi usurpatori, p. :K=. %l parlamento, inorgoglito dai suoi successi, pensava che nulla potesse resistere alla orza delle sue armi; trattava con la pi grande alterigia le potenze di second'ordine; e per o ese reali o presunte, dichiarava la guerra oppure esigeva solenni soddis azioni, p. ::6. 4uesto amoso parlamento, che aveva riempito l'Europa dell'eco dei suoi delitti e dei suoi successi, si vide tuttavia incatenato da un solo uomo, p, 6:G; e le nazioni straniere non riuscivano a spiegarsi come mai un popolo cosi turbolento, cosi impetuoso che, per riconquistare quel che chiamava i suoi diritti usurpati, aveva detronizzato e assassinato un eccellente sovrano, discendente da una antica stirpe di re; come mai, dicevo, questo popolo osse diventato schiavo di un uomo ino a poco prima ignoto alla nazione, e il cui nome veniva appena pronunciato nella s era oscura nella quale era nato, p. :=K 5K7. &a questa stessa tirannia che opprimeva l'%nghilterra al suo interno le dava all'esterno una considerazione di cui essa non aveva pi goduto dopo il penultimo regno. %l popolo inglese sembrava nobilitarsi per i suoi successi esterni nella stessa misura in cui si avviliva nel proprio paese per il giogo che vi doveva sopportare; e la vanit nazionale,

lusingata dal ruolo importante che l'%nghilterra giocava all'esterno, so riva con meno impazienza le crudelt e gli oltraggi che si vedeva costretta ad inghiottire, pp. :GF, :G6. ;ale ora la pena gettare uno sguardo sullo stato generale dell'Europa in quell'epoca e considerare le relazioni dell'%nghilterra e la sua condotta verso le potenze vicine, p. :K:. 8ichelieu era allora primo ministro di <rancia. <u lui, attraverso i suoi emissari, che attizz2 in %nghilterra il uoco della ribellione. %n seguito, quando la corte di <rancia si accorse che i materiali dell'incendio erano su icientemente combustibili e che le iamme erano a buon punto, allora non giudic2 pi conveniente aizzare gli inglesi contro il loro sovrano; al contrario, essa o rL la propria mediazione ra il principe e i suoi sudditi, e tenne con la amiglia reale in esilio le relazioni diplomatiche prescritte dalla decenza, p. :K>. %n sostanza, per2, $arlo non trov2 a 3arigi alcun aiuto, e non gli urono nemmeno prodigate molte cortesie, pp. 6AF, :KK. Si vide la regina d'%nghilterra, iglia di Enrico %;, tenere il proprio letto a 3arigi in mezzo ai suoi parenti, per la mancanza di legna da riscaldamento, p. :KK. <inalmente, il re pens2 bene di lasciare la <rancia, per evitare l'umiliazione di riceverne l'ordine, p. :KA. La Spagna u la prima potenza che riconobbe la repubblica, bench( la amiglia reale osse parente di quella d'%nghilterra. %nvi2 un ambasciatore a Londra e ne ricevette uno dal parlamento, p. :KG. Essendo allora la Svezia al punto pi alto della propria grandezza, la nuova repubblica cerc2 la sua alleanza e l'ottenne, p. :K=. %l re del 3ortogallo aveva osato chiudere i suoi porti all'ammiraglio repubblicano; ma ben presto, spaventato dalle proprie perdite e dai terribili pericoli di una lotta troppo ineguale, concesse all'orgogliosa repubblica tutti gli atti di sottomissione immaginabili, e cosi ottenne di rinnovare l'antica alleanza dell'%nghilterra col 3ortogallo, p. :6F. %n !landa il re era amato, tanto pi che egli era imparentato con la casa di .range, estremamente cara al popolo olandese. Si compiangeva, d'altronde, questo principe sventurato, e si aborrivano gli uccisori di suo padre. *uttavia la presenza di $arlo, che era venuto a cercare un asilo in !landa, metteva in imbarazzo gli Stati generali, che temevano di compromettersi con quel parlamento cosi minaccioso per la sua orza e cosi ortunato nelle sue imprese. ;i erano tanti rischi nell'o endere uomini cosL alteri, cosi violenti, cosi precipitosi nelle loro risoluzioni, che il governo credette necessario dare alla repubblica una prova di de erenza, e allontan2 il re, p. 6K@. Si vide &azzarino impiegare tutte le risorse del suo genio astuto e intrigante per accattivarsi l'usurpatore, le cui mani grondavano ancora del sangue di un re che era parente prossimo della amiglia reale di <rancia. Lo si vide scrivere a $romQell# &i dispiace che gli a ari mi impediscano di recarmi in %nghilterra a presentare personalmente i miei rispetti al pi grande uomo del mondo, p. =FA. Si vide questo medesimo $romQell trattare da pari col re di <rancia e mettere il proprio nome prima di quello di Luigi J%; sulla copia di un trattato ra le due nazioni, che u mandata in %nghilterra, p. :KG 5nota7.

%n ine, si vide il principe palatino accettare un impiego ridicolo e una pensione di ottomila lire sterline da quegli stessi uomini che avevano scannato suo zio, p. :K= 5nota7. *ale era l'ascendente di cui la repubblica godeva nel mondo. "ella stessa %nghilterra, vi era un gran numero di persone il cui principio era di legarsi al potere del momento e di sostenere il governo in carica, qualunque esso osse, p. :=@. )lla testa di tale sistema era l'illustre e virtuoso 9laMe che diceva ai suoi marinai# %l nostro dovere immutabile di batterci per la nostra patria, senza preoccuparci in quali mani risieda il governo, p. :A@. %n una situazione cosL ben congegnata, i realisti intrapresero solo azioni sbagliate, che si risolsero a loro danno, %% governo aveva spie dappertutto, e non gli era troppo di icile sventare i progetti di un partito che si distingueva pi per lo zelo e la edelt che per la prudenza e la discrezione, p. :?@. 0no dei grandi errori dei realisti era di credere che tutti i nemici del governo ossero dalla loro parte# non vedevano che i rivoluzionari della prima ora, privati del potere da una nuova azione, non avevano, oltre a questa, altra causa di scontento, e che essi, erano ancora meno lontani dal potere in carica che dalla monarchia, la cui restaurazione li minacciava delle pi terribili vendette, p, :?@. La situazione di questi in elici, in %nghilterra, era miseranda. ) Londra non si chiedeva di meglio che si atte imprudenti cospirazioni, le quali giusti icavano le pi tiranniche misure di repressione, p, :KF. % realisti urono imprigionati; venne con iscata la decima parte dei loro beni per indennizzare la repubblica delle spese che le costavano gli attacchi ostili dei suoi nemici. Essi potevano riscattarsi solo per mezzo di altissime somme; molti di loro urono ridotti in estrema povert. 9astava essere sospette per venire schiacciato da tutte queste esazioni, pp. :KF, :K6. 3i della met dei beni mobili e immobili, rendite e redditi del regno erano stati sequestrati. <acevano compassione la rovina e la desolazione di una gran quantit di amiglie antiche i rispettabili, distrutte per aver atto il proprio dovere, pp. KK, KA. La situazione del clero non era meno deplorevole; pi della met dei componenti di questo corpo erano ridotti alla mendicit, senza altra colpa che il loro attaccamento ai principi civili e religiosi, garantiti dalle leggi sotto il cui imperio essi avevano scelte la propria condizione, e per il ri iuto di prestare un giuramenti che essi avevano in orrore, p. KA. %l re, che conosceva lo stato delle cose e degli animi, ammoniva lui stesso i realisti di tenersi tranquilli e di nascondere i loro veri sentimenti sotto la maschera repubblicana, p. :?> 4uanto a s(, errava per l'Europa, cambiando asilo secondo le circostanze e consolandosi delle proprie disgrazie presenti con la speranza di un avvenire migliore, p. 6?:. &a la causa di questo sventurato monarca pareva assolutamente disperata al mondo intero, p. =>6, tanto pi che, per suggellare le sue disgrazie, tutti i comuni d'%nghilterra avevano appena sottoscritto, senza esitare, l'impegno solenne di mantenere la presente orma di governo, p. =:? A, % suoi amici erano stati s ortunati in tutte le imprese che avevano tentato in suo avore, ibid. %l sangue dei realisti pi ardenti era colato sul patibolo altri, in gran numero, avevano perduto il loro coraggio nelle prigioni; tutti erano rovinati dalle con ische, le ammende e le imposte straordinarie. "essuno osava

con essarsi realista, e questi partito sembrava cosi poco numeroso a uno sguardo super iciale, che se mai la nazione osse stata libera di scegliere 5il che non era a atto probabile7, sarebbe stato assai di icile divinare quale orma di governo si sarebbe data, p. =>:. Eppure, nel bel mezzo di queste sinistre apparenze, la ortunaG, con uno straordinario mutamento, spianava al re la strada del trono e lo riconduceva in pace e in trion o al rango dei suoi antenati, p. =>:. 4uando &onM cominci2 a mettere in atto i suoi grandi progetti, la nazione era caduta in un'anarchia completa. 4uesto generale non aveva che sei mila uomini e le orze che gli si potevano opporre erano cinque volte pi numerose. Sulla strada che lo portava a Londra, gli abitanti pi eminenti di ogni provincia accorrevano al suo passaggio e lo pregavano di voler essere lo strumento che restituisse alla nazione la pace, la tranquillit e il godimento di quelle ranchigie che appartenevano agli inglesi per diritto di nascita e di cui essi erano stati cosi a lungo privati a causa di sventurate circostanze, p. =?:. Soprattutto ci si aspettava da lui la convocazione legale di un nuovo parlamento, p. =?=. .li eccessi della tirannia e quelli dell'anarchia, il ricordo del passato, il timore dell'avvenire, l'indignazione contro le prevaricazioni del potere militare, tutti questi sentimenti uniti insieme avevano riavvicinato i partiti e ormato una tacita coalizione ra i realisti e i presbiteriani. 4uesti ultimi riconoscevano di essere andati troppo oltre, e le lezioni dell'esperienza li ricongiungevano inalmente al resto dell'%nghilterra nel desiderio di un re, unico rimedio a tanti mali, pp. ===, =?= 5@7. &onM per2 non aveva ancora intenzione di rispondere al voto dei suoi concittadini, p. =?=. 8imarr anche sempre un mistero in quale momento cominciasse in buona ede a desiderare un re, p. =>?. .iunto a Londra, nel suo discorso al parlamento si elicit2 di essere stato scelto dalla 3rovvidenza per restaurare quella istituzione, p. =?>. )ggiunse che spettava al parlamento in carica pronunciarsi sull'opportunit di una nuova convocazione e che, se esso si osse arreso ai voti della nazione su questo punto importante, sarebbe bastato, per la pubblica sicurezza, escludere dalla nuova assemblea i anatici e i realisti, due specie di uomini atti per distruggere il governo o la libert, p. =??. Egli rese per ino servigi al Lungo parlamento, usando le maniere orti, p. =?K. &a appena si u inalmente deciso per una nuova convocazione, tutto il regno esult2 di gioia. % realisti e i presbiteriani si abbracciavano e si riunivano per maledire i loro tiranni, p. =?G. "on restavano, a costoro, che alcuni uomini disperati. p. =?= 56F7. % repubblicani pi risoluti, e soprattutto i giudici del re, cercarono di salvarsi in tutti i modi. 'irettamente, o attraverso i loro emissari, acevano sapere ai soldati che tutti gli atti di valore che li avevano resi illustri agli occhi del parlamento sarebbero apparsi come dei delitti agli occhi dei monarchici, le cui vendette non avrebbero avuto limiti; che non bisognava prestare ede alle promesse di oblio e di clemenza; che l'esecuzione del re, quella di tanti nobili e la detenzione di tutti gli altri erano, a giudizio dei realisti, dei crimini imperdonabili, p. =KK. &a l'accordo di tutti i partiti ormava uno di quei torrenti popolari che nulla pu2 arrestare. 3ersino i anatici erano disarmati, e, sospesi ra la disperazione e lo stupore, lasciavano are quel che non potevano impedire, p. =K=. La nazione voleva, con ardore in inito, quantunque in silenzio, la restaurazione della monarchia, ibid. 5667. % repubblicani, che in

quel momento si trovavano ancora quasi interamente padroni del regno 56:7, vollero allora parlare di condizioni e riesumarono antiche proposte; ma l'opinione pubblica disapprovava queste concessioni atte ai loro sovrani. La sola idea di trattative e di dilazioni atterriva uomini spossati da tante so erenze. ''altronde, l'entusiasmo della libert portato all'eccesso aveva atto posto, per un moto naturale, a un generale spirito di lealt e di subordinazione. 'opo le concessioni atte alla nazione dal de unto re, la costituzione inglese pareva su icientemente consolidata, p. =K>. %l parlamento, il cui mandato era sul punto di spirare, aveva atto una legge per impedire al popolo di eleggere determinate persone alla successiva assemblea, p. =K?, giacch( sentiva bene che, in quelle circostanze, convocare liberamente la nazione equivaleva a richiamare il re, p. =K6. &a il popolo si be 2 della legge e nomin2 i deputati che pre eriva, p. =K?. *ale era la disposizione generale degli animi, quando... $oetera 'ES%'E8)"*08. 5Si dovrebbe continuare...7 +ost s-ript%. (1) La nuova edizione di quest'opera 5:7 era quasi terminata, quando alcuni rancesi, degni della massima stima, mi hanno assicurato che il libro D veloppement des vrais principes, ecc, che ho citato nel capitolo ;%%%, contiene a ermazioni che il re non approva a atto. +4 magistrati, essi dicono, autori del libro in questione, lasciano ai nostri (tati generali soltanto la facolt% di esprimere delle dol(ances e attribuiscono ai parlamenti il diritto esecutivo di verificare le leggi, perfino quelle che sono state emanate su richiesta degli (tati; vale a dire che essi elevano la magistratura al di sopra della na"ione+. $on esso che non mi sono accorto per nulla di questo mostruoso errore nell'opera dei magistrati rancesi 5che non ho pi sotto mano7; esso mi pare per ino escluso da alcuni passi di questo testo, citati alle pagine 66F e 666 del mio; e si potuto vedere, nella nota di pagina 66K 5=7, che il libro di cui si tratta ha suscitato obiezioni di tutt'altro genere. Se, come mi si assicura, gli autori si sono allontanati dai princLpi autentici a proposito dei diritti legittimi della nazione rancese, non mi stupirei che il loro lavoro, pieno d'altronde di cose eccellenti, abbia allarmato il re, poich( per ino le persone che non hanno l'onore di conoscerlo sanno, grazie a un'in init di testimonianze incon utabili, che questi sacri diritti non hanno un partigiano pi leale di lui e che non si potrebbe o endere maggiormente la sua sensibilit che attribuendogli delle opinioni opposte. 8ipeto che non ho letto il libro D veloppement, ecc. in maniera sistematica. Separato dai miei libri da lungo tempo, obbligato ad utilizzare non quelli che cercavo, ma quelli che trovavo, ridotto per ino a citare spesso a memoria oppure sulla base di appunti presi molto tempo prima, avevo bisogno di una raccolta di quel genere per riordinare le mie idee. 4uel libro mi u raccomandato 5devo dirlo7 dal male che ne dicevano i nemici della monarchia; ma se contiene degli errori che mi sono s uggiti, li scon esso sinceramente. Estraneo a tutti i sistemi, a tutti i partiti, a tutti gli odi; per carattere, per convinzione, per posizione, sar2 veramente molto soddis atto di ogni lettore che mi legger con intenzioni altrettanto pure di quelle che mi hanno dettato quest'opera.

Se volessi, del resto, esaminare la natura dei diversi poteri di cui si compone l'antica costituzione rancese; se volessi risalire alla onte degli equivoci e presentare idee chiare sull'essenza, le unzioni, i diritti, i danni e i torti dei parlamenti, uscirei dai limiti di un 3ost scriptum, per ino da quelli di quest'opera, e arei del resto una cosa per ettamente inutile. Se la nazione rancese ritorner al suo re, come ogni amico dell'ordine deve desiderare, e se essa avr delle assemblee nazionali regolari, i poteri, qualunque essi siano, verranno naturalmente a prendere il loro posto, senza contrasti e senza scosse. %n ogni caso, le pretese esagerate dei parlamenti, le discussioni e le polemiche che esse hanno provocato, mi sembrano appartenere interamente al passato. "!*E 6 $ito dall'edizione inglese di 9asilea, 6: volumi in GU, presso Legrand, 6AG@ Cn.d.a. %l titolo di questo capitolo, chiaramente anacronistico, mira a richiamare l'attenzione del lettore sulle analogie ra la rivoluzione rancese e quella inglese del 6K>G. L'epigra e eadem mutata resurgo con erma una tale intenzione. *utte le edizioni pubblicate durante la vita dell'autore recano questo titolo, paradossale. L'edizione ;itte delle )euvres compl$tes ha corretto +rivoluzione rancese + in + rivoluzione inglese +. 1 una scelta contestabile# tradisce le intenzioni dell'autore e spezza ogni legame del capitolo con quelli precedentiD. : 4uesta era anche l'opinione di Luigi J;%. ;edi il suo elogio storico Cn.d.aD. = 8icordo di aver letto sul giornale di $ondorcet un brano sul buonappetito del re al suo ritorno da ;arennes Cn.d.a.D. > ;ogliamo un governo... in cui le distinzioni non sorgano che dalla stessa eguaglianza; in cui il cittadino sia sottoposto al magistrato, il magistrato al popolo, e il popolo alla giustizia. 8obespierre. ;edi il &oniteur del A ebbraio 6A@> Cn.d.aD. ? 4uesta analogia non va sottovalutata Cn.d.a.D. K .li uomini che regolavano allora gli a ari dello Stato erano cosL estranei all'arte della legislazione, che li si vide abbricare in quattro giorni l'atto costituzionale che pose $romQell alla testa della repubblica. %bid., p. :>?. ) questo proposito possiamo ricordare quella costituzione del 6A@?, atta m qualche giorno da qualche giovane, come si diceva a 3arigi dopo la caduta di quelli che ci lavorarono Cn.d.a.D. A "el 6K?@, un anno prima della restaurazione/+ &i inchino dinanzi alla volont del popolo Cn.d.a.D. G Senza dubbio/ Cn.d.a.D. @ "el 6K?@, quattro anni prima, secondo questo stesso storico, i realisti si ingannavano di molto, immaginando che i nemici del governo ossero amici del re Cn.d.a.D. 6F "el 6KKF. &a nel 6K?? essi temevano assai di pi la restaurazione della monarchia di quanto non odiassero il governo in carica, p. :F@ Cn.d.a.D. 66 &a l'anno prima %L 3!3!L! irmava, senza esitare, l'impegno a mantenere la repubblica. 9astano dunque =K? giorni per tras ormare nel cuore di questo corpo sovrano l'odio o l'indi erenza in in inito ardore Cn. d. a.D 6: "otate bene/ Cn.d.a.D.

6= 4uesto Post scriptum u aggiunto da &aistre, su richiesta di Luigi J;%%%, alla seconda edizione delle $nnsid(rations 5settembre 6A@A7. 8est2 in tutte le edizioni successive. 6> EO la terza in cinque mesi, considerando anche l'edizione rancese contra atta che appena apparsa. 4uesta ha ricopiato edelmente gli innumerevoli errori della prima e ne ha aggiunti degli altri Cn.d.a.D. 6? %n questo testo.

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