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IL MONDO GRECO A partire dalla fine dellVIII secolo nel mondo Greco i governi aristocratici presero il posto dei

regimi monarchici e si diffuse il modello delle polis, ovvero delle citt stato indipendenti. Nella polis greca il governo apparteneva ai cittadini, che in vario modo partecipavano allelaborazione delle leggi e alla gestione del governo. Le due principali citt greche furono Sparta e Atene, rappresentanti dei due opposti modelli politici dellepoca. Erano profondamente diverse a partire dalla loro matrice etnica. Atene era gi presente in epoca micenea e secondo la leggenda, leroe Teseo avrebbe riunito in una sola citt attorno allacropoli le dodici borgate in cui era diviso il territorio dellAttica. Sparta era invece dorica, fondata dallunione di cinque villaggi nel luogo in cui un tempo sorgeva la citt di Lacedemone. In questo luogo nel X sec a.C., si insedi una popolazione di stirpe dorica che diede origine ad una delle pi grandi citt del mondo greco. Anche a livello politico e organizzativo le due poleis erano completamente diverse. Gli Spartani attribuivano le particolari caratteristiche della polis ad un legislatore vissuto alla fine del VII secolo, Licurgo. Al vertice del potere della polis governavano due re riceventi il potere per via ereditaria e discendenti di due antichissime famiglie.

Questi due sovrani facevano parte della gerusia assieme ad altri ventotto membri di et superiore ai sessantanni eletti a vita dallassemblea. Lorgano aveva alcune competenze esclusive come quelle di giudicare il tradimento e i pi gravi crimini di sangue. Aveva il diritto di condannare i cittadini alla morte o allesilio. Ben pi potenti erano per gli efori, cinque magistrati eletti annualmente dallassemblea popolare. Essi controllavano lapplicazione delle leggi, leducazione giovanile, si occupavano di politica estera, dellamministrazione della giustizia e potevano anche giudicare loperato dei due re. Lassemblea spartana era chiamata apella, ma essa non prevedeva dibattiti e discussioni ma era una semplice riunione di un corpo militare ben educato dallordine e disciplina ferree. Non aveva un grande ruolo nel governo della citt: doveva solo gestire le eventuali controversie per la successione al trono, inviare ambascerie in caso di necessit e dare cittadinanza in casi eccezionali. Allapella non partecipavano tutti i cittadini ma soltanto quelli appartenenti al ceto dominante: gli Spartiati. La societ spartana era infatti divisa in tre gruppi: gli Spartiati, gli Iloti e i Perieci. Spartiati venivano chiamati i discendenti dei Dori fondatori della citt.

Erano gli unici cittadini a pieno diritto ed erano tali per nascita ma solo a condizione che il neonato fosse accettato dalla comunit e si dedicavano esclusivamente alle attivit belliche. I Perieci erano invece appartenenti alle comunit autoctone del luogo; avevano solo diritti civili e si dedicavano principalmente allartigianato e al commercio. Avevano il diritto di gestire gli affari delle proprie comunit e dovevano sempre e comunque sottostare al dovere degli Spartiati, in ogni campo. Gli iloti erano invece dei veri e propri schiavi propriet dello Stato, assegnati come oggetti agli Spartiati perch lavorassero al loro servizio. Atene, del tutto diversa, anzich verso le conquiste territoriali, si indirizz verso il raggiungimento allinterno duna solida democrazia. Le sue origini sono scarse e incerte. Inizialmente era retta da un re detto basileus, ma la carica regale viene per progressivamente limitata fino a diventare una citt governata da tre magistrati:larconte basileus con funzioni prettamente sacerdotali, larconte eponimo con competenze giuridiche, larconte polemarco a capo degli eserciti, affiancati da altri sei legislatori chiamati tesmoteti. La citt avvertiva la necessit di una legislazione scritta che trov in Dracone il suo primo codificatore. In seguito Solone in qualit di arbitro risolse gravi problemi economici e sociali abolendo la schiavit per debiti e riorganizzando il potere

politico su base censitaria. Dopo la parentesi costituita dalla tirannide di Pisistrato, che increment la politica estera e dette impulso alla cultura, il vero iniziatore della democrazia ateniese fu Clistene. Egli istitu i demi, unit territoriali dalle quali provenivano i cittadini che avrebbero fatto parte della boul, il nuovo organo di governo. Era formato da 50 rappresentanti estratti a sorte in ogni trib che potevano essere eletti solo due volte nella vita. I fortunati organizzavano il lavoro amministrativo e legislativo da proporre allEcclesia, tenevano il potere esecutivo delle delibere assembleari e dovevano controllare la legalit delle azioni dei magistrati. In questo modo nella nuova societ tutti i cittadini avevano uguali diritti e tutti, anche i pi poveri, potevano partecipare al governo della citt. Gli organi storici, ovvero il Consiglio dellAreopago e lEcclesia esistevano ancora ma con compiti diversi. Con la democrazia di Solone, infatti, i poteri dellAreopago passarono allEcclesia che assunse sempre una maggiore importanza nella vita della polis. Ora lassemblea popolare poteva approvare o respingere le ambascerie o le proposte di guerra e le proposte della Boul; ratificare i trattati internazionali e eleggere i magistrati e arconti.

In quel periodo vi era anche un altro popolo di grande rilievo: i Persiani. Si trattava di una popolazione indoeuropea inizialmente sottomessa ai Medi, che verso il 500 a.C. riuscirono a ribellarsi e iniziarono ad espandersi ad una velocit impressionante. Essi portarono a compimento il progetto di creazione di un grande impero che si estendesse dalle rive del Mar Mediterraneo a quelle dellOceano Indiano e racchiudesse entro i suoi confini tutte le antiche popolazioni del Vicino Oriente. L'immenso impero fu governato con una certa moderazione nei confronti dei sottomessi, grazie alla suddivisione in province (satrapie) alle quali era concesso di mantenere la propria struttura sociale, la lingua, la religione. Un satrapo (governatore), scelto tra i nobili persiani le amministrava per conto del re e riscuoteva i tributi, mantenendo stretti contatti con il governo centrale. I tributi erano fissati in prodotti naturali o in metalli o in moneta, a seconda delle possibilit e degli usi locali. I sovrani persiani, seppur sempre tolleranti verso le popolazioni sottomesse, erano dei veri e propri monarchi assoluti, una sorta di rappresentanti della divinit principale, degli intoccabili. Erano un modello molto simile a quello dei faraoni egiziani, considerati degli uomini-divinit mandati dalla divinit per eccellenza, Ahura

Mazda. Apparivano poco in pubblico e quando lo facevano, erano sempre circondati dagli immortali cio da 10.000 guardie scelte e totalmente devote al loro sovrano. Dario, uno dei pi grandi re persiani, accolse una serie di accortezze per mantenere sotto controllo ogni popolazione del suo impero e per impedire ribellioni e insurrezioni. Innanzitutto affiancava ad ogni satrapo un segretario controllore con il compito di riferire al re eventuali malfunzionamenti del governo o possibili insurrezioni. Inoltre mandava in giro per tutto il regno funzionari in incognito per controllare e riferire tutto ci che poteva costituire un pericolo per limpero. In questo modo i Persiani e le popolazioni sottomesse erano controllate in ogni momento proprio come in ogni monarchia assoluta. E proprio questa una delle pi grandi differenze tra i due mondi, quello greco e quello persiano, lorganizzazione del potere. In ogni citt greca infatti, non mai una sola persona a tenere il potere, anche nel caso della tirannide, mentre nel mondo persiano tutto concentrato nella figura del re, del rappresentante della divinit. Il popolo greco era costituito da cittadini, mentre quello persiano da sudditi. Il significato vero e proprio delle due parole infatti diverso: cittadino

vuol dire individuo che appartiene ad una citt, nel senso che ne fa parte attivamente, mentre suddito per definizione colui che soggetto a un sovrano. Sono due popolazioni e due mondi completamente diversi da ogni punto di vista, due civilt che ben presto sarebbero entrate in collisione, anche a causa di queste loro diversit.

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