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Mani libere

LArte marziale italiana del combattimento vitale a mani nude


di Graziano Galvani

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2003 Nova Scrimia - Scrimia Scuola darmi

PUGNA MUTACION
Principiamo prima in nome de Dio e de Meser sant Zorzo de lo abracare a pe a guadagnare le prese. Le prese non son guadagnade se le non son cum avantaco Magistro Fiore 1409 Nelle Accademie e nelle sale da scherma fino al secolo scorso gli schermidori si esercitavano nella pratica a mani nude; era questa una scuola dal forte sapore conservativo e vitale, composta da colpi sferrati con pugni al petto pel viso o da mazzolate, da calci a falcetto o con la punta della scarpa e con il tallone, di prese e strette della lotta come la rompibraccio e di azioni finalizzanti in corpo a corpo che andavano dal colpire gli occhi, le articolazioni, fino alluso dei gomiti e della testa per produrre effetti immediati nellaggressore. Nel corpo a corpo tecniche di gambetto di stramazzo di capofitto potevano far precipitare al suolo lavverso a subire una sfiatata tecnica di percussione in caduta con le ginocchia sul tronco o sulla testa. Da dove veniva questa forma completa di lotta e chi laveva tramandata fino al secolo a noi pi vicino?

CELTI, LATINI, GRECI, LUNIVERSO MARZIALE DOCCIDENTE


Arma antiqua, manus ungues, dentesqu fuerunt LUCREZIO

Perch cercare forme di lotta in Irlanda ? Perch spingersi fino al Pancrazio, alla Gladiatura romana ? Serve veramente tutto questo per capire la tradizione marziale italiana e la scuola a mani nude conosciuta come lArte delle Mani Libere? Si potrebbe anche pensare che stiamo andando fuori strada, che facciamo un bel calderone, oppure che abbiamo tante idee e tutte ben confuse.

Eppure linteresse per queste forme di lotta autoctone non fuorviante e deriva dallaver individuato nelle tre grandi culture occidentali (celtica, latina e greca) le genitrici feconde dellArte Marziale italiana. Interesse culturale naturalmente poich il nostro studio verte sullArte marziale italiana e non sulle progenitrici, ma studio comunque interessante e coinvolgente, ricerca che svela i nodi profondi che legano in maniera indissolubile la nostra tradizione marziale ad alcune tra le maggiori civilt che la storia delluomo espresse in Occidente. Certamente la lotta indoeuropea influ sulla costruzione dellArte Marziale italiana; gli studi recenti confermano che i Celti facevano parte del tessuto etnico dItalia gi dal VI secolo (siti archeologici di Golasecca, Sesto Calende, Castelletto Ticino) e che le loro conoscenze guerriere erano quelle di un popolo che evolveva e che portava la cultura avanzata del ferro, una tecnologia avanzatissima ovviamente per quel tempo. Attraverso le Alpi entrarono allinizio del VI secolo nella pianura padana e posero fine al predominio degli Etruschi che avevano esteso la loro egemonia in tutto il nord Italia. Sappiamo inoltre che mercenari celti combatterono durante le guerre che videro opposti Cartaginesi a Greci in Sicilia verso la fine del V secolo. Sappiamo della naturale prestanza fisica del guerriero celtico e della sua abilit nella lotta virile, sappiamo che ancora oggi in Irlanda, in Galizia, si possono trovare forme autoctone di lotta riconducibili al ceppo antico. Una recente ricerca ha evidenziato in terra dIrlanda come vi siano nella lotta ludica praticata dai bambini e nelle danze degli adulti, elementi similari ad alcune azioni della nostra lotta antica. Cos fu anche per le pratiche guerriere della tradizione marziale greca e dellImpero Romano. UnArte, quella ellenica, che vanta origini millenarie, scuole di lotta, programmi tecnici e discipline di combattimento a mani nude che coprivano tutte le possibili forme di confronto a due. Qualche dato ci pu dare lidea di questa grandezza: gi nella XV olimpiade greca era inserita la lotta (vincitore lo spartano Euripate), nella XXIII il pugilato, fino ad arrivare alla XXX Olimpiade in cui fu introdotto il Pancrazio. E anche ad uno studio di massima la completezza tecnica e la raffinata efficienza di queste discipline non lascia dubbi in merito al tremendo livello tecnico raggiunto. Altro fondamentale apporto allArte naturalmente quello delle pratiche guerriere latine; il ruolo giocato dallImpero Romano dove il combattimento fu sviluppato nei pi diversi aspetti risulta determinante nel chiudere il cerchio o forse sarebbe meglio dire il triangolo di influenze marziali. Cos se i Celti si dilettavano nella lotta e nelle sue forme si esercitavano, se i Greci istituivano i primi veri tornei professionistici al mondo, sicuramente la necessit da una parte di addestrare un esercito professionale e dallaltra di migliorare la qualit dei giochi furono i fattori denorme sviluppo tecnico della Gladiatura. Scuole di Gladiatura sorgevano un p ovunque; a queste scuole di combattimento totale non si addestravano esclusivamente i gladiatori professionisti ma giovani, adulti e anche vecchi, che praticavano larte come forma desercizio e ricreazione. Cos vi era un interesse legato alle forme di combattimento e una diffusione delle conoscenze pratiche quali oggi possiamo ritrovare come diffusione solo nel calcio. Si pensi che per favorire la pratica del Pancrazio nei giochi, si arriv ad abolire la legge Aquilia (serie di norme che consentivano di punire con pene variabili luccisore) come si pu ben comprendere dal Digesto dal quale si apprende: Si in colluctatione, vel in pancratio, vel pugiles, dum inter se exercerent, alius alium occideret, cessat Aquilia...

TROVAR DI BRACCIA LA SCUOLA ITALIANA A MANI NUDE


Cum li braci vegno acusi ben distese per guadagnar in ogni modo le prese... FLOS DUELLATORUM 1409 Dunque un prodotto marziale nuovo, figlio di queste tre grandi energie guerriere si afferma progressivamente nella penisola. La nascita non certamente indolore: dal contatto e dal contrasto sui campi di battaglia, nei circhi e negli infiniti scontri sparuti alla macchia, che lentamente e progressivamente si afferma un modo diverso di lottare e di difendersi. Quando ne troviamo la prima forma scritta e descritta da figure siamo agli inizi dellanno mille. E con linizio di questo millennio comincia la storia documentata dellArte guerriera che prender i nomi di Schirm, Schirmian per divenire poi Scrima, Scrimia, Schermo ed infine Scherma. La Scherma che oggi conosciamo e identifichiamo facilmente nella pratica sportiva delle tre armi fioretto, spada, sciabola, era un metodo di lotta e di difesa (scherma significa riparo, protezione, difesa) un sistema pratico ed intelligente per far sopravvivere chi ne studiava le tecniche e ne conosceva i precetti. Parte fondante di questarte di combattimento vitale era la pratica sine armis, lo studio della lotta senza armi in cui il corpo e gli arti venivano utilizzati come sostituti naturali della armi stesse e grazie ai quali era possibile respingere attacchi a mani nude e armati. Conosciamo e studiamo questaffascinante forma di lotta vitale grazie ai trattati antichi (FLOS DUELLATORUM 1409 - DE ARTE GLADIATORIA DIMICANDI 1485) in cui i Magistri con le loro lezioni ci rivelano e ci tramandano lArte di porre fine il prima possibile allo scontro. Cos il Magistro friulano Fiore ci insegna Lo abracar vol vij cosse: zoe forteza presteza de pie e de braci e prese avantacade e roture e ligadure e percusion e lesion... . La pratica a mani nude che ci tramanda fatta di concretezza; dalla posizione di guardia nel trovar di braccia per guadagnare le prese ed intercettare le linee nemiche, ai guadagni per entrare nel gioco stretto con un repertorio di azioni che possono incuriosire il pi smaliziato marzialista per la loro attualit. Lo studio approfondito della scuola antica permette di sviluppare una volta intercettate le linee una serie di strategie che possiamo cos riassumere: prese avantacade e ligadure azioni per imprigionare e intrappolare le braccia o le gambe avverse, le roture, azioni applicate per rompere articolazioni e ossa deboli del corpo, percusion serie di colpi portati con le mani, gomiti, ginocchia e piedi al corpo del nemico, lesion tecniche per ledere con pressioni e strizzate parti molli del corpo (occhi, orecchie, genitali, ecc...) gambarole, capofitti, stramazzi , azioni per proiettare, sbilanciare o far cadere laggressore in malo modo prima o dopo averlo colpito. Cos il nostro predecessore studioso di Arti Marziali (scholaro) alla scuola del Magistro Fiore, apprende fin dallinizio che la sua efficienza pratica in combattimento contro un altro avversario o in un vicolo per difendersi da un aggressore, si fonda sulla concreta capacit di utilizzare il corpo sine armis. Il fine la capacit pratica di destreggiarsi ovunque e comunque, tanto con le armi contro le armi, cos come a mani nude contro le armi e contro le mani nude stesse. Il mezzo apprendere ad usare il corpo come unarma, su cui inastare il ferro di una spada, il legno di un bastone, o braccia penetranti.

DALLARTE DI ABBRACCIARE ALLA BOX LIBERA


Si pu pure mettere il colpo di testa contro lavversario allistante di stringervi, portando lestamente la mano destra dietro il collo dellavversario e la sinistra avanti la propria faccia, per parare il colpo di pugno che caso mai volesse vibrarci... MAESTRO CARMINE 1869 La lotta antica della scuola italiana pratica temibile essenziale finalizzata alla pura conservazione della vita, eppure lo studio conferma la grande scienza pratica che ne dirige i principi e ne delinea le tecniche. Filippo Vadi Magistro pisano nel suo Trattato del 1485 cos ben riassume le finalit tecnico pratiche dellArte Ma ciascuno omo dotto e adottato de bono ingegno, avanza e supedita qualunque sia pi robusto di lui e pi pieno di forze, iusta illud preclare dictum: ingenium superat vires... La scuola antica sar ereditata e sar tenuta in somma reputazione dai Maestri del Rinascimento che traghetteranno le conoscenze di generazione in generazione: possiamo ammirare metodiche di combattimento corpo a corpo in tutti i maggiori Trattati del Rinascimento e dei secoli successivi fino ai primi dellOttocento. Con la scuola Ottocentesca sembra di tornare allantico; i modi richiesti ai gentiluomini favoriranno lintroduzione di elementi basati sulluso pi schermistico dei pugni e dei calci, cos come ritroviamo nella box libera del Maestro Carmine (1869); il genoma antico la struttura di base dellantica Arte degli avi, rimane tuttavia integra e vitale come possibile riscontrare nelle scuole dei Maestri Scorza -Grisetti (1871) del Martinelli (1906) e di molti altri Maestri. Cos a percussioni schermistiche con pugni al petto pel viso, pugni di stoccata, calci puntati e a falciuola, parate di incontrazione , cedute , arresti in tempo e inquarti, si affiancano tecniche dal sapore antico come distorsioni di dita, distorsioni di braccio, sbassi, svincoli con calcio, gambarole , stramazzi, rompibraccio, girocollo, prese di slogata, balestrate , il tutto a restituirci limmagine di una disciplina che pur nel rigore della sala darmi persegue il codice antico della pratica a mani nude dal forte sapore autoprotettivo. Dopo quattro secoli il gentiluomo dellottocento ancora e a sua insaputa lo scholaro del Magistro Fiore, elegante e scientifico sul piano tecnico, ma estremamente risoluto e drastico nellapplicazione dellarte dei suoi avi.

LA PRATICA
e come lo schermitore col fioretto articolato al centro del piastrone perfeziona e rettifica la stoccata, cos il pugilista irrobustisce le braccia, il petto e le reni facendo ogni mattina unora di sciamachia... Dott. Alberto Cougnet 1898 Siamo dunque ai giorni nostri dopo secoli e secoli di storia marziale. LArte delle mani libere come c stata tramandata dagli antichi Magistri non una forma di spettacolo e non uno sport. un mezzo pratico, scientifico e soprattutto concreto di difesa personale.

Sviluppata per scopi puramente conservativi, nella NOVA SCRIMIA stata codificata secondo un metodo e programmi ben precisi; cos proposta come materia e disciplina marziale legata alla difesa personale. La pratica delle mani libere fedele al Codice Antico che recita lArte si studia per diletto scienza e conservazione della vita trova naturale applicazione in tutte quelle situazioni di combattimento vitale in cui la situazione tale da rendere agevole e plausibile lutilizzo degli arti e del corpo per colpire, legare, intrappolare, sbilanciare, insomma in tutte quelle diverse applicazioni che possono essere attuate senza lausilio di armi che non siano quelle naturali. La pratica delle mani libere oltre che mezzo per rispondere con la competenza necessaria mani nude contro mani nude, materia per conoscere ed esercitare la salvazione , insieme di strategie e tecniche vitali per sopravvivere ad attacchi di coltello (materia in cui la scuola italiana tremendamente efficiente). LArte delle mani libere come ogni scherma vitale primariamente difensiva si compone di due concetti legati tra loro, ripararsi per rispondere . Si potrebbe anche dire: niente riparo = niente risposta, niente copertura = niente azioni. La struttura difensiva di base composta da ripari chiamati coverte e da unorditura geometrica del corpo in posizione di guardia assertiva che ha come funzione primaria quella di intercettare i colpi o i tentativi di presa che vengono attuati dallattaccante. Queste guardie assertive o di chiamata servono per creare uno scudo protettivo che non allarmi laggressore; lo scopo quello di mantenere fino allultimo il pi basso livello possibile di tensione, ma di essere comunque in grado di entrare dentro, se necessario allattacco nemico. LArte delle mani libere dispone quindi di una struttura ben precisa che veicola tecniche e sequenze; possiamo comprenderne meglio suddividendone la forma in cinque aree o contesti: 1. 2. 3. 4. 5. GUARDIE TROVAR DI BRACCIA GUADAGNI GIOCO STRETTO STRAMAZZI

Questa suddivisione puramente teorica serve per disegnare e per rendere visibile la struttura dellArte; le aree di lavoro rappresentano i contesti spazio/temporali dellagente e dellagire. Alle guardie segue con soluzione di continuit il trovar di braccia, da cui si entra nei guadagni, per finalizzare la difesa nel gioco stretto ed eventualmente con gli stramazzi. Ogni area successiva prevede che non si sia potuto porre termine prima allo scontro e allunga quindi i tempi del confronto, elemento temporale di per se pericoloso in un contesto di difesa personale. Del resto vero che unazione completa iniziata dalla guardia e terminata con uno stramazzo pu trascinarsi anche per 5/10 secondi e pi. altrettanto vero che la stessa azione pu risolversi nel trovar di braccia penetrante e terminare in soli 1/3 secondi dal momento dellattacco. Diamo di seguito uno specchietto riassuntivo della struttura delle mani libere, cos da poterne analizzare i diversi fattori.

GUARDIE
TROVAR DI BRACCIA AREA RIPARO >

GUADAGNI
AREA INGAGGIO >

GIOCO STRETTO
STRAMAZZI AREA FINALIZZAZIONE

AREA RIPARO = GUARDIA (PERFETTA/IMPERFETTA) > TROVAR DI BRACCIA

N.B. Larea di riparo una zona spazio/temporale di non azione o preparazione. In questa fase valutazioni e segnali importanti sono decodificati dallapparato sensoriale visivo/auditivo. GUARDIA PERFETTA O BEN FORMATA La guardia perfetta rappresenta la capacit di assumere una posizione difensiva palese cio immediatamente percepita come tale dallaggressore. La guardia si ottiene portando un piede un passo avanti rispetto allaltro, profilando leggermente il busto, estendendo le braccia in avanti tanto che i gomiti possano mantenere un angolo di chiusura vicino al corpo e le mani con le palme in basso. Le gambe sono leggermente flesse alle ginocchia il piede che sta dietro quasi parallelo a quello davanti e appoggia solo sullavampiede. Una guardia come questa a braccia distese risponda pienamente alle caratteristiche di conservazione della vita purch si abbia il tempo utile (condizioni di ingaggio spazio/temporali + reattivit psicomotoria) per stabilirne la geometria difensiva. Da questa guardia, infatti, possibile intercettare (trovare ) gli attacchi lanciati (pugni) o i tentativi di presa, penetrando le linee di forza nemiche (guadagni) attuando tutte le strategie geometriche necessarie (cedute , cavazioni, trasporti, fili, sforzi...) per raggiungere lo scopo.

GUARDIE IMPERFETTE O NON BEN FORMATE Talune posizioni di guardia sono considerate imperfette ma con vantaggi dettati dalla naturale struttura arcaica (sedimentata/istintiva) e quindi nella didattica di classi novizie viene data ad esse la priorit vitale. Dalle guardie imperfette scaturiscono azioni denominate di: COVERTA Parata di copertura/tampone con caratteristiche di riparo che trova la sua naturale applicazione contro attacchi improvvisi, da guardie imperfette o da posizioni di neutralit. Prevede un tipo di riparo a scudo con il primo braccio ruotato con la parte muscolare rivolta verso lattacco, braccio e mano dietro che sostengono lazione di sbarramento e costituiscono la struttura a cuneo che permette di penetrare lazione offensiva. La coverta pu essere eseguita statica/sotto come sotto/dentro quindi con movimento lineare in due direzioni basso/avanti. La linea in basso risponde pienamente al carattere di emergenza e sorpresa, in quanto prevede un istintivo e arcaico movimento riflesso di flessione sugli arti inferiori (caricamento/spinta); la linea avanti necessita di un atteggiamento pi aggressivo per quanto lo possa essere chi si trova nelle condizioni di subire un attacco improvviso. Da questa guardia di solito si entra subito nel corpo a corpo giacch gli spazi sono naturalmente ridotti dal tipo di copertura e dalla drastica riduzione della misura dellaggressore.

Da entrambe le guardie si pu quindi giungere allarea di finalizzazione.

AREA FINALIZZAZIONE GIOCO STRETTO/STRAMAZZI Condizione spazio/temporale in cui si utilizzano le competenze legate alla capacit di generare azioni conservative con ogni segmento/parte del corpo, per tamponare o debellare le azioni/reazioni offensive dellavverso. Le tecniche che possono essere attuate in questa specifica distanza di confronto comprendono tutte le cinque abilit colpire , imprigionare , sbilanciare , atterrare , e lesionare che possono essere utilizzate singolarmente come insieme. Possiamo ad esempio con una balestrata colpire ed insieme sbilanciare, oppure percuotere con le braccia e calciare le gambe sempre nello steso tempo, strategia conosciuta nella scuola italiana come marcia spezzatrice e cos via sommando competenze a tecniche e a strategie vitali.

PREZIOSA EREDIT Qui nescit quaerere, nescit invenire La Scuola Marziale Italiana stanca di riposare nelle biblioteche e rinchiusa in piccole cerchie di adepti, dal 1997 al castello di Bardi ritornata a vedere la luce; cos si continua a praticare la Scherma di bastone, lArte delle mani libere, la scherma di spada e daga, la scherma corta di daga, il tabarro, il bastone da braccio... Modestamente ma con la consapevolezza di una storia e di una tradizione marziale e guerriera plurisecolare, si propone in chiave attuale ai praticanti di cose marziali con il metodo NOVA SCRIMIA. Il patrimonio di scienza ed Arte, la ricchezza dei valori e dei codici antichi, lattualit dei precetti e delle tecniche, ci porta a parlare a praticare a vivere a gustare oggi la scuola di schermire dei nostri avi. Nasce cos il nuovo Rinascimento marziale italiano.

Graziano Galvani

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