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COME SI AMMALA LA MENTE di G.

Amadei
Parte Prima: DUE PERSONE, UN UNICO SISTEMA VIVENTE CAP 1: MENTE E MALATTIA Questo libro intende proporre una visione dellammalarsi della mente da intendersi come rigidit di una grande parte del funzionamento mentale quotidiano che allontana una persona da se stessa e dal suo esserci autenticamente nelle relazioni interpersonali. Questa rigidit e inflessibilit porta a interpretare le esperienze in modo sbagliato. Le malattie della mente di cui il libro vuole comprendere lorigine sono quelle che si mostrano nel modo in cui ci relazioniamo con noi stessi e con gli altri. Si considerano i disturbi di asse I e II (disturbi di personalit) del DSM; sono considerati entrambe i gruppi perch il complesso intreccio di fattori biologici, psicologici e sociali pu portare a diversi disturbi, cos come eventi in apparenza simili possono determinare esiti differenti. Inoltre, si voluto prendere un area pi vasta dei soli disturbi di personalit per comprendere anche quelle persone con difficolt relazionali , che non sono disturbi propriamente detti. Nel libro si trattano quindi i disturbi delle relazioni fra persone, che hanno alla base una malattia della mente, intendendo con ci una mente che tende a pensare piuttosto che a provare; che tende a restare ancorata al passato o che a proiettarsi nel futuro piuttosto che rimanere nel presente. Il funzionamento mentale di ognuno di noi tende naturalmente a costruire schemi cognitivi e affettivi; quando questa tendenza si trasforma in modo rigido e pervasivo allora ne derivano le malattie della mente. Tali schemi mentali possono avere una consistenza sottile o spessa, fino a dimensioni sempre maggiori in cui gli schemi si presentano in ogni settore della vita di una persona limitandone le possibilit relazionali. Le malattie della mente sono quelle che conducono a relazioni disturbate. Darwinismo neuronale: un bambino assegna ad una certa esperienza un valore in termini di sostegno alla sopravvivenza e ci permetter di discriminare fra le esperienze e di orientare lorganismo verso la sopravvivenza. Quindi anche la formazione di schemi mentali pu essere interpretata come strategia di sopravvivenza per compiacere laltro da cui originariamente dipendiamo. La memoria delle relazioni avviene proprio grazie agli schemi mentali; classicamente per spiegare tale fenomeno si ricorreva al concetto di interiorizzazione degli oggetti, ma svariati autori sostengono che quel che si interiorizza non sono gli oggetti, ma le relazioni con gli oggetti, cio le regole del funzionamento relazionale. Tali esperienze di micro sequenze interattive sono le memorie delle relazioni e diventano informazioni a partire dalle quali gli eventi del passato possono influenzare gli eventi del futuro. La psicoanalisi e le moderne scienze cognitive dello sviluppo ritengono che: - i bambini organizzano e danno forma alle micro sequenze interattive in rappresentazioni mentali, cio schemi affettivi e cognitivi di s e degli altri; - questi schemi regolano un ampio spettro di successivi comportamenti. Tali stati mentali tendono a diventare dei modelli mentali attraverso cui lindividuo filtrer le proprie relazioni interpersonali. A proposito di questi fenomeni, John Bowlby ha introdotto il termine di modello operativo interno, costituito dalle principali caratteristiche che un individuo attribuisce al mondo e a se stesso; fornisce le linee guida essenziali per il pensare, il sentire, lagire e il reagire del soggetto nel mondo, verso gli altri e verso se stesso. Molti altri modelli sono stati sviluppati, sempre inerenti al fatto che le memorie delle relazioni prendono le forme di regole procedurali mediante le quali si determinano aspettative circa il comportamento proprio e altrui. Larea dei disturbi delle relazioni si estende dalle forme pi elementari (i disturbi della regolazione delle relazioni) fino alle cristallizzazioni pi consistenti come quelle che danno forma ai veri e propri disturbi della personalit, caratterizzati da modalit rigide e pervasive di disadattamento in tutte in tutte le relazioni di un individuo. Le lifetraps sono trappole-della-vita costituite da modalit di pensare, sentire e agire e avere relazioni che svuotando una persona della propria vitalit la rendono estranea a se stessa; sono schemi patologici che veicolano specifiche memorie di esperienze relazionali disfunzionali e che ingabbiano la vitalit delle persone. Le manifestazioni psicopatologiche sono veri e propri disturbi di un intero sistema e non mere conseguenze della perdita di una singola funzione. Secondo questa impostazione si pu parlare di malattia

quando la spontaneit disturbata, intendendo cos tutte quelle situazioni relazionali in cui una persona diventa sempre pi un automa e il suo comportamento risulta dettato da una tendenza passiva del tipo stimolo-risposta piuttosto che da una negoziazione interattiva fra S e laltro. La psicopatologia materia di studio che comprende una parte statica (descrizione e classificazione delle forme del disagio psichico) e una parte dinamica (comprendere le cause del disagio). Questo testo cerca di prendere in esame i disagi delle relazioni tra persone e ricondurne le possibili origini ai disagi della mente. Le relazioni interpersonali vengono individuate come luogo di origine dei disagi mentali e anche come luogo dove i disagi, da l nati, si manifestano dopo aver fatto ammalare la mente di una persona (4 convinzioni da cui nasce questa affermazione, pag 27 libro). Psiche in bianco e neroriferimenti cinematografici, Psycho vedi libro pag 28 CAP 2: LE DETERMINANTI PSICOLOGICHE La mente non domina il corpo ma diventa corpo; lintelligenza situata non solo nel cervello, ma anche in tutte le cellule distribuite in tutto il corpo. Da ci deriva che il modo migliore per attraversare il territorio della psicopatologia quello di connettere il pi coerentemente possibile i diversi domini della conoscenza sui fenomeni mentali, includendo tutte le determinanti di tipo bio-psico-sociale. Si considerano qui i diversi tipi di determinanti psicologiche, tralasciando quelle biologiche e sociali. Si introducono ora le tipologie secondo cui la componente psicologica determina linsorgenza di disagi e malattie della mente. Secondo il modello psicoanalitico classico di Freud la malattia mentale essenzialmente lespressione di un conflitto di cui essa segnala il senso. Se nella primigenia impostazione freudiana la patologia psichica era interpretata come conseguenza di traumi, Freud poi ipotizz un Io impegnato a ridurre i perenni conflitti tra le pulsioni e le varie strutture psichiche. Lo scenario della prima met del XX secolo occupato dalle teorie di Freud e di Melanine Klein. Negli anni successivi alcuni autori formulano modalit alternative di comprensione della genesi della psicopatologia, comunque riconducibili a fattori di carenzialit dellambiente quanto a capacit di rallentare, inibire o distorcere lo sviluppo del bambino. Balint distingueva 3 scuole psicoanalitiche: quella di Vienna, quella di Londra e quella di Budapest a cui apparteneva. Riteneva che il problema con cui la psicoanalisi dovesse confrontarsi era quello di come ottenere dati attendibili a riguardo dello sviluppo del bambino. Per lui era necessaria losservazione diretta del bambino, mentre i pi tradizionalisti ritenevano che tutte le informazioni che si ottengono fuori dalla stanza di analisi non sono significative. Bisognava aprirsi al dialogo con altre scienze come la biologia e le neuroscienze cognitive. Balint voleva attirare lattenzione sulla pi precoce fase della vita mentale extrauterina, sostenendo che diretta verso gli oggetti e non narcisistica; in breve la sua meta questa: sar amato e soddisfatto senza alcun obbligo di ricambiare nessuno. La mancata soddisfazione di questo bisogno porta al difetto fondamentale. un difetto, un qualcosa di storto nella psiche, una specie di deficit che va colmato. (pag 41) Alla fine degli anni 30 con Balint si sposta lattenzione dai conflitti intrapsichici (Freud) alle carenze dellambiente. In seguito Fairbain elabor una prospettiva teorica che, insieme alla psichiatria interpersonale di Sullivan, conferma ancor pi lo spostamento verso una comprensione della psicopatologia per cui il bambino modella, struttura e distorce la sua esperienza, il suo comportamento, la sua percezione di s per conservare le migliori relazioni possibili con il genitore. Fairbain ritiene la dolorosa esperienza del non essere amato e conosciuto intimamente, un fondamento generale della psicopatologia. La genesi del disagio sarebbe quindi riconducibile a una madre incapace di amare e di riconoscere lamore del figlio per lei. Il conflitto generato da una carenza. cos anche per Sullivan, che mette in evidenza una complessa dinamica interpersonale che attribuisce molta importanza allansia. Per Sullivan decisivo il modo in cui i bisogni del bambino vengono percepiti. Secondo il suo modello, alla base dei comportamenti umani vi una incessante tensione per il raggiungimento di due obiettivi: la condizione di soddisfazione e la condizione di sicurezza. La ricerca delle soddisfazioni una risposta a bisogni prevalentemente biologici (limite della sua teoria), ma la ricerca della sicurezza riguarda pi la componente culturale delluomo. I bisogni di soddisfazione operano nella direzione di suscitare negli altri tendenze complementari: essi comportano un aumento di tensione nel bambino e provocano una serie di attivit, che inducono nel caregiver (colui che d le cure) una tensione sperimentata come tenerezza, che porta ad altre attivit, volte a soddisfare il bisogno. Ci porter ad una diminuzione della tensione ed a uno stato di benessere e euforia del bambino. Questa interazione personale il teorema della tenerezza. Il bambino acquisisce cos una sicurezza circa la propria competenza interpersonale nella capacit di raggiungere i propri scopi. Se invece i segnali di bisogno conducono a una situazione di angoscia del caregiver tali da impedire la soddisfazione del bisogno, al bambino ne conseguir lesperienza di una insicurezza. La reazione circolare

di prima si ripete ma questa volta si accresce il sentimento di angoscia anzich di euforia. Il bambino diventa attento a tutte le azioni che determinano unemozione spiacevole nei genitori e quindi in lui; si accorda alla loro lunghezza donda emotiva arrivando a trascurare selettivamente quegli aspetti di s che non sembrano importanti o graditi per i suoi genitori, privilegiando innanzitutto il bisogno di sicurezza, con attenzione costante a quanto nellaltro, e quindi in lui, pu o no provocare angoscia. Il bisogno di sicurezza superiore a quello di soddisfazione. Queste prime esperienze che il bambino fa dellesperienza e dellangoscia si stabiliscono grazie a una forma di comunicazione chiamata da Sullivan empatia o legame empatico. Con questo intenso rapporto affettivo, la soddisfazione di un membro del binomio viene avvertita immediatamente, empaticamente, dallaltro, cos come langoscia e linsoddisfazione. La valutazione del grado di angoscia presente nella madre e nelle figure di riferimento costituir un manuale distruzione per il bambino. Ma se la reazione della madre di angoscia intensa questo genera unesperienza angosciosa nel bambino, che non riesce a integrarla. Se la ricerca per soddisfazione del bisogno di sicurezza prevale sulla soddisfazione di altri bisogni, in primo luogo quello di riconoscimento, la persona tender a istaurare relazioni disfunzionali in quanto miranti ad avere appunto sicurezza e non la soddisfazione dei diversi altri bisogni emozionali. Helene Deutsch nel 1942 ha introdotto il concetto di personalit come se. Lautrice si concentr su una originale forma di disturbo della personalit che caratterizza individui capaci di simulare unesperienza affettiva come se la provassero veramente. Sono persone incapaci di avere una autentica propria vita emotiva e affettiva e quindi la recitano. Lorigine di questa patologia viene spiegata con espressioni come carenze di calore, atmosfera priva di sentimenti, carenza affettiva. Individu come fattore terapeutico essenziale una forte identificazione con lanalista, come attivo e costruttivo strumento di influenza. Importanti scritti di Winnicott degli anni 60. Anche Anna Freud parl di disturbi psichici di origine non conflittuale, il che era qualcosa di rivoluzionario. Riconosceva due tipi di psicopatologia infantile, una conflittuale e una basata su arresti dello sviluppo in conseguenza di carente sostegno ambientale. Lei gi collegava questo tipo di carenza proprio allinsorgenza di disturbi della personalit. Altro autore importante per levoluzione delle teorie psicoanalitiche sar Kohut. Con Bowlby avremo il pi completo e sistematico delinearsi di una teoria dello sviluppo opposta a quella freudiana. Lesperienza della frustrazione dei bisogni del bambino sempre, parzialmente o per nulla necessaria a un corretto sviluppo? Se i bisogni di attaccamento e di riconoscimento sono bisogni di base, senza senso pensare che sia necessario frustrarli. Secondo il modello per il quale la patologia deriva dalle carenze, la perdita dellonnipotenza avviene lo stesso, in modo naturale. Un autore che si cimentato per dimostrare linterdipendenza tra situazioni di deficit di sviluppo e conflitti dinamici capace di determinare linsorgenza della patologia nelladulto stato Eagle. Difetti e conflitti non rappresentano alternative dicotomiche opposte, ma sono correlate, perch le carenze sono sempre accompagnate da emozioni conflittuali. Inoltre invita a non dire che le patologie degli adulti sono blocchi a livelli di sviluppo che sarebbero normali nellinfanzia, perch un modo di infantilizzare gli adulti e viceversa senza fondamento, senza conferma da studi sui bambini, visto che tali teorie si basavano solo sullosservazione di adulti. Fino ad ora abbiamo una tripartizione fra ipotesi traumatiche, conflittuali e carenziali. emersa una quarta ipotesi, quella delle dissintonie, nata in ambiente di ricerca negli anni 90, che raccoglie i consensi della corrente psicoanalitica pi avanzata, che deriva dalla matrice relazionale, che formata da vari modelli, fra cui, la teoria dellattaccamento, la corrente intersoggettiva-diadica, gli studi sullinfant research. (?? Pag 55-56) Questi modelli confluiscono tutti verso una stessa area comune che Mitchell ha chiamato modello relazionale, nel quale ha proposto di far rientrare quattro aree che rappresenterebbero i modi di base attraverso i quali opera la relazionalit: 1) il comportamento presimbolico non conscio; 2) la permeabilit affettiva; 3) lorganizzazione dellesperienza nella configurazione s/altro; 4) lintersoggettivit. Uno dei maggiori contributi dellinfant research stata la scoperta che durante tutto il corso della vita, tutte le relazioni interpersonali sono regolate da processi fondamentali, originariamente non verbali. Louis Sander cap limportanza di guardare al bambino e alla madre attraverso una prospettiva sistemica (Teoria generale dei sistemi di Bertalanffy: un sistema formato da una serie di componenti interdipendenti che si regolano reciprocamente attraverso meccanismi di feedback che consentono al sistema di autoorganizzarsi). Il bambino e il genitore costituiscono un unico sistema vivente. Sander ha

anche sottolineato come allinterno di questi sistemi viventi ognuna delle persone che li costituisce oltre che regolare laltra persona, dalla quale regolata, anche capace di autoregolarsi , cos come fa anche laltra persona. Entrambe i tipi di regolazione, verso laltro e verso s, sono sempre in atto. Molti lavori scientifici hanno poi confermato queste teorie, secondo le quali quindi le autoregolazioni non sono il derivato di precedenti regolazioni interattive. Riguardo al problema di come il sistema permetta lo sviluppo nellindividuo del senso di identit e di controllo degli eventi, Sander ricorre al principio di corrispondenza delle specificit di Weiss, ed elabora il concetto di momento di incontro: la corrispondenza delle specificit tra due sistemi sintonizzati rende ciascun partner consapevole dello stato dellaltro. Nel momento di incontro avviene un riconoscimento reciproco che influenza la capacit di agire sulla propria autoregolazione. Se questo riconoscimento non avviene, il momento di incontro non si determina, la persona sente indeboliti il proprio senso di identit e la propria capacit di azione; i due componenti del sistema non ampliano il proprio sviluppo e si apre la strada per deviazioni psicopatologiche. Questo il modello sistemico-diadico, che non postula particolari contenuti psicologici. Secondo questo modello di equilibrio/disequilibrio fra i processi di regolazione e autoregolazione interattiva, il sistema in equilibro quando non c prevalenza di una delle due modalit di regolazione sullaltra. Daniel Stern introduce il concetto di sintonizzazione degli affetti e con questo, un nuovo modello di comprensione dello sviluppo normale e patologico, tra sintonie e dissintonia. Se la sintonia conduce allo sviluppo normale di un bambino, la costanza di esperienze di dissintonia apre la strada ai processi di psicopatologia (esempio bambina pag. 59 in fondo). La sintonizzazione degli affetti consiste nellesecuzione di comportamenti che esprimono la qualit di un sentimento condiviso senza tuttavia imitare lesatta espressione comportamentale. La sintonia che intende Stern riferita in particolare agli affetti vitali, che sono particolari forme del sentire che possono essere suscitate sia dallinterno che dallesterno. Per Stern la danza e la musica sono due potenti modi di esprimere degli affetti vitali e paragona un bambino che assiste a un comportamento genitoriale che non esprima un affetto regolare, allo spettatore che assiste a un balletto o a chi ascolta musica. Scoprire e sintonizzarsi con gli affetti vitali permette a un essere umano di essere con un altro. Le fasi quindi sono due: riconoscimento e sintonizzazione. Detto ci, le dissintonie che causano eventi psicopatogeni vanno considerate come eventi: reali, relazionali, non subiti passivamente ma caratterizzati da un certo grado di bidirezionalit, di dimensioni micro, non deterministici, lambiente allinterno del quale occorrono quegli eventi in sistema vivente formato da due persone in interazione (pag. 62). Le conseguenze di traumi, conflitti, carenze o disconoscimenti-dissintonie possono essere considerati disarmonie pi o meno gravi dello sviluppo o vere e proprie interruzioni dello sviluppo (sviluppo che procede per tutta la vita, non solo in adolescenza) cha vanno comprese come manovre di adattamento dellindividuo a un ambiente sfavorevole. Hillman, teoria della ghianda. Riconosce lesistenza di un nucleo centrale della personalit che il depositario del destino individuale; dobbiamo allinearci ad esso perch costituisce quel germe, quella ghianda da cui poi sorge la quercia che la nostra vita, qualunque essa sia; lottare contro le origini, contro il seme, non possibile e anzi genera sofferenza. I nomi con cui indica questa ghianda sono vari, fra cui daimon, genius, anima, destino, vocazione, carattere. Pu la ghianda ospitare un cattivo seme? Si cimenta con la questione del male. Per spiegare lorigine della psicopatologia che si concreta in comportamenti antisociali, fa riferimento a 8 modelli interpretativi: -condizionamenti dovuti a traumi infantili, -tare ereditarie, -particolare ethos di gruppo, -rinforzi positivi di comportamenti negativi, -karma, -prevalenza della parte ombra presente in ciascun uomo, -carenza di qualche fondamentale caratteristica umana (es. capacit di immedesimazione), -la chiamata del male (la ghianda pu anche essere un demone che chiama alla violenza). Con il quinto e lottavo egli oltrepassa i limiti della comprensione psicologica, esce dal paradigma biopsico-sociale al quale possono essere ricondotti gli altri modelli ed entra nel metafisico. Sottolinea cos che non tutto comprensibile dalla psicologia, e in questo anticipa quanto diranno altri in futuro, anche se in linguaggio pi scientifico: ci sono caratteristiche individuali di vulnerabilit o resilienza, ancora non spiegate, che portano due persone a reagire in modo completamente diverso ai medesimi fattori di rischio. Hillman preferisce non definire la ghianda come S, 1) perch un termine abusato dalla psicanalisi con cui lui non concorda, in quanto cerca di spiegare tutto con dipende dai genitori, come se i figli fossero

creta nelle loro mani; 2) perch la ghianda non mia o in me, anche oltre, sopravvive al corpo, spirituale. Giorgio Agamben: parla di genius, non solo spiritualit, non riguarda solo che cose che siamo abituati a considerare pi nobili e alte; genius la nostra vita in quanto non ci appartiene. Per Agamben genius la nostra, personale, parte impersonale; il modo unico, specifico con il quale ognuno di noi viene a patti con il proprio genius definisce il proprio carattere. La specificit di una persona non sta nel suo daimon o nel suo genius ma nel modo in cui quella persona negozia con lui le scelte di vita. La formazione dei bambini qualcosa che possiede molte e molte dimensioni e non tutte possono essere note, come ci dicono la presenza dei daimon e dei genius. Si considerano i modi secondo cui agiscono le determinanti psicopatogene. Modalit monodirezionale. La mente si ammala come conseguenza di una specifica predisposizione individuale alla malattia che si palesa solo in presenza di fattori ambientali esterni o intrapsichici sfavorevoli. Sottovaluta il reciproco influenzamento tra individuo e ambiente, ma pu descrivere bene alcuni disturbi, come il PSTD. Modalit bidirezionale di tipo sistemico. Lo studio delle relazioni va anteposto a quello delle singole identit. Sander ha ipotizzato un modello sistemico-diadico della intersoggettivit, in cui i soggetti in comunicazione si regolano tra loro ma si autoregolano anche individualmente, e questa autoregolazione indipendente dalla regolazione reciproca, non ne un derivato ma vanno in parallelo. CAP 3: IL PROBLEMA DELLAUTENTICITA Luomo ha sempre davanti a s due possibilit: di immedesimarsi con il mondo oppure di conquistarsi nella propria autenticit. Attraverso le due modalit fondamentali della situazione emotiva e della comprensione, luomo prova a esserci nel mondo. Con situazione emotiva Heidegger intende componente emotiva dellesistenza che apre alluomo quella caratteristica costitutiva del suo esserci che laffettivit, declinata nelle situazioni emotive essenziali che sono la paura e angoscia. La comprensione la seconda modalit fondamentale dellesserci, su cui si fonda linterpretazione, e poi lasserzione e poi ancora lapertura alla comunicazione; nella esistenza in-autentica assume le forme di chiacchiere, curiosit ed equivoci. Questi tre elementi caratterizzano linautenticit degli individui di una societ in cui tutti hanno gli occhi su tutti, ma pochi vedono qualcuno allinfuori di s. Se lessere in modo inautentico nel mondo tranquillizzante per le false identit, tuttavia questo stato inautentico di essere non conduce alla quiete, ma alla pi sfrenata attivit, per vedere come si comporta laltro e soprattutto cosa se ne dir. Per Winnicott le cure del genitore possono essere ricondotte alle funzioni di holding, handling e presentazione degli oggetti. Holding, sostenere, ha significato sia di tenere in braccio, maneggiare sia quello di supporto dei processi vitali e di sostegno. importantissima la dimensione corporea del sostegno (lhandling), cio come si tiene in braccio fisicamente linfante. Sostegno fisico e psicologico sono da considerarsi indissolubilmente connessi nel promuovere lo sviluppo. Riguardo le cure del genitore Winnicott individua tre stadi: -holding, -vivere con la madre, -vivere con il padre, che implicano (ultime due) invece la presentazione degli oggetti, cio la presenza di relazioni oggettuali e lemergere dal lattante dallo stato di simbiosi con la madre. Gli stadi delle cure genitoriali sono correlati ai due bisogni di base, quello di sicurezza (connesso allholding) e quello di riconoscimento (vivere con). La finalit del sostenere sembra essere quella di garantire una sicurezza di base al bambino, in accordo con la teoria dellattaccamento. La finalit del vivere con sembra aver a che fare con il bisogno di riconoscimento del bambino. Compito dei caregivers e dei terapeuti per Winnicott quello di svolgere la funzione di ambiente facilitante per il passaggio evolutivo da modalit relazionali del tipo entrare in rapporto con loggetto (dove io aggiungo caratteristiche nuove alloggetto, proietto, ecc.) a modalit del tipo usare loggetto (prendendolo per ci che realmente, come cosa in s, indipendente da me). Fra questi due estremi sta la cosa forse pi difficile dello sviluppo umano, cio il collocamento che il soggetto fa delloggetto fuori dellarea di controllo del soggetto stesso; cio un riconoscimento delloggetto come entit per se stessa. Una madre deve passare da una comprensione dei bisogni del figlio basata sullempatia a una basata su qualche segnale inviato da lui. Il riconoscimento necessario per un vero, e non proiettivo, incontro tra due persone. Livelli differenti di sostegno conducono a differenti livelli di coesione e di sicurezza nel bambino; differenti livelli di vivere con (quanto io considero laltro come un soggetto separato) conducono a riconoscimenti differentemente accurati, il che ulteriormente conduce il bambino a differenti livelli di autenticit.

Quando un bambino fa un gesto o unespressione spontanea, questa unespressione del suo vero s, che viene rafforzato se la madre normalmente risponde bene a tali gesti, in qualche modo dandogli un senso. Se invece vi sostituisce un proprio gesto, chiedendo implicitamente al bambino di trovargli lui un senso, questi si sentir obbligato ad essere condiscendente con la madre, e finir per sviluppare un falso s. Di fronte a ripetute esperienze di misconoscimento, il bambino inizia a vivere in modo inautentico; un falso s condiscendente reagisce alle richieste ambientali. La quantit di falsit del s, d la misura di quanto il gesto spontaneo del bambino sia stato sostenuto e riconosciuto nella sua specificit e quindi abbia avuto la possibilit di essere, cio di vivere autenticamente, piuttosto che reagire, cio di vivere nascosto sotto il manto della compiacenza del falso s. In uno stato di salute, il falso s si presenta ai livelli pi bassi, e consiste in un semplice atteggiamento sociale educato. Lestremo patologico del falso s una vita organizzata in schemi di una rigidit quasi ossessiva, tutta costruita su reazioni agli stimoli esterni. Parte seconda: LO SVILUPPO DELLA MALATTIA MENTALE CAP 4: DISCONOSCIMENTI E DISSINTONIE La sequenza che genera il disagio inizia con un mancato riconoscimento a cui segue un senso di vuoto; si stabilisce cos un circolo vizioso, poich se io sono vuoto, laltro avr sempre pi difficolt a riconoscermi perch non si pu vedere quel che non c. Alcuni elementi cruciali: circolarit dellinterazione (bambino ambiente bambino), possibilit che da tale interazione si sviluppino circoli virtuosi oppure circoli viziosi, gli eventi potenzialmente di sviluppo o psicopatogenetici sono micro-eventi, tali eventi devono ripetersi pi e pi volte per determinare linnesco di feedback positivi o negativi che siano, il riconoscimento il fattore determinante per lo sviluppo sano, lesperienza del riconoscimento o del disconoscimento avviene sempre in una situazione di contemporanea reciprocit, cio io sono riconosciuto o disconosciuto solo da chi io riconosco come colui che mi pu riconoscere (pag 97). Erikson applica la teoria psicoanalitica a persone strappate dalle loro case, al loro lavoro, al loro paese e costrette a subire una emigrazione forzata. Ci influisce infatti sul loro senso di s; secondo Erikson ogni uomo prima di tutto esposto al rischio di sentirsi sradicato interiormente, e ci sarebbe dovuto alla non stabilit dellincontro con un volto familiare. Chiama la persona che si prende cura del bambino oggetto damore originario; le prime risposte di un bambino al proprio genitore possono essere meglio comprese se considerate parte di una complessa interazione fatta di molti elementi particolari di reciproca stimolazione e risposta. I vari studi convergono sullimportanza da accordare allinterpersonalit rispetto alla pulsionalit. Questo il modello diadico-sistemico, stabilisce che le relazioni si dispiegano fin dai primi momenti di vita del bambino e stabilisce la reciproca bidirezionalit delle relazioni e di conseguenza consente lindividuazione di specifici fattori eziopatogenetici, cio quelli della dissintonia. Il riconoscimento reciproco consente la sintonia della relazione, mentre il disconoscimento conduce alla dissintonia diadica. Secondo questo modello c un flusso continuo di reciproche influenze interattive fra individuo e ambiente ed in questi scambi dinamici che vanno rintracciati i fattori eziopatogenetici. Gli eventi che conducono a innescare le sequenze dinamiche psicopatogene sono: - Dissintonie diadiche. Nella relazione madre-bambino si determinano dei comportamenti definibili imitativi. In realt ci che viene definita sintonizzazione degli affetti, cio lesecuzione di comportamenti che esprimono la qualit di un sentimento condiviso senza tuttavia imitare lesatta espressione comportamentale (Stern). Differisce quindi dal rispecchiamento (perfetta sincronia temporale), dal riecheggiamento (troppo vicino allimitazione) e dallempatia (con la quale la sintonizzazione comincia, per poi per distanziarsene perch va a riplasmare laffetto colto). Shore individua nel dyadic misattunement (dissintonia diadica) levento di vita che, se ripetuto, pu far deviare lo sviluppo normale verso la patologia. Lui ritiene essenziale la capacit dellindividuo di controllare lo stress e di regolare le emozioni; nellindividuo deve maturare un sistema di controllo dello stress (brain stress coping system). Il genitore pu facilitare o impedire la maturazione di questo sistema di controllo dello stress; in particolare la capacit di passare in modo adattivo, a seconda dei contesti, da una modalit di regolazione dello stress interna a una esterna. La dissintonia diadica conduce a uno stato emotivo stressante prototipico, che pu ridurre questa flessibilit: daltra parte, le patologie sono caratterizzate, ai loro estremi, da una assoluta dipendenza dallaltro (eteroregolazione) o da una ricerca di assoluta indipendenza (totale autoregolazione), mentre la normalit la flessibilit tra le due. Per imparare la flessibilit, il bambino deve anzitutto fidarsi della sua capacit di autoregolazione, e per farlo serve che nella relazione col caregiver abbia sperimentato che la sua capacit di sentire attendibile,

che riesce a sintonizzarsi, e che anche il suo caregiver sa farlo. Quando non accade, ne risente il sense of agency del bambino, che si convincer di dipendere inesorabilmente dallaltro per la regolazione del proprio sentire. In alternativa, potrebbe ricercare unautoregolazione estrema per nascondere il timore della dipendenza che in realt lo domina. Sintonia e asintonia sono le due polarit di un continuum allinterno del quale si dispongono i diversi gradi di dissintonia; alla base dei vari casi di non sintonia sta comunque sempre un inadeguato riconoscimento della specificit della persona, delle sue emozioni e sensazioni corporee. Esperienze stressanti possono essere considerati stati di: abnorme allerta (genitore che trasmette troppa ansia anzich tranquillizzare), trascuratezza, traumatizzazione. Essi sono responsabili anche di modificazioni della citoarchitettura fino alla morte delle cellule cerebrali; aumentano nel sangue il livello di sostanze che possono essere neurotossiche. Esperienze stressanti portano a uno sviluppo inferiore del sistema cerebrale di coping con lo stress (BMCS). Per Shore la sequenza psicopatogena la seguente: Dissintonia diadica: interventi non in sintonia per contenuti o anche per timing (es. troppo precoci o tardivi) Esperienze relazionali traumatiche, negative o comunque scarsit di buone esperienze Alterazioni nella regolazione del contesto interpersonale interattivo: il bambino ridurr in generale lespressione di s, prevarranno strategie auto o eteroregolatorie molto rigide Alterazioni cerebrali Riduzione funzionalit del BMCS Incapacit a gestire lo stress per incompetenza emotiva Scarsa apertura al nuovo Tendenza a rigidit di funzionamento, che favorisce schemi mentali e lifetraps. Le esperienze traumatiche nel bambino conducono a unincapacit di far fronte allo stress: allinizio stimolano iperattivazione (alti livelli di adrenalina e noradrenalina) e successivamente ritiro dissociativo (aumento oppiacei endogeni) che porta il bambino a diventare non visto, non udito, arrivando cos, per altra via, alla stessa condizione del bambino trascurato, che i genitori non vedono. Un bambino con questa difficolt dovr sforzarsi di pi per fronteggiare lo stress e avr meno energie per lapprendimento sociale. Talvolta pu insorgere alessitimia: chi non stato adeguatamente riconosciuto non riesce a riconoscere nemmeno le emozioni in se stesso e negli altri. Pu diventare spasmodicamente attento a cogliere le espressioni nei volti altrui per cercare di inferire le regole per lagire; o viceversa potrebbe rinunciarvi e distogliere lattenzione dallaltro, limitandosi allautoregolazione. Lincapacit di fronteggiare adeguatamente lansia e lo stress lelemento chiave che attraverso cui passa lo sviluppo della psicopatologia. - Rispecchiamenti traumatici. Secondo Fonagy, il tipo di relazioni coi caregivers non forgia stampi originari di modalit di relazione che poi saranno applicati tali e quali con gli altri, ma semplicemente rende pi o meno efficiente lInterpersonal Interpretative Mechanism (IIM), un meccanismo di regolazione dello stress, dellattenzione focalizzata e del funzionamento riflessivo. Il genitore normalmente rispecchia le emozioni del bambino: non le esprime a sua volta in modo identico, ma lo fa marcandole in modo che siano distinguibili le emozioni sue personali da quelle che riprende dal bambino. Questo consente al bambino di conoscere se stesso, distinguendo ci che riguarda lui dalle espressioni del genitore non dirette a lui. A volte per, soprattutto di fronte a espressioni negative, il mirroring genitoriale avviene in modo realistico, esprimendo una negativit che non quella del bambino rielaborata, ma propria del genitore: lespressione addolorata o impaurita o irata del genitore provoca nel bambino uno stato di allarme e, se ripetuto, traumi. - Ambienti invalidanti. Marsha Linehan indica con questo termine un insieme particolarit ambientali negative, responsabili del generare la vulnerabilit emozionale e le difficolt nella regolazione delle emozioni. Una caratteristica su tutte dellambiente invalidante la famiglia che risponde in modo vago e inappropriato alle esperienze soggettive del bambino. Le persone inserite in tali ambienti rispondono alla comunicazione di emozioni in modo anormale. Gli ambienti invalidanti non insegnano al bambino a distinguere e modulare lattivazione emotiva, a tollerare il disagio, a confidare nella propria risposta emozionale come valida interpretazione degli eventi, insegnando viceversa ad invalidare la propria esperienza, rendendo necessaria una continua ricerca a livello ambientale di indizi su come comportarsi e cosa provare. Pu cercare questi indizi nel genitore, e restargli attaccato; o nelle ricompense esterne, ecc. La poorness of fit (cattivo adattamento) tra bambino e genitore consiste in una discrepanza tra le aspettative dellambiente e le caratteristiche che il bambino ha. Ladattamento reciproco: anche il

genitore ha bisogno di essere riconosciuto dal figlio. E dunque invalidante ogni ambiente in cui la comunicazione delle esperienze interne del bambino non riconosciuta, banalizzata o punita; le interpretazioni del bambino non sono validate (sei arrabbiato, ma non vuoi ammetterlo), e cos non imparer mai a riconoscere le sue emozioni. Anche una terapia analitica che si discosti dallesperienza presente del paziente pu essere percepita come una mancata validazione. In polemica con la psicoanalisi classica, alcuni autori sostengono che il senso del reale del bambino si sviluppi non tanto grazie a frustrazione e delusione, quanto in forza della sintonizzazione convalidante. Riconoscimento. Per Berkeley essere essere percepito; solo quel che viene percepito dalla mente esiste. Soprattutto il bambino tende a ritenere, inconsciamente, che pu esistere solo in quanto riconosciuto da qualcuno. Riconoscimento ha il duplice significato di ri-identificare qualcosa o qualcuno, e di accordare o concedere un determinato status. Il riconoscimento inizia con la percezione, attraverso tutti e cinque i sensi. Sander sostiene che i processi di riconoscimento consistono in una sequenza di negoziazioni sulla qualit delle connessioni delle interazioni e costituiscono lelemento che promuove la progressione sia dei processi di sviluppo naturali sia dei processi di sviluppo terapeutici. Il bisogno di riconoscimento un bisogno umano vitale; la soddisfazione del bisogno di riconoscimento di vitale importanza, come afferma anche la teoria di Hillman , il daimon vuole essere visto, vuole ricevere testimonianza, riconoscimento. Il processo di riconoscimento quella complessa interazione fra due persone, sostenuta da reciprocit di stimoli e risposte, che avviene nelle seguenti fasi: 1. insorgenza del bisogno di riconoscimento 2. comportamento dellaltro (se offre riconoscimento o no) 3. esperienza di riconoscimento 4. successiva modalit di relazionarsi del soggetto con se stesso e con gli altri; si definisce come conseguenza di quanto il riconoscimento sia stato attuato dallaltro. Da notare che possono offrire riconoscimento solo le persone che sono gi state a loro volta riconosciute in grado di espletare tale funzione. Le esperienze di riconoscimento strutturano lidentit nella misura in cui avvengono con un altro significativo, allinterno di un legame di attaccamento ad es. col genitore. Questi effettua il riconoscimento sulla base di inferenze riguardo alle intenzioni del bambino (es. se gli tocca gli occhiali il genitore pu dirgli me li farai cadere), che possono essere azzeccate o no: se sono sbagliate, confonder il bambino nel suo modo di percepirsi. E particolarmente determinante il riconoscimento del genitore quando il bambino inizia una nuova azione: a seconda della reazione che ottiene, sar favorito nellesprimersi in future nuove attivit, sar inibito nelliniziativa. Se questi negoziati con lambiente vanno bene, tra i due e i tre anni impara a riconoscere le emozioni come appartenenti a s e sviluppa attaccamento sicuro; altrimenti pu arrivare a incertezza sulla sua identit, cui si adatta falsificando il suo s: gli sforzi del bambino saranno tutti diretti a ridurre la discrepanza tra il suo mondo interiore e quello esterno. Il riconoscimento pu avere basi neurofisiologiche: i neuroni a specchio si attivano allo stesso modo sia quando un soggetto compie unazione, sia quando osserva la medesima azione compiuta da un altro. Imitare, provare empatia e attribuire intenzioni potrebbe basarsi anche semplicemente su questo. Tuttavia, tali neuroni si attivano solo osservando lazione compiuta da un altro essere umano, non, ad es., da un robot. Ci significa che c un altro meccanismo, a monte, che fa riconoscere quando laltro come me e pu riconoscermi, e quindi va imitato, e quando invece manca la bidirezionalit del riconoscimento. La psicopatologia dello sviluppo non si fonda quindi n solo sui modelli freudiani del trauma e del conflitto, n su quello della carenza, ma sulla dissintonia, cio mancanza di riconoscimento (che non mero rispecchiamento). Sequenza psicopatogena: come si ammala la mente? 1. Alterazioni riconoscimento 2. Alterazioni di sintonia diadica, validazioni e fitting relazionali, fino a veri e propri traumi 3. Riduzione capacit di conoscere le proprie emozoni ( la svolta verso la psicopatologia) Conducono a due fenomeni paralleli che alterano le relazioni: Disarmonie delle relazioni fino ad alterazioni della sicurezza dellattaccamento, che portano a (secondo i diversi modelli):

a. alterazioni del BSCS, e quindi della capacit di auto ed eteroregolare lo stress b. alterazioni dellIIM, e quindi della capacit di regolare attenzione, stress e funzionamento riflessivo Sviluppo di uno schema, che riduce la pienezza dellesperienza

Il che porta ad alterazioni relazionali. CAP 5: TRAUMI possibile che il trauma sia di per s patogeno e quindi dia luogo a sintomi anche in un soggetto fino a quel momento equilibrato? E sono sintomi da considerare patologici o come un normale processo di adattamento? Dallanalisi dei veterani del Vietnam si definito il DPTS. Il pattern dei sintomi non dipende solo dalla vulnerabilit costituzionale del soggetto, ma anche dalle caratteristiche dellevento. Se i sintomi sono transitori, fanno parte della normale risposta al trauma. Si parla di DPTS (sindrome da stress post traumatico) quando la persona stata esposta a un evento nel quale sono state presenti entrambe le caratteristiche seguenti: - il soggetto ha vissuto eventi che implicano morte , gravi lesioni, minaccia allintegrit fisica propria e altrui, - la risposta della persona in quella situazione comprende paura intensa, sentimenti di impotenza e di orrore. I sintomi riportati dal DSM IV sono di varia natura, ma a dominare il quadro sono i sintomi a carico dellapparato cognitivo e psichico. Gli aspetti pi significativi sono: la presenza di ricordi carichi emotivamente, ricordi intrusivi (spesso frammenti sensoriali), messa in atto di meccanismi dissociativi (i traumi sono relegati in parti nascoste della mente, ed emergono come disturbi somatici), amnesie, forme varie di evitamento, incubi e disturbi del sonno, scoppi di rabbia (per aumento dellarousal e incapacit di mentalizzare le proprie emozioni, subito agite). Trauma storico: il trauma si trasmette tra generazioni (es. indigeni americani, olocausto), e va considerato non solo negli aspetti pi concredi da DPTS, ma anche come dimensione esistenziale che si esprime con un senso di non appartenenza, spiccato senso di distruzione del tessuto familiare e sociale, elementi depressivi visibili nellannullamento del senso di comunit e nellinsorgenza di una visione anomica della vita, risentimento esistenziale che porta a episodi distruttivi, laspetto esistenziale del trauma si cronicizza a livello intergenerazionale. Sono il 10-20% degli esposti a un grave trauma sviluppa DPTS: dipende dalla resilienza (interazione fattori rischio e protezione). Recentemente stato proposto un modello che vede la reazione dellindividuo a eventi traumatici come il prodotto di due fattori: R = M x S dove la risposta soggettiva R il risultato della combinazione di M ( magnitudo dellevento) e S (insieme di variabili soggettive, interpersonali e sociali). Le variabili riunite sotto la sigla S sono: o caratteristiche genetiche e biologiche del soggetto o et e stadio evolutivo (pi giovane, pi rischio) o storia di vita ed esperienze pregresse (aver avuto un trauma infantile rende pi vulnerabili) o stile di attaccamento (se insicuro peggio) o abilit di coping delle emozioni (sia gestirle che dar loro un nome) o psicopatologia pregressa e presente o contingenze di vita o supporto sociale e contesto (parlarne fa bene; chi non lo fa sostituisce la graduale elaborazione del trauma con la ruminazione, una reiterazione mentale senza fine). Eventi eccezionalmente forti possono produrre disturbi psicopatologici indipendentemente da variabili soggettive, mentre eventi banali possono produrre disturbi in presenza di variabili soggettive svantaggiose. Neurofisiologia del trauma: in presenza di alcune situazioni traumatiche continuate nel tempo si possono rilevare alterazioni in tre sistemi: asse catecolaminergico: libera in due minuti adrenalina e noradrenalina. asse corticotropo: ipotalamo, ipofisi e ghiandole surrenali: liberano pi lentamente glucocorticoidi come il cortisolo (ormoni che modulano le reazioni di difesa e inibiscono lansia). sistema immunitario: il cortisolo distrugge il tessuto linfoide e cos indebolisce le difese. Approccio cognitivo: si concentra sullo sviluppo della capacit di mentalizzare (dare senso) e della funzione riflessiva (comprendere gli stati danimo). Il trauma blocca laccesso alla mente di informazioni in arrivo e in particolare risulta compromesso il sistema memoria, che si divide in memoria implicita ( forma

primitiva di memorizzazione priva di consapevolezza, tipica dei primi anni di vita) e memoria esplicita ( capacit di memorizzare e di esserne consapevoli, di riflettere sui propri ricordi). Il trauma provoca una scollatura fra questi due tipi di memoria (a causa di danni cerebrali) che di solito da un certo stadio di sviluppo in poi sono integrati, non permettendo cos ai ricordi di raggiungere la consapevolezza della memoria esplicita, e quindi di dargli un significato o verbalizzarli. Rimangono difficilmente accessibili e carichi di emozioni. Il soggetto pu sviluppare evitamento, temendo incontrollabili pericoli. Freud con la nozione di trauma si riferisce allintensit di un evento a cui il soggetto non in grado di rispondere in modo adeguato, un incremento dellattivit pulsionale che obbliga lIo a una distorsione difensiva. Allinizio la riteneva unesperienza realmente vissuta (in genere una seduzione subita), poi capisce che si tratta pi di una fantasia, anche se resta convinto che abbia comunque allorigine un evento reale. Differenzia inoltre angoscia (attesa di pericolo), paura (durante il pericolo) e spavento (per un pericolo cui non si era preparati). Ferenczi vede invece il trauma in una prospettiva relazionale, come risultato dellinterazione tra fattori di rischio e di protezione. Effetti della guerra: per molti anni nelle zone di guerra la gente soffre di un trauma collettivo: molti hanno problemi psicologici. Secondo alcuni, gli effetti dei traumi intenzionali andrebbero distinti da quelli non intenzionali (es. disastri naturali). In particolare i bambini sono soggetti, oltre alle perdite di familiari, casa ecc., a vivere con distressed adults, affrontare separazioni e perdere la scuola. Molti sviluppano disturbi a lungo termine. CAP 6: CONFLITTI La nozione di conflitto psichico assume rilievo grazie al lavoro di Sigmund Freud, il quale sostiene che la vita psichica in se stessa conflittuale. Anche se oggi il conflitto come rappresentante della vita psichica sembra superato da numerose altre teorie, le condizioni cliniche che appaiono di pi difficile comprensione sono le stesse che evocano e provocano una massiccia conflittualit. Principali modelli teorici di conflitto. Conflitto intrapsichico. In generale il conflitto va collocato allinterno del rapporto fra individuo e natura e cultura, come indice del rapporto fra le richieste esterne (ambientali) e le richieste interne (corporee). Ci sono altre due concezioni psicodinamiche da tenere in considerazione: quella di Jung, che riconduce la conflittualit alla natura dissociativa della mente, e quella di Adler, che vede nel contrasto fra individuo e societ la causa della nevrosi. Per Freud il conflitto lopposizione tra impulsi diversi. Tale conflitto condizione necessaria per la nevrosi, ma non sufficiente: il conflitto diventa patogeno quando la libido, privata della sua soddisfazione, si scarica in forme alternative che suscitano per lopposizione di una parte di personalit (il Super Io). Serve quindi non solo il conflitto metapsicologico tra pi impulsi, ma anche un conflitto psicologico tra diversi aspetti della personalit. Freud distingue due classi pulsionali: le pulsioni dellIo (o di autoconservazione) e quelle sessuali. Negli anni 20 perfeziona la sua teoria grazie allintroduzione di nuove ipotesi; ribadisce che il conflitto sempre di natura pulsionale, ma diviene patologico quando si realizza fra le istanze psichiche. Oltre a Freud, la nozione di conflitto stata ripresa in modo originale da alcuni autori. Reich ha introdotto lipotesi di un conflitto infantile di ambivalenza nella formazione del Super-Io. Egli oppone la pulsionalit alla civilt, riformulando il conflitto come lotta tra il desiderio incestuoso e lidentificazione genitale alle figure genitoriali. Ritiene che lambivalenza infantile sia una necessit naturale dello sviluppo psichico e che possa subire differenti destini. Lautore parla anche di un fattore che predispone al conflitto, cio la disponibilit sessuale anormalmente precoce. Melanie Klein propone unidea di conflitto ambivalente innato tra odio e amore. Evidenzia lesistenza di un conflitto fra Es e Super-Io, rilevando che la normalit rimanda alle differenze energetiche fra le istanze. Ipotizza che il sadismo orale abbia origine dalla polarit fra istinti di vita e istinti di morte sperimentata dal bambino durante la suzione orale. (???? Vedi pag 171-173). Charles Brenner intende il conflitto a partire dallidea che ogni prodotto mentale sia una formazione di compromesso tra diverse funzioni dellIo. La salute non consiste nellassenza di conflitti quanto nella possibilit di realizzare compromessi sempre pi adattivi tra richieste interne ed esterne. La cura consister quindi nel massimo della modificazione favorevole dei conflitti psichici.

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Conflitti inter (tra lIo e le altre istanze psichiche; vi corrisponde tipicamente il senso di colpa) e intrasistemici (nellIo e nel Super-io, rimandano alla ferita narcisistica). Conflitti-decisione: fondati sulla scissione, sono conflitti tra singoli desideri; conflitti-dilemma: fondati sulla rimozione, sono conflitti globali, es. attivit/passivit, amore/distruzione CAP 7: CARENZE Carenza pu essere inteso come deficit della mente o manchevolezze dellambiente in rapporto al quale la mente si forma, come assenze e ipercoinvolgimenti del caregiver (Bowlby), le sue interferenze nel normale percorso evolutivo (Winnicott), i fallimenti di empatia nel rispondere ai bisogni del bambino (Kohut). Riguardo al primo significato, nella teoria psicoanalitica i deficit si suddividono in: - i disturbi che colpiscono le strutture e le istanze psichiche (io, es, super-io), sia considerate isolatamente che tra di loro, nonch tra loro e la realt esterna. La mancata risoluzione di tali conflitti genera deficit; al contrario, la possibilit di risolverli (anche se sempre in modo temporaneo) migliora lorganizzazione psichica. - le vicissitudini pulsionali: le pulsioni (spinte allazione innate e biologicamente determinate) mirano alla soddisfazione e alla scarica. Se la loro meta irraggiungibile, ne deriva una tensione alla quale lIo pu reagire in modo alloplastico (cercando un nuovo bersaglio) o autoplastico (mobilitando difese). La psicoanalisi classica si concentrata sulle pulsioni di sessualit e aggressivit, ma quella contemporanea ne ha considerate anche altre. - lassetto difensivo: le difese sono importanti per le capacit di adattamento, per difese troppo rigide limitano le capacit di rapporto dellindividuo con laltro; - i disturbi del carattere: ognuno di noi appartiene a un certo tipo di personalit, ciascuno dei quali pu avere un buon funzionamento o essere patologico. Da cosa pu avere origine il deficit? Bowlby ha condotto studi sugli effetti della separazione e della perdita sullo sviluppo psichico. Ha dimostrato gli effetti impressionanti che le carenze nelle cure materne esercitano sullo sviluppo e in particolare sulle capacit successive di attaccamento dellindividuo. Lattaccamento un bisogno, una necessit fisiologica nella costruzione del legame. Se la figura di attaccamento non disponibile a tempo debito si determinano conseguenze evolutive di grande portata. La privazione della figura materna (o analoga) pu essere parziale e causare tensione (che nel lungo periodo pu portare a disturbi), o totale e pu paralizzare completamente la capacit di avere rapporti con gli altri. Gli effetti della separazione variano in funzione di tre variabili: let in cui vengono a mancare le cure materne, la durata di questa mancanza e il suo grado maggiore o minore. Gli effetti pi immediati sono: ostilit al successivo ricongiungimento con la madre, richiesta eccessiva di affetto, irascibilit, attaccamento superficiale a tutti gli adulti. Attaccamenti indiscriminati a tutti gli adulti anticipano futuri disturbi di personalit. Il mancato accoglimento delle proteste del bambino contro il ricongiungimento tende a cementare risposte nevrotiche e successive difficolt di relazione. I rischi per lo sviluppo diminuiscono al crescere dellet del bambino e si riducono dopo i cinque anni e in particolare dopo gli otto. Leffetto pi dannoso su questi bambini poi la difficolt a diventare genitori soddisfacenti. Un buon rapporto con la madre dopo i tre anni aumenta la capacit di sopportare le separazioni; viceversa, una separazione precoce porta a incapacit nello stabilire relazioni, provare sentimenti, provare interesse. Tali effetti sono permanenti soprattutto quando la figura materna mancata durante i primi tre anni. Kohut invece per primo sottoline il ruolo decisivo della psicopatologia dei genitori sullo sviluppo psichico. Si occupa di pazienti adulti; il suo maggior interesse diretto alla comprensione e allintervento nellambito della grave patologia del carattere e in particolare del narcisismo. La novit che porta questo studioso laccento sulla psicopatologia dei genitori come trauma genetico fondamentale alla base della psicopatologia dei figli, soprattutto il narcisismo. Non c bambino senza una madre (e un padre). Mentre la rispondenza ambientale ai bisogni di fondo del bambino permette una crescita relativamente sana, la rispondenza mancata genera deficit, incapacit e non semplicemente conflitto. CONCLUSIONE: RITORNARE SE Il disagio psichico spesso emerge in contesti relazionali caratterizzati da un persistente e cronico fallimento interattivo, da assenza di sintonizzazioni convalidanti. Questa incapacit di riconoscere stati interni e motivazioni comportamentali conduce allistaurarsi di una dissintonia fra i due membri del

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sistema diadico: il bambino sperimenta stati affettivi/emotivi negativi poich gli viene a mancare il supporto allo sviluppo della propria competenza emotiva e alla propria progettualit. Non riuscendo a trasformare le emozioni negative in positive, preferisce staccarsi dagli scambi interattivi. Inoltre deve continuamente usare meccanismi di autoregolazione contro quegli affetti negativi, e a forza di usarli finisce per usarli in modo automatico e inflessibile, anche quando non ce n davvero bisogno. Questo limita la sua capacit di aprirsi al mondo, intacca la sua competenza emotiva; quindi lincompetenza emotiva sembra essere il filo conduttore delle successive manifestazioni psicopatologiche. Adattarsi ai falsi riconoscimenti come se si sorridesse a uno specchio ottenendo per unimmagine corrucciata, e allora si iniziasse ad assumere a propria volta unespressione corrucciata, per compiacere lo specchio fino a non avere pi chiaro se provo quel che provo io o quel che dice lo specchio. Riprendere il contatto con le proprie emozioni sembra il compito primario per curare una mente ammalata e recuperare cos la vitalit smarrita. Le emozioni connettono corpo e mente in un unico insieme, dove ogni aspetto influenza laltro: in questo senso, tutte le malattie sono psicosomatiche. Le comunicazioni nel sistema nervoso non avvengono solo tramite i neurotrasmettitori, ma anche tramite ormoni steroidei e in particolare peptidi. Recettori di peptidi si trovano non solo nel cervello, ma anche nel sistema immunitario e quindi ovunque nellorganismo, creando una rete di comunicazione tra cervello e corpo che potrebbe essere il substrato biochimico delle emozioni. Le ricerche hanno dimostrato che quando le emozioni vengono espresse tutti i sistemi sono integri e solidali; quando invece le emozioni sono represse, e si trovano nellimpossibilit di realizzare il loro potenziale, le vie della rete psicosomatica si ostruiscono; questo lo stato di emotivit malata. Le emozioni sono direttamente coinvolte con i processi di salute e malattia a espressione sia corporea sia mentale. Il problema principale di molte persone con disturbi delle relazioni il non avere fiducia nelle proprie percezioni, decisioni ed emozioni; in che avviene quando esse sono state a lungo non riconosciute come valide e appropriate. Per Goleman, le nostre emozioni sono legate allesperienza contingente solo per un quarto di secondo, dopodich tornano intrappolate dai soliti schemi comportamentali maladattativi. Per ritrovare ci che si davvero possibile la psicoterapia, che per per Winnicott funziona solo se, per prima cosa, gioco: esso unesperienza creativa, cos come il ritrovamento del vero S. Le malattie della mente impediscono di giocare con la realt. Solo se resto quel che sono davvero posso agire in modo creativo; non posso farlo se invece vedo il mondo come qualcosa in cui inserirmi o a cui adattarmi con compiacenza, quindi se divento integrato. Il S quindi non devessere n integrato n disintegrato, bens felicemente non integrato.

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