Você está na página 1de 120

PRINCIPI E METODI DELLA NUOVA SCIENZA

In questa sezione verr analizzato l'emergere di un metodo olistico di ricerca sia nelle "scienze naturali" che in quelle "sociali" ed "umane" (per un approfondimento sulle scienze sociali ed umane si rimanda anche al campo "Cervello- Mente- Coscienza"). erranno confrontati i tradizionali metodi scientifici di impostazione meccanicistico!riduzionista con il "neonato" paradigma olistico che opera attraverso una comprensione unitaria dell'esistenza. " questo confronto seguir un'analisi dei principi sottesi alla nuova scienza ed un elenco delle principali scoperte ed ipotesi che negli ultimi #$ anni sem%rano avvalorare le ultime tendenze.

INTRODUZIONE GENERALE

La nuova scienza

"Il sentimento cosmico religioso... la motivazione pi forte e pi nobile della ricerca scientifica. " Albert Einstein

L'Occidente !a scienza e !'unit" de!!a conoscenza &'(ccidente ha il merito di aver creato una scienza sperimentale realmente universale) capace di dare unit di comprensione) di linguaggio e di metodo a ricercatori di ogni razza) fede e cultura. &a scienza dona all'umanit la conoscenza delle leggi materiali ed energetiche dell'universo) un grattacielo intellettuale di enormi proporzioni e dalle solidissime fondamenta. *er contro l'(ccidente non riesce a sviluppare una propria grande religione (il cristianesimo) che soppianta le forme di religione pagane antiche) + una fede mediorientale)) n, possiede) socialmente parlando) che elementari tecniche di esplorazione della coscienza) come i riti della domenica) l'isolamento) la devozione e la preghiera. Mentre il tempio della spiritualit orientale al suo interno + vuoto) per analogia con il vuoto mentale in cui si realizza l'unit) il grattacielo scientifico occidentale + suddiviso in una moltitudine di spazi e stipato di informazioni. &a scienza ha esteso la consapevolezza umana agli universi dell'infinitamente piccolo e dell'infinitamente grande) ha svelato le alchimie %iochimiche del corpo e del cervello e le loro strutture.

La teo#ia de! ca$%o uni&icato e i! %a#adi'$a o!istico &a teoria del campo unificato (-nified .ield /heor0) - una serie di equazioni capaci di riunire le varie leggi della natura - fu il sogno di 1instein e dei fisici contemporanei. 2ella teoria del campo unificato ritroviamo la stessa tendenza all'unit che caratterizza il paradigma olistico. /ale tendenza) che nel pensiero orientale + profondamente intrisa di spiritualit) nella fisica conserva un approccio razionale e analitico. &a spinta all'unit rimane tuttavia analoga. &a ricerca del campo unificato) iniziata da 1instein) + continuata. "llo stato attuale tre delle quattro forze sono ormai praticamente unificate) solo la forza di gravit continua ad eludere le ricerche. Il primo passo venne fatto nel 3456-57 dal fisico pa8istano "%dus 9alam) dell'-niversit di .isica di /rieste) e dal fisico americano 9teven :ein%erg) che riuscirono ad unificare l'elettromagnetismo e l'interazione de%ole nella teoria elettrode%ole. ;uest'ultima sta per essere unificata alla forza nucleare forte dalle /eorie della <rande -nificazione (<rand -nification /heories)) o /eoria del /utto (/heor0 of 1ver0thing). =i nuovo ci troviamo di fronte a

ipotesi scientifiche che riflettono il concetto di -nit (riginaria da cui tutto si + sviluppato.

Le nuove &#ontie#e de!!a scienza &a scienza attuale) come ogni altra cultura umana) sta attraversando un momento di profonda trasformazione e rinnovamento. Mentre una parte della scienza + ancora ferma ad una visione materialista e riduttiva dei fenomeni dell'esistenza e) spesso) anche chiusa a nuove visioni) una sempre pi> consistente parte di scienziati + proiettata verso nuovi paradigmi e ipotesi) e si apre a nuovi scenari di ricerca e interpretazione dei dati. 2ascono le teorie dei sistemi e le scienze della complessit) le teorie del tutto) del caos e delle catastrofi) la ci%ernetica e l'informatica) la psiconeuro-endocrino-immunologia) le scienze cognitive) le realt virtuali) le reti informatiche) l'educazione multimediale. &a scienza negli anni 2ovanta) chiamati "il decennio del cervello") ha varcato il confine che la separava dallo studio scientifico della coscienza) rompendo cos? un ta%> storico che la limitava dal suo nascere. &a coscienza (vedi campo zero) fino agli anni (ttanta era rimasta ancora un argomento limite (se non dichiaratamente proi%ito) all'interno della scienza ufficiale) anche se) gi intorno alla met di questo secolo) vari scienziati) ricercatori) premi 2o%el) hanno dissentito da una visione puramente materialistica. .isici come "l%ert 1instein) :olfgang *auli) 2iels @ohr) 1rAing 9chrBdinger) :erner Ceisen%erg e Do%ert (ppenheimer) ritenevano che il pensiero scientifico non fosse incompati%ile con una visione spirituale del mondo. ediamo ora come nella scienza ufficiale e in particolare nella fisica quantistica siano presenti numerose scoperte e ipotesi che sem%rano superare le concezioni materialiste e riduzioniste della vita) e aprire nuove prospettive di integrazione tra materia e coscienza. Il modello C0%er ci aiuter nello sforzo di riunificazione e sintesi dei dati e delle teorie scientifiche.

DISCORSO SUL METODO OLISTICO


*er una nuova scienza unitaria + necessaria una nuova attitudine dello scienziato che trovi sue radici in una nuova esperienza dell'essere. 9cienza e coscienza nascono dalla stessa radice latina scire) sapere) conoscere di 2itamo .ederico Montecucco

La scienza de!!a $ate#ia &a scienza nasce nel 9eicento con la proposta di <alileo di un metodo sperimentale E e quindi riproduci%ile - che potesse dare un alto margine di veridicit e universalit ai dati raccolti e alle ipotesi sul funzionamento della realt. Il metodo sperimentale nasce come risposta al vecchio modo di imporre la " erit" in modo dogmatico e fideistico) senza nessuna %ase reale) tipico della religioni costituite e del pensiero magico - superstizioso medioevale. erit a cui nessuno poteva opporsi n, sostenerne la falsit o la non documenta%ilit. erifica%ilit) quantificazione e previsione diventano i vessilli di una nuova via di conoscenza scientifica) pi> matura) realista e universale. =opo una iniziale persecuzione contro scienziati del cali%ro di <alileo) la Chiesa E utilizzando la proposta "diplomatica" di Cartesio - decide di cedere alla scienza uno spazio di potere dividendo i campiF la parte spirituale) l'anima o Des Cogitans resta totale appannaggio della Chiesa) alla scienza viene concesso lo studio di tutto ciG che + materiale) la sostanza fisica) la Des 1Htensa. &a scienza materialista e riduttiva nasce quindi da questo severo limite imposto sia dalla religione che dalla limitata sensi%ilit che caratterizzava gli uomini di quel tempoI incapaci di riconoscere la coscienza come realt. 2ella scienza cos? come venne a definirsi nulla viene concesso alla sensi%ilit) all'amore per la vita) al rispetto per l'intelligenza e la coscienza degli animali) della natura e dell'essere umano. &'uomo scienziato divide la materia dalla coscienzaI l'unit vivente) senziente e cosciente viene frammentata in corpo e anima perdendo il senso dell'unit e del sacro. 2ell'antica India) erit era uno dei tre attri%uti di =io) inscindi%ilmente legato agli attri%uti di @ellezza e @ene. &a scienza attuale si + assunta oggi il compito di sta%ilire la erit delle cose) sostituendosi cos? alla religione) ma purtroppo quasi totalmente priva del sostegno dell'estetica) del rispetto per il %ene glo%ale) senza consapevolezza ecologica e psicologica) senza sacralit. (rmai scienza e natura sono diventati due termini antagonisti e apparentemente inconcilia%ili. 2oi riteniamo che la scienza attuale sia solo l'espressione di scienziati che non hanno sufficientemente sviluppato una consapevolezza glo%ale o che hanno inconsciamente accettato il condizionamento dell'attuale cultura materialista.

La scienza tota!e (uando )e!!ezza #a'ione e consa%evo!ezza c#eano %e# !a vita 1' necessario rifondare una nuova scienzaI i tempi lo impongono a gran voce) gli animali lo invocano con i loro occhi vuoti dagli zoo) dai la%oratori di sperimentazione e dai macelli) le foreste lo implorano con il loro coatto silenzio mentre fuoco o ruspe distruggono la loro dimora millenaria) lo sperano gli esseri umani) s%attuti e confusi da un mondo che gira troppo in frettaF come si spera che il %ene accada. 9peranza da sempre frustrata) e che tuttavia gli uomini ritrovano a volte nel loro cuore %am%ino nel poco che resta di quell'esperienza incontaminata di meraviglia e fluidit prima che i grandi avessero insegnato loro che la vita non poteva essere cosi. 1 ancora l'uomo spera nei padri saggi della scienza) spera che sappiano e che comprendano come salvare l'uomo e la /erra dalla catastrofe dimenticando che questa catastrofe + in gran parte creata proprio da una scienza al servizio del materialismo) del guadagno personale e della conquista. 2oi non speriamo pi> che gli altri cam%ino il gioco del destino e domandiamo - qui e ora - a gran voce che saggezza) sacralit e rispetto entrino in modo quel mondo che oggi chiamiamo scienza. 1' tempo per una nuova scienza che %asi il suo metodo di ricerca della verit senza dimenticare la vita nella sua infinita delicatezza ed intelligenza. Che non dimentichi il %am%ino e la quercia) n, il torrente e i suoi pesci) n, l'ariaF n, il silenzio e la sua %ellezza di pace. *erch, l'intera esistenza + divina e -na. *er questo la nuova scienza sar "olistica") crescendo nel rispetto e nell'amore del /utto) dell'intero.

P#esu%%osti !o'ici e #adici de!!'es%e#ienza unita#ia &a divisione che la cultura occidentale ha creato tra mente e corpo nasce dall'esperienza non unitaria di s, stessi. 2on vi sar nessuna scienza olistica fino a che l'essere umano non prover l'esperienza sacra di essere "uno") nella complessit di corpo) psiche) emozioni e coscienza. -na unit di coscienza composta da un aggregato di atomi vivi e cellule sensi%ili) figlia della materna /erraI e testimone dell'infinita intelligenza del /utto) che crea e anima ogni cosa. 9olo un nuovo metodo scientifico puG portare ad una nuova scienzaI un metodo che sia %asato su un diverso stato dell'essere) pi> allargato e inclusivo) dove trovino giusto spazio e considerazione tutte le parti che compongono la vita e la coscienza) non solo quelle pi> forti e materiali.

Tecnic*e di es%e#ienza de!!'unit" de!!'esse#e In primo luogo) una nuova scienza deve tener conto della realt implicita della coscienza come %ase di partenza per una corretta valutazione della realt e del vivente. (gnuno di noi + innanzitutto un "cogito") una coscienzaI "se pensiamo) do%%iamo avere coscienza di noi stessi e della cosa pensata". 1 ricordiamo che la coscienza non + una "cosa"I coscienza + l'esperienza profonda dell'essere consapevoliJ Come nessun %am%ino che non a%%ia provato un'esperienza sessuale + in grado di comprendere realmente una descrizione dell'esperienza dell'orgasmo) cos? nessun uomo che non conosca la meditazione puG comprendere appieno la descrizione

dell'esperienza del vuoto) del silenzio o dell'autoconsapevolezza. &a parola non + l'esperienza cos? come la mappa non + il territorio. &'esperienza di s, + un'esperienza che si coltiva interiormente come un'arte sottile in cui il piacere risiede nell'esperienza stessa di essere coscienti) senza finalit) senza clamori o punti fermi. &'esperienza interiore insegna ad ognuno che nel proprio essere esiste una oceanica profondit) da cui nasce l'umilt della non conoscenza.

Osse#va#e !'osse#vato#e -na scienza olistica deve partire da una metodologia sperimentale in cui per prima cosa lo sperimentatore consideri se stesso una unit di coscienza e quindi sperimenti se stesso come coscienza vuota o pura. &'osservazione non potr mai essere veramente oggettiva e imparziale fino a che la scienza non comprender la natura dell'osservatore o testimone) essenza stessa della soggettivit. In particolare) nell'ottica di un'osservazione glo%ale dell'esistenza) do%%iamo considerare l'importanza del fatto che "si vede ciG che si conosce". -no scienziato che non a%%ia esperienza interiore di se stesso in stato di consapevolezza fluida e vuota non potr riconoscere n, comprendere la coscienza che anima ogni essere vivente e quindi diventer creatore di una scienza separata dalla vita e potenzialmente distruttiva. &'esperienza della meditazione intesa come coscienza vigile senza pensieri accomuna la quasi totalit delle grandi religioni orientali e delle antiche e moderne scuole di ricerca spirituale) ed + caratterizzata da una sincronizzazione delle varie aree del cervello e da una parallela sensazione di integrit psicofisica dell'essere.

Etica o!istica Il riconoscimento sacro non dipende dall'accettazione intellettuale del termine ma dall'esperienza del sacro dentro se stessi. ;uando uno scienziato cerca di conoscere uno degli infiniti aspetti del /utto in cui viviamo deve ricordare che sta cercando di conoscere uno dei volti del divino) un altro aspetto di s,. ;ualsiasi azione o sperimentazione deve quindi essere condotta con enorme consapevolezza e rispetto per la vita di ogni creatura. (gni lesione dell'altrui li%ert inficia la condotta etica che sta alla %ase della sperimentazione olistica. Certamente questo significa una drastica riduzione e limitazione degli attuali esperimenti e di come sono condottiF ma) nella logica di un mondo di pace e di consapevolezza) il fatto di provocare dolore) limitazione o morte per "ragioni scientifiche" non + pi> accetta%ile. ;uesta + la logica falsa della manipolazioneF il sostenere che il dolore porta al %ene) che la sofferenza + utile per crescere) che la fatica di oggi + il piacere di domani.

;ualsiasi dolore porta ad un altro dolore e genera una scienza distruttiva. Diteniamo peraltro che) stimolando la capacit di pi> attenta e percettiva osservazione) lo sviluppo di strumentazioni tecniche o sistemi non invasivi e di una maggiore capacit deduttiva saranno alla %ase di un enorme salto qualitativo che si rifletter in un miglioramento dell'arte medica e di tutte le scienze.

Lo'ica o!istica Mentre nella scienza attuale qualsiasi sperimentazione + lecita) quando supportata da una certa metodologia) nella scienza olistica la logica deve essere positiva e non violenta sin dall'inizio. (gni esperimento deve essere orientato al %ene glo%ale. ;uesto porta a due ordini di considerazioni) una in negativo) l'altra in positivo. &a primaI che non sar pi> accettata nessuna produzione di sostanze) tecnologie) farmaci) sperimentazioni che producano direttamente o indirettamente (dalla produzione al dopo consumo) sostanze tossiche o nocive per l'am%iente) per la natura o per l'uomo. ;uesto taglia alla radice il pro%lema dell'inquinamento. &a secondaI la logica del %ene significa sperimentare per il %enessere) studiare la salute come funzione primaria e non pi> la malattia. 9ignifica comprendere la logica degli spazi e dei tempi naturali) dei ritmi e dei cicli) e di come modificare la realt innaturale che ci circonda) riportandola all'armonia. ;uesto significa aprire il futuro alla prevenzione) al reciproco fluire) alla riduzione dei consumi e a modi di vivere sempre pi> semplici ed ecologici.

I LIMITI DEL PARADIGMA DOMINANTE E L+EMERGERE DI UNA VISIONE OLISTICA


di 1nrico Cheli

,- I! con&#onto t#a #iduzionis$o e o!is$o visto co$e #ivo!uzione scienti&ica e co$e $uta$ento cu!tu#a!e 9ul piano epistemologico le principali o%%iezioni mosse al paradigma dominante riguardano essenzialmente la sua impostazione "meccanicista" e "riduzionista" ritenuta ormai o%soleta. 2ata per spiegare fenomeni e sistemi fisici relativamente semplici) come la caduta di una pietra o il moto di una palla di cannone E questa impostazione si + rivelata inizialmente utile) ma poi) col passare del tempo) sempre pi> inadeguata ed anzi distorcente) specie quando si + voluto applicarla allo studio dei processi %iologici) psichici e sociali. 2on solo) ma oggi appare ormai del tutto o%soleta perfino nel campo della fisica) dove E dalla microfisica all'astrofisica E ci si deve confrontare con livelli sempre pi> elevati di complessit) incompara%ilmente superiori a quelli del tranquillo e lento mondo seicentesco dei padri fondatori della scienza moderna. " causa del riduzionismo la scienza si + suddivisa in settori disciplinari) in sottosettori) in am%iti iperspecialistici che) se da un lato hanno consentito un grande approfondimento sui singoli particolari) dall'altro hanno perso completamente di vista la visione d'assieme) il quadro generale in cui ogni fenomeno) oggetto) processo si trova immerso. (gni specialista sa moltissimo) ma solo di un singolo) ristretto am%ito!oggetto di studio mentre non sa quasi niente dei contesti pi> ampi di cui tale oggetto fa parte n, degli altri oggetti con cui esso si trova in mutua relazione. 2on solo non sa quasi niente) ma spesso non + neppure interessato a saperne di pi>) poich, il paradigma cui si ispira concepisce la realt come un grande congegno meccanico il cui funzionamento glo%ale sare%%e dato dalla somma dei funzionamenti delle parti componenti e non E come sostiene l'olismo E dal prodotto di una complessa) reciproca interazione e influenza. 9econdo la visione riduzionista-meccanicista) ogni singola parte puG e deve essere studiata isolatamente ed ogni "malfunzionamento" puG essere risolto semplicemente agendo a livello locale) sulla singola parte e sui singoli sintomi. &a ricerca scientifica e l'esperienza pratica hanno tuttavia ampiamente dimostrato che gli interventi locali non determinano necessariamente gli effetti glo%ali previsti) cos? come il frammentare un dato "oggetto" e studiarne le singole parti non necessariamente ci fornisce informazioni utili a comprendere il funzionamento dell'intero) specie se l'oggetto in questione + un organismo vivente) la cui frammentazione ne cam%ia radicalmente la natura) da vivente a morto. &o stesso vale per realt "immateriali" quali i fenomeni psichici) sociali) culturali. &a questione dei limiti non riguarda tuttavia solo la scienza) poich, le gravi conseguenze che da essi derivano coinvolgono l'intera comunit umana. &a concezione del mondo visto come un grande e inanimato congegno meccanico e la settorializzazione a compartimenti stagni della

ricerca) perdendo di vista il contesto generale) hanno infatti contri%uito all'affermarsi di una scienza "senza anima" e di una tecnologia ed economia "senza etica" corresponsa%ili della devastazione degli ecosistemi) dell'inquinamento delle acque) dei ci%i) dell'aria) della dispersione delle scorie radioattive) dello sfruttamento selvaggio delle risorse naturali e di altri gravissimi pro%lemi dell'epoca attuale. 2on solo l'am%iente ma anche l'essere umano + stato frammentato e ridotto a macchina) con un crescente senso di separazione da se stesso) dagli altri e dalla natura) e con conseguenti gravi malesseri psichici) esistenziali) sociali e spirituali. Malesseri che non possono essere "curati" in modo frammentario) come finora si + tentato di fare) "affidando ai medici il corpo) agli psicologi la mente e alle religioni l'anima) come se si trattasse di entit separate e non di aspetti interconnessi di un unico sistema dotato di una unit di coscienza" (Montecucco 2. ..) comunicazione personale inedita). In passato si + voluto credere che i progressi della scienza e della tecnologia avre%%ero potuto prima o poi riparare i dissesti da loro stesse compiuti) ma questa idea appare oggi del tutto illusoriaI ciG che occorre E si sostiene da pi> parti E non + un ulteriore incremento delle conoscenze settoriali) ma un ampliamento della conoscenza glo%ale dei fenomeni) che evidenzi le interrelazioni tra i diversi fattori e processi e porti ad una maggiore consapevolezza sulle ripercussioni sistemiche di certi atti. *urtroppo questo modo di vedere le cose + quasi del tutto ignorato nella civilt occidentale) dove la tendenza alla settorializzazione e frammentazione predomina non solo nella scienza ma anche nelle altre sfere della vita sociale E dalla politica alle religioni) dall'educazione alle relazioni interpersonali. 2, a scuola n, nelle universit si insegna a studiare la realt in modo olistico) a ricercare non solo le differenze ma anche le somiglianze e i nessi esistenti tra i molteplici livelli e processi. ;uasi nessuno insegna a prendersi cura dell'essere umano) della natura o della societ nella loro totalit) n, tanto meno ad educare gli esseri umani all'unit. /uttavia) mentre le istituzioni e i modelli didattici e formativi dominanti sono ancora di tipo positivista) una parte consistente delle societ occidentali sta transitando verso una cultura postmoderna caratterizzata da una profonda crisi di molti vecchi valori e vecchie credenze e dall'emergere di nuove visioni del mondo e nuovi valori) qualiI la sosteni%ilit ecologicaF l'interculturalitF la parit tra maschi e femmineF la crescita personale e la realizzazione di se stessiF la spiritualit disgiunta dalle religioni istituzionalizzateF la coscienza socialeF l'economia etica etc. &a cultura nascente invoca in primo luogo una maggiore attenzione per gli aspetti di interconnessione sistemicaI il nostro pianeta va visto come un unico grande sistema) dove ciG che avviene ad esempio nelle foreste dell'"mazzonia o sopra l'"ntartide) in eH Kugoslavia o in medio oriente) non + separato e isolato dal resto del pianeta ma puG avere su di esso gravi ripercussioni. *arimenti) anche l'essere umano va visto come sistema interdipendente) in cui il corpo non + separato dalla mente) un organo non + isolato dagli altri e dal sistema glo%ale) la

coscienza e lo spirito si riflettono sulla realt emozionale) mentale e anche materiale. 9olo attraverso un tale processo unificante E si sostiene da pi> parti E si potr imprimere una svolta all'attuale trend negativo) aprendo le porte ad un futuro pi> consapevole) armonico e sosteni%ile. 9i pone insomma l'esigenza di pervenire a paradigmi scientifici e modelli culturali che portino ad una nuova e pi> ampia comprensione della realt) senza eccessivamente impoverirla e senza creare separazioni o antagonismi tra le parti e il tuttoF una cornice che consenta di considerare pi> livelli della realt e di farli dialogare tra loro. *er far ciG + tuttavia indispensa%ile ridimensionare l'egemonia del pensiero meccanicistico-riduzionista) che finora ha dettato legge in ogni am%ito della scienza e E di riflesso E della societ. 2on si tratta di rinnegarne le importanti acquisizioni) ma di ridimensionarne il ruolo e l'importanzaI non pi> l'unico e migliore modo di rappresentare la realt) %ens? uno dei modi possi%ili) che solo dialogando e confrontandosi pariteticamente con altri punti di vista puG permetterci di giungere ad una comprensione pi> vasta e soddisfacente. *er molti anni l'esta%lishment scientifico + stato sordo e insensi%ile alla questione) semplicemente ignorandolaF poi) con l'incalzare delle critiche nei confronti del meccanicismoriduzionismo e il crescere dei consensi per una visione olistica della realt) si + passati a una reazione dura e arrogante nei confronti di ogni proposta teorica alternativa e di ogni ricerca indipendente che mettesse in evidenza i lati oscuri del trinomio scienza-tecnologia-economia. .inalmente E ma solo da poco E si assiste ad una apertura e disponi%ilit al dialogo) se non di tutti) per lo meno di molti studiosi e intellettuali. 2el dicem%re del L$$3) cento scienziati contemporanei) *remi 2o%el hanno partecipato al "*eace *rize Centennial 90mposium" e hanno fatto una dichiarazione. "Il pericolo pi> profondo per la pace nel mondo nei prossimi anni") hanno detto) "non deriver da atti irrazionali di stati o di individui ma dalle domande legittime degli spodestati del mondo ... se allora permettessimo alla potenza devastante delle armi di espandersi attraverso questo paesaggio umano infiamma%ile) noi provocheremmo una conflagrazione che potre%%e travolgere (inghiottire) sia ricchi che poveri". <li scienziati hanno conclusoF "*er sopravvivere nel mondo che noi a%%iamo trasformato) do%%iamo imparare a pensare in un modo nuovo." (&aszlo 1.) (ltre la crisi. In corso di pu%%licazione)

.- /#a$$entazione $eccanicis$o e #iduzionis$o ne!!a scienza &e prime critiche al paradigma della frammentazione emersero negli anni 'L$ e '#$ del MM secolo) ma rimasero circoscritte ad una ristretta minoranza della comunit scientifica. =opo la seconda guerra mondiale vi fu poi una seconda ondata innovativa) aggregatasi attorno al nascente approccio sistemico-ci%ernetico) che e%%e una notevole influenza in vari settori) senza perG riuscire ancora a produrre una vera e propria rivoluzione di paradigma) anche se grazie ad esso concetti come interdisciplinariet) contesto) interdipendenza) circolarit causale ) iniziarono a

circolare tra gli studiosi. N solo in questi ultimi anni E grazie al crescere della sensi%ilit per i nuovi pro%lemi ecologici) sociali) esistenziali) interculturali) interreligiosi ed etici E che il processo di revisione e innovazione dei paradigmi + diventato di dominio pu%%lico) ricevendo un nuovo e forte impulso che travalica l'am%ito strettamente scientifico ed interessa settori sempre pi> vasti della societ civile) fino a confluire nel grande e profondo processo di mutamento culturale che caratterizza ormai da alcuni decenni l'intera civilt occidentale. Come si + detto nell'introduzione) i principali limiti del paradigma scientifico dominante possono sostanzialmente riassumersi in due aspettiI meccanicismo e riduzionismoF il fatto + che non si tratta di aspetti periferici) ma del nucleo stesso di tale paradigma) dei due concetti attorno ai quali + nata e si + sviluppata la scienza moderna occidentale. *er comprendere meglio tali limiti E che un tempo furono pregi - + quindi necessario) seppur per sommi capi) considerare in quale contesto storico e su quali %asi concettuali + nata la scienza modernaI una scienza essenzialmente empirica che e%%e il grande merito di mettere in discussione la visione superstiziosa e teologica del mondo che aveva predominato per tutto il medioevo e che tendeva ad imporre le proprie "verit" in modo dogmatico e fideistico) senza nessuna possi%ilit di verificarle o contro%atterle. .u con i %en noti studi astronomici di Copernico) Oeplero e poi <alileo) che tale visione entrG in crisi e si crearono i presupposti per una nuova concezione di scienza) pi> matura e realistica) in cui non pi> la superstizione o il dogma ma l'osservazione) la sperimentazione) la verifica%ilit divennero i nuovi punti di riferimento. <alileo non contri%u? solo alla crisi del precedente paradigma) ma gettG le %asi per il nuovo) com%inando sperimentazione empirica e descrizione matematica dei fenomeni) s? da poter giungere alla formulazione di "leggi naturali" di tipo quantitativo) assai diverse da quelle qualitative (metafisiche) e teologiche sino ad allora in auge. Per rendere possibile la descrizione matematica della natura, Galileo postul c e ci si dovesse limitare allo studio delle propriet! essenziali dei corpi materiali, "uelle c e potevano essere misurate e "uantificate #$% Altre propriet! #$% erano semplicemente proiezioni mentali soggettive c e dovevano essere escluse dal campo della scienza. &a strategia di Galileo di dirigere l'attenzione dello scienziato sulle propriet! "uantificabili della materia a avuto un grande successo nell'intera scienza moderna ma a ric iesto anc e un pesante tributo #come vedremo pi oltre%. #(apra )., *+,-. -,/-+ 0 tra par. ns.% I principi empirici e quantitativi applicati da <alileo si svilupparono poi in un metodo compiuto e rigoroso grazie al contri%uto di due grandi suoi contemporaneiI .rancesco @acone e Cartesio. @acone e%%e il merito di esplicitare le due fasi costitutive del metodo) tuttora applicateI quella induttiva (formulazione dell'ipotesi) e quella empirica (verifica sperimentale o osservativa dell'ipotesi e sua ripeti%ilit). Cartesio rese possi%ile la descrizione quantitativa dei moti dei corpi mediante un sistema) da lui inventato) di assi ortogonali (poi chiamati in suo onore "assi

cartesiani") e formalizzG quindi la pietra angolare della scienza modernaI il metodo analitico (su cui ritorneremo pi> estesamente al cap. III par. L.#). =escartes riteneva che si potessero ridurre tutti i fenomeni fisici a rapporti matematici esatti) tanto che e%%e a direI "tutta la mia fisica non + altro che geometria". Il suo metodo analitico consiste infatti nello scomporre fenomeni) oggetti) pensieri e pro%lemi in parti e aspetti) e poi nel disporre questi frammenti in un appropriato ordine logico. 9otto questo profilo egli appare il pi> meritevole del titolo di "padre del riduzionismo". 2el conflitto tra il nascente paradigma empirico-quantitativo e la visione teologica del mondo) Cartesio E di stretta osservanza cattolica) educato dai gesuiti E non si sentiva certo a suo agio) tant'+ E si dice E che quando venne a sapere della imminente condanna di <alileo ad opera della chiesa cattolica ritirG dalle stampe la sua opera pi> am%iziosa) Il mondo (poi pu%%licata postuma ma solo in alcune parti). .u forse anche per questo che e%%e l'idea di esplicitare e rimarcare la distinzione) gi presente in forma implicita nel lavoro di <alileo) tra res cogitans (la dimensione spirituale) metafisica) e res eHtensa (la dimensione materiale). ;uesta distinzione E anche in virt> del modo elegante e diplomatico con cui =escartes la argomentG E venne a costituire una delle %asi su cui si addivenne ad una sorta di accordo o compromesso tacito tra la chiesa (cattolica ma anche) per certi versi) protestante) e la nascente comunit scientifica) che portG di fatto ad una "spartizione" dei campiI alla religione rimaneva la totale competenza sul campo spirituale (Des Cogitans)) mentre alla scienza veniva concesso lo studio di tutto ciG che + materiale (Des 1Htensa). <razie anche a questa dicotomia la scienza potette gradualmente affrancarsi dalle pastoie e dai veti della religione ma vi fu un prezzo assai pesante da pagare) come sottolineano lo psichiatra D. =. &aing e il medico olistico 2itamo Montecucco. "1e ne vanno la vista, il suono, il sapore, il tatto e l'odore, e assieme ad essi se ne sono andati da allora l'estetica e la sensibilit! etica, i valori, la "ualit!, la forma2 tutti i sentimenti, i motivi, le intenzioni, l'anima, la coscienza, lo spirito. &'esperienza #soggettiva% in "uanto tale espulsa dall'ambito del discorso scientifico" #3. 4. &aing in un collo"uio riportato in (apra )., *+,-. -,/-+% 5ella scienza nascente nulla viene concesso alla sensibilit!, all6amore per la vita, al rispetto per l6intelligenza e la coscienza degli animali, della natura e dell6essere umano. &6uomo scienziato divide la materia dalla coscienza. l6unit! vivente, senziente e cosciente viene frammentata in corpo e anima perdendo il senso dell6unit! e del sacro. #$% &a scienza attuale si assunta il compito di stabilire la 7erit! delle cose, sostituendosi cos8 alla religione, ma purtroppo "uasi totalmente priva del sostegno dell6estetica, del rispetto per il bene globale, senza consapevolezza ecologica e psicologica, senza sacralit!. 9rmai scienza e natura sono diventati due termini antagonisti e apparentemente inconciliabili. 5oi riteniamo c e la scienza attuale solo il frutto di scienziati c e non anno sufficientemente sviluppato una consapevolezza globale o c e anno inconsciamente accettato il condizionamento della cultura materialista #5. ). :ontecucco, ;<<<%. "%%iamo appena visto come la scienza nascente sia partita con una decisa impostazione materialisticaF ripercorreremo adesso il passo successivo) e cio+ come questo materialismo a%%ia

assunto i contorni del meccanicismo) cio+ la tendenza a concettualizzare e rappresentare la realt come un congegno meccanico a orologeria (piuttosto che) ad esempio) come un organismo vivente) ad assumere la meccanica) i suoi concetti e le sue leggi quale modello descrittivo ed esplicativo della realt. <i dal rinascimento la tecnologia dei congegni meccanici a molla si era assai sviluppata) estendendosi poi) dal campo dell'orologeria in cui era nata) alla costruzione di "giocattoli" animati e perfino di veri e propri automi) che creavano meraviglia e divertimento nelle corti pi> "a la page". Il fascino di tali congegni dovette influenzare anche Cartesio) dato che considerava gli animali alla stregua di automiF furono tuttavia alcuni suoi "successori" che estesero il modello meccanico anche all'uomo. -na macchina) in effetti) si adatta molto %ene al metodo analitico cartesianoI la sua struttura puG essere compresa smontandola e cercando il collegamento meccanico tra le diverse parti e possiamo anche fare il percorso inverso) ad es. prendendo un certo insieme di pezzi da un "cimitero" di automo%ili e montandoli assieme appropriatamente fino ad ottenere un veicolo funzionante che merita il nome di "automo%ile" a pieno titolo. "nche nel funzionamento la macchina corrisponde %ene al modello analiticoI se ha dei pro%lemi + nelle parti componenti che si va a ricercare la soluzioneI pulito) riparato o sostituito il pezzo guasto) la macchina + a posto. @en diverso + perG il discorso se ci riferiamo al funzionamento di sistemi complessi quali gli organismi viventi) il cui funzionamento non si riduce alla somma delle parti) tant'+ che non + possi%ile ridare loro la vita a partire da singoli pezzi. Il "meccanicismo" giustifica e legittima il "riduzionismo") cio+ un metodo di indagine secondo il quale "spiegare scientificamente" significa scoprire gli elementi semplici e le regole semplici di ogni oggetto o fenomeno a partire dalle quali si effettuano le varie com%inazioni e le costruzioni complesse. 9e si accetta) come di fatto + avvenuto) che ogni oggetto o fenomeno sia paragona%ile ad un congegno meccanico) il cui comportamento possa essere ricondotto (o ridotto) all'azione) pi> o meno fortuita) di unit elementari) appare perfettamente coerente adottare un metodo di indagine di tipo riduzionistico) come quello approntato da Cartesio e tuttora seguito in tutti i campi della ricerca scientifica. /ale metodo di indagine si propone di spiegare un determinato effetto esaminando uno per volta) separatamente e in condizioni controllate e fisse) il ruolo di ciascun possi%ile fattore causale) tra i vari ipotizza%ili) rilevando e misurando quindi il tipo e la quantit degli effetti derivanti dalla variazione di ciascun singolo fattore causale considerato. *oich, perG) nella realt) i fattori agiscono simultaneamente e collettivamente P vale a dire in modo complesso P il metodo necessita di accorgimenti che consentano di separare e isolare i pro%a%ili fattori causali) al fine di potere artificialmente creare una situazione in cui vi sia ragionevole certezza che il verificarsi di un certo effetto dipenda proprio da quel fattore singolarmente variato e non dall'azione di altri) non previsti. &a convinzione che si potessero quantificare separatamente le singole influenze divenne %en presto talmente radicata che &aplace non e%%e alcuno scrupolo ad affermare che) se avesse potuto conoscere lo stato dell'universo in un certo momento e se avesse potuto disporre di un elenco delle leggi causali) avre%%e potuto predire e "retrodire" ogni altro momento della storia del mondo (cfr. Canson 2.

D.) 3467). In effetti) grazie a questo metodo di riduzione della complessit) la scienza chimicofisica consegu? fin dal MIM secolo risultati senza du%%io importantissimi quali l'equazione di stato dei gas) la tavola periodica degli elementi e via dicendo - risultati che in seguito indussero anche le altre scienze P quelle %iologiche) umane e sociali P ad adottare tale metodo. /uttavia) se + vero che questa separazione ar%itraria dell'intero in parti ha comportato e comporta innega%ili vantaggi) + altrettanto vero che diventa un ostacolo formida%ile se dimentichiamo P e a%%iamo purtroppo dimenticato P che le parti appartengono ad una stessa) unica totalit) e sono strettamente e %iunivocamente collegate tra di loro e con tutto ciG che costituisce il sistema glo%ale. I fenomeni fisici studiati da <alileo) 2eAton e altri scienziati del passato si svolgevano all'interno di sistemi relativamente semplici (la caduta di una pietraF la traiettoria di una palla di cannoneF il moto dei pianeti attorno al 9ole) e pur essendo soggetti anch'essi ad una moltitudine di influenze) gran parte di esse erano minime (ad esempio la attrazione gravitazionale di altre stelle) e quindi potevano tranquillamente essere trascurate. ;uando perG la scienza ha cominciato ad occuparsi di sistemi complessi sono emersi i primi inconvenientiI "gli inizi del (MM) secolo) con gli esperimenti di Donald .ischer sui suoli coltivati) si + visto chiaramente che esistono sistemi complessi che non permettono in alcun modo di variare un fattore alla volta) perch, sono cos? ricchi di interconnessioni dinamiche che la variazione di un singolo fattore provoca la variazione immediata di altri fattori) e pro%a%ilmente di molti altri fattori. .ino a qualche tempo fa) la scienza tendeva ad evitare lo studio di tali sistemi) concentrando l'attenzione sui sistemi semplici e specialmente sui sistemi riduci%ili ("sh%0 :. D.) 3463I Q E tra par. ns.). &a metafora meccanicista e il correlato metodo riduzionista %asato sulla frammentazione in parti puG avere una certa validit finch, si tratta di oggetti inanimati come quelli studiati dalla fisica classica) ma + assolutamente improduttiva) ed anzi fuorviante se applicata allo studio degli organismi viventi) degli stati interiori e dei comportamenti esteriori degli esseri umani) o delle dinamiche dei sistemi socioculturali. I limiti del riduzionismo appaiono particolarmente evidenti quando tentiamo di applicarlo allo studio degli organismi viventi) le cui propriet essenziali sono a tutti gli effetti propriet dell'intero organismo) che nessuna delle singole parti possiede. /ali propriet vengono distrutte quando l'organismo viene sezionato) materialmente o teoricamente) in elementi isolati e anche se possiamo distinguere in esso parti singole) queste non sono in realt isolate) ma anzi formano una complessa rete di interconnessioni. -n uomo + un uomo solo ed esclusivamente in quanto totalitI due gam%e pi> due %raccia pi> un tronco pi> una testa non fanno un uomo ma solo un cumolo di carne e ossa. 1' l'osservatore che traccia immaginarie linee di demarcazione assegnando poi dei nomi a quello che si trova al di qua o al di l di una certa linea. In altri termini) ogni organismo vivente esiste solo ed esclusivamente come totalit) e ciG che noi chiamiamo "parti") "aspetti") "livelli" di esso sono solo proiezioni dell'attivit analitica della mente osservante) costruzioni mentali insomma (come meglio vedremo al capitolo III). &a grande sorpresa della scienza del ventesimo secolo consiste nel fatto c e non possibile comprendere i sistemi per mezzo dell'analisi. &a propriet! delle parti non sono propriet! intrinsec e, ma possono essere comprese solo nel contesto dell'insieme pi ampio. In "uesto

modo il rapporto fra le parti e il tutto stato rovesciato. 5ell6approccio sistemico, le propriet! delle parti possono essere comprese solo studiando l'organizzazione del tutto. 4i conseguenza, il pensiero sistemico non si concentra sui mattoni elementari, ma piuttosto sui principi di organizzazione fondamentali. Il pensiero sistemico =contestuale', cio l'opposto del pensiero analitico. Analisi significa smontare "ualcosa per comprenderlo2 pensiero sistemico significa porlo nel contesto di un insieme pi ampio." #(apra )., *++>. ?+/-*%. "nche se le prime critiche all'impostazione meccanicista della scienza sono giunte da studiosi di scienze %iologiche e poi anche di scienze socio-psico-antropologiche) sono stati alcuni progressi della fisica del MM secolo ad assestare i colpi pi> incisivi. Ci riferiamo in primo luogo alla teoria della relativit di 1instein) che ha mostrato chiaramente il ruolo compartecipante dell'osservatore) mettendo in crisi il principio di oggettivit) e in secondo luogo agli studi sull'infinitamente piccolo) che hanno rivelato un comportamento della materia inanimata assolutamente incompati%ile con le teorie meccaniciste) sgretolando le certezze della fisica classica e facendo emergere impianti concettuali tutt'altro che lineari quali la meccanica quantistica e varie altre teorie nel campo della microfisica. uoi per i suoi limiti nell'affrontare lo studio dei sistemi complessi - viventi) mentali e sociali vuoi per il vacillare di alcuni presupposti nel campo della fisica (proprio quello in cui si era originato)) vuoi infine per le gravi conseguenze etiche ed ecologiche che comporta) il paradigma meccanicista-riduzionista + entrato irrimedia%ilmente in crisi. 9e in passato esso ha avuto una sua indu%%ia capacit esplicativa) oggi non risulta pi> adeguato alle esigenze conoscitive e di intervento che caratterizzano alcuni am%iti strategiciI dalla produzione di energia atomica agli sviluppi dell'elettronica) dall'astronautica all'ecologia) dalla crescente esigenza di salute e %enessere glo%ale (psico-fisico) sociale ed esistenziale) ai mutamenti socioculturali legati alla comunicazione e alla glo%alizzazione (cfr. Capra ..) 347LF 3446F Cheli 1.) L$$3%F &aszlo 1.) 344QF 3445F L$$L). In %ase al principio della continua evoluzione (che la scienza moderna aveva fatto proprio ai suoi esordi ma che poi) per convenienza o paura dell'ignoto) ha finito per dimenticare) si rende dunque necessario un ampliamento degli orizzonti) che consenta l'emergere di un nuovo) pi> ampio paradigma capace di produrre non solo immagini settoriali e frammentarie ma anche una visione d'assieme di ogni realt studiataF una visione che superi i compartimenti stagni del riduzionismo e consideri gli oggetti e i processi nella loro interezza P insomma una visione olistica della realt. 2on si puG pi> a lungo ignorare che ciG che + stato analizzato) scomposto) ridotto appunto) de%%a prima o poi essere ricomposto e che fino a quando la scienza non riesce a completare il processo conoscitivo P a tornare all'intero) alla glo%alit da cui + partita P non puG dirsi realmente soddisfacente. /uttavia) il pro%lema + perfino pi> generale) e investe dimensioni che non riguardano solo il metodo scientifico) ma mette in discussione l'intero "processo della conoscenza". "nche l'epistemologia deve ampliare i propri orizzonti e assumere una prospettiva che consideri nelle loro interrelazioniI

i complessi rapporti tra scienza) cultura e societ) a partire da quelli tra committenza e ricerca (di cui si occupa la sociologia della scienza e della conoscenza) il funzionamento della mente umana) che percepisce ed ela%ora le informazioni esterne sia in funzione della propria modalit di funzionamento (tematica che nella impostazione riduzionista attiene alla psicologia e alla neurofisiologia) sia anche E e contemporaneamente E in funzione dei propri schemi preesistenti e dei dati disponi%ili (e qui ritorna necessario un approccio pi> ampio) di taglio socioculturale). 2ei capitoli II e III affronteremo appunto) nell'ordine) le due questioni sopra sollevate. Ma prima daremo alcuni cenni sul nascente paradigma olistico) su cui torneremo poi al cap. I .

0- L'e$e#'e#e di una visione o!istica de!!a #ea!t" Come si + visto nell'introduzione) la crescente consapevolezza dei limiti epistemologici) pratici ed etici del meccanicismo riduzionismo ha preparato la strada ad una possi%ile "rivoluzione di paradigma") nell'accezione di /. Ouhn (3467)F una rivoluzione che non riguarda solo l'am%ito strettamente scientifico ma si estende a quello culturale pi> generale) anche perch, la scienza non + pi> ritenuta super partes) come la voleva il mito positivista) e i suoi riflessi sulla societ e sul pianeta sono troppo importanti e gravi per lasciarne la discussione ai soli scienziati. In ogni parte del glo%o sono emersi movimenti) gruppi) filosofie che rifiutano l'imperante "logica della frammentazione" e tendono ad una visione unitaria del mondo e dell'essere umano) nelle nuove medicine alternative come nell'ecologia) nelle nuove forme di spiritualit come nella nuova intercultura planetaria) nei diritti umani come nell'economia etica e nel commercio equo e solidale. "llo sviluppo di una coscienza e di una visione olistica ha contri%uito molto anche la traduzione e pu%%licazione in occidente dei principali testi antichi e moderni sulle filosofie e sui metodi scientifici sviluppatisi in passato in altre tradizioni culturali (cinese) indiana) ti%etana) giapponese etc.)F testi ricchi di molteplici e stimolanti concetti olistici. "ltrettanto proficua + stata la diffusione delle medicine e dei metodi pratici di crescita psicologica e spirituale provenienti da tali culture E dall'a0urveda allo Koga) dalla medicina ti%etana al /'ai Ci) dall'agopuntura alle molte altre tecniche energetiche. ;uesto processo di i%ridazione ha contri%uito a fertilizzare la nostra cultura medico-scientifica essenzialmente materialista) stimolando un numero sempre maggiore di operatori della salute E dai medici agli psicologi) dagli er%oristi ai fisioterapisti E ad ampliare il loro %agaglio professionale con concetti e strumenti non ortodossi e spiccatamente sistemici. Infine la visione olistica ha acquistato maturit e complessit grazie ai contri%uti di vari studiosi e scienziati e grazie anche ad una serie di scoperte scientifiche e di teorie che non solo confermano molti presupposti filosofici olistici del passato) dando loro dignit scientifica) ma ne espandono ancor pi> le possi%ilit e le applicazioni (cfr. 2. Montecucco) L$$$). Come vedremo al capitolo I ) la /eoria generale dei sistemi (@ertalannf0 &. on) 34Q5) e la

ci%ernetica (:iener 2.3455F "sh%0 :.D. 34Q5F 2eumann R. von) 3455) sono state le avanguardie di questa rivoluzione di paradigma che ha poi trovato nell'ologramma un ulteriore stimolante modello esplicativo) che %revemente accenneremo. -n ologramma + una foto tridimensionale realizzata con raggi laser che) al contrario di una normale fotografia P in cui ogni punto contiene una relativa parte dell'immagine P contiene l'intera immagine in ogni suo puntoI se spezziamo una lastra olografica) ogni pezzo) anche il pi> piccolo) conterr l'intera immagine. 9i perderanno alcuni particolari e dettagli ma l'oggetto apparir nella sua unit. (gni "pezzo" dell'ologramma contiene quindi tutte le informazioni dell'oggetto. "nalogamente) una cellula di un organismo vivente contiene nel =2" l'intera informazione-coscienza relativa al sistema di cui + parte. Il mondo pieno) sostanziale) della scienza oggettiva e positiva si trasforma) alla luce dei nuovi contri%uti) in una sottile e immateriale rete di relazioni) in cui lo scam%io di informazione P e non pi> l'interazione meccanica tra corpi P assume rilevanza centrale) come meglio vedremo nel terzo capitolo. Il paradigma olistico-sistemico quindi + essenzialmente un modello di relazione e di informazione glo%ale) che consente di rappresentare validamente il gioco delle interrelazioni tra le parti e il tutto. =ato che la parola "sistema" deriva dal greco s0n histanai) che significa "porre insieme" possiamo asserire) con .. Capra (3446I #7) che "capire le cose in maniera sistemica significa letteralmente porle in contesto) sta%ilire la natura delle loro relazioni." Il modello olografico %en si collega con i metodi e i modelli delle vecchie e nuove discipline ad impostazione olistica che stanno emergendo o riemergendo in questi ultimi decenni ed + facilmente applica%ile entro certi limiti che poi vedremo anche alle discipline scientifiche "ufficiali") dalla fisica all'informatica) dalla %iologia alle teorie mediche) sociali e psichiche) fino alla cosmologia. ;uesta grande versatilit dipende dal ruolo che il modello attri%uisce al principio di "isomorfismo"I un principio che ricerca ed evidenzia somiglianze e analogie tra microcosmo e macrocosmo e che era gi noto ad alcune filosofie della antichit) come rivela l'espressione ermetica "CiG che + in alto) + come ciG che sta in %asso". &6isomorfismo di cui abbiamo parlato conseguenza del fatto c e sussistono certi aspetti per cui possibile applicare a fenomeni diversi gli stessi modelli concettuali e le astrazioni corrispondenti. #...% @uesto non vuol dire c e i sistemi fisici, gli organismi e le societ! si assomiglino. In teoria, la situazione la stessa di "uando si applica la legge di gravitazione alla mela di 5eAton, al sistema planetario e al fenomeno delle maree. (i vuol dire c e per "uanto riguarda alcuni aspetti #c e sono poi piuttosto limitati% un certo sistema teorico B cio "uello della meccanica B valido2 ma "uesto non vuol dire c e ci sia una somiglianza particolare tra le mele, i pianeti e gli oceani sotto un gran numero di altri aspetti #CertalannfD &. 7on, *+>*, >E%. *er quanto il di%attito in corso coinvolga la scienza in tutte le sue %ranche) il centro d'interesse del paradigma olistico emergente + focalizzato soprattutto sui sistemi viventi e in particolare sull'essere umano) considerato come una unit inscindi%ile) un "tutto" costituito da molteplici dimensioni tra loro interdipendenti) che per semplicit vengono spesso sintetizzate nelle seguenti quattro categorieI corpo) emozioni) mente e spiritualit. (gni dimensione va considerata ugualmente importante e solo da un armonico sviluppo di tutte puG derivare una

migliore qualit della vita e una evoluzione positiva degli individui e delle societ. Il malessere) la malattia) la sofferenza fisica) psicologica o sociale viene a configurarsi) in questa prospettiva) come sintomo di disarmonie e squili%ri nelle relazioni tra le varie dimensioni del "sistema uomo") ad esempio il privilegiare troppo la sfera mentale a scapito di quella corporea ed emozionale) o anche) di disarmonie nelle relazioni tra l'individuo e i sistemi am%ientali e socioculturali in cui + inserito) come nel caso di patologie collettive dovute a fattori che esulano la sfera del singoloI dall'inquinamento ai fattori di stress) dai ta%> sociali alle strutture gerarchiche rigide (cfr. .romm 1.) 3465F &oAen ". 347$F MasloA ".) 3463). 9ulla %ase di tale modello l'essere umano puG essere visto come un'unit olografica che contiene in s, la matrice dell'informazione totale del sistema in cui + incluso (l'am%iente fisico circostante) il contesto socioculturale) il pianeta /erra nel suo insieme) e cos? via)) e con il quale c'+ un continuo scam%io di informazioni e di energieF la stessa continua relazione) simultaneamente) esiste anche con le "sfere" pi> piccole di cui + compostoI gli organi) le cellule) gli atomi e le particelle su%atomiche. "nalogamente all'essere umano) anche il pianeta /erra puG essere visto come un macro-sistema costituito da una serie di componenti e livelli interdipendenti. R. &oveloc8 (3473)) che ha dato a questo assunto il nome di "Ipotesi <"I"") sostiene ad esempio che l'intero pianeta sare%%e una sorta di gigantesco organismo vivente) intelligente e autoequili%rante) una grande coscienzaI <aia appunto o <ea) dea della /erra) un sistema glo%ale costituito da tutti gli organismi viventi del pianeta) capace di equili%rio) creativit e %ellezza) un sistema in cui ogni elemento) dai micro%i alle piante) dagli animali all'uomo) svolge un suo ruolo preciso e necessarioF il genere umano rappresentere%%e il sistema nervoso di questo grande sistema cosmico chiamato <aia e il singolo essere umano + visto come una sorta di neurone di questa mente planetaria.

1- Le #ise#ve de!!a co$unit" scienti&ica nei con&#onti de! %a#adi'$a o!istico *er affrontare correttamente questo delicato e fondamentale punto occorre fare una precisazione preliminare) e cio+ che il "paradigma olistico emergente " non va confuso E come alcuni denigratori troppo frettolosamente hanno fatto E con quelle visioni unitarie e indifferenziate che ritroviamo nel pensiero "magico" di certe popolazioni primitive) nella visione del mondo dei %am%ini) nell'unit col tutto di cui parlano certi mistici) nella visione medioevale del cosmo e in altre manifestazioni di quella che potremmo chiamare un olismo di impronta prerazionale e pre-moderna. "l contrario) il "paradigma olistico emergente" va considerato a tutti gli effetti un prodotto post-razionale e post-moderno) che non prescinde dai preziosissimi contri%uti della scienza riduzionista) ma ne rappresenta piuttosto una evoluzione che) mediante il concetto di interdipendenza tende a ricomporre quell'intero dalla cui scomposizione + nata la scienza moderna e da cui la scienza post-moderna deve necessariamente affrancarsi) se vuole ulteriormente evolvere. CiG premesso) vediamo quali sono le principali riserve che rallentano l'affermarsi del paradigma

olistico) nonostante che negli ultimi due decenni a%%ia riscosso un crescente credito in svariati am%iti professionali e si stia diffondendo anche sul piano culturale pi> generale. Come ha %en evidenziato /. Ouhn (3467) ogni proposta innovativa incontra sempre delle resistenze e E anche ammesso che sia davvero valida E deve attraversare vari stadi prima di poter assurgere a nuovo paradigmaI anche la scienza moderna dovette penare non poco ai suoi al%ori per essere accettata. 2on deve quindi sorprendere che la comunit scientifica ufficiale si mostri restia ad accogliere le rivoluzionarie tesi olisticheF semmai + opportuno comprenderne %ene le motivazioni) poich, se + indu%%io che alcune dipendono da miopia e da rigidit) e altre ancora sono ovviamente pretestuose) motivate dalla difesa di posizioni di potere e di interesse economico) ve ne sono anche di legittime) che meritano di essere attentamente considerate. <li studiosi consapevoli dei limiti del metodo riduzionista sono in effetti molti) ma la maggior parte di loro non se la sente ancora di avventurarsi sul terreno nuovo e incerto dell'olismoF essi concordano sul fatto che vi sia una fitta trama di interconnessioni tra livelli) processi) oggetti) ma pongono la rilevante o%%iezione che l'olismo dispone per ora solo di metodi qualitativi mentre manca di metodi e strumenti quantitativi che permettano di affrontare la complessit con lo stesso grado di precisione e replica%ilit di quelli riduzionisti. ='altra parte) contro%attono gli studiosi pi> orientati olisticamente) se si continua a focalizzarsi su un solo livello o dimensione per volta) come + avvenuto finora) si finisce inevita%ilmente per avere solo visioni incomplete e statiche dei fenomeni studiati) il che) in uno scenario fluido e veloce come quello attuale) significa lasciarsi sfuggire proprio gli aspetti pi> significativi. 9i tratta davvero di un serio dilemmaI a) tenere conto qualitativamente della complessit senza perG riuscire a fornirne misurazioni quantitative certe e replica%ili) oppure %) continuare ad utilizzare modelli e strumenti quantitativi che perG) nel ridurre drasticamente la complessit della realt) ne danno una visione frammentaria e statica. .inora la situazione si + mantenuta in uno stato di impasse a causa di tale dilemma) e come avviene in casi del genere) du%%io per du%%io la maggioranza degli studiosi ha preferito mantenersi fedele al vecchio modello riduzionista) gi collaudato e accreditato) piuttosto che avventurarsi nel nuovo. /uttavia) sar inevita%ile prima o poi fare i conti con i limiti dell'approccio riduzionista) e la risposta non andr ricercata a mio avviso in un passaggio drastico dal riduzionismo al versante opposto dell'olismo ma dovremo semmai ricercare una terza via che non veda i due approcci come antagonisti ed autoescludentisi) ma come metodi complementari) punti di vista con pari dignit che possono colla%orare per fornire una visione pi> soddisfacente della realt.

2- Ve#so un $eta$ode!!o o!istico3#iduzionistico Come ha evidenziato la fisica quantistica (principio di complementarit di @ohr) a seconda del modo in cui si osserva) un evento su%-atomico puG apparire in modi diversiF ad esempio la luce puG essere vista ora come flusso di particelle (fotoni)) ora come onde elettromagnetiche. &a visione corpuscolare porta a individuare oggetti distinti) mentre la visione ondulatoria rileva processi dinamici) pertanto la prima porta ad una visione oggettuale e materiale del mondo (quella tipica del paradigma meccanicista dominante)) la seconda a una visione processuale e informazionale (quella del paradigma olistico emergente). /uttavia) nessuno dei due punti di vista + in assoluto migliore dell'altro) e ciascuno presenta sia vantaggi che svantaggi. -no dei limiti della visione corpuscolare-oggettuale + di considerare ogni oggetto come realt in s,) perdendo di vista il collegamento con gli altri oggetti e con il contesto) collegamento che + invece in primo piano nella visione processuale) dal momento che ogni processo + dato da una interazione tra poli opposti!complementari entro un dato campo o contesto. ='altra parte) vi sono limiti e rischi anche nella visione processuale) ad esempio l'indifferenziazione e la negazione dell'individualit. &a prima lezione che possiamo trarre dalla meccanica quantistica + che entram%e le visioni sono legittime) ma la loro validit + relativa) nel senso a seconda delle situazioni e finalit puG essere pi> idonea l'una o l'altra (ad esempio) in un mondo semplice e lento) la visione corpuscolareanalitica puG essere pi> agevole e comoda) mentre in una realt complessa e dinamica + la visione processuale a risultare spesso pi> adatta). &a risposta insomma non va ricercata in un passaggio drastico dal riduzionismo dominante ad un predominio dell'olismoI ciG infatti non fare%%e che invertire) senza risolverlo) i termini del pro%lema. 9i rende semmai necessario un paradigma in grado di comprendere e conciliare entram%e gli approcci E un approccio al contempo settoriale e glo%ale) specialistico e generalistico) riduzionistico e olistico E che si focalizzi sui ponti di collegamento tra i due approcci) e predisponga le vie attraverso le quali sia possi%ile tradurre dall'uno all'altro e quindi pervenire ad un modello integrato di livello superiore P il metaparadigma cui si + accennato in precedenza. 9e ammettiamo la possi%ilit che possano coesistere modelli diversi della realt senza che le loro differenze portino necessariamente ad antagonismo possiamo anche immaginare senza troppe difficolt un paradigma olistico-riduzionistico) definizione che in un passato anche recente sare%%e sem%rata del tutto assurda) una vera e propria eresia ma che oggi) in un mondo sempre pi> glo%alizzato) multiculturale) multireligioso) suscita forse meno perplessit. "l%ert 1instein non volle mai rassegnarsi ad accettare l'ineludi%ile am%ivalenza della fisica quantistica e la sua impostazione pro%a%ilisticaI "=io non gioca a dadi") e%%e a dire una volta) e fino alla fine della sua vita si impegnG a cercare un modello teorico in grado di unificare dati apparentemente inconcilia%ili. /uttavia) l'idea di modello teorico unificato che aveva 1instein era ancora una idea calata nella "vecchia" cultura) una idea che vedeva come antagoniste e in competizione le diverse visioni del mondo e ne ricercava una che fosse migliore delle altre) e che quindi prevalesse sulle altre (un po' come) nella storia degli ultimi #!S millenni) l'uomo ha

prevalso sulla donna o una fazione o una nazione sull'altra). 2ella nuova concezione che qui si sostiene) la ricerca di un modello unificante deve avvenire nel pieno rispetto delle due (o pi>) diverse visioni del mondo) poich, entram%e sono legittime) e nessuna + in assoluto migliore dell'altra. Il punto +I "unificare senza prevaricare" giungere ad una unione che non deve comportare l'annullamento delle rispettive differenze e individualit ma instaurare una relazione creativa di complementarit) interscam%io) colla%orazione) sintesi (cfr. Cheli 1.) L$$3%). ;uesta supposta pariteticit e complementarit trae origine da una ipotesi) che ho esposto in un altro mio saggio (lin8)) secondo la quale il riduzionismo e l'olismo potre%%ero essere rispettivamente riconduci%ili a quelle che sono le due modalit conoscitive di %ase del sistema neuro-percettivo umano e che qui chiamerGI modalit conoscitiva per separazione e modalit conoscitiva per unione. =alla prima sare%%ero derivati il pensiero logico-analitico) la sfera della razionalit e in ultima istanza il paradigma meccanicistico-riduzionista) mentre la seconda modalit (quella per unione) meno nota e pi> screditata) dare%%e luogo al pensiero analogicosintetico) alla sfera del cosiddetto "irrazionale" e in ultima istanza alla visione olistica. &'integrazione delle due modalit potre%%e inoltre fare emergere una terza via conoscitiva che comprenda e al contempo trascenda le due vie di %ase.

LE COLONNE DELLA PARADOSSALE /ISICA MODERNA


I! G#ande 4oan de! 5i' 5an'6 i! $ito scienti&ico de!!a c#eazione "All6inizio c6era il vuoto... un nulla in cui non esisteva spazio, nF tempo, nF materia, nF luce, nF suono. (6erano per le leggi di natura, e "uesto curioso vuoto era colmo di potenzialit!... non ci sono dati sull6Inizio. 5essuno, zero... (ome un gigantesco macigno in bilico sul ciglio di una torreggiante scogliera. &6e"uilibrio del vuoto era cos8 perfetto c e bastava un soffio a produrre un cambiamento c e creasse l6universo. E il cambiamento avvenne. Il nulla esplose. In "uesta incandescenza iniziale furono creati spazio e tempo. &eon &ederman." "nche nella scienza l'inizio dell'esistenza + un fenomeno paradossaleI il /utto + nato dal 2ulla) gli infiniti universi sono nati dal vuoto. 2elle parole di &ederman) premio 2o%el per la fisica) ritroviamo la stessa profondit e visione presente negli antichi miti cosmologici della creazioneI scienza e spiritualit convergono sul uoto e sull'-nit originaria che precedette la creazione. "nche nella concezione scientifica sono presenti le tre matrici. C'+ l'Infinito) vuoto e misterioso) la Matrice Tero originaria del /utto da cui nacque la 9ingolarit0) il punto ancora senza spazio e tempo che) secondo la scienza attuale) precedette il @ig @ang. Come nel concetto di Matrice -no) la 9ingolarit0 implica il concetto di unit) di (neness) di condizione potenziale creativa) in cui tutto + ancora indiviso) in cui non si + ancora prodotta la rottura della simmetria perfetta dello stato originario. 2el concetto unitario scientifico di 9ingolarit0 manca il concetto di coscienza che) tuttavia) noi consideriamo come necessariamente "implicato". 1 poi la Matrice Creativa. &'universo + ancora senza dimensioni) concettualmente vuoto e infinito) e il primo fotone) dallo zero iniziale) segna la prima direzione cartesiana... in un istante infinite particelle si creano da un'antica matrice potenziale e si lanciano in infinite direzioni spazio-temporali. 1' evidente l'analogia tra l'archetipo della spirale e il movimento spiraliforme delle particelle elementari) del fotone) cos? come di tutto ciG che si muove nell'universo) dalle galassie al =2". 1' il <rande @ang. In poche frazioni infinitesimali di tempo si viene a creare un'immensa quantit di energia-materia allo stato li%ero) dotata di enorme calore e tendenza all'espansione. 1' il periodo inflazionario) l'universo si gonfia e si espande alla velocit della luce) perdendo via via temperatura e organizzandosi. 9i crea un "orizzonte degli eventi". =allo stato ancora indistinto e caotico di plasma emergono le prime particelle) le prime unit di energia informata) si creano i primi atomiI idrogeno) elio) deuterioF e la corsa continua fino alla condensazione di infiniti numeri di atomi che formano le nu%i cosmiche e poi) i 9oli e le 2ove) al cui interno la materia atomica si evolve in complessit... &a visione scientifica riassume) in linguaggio matematico) la realt della creazione dal punto di

vista materiale. =opo 3Q miliardi di anni) su questo pianeta a%%iamo vita e coscienzaI ma da dove + originataU =ov'era questa coscienza e questa vita all'origineU C'+ chi pensa sia stata creata da un =io) chi ritiene che sia espressione casuale e secondaria della complessit dell'evoluzione %iologica. 2egli ultimi decenni) in diversi ricercatori) tra cui il consistente gruppo di fisici della Maharishi International -niversit0) si + osservata la tendenza a far coincidere il concetto di coscienza con il concetto di vuoto) che ripropone in chiave di fisica quantistica l'associazione gi avanzata da millenni in numerose culture spirituali. Il "vecchio" concetto antropomorfico e) quindi) scomodo e improponi%ile di "=io Creatore" lascia spazio ad una dinamica visione che concepisce il vuoto originario) e ancora immanente) come un'infinita coscienza intelligente) implicata in ogni singolo atomo dell'esistenza) un principio creativo che continua) da dentro ogni cosa) a far ruotare i mondi e le galassie) a far %attere ogni cuore e a spingere ogni essere vivente verso una maggiore coscienza e comprensione. Ma analizziamo pi> da vicino le affascinanti logiche del vuoto e le sue moderne interpretazioni.

La $ate#ia 7 vuota6 i! %#i$o 4oan de! vuoto (uantistico "Il Gao un vuoto c e l6azione non pu colmare, di profondit! abissale, l6origine di tutte le cose. " &ao Gzu &a fisica quantistica + un insieme delle pi> paradossali scoperte sull'intima natura della realt. &e sue conclusioni) come un Ooan Ten) sono un ostacolo per la mente razionale e aprono le porte ad altre dimensioni di conoscenza. Il primo di questi Ooan + relativo al uoto. iviamo in una realt materiale) ossia fatta di materia solida) liquida o gassosa. *ossiamo percepire la durezza di un corpo quando lo urtiamo) ma la fisica ci dice) paradossalmente) che questa realt + di fatto composta di vuoto e onde di energia. <li atomi che compongono l'intero universo sono formati da un nucleo centrale costituito da protoni e neutroni e da una nu%e esterna di elettroni vorticanti. <li atomi sono in grandissima parte costituiti da vuoto. *er meglio comprendere questa affermazione immaginiamo di ingrandire un singolo atomoI se il nucleo fosse largo come un'arancia) la nu%e di elettroni che lo circonda sare%%e distante un chilometro. Il vuoto quantistico non + pi> ritenuto uno spazio nullo ma + considerato uno stato di pieno potenziale) come se nel vuoto esistesse tutta l'energia allo stato latente) non manifesta. Il concetto scientifico di vuoto richiama il <rande uoto da cui tutto emerge delle antiche cosmogonie) la Matrice Tero della coscienza collettiva) che ancora opera su ogni cosa dalla sua dimensione "implicata" e costituisce l'essenza stessa del modello C0%er. -na delle ipotesi di maggiore interesse sul vuoto + stata proposta da 1rvin &aszlo) con il concetto di uoto 9u%-;uantistico. 9econdo &aszlo il vuoto sare%%e una vera e propria dimensione) una matrice che sottost ai quanti) dalla quale emergono e ritornano i quanti) ossia le particelle elementariF un vuoto dalle incredi%ili potenzialit e densit) e che potre%%e spiegare una serie di

fenomeni inspiega%ili come la non-localit) la telepatia) la coscienza collettiva.

Sia$o %ieni di vuoto &a scienza al suo nascere si configura come via di conoscenza razionale) analitica e sperimentale) %asata sulla legge di causa-effettoF al suo interno non vi + mai stato molto spazio per la componente analogica della mente) di importanza essenziale per la comprensione di una vasta classe di fenomeni. =a questa impostazione deriva il fatto che la scienza pone l'accento sulle parti in cui un fenomeno puG essere diviso) non sulla sua visione d'insieme. "d esempio) pensiamo all'atomoI + stato identificato con gli elementi attivi) lo Kang) ossia elettroni) protoni) ecc.) mentre la massima parte dello spazio atomico + costituita dal vuoto) lo Kin) ritenuto secondario e senza propriet essenziali. In maniera analoga la cellula viene descritta per i suoi costituenti attivi (nucleo) mitocondri) molecole ecc.) mentre l'acqua) il pi> essenziale e femminile degli elementi) l'7QV della cellula stessa) senza cui non vi sare%%e vita) viene considerata una sorta di riempitivo di importanza trascura%ile. &a stessa psicologia occidentale continua a considerare solo gli oggetti mentali come pensieri e idee) studiando come si formano) si conservano e si associano) e non considera mai il campo della coscienza) il vuoto cosciente in cui i pensieri esistono e si articolano. 9e pensiamo ad una mela) essa diventa presente dentro di noi come immagine colorata o come concetto astrattoI ma cos'+ questo "dentro"U "%%iamo mai fatto caso allo spazio vuoto interiore che) in maniera scontata) chiamiamo menteU *er questo + necessario un modello scientifico come C0%er) la cui matrice originaria sia proprio il vuotoI per ricordarci che ogni unit dell'esistenza + una sorta di "campo di vuoto" dotato di coscienza) in costante legame con il uoto Cosciente da cui + nato tutto e che ancora tutto pervade) incontaminato) come lo sfondo della creazione) come il "Contenitore del /utto".

L+Uno 7 In&inito6 i! secondo 4oan (uantistico "9neness e coerenza elettrodinamica "uantistica &6intero universo... deve essere compreso come una singola totalit! indivisa. " 4avid Co m Il secondo paradosso della fisica quantistica dice che il numero elevatissimo (infinito) di campiparticelle sono una -nit. &'identit dell'"uno" e del "molteplice". I concetti quantistici di vuoto e di campo) di cui parleremo nei prossimi capitoletti) implicano il concetto di "(neness") di -nit. Invitiamo per approfondire questo fondamentale tema della fisica quantistica che presenta una concezioni profondamente olistica dell'esistenza a leggere il Capitolo - =ossierI (neness e Coerenza 1lettrodinamica ;uantistica) dove citiamo alcuni passi del fisico <iuliano *reparata e di 1milio del <iudice su questo argomento e sulla coerenza come diretta concretizzazione della oneness sul piano fisico. "&a teoria della coerenza elettrodinamica "uantistica 0 dice Giuliano Preparata / a a c e fare

con l'interazione fra campi di materia e campi elettromagnetici all'unisono, su certe fre"uenze portanti particolari, con certe relazioni di fase. &a teoria della coerenza elettrodinamica "uantistica F una particolare realizzazione dell'aspetto coerente della teoria "uantistica dei campi a cui inizialmente avevamo dato il nome di "superradianza", termine coniato da 3obert H. 4icIe, fisico di Princeton c e fu il primo a concepire "uesto comportamento coerente, di oscillazioni in fase, fra sistemi atomici e campi elettromagnetici, c e poi a portato al laser e ad altre scoperte. Per cui il campo elettromagnetico coerente e interiorizzato F il collante dei sistemi, degli individui atomici fra loro. &a vita F "uindi un delicato e"uilibrio tra coerenza e non coerenza."

Coe#enza e!ett#odina$ica e 8ca$%o in&o#$atico86 co$e %#inci%i &isici de!!a co3evo!uzione di 1milio del <iudice "Gli stati fisici pi vicini all'esistenza della 9neness sono gli stati coerenti in cui un insieme indefinito di "particelle" descritto da una fase ben definita nello spazio e nel tempo, c e assicura un comportamento correlato e cooperativo #di "ui il nome coerenza% di tutti i componenti c e, nel processo, perdono la loro natura di individui separati. &a coerenza perci "uella realizzazione della teoria "uantistica dei campi c e privilegia gli aspetti unitari, una materializzazione della 9neness."

I! ca$%o in&o#$atico de! %otenzia!e vetto#e "Il campo elettromagnetico intrappolato a con sF un compagno inseparabile, il "potenziale vettore", "uantit! totalmente non misurabile nell'ambito della fisica classica, ma c e, nella teoria "uantistica dei campi, influenza la fase di un sistema coerente. Il potenziale vettore, a differenza del campo, non intrappolato, esso si estende ad una ampia regione circostante, senza trasportare energia ma solo informazioni, ma esercitando una sua "influenza sottile", potremmo dire informatica, modificando la fase dei sistemi coerenti presenti. Gra i vari sistemi coerenti si apre perci la possibilit! di un "dialogo sottile", una comunicazione senza scambio di energia$ &'"influenza sottile" del potenziale vettore si incarica poi di correlare tra loro tutte "ueste strutture coerenti nell'unit! del vivente$ "uando abbiamo a c e fare con pi sistemi, ognuno con la sua fre"uenza$ cominciamo ad avere un insieme di "note" $ accordi, voci, messaggi. 1embra l6arc etipo della vita. da un insieme slegato di oggetti individuali, a un oggetto c e un "tutto". @uesta pu essere una delle strade per capire l'emergere della coscienza dalla materia." &e caratteristiche dell'unit C0%er corrispondono a quelle di un campo fisico complesso i cui elementi sono caratterizzati da elevata coerenza interna e sistemica) e che + circondato da un

"campo informatico") non propriamente energetico) che permette la comunicazione e l'eventuale connessione sinergica con altre unit. -nit e rottura della simmetriaI le quattro forze della fisica e il campo unificato Con il @ig @ang l'unit iniziale del /utto si frammenta) la "rottura della simmetria" iniziale genera quattro grandi forze. &e quattro forze sono tutto ciG di cui i fisici hanno %isogno per spiegare il funzionamento dell'intera realt) dai suoi aspetti pi> quotidiani) alla fisica su%atomica fino all'intero universo. &a forza di gravit + stata la prima ad essere scoperta e studiata nelle sue leggi da <alileo e da 2eAton) che pu%%licG i *hilosophiae 2aturalis *rincipia Mathematica nel 3576. 2ucleo ed elettroni sono tenuti insieme dalla forza elettromagnetica) che ha una storia pi> complessa) essendo la sintesi di separate scoperte sull'elettricit) sul magnetismo e sull'ottica) attuata dal fisico scozzese Rames Cler8 MaHAell nel 37Q5. &e ultime due forze) l'interazione nucleare de%ole e la nucleare forte) sono state introdotte molto pi> tardi) per spiegare il funzionamento delle particelle all'interno del nucleo atomico. ;ueste forze agiscono a distanze molto ridotte) dell'ordine di 3$ elevato alla -S cm (decimillesimo di centimetro). 1instein e molti altri fisici hanno sempre ritenuto che queste quattro forze o campi fossero in origine un'unica forzaI questa convinzione porta alla /eoria del Campo -nificato.

Sia onda c*e %a#tice!!a6 i! te#zo 4oan (uantistico Il fenomeno dei "uanti la cosa pi strana di "uesto strano mondo. Jo n Keeler &'intera esistenza fisica + costituita da "quanti") unit discrete di energia. &a fisica quantistica ha fatto una paradossale scopertaI i quanti) come l'elettrone o il fotone) hanno una duplice natura) possono essere considerati sia come particelle che come onde. In modo pi> complesso queste unit elementari della fisica vengono definite come pacchetti d'onda) ossia onde dotate di un loro movimento rotante che si possono manifestare anche come se avessero un loro "corpo". 2ella figura WW vediamo un tipico "pacchetto d'onda") deli%eratamente raffigurato in verticaleF notate la potente analogia con l'energia serpentina che nelle tradizioni orientali rappresenta il cuore della materia) il motore di ogni movimento e forma) l'asse centrale del modello C0%er6. 1ntram%i sono ritenute energie primarie) luminose) spiraliformi e generatrici delle forme materiali. <li elettroni) con il loro moto spiraleggiante e vorticoso) creano intorno al nucleo una sorta di guscio) una %arriera impenetra%ile che dall'esterno appare come solida) sferica e sta%ile. =a questa duplice paradossale natura delle particelle su%atomiche si generano le energie elettromagnetiche e l'intera realt fisica.

L'e!ett#o$a'netis$o6 !a !uce vi)#ante de!!'esistenza

&a forza elettromagnetica + la pi> evidente) conosciuta e studiata delle quattro forze ed + anche la pi> intensa e attiva. ;uesta grande forza si esprime in termini di quanti) di cariche) di campi e di onde. &'elettromagnetismo + essenzialmente dovuto all'attivit degli elettroni) particelle dotate di carica elettrica negativa) che hanno uno spin) ossia ruotano sul loro stesso asse in senso orario o antiorario) e possiedono una specifica massa. Il movimento degli elettroni crea tutti i processi elettromagnetici) da cui derivano l'elettricit e l'elettronica. &a radiazione elettromagnetica) di cui la luce visi%ile costituisce una piccola parte) + formata da unit minime) i fotoni o quanti di luce) che si muovono alla velocit di circa #$$.$$$ Om. al secondo e possiedono una doppia paradossale naturaI si manifestano sia come particelle) sia come onde. (gni fotone possiede una quantit di energia che dipende proporzionalmente dalla sua frequenza di oscillazione. @ench, sia un quanto di energia elettromagnetica) il fotone + neutro) ossia non ha carica elettrica) e possiede una massa a riposo nulla. &a sua "vita" + infinita. &a radiazione elettromagnetica puG avere uno spettro di emissione molto ampioI dalle pi> %asse alle pi> alte frequenze. /ra questi due estremi si trova una %anda particolare) chiamata "finestra ottica") che corrisponde alla frequenza elettromagnetica della luce visi%ile) suddivisa in un'ottava di sottofrequenze armonicheI i colori dello spettro. &a legge di Oirchhoff asserisce che un corpo puG assor%ire solo le radiazioni che + capace di emettere e questo ci ricorda molto le leggi psicologiche umane per cui una persona percepisce del mondo ciG che gi conosce o + in grado di comprendere) ma anche le leggi del 8arma orientale in cui le azioni che riceviamo sono solo il risultato di ciG che siamo capaci di dare all'esistenza.

I! ca$%o e!ett#o$a'netico "Il concetto di campo elettromagnetico costituisce il maggior successo dell'uomo nella scienza. " Albert Einstein Il concetto di campo) in fisica) venne inizialmente proposto da Isaac 2eAton) che ipotizzG l'esistenza di un campo gravitazionale intorno ad ogni oggettoF nel diciannovesimo secolo il concetto di campo fu sviluppato dal fisico scozzese Rames Cler8 MaHAell nella sua teoria elettromagnetica. Il campo + una regione di spazio che manifesta una forza gravitazionale) magnetica o elettrostaticaF essa teoricamente si estende all'infinito) perdendo intensit con il quadrato della distanza. 9i assume che questo campo sia composto da fitte linee di forza che circondano il centro e si dilatano verso l'esterno) l'immagine + quella del sasso %uttato nel lago e delle onde che si allargano in tutte le direzioni) o di un suono emesso nel silenzio che si espande sfericamente. In teoria l'onda si propaga all'infinito) ma) nella realt) per via dell'interferenza con infinite altre onde) essa perde potenza e si uniforma al rumore di fondo) restando comunque parte del campo universaleF non + possi%ile tuttavia delimitare con precisione il limite di un'emissione di onde o il confine tra punto di emissione e infinito. Il punto e l'infinita esistenza sono sempre profondamente uniti. Il concetto di campo + analogo al concetto di C0%er) ogni unit di coscienza che si manifesta ricevendo informazioni e trasmettendole all'interno di

un'infinita esistenza. Il C0%er come "campo" + parte di un'indivisi%ile -nit) un infinito oceano di relazioni energetiche e informatiche. (gni particella carica in movimento - come l'elettrone - produce intorno a s, un campo elettromagnetico costituito da fotoni virtuali. (gni atomo) essendo formato da una nu%e di elettroni in movimento) possiede una precisa carica elettrica positiva o negativa che si espande come onda di radiazione elettromagnetica in ogni direzione e si manifesta come un campo elettromagnetico di forma sferica-ovoidale) che potenzialmente si estende all'infinito e viene rappresentato con linee di forza) ossia con piani sferici in cui si trova la stessa intensit di carica elettrica. (gni fenomeno elettromagnetico) essendo composto di fotoni) + di fatto un fenomeno luminoso anche se invisi%ile al nostro occhio) che non + in grado di percepire quella particolare frequenza. 1ssendo composto da unit in movimento roteante) il campo elettromagnetico + anch'esso roteante. I campi elettromagnetici circondano e caratterizzano ogni unit vivente) dagli atomi) alle cellule) agli esseri umani) ai pianeti) alle galassie e quindi rappresentano un perfetto modello scientifico per dare corpo energetico al modello C0%er. &a struttura del campo elettromagnetico + la %ase del C0%er6 (ovvero la rappresentazione energetica.esplicata del modello C0%er)) con la differenza che le linee di forza sono codificate come flussi di informazione autoreferenti ossia circolanti intorno al loro centro.

Ga$$e d'onda &'intera esistenza + formata quindi da un incredi%ile intreccio di onde elettromagnetiche emesse dagli infiniti campi elettromagnetici che circondano i C0%erF questi flussi vi%ranti di fotoni) queste onde di luce visi%ile e invisi%ile pulsano su uno spettro di frequenze incredi%ilmente vasto. (gni C0%er) tramite il suo campo energetico C0%er6) emette la sua caratteristica %anda di emissione) che ne rappresenta l'impronta "digitale" elettromagnetica. (gni onda viene definita da una certa ampiezza e frequenza. &a lunghezza corrisponde alla distanza nello spazio tra due picchi) la frequenza al tempo in cui avviene un ciclo tra due picchi. &a radiazione cosmica + caratterizzata da una lunghezza d'onda cortissima di $)$$$$3 "ngstrom ("ngstrom X decimiliardesimo di millimetro) e da una frequenza altissima di # per3$ alla L# Certz (3 Certz X un ciclo per secondo)F all'opposto di questo ci sono onde a %assissima frequenza) pochi Certz) ma dalla lunghezza superiore ai 3$.$$$ chilometriJ Intorno a voi) nell'aria che vi circonda) in ogni istante) passano continuamente migliaia di frequenze elettromagnetiche emesse dalle innumerevoli stazioni radio) televisive) militari e civili. ;ueste onde) che potete selezionare con il sintonizzatore della televisione o della radio quando cercate di captare un certo canale o un programma) sono solo una piccolissima parte delle infinite frequenze elettromagnetiche) create dalla /erra e dai corpi celesti) che in ogni momento ci attraversano.

Onde e co$%!essit" evo!utiva (gni unit atomica produce onde elettromagnetiche. ;uando miliardi di atomi si uniscono a formare una cellula) l'emissione elettromagnetica emessa da ogni singolo atomo o molecola (gruppo di atomi) si espande e si sintonizza su una %anda assai pi> ampia e complessa. Cos?) quando miliardi di cellule si uniscono a formare un organismo multicellulare come una pianta o un essere umano) il loro campo elettromagnetico si unisce a formare un campo estremamente pi> vasto e complesso. &a complessit della radiazione elettromagnetica e la sua "densit informatica" + proporzionale al livello evolutivo dell'unit (C0%er) che la emette. ;uando rileviamo l'onda elettromagnetica del cervello umano sappiamo che + un'onda di enorme densit) prodotta della sincronizzazione di miliardi di piccole onde elettromagnetiche prodotte dai singoli neuroni cere%rali) a loro volta prodotte dagli atomi di cui sono composti. I fotoni della radiazione elettromagnetica sono) quindi) i piccoli Mercurio della fisica moderna) poich, permettono la comunicazione e l'interconnessione dell'intero universo. iviamo immersi in campi e radiazioni elettromagnetiche de%oli come quelli dei nostri cervelli) pi> vasti come quello del pianeta /erra che ci inglo%a) o estremamente pi> vasti) come quelli del nostro sistema solare (luna) pianeti e sole) e della ia &attea. Dicordare questa incredi%ile rete di relazioni ci permette di avere una visione glo%ale e di comprendere come eventi cosmici o planetari possano influenzarci cos? profondamente. *otrete approfondire questo concetto di interrelazione e densit di informazioni nel capitolo sull'evoluzione dei C0%er.

Vede#e !'invisi)i!e 2oi vediamo solo la piccola %anda di onde elettromagnetiche comprese nella finestra ottica) sopra e sotto la quale esistono infinite frequenze di fotoni che non vediamo. 9e potessimo osservare il mondo con occhi quantistici resteremmo s%alorditi dalla sua %ellezza e intelligenza) perch, lo vedremmo popolato da fotoni luminosi e iridescentiI fili di luce di tutti i colori che si intrecciano) si attorcigliano) si allungano a velocit vertiginosa verso l'esterno) verso l'infinito in tutte le direzioni. 2ella storia dell'evoluzione culturale sappiamo che la nostra capacit di percepire i colori (ossia le %ande elettromagnetiche della luce) si + acuita ed estesa (nelle lingue primitive spesso il colore verde e %lu hanno lo stesso nome)) alcuni animali) invece) sono in grado di percepire gamme d'onda che noi non vediamo. -na delle caratteristiche preminenti del processo di evoluzione interiore spesso coincide con un su%itaneo aumento delle percezioni visive. (gni tradizione spirituale a%%onda di casi di visione sottile in cui illuminati) meditatori e sensitivi dichiarano di vedere il corpo energetico) aloni e colori - le famose aure - intorno e dentro gli oggetti e le persone. 2umerosi esperimenti) condotti in <iappone da Moto0ana e (sa8a) negli -9") nell'eH -D99) in <ermania e Inghilterra) testimoniano che queste percezioni non sono un

effetto allucinatorio o parafisico) ma si tratta dell'inconsueta facolt di vedere i campi elettromagnetici di %ande vicine a quelle visi%ili. ;uesto aumento di sensi%ilit potre%%e portare ad una nuova visione del mondo) se venisse compreso adeguatamente in termini scientifici e psicofisici. &a visione olistica della realt tende a non separare il mondo fisico da quello spirituale) ma a considerare l'esistenza composta di piani compenetrati di energie pi> o meno sottili e evolute. &'evidenza che le nostre attivit psichiche influenzano profondamente il nostro campo elettromagnetico + un fatto da tempo ipotizzato e di recente accertato anche a livello scientifico. Chi potesse vedere a colori i campi elettromagnetici attorno ad una persona) disporre%%e di uno strumento a dir poco stupefacente di comprensione) di cura e di evoluzione) poich, ogni emozione negativa o positiva) ogni malattia organica o %locco psicosomatico si riflette sull'aura o campo elettromagnetico e lo modifica. Comprendere le leggi di %ase delle onde elettromagnetiche significa capire uno dei meccanismi di %ase dell'intera esistenza.

Coe#enza e o!o'#a$$a &a fisica ci dice che quando due onde simili sono "in fase") ossia quando i loro picchi sono sincronici) formano come risultato un'unica onda di ampiezza doppia e di quadrupla energia. "l contrario) quando i loro picchi d'onda risultano opposti) le due onde si "a%%attono" annullando ogni onda. -n emettitore di onde elettromagnetiche) come una lampadina) irradia fotoni con fasi d'onda non coerenti. (gni fotone) quindi) ha una sua propria fase) differente da quella degli altri fotoni) e questo produce una luce non coerente. 2el laser) invece) i fotoni sono tutti coerenti tra loro e ciG aumenta incredi%ilmente la loro potenza. 2el laser classico) un intenso fascio di fotoni viene emesso da una lampada a spirale verso un cilindro di ru%ino ai cui estremi si trovano due specchi di cui uno meno denso. I fotoni con onde non coerenti) intrappolati nel reticolo cristallino del ru%ino e riflessi dai due specchi) sono costretti a regolarizzare e uniformare le loro onde che) cos?) diventano ad altissima coerenza) acquistano un'energia estremamente pi> alta e superano la %arriera del specchio) come "lice nel *aese delle Meraviglie. Cos? viene prodotto un fascio laser) un flusso di fotoni caratterizzati da un'unica onda coerente) una luce che possiede delle caratteristiche uniche) messe in evidenza dalla tecnica di fotografia olografica. &a coerenza + un fenomeno fondamentale per comprendere le logiche della comunicazione e dell'unit all'interno dei C0%er e tra di essi) e in particolare per comprendere l'unit e l'evoluzione delle funzioni neurofisiologiche del cervello umano quando entra in stato di unit di coscienza e quando si sincronizza con altri cervelli per formare una coscienza collettiva.

I! sa!to (uantico i! (ua#to 4oan Il salto quantico + un altro Ooan della nuova scienzaI + stato preso come sim%olo di ogni salto di coscienza o salto di comprensione) ed + alla %ase del modello C0%er. <li elettroni girano intorno al nucleo con or%ite sferiche concentriche e precise. (gni volta che un elettrone aumenta la propria energia ricevendo un fotone di luce (o perde energia emettendo un fotone)) esso "salta" da un'or%ita pi> vicina al nucleo ad una pi> lontana (o viceversa)) come vediamo nello schema della fig.W. Il salto quantico + paradossale perch, avviene come se l'elettrone scomparisse da un or%itale per ricomparire in un altro) senza tuttavia essere transitato nello spazio tra i due or%itali. ;uesto fenomeno + stato associato) per analogia) ad una trasformazione immediata della coscienza che di colpo si risveglia) come in un 9atori) o cade improvvisamente addormentataF esso rappresenta una caratteristica di %ase di tutta la materia) e ci ricorda la composizione a gradini o a livelli dell'esistenza tipica dei miti della montagna) della struttura degli ziggurat) dei mandala e del modello C0%er6. "nalogamente alla materia atomica) di cui siamo composti) anche la coscienza) quindi) viene attivata attraverso dei salti quantici) come sar esposto nel capitolo sull'evoluzione.

9uinto 4oan6 i! %#inci%io d' indete#$inazione di :eisen)e#' L'i$$ate#ia!e coscienza de!!'osse#vato#e in&!uenza !'ene#'ia de!!a $ate#ia osse#vata Il principio di indeterminazione di Ceisen%erg sta%ilisce che non possiamo conoscere perfettamente o il momento o lo stato (quantit di moto) di un'onda-particella come l'elettrone) in quanto l'atto dell'osservare crea un'interazione con l'oggetto osservato e lo modifica. =a questo principio derivano due profonde considerazioni. &a prima + che essendo la nostra osservazione della realt limitata e incompleta nelle sue radici) l'intera struttura della conoscenza scientifica risulta pro%a%ilistica e non deterministica. ;uesto principio ha portato ad una rivoluzione nell'approccio strettamente razionale e rigidamente deterministico della scienza pi> ortodossa. 9e alla %ase stessa della materia non puG essere trovata una completa quantificazione) se le stesse strutture di %ase sono cos? evanescenti alla nostra logica analitica da apparire sia come particelle che come onde) la prerogativa della scienza di essere esatta e precisa si allenta. &'edificio della fisica) la pi> dura tra le scienze) si trova di nuovo ad avere le fondamenta sul vuoto. &a seconda considerazione + che ogni cosa) anche la coscienza dell'osservatore) + profondamente connessa con ogni altra parte del /utto. ;uesto principio + considerato l'elemento chiave che ha introdotto il concetto di coscienza nella fisica quantistica. *er il metodo scientifico ortodosso) l'osservatore era come un agente astratto e teoricamente estraneo ad ogni osservazione sperimentaleI da questo punto in poi la relazione continua e reale tra osservatore e osservato diviene evidente. &'osservatore) ossia la coscienza stessa dello scienziato) modifica l'esperimento con il semplice atto dell'osservare. =a questo principio nasce) per contro) la consapevolezza che la coscienza si manifesta interagendo con l'energia della dimensione fisica)

proprio come se esistesse un'unica energia intelligente o coscienza vivente che si manifesta in infiniti aspetti e processi.

Sesto 4oan6 i! %#inci%io di esc!usione di Pau!i6 !a sinc#onicit" Il fisico :olfgang *auli) premio 2o%el nel 34SQ) evidenziG il principio di esclusione) che prese poi il suo nome) secondo cui due elettroni con lo stesso spin (direzione di rotazione) non possono stare sullo stesso or%itale intorno al nucleo dell'atomo. ;uesto principio evidenzia) innanzitutto) che esiste una reale comunicazione nell'atomo come totalit) come se gli elettroni fossero costantemente a conoscenza) ossia fossero "informati" della posizione dell'altro elettrone o della situazione glo%ale ed evitassero questa situazione. /uttavia) + stato rimarcato che non potre%%e esistere un siffatto sistema di comunicazione all'interno dell'atomo) in quanto la velocit di "informazione" tra elettroni sare%%e maggiore di quella della luce) che + la pi> alta velocit esistente... non esiste quindi spiegazione fisica di questo fatto. =a questo principio nasce e si sviluppa il concetto di sincronicit) in colla%orazione con lo psicologo C. <. Rung) e di "non localit") due espressioni di un'unica legge profonda che lega e connette ogni aspetto dell'esistenza.

Setti$o 4oan6 o!t#e Einstein i! %a#adosso de!!a non !oca!it" &e anomalie con cui i "quanti" si manifestano sono innumerevoli. =agli esperimenti della doppia fenditura) agli esperimenti di "hronov e @ohm e di :eeler) la logica dei quanti sem%ra infrangere il nostro a%ito mentale di considerarli degli "oggetti" nello spazio e nel tempo. I "quanti") che formano tutto ciG che esiste materialmente) mostrano una natura molto pi> complessa in cui la relazione tra loro e con il campo universale + sempre presente. Il paradosso della non localit + sicuramente uno tra i pi> rivoluzionari fenomeni della fisica quantistica. 1sso dimostra l'esistenza di una dimensione oltre il nostro concetto di spazio e tempo) che connette gli oggetti informandoli ad una velocit superiore a quella della luce e che quindi rappresenta un ponte tra materia e coscienza. ediamone insieme la storia. "l%ert 1instein) insieme ai fisici @oris *odols8i e 2athan Dosen) nel 34#Q sostenne) con un immaginario esperimento chiamato appunto 1*D (1instein-*odols80-Dosen)) che le speculazioni di Ceisen%erg e *auli fossero errate) in quanto in realt non poteva esistere nessuna trasmissione di informazioni ad una velocit superiore a quella della luce. &a realt sperimentale) tuttavia) dopo quasi cinquant'anni ha contraddetto 1instein. 2on localitI la telepatia atomica + pi> veloce della luce "&a telepatia atomica pi veloce della luce" il titolo di un articolo apparso su "5eA 1cientist" )

una delle pi> importanti riviste scientifiche del mondo) che esponeva i dati degli esperimenti condotti dal fisico <erhard Cergerfeldt nel 344# presso l'-niversit di <ottingen) in <ermania) confermando gli esperimenti del fisico "lan "spect all'-niversit di *arigi nel 347$. 9e gi il principio di indeterminazione aveva evidenziato come il soggetto e l'oggetto sperimentale erano inequivoca%ilmente legati) l'esperimento del fisico quantistico "spect e dei suoi colleghi sconvolge ancora pi> in profondit la logica deterministica della scienza attuale %asata sulla diretta causalit. "spect contraddice le ipotesi di 1instein e conferma la validit del teorema della diseguaglianza di @ell) che in %reve si puG esporre come segueI due sistemi quantistici che a%%iano interagito almeno una volta) non possono pi> essere considerati separati. -na sottile legge di natura li connette anche se essi vengono allontanati tra loro fino agli estremi dell'universo. 2ell'esperimento di "spect) due elettroni accoppiati con spin (rotazione) opposta venivano separati a grande distanza. 9i + osservato che quando un polarizzatore (osservatore) misura uno spin in una certa direzione) automaticamente e simultaneamente lo spin dell'altra particella si orienta in direzione opposta. ;uesto avveniva in modo istantaneo) senza possi%ilit di una connessione di causa-effetto. &a relazione di coppia non si cancella nel tempo) rimane una comunicazione oltre il tempo.spazio che conosciamo. ;uesti esperimenti provano l'esistenza di una interrelazione tra due particelle ad una velocit superiore a quella della luce) che li informa del loro stato reciproco) come se essi potessero conoscere ciG che accade al loro gemello in un qualsiasi altro punto dell'universo. &'accadere simultaneo dei due eventi relativi alla coppia di particelle separate sconvolge in modo drammatico l'attitudine analitica e riduzionista della mente occidentale. &e implicazioni di questo fenomeno possono essere enormi) se si tiene presente che all'inizio della creazione tutta la materia di cui + composto l'universo era unita in una singolarit0.

Conside#azioni #iassuntive &a fisica quantistica) addentrandosi nel cuore profondo della materia) scopre che essa + energia) vuoto) onda vi%rante in veloce movimento e mutamentoF scopre il paradosso esistenziale della duplice) "impossi%ile" natura di onda e di particella dei fotoni e gli elettroni) le unit prime dell'intera esistenza. 9copre) anche) che ogni quanto di onda-particella + interconnesso con l'intero sistema) ossia ogni frammento + intimamente legato all'intera esistenza come (neness) e quindi che tutte le parti dell'universo sono connesse tra loro dai campi elettromagnetici) come se fossero legate da un'unica energia intelligente che si manifesta in differenti forze e processi di creazione) conservazione e distruzione. &e leggi fisiche governano il /utto come il =harma) la legge dell'esistenza.

LE NUOVE /RONTIERE DELLA SCIENZA OLISTICA


Le #adici de!!a scienza o!istica =opo aver preso atto di quanto spazio ci sia) all'interno della scienza ufficiale) per giustificare o spiegare una visione unitaria e non divisa dell'esistenza) prendiamo in considerazione le ipotesi e i modelli che costituiscono le colonne portanti della nuova scienza e della concezione olisticaF e gli scienziati che hanno aperto nuovi orizzonti alla propria mente e a quella della nostra generazione. &a visione olistica rappresenta la %ase comune di tutto il nuovo pensiero scientifico. Consigliamo la lettura del campo centrale sul *"D"=I<M" (&I9/IC( e del dossier (&I9M( in questo stesso campo. *itagora) uno dei padri della cultura scientifica occidentale) scopritore del teorema che porta il suo nome) dei numeri irrazionali ma anche dei suoni elementari e delle armoniche) + un esempio ante litteram del nuovo corso scientifico e rappresenta un perfetto esempio di ricercatore olistico) essendo al tempo stesso scienziato) artista e mistico. *itagora) cinquecento anni prima della nascita di Cristo (e quindi nello stesso periodo del @uddha)) aveva fondato l'intera mole delle sue ricerche sull'intuizione che l'intero universo non fosse un Caos di eventi meccanici casuali) ma un Cosmo) un'organica unit che si esprime attraverso leggi armoniche) regolari) universali) intelligenti. Il termine greco OosmGs sottintende l'azione dell'ordinareF i numeri) la matematica e la geometria diventano) quindi) per *itagora il codice tramite il quale l'essere umano + in grado di intuire) penetrare e comprendere il &ogos) la logica della mente di =io. *itagora) grazie alle esperienze illuminanti di trasformazione spirituale apprese in 1gitto e in (riente) divenne capace di percepire l'esistenza come un tutt'-no) un (los) un Cosmo che si evolve dal Caos) in cui materia e coscienza sono intimamente unite. &a scienza moderna ha scoperto gran parte delle leggi dell'universo) da quelle microcosmiche a quelle macrocosmiche ma) attualmente) tende ad interpretarle in modo riduttivo e materialista. ;uesto + lo schema epistemologico della scienza) dal suo nascere fino ad oggi) ma anche in questo campo sono in atto dei radicali cam%iamenti.

La &usione de!!e cu!tu#e 2el presente momento storico di incontro e fusione delle culture del pianeta) la scienza e la cultura razionale occidentale entrano in contatto con culture primitiveI queste culture antiche) spesso mistiche) sostengono un modello spirituale pi> intuitivo e legato all'esperienza) in cui =io viene sperimentato come 2atura) come lo stesso -niverso in continuo divenire.

1' rilevante notare che la nuova scienza si sta creando proprio grazie a un gruppo di scienziati) fisici quantistici in primo piano) ma anche %iologi) chimici) neurofisiologi) etologi e medici che hanno avuto esperienze interiori di trasformazione attraverso lo 0oga o la meditazione) grazie all'incontro con uomini e donne di grande evoluzione spirituale o per proprie esperienze transpersonali. /ale esperienza interiore ha fatto loro intuire) comprendere e riformulare le conoscenze e le teorie della scienza materialista in termini pi> complessi) iniziando un processo di riconciliazione tra le dimensioni della coscienza e dell'intelligenza con la dimensione dell'energia e della materia. ;ueste loro intuizioni hanno portato a nuove ipotesi) nuove scoperte e nuove teorie che costituiscono un primo essenziale passo verso la trasformazione della scienza meccanicista in una scienza olistica. *ossiamo quindi assumere che il profondo rinnovamento) che da alcuni decenni + in atto all'interno della scienza) si allarga alla velocit con cui la popolazione diventa consapevole del proprio essere) delle limitazioni attualmente imposte alla conoscenza) e si rende conto della necessit di una nuova visione che consenta di non incorrere nei danni che il materialismo scientifico ha incoscientemente provocato all'essere umano e alla natura

IL PARADIGMA OLISTICO
1lenchiamo alcune tra le scoperte) paradigmi e ipotesi che negli ultimi trent'anni si sono imposte all'attenzione internazionale la cui conoscenza viene ritenuta indispensa%ile per avere una nuova visione scientifica dell'esistenza) in cui materia e coscienza non siano pi> necessariamente separate ma) anzi) ritrovino una loro logica di coesistenza. O!is$o- L'o#dine i$%!icato e !'o#dine es%!icato di David 5o*$ &'ordine implicato e l'ordine esplicato proposti dal fisico =avid @ohm) sono un elemento essenziale per una comprensione olistica delle differenti dimensioni dell'esistenza) per riunire la materia alla coscienza. @ohm - collega di 1instein) stimato ricercatore e scopritore di alcuni interessanti fenomeni in fisica quantistica - sostiene che la realt della coscienza + "implicata") ossia "ripiegata all'interno") rispetto alla realt materiale che lui chiama "esplicata") ossia "dispiegata all'esterno". 2el suo li%ro ":holeness and the implicate order" e nel pi> recente "9cience) order and creativit0" scritto insieme al fisico =avid *eat) @ohm espone in modo particolarmente interessante le logiche fisiche e psichiche dell'ordine "implicato" ed "esplicato") ovvero l'evoluzione e l'involuzione della nostra dimensione materiale o realt "esplicata" (ossia svolta) spiegata) a partire dalla dimensione potenziale della coscienza o realt "implicata" (ossia non espressa) ripiegata su se stessa). 9econdo @ohm il "senso" (meaning) di un'informazione rappresenta una delle porte per la comprensione della realt "implicata". &a teoria di @ohm + sicuramente la pi> ampia e scientifica serie di considerazioni olistiche per spiegare l'esistenza della coscienza e la sua continua relazione con la materia fisica. @ohm + stato un vero scienziato olistico) dotato di grande sensi%ilit spirituale e amore per la natura) sempre alla ricerca di relazioni umane che nascessero dal cuore) un fantastico precursore dei tempi e del modello C0%erI Ca proposto concetti avanzatissimi come il campo olistico che circonda gli elettroni e ogni altra unit fisica) descrivendolo come un campo di informazione attiva dotato di una rudimentale qualit mentale. @ohm era convinto che lo sviluppo della coscienza individuale verso una pi> vasta e illuminata coscienza collettiva) che lui paragonava ad una sorta di superconduttivit sociale ad alta energia e a %assa "temperatura") fosse un punto fondamentale per lo sviluppo della nuova cultura scientifica e planetaria. @ohm introduce anche il concetto di "significato" come elemento chiave per la comprensione del processo evolutivo) in quanto dal senso possiamo risalire alla coscienza implicata che percepisce il significato o senso delle informazioni.

La teo#ia 'ene#a!e dei siste$i di Lud;i' von 5e#ta!an&&i &a teoria generale dei sistemi di &udAig von @ertalanffi) %iologo ed epistemologo austriaco + una delle colonne pi> importanti per una visione glo%ale dell'esistenza. @ertalanffi rimproverG alla scienza meccanicista) ed in particolare alla %iologia) di essere eccessivamente "analiticosommatoria" ossia di scomporre e analizzare i fenomeni dividendoli in costituenti primari. &a sua

proposta era di considerare gli organismi viventi come "sistemi" complessi dotati di caratteristiche specifiche non deduci%ili dalla semplice somma delle parti costituenti. @ertalanffi) intorno agli anni Cinquanta) propose una "teoria generale dei sistemi" che riuscisse a riunire le propriet generali e complesse di tutti i sistemi in %ase alla quale riunificare tutte le scienze. &a teoria generale dei sistemi + alla %ase delle teorie dell'autopoiesi di Maturana e arela) della teoria dei sistemi sociali di 2i8las &uhmann) e in particolare della teoria sistemica generale dell'evoluzione) delle teorie della complessit e della teoria dei c0%er.

La teo#ia siste$ica 'ene#a!e de!!'evo!uzione i! vuoto su)3(uantistico e i! ca$%o %si di E#vin Lasz!o &a teoria sistemica generale dell'evoluzione) il vuoto su%-quantistico e il campo psi sono tre fondamentali ipotesi E proposte dall'epistemologo e filosofo della scienza 1rvin &aszlo - che in pochi anni sono diventati dei veri nuovi paradigmi di lettura per una scienza olistica e sistemica internazionale. &aszlo) nei li%ri 1voluzione e "lle radici dell'universo) propone una coerente visione evolutiva formulando una <rande /eoria 9istemica capace di a%%racciare l'intero processo di evoluzione dal @ig @ang ai sistemi sociali. &a %ase teorica proposta da &aszlo sar esposta pi> estesamente nel capitolo sull'evoluzione e) su di essa sar %asata tutta l'intera teoria ci%ernetica dell'evoluzione della coscienza. -na grande rilevanza assume anche il concetto di Campo *si che considera il uoto o meglio il vuoto su%-quantistico) come il ;uinto Campo) la dimensione originaria da cui sono emerse e si sono differenziate le quattro grandi forze della fisica. Il uoto come Campo *si) o "campo di punto zero" (zero point field)) + la dimensione della coscienza da cui appunto originano e alla quale sono comunque sempre legati tutti i fenomeni dell'esistenza fisica) %iologica e umana.

La scienza de!!a co$%!essit" &a scienza della complessit + stata recentemente sviluppata dall'Istituto di 9anta .e. Morris Mitchell :aldrop) colla%oratore dell'Istituto e autore del li%ro CompleHit0 definisce la teoria della complessit come il "<rande (lismo -nificato". Iniziata nei primi decenni del secolo da on @ertalanffi) :oodger) 2eedham e Caldane) la scienza della complessit si sviluppG come paradigma in opposizione sia al vitalismo che al meccanicismo) affermando il principio olistico secondo cui l'unit di un organismo non + riduci%ile alla somma delle sue parti) cercando un linguaggio capace di descrivere la glo%alit delle sue funzioni e attivit. .u alla %ase della teoria generale dei sistemi) successivamente venne applicata alla ci%ernetica) e pi> recentemente alle teorie del caos) configurandosi) comunque) in modo autonomo come "scienza della complessit". &a teoria + %asata sul principio di autorganizzazione spontanea e adattativa dei sistemi complessi) ad essa si rifanno numerose discipline e linee di ricerca come l'ecologia della mente di <regor0 @ateson) l'epistemologia genetica e il cognitivismo di Rean *iaget) l'olismo epistemologico di 1dgar Morin) la termodinamica dei processi irreversi%ili di Il0a *rigogine) le

ricerche em%riologiche di :addington) l'etologia di Oonrad &orenz e la teoria matematica della morfogenesi di Den+ /hom.

I! %a#adi'$a o!o'#a&ico Il paradigma olografico E %ase scientifica dell'olismo - + uno dei paradigmi emergenti pi> importanti della nuova scienza in quanto ripropone in termini attuali) %asati sulla coerenza) l'antico concetto di relazione micro-macrocosmica tra l'-no e il /utto) che venne espresso negli aforismi "come in alto cos? in %asso" o "il tutto nel tutto".

La coe#enza e!ett#odina$ica (uantistica di Giu!iano P#e%a#ata ed E$i!io de! Giudice &a coerenza elettrodinamica quantistica sviluppata dai fisici <iuliano *reparata ed 1milio del <iudice sulla %ase delle teorie della superradianza di Do%ert C. =ic8e) fisico di *rinceton. &a coerenza rappresenta uno dei punti di maggior interesse nella nuova scienza in quanto esprime la logica unitaria delle interazioni complesse tra particelle elementari attraverso la creazione di campi elettromagnetici di complessit crescente. Il campo collettivo) creato dall'insieme dei singoli campi delle particelle elementari) esprime un concetto dinamico sovra-individuale che anticipa) anche se per ora solo a livello di fisica quantistica) le varie teorie olistiche in cui l'intero + pi> della somma delle parti. "ttraverso il concetto e l'applicazione della coerenza si possono comprendere le complesse logiche evolutive che dal mondo atomico portano al vivente.

I! dua!is$o inte#azionista di <o*n Ecc!es Il dualismo interazionista di 9ir Rohn 1ccles) 2o%el per la neurofisiologia) e la teoria dei tre mondi ela%orata insieme al filosofo della scienza Carl *opper) sostiene che la dimensione della coscienza e della materia-energia sono in costante interrelazione. 2el suo ultimo e) forse) miglior li%ro) Come l'io controlla il suo cervello) 1ccles si propone di sfidare e negare il materialismo e di restituire all'Io spirituale il controllo del cervello. &a sua tesi) molto documentata) offre un quadro in cui la dimensione della coscienza + di estrema importanza e non + in alcun modo dipendente dalla dimensione materiale. &a sua analisi entra in profondit nei meccanismi cere%rali offrendo risposte su come la neurostruttura cere%rale interagisce con la coscienza individuale. &a concezione di 1ccles) come quella di @ohm) %ench, non sovrapponi%ili) risultano di fatto simili nel riconoscimento della realt della coscienza e della sua costante interdipendenza con questa vita.

Le st#uttu#e dissi%ative di I!=a P#i'o'ine

&e strutture dissipative e le nuove formulazioni dei principi di termodinamica lontano dall'equili%rio di Il0a *rigogine) 2o%el per la chimica) che nel li%ro &a nuova alleanza presenta una rivoluzionaria interpretazione del principio di entropia) ri%alta la vecchia visione meccanicista che la considerava una legge orientata necessariamente alla disgregazione e al caos) e mostra invece come nei sistemi lontani dall'equili%rio) chiamati strutture dissipative (come i sistemi viventi e la /erra)) la stessa legge porta ordine e unit.

L+i%otesi 'aia di <a$es Love!oc> &'ipotesi <aia di Rames &oveloc8) di cui parleremo estesamente nel prossimo paragrafo(lin8)) considera l'intero pianeta come un unico organismo vivente e autocosciente) ossia considera la /erra come un C0%er) un'unit vivente e cosciente.

La co3evo!uzione di E#ic <antsc* &a coevoluzione di 1ric Rantsch si %asa sulle teorie di *rigogine) e porta ad una nuova interpretazione dell'intero processo di evoluzione) visto non pi> come sistema casuale di crescita ma come sistema intelligente e ordinato di individui che crescono grazie alla auto-trascendenza) intesa come capacit di trasformare se stessi oltre i propri limiti attuali) e alla coevoluzione. &a Coevoluzione si pone in modo polare rispetto al concetto di competizione individuale evolutiva) come lotta per la sopravvivenza di ogni singolo essere contro tutto e tutti. 2ella coevoluzione si pone in risalto l'elevatissima coerenza e cooperazione che si instaura tra individui della stessa specie e anche di specie diverse come logica di migliore evoluzione collettiva.

La sinc#onicit" di ?o!&'an' Pau!i e Ca#! Gustav <un' &a sincronicit) di cui parleremo estesamente nel rispettivo paragrafo (lin8.)) + un elemento essenziale nella comprensione dei processi simultanei sia psichici (telepatia) che fisici (non localit). enne proposta dal 2o%el della fisica :olfgang *auli e dallo psicologo Carl <ustav Rung. ;uesta legge fondamentale) che considera l'esistenza come un /utto interconnesso e legato dal "senso") rappresenta l'altra polarit rispetto a quella di causa-effetto) per cui ogni evento + in qualche modo connesso dal significato a tutto il resto dell'esistenza.

La st#uttu#a c*e connette di G#e'o#= 5ateson &a struttura che connette di <regor0 @ateson + un concetto ci%ernetico di unit ed interazione

tra le varie realt oggettive dell'esistenza che) pur apparendo separate e indipendenti) rivelano una profonda interrelazione informatica) una sorta di rete mentale della natura nella sua glo%alit vivente.

I! ca$%o $o#&o'enetico di Ru%e#t S*e!d#a>e Il campo morfogenetico del %iologo Dupert 9heldra8e) sostiene un principio di conservazione dell'informazione legata alla forma della materia chimica come degli esseri viventi o delle ideeF questa forma) o campo morfico) puG essere trasmessa e ricevuta da altri campi (esseri viventi) simili. &a sua affascinante teoria presuppone una dimensione in cui l'informazione legata ad una specifica forma esiste anche quando il corpo fisico scompare) ad esempio una rosa che viene %ruciata mantiene il suo campo morfico in una dimensione parallela dove puG influenzare nuovamente la nostra realt fisica. ;uesta teoria + stata provata con una serie di esperimenti in diverse parti del mondo.

I! Tao de!!a &isica di /#it@o& Ca%#a Il /ao della fisica di .ritYof Capra) per la prima volta espone una visione unitaria tra materia e coscienza) mette il grande pu%%lico in contatto con i nuovi paradigmi unitari della scienza e del misticismoF Capra ha continuato in questa opera di grande divulgazione con una serie di ipotesi e di sintesi tra pensiero scientifico e spirituale nei li%riI Il punto di svolta) &'universo come dimora e erso una nuova saggezza.

L+auto%oiesi di :u$)e#to Matu#ana e /#ancisco Va#e!a &'autopoiesi e i sistemi auto-organizzanti di Cum%erto Maturana e .rancisco arela) ossia la capacit degli esseri viventi di autorigenerarsi glo%almente e le teorie sistemiche applicate agli esseri viventi ed al loro processo di evoluzione) sono stati espressi nei li%ri "utopoiesi e cognizione e &'al%ero della conoscenza.

La $e$o#ia de!!+ac(ua di <ac(ues 5ienveniste &a memoria dell'acqua di Racques @ienveniste) testimonia in modo inconfuta%ile una trasmissione dell'informazione %iologica (stimolo alla degranulazione di linfociti del sangue) attraverso l'acqua e i campi elettromagnetici ed offre un fondamentale punto di spiegazione scientifica dell'omeopatia e delle medicine %ioci%ernetiche.

La neu#o%sicoendoc#inoi$$uno!o'ia &e endorfine e i neurotrasmettitori scoperti da Candace *ert cancellano la vecchia divisione mente-corpo per un nuovo modello psicosomatico glo%ale. =a queste scoperte nasce la neuropsicoendocrinoimmunologia. &a *ert parla di avanzati modelli olistici) di "unit psicosomatica") di "reti di informazioni") di corpo intelligente e di sopravvivenza della coscienza secondo la legge di conservazione dell'energia.

I &#atta!i di 5enoit Mande!)#ot 1' merito di Mandel%rot l'averci rivelato l'esistenza di una geometria frattale insita nella natura e nella matematica. Il frattale + una figura complessa di grande %ellezza estetica generata dai computer grafici attraverso lo svolgimento di un'equazione matematica "iterativa") ossia che ritorna su se stessa) includendo il risultato ottenuto nella successiva equazione. I frattali evidenziano come all'interno del modello stesso si manifestino) su scala progressivamente pi> piccola o pi> vasta) una serie di modelli simili al modello di %ase in modi sempre differenti ma analoghi. &a logica frattale) quindi) sostiene in chiave matematica il pensiero olistico micromacrocosmico del generarsi e del ripetersi delle medesime strutture (pattern) in insiemi infinitamente pi> vasti o piccoli.

L+o!one di A#t*u# 4oest!e# &'olone di "rthur Ooestler + il primo modello olistico moderno e precursore del modello C0%er. 9econdo Ooestler ogni unit + un olone) un sistema glo%ale) che) come <iano @ifronte) + in costante relazione con gli insiemi-oloni pi> vasti di cui + intrinseca parte e) dall'altra) con gli insiemi-oloni pi> piccoli che lo costituiscono. 2el concetto di olone tuttavia non + espressamente contemplata alcuna definizione di coscienza e di centro di coscienza.

I! $ode!!o o!istico 8C=)e#8 di Nita$o Montecucco l modello C0%er - proposto da 2itamo Montecucco - rappresenta il primo modello di coscienza scientifico che utilizza un linguaggio e una logica ci%ernetica - informatica per comprendere e spiegare come la coscienza e l'energia fisica interagiscono tra loro creando il mondo. Il modello C0%er permette di spiegare l'evoluzione della coscienza dalla fisica) alla %iologia alla condizione umana in modo coerente con la /eoria 9istemica <enerale dell'1voluzione) offrendo nuove prospettive per la comprensione psicosomatica del cervello e della coscienza. Il modello C0%er permette di riassumere in un linguaggio moderno sia gli antichi modelli di anima) che i dati di neuropsicologia per creare una visione e un modello olistico di essere umano.

Concludiamo questo capitolo sulle colonne della nuova scienza approfondendo sei di esseI l'ipotesi <aia) il paradigma olografico) la sincronicit) la teoria generale dei sistemi) il vuoto su%quantistico e il modello c0%er. ;ueste colonne sostengono la necessit di includere e considerare la coscienza come parte essenziale della ricerca e della scienza stessa) conducendo un'affascinante opera di riconciliazione tra scienza) natura e spiritualit.

CONOSCENZA E REALTA'
di 1nrico Cheli

<ran parte della riflessione epistemologica contemporanea e degli studi empirici sui processi cognitivi evidenziano che ciG che percepiamo di ogni realt) fenomeno) processo non + mai del tutto "oggettivo") intrinseco alla realt osservata) ma dipende anche dalle nostre preesistenti credenze a riguardo) dalle mappe!schemi cognitivi di cui disponiamo e pi> in generale dalla nostra "immagine del mondo". *ertanto) la realt che consideriamo esterna e) quindi) indipendente da noi (oggettiva) appunto)) + invece) sempre e comunque) una rappresentazione!costruzione mentale e quindi in certa misura soggettiva e interiore. 9ia nel campo della fisica che in quello delle scienze socioantropologiche il novecento potre%%e essere ricordato come il secolo del relativismoI ciG che + osservato non puG prescindere dalle caratteristiche) dalla posizione) dal punto di vista di colui che osserva. ;uesto principio + valido tanto nella vita quotidiana quanto nell'indagine scientifica) pertanto sia nelle scienze fisiche e naturali che a maggior ragione in quelle umane e sociali l'osservatore) il ricercatore) va considerato parte integrante della realt che osserva) e non pi> una entit superpartes come la immaginava il mito positivistaI "CiG che osserviamo non + la natura in se stessa ma la natura esposta ai nostri metodi di indagine" (:. Ceisen%erg) citato da Capra ..) 347LI 35$). CiG implica alcune importanti conseguenze) tra cuiI a) l'interpretazione di quel che si osserva dipende in larga misura dalle teorie scientifiche o dalle credenze di senso comune su cui) pi> o meno consapevolmente) ci si %asaF %) tale influenza si esercita non solo sulla interpretazione ma perfino pi> a monte) sulla scelta stessa dell'oggetto!fenomeno da osservare) nel senso che - come come e%%e a dire "l%ert 1instein - "N la teoria che determina quello che si osserva". =al modello teorico adottato dipendono la nitidezza e la veridicit dell'osservazione) ma anche i limitiI infatti) + inevita%ile perdere tutto ciG che va oltre le previsioni della teoria) che sta fuori dal "fascio di luce" che essa proietta. (gni teoria insomma prende in considerazione solo alcuni aspetti e!o dimensioni della realt) evidenziandole come figure di primo piano) mentre ne tralascia inevita%ilmente altri) che si perdono nello sfondo. *ertanto) di una stessa realt sono possi%ili molteplici visioni) a seconda della teoria e dei relativi criteri osservativi adottati. =etti criteri sono un aspetto tutt'altro che secondario nel processo di conoscenza e rappresentano anzi il nocciolo pulsante) la sorgente di luce che d senso a quanto osservatoF nel campo della scienza essi dipendono da vere e proprie teorie esplicite e sono in genere precisi e formalizzati) mentre nell'am%ito della vita quotidiana essi sono pi> vaghi e spesso inconsci) poich, derivano da sistemi di credenze e assunti di senso comune che rappresentano una sorta di teorie

implicite) pi> sfumate e meno coerenti di quelle cosiddette scientifiche) ma non troppo diverse da esse. 1ntram%i i tipi di teorie hanno infatti in comune alcuni importanti aspetti di fondoI a) ogni teoria + un tentativo di spiegazione della realt) non la realt) pertantoI %) ogni teoria + una ipotesi che dovre%%e essere comprovata dai fatti (dove "comprovata" rinvia alla verifica sperimentale o sul campo) per la scienza) e alla esperienza personale propria e altrui per la vita quotidiana). Inoltre) i due tipi di teorie si influenzano a vicendaI le principali teorie scientifiche (attraverso la scuola) la divulgazione) i media) entrano a far parte del %agaglio culturale di un popolo e ne modificano) se pur lentamente) le credenze e il modo di pensareF tuttavia + anche vero il contrario) e cio+ che ogni scienziato) in quanto persona) risente dei sistemi di credenze e degli assunti di senso comune dell'am%iente socioculturale in cui + stato inculturato!socializzato. &'approccio scientifico puG ridurre in parte tale influenza ma non la puG eliminare del tutto) specie se P come spesso accade P tali credenze e assunti sono del tutto inconsapevoli. Come vedremo ancor pi> approfonditamente nel corso di questo capitolo) la realt P o meglio la realt come ci appare P non + qualcosa di oggettivo %ens? il prodotto della interazione tra ciG che osserviamo e il modo in cui lo osserviamo. =etto in altri termini) la realt che consideriamo esterna e) quindi) indipendente da noi (oggettiva) appunto)) + invece) sempre e comunque) una rappresentazione!costruzione mentale e quindi in certa misura soggettiva e interiore. 9e accettiamo questa tesi (e ormai sono davvero pochi quelli che la rifiutano) do%%iamo trarne una ovvia ma non %anale conseguenza) e cio+ che cam%iando schemi P mutando paradigma P possiamo cam%iare in certa misura la realt.

,- La $a%%a non 7 i! te##ito#io -na degli assunti pi> importanti della moderna scienza cognitiva + che) per quanto i nostri sensi possano darci l'impressione di poter prendere contatto diretto con la realt e interagire con essa) quello che ci appare come realt non + la realt) cos? come una mappa non + il territorio che rappresenta (Cfr. Oorz0%s8i ".) 34S7). CiG che + accessi%ile alla nostra consapevolezza e con cui ci rapportiamo + piuttosto una sorta di mappa intrapsichica della realt) "costruita" dalla nostra mente sulla %ase di una gamma di dati rilevati dai sensi (gamma assai ristretta rispetto alla complessit effettiva del campo) e di una serie di principi organizzativi!ela%orativi che strutturano e danno senso a tali datiF principi che) come vedremo) hanno una validit tutt'altro che assoluta. -na mappa mentale + insomma una entit diversa dallo stato di cose che rappresentaI essa + costituita infatti non dalle cose stesse) che si trovano) per cos? dire) all'esterno della nostra mente) ma piuttosto da sim%oli delle coseI immagini) parole) sensazioni. 2on sussiste quindi una corrispondenza diretta) fisica) tra un oggetto o fenomeno e la sua percezione!rappresentazione) ma semmai un nesso sim%olico o una analogia strutturale. Il rapporto tra "rappresentazione mentale" e "realt" o "processo" rappresentati (un oggetto) un evento) una persona etc.) + in un certo senso paragona%ile a quello esistente tra una carta geografica e il territorio che raffiguraI la prima non ha col secondo niente a che fare)

materialmente parlando) n, come dimensioni o composizione chimico!fisica) n, come propriet cromatiche o presenza di oggetti etc.) ma si limita a illustrarne la "struttura spaziale") le relazioni esistenti tra alcune delle cose che lo compongono (monti) fiumi) strade) citt etc.) convenzionalmente rappresentate da "contrassegni" di vario tipo (diverse densit di colore) linee azzurre o rosse) gruppetti di piccoli rettangoli o cerchietti etc.).

figura * / Esempio di mappa topografica

*er dirla con Cans ahihinger (3456I 74) "&'intero mondo delle rappresentazioni) nella sua totalit) non + affatto destinato ad essere un'immagine (fotografica ed esatta) della realt P scopo che gli sare%%e impossi%ile adempiere P ma + piuttosto uno strumento per meglio orientarsi nella realt stessa". &a capacit di rappresentazione della realt non +) in senso generale) tipicamente umana) in quanto riscontra%ile anche in altre specie animali evolute. &a specie umana perG) a differenza di tutte le altre specie) ha la capacit non solo di formare modelli percettivi del mondo fisico (cio+ %asati su informazioni raccolte direttamente dagli apparati sensoriali)) ma anche modelli concettuali) che rappresentano cio+) a diversi livelli) entit astratte di vario tipo (e possono) tra l'altro) influenzare i primi). Inoltre l'uomo puG costruire modelli con varie finalit) rappresentando non solo stati di cose reali nel qui-ed-ora) ma anche quelli possi%ili in futuro o solo immaginariI l'essenza primaria dei modelli mentali consiste infatti nella loro utilit sul piano

adattivo ed + evidente l'importanza di poter rappresentare eventi futuri in modo svincolato dalle contingenze percettive del momento. Come sostiene Rohnson &aird (cit.) #7)I "1e l6organismo porta nella testa 6un modello in scala ridotta6 della realt! esterna e delle proprie possibili azioni, ci vuol dire c e esso in grado di sperimentare varie alternative, di decidere "uale di esse la migliore, di reagire a situazioni future prima c e si presentino, di utilizzare la conoscenza degli eventi passati nel trattare "uelli presenti e futuri, e in generale di reagire in modo molto pi completo, pi sicuro e pi adeguato alle circostanze c e si presentano".

.- Le teo#ie de'!i sc*e$i co'nitivi .in dai primi decenni del MM secolo alcuni psicologi avevano ipotizzato che P contrariamente a quanto sostenuto dalla teoria associazionista P percezione e memoria non fossero meri processi riproduttivi della realt) ma piuttosto attivit costruttive guidate da "una organizzazione attiva delle reazioni passate o delle esperienze passate" (@artlett) 34#L) L3) . /uttavia i tempi non erano ancora maturi) e la teoria degli schemi cognitivi iniziG a trovare credito presso il mondo scientifico solo alcuni decenni dopo. "ttualmente la maggior parte degli studiosi + d'accordo sull'assunto che l'uomo non costruisce le proprie rappresentazioni mentali ogni volta eH novo) %asandosi sui soli dati percettivi) ma si serve anche di schemi pre-strutturati che possono derivare sia da personali) precedenti esperienze) sia) in misura perfino maggiore) da apprendimenti di carattere socioculturale. *ertanto l'attivit conoscitiva non va vista come una funzione passiva di mera ricezione dei dati sensoriali) ma come un processo costruttivo che ricerca in modo finalizzato i dati e li organizza in modo attivo. &'esame attivo dell'am%iente e la sua rapida interpretazione mediante schemi rispondono ad una esigenza di orientamento presente in ogni forma vivente e particolarmente sviluppata nell'essere umano. <razie all'utilizzazione di "configurazioni preesistenti" (definite dai vari autoriI schemi) modelli) prototipi etc.) l'essere umano puG semplificare la complessit delle nuove situazioni che si trova ad affrontare) assimilandole a situazioni simili gi note. <li schemi operano in primo luogo selezionando a priori) tra le innumerevoli informazioni disponi%ili) quelle che riguardano aspetti ritenuti essenziali in rapporto agli o%iettivi) consapevoli o inconsapevoli) del percettoreF quindi ela%orandole sulla %ase di procedure gia collaudate) in virt> della somiglianza) presunta o reale) tra la nuova situazione e situazioni analoghe affrontate in passato ed infine interpretandole in riferimento a preesistenti nozioni) credenze) valori) norme. *ertanto) quando la percezione di un oggetto) persona) fenomeno interagisce con uno schema) i dati vengono ad essere ordinati in una maniera che riflette non solo le caratteristiche di tale oggetto ma anche la struttura dello schema. In altri termini) la nostra immagine della realt non dipende solo dalle caratteristiche intrinseche della realt ma anche (talvolta soprattutto) dagli "occhiali" (schemi) attraverso cui la percepiamo. CercherG di chiarire meglio questo importante punto proponendo al lettore un simpatico gioco di a%ilitI si tratta di riuscire a toccare tutti e nove i punti della figura 3 con una linea spezzata

costituita da massimo quattro segmenti senza mai staccare la matita dal foglio.

)igura ; / 3ompicapo del ""uadrato"

*er la gran parte delle persone che per la prima volta vi si cimentano) il gioco non + affatto semplice e invito il lettore a tentare almeno per qualche minuto di risolverlo da solo prima di procedere nella lettura. &a difficolt principale (si veda la soluzione riportata in fondo al capitolo) dipende dal voler rimanere (o meglio) dal credere di dover rimanere) all'interno del quadrato che i punti sem%rano delineareI ma tale o%%ligo non + assolutamente contenuto nelle istruzioni ed inoltre la figura non + affatto un quadrato) che per definizione + costituito da quattro segmenti uniti ortogonalmente tra loro) ma semplicemente somiglia a un quadrato. /ale somiglianza fa perG scattare un forte e a%itudinario schema percettivo (quello del quadrato appunto) che condiziona in negativo la ricerca della soluzione. @astere%%e uscire dai vincoli posti da tale schema di riferimento per cogliere immediatamente la soluzione) ma uscire dalle a%itudini non + cosa facile. *er farlo + necessario prendere consapevolezza che di a%itudine P e non di realt P si tratta) e che ciG che si vede + quello che i nostri occhiali ci permettono di vedere. ;uesto rompicapo ci insegna che molto pi> spesso di quanto si pensi) non + la realt a dover essere cam%iata) ma gli occhiali che indossiamoJ "pprofondiamo adesso il concetto di schema) che) come si + detto) non contiene informazioni specifiche su casi particolari) ma rappresenta piuttosto la struttura di classi di casiI esso + quindi considera%ile uno stereotipo) o meglio) un prototipo di una certa classe di oggetti) situazioni) fenomeni (cfr. Dosch 1.) 3465). =a un altro punto di vista gli schemi sono anche defini%ili come insiemi gerarchicamente interrelati di aspettative e ipotesi ciascuna delle quali puG collegare o un oggetto ai suoi presunti attri%uti) o una specifica azione alle sue conseguenze previsteF essi pertanto funzionano come regole di possi%ilit che guidano l'attivit interpretativa dell'uomo e ne prestrutturano l'agire. 2el primo caso parleremo di schemi interpretativi mentre nel secondo avremo degli schemi comportamentali. a perG precisato che gli schemi costituiscono non tanto delle organizzazioni cognitive sta%ili e rigidamente definite) quanto invece P per dirla con *iaget P il frutto di un continuo processo di accomodamento!assimilazione tra l'individuo e l'am%iente. 9i tratta) insomma) di strutture che possono essere modificate o create eH novo in funzione sia delle caratteristiche della realt sia

degli scopi del percipiente. &a relazione tra conoscenze e schemi ha dunque un andamento %iunivoco) nel senso che) se molte volte sono gli schemi che "plasmano" la realt) vi sono anche casi in cui in funzione di nuovi dati si devono modificare gli schemi o crearne di nuovi. 2aturalmente) i due casi suddetti sono casi limite) e non + detto che l'attivit si svolga sempre su uno dei due estremi. *uG anzi avvenire che schemi e dati si influenzino vicendevolmente) in misura diversa in rapporto alla situazione e alla flessi%ilit!rigidit dell'individuo. -na questione assai importante) su cui torneremo al capitolo III) + quella riguardante la natura) innata o acquisita) delle strutture cognitive. 9e per alcuni studiosi essa va considerata essenzialmente innata (vedi il caso delle strutture profonde di Choms80) per altri appare pi> credi%ile la tesi "am%ientalista" (neoempirista)) che li vede come prodotti dell'apprendimento e quindi acquisiti) pur se in una forma elastica) che prevede che almeno alcuni schemi molto generali siano innatiF altrimenti non si spieghere%%e come possa il %am%ino attivare il flusso informativo che lo porter poi a costruire schemi sempre pi> complessi e specifici. "@uello c e i bambini sanno P sostiene -. 2eisser (3465I 76) P come esplorare il loro ambiente e come organizzare le informazioni c e ne ottengono cos8 c e "ueste possano contribuire ad ottenerne altre. Essi non sanno molto bene come farlo, ma abbastanza bene per cominciare". 9e si accetta la seconda tesi) si apre una seconda questione aperta che riguarda il come gli schemi vengano acquisitiI mentre molti studiosi) specie tra gli psicologi) individuano come fonti primarie la percezione e l'esperienza) altri autori) specie nell'am%ito delle discipline socioantropologiche) sottolineano che gran parte degli schemi vengono acquisiti in forma preconfezionata nel corso del processo di inculturazione!socializzazione.

0- La %#o'#a$$azione sociocu!tu#a!e de!!a $ente Il punto di vista socioantropologico pi> diffuso riguardo alla questione della conoscenza e degli schemi puG essere cos? sintetizzatoI le strutture cognitive) nella maggior parte dei casi) non traggono origine dai processi ela%orativo-creativi attuati dall'individuo in %ase alle proprie esperienze) percezioni sensoriali) %isogni) motivazioni etc. ma provengono P pi> o meno direttamente e in forma gi compiuta P dall'am%iente socioculturale di appartenenza. &a realt) cos? come noi la vediamo) + quindi mediata da una serie di schemi che) fin dall'infanzia) la societ (attraverso i pi> diversi agenti socializzanti) dalla famiglia alla scuola) dalle chiese ai mass media) ci propone!impone %ell'e pronti. Il processo tramite il quale ripetute esperienze si cristallizzano (9tar8 :.) 34Q7)) dando luogo a credenze) atteggiamenti) modelli di comportamento etc.) + di natura essenzialmente sociale e va quindi rapportato alla cultura ed al sistema sociale di appartenenza dell'individuo piuttosto che alle sue diverse esperienze soggettive. CiG che conta di queste ultime non + tanto l'aspetto sensoriale ma quello interpretativoI il significato cio+ che ad esse viene attri%uito dall'individuoI or%ene) tale significato + nella maggior parte dei casi gi culturalmente definito prima ancora che il singolo venga al mondo) e gli diviene disponi%ile) esplicitamente o implicitamente) consapevolmente o meno) mediante l'acquisizione delle

credenze e dei valori attuata nel corso del processo di inculturazione!socializzazione. &e strutture cognitive vanno quindi considerate un prodotto (e un riflesso) della societ e la loro genesi e riproduzione si attua mediante processi interazionali e sim%olici collettivi che travalicano l'apporto ela%orativo e creativo del singolo) che puG) al pi>) all'interno dei limiti normativi e valoriali consentiti dalla sua comunit) adattare in chiave personale gli schemi socialmente appresi alle proprie esperienze personali) ma non certo crearli eH novo a partire (solo) da esse. ;uesto punto + chiaramente (e anche un po' drasticamente) espresso da Oarl Mannheim (34L4F trad. it.I S-Q)I "A rigore, non corretto dire c e il singolo individuo pensa. E6 molto pi esatto affermare c e egli contribuisce a portare avanti il pensiero dei suoi predecessori. Egli si trova ad ereditare una situazione in cui sono presenti modelli di pensiero a essa appropriati e cerca di elaborarli ulteriormente, o di sostituirli con altri, per rispondere, nel modo pi conveniente, alle nuove esigenze, nate dai mutamenti e dalle trasformazioni occorse nella realt!. 9gni individuo "uindi predestinato in un duplice senso dal fatto di crescere in una societ!. da un lato egli trova una situazione ormai costituita e, dall6altro, egli a a c e fare con modelli gi! formati di pensiero e di comportamento." <ran parte delle teorie psicologiche tendono a considerare la conoscenza come un qualcosa di astorico) creato eH novo da ogni generazione umana) i cui mem%ri sono visti come instanca%ili ed efficienti "esploratori e teorizzatori") con un approccio conoscitivo al mondo simile) per coerenza e razionalit) a quello degli scienziati. &a sociologia e l'antropologia culturale) d'altro canto) insistono sulla tesi del primato della societ sull'individuo) considerando P nelle posizioni pi> estreme P la conoscenza come qualcosa di %en poco soggettivo e alquanto statico) che si accresce sommativamente e viene tramandato in modo pi> o meno acritico ad individui passivi. &a percezione!rappresentazione della realt) pur essendo un processo che ha luogo a livello mentale) nell'individuo) dipendere%%e quindi prevalentemente da quelle categorie socialmente condivise da lui interiorizzate. Come si evince da queste) pur %revi) considerazioni) le differenze tra psicologia e sociologia circa la questione della percezione!rappresentazione della realt appaiono al momento difficilmente supera%ili) anche solo in una pura logica di compromesso. /uttavia una sintesi tra le due posizioni rappresenta un passaggio o%%ligato se si vuole pervenire ad una valida concezione della conoscenza umana. 1' pertanto nostra intenzione procedere in questa direzione) prendendo avvio da un %reve riepilogo delle tappe salienti dello studio in chiave socioculturale della suddetta questione. "ll'interno della suddivisione dei campi di studio fino ad oggi pi> o meno tacitamente accettata da entram%e le discipline) la psicologia si + interessata della connessione tra percezione!rappresentazione di una data realt e apprendimenti individuali precedenti in vario modo ad essa specificamente attinentiF a tal fine si + avvalsa di concetti qualiI credenza) atteggiamento) pregiudizio) schema) che si suppongono eminentemente soggettivi) dipendenti dalle esperienze peculiari di ciascun individuo e quindi diversi da persona a persona (pur con

certe regolarit tipologiche). &a sociologia e l'antropologia) d'altro canto) non si sono soffermate sulle peculiarit individuali ma sulle omogeneit intraculturali e sulle differenze interculturaliF sull'individuazione cio+ di quegli aspetti sociali che pi> influenzano le rappresentazioni collettive e sulle dinamiche sociointerazionali inerenti la loro propagazione) legittimazione) riela%orazione) modificazione. <i negli scritti di "ugust Comte) padre "ufficiale" della sociologia) si trovano riferimenti espliciti alla funzione distorcente esercitata sul pensiero umano da determinate categorie di origine socialeI infatti) nella sua teoria sulla evoluzione della societ in tre stadi successivi (religioso) metafisico e positivo) egli individuava i primi due stadi come caratterizzati da una forte influenza di categorie predeterminate (di argomento) appunto) religioso o metafisico). 9olo con l'avvento del terzo stadio) quello positivo) l'umanit poteva li%erarsi dal pregiudizio e dal dogmatismo ed affrontare la realt in modo scientifico empiricamente verifica%ile. 1' comunque a Oarl MarH e alla dottrina dell'ideologia che vengono comunemente fatte risalire i fondamenti della sociologia della conoscenza. "2on + la coscienza degli uomini che determina il loro essere ma +) al contrario) il loro essere sociale che determina la loro coscienza" (MarH O.) trad. it. 34Q6I 33). *er MarH l'intera sovrastruttura (le idee) il diritto) le esperienze soggettive) religiose) estetiche) morali etc.) + un riflesso della struttura socioeconomica. 2ella produzione e nel mantenimento della sovrastruttura non tutte le classi sociali hanno la stessa parte ed + soprattutto la classe dominante a svolgere un ruolo attivo) producendo e!o difendendo quelle idee e categorie pi> conformi ai suoi interessi materiali e ai suoi rapporti sociali) "quindi queste idee e categorie sono tanto poco eterne quanto le relazioni che esse esprimono. 9ono prodotti storici e transitori" (MarH O.) trad. it. 3454I 74). *er quanto originale e penetrante) la concezione dell'ideologia di MarH + riduttiva) particolare come dice Mannheim (op. cit.) nel senso che attri%uisce natura distorta (ideologica) appunto) solo alle categorie e alle idee di origine aristocratico-%orghese) ritenendo possi%ile) per la classe proletaria P una volta li%eratasi dal dominio delle suddette classi P il pervenire ad un pensiero o%%iettivo che si affranchi da tendenze faziose e dall'uso dell'ideologia come strumento di dominio. Come perG ha successivamente dimostrato Mannheim (i%i)) la distorsione ideologica non puG essere imputata ad una sola parte della societ) n, tantomeno puG essere considerata derivante da una attivit manipolativa sempre intenzionale e coordinata di particolari gruppi o classi sociali. /ale fenomeno va visto piuttosto come una costante inevita%ile dell'attivit cognitiva umana) propria tanto alle classi dominanti quanto a quelle dominate) e alla quale non si sottrae nemmeno lo studioso imparziale. "&a sociologia del sapere strettamente congiunta, anc e se sempre pi se ne distingue, alla teoria dell6ideologia #...% &o studio delle ideologie a fatto il suo compito di smasc erare gli inganni e le mistificazioni, pi o meno consapevoli, c e sono presenti negli interessi dei gruppi, in particolare dei partiti politici. &a sociologia del sapere non si occupa delle menzogne c e nascono da un deliberato sforzo di ingannare, "uanto ai differenti modi in cui la realt! si rivela al soggetto in conseguenza della sua diversa posizione sociale. Infatti, le strutture mentali sono

inevitabilmente conformate in maniera differente, a seconda dei vari stati sociali e storici. 46accordo con tale distinzione noi lasceremo alla teoria dell6ideologia solo le prime forme in cui si presenta il pensiero "scorretto" e falso, mentre la parzialit! della conoscenza, in "uanto non dipenda pi da una consapevole intenzione, verr! a costituire l6oggetto specifico della sociologia della conoscenza "#:ann eim, op. cit. pp. ;L,/+%. 1' su questa concezione totale dell'ideologia che si fonda l'attuale sociologia della conoscenza) facendo proprio un relativismo cognitivo che anche in altri am%iti disciplinari (principalmente l'antropologia culturale e sociale) andava affiorando attorno agli anni '#$) pur incontrando all'inizio) come del resto in sociologia) notevoli resistenze e vere e proprie opposizioni. CiG anche a causa del fatto che) accettando tale concezione) si deve accettare come conseguenza che anche il pensiero scientifico sia suscetti%ile di distorsione P cio+ "ideologizzato" P idea questa che si scontrava frontalmente con il mito positivista della o%%iettivit scientifica) all'epoca in piena auge e che ancora oggi trova non pochi sostenitori.

1- Lin'ua''io e #ea!t"6 !'i%otesi Sa%i#3?*o#& Cos? come la sociologia della conoscenza tende a vedere la rappresentazione della realt come funzione della struttura sociale e della posizione in essa rivestita dall'individuo) l'antropologia culturale ha messo in luce come su tale rappresentazione influiscano anche fattori che non hanno un immediato e diretto nesso con la struttura sociale) e che inoltre operano trasversalmente ad essa) agiscono cio+) entro certi limiti) sia sulle classi dominate che su quelle dominantiI esempio em%lematico in tal senso + quello del linguaggio) come adesso vedremo. 2umerosi studi antropologici hanno rivelato fin dagli inizi del MM secolo che i modi in cui le persone percepiscono ed organizzano la realt si differenziano notevolmente da un popolo all'altro) da una etnia all'altra e) per certi aspetti) anche tra una (comunit) tri%> e l'altra. Come gi aveva intuito Montesquieu oltre due secoli fa) (cfr. &o spirito delle leggi) trad. it. -/1/) 34QL) aspetti della realt che hanno valore per certi gruppi umani possono non averlo per altri e gli eventi possono assumere significato ed importanza diversi a seconda delle convenzioni sociali e culturali sulla cui %ase vengono considerati. CiG + attri%ui%ile non solo e non tanto a diverse caratteristiche dell'ha%itat (condizioni climatiche) geografiche) quantit e qualit delle risorse etc.) quanto piuttosto a fattori culturali distintivi dei vari gruppi) fattori che possono anche essersi originati in relazione all'ha%itat ma che possono nascere e!o operare anche a prescindere da esso) permanendo attivi anche una volta che siano mutate le condizioni "oggettive" che ne hanno favorito la comparsa. Il linguaggio P in quanto "espressione" delle peculiarit sociali e culturali del gruppo in cui si + formato P puG essere considerato il "filtro" percettivo!interpretativo forse pi> rilevante sul piano culturale. 9econdo 1. 9apir (34L4)) che per primo formulG questa tesi) l'uomo orienta il processo di costruzione della realt in modi diversi a seconda del linguaggio che adotta e della cultura cui appartieneI

E6 un6illusione credere c e ci si possa adattare alla realt! senza l6ausilio della lingua, e c e "uesta sia solo un mezzo incidentale per risolvere problemi specifici di espressione e riflessione. &a verit! c e il "mondo reale" , in gran parte, costituito inconsciamente sulla base delle abitudini linguistic e di un gruppo... &6uomo vede, ascolta, ed a altre esperienze, nella larga misura in cui le a, proprio perc F le abitudini linguistic e della sua comunit! lo predispongono a certe scelte interpretative. @enYamin &ee :horf riprese e sviluppG in seguito questa ipotesi) portando anche numerose testimonianze a favore di essa. Il %rano che segue testimonia assai chiaramente il pensiero di :horf. "&a formulazione delle idee non un processo indipendente, strettamente razionale nel vecc io senso, ma fa parte di una grammatica particolare e differisce, in misura maggiore o minore, in differenti grammatic e. Analizziamo la natura secondo linee tracciate dalla nostra lingua. &a categoria e i tipi c e isoliamo dal mondo dei fenomeni non vengono scoperti perc colpiscono ogni osservatore2 ma, al contrario, il mondo si presenta come un flusso caleidoscopico di impressioni c e deve essere organizzato in larga misura dal sistema linguistico delle nostre menti. 1ezioniamo la natura, la organizziamo in concetti e le diamo determinati significati, in larga misura perc siamo partecipi di un accordo per organizzarla in "uesto modo, un accordo c e vige in tutta la nostra comunit! linguistica ed codificato nelle configurazioni della nostra lingua. &6accordo naturalmente implicito e non formulato, ma i suoi termini sono assolutamente tassativi2 non possiamo parlare affatto se non accettiamo l6organizzazione e la classificazione dei dati c e "uesto accordo stipula #...% " #K orf C. &., *+-<. *L+%. "nche se l'estremismo (evidente nel %rano citato) con cui :horf sosteneva la propria ipotesi) l'ha fatta oggetto) all'inizio) di non poche contestazioni) i risultati sperimentali gli hanno poi reso spesso giustizia. &e direzioni in cui si sono mosse le numerose ricerche empiriche volte a verificare tale ipotesi sono dueI quella degli studi intralinguistici P svolti all'interno di comunit monolinguistiche P e quella degli studi interlinguistici) tesi a confrontare soggetti che parlano lingue diverse ed a correlare le eventuali differenze percettivo!comportamentali riscontrate in tali soggetti) con le differenze tra i voca%olari e le regole grammaticali delle rispettive lingue. /ra gli studi del primo tipo ricordiamo quelli di @roAn D. :. e &enne%erg 1. C. (34QS)) relativi alla capacit di discriminare e riconoscere i colori. *artendo da un assortimento di LS campioni di colori diversi) gli autori rilevarono che i soggetti sperimentali denominavano ver%almente meglio e pi> rapidamente alcuni colori che non altriF S di questi colori (due di pi> facile denotazione) due pi> incerti) furono poi mostrati ad un secondo gruppo e quindi) dopo averli mischiati ad un assortimento di altri colori) fu chiesto loro di riconoscerli. I risultati indicarono che i colori pi> agevolmente individuati erano quelli meglio classifica%ili linguisticamente. In una ulteriore analoga ricerca) condotta sugli indiani Tuni) gli autori constatarono un fatto ancor pi> interessanteI gli Tuni P nella cui lingua i colori giallo ed arancio hanno lo stesso nome

P confondevano spesso) nel test di riconoscimento) i due colori) errore questo che non si era mai verificato nella precedente ricerca con soggetti di lingua inglese) la quale prevede per i due colori nomi distinti. Delativamente agli studi interlinguistici appare interessante) tra gli altri) il lavoro di Carrol R. @. e Casagrande R. @. (34Q7) volto a verificare le differenze tra i %am%ini parlanti lingua navaYo e quelli di lingua inglese riguardo alla capacit di determinare le caratteristiche di forma degli oggetti. *artendo dalla constatazione che la lingua navaYo prevede) per l'azione di maneggiare oggetti) una variet di ver%i diversi a seconda della forma dell'oggetto e di altre sue qualit (vedi l'esempio fatto in precedenza circa gli oggetti che cadono)) i ricercatori ipotizzavano una maggiore capacit di distinzione della forma da parte dei %am%ini navaYo. Il procedimento adottato consisteva nella presentazione) a ciascuno dei %am%ini dei # gruppi sperimentali (uno navaYo di lingua navaYoF uno navaYo di lingua inglese e uno %ianco di lingua inglese)) di dieci coppie di oggetti (uno per volta) cui seguiva un terzo oggetto che aveva una similitudine di colore) forma o grandezza con uno solo dei due oggetti della coppiaI il %am%ino doveva identificare quale. I risultati indicarono differenze altamente significative tra i %am%ini navaYo di madre lingua e quelli di lingua inglese) a conferma dell'ipotesi di :horf) anche se il #Z gruppo (%ianchi) rivelG capacit superiori ad entram%i pur parlando inglese. I ricercatori non considerarono tuttavia invalidante il dato) attri%uendolo al fatto che i %am%ini di tale gruppo appartenevano alla classe media superiore e che pertanto avevano notevole dimestichezza con giochi legati alla forma (i cu%i) le costruzioni) etc.) fattore) quello dell'esperienza) senz'altro influente sulla acquisizione della capacit di astrazione da parte dei %am%ini. " conclusione di questa) pur %reve) panoramica va detto che) nel complesso) l'ipotesi 9apir:horf ha riscosso pi> consensi (e anche verifiche sperimentali) che non smentite e rappresenta certamente uno dei pilastri dell'attuale approccio socioculturale alla conoscenza. =el resto) la storia ci insegna che la cultura di un popolo) il suo pensiero ed il linguaggio si sviluppano insieme) influenzandosi reciprocamente e riflettendo) al contempo) le caratteristiche dell'am%iente in cui il gruppo vive) l'ordine istituzionale che lo caratterizza e le esigenze che la comunit) a vari livelli) presenta. Il linguaggio) quindi) rappresenta un condensato della cultura e della storia di un gruppo etnico) un codice che si + evoluto nel tempo affinando le proprie capacit denotative) acquisendo o perdendo parole) modi di dire) strutture sintattiche in funzione delle diverse esigenze d'uso del gruppo) dei differenti oggetti o situazioni am%ientali) sociali) istituzionali da affrontare etc. "Il linguaggio) la parte pi> importante di ogni cultura) + una chiave di interpretazione dell'intera cultura. *uG essere pensato come il pensiero cristallizzato di un popolo" (Orech =. et al. 346$I #Q4). (gni individuo) sin dall'infanzia) vive quindi in un contesto linguistico pre-definito ed impara a comunicare e a ragionare attraverso il linguaggio del gruppo di appartenenza. 1' di conseguenza plausi%ile che) nella sua visione del mondo) tendano ad affermarsi in modo pi> spiccato quegli oggetti) attri%uti) stati d'animo) situazioni meglio descrivi%ili nei termini della lingua che egli parla) mentre gli altri passano in secondo piano) andando cio+ a costituire lo sfondo) pi> o meno indifferenziato) della sua visione del mondo.

Il linguaggio) come l'ordine sociale) + un prodotto dell'uomo) che si evolve e si modifica storicamente) ma + anche l'elemento pi> pervasivo e) forse) omeostatico) di una culturaF come sostengono @erger *. &. e @erger @. (3454) esso va considerato la prima istituzione di una societ. Il linguaggio + il vincolo socioculturale pi> potente anche perch+ + quello meno consapevolmente percepito come tale dalle persone. 2onostante che la sua natura sia chiaramente convenzionale) ar%itraria) per la maggior parte delle persone il linguaggio + oggettivamente connesso alla realt che rappresenta. CiG dipende in massima parte dal fatto che esso viene appreso assai precocementeI per il %am%ino il linguaggio appare infatti "come inerente alla natura delle cose) ed egli non puG afferrare la nozione della sua convenzionalit. -na cosa , la parola con cui la si definisce) e non potre%%e essere chiamata in alcun altro modo" (@erger *. &. e &uc8mann /.) 3455I 4$). Diepilogando) ogni essere umano) nel suo percorso di crescita) "eredita" inevita%ilmente il linguaggio) le credenze) i valori) le regole e i ruoli tipici del proprio popolo) della propria famiglia e del gruppo sociale di appartenenzaF in altri termini) apprende il loro modo di vedere la realt e di vivere la propria vita. ;uesto processo di inculturazione e socializzazione + essenziale per rassicurarci) da %am%ini) e per consentirci di orientarci nel mondo e divenire mem%ri riconosciuti della societ) ma c'+ anche il rischio che ci a%ituiamo a vedere la realt solo ed esclusivamente attraverso certe lenti preconfezionate e a ragionare secondo determinati schemi mentali. &a nostra mente in effetti + per certi versi simile a un computer) programmato in larga misura da altre persone) dai nostri genitori) dalla scuola) dai li%ri) dai mass media. Certo) vi entra anche un po' della nostra esperienza diretta) ma + poca cosaI non pi> del Q-3$ per cento di ciG che sappiamo e crediamo vero deriva dalla nostra esperienza personale) tutto il resto + qualcosa che a%%iamo letto su li%ri o giornali) che a%%iamo visto e udito al cinema o alla televisione) che ci hanno detto i nostri genitori e insegnanti) che a%%iamo sentito in giro. ;uesto processo di apprendimento "dagli altri" presenta importanti vantaggi) perch, ci consente di velocizzare il nostro orientamento nel mondo senza che ogni generazione de%%a ripartire dall'et della pietra ma possa anzi progredire "ergendosi sulle spalle di coloro che l'hanno preceduta". /uttavia) quegli stessi schemi che ci aiutano in un primo tempo a comprendere il mondo possono diventare col tempo un ostacolo formida%ile alla nostra crescita individuale e collettiva se non si evolvono fluidamenteI + quello che + avvenuto alla nostra civilt) e a ogni altra civilt. (gni societ) una volta raggiunto un certo grado di organizzazione sociale tende infatti ad irrigidirsi su se stessa) in uno strenuo mantenimento di principi) credenze) valori che un tempo erano nuovi e funzionali ma che poi) non evolvendosi) divengono sempre pi> anacronistici. ;uesto fenomeno + spiega%ile sociologicamente con la tendenza conservatrice di gruppi e classi dominanti a mantenere il potere e lo status quo) ma + evidente che c'+ anche una dimensione individuale da tenere di conto. Certo) una qualche sta%ilit nella struttura percettiva) un qualche ordine o schema mentale + utile) spesso indispensa%ile per non perdersi in un mare di input sensoriali. Il pro%lema + che gran parte degli schemi) credenze) valori di una societ vengono perpetuati a prescindere dalla loro effettiva validit) talvolta per ignoranza o superstizione) pi> spesso per semplice a%itudine) e altre volte ancora per interesse e potere.

"ncora oggi) varcata la soglia del duemila) ci portiamo dentro modi di pensare vecchi di secoli o millenni) con conseguenze tutt'altro che %enefiche sia sul piano collettivo che su quello individuale . 1 soprattutto) ci portiamo dentro l'illusione di fondo che le nostre idee) valori) credenze siano davvero nostre) mentre invece sono in gran parte il frutto dei condizionamenti ricevuti) della inculturazione su%ita. &a scienza moderna) ai suoi al%ori) svolse un importantissimo ruolo evolutivo) mettendo in discussione alcuni schemi (dogmi) miti) superstizioni etc.) del tutto infondati e spesso nocivi. In seguito) tuttavia) come si + visto al capitolo precedente) si + posta lei stessa in un ruolo conservatore) creando e difendendo nuovi dogmi e miti.

2- Ve#so un a%%#occio %sicosocia!e Come risulta evidente anche dai pochi cenni sin qui fatti) vi sono numerosi punti in comune nelle diverse concezioni disciplinari dei processi cognitivi umaniF non si puG tuttavia ignorare che siamo ancora lontani da una visione unitaria e coerente. Il compito + difficile ma non impossi%ile) purch, perG si ammetta senza mezzi termini che non puG essere proficuamente risolto all'interno degli angusti (e spesso fin troppo ideologizzati) confini di una singola disciplina) qualunque essa sia. 1' piuttosto necessario il concorso di pi> prospettive) ad iniziare da quelle tra loro pi> vicineI "1i tratta di rimettere in discussione ogni scienza dell6uomo in "uanto cornice di riferimento2 la cornice di riferimento della psicologia lo spirito umano, la cornice di riferimento della sociologia la societ!. &o spirito umano ci rimanda alla societ!, nella "uale alienato, proiettato in opere e istituzioni. E la societ! ci rimanda a "uesto spirito umano. In altri termini, la psicologia diventa sterile se non sociologia2 la sociologia diventa sterile se non psicologia. @uesta esigenza interna di superamento, c e rimette in discussione ogni scienza particolare, appunto #ci c e intendo per% la #nuova% antropologia" #:orin E., *+,E. ;E>/, / tra par. ns.%. .ino ad oggi lo studio della dimensione socioculturale + stato considerato dagli psicologi un am%ito per lo pi> estraneo ai loro interessi) cos? come l'analisi della soggettivit + stata vista dalla gran parte dei sociologi come un territorio appannaggio di altre disciplineF ciG sulla %ase di una delimitazione del campo esplicitamente argomentata da pochi ma tacitamente accettata dalla maggior parte degli studiosi. *er quanto attiene allo studio della conoscenza umana) uno dei pochi approcci che avvicinano psicologia e sociologia + quello della teoria delle rappresentazioni sociali di 9erge Moscovici (346#F 3474). -na rappresentazione sociale + un sistema cognitivo costituito da valori) nozioni e pratiche) una struttura di implicazioni che connette inestrica%ilmente la dimensione cognitiva a quella dei valori e delle pratiche. I processi psico-sociali tramite cui si generano le rappresentazioni sociali sono fondamentalmente dueI l'ancoraggio e la oggettivazione. Il primo si riferisce alla tendenza a ridurre le idee insolite a categorie e immagini ordinarie) a porle in un

contesto familiare) ad integrare l'oggetto della rappresentazione in un quadro cognitivo) valoriale e normativo preesistente. /ale processo presenta una notevole analogia con quanto previsto dalla teoria degli schemi) analogia riconosciuta dallo stesso Moscovici che infatti si richiama esplicitamente al concetto di prototipo di Dorsch (3466) quale modello per l'ancoraggio) anche se va precisato che la teoria degli schemi limita il discorso al piano cognitivo) senza alcun esplicito riferimento a valori e norme sociali. Il secondo processo consiste nell'oggettivazione delle idee risultanti dall'applicazione del primo) trasformando la loro astrattezza in concretezza) reificando cio+ i concetti che le compongono. "(gni cultura P sostiene Moscovici P ha il suo dispositivo fondamentale per trasformare le sue rappresentazioni in realt. /alvolta le persone e talvolta gli animali sono serviti a questo scopo. 9in dall'inizio della meccanica) gli oggetti sono succeduti loro e noi siamo ossessionati da un animismo inverso che popola il mondo di macchine anzich, di creature viventi. Cos? potremmo dire che laddove si tratti di complessi) atomi o geni) noi non immaginiamo tanto un oggetto) quanto creiamo una immagine con l'aiuto dell'oggetto in generale) col quale noi li identifichiamo" (Moscovici) 3474I 5S). Diassumendo) il principio a cui entram%i i processi si ispirano + quello) gi menzionato) del rendere usuale l'inusualeI il primo svolge il proprio compito inserendo l'idea oggetto della rappresentazione nell'universo sim%olico a noi notoF il secondo opera conferendo ad essa) mediante una analogia) una forma tangi%ile (antropomorfa) animale) meccanica etc.). 9imilmente al concetto di schema) anche quello di rappresentazione sociale si richiama all'idea di struttura) ma mentre per il primo si tratta di una struttura di regole logico-razionali) il cui modello + costituito dal modo di osservare e conoscere l'am%iente tipico dello scienziato) per il secondo a%%iamo una struttura di implicazioni P potremmo dire regole analogiche P che si richiama al senso comune pi> che alla conoscenza scientifica. In questo) la teoria di Moscovici appare pi> vicina alle effettive modalit di costruzione sim%olica della realt operanti nella societ. Inoltre) il concetto di rappresentazione sociale + pi> ampio di quelli finora utilizzati dalla psicologia sociale statunitense P atteggiamento) credenza) schema P e si puG dire che in un certo senso li comprende tuttiF le rappresentazioni sociali possono infatti considerarsi una sorta di "teorie" su %ranche specifiche della realtF certo) teorie non esplicitamente formulate) n, verificate scientificamente) ma comunque socialmente accettate. &a loro funzione + dupliceI in primo luogo) mettere ordine nel caos percettivo e consentire cos? all'individuo di orientarsi nell'am%ienteF quindi) favorire la comunicazione tra i mem%ri di una societ) ponendosi quale "codice per denominare e classificare in maniera univocamente condivisa le componenti del loro mondo) della loro storia individuale e collettiva" (i%idem) 33) tra par. ns.).

A- Ra%%#esentazioni socia!i e sc*e$i co'nitivi 9e confrontiamo la teoria di Moscovici con quelle degli schemi cognitivi notiamo molti punti in comuneF in effetti gli aspetti su cui esse si differenziano sono quelli inerenti le modalit

attraverso cui si vengono a formare le rappresentazioni o schemi. &a teoria degli schemi ritiene che si tratti di un lavoro essenzialmente individuale e (almeno inizialmente) induttivo) che prende il via dall'ela%orazione intrapsichica del materiale informativo raccolto e ricevuto dall'am%iente) un materiale che puG essere) come si + visto) non solo sensoriale) ma anche concettuale) ad esempio testi linguistici) scritti o parlati. /ale concezione si regge) in sintesi) sui seguenti assuntiI Y) i meccanismi ela%orativo!costruttivi (leggiI processi cognitivi) sono peculiari dell'individuo nei contenuti ma universali nei principi strutturali di fondoF YY) le differenze tra le immagini del mondo delle persone vanno attri%uite essenzialmente a differenze sia nelle loro motivazioni e personalit sia nel "materiale da costruzione" impiegato (leggiI esperienze sensoriali e concettuali)F YYY) Il materiale percettivo sottoposto ad ela%orazione ed i processi costruttivi vengono) in questo approccio) considerati %en distinti e possono) e devono) essere studiati separatamente. &a teoria delle rappresentazioni sociali + in netto disaccordo con questo modo di concepire il pro%lema) e in particolare col terzo puntoI "come noi pensiamo P dice Moscovici (3474) 4L) P non + distinto da ciG che noi pensiamo". N del tutto logico tener conto del fatto che i processi sociali e pu%%lici sono stati i primi a verificarsi) e che essi sono stati gradualmente interiorizzati per divenire processi psichici. Cos?) quando analizziamo i processi psico-sociali scopriamo che essi sono psico-sociali. 1' come se la psicologia contenesse la sociologia in forma condensata. 1 uno dei pressanti compiti della psicologia sociale + quello di scoprire l'una nell'altra) e di comprendere questo processo di condensazione" (op. cit.) 4$). &a genesi di una rappresentazione si attuere%%e quindi) secondo Moscovici) a livello di interazione sociale) ed + resa possi%ile dall'esistenza di un universo sim%olico consensuale (costituito da un linguaggio) da valori) conoscenze e norme comuni) che ne definisce il significato. Come risulter chiaro in seguito) la mia personale opinione + che a%%iano ragione entram%i) nel senso che alcuni schemi!rappresentazioni sociali si formano grazie all'interazione sociale) altri derivano da processi ed esperienze eminentemente individuali ed altri ancora si sviluppano da un concorso dei due processi insieme.

B- Sc*e$i e %e#cezione6 un #a%%o#to )iunivoco 9e + vero che gli schemi o rappresentazioni sociali danno forma e senso a ciG che l'individuo percepisce) + altrettanto vero che nuove conoscenze ed esperienze possono influenzare gli schemi) cam%iandoli) ampliandoli o creandone di nuovi. /ale cam%iamento) una volta prodotto) puG non rimanere circoscritto alla situazione specifica che l'ha originato) ma riflettersi anche su altre sfere) determinando nuovi modi di percepire e interpretare determinati insiemi di informazioniF si ha) in questo caso) quello che viene in genere definito come un cam%iamento della struttura mentale dell'individuo.

In genere) tuttavia) + pi> facile che vengano adattate le informazioni agli schemi piuttosto che il viceversa) nel senso che l'interpretazione della realt tende spesso a permanere in linea con la preesistente visione del mondo anche in presenza di evidenti contraddizioni. <li schemi sono) per loro natura) alquanto sta%iliI cos? come lentamente si formano P a seguito di ripetute esperienze) tramite procedimenti di astrazione e generalizzazione) o per via di insegnamenti altrui di sufficiente continuit (socializzazione!inculturazione) P altrettanto lentamente) in genere) si modificano. *ertanto) che la modificazione venga determinata da esperienze personali) oppure da "insegnamenti altrui" (ad esempio tramite letture) studi) corsi)) + comunque necessaria una certa ridondanza della stimolazione. I vari studi sull'apprendimento e sulla modificazione degli schemi indicano inoltre che le varia%ili in gioco non sono solo quelle esterne) le nuove informazioni) ma anche quelle interneI in primo luogo la motivazione ad apprendere e l'interesse per l'argomentoF tanto maggiori sono questi ultimi aspetti) tanto pi> "ricettivo) sensi%ile" + l'individuo a cogliere la "novit" proveniente dall'esterno. iceversa) nel caso motivazione e interesse non siano particolarmente elevati) o siano addirittura assenti) le "nuove" informazioni %en difficilmente produrranno cam%iamenti nella struttura e nella gerarchia delle conoscenze. 1 ancora) un ulteriore fattore da tener presente + che l'individuo + esposto) in genere) a pi> fonti informative) anche con orientamento divergente verso un determinato tema o oggetto) e ciG tende ad annullare l'effetto di ridondanza. Informazioni "innovatrici") potenzialmente capaci di innescare modificazioni nella struttura cognitiva dell'individuo) vengono spesso affiancate da altrettante informazioni "conservatrici" e confermatrici della validit degli schemi gi presenti. -n ulteriore fattore che puG facilitare o ini%ire il processo di ristrutturazione cognitiva + il grado di flessi%ilit mentale ed emozionale dell'individuoI si ha flessi%ilit quando l'individuo + "permea%ile") disponi%ile a modificare i propri schemi qualora le nuove informazioni lo richiedanoF si ha rigidit quando gli schemi sono evocati in massima parte dalle a%itudini del ricevente e scarsamente influenza%ili dalla realt. 2el primo caso + lo schema che viene adattato alla realt) mentre nel secondo vi + una "forzatura" della realt all'interno di uno schema rigidamente presta%ilito. 2aturalmente) flessi%ilit e rigidit vanno intesi come estremi di un continuum all'interno del quale si possono riscontrare gradazioni diverse da persona a persona. &e teorie scientifiche) per quanto pi> ela%orate e controllate) sono assimila%ili a schemi o rappresentazioni sociali) e come loro hanno lo scopo di aiutare a incasellare e interpretare dati e informazioni in %ase a modelli gi notiF tuttavia) qualora emergano nuovi dati che non possono essere incasellati nelle teorie preesistenti o che creano contraddizioni con le loro previsioni) sare%%e dovere degli scienziati rivedere le teorie e eventualmente cam%iarle) ampliarle) sostituirle.

C- La #ea!t" osse#vata non 7 $ai o''ettiva Come a%%iamo visto da varie angolature (psicologiche) sociologiche) antropologiche) la

conoscenza umana risulta largamente influenzata dagli schemi e dalle conoscenze preesistenti. 1 ciG non riguarda solo la conoscenza di senso comune ma anche la conoscenza scientificaI anche lo scienziato vede il mondo attraverso determinate lenti) anche lui percepisce mediante schemiI quelli della propria disciplina (che sono tutt'altro che definitivi e infalli%ili) e quelli suoi personali (poich, prima di essere scienziato) + anch'egli un uomo sociale) che porta in s,) nel %ene e nel male) i frutti del processo di socializzazione!inculturazione e dunque risente dei condizionamenti socioculturali tipici del proprio am%iente culturale e della propria condizione sociale). Come dice <eertz) a%itando in edifici quadrati) vivendo in stanze quadrate) sedendo su sedie quadrate non possiamo fare altro che pensare pensieri quadrati. Ma non + finitaI a prescindere dalla preesistenza di schemi) credenze e simili) l'atto stesso di osservare una qualsivoglia realt introduce in essa dei fattori aggiuntivi e quindi in qualche misura la modifica. CiG + %en noto agli studiosi di scienze umane e sociali col nome di "effetto sperimentatore" o anche "effetto intervistatore") nel senso che uno sperimentatore o un intervistatore) con il loro comportamento) per quanto controllato sia) tendono ad influenzare le risposte e i comportamenti dei soggetti che si propongono di studiare. &e risposte ad una intervista o ad un questionario non esprimono mai il solo punto di vista dell'intervistato) ma piuttosto rappresentano il prodotto tra esso e il punto di vista di chi pone le domande e anche di chi ha predisposto il questionario. /alvolta questo effetto + trascura%ile) seppur sempre presente) talaltra + invece consistente al punto da distorcere completamente la percezione della realt. ;uesto per un certo periodo ha posto una grossa ipoteca sulla possi%ilit delle scienze socio-psico-antropologiche di raggiungere standard di oggettivit paragona%ili a quelli delle cosiddette scienze esatte (fisica) chimica) %iologia etc.) finch, non si + cominciato a rendersi conto che neppure quelle scienze erano davvero esatte e oggettive. "nche in fisica o in chimica l'atto di osservare e studiare una certa realt la altera) ma l'effetto + spesso talmente infinitesimale da essere passato per secoli del tutto inosservato. 9olo con gli studi sull'infinitamente piccolo che ci si + resi progressivamente conto di quanto l'osservatore sia parte integrante della percezione e non un soggetto esterno e distaccato come voleva l'ideologia positivista. I dati emersi dalle ricerche di microfisica e le implicazioni della teoria della relativit) per un verso e della meccanica quantistica per l'altro) non solo tendono a sgretolare il paradigma meccanicista-riduzionista) ma minano alle fondamenta la concezione stessa di "scienza") nel mito a lei pi> caroI quello dell'oggettivit!o%iettivitI sta cio+ inesora%ilmente cadendo l'illusione di una scienza del tutto "oggettiva" volta a rappresentare la realt come pura materia) certa e prevedi%ile nella immuta%ilit delle sue leggi fondamentali. &a scienza classica si fondata sotto il principio dell'oggettivit!, cio sotto il segno di un universo costituito da oggetti isolati #in uno spazio neutro%, soggetti a leggi oggettivamente universali. In "uesta visione, l'oggetto esiste in maniera positiva, senza c e l'osservatoreMconcettualizzatore partecipi alla sua costruzione con le strutture del suo intelletto e le categorie della sua cultura. #...% &'oggetto dun"ue un'entit! c iusa e distinta, c e si definisce in isolamento nella sua esistenza, nelle sue caratteristic e e nelle sue propriet!, indipendentemente dal suo ambiente. 1i

determina la sua realt! "oggettiva" tanto meglio, "uanto pi lo si isola sperimentalmente. &'oggettivit! dell'universo degli oggetti si trova cos8 nella loro duplice indipendenza, nei confronti dell'osservatore umano e in "uelli dell'ambiente. #E. :orin, *+,?. *;;/?% Il fuoco dell'indagine scientifica) dunque) non si incentra pi> sull'oggetto "assoluto" ma sulle relazioni che esso relativisticamente instaura con gli altri "oggetti") ivi incluso in primissimo luogo il soggetto osservatore. Nna attenta analisi del processo di osservazione in fisica atomica a mostrato c e le particelle subatomic e non anno significato come entit! isolate, ma possono essere comprese soltanto come interconnessioni tra la fase di preparazione di un esperimento e le successive misurazioni. &a meccanica "uantistica #...% mostra c e non possiamo scomporre il mondo in unit! minime dotate di esistenza indipendente. Per "uanto ci addentriamo nella materia, la natura non ci rivela la presenza di nessun "mattone fondamentale" isolato, ma ci appare piuttosto come una complessa rete di relazioni tra le varie parti del tutto. @ueste relazioni includono sempre l6osservatore come elemento essenziale. #...% e le propriet! di "ualsiasi oggetto atomico possono essere capite soltanto nei termini dell6interazione dell6oggetto con l6osservatore. #...% @uando ci si occupa della materia a livello atomico, non si pu pi operare la separazione cartesiana tra l6io e il mondo, tra l6osservatore e l6osservato. 5ella fisica atomica, non possiamo mai parlare della natura senza parlare, nello stesso tempo, di noi stessi #). (apra, *+,;. ,*/,;%. =ue delle scoperte forse pi> rivoluzionarie in proposito sono quelle che poi hanno dato luogo rispettivamente al "principio di indeterminazione" di Ceisen%erg) e al "principio di complementarit" di @ohr tra loro strettamente collegati. Il principio di indeterminazione indica che "nel mondo su%atomico non possiamo mai conoscere contemporaneamente la posizione esatta e l'esatta quantit di moto di una particellaI quanto meglio conosciamo la posizione) tanto pi> incerta diventa la quantit di moto) e viceversa. *ossiamo decidere di effettuare una misura precisa di una delle due quantit) ma allora resteremo completamente all'oscuro dell'altra". (Capra .I) 347LI 37L) Il principio di indeterminazione + importante per il nostro discorso perch, esprime l'inadeguatezza dei concetti fisici classiciI ""nzitutto) il concetto di una entit fisica distinta quale la particella + una idealizzazione che non ha alcun significato fondamentale. 1ssa puG essere definite solo in rapporto alle sue connessioni con il tutto) e queste connessioni sono di natura statisticaI pro%a%ilit invece di certezze" (.. CapraI) 347LI 37#-S). Il principio di complementarit (gi accennato in precedenza) riguarda il fatto che) a seconda del modo in cui si osserva) una particella su%-atomica puG apparire ora come particella) ora come onda) e questa natura am%ivalente + particolarmente evidente con la luce) che puG assumere sia l'aspetto di un fascio di particelle (i fotoni) sia l'aspetto di un flusso di onde elettromagnetiche. In quanto corpuscolo) una particella appare distinta e separata dalle altre e dal tutto) cos? come una goccia sem%ra separata dalle altre gocce e dall'oceano da cui si + staccataF un'onda invece non ha sem%ianze individuali ma costituisce una increspatura dell'oceano ed + evidente il suo stretto

collegamento con esso. &a visione corpuscolare porta a individuare oggetti distinti) mentre la visione ondulatoria rileva processi dinamici) pertanto la prima porta ad una visione oggettuale e materiale del mondo) la seconda a una visione processuale e informazionale. 9e accettiamo che entram%e le visioni siano legittime) possiamo dire in un certo senso hanno ragione sia i realisti che gli idealisti) nel senso che la multidimensionalit + anche connaturata alla realt) ma il suo modo di manifestarsi dipende dalla modalit di osservazione. =alle diverse considerazioni sin qui svolte) emerge con chiarezza che la realt) anzi la conoscenza della realt) non puG prescindere dall'osservatoreI essa "rimanda non soltanto alla realt fisica in ciG che ha di irriduci%ile alla mente umana) ma anche alle strutture di questa mente umana) agli interessi selettivi dell'osservatore!soggetto) e al contesto sociale e culturale della conoscenza scientifica" (Morin) op. cit.I 373). 2e consegue che si de%%a in primo luogo ridimensionare il rapporto fino ad oggi intercorso tra scienze fisiche e scienze dell'uomoI se finora le teorie sulla materia e sul suo comportamento (meccanica) hanno fatto da modello di riferimento per le teorie sull'uomo e il suo agire (em%lematico) a riguardo) il caso del %ehaviorismo in psicologia) da oggi in avanti appare sempre pi> significativo l'apporto che le teorie sulla percezione) sulla coscienza e sulla comunicazione umana possono fornire alla scienza nel suo complesso. 2egli ultimi anni si + assistito ad un rapidissimo incremento di interesse della scienza ufficiale per l'elusivo fenomeno della coscienza. Il premio 2o%el .rancis Cric8) scopritore del =2" e conosciuto internazionalmente per il suo rigore empirico) ha dichiarato che la coscienza + legittimo campo di ricerca scientifica. Il 2o%el 1delmann sostiene di aver compreso alcuni dei processi fondamentali del fenomeno consapevolezza in termini neurofisiologici. 2egli ultimi anni si sono moltiplicati i meeting scientifici sul tema della coscienzaF il primo grande congresso tenutosi nel 344S a /ucson) presso l'Cealth 9ciences Center dell'-niversit dell'"rizona) sul tema " erso una %ase scientifica della coscienza" ha visto circa trecento scienziati e studiosi di tutto il mondo confrontarsi con ipotesi e dati) accomunati in gran parte dalla convinzione che presto la scienza sapr comprendere la coscienza e la materia fisica in una visione pi> glo%ale e unitariaF nello stesso congresso del 3445 si sono radunati pi> di ottocento scienziati e filosofi. 2el 2ovem%re del 344S si + tenuto a Miami il primo simposio sulla coscienza organizzato dalla 9ociet0 for 2eurosciences mentre in Inghilterra + uscito il primo numero della rivista scientifica /he Rournal of Consciousness 9tudies a cui colla%orano fisici) neurofisiologi e filosofi. (2. .. Montecucco) L$$$I 33S)

D- Conc!usioni &a realt + molto pi> estesa e multiforme di quanto essa possa apparire a qualunque osservatore) da qualunque punto di vista egli si pongaF il territorio insomma contiene molti) moltissimi pi> elementi) attri%uti) relazioni di quanto qualunque mappa sia in grado di rappresentare. /ale limite sem%ra essere intrinseco all'esistenza materiale e non + supera%ile)

ma certo + migliora%ile) forse indefinitamente) pur se in modo asintoticoF e ciG vale sia per l'individuo che) in misura pi> evidente) per la specie) come sem%ra indicare la storia %iologica e culturale del genere umano. 9e non si possono evitare certi limiti conoscitivi) si puG e si deve perG evitare di confondere la mappa con la realt) di attri%uire a quest'ultima confini) vincoli) contraddizioni che appartengono invece alla prima e che pertanto vanno attri%uiti in ultima analisi ai limiti del cartografo. Il punto) come si + visto) non + far coincidere mappa e territorio) percezione e realt) poich, oggi sappiamo che ciG + impossi%ileF si tratta piuttosto di far si che la mappa si approssimi sempre pi> fedelmente al territorio) tramite un ampliamento degli orizzonti e una riduzione delle distorsioni. (gni progresso conoscitivo amplia l'orizzonte e al contempo corregge la posizione di quanto gi rappresentato nella precedente mappaF in altri termini) si ha progresso quando nuovi) inattesi dati inducono a creare nuovi schemi) migliori dei precedenti. &a teoria di 1instein costituisce una approssimazione pi> ampia e corretta alla realt di quella di 2eAton) ma nessuna delle due + la verit assoluta) e fra non molto la "relativit" su%ir pro%a%ilmente la stessa sorte della meccanica classicaI non sar invalidata (come del resto la seconda non + stata invalidata dalla prima) ma verr relegata a caso particolare) ad approccio applica%ile solo in ristretti sistemi di riferimento) con varia%ili comprese entro certi valori e con esigenze di margini di errore non troppo piccoli. Il paradigma finora dominante ha fatto della riduzione della complessit (e conseguente frammentazione) il suo principio guidaF adesso tuttavia stiamo comprendendo che + necessario dare spazio anche ad una visione di tipo olistico) che tenga conto della glo%alit dei processi e dell'interdipendenza dei vari elementi in gioco. "llo stesso tempo + sempre pi> chiaro che il modo in cui la realt ci appare non dipende solo dalle sue qualit intrinseche) ma + anche il prodotto dell'interazione tra queste e l'osservatore) l'uomo. ;uindi non + solo nello studio della realt tangi%ile) esteriore) che do%%iamo cercare le risposte) ma anche (forse soprattutto) nella mente umana) nelle sue caratteristiche neurofisiologiche di %ase (l'hardAare) e nella sua programmazione) socialmente e culturalmente influenzata (il softAare).

/RAMMENTAZIONE E GLO5ALITA' COME PROCESSI COGNITIVI DI 5ASE


di 1nrico Cheli

,- Int#oduzione <ran parte della riflessione epistemologica contemporanea e degli studi empirici sui processi cognitivi evidenziano che ciG che percepiamo di ogni realt) fenomeno) processo non + mai del tutto "oggettivo") intrinseco alla realt osservata) ma dipende anche dalle nostre preesistenti credenze a riguardo) dalle mappe!schemi cognitivi di cui disponiamo e pi> in generale dalla nostra "immagine del mondo". *ertanto) la realt che consideriamo esterna e) quindi) indipendente da noi (oggettiva) appunto)) + invece) sempre e comunque) una rappresentazione!costruzione mentale e quindi in certa misura soggettiva e interiore (v. cap. E in questo stesso campo della enciclopedia). &'osservatore) il ricercatore) + parte integrante della realt che osserva) e non super-partes come lo immaginava il mito positivistaF ciG non implica soltanto che l'interpretazione di quel che egli osserva dipende in larga misura dalle teorie scientifiche o dalle credenze di senso comune su cui) pi> o meno consapevolmente) egli si %asa) ma influenza anche ciG che avviene prima dell'interpretazione) cio+ la scelta stessa dell'oggetto!fenomeno da osservare. Insomma) come sosteneva "l%ert 1instein "E' la teoria c e determina "uello c e si osserva". 2ell'osservare una qualsiasi realt fenomenica) fisica o sociale) normalmente selezioniamo alcuni tra i molti aspetti del campo percettivo e li riorganizziamo mentalmente in un quadro pi> o meno coerenteF per far ciG seguiamo dei criteri sia nella selezione che nella riorganizzazione) criteri che possono essere precisi e formalizzati) come avviene nell'indagine scientifica) o pi> vaghi e spesso inconsci) come accade nella vita quotidiana. In entram%i i casi i criteri seguiti sono tutt'altro che un aspetto secondario nel processo di conoscenzaI essi rappresentano anzi il nocciolo pulsante) la sorgente di luce che d senso a quanto osservato. 2el campo della scienza tali criteri dipendono da vere e proprie teorie esplicite) mentre nell'am%ito della vita quotidiana essi derivano da sistemi di credenze e assunti di senso comune che rappresentano una sorta di teorie implicite) pi> sfumate e meno coerenti di quelle cosiddette scientifiche ma pur sempre teorie. =al modello teorico adottato dipendono la nitidezza e la veridicit dell'osservazione) nonch, i limitiI infatti) + inevita%ile perdere tutto ciG che va oltre le previsioni della teoria) che sta fuori dal fascio di luce che essa proietta. (gni teoria insomma prende in considerazione solo alcuni aspetti e!o dimensioni della realt) evidenziandole come figure di primo piano) mentre ne tralascia inevita%ilmente altri) che si perdono nello sfondo. Come si + altrove osservato) la scienza occidentale + improntata sul paradigma meccanicistico-

riduzionista) che porta ad una esasperata suddivisione in campi disciplinari e in visioni specialistiche e settoriali che spesso perdono il contatto con la realt glo%ale. =a alcuni decenni a questa parte sta crescendo il numero di studiosi che manifestano una posizione critica verso tale impostazione) auspicando un ampliamento degli orizzonti della scienza) che consenta di disporre non solo di una miriade di immagini settoriali ma anche di una visione d'assieme di ogni realt studiata. ;uesto +) appunto) ciG che si propone il paradigma olistico emergente) che non intende prescindere dai preziosissimi contri%uti della scienza riduzionista) ma si impegna anzi a collegarli tra loro) evidenziandone l'interdipendenza e ricomponendo cos? l'intero da cui si era partiti. &'o%%iettivo del nuovo paradigma + appunto di accogliere sia la visione razionalematematica-materialista sia la visione intuitiva-artistica-spirituale) non pi> viste come antagoniste) ma conciliandole e coordinandole tra loro. Come infatti ha dimostrato la fisica quantistica) + inevita%ile che coesistano modelli diversi della realt P oggettuale e processuale) corpuscolare e ondulatorio) riduzionistico e olistico P e il punto + di dargli pari dignit e impegnarsi a trovare ponti di collegamento tra di essi) cos? da pervenire ad un modello integrato di livello superiore) insomma ad un metamodello. &'ipotesi che mi propongo di sostenere in questo saggio + che il riduzionismo e l'olismo P la visione frammentaria dei particolari e la visione unitaria P siano rispettivamente riconduci%ili a quelle che sono le due modalit conoscitive di %ase del sistema neuro-percettivo umano e che qui chiamerGI modalit conoscitiva per separazione e modalit conoscitiva per unione. =alla prima sono derivati il pensiero logico-razionale) l'analisi e in ultima istanza il paradigma meccanicistico-riduzionista) mentre la seconda modalit (quella per unione) meno nota e pi> screditata) da luogo al pensiero analogico) alla sfera del cosiddetto "irrazionale" e in ultima istanza alla visione olistica. &'integrazione delle due modalit potre%%e inoltre fare emergere nell'individuo una terza via conoscitiva che comprenda e al contempo trascenda le due vie di %ase (da qui il sottotitoloI le tre vie della conoscenza). Come vedremo) la conoscenza umana non + univoca e non + corretto parlarne al singolare) in quanto esistono pi> modalit conoscitive) sicuramente due e forse tre. &a supposta ed erronea concezione univoca nasce dal fatto che solo una delle tre modalit + stata finora accettata come valida nella cultura occidentaleI la conoscenza analitico-razionale) mentre la seconda (la conoscenza che definiremo sintetico-irrazionale) + stata duramente screditata e la terza (che potre%%e originarsi dalla integrazione delle due) risulta addirittura del tutto ignorata dalla filosofia e dalla scienza occidentali (pur essendo invece nota nel misticismo e nelle "psicologie" orientali). 2el presente saggio capitolo cercheremo di sviluppare questo fondamentale punto) mostrando non solo che esiste pi> di una via) ciascuna capace di fornire immagini della realt profondamente diverse) ma anche che tali visioni della realt non sono necessariamente antagonistiche ma anzi complementari.

.- P#e$essa-

"&'ordine e la connessione delle cose, l'ordine e la connessione delle idee."


@aruch 9pinoza &a caratteristica fondante e al contempo il limite principale del modo fino ad oggi dominante di rapportarsi alla realt) di interpretarla e viverla) puG forse essere riassunto in una sola parolaI separazione. 2ella scienza) ciG si + manifestato in vari aspetti) tra loro correlati) quali l'aver ritenuto le parti separate e separa%ili dal tutto) l'evento isola%ile dal contesto) le varia%ili isola%ili e osserva%ili separatamente l'una dall'altra) l'osservatore (scienziato) separato da- e pertanto ininfluente suquanto osservato. /utto ciG) come a%%iamo visto in precedenza) ha consentito indu%%i progressi ma comporta anche innega%ili limiti) riassumi%ili nei terminiI riduzionismo) meccanicismo) oggettivismo) a-relativismo. Il pro%lema della separazione non riguarda tuttavia solo la scienza) che infatti lo ha ereditato) per cos? dire) dalla filosofia. 1 anche coinvolgendo la filosofia siamo %en lungi dal circoscrivere il "pro%lema") che si ritrova infatti perfino nelle religioni) che separano materiale e spirituale) al di qua e al di l) =io e diavolo e via dicendo. &a separazione P il vedere la realt come frammentata in parti e aspetti tra loro separati o antagonistiP sem%ra insomma essere un tratto presente in ogni sfera dell'esperienza e del pensiero umano) dalla politica ai rapporti interpersonali) dall'economia alla cultura. ;uesta "onnipresenza" di visioni %asate sulla separazione potre%%e farci ragionevolmente supporre cheI o essa + intrinseca alla realt in cui viviamo) oppure il percepire come separata la realt dipende da caratteristiche innate del nostro sistema percettivo) della nostra mente nel suo complesso. In questo capitolo sosterremo la tesi che siano entram%e vere) nel senso che la separazione + una faccia della realt e anche un aspetto del nostro sistema neuropercettivo. 9osterremo anche una seconda tesi) e cio+ che questo sia solo un lato della medaglia) nel senso che la realt "oggettiva" ha anche un'altra faccia) quella olistica dell'interdipendenza cos? come il sistema neuropercettivo non si limita a individuare le differenze ma ha anche la capacit di cogliere le somiglianze. &a capacit di individuare la separazione + uno "strumento" conoscitivo formida%ile) la vera %ase del metodo analitico e della scienza moderna. &'uomo dispone perG anche di un'altra modalit conoscitiva) altrettanto potente) %asata sulle somiglianze invece che sulle differenze) sull'unione invece della separazione. 9i tratta di una modalit meno nota e meno usata nella cultura occidentale) e che tuttavia + indispensa%ile risvegliare e ria%ilitare se si vuole davvero pervenire ad una visione pi> armonica della realt e ad una scienza che sappia operare con coscienza e sulla coscienza. In questo saggio prenderemo in esame le due suddette modalit conoscitive di %ase P che

chiameremoI modalit conoscitiva per separazione e modalit conoscitiva per unione P ipotizzando che dalla prima siano derivati il pensiero logico-razionale) il metodo analitico e in ultima istanza il paradigma meccanicistico-riduzionista) mentre la seconda modalit (quella per unione) da origine all'intuizione) al pensiero analogico) al sim%olismo) e porta ad una visione unitaria e glo%ale della realt. *ur muovendo da una posizione critica nei confronti della preponderanza assunta) in occidente della prima modalit) ritengo che la risposta non vada ricercata in un passaggio drastico da una modalit all'altraF ciG infatti non fare%%e che invertire) senza risolverlo) i termini del pro%lema. 9i rende semmai necessario un nuovo paradigma in grado di comprendere e conciliare entram%e gli approcci. edremo appunto che oltre alle due modalit conoscitive suddette potre%%e esisterne una terza) latente) che potre%%e nascere dalla integrazione delle due e che potre%%e portare alla nascita di una nuova modalit di pensiero e quindi di una nuova forma di scienza. &a scienza moderna e la connessa tecnologia (%asate sulla sola separazione) presentano indu%%i meriti) ma anche notevoli limitiF il loro punto apicale + rappresentato dalla padronanza del processo di fissione nucleare P e guarda caso la "fissione" + appunto una separazione) uno "spaccare l'atomo". /uttavia) l'energia otteni%ile con la fissione-separazione + niente rispetto a quella otteni%ile attraverso il processo di fusione nucleare) che + invece una energia che scaturisce dall'unione) unione tra due o pi> nuclei atomici. 2on + casuale) a parer mio) che non si sia ancora riusciti a padroneggiare questo secondo processo) privo di quei pericolosi sottoprodotti che caratterizzano invece il primo. 9e la fissione rappresenta il massimo che si puG ottenere tramite la scienza e la tecnologia della separazione) la fusione + tutt'altra cosa) in un certo senso l'opposto della fissioneF pertanto) per padroneggiarla + plausi%ile che sia necessaria una scienza che riconosca e comprenda anche i processi di unione e questa + appunto la nuova scienza che da pi> parti si auspica. .orse merita a questo punto soffermarsi un attimo su un termine che non a caso + stato ed + visto come contrapposto a quello di scienza) e cio+ religione) intendendo non una specifica) particolare religione) n, la religione come istituzione) %ens? il senso di religiosit nella sua dimensione interiore) mistica. 1%%ene) nel suo significato etimologico originale) religione deriva da religareI legare) unire) e anche se nelle religioni istituzionalizzate il senso dell'unione + passato in secondo piano) sovrastato dagli aspetti dottrinari) morali e politici) nel loro stadio originario questo aspetto risultava centrale) e lo si vede ad esempio nell'enfasi posta sull'amore e il perdono nell'insegnamento di <es>) nella compassione del @uddha) nel senso di unione con la natura tipico delle culture tri%ali e dello sciamanesimo (ma presente anche in molti mistici) cristiani e non) da Cildegard von @ingen a 9. .rancesco) da &ao /'zu a Mahavira). &'approccio religioso) la visione mistica del mondo) + dunque essenzialmente di tipo glo%ale e ricerca i punti di unione) laddove invece l'approccio scientifico tende ad evidenziare) come a%%iamo visto) le differenze. 2ella nuova prospettiva che qui si propone) scienza e religione non vanno pi> considerati come mondi separati e antagonisti ma come modalit complementari di vedere e vivere la realt. &a

scienza) come derivazione e sviluppo pressoch, unilaterale delle capacit analitiche) razionali) sensoriali dell'uomoF la religione) come frutto delle capacit sintetiche) intuitive) eHtrasensoriali. &a scienza come studio e padronanza della materia) del mondo esteriore) la religione come esplorazione dell'immateriale) del mondo interiore) insomma di quello che =avid @ohm (347$) chiama l'ordine implicato. 2on solo) ma sar essenziale considerare i due mondi non come distinti e incomunicanti (secondo la vecchia distinzione tra fisica e metafisica) ma come due facce di una stessa realt) due facce interdipendenti) seppure non sempre autoevidenti. 2on + un caso che scienza e religione si siano spesso com%attute) tentando l'una di sopprimere o di inglo%are l'altra) o viceversa) provando) maldestramente) a convertire determinati concetti nel proprio linguaggio) a collocarli nei propri quadri di riferimento) a spiegarli in forza delle proprie convinzioni. CiG non in uno sforzo sincero di avvicinamento e dialogo volto all'integrazione) ma piuttosto nel tentativo di dimostrare la propria superiorit sull'altro) con motivazioni chiaramente politiche. 1 a proposito di politica) + interessante osservare come anche in questa sfera dell'esperienza umana sia predominante il principio di separazione) mentre quello di unione + del tutto in om%ra. &a politica) cos? come la conosciamo) + in effetti separazione allo stato puroI essa si %asa infatti sulla difesa (egoistica) degli interessi di una parte della societ in opposizione a quelli delle altre parti) in un gioco a somma zero in cui le ridotte risorse sem%rano spesso indurre a seguire il principioI mors tua vita mea. ;uesto + del tutto evidente se consideriamo le societ del passato (ma anche alcune delle attuali)) %asate su regimi oligarchici) monarchici) dittatoriali) mentre appare meno evidente negli attuali sistemi democratici) dove tuttavia + invero presenteI %asti considerare che gli attuali sistemi repu%%licani si %asano) s?) su li%ere elezioni) il cui esito determina perG il predominare di un partito sugli altri. "*artito" significa letteralmente di parte) rappresentante di una parte e in politica una parte della societ predomina sull'altraI che si tratti della maggioranza sulla minoranza non cam%ia poi nella sostanza la natura del fenomeno) che nasce da P e rinforza la P separazione tra classi) gruppi) individui (per una trattazione pi> approfondita cfr. Cheli) 1.) L$$3 cap. I ) . /orneremo pi> oltre su questa contrapposizioneF per adesso) osserviamo che il concetto iniziale di separazione ci rinvia ad una pro%lematica ancor pi> generaleI la dualit. 1' da quest'ultima che inizieremo il nostro viaggio.

0- La dua!it" e !a conoscenza $ediante se%a#azione &a dualit + una caratteristica cos? universale) profonda) radicata dell'esperienza umana che + difficile parlarne senza farsela sfuggire di mano o scivolare nel %anale. /anto pi> in un'epoca come la nostra) dominata dalla scienza e dal pensiero positivo) che sono riusciti ad eludere P ignorandoli o squalificandoli P molti dei pi> difficili e im%arazzanti temi che per millenni sono stati al centro del di%attito filosofico) etico) religioso e mistico) quando ancora questi "campi" non erano rigidamente distinti) separati. 9olo qualche secolo fa avrei potuto iniziare questo capitolo senza alcuna premessa lessicale e concettuale) ma oggi appare opportuno non

trascurare una fascia di lettori sicuramente consistente) per la quale il concetto di dualit ha perso gran parte del proprio potere evocativo e della propria centralit. 1ccomi quindi ricorrere ai dizionari della lingua italiana) che non fanno altro che confermare il declassamento su%ito dal concetto) dedicandogli in genere non pi> di una rigaF Il nuovo Tingarelli) ad esempio) definisce la dualit semplicemente come "relazione che si sta%ilisce tra due principi antitetici"F davvero un po' pocoJ *asso allora alla vicina voce dualismo) definita come "una concezione filosofica che) per spiegare l'universo) si appella a due principi opposti e irriduci%ili". (Il dualismo) sia %en chiaro) + altra cosa dalla dualitI + l'uso ed enfatizzazione della dualit come principio esplicativo per qualcos'altro) che lascia perG irrisolta la spiegazione di se stesso) tuttavia questo termine ci puG essere d'aiuto per definire meglio i contorni di un concetto che) come si + detto) + alquanto sfuggente). *roviamo allora a consultare qualche dizionario di filosofia) dove troviamo parziale conferma a questa definizioneI dualismo +) s?) una concezione filosofica) ma al plurale) ritrovandosi in molti autori e sistemi di pensiero) attinenti non solo la cosmologia ma anche la metafisica) la religione) la morale. I solerti dizionari non mancano di ricordarci noti esempi di categorie dualistiche quali materia-spirito di *latone e materia-forma di "ristoteleF accennano al manicheismo come una delle concezioni pi> impregnate di dualismo e alla religione zoroastriana come esempio di opposizione dei principi di %ene e male e via dicendo. "l di l del maggior approfondimento fornitoci dai dizionari filosofici) sia la prima che la seconda definizione ci comunicano un'impressione della dualit!dualismo come fenomeno circoscritto) locale) e il profano potre%%e inferire che le concezioni filosofiche dualiste siano una minoranza) e ancor pi>) che la questione decada una volta usciti dall'am%ito della filosofia e delle religioni) e che per l'uomo comune il pro%lema della dualit sia del tutto marginale. 1%%ene) non + affatto cos?I possiamo anzi dire che l'uomo comune (e purtroppo anche lo scienziato) + talmente immerso nella dualit da non rendersi conto della sua esistenza e della sua importanza. 2el paragrafo seguente esamineremo alcune interessanti ricerche psicologiche e socioantropologiche che mostrano con chiarezza quanto sopra asserito.

0-, Dua!it" e %e#cezione *artiamo dalla psicologia) e in particolare dalle ricerche svolte da (sgood) 9uci e /annen%aum (34Q6)) che mostrano come i giudizi che le persone esprimono riguardo a qualsivoglia oggetto o questione si situino all'interno di dimensioni valutative %en rappresenta%ili da coppie %ipolari di aggettivi del tipoI %uono-cattivo) forte-de%ole) attivo-passivo etc. /ali risultati non sono sufficienti per dire con certezza che la nostra mente funzioni esattamente mediante categorie semantiche %ipolari come quelle suddette) ma indicano comunque che le categorie dualistiche rappresentano una %uona approssimazione ai processi mentali effettivi. Inoltre) mostrano implicitamente come il linguaggio (ne furono esaminati molti e di diversa provenienza) sia caratterizzato da un campo semantico rappresenta%ile per coppie di opposti) il che P essendo la lingua il tratto riepilogativo pi> pregnante di una cultura P ci dice anche che la dualit non +

solo un modo di vedere il mondo di alcuni filosofi) ma una concezione che) pur se spesso in forma implicita) + presente in ogni cultura e dunque) in ogni essere umano inculturato. -n punto questo confermato anche dalla antropologia culturale e dalla storia della cultura e delle religioniI analisi comparative svolte su racconti) miti) sim%oli appartenenti a varie popolazioni e tradizioni del presente o del passato) evidenziano una presenza diffusa di principi e concezioni dualistiche) pur se declinate su piani diversiI cosmologico) etico) gnoseologico (pi> oltre ci soffermeremo sulla metafora %i%lica dell'al%ero della conoscenza e su alcuni altri miti). "nche quelle tradizioni mistiche come il %uddismo o il taoismo) che si incentrano sull'-no) non ignorano affatto la dualit) e pur definendola "ma0a") "illusione" e stato da trascendere sono concordi nel considerarla un aspetto %asilare dell'esperienza umana. ;uesta "onnipresenza" di visioni %asate sulla dualit potre%%e farci ragionevolmente supporre che la dualit sia intrinseca alla realt in cui viviamo. In effetti) dai fenomeni cosmici a quelli della vita %iologica fino a quelli su%-atomici) si nota la presenza di poli opposti. *uG trattarsi di un flusso tra poli con diverso potenziale) come nei fenomeni elettrici) oppure una alternanza tra fasi distinte (notte-giorno) inspirazione-espirazione) contrazione-rilassamento etc.)F o ancora una interazione tra forze "opposte" (gravitazione-moto or%itale) repulsione elettromagneticaattrazione nucleare forte etc.). *erfino la struttura stessa della materia risulta imperniata sul gioco di polarit opposte) come nel rapporto tra protoni e elettroni. &a teoria cosmogenesica del "%ig %ang") considera l'universo come un unico sistema che oscilla tra due poli o statiI quello della espansione (determinato da un esplosione primordiale) e quello di contrazione (dovuto all'attrazione gravitazionale) che lo ricompatter sempre pi> fino ad un unico) immenso "%uco nero") dal quale si innescher una ulteriore esplosione che dar origine ad un nuovo universo) il tutto con un processo simile a quello che + stato osservato nelle supernovae. *assando dal cosmo agli organismi viventi) il flusso!gioco continuo tra poli opposti si puG osservare nell'alternanza tra inspirazione ed espirazione) tra veglia e sonno) tra vita e morteF si pensi come ulteriore esempio al funzionamento dell'apparato muscolare dell'uomo (e a quello di qualunque animale)) che) come la ricerca anatomo-fisiologica ha mostrato da tempo) lavora per coppie o gruppi di muscoli tra loro opposti eppure cooperativi) in cui un gruppo funge da agonista e l'altro da antagonista) e viceversa. 1 infine) sappiamo che neppure ciG che appare statico si sottrae al principio della dualitI la materia "inerte" + tale solo ai nostri) limitati) sensi) mentre + in uno stato di continua vi%razione a livello molecolare e di incessante moto or%itale a livello atomico (e anche in questo caso troviamo il gioco delle polaritI in particolare quella termica e quella elettromagnetica). /uttavia) "polarit opposte" non significa necessariamente "antagoniste") ma semmai complementariI entram%i colla%orano pariteticamente a rendere possi%ile l'esistenza materiale e l'evoluzioneI gli elettroni sono necessari non meno dei protoni) cos? come le donne sono necessarie per la specie umana non meno degli uomini. &'universo) la vita) la materia esistono innega%ilmente come flusso dinamico prodotto da opposizioni cooperative tendenti a un equili%rio.

Il concetto di opposti complementari P %asilare per una visione processuale!ondulatoria della realt come quella accennata nei capitoli precedenti P non + perG compati%ile con il paradigma dominante nella scienza occidentale) che anzi lo vede come un paradosso. 2el prossimo paragrafo torneremo su questo aspetto) ipotizzando che vi sia un nesso tra il vedere gli opposti (solo) come antagonisti e la modalit conoscitiva per separazione. 9e nel pensiero occidentale il concetto di opposti complementari + per lo pi> ignorato o avversato (eccettuato 1raclito e pochi altri "outsider")) esso + invece %en sviluppato nella cultura orientale) dove si ritrova declinato in vari modelli e metafore) come nel caso della trimurti della religione induista costituita da @hrama - ishnu - 9hiva (che sim%oleggiano le tre forze opposte e complementari della creazione) del mantenimento e della trasformazione) o anche nel modello taoista del t'ai chi tu) che rappresenta l'interazione tra i principi opposti e complementari Kin e Kang (principio femminile) passivo) e principio maschile) attivo) ed esprime magistralmente sul piano grafico i concetti di unit) dualit) complementarit ed equili%rio dinamico (cfr. "rnheim D.) 3454I L6S e ss.).

)igura - / Il simbolo grafico del G6ai c i tu

Dicapitolando) la realt oggettiva +) s?) costituita da polarit opposte) ma queste polarit non

sono separate) n, antagoniste) %ens? interdipendenti e complementari. /uttavia) sia nella filosofia che nella religione e nella scienza occidentali sono state e sono di gran lunga prevalenti le concezioni che vedono la dualit come separazione e antagonismo) piuttosto che come complementarit e interdipendenza.

0-. Da!!a dua!it" a!!a dicoto$ia6 #adici sociocu!tu#a!i e &atto#i neu#o%sico!o'ici .in dal pi> lontano passato) la dualit + stata vista spesso in chiave negativa) conquistandosi un alone semantico che permane ancora oggi. /uttavia) se accogliamo le tesi pi> sopra esposte) che la vedono quale presupposto indispensa%ile del nostro rapporto con la realt) appare improponi%ile mantenere un giudizio negativo a riguardoI come si puG essere contro qualcosa senza la quale non potremmo percepire alcunch, n, addirittura esistereU 1ppure) ciG + di fatto avvenuto) e il colmo della assurdit lo si coglie nel considerare che tutti coloro che hanno giudicato negativamente la dualit lo hanno potuto fare grazie alla dualit stessaI dunque) la dualit separa e giudica la realt fino a giungere a giudicare (e condannare) perfino se stessaJ Ma facciamo un po' di ordine. -tilizzando un espediente tipicamente dualistico faremo una distinzione concettuale tra dualit e dicotomia) dove dualit + prendere coscienza delle differenze) mentre dicotomia + considerarle nettamente separate) tagliate in due appunto (dal greco dicho) in due) e tome) taglio). &a prima + considera%ile un principio naturale "al di l del %ene e del male" mentre la seconda + una interpretazione distorta di tale principio) dovuta) come vedremo) a vari fattori. *arlare) anche solo per cenni) su quanto sia stata e sia tuttora diffusa e nefasta l'influenza del pensiero dicotomico) richiedere%%e %en pi> dello spazio a nostra disposizione) in quanto comprendere%%e quasi tutta la storia del genere umanoI come un virus informatico) la dicotomia + infatti penetrata fin dall'antichit nei pi> profondi strati della mente umana) individuale e colletiva) non risparmiando alcun settore. /uttavia) non dire nulla mi parre%%e eccessivo. &ascerG pertanto il difficile compito a *ierre =aco (347LI 3QS) che ci racconter una quasi-leggenda) come lui stesso la chiamaI All6inizio c6era il numero N59. Gutto era semplice. &6N59 era l6unit!. #...% &6N59 era un blocco verticale, eretto, solitario. Era la sicurezza, poic F era unico. 5essun dubbio ne emanava, nessuna dualit!, nessuna opposizione #...%. Nn diavolo malizioso volle allora seminare il disordine nello spirito degli uomini. Afferrata un6ascia, tagli l6N59 in due parti e le pose una accanto all6altra. E gli uomini cominciarono a dubitare. Alcuni si sc ierarono per uno dei due pezzi, altri per l6altro. Alcuni videro il primo pezzo di colore bianco, l6altro di colore nero. 4ecretarono c e il primo era la verit! e l6altro l6errore. 1i garant8 c e il primo pezzo era il contrario del secondo. Era nata la dualit!. I due pezzi ebbero un bel protestare, dic iarando c e non erano se non due aspetti del medesimo N59, non ci fu nulla da fare. Gli uomini vennero alle mani. #...% Era nato il numero 4NE. &a dualit! umana si insediava

con forza e con rabbia, nascevano le opinioni, cominciava la guerra. 4ifatti, si prendeva partitoO 1i passava da una parte all6altra. 1i esitava. 5ascevano concezioni morali, filosofie, c e prendevano in considerazione a volte uno dei due pezzi, a volte l6altro. 5essuno, neanc e ora, pensava a riattaccarli per ritrovare l6N59 da cui emanavano. Come risulta evidente dal %rano citato) =aco considera dualit e dicotomia alla stessa stregua) la seconda intrinseca alla primaI "1ra nato il numero due. &a dualit si insediava con ra%%ia e con forza) nascevano le opinioni) cominciava la guerra". =a un punto di vista storico-evolutivo potre%%e esserci del vero nell'ipotesi che la dualit si manifesti sin dall'inizio come dicotomia. /uttavia) ciG lascia aperto un importante interrogativo) e cio+ perch, la dicotomia sia un attri%uto specificamente umano) che non interessa gli animali) pur avendo anch'essi una percezione dualistica (nel senso di "percezione delle differenze")F perch,) detto in altri termini) si passa) nell'uomo (e non nelle altre forme viventi) che si sappia) dall'idea di dualit a quella di dicotomia) dal processo intrinseco e utile del distinguere le differenze alla cristallizzazione di tale distinzione) che diviene cos? separazione irreversi%ileF il tutto) ulteriormente aggravato dal correlato processo valutativo di accettazione di un polo e rifiuto dell'altro Il fatto che questa "degenerazione" sia un attri%uto peculiare della specie umana ha spinto vari studiosi ad ipotizzare che ciG a%%ia in qualche modo a che fare (anche) con la sfera socioculturale. =ifatti) esaminando i percorsi storici della filosofia) delle religioni) della morale si possono riscontrare molti casi di singoli individui o istituzioni che hanno contri%uito a enfatizzare e irrigidire certe posizioni dicotomiche) come nel caso di quella assai nota tra mente e corpo di cartesiana memoria o di quella platonica tra corpo e anima) per certi versi sua progenitrice) per non parlare poi dell'opposizione tra %ene e male o tra =io e diavolo della tradizione giudaicocristiana (non a caso il termine "diavolo" deriva dal greco dia%allo che significa letteralmente diviso). *er la gran parte delle persone) intellettuali e studiosi compresi) queste dicotomie sono oggigiorno poco pi> che aneddoti di altre epoche) formulette da manuali di storia della filosofia o delle religioni) etichette di tematiche ed interrogativi ormai desueti) a%%andonati dal pensiero contemporaneo) quasi dei reperti archeologici) insomma. Il di%attito filosofico) quello scientifico) quello politico ed etico si soffermano oggi su %en altri temi) ma do%%iamo tener presente che coloro che li animano) per il fatto di essere mem%ri di una certa cultura) devono pur sempre fare i conti) non meno di ogni altro) con un linguaggio) con credenze) valori) leggi) istituzioni) insomma con un sistema socioculturale ancora profondamente im%evuto di dicotomia. 2aturalmente) le dicotomie di oggi non si presentano certo nella forma canonica di quelle pi> sopra ricordate) quanto in forme derivate) forse meno altisonanti ma anche pi> capillarmente diffuse e temi%ili) poich, meno facilmente individua%ili. /ornando alla questione iniziale) ai fattori che portano dalla percezione della dualit al pensiero dicotomico) + indu%%io che l'approccio socioculturale costituisca una chiave primaria per comprendere tale processoF tuttavia) non si puG escludere che P come la dualit P anche la dicotomia sia) se non proprio un tratto costante) per lo meno una tappa evolutiva implicita in qualche modo nella costituzione neurofisiologica e psicologica dell'apparato percettivo umano. Che cio+ a%%ia ragione =aco e la dicotomia sia) nell'uomo) implicita nella dualit.

"ssai interessanti) a tal proposito) risultano i contri%uti della <estaltpsichologie) che P se letti in una chiave appropriata P evidenziano in effetti la presenza di principi dualistici nei processi percettivo!cognitivi umani anche su piani situa%ili in certa misura a monte dell'influenza culturale. ;uesto interessante filone di studi si +) in sintesi) incentrato sul concetto di campo percettivo e sui principi in %ase ai quali esso si organizzaF tra questi) particolare importanza assume) ai nostri fini) quello pi> generale) %asico) denomina%ile "distinzione tra figura e sfondo"I 9i + osservato infatti che in ogni atto percettivo) l'essere umano attri%uisce a certi elementi del campo il ruolo individuale e (relativamente) autonomo di "oggetti" (figura) e ai rimanenti elementi il ruolo pi> indifferenziato e collettivo) di "contesto" (sfondo). N grazie a questo principio che) nella figura Q) si vedono in primo piano cinque cerchietti neri (figura) su sfondo %ianco.

)igura E / (in"ue cerc ietti

;uesto semplice esperimento non esemplifica soltanto l'esistenza di un principio organizzatore figura-sfondo) ma mostra anche il carattere ar%itrario) relativo di tale principio) dipendente anche dal percettore e non solo da caratteristiche oggettive presenti in ciG che viene percepito. &a figura infatti potre%%e anche rappresentare un cartoncino %ianco con cinque forellini che fanno trasparire uno sfondo nero. &a relativit dell'organizzazione percettiva risulta ancor pi> evidente nella figura 5 che puG essere vista come un calice %ianco su sfondo nero oppure come due profili umani neri su sfondo %ianco. -n ulteriore esempio + quello di figura 6) dove al centro appare in primo piano (figura) un triangolo %ianco pi> %ianco del %ianco della pagina (ma in realt inesistente) mentre le altre immagini (%en reali e %en marcate) vanno a finire sullo sfondo.

)igura L / (alice o voltiP

)igura > 0 Pi bianco del bianco

;uesti esempi illustrano meglio di ogni argomentazione logica la relativit della percezione ed il ruolo organizzativamente attivo svolto dal percettoreF egli coglie) + vero) delle relazioni tra i vari aspetti fenomenici della realt) che sono considera%ili in un certo senso "oggettivamente" presenti) ma + innega%ile che tra le molteplici relazioni potenzialmente esistenti egli ne nota solo alcune (ad es. le relazioni spaziali piuttosto che quelle cromatiche) attri%uendogli inoltre ruoli gerarchici diversi (es. figura piuttosto che sfondo) e soprattutto assegnando loro un significato

specifico tra i molti possi%ili. /ali "scelte" di organizzazione del campo) spesso del tutto inconsce) non sono necessariamente le stesse per tutti) n, sono casuali) ma dipendono in certa misura dalle caratteristiche del soggetto percipiente) dai suoi %isogni e aspettative) dalle sue convinzioni (o credenze)) dalle a%itudini e via dicendo (cfr. &eAin) O.) 34#Q). Caratteristiche in parte comuni all'intera specie umana (i %isogni primari) ma in %en pi> larga parte peculiari del percipiente) nel suo duplice e interagente ruolo di soggetto individuale e di mem%ro di gruppi sociali dotati di una data cultura. &'uomo occidentale) nella sua attivit conoscitiva P di senso comune ma anche scientifica P si + cos? intensamente soffermato sul livello denominato "figura" da attri%uirgli un'esistenza autonoma) oggettuale) assoluta) senza rendersi conto che la figura + tale (si distingue cio+ dal campo percettivo nella sua totalit) solo in virt> di una scelta) conscia o pi> spesso inconscia) del percipiente. 2on si puG immaginare alcuna figura senza uno sfondo da cui essa si distingua ed + lo sfondo) il contesto) che ci permette di attri%uire un significato alla figura e che determina) a seconda del maggiore o minore "contrasto" con essa) la nitidezza della sua percezione. -na montagna si distingue come tale grazie al contrasto con porzioni pi> %asse del territorio) ad esempio le vallateF se non esistessero queste ultime non vi sare%%e nessuna montagna) cos? come l'aggettivo "alto" ha senso solo in rapporto a qualcosa di "%asso") e viceversa. Il contrasto o opposizione + dunque alla %ase di ogni processo di individuazione) cio+ letteralmente di distinzione di una parte di una totalit come entit (relativamente) autonoma dalle altre parti. Il rapporto tra i due livelli denominati figura e sfondo + quindi indispensa%ile e perfettamente complementare. 1 ciG non solo sul piano della percezione di oggetti inanimati o di animali e piante) ma anche) come risulter pi> chiaro in seguito) sul piano della percezione di altre persone e perfino di s, stessi. -n ulteriore contri%uto a sostegno della nostra ipotesi ci viene fornito dall'antropologo) %iologo ed epistemologo <regor0 @ateson) che affronta la questione della conoscenza umana su un piano ancora pi> profondo dei gestaltisti. *rendendo in esame) con una prospettiva sistemicoci%ernetica) alcune ricerche sulla percezione di diversa impostazione) egli parte da una considerazione estremamente importanteI "Gli organi di senso umani possono ricevere soltanto notizie di differenze, e per essere percettibili le differenze devono essere codificate in eventi temporali. " #Cateson G., *+>+. ++% "%%iamo gi incontrato pi> sopra un caso em%lematico in cui la dualit risulta dipendere da un principio intrinseco al percettoreI la tendenza ad organizzare il campo in figura e sfondo) e si + anche visto come tale distinzione sia assolutamente necessaria alla percezione) e di fatto sempre operante. Come sostiene @ateson) infatti) %isogna tener presente che "Per creare una differenza occorrono almeno due cose. Per produrre notizia di una differenza, cio informazione occorrono due entit! #reali o immaginarie% tali c e la differenza tra di esse possa essere immanente alla loro relazione reciproca." #ibi, +L, maiusc. ns.% /ali differenze tra entit esterne P purch, rileva%ili dai sensi P verre%%ero poi tradotte in

differenze tra entit sim%oliche interne all'ela%oratore (cio+ la nostra mente) ed in questa forma risultere%%ero accessi%ili alla nostra consapevolezza. CiG che maggiormente conta) in questo modo di concepire la percezione) non sono le entit in s,) ma la loro relazione reciproca.. Il nostro sistema sensoriale P e certo anche quello di tutte le creature (perfino le pianteU) e i sistemi mentali che stanno dietro ai sensi (...) P puG funzionare solo con eventi che possiamo chiamare cam%iamenti. "(i c e non muta impercettibile, a meno c e non siamo noi a muoverci rispetto ad esso. " #Cateson G., *+,-. *?;% &a realt) quindi) per essere percepita) deve essere necessariamente costituita daI "almeno due cose c e generano la differenza c e diventa informazione ..." mentre ciascuna di esse, da sola " un inconoscibile, una 4ing an sic , il suono dell6applauso di una mano sola." #ibi, +>%. ;uesta tesi) apparentemente semplice sin quasi ad apparire %anale) costituisce a mio avviso uno dei principi pi> importanti per delineare una nuova epistemologia e) conseguentemente) una nuova scienza (un'importanza che forse stenta a manifestarsi nei pochi cenni sopra riportati ma che si avverte con chiarezza leggendo @ateson per esteso) cosa cui rinvio con piacere il lettore). 9i tratta di una tesi che ha cos? tante e ramificate implicazioni) che neppure lo stesso @ateson sem%ra averle colte appieno) in quanto investono ogni sfera del conoscere e dell'agire umano (e non solo umano). In riferimento al tema che stiamo affrontando) le considerazioni svolte sem%rano fornire un importante e convincente sostegno all'ipotesi che la dualit sia intrinseca ai nostri processi percettivi) anzi di pi>I che essa ne sia il motore. CiG rispondere%%e in modo nuovo e per molti versi sorprendente a gran parte degli interrogativi che da sempre hanno intrigato filosofi) mistici e scienziati. 1 inoltre P cosa ancor pi> importante P contri%uire%%e a chiarire una moltitudine di fraintendimenti e distorsioni che la degenerazione della dualit P vale a dire la dicotomia P ha provocato. *rendiamo ad esempio la %i%%ia) che fin dalla genesi affronta il tema della dualit) e proviamo a leggerla in una chiave epistemologica e non solo fideistica) depurandola anche delle connotazioni eticheF possiamo allora vedere nella para%ola dell'al%ero della conoscenza e degli effetti del suo frutto su "damo ed 1va una metafora che esprime un significato analogo a quello espresso da @ateson pi> sopraI la conoscenza nel mondo materiale implica inevita%ilmente la dualitF + tramite la differenza) il contrasto) che la realt ci diviene accessi%ile. N un fraintendimento etico) culturale) che ha portato nel tempo a intendere come "peccato originale" P cio+ male P quello che da un punto di vista scientifico risulta essere il principio naturale in %ase al quale ogni forma di vita percepisce la realtI + solo cogliendo le differenze) la dualit) che riusciamo a conoscere sia il mondo che noi stessi. Insomma) l'enfasi sulla colpa e sui concetti di %ene e male potre%%ero essere con ogni pro%a%ilit aggiunte successive) dovute a ignoranza o a strumentalizzazioni ideologiche del sim%olismo originale) che non necessariamente intendeva connotare come negativo l'atto di mangiare il frutto della conoscenza) ma pi> semplicemente

sottolineare i limiti e i rischi che lo svilupparsi di una percezione per differenze inevita%ilmente comportaI si puG avere colpa per un modo di essere o di agire che + in nostro potere evitare) non per qualcosa che + intrinseco alla nostra natura e al nostro percorso evolutivo. *roseguendo in questa chiave) il mito della caduta dal paradiso terrestre potre%%e non tanto significare una punizione) ma rappresentare piuttosto P come sostengono anche alcune tradizioni mistico-esoteriche P il passaggio da uno stadio pre-dualistico) in cui l'uomo si sente parte del /utto) della natura) allo stadio successivo in cui) acquisendo l'autocoscienza (sim%oleggiata dal mangiare il frutto della conoscenza)) viene a dipendere da processi percettivi che P in quanto incentrati sulle differenze P sono naturalmente dualisticiF tali processi %ipolari inevita%ilmente creano i presupposti per un senso di separazione (diavolo - dia%allo) ma anche per un senso di individualit e danno il via a quella lunga e sofferta esplorazione del mondo materiale tramite la quale l'uomo conosce sempre pi> a fondo la realt e s, stesso (cfr. <rof 9.) L$$$). =istillando ulteriormente i sim%oli si puG pervenire ad una lettura ancor meno metafisica e pi> compati%ile con le attuali concezioni scientifiche) una lettura che si riferisce al passaggio evolutivo dallo stadio animale a quello umano) da una mente in cui l'equili%rio tra gli opposti + garantito dagli istinti) alla mente umana) in cui l'autocoscienza e il li%ero ar%itrio implicano la possi%ilit P ma anche la paura P di andare oltre l'istinto) verso l'indeterminato. "&'uomo si + evoluto attraverso le distinzioni. Cos? facendo P sostiene l'esoterista americana Rane Do%erts (344LI LL$) P si + staccato intenzionalmente e in modo nuovo (...) dal corpo del suo pianeta. -na parte di lui continuava ad anelare molto naturalmente a quella sapiente inconsapevolezza che aveva dovuto a%%andonare e nella quale tutte le cose erano date P e dove non c'era alcun %isogno di giudizi e distinzioni e tutte le responsa%ilit erano %iologicamente preordinate". -na concezione che il filosofo e sociologo .ranco Crespi (347QI 34 P tra par. ns.)) pur partendo da tutt'altre premesse) n, %i%liche n, esoteriche) esprime in termini molto simili. "&ungo la scala del mondo animale) dalla zanzara al delfino e allo scimpanz,) possiamo trovare certamente gradi sempre pi> evoluti di intelligenza) di capacit di memorizzazione e perfino di apprendimento) ma nessuna di queste forme) almeno per quanto finora ne sappiamo) + giunta come nell'uomo al particolare tipo di esperienza che si esprime nella fraseI "io so di essere qui". /ale esperienza ha conseguenze decisive su tutto il modo di rapportarsi dell'uomo" (con s, stesso e con l'am%iente) naturale e socioculturale). &a comparsa della coscienza) intesa come consapevolezza di s,) + una caratteristica peculiare della specie umana che non deriva da un semplice aumento quantitativo delle facolt mentali dei mammiferi) ma rappresenta un punto di frattura) un %alzo quantico verso dimensioni del tutto nuove. In questa nuova dimensione l'individuo diviene progressivamente consapevole del processo di distinzione e di contrasto tramite cui la percezione si rende possi%ileF processo che si svolge anche negli animali ma in modo del tutto inconscio) innescando risposte comportamentali istintualmente preordinate. *er l'uomo) invece) ogni percezione saliente comporta il porsi domande a livello coscienteI come affrontare la notte) il freddo) le %elveU Come interpretare il

fulmine) la pioggia) la lunaU =omande non solo riguardo al rapporto con l'am%iente esterno) ma concernenti anche se stesso il proprio ruolo) la propria identit distinta e separata dal /utto) le proprie m+te) in ultima analisi il senso della propria esistenza (Chi sono ioU =a dove provengoU =ove sto andandoU). "Ho definito prima la coscienza di sF come "uel fenomeno c e al regime di immediatezza, ovvero di piena coincidenza dell6individuo con le proprie oggettivazioni B c e caratterizza l6animale, sostituisce un regime di riflessivit! mediata, in cui non si d! pi tale coincidenza. In "uesto secondo tipo di regime, il rapporto con le oggettivazioni interne ed esterne non avviene pi direttamente, nel senso c e l6individuo reagisce al suo organismo e a "uelli esterni dell6ambiente c e lo circonda, in modo automatico ed univoco, bens8 indirettamente, nel senso c e "uegli stessi stimoli vengono elaborati in base alle esperienza precedenti e alla riflessione, cos8 c e l6individuo a "uasi sempre la possibilit! di decidere, in modo relativamente autonomo e tramite la scelta tra pi possibilit!, "uale risposta dare ad essi. Il mezzo attraverso cui tale elaborazione diventa agibile il simbolico. " #(respi, )., op. cit.. ;L% =unque) con l'affacciarsi della coscienza emerge un pro%lema nuovo) sconosciuto nella dimensione animaleI quello del senso dell'esistenza e dei du%%i circa la propria consistenza (identit) e il proprio perdurare (morte). &'uomo acquisisce la facolt di passare dalla realt predeterminata e rigida degli istinti ad una nuova dimensione) indeterminata) fluida) creativa. ;uesta nuova dimensione non puG essere perG esplorata se non a partire dal determinato) "colonizzata" con gradualit) costruendo ponti e avamposti impiegando i materiali e i principi del noto) del determinato. CiG che ne deriva) + un rendere determinato) poco per volta) l'indeterminato. &'uomo non puG avventurarsi di colpo nell'indeterminato) pena il dissolvimentoF ma neppure puG rimanere solo nel determinato) pena la stagnazione) la rigidit e dunque l'atrofia e la morte delle sue peculiarit umane. &'esistenza umana + quindi una continua oscillazione tra questi due poli) in cui a momenti sem%ra prevalere l'uno) a momenti l'altro. Il futuro + il grande ignoto dell'uomo) l'am%ito cui si riferisce ogni speranza e ogni timore. 2on solo timori) si + detto) ma anche speranze) e questo ci ricorda l'am%ivalenza nei confronti dell'ignotoI l'uomo ne ha paura ma + anche curioso di esplorarlo) di conoscerlo) desideroso di trarne eventuali %enefici. *er secoli + prevalsa nella gran parte del genere umano la paura e la rigidit piuttosto che la curiosit e il cam%iamento) che sono assurti a valori solo in tempi relativamente recentiI in una visione del mondo in cui il determinato + spesso associato al %ene e l'indeterminato al male) solo pochi individui dalla mente particolarmente aperta potevano avere l'idea e il coraggio di saltare l'a%isso (e inevita%ilmente essi sare%%ero stati considerati "devianti" dalla maggioranza e dai rappresentanti del potere) dell'ordine) del determinato). Il pensiero morale) nato forse come ausilio alla scelta) + poi divenuto P una volta cristallizzato in valori) principi e norme P fattore di rigidit) contri%uendo cos? non solo a perpetuare vecchie dicotomie ma anche a crearne di nuove (in realt tutte variazioni su un unico tema originale) come nei casi in precedenza menzionati dell'opposizione anima-corpo e mente-corpo. ='altra

parte si tratta) ricordiamolo) di un pensiero morale nato come conseguenza della parzialit della nostra visione del mondo) dell'ignoranza dell'armonia nascosta) come conseguenza della sensi%ilit per le differenze del nostro apparato percettivo com%inata con una consapevolezza in fase emergente) e quindi ancora immatura) incompleta. Mentre l'animale + inconsapevole) ma in modo equili%rato) l'uomo + consapevole ma) all'inizio) in modo squili%rato) come si + in precedenza ipotizzato. *roviamo adesso ad intersecare il concetto di dualit con quello di coscienza) o pi> precisamente il processo di percezione per differenze col processo di affioramento progressivo della coscienzaI non + forse plausi%ile ipotizzare che) grazie alla coscienza) quelli che per l'animale sono semplicemente i due valori estremi di una scala inconscia di tonalit diverse) divengono per l'uomo la punta emergente e %iforcuta di un ice%ergU

)igura > / Iceberg biforcuto

Il resto + ancora inconscio) ma i due estremi) proprio in virt> del massimo contrasto da essi delineato) divengono una realt consapevole (+ %en noto come sia pi> semplice comprendere le differenze quando sono molto rilevanti P da cui l'uso frequente ed efficace della tecnica dei grandi contrasti nei processi didattici). 1 poich, la comune) unica provenienza dei due estremi si trova al di sotto delle acque dell'inconscio) essi sono considerati come nettamente separati) e

quindi ecco iniziare il ragionamento per dicotomie) che vede i poli opposti come separati e antitetici invece che collegati e complementari.

Come osserva 1raclito)

"&a gente non capisce come ci c e in disaccordo porti in se armonia. Esiste armonia nell6attrito come nel caso dell6arc etto e della lira."

1 ancora

"&6armonia nascosta migliore di "uella apparente. &6opposizione porta accordo. 4alla discordia nasce l6armonia pi bella."

&'antagonismo + dunque il lato in luce della realt percepita dualisticamente) mentre la cooperazione + quello in om%ra) l'armonia nascosta di 1raclito. /uttavia) l'oscurit non + una caratteristica intrinseca ma dipende piuttosto da una assenza di luceI la cooperazione + in om%ra perch, non + stata illuminata a sufficienza dalla consapevolezza) come invece si + fatto per l'antagonismo) e ciG + dipeso in gran parte dalle caratteristiche dicotomiche del nostro apparato percettivo. CiG ha prodotto distorsioni a non finire a livello di interpretazione dei fenomeni) di ricerca e attri%uzioni di significato agli stessiI la notte diviene nemica del giorno) sede di presenze ostili che potre%%ero mettere in pericolo il sole stesso (vedi ad es. il mito egizio del sole sul carro --) la donna) con la sua maggior solidit e resistenza (anche sessuale) e con la sua capacit di generare la vita + vista dall'uomo come un temi%ile avversario da soggiogare) e via dicendo.

Ma torniamo adesso all'esempio dell'ice%erg. 1ssendo i due estremi le uniche terre affioranti) l'uomo gli dedica molta attenzione ed incentra su di esse tutte le sue domande. "ttraverso questi estremi inizia a conoscere la natura e se stesso) e si accorge che pi> li oggettiva) separandoli) pi> essi gli appaiono nitidamente (proprio come quando si agisce sulla manopola del contrasto di un televisore). 2el contempo) specie durante il sonno) continua a mantenere il contatto anche con la parte sommersa dell'ice%erg) e di tanto in tanto frammenti di essa affiorano alla coscienza) espressi in un linguaggio sim%olico che non sa dialogare col linguaggio razionale e che pertanto viene spesso distorto o ignorato. *oich, l'uomo + solo in parte consapevole del proprio io) tende a interpretare questi affioramenti come non appartenenti a s, ma derivanti da entit divine o demoniache esterne a s, e dotate di una loro propria individualit e oggettivit) cos? come ritiene oggettive e intrinseche alla realt quelle divisioni in parti e aspetti antagonisti che derivano invece dalla sua ancora limitata capacit di coscienza. CiG che si suppone possa essere avvenuto nel corso della filogenesi si riscontra) tra l'altro) seppure in pi> circoscritte dimensioni) anche sul piano ontogeneticoI numerose ricerche hanno infatti evidenziato che le menti pi> semplici) quali quelle dei %am%ini al di sotto dei tre E quattro anni) tendono a percepire la realt in modo glo%ale) cio+ scarsamente differenziatoF con la crescita aumenta progressivamente la capacit di differenziazione fino a percepire gli estremi delle varie polarit) (ad es. classificando le persone in %uoni e cattivi) distinguendo nettamente la ragione dal torto) e via dicendo) ed + solo verso la preadolescenza che si sviluppa la capacit di percepire i punti intermedi tra gli estremi di una polarit) insomma le diverse sfumature di grigio esistenti tra il %ianco e il nero. *i> sono sottili le differenze) maggiore + il grado di acutezza sensoriale e di capacit ela%orativa necessario per coglierle. "nche tra gli adulti) non tutti percepiscono la realt con lo stesso grado di definizione e) come mostrano numerose ricerche psico-sociologiche in materia) le persone pi> scolarizzate rivelano) in media) una capacit di differenziazione pi> alta (il che mostra) tra l'altro) che l'istruzione scolastica affina prevalentemente la modalit conoscitiva per differenza) il pensiero analitico-razionale). *er contro) adulti appartenenti a popolazioni cosiddette "primitive" mostrano una visione della realt pi> simile a quella dei %am%ini che non a quella degli adulti occidentali) scolarizzati o meno che siano (cfr. :erner) C.) 346$) il che rinforza l'ipotesi che) almeno in certa misura) la visione dicotomica sia anche il prodotto della cultura e non solo di caratteristiche neuropercettive innate. 9e passiamo dallo sviluppo ontogenetico dell'individuo all'evoluzione della specie) possiamo considerare l'emergere e lo sviluppo della filosofia e della scienza come sintomi (e al contempo impulsi) verso un affinamento progressivo della capacit di cogliere differenze sempre pi> sottili) cio+ di passare dalle distinzioni grossolane tra %ianco e nero) tra %ene e male) a percezioni che colgono una gamma sempre maggiore di sfumature. *roviamo) senza nessuna pretesa di esaustivit) ad elencare alcune delle principali tappe del processo di sviluppo della conoscenza per differenzeI / l' emergere dell6autocoscienza2

/ l' attribuzione di identit! definite agli oggetti e alle persone come elementi distinti e autonomi dallo sfondo2 / la consapevolezza del bene e del male e il nascere della morale2 / la guerra, come rifiuto del diverso da sF2 / il progressivo emergere dell6identit! individuale da "uella collettiva tribale o comunitaria #il processo di "individuazione" nel senso di Jung, *+>>%2 / la politica partitica, cio di una parte contro l6altra2 / l6affinamento delle capacit! di categorizzazione tramite il linguaggio e il nascere della filosofia2 / l6emergere della dicotomia come oggetto di studio e discussione in filosofia2 / la nascita del metodo analitico e il suo affermarsi come cardine della scienza2 / le contraddizioni c e tale metodo solleva se applicato a campi limite come la microfisica, i sistemi biologici, i sistemi socioculturali umani, il sistema uomo. =ato che nell'evoluzione della filosofia e della scienza occidentale un ruolo di primissimo piano + stato svolto dal metodo analitico) ne esamineremo adesso alcuni aspetti e implicazioni che si presentano particolarmente significativi per le nostre finalit.

0-0 I! $etodo ana!itico e !a #iduzione de!!a co$%!essit" 2ei paragrafi precedenti a%%iamo visto che) per motivi sia innati sia culturali) in ogni atto percettivo noi tendiamo a compiere) seppure spesso inconsapevolmente) una scomposizione del tutto in parti e aspetti distinti) organizzando il campo in funzione di criteri strutturali gerarchici che danno pi> pertinenza a certi elementi (figura) che ad altri (sfondo). "%%iamo anche visto che la percezione puG "funzionare solo con eventi che possiamo chiamare cam%iamenti. CiG che non muta + impercetti%ile) a meno che non siamo noi a muoverci rispetto ad esso." (@ateson) 3464I 3#L). 1 questo + appunto ciG che facciamo quando vogliamo conoscere una cosa che si presenta come unitaria e sta%ileI ci spostiamo in pi> direzioni) s? da osservarla da diversi punti di vista) e diamo ad ogni "foto" scattata un nome convenzionale. Il metodo analitico P pietra angolare della scienza moderna occidentale P opera in accordo con questo principioI oggetto fisso e osservatore in movimento. =al punto di vista che qui propongo) tale metodo puG essere considerato come la sistematizzazione e l'affinamento) su %ase razionale e consapevole) del processo naturale e spontaneo del percepire le differenze. &a parola "analisi" deriva dal greco antico anal0o) "io sciolgo") e significa oggi "metodo di studio consistente nello scomporre) materialmente o idealmente) un tutto nelle sue componenti per esaminarle una per una traendone le de%ite conclusioni" (dal dizionario Il nuovo Tingarelli)

33[ed.). /ra i casi di scomposizione materiale ricordiamo l'analisi chimica) l'analisi %atteriologica) l'analisi fisica etc.F tra quelli di scomposizione ideale %asti pensare all'analisi logica) all'analisi statistica o all'analisi matematica. 1' grazie a procedimenti analitici che si + scomposta la materia inerte "riducendola" agli elementi puri) e questi sono stati ulteriormente frazionati nei loro componenti atomici e su%-atomiciF con analogo procedimento si sono dissezionati i corpi degli esseri viventi) identificando caratteri) funzioni e patologie di organi e tessuti) giungendo gi> gi> fino alla cellula) ai cromosomi) al codice geneticoF si + anatomizzata perfino la psiche umana) ipotizzando in essa apparati) processi) immagini) sim%oli e via dicendo. 2essun "oggetto" di studio si + sottratto alla penetrante indagine analitica) i cui meriti sono fin troppo noti e sotto gli occhi di tutti per meritare un'ulteriore enfatizzazione. In proposito va evidenziato che Cartesio) grazie al quale il metodo analitico emerse come procedimento scientifico) non fu propriamente un inventore) ma piuttosto un ordinatoreI egli infatti riela%orG e sistematizzG un modo di vedere le cose gi implicito nel linguaggio e nella cultura a lui precedenti) in particolare la filosofia greca) a%%ondantemente intrisa di dicotomia) contrasto) antagonismo. /ramite un accurato processo di riela%orazione egli rese esplicito il processo di distinzione e lo fece assurgere a strumento consapevole (seppure non del tutto) come vedremo) di conoscenza. &'orientamento che da Cartesio in poi venne sempre pi> ad assumere l'indagine scientifica) contri%u? in modo decisivo allo sviluppo della scienza e della tecnologia quali noi le conosciamo) ma determinG come contropartita il cristallizzarsi di una concezione della realt che la vede come dicotomica in s,. Come si + visto al capitolo II) ogni metodo permette di approssimarsi alla realt fornendone una immagine che + il riflesso dell'interazione tra il metodo e la realt) e non una rappresentazione oggettiva della sola realt. 2e consegue che un metodo come quello analitico P %asato sulla scomposizione dell'oggetto!fenomeno in parti o aspetti distinti) sulla messa a fuoco di alcuni) ritenuti pi> pertinenti) e sull'eliminazione di quelli "eccedenti" P non puG che fornire immagini divise e parziali della realt. CiG non significa che il metodo non sia valido) ma pi> semplicemente che P come tutti i metodi P ha dei vantaggi ma anche dei limiti intrinseci) di cui + essenziale essere consapevoli) onde evitare di credere che sia la realt ad essere intrinsecamente) oggettivamente divisa) separata) dicotomica. Invece di dire che la realt + divisa sare%%e pi> corretto dire che essa appare tale quando viene studiata!osservata applicando il metodo analitico. Il modo attraverso cui il metodo analitico riesce a "ridurre la complessit" presenta interessanti analogie con i processi neurofisiologici di filtraggio della percezione sensoriale umanaI + noto) ad esempio) che solo una ristretta gamma di lunghezze d'onda) dai #7$ ai 57$ millimicron) + accessi%ile alla vista umana) cos? come lo sono) all'udito) solo i suoni compresi tra 35 hertz e 37L$.$$$ hertz. /ale filtraggio) sostengono alcuni autori) rispondere%%e all'esigenza di ridurre a

priori la quantit di informazioni recepi%ili dagli apparati sensoriali) onde non sovraccaricare il sistema nervoso centrale che dovr poi ela%orare tali dati. Il metodo analitico non solo svolge una funzione analoga di riduzione della complessit ma P dato che la selezione + consapevole P permette di decidere intenzionalmente che cosa tenere e cosa mettere da parte (o eliminare). "@ualcosa mi dice c e non fu un caso se l6inventore delle coordinate, c e sono tra gli strumenti pi materialistici e affilati, confer8 anc e dignit! alla superstizione dualistica affermando la separazione tra mente e materia. &e due idee sono legate. E la loro relazione la si coglie con nettezza massima "uando il dualismo menteMmateria viene visto come uno strumento per eliminare la met! difficile del problema dall6altra met!, pi facilmente spiegabile. Nna volta separati, i fenomeni mentali poterono essere ignorati. @uesta sottrazione, naturalmente, lasci alla met! c e poteva essere studiata un carattere troppo materialistico, mentre l6altra met! divenne del tutto soprannaturale. " #Cateson G. e Cateson :. (., *+,+. +L%. *ur condividendo il discorso dei @ateson) non sono d'accordo sul tono univocamente critico con cui presentano i fatti suddettiI credo infatti che tutto sommato sia stato inevita%ile per la scienza nascente a%%andonare (temporaneamente) certe questioni) per le quali pro%a%ilmente i tempi non erano ancora maturi e che altrimenti si sare%%ero trasformate in vere e proprie paludi) dove avre%%ero potuto facilmente essere inghiottite. Il punto da sottolineare criticamente + semmai un altro) e cio+ il fatto di non aver compreso che tale divisione e sottrazione era un punto di vista per meglio osservare la realt) ma non l'unico. 9offermarsi solo sulla visione dualistica che separa la mente dal corpo e ignorare l'altro punto di vista P quello olistico che li vede come un tuttoI mentecorpo P ha portato a identificare la visione separata della realt come la realt tout court e si + dovuto arrivare ai giorni nostri per iniziare a dissolvere P con molte resistenze P un'illusione durata vari secoli e per molti versi ancora presente. 2ella tesi evolutiva che qui si sostiene) il percepire grandi differenze) grandi contrasti) + stato inizialmente positivo e necessario per lo sviluppo della percezione e della coscienzaF invece) il cristallizzarsi solo sui punti estremi delle polarit considerandole tra loro in conflitto + divenuto un vincolo. CiG che + positivo in una fase iniziale puG non essere adeguato nelle fasi successive. Come hanno sostenuto 1raclito) &ao /'su e molti altri filosofi e mistici del passato) tutto + in movimento) in eterno divenireI l'uomo e la realt che egli osserva come esterna. 2el momento in cui P tramite la scienza) la religione) la filosofia o anche il senso comune P + stato dato un senso a quella realt) essa non + pi> la stessa) cos? come non + pi> lo stesso l'uomo che l'osserva. 2on lo sono perch, del tempo + trascorso) ma ancor di pi> P molto di pi> P perch, quel particolare senso attri%uitole la ha modificata) (o meglio) ha cam%iato l'uomo nella sua consapevolezza) e da traguardo quindi quel senso dovre%%e divenire nuova partenza. Il pro%lema dunque non sta nei limiti di un metodo piuttosto che un altro) di una o l'altra teoria) ideologia o qualsivoglia "struttura" di pensieroI tutte) nessuna esclusa) hanno limiti intrinseci e inevita%ili. Il pro%lema risiede nel volersi illudere di essere giunti ad una risposta definitiva) di credere che quella certa teoria) ideologia) filosofia) religione possano prescindere dal tempo e dall'incessante evoluzioneF in questo) l'uomo + come un pittore che si ostina a voler rappresentare con una tela a olio una scena in continuo movimento. *er secoli) la tela era pur

sempre meglio di niente) e la velocit del cam%iamento non era cos? elevata. (ggi tale velocit si + vertiginosamente accelerata) e non a caso disponiamo di cineprese e telecamere. Dimane) tuttavia) nell'uomo) una certa riluttanza ad avventurarsi di nuovo nella ricerca di senso) forse anche per un desiderio di capitalizzare quanto conseguito) di riposarsi) di rassicurare il proprio ego circa il proprio controllo della realtI una realt (esterna ed interiore) di cui non + facile ammettere l'inafferra%ilit) la fluidit) la complessit. ;uesta tendenza si riscontra anche tra gli uomini di scienza) ed + tra i fattori che rendono rari i veri esploratori e innovatori) mentre la maggior parte degli scienziati si dedica a quella che che /. Ouhn) 3467) definisce la fase normale della scienza) cio+ a consolidare e affinare le ipotesi di quei pochi "rivoluzionari" che poi di nuovo le distruggeranno per raggiungerne altre ancora pi> avanzate. 2aturalmente) non c'+ niente di male nel dedicarsi ad un tipo di ricerca pi> "amministrativa") ed anzi essa + indispensa%ile per far calare nel concreto le intuizioni e le innovazioni dei "rivoluzionari") purch, tale fase non prenda il sopravvento) al punto da soffocare l'altra) quella creativa e innovativa (e qui si vedano le analogie con quanto asserito nel cap. I par. 3$).

0-1 Dicoto$ia e $o#a!e *er quanto si manifestino con pi> evidenza nella sfera cognitiva) i limiti del pensiero dicotomico coinvolgono anche la sfera valoriale. Come risulta anche da numerose ricerche sui valori e gli atteggiamenti) in ogni dicotomia vi + non solo una scissione cognitiva in due parti) ma anche l'accettazione di una parte e il rifiuto dell'altra. &e motivazioni di questa scissione a livello affettivo vanno a mio avviso ricercate essenzialmente nella paura) intesa sia come paura di situazioni) luoghi) animali o persone rivelatisi in passato effettivamente pericolosi) sia anche P e ancor pi> in profondit P come paura dell'ignoto (del fluido) dell'ineffa%ile) del complesso). "nche l'animale + diffidente verso ciG che non conosce) tuttavia l'ignoto ha un'estensione %en maggiore per l'uomo) che) a differenza dell'animale) non vive solo nel qui ed ora) ma + spesso immerso nei pensieri circa il futuro) preoccupato di come prepararlo o prevenirlo) di come attirare eventi propizi ed evitare eventi nefasti) in primis la propria morte. 2on solo) ma diversamente dall'animale) l'uomo non ha risposte istintuali preconfezionate per regolarsi di fronte all'ignotoI deve crearle lui stesso) oppure sceglierle all'interno della gamma di risposte preconfezionate che la sua cultura gli mette a disposizioneF il tutto) essendo consapevole dei pericoli che potre%%ero derivare dalla scelta di una risposta inappropriata. 2on a caso) nella gran parte delle culture) specie quelle occidentali) il %ene si associa prevalentemente) se non esclusivamente) a concetti di ordine) sta%ilit e prevedi%ilit) come risulta evidente dalla centralit delle istituzioni) delle norme morali) delle strutture gerarchiche etc. *er contro) il male + associato al caos) all'insta%ilit) all'imprevedi%ilitF + la distruzione) la destrutturazione dell'ordine sociale) morale) culturale) perfino %iologico (la morte). 2iente + stato risparmiato dalla tendenza a dicotomizzare e ad accettare come %uona una met della realt rifiutando l'altra) cattivaI perfino il concetto di divinit prende la forma di un dio divisoI RahAeh e 9atana (interessante notare che 9atana deriva dall'e%raico satan P nemico)

avversario P il che sottolinea ulteriormente il ruolo dell'antagonismo). Il %ene e il male P principi valutativi archetipici interni e intrinseci al percettore P vengono cos? personificati) deificati o demonizzati) proiettandoli all'esterno. <li animali non hanno un dio trascendenteI il loro istinto non lo richiede. 9olo con l'affioramento della coscienza questo passo diviene possi%ile e necessario. /ornando al mito %i%lico dell'al%ero della conoscenza) appare evidente che se accettiamo l'ipotesi che vede l'autocoscienza come il frutto di un processo evolutivo graduale di distinzione) possiamo interpretare tale mito come una metafora che illustra la transizione dallo stadio della tranquilla e immuta%ile esistenza pre-umana allo stadio di li%ero ar%itrio) cio+ della capacit di esplorare l'indeterminato. In tale prospettiva il %ene e il male "rappresentavano semplicemente la nascita della scelta) inizialmente mirata alla semplice sopravvivenza) laddove l'istinto precedente aveva sempre provveduto a tutto quanto era necessario" (R. Do%erts) cit.) LLL). &a polarit %ene-male potre%%e insomma essere inizialmente emersa come ausilio alla scelta) come criterio di riferimento in %ase al quale regolare le proprie azioni e tenere in certa misura sotto controllo le loro possi%ili conseguenze. *urtroppo) in uno stadio evolutivo iniziale) in cui solo i grandi contrasti riescono ad affacciarsi alla consapevolezza) anche i criteri di scelta sono necessariamente grossolani) estremi) separati da una distanza incolma%ile. 1 come tali) purtroppo) si cristallizzano in una opposizione (apparentemente) insupera%ile (e qui ci ricolleghiamo alla tendenza a distinguere in modo semplicistico tra %uoni e cattivi tipica dei %am%ini P cfr. par. precedente). Man mano che le esperienze e i vissuti individuali interagiscono e divengono esperienza e vissuto sociale collettivo) e quindi cultura) si assiste ad un ulteriore passaggio che declina la polarit %ene-male in una serie di valori) di regole sociali) di prescrizioni e proi%izioni) definendo quello che potremmo definire un sistema valoriale e morale. 2ella gran parte delle societ del passato) a anche in alcune attuali) la sua provenienza non viene ritenuta umana) non puG esserlo) poich, %ene e male trascendono tale dimensione e in quanto principi "puri" essi risiedono non nell'umano ma nel divinoI essi sono la divinit. 2on possono che essere gli dei) o il dio unico) le fonti da cui attingere indicazioni in propositoI e difatti) ecco i miti come insegnamenti morali in forma allegorica (ad es. la genesi) o esplicita (le tavole della legge consegnate da =io a Mos+) e molti altri esempi potremmo trarre da altre religioni (cfr. 1liade) M.) 344$).

0-2 La %au#a de! ca$)ia$ento e i! $ito de!!a %e#&ezione 9i + detto che la scienza moderna ha comportato ai suoi inizi anche atti di rivolta verso alcune credenze religiose e metafisiche inaccetta%ili dalla ragione e!o in contrasto con l'osservazione empiricaF si avviG cos? una rilevante opera di smitizzazione) chiarimento e pulizia che in pochi secoli ha condotto al pensiero contemporaneo. ;uel che perG + sfuggito a gran parte degli studiosi + il fatto che tale opera di chiarimento e pulizia si + svolta solo in parte) lasciando per lo

pi> intatti alcuni limitanti schemi culturali) sottostanti alle credenze contestate. .ondamenti talmente %asilari che sem%ravano al di sopra di ogni messa in discussioneF e parallelamente) talmente radicati nella psicologia individuale e nel sistema socioculturale da risultare per lo pi> invisi%ili) in quanto percepiti non come credenze ma come "realt oggettive". Crescendo in un terreno solo in parte %onificato) la scienza si + portata dietro ed anzi ha amplificato alcuni limiti) parzialit) e distorsioni epistemologiche di fondo proprie delle culture di appartenenza) principalmente nelle loro radici greco-romane e giudaico-cristiane. -no di questi fondamenti + appunto la staticit) o immuta%ilit) vista come caratteristica distintiva della divinit e della natura e pertanto come ideale umano) come valoreI una staticit che oggi appare sempre pi> essere una proiezione dell'uomo) una speranza motivata dalla paura del mutamento) una paura individuale) universale) ma anche sociale) pi> presente nelle classi agiate (cui la maggior parte dei sacerdoti) filosofi e scienziati appartenevano) che ritenevano (non necessariamente a livello consapevole) di avere pi> da perdere che da guadagnare da eventuali mutamenti. &'idea di =io come essere perfetto) compiuto) atemporale esclude a priori qualsiasi possi%ilit di evoluzione) di mutamentoI ciG che + perfetto non puG mutare) e questo si collega con l'idea di universo) di Oosmos) contrapposta a quella di 8haos) di una concezione dualistica dell'ordine come valore e del disordine come disvalore) che nel pensiero giudaico prende la via dell'etica (religione) mentre in quello greco im%occa quella della filosofia. &e due strade sem%rano portare in territori del tutto diversi e distanti) eppure) dietro alle apparenze) si possono intravedere profonde analogieI si pensi alla geometria euclidea) da un lato) e alla legge e%raica) dall'altro) e si consideri come siano entram%i cos? lineari) ortogonali) a senso unico) cos? esatte nei loro teoremi) cos? legate alla validit degli assiomi iniziali) sanciti per autoevidenza o per diretta parola divina e dunque non du%ita%ili. 2on + possi%ile mettere in discussione questi sistemi di pensiero dall'interno) poich, l? non hanno punti de%oli) almeno finch, si seguono le loro regoleF il loro tallone d'"chille + nel punto iniziale) vale a dire) negli assiomi su cui tutto il sistema poggia. 9ia la geometria euclidea che la legge e%raica possono essere viste come conseguenze di un assioma pi> generale (e inconscio) riguardante la natura dell'ordineI una concezione dell'ordine che oppone come antagonisti 8osmos e 8haos) valorizzando il primo e demonizzando il secondo. CiG si riscontra) sotto spoglie diverse) non solo nella geometria o nell'etica ma anche nella filosofia) nella scienza) nella struttura sociale) nella cultura in generale. Che cos'+ l'idea del caosU 9i + dimenticato come fosse un'idea genesica. In essa si vede soltanto distruzione o disorganizzazione. &'idea di caos + invece anzitutto un'idea energeticaF essa si accompagna al ri%ollire) al fiammeggiare) alla tur%olenza (...) la cosmogenesi si effettua nel e tramite il caos. (...) I processi di ordine e di organizzazione (...) si sono costituiti nel e tramite il caos (...) 2on %asta perG riconoscere il caos originario. 9i deve spezzare una frontiera mentale) epistemica. 9iamo pronti ad ammettere effettivamente che l'universo si + formato nel caos) perch, con questa affermazione ritroviamo tutti i miti arcaici profondi dell'umanit. (...) (ra %isogna arrendersi all'evidenza che la genesi non + cessata. 9iamo sempre nella nu%e che si dilata. 9iamo sempre in un universo in cui si formano galassie e soli. 9iamo sempre in un

universo che si disintegra e si organizza con il medesimo movimento (...) 1' questa presenza permanente del caos che si tratta di far vedere (sottolineando come esso non solo non sia da considerare negativo ma anzi presupposto indispensa%ile e anzi crogiolo di questo universo che) contrariamente alle paure e alle false convinzioni umane) + in continuo) tur%olento divenire (Morin 1.) 347#I 6#-6Q) tra parentesi ns.). 1 non + solo l'universo fisico ad essere in continuo divenire) ma anche quello psichico e soprattutto quello sociale. 9i impone quindi una rivalutazione del concetto di caos) disordine) anche in questi campi) laddove invece prevale ancora una concezione dualistica che individua come auspica%ile) positivo) solo l'altro poloI l'ordine) per di pi> visto come immuta%ile. Certamente) come traspare anche dalle parole di Morin) la tendenza evolutiva consiste nell'andare dal disordine all'ordine) ma in un rapporto tra i due poli fluido e pariteticoI ognuno + non meno necessario dell'altro. *ertanto) ogni ordine + solo transitorio e deve lasciare il campo al disordine ogni volta che si renda necessario un mutamento) un passo evolutivo che porti ad un ordine superiore (come vedremo nel cap. # riguardo alle funzioni omeostatica ed evolutiva dei sistemi). ;uesta complementarit e colla%orazione tra 8osmos e 8haos) tra ordine e disordine viene ignorata e stravolta dal pensiero dicotomico dominante) la cui difesa dell'ordine + in realt la difesa dell'ordine esistente) dello status quoI gli individui) i gruppi) le societ si aggrappano disperatamente al passato) alla forma di organizzazione in cui gi si trovano) anche quando quella forma) quello stato di cose non si dimostra pi> adeguato) pi> funzionale) pi> al passo con i tempi e le nuove esigenze. 9e ne hanno esempi in politica) in economia) nelle religioni) e perfino nelle relazioni interpersonaliI quante coppie continuano per anni a vivere un rapporto sterile e insoddisfacente senza avere il coraggio di metterlo realmente in discussione P mettersi in discussione P o di cessarloU 1 quanti i casi di formazioni politiche sclerotizzate senza speranza nelle loro rigide ideologie) nei loro rigidi apparatiU &a societ in cui viviamo) e anche la nostra vita personale di singoli individui) riflette da ogni parte questa condanna culturale del disordine) questa paura dell'ignoto) che per metterci al riparo da pericoli spesso minimi o inesistenti) finisce per creare dissesti reali e assai gravi.

Inte#$ezzo 2el paragrafo che qui si conclude a%%iamo preso in esame quella che a%%iamo chiamato la "modalit conoscitiva per differenza". 9i + visto come essa sia intrinsecamente collegata alla dualit e come dalla dualit si sia passati alla dicotomia) con la conseguente accettazione di alcune polarit (il %ene) e il rifiuto di altre (il male). "%%iamo poi affrontato il tema della evoluzione e dell'affinamento della modalit conoscitiva per differenza) fino a giungere al metodo analitico) visto come punto apicale di tale evoluzione) ricco di pregi ma anche di limitiF limiti che non sono pi> a lungo ignora%ili e stanno difatti mettendo in crisi l'intero sistema scientifico. ='altra parte) come ho meglio argomentato in altra sede (cfr. Cheli 1.) L$$3) ogni fase di crescita ed evoluzione + in genere preceduta da una crisi) e cos? anche quella che sta attraversando il metodo analitico-riduzionista non va vista in chiave negativa) ma anzi come

grande opportunit di prendere coscienza dei suoi limiti e cos? andare oltre. orrei perG chiarire che i limiti non riguardano tanto il metodo in s,) ma il fatto che esso sia stato ritenuto a lungo l'unico metodo attendi%ile) %asandosi sull'assunto implicito (e indimostrato) ma fortemente radicato nella cultura da tempi %en precedenti la nascita della scienza moderna) che la realt sia intrinsecamente dicotomica e dunque studia%ile e comprensi%ile solo attraverso un metodo %asato sulle differenze. 9e ciG fosse vero) se la realt fosse intrinsecamente dicotomica) non avre%%ero senso le critiche che da pi> parti vengono mosse al meccanicismo-riduzionismo. /uttavia) a%%iamo visto in precedenza come ciG non corrisponda a verit e come anzi la realt manifesti una profonda interconnessione tra le sue varie componenti) sia cio+ anche intrinsecamente olistica. 9i presenta a questo punto una apparente contraddizione che porta a chiedersiI ma allora) la realt + olistica o dualisticaU ;uale di queste posizioni + correttaU &a tesi che qui si sostiene + che siano corrette entram%e) nel senso che la realt appare dualistica o olistica a seconda della modalit conoscitiva utilizzata) un po' come la luce che) a seconda di come viene osservata) si manifesta ora come onda ora come particella. /uttavia) se prese separatamente) tali concezioni della realt sono entram%e limitate) poich, ciascuna evidenzia solo un lato della medaglia. In termini generali si potre%%e dire che in occidente la modalit analitica ha avuto storicamente maggiore fortuna ed + divenuta la modalit dominante) schiacciando l'altra) mentre in oriente il percorso + stato diverso e ha predominato per molti versi l'approccio olistico. 2, l'oriente n, l'occidente sono tuttavia esenti da limiti e contraddizioni) segno che n, l'una n, l'altra prospettiva) da sola) + in grado di rappresentare correttamente la realt. 2el paragrafo seguente prenderemo in considerazione la seconda modalit conoscitiva a disposizione dell'essere umano) opposta e complementare a quella per differenza pi> sopra trattata) e vedremo come la realt appaia %en diversa se percepita attraverso tale modalit. 1 tuttavia) tengo a ri%adire che nessuna modalit + meglio dell'altra e che solo attraverso una compresenza di entram%e + possi%ile conseguire un vero salto di qualit nella conoscenza umana.

1-!a conoscenza $ediante !a so$i'!ianza e !'unione La sintesi ovve#o Come a%%iamo detto) la separazione non + l'unica via di cui dispongono gli esseri umani per conoscere la realtI ve n'+ un'altra) assai diversa ma non meno valida) %asata sull'unione. &a modalit conoscitiva per unione + caratterizzata da processi intuitivo-analogici di pensiero e cos? come l'em%lema della modalit per separazione + l'analisi (che) come si ricorder) significa "sciogliere") scomporre)) la modalit per unione puG essere rappresentata per certi aspetti dal concetto di "sintesi") che significa alla lettera "riunire) ricomporre (dal greco antico s0n X insieme e tith,nai X porre E tra l'altro) la stessa radice della parola "sistema"). 2aturalmente) ciascuna delle due modalit conoscitive + pi> vasta e complessa di quanto i due concetti di analisi e sintesi possano esprimere e se talvolta li tratteremo come sinonimi + solo per esigenze di %revit e

immediatezza. "nche se l'esistenza della modalit conoscitiva per unione + nota da tempo) essa + rimasta assai meno sviluppata e praticata dell'altra) tant'+ che esiste un assai sviluppato metodo analitico mentre non c'+ nella scienza o nella filosofia occidentali qualcosa di altrettanto affinato) centrale e condiviso che sia defini%ile "metodo sintetico". =el resto) i filosofi (salvo rare eccezioni) tra cui Cegel) hanno quasi sempre considerato le due modalit come antitetiche) privilegiando quella per separazione e ignorando o squalificando l'altra. 9e l'analisi porta a scindere) separare) spezzettare la realt osservata in modo sempre pi> sottile) articolato) fino a giungere ai mitici "indivisi%ili" (e difatti in greco "atomo" vuole appunto dire indivisi%ile) la sintesi tende a cogliere possi%ili collegamenti) somiglianze) analogie e isomorfismi che consentano di (ri)unire ciG che appare diviso) frammentato. &a sintesi + quindi complementare all'analisi poich, consente di compiere la seconda met del percorso conoscitivo) quella che dalla scomposizione porta alla ricomposizione) all'intero da cui si era partiti (approfondiremo pi> avanti questo punto). 9e accettiamo la tesi che la modalit conoscitiva per differenze si sia manifestata per prima nel processo evolutivo ontogenetico e filogenetico della coscienza umana) possiamo vedere la sintesi come la via attraverso la quale + possi%ile ricomporre la realt dopo averla smontata pezzo a pezzo. 9montare + pi> facile che montareI anche dal punto di vista ontogenetico vediamo che il %am%ino + capace gi in tenera et di rompere e spezzettare gli oggetti per conoscerli ma + necessario l'adulto o un %am%ino pi> grande per rimontare ciG che il piccolo ha smontato. Ma la modalit conoscitiva per unione non + solo ri-unione) non si manifesta solo come ricomposizione di quanto scomposto) ma + anche appercezione intuitiva della glo%alit intrinseca della realt) dell'interrelazione che collega ogni cosa a ogni altra cosa e al tutto. ;uesto lato della modalit conoscitiva per unione + + presente in certa misura anche negli animali e nei %am%ini piccoli) seppure in modo istintivo e pre-conscio) ma + massimamente evidente e consapevole in molti mistici di ogni religione ed anche in alcuni artisti. orrei ricordare tra tutti il famoso pittore e poeta inglese :illiam @la8e) molte delle cui opere rivelano una chiara consapevolezza circa la glo%alit della conoscenza e l'esigenza di ricomporre la separazione. Cito qui una sua frase) divenuta negli anni '5$ l'em%lema di una generazioneI "1e le porte della percezione fossero purificate, la realt! apparirebbe agli uomini "uale . infinita". 1' possi%ile e stimolante) in proposito) fare un collegamento con la fisica quantistica e il principio di complementarit) secondo il quale una particella puG assumere sem%ianze corpuscolari o ondulatorie a seconda del modo in cui viene osservata. 1%%ene) in quanto corpuscolo essa appare distinta e separata dal resto) cos? come una goccia sem%ra separata dall'oceano da cui si + staccataF un'onda invece non ha sem%ianze individuali ma costituisce una increspatura dell'oceano ed + evidente il suo collegamento inscindi%ile con esso (+ singolare che molti mistici orientali) vissuti %en prima del MM secolo e della meccanica quantistica) a%%iano espresso la loro

visione del mondo servendosi come metafora proprio del rapporto onda-goccia). =unque) la percezione per separazione produce corpuscoli) individui) insomma oggetti distinti) mentre la percezione per unione rileva increspature) onde) flussi) insomma processi dinamici collegati senza soluzione di continuit P la realt infinita di @la8e. *er fare un altro esempio ponte tra meccanica quantistica e misticismo possiamo rilevare che gli esseri umani sono percepiti normalmente come individui (corpuscoli) ma i mistici e i veggenti dicono di vederli anche come campi aurici di energia interpenetrati col Campo <lo%ale (onda). &a scienza tradizionale respinge a priori tale possi%ilit) e ciG non deve sorprenderci) poich, essa ha una visione essenzialmente materialistica (corpuscolare) e oggettuale (separata). In una visione processuale invece non ci sare%%e niente di strano) certo non pi> strano di una serie di "inquietanti" e paradossali fenomeni rilevati durante le ricerche sul mondo su%-atomico (paradossali) s'intende) se interpretati nell'ottica tradizionale). .orse il pi> inquietante + il fenomeno previsto dal teorema di @ell) derivato dal cosiddetto "paradosso 1*D" (1instein) *odols8i) Dosen). 9emplificando al massimo) se una particella su%atomica si scinde in due particelle) le due met) per la legge della conservazione dell'energia) avranno sempre spin di verso contrario (lo spin + la rotazione intorno al proprio asse)F or%ene) anche se le due met vengono allontanate moltissimo) esse sem%rano mantenersi in contatto) al punto che se si varia lo stato di una (ad es. misurandone la posizione) cam%ia automaticamente e immediatamente lo stato dell'altra. ;uesto fenomeno) che fino a poco tempo fa era una semplice ipotesi) un paradosso teorico) + stato poi comprovato da vari esperimenti) da quelli pionieristici del fisico "lan "spect all'-niversit di *arigi nel 347$ a quelli di <erhard Cergerfeldt nel 344# presso l'-niversit di <ottingen (pu%%licati sulla rivista 2eA 9cientist)) fino a quelli pi> recenti del L$$$) segnalati con grande rilievo perfino dalla stampa non specializzata . "1e gi! il principio di indeterminazione aveva evidenziato come il soggetto e l'oggetto sperimentale erano ine"uivocabilmente legati, l'esperimento del fisico "uantistico Aspect e dei suoi colleg i sconvolge ancora pi in profondit! la logica deterministica della scienza attuale basata sulla diretta causalit! #...% &'accadere simultaneo dei due eventi relativi alla coppia di particelle separate sconvolge in modo drammatico l'attitudine analitica e riduzionista della mente occidentale #...% &e implicazioni di "uesto fenomeno possono essere enormi se si tiene presente c e all'inizio della creazione tutta la materia di cui composto l'universo era unita in una singolaritD #e "uindi, in un certo senso, ogni particella esistente a interagito almeno un volta con tutte le altre e "uindi collegata al tutto." #5. ). :ontecucco, ;<<<. +-/+E, tra par. ns%. =unque) per riassumere) la modalit conoscitiva per unione non + solo ri-unione) sintesi) ma + anche visione glo%ale-processuale "a-priori") che puG aver luogo a prescindere da una precedente scomposizione della realt. "i nostri fini tuttavia risulta pi> importante l'aspetto di sintesi) di ricomposizione) dal momento che la tesi di questo saggio + che sia auspica%ile e possi%ile integrare le due modalit conoscitive di %ase) e per far ciG non si possono ignorare millenni di separazione e analisiF pertanto) tale integrazione richiede di compiere la seconda met del percorso conoscitivo) quella che dalla

scomposizione porta alla ricomposizione) all'intero da cui si era partiti. /orniamo quindi alla sintesi) osservando che) per quanto posta in secondo piano) non + del tutto assente nella scienza e nella filosofia occidentaleI ad esempio) la ritroviamo) seppur indirettamente) nel ragionamento induttivo) che "consiste nell'inferire da osservazioni ed esperienze particolari i principi generali in esse impliciti" (Il 2uovo Tingarelli) 33[ed.). In altri termini) il ragionamento induttivo si muove alla ricerca di possi%ili convergenze) somiglianze) nessi tra elementi apparentemente isolati verso un unico principio ordinatore o esplicatore.

1-, I! #uo!o de!!a sintesi ne! $etodo scienti&ico Il metodo su cui si %asa la scienza moderna + di tipo ipotetico-deduttivo) e si articola in pi> fasiI in primo luogo lo studioso formula delle ipotesi o postulati) in genere per via induttiva) sulla %ase di osservazioni e dati gi disponi%ili o appositamente ricavati da una prima esplorazione sommariaF poi) per via deduttiva) individua le eventuali conseguenze che dovre%%ero aversi nel caso i postulati fossero veri) e quindi progetta una ricerca che evidenzi la presenza o meno delle conseguenze dedotte. 9e la ricerca empirica riscontra la presenza di tali conseguenze) l'ipotesi viene verificata (o) pi> correttamente) non falsificata) e) dopo un numero adeguato di ripetizioni) per evitare eventuali effetti dovuti al caso) assurge al rango di teoriaF altrimenti viene scartata. (ra) la seconda parte del metodo) cio+ i passaggi e procedimenti successivi alla formulazione delle ipotesi) + %en nota e accuratamente formalizzataF poco o niente invece + stato fatto per ottimizzare il modo tramite cui si perviene alle ipotesi ) talvolta legato a osservazioni e induzioni) talaltra alla inventiva) all'intuito) al "fiuto" dello scienziato. Come osserva anche @ertrand Dussel (3456I 63S) "=i regola) la costruzione delle ipotesi + la parte pi> difficile del lavoro scientifico) e anche la parte per cui + indispensa%ile una grande a%ilit. .inora non + stato trovato alcun metodo che permetta di formulare delle ipotesi seguendo determinate regole". CiG non + a mio avviso casuale e il motivo potre%%e essere dupliceI da un lato) poco avre%%e da apportare il pensiero analitico-razionale ad un processo che si svolge in gran parte secondo la modalit conoscitiva dell'unioneF dall'altro) pur rendendosi conto di non poter fare a meno di tale processo) vi + stata finora nella comunit scientifica come la tendenza a lasciarlo in om%ra) e a dargli minore considerazione. CiG ha prodotto conseguenze tutt'altro che trascura%iliI in primo luogo) ha contri%uito ad orientare in prevalenza la ricerca su verifiche di corollari e variazioni sul tema piuttosto che sulla formulazione di nuove ipotesi (insomma una ricerca di tipo "amministrativo")F questo ha anche fatto s? che solo una parte assai ristretta di scienziati si sia avventurata nel territorio ignoto delle nuove ipotesi) specie se davvero rivoluzionarieF non solo) ma ha creato una sorta di ritrosia o vera e propria ostilit verso tutte quelle ipotesi innovative che mettevano in discussione gli assiomi di fondo) andando con ciG in aperto conflitto con uno dei principi %asilari della scienza sperimentale moderna che sostiene che nessuna ipotesi andre%%e esclusa a priori) cio+ prima di averne verificata la correttezza o meno mediante apposite ricerche empiriche. =i fatto) invece) si assiste in molti casi ad una censura preventiva che rifiuta di prendere in considerazione certi tipi di ipotesi (come ad es. quelle inerenti la

parapsicologia) le medicine alternative etc.) e cos? facendo si tradisce lo spirito originario del metodo scientifico. &o scienziato) quello con la 9 maiuscola) non dovre%%e limitarsi a perfezionare le ipotesi altrui o a lavorare su corollari e variazioni sul tema) ma dovre%%e essere disponi%ile) all'occorrenza) a formulare anche nuove ipotesi) apportando innovazioni e) talvolta) vere e proprie rivoluzioni nella conoscenza scientifica. "Gutte le grandi rivoluzioni del pensiero scientifico dovettero farsi non soltanto contro i dogmi aristotelici, platonici o cristiani, ma anc e contro ci c e sembrava ovvio e dettato dal buon senso ... 9gni rivoluzione dovette aprire una breccia nell6edificio consacrato del pensiero concettuale. Qeplero distrusse la dottrina 6ovvia6 del moto circolare uniforme2 Galileo, la nozione B ugualmente dettata dal buon senso B c e tutti i corpi in movimento devono avere un 6motore6 per tirarli o spingerli. 5eAton, non senza ripugnanza, dovette contraddire l6esperienza e mostrare c e una azione possibile senza contatto2 3ut erford dovette commettere una contraddizione nei termini affermando c e l6atomo, il "uale in greco significa 6indivisibile6, divisibile. Einstein a distrutto la nostra convinzione c e gli orologi girino alla stessa velocit! in "ualsiasi punto dell6universo2 la fisica "uantistica a fatto evaporare il significato tradizionale di termini come materia, energia, causa, effetto. "#Qoestler A., *+>E. *LL%. *er innovare (e rivoluzionare) la conoscenza) non %asta utilizzare la parte razionale della mente) ma + necessaria anche e soprattutto quella cosiddetta "irrazionale"I ogni nuova ipotesi infatti proviene dall'ignoto (se provenisse dal noto non sare%%e nuova)) un am%ito da cui la razionalit non + in grado di attingere. *er "captare" una nuova ipotesi + necessario ricorrere a processi mentali che appartengono spesso alla sfera dell'irrazionale) dell'induzione) della analogia. 2on si possono percorrere nuove strade con vecchie mappe e in assenza di carte aggiornate %isogna affidarsi all'intuizione) verificando poi la validit di quanto intuito mediante la sperimentazione) non giudicandolo n, liquidandolo frettolosamente sulla %ase delle teorie gi note) che non sanno niente di quel nuovo mondo) di quelle nuove dimensioni) e che spesso negano addirittura che possano esistere. In questo avventurarsi nell'ignoto il mistico + talvolta pi> avanti dello scienziato) come suggerisce il seguente aforisma) attri%uito a 9. <iovanni della CroceI

Per raggiungere il punto c e non conosci devi prendere la strada c e non conosci

&'analisi e il pensiero razionale in genere utilizzano come codice primario il linguaggio ver%ale e come regole quelle della logica) e dunque la loro valenza + strettamente connessa alle potenzialit e ai limiti di questi ultimi) come ha %en evidenziato @ertrand Dussel nella "teoria dei tipi logici". Indu%%iamente) di tutte le forme di attivit mentale) il pensiero ver%ale + il pi>

articolato) il pi> complesso) ma anche il pi> vulnera%ile) in quanto) come si + visto nel capitolo I) esso puG diventare un velo opacizzante tra il pensatore e la realt. "Ecco perc F spesso la vera creativit! inizia dove il linguaggio finisce" #Qoestler, op. cit.. *LLM>%. Interessanti) a tal proposito) i risultati di un'inchiesta svolta nel 34SQ negli 9tati -niti sui metodi di lavoro di eminenti matematici (cfr. Cadamard R.) 34S4) alla quale 1instein risposeI "5on credo c e le parole della lingua, scritte o parlate, gioc ino il minimo ruolo nel meccanismo del pensiero. &e entit! fisic e c e sembrano servire da elementi dei pensieri sono certi segni o immagini pi o meno c iare c e possono riprodursi e combinarsi volontariamente #...% 4a un punto di vista psicologico "uesto gioco combinatorio mi sembra una caratteristica essenziale del pensiero produttivo B prima c e ci sia una "ualsiasi connessione con una costruzione logica #...% &e parole e altri segni convenzionali si debbono cercare soltanto in uno stadio secondario, "uando il gioco associativo sufficientemente stabilito e pu riprodursi a volont!". "&6inc iesta port prove definitive c e nei matematici il pensiero verbale non a c e un ruolo secondario nella fase decisiva dell6atto creativo, e innumerevoli indicazioni mostrano c e ci vale anc e per i pensatori originali in altre branc e della scienza" #op cit.. *L;%". &a scoperta scientifica) e pi> in generale ogni forma di creativit e rivoluzione cognitiva sem%rano dunque derivare pi> da attivit irrazionali e immaginative che non analitico-razionali. I processi analitico-razionali interverre%%ero in quello che 1instein definisce "uno stadio secondario") dopo cio+ che l'ipotesi innovativa + %alzata alla coscienza) vale a dire nel processo deduttivo che porter poi a mettere a punto i disegni di ricerca per la verifica della ipotesi. &'emergere dell'ipotesi) l'affiorare di una nuova possi%ile visione della realt P che + la parte rivoluzionaria) innovativa P + frutto invece di un processo creativo) immaginativo) che Ooestler definisce un "pensare a parte" e che pi> recentemente + stato anche definito come "pensiero laterale") per distinguerlo da quello analitico-razionale che + invece di tipo focalizzato) concentrato su un singolo punto. &a differenza tra questi due modi di pensare richiama per certi aspetti quella esistente tra la visione oculare periferica P che percepisce tutto il campo visivo nella sua glo%alit P e la visione focalizzata (foveale)) in grado di vedere con maggior nitidezza ma solo una porzione o aspetto per volta. " differenza del pensiero focalizzato) quello laterale non si %asa su un vero e proprio linguaggio) per lo meno nell'accezione comune del termineF esiste) s?) un insieme di segni pi> o meno interrelati che sostanzia e fa funzionare i processi analogico-sintetici) ma esso non + esplicitamente codificato) non ha regole univoche e precise) e agli occhi di chi conosce solo i percorsi %en ordinati dell'analisi e della logica appare inevita%ilmente sfumato e confuso) spesso contraddittorio nei significati) e difficilmente rappresenta%ile matematicamente. Contrariamente ad un pensare per concetti e parole) qui si ha infatti un pensare per immagini e per sim%oli e le regole di un tale "codice" non sono quelle della logica %ens? quelle della analogia. .ortunatamente non tutti tendono ad etichettare come irrazionale e puramente soggettivo un tale "quasi-linguaggio") e tantomeno a considerarne le "strane" caratteristiche come squalificanti

e quindi motivo per non studiarlo. (ltre a Ooestler) cui va il merito di essere stato tra i pochissimi a mettere in risalto l'importanza e il ruolo di tale "linguaggio" nella scoperta scientifica) ci riferiamo ai lavori di Carl <ustav Rung e) seppur con maggiori remore razionalistico-positiviste) anche a quelli di 9igmund .reudF e ancora) alle pazienti indagini di quegli studiosi (antropologi ma anche archeologi e filologi) che) confrontando la cultura di popoli anche molto distanti nel tempo e nello spazio) sono riusciti a far emergere analogie e omologie di ampia portata sul piano dei miti) dei sim%oli) delle immagini archetipiche. /ali filoni di studio forniscono a%%ondante e interessante materiale per conoscere pi> a fondo natura e funzionamento dei processi analogici di pensiero) facendoci altres? rivalutare) per il loro profondo contenuto sim%olico universale) generi espressivi troppo frettolosamente squalificati dal razionalismo materialistico moderno) quali i sogni) i miti e le leggende) l'iconologia e ritualit sciamanica e magica) le cosiddette superstizioni) i prover%i) le fia%e e via dicendo. /ra le ipotesi di fondo che hanno) pi> o meno esplicitamente) ispirato gli studi suddetti) particolare attenzione merita quella che sostiene che esista un rapporto profondo e universale tra l'uomo ed i sim%oli) i quali) pur presentandosi in forme diverse nei vari luoghi e tempi) mostrano) ad una lettura pi> ampia) rilevanti somiglianze nei significati) spesso non spiega%ili sulla %ase di possi%ili matrici storiche) religiose e culturali comuni o vicine. Invece di ricercare una spiegazione a livello storico-culturale) tali analogie potre%%ero derivare da complessi psicologici inconsci) innati e universali) comuni all'intero genere umano. ;uesti complessi P denominati archetipi da Rung P sare%%ero strutture assolutamente inosserva%ili) ma che) a seguito di sollecitazioni interne o esterne) producono manifestazioni di s, o immagini archetipiche) queste s?) osserva%ili sotto forma di miti) icone) drammi) fantasie) sogni etc. In quanto forme manifeste) le immagini archetipiche dipendono P a differenza dell'archetipo) che + universale e astratto P dallo specifico contesto culturale in cui sono prodotte) e si presentano quindi diverse da luogo a luogo) da popolo a popoloF tuttavia) nonostante le differenze esteriori) + spesso possi%ile riuscire a vederle come espressioni di uno stesso significato profondo (cfr. Rung C. <.) 3466%). Il carattere universale P dunque eHtraculturale P degli archetipi sem%ra costituire un ulteriore elemento a sostegno dell'ipotesi che vi siano isomorfismi tra la struttura della percezione e la struttura della realt) non solo quella esterna ma anche quella interna all'individuo (il sistema neuropercettivo). -na ulteriore elemento a sostegno di tale ipotesi puG essere visto in alcune recenti acquisizioni della ricerca neurofisiologica che hanno evidenziato nel cervello umano l'esistenza di sedi elettive delle due forme di pensiero che per %revit a%%iamo ricompreso nei concetti di analisi e sintesiI tali sedi sare%%ero situate nella neocorteccia) rispettivamente nell'emisfero cere%rale sinistro (analisi) e in quello destro (sintesi). Ma soffermiamoci %revemente su questa importante scoperta.

1-. Ana!isi e sintesi in #a%%o#to a'!i e$is&e#i ce#e)#a!i <i nella met del MIM secolo era stato rilevato che il cervello umano) e pi> precisamente la neocorteccia) + divisa in due met speculariI l'emisfero destro e l'emisfero sinistro) e che eventuali lesioni in alcune specifiche aree dell'emisfero sinistro provocano l'afasia) cio+ l'incapacit di pronunciare le parole pensate. " partire dagli anni 345$) altri studiosi) tra cui Doger 9perr0 e Michael <azzaniga hanno poi studiato a fondo il comportamento di persone a cui era stato reciso chirurgicamente il "corpo calloso") cio+ l'insieme di fi%re nervose che collegano tra loro i due emisferi. I risultati di queste ricerche (che valsero a 9perr0 il premio 2o%el nel 3473) confermano l'esistenza di una profonda diversit tra le funzioni dei due emisferiI il sinistro + dominante nei processi linguistici) il destro nei processi visivi (cfr. 9perr0) D.:) <azzaniga M.9. and @ogen R.1.) 3454F 9perr0) D.:.) 346SF <azzaniga M. 9.) 346S). CiG + assai rilevante ai nostri fini giacch,) come a%%iamo pi> sopra rilevato) la modalit conoscitiva per unione opera essenzialmente per immagini mentre quella per separazione lavora per concetti astratti (cio+ elementi in qualche modo di tipo linguistico). Ma c'+ di pi>. <razie a successive ricerche) sia dei due studiosi menzionati) sia di altri (cfr. 9perr0) D. :.) 347$) + emerso che la differenziazione non si limita a processi linguistici vs. processi visivi ma + %en pi> ampiaI l'emisfero sinistro + cio+ attivo non solo nella attivit linguistica ma pi> in generale in tutti quei processi che hanno a che fare con la logica) l'aritmetica) la capacit di analizzare e di dividere un pro%lema nelle sue partiF l'emisfero destro dal canto suo non sovrintende solo ai processi visivi ma entra in gioco nell'orientamento spaziale) nel riconoscimento dei volti) nella percezione glo%ale di un pro%lema) nella comprensione analogica e sim%olica P insomma) in molte di quelle attivit percettivo-ela%orative che a%%iamo ricompreso nel concettoI "modalit conoscitiva per unione". 1' interessante notare) a margine) che) a causa dell'incrociarsi delle fi%re nervose) l'emisfero destro governa la parte sinistra del corpo e viceversa. (ra) considerando che in molte culture e religioni la destra + associata sim%olicamente al maschile e la sinistra al femminile) si puG ipotizzare che i due emisferi rappresentino l'espressione archetipica della psiche maschile e femminile. *i> specificamente) si puG considerare il pensiero analitico-razionale come la modalit conoscitiva maschile) e il pensiero sintetico-irrazionale come la modalit conoscitiva femminile. Come rileva anche 2. .. Montecucco (L$$$) la relazione di complementariet funzionale e psicologica tra i due emisferi presenta tra l'altro notevoli assonanze con la concezione Yunghiana di animus e anima e anche con le categorie taoiste conscio!luminoso e inconscio!oscuro associate ai sim%oli dello Kang (maschile) e dello Kin (femminile)) che lo stesso Carl <ustav Rung aveva commentato nella sua introduzione al testo di &ao /'zu Il mistero del fiore d'oro. ;uesta dualit cos? profondamente unitaria e complementare non puG inoltre non ricordarci) per analogia) i due "cromosomi" materni e paterni dalla cui fecondazione nasce la cellula che dar vita a tutto il nostro essere. <i la prima unit contiene ed + costituita dai due aspetti

complementari del maschile e del femminile." -na ulteriore) fondamentale differenza rilevata tra i due emisferi concerne P prosegue Montecucco P il loro stato di coscienzaI mentre l'emisfero razionale ha coscienza delle informazioni che ela%ora) l'emisfero intuitivo) pur svolgendo la stessa quantit di operazioni con identica precisione) + completamente inconscio. I soggetti a cui + stata recisa chirurgicamente la connessione tra i due emisferi sono coscienti degli oggetti che vedono solo con l'emisfero razionale) ma non sono in grado di descrivere ciG che vedono con il solo emisfero intuitivo. CiG spieghere%%e perch, il pensiero razionale sia assurto ad em%lema esplicito della intera cultura occidentale e perch, invece il pensiero irrazionale sia rimasto "underground") confinato al mondo dei sogni) dei miti) dell'esoterismo) del misticismo e via dicendo. Ma la questione della prevalenza dell'emisfero sinistro sul destro non si limita solo a fattori innati e va ricercata anche sul piano storico-sociale) come a%%iamo gi avuto modo di sostenere.

2- La te#za via de!!a conoscenza Il fatto che la visione dualistica della realt sia intrinseca al nostro apparato percettivo sensoriale) che + essenzialmente un rilevatore di differenze) la rende indu%%iamente la pi> adatta allo studio della dimensione materiale) che + appunto quella dimensione che i cinque sensi colgono. 2on c'+ quindi da meravigliarsi che tale visione sia alla %ase e della cultura tradizionale e della scienza moderna) entram%e interessate soprattutto al mondo materiale) sensi%ile. /uttavia) la realt non + fatta solo di materia ma anche di relazioni) di significati) di valori) e per lo studio delle dimensioni "immateriali" la visione olistica + indu%%iamente pi> adatta) e lo si vede sia nella psicologia del profondo sia nelle discipline socioantropologiche) sia anche nelle "psicologie" orientali. <i questo semplice ragionamento sottolinea la necessit di rivalutare la modalit conoscitiva per unione attri%uendogli la stessa dignit dell'altra. Ma c'+ di pi>I le dimensioni materiali non esistono separatamente da quelle immateriali) ma sono compresenti e interconnesse (anche se a certi livelli puG non apparire immediatamente evidente)I nell'essere umano ad esempio) la mente influenza il corpo e viceversa) cos? come il ci%o influenza la mente e le emozioni) e via dicendo) come %en stanno mostrando gli studi di psicosomatica) le terapie psicocorporee etc. <regor0 @ateson (347S)) commentando il significato evoluzionistico della visione %inoculare rileva in modo molto semplice ma estremamente incisivo che "due occhi vedono meglio di uno"F e ciG non solo (e sare%%e gi molto) nel senso di disporre di due immagini diverse di uno stesso fenomeno) ma anche e soprattutto di poter percepire (grazie alla loro integrazione operata nel cervello) dimensioni del fenomeno che nessuna delle due immagini singolarmente) n, la loro semplice somma) sare%%ero in grado di evidenziareI la profondit di campo) o distanza) + la pi> nota di queste. 9i ha cos? un prodotto di un tipo logico superiore a quello della somma delle singole immagini di partenza) e la percezione compie cos? una sorta di "%alzo quantico". "nalogamente) gli evoluzionisti sostengono che la riproduzione sessuale P che richiede due

individui distinti P + superiore a quella degli organismi ermafroditi o che si riproducono per scissione proprio in quanto si attua una sintesi di due distinti patrimoni genetici. Il punto a cui voglio arrivare + proprio questoI la via ottimale per la conoscenza) non va ricercata n, nella separazione n, nella glo%alit) ma in entram%i simultaneamente. &a conoscenza per separazione + incompleta) da sola) poich, tende ad una visione oggettuale (il corpuscolo della meccanica quantistica) che si sofferma isolatamente su ciascun oggetto perdendo di vista il collegamento con gli altri oggetti) giungendo ad una incapacit di comprendere i sistemi complessiF inoltre + anche pericolosa sul piano sociale) poich, conduce ad una scienza senza coscienza e a una politica senza cuore. &a conoscenza per glo%alit porta ad una visione processuale (ondulatoria) della realt che riconosce l'interdipendenza) dal momento che ogni processo + dato da una interazione tra poli opposti!complementari e da una differenza di polarit o potenziale tra di loro. /uttavia) anch'essa) da sola) presenta dei limiti) quali l'indifferenziazione e la negazione dell'individualit) e puG portare a rilevanti rischi sociali) quali un incompleto sviluppo del processo di individuazione e una totale su%ordinazione dell'individuo alla societ) come si + pi> volte avverato nei regimi teocratici e pi> in generale in societ) come quelle orientali) fortemente intrise di spiritualit. Ciascuna delle due modalit) singolarmente) + stata percorsa dal genere umano a%%astanza a fondo ed am%edue) hanno mostrato sia pregi che limiti. "desso credo che i tempi siano maturi per riconoscere loro pari dignit) per farle dialogare proficuamente ed infine per integrarle. Come si + visto in precedenza) la ricerca neurofisiologica + riuscita ad individuare negli emisferi sinistro e destro del cervello le sedi fisiche elettive (pur se non esclusive) delle attivit che per %revit a%%iamo ricompreso nei concetti di analisi e sintesi. &e stesse ricerche ci dicono anche che la natura ha fornito al cervello umano una possi%ilit di dialogo) di comunicazione interna tra i due emisferi attraverso il corpo calloso (un fascio di fi%re nervose posto a collegamento dei due emisferi). 2on + una comunicazione facile sul piano dei vincoli neurofisiologici) ma appare sempre pi> chiaro che le maggiori difficolt dipendono non tanto dai vincoli del hardAare ma da quelli del softAare) vale a dire dalle paure dell'indeterminato in precedenza richiamate e dai condizionamenti socioculturali storicamente responsa%ili dello sviluppo disarmonico dei due emisferi) con il privilegio di uno (il sinistro nella cultura occidentale) a svantaggio dell'altro. .ino ad oggi) salvo rare eccezioni) la maggior parte degli uomini ha potuto cogliere) con una certa profondit) solo un lato della realt) per alcuni quello materialistico-razionale) per altri quello metafisico-intuitivoI si sono avuti scienziati) da un lato) e artisti dall'altro) oppure logici contrapposti a intuitivi) o ancora filosofi e mistici) ciascuna categoria focalizzata sulla sua porzione di realt e relativamente incomunicante col polo opposto) sia esso rappresentato da interlocutori esterni) oppure inteso come parti diverse della propria psiche (si consideri) a riguardo) il concetto Yunghiano di om%ra ). &e eccezioni (per lo meno quelle di dominio comune) sono cos? rare che sul momento solo il nome di &eonardo) grande sia nell'arte che nella scienza) mi affiora in mente.

iene quindi da chiedersiI come potre%%e apparire la realt ad un osservatore di nuovo tipo) che a%%ia integrato i due lati e dunque trasceso la dicotomiaU 1 visto che ci siamo) tanto vale chiedersi ancheI come si potrebbe giungere a tantoP

2-, Conoscenza e t#ascendenza *er avere risposte davvero valide %isognere%%e poter studiare casi di persone che a%%iano fatto una tale esperienza di integrazione. Ma esistono o sono mai esistiti individui del genereU *er quel che la scienza ne sa) un tale passo potre%%e anche essere evolutivamente possi%ile) ma al livello della specie non risulta sia ancora accaduto) e quindi P ammesso che sia possi%ile in linea di principio P essa rimane per il momento una pura potenzialit che) dati i tempi della filogenesi) potre%%e anche non attualizzarsi mai o richiedere migliaia e migliaia di anni. /uttavia) talvolta possono avvenire casi "individuali" o comunque circoscritti) in cui si verifica un %alzo evolutivo quantico) una sorta di mutazione (l'estendersi o meno della quale dipende poi da vari fattori) tra cui l'effettiva maggiore adattivit del mutante). i potre%%e quindi essere la possi%ilit che soggetti con una maggiore capacit di comunicazione tra gli emisferi cere%rali siano gi apparsi in passato (o anche nel presente)) ma che non li si sia riconosciuti come tali. -n'ipotesi affascinante) ma certo ardua da verificare. *otremmo a tal proposito esaminare i documenti storici per trovare tracce e testimonianze circa l'esistenza di uomini "straordinari") forse al punto da essere presi per pazzi per il loro diverso modo di vedere la realt. -omini) quindi) non straordinari nel modo di "lessandro) Cesare) "ristotele) e che) non di meno) devono essere stati notati) se esistiti e) forse) aver comunicato in forma scritta o orale la loro diversa visione del mondo. /uttavia) la storiografia ufficiale non sem%ra aver rilevato l'esistenza di tali uomini e quindi l'ipotesi non puG essere per il momento convalidata. " meno che ... a meno che non si considerino i casi di quegli "esseri" che alcune tradizioni religiose chiamano semidei e altre definiscono come "illuminati" o "realizzati". "vremmo cos? un gruppo a%%astanza numeroso e vario di soggettiI partendo dai pi> famosi P (rfeo) @uddha) <es>) Mahavir) Orishna) &ao /'su) @odhidarma etc. P da cui si sono originate religioni di pi> o meno grande diffusione P per poi andare a personaggi quali 1raclito) Dumi ) *atanYali P il cui %acino di influenza + stato pi> specifico e circoscritto P per concludere con i numerosi "maestri spirituali" susseguitisi nelle molteplici scuole mistico-esoteriche) sia autonome sia inserite nell'am%ito delle religioni maggioriF maestri i cui nomi sono ricordati solo nella letteratura o tradizione orale interna a tali tradizioni (+ il caso di Cudaifa) il mistico sufi citato in epigrafe al cap. I e di molti altri come lui). 9e esaminiamo gli insegnamenti di tali maestri (di molti dei quali esistono resoconti scritti) autografi o redatti da discepoli) depurandoli il pi> possi%ile da quanto + stato aggiunto o modificato in seguito) si possono in effetti notare svariati tratti che mostrano una visione della realt %en diversa da quella ordinaria e che potre%%e essere indicatrice di una integrazione

profonda tra le due modalit conoscitive di cui stiamo trattando. I personaggi suddetti rivelano ad esempio una spiccata consapevolezza circa il carattere relativo (e limitante) delle credenze) delle norme morali) delle gerarchie) ponendosi al di fuori e al di sopra delle rispettive culture di appartenenza. Inoltre) ancor pi> indicativo) manifestano una visione dell'uomo e del mondo armonica pi> che dicotomica) in cui viene riconosciuto all'amore il potere di unire quel che la mente ha separato. 1 ancora) utilizzano forme espressive metaforiche e allegoriche (<es>) @uddha) e!o i%ride) in cui si fondono stili e modi normalmente distinti) come poesia e saggistica (1raclito) *atanYali) &ao /'su) Dumi). 1 infine fanno un ampio uso del paradosso) sia nell'espressione ver%ale che nel modo di comportarsi e questo + forse il tratto pi> significativo) poich, il paradosso + sostanzialmente una (apparente) contraddizione tra due affermazioni o visioni della realt. 1%%ene) come si + visto) la modalit conoscitiva per separazione e la modalit conoscitiva per unione danno luogo a due distinte e diverse visioni del mondo) e una persona in grado di percepirle entram%e simultaneamente avre%%e grosse difficolt a comunicare la sua visione della realt servendosi del linguaggio) e forse solo il paradosso potre%%e consentirgli di esprimere certi significati e concetti. 2aturalmente) il paradosso + tale solo per chi ragiona in termini logico-analitici) mentre ad una visione pi> ampia esso rivela il suo significato "segreto". Ma come fare per far s? che il destinatario del messaggio possa coglierloU Molte tradizioni spirituali dell'oriente sostengono che l'unico modo per cogliere l'essenza di tali messaggi + "fermare il pensiero") smettere di pensareF sia che si pensi in modo concettuale-razionale) sia che si pensi per immagini) in modo sim%olico-irrazionale) siamo dentro o l'una o l'altra delle due modalit conoscitive ed + impossi%ile cogliere entram%i simultaneamenteI solo assumendo un punto di vista pi> ampio che sta al di fuori di entram%e + possi%ile vedere i nessi tra le due visioni e superare cos? l'apparente antagonismo. ari maestri spirituali orientali usavano spesso prospettare ai loro discepoli enigmi paradossali) proprio allo scopo di fargli rendere conto delle limitazioni del pensiero "ordinario". 2ello Ten) in particolare) venne sviluppata una metodologia di istruzione %asata su enigmi apparentemente insensati chiamati 8oan. "pplicandosi con totale concentrazione alla ricerca della soluzione di un 8oan) l'allievo giunge prima o poi ad un punto in cui la sua mente si arrende) e) estenuata dalla stanchezza) e al contempo stimolata dalla prolungata concentrazione) cessa ogni processo di pensiero. In quel momento) in cui entram%e le funzioni mentali sono disattivate (o entram%e attive) l'allievo entra in uno stato di coscienza non ordinario in cui viene trovata la soluzione e il 8oan cessa di apparire come paradosso) rivelando il suo significato profondo. "d ogni modo + opportuno precisare che l'ipotesi-corollario che i cosiddetti "illuminati" possano rappresentare casi di avvenuta integrazione delle funzioni cere%rali P per quanto suggestiva P non + realmente indispensa%ile al nostro discorso) e quindi la sua validit o meno non dovre%%e riflettersi sul pi> ampio discorso che stiamo conducendo e sull'ipotesi centrale. "nche ammesso che tale integrazione non sia mai avvenuta in passato) non significa che non possa avvenire adesso o in un prossimo futuro. orrei anche chiarire che il riferimento al concetto di mutante intendeva essere prevalentemente metaforico) potendosi estendere dall'am%ito genetico a quello pi> squisitamente culturale. Infatti potre%%e non esservi %isogno di una mutazione genetica per raggiungere l'auspicata integrazioneI questa potenzialit forse esiste gi nel nostro

patrimonio genetico e va solo opportunamente educata) cio+ portata fuori. Come gi si + avuto modo di osservare) la maggior parte degli ostacoli riguarda il softAare) non l'hardAare) vale a dire le nozioni ed i linguaggi che costituiscono i programmi operativi della mente umana. 1 questo) lo sappiamo fin troppo %ene) + un pro%lema prettamente culturale. CiG che occorre) almeno in prima %attuta) + quindi un mutamento culturale) come verrG argomentando nel prossimo capitolo e come ho pi> approfonditamente sostenuto altrove (cfr. Cheli 1.) 344# e L$$3%). *rima di passare alla seconda domanda soffermiamoci pi> a fondo su cosa significhi una maggiore e migliore integrazione tra emisfero sinistro e destro. /ale integrazione non si limita alle coppie di opposti!complementari denominate razionalit-intuizione e analisi-sintesi) ma investe anche altri aspetti della natura umana) altre dimensioni %ipolari) a partire da quella maschile-femminile) attivit-passivit) 0ang-0in) aggressivit-ricettivit) scienza-arte e altre coppie di "opposti" complementari) facce diverse di un'unica %ipolarit di fondo) i due occhi che vedono meglio di uno) che devono dividere la realt in due immagini distinte) ma che poi devono anche integrarle per poterne percepire la profondit. &a necessit di una integrazione + particolarmente evidente se risaliamo alla fonte di ogni dicotomia) ai due principi conoscitivi di fondo) divisione e unione) il cui rapporto non + affatto di opposizione in senso negativo) ma anzi di perfetta complementarit e quindi cooperazione . 1' interessante notare che questa concezione "controcorrente" che vede i due poli non come antagonisti ma come complementari) trova riscontro in pressoch, in tutte le pi> importanti tradizioni mistico-esoteriche del passato) se%%ene espressa in forme essenzialmente sim%oliche. &e nozze alchemiche tra i due principi solve et coagula) come passo per l'ottenimento della pietra filosofale) rappresentano una di queste forme (solve + la separazione e coagula l'unione)F cos? pure l'unione di =io padre (il principio razionale) maschile) con la vergine Maria (il principio ricettivo) femminile) per il concepimento dell'uomo nuovo) del salvatore) dell'uomo-dioF e ancor pi> indietro) possiamo considerare la religione dell'antico 1gitto dove) dalle nozze tra (siride (la conoscenza solare) maschile) e Iside (la conoscenza femminile) lunare) nasce la figura di Corus) spesso rappresentato con l'immagine di un occhio in un triangolo) che sim%oleggia la percezione divina o trascendente (il figlio che integra sole e luna) conoscenza maschile e femminile) separazione e unione). Interessante notare che il mito prosegue con l'uccisione di (siride da parte del fratello 9eth) che ne smem%ra il corpo e ne disperde le parti. Iside) venuta a conoscenza dell'accaduto) si mette alla ricerca delle parti) le recupera e le ricompone) riportando alla vita (siride. " mio avviso 9eth potre%%e rappresentare il lato negativo della conoscenza maschile) nei suoi aspetti di aggressivit e separazione) cos? come il corpo smem%rato rappresentere%%e la dissociazione e disintegrazione dell'io) altra conseguenza negativa prodotta dalla preponderanza della visione oggettuale o corpuscolare) che porta l'individuo a percepirsi scollegato) isolato dagli altri) dalla natura) dal divino. Iside) sim%olo della sintesi) o conoscenza per unione) ricompone il corpo di (siride) che rinasce trasformatoI ha fatto esperienza della visione separata fino ai suoi limiti estremi comprendendone i rischi e i limiti (la prima met del percorso)F poi ha vissuto la fase di ricomposizione) cio+ ha sperimentato la visione per unione o sintesi (la seconda met del percorso)F grazie alla integrazione di queste due modalit percettive ha infine trasceso la sua

natura parziale e vede se stesso e la realt in modo pi> ampio e completo. -n significato analogo potre%%e avere il mito %i%lico di Caino e "%ele) anch'essi fratelli maschi) con Caino che rappresenta il lato "oscuro" del principio maschile P aggressivo e isolato dal /utto (o =io) P ed "%ele) che si sente ancora in contatto con =io) e che viene ucciso da Caino) come (siride da 9eth. "nche i due fratelli %i%lici potre%%ero rappresentare sim%olicamente i due lati della conoscenza) quella pre-umana) in cui l'io non si percepisce ancora separato e differenziato dal tutto ("%ele) e quella umana) in cui l'affiorare dell'autocoscienza porta necessariamente alla separazione e distinzione (Caino)) poich, per essere coscienti di s, + necessario che vi sia un s, distinto dal resto) dal tutto) il che perG "uccide") almeno in un primo momento) il senso di fusione e appartenenza con la natura. Il viaggio della coscienza umana inizia con un atto di separazione o individuazione (cfr C. <. Rung) 3466c) che produce dolore ma anche conoscenza) come rivela il mito di (siride) che rinasce non quale era) ma trasformato) integrato. 2el mito %i%lico manca tuttavia un personaggio femminile che operi la ricomposizione e l'uomo dovr compierla da solo) esperienza dopo esperienza) riunendo i frammenti di conoscenza col sudore della propria fronte. ;uesta differenza tra i due miti non va vista perG come un elemento di divergenza in quanto rispecchia le due possi%ili vie di reintegrazione e trasformazione a disposizione dell'essere umanoI quella %i%lica + la via "normale" e collettiva) in cui l'umanit evolve generazione dopo generazione) fino alla fine dei tempiF il mito egizio illustra invece la via iniziatica) individuale e pi> rapida) le cui tappe non sono affidate al destino e alle esperienze spontanee della vita ma alla conoscenza dei "misteri". &'iniziato puG compiere) nell'arco di una sola vita) l'intero percorso di scomposizione e ricomposizione e rinascere trasformato (cfr. 1. 9hur+) 344$F 1. Tolla) 344$F L$$L). 2on staremo qui a discutere se e come ciG sia possi%ile) giacch,) come tutti i miti) anche questi rappresentano un misto di verit e di aspirazione che "serve da modello e anche da giustificazione a tutti gli atti umani" (M. 1liade) 3465I 3Q)) ma anche se fosse solo speranza) + interessante notare come fin dalla antichit vi fosse consapevolezza dei lati negativi (ma anche inevita%ili) della separazione e della necessit di giungere) prima o poi) ad una ricomposizione. 2e + ulteriore testimonianza il mito indiano del *urusha primordiale che) come narrano i Digeda) fu diviso dai =eva nel primo sacrificio all'inizio dei tempi e dette origine) con le proprie parti) a tutti gli esseri. ;uesta scomposizione deve perG essere ricomposta) e difatti) come nota ". O. CoomarasAam0 (in D. <uenon) 346QI L53 E tra par. ns.) "l'essenziale) nel sacrificio) + in primo luogo dividere) e in secondo luogo riunire"F esso comporta dunque P prosegue <uenon P le due fasi complementari della 'disintegrazione' e della 'reintegrazione' (il "solve et coagula" degli alchimisti) che costituiscono il processo cosmico nel suo complessoI il *urusha) "essendo uno) diventa molti) ed essendo molti) ridiventa uno" "nche nella Ca%ala e%raica l'-niverso e gli esseri che contiene si originano da un processo di disintegrazione di una unit primordialeI l'"dam ;admon) e anche in questo caso l'opera mistica (o magica) consiste nella ricostituzione dell'"dam ;admon. Il mito vedico ed il mito ca%alistico ora accennati hanno) rispetto ai due precedenti) una

impronta pi> cosmologica che epistemica (evidenti le analogie con la teoria del @ig @ang)) ma anche questo aspetto non va visto come un pro%lema) come un punto di divergenza) se accettiamo la tesi esposta in precedenza) che esista un isomorfismo tra microcosmo e macrocosmo) tra la realt e i processi o modalit conoscitive tramite cui essa ci diviene percepi%ile. I riferimenti mitologici relativi al tema che stiamo trattando potre%%ero essere molti e molti altri ancora) tratti sia dalla cultura occidentale che da quella orientale) nonch, dalle culture tri%ali e sciamaniche) ma preferiamo fermarci qua (per una vasta %i%liografia a riguardo cfr. Chevalier R.) <heer%randt ".) 3475).

2-. Ve#so una nuova $ente6 %e#co#si e tecnic*e %e# a#$onizza#e ana!isi e sintesi #a'ione e intuito *rendiamo adesso in considerazione la seconda domanda posta in apertura di paragrafoI come poter conseguire un cam%iamento nella mente umana che le consenta di utilizzare pi> pienamente entram%e gli approcci conoscitivi di cui dispone) e poi di integrarli. *otre%%e sem%rare un po' prematuro affrontare la questione del "come poterli integrare" prima di aver risolto quella del "se sia possi%ile integrarli") cio+ di aver verificato la validit dell'ipotesi di %ase) ma d'altra parte + solo provando ad integrarle che potremo sapere se ciG sia o meno possi%ile. =ato che al momento se ne sa ancora troppo poco) non si puG andare oltre alcune indicazioni generali) che comunque possono servire come spunti di riflessione. 3) Il primo passo + quello di non scartare a priori l'idea che un cam%iamento sia necessario e possi%ile ma valutarla o%%iettivamente e sottoporla alle verifiche appropriate. &a tentazione di rifiutarla e denigrarla potre%%e essere forte) specie se ragioniamo in %ase ai soli schemi analitico-razionali finora dominantiI do%%iamo allora ricordarci) come si + visto al cap. II) che la valutazione dei pro%lemi e l'individuazione o meno di soluzioni adeguate dipende in larghissima misura dagli "occhiali" che indossiamoI pi> trasparenti (imparziali) sono) migliori le possi%ilit di risolvere il pro%lema. L) Il secondo passo si articola in due aspetti consecutiviI a) In primo luogo + necessario rivalutare e coltivare quella met della mente che la nostra paura dell'indeterminato e la nostra cultura ci hanno portati a lasciare relegata nell'inconscio) poich, non si puG pensare di poterla integrare con l'altra e pi> sviluppata met senza prima averla fatta crescere ad un livello che consenta un dialogo paritetico. 9i puG anzi aggiungere che il fatto di dedicare maggiore attenzione e consapevolezza alle facolt intuitive) analogiche) costituisce gi di per s, un avviarsi sulla strada dell'integrazione. %) In secondo luogo) utilizzare metodi e tecniche che P come avviene ad esempio per i 8oan e la meditazione P consentano di sincronizzare gli emisferi cere%rali e armonizzare le due modalit

conoscitive fino a trascenderle e giungere alla terza modalit. "pprofondiamo adesso il punto a). Come si + detto) una rivalutazione + un passo indispensa%ile) poich, senza di essa manchere%%ero le motivazioni (e le risorse) per coltivare la met in om%ra della nostra mente) e la rivalutazione + un passo che concerne il piano socioculturale. "%%iamo visto in precedenza come le civilt occidentali siano fortemente s%ilanciate sul versante della conoscenza per separazione (analitica) razionale) maschile) e come ignorino o squalifichino l'altro versante (sintetico) irrazionale) femminile). @asta un'occhiata ai programmi scolastici per vedere che le uniche concessioni alla mente irrazionale) intuitiva) sintetica) riguardano la cosiddetta educazione artistica (che poi spesso si traduce in tecnica del disegno e in storia dell'arte pi> che in creativit artistica) e l'educazione fisica (anch'essa vista come performance pi> che consapevolezza corporea o senso-motoria che dir si voglia). /utto il resto pertiene esclusivamente alle funzioni logico-razionali) quando addirittura non si riducono alla memorizzazione meccanica di formule) regole etc. 1' perG vero che a partire dagli anni '5$ e '6$ + emersa e si sta sviluppando una cultura alternativa che si pone come o%%iettivi di mettere in discussione l'unilaterale predominio della cultura razionalistico-patriarcale e di promuovere nuove visioni e nuovi valori) pi> armonici e %ilaterali. /ale processo di mutamento culturale + %en evidente nel %oom delle medicine alternative) nel crescere di una coscienza ecologica planetaria) nel successo incontrato (specie all'estero) dai gruppi e movimenti della nuova era) che creano un vero e proprio netAor8 interreligioso e interculturale) come ho pi> estesamente mostrato in alcune mie precedenti pu%%licazioni (cfr. 1. Cheli) L$$$ e L$$3%). 9eppur recente) questo fenomeno ha gi prodotto alcuni significativi mutamenti) e molte delle %arriere di intransigenza e dogmatismo che proteggevano il sistema di credenze della scienza e del senso comune si sono inde%olite o addirittura infranteF molte persone) anche all'interno del mondo scientifico) hanno accettato di mettere in discussione alcuni dogmi e di aprirsi a considerare con seriet) senza disprezzo pregiudiziale) gli assunti e i metodi della cultura emergente. *ossiamo insomma dire che P anche se c'+ ancora molta strada da fare P + gi in atto un processo di rivalutazione) pur se in Italia assai meno presente che in altri paesi) specie quelli anglosassoni. <i da questa rivalutazione della sfera analogica e sintetica si possono produrre conseguenze che vanno al di l di una semplice propedeuticaI come infatti vedremo nel prossimo capitolo) ogni sistema naturale P mente compresa P ha una capacit evolutiva intrinseca di autoriorganizzarsi per il meglio) e quasi sempre l'eventuale aiuto esterno che gli occorre non + molto pi> che li%erare gli "ingranaggi" dalla "ruggine" e da eventuali corpi estranei) dopodich, + perfettamente in grado di sapere da solo dove e come evolvere. "ffrontiamo comunque pi> direttamente il secondo termine della questione) cio+ come procedere per sincronizzare gli emisferi cere%rali e armonizzare le due modalit conoscitive fino a trascenderle e giungere alla terza modalit. (vviamente) non esistono metodi e strumenti consolidati all'interno della scienza occidentaleF

essi perG esistono forse in altre culture) in particolare quelle dell'oriente) che hanno sviluppato a fondo forme diverse di sapere) focalizzate sull'interiorit e caratterizzate da una visione olistica e da una grande attenzione alla mente intuitiva (oltre che allo stato di "non mente"). In India) Cina) <iappone e pi> in generale in tutto l'oriente vi + a%%ondante letteratura sui metodi e le esperienze pratiche in materia. Il pro%lema + che i linguaggi e le forme espressive adottate per descrivere tali metodi hanno sinora indotto gli studiosi occidentali ad etichettarli come appartenenti al misticismo) alla religione e per ciG stesso a considerarli ascientifici. 9i tratta invece) in molti casi) di veri e propri trattati psicologici) nell'accezione pi> profonda del termine "psicologia") cio+ "trattati sulla mente e sulla coscienza". &e teorie) si sa) riflettono inevita%ilmente la cultura di un popolo) quindi non deve sorprendere che quelle orientali siano intrise di misticismo e che il linguaggio in cui sono espresse usi sim%oli e metafore che rinviano a divinit) a personaggi mitici etc.F ciG) tuttavia) non dovre%%e scoraggiare il vero ricercatore) poich, una cosa + il linguaggio e altra cosa + il contenuto e il metodo che tale linguaggio descrive. =el resto) un orientale potre%%e rilevare P e a ragione P che le nostre teorie psicologiche sono intrise di materialismo e di meccanicismo) ed essere tentato di etichettarle come "fisica" e non come psicologia. 2, gli occidentali n, gli orientali sono immuni al pro%lema della contaminazione tra credenze di senso comune e teorie scientifiche. /uttavia) se non ci si ferma alla forma esteriore) + possi%ile trovare del %uono in entram%e le realt P e dalle scienze orientali vi + moltissimo da imparare sui mondi interiori) cos? come noi occidentali a%%iamo molto da insegnare sul mondo esteriore) materiale. &a nostra scienza) la scienza greca) si %asa sull'oggettivizzazione) ma per questo si + preclusa un'adeguata comprensione del 9oggetto della Conoscenza) della mente. /uttavia sono certo che sia precisamente questo il punto dove il nostro attuale modo di pensare deve essere modificato) magari con una piccola trasfusione di pensiero orientale. (1rAin 9chrBdinger) premio 2o%el per la fisica). &'aspetto pi> interessante delle scienze orientali non + rappresentato dalle teorie %ens? dai metodiI metodi pratici che chiunque puG praticare e sperimentare) allo scopo di affinare ed espandere la conoscenza di s,) sviluppare il pensiero sintetico-analogico e pervenire allo stato di "non mente" che prelude alla terza modalit conoscitiva. Il metodo dei 8oan accennato in precedenza non + l'unico e in oriente sono state percorse molte altre vie che conducono alla "sospensione del pensiero" che) come si + detto) + considerato presupposto indispensa%ile per poter cogliere nella loro simultaneit e interdipendenza due visioni della realt tra loro apparentemente antagonistiche. &a via maestra che si ritrova pressoch, in tutte le principali tradizioni spirituali e mistiche + quella della meditazione) parola che in occidente rinvia spesso a processi di pensiero (v. ad es. le meditazioni di Cartesio o quelle di 9. "gostino) e che invece in oriente sta ad indicare un insieme di tecniche tramite cui si puG arrivare a non pensare) ad arrestare (temporaneamente) s'intende) il flusso dei pensieri. In effetti) + difficile stare per pi> di qualche secondo senza pensare o visualizzare qualcosa) se

non quando si dorme. &a nostra mente + come una radio sempre accesa) sempre sintonizzata a tutto volume sullo stesso canaleI quello del pensareF si pensa a quanto + accaduto ieri) a quanto desideriamo o temiamo accada domani) a quello che do%%iamo fare) che do%%iamo dire) che avremmo dovuto fare o dire) insomma siamo continuamente nel passato o nel futuro) distolti dal presente) da noi stessi) dal nostro essere vivi) ora) qui. Con la meditazione si arriva a capire che ci sono altri canali) talora anche pi> importanti del pensare) e si impara a cam%iare canale) ad a%%assare il volume del chiacchiericcio mentale cos? da entrare in uno spazio di silenzio interiore) in cui + possi%ile percepire la realt in maniera diversa) pi> ampia 1sistono decine) centinaia di tecniche diverse per meditare) e a differenza che in passato) dove ciascuna di esse rimaneva confinata nella sua specifica tradizione o scuola) il nostro mondo sempre pi> multiculturale le rende disponi%ili a tutti) cos? che ognuno possa provarle e poi scegliere quella che gli + pi> congeniale (cfr. 1. Cheli) L$$3%). /ali tecniche) per quanto rivolte ai mondi interiori) presentano una loro "oggettivit") in quanto %asate non sulla accettazione dogmatica ma sulla sperimentazioneI dunque costituiscono una metodologia di ricerca (interiore) pi> che una dottrina e quindi la loro effettiva efficacia puG essere oggetto di indagine scientifica. *ur non essendo la meditazione un fenomeno dei pi> studiati) per quella diffusa diffidenza o disinteresse degli scienziati per tutto ciG che sconfina nel paranormale o nello spirituale) vi sono alcune interessanti ricerche neurofisiologiche condotte tramite elettroencefalogramma che confermano l'effettiva influenza della meditazione sui processi cere%rali. .in dagli anni '6$ si + visto che l'attivit elettrica del cervello si modifica sensi%ilmente praticando la meditazioneI in particolare) aumenta l'intensit delle onde alfa) a un livello che si riscontra normalmente solo durante il sonno. 2on solo) ma ancora pi> importante) durante la meditazione avviene una sincronizzazione della attivit dei due emisferi cere%rali. &a figura 7 mostra il tracciato elettroencefalografico ela%orato al computer di un soggetto con forte prevalenza dell'emisfero sinistro (quello razionale). Con la meditazione invece i due emisferi si %ilanciano e iniziano a emettere onde sincrone (vedi fig. 4 P entram%e le foto sono state fornite dal centro C0%er ricerche olistiche di Milano e @agni di &ucca) diretto dal dr. 2. .. Montecucco) all'avanguardia in Italia in questo genere di studi).

)igura , / Gracciato elettroencefalografico di un soggetto con forte prevalenza dell6emisfero sinistro #"uello razionale%.

)igura + / Gracciato di una persona in meditazione. emisferi perfettamente bilanciati.

2ormalmente) uno dei due emisferi cere%rali + dominante sull'altro) cos? che + attiva solo una delle due diverse modalit conoscitive a nostra disposizioneI puG essere quella logico-analitica o quella analogico-sintetica) ma + comunque una solaF il raggiungimento di uno stato di elevata sincronizzazione tra i due emisferi indichere%%e invece una situazione diversa in cui si passa dalla unilateralit (predominanza dell'emisfero destro o di quello sinistro) alla %ilateralit simultanea (equili%rio tra destro e sinistro) tra analisi e sintesi)) vale a dire ad una armonizzazione delle due modalit) che rappresenta un prodotto di ordine superiore) dunque una nuova modalit conoscitiva) forse la porta d'accesso per quella terza modalit da noi ipotizzata. (vviamente) siamo consapevoli che i dati e le argomentazioni illustrate non sono sufficienti a dimostrare compiutamente l'ipotesi) ma non si puG negare che le conferiscano) quanto meno) una certa verosimiglianza) tale da promuovere ulteriori consistenti approfondimenti. (ltre all'immenso patrimonio orientale) possiamo anche attingere proficuamente ad alcune %ranche della psicologia occidentale) quali la psicosintesi di D. "ssagioli) la psicologia umanistica di ". MasloA) il gestaltismo di .. *earls) la psicologia analitica di C. <. Rung) la %ioenergetica di :. Deich e ". &oAen) i lavori di ". Ooestler e di vari altri autori (vedi %i%liografia). 2on intendo in questa sede soffermarmi sui loro contenuti) ma solo evidenziarne la presenza) sottolineando che non + un caso che di tutto il vasto am%ito della scienza e della cultura occidentale solo nella psicologia si possa trovare qualche contri%uto utile allo sviluppo della met in om%ra della mente umana. 1 non certo in tutta la psicologia) ma solo in quella che) da .reud in poi) si + dedicata ad evidenziare l'esistenza e l'importanza dell'inconscio e a portare alla luce le sue tematiche nascoste. Inoltre do%%iamo anche ricordarci che l'oriente non + migliore in assoluto dell'occidente) e) se + pi> ricco in certi settori) come il misticismo e lo studio della coscienza) lo + meno in altri) in primis l'approccio scientifico-tecnologicoF ed allora perch, non unire i due campi) misticismo orientale con approccio scientifico occidentale (quest'ultimo opportunamente riveduto e corretto) anche alla luce di quanto sostenuto nella introduzione e al cap. I)U <i altri autori si sono pronunciati a favore di questa idea e esistono interessanti contri%uti che mostrano la percorri%ilit di tale viaF tra i pi> interessanti) quelli di 9. <rof) C. /art) O. :il%er) *. :eil) tanto per fare solo alcuni nomi (v. %i%liografia). I suddetti autori rappresentano le avanguardie di una nuova %ranca della psicologia che si definisce psicologia transpersonaleF il suo campo di studio + la coscienza e in particolare gli stati di coscienza superiori) quelli che in oriente vengono definiti come Illuminazione) 9atori) 9amadhi) 2irvana e che in occidente sono descritti da termini qualiI esperienze oceaniche (.reud)) *ea8 1speriences (MasloA)) estasi mistica e via dicendo. Il presupposto della psicologia transpersonale + che oltre all'inconscio classico freudiano) sede della personalit) dei condizionamenti e pregiudizi mentali e dei %locchi emozionali esista anche un superconscio) o s, superiore) in cui risiede il nucleo pi> elevato e saggio dell'essere) che) li%ero dai confini della personalit individuale (da qui il termine transpersonale)) puG entrare in contatto con l'inconscio collettivo e finanche fondersi con l'intero cosmo (qualcosa di assai vicino alle esperienze narrate dai mistici di ogni religione e di quello che a%%iamo ipotizzato come terza modalit di conoscenza).

)igura *< / :odello dei livelli di coscienza

-no degli o%iettivi principali della psicologia transpersonale + di studiare con opportune metodologie e adeguata apertura mentale le antiche tecniche orientali di meditazione) contemplazione) 8oan e simili) cos? da pervenire ad una comprensione pi> vasta del loro funzionamento) depurarle dal su%strato mitologico e dal connesso linguaggio sim%olico e trarne infine metodiche al passo con i tempi e adatte alla mentalit occidentale. Con tali presupposti) aggiungo io) tali tecniche potre%%ero essere introdotte anche nei sistemi educativi) favorendo quella rivalutazione della mente analogico-sintetica e quella armonizzazione tra le due menti necessaria al raggiungimento della nuova mente. 9e finora la scuola ha addestrato all'uso delle facolt logico-analitiche) non si vede perch, non possa P in linea di principio P addestrare anche all'uso delle facolt analogico-sintetiche) come del resto gi in parte viene fatto in alcune scuole) ad esempio quelle che seguono il metodo Montessori) il metodo steineriano e altri ancora. 2egli ultimi decenni sono state condotte in scuole di vari paesi occidentali numerose esperienze e progetti pilota imperniati su attivit qualiI l'educazione affettivo-emotivaF la psicomotricitF l'educazione comunicativo-relazionaleF l'affinamento della consapevolezza e conoscenza di se) e tutte hanno confermato la percorri%ilit di tale strada e la notevole ricaduta educativa sia sugli studenti che sugli insegnanti. *arallelamente tali attivit stanno entrando sempre pi> anche nella educazione permanente dei soggetti adulti) come dimostra il crescente numero di persone che in tutto l'occidente si dedica P di propria iniziativa e a proprie spese P alle pi> diverse pratiche di autoconsapevolezza) empoAerment e sviluppo del potenziale umano. =unque quello che possiamo fare per favorire un armonico sviluppo delle due met della mente umana + dare maggiore impulso a questo cam%iamento culturale spontaneo) ampliando e armonizzando i programmi scolastici ed universitari. CiG non soltanto rivedendone i contenuti ma modificando a fondo anche il metodo educativo. &o scopo non deve essere solo quello di sostituire il vecchio %agaglio culturale con uno nuovo) ma di far crescere il possessore stesso di tale %agaglio P l'individuo P col risultato di formare una nuova mente) una nuova coscienza e pertanto un uomo che sia nuovo in profondit e non solo in superficie) come ho pi> estesamente sostenuto in miei precedenti lavori (cfr. 1. Cheli) L$$3)

A- Conci!ia#e #iduzionis$o e o!is$o "l termine del paragrafo precedente a%%iamo visto che per poter utilizzare pi> pienamente entram%e le modalit conoscitive di cui l'essere umano dispone) e poi eventualmente integrarle) + necessario partire da una rivalutazione della modalit in om%ra) vale a dire) per l'occidente) quella analogico-sintetica. 9i + anche osservato che tale rivalutazione + gi in corso da alcuni decenni e investe molteplici am%iti della cultura occidentale) dalla scienza alla spiritualit) dai valori alla politica) seppure in modo ancora minoritario e spesso underground. 2ell'am%ito della scienza) che pi> ci interessa in questa sede) tale processo si manifesta come critica al meccanicismo-riduzionismo e come proposta di paradigmi alternativi) improntati su una visione olistica e interdipendente della realt) come nel caso del modello sistemico-ci%ernetico (vedi --). /ra le critiche sollevate nei confronti di tali modelli) le principali riguardano la loro difficile o impossi%ile traduzione in termini operativi di ricerca sperimentale) vuoi di la%oratorio) vuoi sul campo. &e varia%ili in gioco sono troppe e per di pi> molte sono di difficile o impossi%ile operazionalizzazione. In effetti non esistono) al momento) metodi operativi n, strumenti di indagine atti a tradurre le ipotesi olistiche in disegni di ricerca concretamente realizza%ili) e quindi manca quella che per la scienza moderna + il requisito primo di scientificitI la possi%ilit di verificare empiricamente le ipotesi all'interno di protocolli replica%ili. I metodi) gli strumenti) i procedimenti statistici attualmente disponi%ili sono tutti derivati dall'assunto riduzionista e dal modello di causalit lineare meccanicistaF anche quelli pi> sofisticati) che prendono in considerazione l'interrelazione tra gruppi di varia%ili) (analisi multivariata) clusterizzazione) analisi fattoriale) etc.) si muovono sempre all'interno di una logica lineare) e pur tentando di simulare lo stato di interdipendenza a causalit circolare) operano sempre con procedimenti di chiara marca riduzionistaI + un po' come tentare di misurare una circonferenza con un righello rigidoF per quanto piccolo sia tale righello) per quante misurazioni si facciano) quello che avremo non sar mai una circonferenza ma un poligono) seppure con lati molto piccoli da assomigliare ad una circonferenza. =o%%iamo tenere presente che i metodi e gli strumenti lineari del riduzionismo-meccanicismo sono il frutto di S secoli di ricerca) di sperimentazione) di affinamentoF il modello olisticosistemico + invece relativamente recente ed + ovvio che non si puG pretendere da esso lo stesso grado di ela%orazione metodologica del paradigma dominante. "%%iamo visto) nei paragrafi precedenti) che la scienza della separazione si + sviluppata anche grazie ad un affilato metodo analitico) mentre non esiste niente di simile a disposizione della "scienza dell'unione"I non solo essa non ha avuto un equivalente di Cartesio) n, un "metodo sintetico" sviluppato quanto il metodo analitico) ma addirittura non si dovre%%e) a rigore) neppure parlare (ancora) di scienza dell'unione) dato il suo ridotto grado di sviluppo. 1' solo da pochi decenni che alcuni gruppi di studiosi si stanno dedicando ad affinare ed esplorare detto versante) tra le mille difficolt del pionierismo e dell'ostilit o indifferenza del resto della comunit scientifica (con conseguente ristrettezza di fondi e di opportunit di ricerca). Ma la questione + pi> complessa e non si riduce ad un fatto di et.

=o%%iamo considerare infatti che la visione sintetica) unitaria della realt + qualitativamente diversa dalla visione analitica) dualistica) tipica della scienza come noi la conosciamo e quindi chiedergli di procedere mediante l'operazionalizzazione delle varia%ili non ha senso) significa continuare a vedere le cose attraverso gli occhiali del metodo analitico. *retendere dal paradigma olistico metodi simili a quelli del paradigma riduzionista + un po' come pretendere che una donna veda la realt come un uomo o che un'artista ragioni come un matematico. ='altra parte) se accettiamo che il metodo sintetico rappresenti in un certo senso l'aspetto femminile della conoscenza) l'emisfero cere%rale destro) non c'+ da meravigliarsi che nella nostra cultura) profondamente maschilista) sia prevalsa una scienza analitico-riduzionista. (ggi tuttavia + sempre pi> evidente che non ha senso sta%ilire chi sia migliore tra l'uomo e la donna) chi de%%a dominare e chi essere dominatoF non si tratta di assumere una logica conflittuale di esclusione del tipo "o l'uno o l'altro" ma di riconoscere che entram%i sono necessari e meritano pari dignit) mentre le rispettive differenze non vanno viste come conflittuali ma complementari. 9e trasponiamo questa concezione dall'am%ito dei rapporti uomo-donna a quelli tra metodo analitico e metodo sintetico possiamo considerarli non pi> conflittuali ma anzi complementariI due punti di vista diversi sulla realt ed entram%e necessari) che possono e de%%ono colla%orare e integrarsi. (vviamente) + indispensa%ile rispettare le peculiarit di ognuno) senza pretendere di scimmiottare malamente l'altroF piuttosto) + indispensa%ile migliorare la comunicazione tra i due metodi e i rispettivi sostenitori) cos? da addivenire ad una comprensione reciproca dei due punti di vista. Dispettare le peculiarit dell'approccio %asato sulla sintesi e l'unione significa entrare in un campo del tutto nuovo per la scienza) anzi) un campo che la scienza dominante ha sempre denigrato come irrazionale. Infatti) se accettiamo l'ipotesi sostenuta in questo saggio che la visione unitaria sia una funzione dell'emisfero cere%rale destro) del lato cosiddetto "femminile" della conoscenza) allora do%%iamo prendere atto che detta visione + inevita%ilmente irrazionale. Il punto +I l'irrazionalit + davvero qualcosa di negativo e di nessuna utilit) o piuttosto + stato connotato in tal senso da una scienza "di parte") che in quanto maschilista e %asata sulla sola razionalit giudicava negativamente il diverso per il solo fatto di essere diverso) senza realmente preoccuparsi se dietro a tale differenza non vi fossero aspetti positivi ed utili) seppur di difficile comprensione da parte della mentalit razionalisticaU &e peculiarit dell'approccio olistico risiedono inevita%ilmente anche nella sfera definita dell'irrazionale) ma possiamo rietichettare tale sfera in modo pi> neutrale e meno denigratorio come sfera di una "ragione di altro tipo") %asata su processi e linguaggi diversi ma non per questo indegni di considerazioneI l'analogia) l'intuizione) l'appercezione) il sim%olismo. In tale sfera la conoscenza non opera attraverso la separazione) %ens? mediante l'unione) cio+ il cogliere i collegamenti tra i soggetti-oggetti) evidenziare le analogie) gli isomorfismi presenti sui vari piani. 2e consegue che l'approccio quantitativo P determinante nella conoscenza per separazione in quanto permette di misurare i gradi di differenza P viene sostituito

nell'approccio olistico dall'approccio qualitativo) pi> appropriato ad individuare similitudini e analogie) %asilari nella conoscenza per sintesi o collegamento. -n altra peculiarit dell'approccio olistico riguarda le procedure interne di collegamento e di ela%orazioneI nell'approccio analitico tali procedure seguono i principi della logica) attraverso i quali si deducono le possi%ili implicazioni delle ipotesi e degli assunti di %ase. 2ell'approccio olistico invece i principi sono essenzialmente analogici (isomorfici) e la deduzione + sostituita dalla intuizione. -na ulteriore importante peculiarit riguarda il linguaggio) che nell'approccio analiticoriduzionista + quello quantitativo della matematica) mentre nell'approccio sintetico-olistico + quello qualitativo del sim%olismo) della metafora) dell'arte. 9olo accettando queste peculiarit (ed altre minori) che qui non elenco) sar possi%ile sviluppare un metodo olistico operativo che a%%ia validit scientifica. Ma attenzioneJ "nche il concetto di "validit scientifica" andr ridefinito e non si dovr %asare pi> solo sugli assunti e gli standard della scienza sinora dominante. 2on do%%iamo chiedere all'approccio sintetico-olistico di essere ciG che non +) seguendo le orme dell'approccio analitico-riduzionista) come pretendono gli scienziati ortodossi. 1 neppure fare l'errore opposto) di chiedere all'approccio analitico di snaturarsi e rinnegare le sue valide e importanti acquisizioni) come certi sostenitori di un malinteso olismo vorre%%ero. Cerchiamo piuttosto di accettarli entram%i come punti di vista relativi sulla realtI se la natura) l'evoluzione (o =io) se si preferisce) ci ha dato entram%e le possi%ilit di conoscenza P quella per separazione e quella per unione P significa che entram%e sono necessarie e utili) e allora usciamo una %uona volta dalla idea dualistica del conflitto e accettiamole entram%i come elementi complementari indispensa%ili per una visione corretta ed equili%rata della realt. (os8 come due occ i vedono meglio di uno, due punti di vista comprendono meglio di uno, "ualun"ue esso sia. ;uest'ultima affermazione + cos? ovvia che quasi mi sorprende che non sia stata colta primaI se non lo + stata + certo a causa dei rigidi pregiudizi culturali esaminati in precedenza) tra cui il predominio dell'uomo sulla donna e pi> in generale l'idea stessa che tra due posizioni o punti di vista o soggetti diversi de%%a esserci un conflitto alla fine del quale de%%a prevalere l'uno o l'altro. Il fatto che negli ultimi trenta-quarant'anni tali pregiudizi siano stati messi profondamente in discussione ha permesso di sollevare un po' il velo di opacit che ci impedisce di cogliere l'ovvio e cos? possiamo aprirci a ipotesi nuove.

2- Conc!usioni Come si + altrove sottolineato (vedi --)) la scienza + tutt'altro che esente da pregiudizi e al di sopra delle partiI anche lo scienziato vede il mondo attraverso determinate lenti) anche lui

percepisce mediante mappe cognitive e schemiI quelli della propria disciplina (che sono tutt'altro che definitivi e infalli%ili) e quelli suoi personali (poich, prima di essere scienziato) + anch'egli un uomo sociale) che porta in s,) nel %ene e nel male) i frutti del processo di socializzazione!inculturazione e dunque risente dei condizionamenti socioculturali tipici del proprio am%iente culturale e della propria condizione sociale). 1 siccome la conoscenza della realt non puG prescindere dall'osservatore) la scienza "rimanda non soltanto alla realt fisica in ciG che ha di irriduci%ile alla mente umana) ma anche alle strutture di questa mente umana) agli interessi selettivi dell'osservatore!soggetto) e al contesto sociale e culturale della conoscenza scientifica" (Morin) 347#I 373). 2on + quindi ulteriormente pensa%ile una evoluzione scientifica che trascuri l'importanza della mente umana) nelle sue caratteristiche neurofisiologiche di %ase (l'hardAare) e nella sua programmazione socialmente e culturalmente influenzata) (il softAare). Il compito del nuovo paradigma olistico non potr dunque limitarsi ad integrare frammentazione e glo%alit) visione settoriale) analitica e visione d'assieme) sistemicaF esso dovr anche superare l'impostazione rigidamente materialistica del meccanicismo) e prendere in considerazione dimensioni "immateriali" ma tutt'altro che irreali) da quelle psicologiche a quelle sociali) culturali e %io-energetiche. Il mondo pieno) sostanziale) della scienza oggettiva e positiva si trasforma) alla luce dei nuovi contri%uti) in una sottile e immateriale rete di relazioni) in cui lo scam%io di informazione P e non pi> l'interazione meccanica tra corpi P assume rilevanza centrale. 2e consegue) dunque) che andr ridimensionato il rapporto esistente tra scienze fisiche e scienze dell'uomoI se finora le teorie sulla materia e sul suo comportamento (meccanica) hanno fatto da modello di riferimento per le teorie sull'uomo e il suo agire (em%lematico) a riguardo) il %ehaviorismo in psicologia) nella nuova prospettiva appare sempre pi> significativo l'apporto che le teorie sulla percezione) la conoscenza e la comunicazione umana possono fornire alla scienza nel suo complesso. Concludiamo con l'auspicio che si sviluppi un sempre pi> stretto dialogo tra studiosi dei diversi campi disciplinari) caratterizzato da una sincera volont di comprendere altri punti di vista e non di denigrarli o sottometterliI quanto pi> si conosce e si accetta "l'altro da s,") tanto pi> diminuisce la diffidenza e la paura e cresce la facilit ed il piacere di colla%orare con esso) in una relazione caratterizzata da pari dignit e da una colla%orazione che scaturisce proprio dalle differenze) viste non pi> come antagoniste ma complementari. 9olo cos?) a mio avviso) si potr pervenire ad una visione realmente nuova della realt) ad un nuovo e pi> esauriente paradigma che renda conto sia della dimensione oggettuale) sia della dimensione processuale della realt.

Ri&e#i$enti )i)!io'#a&ici "M1DI( *.) .ondamenti teorici della psicologia sociale) /orino) <iappichelli) 346#. "M1DI( *. Individui e gruppi nell'ottica cognitiva psicosociale) in <./rentini (cur.) Il cerchio Magico) Milano) "ngeli) 344L. "9C@K :.D. Introduzione alla ci%ernetica /orino) 1inaudi 3463. @"&"2=I1D <. Il disordine - elogio del movimento) ediz. =edalo 3443. @"2=&1D D.) <DI2=1D R. &a struttura della magia) Doma) "strola%io) 3473. @"2=&1D D.) <DI2=1D R. &a ristrutturazione) Doma) "strola%io) 347#. @"/19(2 <.) erso un'ecologia della mente) Milano) "delphi) 3466. @"/19(2 <. Mente e natura) Milano) "delphi) 347S. @"/19(2 <.) @"/19(2 M. C.) =ove gli angeli esitano) Milano) "delphi) 3474. @1D/"&"22.K &. on) /eoria generale dei sistemi) Milano) I&I) 3463. @1D<1D *.) &-COM"22 /. &a realt come costruzione sociale) @ologna) Il Mulino) 3454 @ohm =.) :holeness and the implicate order) "r8) &ondon) 347#. @ohm =.) -niverso mente materia) Ded) Como) 3445. C"*D" .. Il tao della fisica) Milano) "delphi) 347L. C"*D" .. Il punto di svolta. 9cienza) societ e cultura emergente. Milano) .eltrinelli) 347L. C"*D" .. erso una nuova saggezza. Milano) .eltrinelli) 3477. Capra ..) 9teindl-Dast =.) &'universo come dimora. Conversazioni tra scienza e spiritualit) Milano) .eltrinelli)344# Carrol R. @. e Casagrande R.@. /he .unction of &anguage Classifications in @ehavior. In 1leonor 1. Macco%0) /.M. 2eAcom% e 1.&. Cartle0 (1ds.) Deading on social ps0cholog0 (#\ ed.)) Colt) 2eA Kor8) 34Q7. Carrol R. @. (cur.) &inguaggio) pensiero e realt) /orino) @oringhieri) 346$. CC1&I 1. &a realt mediata. Milano) "ngeli) 344L. CC1&I 1. Mondi in trasformazione. Diflessioni su conoscenza) politica) societ alle soglie della nuova era) "rezzo) collana "&avori in corso" del =ipartimento 9tudi storico sociali e filosofici dell'-niversit di 9iena) 344#.

CC1&I 1.) D12TI2I D. <iovani a rischio e prevenzione ecosistemica) 1d. Comune di .irenze e "zienda -9& 3$) .irenze) 344Q. CC1&I 1 &'inafferra%ile neA age) ed. Compagnia degli araldi) .irenze L$$$. CC1&I 1 &'et del risveglio interiore) .ranco "ngeli) Milano) L$$3. Chevalier R.) <heer%randt ".) =izionario dei sim%oli) Milano) Dizzoli) 3475) ="C( *.) &a nuova psicologia) Milano) Dizzoli) 344$. =1 &-C" ". &a psicologia transpersonale) Menia) Milano) 344Q. =IM(2= 9.) @1"-M(2/ O.) Cemisferic functions in the human %rain) Rohn :ile0 and sons) 2eA Kor8. 1liade) M.) &a nascita mistica I riti e sim%oli d'iniziazione ) @rescia) 3477. 1liade) M.) /rattato di storia delle religioni) Milano)344$. .D1-= ".) &'io e i meccanismi di difesa) .irenze) Martinelli) 3456. <"D.I2O1& C.) 9tudies in 1tnometodolog0) 1ngleAood Cliffs)(2.R.)) *rentice-Call) 3456. <"TT"2I<" M. 9.) /he %isected %rain) "ppleton) Centur0 and Croft) 2eA Kor8) 346S. <azzaniga M. 9.) 9tati della mente stati del cervello) <iunti) .irenze) 344$. <D(. 9.) Dealms of the human unconscious) 2eA Kor8) =utton) 3465. <D(. 9. <D(. C. &a tempestosa ricerca di se stessi) Milano) 1d. Ded) L$$$. <uenon D.) 9im%oli della scienza sacra) "delphi) Milano) 346Q. 1raclito) I frammenti) 9tampa alternativa) Doma) 344L. C"="M"D= R.) /he *s0cholog0 of the Invention in the Mathematical .ield. *rinceton -niv. *ress) 34S4. C"&& ".=.) ."<12 D.1. =efinition of 90stem) "<eneral 90stem Kear%oo8") 3) 34Q5. C"29(2 2. D.) I modelli della scoperta scientifica. Milano) 3467. Ceisen%erg :.) .isica e filosofia) Il 9aggiatore) Milano) 3455. Rohnson-&aird *. 2.) Modelli mentali) @ologna) Il Mulino) 3477. R-2< C. <.) &a sincronicit come principio di nessi acausali) (pere) vol. III) /orino) @oringhieri) 3466a.

R-2< C. <.) "rchetipi dell'inconscio collettivo) /orino) @oringhieri) 3466%. R-2< C.<.) Coscienza) inconscio e individuazione) (pere) vol. IM) /orino) @oringhieri 3466c. Ooestler ". &'atto della Creazione) Doma) "strola%io) 346Q. Oorz0%s80 ". 9cience and 9anit0I "n introduction to 2on-"ristotelian 90stem and <eneral 9emantics) &a8eville) /he International &i%rar0 Co.) 34S7. Orech =.) Crutchfield D.9. e @allache0 1.&. Individuo e societ) .irenze) <iunti)346$. O-C2 /. 9.) &a struttura delle rivoluzioni scientifiche) 1inaudi) /orino) 3467. &"//-"=" *.&.) Il modo ulteriore) *adova) M1@) 344Q. &"T"D9.1&= *.) Metodologia e ricerca sociologica) @ologna) Il Mulino) 3456. &aszlo) 1.) /he :hispering *ond I " *ersonal <uide to the 1merging ision of 9cience) 1lement @oo8s) 3446. &aszlo) 1.) &'uomo e l'universo. "lla ricerca di una nuova visione) =i Denzo) 3447. &aszlo) 1.) /he 90stems ieA of the :orld I " Colistic ision for (ur /ime. "dvances in 90stems /heor0) CompleHit0) and the Cuman 9ciences) Campton *ress) 3445. &aszlo) 1.) /he Interconnected -niverse I Conceptual .oundations of -nified /heor0) :orld 9cientific *u%l.)344Q. &aszlo 1rvin) "llan Com%s) Do%ert "rtigiani) ilmos Csan0i - Changing isions. Cuman Cognitive MapsI *ast) *resent) and .uture) <reenAood *u%lishing <roup) 3445 &ennen%erg 1. C. e Do%erts R. M. /he &anguage of 1HperienceI a 9tud0 in Methodolog0) "International Rournal of "merican &inguistics" 9uppl. al vol. LL) n. L) 34Q5. &1:I2 O.) /eoria dinamica della personalit) .irenze) <iunti-@ar%era) 345Q. &1:I2 O.) .ield theor0 and social science) 2eA Kor8) Mc<raA Cill) 345S. &oveloc8 R. 1.) <aia) @oringhieri) /orino) 3473. &(:12 ". Il piacere. -n approccio creativo alla vita. Doma) "strola%io) 347S. &(:12 ". Il linguaggio del corpo) Milano) .eltrinelli) 3474. MalinoAs8i @. Il pro%lema del significato nei linguaggi primitivi) in C. O. (gden ] I. ". Dichards) Il significato) Milano) Il 9aggiatore) 3455) pp. ###-#7#). M"2<CI 9.) Il paradigma %iosociale. =alla socio%iologia alla autoorganizzazione del vivente) "ngeli) Milano) 347S.

M"2<CI 9. 9istemica ed ecosistemica) in Ingrosso M.) (cur.) Itinerari sistemici nelle scienze socialiI teorie e %ricolage) "ngeli) Milano) 344$a. M"2<CI 9.) Il gatto con le ali. 1cologia della mente e pratiche sociali) .eltrinelli) Milano) 344$%. M"22C1IM O.) Ideologia e utopia) @ologna) Il Mulino) 34Q6. M"DM O. *er la critica dell'economia politica) Doma) 1ditori riuniti) 34Q6. M"DM O. Miseria della filosofia) Doma) 1ditori riuniti) 3454. M"9&(: ". erso una psicologia dell'essere) Doma) "strola%io 3463. Moates =. D. e 9chuma8er <. M. *sicologia dei processi cognitivi) @ologna) Il Mulino) 347#. M(2/1C-CC( 2. .. C0%erI la visione olistica) ed. Mediterranee) Doma. Montesquieu) C. &. &o spirito delle leggi) L voll.) /orino) -/1/) 34QL M(DI2 1. Il Metodo. (rdine) disordine) organizzazione. Milano) .eltrinelli) 347#. M(DI2 1. 9ociologia della sociologia) Doma) 1d. &avoro) 347Q. M(DI2) 1. &a conoscenza della conoscenza) Milano) .eltrinelli) 3474. M(9C( ICI 9.) *sicologia delle minoranze attive) /orino) @oringhieri) 3473. M(9C( ICI 9. .oreAord) in C. Cerzlich Cealth and iIllnessI a 9ocial *s0chological "nal0sis) &ondon) "cademic *ress) 346#. M(9C( ICI 9.) Il fenomeno delle rappresentazioni sociali) in .arr D.) Moscovici 9. (cur.) Dappresentazioni sociali) @ologna) Il Mulino) 3474. 2"221&&I D.) Il pensiero olografico) 1d. Compagnia degli araldi) .irenze) 3446. 2eisser -. Conoscenza e realt) @ologna) Il Mulino) 3473. 21-M"22 R. von) /heor0 of self-reproducing automata) -niversit0 of Illinois *ress) -r%ana) Illinois) 3455. 21-M"22 R. von) M(D<129/1D2 (.) /heor0 of <ames and 1conomic @ehaviour) *rinceton) *rinceton -niversit0 *ress) 34SS. (sgood C.1.) 9uci C.R. e /annen%aum *.M. /he Meassurement of Meaning) -r%ana (Ill.)) -niv. of Illinois *ress) 34Q6. *iaget R. &a nascita dell'intelligenza nel %am%ino) .irenze) &a 2uova Italia) 346#. *iaget R. &a costruzione del reale nel %am%ino) .irenze) &a 2uova Italia) 346L.

*ropp . R.) Morfologia della fia%a) /orino) 1inaudi) 3455. D"R2119C (.) Ooan TenI &'oca + fuori) DaYneesh services corporation) Milano) 3476. Dorsch 1. Classification of Deal-:orld (%YectI (rigins and Depresentations in Cognition) in 9. 1hrlich ] 1. /ulving (a cura di)) &a m,moire semantique) *aris) "@ulletin de *s0chologie") 3465. 9apir 1.) /he 9tatus of &inguistics as a 9cience in "&anguage") Q) L$6-L3S) 34L4. 9CC:"D/T C.) R"C(@9 R.) 9ociologia qualitativa) @ologna) Il Mulino) 3476. 9perr0) D.:) <azzaniga M.9. ) and @ogen R.1. ) Interhemispheric relationshipsI the neocortical commissuresF s0ndromes of hemisphere disconnection.. In "Cand%oo8 Clin. 2eurol." *. R. in8en and <.:. @ru0n (1ds.)) "msterdamI 2orth-Colland *u%lishing Co. SI L6#-L4$ (3454). 9perr0) D.:. ) &ateral specialization in the surgicall0 separated hemispheres. In "2eurosciences /hird 9tud0 *rogram". .. 9chmitt and .. :orden (1ds.))Cam%ridgeI MI/ *ress #IQ-34 (346S). 9perr0) D.:.) Mind-%rain interactionI mentalism) 0esF dualism) no. In "2euroscience" QI 34Q-L$5 (347$). 9/"DO :.) /he 9ociolog0 of OnoAledge) <lencoe) Ill.) 34Q7) (tr. it. 9ociologia della conoscenza) Milano) 1tas- Oompass. /"D/ C./.) *sicologie transpersonali. &a mente vista da sette grandi tradizioni spirituali) 1d. Crisalide) 9pigno 9aturnia (&/)) 344S. ahihinger C. &a filosofia del "come se") Doma) "strola%io 3456. "//IM( <.) D( "//I *.". (cur.)) Il pensiero de%ole) Milano) .eltrinelli) 347#. :"/T&":ICO *.) @1" I2 R.) R"CO9(2 =. =.) *ragmatica della comunicazione umana) Doma) "strola%io) 3463. :"/T&":ICO *.) :1"O&"2= R. C.) .I9CC D.) Change. 9ulla formazione e la risoluzione dei pro%lemi) Doma) "strola%io) 346S. :"/T&":ICO *. &a realt della realt) Doma) "strola%io) 3465. :1I& *.) &'uomo senza frontiere. <li stati alterati di coscienza.) 1d. Crisalide) 9pigno 9aturnia (&/). :erner C. *sicologia comparata dello sviluppo mentale) .irenze) <iunti @ar%era) 346$. :horf @. &. Categorie grammaticali) in Carrol R.@. (cur.) &inguaggio) pensiero e realt) /orino) @oringhieri) 346$ . :horf @.&. *ensiero e realt) /orino) @oringhieri.

:iener 2.) Introduzione alla ci%ernetica) @oringhieri) /orino) 3455. :I&@1D O.) &o spettro della coscienza) 1d. Crisalide) 9pigno 9aturnia (&/). Tolla) 1.) erita segrete esposte in evidenza I sincretismo e fantasia) contemplazione ed esotericit) enezia) 344$ Tolla) 1.) &a nu%e del telaioI ragione e irrazionalit tra (riente e (ccidente) Milano) 3445

Você também pode gostar