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Cinque milioni di euro buttati al vento con il terminal crociere costruito e mai utilizzato, il presidente dellautorit portuale rimosso dal proprio incarico e il piano regolatore portuale annullato dal presidente della Repubblica. Sono solo parte dei problemi che negli ultimi anni hanno colpito il porto di Cagliari. Un bagliore di speranza arriva dal team di Luna Rossa che per tre anni si allener proprio nel capoluogo sardo.
Giovanna Olita
il Ducato
na barca lasciata per anni in mezzo al mare in balia delle onde e del vento. Non il racconto di un film n di un romanzo. la storia del porto di Cagliari, una storia che oscilla tra alti e bassi, proprio come una barca trasportata dalla corrente. Nonostante lottima posizione al centro del mar Mediterraneo infatti, il porto non mai riuscito a decollare. Ha avuto periodi pi felici che per per vari motivi sono durati pochi anni. Il porto ha faticato a crescere sia dal punto di vista degli scambi commerciali sia per il trasporto passeggeri. I motivi principali sono due: I finanziamenti che hanno sempre tardato ad arrivare e i fondali poco profondi (una media di poco pi di 7 metri). Gi a met del 1800 ottenne un riconoscimento importante: venne identificato come porto di prima classe, assieme ad altri sette i t a l i a n i . Qu e s t a classificazione det e r m i n n u ovo traffico commerciale nello scalo che per mostr le carenze delle sue strutture. Carenze che vennero messe ancora pi in evidenza con lapertura del canale di Suez nel 1869, quando Cagliari si trov totalmente impreparata alla nuova ondata commerciale. Cagliari fu lultimo tra i porti di prima classe a ricevere finanziamenti che arrivarono solo nel 1883. Nonostante questo, lo scalo mantenne la propria classificazione grazie alla posizione pi che favorevole nel Mediterraneo. Alla fine dell800 lo scalo non solo era ancora scarsamente attrezzato per competere con gli altri porti, ma riusciva a mala pena a soddisfare le esigenze dei commercianti dellIsola. Con larrivo del nuovo secolo i problemi non cambiarono. La situazione per divent drammatica con lo scoppio della prima guerra mondiale. Quasi tutte le linee di collegamento vennero sospese e il traffico di merci e passeggeri sub un enorme calo. Nel 1921, grazie anche alla costituzione dellente autonomo portuale (che per venne soppresso nel 23 dal fascismo), riusc di nuovo ad avere i numeri del periodo prebellico. Nel 1925, nonostante i limiti imposti dal fascismo, pi della met dellintero traffico marittimo dellIsola si svolgeva nello scalo cagliaritano. Con la grande crisi del 1929 nel porto di Cagliari si registr un calo del 20% circa tra passeggeri e merci in entrata e in uscita. Sempre nel 900 si dovettero fare i conti con un altro problema: la scarsit di profondit dei fondali. Fu necessario provvedere subito allo scavo, prima che venisse deliberata linutilizzabilit dello scalo. Per scarsit di fondi per furono assegnati i finanziamenti per i lavori in una sola zona del porto. Intorno agli anni 30 si registr un piccola crescita dei traffici commerciali che croll negli anni 40 con lentrata in guerra dellItalia. Durante il conflitto mondiale lo scalo cagliaritano divent uno degli obiettivi degli anglo-americani che nel febbraio del 1943 bombardarono e distrussero la citt, colpendo anche il porto. I giorni pi devastanti furono due: il 26 febbraio alle 15.30 una ventina di B17 vol sui tetti della citt scaricando 50 tonnellate di bombe e distruggendo alcune delle strutture simbolo come il Teatro civico, il bastione di Saint Remy e numerosissime chiese e palazzi della zona storica. Il bollettino del giorno parlava di 73 morti e 286 feriti. Due giorni dopo, domenica 28 febbraio, alle 12.55, 85
aerei scaraventarono 583 bombe su Cagliari. Lincursione avvenne senza alcun preavviso: le sirene dallarme non funzionavano per assenza di energia elettrica. Due ore di bombardamenti che devastarono la citt e distrussero il porto e la stazione ferroviaria. Secondo le cifre ufficiali il giorno morirono 200 persone. Lo scalo venne riaperto ai primi di marzo, per permettere alla popolazione di ricevere i beni di prima necessit, ma il 31 marzo ci fu un nuovo bombardamento degli Alleati, che volevano cos impedire la ripresa della regolare attivit del porto. L8 settembre con la firma dellarmistizio lIsola usc definitivamente dal conflitto. Uno dei primi problemi da risolvere fu quello di rendere funzionale lo scalo portuale. La storia va avanti ma i problemi non finiscono. LIsola continua ad essere mal collegata con il resto dItalia. Ancora oggi le navi passeggeri da Cagliari sono limitate alle tratte per Civitavecchia, Palermo, Trapani e Napoli. Dagli anni 2000 iniziano ad arrivare le prima grandi navi da crociera. Riemerge subito e con maggiore forza il problema dei fondali troppo bassi. Le navi sono costrette ad attraccare al molo Rinascita, dove fino a pochi anni fa i passeggeri erano obbligati a sbarcare vicino alle navi mercantili. Nonostante i limiti e i problemi del porto, secondo i dati diffusi dallautorit portuale, il bilancio del primo semestre 2013, confrontato con quello del primo semestre 2012, positivo. C stata una forte crescita del numero di passeggeri in entrata e in uscita: dai 78.741 (di cui 31.279 crocieristi) del primo semestre 2012 si passati ai 137.526 (di cui 74.871 crocieristi) del primo semestre 2013. Non cresciuto invece il numero delle merci in entrata e in uscita che si mantenuto pi o meno costante, facendo registrare un calo dell1,93%.
DOSSIER
In basso e sulla pagina di sinistra due foto depoca del porto di Cagliari. A sinistra una foto recente del porto
il Ducato
Un progetto impossibile: fondali troppo bassi per ospitare i giganti del mare
Il grande op da 5 milioni
Un terminal crociere mai utilizzato. Ora, per salvare il salvabile, si pensa a un approdo per maxi-yacht
oddisfatti, stupiti e contenti: cos si deniscono i crocieristi approdati in citt per linaugurazione del nuovo terminal crociere. Un evento al quale hanno partecipato non solo i turisti ma anche i cittadini curiosi di vedere limmensa nuova struttura che sorge al molo Ichnusa. Bar, ristoranti, negozi di souvenir e centri di informazione turistica allinterno del terminal sono stati presi dassalto dalle migliaia di persone sbarcate dai due giganti del mare. Unarea attrezzata che, non solo offre nuovi servizi ai crocieristi, ma ha dato lavoro a centinaia di giovani disoccupati. Peccato che tutto questo sia solo frutto dellimmaginazione. La realt infatti ben diversa: Il terminal crociere non esiste o meglio, stato terminato sei anni fa, ma ancora oggi inutilizzato. Cinque milioni di euro di denaro pubblico buttati al vento per realizzare unarea di circa 20 mila metri quadrati che avrebbe dovuto accogliere i crocieristi allarrivo in citt. Un enorme spreco di soldi di cui forse si parlato troppo poco. Dal 2008 ad oggi la struttura stata utilizzata per ospitare manifestazioni dinteresse pubblico. Ma perch, nonostante i lavori siano stati portati a termine e la struttura sia pronta per essere utilizzata, le navi da crociera vengono fatte attraccare al
molo Rinascita? Il motivo potrebbe sembrare inverosimile: la profondit del mare non sufciente per far approdare i giganti del mare. Il fondale del molo Ichnusa infatti non arriva neanche ai 7 metri, mentre le navi da crociera hanno un pescaggio di almeno dieci metri. Non c stato alcun evento climatico particolare n si improvvisamente abbassato il molo, quei sette metri sono stati sempre cos e lallora presidente dellautorit portuale, Nino Granara, ne era consapevole. Contava sul fatto di poter avviare operazioni di dragaggio per renderlo pi profondo. Proprio nellottica di effettuare questi lavori, nel 2010 lautorit portuale band un gara dappalto per assegnare per 15 anni la gestione della struttura. Il tutto con un canone annuo di 349 mila euro. Partecipanti al bando? Nessuno. La gara infatti and deserta, ma non c da stupirsi visto che si trattava di gestire un terminal crociere dove per le navi non potevano attraccare. Un anno pi tardi il Ministero dellAmbiente rilascia lautorizzazione per la realizzazione di scavi per labbassamento del fondale. Il costo delloperazione si aggirerebbe intorno ai 3 milioni di euro. A questo punto per sorge un nuovo problema: scavando di circa 4 metri (la quantit necessaria per ottenere una profondit accettabile per le navi da crociera) si scopri-
In alto e a sinistra due visuali diverse del terminal crociere mai inaugurato; a destra barche ormeggiate al porto di Cagliari.
rebbero le fondamenta del molo. Sarebbe necessario quindi ripristinare totalmente la struttura, operazione che richiederebbe molti milioni in pi dei 3 previsti. I costi sono insostenibili, quindi si decide denitivamente di abbandonare lidea di poter far attraccare le grandi navi al molo Ichnusa. Dopo anni e anni di indecisione, nel 2013 lex presidente dellautorit portuale di Cagliari Piergiorgio Massidda decide di spostare denitivamente lattracco delle crociere al molo Rinascita - dove verr costruito un nuovo terminal - e di aprire un bando pubblico per afdare la concessione per 25 anni del molo Ichnusa che verr trasformato in un approdo per maxi
yacht. Oggi le buste con i nomi dei candidati per ottenere lappalto non sono ancora state aperte. La gara questa volta non dovrebbe andare deserta: Ci dovrebbero essere almeno 4 gruppi partecipanti. Tra le altre dice Piergiorgio Massidda - si fatta avanti una delle societ pi grandi al mondo, un colosso che gestisce il 30% di tutte le barche dai 40 metri no ai 180 in attivit. Il usso delle navi da crociera non dipende certamente solo dallavere o meno un attracco riservato ai giganti del mare. Lo dimostrano i dati dei crocieristi in transito in citt che nel primo semestre del 2013 (74.871) sono stati pi del doppio rispetto al primo semestre del 2012
(31.279). Per questanno per le previsioni non sembrano sorridere al porto di Cagliari. La cause secondo Massidda sono diverse: C stata una diminuzione del numero di navi. Oltre al disastro della Concordia, anche altre navi come la Allegra - hanno avuto problemi. A questo si aggiunge che le compagnie stanno puntando di pi sullAsia perch l si sviluppato un turismo molto pi ricco. Bisogner ancora attendere per capire se e quando il terminal crociere del molo Ichnusa verr utilizzato per ospitare i maxi yacht evitando cos di essere segnato nella storia come la pi grande incompiuta del porto di Cagliari.
DOSSIER
Il
straordinario lo stesso Massidda. Deiana non accetta la decisione del Ministro e denuncia il provvedimento alla Procura della Repubblica che inserisce Lupi nel registro degli indagati per abuso dufficio. Allinizio del 2014 la notizia si diffonde e viene portata in aula da M5s, Pd, Scelta Civica e Sel che pretendono che il Ministro torni sui suoi passi e rimuova Massidda dallincarico di Commissario. Lupi cede, fa decadere Massidda e nomina al suo posto il comandante della capitaneria di porto, Vincenzo Di Marco, (che diriger lautorit portuale fino alla nomina del prossimo presidente). Ma la vicenda non si ancora conclusa. Si attende infatti la sentenza della Cassazione (alla quale si rivolto Massidda) che dovrebbe arrivare entro la fine dellanno e che dovrebbe porre fine definitivamente a questo fatto. Intanto il tribunale dei ministri della Sardegna ha archiviato il caso del ministro dei trasporti Lupi per cerenza di presupposti materiali e soggettivi. Tutto questo stato causato da una legge forse poco chiara o per lo meno troppo generica. Basti pensare al fatto che il Tar e il Consiglio di Stato, basandosi sulla stesso identico testo di legge hanno emesso due sentenze opposte. In nessun articolo si fa riferimento ai titoli specifici che deve avere il presidente dellAutorit portuale. Lo stesso Massidda si appella proprio al fatto che Nella legge del 94 non c scritto qual la laurea affine. Perch allora la mia laurea non valida? In Italia continua Massidda ci sono presidenti delle Authority che non hanno neanche il diploma, a Bari ad esempio c Francesco Mariani che ha la terza media e nonostante questo uno dei pi capaci. Insomma una legge che fa discutere. Se da un lato Massidda sottolinea il fatto che nel testo della legge non si fa uno specifico riferimento ai titoli di studio, dallaltra Deiana si lamenta per il fatto che la legge non venga rispettata in diversi porti dItalia dove ci sono presidenti che non hanno la massima e comprovata qualificazione nel settore. Le autorit portuali dichiara Massimo Deiana - sono diventate come una sorta di collocamento di politici che devono essere ricoverati da qualche parte. In 20 anni c stato tutto il tempo di cambiare il testo della legge, potrebbero scrivere che il presidente ha un ruolo di rappresentanza e quindi deve avere una comprovata e riconosciuta capacit politica cos si toglierebbe la massima e comprovata esperienza nel settore e potrebbero nominare chiunque. LAssessore dubita che il caso esploso a Cagliari possa servire per cambiare le decisioni prese in passato, ma per il futuro, dice sar difficile che non facciano attenzione alle nomine.
na laurea in medicina e diciassette anni da parlamentare prima di essere nominato presidente dellAutorit portuale nel 2011. Piergiorgio Massidda ancora non si spiega il verdetto del Consiglio di Stato che ha annullato la sua nomina a Presidente. La Cassazione avr un valore molto pi importante di quello che ha stabilito il Consiglio di Stato dice e se nel mentre dovessero nominare un nuovo presidente, la legge dice che tornerei in carica io. Non si abbatte quindi lex capo dellAuthority, sperando tuttavia che i progetti avviati vengano comunque portati a termine dal Comandante della Capitaneria di porto Vincenzo Di Marco, attuale commissario straordinario del porto che rimarr in carica fino alla nomina di un nuovo presidente. Con Di Marco abbiamo lavorato assieme e abbiamo raggiunto risultati inaspettati. Lui molto in gamba ma non pu fare progetti a lungo termine perch non si sa per quanto tempo dovr rimanere. Il porto era una macchina che stava correndo alla quale hanno bucato le ruote. Tra le perdite causate dalla sentenza, secondo Massidda c anche quella delle navi da crociera: Nonostante il calo previsto per il 2014 per molti porti italiani, Cagliari era uno di quelli che ne avrebbe risentito di meno. Purtroppo per
uno dei momenti in cui si doveva decidere tutto era la fiera di Singapore che si tenuta dieci giorni dopo la sentenza che mi riguardava. Per due mesi, fino a quando sono stato nominato commissario da Lupi, io non sapevo dunque cosa dovevo fare perch cera una sentenza che mi diceva di andare via, ma nessuno mi diceva te
ne devi andare. Massidda convinto di avere i titoli giusti anche perch il presidente dellAuthority deve essere un grande manager con i contatti giusti dice - e i 17 anni da parlamentare mi hanno permesso di avere le giuste conoscenze politiche. Spesso era sufficiente che facessi una telefonata per poter risolvere problemi. Intanto guarda avanti. Secondo alcune indiscrezioni proprio Massidda potrebbe essere uno dei due nomi che il centrodestra proporr per le primarie in vista delle Comunali del 2016.
li candidati. Se infatti alcuni personaggi non venissero scelti dai Comuni, dalla Provincia e dalla Camera di commercio e inseriti nelle terne, il ministro non potrebbe nominarli. Parlando poi dello stato attuale del porto, Deiana dice: E gi stato fatto molto perch tutte le
attivit inquinanti sono state spostate al porto canale e il porto turistico adesso ospita solo i passeggeri. Penso per che le navi da crociera attracchino troppo lontano. Io le farei attraccare davanti alla citt. Deiana conclude sognando ad occhi aperti: Sarebbe stupendo togliere il traffico da via Roma (la strada a 8 corsie che divide il porto dalla citt n.d.r) e fare ununica piazza pedonale. Bisognerebbe fare un grande sottopassaggio dove far transitare i veicoli.
il Ducato
I senza lavoro
2011 2012
15,3% 15,9% 15,5%
2013
17,1% 17,0% 17,5%
uomini
donne totale
ono le 8,00 di un luned e fuori dal Centro servizi lavoro (Csl) di Cagliari, come ogni mattina, si forma la fila. Uomini, donne, giovani e anziani, non c distinzione. Tutti in coda per lo stesso motivo: trovare un lavoro. Quale? nella maggior parte dei casi non importa, basta che permetta di mettere qualche soldo in tasca a fine mese. Le porte si aprono alle 8,30 e tutti corrono dentro nella speranza di trovare qualche nuovo annuncio affisso in bacheca. A volte le offerte ci sono, ma sono sempre troppo poche rispetto alla quantit di aspiranti. Questa solo una parte dei senza lavoro. Tra gli iscritti al Csl in due anni sono aumentati di oltre 15 mila unit passando da 116.084 a 131.533 c anche chi non si presenta tutti i giorni al Centro perch aspetta di ricevere la chiamata e contemporaneamente si muove portando a mano il curriculum vitae alle aziende. Nelle altre citt sarde la situazione non tanto diversa. Il tasso di disoccupazione, secondo i dati pubblicati dallIstat, cresciuto di altri due punti percentuali arrivando nel 2013 al 17,5% contro il 15,5% del 2012. Un dato che negli ultimi sette anni quasi raddoppiato passando dal 9.9% del 2007 al 17,5% attuale. I numeri salgono alle stelle se si prendono in considerazione le fasce det dei giovani: tra i 18 e i 29 anni i disoccupa-
ti sono il 44%, mentre sono il 29,2% se si considerano i ragazzi tra i 25 e i 34 anni. Il problema del lavoro un problema nazionale; in alcune regioni i dati sono pi che allarmanti. La Sardegna la quarta regione italiana per tasso di disoccupazione, numeri pi elevati si registrano solo in Calabria (22,2%), Campania(21,5%), Sicilia (21%) e Puglia(19,8%). Un piccolo aiuto dovrebbe arrivare dal porto di Cagliari che, anche se non potr risolvere il problema, in questi anni offrir nuovi posti di lavoro. Luna Rossa rimarr qui a Cagliari per tre anni ha dichiarato Piergiorgio Massidda ex presidente dellAutorit portuale - e sicuramente, oltre ai fedelissimi del team, ci saranno nuove assunzioni. Inoltre se andr a buon fine la realizzazione del terminal per i maxi yacht anche quello sar una grande occasione per i giovani disoccupati. Si prospettano nuove opportunit quindi che potrebbero evitare a pochi fortunati di dover abbandonare la propria terra per andare a cercare fortuna altrove. Ogni anno sono tanti i giovani costretti a lasciare lIsola per poter lavorare. Laureati o no non c distinzione. Il lavoro manca per tutti, alcuni si spostano nel nord Italia dove lemergenza lavoro si fa sentire di meno, altri preferiscono optare per lestero. Secondo i dati dellAire (anagrafe italiani residenti allestero) relativi
al 2012 i sardi emigrati sono 103.121. Fare un calcolo complessivo per impossibile; lanagrafe infatti pu tenere conto solo delle persone che hanno cambiato residenza. Dallanalisi emerge che i Paesi pi quotati per il trasferimento sono la Germania (29.285) e la Francia (24.174), seguite da Belgio e Regno Unito. Proprio in Gran Bretagna si sono trasferiti Pietroluigi e Vanessa, marito e moglie di 36 e 34 anni. Fino al 2008 conducevano una vita tranquilla e potevano contare su uno stipendio fisso. Pietroluigi infatti dal 2002 lavorava con contratto a tempo indeterminato per una societ di Cagliari. Nel 2008 il dramma: la cooperativa una delle tante costrette a chiudere a causa della crisi. I due giovani si trovano cos a
dover affrontare le spese quotidiane pi quelle del mutuo della casa (acquistata nel 2007) con 860 euro mensili di disoccupazione, pi circa 6500 euro di liquidazione. Mi crollato il mondo addosso quando ho perso il lavoro racconta Pietroluigi - Vanessa non lavorava e sapevo che sarebbe stato difficile trovare un nuovo impiego. Passano cinque anni, ma di un posto fisso nessuna traccia. Inizialmente ho lavorato con alcune societ per vendere prodotti porta a porta, dopodich per due anni ho fatto il corriere. Nonostante le difficolt economiche la giovane coppia nel 2010 decide di sposarsi. Dopo il matrimonio entrambi per due anni trovano lavoro per la stagione estiva: lei viene assunta in Sardegna, lui in Li-
guria. Per qualche mese quindi non riescono neanche pi a vivere sotto lo stesso tetto. Il 2013 lanno della svolta. Pietroluigi si trasferisce a Londra per restare qualche mese e vedere com l la situazione lavorativa. Linglese non il suo forte ma dopo aver portato tanti curriculum arrivano le prime risposte e i primi lavori. Dopo 7 mesi, a settembre Vanessa lo raggiunge, trovano una piccola casa con un giardinetto dove poter vivere e tenere le loro due cagnette. Oggi lavorano entrambi in due catene alimentari differenti. Qui siamo felici e almeno abbiamo due stipendi fissi che ci permettono di vivere serenamente. Ci piacerebbe tornare in Sardegna o almeno in Italia dicono ma per il momento non possibile.
2011
101.352
2012
103.121
45,3%
45,5%
45,7%
54,7%
54,5%
54,3%
timane. A dicembre cambia tutto: la famiglia dove lavorava, per una serie di vicissitudini, non pu pi permettersi un babysitter. Marco si trova improvvisamente senza pi un tetto sulla testa e si trasferisce in un ostello. Riprende a studiare linglese e consegna curriculum; ne distribuisce 110 per lesattezza prima che gli venga fissata la prima interview. Il colloquio va bene ma Marco riceve contemporaneamente unaltra risposta dal Wasabi, una catena di ristoranti giapponesi. Gli viene fissata la prova per il 24 dicembre. Una vigilia di Natale alternativa per Marco che fa 8 ore di prova e viene assunto. Ho iniziato in cucina e per due mesi non ho mai avuto un giorno libero. A me andava benissimo cos perch mi pagavano a ore, quindi pi lavoravo pi guadagnavo. In pochi mesi Marco cresce di ruolo diventando team leader prima e weekend manager poi. Promozioni che gli sono valse laumento di stipendio. Ma tutto questo non basta a Marco. Dal Wasabi sono andato via perch volevo cambiare. Ora lavoro nella cucina di un Hotel. Non sembra aver nessuna intenzione di tornare in Italia, Marco, anche se un po di nostalgia c: Mi manca la mia terra, i miei amici, il cibo e il calore delle persone - spiega - ma preferisco stare in un posto dove posso costruirmi una vita.
DOSSIER
La vita in barca. Luce, acqua e gas con soli 2.000 euro allanno
el porto di Cagliari una decina di persone vive sulla propria barca, alcune per scelta altre per obbligo. Giovanni (che preferisce non dire il proprio cognome), un uomo di 74 anni, uno di loro e da 10 anni vive sul Giro di Valzer. La passione per il mare lha sempre accompagnato ma viverci sopra non stata una scelta ma una necessit. Dieci anni fa ho divorziato da mia moglie racconta Giovanni - la casa rimasta a lei e io avevo solo la mia barca dove poter andare a vivere. Ora trascorre le giornate con la sua cagnetta Astra alla quale dice di voler bene come a una figlia - attraccato in un porticciolo della citt. stato difficile abituarsi alla vita in barca perch ho dovuto rinunciare a stare con le mie figlie e a tutte le comodit di casa, ma adesso sono felice, racconta Giovanni.Nato a Carloforte, una volta terminati gli studi allistituto Nautico, si imbarca con una compagnia di navigazione. Dopo il primo viaggio Giovanni decide di lasciare il lavoro perch ha il sospetto di trasporti illeciti. Pochi giorni dopo la nave Portogallo (cos si chiamava) affonda: Sono stato molto fortunato, mi sarei potuto trovare su quella barca. Dopo questa vicenda si arruola come militare e per sei anni su un rimorchiatore. Ben presto per deve rinunciare al lavoro in mare per non stare troppo distante dalla famiglia. Dopo il matrimonio, inizia a lavorare alla Saras chimica di Sarroch (unindustria che sta a pochi
chilometri da Cagliari). Lo stipendio meno della met di quello che guadagnava in mare, ma in questo modo pu trascorrere pi tempo in casa. Ho lavorato per 25 anni alla Saras prima di ottenere la pensione. Adesso met di quella cifra la devo dare a mia moglie e mi restano circa 1000 euro al mese per vivere. Giovanni per non si lamenta perch riesce tranquillamente a sostenere le spese della vita in mare. La sosta nel porto gli circa 2000 euro allanno senza ulteriori spese aggiuntive per le bollette. In Italia non c il culto del mare; per gli italiani spiega Giovanni- assurdo dover rinunciare a una casa per vivere su una barca. Io stesso non avrei mai pensato che mi sarei potuto trovare bene senza le comodit di casa. Nei paesi del nord Europa ci sono anche tante famiglie con bambini piccoli che vivono sul mare. In effetti, anche in un luogo come la Sardegna dove il clima ideale per condurre questo tipo di vita, difficile se non impossibile trovare qualcuno che spontaneamente decida di lasciare le comodit di una casa per trasferirsi su una barca. Nonostante la scelta obbligata, adesso Giovanni dice di essersi abituato a vivere sul mare, tanto che rifiuta le proposte delle figlie che lo invitano a trasferirsi a casa loro. Adesso sto bene cos, non sto sempre fermo in porto, spesso esco ancora per andare a pescare. Il mare diventato la mia droga, non riesco a stargli lontano. E poi - aggiunge perch dovrei vivere in una casa? Le case sono barche fatte male perch non si muovono.
ssere ancora un lupo di mare a 81 anni si pu. A dimostrarlo Giorgio Casagrande, un uomo che ha passato la vita in mare e che oggi vive sulla barca Gitana attraccata in un angolo del porto di Cagliari. Di origine veneta, ha frequentato listituto Nautico a Venezia prima di iniziare a navigare. Dopo qualche anno al comando di navi mercantili, Casagrande decide di cambiare lavoro e di andare in Kenya e nel Mar Rosso per creare un servizio charter. Durante questesperienza ho guadagnato tanti soldi e ho conosciuto personaggi famosi come Richard Burton. La vita in mare per quanto la si possa amare pu riservare grandi pericoli: il viaggio di rientro dal Kenya nel 1982 - non fu una passeggiata a causa dei monsoni (venti tipici dellOceano Indiano): In Kenya mi avevano consigliato di non ripartire proprio perch era periodo di monsoni; ma io sono fatto cos, una volta che decido di partire devo levare lancora. Un uomo che lotta solo in mezzo allOceano per impedire che la barca venga rovesciata dalle onde, uno scenario da film del terrore che non sembra averlo intimorito: Non si pu avere paura in mare - dice - perch la paura ti immobilizza e non ti permette di ragionare. Nel 1988 decide di vendere la sua prima barca che laveva accompagnato fino a quel momento e ne compra una nuova pi piccola. Il nuovo acquisto, la barca Gitano che diventer poi Gitana perch volevo che il nome della barca fosse femminile arriva solo nel 1993.
In questo arco di tempo per non stare fermo si mette a fare lo skipper sulle barche altrui. Arriva per la prima volta in Sardegna quasi per caso proprio con la Gitana. Casagrande per non si ferma e continua a viaggiare tentando per quattro volte di arrivare nella Terra del fuoco (arcipelago dellAmerica del sud) senza per mai riuscirci. Le motivazioni furono diverse legate non solo a problemi con la barca. Nel 2010, al quarto tentativo, dovette arrendersi per motivi economici; una nuova legge italiana istituita alla fine degli anni 90- impediva di ritirare lassegno sociale fuori dallItalia. Nonostante i tantissimi soldi guadagnati navigando durante tutta la sua vita, gi negli anni 70 spiega arrivavo a prendere 5000 dollari al mese, grazie anche al trasporto di merci strane, adesso non gli rimasto pi niente. Ho guadagnato un sacco di soldi nella mia vita ma me li sono mangiati tutti. Contavo sulleredit di una mia zia ricchissima che per non mi arriv mai per alcune vicissitudini di famiglia. Oggi Casagrande va avanti grazie allassegno sociale con cui spiega - riesco a vivere tranquillamente e a mettere da parte anche un po di soldi. Lormeggio alla banchina del porticciolo costa 2500 euro allanno comprensivo di posto barca, acqua, luce e gas. E alla domanda: Preferirebbe vivere in una casa? Risponde No, quella di vivere in mare stata una scelta voluta e realizzata; qui a Cagliari il clima perfetto per vivere in mezzo al mare.
il Ducato
DOSSIER
Il team rimarr in citt per tre anni per preparsi per lAmericas Cup del 2017
na grande occasione per il porto e per la citt che mette daccordo Comune, Regione, Camera di commercio e Autorit portuale. Il team Luna Rossa per tre anni far base a Cagliari, dove si allener in vista della trentacinquesima edizione dellAmericas Cup che si terr nel 2017 a San Francisco. Abbiamo scelto questa citt perch le condizioni meteo sono ideali per gli allenamenti con i catamarani ha spiegato Patrizio Bertelli, presidente di Luna Rossa Challenge La citt inoltre offre unottima situazione logistica e ci ha riservato unaccoglienza particolarmente calorosa. Siamo molto contenti che, dopo diversi anni allestero, la base del team sia nuovamente in Italia. I primi passi per il trasferimento del gruppo in Sardegna sono stati compiuti lo scorso novembre. I lavori non sono ancora terminati e, per vedere i primi allenamenti del catamarano guidato dallo skipper Massimiliano Sirena, bisogner attendere fino a maggio. Intanto il quartier generale del team che stato costruito sul molo Sabaudo e occupa una superficie di circa 12 mila metri quadrati quasi terminato: due capannoni mobili alti sei metri ospiteranno le imbarcazioni, mentre altri pi piccoli, rigorosamente bianchi con una striscia rossa sui lati, saranno la sede di uffici, palestre, cucine e mensa. Il quartier generale stato realizzato dai 20 operai dello staff. Per loro e per tutte le altre persone che vivranno in citt fino
al 2017, sono gi stati firmati circa 80 contratti di affitto: unintera palazzina pi alcuni appartamenti sparsi per tutta la citt, dal centro storico fino alla spiaggia. I vantaggi che Cagliari potrebbe e dovrebbe ricavare dalla presenza di Luna Rossa sono tanti: una probabile crescita del turismo, nuovi posti di lavoro per i giovani sardi e nuove iscrizioni negli asili nido e nelle scuole (alcuni componenti del team infatti si muovono con la famiglia). Tanti sono gli appassionati di questo sport che da anni non avevano la possibilit di vedere gli allenamenti di Luna Rossa in Italia. A prescindere dai fan della vela, Luna Rossa comunque unenorme occasione per il turismo. Turismo che gi nel 2013 ha fatto registrare segnali di crescita. Se infatti nel 2012 gli arrivi in provincia furono 510.867 e le presenz e 2.299.268, nel 2013 sono state rispettivam e n t e 618.863 (+21,14%) e 2.677.135 (+16,43%). Numeri inaspettati considerando che tra il 2011 e il 2012 ci fu un calo di arrivi e di presenze del 10% circa. Luna Rossa potrebbe essere quindi un enorme trampolino di lancio non solo per Cagliari ma per tutta lIsola, che potr godere di una nuova promozione turistica in tutto il mondo. Ma quali saranno i vantaggi per il porto? Non sar sufficiente Luna Rossa per risolvere i problemi, ma una grande opportunit per poter recuperare cos una parte dei soldi gestiti male negli ultimi anni, come i 5 milioni di euro buttati allaria con il terminal crociere del molo Ichnusa.
Sopra la barca Vento di Sardegna, a destra il quartiere generale di Luna rossa, sotto il catamarano del team,
sport che costa un sacco di soldi dice Andrea bisogna avere tanta passione per portarlo avanti. Solo per iscrivermi alla Route du Rhum di questanno, ho dovuto spendere 6.000 euro. Chi pratica questa disciplina non lo fa per soldi ma per amore della vela. In Italia, a differenza della Francia dove lo sport nazionale, la vela non ha un grande seguito. Le imprese di Andrea sono spesso sostenute anche dalla Regione, dal Comune di Cagliari e dalla Camera di Commercio. Il velista sardo conosce bene il mondo dellAmericas Cup, avendolo vissuto alla fine degli anni 80. Come mai il team Luna Rossa ha scelto proprio Cagliari per prepararsi alla competizione del 2017? Se loro sono qui spiega Andrea anche merito mio, di Gigi Barrella, Antonello Ciabatti e tutti gli altri velisti sardi che dagli anni 80 a oggi, vincendo, hanno fatto pubblicit allIsola. Anche Andrea convinto che la presenza del team sponsorizzato da Prada, porter tanti vantaggi a tutta la Sardegna: Sicuramente la presenza di Luna Rossa - dice - garantir allIsola, per i prossimi tre anni, una grande promozione e un immenso via vai di gente; in tutto il mondo si inizier a parlare della Sardegna e questo servir dal punto di vista della promozione turistica, ma non solo. Infine conclude Andrea loro sono una catapulta per questo sport quindi probabilmente ci sar un aumento di iscrizioni nelle scuole di vela, di canoa e di tutti gli altri sport marini.