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LA REPUBBLICA 35
DIARIO
DI
(segue dalla prima pagina) i voleva un altro 18 aprile scriver Vittorio Gorresio la Chiesa da una parte, la paura dei rossi dallaltra. E Leonardo Sciascia commenter: Contro la vittoria del no, tutto stato fatto, linferno e lo stalinismo sono stati debitamente evocati, i bambini sufficientemente traumatizzati al punto che temevano, la sera del 13 maggio, che il padre e la madre dovessero lasciare la casa e abbandonarli per sempre. Ma la maggioranza dei votanti, esattamente il 59,3%, votarono a favore del mantenimento della legge. In molte citt del Nord la percentuale dei favorevoli fu ancora pi alta: raggiunse il 79,8% a Torino, il 73,2% a Bologna, il 63% a Trieste. Ma i divorzisti vinsero anche in citt di radicato insediamento cattolico e democristiano come Padova, Treviso o Belluno e in molte citt del Sud. Vinsero con il 67% a Siracusa e con il 63% a Catania. Conosciuti i risultati, in tutte le citt italiane, da Milano a Palermo, da Firenze a Roma una folla immensa, quella notte si rivers per le strade, a festeggiare la vittoria. In maggioranza erano donne. Il nuovo movimento femminista, nato al di fuori se non contro i partiti e le organizzazioni femminili tradizionali, celebrava cos la sua prima vittoria. Finiva quel giorno, con quel voto, il secolare predominio della Chiesa sui sentimenti e sul corpo delle donne. Il risultato colse di sorpresa gran parte del mondo politico e delle gerarchie vaticane. Nel pomeriggio del 13 maggio Enrico Berlinguer, segretario del Pci, chiuso nel suo ufficio di Via delle Botteghe Oscure, aspettava con ansia il risultato. Non aveva mai creduto alla vittoria del no. Di fronte ai primi dati, provenienti dalle citt del Nord, invitava alla prudenza. Bisogna aspettare raccomandava i risultati del Sud Poi anche quei risultati arrivarono. (E Berlinguer la stessa sera dovette pagare una cena a Tonino Tat e a Giglia Tedesco che avevano scommesso con lui che il risultato sarebbe stato favorevole al divorzio). Anche il cardinal Siri, presidente della Cei, chiuso nel palazzo arcivescovile di Genova, attendeva con ansia il risultato del voto. Esponente dellala pi integralista della Curia, aveva ammonito gli elettori: Uno libero di essere peccatore, assassino, ladro quanto vuole, nella misura in cui libero di andare allinferno piuttosto che in Paradiso... I fedeli ora sanno come regolarsi: se voteranno no allabrogazione del divorzio, non credano di essere daccordo con Dio. Si racconta che quando gli vennero comunicate le due cifre, il cardinale
DIVORZIO
Quando lItalia si scopr laica
MIRIAM MAFAI
commentasse: Speravo meglio, ma il 59,3% sufficiente.... Quando il suo collaboratore gli precis che il 59,3% era la percentuale degli elettori che avevano votato a favore della legge sul divorzio, il presule si chiuse in un doloroso silenzio. Al secondo piano del palazzo di Piazza del Ges, sede della Dc, anche Amintore Fanfani aspettava con ansia i risultati. Il segretario della Dc, che lanno precedente, era riuscito a riprendere il controllo del suo partito, aveva adottato nel corso della campagna elettorale referendaria, toni da crociata: i divorzisti aveva ammonito approvano le passioni, la libidine, gli istinti animaleschi degradanti la dignit della persona umana. La sconfitta al referendum non sar senza conseguenze negli assetti interni della Dc: Fanfani rester ancora segretario, ma sar travolto, nel 1975 dal risultato delle elezioni regionali. La vittoria del 12 maggio segna uno spartiacque nella nostra vita politica. Quel risultato infatti non segnalava soltanto una perdita della tradizionale egemonia della Chiesa sulle coscienze degli elettori e delle elettrici, ma anche la crescente importanza di temi che fino allora non erano stati ritenuti meritevoli del dibattito pubblico ma che da quel momento, e ancor pi negli anni successivi, uscendo di prepotenza dalla zona in ombra del privato, avrebbero chiesto e imposto una presa di posizione a forze politiche incerte o riluttanti. Subito dopo infatti sarebbe venuto alla luce un problema tenuto segreto da secoli, laborto, poi quello del delitto donore e delle violenze sessuali, e infine, pi recentemente, quello del riconoscimento delle convivenze etero e omosessuali o dei diritti dei gay. Sono rivendicazioni di una societ che cambia, che mettono in difficolt i partiti tradizionali, fanno emergere nuovi protagonisti. Tra questi i radicali che fin dal 1965 avevano dato vita, per iniziatiIN MOSTRA NELLE MARCHE I FASTI DI UNA GRANDE DINASTIA
IO DIFFIDO della sorta di divorzio patrocinato dallonorevole Fortuna, ed anzi direi che non provo interesse allintroduzione in Italia di alcuna forma di divorzio. Il matrimonio indissolubile non solo mi va benissimo, ma positivamente mi diverte. () Il divorzio, inoltre, getterebbe unombra su una delle istituzioni fondamentali del mondo occidentale, una delle poche rimaste pure e schiette: ladulterio. Io ho grande stima delladulterio, questa oscura, catacombale commistione di desideri e di affetti, per cui un essere dilacerato, come vuole la sua paradossale struttura, tra inconciliabili amori e predilezioni contrastanti. A me pare che la storia stessa delle nazioni sia come un mirabile, ininterrotto adulterio, in cui tutti gli accoppiamenti sono legalmente e moralmente sbagliati, ma oscuramente fatali. Ora, il divorzio getterebbe un odioso sospetto su questo purissimo rapporto. Costei, o costui, vuol forse farsi sposare? Vuole sostituire alla vecchia una nuova legalit, o vuole onestamente partecipare alla intrinseca illegalit dellesistere?
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va di Marco Pannella, Adele Aglietta e Adele Faccio, alla Lid (Lega Italiana per il Divorzio), e che avranno un ruolo da protagonisti in tutte le successive battaglie per i diritti civili. Nel 1965 il divorzio non veniva considerato dal maggiore partito della sinistra, una rivendicazione da iscrivere nella propria agenda politica. Fu dunque il socialista Loris Fortuna che firm una proposta di legge, che ricalcava quella altro socialiche un sta, Renato Sansone, aveva presentato dieci anni prima senza riuscire a portarla in discussione. Ma i tempi stavano rapidamente cambiando, dal punto di vista politico e sociale. I socialisti con il centrosinistra erano entrati nel governo. LItalia era nel pieno di un processo di modernizzazione, che trasformava vecchie mentalit, costumi, modi di vita, aspirazioni. I cosiddetti fuorilegge del matrimonio pretendevano ormai di uscire dalla clandestinit, e scoprivano di avere una buona parte della pubblica opinione al loro fianco. La legge sul divorzio verr approvata il 1 dicembre 1970, nel pieno dellonda lunga sollevata non solo dal movimento studentesco ed operaio o dalle manifestazioni del nascente movimento femminista, ma anche dalle irrequietezze che si vanno manifestando in settori cattolici, pi legati, come le Acli, al mondo operaio. Ma le gerarchie restano intransigenti. E sulla questione si pronuncer con durezza la Conferenza Episcopale Italiana: in uno stato democratico come quello italiano, nel quale i diritti della famiglia come societ originaria, precedente lo stato, vengono riconosciuti dalla Costituzione, non si pu modificare la struttura fondamentale della famiglia stessa senza aver direttamente accertato il pensiero e la volont della maggioranza del popolo. Era dunque la richiesta di un pronunciamento popolare sullargomento, attraverso la convocazione di un referendum. Lo scambio venne accettato. I partiti laici avrebbero approvato la legge sul referendum, mentre la Dc e il Msi, rinunciando allostruzionismo, avrebbero consentito lapprovazione del divorzio. Le gerarchie non hanno dubbio sullesito del risultato. Ma non riescono a richiamare alla disciplina tutto il laicato cattolico. Si pronunciano per il no, in nome della libert di coscienza, numerose personalit cattoliche, guidate da intellettuali di grande autorit e prestigio come Pietro Scoppola e Luigi Pedrazzi, da dirigenti della Cisl e delle Acli come Luigi Macario, Pierre Carniti, Emilio Gabaglio, Cesare del Piano. (Un sacerdote, il monaco benedettino don Giovanni Franzoni verr sospeso a divinis per aver sostenuto la loro posizione). Anche a questi cattolici del no si dovr la vittoria laica del 12 maggio 1974.
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DIARIO
LE TAPPE PRINCIPALI
LA PROPOSTA 1965 Il primo ottobre il deputato socialista Loris Fortuna presenta alla Camera una proposta di legge per listituzione del divorzio. Lopposizione della Dc dura e intransigente
LA LEGGE 1970 Il primo dicembre viene varata la cosiddetta legge Fortuna-Baslini. Nel 1971 e nel 1973 la Corte Costituzionale stabilir che la legge sul divorzio non viola la disciplina concordataria
LE FIRME 1971 Il 19 giugno il Comitato nazionale per il referendum sul divorzio di Gabrio Lombardi deposita presso la Cassazione la richiesta di referendum abrogativo accompagnata da 1.370.134 firme
I LIBRI
DIANA DE VIGILI La battaglia sul divorzio. Dalla costituente al referendum, Franco Angeli 2000 GUIDO CRAINZ Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni Ottanta, Donzelli 2003 MARIA GRAZIA MASELLA Dallaltare al tribunale. Per una nuova logica della separazione, Feltrinelli 2003 GIANNA SCHELOTTO Distacchi e altri addii. Quando separarsi fa bene, Mondadori 2003 ANNA LAURA ZANATTA Le nuove famiglie, il Mulino 2003 ANNA TONELLI Politica e amore. Storia delleducazione ai sentimenti nellItalia contemporanea, il Mulino 2003 JOHN STUART MILL HARRIET TAYLOR Sulleguaglianza e lemancipazione femminile, Einaudi 2001 MARZIO BARBAGLI CHIARA SARACENO Separarsi in Italia, il Mulino 1998
(segue dalla prima pagina) AVEVA il sarcasmo assatanato di un guerriero politico sui trentanni. Del resto, in guerra si sentiva, il Mezzotoscano, il Nano Maledetto, il Fanfascista, come lo bollavano le sinistre antagoniste del tempo. Non sapendo che, invece di deprimerlo, lo eccitavano. Un giorno, in piazza Sturzo, dove sorgeva il santuario maggiore della Dc, il Professore mi ringhi sorridendo: Continui pure a scrivere contro di me. Faccia conto che sia io a pagarle ogni suo articolo.... Anche nella battaglia per abrogare la legge BasliniFortuna che istituiva il divorzio, Fanfani si dimostr pi che mai se stesso. Ossia un politico con un formidabile complesso di superiorit. Indisponente. Ispido. Iracondo. Schiumante. Con la sfuriata facile. E con la battuta alla nervo di bue, una frustata che mandava ko lavversario. Si considerava nato per comandare. Da bambino, al paese natale, Pieve Santo Stefano, se gli amici giocavano a fare il prete, lui proclamava: Io far il vescovo!. Anni dopo, quando nella Dc pensavano di giubilarlo per anzianit, sogghignava cos: Chi nasce bischero, resta bischero anche se giovane. Nella Dc lo temevano, tanto da battezzarlo il Tiranno. Ma lui considerava gli altri capi bianchi degli uomini di paglia. Aldo Moro faceva dormire. Ciriaco De Mita parlava turco e senza interprete. Mariano Rumor era un abate gommoso. Arnaldo Forlani, detto Perequil, rappresentava leterno ritorno del sempre uguale. Toni Bisaglia, superbo nel gestire il potere, incespicava nelle parole pi semplici. Insomma, il Nano maledetto-fascista perfetto, era un tipo umano di cui si persa la razza, nella politica di oggi. Chi gli assomiglia? Silvio Berlusconi? Ma in un confronto alla tiv, il Tiranno lavrebbe fatto secco. E Fausto Bertinotti? Al tappeto nel primo round. La coppia Fassino & Rutelli? Al pronto soccorso dopo dieci minuti. Massimo DAlema? Ecco, forse lui sarebbe stato capace di resistergli: sarcasmo contro sarcasmo, carognata su carognata. Dunque, stava scritto negli astri che lultima battaglia contro il divorzio toccasse al Mezzotoscano. Ridiventato segretario della Dc il 17 giugno 1973, volle prendere sulle sue spalle tutto il peso dello scontro. Un accordo interno
GUERRA SANTA
Per ottenere il bis del 48, Fanfani chiam alle armi tutto il centro-destra Ma i partiti laici si mostrarono refrattari rispose solo il Msi di Almirante
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alla Dc aveva deciso lastensione dai comizi di Rumor, presidente del Consiglio, di Paolo Emilio Taviani, ministro dellInterno e di Moro, che stava agli Esteri. E Fanfani concluse: far io, e far bene! Pensava davvero che il divorzio fosse il diavolo capace di distruggere, con le famiglie, la societ italiana? Forse s. Disse a Guido Quaranta, di Panorama: La legge sul divorzio
un ingombrante rottame di cui dobbiamo liberarci. Ma il suo obiettivo primario era un altro: stravincere sul campo della lotta politica. Come aveva fatto Alcide De Gasperi il 18 aprile 1948, un evento che ricordo volentieri azzannava Fanfani, e che disturba molta gente. Adesso il suo nemico era il Pci di Enrico Berlinguer. Un partito in ascesa, guidato da un leader che era
LEONARDO SCIASCIA
Lesigenza del divorzio non pi della borghesia, ma delle classi popolari. Perch il divorzio c gi, e non ha contribuito alla dissoluzione della famiglia
Nero su nero 1979
ABRAHAM B. YEHOSHUA
Scorro svelto laccordo di divorzio che ho preparato. Fatto bene davvero. Potr pubblicare un libro sul divorzio e chiedere una cattedra universitaria
Un divorzio tardivo 1982
lopposto del Mezzotoscano, una pericolosa gattamorta a sentire Giampaolino Cresci, laffannato-butirroso porta parola del Professore. Per ottenere il bis del Quarantotto, Fanfani chiam alle armi tutto il centro-destra italico. Ma i partiti laici si mostrarono refrattari. E, a conti fatti, lunico vero alleato del Professore si rivel il Msi di Giorgio Almirante. Che dichiar subito lobiettivo della campagna per il S abrogazionista, con una serie di slogan che non lasciavano dubbi. Il primo gridava: 12 maggio: plebiscito del S, plebiscito anticomunista, per impedire al Pci di andare al potere. La guerra di Fanfani part male. Sotto lincubo di un sondaggio Doxa che diceva: 50,3 per cento di No, 35,7 di S, 14 di incerti. Ma non esistevano pronostici in grado di deprimere il Professore. Spieg ai suoi che la volont e lattivismo potevano ribaltare qualunque previsione. Riconferm la certezza di vincere. E arriv a immaginare, cos dissero, quel che avrebbe fatto dopo il trionfo del S: elezioni anticipate, riforma istituzionale, repubblica presidenziale. Una sicurezza blindata, ma con un verme nascosto. Con il senno di poi, mi azzardo a scrivere che Fanfani avrebbe dovuto scorgerlo allistante. LItalia stava mutando. Era gi esploso il Sessantotto. Poi lautunno caldo. Quindi il dilagare del femminismo. Dappertutto emergeva una gran voglia di cambiare, confusa, incoerente, velleitaria, per vera. Un terremoto in arrivo. Il Mezzotoscano poteva fermarlo? Lui silluse di s. E scelse come campo di battaglia quella parte del paese che pi gli assomigliava: il Mezzogiorno. Dopo un passaggio a Bologna e a Roma, Fanfani cominci la discesa al Sud. Ad Ancona gli and male, perch la sinistra antagonista lo insult e gli tagli i fili del microfono. Poi inizi a battere lAbruzzo, la Puglia, la Calabria, sempre in auto-
DIRITTI CIVILI
Nel 74 i diritti civili entrarono nel dibattito politico, grazie alle campagne radicali (a destra Marco Pannella). Sopra, un manifesto del Psi
mobile e a ritmi sfiancanti. Era la fine di aprile. A Taranto fu accolto da folle osannanti. E disse alle donne presenti: Oggi, dopo una scappatella, i vostri mariti tornano a casa. Domani, con il divorzio, chiss!. A Bari, al teatro Petruzzelli, stracolmo di tifosi, ammon: Non ci si sposa soltanto per godere. Poi commiser i nonni costretti a fare i baby-sitters dei nipoti abbandonati. Proprio a Bari, si alz un collega nonno che gli raccont di averne cinquantatr, di nipoti. Fanfani gli regal una risata sarcastica: Ve lo immaginate questo povero nonnino, se per avventura tutti i suoi figli divorziassero?. A Cosenza, feudo del socialista Giacomo Mancini, trov un po di freddezza. A Reggio Calabria, nel pomeriggio del 24 aprile, fu costretto a battagliare con i suoi alleati del Msi, che gli chiedevano lamnistia per i boia-chimolla della rivolta. In Sicilia ebbe un successone. Parlando dovunque di corna. E leggendo la lettera di una signora divorziata e am-
DIARIO
LA REPUBBLICA 37
IL REFERENDUM 1974 Il 12 e il 13 maggio si vota per il referendum sul divorzio. Al di l di tutte le previsioni vince il No allabrogazione della legge, con il 59,3% dei voti. Alle urne si sono recati l87,7 % degli aventi diritto, pi di 33 milioni di italiani
DIVORZIO VELOCE 2003 Nel 2003 tre proposte di legge mirano a velocizzare liter burocratico del divorzio. Il testo unico sul cosiddetto divorzio veloce viene bocciato con 218 voti contrari e 202 favorevoli
I FILM
DIVORZIO ALLITALIANA Il barone Fef per liberarsi della moglie e sposare la giovane cugina, spinge la consosrte a tradirlo e la uccide. Di Pietro Germi, protagonista Marcello Mastroianni, del 1961. KRAMER CONTRO KRAMER Lei esce di casa, lui rimane col figlio. Poi chiede laffidamento del bambino. Duro conflitto in tribunale, fino allhappy end. Protagonisti Meryl Streep e Dustin Hoffman, regia di Robert Benton, anno 1979. PRIMA TI SPOSO POI TI ROVINO Il pi brillante avvocato divorzista degli Stati Uniti trova pane per i suoi denti nella ex moglie di un suo cliente. Di Joel ed Ethan Coen, con George Clooney e Catherine Zeta-Jones. Del 2003 I FUORILEGGE DEL MATRIMONIO Film a episodi sulle situazioni asurde e dolorose provocate in Italia dalla mancanza di una legge che permetta di divorziare. Del 1963, di Paolo e Vittorio Taviani e Valentino Orsini. Tra gli attori, Ugo Tognazzi, Annie Girardot, Romolo Valli
malata, con il marito peccatore morto prima di lei, rimasta sola e senza pi diritto alla pensione di reversibilit. A Enna infiamm la platea parlando della famiglia come strumento di progresso, garanzia di continuit fecondatrice della terra genitrice, focolare capace di riscaldare idee e affetti, culla della santit pi fervida. A Caltanissetta, i suoi fans
andarono in delirio alla storia della moglie che scappa con la serva. Ad Agrigento garant di non andare in cerca di avventure se, dopo il 12 maggio, con gli alleati di centro-sinistra le cose si fossero aggiustate. A Palermo, il 27 aprile, riusc a destreggiarsi tra i vari potentati dic, primo fra tutti quello andreottiano di Salvo Lima. E anche qui spieg che lobiettivo del Pci era di eliminare
HENRY JAMES
La decisione del divorzio era stata confermata. Dopo essere stati del tutto insignificanti insieme, sarebbero stati, da separati, decisamente notevoli
Quel che sapeva Maisie 1897
SNDOR MRAI
Dopo otto anni divorziamo. Non ci siamo mai traditi. Non abbiamo mai litigato. Ma non sopportavamo pi quello che ognuno di noi taceva dellaltro
Divorzio a Buda 1935
ogni ostacolo democratico verso le luminose mete di cui Praga ci ha offerto lultimo esempio. Fanfani ritorn a Roma convinto di aver ribaltato i sondaggi? Forse no. Il fronte divorzista si stava rivelando sempre pi forte. Andava da Berlinguer a Ugo La Malfa, da Giuseppe Saragat a Francesco De Martino, passando anche per qualche dic come Piero Bassetti. E il voto del 12 maggio gli conferm che aveva perso: i No allabrogazione della legge erano il 59,3 per cento, i S soltanto il 40,7. In cifre assolute, 19 milioni di voti contro 13 milioni. Ma sul Mezzogiorno, il Professore aveva visto giusto: il S aveva vinto in Molise, in Campania, in Puglia, in Basilicata, in Calabria. E in Sicilia aveva perso soltanto per un pelo. Quel voto fu linizio della caduta di Fanfani. Lanno successivo, le Regionali del 15-16 giugno videro il trionfo del Pci (33,4 per cento dei voti contro i 35,3 della Dc). LItalia fior di giunte rosse. Fanfani, che si era speso in duecentodieci comizi in meno di due mesi, fu costretto a dimettersi. Segretario della Dc divenne Benigno Zaccagnini. Di quei giorni convulsi, nel caldo torrido di fine luglio 1975, mi sono rimaste due immagini. La protesta degli autisti dei capi bianchi, non tamburi bens clacson nella notte di piazza Sturzo. E il grido rivolto a noi cronisti dal milanese Massimo De Carolis: Stiamo morendo. Ma ci rimpiangerete. Io vi dico che rimpiangerete la Dc!.
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Il segretario alla Difesa sotto torchio al Congresso. Mi assumo la responsabilit, ma non mi dimetto. Altri video sulle sevizie
CON REPUBBLICA
Torture,lescusediRumsfeld
La Croce Rossa denuncia: sistematica la violenza sui detenuti
REPORTAGE
DA PAGINA 2 A PAGINA 7
A Cumberland la Compagnia dei sei riservisti di Abu Ghraib: Non siamo tutti criminali
Cinquantanni in prima pagina la raccolta completa, in cinque volumi, degli articoli di Eugenio Scalfari pubblicati su Repubblica e lEspresso dal 1955 al 2004 Il 1 volume di 1.300 pagine luned a richiesta con il giornale a soli 9,90 euro in pi
Arriva a quota 1,15 euro mentre il greggio sfonda i 40 dollari al barile: cresce il rischio inflazione
IL CASO
IL PREZZARIO DI AL QAEDA
RENZO GUOLO
L LISTINO del terrore divulgato nel nuovo messaggio di Bin Laden rivela insieme obiettivi e timori di Al Qaeda. Il prezzario di Osama rivolto innanzitutto al mercato iracheno ed aperto da Bremer, Sanchez e Kimmit. I vertici della leadership politica e militare degli Stati Uniti in Iraq sono valutati ciascuno diecimila grammi doro; a conferma che il nemico americano ha un valore aggiunto particolare nella gerarchia della jihad globale. Ma Osama assegna il medesimo prezzo anche a Kofi Annan e a Lakhdar Brahimi, suo inviato in Iraq. La cosa non stupisce. Nellideologia islamista America e Onu sono percepiti allo stesso modo. La comunit internazionale e le sue istituzioni sono considerate espressione di un potere che avrebbe come fine la distruzione dellislam. Per Al Qaeda, lOnu in Iraq comunque una minaccia da sventare. SEGUE A PAGINA 17
ROMA Nuovi record per petrolio e benzina. Il greggio a New York ha toccato i 40 dollari al barile, livello vicino a quello raggiunto nellottobre del 1990 (linvasione del Kuwait) quando super i 41 dollari. E schizzano verso lalto i prezzi dei carburanti in Italia, con timori di aumenti dei listini fino a 1,2 euro per un litro di verde e a un euro per il gasolio. Da oggi molti distributori segnano 1,14 euro al litro con punte di 1,15 sulle autostrade, con un esborso per le tasche degli automobilisti, rispetto al dicembre 2003, pari a 5,34 euro per un pieno da 60 litri. Il caropetrolio rischia dappesantire i dati sullinflazione di maggio dopo 3 mesi di sostanziale stabilit al 2,3%. In pericolo anche la crescita del Pil. LUCIO CILLIS A PAGINA 27
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