Il presente ciclo di lezioni nato dalla coincidenza con le manifestazioni
per il 70 anniversario della fondazione della citt di Torviscosa, dal quale tema si preso lo spunto per avviare un approfondimento tematico sullarchitettura e sullurbanistica italiana del periodo compreso tra le due guerre mondiali. Nato come momento di compresenza e quindi di confronto tra le discipline della Storia, della Filosofia e della Storia dellArte, tese a mettere in luce gli sviluppi e le contraddizioni di quegli anni che hanno visto laffermazione e il crollo del Fascismo e le parallele esperienze dellarchitettura italiana moderna, il ciclo di lezioni si pone come momento di riflessione critica sul quel complesso intersecarsi di scelte politico sociali e culturali che nel loro evolversi hanno visto da parte degli artisti una prima adesione, a volte anche sincera, agli ideali della rivoluzione fascista, per poi stemperarsi progressivamente fino alla cocente disillusione, per arrivare in alcuni casi alla strenua opposizione. Il coinvolgimento degli architetti e di tutta la cultura artistica italiana di questo periodo offrono, a nostro avviso, uno spaccato particolarmente significativo della duplice facciatacon cui sia lazione politica, ma anche gli indirizzi della produzione architettonica e le posizioni dei singoli architetti, determinano limmagine ambivalente e ambigua di quegli anni. In questa complessa serie di fenomeni storici, per, si voluto anche cogliere alcuni aspetti significativi ed originali di una produzione artistica che, per merito di alcune personalit rappresentative e di alcune posizioni culturali progressiste, ha saputo proiettare lItalia in una dimensione internazionale, raccogliendo, anche a distanza di anni dalla fine del conflitto mondiale, nuovi spunti di interesse ed approfondimento. Il riferimento alla straordinaria figura di Terragni dobbligo, ma da essa non vanno esclusi alcune altre personalit quali quelle di Persico e Pagano, Michelucci, Moretti, Libera, ed altri ancora. Al tradizionale tema dellarchitettura, proprio in coincidenza con lanniversario della citt di Torviscosa, si ritenuto di allargare il confronto critico arche alla situazione ed agli sviluppi dellurbanistica del regime fascista, che proprio nel suo intento di attribuire ad un nuovo assetto del territorio la soluzione del rapporto conflittuale tra citt e campagna e parte di un controllo dello sviluppo economico e socio-politico, ha dimostrato il carattere di forte strumentalizzazione verso una disciplina che era appena nata e si stava definendo, proprio in quegli anni, in modo autonomo. Architettura, citt e assetto del territorio non sono stati disgiunti nella lettura storica se non per esigenze di carattere didattico, ma anzi rimarcano, anche a scala territoriale, quella ambiguit di fondo delle scelte politico - istituzionali, che ha caratterizzato tutto il periodo in questione. Pomezia particolare dellaffresco della Sala delle Adunate nella Casa del Fascio Littoria, foto aerea - 1940 Giorgio de Chirico La ricompensa dellindovino 1913 Premessa Nella invitabile esigenza di sintesi e che il percorso didattico delle scuole secondarie superiori esige si ritenuto importante cercare un approccio di integrazione disciplinare alle complesse vicende che hanno scandito gli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale, in gran parte coincidenti con il ventennio fascista, in modo da dare agli allievi un quadro critico il pi ampio possibile del contesto socio-politico e culturale che ha determinato la nascita, laffermazione e il crollo del fascismo, e delle coeve esperienze che si sono sviluppate in campo artistico. Il percorso strutturato in modo da poter attuare una correlazione tra le idee, i valori, i miti propugnati in quegli anni e la loro concretizzazione pratica attraverso le opere realizzate, in particolare quelle relative allarchitettura e allurbanistica. Assetto del territorio, strutture urbane e immagini architettoniche possono diventare testimonianze di ideali, la validit storica dei quali, per, a volte si infrange proprio sul piano della realizzazione pratica, dimostrandone i limiti o le qualit attraverso la durata nel tempo e nella memoria collettiva. Antonio SantElia La centrale elettrica - 1914 Il FUTURISMO Il primo segnale di un risveglio della ricerca artistica in Italia lo si deve al Futurismo che nasce ufficialmente con la pubblicazione del suo Manifesto sul quotidiano Le Figaro di Parigi, il 20 febbraio 1909, a firma di Filippo Tommaso Marinetti. I principi enunciati in undici punti, che seguono una introduzione altisonante, sono rivolti allesaltazione delle virt della temerariet, dellenergia e dellaudacia, rivendicando la suprema magnificenza della velocit della macchina da corsa. Ad esse si aggiungono lesaltazione di varie virt come il patriottismo ed un inneggiamento alla guerra, mentre il decimo punto chiede la distruzione di ogni tipo di Istituzione accademica. Lundicesimo promuove una esaltazione della citt con le sue fabbriche, le stazioni ferroviarie e gli aeroplani, e della vita moderna con le sue folle agitate dal lavoro, dal piacere e dalla sommossa . In questa nuova esaltazione della macchina e della velocit, quali simboli della modernit da contrapporre al passatismo della cultura italiana classica, maturano le opere rivoluzionarie di Boccioni e SantElia. Antonio SantElia - La citt nuova - 1914 Umberto Boccioni Se per gli espressionisti si trattava di un confondersi contemplativo con la sostanza spirituale dellUniverso, per i cubisti era la penetrazione intellettuale dellessenza delle cose, astraendo dalle contingenze. Per Boccioni, invece, come per Bergson, il problema era di cogliere la realt nella sua totalit, nel suo assoluto, di cui fanno parte sia gli elementi contingenti che essenziali, coglierla nel suo movimento incessante. Si tratta di una conoscenza completa, ottenuta immedesimandosi intuitivamente nelloggetto e vivendone, dal di dentro, la sua vita. Il quadro, quindi, la vita stessa intuita nelle sue trasformazioni dentro alloggetto e non al di fuori. U. Boccioni Stati danimo : gli addii (II versione) - 1911 Dal di dentro si riuscir, inoltre, a dare la sua relazione con lambiente. L ispirazione latto con cui lartista si immerge nelloggetto e ne vive il moto caratteristico, e il moto caratteristico prelude che non ci siano linee orizzontali o verticali ma correnti sferiche che avvolgono lartista da ogni parte. Picasso Le Demoiselle dAvignon - 1907 C. Carr Cavallo e cavaliere 1912-13 Dal punto di vista figurativo abbiamo 6 concetti chiave : solidificazione dellimpressionismo, espansione dei corpi nello spazio, simultaneit, compenetrazione dei piani, dinamismo e soggetto. SOLIDIFICAZIONE DELLIMPRESSIONISMO - Mentre gli Impressionisti danno un momento, noi sintetizziamo tutti i momenti (di tempo, luogo, forma e colore) per ottenere leternit dellimpressione. Cezanne lo tent con forme statiche, Boccioni lo fa con forme dinamiche. C. Carr - I funerali dellanarchico Galli 1911 U. Boccioni La citt che sale - 1911-12 ESPAZIONE NELLO SPAZIO - Loggetto concepito come nucleo (costruzione centripeta) dal quale partono le forze (linee - forme - forza) che lo definiscono nellambiente. (costruzione centrifuga) e ne determinano il carattere essenziale. Quindi non viene negato, a differenza dei cubisti, latmosfera e il moto, solo non vuole sacrificare la concretezza delloggetto. COMPENETRAZIONE DEI PIANI - Nella partecipazione delloggetto e dellambiente alla costruzione del soggetto si ha la compenetrazione dei piani. Il corpo entra nel divano e il divano entra in noi, Quindi si verificano, tra oggetto e ambiente, non solo influenze di colori ma anche di volumi. SIMUTANEITA E DINAMISMO - Nella compenetrazione sono inevitabili i due concetti di simultaneit e dinamismo. Il dinamismo il pi importante per Boccioni ed la concezione delle forme interpretate nellinfinito manifestarsi della loro relativit tra moto assoluto e relativo, tra ambiente e oggetto, fino a formare un tuttuno. Le linee forza sono la manifestazione dinamica di questa forma. La simultaneit intesa tra oggetto, ambiente e atmosfera, come linee - forza, come compenetrazione dei piani, dinamismo. La reazione classicista Dopo il turbine del Futurismo e il dramma della prima guerra mondiale lItalia si presenta, sullo scorcio degli anni venti, con alcune proposte che, come abbiamo visto, possono essere definite di mediazione e di ritorno allordine : il gruppo di Valori Plastici, la Metafisica di De Chirico e il gruppo di Novecento. La prima, che prende il nome dallomonima rivista romana fondata nel 1919, vede la collaborazione dei pittori Carlo Carr e di Ardengo Soffici. Il gruppo di Novecento, pi importante sia per il contributo degli architetti ma soprattutto per il superamento del carattere di piccola elite che aveva Valori Plastici, nasce a Milano nel 1923, in occasione della mostra Pittori del Novecento. Questi artisti, tra cui figura anche il nome dell architetto Muzio, tentano di ridefinire il carattere dellarchitettura attraverso un forte richiamo alla tradizione nazionale del classicismo e, in alcuni casi, della pittura primitivadel medio evo. Achille Funi Maternit 1921 Achille Funi Il bel cadavere 1920 Felice Casorati Lattesa - 1921 Piero Marussig Donne al caff - 1924 Mario Sironi Paesaggio urbano 1920 Anche Carlo Carr, uno dei maggiori interpreti dellarte figurativa italiana del periodo, dopo una iniziale esperienza nel Futurismo approder al Novecento, rifacendosi in modo diretto ai pittori del trecento e del quattrocento italiano. Cavallo e cavaliere 1912-13 I funerali dellanarchico Galli 1911 Il pino sul mare 1921 Lovale delle apparizioni 1918-19 Le figlie di Loth 1919 La Metafisica e Valori Plastici Dopo la fine della prima guerra mondiale a Roma, con Modigliani e con i Valori Plastici, si verifica un abbandono precipitoso dai principi della modernit che, per lItalia, sono rappresentati dal Futurismo. Nel 1918 Mario Broglio fonda la rivista Valori Plasticie nel 1920 lex futurista Tavolato scrive su di essa un articolo infuocato contro la demenza e la stupidit dei principi futuristi, Kandinskiani e di tutta larte moderna. Con questi atti si prendono le distanze dai movimenti rivoluzionari dellavanguardia europea. Sulla Rivista Valori Plastici verr diffusa anche la Metafisica di de Chirico, che in quegli anni sta conducendo una ricerca del tutto personale. Il movimento Valori Plastici punta verso il classicismo e larcaismo, rivaluta una pittura tranquilla, solida, distaccata dai problemi della vita moderna, e tradizionalista. I nomi pi rappresentativi sono i fratelli Andrea De Chirico (con lo pseudonimo di Alberto Savinio) e Giorgio De Chirico. Il primo fu il teorico della Metafisica, il secondo il poeta. G. de Chirico La ricompensa dellindovino 1913 G. de Chirico Lenigma dellora - 1911 Firenze Spedale degli Innocenti Torviscosa la piazza E quindi compito dellarte cogliere questo senso fantasmicodelle cose, questa unit di infinito con il finito. Lironia, per Savinio, la reazione emotiva che si produce nel momento dellestrema chiarezza di coscienza nel percepire la precisione originale della natura. Cio ironica la realt allo stato naturale, denudata, senza veli. Ironico il disvelamento operato dallartista, la limpida trasparenza nella quale egli immerge le cose. E infatti De Chirico opera una oggettivit descrittiva sia delle composizioni di oggetti (che saranno quelle propriamente dette metafisiche), sia i successivi soggetti come ritratti ed autoritratti. Questa ironia implica una interpretazione del classicismo diversa da quella neoclassica. Non si trattava pi di idealizzare ma di denudarela natura, non si cercava il bello ideale ma si trattava di cogliere lessenza stessa del Naturalismo e della classicit. Questa ironia implica una interpretazione del classicismo diversa da quella neoclassica. Non si trattava pi di idealizzare ma di denudarela natura, non si cercava il bello ideale ma si trattava di cogliere lessenza stessa del Naturalismo e della classicit. G. de Chirico Lotta dei centauri - 1909 Nel periodo del ritorno allordine, e quindi della reazione classicista postbellica rispetto alle linee di ricerca figurativa delle avanguardie, De Chirico e la sua Metafisica diventano un punto di riferimento determinante, sia per la corrente dei Valori Plastici, sia per il Surrealismo. Gli stessi Dadaisti pubblicarono i lavori di De Chirico sulle loro riviste, mentre i Surrealisti lo considerarono un precursore delle loro ricerche sui territori dellinconscio e del prelogico. Lo stesso Magritte, caposcuola dei Fauvisti, ha detto che quando pot osservare dal vero un quadro di De Chirico i suoi occhi videro il pensierop per la prima volta A. Bcklin Battaglia di centauri - 1872 G. de Chirico Le muse inquietanti - 1918 Le muse inquietanti sono forse lopera pi famosa ed emblematica di De Chirico. In questo quadro sono presenti tutte le tematiche e i soggetti principali della fase matura dellartista, ovvero la spazialit rarefatta, caratterizzata da ampi volumi geometrici prevalentemente vuoti, e la dialettica tra grandi spazi esterni tersamente rischiarati e piccoli spazi chiusi e bui. Ne Le muse inquietanti presente, infatti, una grande piazza-palcoscenico sullo sfondo della quale si staglia il Castello degli Estensi di Ferrara. Alla mole imponente delledificio, immobile feticcio di unepoca passata, si contrappone una fabbrica con due ciminiere, che con la sua presenza rimanda alla muta dialettica tra antico e moderno. A conferma di ci sulla destra un palazzo ad arcate rievoca larchitettura classica. La residenza degli Estensi un immobile feticcio del passato La statua marmorea in secondo piano meno ambigua ma ugualmente inquietante in quanto posta allombra La fabbrica con le due ciminiere allude allepoca presente, incarna un feticcio della modernit La vasta piazza ferrarese, scandita dalle impossibili linee prospettiche, punteggiata da alcuni oggetti misteriosi : un parallelepipedo con le facce suddivise in triangoli colorati, a ricordare una scatola di giocattoli infantili; un cilindro fra le due statue, percorso da un aspirale, che lo fa assomigliare ad un dolciume per bambini; una seconda scatola di colore uniforme che fa da appoggio piedestallo) alla seconda statua seduta. Un altro oggetto misterioso, simile ad un ombrellone, Il tutto immerso in una luminosit redante, quella delle piazze italiane cos vuote di vita reale, cos piene di storia e di malinconia. Le lunghe ombre presenti su palcoscenico, che si prolungano fino oltre la tela, creano una fitta rete di riferimenti contradditori. A partire dalle stesse ombre e dal rapporto con la luminosit della scena e degli oggetti, non possibile stabilire un quadro temporale coerente, Da ci e deriva un senso di sospensione, di a temporalit, che si esprime nella fissit degli oggetti e in quella delle staute I due manichini in primo piano testimoniano la presenza - assenza delluomo. Il primo a sinistra composto da un elemento cilindrico scanalato che ricorda una statua greca femminile arcaica, avvolta in un peplo, sul quale si innesta un torso marmoreo coronato da una enorme testa di manichino. La seconda figura seduta; acefala e la sua testa inquietante appoggiata ai suoi piedi. Il sentimento che suggerisce la composizione di straniamento temporale ; lo spettatore come balzato fuori dalla realt quotidiana e trascinato in una dimensione parallela, fuori dalla normale percezione della realt, che letta in chiave metafisica assume un valore simbolico universale. Il manichino su un piedistallo, composto da un insieme di oggetti apparentemente privi di connessione, che gli conferiscono un aspetto solenne ed inquietante. La pedana palcoscenico definisce la profondit, accentuata dallimpossibile parallelismo della scatola in primo piano. Il ritorno allordine, quale prima manifestazione di rinnovamento artistico in Italia dopo il dramma della prima guerra mondiale, trova una sua ragione dessere nellesigenza diffusa di certezze, di richiami ad un passato tranquillizzante, rivissuto nella magica atmosfera di iconografie ormai consolidate nella memoria, ma soprattutto lontane delle sperimentazioni rivoluzionarie dei movimenti di avanguardia. Mentre lesperienza di Valori Plastici si esaurisce nel 1922, la formula di Novecento si consolida nelle famose mostre organizzate da Margherita Sarfatti nel 1924 alla XIV Esposizione Internazionale di Arte di Venezia, alla Prima Mostra del Novecento Italianotenuta a Roma nel 1926 ed alla Seconda Mostra del 1929. Margherita Sarfatti, che in quegli anni rappresent lelemento trainante del gruppo e colei che lo lanci nel panorama artistico nazionale, era una sostenitrice convinta e amica intima del Duce, nonch giornalista del Popolo dItalia (lorgano del Partito Nazionale Fascista). Essa rappresentava, quindi, gli ideali artistici del Fascismo, e la tendenza arcaicizzante da lei sostenuta fin per fare coincidere gli assunti classicisti della pittura di Novecento con la rappresentazione artistica dei contenuti del Fascismo. G. Pagano, G. L. Montalcini Palazzo Gualino, Torino - 1928 G. Pagano Palazzo della Chimica Expo del Valentino, Torino - 1928 G. Muzio Ca Brutta (Casa di via Moscova) Milano - 1923 G. Sommaruga Tre Croci , Campo de Fiori Varese 1908-11 LItalia, allinizio del 900, vede ancora operante, in architettura, una linea stilistica basata sullo storicismo eclettico con qualche spunto interessate nel Liberty. Il Classicismo - Giovanni Muzio Muzio la figura pi rappresentativa del Novecento architettonico italiano. Nella Ca Brutta a Milano, che larchitetto racchiude una forma semplificata priva di un vero fronte principale, luso di stilemi classici fortemente stilizzati evdienzia una manipolazione metafisica della forma e del suo significato. Questa originale operazione pretende coscientemente di fondare un linguaggio da mettere a disposizione della estensione quantitativa della citt contemporanea(Gregotti, 1969) favorendo, nel contempo, la ripresa dellideale neoclassico. Lo studio delledificio viene iniziato nel 1919 ma la realizzazione del 1922. In quellanno lopera fu considerata troppo moderna al punto che sia lOrdine degli Ingegneri che quello degli Architetti, riuniti in assemblea comune, ne richiesero labbattimento. Da questa aspra polemica ricevette lappellativo di C Brutta. Allepoca lunico che prese apertamente le difese di Muzio fu Marcello Piacentini che nell Informatore dellArchitettura(1922) si esprime ne modo seguente : Dunque questo fatto mostruoso, la pietra dello scandalo certamente quella casa l, sullangolo, arrotondata, a tre zone orizzontali di colore, piatta, semplice, modesta, quella casa che veramente una casa e che non vuole essere altro che una casa. Perch gridare tanto contro unopera cos silenziosa, cos a posto?. G. Muzio Ca Brutta (Casa di via Moscova) Milano - 1923 Questa originale operazione pretende coscientemente di fondare un linguaggio da mettere a disposizione della estensione quantitativa della citt contemporanea(Gregotti, 1969) favorendo, nel contempo, la ripresa dellideale neoclassico. Lo studio delledificio viene iniziato nel 1919 ma la realizzazione del 1922. In quellanno lopera fu considerata troppo moderna al punto che sia lOrdine degli Ingegneri che quello degli Architetti, riuniti in assemblea comune, ne richiesero labbattimento. Da questa aspra polemica ricevette lappellativo di C Brutta. Allepoca lunico che prese apertamente le difese di Muzio fu Marcello Piacentini che nell Informatore dellArchitettura(1922) si esprime ne modo seguente : Dunque questo fatto mostruoso, la pietra dello scandalo certamente quella casa l, sullangolo, arrotondata, a tre zone orizzontali di colore, piatta, semplice, modesta, quella casa che veramente una casa e che non vuole essere altro che una casa. Perch gridare tanto contro unopera cos silenziosa, cos a posto?. Altri architetti che rimangono influenzati da questa tendenza neoclassica, seppure con variazioni personali, sono Giuseppe Definetti con il suo edificio per appartamenti La Meridiana, Aldo Andreani con il Palazzo Fidia, entrambi realizzati a Milano. Questi architetti si propongono come una avanguardia moderatacon il fine di determinare la nuova linea stilistica di quegli anni. Il riferimento al classicismo, anche se pi sobrio e controllato in quanto influenzato dallo sviluppo del razionalismo, rimarr anche in alcune opere degli anni successivi. A. Andreani Palazzo Fidia Milano - 1936 G. Definetti Casa Meridiana, Milano - 1925 E. Lancia e G. Ponti Casa, Milano - 1934 G. Muzio Casa a, Milano - 1936 Mussolini e le arti. Pur non essendosi mai sbilanciato ufficialmente a favore di una corrente artistica o di uno stile in particolare, cosa che ne avrebbe avvalorato il ruolo di stile fascistadecretandone contemporaneamente lunicit nel panorama artistico italiano, Mussolini ha sempre sostenuto alcuni ideali che variavano dal richiamo a miti passati allimmedesimazione con icone futuriste. Il mito della romanitidentificato con la grandezza dellantico Impero, lideale della modernite della rivoluzionerappresentata dal Fascismo stesso, o ancora il mito della mediterraneitche richiama alla mente i paesaggi e le tradizioni italiche. Rimbalzando di volta in volta dai fasti di un passato ormai lontano, ma che si vuole richiamare per la sua grandiosit, ed un futuro diventato presente grazie proprio alla rivoluzione del Fascismo, Mussolini ha costruitouna serie di immaginimolto generiche, ma di forte impatto, con le quali identificare lItalia e lancora oscuro indirizzo stilistico della sua produzione artistica. In realt, al di l di queste indicazioni, nessun carattere specifico mai emerso, n per larchitettura n per le arti figurative, al punto che il dibattito, nel corso delgi anni 30, si pi volte infiammato nella ricerca dello stile fascista. M. Piacentini La Citt Universitaria 1932-35 E. Del Debbio Foro Mussolini, Roma 1928-33i Figini, Pollini, Bottoni, Frette, Libera Casa Elettrica IV Mostra di Arte Decorativa e Industriale Moderna a Monza 1930. I Razionalisti In questo panorama di grande esaltazione e di forte ambiguit, ma ancora incerto sulle linee artistiche da seguire, si affaccia, nel 1926, il famoso Gruppo 7, milanese, formato dagli architetti Figini, Pollini, Larco, Guerra, Frette, Libera e Terragni che propugna una forma di Razionalismo in linea con le ricerche pi avanzate in Europa. Sono i primi laureati delle facolt di architettura italiane (istituite con un decreto nel 1914, che prevedeva anche la creazione degli Istituti di Belle Arti). La scuola Superiore di Architettura di Roma sar la prima ad essere realizzata nel 1919, sulla scia di quanto Gustavo Giovannoni andava affermando in quegli anni sulla necessit che la figura dellarchitetto esca da una forma di dilettantismo professionaleper diventare un architetto integrale. Tale figura doveva integrare quella dellingegnere, uno scienziato, e quella del diplomato allAccademia di Belle Arti, un umanista, per consentire, come affermer Alberto Calza Bini nel 1933, il ritorno di quel primato nellarchitettura che fu nostro, e torner ad essere nostro, se lequilibrio classico e la naturale virt del canto sono, come sono, prerogative magnifiche della nostra razza (Ciucci, 1989) Terragni, P. Lingeri Casa Rustici, Milano - 1935 Terragni, Prog. per il Palazzo dei Ricevimenti allE42 Roma 1937-38 Il Novocomum (1927-28) Il Razionalismo del Gruppo 7si pone da subito come stile al servizio della Rivoluzione Fascista, con lintento di rappresentare, allinterno dellavanguardia architettonica, letica e lo spirito rivoluzionario dellideologia di Mussolini, per diventare lo stile fascista, in contrapposizione al filone classicista. La figura pi rappresentativa quella di Giuseppe Terragni (1904-1943), comasco, che nel 1927 realizza il primo edificio razionalista di un certo spessore : il Novocomum. Contrariamente alla tradizione classica che prevede il rinforzo degli angoli per definire compiutamente la massa delledificio, Terragni negale strutture angolari ricorrendo anche ad un gioco di intersezioni di cilindri vetrati con la geometria cubica delle murature portanti. Tale accorgimento evidenzia il debito di Terragni verso il Costruttivismo Russo e le ricerche di dei Razionalisti tedeschi e francesi, come Le Corbusier. Lesclusione totale di ogni forma di decorativismo, la linearit della forma geometrica e luniformit cromatica, stabiliscono la volont di appartenenza al Movimento Moderno. La Casa del Fascio di Como (1932-1933) Marcello Piacentini (1881-1960) Nel confronto tra i Classicisti, eredi della tradizione italica, e i Razionalisti, promotori di una rivoluzione stilistica al passo con le proposte delle avanguardie europee, si inserisce (o pi corretto dire che sempre stato presente) Marcello Piacentini, figura dominante nel panorama architettonico italiano, non assimilabile allinterno di nessuna delle correnti precedenti. Docente di Urbanistica allUniversit di Roma, presente nelle giurie di quasi tutti i concorsi di architettura italiani di quegli anni, coordinatore o progettista dei pi importanti interventi di edilizia in Italia, la figura attorno alla quale ruota il dibattito su quale deve essere lo stile pi rappresentativo del fascismo. Mediatore per eccellenza, in linea con la posizione ambivalente di Mussolini per quanto riguarda gli aspetti dello stile, Piacentini opter per una soluzione di mediazionetra gli assunti classicisti e le innovazioni razionaliste, proponendo una forma di monumentalismo retorico e antidecorativo, che assimili le istanze di entrambi i gruppi dominanti. Dopo un inizio in linea con le ricerche del Liberty Piacentini opta per una linea pi monumentale e razionale, sfrondata da ogni decorativismo ma memore della grandezza di Roma imperiale M. Piacentini Casa dei Mutilati, Roma - 1920 M. Piacentini Ippodromo di Villa Glori, Roma - 1920 M. Piacentini (coordinatore) La citt universitaria, Roma 1932-35 I suoi edifici, privi di un vero carattere innovativo, sia sotto il profilo tipologico che stilistico, accompagnano la formazione dello stile fascista seguendo lo sviluppo del dibattito in corso e le generiche indicazioni di Mussolini, mantenendo sempre, per, una linea sobria. Tra gli interventi di maggior importanza realizzati da Piacentini vanno citati la Citt Universitaria di Roma, lE42 (il quartiere dellEUR) realizzato per lEsposizione Internazionale del 1942, lapertura di via della Conciliazione a Roma. LE 42 Il rituale celebrativo del fascismo aveva gi ottenuto una degna scenografia con gli interventi prestigiosi della via dei Trionfi e la via dellImpero, il cui lustro, per, derivava dalle preesistenze archeologiche della Roma imperiale con il Colosseo, larco di Tito, la colonna Traiana e il Monumento a Vittorio Emanuele. Mancava unopera completamente fascistache non fosse solo un edificio isolato, per quanto importante, o complessi a destinazione duso specifica come la citt universitaria e il Foro Mussolini.. Ubicazione dellE42 La Padula Palazzo della Civilt Italiana Lidea di una Grande Esposizione Internazionale quale vetrina mondiale delle conquiste del Fascismo viene colta immediatamente, prevedendo che dovesse essere tenuta nel 1942, ventesimo anniversario della conquista del potere da parte di Mussolini. Il luogo deputato a diventare sede della manifestazione viene trovato a sud di Roma, in una zona che doveva rappresentare lelemento cardinale di un sistema che deriva dal nucleo monumentale romano-fascista del centro antico (Fori e zona archeologica), e si proietta poi verso il mare . La metropoli futura da Roma a Ostia sanzioner simbolicamente con il suo affacciamento sul mare nostrum laspirazione a una egemonia sul Mediterraneo. (Sica, 1996) Come per operazioni simili gi attuate, seppure a scala minore, tutto limpianto urbanistico dell E42 impostato sullasse della via Imperiale che partendo da Piazza Venezia e attraversando le aree archeologiche, deve collegare Roma con lE42 e, quindi, col mare. Il progetto impostato, fin dallinizio, con le esigenze celebrative del programma e viene impostato su assi prospettici, simmetrie ed edifici monumentali. Dal punto di vista delle correnti stilistiche anche qui, come nella citt universitaria, Piacentini riesce a far collaborare assieme una rappresentanza di entrambi gli schieramenti e a sottometterli alle sue indicazioni. Planimetria generale dellarea Nelle successive revisioni del progetto Piacentini, che nel 1938 ha in mano tutta loperazione, opter per uno schema pi squadrato e pi rigido, allontanando gli elementi paesistici naturali portati ai margini del complesso architettonico, in modo da ottenere uno schema che per la sua monumentalit suggestiva di un centro imperiale di una citt fascista pu garantire quei risultati di magniloquente espressivit tutta romana Adalberto Libera Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi La Padula Palazzo della Civilt Italiana che Piacentini si attende dalle architetture destinate a materializzarla. Nel 1941, a causa della guerra, il progetto verr abbandonato e una commissione, con a capo Piacentini, elaborer una variante al PRG. Gli edifici pi rappresentativi di tutto il complesso dellE42 sono il Palazzo della Civilt Italiana (La Padula, Guerrini, Romano) e il Palazzo dei Congressi di Adalberto Libera. Il primo, secondo gli autori, doveva essere un grande cubo con una imponenza di massa a sviluppo verticale, una solennit grandiosa, mentre il risultato assimilabile ad un paesaggio metafisico di De Chirico, o, come lo definisce Gi Ponti, un fantasma architettonico, una evocazione, una scena di pietra e di cemento, tutto falsi archi in rivestimento sopra una struttura in cemento armato. Il secondo, il Palazzo dei Congressi di Libera, posto proprio di fronte al Palazzo della Civilt Italiana, ma rappresenta un risultato figurativo decisamente diverso. Un immenso cubo di 40 metri di lato posto su una platea orizzontale dalla quale emerge il salone dei congressi. Questo risultato determinato da una ricerca che Libera ha condotto, ancora nel 1927-28, allUniversit sullanalisi di monumenti dellarchitettura romana quali il Pantheon, le Terme e altri ancora, che portano alla traduzione strutturale di queste fabbriche dalla muratura al cemento armato. In questo modo possiamo cogliere quella valenza semantica tipica del periodo, che ci porta nella dimensione arcaica, anche se in questo caso filologicamente teorizzata. Il risultato di una grande coerenza di ricerca dove la geometria e la tecnica, la matematica e la storia, la precisione e il valore simbolico della forma si intrecciano inestricabilmente(Muntoni, 1995) Gli stessi progettisti nel 1927, tracciando le linee di una nuova poetica dellarchitettura moderna, intendono rifarsi ad una nuova epoca arcaica. Adalberto Libera Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi Via della Conciliazione Nel giugno del 1936 viene presentato al Papa e a Mussolini il progetto per la realizzazione dellaccesso a San Pietro da Castel SantAngelo, a firma degli architetti A. Spaccarelli e M. Piacentini. Loperazione prevede la demolizione della famosa spinadei borghi, della chiesa dellAnnunziatina e di vari edifici di pregio storico. Nonostante le forti polemiche innescatesi sullopportunit di una tale trasformazione (anche Giovannoni stesso esprimer forti contrariet) i lavori procedono ugualmente. Interrotti a causa della guerra, essi riprenderanno dopo la caduta del fascismo, per il Giubileo del 1950, e porteranno a conclusione il progetto piacentiniano. Lo stile Littorio La necessit di ostentazione ed esaltazione del potere, di rappresentazione retorica delle conquiste del Fascismo, sommate ad una volont di presenza, totalizzante ed universale, del fascismo in ogni pi piccolo fatto della quotidianit, comporter una svolta nella tipologia delle immagini e nello stile delle rappresentazioni. Una retorica esasperata e monumentale che, nelle raffigurazioni, diventa gigantismo, dilatazione estrema nello spazio urbano, attraverso luso caricaturale ed enfatico di simbolismi tipici dellideologia. La stessa persona del Duce diventer presenza ossessiva ad ogni occasione politica, sociale e culturale, immortalata sia fotograficamente che pittoricamente. Accanto alle rappresentazioni del Duce e dei simboli del fascismo, il messaggio politico, o forse meglio dire la sua rappresentazione caricaturale, diventa patrimonio di ogni messaggiorivolto alla massa degli italiani. La comunicazione pubblicitaria sfrutter al massimo questa opportunit usando la retorica trionfalistica per immettere i suoi prodotti sul mercato. dopo il 1930 MUSSOLINI IMPORRA SEMPRE DI PIU I SIMBOLI DEL SUO POTERE Galleria di Vernio, Autostrada Bologna- Firenze M. Sironi, Casa Madre dei Mutilati di Guerra, Roma 1936-1938 Torre J ensen - Torviscosa LA STIRPE ITALICA La storia si avvia verso le leggi razziali, verso una inquietante e delirante svolta di onnipotenza, annullando, di fatto, ogni seppur vago ricordo dei propositi rivoluzionari. . Lo spreco di opportunit determinate da una condizione politica estremamente favorevole, data da un consenso sicuramente alto e mantenuto tale con i mezzi di persuasione pi svariati, un risultato storico che non pu trovare giustificazione. Limpegno dellArte e degli artisti italiani, a supporto delgi ideali del fascismo, stato alto e fortemente partecipato, ma ha trovato nella svolta autoritaria e nel delirio del razzismo un muro invalicabile che ha determinato quella condizione di emarginazione prima, e di rivolta dopo, anche di chi, fino allultimo, ha creduto in quegli ideali. A conclusione di questa lezione, con un libero giocodi immagini tratte dalla realt artistica del tempo, si voluto provare a leggere quel carattere di ambiguit che, allinizio di questa esposizione, era stato definito come caratterizzante la politica di Mussolini, in particolare per quanto concerne i rapporti con larte. Se vero che esiste una relazione biunivoca tra la cultura di un tempo storico e la sua rappresentazione artistica, questa relazione deve, in qualche modo, emergere anche dall apparato iconografico del fascismo, qui riportato nei ritratti del Duce.. Neoclassicismo Realismo Novecento Metafisica Espressionismo Astrattismo Surrealismo Dadaismo Costruttivismo