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Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 228 di mercoled 14 maggio 2014


I niziative per l'implementazione di una scheda di raccolta dati sull'attuazione della legge n. 194
del 1978 in materia di interruzione volontaria della gravidanza n. 3-00826
GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, signor Ministro, il titolo stesso della legge n. 194
del 1978 indica che, oltre a regolamentare l'interruzione volontaria di gravidanza, essa ha per fine
quello della tutela sociale della maternit. Oltre a tutelare la gestante per quanto riguarda il lavoro,
la legge impone ai consultori di aiutare a superare le cause che inducono la donna a interrompere la
gravidanza potendo a questo scopo avvalersi anche delle associazioni di volontariato. Quando la
richiesta di interruzione volontaria di gravidanza sia motivata dalle condizioni economiche, sociali
o lavorative, il consultorio e la struttura socio-sanitaria hanno il compito di esaminare con la donna
le possibili soluzioni ai problemi proposti aiutandola a rimuovere le cause che la porterebbero ad
interrompere la gravidanza, anche mettendo a disposizione un sostegno finanziario. Nell'annuale
relazione ministeriale sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978 brilla, per, l'assenza di
ogni informazione sull'implementazione degli aspetti preventivi della legge n. 194 stessa. Chiedo,
pertanto, al Ministro cosa stato fatto a distanza dell'impegno preso un anno fa...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Gigli.
GIAN LUIGI GIGLI. ...dal sottosegretario Fadda e se sia allo studio una scheda tipo per la
raccolta di tali informazioni.
PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha facolt di rispondere.
BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Signor Presidente, in data 18 luglio e 18
settembre 2013 si riunito presso il Ministero della salute il tavolo tecnico appositamente costituito
per il monitoraggio dell'applicazione della legge n. 194 del 1978, a cui sono stati invitati a
partecipare tutti gli assessori regionali, proprio allo scopo di avviare un monitoraggio sulle attivit
di IVG e sull'obiezione di coscienza nelle singole strutture di ricovero e nei consultori familiari. Il
tavolo ha elaborato due schede di raccolta dati, una relativa alle singole strutture con almeno un
ginecologo in organico e una relativa ai consultori. Lascio a disposizione degli onorevoli entrambe
le schede, allegato 1 e allegato 2. In data 14 ottobre 2013 dette schede sono state formalmente
inviate alle singole regioni per l'attivazione della raccolta dei dati. Nella scheda di rilevazione per i
consultori stato richiesto il numero delle donne che hanno effettuato il colloquio previsto dalla
legge n. 194 del 1978, il numero di certificati rilasciati, il numero di donne che hanno effettuato
controlli post IVG in vista della prevenzione di IVG ripetute e il numero di ginecologi obiettori e
non, a tempo pieno e parziale, con contratto a tempo determinato e non. A tutt'oggi, non tutte le
regioni hanno restituito le schede compilate nonostante sia ormai scaduto il termine fissato nel 10
dicembre 2013. La direzione competente del mio Dicastero sta sollecitando le regioni mancanti per
la consegna dei dati che saranno inseriti nella prossima relazione al Parlamento sull'attuazione della
legge n. 194 del 1978.
Colgo l'occasione per segnalare che l'iniziativa sopra riferita di monitoraggio capillare
sull'intero territorio nazionale stata la prima ad essere attivata con tali caratteristiche
dall'approvazione della legge n. 194 del 1978. Anche per questo motivo la raccolta dati si rivelata
non semplice considerata la significativa difformit territoriale dell'organizzazione dei consultori
che mutano spesso per numero a causa di accorpamenti e distinzioni fra sedi principali e distaccate.
Rassicuro gli onorevoli interroganti che i risultati del monitoraggio appena disponibili saranno
discussi nell'ambito del tavolo tecnico ministeriale. Comunico inoltre che nella scheda non sono
state richieste le motivazioni che portano le donne alla scelta dell'IVG perch, da esperienze degli
operatori di settore, spesso si tratta di motivazioni concomitanti e riconducibili comunque a
situazioni personali difficilmente codificabili in formulazioni generali. Una rilevazione pi
approfondita delle attivit consultoriali relative all'applicazione della legge n. 194 sar comunque
effettuata dopo l'esame dei risultati del monitoraggio di cui sopra. il caso di ribadire comunque
che il ricorso ai consultori rimane ancora limitato. Infatti, come ho indicato nella recente relazione
al Parlamento del 2013, un altro punto critico dell'applicazione della legge n. 194 l'ancor basso
ricorso al consultorio familiare per la documentazione e la certificazione (40,7 per cento nel 2011),
specialmente al sud e isole, anche se in aumento principalmente per il maggior ricorso ad esso da
parte delle donne straniere (54, 2 per cento rispetto al 33, 9 relativo alle italiane).
PRESIDENTE. Deve concludere.
BEATRICE LORENZIN, Ministro della salute. Le cittadine straniere ricorrono pi facilmente
ai consultori familiari in quanto servizio a bassa soglia di accesso anche grazie alla presenza in
alcune sedi delle mediatrici culturali.
PRESIDENTE. La ringrazio, Ministro. Prima di dare la parola per la replica all'onorevole Gigli,
ovviamente lei pu fornire le schede a cui ha fatto riferimento direttamente all'onorevole Gigli ma
le stesse non possono rimanere agli atti della Camera in questa fase della nostra seduta.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie signor Ministro, ma, salvo ricredermi dopo aver preso visione
delle schede, debbo dichiararmi insoddisfatto. Mi pare di capire, infatti, che nella scheda venga
richiesto solo il numero dei colloqui ma non venga fatta alcuna menzione delle cose che noi
volevamo, vale a dire sapere quali interventi preventivi sono stati messi in atto, quali fondi sono
stati spesi, quali sostegni sono stati dati alle gestanti in difficolt proprio per poter prevenire
l'aborto. Se tutto questo non viene fatto, non viene nemmeno saputo, mi consenta di dirle che allora
non c da stupirsi che il ricorso al consultorio sia basso, peraltro non bassissimo ancora siamo al
40 per cento perch in effetti uno che cosa va a fare nel consultorio ? Soltanto a ricevere un
certificato che pu farsi fare anche altrove, non va certamente a ricevere un aiuto. Allora le chiedo
se invece non sia da cambiare proprio l'atteggiamento del nostro sistema sanitario nei confronti
dell'aborto in virt proprio di quello che la legge n. 194 prevede cio della tutela sociale della
maternit. Si tratta di andare al di l di quello che viene normalmente inteso come un diritto
soggettivo e che invece, per quanto riguarda la legge, nient'altro che la dolorosa presa d'atto di un
male sociale che dovrebbe essere nostro dovere, per quanto possibile, contenere non attraverso la
sanzione ma attraverso proprio la prevenzione e l'educazione. questo tipo di sforzo che si
vorrebbe ma se non c nemmeno il dato di conoscenza su ci che oggi viene fatto e su ci che si
potrebbe fare, non aiuteremo mai le gestanti in difficolt e tradiremo lo spirito stesso della legge n.
194.

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