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Primo principio: Lo sguardo al fine

Capitolo 02: La nostra felicit dipende dalla perfetta sottomissione a Dio,


che solo deve regnare sul nostro cuore

1. La nostra vera grandezza sta nella sottomissione a Dio. Dipendiamo da Dio per un triplice motivo: 1)
non possiamo ricevere lesistenza che da Lui; 2) non possiamo procacciarci i mezzi per arrivare a Lui che da
Lui; 3) non possiamo ottenere il possesso del nostro fine e del sommo bene che da Lui. In questo gli antichi
filosofi si ingannavano, poich cercavano la propria felicit in se stessi e nelle cose umane.

2. Non c che Dio, il quale abbia diritti di sovranit sui cuori. N i potenti del mondo, n la Chiesa vi
estendono il proprio dominio. Tutto quanto succede nei cuori non dipende affatto da loro. Dio solo ne il
re. Qui veramente il suo regno; qui veramente Egli stabilisce il trono della sua grazia, la sua gloria sta tutta
in questo regno interiore.

Per parte nostra, invece, la perfezione e la felicit consistono nella sottomissione del cuore a questo
dominio di Dio, e quanto pi il nostro cuore sar soggetto a Lui, tanto pi saremo perfetti e felici.

3. Dio si interessa maggiormente della direzione soprannaturale di un cuore, su cui regna, che non del
governo naturale dellintero universo e del governo civile di tutti le potenze terrene. A Lui non preme che il
cuore; contento solo quando lo vede sottomesso al suo potere e quando lo possiede. Come pure non v
che Dio, il quale possa appagare il nostro cuore, in cui esiste un tale vuoto da non poter essere riempito che
da Lui.

4. Il Signore pone le sue delizie nel conversare coi nostri cuori. qui dove Egli si riposa ed anche per noi
Dio solo il centro dei nostri cuori. Questi non devono cercare la propria quiete che in Lui e non darsi
pensiero che per Lui.

Benedetta la vita interiore, la quale fa s che Dio solo viva nei cuori e che i cuori non vivano che per Lui e
non gustino che Lui.

Felice la vita di quel cuore che posseduto pienamente dal Signore e sul quale Egli regna! Vita separata dal
mondo e nascosta in Dio; vita di amore e di santa libert; vita che spinge il cuore a trovare nel regno di Dio
la gioia, la pace, i veri godimenti, la gloria, la grandezza: beni e grandezze che il mondo non pu dare n
togliere.

5. Noi immaginiamo che, allorquando uno si d al raccoglimento ed alla vita interiore, debba condurre
una vita triste e miserabile. In realt succede invece il contrario. Anche quaggi la felicit consiste nel
possesso del Signore e quanto maggiore il rinnegamento di noi stessi per unirci con Dio, tanto pi
cessiamo di essere miserabili e diventiamo felici. Ma il demonio approfitta della nostra ignoranza e
debolezza per gettarci in errore ed in infermit continue, da cui indispensabile liberarci per renderci degni
del massimo bene possibile quaggi, che il veder Dio, godendo del dono della sua santa presenza, senza la
quale i pi eccelsi Serafini sarebbero infelici. Sarebbe senza dubbio felice quellanima che, contemplando
incessantemente Dio, si tenesse pronta a seguire i suoi ordini.

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