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DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA
XXII CICLO DEL DOTTORATO DI RICERCA IN
FILOSOFIA
LA QUESTIONE DEL FETICISMO
IN FREUD
SETTORE DISCIPLINARE: M-FIL/01
DOTTORANDO:
DOTT. MASSIMILIANO
ROVERETTO
COORDINATORE DEL
DOTTORATO:
PROF.SSA MARINA SBIS
RELATORE:
PROF. PIER ALDO ROVATTI
UNIVERSIT DI TRIESTE
A. A. 2008/200
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L'oggetto di questa ricerca costituito dalla messa a tema del feticismo a pi riprese operata
da Freud. Gli obiettivi che essa si propone sono pertanto due: da un lato ricostruire le tappe
attraverso le quali egli, a partire dai Tre saggi sulla teoria sessuale (!"#$, procede ad una vera e
propria %reinven&ione' ((enr) *e)+Flaud$ del concetto forgiato nel ,,- da .lfred /inet0 dall'altro
trarne delle indica&ioni relativamente alla struttura, al senso e ai limiti del discorso freudiano nel
suo insieme nonch1 al problema, implicato nel ricorso alla no&ione di rinnegamento (Verleugnung$,
del rapporto tra soggettivit2 e sapere. .llo stesso modo, dal punto di vista metodologico ho ritenuto
di affiancare all'imposta&ione storico+critica e genealogica 3 adottata per l'analisi degli scritti
freudiani nell'intento di rendere conto, oltre che del loro sviluppo nel senso della continuit2, anche
delle contraddi&ioni, delle oscilla&ioni e degli scarti che li contraddistinguono 3 una prospettiva di
sintesi, di taglio maggiormente teoretico, volta a saggiare l'ipotesi che, lungi dall'interessare il
discorso filosofico in maniera accidentale, quelle sollevate dall'interno del pensiero psicoanalitico 3
ivi compresa quella del feticismo 3 siano questioni da cui esso non pu4 in alcun modo prescindere.
5er quanto concerne il primo degli obiettivi sopra citati, ho cercato di mostrare come, nel
corso degli anni, Freud sia venuto definendo per il feticismo un'interpreta&ione sempre pi
specifica. 6e i Tre saggi sulla teoria sessuale lo collocano infatti ancora nel novero delle aberra&ioni
sessuali gi2 descritte e catalogate dalla psichiatria tardo ottocentesca, individuandone la radice
ultima nella %debole&&a esecutiva dell'apparato sessuale', gi2 la comunica&ione da Freud tenuta
presso la 6ociet2 psicoanalitica di 7ienna nel febbraio !"! lo include viceversa nel campo delle
nevrosi, facendolo derivare dall'intervento di una particolare specie di rimo&ione, definita %par&iale'
in quanto essa verterebbe su una parte soltanto del complesso rappresentativo, ovverosia su quella
pi direttamente legata alla forma originaria del soddisfacimento pulsionale, mentre l'altra
incorrerebbe all'opposto nel destino dell'ideali&&a&ione. La possibilit2 di considerare l'oggetto
feticcio alla stregua di un sintomo, sia pure sui generis, confermata dal saggio del !" su Un
ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, nel quale, in connessione con le indagini che Freud andava
allora conducendo a proposito del narcisismo e dell'omosessualit2 da una parte, e delle teorie
sessuali infantili dall'altra, ad esso viene esplicitamente attribuita la fun&ione di %Ersatz' di quel
fallo che il bambino di ambo i sessi comincerebbe con l'attribuire alla madre quale conditio sine
qua non della futura eliggibilit2 della donna ad oggetto sessuale privilegiato. L'indica&ione della
centralit2 per il feticismo rivestita dal complesso di castra&ione, all'origine dell'angoscia a fronte di
cui esso costituirebbe per il soggetto una solu&ione alternativa a quella rappresentata, sulla via della
regressione narcisistica, dall'omosessualit2, trova poi ulteriore riscontro in una seconda conferen&a
da Freud tenuta nel !8 presso la 6ociet2 psicoanalitica di 7ienna con il titolo Un caso di feticismo
del piede. 9onferen&a, questa, in cui si trova tra l'altro anche l'esplicita sconfessione della priorit2
che egli stesso aveva nel !"! attribuita, per la spiega&ione del feticismo, all'erotismo %nasale',
fornendo in tal modo le basi per una teoria alternativa a quella fallica, che possiamo tenere per
definitiva e la cui formula&ione pi matura si trova nell'articolo monografico del !:; Feticismo.
<on fosse che quest'ultimo non riprende la tesi della significa&ione fallica del feticcio sen&a
introdurre al contempo una nuova svolta nella concettuali&&a&ione freudiana, la quale non si
appunta pi ora, com'era stato nel !"#, sul feticismo in quanto perversione, e nemmeno, com'era
avvenuto a partire dal !"!, sull'oggetto feticcio in quanto forma&ione dell'inconscio, bens= sulla
posi&ione soggettiva del feticista, la quale non sarebbe riducibile, come ulteriormente dimostrato da
Freud nello scritto del !>, su La scissione dell'Io nel processo di difesa e nel Compendio di
psicoanalisi dello stesso anno, n1 a quella del nevrotico, n1 a quella dello psicotico, consistendo
essa piuttosto in un'oscilla&ione, resa per l'appunto possibile dalla scissione dell'?o, tra l'una e l'altra
di esse.
. fronte dell'apparente univocit2 di tale sviluppo, il cui termine ultimo sarebbe dunque
costituito dalla messa a punto, mediante il collegamento del meccanismo della Verleugnung a quello
della scissione dell'?o, di una concettuali&&a&ione del feticismo la cui portata esplicativa si
estenderebbe ben al di l2 del campo della clinica psicoanalitica, va nondimeno sottolineato come
ciascuno dei suoi momenti corrisponda al contempo alla riarticola&ione di un'ambiguit2
fondamentale, derivante dalla giustappos&ione di due conce&ioni della sessualit2 tra loro antitetiche:
da una parte quella che fa della pulsione sessuale, o, come lo stesso Freud dice nei Tre saggi sulla
teoria sessuale, dell'%amore', un analogo della fame, ovverosia un bisogno di ordine strettamente
biologico rispetto alla cui forma normale il feticismo, al pari delle altre perversioni, si ridurrebbe ad
una sorta di varia&ione teratologica0 dall'altra quella che in essa vede piuttosto il risultato
dell'innesto, sul fun&ionamento naturale dell'organismo umano, di una dimensione radicalmente
altra, la quale proprio nel feticismo troverebbe una manifesta&ione privilegiata, come eviden&iato,
per restare ai Tre saggi, dall'esigen&a di renderne conto tramite la %sopravvaluta&ione
sessuale' (Sexualersc!atzung$, ovverosia mediante lo stesso processo che si troverebbe al fondo
della normale scelta d'oggetto eterosessuale.
@uanto al secondo degli obiettivi perseguiti dalla ricerca, esso si venuto definendo a partire
dal ripensamento di alcuni dei rilievi critici mossi, sul versante analitico non meno che su quello
filosofico, all'interpreta&ione freudiana del feticcio quale Ersatz fallico. Aanto in Louise B. Caplan
che in 6arah Cofman, ad esempio, si trova la constata&ione secondo cui essa, implicando
:
l'accetta&ione del primato del fallo e dell'esisten&a di un complesso di castra&ione il cui
attraversamento costituirebbe per ambo i sessi una tappa obbligata nella soggettiva&ione del proprio
sesso anatomico, non farebbe che ripetere il misconoscimento della natura costitutivamente altra
della conforma&ione anatomica femminile che Freud mette in conto ai feticisti. <on fosse che un
simile modo di procedere, oltre ad essere vi&iato dal fatto di applicare alla teori&&a&ione di cui
contesta la legittimit2 uno strumento di analisi in ultima istan&a da essa stessa desunto, non tiene
nella debita considera&ione come la Verleugnung feticistica verta non tanto sulla fattuale realt2 del
genitale femminile, quanto sull'assen&a da esso rappresentata. ?l che, se da un lato, essendo l'assen&a
in gioco quella del fallo, raffor&a la critica di fallocentrismo cui Freud sembrerebbe prestare il
fianco, manca dall'altro di rilevare come ci4 apra tuttavia 3 sulla scorta ad esempio dell'ipotesi, da
Bacques Derrida avan&ata in alcuni degli scritti contenuti in Verit" e pittura, secondo cui il
paradigma non sussisterebbe se non in quanto escluso ed incluso al contempo nella serie degli
esemplari supposti incarnarlo 3 alla possibilit2 di considerare il fallo stesso, di cui il feticcio,
facendo cos= velo alla sua mancan&a, terrebbe il posto, come uno schermo di egual genere.
La conclusione che credo di poter trarre dal mio percorso di ricerca dunque che, per quanto
legittima possa essere la nota&ione secondo la quale il discorso di Freud presenterebbe in pi luoghi
dei tratti feticistici, essa richiede di essere precisata mediante il riconoscimento che il feticismo di
cui si tratta in primo luogo un feticismo teorico, consustan&iale allo sfor&o da questi messi in
campo di identificare la dimensione 3 intrinsecamente aporetica 3 cui l'esperien&a dell'analisi
sospesa. ?l che comporta evidentemente la presa in carico di un'ulteriore questione, inerente la
possibilit2 stessa di costruire un discorso teorico che non sia feticistico, ovverosia che sia in grado
di effettivamente rinunciare alla produ&ione di un sapere integralmente totali&&abile e
indefinitamente accumulabile e trasmissibile, tale quindi da escludere dal suo campo, assieme alle
intermetten&e del discorso inconscio, quella soggettivit2 la cui insisten&a, secondo quanto da Freud
3 o almeno da un certo Freud 3 insistentemente articolato, si paleserebbe per colmo di paradosso
unicamente negli atti mancati in cui quello consiste. 5articolarmente pre&iose mi sono sembrate, a
questo riguardo, le osserva&ioni di Bacques Lacan, il cui seminario su Il ro#escio della psicoanalisi
in buona parte dedicato proprio allo smantellamento di ci4 che Bacques+.lain Eiller ha definito %il
teatrino' o anche %il lato Fitsch' di Freud, ovvero di quei miti teorici attraverso i quali egli avrebbe
cercato di imbastire un racconto delle origini in grado di sopperire alla radicale infondate&&a
distintiva, oltre che del desiderio e della pulsione, del discorso stesso dell'analisi. ?l quale per4, nota
ancora Eiller, non per questo si riduce a mero feticcio, dal momento che 3 attraverso la sua stessa
fin&ionalit2 3 sarebbe comunque capace di incedere sul %reale' del soggetto. Gn'inciden&a della
quale, mi sembra, il discorso filosofico non pu4 arrogarsi di decidere, al punto che il solo tenerne
>
aperta l'eventualit2 potrebbe per esso costituire un utile eserci&io di dimissione di quella pretesa di
padronan&a con la quale, secondo quanto ancora una volta denunciato dallo stesso Lacan, il suo
prodursi fa corpo.
8
I&'!()*+,(&"
?l termine %feitiHo', dal quale derivano l'italiano %feticcio' e i suoi omologhi nelle altre lingue,
si trova per la prima volta nei resoconti dei viaggiatori portoghesi del I7? secolo, nei quali veniva
utili&&ato per indicare gli oggetti di varia natura cui le popola&ioni nere dell'.frica occidentale,
ritenute selvagge, tributavano il loro culto. ?l suo etimo chiama in causa il latino %factitius', il cui
significato (%artificiale', ma anche %falso', %artefatto'$ ne contamin4 ben presto l'originaria
acce&ione sostantivale di %amuleto', %stregoneria', %sortilegio', portandolo da ultimo a designare
qualsivoglia oggetto, naturale oppure costruito dall'uomo, considerato essere il supporto o
l'incarna&ione di poten&e soprannaturali e quindi anche di un potere magico.
$re#e genealogia del concetto
<ella letteratura di viaggio e antropologica del I7?? secolo lo sguardo degli europei si
concentr4 sull'arbitrariet2 della scelta dei feticci e sull'esteriorit2 del culto ad essi tributato,
mediante l'implicita ado&ione di un punto di vista comparativo reso esplicito da autori quali
/altha&ar /eFFer, Jillelm /osman e 5ierre /a)le, nelle cui opere l'equipara&ione delle creden&e
riscontrate nelle aree geografiche pi disparate si spinse ben presto fino ad includervi anche quelle
degli antichi, attestate dalle fonti storiche. ?l primo a servirsi del termine %feticismo' per indicare
qualunque religione avesse per oggetto di culto esclusivamente degli animali o degli esseri
inanimati, sen&a l'intervento di alcuna immagine o di qualunque altra forma di media&ione
simbolica, fu tuttavia il francese 9harles De /rosses nel suo %u culte des dieux f&tic!es, pubblicato
a 5arigi nel ;-".
:
Kltre a prendere in tal modo atto della tenden&a comparativista gi2 affermatasi
egli indic4 il tratto distintivo del culto feticistico nell'assen&a di simboli&&a&ione in virt della quale
esso gli sembrava distinguersi, sullo sfondo di un'implicita teoria dello sviluppo delle creden&e
religiose lungo l'asse che va dal concreto all'astratto, da altre forme cultuali ritenute pi evolute
quali ad esempio l'idolatria o il culto degli uomini divini&&ati.
>
9fr. 7. 7aleri, Feticismo, in Enciclopedia, Linaudi, Aorino !;, vol. 7?, p. "".
: 9fr. 9. De /rosses, Sul culto degli dei feticci o parallelo dell'antica religione egiziana con l'attuale religione della
'igrizia, trad. di 6. Garroni e .. 9iattini, /ul&oni, *oma :""".
> .ntecedentemente a De /rosses, un comparativismo per certi versi analogo era stato sostenuto anche dal gesuita
Boseph+FranHois Lafitau, il quale per4, ammettendo l'esisten&a di una religione adamitica originariamente rivelata
all'uomo da Dio ma che si sarebbe successivamente corrotta dando luogo alla molteplicit2 delle religioni storiche,
non aveva avuto bisogno di postulare, a monte di esse, alcuna identit2 di ordine antropologico. ?n quanto autore
cristiano, Lafitau aveva cio continuato ad avvalersi di un paradigma diffusionista di deriva&ione teologica, che lo
collocava al di fuori di quel lungo processo di laici&&a&ione che nella riflessione filosofica sulle differenti forme di
religione aveva preso avvio, la met2 del I7?? e il I7??? secolo, con la messa al bando degli influssi demoniaci
#
9ome gi2 a suo tempo osservato da Denis Diderot 3 per il cui tramite De /rosses entr4 in
rapporto epistolare con David (ume dopo averne letto la 'atural (istor) of *eligion, pubblicata
nel ;#- 3 la teoria debrossiana del feticismo pu4 da questo punto di vista essere considerata come
una sorta di complemento sul piano della verit2 storica a quanto da (ume sostenuto relativamente
all'origine della religione dall'ignoran&a e dal timore, ovverosia dall'incapacit2 dell'intelletto umano
ai primi stadi del suo sviluppo di spiegarsi gli eventi irregolari e difformi della natura altrimenti che
attraverso la proie&ione distorcente di schemi di pensiero e comportamentali di natura
antropomorfa.
8
?n verit2, quale %religione primitiva dell'uomo' (ume non aveva indicato il
feticismo, di cui nella sua opera non viene fatta men&ione, bens= il %politeismo' genericamente
inteso, cui egli aveva tutt'al pi accostato l'atteggiamento dell'idolatra. D'altra parte egli non si era
affatto preoccupato, come viceversa avrebbe fatto De /rosses, di rendere conto dell'effettivo
sviluppo delle creden&e religiose, bens= soltanto di fornirne un principio genetico 3 ra&ionale e
fondato sull'immutabilit2 della natura umana 3 che ne potesse spiegare l'universale diffusione.
Euovendosi nel solco tracciato dall'opera di (ume, De /rosses ne accolse anche gli assunti
filosofici impliciti, ovverosia l'ado&ione della spiega&ione scientifica e ra&ionale dei fenomeni
naturali come modello di riferimento per le produ&ioni del pensiero simbolico in generale, rispetto
al quale le spiega&ioni di carattere religioso e quindi anche supersti&ioso e fantastico sarebbero state
destinate a rimanere sempre in difetto. Da cui la messa in serie delle diverse forme di religione
ipoti&&ata da De /rosses nonch1 gli ulteriori sviluppi della linea di pensiero che ricongiungeva il
sensismo illuminista al ra&ionalismo empirista di matrice inglese, mettendo capo ad un comune
schema interpretativo di marca evolu&ionistica che nel corso del I?I si sarebbe largamente
imposto.
#
quale fattore esplicativo della loro variet2, e di cui le posi&ioni di De /rosses possono essere considerate l'esito
ultimo. 9fr., su questo, ..E. ?acono, Teorie del feticismo+ Il prolema filosofico e storico di un ,immenso
malinteso-, Giuffr1, Eilano !,#, cui mi sono, per questo breve eMcursus sulla storia del concetto, ampiamente
rifatto. Dello stesso ?acono cfr. anche il pi recente L'amiguo oggetto sostituto+ Il feticismo prima di .arx e Freud,
in 6. Eistura (a cura di$, Figure del feticismo, Linaudi, Aorino :"", pp. >#+#!. 6i vedano inoltre i seguenti lavori di
J. 5iet&, pubblicati sulla rivista %*es': T!e /rolem of t!e Fetis!0 I (in %*es', !, !,#, pp. #+;$0 T!e /rolem of
t!e Fetis!0 II+ T!e 1rigin of t!e Fetis! (in %*es', >, !,;, pp. :>+8#$0 T!e /rolem of t!e Fetis!0 IIIa+ $osman's
2uinea and t!e Enlig!tenment T!eor) of Fetis!ism (in %*es', -, !,#, pp. "#+:>$.
8 9fr. a questo riguardo E. David (a cura di$, Lettres in&dites de %iderot et de (ume &crites de 3455 " 3467 au
pr&sident des $rosses, in %*evue philosophique', :, !--, pp. >#+88, nonch1, della stessa autrice, (istoire des
religions et p!ilosop!ie au 8VIIIe si9cle: le pr&sident de $rosses0 %a#id (ume e %iderot, in %*evue philosophique,
:, !;8, pp. 8#+-".
# L'esempio maggiormente rappresentativo al riguardo naturalmente quello offerto dal positivismo di .uguste
9omte, nel cui Corso di filosofia positi#a il feticismo entra in scena nel punto esatto in cui ci si aspetta di vederlo
comparire, ovverosia quale prima forma del primo dei tre stadi dell'evolu&ione dello spirito umano: quello teologico.
Eodo di pensare animistico e magico, legato alla proie&ione sugli oggetti della realt2 esterna di istinti e sensa&ioni
soggettive, il feticismo costituirebbe secondo 9omte una prima forma di adattamento, procedente per via analogica,
dell'attivit2 umana all'ambiente, e pi precisamente il primo tentativo compiuto dall'uomo di applicare ai fenomeni
naturali una spiega&ione di tipo causale. 9fr. .. 9omte, Corso di filosofia positi#a, trad. par&. a cura di F. Ferrarotti,
Gtet, Aorino !-;, vol. ? (le&ione L??$. .nche se, come scrivono *oberto *ighi e Earia Aorricelli, la tesi secondo la
quale il feticismo costituirebbe %l'apparecchio di un'epistemologia provvisoria, un Nprimo stato teologicoO destinato
-
L'assunto evolu&ionistico sul quale nascostamente si reggevano le elabora&ioni di (ume e De
/rosse trov4 infatti un riscontro altrettanto favorevole, una vent'anni d'anni pi tardi, nell'etnografia
comparata, nonostante essa andasse proprio allora rescindendo i suoi legami con l'antropologia
filosofica. 6i potrebbe an&i parlare, al riguardo, di un vero e proprio passaggio di consegne. <el
capitolo I7? della sua /rimiti#e culture (,;$, che reca in esergo proprio l'ultima frase dello
scritto debrossiano del ;-", LdPard /. A)lor, pur facendo del feticismo un sottoinsieme
dell'animismo e sottraendogli pertanto il privilegio di costituire il punto d'origine del pensiero
umano, avrebbe continuato a considerarlo una modalit2 difettiva della ragione ai suoi albori, ferma
restando la possibilit2 di individuarne delle sopravviven&e presso i popoli civili&&ati.
-
5asso,
quest'ultimo, decisivo, nella misura in cui esso avrebbe successivamente consentito ad .lfred /inet
di mutuare il concetto di feticismo nel campo della psicologia clinica, facendo di quello che era sino
ad allora stato un comportamento religioso socialmente riconosciuto tipico delle societ2 cosiddette
primitive un comportamento individuale attinente la sfera della sessualit2 e riscontrabile unicamente
nelle societ2 moderne.
6tante l'indebita ridu&ione, insita in tal modo di procedere, della complessit2 dei sistemi
simbolici sui quali si reggono determinate pratiche cultuali all'asse delle acquisi&ioni dall'uomo
progressivamente ottenute quanto alla conoscen&a e al padroneggiamento delle for&e della natura,
era inevitabile che, col rinnovamento delle discipline etnologiche che caratteri&&a i primi decenni
del <ovecento, la no&ione di feticismo andasse incontro a una radicale revisione. <el corso da lui
tenuto presso l'Qcole des (autes Qtudes nell'anno accademico !"-+!";, Earcel Eauss sostenne
an&i sen&a me&&i termini la necessit2, per la teoria sociologia delle religioni, di farne a meno: non
soltanto a motivo della sua scarsa consisten&a epistemologica, ma anche perch1 il suo utili&&o
sarebbe stato di impedimento a una migliore descri&ione delle pratiche in questione. La no&ione di
feticismo, infatti, sarebbe nata sulla scorta di un %malinteso', dovuto, oltre che alla par&ialit2 dello
sguardo dei missionari e pi in generale dei viaggiatori europei, alle %lingue franche' sorte nel
contesto della coloni&&a&ione, le quali avrebbero contribuito in maniera decisiva a costringere la
realt2 dei fenomeni osservati nella gabbia di categorie ad essi sostan&ialmente estranee.
;
Aali ragioni erano state peraltro formulate da Eauss gi2 in preceden&a, in occasione di una
al tramonto', si trova piuttosto formulata in un precedente scritto comtiano, le Considerazioni filosofic!e sulle
scienze e sugli uomini di scienza (trad. it. in .. 9omte, 1puscoli di filosofia sociale e %iscorsi sul positi#ismo, a
cura di .. <egri, 6ansoni, Firen&e !-!, pp. ,+:>:$. <el Corso egli avrebbe infatti piuttosto sostenuto che %il
feticismo permane perch1 dipende R...S non da condi&ioni transitorie, ma R...S da un Nesagerato predominio della vita
affettiva sulla vita intellettuale' che torna sempre a manifestarsi' (*. *ighi, E. Aorricelli, Sa#ie allucinazioni+ Le
teorie del feticismo in Comte, in 6. Eistura (a cura di$0 Figure del feticismo, cit., p. !#$.
- 9fr. L./. A)lor, ;lle origini della cultura, trad. di G./. /ron&ini, ?st. editoriali e poligrafici, 5isa+*oma :""".
; 9fr. E. Eauss, *&sum& des cours, estratto dall'%.nnuaire de l'Qcole pratique des hautes 1tudes (6ection des
sciences religieuses$', in <u#res, Einuit, 5aris, !-!, vol. ??, pp. :8#+8-.
;
recensione alla V=l>erps)c!ologie pubblicata nel !"8 da Jilhelm Jundt, il quale, pur facendo
ancora uso del concetto di feticismo, l'aveva tuttavia gi2 relegato al rango di effetto dell'involu&ione
di un'altra forma di religione: il totemismo.
,
6cia, quest'ultima, sulla quale si sarebbe
successivamente collocato anche Qmile DurFheim, il quale, nella sua opera del !: su Le forme
elementari della #ita religiosa, parla dei feticci (termine che egli evita accuratamente di utili&&are$
alla stregua di totem individuali, precisando come essi, pur presentando rispetto a quelli collettivi
%un aspetto pi facoltativo e pi libero', siano nondimeno caratteri&&ati da %una for&a di resisten&a a
cui il totemismo di clan non sa arrivare', e che sarebbe all'origine di %usi ancora osservabili in
diversi paesi d'Luropa'. 5er non parlare poi di ci4 che egli chiama %totemismo sessuale', e che
costituirebbe, tra quello individuale e quello collettivo, una %forma intermedia'.
!
Una ,per#ersione modello-
.ttraverso una sorta di dissolven&a incrociata, la liquida&ione del concetto di feticismo
nell'ambito della sociologia delle religioni e della nascente antropologia culturale sarebbe dunque
venuta sovrapponendosi alla sua introdu&ione in ambito sessuologico, preparata dalla pi ampia
acce&ione nel frattempo acquisita dal termine nella lingua francese.
"
9onviene tuttavia, a questo riguardo, prendere an&itutto in esame il processo tramite cui
l'indagine psichiatrica sulle aberra&ioni sessuali venne nell'ultimo quarto del I?I secolo
costituendosi quale campo di ricerca autonomo e formali&&ato, ad opera soprattutto di *ichard von
Crafft+Lbing. @uesti, professore di psichiatria a 6trasburgo a partire dal ,;:, gi2 nel ,-- si era
interessato del problema dell'omosessualit2 a seguito della lettura delle opere di 9arl (einrich
Glrichs, il quale aveva proposto di riformare i codici penali tedeschi, che consentivano allora di
tradurre gli omosessuali in tribunale, sostenendo l'esisten&a, in essi, di un'anomalia biologica
congenita, all'origine della produ&ione, in un corpo maschile, di un'anima femminile. Kltre che
all'eviden&a della bisessualit2 dell'embrione umano fino alla dodicesima settimana di vita, Glrichs si
, ?l titolo completo dell'opera di Jundt V=l>erps)c!ologie+ Eine Untersuc!ung der Ent?ic>lungsgesetze #on
Sprac!e0 .)t!us und Sitte, Leip&ig !"8. <ella trad. it. (Elementi di psicologia dei popoli, Aorino !:!$ la parte sul
feticismo si trova alle pp. ;!+,-. 5ur riconoscendo a Jundt di aver collocato il feticismo, invece che al principio
dello sviluppo delle religioni, in una fase successiva, proprio Eauss gli rimprover4 tuttavia di non essersi liberato
dal presupposto che tale forma di culto dovesse essere assolutamente primitiva (cfr.E. Eauss, L'art et le m)t!e
d'apr9s .+ @undt, in <u#res, Einuit, 5aris !-!, vol. ??, p. :-$.
! 9fr. Q. DurFheim, Le forme elementari della #ita religiosa+ Il sistema totemico in ;ustralia, trad. di E. *osati,
Eeltemi, *oma :""#, pp. ::"+:.
" <el francese della seconda met2 del I?I secolo, infatti, il termine non veniva pi usato soltanto nell'acce&ione
ristretta che esso ha ad esempio in 9omte, ma anche in quella pi ampia, analogica, di attaccamento o rispetto
esagerato per qualcuno o qualcosa. Di un culto feticistico si parlava gi2 allora non soltanto in rapporto a
determinate personalit2 (uomini politici, artisti etc.$, ma anche, in maniera pi astratta, in rela&ione a degli oggetti di
vario genere, quali ad esempio le parole e i suoni fetici&&ati dai poeti.
,
era appellato alle osserva&ioni di 9harles DarPin sull'ermafroditismo riscontrabile in diverse specie
di animali inferiori e di piante. 5ur ottenendo scarso riscontro nell'ambiente medico, le sue teorie
trovarono un importante riconoscimento da parte di 9arl Jestphal, direttore dell'%.rchiv fTr
5s)chiatrie und <ervenFranFheiten', il quale coni4 l'espressione %contrAre
Sexualempfindung' (%sentimento sessuale contrario'$, poi ripresa da Crafft+Lbing nel titolo della
sua /s)c!opat!ia sexualis0 mit esonderer $erc>sic!tigung der contrAre Sexualempfindung.
L'approccio della /s)c!opat!ia sexualis alla questione delle perversioni era di ordine
etiogenetico, e il principale responsabile del loro insorgere individuato nella societ2 moderna, la
quale avrebbe progressivamente soppresso l'influen&a delle %attrattive sessuali originarie' o
%naturali' a vantaggio di quelle %aggiuntesi artificialmente', da cui l'ipotesi che %l'uomo civile
debba essere ben altrimenti incline alle perversioni sessuali che non l'uomo primitivo e l'animale.
9os= come per il lavoratore si sono creati fin dai primordi della civilt2 utensili artificiali, come il
martello che prolunga il braccio per il lavoro, come la spada che lo prolunga per la lotta contro un
nemico o una belva, allo stesso modo tutto ci4 che la civili&&a&ione ha arreccato all'uomo come
me&&o per modificare lo stato del suo corpo (gli abiti, per es.$, divenuto per cos= dire
complemento del corpo umano. <oi comprendiamo allora perch1 s= spesso si constatino nell'uomo
civile perversioni feticistiche, in quanto l'abbigliamento diventato parte integrante dell'altra
persona'.
:
?l che spiega anche come mai, nell'eMcursus storico col quale l'opera si apre, il
riconoscimento, quale molla dell'incivilimento, di un %lento e sovente inosservato miglioramento
dei costumi e della morale' si accompagni alla constata&ione di come %la dissolute&&a, l'adulterio e
il lusso' abbiano potuto compiere %la loro opera nefasta' in pi di una civilt2. Da questo punto di
vista, casi come quelli dell'antica Grecia, dell'?mpero romano e della Francia ancien r&gime
sarebbero da considerarsi esemplari, in quanto dimostrerebbero quanto spesso %il crollo dello 6tato
e la generale rovina morale e materiale' coincidano con il presentarsi di %aberra&ioni addirittura
mostruose della sessualit2, le quali peraltro si possono ricondurre in parte a condi&ioni psicopatiche
o per lo meno neuropatiche della popola&ione'.
>
Di modo che si pu4 dire che Crafft+Lbing avesse
sostan&ialmente sposato la teoria della %degenera&ione neuropsicopatica' a suo tempo elaborata
dallo psichiatra francese /1n1dict Eorel, il quale aveva nel ,#; sostenuto la possibilit2 di una
trasmissione ereditaria, oltre che di alcune malattie neurologiche e delle malattie mentali, anche
La prima edi&ione dell'opera apparve nel ,,-, forte di 8# casi clinici e un centinaio di pagine0 nella dodicesima e
ultima ad essere rivista dall'autore, pubblicata nel !">, i casi erano saliti a :>, e le pagine a oltre quattrocento.
L'ultima tradu&ione italiana (*. von Crafft+Lbing, /s)c!opat!ia sexualis, ed. it. a cura di 5. Giolla, Eanfredi,
Eilano !--$ si rif2 al testo della sedicesima e diciasettesima edi&ione, %completamente rielaborata' da .lbert Eoll.
: ?vi, pp. ;#+-. ?l capitolo da cui la cita&ione tratta il I?I, intitolato %5roblemi teorici ed e&iologici' e in cui a
prendere la parola direttamente Eoll, il quale tuttavia dichiara che il suo intervento %non implicher2 in genere
confuta&ioni alle vedute di Crafft+Lbing, bens= qualche cenno a diversi punti non rilevati da lui' (ivi, p. ;"!$.
> ?vi, p. ;.
!
delle perversioni. ?noltre, Eorel aveva supposto che esse potessero essere state acquisite dal parente
%infetto' a seguito di forme gravi di alcolismo, dissolute&&a e a causa di svariati altri agenti
patogeni ambientali.
8
Dal punto di vista tassonomico, Crafft+Lbing distinse tra paradossie, anestesie, iperestesie e
parestesie. <ella prima classe rientravano le manifesta&ioni della sessualit2 ritenute patologiche non
in virt della loro natura, bens= del momento della loro comparsa (prima della pubert2 o
successivamente al climaterio$0 mentre la seconda e la ter&a comprendevano rispettivamente i casi
in cui vi era scomparsa delle sensa&ioni e dell'istinto sessuale e quelli in cui esso risultava viceversa
accresciuto in maniera anomala. @uanto alle perversioni vere e proprie, esse furono da Crafft+Lbing
chiamate %parestesie' per sottolineare l'elemento di abnormit2 in esse insito e suddivise da principio
in sadismo, masochismo e inversione. @uanto al %feticismo', esso men&ionato soltanto nelle
edi&ioni successive, quale titolo di una nuova se&ione, interpolata tra quelle rispettivamente dedicate
alla flagella&ione attiva e passiva e all'esibi&ionismo.
.d isolare per primo tale perversione non fu infatti Crafft+Lbing, bens= .lfred /inet, che nel
suo articolo su Le f&tic!isme dans l'amour RIl feticismo nell'amoreS,
#
pubblicato nel ,,;, aveva
raggruppato sotto tale etichetta alcuni comportamenti gi2 da tempo descritti, sen&a che se ne
riconoscesse tuttavia l'omogeneit2, dalla letteratura psichiatrica. Kltre al supposto feticismo
religioso, da /inet identificato sen&a resti con %la nostra tenden&a a confondere la divinit2 con il
segno materiale e tangibile che la rappresenta', egli si attenne all'uso, alla sua epoca ormai
invalso,
-
di designare con tale termine %un'adora&ione cieca per i difetti e i capricci di una
persona', proponendosi tuttavia di for&arne la %banalit2' mediante la presa in carico della %forma
patologica' dei fenomeni ascritti alla sua inciden&a.
;
Da qui l'opposi&ione tra %piccolo' e %grande
feticismo', il secondo soltanto patologico in ragione del fatto che l'adora&ione cieca per una o pi
particolarit2 del partner sessuale vi si spinge fino a sacrificarvi il rapporto all'altro nella sua totalit2,
e talora ad appuntarsi su degli oggetti inanimati %incapaci di soddisfare normalmente' i %bisogni
genitali' del soggetto. L' vero che una certa componente feticistica 3 si legge in conclusione al
lavoro di /inet 3 presente, in quanto comanda in ultima istan&a la scelta dell'oggetto d'amore in
quanto preferito ad altri, in ogni rela&ione amorosa. Ea si tratta di un feticismo %politeista', che
risulta %non da un'eccita&ione unica, bens= da una miriade di eccita&ioni: una sinfonia. Dove
comincia la patologiaU <el momento in cui l'amore per un dettaglio qualunque diventa
preponderante, al punto di cancellare tutti gli altri. R...S <ella perversione sessuale, R...S l'amore,
8 9fr. /... Eorel, Trait& des d&gen&rescences p!)siques0 intellectuelles et morales de l'esp9ce !umaine et des causes
qui produisent ces #ariet&s maladi#es, /allire, 5aris ,#;.
# 9fr. .. /inet, Le f&tic!isme dans l'amour, in %*evue philosophique', II?7, ,,;, pp. 8:+-; e :#:+;8.
- 9fr. sopra, p. , n. ".
; 9fr. .. /inet, Le f&tic!isme dans l'amour, cit., p. 8:. Arad. mia.
"
invece che dall'insieme della persona, eccitato da un elemento soltanto. La parte vi si sostituisce al
tutto, l'accessorio diventa l'essen&iale. .l politeismo risponde il monoteismo. L'amore del perverso
una pi9ce teatrale in cui una semplice comparsa viene alla ribalta e prende il posto del primo
attore'.
,
La sovversione cos= operata del rapporto di prossimit2 tradi&ionalmente stabilito
dall'antropologia filosofica tra feticismo e politeismo, in quanto entrambi si collocherebbero al
fondo della scala evolutiva del sentimento religioso, non peraltro l'unica cui /inet mette mano, ci4
che pi conta essendo per lui l'esigen&a di approcciare i fatti %da psicologo e non da alienista'.
L'attacco a Eorel e agli altri sostenitori della teoria della degenerescen&a
!
frontale:
esclusivamente interessati al rapporto tra sintomo ed entit2 morbosa, essi %considerano la maggior
parte dei sintomi che studieremo alla stregua di episodi della follia ereditaria degenerativa', mentre
per lo psicologo si tratta di farne viceversa l'oggetto di uno studio diretto e di procedere piuttosto,
con l'obiettivo di gettare una luce nuova anche sui processi normali, all'analisi dei meccanismi che
presiedono alla loro forma&ione.
:"
<ei casi clinici presentati da /inet, l'oggetto feticcio di volta in volta costituito dagli occhi
femminili, dalle mani, dai capelli e finanche da un particolare odore. Ara di essi, particolarmente
significativo quello relativo a un soggetto che non sarebbe stato in grado di ascoltare l'aria della
notte di Jalpurgis dal Faust di Gounod sen&a eccitarsi. . fronte dell'evidente difformit2
intercorrente tra lo stimolo e la rea&ione da esso indotta, /inet avan&a infatti l'ipotesi che a
determinare quest'ultima fosse originariamente stato non quello, bens= un'altro, di ordine visivo,
prodotto dal balletto solitamente eseguito ad accompagnamento del pe&&o, nel quale si vede Faust
attorniato da un nugolo di ballerine in vesti succinte. @uesto, naturalmente, sulla base dell'assunto
associa&ionista per cui il ripetersi di sensa&ioni concomitanti determinerebbe l'instaurarsi di
, ?vi, p. :;8.
! 9fr., in particolare, l'articolo di Bean+Eartin 9harcot e 7alentin Eagnan sull'In#ersion du sens g&nital et per#ersions
sexuelles R?nversione del senso genitale e perversioni sessualiS, al quale pure /inet attinse parte del suo materiale
clinico. <ella seconda se&ione del loro contributo, dedicata alle %altre perversioni sessuali' oltre all'%inversione del
senso genitale', i due autori avevano esposto il caso di un soggetto che /inet avrebbe riconosciuto come feticista del
berretto da notte, il quale ricordava di aver provato i primi turbamenti sessuali all'et2 di cinque anni, quando,
trascorrendo la notte nella camera da letto dei genitori, aveva spesso avuto l'occasione di vedere tale accessorio
indosso alla madre. 9harcot e Eagnan, tuttavia, avevano precisato come non vi fosse in disturbi consimili alcunch1
di irriducibile alla base ad essi fornita dall'inversione genitale, a sua volta reputata costituire il frutto di un
indebolimento fun&ionale della sessualit2 determinato dalla pratica della masturba&ione o da altri eccessi passibili di
ingenerare un deficit nel bilancio delle for&e vitali dell'organismo. <1 un'ulteriore mappatura dello spettro delle
perversioni avrebbe a loro avviso cambiato le carte in tavole, poich1 essa si sarebbe giocofor&a limitata a fornire una
serie di %varia&ioni semiologiche' facenti capo a una medesima %degenera&ione' fondamentale, cui sarebbero state
da addebitare in via esclusiva tanto l'impoten&a, in mancan&a dell'oggetto indebitamente assurto a condi&ione dello
stimolo, dei soggetti affettine, tanto la debole&&a degli orgasmi ottenuti merc la sua presen&a e generalmente sen&a
contatto genitale (cfr. B.+E. 9harcot, 7. Eagnan, In#ersion du sens g&nital et per#ersions sexuelles, in ;rc!i#es de
neurologie, ???V;, ,,:, pp. #>+-"$.
:" 9fr. .. /inet, Le f&tic!isme dans l'amour, cit., p. 8-.
L
come non tenere conto dell'indica&ione secondo cui la rimo&ione determinerebbe l'abbandono non
di una una serie di &one erogene corrispondenti alle componenti pulsionali pi difficilmente
integrabili nell'organi&&a&ione matura della sessualit2, bens= l'indebolimento di una quantit2 di
sensazioni erogene giustapposte, le quali continuerebbero altrimenti a contendere il primato che
pure Freud riconosce a quelle legate alla &ona genitaleU <on si accorda forse essa perfettamente con
l'assen&a, dalla prima edi&ione dei Tre saggi, di qualsivoglia riferimento ad una conce&ione stadiale
dello sviluppoU
Il reperimento dell'oggetto
. partire da Il delirio e i sogni nella ,2radi#a- di Pensen, Freud non avrebbe pertanto
"6. Freud, Lettere a @il!elm Fliess 3FF4B3GHI, cit., p. :;".
9fr., per quanto concerne la discussione di questo punto, F. B. 6ulloPa), Freud iologo della psic!e, cit., pp. ::8 e
sgg. Ara gli altri argomenti di cui 6ulloPa) si fa forte c' anche la spiega&ione da Freud fornita circa la scelta della
nevrosi, in quanto frutto dell'incrocio di due teorie fliessiane: quella dell'universale bisessualit2 del genere umano e
quella del carattere periodico, a spinte, (sc!u?eise$ dello sviluppo sessuale. Freud aveva in effetti tentato di rendere
conto della grande variabilit2 degli esiti psicopatologici prodotti da esperien&e sostan&ialmente analoghe su soggetti
diversi mediante la diversit2 delle &one erogene interessate: laddove queste fossero state quella orale o anale, esse
avrebbero in ogni caso dato luogo a forma&ioni reattive ed i ricordi infantili ad esse associati sarebbero incorsi nella
rimo&ione0 qualora la &ona in questione fosse invece stata quella genitale, un esito analogo avrebbe costituito la
norma unicamente per le femmine, laddove %nei maschi o nelle donne mascoline' esse avrebbero piuttosto
provocato %coa&ione masturbatoria e libido', il fattore %decisivo' essendo proprio quello %organico' (6. Freud,
Lettere a @il!elm Fliess 3FF4B3GHI, cit., pp. >#+-$.
#
smarcato il concetto di feticismo da quello di aberra&ione sessuale in senso psichiatrico sen&a con
ci4 anche riprodurre le contraddi&ioni al riguardo operanti nei Tre saggi sulla teoria sessuale e che
sono in ultima istan&a le stesse che si ritrovano al fondo del concetto di rimo&ione.
<ella conferen&a /er la genesi del feticismo, tenuta presso la 6ociet2 psicoanalitica di 7ienna
nel febbraio del !"!, in conclusione alla disamina di un esempio di feticismo del piede nella cui
determina&ione avrebbe giocato un ruolo decisivo la connota&ione coprofila originariamente assunta
per il suo pa&iente dal piacere di odorare, egli osserva ad esempio che %si potrebbe collocare il
piacere degli odori accanto all'erotismo anale, ma sarebbe meglio ascriverlo all'erotismo nasale'.
:
9i4 che, se da una parte equivale a palesare una certa perplessit2 quanto all'opportunit2 di ribattere
completamente la valen&a erogena di una determinata sensa&ione sulla sua connessione con una
data &ona del corpo, la cui fun&ione di fonte della sessualit2 sarebbe organicamente predeterminata0
dall'altra implicitamente conferma il valore di paradigma in tal modo attribuito al modello
biogenetico dello sviluppo psicosessuale. Eodello che si sovrappone e si compenetra sen&a
solu&ione di continuit2 con quello, pi tradi&ionale e per i Tre saggi sulla teoria sessuale ancora
determinante, della psichiatria organicista di fine I?I secolo: %a dire il vero' 3 afferma infatti
Freud, quasi a riannodare il discorso ini&iato nel lontano ,!; 3 %questa Ril riconoscimento
dell'importan&a, per la comprensione del feticismo, della sua componente olfattivaS non una
novit2. /loch osserva che originariamente l'attra&ione per gli odori sta alla base del feticismo dei
capelli'.
Del resto, se la no&ione di un'organi&&a&ione pregenitale della libido incentrata sulla &ona
erogena anale (dominata cio dalle pulsioni sadiche e dall'erotismo anale, e cionondimeno gi2
caratteri&&ata da un rapporto ad un oggetto esterno analogo a quello presente nell'organi&&a&ione
genitale matura$ sarebbe stata avan&ata da Freud soltanto nel !>, nel lavoro su La disposizione
alla ne#rosi ossessi#a (alla base del consistente rimaneggiamento subito dai Tre saggi sulla teoria
sessuale in occasione della loro ter&a edi&ione$,
>
gi2 nell'articolo Carattere ed erotismo anale,
pubblicato nel !",, egli aveva fatto rimontare all'importan&a, in tal caso indebitamente accentuata,
da tale &ona rivestita per la sessualit2 infantile tutta una serie di tratti caratteriali che nell'adulto
spesso si presenterebbero reciprocamente associati.
8
D'altra parte, del caso clinico che fornisce due
dei tre esempi di feticismo presi in considera&ione nella comunica&ione alla 6ociet2 psicoanalitica,
egli avrebbe fornito, in una lettera inviata a Carl .braham nel febbraio dell'anno successivo,
:/er la genesi del feticismo, trad. di F. Earchioro in 6. Eistura (a cura di$, Figure del feticismo, Linaudi, Aorino
:"", p. .
>9fr. La disposizione alla ne#rosi ossessi#a, trad. di L. Luserna in 1pere, cit., vol. ;, p. :>!.
89fr. Carattere ed erotismo anale, trad. di 9. L. Eusatti, in 1pere, cit., vol. #, pp. 8"+"-. L' appena il caso di
sottolineare come la stesura di questo testo sia coeva al trattamento analitico di cui Freud render2 conto nel Caso
clinico dell'uomo dei topi (!"!$, destinato a rimanere il suo maggiore contributo circa la nevrosi ossessiva.
#:
un'interpreta&ione sensibilmente diversa, identificando l'oggetto cui la pulsione si sarebbe
originariamente fissata non nel piede stesso, bens= in un oggetto anale il cui investimento libidico
sarebbe stato su di esso trasferito in un secondo momento.
#
7ale a dire che nella lettera ad
.braham, il quale avr2 non a caso un ruolo di primo piano nel determinare l'inflessione della teoria
analitica in senso evolutivo, il nesso tra feticismo e piacere di odorare sembra passare in secondo
piano rispetto alla connota&ione coprofila di questo, la quale rimanda a sua volta all'inciden&a della
componente pulsionale anale sulla vita erotica del futuro feticista.
L'accresciuto interesse di Freud per tale inciden&a, la quale mette in gioco anche la questione,
cui si sopra accennato, dello statuto delle rappresenta&ioni fantastiche, si ritrova del resto anche in
numerosi altri dei suoi testi della fine del primo decennio del secolo. <el suo lavoro del !", sulle
Teorie sessuali infantili, in cui egli per la prima volta affronta il tema, cruciale per la questione del
feticismo, delle investiga&ioni messe in atto dai bambini riguardo alla sessualit2, Freud illustra ad
esempio la teoria consistente %nell'attriuire a tutti gli esseri umani0 incluse le femmine0 un pene'
muovendo dalla constata&ione che %proprio nella costitu&ione sessuale che dobbiamo riconoscere
come quella %normale', gi2 nell'infan&ia il pene la &ona erogena principale, l'oggetto autoerotico
pi importante. Logicamente quindi la stima in cui tenuto si rispecchia nell'incapacit2 di
immaginare una persona a s1 simile che sia priva di questa fondamentale parte costitutiva'.
-
.
riprova di ci4, egli cita il fatto che %quando il maschietto vede i genitali di una sorellina, ci4 che egli
dice mostra che il suo pregiudi&io gi2 abbastan&a forte da falsarne la perce&ione0 egli non osserva
in qualche modo la mancan&a del membro, ma dice in#ariailmente, come per consolare e
rettificare: %?l ... per4 ancora piccolo0 solo quando lei sar2 pi grande crescer2.''.
;
#?l passo in questione il seguente: %R?l pa&ienteS era anche un feticista del piede, sebbene non della specie pi
gre&&a. La sua infan&ia fu segnata da un'attivit2 coprofila insolitamente intensa. Dagli otto ai dieci anni, per
esempio, egli fu solito trattenere le feci affinch1 si formasse una colonna che lasciava pendere dal retto, e dalla quale
staccava nel corso della giornata dei piccoli pe&&i. Lra inoltre un %annusatore' straordinariamente sensibile' (cfr. 6.
Freud, C. .braham, T!e Complete Correspondance of Sigmund Freud and Earl ;ra!am, a cura di L. Fal&eder, (.
Carnac, London :"":, p. "# (trad. mia$. <el prosieguo della lettera Freud identifica inoltre %il piacere coprofilo di
odorare come il responsabile della maggior parte dei casi di feticismo del piede e dello stivale', anche se vi si
afferma pure che %il piede femminile' costituisce %probabilmente un sostituto per il pene della donna,
primitivamente postulato e dolorosamente rimpianto'. 6ginifica&ione che non sarebbe peraltro ad esso riservata, dal
momento che %un analogo sostituto sembra essere la treccia. ?l taglio della treccia rappresenta cos= la castra&ione
della donna', %come se si divenisse donna mediante la castra&ione'. <ella lettera da Freud inviata a .braham il ,
febbraio !"!, in risposta a una richiesta di delucida&ioni da questi al riguardo avan&ata il giorno 8, la
presenta&ione del caso corrisponde invece pienamente a quella adottata in occasione della comunica&ione da Freud
tenuta presso la 6ociet2 psicoanalitica pochi giorni dopo (cfr. ivi, pp. ,+,>$.
-Teorie sessuali dei amini, trad. di L. .. 5anaitescu in 1pere, cit., vol. #, p.8#-.
;La medesima osserva&ione era stata da Freud gi2 riportata l'anno precedente nello scritto sull'Istruzione sessuale dei
amini (trad. di L... 5anaitescu in 1pere, cit., vol. #, pp. >#+-:$, nel quale si trova il seguente passo: %. tre anni e
tre quarti R(ansS in grado di scoprire da solo con le sue osserva&ioni categorie esatte. 7ede che da una locomotiva
vien fuori dell'acqua e dice: %Guarda, la locomotiva fa pip=0 e allora dove ha il suo fapip=U' 5i tardi aggiunge
pensieroso: %Gn cane e un cavallo hanno un fapip=0 un tavolo e una seggiola no.' Da poco ha osservato la sorellina,
nata da una settimana, mentre le si fa il bagno, e commenta: %Ea il suo fapip= ancora piccolo. @uando lei crescer2,
esso diventer2 pi grande.' (La stessa posi&ione rispetto al problema della differen&a dei sessi mi stata riferita a
proposito di altri maschietti della stessa et2.$' (p. >#,$.
#>
L'obie&ione che il discorso di Freud immediatamente solleva naturalmente costituita dalla
posi&ione della bambina, relativamente alla quale egli si accontenta sostan&ialmente di ribadire
quanto gi2 sostenuto nei Tre saggi sulla teoria sessuale. La sessualit2 femminile avrebbe una natura
originariamente clitoridea, destinata a modificarsi soltanto negli anni della pubert2 merc la
rimo&ione di tale suo carattere originariamente maschile.
,
L' dunque sulla base di tale omologia
fun&ionale che la bambina condividerebbe %pienamente' il parere del fratello, sviluppando %per
questa parte del corpo del maschio un grande interesse, che non tarda tuttavia a essere retto
dall'invidia'. 9he dal punto di vista della fisiologia dei processi sessuali la clitoride possa essere
considerata un piccolo pene, non sembra tuttavia in alcun modo sufficiente a giustificare gli
ulteriori sviluppi della teoria freudiana, nella quale sembrerebbe essere tra l'altro implicata
l'ammissione di una sorta di handicap epistemologico dal quale la bambina sarebbe, a differen&a del
maschio, costitutivamente affetta. .bbandonata per un istante la discussione della fantasia della
donna con il pene, Freud fa infatti un passo indietro, prendendo in considera&ione il modo in cui i
bambini si pongono la questione della genera&ione e l'atteggiamento che essi manifestano in
rela&ione a quanto viene loro in proposito raccontato dagli adulti. 9he i bambini crescano nel ventre
della madre una constata&ione che tanto il maschio che la femmina possono formulare in proprio,
per via empirica, e di fronte alla quale non c' cicogna che tenga. Lssa, per4, %non evidentemente
una spiega&ione sufficiente'. 9ome fa il bambino ad entrarviU %9osa d2 ini&io al suo sviluppoU 9he
il padre c'entri per qualche verso probabile, egli afferma infatti che il bambino anche il suo
bambino. D'altronde anche il pene svolge certamente la sua parte in questi processi misteriosi0 ne
prova il fatto che, a tutto questo lavorio del pensiero, il pene si eccita. 9on questo eccitamento sono
collegati impulsi di cui il bambino non riesce a rendersi conto, oscuri impulsi a un fare violento, a
penetrare, a mandare in frantumi, ad aprire in qualche luogo un buco', col che egli parrebbe ben
avviato a %postulare' l'elemento mancante, ovverosia %l'esisten&a della vagina', e a %considerare la
penetra&ione della madre ad opera del padre come quell'atto che d2 origine al bambino nel corpo
,9fr., a questo riguardo, il testo sulle Fantasie isteric!e e loro relazione con la isessualit", in cui, muovendo dalla
supposi&ione che l'analisi del rapporto tra fantasie e sintomi avrebbe dovuto costituire, in base ai dati dell'esperien&a
clinica, la migliore chiave di accesso %alla conoscen&a delle componenti della pulsione sessuale che dominano
l'individuo', Freud conclude alla reinterpreta&ione della rimo&ione nei termini di un conflitto tra pulsioni maschili e
femminili, nel quale facilmente riconoscibile l'impronta della sua vecchia conce&ione della bisessualit2.
L'opera&ione sopra citata 3 spiega Freud 3 d2 infatti %per alcuni casi, un risultato inatteso', eviden&iando come, per
la liquida&ione di numerosi sintomi, non sia affatto sufficiente enucleare una fantasia sessuale inconscia (o una serie
di fantasie di cui una, la pi importante e primitiva, di natura sessuale$, ma ne occorrano viceversa due, entrambe
sessuali, %di cui una ha carattere maschile e l'altra femminile, sicch1 una di tali fantasie scaturisce da un moto
omosessuale'. 9i4 che sarebbe confermato da quei casi di onanismo in cui %la persona che si masturba cerca di
immedesimarsi, nelle sue fantasie consce, sia nell'uomo sia nella donna della situa&ione immaginata', nonch1 %da
certi attacchi isterici, nei quali la malata sostiene contemporaneamente entrambe le parti della fantasia sessuale che
ne alla base, e quindi, ad esempio, R...S con una mano stringe a s1 le vesti (nella parte di donna$, mentre con l'altra
cerca di strapparsele (nella parte di uomo$' (op. cit., p. >!8$.
#8
della madre'.
!
.l di l2 della tonalit2 sadica dalla quale il passo permeato e che trova d'altra parte riscontro
nel fatto che l'interpreta&ione del coito come atto sadico costituisce la ter&a e ultima delle teorie
infantili da Freud in questo lavoro discusse,
:"
ci4 che in esso colpisce la pretesa che, ad innescare
nel bambino un processo di acquisi&ione della conoscen&a, sia il profilarsi del primato della &ona
genitale, sotto il quale dovr2 strutturarsi l'organi&&a&ione sessuale matura, contraddistinta dal
superamento della par&ialit2 che contraddistingue le altre pulsioni e della loro tenden&a a soddisfarsi
autoeroticamente. @uasi che vi fosse un parallelismo stretto tra matura&ione della fun&ione genitale
da una parte e sviluppo del senso di realt2 dall'altra, il destarsi di una particolare classe di ci4 che
Freud chiama %impulsi' 3 ed an&i impulsi %oscuri', il cui difetto di chiare&&a non possiamo,
conformemente a quelli che saranno i dati elementari della metapsicologia, che addebitare alla
labilit2 del loro legame con una perce&ione integrata nell'organi&&a&ione dell'apparato psichico e
come tale atta a fungere da rappresentante pulsionale 3 qui chiamato ad assicurare lo stabilirsi di
un primo rapporto tra dentro e fuori, tra l'indi#iduum costituito dalla congiun&ione di apparato
psichico e organismo biologico da una parte e, dall'altra, l'ambiente o la realt2 da cui esso dipende
tanto per il soddisfacimento dei suoi bisogni vitali, quanto per quello dei suoi moti pulsionali,
successivamente per lo meno al loro affrancarsi dall'autoreferen&ialit2 che li contraddistinguerebbe
al loro sorgere. ?l buco che, a detta di Freud, si tratterebbe per il bambino di aprire sarebbe insomma
anche e soprattutto una breccia nel muro dell'autoerotismo infantile, la manifesta&ione imperiosa del
bisogno di stabilire una rela&ione con un oggetto sul quale riversare una libido la cui progressiva
altera&ione, procedente da mutamenti interni all'organismo stesso, implicherebbe l'impossibilit2 di
mantenere lo status quo quanto ai modi del suo soddisfacimento.
. gravare tale modello di una pesante ipoteca tuttavia non solo il fatto che i termini che
compaiono nel passo sopraccitato si confanno pienamente soltanto al caso del bambino di sesso
maschile, bens= anche che la pulsione genitale al cui sviluppo esso demanda la rettifica dei rapporti
del soggetto con l'ambiente la medesima alla cui influen&a esso aveva poche righe prima messo in
conto %la teoria secondo cui la madre possiede un pene come il maschio', ovverosia la teoria di cui
ci viene ora detto che essa %si para di fronte' al piccolo indagatore, impedendogli di proseguire le
sue ricerche e condannandolo ad una %perplessit2' irresolubile.
:
?ntroducendone la tratta&ione, egli
!Teorie sessuali dei amini, cit., p.8#,.
:"Le altre due essendo per l'appunto quella del monismo fallico e quelle relative al processo della genera&ione
(feconda&ione orale e simili, parto anale$.
:9i4 nella misura in cui essa da Freud presentata come il correlato dell'ignoran&a della vagina, la quale ultima
verr2, in base all'assunto del carattere originariamente maschile della libido, da lui estesa anche alla bambina, ci4
che gli coster2 l'opposi&ione della scuola londinese e di Bones in primis. ?n occasione di una comunica&ione al
congresso psicoanalitico interna&ionale di ?nnsbrucF del !:;, questi avrebbe infatti sostenuto l'esisten&a di una
libido specificamente femminile, nonch1 l'eviden&a clinica secondo cui le bambine non mancherebbero affatto di
##
aveva infatti sottolineato come in ciascuna delle teorie sessuali infantili, a dispetto del carattere
grottesco che talora le contraddistingue, vi sia %una parte di schietta verit2', derivante dal fatto che
esse %scaturiscono' dalle %componenti della pulsione sessuale che sono attive gi2 nell'organismo del
bambino', e quindi %non da un arbitrio psichico o da impressioni casuali, ma dalle necessit2 della
costitu&ione psicosessuale, ed per questo che possiamo parlare di teorie sessuali dei bambini
tipiche e che troviamo, in tutti i bambini la cui vita sessuale a noi accessibile, le stesse opinioni
erronee'.
::
6en&a rendersene conto, Freud sembrerebbe quindi attribuire alla rappresenta&ione della
donna con il pene, passibile di %fissarsi' nel bambino al punto di resistere %a tutti gli influssi della
vita successiva' e di renderlo infine %incapace di rinunciare alla presen&a del pene nel proprio
oggetto sessuale',
:>
un duplice statuto. Da una parte si tratterebbe di una rappresenta&ione il cui
carattere composito ed an&i contraddittorio starebbe ad indicare la natura intrinsecamente
immaginaria e l'irreperibilit2 al livello della realt2 dell'oggetto che essa presentifica. 6trutturalmente
discorde rispetto ai dati della perce&ione, la sua inciden&a peraltro ineluttabile sulla sessualit2
umana si manifesterebbe nel renderle pi complesso se non addirittura nel precluderle il
reperimento dell'oggetto 3 il partner dell'altro sesso 3 necessario ad assicurarne l'eserci&io in quanto
fun&ione riproduttiva. . partire da questa prospettiva, potremmo sen&'altro riconsiderare quanto da
Freud affermato nei Tre saggi sulla teoria sessuale relativamente al paradosso per cui il feticismo, a
quel tempo ancora annoverato tra le devia&ioni della pulsione sessuale e quindi tra le perversioni,
lungi dal manifestare uno scatenamento dell'istinto sessuale ne avrebbe piuttosto indicato un
indebolimento non privo di rapporti con l'esclusivit2 insita nell'%amore normale'. <ondimeno, non
va dimenticato come egli ne tenga costantemente presente anche un'altra, secondo la quale la
giustapposi&ione di tratti maschili e femminili che si riscontra nella rappresenta&ione della donna
con il pene dovrebbe piuttosto essere considerata l'effetto della proie&ione che il soggetto
sessualmente immaturo effettuerebbe sull'altro dell'organo 3 e quindi di un oggetto sen&'altro
reperibile al livello della realt2 3 che ne condi&iona il soddisfacimento erotico. 6uccessivamente
integrato a pieno titolo nella teoria del narcisismo, questo punto di vista viene adottato nelle Teorie
sessuali infantili per spiegare mediante la fissa&ione alla rappresenta&ione della madre fallica la
posi&ione dell'omosessuale attivo, il quale cercherebbe il proprio oggetto sessuale proprio %fra i
maschi che per altre caratteristiche somatiche e psichiche gli ricordano la donna'.
L'ambiguit2 appena segnalata non concerne tuttavia unicamente l'immagine della donna con il
conoscere la vagina, mentre l'invidia del pene costituirebbe viceversa per esse una forma&ione secondaria, di modo
che il declino della fase fallica non farebbe che segnare il ritorno della femminilit2 precedentemente rimossa (cfr. L.
*oudinesco, (istoire de la ps)c!anal)se en France+ II L3GT5B3G45M, Fa)ard, 5aris !!8, pp. # e sgg.$.
::Teorie sessuali dei amini, cit., p. 8#-.
:>9fr. ivi, p. 8#;.
#-
pene qui in questione, bens= la dimensione fantastica in generale, da Freud sovente presa in esame
unitamente al problema della crea&ione artistica. <e Il delirio e i sogni nella ,2radi#a- di Pensen,
Freud osserva ad esempio come il personaggio di <orbert (anold fosse dotato, quale correttivo del
suo interesse pressoch1 esclusivo per %marmo e bron&o' intesi quale %unica realt2 vivente capace di
esprimere lo scopo e il valore della vita umana', di una %fantasia estremamente vivace, la quale non
si limitava ad agire nei sogni, ma era spesso attiva anche durante la veglia'. 9onformemente
all'assunto 3 gi2 implicito nello scritto del !"# /ersonaggi psicopatici sulla scena Q secondo il
quale i personaggi letterari sarebbero passibili di essere trattati %come se fossero individui reali e
non crea&ioni di un poeta,
:8
e come se la mente del poeta fosse uno schermo trasparente e non un
me&&o deformante od offuscante',
:#
egli non esita poi nemmeno ad affermare che %una tale
scissione della fantasia dalle facolt2 ra&ionali doveva predisporlo a divenire o poeta o nevrotico0
egli appartiene a quella specie di uomini il cui regno non di questa terra. 9os= appunto gli era
potuto capitare di rimanere fissato col suo interesse a un bassorilievo raffigurante una fanciulla che
camminava in modo particolare, di concentrarvi le proprie fantasie, di darle un nome e un'origine e
di collocare il personaggio da lui creato nella citt2 di 5ompei sepolta pi di ,"" anni prima, e
infine, dopo uno straordinario sogno di angoscia, di elevare la fantasia dell'esisten&a e della morte
della fanciulla chiamata Gradiva a un delirio che doveva influen&are tutto il suo comportamento'.
:-
La medesima alternativa si trova poi discussa ne Il poeta e la fantasia, pubblicato nel !";,
nel quale le fantasticherie 3 non necessariamente riferite a soggetti nevrotici 3 vengono messe a
confronto, oltre che con le crea&ioni poetiche, con il gioco dei bambini, al cui riguardo Freud nota
come %il bambino, nonostante i suoi investimenti affettivi, distingue assai bene il mondo dei suoi
giuochi dalla realt2 e appoggia volentieri gli oggetti e le situa&ioni da lui immaginati alle cose
visibili e tangibili del mondo reale Rle!nt seine imaginierten 1De>ten und Ver!Altnisse gerne an
greifare und sic!tare %inge der ?ir>lic!en @elt anS. @uest'appoggio e null'altro Rnic!ts anderes
als diese ;nle!nungS distingue il %giocare' del bimbo dal %fantasticare''. Facendo leva
sull'ambiguit2 del verbo %spielen' (il quale significa nella sua prima acce&ione %giocare', ma tra i
:85assando a trattare, dopo quello religioso, di carattere e sociale, del dramma psicologico, Freud vi afferma ad
esempio che %nell'animo dell'eroe infuria la lotta, generatrice di sofferen&a, tra impulsi diversi', e che, combinata
con elementi tratti dalle altre tipologie, fornisce %lo spunto per situa&ioni di conflitto con varianti quasi infinite:
altrettanto infinite quanto le fantasticherie erotiche degli uomini'. @uanto invece al dramma non pi semplicemente
psicologico, bens= psicopatologico, la %condi&ione del godimento' sarebbe data in questo caso dall'essere lo
spettatore %anche nevrotico' (cfr. /ersonaggi psicopatici sulla scena, trad. di E. Aonin Dogana, in 1pere, cit., vol.
#, p. :>8$.
:#Il delirio e i sogni nella ,2radi#a- di Pensen, cit., p. :-!.
:-?vi, pp. :-!+;". L'idea che la principale modalit2 di manifesta&ione delle fantasie dei nevrotici sia costituita
dall'influen&a da esse esercitata sul loro comportamento si trova anche nell'altro lavoro da Freud pubblicato nel
!"-, dedicato ai rapporti tra la %diagnostica del fatto' (una tecnica di interrogatorio basata sull'utili&&o delle
associa&ioni verbali$ e il metodo psicoanalitico della libera associa&ione (cfr. %iagnostica del fatto e psicoanalisi,
trad. di E. Aonin Dogana, in 1pere, cit., vol. #, p. :8!$.
#;
cui molteplici significati vi anche quello di %recitare' e persino di %fingersi' o di %atteggiarsi a'$
Freud accosta tale atteggiamento a quello del poeta, il quale pure prende sul serio, investendolo
affettivamente, un mondo dalla cui irrealt2 egli trae il massimo vantaggio, distillando ad esempio
del godimento da esperien&e che qualora realmente compiute risulterebbero viceversa spiacevoli. ?l
legame dal poeta conservato con il mondo reale sembrerebbe an&i ancor pi labile di quello con
esso intrattenuto dal bambino, il quale, nei suoi giochi, indubbiamente diretto %da desideri', ma
anche e soprattutto %da quello specifico desiderio che di cos= grande aiuto nella sua educa&ione: il
desiderio di essere grande e adulto. Lgli giuoca sempre a %essere grande', e imita nel giuoco quel
che riesce a conoscere della vita degli adulti'. *agion per cui l'opposto di tale desiderio di realt2
non andr2 cercato nell'attivit2 del poeta, bens= nella %vita interiore dell'uomo'. 9hi la conosce 3
argomenta infatti Freud 3 %sa che non vi cosa pi difficile della rinuncia a un piacere gi2 una volta
gustato. Lffettivamente noi non possiamo rinunciare a nulla e solo barattiamo l'una cosa con l'altra,
cos= che ci4 che sembra una rinuncia altro non in realt2 che la forma&ione di un sostituto o
surrogato. 9os= anche l'adolescente, quando smette di giocare, abbandona soltanto l'appoggio agli
oggetti reali: invece di giocare ora fantastica'.
:;
L'attivit2 fantastica, qualora non passata al laminatoio della sublima&ione come nel caso del
poeta
:,
n1 diretta da un desiderio orientato in dire&ione del mondo reale come in quello del
bambino, sarebbe dunque connotata in senso marcatamente regressivo: %si deve intanto dire 3
afferma recisamente Freud 3 che l'uomo felice non fantastica mai0 solo l'insoddisfatto lo fa'.
:!
5eraltro, sebbene %molte crea&ioni poetiche si mantengRaSno ben lontane dal modello di un ingenuo
sogno a occhi aperti', non si pu4 tuttavia %fare a meno di sospettare che anche i casi che
maggiormente se ne allontanano possano esser congiunti a questo modello attraverso una catena
ininterrotta di passaggi intermedi'. .n&i, soprattutto qualora si prendano a termine di riferimento
%non i poeti massimamente valutati dalla critica, ma quei pi modesti scrittori di roman&i, novelle e
racconti, che proprio perci4 trovano un pi vasto pubblico di lettori e di lettrici appassionati', le
loro opere sono al riguardo rivelatrici: %il senso di sicure&&a con cui accompagnamo l'eroe nel corso
delle sue paurose avventure lo stesso di quello con cui nella vita reale un eroe si lancia in acqua
per salvare uno che in procinto di annegare, o si espone al fuoco nemico per andare all'assalto di
una posi&ione avversaria0 quel vero sentimento eroico che uno dei nostri migliori scrittori,
.n&engruber, ha espresso in maniera stupenda: %Es >ann dir nix g'sc!e!en'. *itengo per4 che
:;9fr. Il poeta e la fantasia, trad. di 9. L. Eusatti, in 1pere, cit., vol. #, pp. >;-+;,.
:,@uesta parrebbe infatti essere la principale differen&a tra le fantasie ordinarie e quelle poetiche, che in questo lavoro
Freud tende peraltro ad avvicinare. 9fr. inoltre l'indica&ione in esso contenuta secondo cui %il particolarissimo
segreto' del poeta consisterebbe nell'essere in grado di farci condividere i suoi %drammi' o %ci4 che noi siamo
inclini a interpretare come suoi personali sogni ad occhi aperti' (op. cit., p. >,>$.
:!?vi, p. >;,.
#,
attraverso questo trasparente carattere di invulnerabilit2 si renda sen&a fatica riconoscibile sua
maest2 l'?o, l'eroe di tutte le fantasticherie come di tutti i roman&i'. .nche nei %cosiddetti roman&i
psicologici', d'altra parte, le cose non vanno diversamente: come non essere colpiti, infatti, dal fatto
che %un solo personaggio, l'eroe, descritto dall'interno', di modo che %dentro la sua anima vi in
un certo senso il suo autore'U L che dire del patrimonio di miti, leggende popolari e favole dal quale
pure poeti e scrittori talvolta amano attingere, e che sovente corrispondono %ai residui deformati di
fantasie di desiderio di intere na&ioni'U
>"
Kltre all'indica&ione secondo la quale fantasticherie e sogni ad occhi aperti altro non
farebbero che provvedere un immaginario soddisfacimento a desideri concreti e ben determinati,
nella realt2 viceversa frustrati, in questo testo se ne trova tuttavia anche un'altra, di segno per certi
versi opposto. 6i tratta della struttura temporale delle fantasie, le quali non appaiono mai rigide ed
immutabili, ma ondeggiano per cos= dire %fra tre tempi, i tre momenti temporali della nostra
idea&ione. ?l lavoro mentale prende le mosse da un'impressione attuale, un'occasione offerta dal
presente e suscettibile di risvegliare uno dei grandi desideri del soggetto. Di l2 si collega al ricordo
di un'esperien&a anteriore, risalente in genere all'infan&ia, in cui quel desiderio veniva esaudito0 e
crea quindi una situa&ione relativa al futuro la quale si configura come appagamento di quel
desiderio R...S. Dunque passato, presente e futuro, come infilati al filo del desiderio che li
attraversa'.
>
Gn desiderio che Freud lascia, significativamente, indeterminato, e rispetto al quale
bisogni e tenden&e radicati nella condi&ione attuale del soggetto (al livello della coscien&a, ma
anche a quello di una dimensione pulsionale supposta ridursi ad un'architettura 3 per quanto
complessa 3 di componenti istintuali$ non sembrano svolgere altro ruolo che quello di pretesto.
9osicch1 l'idea di una spinta endogena, di origine organica, che richiederebbe di soddisfarsi
mediante il reperimento nella realt2 dell'oggetto ad essa pi adeguato o, in subordine,
fantasticamente, mediante un'immagine contraffatta di quella, viene ad essere complicata
dall'immistione di un tratto di alterit2 radicale, la cui presa in carico sembrerebbe in ultima istan&a
implicare l'abbandono della conce&ione secondo cui le fantasie costituirebbero sempre e comunque
la controparte di una frustra&ione.
Feticismo del piede e rimozione parziale
.lle ambiguit2 insite nel concetto di rimo&ione e, pi in generale, nella costru&ione teorica
che, al principio del secolo, Freud veniva attorno ad esso edificando, la summen&ionata
>"9fr. ivi, pp. >,"+,:.
>?vi, pp. >;,+;!.
#!
comunica&ione da questi tenuta presso la 6ociet2 psicoanalitica di 7ienna il :8 febbraio !"!,
verbali&&ata da Ktto *anF con il titolo /er la genesi del feticismo, aggiunge ulteriori elementi di
problematicit2, non tali peraltro da mettere in discussione l'inclusione del feticismo stesso nel
campo delle nevrosi, la quale ne risulta an&i, rispetto a quanto gi2 articolato nel testo sulla 2radi#a,
a pieno titolo confermata.
.d aprire la conferen&a, una succinta rassegna della bibliografia: subito scartati i contributi
di .uguste Forel e di ?Pan /loch come scarsamente rilevanti, Freud riafferma l'importan&a gi2
riconosciuta nel !"# al lavoro di /inet, ma si concentra soprattutto sull'esposi&ione, %chiara e
fidata' e contenente %l'essen&iale', di Crafft+Lbing. Freud si compiace di come lo psichiatra tedesco
faccia risalire le predile&ioni feticistiche a delle impressioni infantili %per lo pi dimenticate', ma
sottolinea come la spiega&ione da questi fornita quanto alla loro genesi, limitandosi sulla scorta di
/inet a considerare, sen&a riferimento alcuno al contenuto delle impressioni in questione, la loro
concomitan&a temporale con il primo eccitamento sessuale, sollevi l'ulteriore problema di rendere
conto dell'enorme potere causale in tal modo attribuito ad una contingen&a. . meno che 3 lamenta
Freud 3 non si voglia accettare per buono il concetto di %disposi&ione patologica' e quindi anche la
no&ione, altrettanto enigmatica, di costitu&ione sessuale, la quale costituirebbe %la roccia su cui
costruita l'intera ps)c!opat!ia sexualis'.
>:
5i interessante tuttavia l'ulteriore appunto freudiano secondo cui tanto Crafft+Lbing che gli
altri autori ricomprendono nel concetto di feticismo %cose diverse'. Da una parte avremmo infatti a
che fare con delle reminiscen&e relative ai primi stati affettivi esperiti dal soggetto, da Freud
denominate %condi&ionamenti amorosi', i quali non esulano dal campo della normalit2 e possono
consistere tanto in una rela&ione (ad esempio l'impegno da una donna contratto nei confronti di
un'altro uomo$ quanto in una specifica caratteristica dell'oggetto (il colore degli occhi, o dei capelli,
etc.$. %9i sono persone del tutto innocenti 3 scrive Freud introducendo un tema che avr2 poi modo
di riprendere e ampliare nel primo dei suoi Contriuti alla psicologia della #ita amorosa
>>
3 che
d'improvviso s'innamorano, perch1 viene soddisfatto un loro, sconosciuto, condi&ionamento
amoroso'.
>8
Dall'altra abbiamo invece i feticci veri e propri, la cui comprensione ostacolata da un
fatto di ordine del tutto nuovo: laddove, nel processo della rimo&ione, la sostitu&ione di una
rappresenta&ione ad opera di un'altra comporta, unitamente alla soppressione della sua componente
ideativa, la conserva&ione di quella affettiva attraverso la sua trasla&ione sulla rappresenta&ione
sostitutiva, nella fissa&ione feticistica lo spostamento dell'interesse libidico del soggetto dall'oggetto
>:/er la genesi del feticismo, cit., p. ;.
>>9fr. Contriuti alla psicologia della #ita amorosa+ /rimo contriuto: Su un tipo particolare di scelta oggettuale
nell'uomo, trad. di 6. 9andreva e L. 6agittario in 1pere, cit., vol. -, pp. 8+8:".
>8/er la genesi del feticismo, cit., p. ,.
-"
cui esso era originariamente diretto a un altro non comporterebbe in alcun modo che il rapporto di
quest'ultimo con il primo sia di elusione. Ea il colmo del paradosso che proprio in siffatto difetto
di rimo&ione (nel senso classico$ Freud individua la ragione dell'estrema labilit2 del nesso tra i
feticci e gli oggetti di cui essi sono supposti costituire il sostituto 3 labilit2 che gi2 nel !"# l'aveva
spinto a rimarcare il carattere manifestamente culturale di tale perversione. 9ome anche egli si
esprime, si tratta qui di un processo che sta %a met2 tra la rimo&ione completa e la sublima&ione', al
cui riguardo ci sarebbe da chiedersi %di quale pulsione qui si possa trattare'. . cadere sotto questo
particolare tipo di rimo&ione, da Freud definita %par&iale', sarebbe infatti non la rappresentan&a
ideativa della pulsione, bens= la pulsione stessa, la quale vedrebbe in qualche modo modificarsi non
tanto il suo oggetto, che pu4 anche rimanere lo stesso, bens= la qualit2 stessa del piacere ad essa
associato.
>#
%*itroviamo qui 3 afferma di conseguen&a Freud 3 un piacere pulsionale perduto e
insieme il diretto oggetto del suo complesso, staccato dalla pulsione ed elevato a feticcio'.
>-
La no&ione di rimo&ione par&iale ricavata da Freud dall'esame di tre esempi di feticismo,
due dei quali tratti dal medesimo caso clinico, da lui stesso trattato. 6i tratta di un uomo di
venticinque anni,
>;
la cui abitudine di sistemarsi con un gesto particolarmente affettato la piega dei
pantaloni ne aveva attirato l'atten&ione sin dalla prima seduta del trattamento. ?l pa&iente, inoltre,
presentava una particolare forma di impoten&a psichica. <essuna delle sue nondimeno numerose
rela&ioni, infatti, era stata coronata dal compimento di un atto sessuale completo, anche perch1 tutte
si erano interrotte prematuramente, e sempre per lo stesso motivo: l'insoddisfa&ione, seguita da una
repentina quanto immotivata ostilit2, generata in lui da un qualche particolare nell'abbigliamento
della compagna. . differen&a tuttavia che nei Tre saggi sulla teoria sessuale, ove Freud si era
accontentato di individuare nell'indebolimento della fun&ione genitale la conditio sine qua non del
prodursi della fissa&ione feticistica, sen&a stabilire alcun nesso con la determina&ione della sua
forma, i due aspetti sono tenuti qui strettamente legati mediante il riferimento al vissuto infantile del
>#<ella lettera ad .braham del , febbraio !"! lo stesso concetto si trova espresso in questi ternini: il feticcio
costituisce %il risultato di una particolare specie di rimo&ione, che pu4 essere descritta come par&iale: parte del
complesso rimosso, e quale compensa&ione di ci4 un'altra parte ad esso attinente viene ideali&&ata. RGn parallelo
storico: il medioevo con il suo dispre&&o nei confronti delle donne e l'esalta&ione di Earia 7ergine.S' (cfr. 6. Freud,
C. .braham, T!e complete correspondance of Sigmund Freud and Earl ;ra!am, cit., p. ,>, trad. mia. La parentesi
quadra di Freud$. ? contenuti della conferen&a su La genesi del feticismo, unitamente per4 ad un accenno alla
posteriore interpreta&ione del feticcio quale sostituto del pene mancante alla donna, si trovano analogamente
sinteti&&ati in una delle note aggiunte al paragrafo sul feticismo dei Tre saggi sulla teoria sessuale nel !"!: %La
psicoanalisi ha colmato una delle lacune ancora esistenti per il retto intendimento, sottolineando per la scelta del
feticcio l'importan&a del piacere di odorare coprofilo andato perduto a causa della rimo&ione. ?l piede e i capelli
sono oggetti dal forte odore che vengono elevati a feticci dopo la rinuncia alla sensa&ione di odorato diventata
spiacevole. <ella perversione sessuale corrispondente al feticismo del piede, perci4, oggetto sessuale soltanto il
piede sporco e dall'odore cattivo. Gn'altro contributo per spiegare un'altra predisposi&ione feticistica del piede risulta
dalle teorie sessuali dei bambini: il piede sostituisce il pene di cui la donna sente gravemente la mancan&a' (Tre
saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8-, n. 8$.
>-/er la genesi del feticismo, cit., p. .
>;L'informa&ione si trova nella gi2 citata lettera di Freud ad .braham del :8 febbraio !".
-
soggetto. @uesti, infatti, aveva spesso assistito alla svesti&ione della madre, la quale, oltre ad
esserne innamorata, aveva sempre mantenuto con lui un rapporto di piena, per quanto irreprensibile,
intimit2 fisica, all'origine di un vo)eurismo la cui rimo&ione era avvenuta soltanto col superamento
del complesso edipico. *iemerso infine dalla rimo&ione, il giovane si sarebbe tuttavia trovato ad
essere divenuto un feticista dei vestiti, sebbene ad interessarlo fosse in realt2 pi che altro %l'essere
sen&a vestiti': %il momento pi interessante per lui era sempre quello in cui si toglieva i cal&oni e
questi sono diventati il suo capo di vestiario pi importante'.
>,
@uanto questo passaggio, a prima vista piuttosto oscuro, eviden&ia, la prossimit2 del
feticismo a un'altra forma di perversione sessuale quale l'esibi&ionismo. 7ale la pena a questo
proposito rifarsi a un'osserva&ione contenuta nel Seminario IV di Bacques Lacan, dedicato nel suo
complesso alla no&ione di rela&ione d'oggetto, ma una buona met2 del quale consiste in una
minu&iosa rilettura del Caso clinico del piccolo (ans. La dimensione cui Lacan riconduce il
rapporto di (ans con la madre infatti quella della parata sessuale: posto che il bambino avrebbe
messo in mostra se stesso quale esca per catturare il desiderio di lei, la condi&ione alla quale
soltanto la sua strategia avrebbe potuto reggere che l'oggetto su cui essa faceva perno 3 ovverosia
il fallo che egli impersonava per identificarsi con ci4 di cui lei era mancante 3 restasse immaginario.
9on l'ingresso sulla scena della pulsione, ovverosia 3 come dice Lacan 3 del suo %pene reale', era
per4 avvenuto precisamente l'opposto: improvvisamente divenuto reale, l'oggetto si era palesato in
tutta la sua miseria. 9hiamato a presentare quanto millantato, (ans aveva cio dovuto prendere atto
di come quanto da lui effettivamente posseduto (il suo pene$ fosse ben poca cosa. ?ngannato dal suo
stesso gioco, era caduto preda delle significa&ioni rinviategli dall'altro, le sole a valere per lui come
prova o disconferma della sua adeguate&&a. . causa della latitan&a, sul piano simbolico, del padre, il
quale solo avrebbe potuto, rivendicando l'esclusivit2 del proprio diritto a possedere l'oggetto
pre&ioso, sollevarlo dal dovere di risarcirne la madre, il bambino sarebbe dunque rimasto
prigioniero della diade chiusa e autoreferen&iale che egli stesso aveva con lei costituito.
>!
Da cui
l'esigen&a di forgiare un simbolo 3 l'animale fobico 3 atto a supplire alla caren&a paterna fungendo
al suo posto da agente dell'interdi&ione edipica. 6olu&ione certo compromissoria, ma attenendosi
alla quale (ans sarebbe riuscito ad evitare il rischio 3 maggiore 3 di risentire dell'eccesso della
presen&a materna. Fermo restando che, per fuggirlo, egli avrebbe potuto egualmente ricorrere a
un'altro espediente, profondamente differente da quello della fobia sebbene ugualmente, se non
ancor pi inadeguato: l'ele&ione di un feticcio.
?l fatto che quella che Freud riconosce come %la prima particolarit2 del piccolo (ans da
>,/er la genesi del feticismo, cit., p. !.
>!9fr. B. Lacan, Seminario IV+ La relazione d'oggetto0 3G56B54, trad. a cura di .. Di 9iaccia, Linaudi, Aorino !!-, pp.
:88+8;.
-:
ascrivere alla vita sessuale', ossia il %vivissimo interesse per il suo %fapip=', R...S fa di lui un
indagatore0 egli scopre cos= che sulla base della presen&a o dell'assen&a del fapip= possibile
distinguere l'animato dall'inanimato. ?n tutti gli esseri viventi, che egli giudica simili a lui, egli
postula quest'importante parte del corpo, la studia nei grandi animali, la suppone in ambedue i
genitori'.
8"
Dal che emerge che, se la natura di quanto occultato dalle mutande della madre 3 le
quali sono al centro di lunghi brani dell'analisi 3 non fa o non dovrebbe per lo meno fare per noi
problema, non altrettanto vale per (ans, l'inconsisten&a logica delle cui afferma&ioni non sarebbe
affatto stata frutto del caso, n1 tanto meno l'indice di una sua particolare debilit2 mentale.
L'indica&ione implicita nei rilievi lacaniani che essa costituisse viceversa il segno di come la
rela&ione di capta&ione immaginaria che univa (ans alla madre precedentemente all'insorgere, in
lui, della pulsione genitale, eccedesse in realt2 gi2 la dimensione duale, nella misura in cui il
bambino, per captarne il desiderio mediante l'esibi&ione di se stesso, doveva averne gi2 potuto
indovinare l'immaginario. Lacan parla a questo riguardo di un dare a vedere e di un essere sorpreso
nello svelamento, la cui irriducibilit2 alla complementarit2 3 questa s= perfettamente simmetrica e
conchiusa 3 del vedere e dell'essere visti si paleserebbe, sebbene in forma rovesciata, nel
comportamento dell'esibi&ionista, il quale abbandona del tutto l'obiettivo di fascinare l'altro, la cui
eventuale disponibilit2 lo getterebbe an&i nello sgomento, mirando esclusivamente a rivelargli ci4 di
cui esso privo, al fine di fargli finalmente sentire la vergogna di tale mancan&a.
9on queste considera&ioni ci siamo tuttavia sensibilmente allontanati dalla conferen&a del
!"!, nella quale il nesso tra le tenden&e esibi&ionistiche del pa&iente di Freud e la par&iale
rimo&ione della pulsione scopica che l'avrebbe portato a divenire un feticista dei vestiti viene
piuttosto spiegato invocando la sostan&iale equivalen&a tra il versante attivo e quello passivo della
pulsione scopica stessa.
8
9i4 di cui Freud render2 nel !# conto ipoti&&ando che la %conversione
dell'attivit2 in passivit2' costituisca uno dei possibili destini della pulsione
8:
unitamente
all'%inversione di contenuto', al volgersi sulla persona stessa del soggetto0 alla rimo&ione e alla
sublima&ione.
8>
Delle due coppie che egli chiamer2 allora in causa per esemplificare la conversione
8";nalisi della foia di un amino di cinque anni+ LCaso clinico del piccolo (ans+M, trad. di E. Lucentini, in 1pere,
cit., vol. #, pp. 8;#+#,!.
8Lssa 3 osserva Freud 3 %vuole guardare' e %viene soddisfatta dall'atto di spogliarsi. 6e questa pulsione viene
rimossa, compare allora improvvisamente d'altra parte un grande interesse per quello che in una maniera molto
precisa ha a che fare con queste scene dello spogliarsi' (/er la genesi del feticismo, cit., p. "$.
8:K meglio delle pulsioni, come Freud di preferen&a si esprime. ?l punto che per redigere un catalogo dei differenti
tipi di pulsione occorrerebbe guardare alla loro fonte, il cui studio esula tuttavia dal campo della psicologia, la cui
unica via d'accesso alla conoscen&a delle pulsioni rappresentata dalla considera&ione delle loro mete. Di modo che
il concetto su cui solo un sapere sulla sessualit2 e un'eventuale teoria dello sviluppo psicosessuale potrebbe fondarsi
viene ad essere da Freud stesso relegato in una sorta di fuori campo cinematografico, nel quale si producono degli
effetti determinanti per quanto accade sulla scena dell'analisi e nondimeno ad essa costitutivamente irriducibili.
8>9fr. /ulsioni e loro destini, in 1pere, cit., vol. ,, pp. :: e sgg. L'inversione di contenuto, quantunque eccedente il
quadro della teoria pulsionale, costituisce essa pure una specifica&ione della %trasforma&ione nel contrario'. La
->
dell'attivit2 e della passivit2, una sar2 an&i proprio quella di vo)eurismo ed esibi&ionismo, il quale
ultimo, conformemente al modello stabilito dalla trasforma&ione del sadismo in masochismo,
risulterebbe dal suo opposto per il tramite di tre distinte fasi pulsionali. .l guardare inteso come
%attivit2 rivolta ad un oggetto estraneo' succederebbe infatti dapprima il volgersi di tale pulsione su
di una parte del proprio corpo, col conseguente emergere dell'essere guardati come nuova meta,
questa volta passiva0 e poi la trasla&ione dell'attivit2 scopica che nella seconda fase rimaneva ancora
appannaggio del soggetto pulsionale sulla figura di un ter&o, il cui ruolo attivo sarebbe tuttavia
limitato al fungere, per il soggetto in questione, da termine di identifica&ione.
L' vero che, rispetto al sadomasochismo, la coppia vo)eurismoVesibi&ionismo presenta uno
%scostamento significativo'. ?l sadismo si fonda infatti su di una pulsione di sopraffa&ione la cui
forma originaria sarebbe proprio quella attiva, sebbene Freud sia costretto ad ammettere come una
tale meta sia di per s1 priva di quella connota&ione erotica che le viene invece dalla commistione
con quella consistente nell'arrecare dolore, a sua volta incomprensibile se non come trasforma&ione
regressiva della meta masochistica. 7ale a dire che, se non sentisse per il tramite dell'identifica&ione
come propri i dolori che egli infligge alle sue vittime, il sadico non potrebbe goderne o, pi
precisamente, non potrebbe godere dell'eccita&ione sessuale ad essi concomitante.
88
Da cui il
problema: come conciliare l'originariet2 di una tale disposi&ione passiva con il dato che la pulsione
qualcosa al cui cospetto %si in presen&a', come efficacemente sinteti&&ato da 9esare Eusatti,
8#
%di un processo dinamico per il quale l'organismo sottoposto a una spinta che lo fa tendere verso
una meta (treien significa spingere$'U L' forse per questo che Freud afferma che, dall'indagine
della coppia vo)eurismoVesibi&ionismo, si possono trarre %risultati diversi e pi semplici'. ?l fatto
che, a monte della sua forma attiva, la pulsione di guardare tradisce un'origine autoerotica, essendo
il suo oggetto originariamente rinvenuto sul proprio corpo, e non su quello dell'altro, sul quale solo
in un secondo momento sar2 questione, mediante il confronto, di prelevarne uno analogo onde
reindiri&&arvi l'investimento libidico. L' notevole 3 insiste Freud 3 come entrambe le forme in cui la
pulsione scopica pu4 declinarsi, attiva e passiva, siano in nuce gi2 contenute nella sua fase
preliminare, la quale pu4 essere indifferentemente descritta come il %contemplare da s1 una propria
parte sessuale' oppure come %l'essere contemplato in una parte sessuale dalla propria persona'.
8-
rimo&ione cosituisce invece l'oggetto di uno degli altri quattro saggi della .etapsicologia. @uanto alla
sublima&ione, la tratta&ione potrebbe essere stata contenuta in uno degli ulteriori sette saggi metapsicologici, che,
stando alla testimonian&a di Bones, sarebbero stati non soltanto previsti dal piano dell'opera, ma anche effettivamente
redatti da Freud (cfr. L. Bones, Vita e opere di Freud+ Volume II: 2li anni della maturit" L3GH3B3G3GM, cit., pp. :>
sgg$.
88<el che si pu4 scorgere un primo abbo&&o della posi&ione da ultimo assunta in materia da Freud, consistente, come
da lui stesso ricordato in una nota al testo aggiunta nel !:8 (cfr. /ulsioni e loro destini, cit., p. :>, n. >$,
nell'afferma&ione del carattere originario del masochismo (cfr. Il prolema economico del masoc!ismo, cit.$.
8#9fr. l'avverten&a editoriale a /ulsioni e loro destini (cit., p. -$.
8-?vi, p. :#.
-8
?ndubbiamente, la no&ione di narcisismo non era nel !"! ancora stata messa a punto a Freud0
nondimeno, considerato anche che la sua introdu&ione risale al Caso clinico del presidente
Sc!reer, di appena un anno successivo, non appare infondato ritenere che essa sia adombrata, con
tutte le implica&ioni del caso, anche nella tratta&ione del primo degli esempi di feticismo presi in
esame da Freud. Lsempio che rimane nondimeno problematico anche e soprattutto in rela&ione
all'opportunit2 di spiegare la fetici&&a&ione dei vestiti mediante il meccanismo della rimo&ione
par&iale. L'ele&ione a feticcio dello stivale viene infatti spiegata da Freud mediante l'abitudine dal
suo pa&iente contratta, durante l'infan&ia, di trastullarsi con le dita dei piedi, inalandone poi l'odore.
Di modo che il piacere pulsionale che sarebbe successivamente soggiaciuto alla rimo&ione sarebbe
in questo caso non quello scopico, bens= quello di odorare, il quale %appartiene alle pulsioni che
vengono per lo pi rimosse'. @uanto alla par&ialit2 della rimo&ione, essa conseguirebbe dal suo non
essere diretta all'insieme del complesso rappresentativo, costituito da una perce&ione a connota&ione
prevalentemente visiva (il piede$ combinata con un'altra di natura esclusivamente olfattiva (l'odore
del piede stesso$, bens= al secondo soltanto di questi due elementi (il solo atto a supportare il piacere
cos= interdetto$. .lla scomposi&ione del complesso rappresentativo, determinata dalla rimo&ione di
una sua parte, sarebbe quindi seguita 3 a titolo di compensa&ione per il piacere pulsionale perduto 3
l'ideali&&a&ione dell'altra, resa possibile proprio dalla rescissione 3 ulteriormente raffor&ata dalla
sostitu&ione, nondimeno accessoria, del piede con lo stivale 3 del suo legame con la condi&ione
originaria del soddisfacimento. 6i capisce allora come Freud, giocando sull'equivalen&a semantica
del termine %oggetto' e dell'espressione %complesso rappresentativo', possa parlare, a proposito del
processo in questione, di una conserva&ione dell'oggetto diretto della pulsione nella forma appunto
del feticcio, il quale ne erediterebbe il primitivo investimento. L' tuttavia evidente come nel
feticismo dei vestiti l'assimila&ione di oggetto e complesso rappresentativo appaia ben altrimenti
problematica che in quello dello stivale, dal momento che la saldatura tra le due componenti del
supposto complesso, da identificarsi con il vestito e il corpo nudo della madre, incomparabilmente
meno sicura di quella, fondata su di un rapporto di emana&ione diretta, sussistente tra il piede e il
suo odore.
8;
L' vero che, ad un simile rilievo, Freud avrebbe potuto obiettare come ci4 cui assistiamo nel
caso del feticismo dei vestiti sia semplicemente la sostitu&ione di una rela&ione di tipo materiale con
una di contiguit2 spa&iale 3 esattamente nello stesso senso in cui il feticismo dello stivale non
appare ai suoi occhi che una variante di quello del piede o in cui egli dir2, di qui a qualche anno,
8;La difficolt2 non sfugge a Freud, il quale, nelle ultime battute della conferen&a, dopo aver proposto per la genesi del
feticismo la formula riassuntiva %repressione pulsionale, rimo&ione par&iale, e ideali&&a&ione di una parte del
complesso rimosso', precisa che %naturalmente si devono poi distinguere diversi tipi di rimo&ione, a seconda che
quanto viene elevato a ideale sia direttamente una componente del complesso oppure un qualcosa che gli si opponga
o stia in un rapporto d'indifferen&a nei riguardi della pulsione' (/er la genesi del feticismo, cit., p. :$.
-#
che l'oggetto elevato a feticcio l'ultimo ad essere stato percepito anteriormente alla smentita
inferta dalla realt2 alle proie&ioni fantasmatiche del soggetto sul corpo femminile. .nche in questo
caso, tuttavia, resterebbe una difficolt2, insita nella no&ione stessa di rimo&ione par&iale.
?n primo luogo, l'utili&&o che del termine %rimo&ione' viene fatto nella conferen&a sulla
genesi del feticismo presta il fianco a un'obie&ione di ordine metapsicologico: stando infatti alle
delucida&ioni al riguardo fornite dal saggio su L'inconscio, %una pulsione non pu4 mai diventare
oggetto della coscien&a, solo l'idea che la rappresenta lo pu4. Ea anche nell'inconscio la pulsione
non pu4 essere rappresentata che da un'idea. 6e la pulsione non fosse ancorata ad una
rappresenta&ione o non si manifestasse sotto forma di uno stato affettivo non potremmo sapere nulla
di essa. L quando, a dispetto di ci4, parliamo di un moto pulsionale inconscio o di un moto
pulsionale rimosso, si tratta solo di un'innocua negligen&a espressiva'.
8,
?noltre, non va
dimenticato come, pur ascrivendo come gi2 segnalato il feticismo del piede al capitolo dell'erotismo
%nasale', Freud ne sottolinei la prossimit2 a quello anale, resa evidente dall'analogia tra le tenden&e
coprofile del suo pa&iente e %l'abitudine che hanno alcune persone di introdurre il dito nell'ano e poi
annusarlo' 3 constata&ione cui immediatamente segue quella che %analogamente, molti provano
piacere nel sentire l'odore della vagina, per altri invece NinsopportabileO', e che %questi impulsi
NperversiO giocano un grande ruolo nel bambino e costituiscono delle importanti fonti di piacere'.
8!
Autti elementi che si trovano ripresi, in termini pressoch1 identici, tanto nel Caso clinico dell'uomo
dei topi quanto nella gi2 ricordata nota all'edi&ione del !" dei Tre saggi sulla teoria sessuale.
#"
L
si gi2 ricordato come, nella lettera ad .braham del :8 febbraio !" Freud fosse tornato ad
occuparsi del caso, rivelando alcuni particolari che un anno prima aveva viceversa omesso e che
accentuavano la prossimit2 tra erotismo nasale e anale,
#
al punto da legittimare l'ipotesi che, nella
maggior parte dei casi di feticismo del piede e dello stivale, questi fungessero da sostituti di un
primitivo oggetto anale, fonte di un soddisfacimento olfattivo particolarmente intenso e gratificante,
cui il soggetto sarebbe successivamente stato costretto a rinunciare a causa della pressione su di
esso esercitata dall'educa&ione. ?l che vuol dire non soltanto che il piacere coprofilo da questi
8,L'inconscio, trad. di *. 9olorni, in 1pere, cit., vol. ,, p. -".
8!/er la genesi del feticismo, cit., p. .
#"La nota ai Tre saggi sulla teoria sessuale la n. 8 di p. 8-,. 5er quanto concerne invece il caso dell'uomo dei topi si
veda, nelle 1sser#azioni su un caso di ne#rosi ossessi#a+ LCaso clinico dell'uomo dei topi+M, il seguente passo: %?l
nostro pa&iente era anche un olfatti#o0 ricordava che da bambino era capace, come i cani, di distinguere le persone
dall'odore, e anche ora era sensibile alle perce&ioni olfattive pi degli altri. (o riscontrato una particolarit2 analoga
in altri nevrotici, sia ossessivi che isterici, e ho appreso a tener conto dell'importan&a, nella genesi del male, di un
piacere di odorare scomparso poi fin dall'infan&ia R%.d esempio', si legge in nota, %in alcune forme di feticismo'S.
?n linea generale ci si potrebbe chiedere se l'atrofia dell'olfatto (risultato inevitabile dell'assun&ione della posi&ione
eretta da parte dell'uomo$ e la conseguente rimo&ione organica del piacere olfattivo non siano in buona parte
responsabili dell'idoneit2 degli uomini a diventare nevrotici. 9i4 spiegherebbe perch1 nell'evolu&ione della civilt2
proprio la vita sessuale sia stata sacrificata alla rimo&ione' (op. cit., trad. di E. Lucentini e *. 9olorni, in 1pere, cit.,
vol. -, p. ;8$.
#9fr. sopra, p. #> n. #.
--
esperito nell'odorare le secre&ioni dei piedi avrebbe gi2 rappresentato una tappa sul cammino della
rimo&ione, ma anche che lo statuto di oggetto diretto della pulsione avrebbe dovuto essere attribuito
3 contrariamente a quanto fatto da Freud 3 non al piede, bens= all'oggetto anale stesso, col risultato
di cancellare di fatto ogni distin&ione tra la rimo&ione par&iale e la sua versione ordinaria.
L'inclusione del feticismo nel campo delle ne#rosi
@uello stesso anno, nel pubblicare le sue 1sser#azioni sulla psicoanalisi di un caso di
feticismo del piede e del corsetto, .braham, pur sen&a muovere a Freud questo rilievo, avrebbe
approfondito proprio questo spunto. ?l caso quello di un maschio di ventidue anni, distintosi sin
dall'adolescen&a dai suoi compagni per il suo scarso interesse nei confronti del sesso femminile 3
scarso interesse che non si era tuttavia mai tradotto in un'attra&ione nei confronti del suo stesso
sesso, essendo la sua prima esperien&a sessuale di rilievo piuttosto costituita dal tentativo, compiuto
all'et2 di quattordici anni e accompagnato dalla comparsa di fantasie sadomasochistiche, di legarsi.
L' ad esso che aveva poi fatto seguito, nel giro di due anni, la comparsa dell'attra&ione per le scarpe
3 maschili prima e femminili poi, in ambo i casi purch1 eleganti e curate 3 e per i corsetti, che
cominci4 anche ad indossare per provare l'eccita&ione prodotta dalla pressione da essi esercitata sul
petto e sul ventre.
@uanto all'origine di tali comportamenti, il testo di .braham esclude recisamente la
possibilit2 di individuare per essi una causa accidentale del genere di quelle descritte da /inet, sulla
cui rilevan&a egli si mostra estremamente scettico, mentre sottolinea vigorosamente la %straordinaria
degrada&ione dell'attivit2 sessuale' riscontrata presso il pa&iente, al cui riguardo %non si pu4 quasi
parlare propriamente di atti sessuali se si prescinde dal fatto che il pa&iente ha compiuto su di s1 in
passato tentativi di legarsi o di allacciarsi un busto'.
#:
<on fosse che, contrariamente al Freud del
!"#, .braham ritiene che il non avere costui mai varcato %i confini dell'autoerotismo' non possa
assolutamente essere condiderato la prova di %una debole&&a primaria della libido, dal momento che
l'analisi delle nevrosi dimostrerebbe al contrario nel modo pi chiaro come ad essere parali&&ate
dalla rimo&ione siano proprio le componenti pulsionali pi intense, ovverosia, in questo caso, quella
sadico+attiva e quella scopica. *ovesciando la vecchia teoria secondo cui il prodursi di disfun&ioni
sessuali quali il feticismo o l'omosessualit2 doveva essere considerato il segno di una debole&&a
genitale congenita, frutto di una degenerescen&a le cui cause potevano essere all'occorren&a sociali,
.braham individua dunque l'origine di tali disturbi nell'eccessiva intensit2 di alcune pulsioni
#:C. .braham, 1sser#azioni sulla psicoanalisi di un caso di feticismo del piede e del corsetto, in 1pere, a cura di B.
9remerius, /ollati /oringhieri, Aorino !;#, vol. ??, p. 8;;.
-;
afferenti a &one erogene diverse da quella genitale, ed an&i in grado 3 a seguito di tale
raffor&amento 3 di entrare con essa in competi&ione. . riprova di ci4, egli insiste su come
l'interpreta&ione dei fatti della sessualit2 nei termini di processi escretori, comune nell'infan&ia, si
fosse mantenuta nel suo pa&iente 3 i cui ricordi si riferivano inoltre di regola alle impressioni
dell'olfatto piuttosto che a quelle visive 3 per un tempo straordinariamente lungo. 5i in generale,
egli cita la %comunica&ione privata del dottor Freud' il cui contenuto ci noto per confermarne le
osserva&ioni sul %ruolo specifico' rivestito dalla rimo&ione del piacere coprofilo di odorare nella
psicogenesi del feticismo del piede0 quanto allo statuto di oggetto diretto della pulsione da Freud
attribuito al feticcio nella successiva comunica&ione pubblica del :8 febbraio, egli non ne fa
viceversa men&ione, asserendo 3 in maniera sen&'altro pi corretta 3 che %la comune rimozione del
piacere coprofilo di odorare, del piacere di guardare e dell'atti#it" sessuale' produce l'instaurarsi
della fissa&ione feticistica mediante %l'insorgen&a di formazioni sostituti#e'.
#>
?ndividuando con chiare&&a nel feticcio una forma&ione sostitutiva a tutti gli effetti, .braham
ne fa dunque un equivalente in senso stretto del sintomo, percorrendo fino al termine la strada
indicata da Freud con l'abbandono della classifica&ione del feticismo quale aberra&ione sessuale e la
sua progressiva inclusione nel campo delle nevrosi. .ppoggiandosi a quanto da Freud
successivamente articolato riguardo al processo dell'ideali&&a&ione, si potrebbe allora sin da subito
avan&are l'ipotesi 3 gi2 implicita del resto nel ricorso alla no&ione di sopravvaluta&ione dell'oggetto
contenuta nei Tre saggi sulla teoria sessuale 3 che anche il feticista si allinei alla strategia
generalmente perseguita dai nevrotici col nascondere dietro un eccesso di ideali&&a&ione il rifiuto di
abbandonare gli oggetti libidici da essi originariamente investiti. L se anche nella comunica&ione
alla 6ociet2 psicoanalitica dietro al piede e al vestito ideali&&ati dal suo pa&iente Freud scorge
l'originario complesso rappresentativo di cui essi erano stati parte e il piacere pulsionale rimosso ad
essi correlato nella sua forma pi cruda0 ancor pi chiaramente stanno le cose quanto alle lettere da
lui inviate al riguardo ad .braham, nelle quali il feticcio svolge con tutta eviden&a, in rela&ione
all'oggetto anale da esso sostituito, una fun&ione di maschera.
9he il feticismo costituisca per il Freud del !"! una forma di nevrosi lo si evince del resto
dal dato, elementare, costituito dall'essere i rappresentanti pulsionali cui l'evolu&ione libidica del
soggetto sarebbe rimasta fissata incorsi nel destino della rimo&ione. 6u questo, il resoconto della
comunica&ione freudiana e del dibattito ad essa seguito non lascia dubbio alcuno. @uale ultimo
#>?vi, p. 8;!. <el prosieguo del suo contributo, .braham riconosce addirittura nel feticcio il sostituto dell'organo
genitale maschile erroneamente attribuito dal bambino alla madre, sen&a tuttavia 3 a diferen&a di quanto far2 Freud
nel !:; 3 in alcun modo dissociarne la significa&ione da quella anale, tenuta per originaria. *agion per cui, onde
spiegare la sostitu&ione cui esso funge da supporto egli non chiama in causa alcun meccanismo specificamente
differente dalla rimo&ione quale invece sar2 la Verleugnung (rinnegamento$, ma si limita a fare appello alla
regressione innescata dall'eccessiva rigidit2 della rimo&ione stessa.
-,
esempio di feticcio, infatti, Freud prende un caso clinico riportato nella /s)c!opat!ia sexualis,
relativo ad un feticista delle mani (femminili$ divenuto tale all'et2 di ventidue anni, quando aveva
improvvisamente cominciato a provare una grande avversione per l'onanismo, pratica dalla quale 3
nella forma della masturba&ione reciproca compiuta con altri individui di sesso maschile 3 la sua
vita erotica era stata precedentemente dominata. ?n esso, Freud ritrova %la forma patologica' gi2
rilevata nel suo pa&iente, ora descritta mediante la successione %repressione pulsionale, rimo&ione
par&iale e ideali&&a&ione di una parte del complesso rimosso'. .rchiviata cos= definitivamente la
sua spiega&ione dell'%enigma del feticismo', la quale richiederebbe soltanto di essere suffragata da
%altre cinque o sei osserva&ioni cliniche', a Freud non resta che concludere con la puntuali&&a&ione
che %la conferma principale della nostra interpreta&ione risiede nel positivo del feticismo, nelle
perversioni' e pi in particolare nel comportamento dei %perversi feticisti del piede', in cui %la
pulsione repressa del disgusto' si fa %evidente' in quanto essi %scelgono di preferen&a una raga&&a
di strada, con i piedi molto sporchi, che poi puliscono leccando'.
#8
?l mutato statuto del feticismo rispetto ai Tre saggi sulla teoria sessuale appare cos= nella
maniera pi chiara: avendolo a pieno titolo inscritto nel campo delle nevrosi, Freud ha
inequivocabilmente cessato di riconoscervi un'aberra&ione sessuale, al punto che, parlando di
perversi feticisti, arriva persino a definire una perversione ad esso corrispondente, in base alla quale
possa risultare soddisfatta l'equa&ione di pi ampia portata secondo cui la nevrosi costituirebbe la
negativa della perversione. 9os=, all'esposi&ione di Jilhelm 6teFel relativa al caso di un feticista del
piede e dell'urina, il quale, %oltre a leccare l'urina della donna' e a nutrire la fantasia di %credersi un
gabinetto che Nbeve l'urinaO',
##
avrebbe tratto piacere dal guardare le donne impegnate nella
min&ione, Freud obietta come in questo caso non si possa affatto parlare di feticismo propriamente
detto, in quanto, se pure esso potrebbe esservi messo in rela&ione sottolineando il ruolo in tale
perversione giocato dall'odore, l'urina vi costituisce tuttavia un oggetto pulsionale non soltanto
diretto, ma nemmeno ideali&&ato, indice questo di una totale assen&a di rimo&ione. .ncor meglio
del comportamento dei perversi feticisti del piede da Freud stesso chiamati in causa nelle ultime
battute del suo intervento, da distinguersi dai feticisti veri e propri precisamente nella misura in cui
la loro predile&ione per il piede sarebbe dipesa non dall'ideali&&a&ione, bens= unicamente dalla loro
fissa&ione all'%erotismo nasale', il pa&iente di 6teFel avrebbe dunque al meglio palesato il
riaffiorare di una componente pulsionale arcaica nella sua forma bruta.
La distin&ione, per quanto spia&&ante possa risultare di primo acchito, ben fondata nell'uso
terminologico freudiano. Gi2 nei Tre saggi sulla teoria sessuale il riferimento, che pure vi si trova,
#8/er la genesi del feticismo, cit., p. :.
##?vi, p. >.
-!
alla perversione come a un'entit2 clinica ben definita appariva del resto in contraddi&ione con
l'imposta&ione generale dell'opera, la quale, affermando il carattere costitutivamente disorganico e
polimorfo della sessualit2 infantile, ne dissolveva di fatto il concetto in una pluralit2 di componenti
pulsionali che non saremmo giustificati a considerare morbose che apr9sBcoup, ovverosia nel
momento in cui esse 3 entrando a determinare, a seguito di una rimo&ione patogena, la
sintomatologia con la quale nelle nevrosi si manifesta il ritorno del rimosso 3 si rivelassero aver
determinato un punto di arresto nello sviluppo libidico del soggetto. Ea se questo rende pienamente
motivata l'insisten&a con la quale alcuni interpreti si appellano al fatto che %la tenden&a perversa di
ogni pulsione non basta a qualificarla come perversione', e che quindi %la pulsione non la
perversione, la quale pu4 essere definita unicamente a partire da un'organi&&a&ione specifica della
vita sessuale secondo meccanismi particolari'0 ricavarne che, sebbene con una consapevole&&a
crescente, Freud avrebbe sin dai suoi primi lavori evitato di definire la perversione come %la
manifesta&ione pi o meno impulsiva della pulsione sessuale' per cogliervi viceversa %una
posi&ione soggettiva data a partire dal fantasma' pare sen&'altro eccessivo.
#-
@uando nel Caso
clinico di %ora egli scrive che %le perversioni non sono bestialit2 n1 degenera&ioni nel senso
passionale della parola', ma costituiscono viceversa %lo sviluppo di germi, tutti contenuti nella
disposi&ione sessuale indifferen&iata del bambino', non si tratta infatti di eviden&iare l'irriducibilit2
delle perversioni ad una supposta naturalit2 delle componenti pulsionali che ne stanno alla base,
bens= soltanto di cogliere come, %quando R...S un soggetto sembra di#enuto grossolanamente e
manifestamente perverso, pi giusto dire che esso rimasto tale, che esso rappresenta dunque uno
stadio di iniizione e#oluti#a'.
#;
<ella misura in cui essa preceduta dalla constata&ione che %gli
psiconevrotici sono tutte persone dalle tenden&e perverse fortemente marcate, ma rimosse e rese
inconsce nel corso dello sviluppo', la formula freudiana secondo cui %le psiconevrosi costituiscono,
per cos= dire, la negativa delle perversioni' assume un senso ben preciso.
#,
5er lo meno fino alla
stesura di Un amino #iene picc!iato e a dispetto delle ambiguit2 sopra segnalate, ogni volta che
Freud si sofferma tra la rela&ione di dipenden&a reciproca tra perversione e nevrosi l'impressione
che se ne ricava sempre quella che siano le fantasie dei nevrotici a ricalcare il modello ad esse
fornite dagli atti dei perversi, e non viceversa.
#!
@uanto poi all'afferma&ione, contenuta in un passo
#-5. 7alas, Freud e la per#ersion+ I, in 1rnicarU, n_ >!, ott+dic !,-, pp. >8 e :; rispettivamente (la tradu&ione mia$.
#;9fr. 6. Freud, Frammento di un'analisi d'isteria LCaso clinico di %oraM, trad. di E. Lucentini e E. *anchetti, in
1pere, cit., vol. 8, p >8. ? corsivi sono di Freud.
#,9fr. Frammento di un'analisi d'isteria LCaso clinico di %oraM, cit., pp. >8+8:. L'idea che la nevrosi costituisca la
negativa della perversione viene ribadita da Freud a pi riprese, ad esempio nel passo della conferen&a sul feticismo
del !"! cui si sopra fatto riferimento e nei Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8;;. La sua prima formula&ione
risale tuttavia molto addietro, e pi precisamente ad una lettera indiri&&ata a Fliess il :8 gennaio del ,!;.
#!Discutendo le fantasie da Dora concepite riguardo alla fellatio, Freud osserva che %neppure sarebbe strano se Rla
raga&&aS fosse giunta a questa fantasia sen&a chiarimenti dall'esterno'. L subito dopo aggiunge che, %per creare in
modo autonomo questa fantasia' essa disponeva di una %precondi&ione somatica', successivamente individuata
;"
dell'Interpretazione dei sogni, che %c' una categoria tra i perversi: quella degli esibi&ionisti, nella
quale le compulsioni infantili sono assurte al rango di sintomi', essa sembrerebbe andare, piuttosto
che nel senso del riconoscimento di una sostan&iale indistin&ione, quanto meno fenomenologica, di
perversione e nevrosi, in quello di un'annessione a quest'ultima del solo esibi&ionismo,
analogamente a quanto avverr2 successivamente per l'omosessualit2 e il feticismo stesso. L se nel
pi succinto e ad essa coevo scritto su Il sogno nell'illustrare il perch1 %la maggior parte dei sogni di
adulti RvengaS ricondotta dall'analisi a desideri erotici' gli capita di parlare delle %cosiddette
NperversioniO', solo nella misura in cui egli ammette il carattere in parte almeno culturale della
norma vigente al riguardo.
-"
Il feticismo dei #estiti
. conferma della svolta che lo scritto sulla 2radi#a di Bensen e la conferen&a del !"!
avrebbero segnato nella conce&ione freudiana del feticismo sta quanto da Freud articolato l'anno
successivo nel suo studio su Leonardo da 7inci,
-
in cui l'oggetto feticcio assurge, conformemente
a quanto per certi versi gi2 indicato da .braham, al rango di un vero e proprio Ersatz fallico. <ovit2
questa, peraltro, soltanto relativa, dal momento che tale sua significa&ione era a ben vedere gi2
implicita nel duplice excursus contenuto in un'altro passo della conferen&a, sul quale non ci si
finora soffermati e il cui punto di parten&a offerto da un fenomeno a prima vista molto lontano
dall'ambito della piscopatologia, ma non per questo tale da non poter fornire importanti riscontri
alla tesi della rimo&ione par&iale e, soprattutto, dell'ideali&&a&ione dell'oggetto sessuale: quello,
inerente %la storia universale', per cui, %se il Eedioevo ini&i4 a reprimere la sensualit2 e a sminuire
la figura della donna, ci4 fu possibile solo gra&ie alla contemporanea ideali&&a&ione della madre
quale 7ergine Earia'.
9he il fenomeno, la cui men&ione potrebbe a tutta prima apparire piuttosto fuori contesto, sia
viceversa estremamente rilevante, dipende infatti sen&'altro dal fatto che esso, data la sua prossimit2
nella su&ione infantile (cfr. Frammento di un'analisi d'isteria LCaso clinico di %oraM, cit., p. >8:$. .nalogamente,
quando nella /sicopatologia della #ita quotidiana egli rileva che %le fantasie degli isterici che trattano di sevi&ie
crudeli e sessuali R...S coincidono talora fin nei particolari con le lamentele dei paranoici' e giudica %notevole' il
fatto che %identico contenuto si presenti anche nella realt2, nelle gesta compiute dai pervertiti per il soddisfacimento
delle loro brame' (6. Freud, /sicopatologia della #ita quotidiana, cit., p. :;; n.$, occorre riportare l'apparente
primariet2 delle fantasie in questione alle loro radici pulsionali. La pulsione di dominio, ad esempio, rientra tra le
componenti della normale organi&&a&ione genitale (fattane naturalmente salva sua subordina&ione alle mete di
questa$.
-"9fr. 6. Freud, Il sogno, trad. di L. Luserna, in 1pere, cit., vol. 8, p. 8#. ?l corsivo mio.
-9fr. Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, trad. di L. Luserna, in 1pere, cit., vol. -, pp. :";+,8. La reda&ione
del testo fu tuttavia preceduta da una comunica&ione alla 6ociet2 psicoanalitica il _ dicembre !"!, per la quale cfr.
...77., /roto>olle der @iener /s)c!oanal)tisc!e Vereinigung, hsgb. von (. <unberg und 5. Federn, Fischer,
FranFfurt am Eein !;;, pp. >"-+!.
;
al meccanismo che, come sopra ricordato, Freud avrebbe di l= a poco individuato all'origine di quel
particolare tipo di scelta oggettuale maschile che si basa sulla scissione della figura femminile e
degli investimenti che la riguardano nelle due correnti, reciprocamente contrapposte, della tenere&&a
e dell'eccita&ione sessuale, conferma nel modo pi chiaro la sostan&iale indistin&ione che si andava
per lui allora producendo tra feticismo e nevrosi0 ma non meno importante che esso faccia da
ponte per l'introdu&ione dell'ulteriore considera&ione, il cui tono ironico non deve trarci in inganno,
secondo cui %nel mondo dell'esperien&a quotidiana' sarebbe dato %rilevare che met2 dell'umanit2
dev'essere annoverata tra i feticisti dei vestiti', ossia che %tutte le donne sono feticiste dei vestiti', in
ragione %ancora una volta della rimo&ione della stessa pulsione Rquella di guardareS, ma questa volta
nella forma passiva del farsi vedere R...S'. Dopo aver iperbolicamente esteso la fissa&ione feticista,
per il tramite di un'osserva&ione che prefigura nella sostan&a alcuni dei contenuti dello scritto sul
narcisismo del !8, alla met2 del genere umano, Freud prosegue infatti con una nota&ione pi fine,
relativa al fatto che %per loro Rper le donneS i vestiti sostituiscono le forme del corpo e portare gli
stessi abiti significa poter mostrare appunto le stesse cose che possono mostrare le altre, significa
che uno pu4 trovare nella donna tutto quello che si aspetta da lei, una rassicura&ione che la donna
pu4 dare solo in tale maniera'.
-:
Di modo che, pi che di una regressione pura e semplice, nel
feticismo dei vestiti saremmo in presen&a di una sorta di duplice spostamento dell'eccita&ione
sessuale. Kriginariamente connessa per la donna con un'esibi&ione narcisistica delle forme del
proprio corpo, la cui soddisfa&ione potremmo a rigore facilmente pensare come autoreferen&iale,
questa si troverebbe cio non solo ad essere traslata sull'esibi&ione di un manufatto, ovverosia di un
oggetto socialmente prodotto e pi o meno intensamente valori&&ato attraverso il raffronto con altri
ad esso analoghi0 ma anche ad essere ulteriormente differita nella conversione dell'esibi&ione diretta
in una strategia di dissimula&ione del tutto analoga a quella praticata dal piccolo (ans. L'esigen&a,
per la donna, di rassicurare l'uomo circa il fatto di avere tutto ci4 che questi %pu4 aspettarsi da lei'
mediante l'interposi&ione dello schermo rappresentato dal vestito, ovverosia da un oggetto la cui
fun&ione sembrerebbe essere all'opposto proprio quella di rendere vano qualsivoglia tentativo di
accertamento al riguardo, sembra infatti implicare che n1 essa, n1 il suo corpo o una qualunque sua
parte possano corrispondere al termine del desiderio maschile, il quale non si reggerebbe pertanto
che sulla propria mistifica&ione. 7ale a dire che, alla radice del feticismo dei vestiti dal quale le
donne sarebbero universalmente affette vi sarebbe l'intui&ione di come la dialettica del desiderio 3 il
quale, a dispetto dell'inscri&ione della dualit2 di maschile e femminile nella costitu&ione biologica
di ciascun individuo, sarebbe privo di qualsivoglia connota&ione di genere 3 ruoterebbe attorno ad
un oggetto privilegiato, il fallo, che non avrebbe tuttavia pi alcunch1 di naturale, come Freud
-:/er la genesi del feticismo, cit., p. ".
;:
stesso si era del resto gi2 avvicinato a formulare nei Tre saggi della teoria sessuale, quanto,
discutendo della promo&ione sociale dell'omosessualit2 riscontrabile presso alcune culture, aveva
osservato come %la prostitu&ione maschile che si offre agli invertiti 3 oggi come nell'antichit2 3
imiti le donne in tutte le manifesta&ioni esterne dell'abbigliamento e del contegno', concludendone
che %in questo caso dunque l'oggetto sessuale, come in molti altri casi, non lo stesso sesso bens=
l'unione dei caratteri dei due sessi, quasi il compromesso tra un impulso che richiede l'uomo e
un'altro che richiede la donna, ferma restando la condizione della #irilit" del corpo Ldei
genitaliM'.
->
@uanto parrebbe dunque doversi concludere dall'esame delle pagine da Freud dedicate al
feticismo nel periodo compreso tra i Tre saggi sulla teoria sessuale e la conferen&a di 7ienna del :8
febbraio !"! che, quanto pi egli approfondisce la conoscen&a del fenomeno, assimilandolo
progressivamente al campo delle nevrosi, tanto pi egli ne accentua la prossimit2 strutturale a ci4
che egli stesso aveva nel !"# definito l'amore normale, ovverosia alla sessualit2 umana in quanto
distinta da quella animale. 9on l'ulteriore complica&ione che, risultando di conseguen&a l'uno e
l'altra imperniati sul medesimo paradosso, l'avan&ata che tali acquisi&ioni sembrerebbero
comportare sul piano della teoria psicoanalitica non risulta a sua volta esente da una certa
aporeticit2, determinata dall'impossibilit2 di ricondurre nell'alveo di una teoria scientifica, ovverosia
di un saper logicamente consistente e in linea di principio almeno integralmente formali&&abile, i
dati emersi in ambito clinico. <ei seguenti capitoli emerger2 cos= come la tesi stessa del primato del
fallo e della centralit2 della castra&ione attorno alla quale Freud cercher2 di organi&&are questi
ultimi non costituisca forse da ultimo che l'ennesimo tra#estimento immaginario di un dato
strutturale, il quale affiorerebbe piuttosto nell'illogicit2 delle forma&ioni fantasmatiche 3 a
cominciare da quella della madre fallica al centro dello studio leonardesco sopra citato 3 attraverso
le quali esso si reali&&a.
-8
@uasi che, come il re di cui parla Lacan in un passo del Seminario VII, anche la verit2 non
potesse rivelarsi se non %sotto un certo numero di abiti 3 fitti&i, sen&a dubbio 3 ma nondimeno
essen&iali alla sua nudit2', ci4 che farebbe s= che, %rispetto a questi abiti, la sua nudit2 R...S potrebbe
->Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8#!. ?l corsivo mio.
-8?llogicit2 da identificarsi pertanto con la logica stessa del desiderio quale eviden&iata da Freud nella sua indagine
circa le forma&ioni dell'inconscio. <ell'interpreta&ione del sogno dell'inie&ione a ?rma, in cui si tratta per Freud di
assolversi dalle proprie responsabilit2 di medico, egli la illustra ad esempio nei seguenti termini: %Autta l'arringa 3
questo sogno non altro 3 ricorda vivamente la difesa dell'uomo accusato dal suo vicino di avergli reso un paiuolo
in cattivo stato. ?n primo luogo, gliel'aveva riportato intatto0 in secondo luogo, il paiuolo era gi2 bucato al momento
del prestito0 in ter&o luogo, non aveva mai preso in prestito un paiuolo dal vicino. Ea tanto meglio: baster2 che
venga riconosciuta valida una delle tre linee difensive e l'uomo verr2 assolto' (L'interpretazione dei sogni, in 1pere,
cit., vol. >, p. !$.
;>
per4 anche lei non essere mai abbastan&a nuda'.
-#
<on dunque un caso se, a proposito del
pa&iente il cui trattamento gli aveva fornito lo spunto per la comunica&ione sulla genesi del
feticismo, Freud osserva come il suo interesse per i vestiti avesse trovato un %parallelo' quanto mai
significativo in un altro suo %tratto caratteristico': giunto all'et2 adulta, questi era infatti divenuto
%un filosofo speculativo', per il quale %i nomi' rivestivano %una grandissima importan&a', quasi che
in lui si fosse compiuto, a livello intellettuale, %qualcosa di analogo a quanto ReraS accaduto nel
campo dell'erotismo'. 6ottraendo il suo interesse alle cose, egli l'aveva infatti %rivolto alle parole
che sono, per cos= dire, le vesti dei concetti e questo chiarisce il suo interesse per la filosofia',
--
la
quale configurerebbe pertanto una particolare specie di feticismo, dal quale 3 sembra lecito
aggiungere 3 si tratterebbe per la teoria analitica di guardarsi. . meno che la deriva di cui Freud
sembrerebbe voler denunciare l'eventualit2 non sia in qualche modo, esattamente come
l'avvitamento imposto dalla sopravvaluta&ione feticistica dell'oggetto al retto procedere della
pulsione, un rischio in certo qual modo obbligato.
-#9fr. B. Lacan, Il seminario+ Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, trad. di E.D. 9ontri, Linaudi, Aorino
!!8, p. !.
--/er la genesi del feticismo, cit., p. !.
;8
C%-. III. I. /"',00,( 0(#" Ersatz )". -"&" #%'"!&(
L' mar&o del !8 Freud tenne, nella consueta cornice della 6ociet2 psicoanalitica di
7ienna, una seconda conferen&a sul tema del feticismo, ancora una volta incentrata sulla
discussione di un caso di feticismo del piede ma contenente, rispetto a quella del !"!, diversi
elementi nuovi, a cominciare dall'osserva&ione, che si trova al termine del dibattito ad essa seguito,
secondo cui %la pulsione olfattiva non ha in questo caso alcuna importan&a'.
.ncor pi significativa tuttavia la conferma, che pure vi contenuta, di un'indica&ione da
Freud peraltro gi2 fornita pochi mesi dopo la comunica&ione del :8 febbraio !"!, in un'altra seduta
della 6ociet2, datata _ dicembre !"!. Dopo aver stabilito un legame tra un presunto ricordo
d'infan&ia di Leonardo da 7inci (relativo ad un %avvoltoio' che, quando ancora giaceva in culla, gli
avrebbe ripetutamente percosso con la coda le labbra$, la figura della madre fallica che sovente
compare nelle fantasie dei nevrotici e quella, androgina, della dea egi&iana .ut, egli vi si era infatti
soffermato sull'importan&a di %questo primo pene perduto della madre', ipoti&&ando che esso
giocasse un ruolo di primo piano e che %anche il feticismo del piede, che abbiamo potuto ricondurre
alla repressione di certe pulsioni coprofile, dovesse ricollegarsi alla ricerca e al fortunato
ritrovamento di questo pene perduto della madre'. %<el feticismo della cal&atura o del piede',
aveva aggiunto in nota, %il figlio dota ancora la madre, per cos= dire, del proprio pene0 proietta
sull'oggetto ci4 che egli stesso possiede ResitzS'.
-;
.nalogamente, nel saggio in cui tali
osserva&ioni successivamente confluirono, per l'appunto intitolato Un ricordo d'infanzia di
Leonardo da Vinci, egli avrebbe ribadito come %nei feticisti, la venera&ione del piede e della scarpa
femminile consideri il piede unicamente un simbolo sostitutivo del membro della donna, una volta
venerato e da allora rimpianto'.
-,
<1 deve trarre in inganno il fatto che i Tre saggi sulla teoria
sessuale avessero prospettato l'eventualit2 che, alla base della rela&ione tra il feticcio e l'oggetto
pulsionale da esso sostituito, potesse esservi anche una rela&ione simbolica, per lo pi inconscia.
Freud, infatti, non aveva allora ancora circoscritto la rela&ione di sostitu&ione al membro virile, n1
si era accorto di come questo fosse sempre e soltanto quello dal bambino un tempo attribuito alla
madre. Da cui l'esemplifica&ione della rela&ione in questione non solo con l'equivalen&a simbolica,
basata sull'assimila&ione della scarpa alla cavit2 vaginale, di pene e piede, bens= anche con quella,
fondata sulla somiglian&a tra il pelo dell'animale e il vello pubico femminile, di vagina e pelliccia.
-!
-;...77., /roto>olle der @iener /s)c!oanal)tisc!e Vereinigung, cit., p. "!. Arad. mia.
-,9fr. 6. Freud, Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, trad. di L. Luserna, in 1pere, cit., vol. -, p. :8.
-!9fr. Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8-!.
;#
1mosessualit" e complesso di castrazione
. Leonardo Freud si era del resto da tempo interessato in rela&ione ad alcuni caratteri della
sua vita sessuale, e in particolare ad alcuni tratti che ne facevano supporre l'omosessualit2,
;"
al pari
del feticismo inclusa, nei Tre saggi sulla teoria sessuale, nel novero delle aberra&ioni sessuali. 6u
tale perversione Freud era in seguito ritornato pi volte, specialmente nel contesto dell'indagine
sulle teorie sessuali infantili cui da riportare anche l'individua&ione del fantasma della madre
fallica. <on stupisce pertanto che, proprio nel testo a queste specificamente dedicato, si trovino una
serie di considera&ioni il cui fine quello di caratteri&&are una particolare posi&ione omosessuale,
ma che potrebbero essere in buona parte riferite anche al feticista e nelle quali compare per la prima
volta il termine %complesso di evira&ione'.
;
5er il futuro omosessuale 3 spiega Freud 3 %la donna reale, cos= come viene successivamente
da lui conosciuta', destinata a rimanere %un oggetto sessuale impossibile, dal momento che
priva dell'attrattiva essen&iale0 an&i, se correlativa a un'altra impressione della sua vita infantile, pu4
divenirgli ripugnante. ?l bambino dominato principalmente dall'eccitamento del pene abitualmente
si procura piacere stimolandolo con la mano0 allora viene colto sul fatto dai genitori o da chi si
prende cura di lui e spaventato con la minaccia che gli verr2 tagliato il membro. L'effetto di tale
%minaccia di evira&ione', straordinariamente profondo e durevole, propor&ionato al valore che
egli attribuisce a tale parte del corpo. Leggende e miti attestano lo sconvolgimento della sua vita
emotiva, l'orrore che si riallaccia al complesso di evira&ione, il quale verr2 anche pi tardi ricordato
dalla coscien&a con la ripugnan&a che merita. ? genitali femminili 3 scorti successivamente e
interpretati come l'effetto di una mutila&ione 3 richiamano alla memoria questa minaccia, destando
;"<ella lettera a Fliess del ! ottobre ,!, Freud aveva segnalato all'amico come Leonardo, %del quale non si conosce
alcuna rela&ione amorosa', fosse forse stato %il pi famoso caso di mancinismo', e difatti, secondo quanto segnalato
in nota dal curatore dell'edi&ione tedesca dell'epistolario, nel suo successivo lavoro su %er ;lauf des Leens
(!"-$, Fliess avrebbe sviluppato la tesi secondo cui il mancinismo che caratteri&&erebbe di norma gli artisti
sarebbe legato alla presen&a, in essi, di %una pi forte componente del sesso opposto' (cfr. 6. Freud, Lettere a
@il!elm Fliess 3FF4B3GHI, cit., p. >-! e n.>$. ?n questo contesto il mancinismo di Leonardo non sarebbe stato per
Fliess che uno dei tanti esempi addotti a sostegno delle sue tesi, il cui valore sarebbe nondimeno stato messo in
dubbio proprio da Freud, che verso la fine del suo contributo sull'artista allude velatamente alle ricerche di Fliess per
prenderne le distan&e (cfr. Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. :;#$.
;La descri&ione del complesso di castra&ione si trova gi2 abbo&&ata in pi punti de L'interpretazione dei sogni (cit.$, e
in particolare alla p. >>;, dove, nel contesto della delucida&ione del significato simbolico dell'espressione %il
piccolo' e delle immagini ad essa associate, Freud interpreta un sogno di una sua pa&iente, in cui essa si identifica
con il fratello, alla luce di esso: %Rla pa&ienteS stata in realt2 una monellaccia e spesso le toccato sentirsi dire che
era un raga&&o mancato. Da questa identifica&ione col fratello risulta quindi in modo particolarmente chiaro che il
piccolo significa l'organo genitale. La madre (lo$ minaccia di castra&ione, e questa non pu4 essere che una puni&ione
per aver giocato con il membro0 con ci4 l'identifica&ione indica che lei stessa si era masturbata da bambina, mentre
sinora ricordava solo la masturba&ione del fratello'. ?l sogno 3 aggiunge Freud 3 %accenna inoltre alla teoria sessuale
infantile, secondo cui le bambine derivano per castra&ione dai bambini. Dopo averle esposto codesta opinione
infantile, RellaS ne trova subito una conferma nell'aneddoto del bambino che chiede alla bambina: tagliatoU .l che la
bambina risponde: no, sempre stato cos='.
;-
nell'omosessuale orrore an&ich1 piacere'.
;:
9onsiderato, in ragione del soddisfacimento che in grado di procurargli, il bene pi pre&ioso
in suo possesso, il pene diviene dunque ben presto, per il bambino, non solo il tratto distintivo di ci4
in cui egli si riconosce, bens= anche la fonte e il metro del valore di qualsivoglia altro oggetto.
;>
<el
tentativo di sistemati&&are i dati emersi dall'analisi compiuta, sebbene in forma indiretta, sul piccolo
(ans, oltre ad osservare come il bambino cominci con l'attribuire il possesso del pene %a tutti gli
esseri viventi, che egli giudica simili a lui', Freud riflette sulla ragione per cui (ans %si lamenta
ripetutamente col padre e con la madre di non aver mai visto il loro fapip=', individuandola nel
%bisogno di stailire un confronto'. 7ale a dire che per (ans il pene tiene il posto dell'?o sul cui
%metro' l'uomo %misura il mondo': osservata la spropor&ione tra il suo membro e quello di animali
come il leone o il cavallo, suppone che essa sussista anche nei confronti di quello del padre e della
madre e vorrebbe accertarsene, onde ricavarne la certe&&a che anche il suo crescer2 in pari misura.
6i potrebbe a questo riguardo osservare come Freud abbia fin da principio attribuito al primato da
lui riconosciuto al pene una connota&ione narcisistica, la quale fa dell'immaginario il luogo in cui
l'uomo si ritrova nel mondo. 5i aderente al dato della clinica, egli si limita tuttavia a dedurne 3 di
fatto correggendo la contrapposi&ione, eccessivamente schematica, che egli stesso aveva istituito
nei Tre saggi sulla teoria sessuale tra la vita sessuale dei bambini e quella degli adulti 3 che, poich1
%nella costitu&ione sessuale del piccolo (ans' la &ona erogena dalla quale %sin dall'ini&io' egli pu4
trarre %il pi intenso piacere' quella genitale, non c' ragione di paventare che essa comprenda %la
disposi&ione allo sviluppo di perversioni e della loro negativa'.
;8
L'ennesima riproposi&ione di questa formula peraltro qui corredata da una serie di
interessanti ragguagli, a cominciare dalla constata&ione di come la regola in base alla quale i
pervertiti 3 per i quali la cosa andrebbe %da s1, quasi' 3 e gli isterici avrebbero in comune una
%diminuita importan&a della &ona genitale nei confronti delle altre &one erogene' comporti tuttavia
un'importante ecce&ione, costituita dall'omosessualit2. ?l che non solo spiega come il piccolo (ans,
pur esente da ogni disposi&ione perversa, non ne sia nondimeno affatto indenne, ma anche chiarisce
quanto gi2 esposto nello scritto sulle Teorie sessuali infantili. .vvicinandosi di molto ad enucleare il
tratto distintivo di quella che egli arriver2 infine a teori&&are come un'organi&&a&ione genitale
;:Teorie sessuali dei amini, cit., p. 8#;.
;><e L'organizzazione genitale infantile (in 1pere, cit., vol. !, p. #--$ Freud si soffermer2 sulla resisten&a che, anche
dopo aver constatato come alcune donne non possiedano il pene, il bambino oppone alla generali&&a&ione di questa
osserva&ione. . rendergliela tanto difficile non sarebbe soltanto %la sua persuasione che l'assen&a del pene sia una
conseguen&a dell'evira&ione, a sua volta concepita come castigo', ma anche la convin&ione che %siano state private
del genitale soltanto le donne che non valgono nulla, probabilmente femmine che si sono rese colpevoli di impulsi
proibiti simili a quelli che egli stesso avverte. .lle donne rispettabili invece, come per esempio la propria madre, i
bambini attribuiscono il pene ancora per molto tempo'.
;8;nalisi della foia di un amino di cinque anni+ LCaso clinico del piccolo (ansM, cit., pp. ##,+#!.
;;
infantile vera e propria, Freud eviden&ia sin d'ora che %i soggetti che pi tardi diverranno
omosessuali R...S presentano rispetto ai normali la stessa preponderan&a infantile della &ona genitale,
e particolarmente del pene'.
;#
?ntroducendo quindici anni dopo la no&ione di fase fallica, egli puntuali&&er2 che %la
principale caratteristica di questa %organizzazione genitale infantile' la sua diversit2 rispetto alla
definitiva organi&&a&ione genitale dell'adulto. Aale diversit2 consiste nel fatto che per entrambi i
sessi c' un solo genitale degno di essere preso in considera&ione, quello maschile. <on siamo
dunque in presen&a di un primato dei genitali, bens= di un primato del fallo'.
;-
.ncor pi
interessante di quest'anticipa&ione, la cui portata peraltro fortemente limitata dal fatto che, a
differen&a di quello del !:>, il Freud del !", non sembra nemmeno porsi il problema di come
declinare al femminile una tale %preponderan&a' del pene, nondimeno per noi il fatto che essa
venga anche descritta come una %sopravvaluta&ione' dello stesso, mediante lo stesso termine gi2
impiegato nei Tre saggi sulla teoria sessuale in rela&ione all'oggetto feticcio. <ota&ione, questa, che
assume un ulteriore rilievo qualora si tenga presente come, in tutte le edi&ioni di quest'opera
anteriori al !:", ovverosia fin tanto che Freud avrebbe mantenuto l'idea della complementarit2 di
perversione e nevrosi, si trovava un passo inerente la particolarit2 per cui %nessuna delle sequen&e
inconsce di pensieri riscontrate nelle nevrosi corrisponde a una tenden&a al feticismo'.
;;
Di modo
che parrebbe doversi estendere anche a quest'ultimo la conclusione che quello stesso appre&&amento
del pene che avrebbe altrimenti potuto portare il soggetto al normale sviluppo nella dire&ione
dell'eterosessualit2, spinto all'estremo risulterebbe viceversa deviante seppure non propriamente
patogeno, ch1, in base all'assunto della solidariet2 di perversione e nevrosi, l'omosessualit2 si
colloca sen&'altro, sulla scala evolutiva che porta %dall'autoerotismo all'amore oggettuale', in %un
punto intermedio', un passo innan&i rispetto a quest'ultima. Del pari, varrebbe conseguentemente
anche per il feticista la nota&ione 3 conforme al principio, di portata pi generale e gi2 formulato nei
Tre saggi sulla teoria sessuale, che %noi erroneamente ci siamo rappresentati l'unione di pulsione e
oggetto della vita sessuale come troppo intima'
;,
3 secondo cui %ci4 che fa di un individuo un
omosessuale non una particolarit2 della vita pulsionale, bens= della scelta oggettuale'.
;!
;#?vi, pp. #-"+-. ?l corsivo mio. ?n una nota de L'organizzazione genitale infantile (cit., p. #-# n. $ Freud insister2
parimenti su come %l'atten&ione del bambino sia scarsamente attratta dall'altra parte del genitale maschile, dallo
scroto e da ci4 che contiene. 6e ci basassimo sulle analisi non potremmo indovinare che al genitale appartiene
qualcos'altro oltre al pene'.
;-L'organizzazione genitale infantile, cit., p. #-8.
;;Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8;, n. >.
;,9fr. ivi, p. 8-:.
;!9fr. ;nalisi della foia di un amino di cinque anni+ LCaso clinico del piccolo (ansM, cit., p. #-.
;,
Leonardo0 la donna con il pene e il niio
Aornando al lavoro su Leonardo, il primo riferimento al supposto ricordo infantile del nibbio
in rela&ione al quale Freud vi introduce le sue considera&ioni sul feticismo si trova in apertura al
secondo capitolo, mentre il primo dedicato a svilupparne il tema originario, riguardante la
peculiarit2 della curiosit2 scientifica leonardesca e l'influen&a da questa esercitata sulla sua attivit2
artistica. ?l passo cui Freud fa riferimento tratto dal Codice atlantico (.tl. -- v. b$ e recita:
%@uesto scriver s= distintamente del nibbio par che sia mio destino, perch1 nella mia prima
ricorda&ione della mia infan&ia e' mi parea che, essendo io in culla, un nibbio venissi a me e
m'aprissi la bocca colla sua coda, e molte volte mi percotessi con tal coda dentro alle labbra'.
,"
*iprendendo le considera&ioni gi2 formulate ne Il poeta e la fantasia sul modo in cui i popoli
trasfigurano la verit2 storica relativa alle loro origini,
,
Freud ne mette tuttavia immediatamente in
dubbio la realt2, non tanto in ragione dell'et2 particolarmente precoce cui Leonardo riferisce il suo
ricordo, quanto a causa della scarsa plausibilit2 del suo contenuto. 9i4 non significa tuttavia, precisa
Freud, che non meriti occuparsene: come dietro il materiale leggendario si nasconde sempre un
nocciolo di verit2 storica, cos= %dietro i frammenti di ricordi' che non riusciamo a comprendere
%sono celate inestimabili testimonian&e delle linee pi importanti del RnostroS sviluppo psichico'.
,:
.pparentemente piuttosto for&ato nella misura in cui, nell'equa&ione dalla quale risultano simili
ricordi, entra in gioco, oltre ai fatti del passato e agli interessi attuali che ne determinerebbero la
trasfigura&ione, anche un ter&o fattore, costituito dai desideri infantili in quanto nocciolo
dell'inconscio, il parallelo si giustifica secondo Freud nella misura in cui, nel caso di Leonardo, ci4
permetterebbe nondimeno di colmare una lacuna della sua biografia, giustappunto relativa ai suoi
primi anni di vita.
. tal fine, Freud comincia col dare, della fantasia di Leonardo, una tradu&ione erotica,
sottolineando come, in italiano al pari che in molte altre lingue, il termine %coda' sia uno di quelli
cui abitualmente si ricorre per designare il membro maschile. @uella che si profila dietro al ricordo
d'infan&ia riportato da Leonardo sarebbe dunque una fantasia omosessuale passiva di fellatio,
ulteriormente ricondotta da Freud alla base ad essa fornita da %un'altra situa&ione in cui tutti un
tempo ci siamo sentiti a nostro agio: quando poppanti R...S prendevamo in bocca per succhiarlo il
,"9fr. G. Fumagalli (a cura di$, Leonardo omo senza lettere, 6ansoni, Firen&e !>!, pp. 8+# (cit. in Un ricordo
d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. ::!$.
,9fr. sopra, pp. #;+#!. 7a ricordato come lo schema esplicativo qui applicato risalga in realt2 molto pi indietro, e
pi precisamente alla pubblica&ione, avvenuta nel ,!,, dell'articolo *icordi di copertura (in parte ripreso nella
/sicopatologia della #ita quotidiana, cit., pp. !>+""$. Dopo aver abbandonato la teoria della sedu&ione, Freud la
reinterpret4 del resto in maniera sostan&ialmente analoga, mediante l'ipotesi che buona parte dei traumi riferitigli dai
suoi pa&ienti costituisse in realt2 un travestimento retroattivo dell'onanismo infantile.
,:Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. :>.
;!
cape&&olo della madre o della balia'. 7ale la pena di rimarcare, a questo riguardo, come
l'equivalen&a immaginaria di cape&&olo e pene insita in tale accostamento non venga affatto
considerata da Freud come qualcosa di immediatamente evidente, al punto che egli cerca di mediare
i due termini mediante un riferimento a prima vista piuttosto bi&&arro. .ll'afferma&ione secondo cui
l'esperien&a della su&ione al seno costituirebbe, in quanto paradigma di ogni successivo %godimento
vitale', un'%impressione organica R...S certamente tale da rimaner scolpita in noi in modo
indelebile', egli fa infatti seguire la constata&ione che, %quando pi tardi il bambino fa la
conoscen&a della mammella della mucca, che per la sua fun&ione equivale a un cape&&olo 3 ma per
la sua forma e la posi&ione nel basso ventre a un pene 3 ha raggiunto il primo gradino per la
successiva costru&ione di quella fantasia sessuale Rla fellatioS che ci suscita repulsione'.
,>
?l carattere soltanto par&iale del chiarimento in tal modo conseguito relativamente alla
peculiarit2 della fantasia leonardesca risulta nondimeno evidente: posto con Freud che la
reminiscen&a dell'allattamento al seno materno sia %ugualmente importante per i due sessi', tutta
una serie di domande resta sen&a risposta, a cominciare da quella relativa all'identifica&ione 3
implicita in quanto sinora detto 3 della figura materna con il nibbio per arrivare a quella inerente le
ragioni della sua rielabora&ione in senso omosessuale passivo merc la conversione dell'attivit2
della su&ione nella passivit2 dell'allattamento (si ricordi infatti che, stando al racconto di Leonardo,
non lui ad aprire la bocca per succhiare la coda del nibbio, ma quest'ultimo ad aprirgliela per poi
introdurvela$.
L' noto come, riguardo al primo punto, Freud sia caduto in un tranello, ingenerato da un errore
della traduttrice tedesca del testo leonardesco, Earie (er&feld, la quale rese l'italiano %nibbio' col
tedesco %2eier', il quale significa invece %avvoltoio'. 5er spiegare la sostitu&ione da Leonardo
operata della madre con il nibbio, egli sviluppa infatti una serie di argomenti che ne dipendono
strettamente, a cominciare dall'essere nella scrittura geroglifica la madre rappresentata proprio dalla
figura dell'avvoltoio. ?noltre, sempre presso gli egi&i, Freud ritrova l'esisten&a di un culto relativo a
%una divinit2 materna che veniva raffigurata con una testa di avvoltoio o con pi teste, almeno una
delle quali era di avvoltoio. ?l nome di questa dea si pronun&iava .ut0 che l'affinit2 fonetica con la
nostra parola .utter sia soltanto casualeU'
Freud stesso, naturalmente, si rende conto di come tutto ci4 presupponga da parte di Leonardo
una conoscen&a della lingua e della cultura egi&iane del tutto priva di riscontri, non fosse per un
passo dei (ierogl)p!ica di Krapollo <iloo, che Leonardo avrebbe potuto conoscere attraverso
qualche padre della 9hiesa o una compila&ione di scien&e naturali. Da Krapollo, infatti, Leonardo
avrebbe potuto apprendere non solo che gli egi&i usavano la figura di un avvoltoio per indicare la
,>?vi, p. :>:+>>.
,"
madre %poich1 in questo genere di animali non vi maschio', bens= anche come, presso tali animali,
si riteneva allora avvenisse la genera&ione: %quando l'avvoltoio agogna al concepimento dischiude
la sua vagina al vento di /oreade ed da esso penetrato per cinque giorni nei quali non prende n1
cibo n1 bevanda, desiderando la procrea&ione di una creatura'.
,8
Ld proprio alla lettura di queste
parole che in Leonardo sarebbe affiorato %un ricordo che si trasform4 in quella fantasia, la quale
per4 intendeva significare che anch'egli era stato in fondo figlio di avvoltoio, che aveva avuto una
madre ma non un padre, e a questo si accompagn4, nel modo in cui soltanto impressioni cos=
antiche possono esprimersi, un'eco del godimento provato al seno materno'.
,#
.ll'identifica&ione di quello che egli crede un avvoltoio, mentre si tratta di un nibbio, Freud
aggiunge in tal modo il tema della nostalgia per il padre assente, fondamentale nella misura in cui
unicamente attraverso di esso che egli riesce a spiegare la futura disposi&ione epistemofilica di
Leonardo, nonch1 il carattere prevaricante da essa finalmente assunto. L'ipotesi freudiana infatti
che essa costituisca un retaggio dell'accanimento col quale questi avrebbe condotto l'indagine
infantile circa i misteri della nascita e del concepimento, a sua volta motivabile con l'avere egli
vissuto nei primissimi anni di vita da solo con la madre e lontano dal padre, che solo
successivamente l'avrebbe riconosciuto.
,-
@uanto pesi l'errata interpreta&ione della parola %nibbio' sull'argomenta&ione freudiana
evidente, dal momento che, di tutto il materiale egi&io chiamato in causa da Freud, si salva
unicamente 3 ed in parte soltanto, dal momento che anche in questo caso di avvoltoi si tratta 3 il
riferimento ad Krapollo. . proposito di quest'ultimo, si potrebbe tuttavia notare come la sua
fun&ione all'interno del discorso di Freud sia essen&ialmente quella di garantire la continuit2 della
trasmissione simbolica mediante la quale l'identifica&ione della madre con l'avvoltoio, operata
nell'ambito della civilt2 egi&ia, sarebbe infine pervenuta a Leonardo. 5oich1 a proposito della dea
Eut Freud osserva nel seguito del saggio come essa venisse %per lo pi raffigurata dagli Lgi&i con
un fallo', e come %il suo corpo, contraddistinto da mammelle, presentRasseS inoltre un membro
maschile in stato di ere&ione'0 poich1 inoltre egli mette in rela&ione tale sua peculiarit2 con la
valen&a simbolica fallica della coda del nibbio che compare nella fantasia leonardesca, parrebbe
quasi che Freud, chiamando in causa il passo di Krapollo, abbia voluto evitare di basare
direttamente la sua interpreta&ione 3 secondo un metodo che non esiter2 viceversa in seguito ad
adottare 3 sull'interpola&ione di un elemento la cui universale presen&a nello psichismo gli si era
,89. Leemans (a cura di$, (orapollonis 'iloi (ierogl)p!ica, .msterdam !>#, p. 8 (cit. in Un ricordo d'infanzia di
Leonardo da Vinci, cit., p. :>8$.
,#Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., :>#+>-.
,-.ll'intui&ione di %questo nesso tra la sua ricerca e la storia della sua infan&ia' Freud fa ad esempio risalire
%l'esclama&ione che egli era stato destinato da sempre ad immergersi nel problema del volo degli uccelli' (ivi, p.
:>;$.
,
precedentemente rivelata nell'ambito della clinica, ovverosia sulla fantasia della madre con il pene
di cui sopra.
,;
?l che significa che la sua interpreta&ione del ricordo leonardesco e soprattutto della
sua connota&ione in senso omosessuale si regge anche a dispetto dell'errore in lui indotto dalla
tradu&ione tedesca del Codice atlantico, sebbene unicamente alla condi&ione di muovere
dall'irriducibilit2 della fantasia della madre fallica, come lo stesso Freud si risolve infine a fare
quando afferma che %nella dea Eut R... S troviamo la medesima unione di caratteristiche materne e
virili che compare nella fantasia di Leonardo` Dobbiamo spiegare questa coinciden&a ammettendo
che Leonardo conoscesse dai suoi studi sui libri anche la natura androgina dell'avvoltoio maternoU
Aale possibilit2 pi che dubbia0 pare che le fonti a lui accessibili non contenessero alcun accenno a
questa singolare disposi&ione. L' ben pi facile ricondurre la concordan&a a un moti#o comune,
atti#o sia nell'uno c!e nell'altro caso e ancora sconosciuto'.
,,
9ome gi2 detto, tale motivo comune risiede nella teoria sessuale infantile secondo cui tra
l'organo genitale maschile e la figura materna non vi sarebbe alcuna incompatibilit2. *iprendendo
quanto gi2 articolato negli scritti del biennio !";V!",, Freud ripropone qui la tesi secondo la
quale il bambino (al solito, implicitamente, maschio$ attribuisce a tutte le persone un pene nella
misura in cui egli % dominato dall'interesse per il proprio organo genitale', e che %questo
preconcetto s'instaura cos= solidamente nel giovane investigatore che non viene distrutto neppure
dalle sue prime osserva&ioni di genitali di piccole bambine', la cui differente conforma&ione viene
da questi denegata dapprima supponendo che il membro, la sola idea della cui mancan&a gli sembra
%sconvolgente, insopportabile', sia in realt2 presente e destinato a crescere sebbene al momento
molto piccolo0 e quindi 3 in una fase ulteriore, conseguente alla disillusione di tale aspettativa 3 con
l'ipotesi che %il membro c'era anche nella bambina piccola, ma stato tagliato e al suo posto
rimasta una ferita'. *ispetto al passato, il nesso tra la fantasia della donna con il pene e il complesso
di castra&ione appare qui meglio determinato, gra&ie anche alla constata&ione che %questo progresso
della teoria utili&&a ormai alcune esperien&e personali di carattere penoso: il bambino ha nel
frattempo udito la minaccia che gli si toglier2 il pre&ioso organo se continua a mostrare un interesse
troppo evidente per esso. 6otto l'influsso di questa minaccia di evira&ione egli ora muta la sua
conce&ione dell'organo sessuale femminile0 d'ora in poi tremer2 per la propria virilit2, ma
dispre&&er2 altres= le infelici creature sulle quali secondo lui gi2 stata eseguita la terribile
puni&ione'.
,!
. questo punto, Freud pare ricordarsi della comunica&ione sul feticismo del febbraio !"!,
,;9fr. le osserva&ioni al riguardo formulate da Bohn Forrester nel capitolo quinto del suo Il linguaggio e le origini
della psicanalisi, trad. di F. 7illa, il Eulino, /ologna !,8.
,,Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. :>!. ?l corsivo mio.
,!9fr. ivi, pp. :8"+8.
,:
dal momento che egli aggiunge al quadro l'osserva&ione che %prima che il bambino cada sotto il
dominio del complesso di evira&ione R...S incomincia a manifestarsi in lui, quale attivit2 pulsionale
erotica, un intenso piacere di guardare', legato al desiderio di %vedere i genitali di altre persone,
all'ini&io probabilmente per confrontarli con i suoi'. Ea ancor pi importante l'afferma&ione che
%l'attra&ione erotica suscitata dalla persona della madre culmina presto nella nostalgia dell'organo
sessuale di lei, ritenuto un pene'. D'un tratto, quanto avan&ato l'anno prima in rela&ione al feticismo
dei vestiti prende appieno il suo senso: il riferimento, piuttosto confuso, alla reversibilit2 del
carattere della pulsione da attivo a passivo e viceversa viene lasciato cadere, mentre si specifica, in
maniera pienamente conforme alla generali&&a&ione del concetto di feticismo da Freud allora
avan&ata in rela&ione alle donne in quanto soggette alle coa&ioni della moda, come l'oggetto della
pulsione scopica debba essere identificato non, genericamente, nel corpo nudo della madre, bens=
nel di lei pene mancante. 5recisato come a seguito della successiva rivela&ione che la donna non ha
pene tale nostalgia possa trasformarsi nel ribre&&o e nel risentimento che spesso dato riscontrare
negli impotenti psichici, nei misogini o negli omosessuali, Freud ridefinisce quindi la sua teoria
genetica del feticismo nei seguenti termini: %la fissa&ione all'oggetto un tempo intensamente
desiderato, il pene della donna, lascia tracce indelebili nella vita psichica del bambino che abbia
compiuto con particolare profondit2 quella parte dell'esplora&ione sessuale infantile. <ei feticisti,
pare che la venera&ione del piede e della scarpa femminile consideri il piede unicamente un simbolo
sostitutivo del membro della donna, una volta venerato e da allora rimpianto0 i %tagliatori di trecce'
svolgono sen&a saperlo la parte di persone che compiono l'atto di evira&ione sull'organo genitale
femminile'.
!"
@uanto in questa riformula&ione della teoria del feticismo merita inoltre di essere sottolineato,
la prossimit2 tra l'epistemofilia leonardesca e la disposi&ione al pensiero speculativo sviluppata
dal pa&iente di cui nella comunica&ione del !"! in stretto rapporto con il feticismo dei vestiti.
*itornando pi oltre sul problema dell'interesse da Leonardo nutrito per il volo, Freud, dopo essersi
soffermato sul valore simbolico del volo stesso e dei termini ad esso associati, osserva come,
confessando di aver provato per esso una particolare attra&ione sin dall'infan&ia, l'artista toscano ci
abbia dato conferma %che la sua esplora&ione infantile era rivolta alla sfera della sessualit2'. Ea
ancor pi interessante rilevare come a tale interesse Leonardo sarebbe secondo Freud rimasto
successivamente fissato, aggirando in tal modo la rigidit2 della rimo&ione che l'avrebbe pi tardi
pressoch1 totalmente estraniato dalla sessualit2: %dagli anni dell'infan&ia sino all'epoca della piena
maturit2 intellettuale lo stesso soggetto continu4 ad interessarlo, con un lieve mutamento di
significato, ed molto probabile che egli non riuscisse a conquistare l'abilit2 desiderata n1 nella
!"?vi, p. :8.
,>
primitiva acce&ione sessuale, n1 nell'acce&ione meccanica0 che entrambe restassero per lui desideri
frustrati. ?l grande Leonardo 3 scrive ancora Freud 3 a ben vedere, rimase per tutta la vita per pi
versi infantile R...S. 9ontinu4 a giocare ancora in et2 adulta e anche per questo apparve talora
inquietante e incomprensibile agli occhi dei suoi contemporanei'. Ara gli altri esempi riportati da
Freud, c' un passo del 7asari in cui si racconta di come Leonardo avesse una volta applicato ad un
ramarro delle ali posticce, fabbricate con le scaglie prelevate da altri ramarri e che, quando l'animale
si muoveva, %tremavano', cosicch1 %fattoli gli occhi, corna e barba, domesticatolo e tenendolo in
una scatola, tutti gli amici, ai quali lo mostrava, per paura faceva fuggire'. 6i potrebbe a questo
riguardo osservare come una tale commistione di artificio e natura, al pari del piacere da Leonardo
provato nel progettare %i pi ingegnosi trastulli meccanici' e del suo pi generale gusto per
%fin&ioni e travestimenti', rientrino tra i tratti a pi riprese indicati dalla clinica psicoanalitica
postfreudiana come tipici dei soggetti perversi. ?n questa sede, per4, conviene forse limitarsi a
ritenere la conclusione cui Freud esplicitamente perviene, ovverosia che % probabile che questa
pulsione di giuoco sia venuta meno negli anni pi maturi, sfociando anch'essa nell'attivit2 di ricerca,
la quale signific4 l'ultimo e pi alto dispiegamento della sua personalit2. Ea il suo lungo permanere
pu4 insegnarci con quanta lente&&a si stacchi dalla propria infan&ia colui che ha toccato in quel
tempo l'apice della beatitudine erotica, in seguito mai pi raggiunto'.
!
. dispetto del credito da Freud in tal modo finalmente concesso a Leonardo, la cui brama di
sapere sarebbe finalmente giunta a desessuali&&arsi, rimane l'indica&ione relativa a come
l'aspira&ione al possesso di un sapere sulla natura delle cose dovesse piuttosto avere a lungo
costituito, per Leonardo, l'Ersatz di tutt'altra conoscen&a, relativa a quello stato di %beatitudine' che
egli stesso avrebbe sperimentato, in una forma nondimeno passivante, attraverso le ardenti care&&e
materne cui %accenna la fantasia del nibbio'.
!:
Fin troppo comprensibilmente 3 afferma Freud 3 la
madre di Leonardo, %non solo per compensare il fatto di non avere un marito, ma anche per
compensare il bambino di non avere un padre che lo accare&&asse', l'avrebbe collocato 3
analogamente alla madre del feticista da lui anali&&ato l'anno precedente 3 al posto di quest'ultimo,
%provocando una troppo precoce matura&ione del suo erotismo' e spogliandolo in tal modo %di
parte della sua virilit2'. *iprendendo quanto da Lacan osservato in rela&ione al Caso clinico del
!?vi, p. :-,.
!:<elle considera&ioni conclusive del lavoro su Leonardo Freud parla infatti di una duplice sublima&ione, la cui forma
originaria sarebbe stata quella della sete di sapere universale, cui solo in un secondo tempo si sarebbe aggiunta
quella consistente nell'attivit2 artistica. 5oich1 tuttavia %la quasi completa repressione dell'autentica vita sessuale
non offre le condi&ioni pi favorevoli per l'esplicarsi delle aspira&ioni sessuali sublimate', anche in Leonardo si
sarebbe infine avuta una %retrocessione' dalla seconda alla prima di queste due forme, con la quale sarebbero
riapparsi, in perfetta analogia con quanto avviene nei nevrotici, %alcuni dei tratti che caratteri&&ano le pulsioni
sessuali inconsce: l'insa&iabilit2, il rigore inflessibile, la mancan&a di capacit2 di adattamento alle circostan&e
reali' (cfr. ivi, pp. :;+;:$.
,8
piccolo (ans, per il quale pure sarebbe stata questione di una certa caren&a paterna e di un'eccessiva
esclusivit2 della rela&ione duale di madre e bambino, potremmo dire che anche Leonardo sarebbe
stato posto nella condi&ione di dover sostenere %l'amore della madre per l'infante che essa allatta e
cura', il quale % qualcosa di molto pi profondo della sua successiva affe&ione per il bambino che
sta crescendo', essendo %la sua natura' quella %di un rapporto d'amore totalmente soddisfacente,
che appaga non solo tutti i desideri spirituali, ma anche tutte le esigen&e corporee' e ci4 nella
misura in cui esso consente %di soddisfare sen&a rimorso anche moti di desiderio da lungo tempo
rimossi, che si debbono definire perversi'. . monte dell'interroga&ione sulle proprie origini, le cui
tracce Freud ci invita a leggere fra le righe della fantasia del nibbio mediante il riferimento al testo
di Krapollo, vi sarebbe dunque in Leonardo una questione pi originaria, %un misticismo di cui non
osiamo penetrare il segreto', consegnato ad una certa stereotipia delle sue opere pittoriche pi tarde.
%.rrivato al culmine della sua vita', Leonardo avrebbe secondo Freud incontrato quello che non
potremmo nemmeno definire un segno, dal momento che esso non rimanda ad altro che a se stesso,
ovverosia %quel sorriso di beatitudine estatica somigliante a quello che aveva sfiorato le labbra di
sua madre mentre lo accare&&ava R...S. Ea era diventato pittore, e questo sorriso si sfor&4 di crearlo
con il pennelllo'.
!>
<ella misura in cui Freud osserva come le figure che compaiono in questi quadri siano spesso
androgine, %ma non pi nel senso della fantasia del nibbio', si sarebbe tentati di avan&are l'ipotesi
che quel %familiare sorriso ammaliatore', che %fa sospettare un segreto d'amore', adombri una sorta
di al di l2 del feticismo, in cui non si tratterebbe nemmeno pi di scongiurare la minaccia della
castra&ione mediante la proie&ione del pene posseduto dal soggetto sull'essere che viceversa ne
testimonierebbe (la donna$, bens= di conservare, incistato nell'ordine che lo nega, un frammento di
quello stesso godimento che, nella sua assolute&&a, supposto stare al di l2 o, come meglio sarebbe
dire, al di qua della castra&ione stessa. @uasi che le figure dipinte da Leonardo, %giovani di
bell'aspetto, di una delicate&&a femminea, dalle forme effemminate', che %non abbassano gli occhi
ma guardano in modo misteriosamente trionfante, quasi sapessero di una grande felicit2 vittoriosa
della quale 9 oligo tacere', si sovrapponessero al profilo stesso dell'artista, facendolo sprofondare
in seno al quadro fantasmatico da egli stesso evocato. Di modo che la peculiarit2 di quest'ultima
stagione della sua produ&ione pittorica sarebbe da ricondurre all'influen&a su di essa esercitata da
quella stessa brama di sapere, la cui istan&a si inscrive in quanto tale nel quadro della nevrosi
ossessiva, che ne avrebbe da ultimo determinato il destino.
!8
!>?vi, p. :#,.
!8La conclusione vale in certo modo anche per il feticista dei vestiti da Freud anali&&ato nel !"!, della cui
propensione al pensiero speculativo diviene in tal modo meglio comprensibile in che senso essa costituisca il
pendant del suo feticismo. 6ulla rela&ione tra pensiero flosofico e nevrosi ossessiva cfr. anche C. .braham,
Limitazioni e trasformazioni del piacere di guardare negli psicone#roticiV osser#azione di fenomeni analog!i nella
,#
6e, chiudendo questa parentesi sulle possibili connessioni di feticismo ed epistemofilia,
torniamo al tema della fantasia della madre fallica, possiamo riscontrare come la fun&ione
strutturante da essa esercitata per l'intero discorso di Freud trovi un'importante conferma nel
parallelismo 3 la cui illustra&ione pi ampia si trova nel di poco posteriore Totem e taN Q da questi
stabilito tra la vita psichica dei bambini e quella le cui attuali vestigia ci lasciano intendere debba
essere stata, %nelle epoche pi remote', propria del'intera umanit2. ?n base a %significative analogie
biologiche', Freud asserisce infatti che %la supposi&ione che la madre abbia il pene la fonte
comune da cui derivano la configura&ione androgina delle divinit2 materne (come l'egi&ia Eut$ e la
coda del nibbio nella fantasia infatile di Leonardo'. ?n modo estremamente chiaro, egli afferma an&i
l'irriducibilit2 di tale rappresenta&ione fantastica, osservando che, %per la verit2, definire
ermafrodite queste figure divine un equivoco, stando al significato medico del termine. <essuna di
esse riunisce i veri genitali di entrambi i sessi, come si verifica in qualche malforma&ione R...S0 esse
aggiungono semplicemente alle mammelle, contrassegno della maternit2, il membro maschile,
come avviene nella prima rappresenta&ione che il bambino si fa del corpo materno'. .ll'origine del
feticismo non meno che dell'omosessualit2 maschile vi sarebbe dunque una rappresenta&ione la cui
inciden&a non dev'essere circoscritta a tali devia&ioni rispetto alla norma sessuale, ma che appare al
contrario strutturante per la normalit2 stessa. <ella misura in cui dato riscontrarla tanto nei
bambini quanto nelle civilt2 arcaiche, parrebbe addirittura doversi concludere che la fun&ione
strutturante da essa esercitata valga per lo sviluppo psicosessuale in generale, indipendentemente
dalla prospettiva adottata (ontogenetica o filogenetica$. <on fosse che Freud si spinge ben oltre,
inscrivendo nella dinamica propria di tale sviluppo 3 il quale, stante anche l'identifica&ione di
sublima&ione e desessuali&&a&ione proposta in questo scritto, coincide con il progresso stesso della
civili&&a&ione 3 il meccanismo, viceversa specificamente feticistico, della rimo&ione par&iale, cui il
seguente passo, sebbene sen&a esplicitamente nominarlo, fa evidentemente riferimento. <ella
misura in cui esso arriva a riecheggiare molto da vicino quello, contenuto nella conferen&a del
!"!, relativo alla concomitan&a del degradamento della figura femminile con la promo&ione, in
seno al cristianesimo, della figura della vergine madre, esso merita di essere citato per intero: %il
materiale laboriosamente raccolto dagli studiosi delle civilt2 3 scrive Freud 3 dimostra in modo
convincente che i genitali erano in origine l'orgoglio e la speran&a degli esseri viventi, godevano di
venera&ione divina e trasmettevano la divinit2 delle loro fun&ioni a tutte le nuove attivit2 apprese
dagli uomini. /asandosi sulla loro natura sorsero per sublima&ione innumerevoli figure di di e,
nell'epoca in cui la connessione tra le religioni ufficiali e l'attivit2 del sesso era gi2 velata alla
coscien&a generale, culti segreti si sfor&arono di mantenerla viva presso un gran numero di adepti.
psicologia dei popoli, in 1pere, trad. di A. 9ancrini in 1pere, cit., pp. -": e sgg.
,-
.lla fine, nel corso dell'evolu&ione delle civilt2, dalla sessualit2 venne estratto ci4 che in essa aveva
attinen&a col divino e col sacro, e il resto, esausto, cadde preda del dispre&&o'. @uesta scissione del
complesso rappresentativo originariamente costituito dalle varie divinit2, con la definitiva
consacra&ione di una loro parte e il correlativo rifiuto dell'altra, segna evidentemente secondo Freud
una tappa avan&ata nel processo della civili&&a&ione, esattamente nello stesso senso in cui sul piano
ontogenetico dato constatare una grande prossimit2 tra feticismo e amore normale. 9i4,
naturalmente, anche se %per il carattere indelebile che proprio di tutte le tracce impresse
nell'animo umano, non ci si deve stupire se anche le forme pi primitive di adora&ione dei genitali
sono dimostrabili sino a epoche recentissime e se l'uso linguistico, i costumi e le supersti&ioni
dell'umanit2 attuale conservano le vestigia di tutte le fasi di questo processo evolutivo'.
!#
L'alternati#a narcisistica
La centralit2 della fantasia della madre fallica per lo studio leonardesco di Freud trova la sua
definitiva conferma nella formula da questi finalmente proposta quale tradu&ione (nello stesso modo
in cui l'interpreta&ione di un sogno coincide con la formula&ione del pensiero inconscio ad esso
soggiacente$ del supposto ricordo del nibbio: %.llora la mia affettuosa curiosit2 si rivolgeva a mia
madre e io le attribuivo ancora un organo genitale come il mio'. . par&iale corre&ione di ci4, va
tuttavia rilevato come Freud immediatamente osservi come %non possiamo contentarci di questa
spiega&ione della coda del nibbio nella fantasia infantile di Leonardo', in quanto essa non rende in
alcun modo conto della conversione dell'attivit2 della su&ione nella passivit2 del venire allattato, la
quale passivit2 soltanto ne fa una fantasia propriamente omosessuale.
!-
. questo proposito, Freud
sostiene la possibilit2 di affermare in base alla clinica psicoanalitica (per quanto ancora limitata ad
un numero piuttosto esiguo di casi$ che tutti gli omosessuali maschi avrebbero intrattenuto, nella
prima infan&ia, un legame erotico molto intenso, successivamente rimosso, con una persona di sesso
femminile 3 in genere la madre. Di modo che all'origine dell'omosessualit2 vi sarebbe un
%meccanismo' che ci noto, sebbene le sue %for&e motrici' ci sfuggano ancora: %l'amore verso la
madre', infatti, %non pu4 prender parte al successivo sviluppo cosciente e soggiace alla rimo&ione.
?l raga&&o rimuove l'amore verso la madre ponendo se stesso al suo posto, identificandosi con la
madre e prendendo a modello la propria persona, a somiglian&a della quale sceglie i suoi nuovi
!#Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. :8:. 7a da s1 che l'indelebilit2 in questione ha a che vedere da
vicino con quella che Freud chiama %viscosit2 della libido'.
!-?bidem. L'equivalen&a di omosessualit2, passivit2 e assun&ione incondi&ionata della castra&ione verr2 da Freud posta
ancora in uno dei suoi ultimi scritti, ;nalisi terminaile e interminaile, nel quale il rifiuto di assumere una
posi&ione passiva nei confronti dell'analista viene identificato come uno dei principali fattori di resisten&a al
trattamento psicoanalitico. 9fr. op. cit., trad. di *. 9olorni, in 1pere, cit., vol. , p. #>8+>#.
,;
oggetti d'amore'. Fin da ora, per tale regressione Freud individua tuttavia una molla pi riposta, dal
momento che quella che si presenta di primo acchito come l'ado&ione di una nuova posi&ione
libidica (l'omosessualit2$ costituirebbe in realt2 uno %scivolamento', ovverosia un ritorno
all'%autoerotismo', %giacch1 i raga&&i' che il soggetto, %adolescente, ora ama non sono che sostituti
e repliche della sua stessa persona infantile, da lui amata come sua madre lo am4 da bambino.
Diciamo che egli trova i suoi oggetti sulla via del narcisismo, poich1 la leggenda greca parla di un
giovane, <arciso, cui nulla piaceva tanto quanto la propria immagine riflessa e che verr2
trasformato nel bel fiore che porta questo nome'.
!;
Dal prosieguo del passo, risulta tuttavia chiaro come il riferimento al narcisimo in esso
contenuto sia piuttosto estemporaneo. %Eediante la rimo&ione dell'amore verso la madre', scrive
Freud, l'omosessuale maschio %la conserva nel suo inconscio e le rimane d'ora in poi fedele. Eentre
sembra che nell'amore egli corra dietro ai raga&&i, in realt2 fugge davanti alle altre donne che
potrebbero renderlo infedele. R...S L'omosessuale, apparentemente sensibile solo al fascino virile, in
verit2 soggiace come un uomo normale all'attra&ione della donna, ma si affretta ogni volta a
trasporre l'eccitamento suscitato dalla donna su un oggetto maschile, ripetendo continuamente in
questo modo il meccanismo attraverso il quale ha acquistato la sua omosessualit2'.
!,
Ea che cosa
significa questo, se non che tutto il peso dell'argomenta&ione freudiana cade, conformemente a
quegli assunti teorici che egli andava tuttavia proprio in quegli anni sovvertendo, sull'istan&a
rimovente piuttosto che sui punti di fissa&ione che stanno a monte della regressione cui essa
fornisce l'occasioneU Gna volta di pi, omosessualit2 e feticismo si trovano qui appaiati quali due
varianti di un medesimo processo, ci4 di cui Freud avrebbe nondimeno di l= a poco fornito tutt'altra
fonda&ione teorica, approfondendo l'idea, gi2 avan&ata nel !",, per cui, tra autoerotismo e amore
oggettuale, vi sarebbe una vera e proprio scala, di cui narcisismo, omosessualit2 e feticismo
costituirebbero altrettanti gradini.
<ell'Introduzione al narcisismo, ad esempio, la %sopravvaluta&ione', sotto la cui egida Freud
colloca tanto il narcisismo propriamente detto quanto il feticismo, viene assimilata al processo
dell'ideali&&a&ione, il quale pu4 interessare tanto l'oggetto che l'immagine che l'?o si forgia di se
stesso ed in riferimento alla quale si decide il minore o maggior rigore delle rimo&ioni da questo
messe in atto, ma alla cui base vi sarebbe in ogni caso il narcisismo primario, focali&&ato sugli
organi genitali del soggetto. @uasi che, malgrado l'impressionante avan&ata compiuta a partire
dagli anni novanta sul piano della clinica (dell'isteria prima e della nevrosi ossessiva poi$, Freud
ancora faticasse a farsi una ragione dello scarto tra oggetto e pulsione e si accanisse di conseguen&a
!;Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci, cit., p. :88.
!,?vi, pp. :88+8#.
,,
a ricercarne la spiega&ione in un modello della sessualit2 e dello psichismo marcatamente
biologi&&ante. L' noto infatti come proprio nell'Introduzione al narcisimo si trovi a questo riguardo
uno dei pronunciamenti freudiani pi chiari, relativo all'esigen&a che %tutte le no&ioni psicologiche
che noi andiamo via via formulando dovranno un giorno essere basate su un sostrato organico', ci4
che %rende probabile che a rendere operante la fun&ione sessuale siano alcune sostan&e e processi
chimici particolari i quali provvedono alla prosecu&ione della vita individuale in quella della
specie'.
!!
Ea pi ancora che questo accenno all'esigen&a di una riformula&ione dell'intera teoria
psicoanalitica alla luce di un paradigma epistemologico che Freud non avrebbe potuto che mutuare
dall'una o dall'altra delle scien&e del suo tempo,
:""
mi sembra valere una preoccupa&ione non troppo
distante da quella da Lacan attribuita, in quello stesso Seminario VII del quale gi2 ci siamo occupati
e del quale ancora dovremo occuparci, all'etica aristotelica, la quale, al pari di tutte le altre, avrebbe
a che fare con un certo ordine: l'%ordine non contestato che definisce la norma di un certo carattere',
l'%abcd' del quale si tratterebbe di garantire l'instaura&ione nel soggetto. %L'instaurarsi dell'ebcd 3
appunta Lacan 3 viene posto come ci4 che differen&ia l'essere vivente dall'essere inanimato, inerte.
9ome .ristotele fa osservare, per quanto a lungo voi possiate lanciare in aria una pietra, essa non
prender2 l'abitudine alla sua traiettoria, mentre l'uomo, lui, la prende l'abitudine 3 ecco l'ebcd. L
l'ebcd si tratta di ottenerlo conforme all'ebcd, a un ordine cio che bisogna riunire, nella prospettiva
logica che quella di .ristotele, in un 6ommo /ene, punto di inser&ione, di attacco, di
convergen&a, in cui l'ordine particolare si unifica in una conoscen&a pi universale, in cui l'etica
sfocia in una politica, e, pi oltre, in un'imita&ione dell'ordine cosmico. R...S 6i tratta R...S del
conformarsi del soggetto a qualcosa di cui non viene messo in dubbio che presupponga, nel reale, le
vie di questo ordine'.
:"
6ebbene l'Introduzione al narcisismo sia del !8, la prima messa a punto della no&ione 3
decisiva non solo per il ripensamento della teoria del feticismo formulata nella conferen&a del !"!,
bens= anche per la ristruttura&ione dell'intera teoria analitica che prelude al tentativo
metapsicologico del !# 3 risale al !": anno in cui, oltre allo scritto su Leonardo da 7inci, Freud
pubblica un notevole numero di contributi, il pi importante dei quali sen&'altro costituito dalle
1sser#azioni psicoanalitic!e su un caso di paranoia Ldementia paranoidesM, pi note con la
denomina&ione di Caso clinico del presidente Sc!reer. L' in esso, infatti, che Freud fa per la prima
volta fun&ionare a pieno regime un paradigma esplicativo che rimarr2 sostan&ialmente immutato per
tutto il decennio, e che si fonda essen&ialmente sull'ipotesi dell'esisten&a di una tenden&a alla
!!Introduzione al narcisimo, cit., p. 88,.
:""5er una discussione dell'intera questione cfr. 5.+L. .ssoun, Introduzione all'epistemologia freudiana, trad. di L.
.ntonini, Aheoria, *oma+<apoli !,,, in particolare le pp. -#+,".
:"B. Lacan, Il seminario+ Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, cit., p. :;.
,!
regressione pulsionale di cui egli specifica ora come essa proceda a ritroso lungo il cammino
teleologicamente preordinato dello sviluppo.
5er quanto l'interesse di Freud per la psicosi e per la paranoia in particolare risalisse ad
un'epoca ben pi remota, esso era stato rinfocolato, nella primavera del !";, dall'intensificarsi dei
suoi contatti con il gruppo di Xurigo (9arl Gustav Bung in primo luogo, ma anche il di lui maestro
Lugen /leuler e Carl .braham$. .d essere al centro del dibattito era in particolare la possibilit2 di
distinguere dal punto di vista nosografico paranoia e dementia praecox, successivamente
ribatte&&ata da /leuler schi&ofrenia.
:":
@uest'ultima era infatti da qualche anno stata separata dal
quadro della sindrome tradi&ionalmente definita paranoica dallo psichiatra tedesco Lmil Craepelin,
il quale l'aveva inoltre associata alla catatonia e ad altre forme morbose congeneri. ?n alcune lettere
inviate a Bung tra l'aprile e il maggio di quell'anno Freud espose le sue conce&ioni al riguardo,
delineando una teoria delle psicosi il cui contenuto prefigura nella sostan&a quella successivamente
formulata nel testo su 6chreber, nella cui conclusione si afferma che, se da un lato %la paranoia
potrebbe essere distinta perfino dalla dementia praecox sia in ragione della diversa locali&&a&ione
della fissa&ione predisponente, sia per il diverso meccanismo di ritorno del rimosso (cio di
forma&ione dei sintomi$', dall'altro le due affe&ioni condividerebbero %il carattere principale della
rimo&ione propriamente detta, cio il distacco della libido dal mondo esterno con corrispondente
regressione sull'?o'.
:">
. questa conclusione, Freud sarebbe pertanto giunto proprio mediante l'individua&ione di uno
stadio narcisistico, introdotto per assicurare il transito dal punto di parten&a 3 l'autoerotismo 3 a
quello di arrivo 3 la scelta d'oggetto normale, ovverosia eterosessuale 3 dello sviluppo sessuale.
.ncora un anno prima, nella quarta delle conferen&e tenute su invito di 6tanle) (all alla 9larF
Gniversit) di Jorcester, dedicata al tema della sessualit2 infantile, Freud aveva invece ripreso
fedelmente i termini in cui la questione era stata posta e affrontata nella prima stesura dei Tre saggi
sulla teoria sessuale. 5ur men&ionando la %fase dell'autoerotismo', definita dall'esservi il
soddisfacimento %ottenuto sul proprio corpo e prescindendo da un oggetto estraneo', in rela&ione a
delle &one erogene da identificarsi con %le parti del corpo che elettivamente consentono di
:":5er la ricostru&ione di tale dibattito e l'individua&ione della sua posta in gioco cfr. 5. /ercherie, La metapsicologia
di Freud+ Storia e struttura, trad. di ?. 6antori, Linaudi :"">, pp. 8 e sgg. /ercherie muove dalla constata&ione di
come, nelle Cinque conferenze sulla psicoanalisi, Freud parli della malattia come di una fuga rispetto ad una realt2
dal soggetto vissuta come insoddisfacente, in parallelo all'emergere, nei suoi testi della prima met2 degli anni dieci,
di una conce&ione del fantasma che, facendone una dimensione della vita psichica pienamente autonoma, ne avrebbe
mutato la fun&ione da quella di mero anello di congiun&ione tra la tensione somatica pulsionale e la di essa scarica
nell'a&ione adeguata a quella di vero e proprio medium tra istan&e pulsionali e della realt2. 9i4 di cui la discussione
in questione avrebbe costituito per Freud lo stimolo e l'occasione.
:">6. Freud, 1sser#azioni psicoanalitic!e su un caso di paranoia Ldementia paranoidesM descritto autoiograficamente
LCaso clinico del presidente Sc!reerM, trad. di *. 9olorni e 5. 7eltri, in 1pere, cit., vol. -, p. 8". 5er quanto
concerne lo scambio epistolare tra Freud e Bung cfr. soprattutto le lettere ::F, :>F e :#F, in Epistolari+ Lettere tra
Freud e Pung0 3GH6B3G37, trad. di E. Eontinari e 6. Daniele, /ollati /oringhieri, Aorino, !!", pp. 8" e sgg.
!"
raggiungere il piacere sessuale', egli aveva infatti anche affermato, dopo aver fornito alcuni esempi
di pratiche autoerotiche ivi incluso quello della su&ione al seno, che, %accanto a queste e altre R...S,
nel bambino si manifestano molto precocemente quelle componenti pulsionali del piacere sessuale
R...S che presuppongono come oggetto una persona estranea'. @uanto alla differen&a dei sessi, essa
non ha R...S ancora un ruolo decisivo in questo periodo dell'infan&ia Ril primo e lo stesso in cui
avrebbe ancora corso l'autoerotismoS0 sicch1 potete attribuire ad ogni bambino, sen&a fargli torto,
una certa inclina&ione omosessuale'. 7ale a dire che nella %caotica vita sessuale del bambino, ricca
ma dissociata', Freud aveva allora sommato tutte quelle forme di investimento libidico che l'anno
successivo avrebbe viceversa accuratamente distinte, assegnando ciascuna di esse a un differente
stadio dello sviluppo. @uanto poi al motivo per cui essa %a un certo momento si concentra e
perviene a un'organi&&a&ione in due dire&ioni principali', ovverosia alla definitiva subordina&ione
delle singole pulsioni alla sovranit2 della &ona genitale e dell'autoerotismo alla scelta oggettuale,
Freud era rimasto sul vago, anche se il rilievo concesso all'%influsso dell'educa&ione' nell'imporre,
prima del periodo puberale, le necessarie rimo&ioni di alcune delle pulsioni originarie e pi
precisamente di quelle meno adatte a partecipare alla vita sessuale matura, sembrerebbe indicare
come egli non pensasse qui affatto allo sviluppo sessuale nei termini di un processo biologicamente
preordinato, ma riservasse tutt'al pi tale op&ione per la sola pulsione genitale, all'origine dell'%alta
marea dei isogni sessuali' il cui sopraggiungere avrebbe contraddistinto il periodo puberale.
:"8
Del tutto diverso, di contro, il quadro che emerge da alcuni passaggi del Caso clinico del
presidente Sc!reer, cui Freud lavor4 basandosi unicamente sulle memorie da 6chreber stesso
redatte e pubblicate nel !">, a breve distan&a dalla senten&a con la quale la 9orte d'.ppello di
Dresda, di cui egli era stato il presidente, gli rese la libert2, e dalla cui lettura egli ricava il primo dei
due assunti dai quali si fa guidare: l'identifica&ione del nucleo originario del delirio di 6chreber, gi2
colpito diversi anni prima da un grave attacco di ipocondria dal quale s'era tuttavia riavuto, non
nella missione di reden&ione del mondo da questi attribuitasi, bens= nella %rappresenta&ione',
affaciataglisi il mattino presto, mentre versava in uno stato di dormiveglia, %che dovesse essere
davvero bello essere una donna che soggiace alla copula'
:"#
. Eettendo tale dato in rapporto, oltre
che con una serie di dettagli contenuti nel testo, con la constata&ione clinica che, nei deliri di
persecu&ione, ad indossare i panni del persecutore sempre una persona che abbia in preceden&a
rivestito per il soggetto un'importan&a affettiva altrettanto grande o un suo sostituto,
:"-
Freud
cominci4 col riconoscere la %causa determinante della malattia' in %un assalto di libido
:"8?d., Cinque conferenze sulla psicoanalisi, trad. di .. 6taude, in 1pere, cit., vol. -, pp. -:+->. ?l corsivo mio.
:"#D.5. 6chreber, .emorie di un malato di ner#i, trad. di F. 6cardanelli e 6. de Jaal, .delphi, Eilano !;8, p. #-.
:"-La tesi argomentata da Freud pi oltre in questo stesso lavoro. 9fr. 1sser#azioni psicoanalitic!e su un caso di
paranoia Ldementia paranoidesM descritto autoiograficamente LCaso clinico del presidente Sc!reerM, cit., pp.
>,,+>!.
!
omosessuale' originariamente riferita al padre e, in misura subordinata, al fratello. 5oich1 tuttavia
tanto la fantasia omosessuale passiva quanto, pi in generale, il complesso paterno dal quale
6chreber appariva dominato si trovavano in una quantit2 di altre affe&ioni, il cui quadro clinico non
esulava dai confini della nevrosi, egli aggiunse che %il segno distintivo della paranoia va individuato
in qualcos'altro, e cio nella particolare forma in cui si manifestano i sintomi, dei quali dobbiamo
presumere siano responsabili non i complessi in quanto tali, ma il meccanismo di forma&ione dei
sintomi o quello che ha dato luogo alla rimo&ione'.
:";
6cartata la praticabilit2 della prima via a
causa dell'insufficiente conoscen&a del meccanismo 3 anch'esso peraltro non specifico della
paranoia 3 della proie&ione, Freud si concentr4 sulle modalit2 con le quali nella paranoia ha luogo
la rimo&ione, distinguendone tre fasi: quella, preliminare, della fissa&ione0 quella della rimo&ione
propriamente detta e quella del ritorno, a partire dal punto cui lo sviluppo libidico si fisserebbe nella
prima fase, del rimosso.
*elativamente al ritorno del rimosso, il caso del presidente 6chreber mostra come nella
paranoia esso non debba essere inteso come il prodotto della malattia, bens= come un vero e proprio
tentativo di guarigione da parte del malato. . rigore, il recupero, sebbene nella forma rovesciata
dell'ostilit2, del rapporto con l'oggetto costituirebbe pertanto nel delirio di persecu&ione non la
%proie&ione all'esterno' di una %perce&ione internamente repressa', ma il %ritorno dal di fuori' di
%ci4 che era abolito in noi'. @uanto alla rimo&ione propriamente detta, essa consisterebbe viceversa
nel distacco libidico dal quale tale ritorno sarebbe preceduto. 6i tratta di una fase che %si compie in
silen&io', di cui %non possediamo indi&io alcuno', al punto che %dobbiamo inferire che avvenutRaS
dagli eventi che seguono', ma nella quale soltanto sarebbe dato rinvenire il tratto specifico della
paranoia e, pi in generale, delle psicosi. 6e vero infatti che il ritiro della libido precedentemente
investita su di un oggetto un processo che si trova anche nella vita psichica normale e dei
nevrotici, mentre in questi ultimi ad esso succede immediatamente o il reinvestimento di un oggetto
sostitutivo oppure la conversione della libido sottratta in innerva&ione somatica o in angoscia, nel
caso della paranoia %la libido divenuta libera si appunta sull'?o e viene impiegata per l'espansione
dell'?o', col che %viene nuovamente raggiunto lo stadio del narcisismo', come testimoniato dal fatto
che in essa % manifesto un elemento di delirio di grande&&a e che il delirio di grande&&a in quanto
tale pu4 costituire da solo una paranoia'. 9onclusione: %supponiamo che i paranoici portino con s1
una fissazione allo stadio narcisistico, e possiamo dichiarare che la retrocessione
dall'omosessualit" sulimata al narcisimo indica l'entit2 della regressione caratteristica della
paranoia'.
:",
:";?vi, p. >,#.
:",9fr. ivi, pp. >!-+>!,. Lo stesso vale, ma solo in parte, per la dementia praecox. <ella misura in cui la regressione si
spinge in essa ancora oltre, fino all'abbandono di qualsivoglia investimento oggettuale e al ritorno all'autoerotismo,
!:
?l tratto distintivo della paranoia consisterebbe dunque nel particolare punto di fissa&ione che
fungerebbe da polo di attra&ione per il regresso degli investimenti libidici 3 regresso che, nella
misura in cui viene qui definito di entit" #ariaile, presuppone evidentemente la defini&ione di una
scala degli stadi dello sviluppo psicosessuale, messa per la prima volta a punto, al pari della no&ione
di narcisismo, proprio in questo caso clinico. 6en&a per questo negare che la %storia evolutiva' della
libido prenda le mosse dall'autoerotismo, Freud non sembra ora pi ritenere che a quest'ultimo si
contrapponga precocemente l'a&ione di componenti pulsionali viceversa presupponenti una persona
esterna quale loro oggetto0 del tutto all'opposto, afferma che la loro comparsa preceduta
dall'%attraversamento', %probabilmente inevitabile nella normalit2 dei casi', di una %fase di
transi&ione' caratteri&&ata da una prima unifica&ione delle pulsioni sessuali, da principio agenti in
ordine sparso e autoeroticamente, in fun&ione di un oggetto che non potr2 tutttavia ini&ialmente
identificarsi se non con il soggetto stesso. L' questo lo stadio del narcisismo, caratteri&&ato da
un'importante cambiamento nello statuto del corpo, il quale, da semplice tramite per la
soddisfa&ione pulsionale, viene elevato ad oggetto d'amore in quanto totalit2, in rapporto alla quale
%la fun&ione degli organi genitali pu4 gi2 risultare prevalente'. @uanto alla %via ulteriore' seguita
dallo sviluppo, essa %porta alla scelta di un oggetto dotato di organi genitali simili ai propri, dunque
alla scelta oggettuale omosessuale e, attraverso questa, all'eterosessualit2'.
:"!
. siffatta ricostru&ione del processo dello sviluppo si potrebbe sen&'altro obiettare come la
rilevan&a in tal modo attribuita alla sopravvaluta&ione narcisistica dei propri genitali in ordine al
passaggio 3 qui concepito come strettamente omologo in entrambe i sessi 3 dallo stadio del
narcisimo a quello della prima, imperfetta rela&ione oggettuale costituita dall'omosessualit2 sia in
contrasto con gli ulteriori sviluppi della teoria analitica quanto all'inciden&a dell'edipo e della
castra&ione sulla pi o meno riuscita o mancata soggettiva&ione, da parte dell'individuo, del sesso
cui esso appartiene dal punto di vista anatomico. Aanto pi che gi2 il caso del piccolo (ans aveva
fornito a Freud l'occasione di segnalare l'eviden&a clinica per cui il bambino, non importa se
masc!io o femmina, attribuisce comunque all'oggetto dei propri investimenti libidici il possesso di
un pene. <on fosse che il paradigma concettuale di riferimento qui adottato da Freud
evidentemente un altro, finali&&ato ad ancorare quanto pi possibile i dati della pratica analitica ad
un ordine supposto essere inscritto nella natura e in quanto tale passibile di una teori&&a&ione
conforme agli standard della scien&a biologica.
@uale sia la posta in gioco di tale tentativo risulta poi evidente se si guarda al suo frutto pi
maturo, opera non di Freud stesso ma del suo erede designato .braham, ovverosia il Tentati#o di
occorre infatti correlativamente ipoti&&are che la fissa&ione predisponente si trovi %molto pi lontano nel tempo che
nella paranoia', ovverosia %all'ini&io dell'evolu&ione' (cfr. ivi, p. 8":$.
:"!?vi, pp. >,-+,;.
!>
una storia e#oluti#a della liido del !:8,
:"
il quale culmina nella costru&ione di una tabella in cui
gli stadi di organi&&a&ione della libido, riguardo ai quali soprattutto questione delle trasforma&ioni
relative alla meta delle pulsioni, si trovano messi in rela&ione biunivoca con gli stadi evolutivi
dell'amore oggettuale, concernenti viceversa il rapporto dell'individuo con l'oggetto d'amore.
:
L'
significativo tuttavia che, dei quattro stadi dello sviluppo psicosessuale nel frattempo distinti da
Freud, gli ultimi due, quello genitale propriamente detto e quello fallico,
::
siano qui considerati,
parallelamente allo sdoppiamento di ciascuno dei primi due, come due distinte fasi di una medesima
organi&&a&ione. Aanto pi che ci4 d2 luogo a tre coppie, di cui salta immediatamente all'occhio non
tanto l'ovvia caratteri&&a&ione di ciascuna in base alla &ona erogena in essa predominante
(nell'ordine: bocca, ano e organi genitali$, quanto la loro distribu&ione secondo la polarit2 della
tenden&a alla distru&ione dell'oggetto da una parte, e di quella alla sua conserva&ione dall'altra. Di
modo che il concetto ordinatore della classifica&ione di .braham si palesa essere quello
dell'ambivalen&a nei confronti dell'oggetto. 9ol che la teoria psicoanalitica dello sviluppo sessuale,
ini&ialmente sviluppata nei termini di una dialettica pulsionale sulla cui priorit2 Freud non aveva
mai cessato di insistere, subisce una torsione sostan&iale e rivelatrice al contempo, dal momento che
essa non fa che portare alle estreme conseguen&e la progressiva accentua&ione, in seno alla teoria
freudiana, del problema della rela&ione d'oggetto e, conseguentemente, dell'adattamento di un
soggetto per certi versi sempre pi olisticamente concepito alle istan&e del principio di realt2.
<on stupisce quindi che .braham consideri ciascuno dei gradi dello sviluppo psicosessuale,
oltre che come un punto di possibile fissa&ione della libido, come una tappa nel processo di
sviluppo di inibi&ioni sempre pi raffinate: dall'angoscia, la cui comparsa 3 correlata a quella
dell'ambivalen&a stessa 3 coincide con l'uscita dallo stadio, paradossalmente libero da conflitti in
quanto totalmente dominato dall'anarchia pulsionale, dell'autoerotismo, fino ai sentimenti sociali, i
quali tanto pi ci permetterebbero di rapportarci realmente all'altro quanto pi dovessero risultare
scevri di ogni residuo di ambivalen&a. Ld del pari in questo contesto che .braham fornisce
l'indica&ione secondo cui, con la comparsa del disgusto nella seconda fase dello stadio sadico+anale,
verebbe definitivamente depre&&ato ci4 che nella fase precedente era stato tenuto per l'oggetto
:".braham, il quale 3 a differen&a di /leuler e Bung 3 aveva accolto sen&a riserve la teoria delle psicosi da Freud
elaborata a partire dal !";, cominci4 in realt2 a lavorare sul tema dei rapporti tra sindrome maniaco+depressiva e
stadi di organi&&a&ione pregenitale della libido sin dagli anni dieci, nel corso dei quali pubblic4, oltre alla 'ota per
l'indagine e il trattamento psicoanalitico della follia maniacoBdepressi#a e di stati affini (trad. di .. 9inato in C.
.braham, 1pere, cit., vol.. pp. :8+#;$, uno scritto su La ase psicosessuale degli stati di depressione e di
esaltazione e le *icerc!e sul primissimo stadio e#oluti#o pregenitale della liido (trad. di A. 9ancrini, in 1pere, cit.,
vol. , pp. :#,+,#$, redatte nel !- sull'onda dell'uscita, avvenuta nell'anno precedente, della ter&a edi&ione dei Tre
saggi sulla teoria sessuale.
:9fr. C. .braham, Tentati#o di una storia e#oluti#a della liido, in 1pere, cit., vol. :, p. >8!.
::@uest'ultimo introdotto nello scritto del !:> su L'organizzazione genitale infantile (trad. di *. 9olorni in 1pere,
cit., vol. ! pp. ##!+-;$.
!8
pre&ioso, ovverosia quello anale. . conferma di ci4, egli fa notare come nelle patologie regressive
che trovano i loro punti di fissa&ione al di qua di tale limite 3 che segnerebbe anche il confine tra la
disposi&ione alla nevrosi e quella alla psicosi 3 compaiano regolarmente delle tenden&e coprofaghe,
spiegabili con la permanen&a, nell'inconscio, di residui di valuta&ione narcisistica degli escrementi.
9ome non pensare allora che, tra i casi clinici tenuti qui presenti da .braham vi sia anche quello del
feticista del piede da lui anali&&ato quindici anni primaU ?n ogni caso, chiaro che .braham lega la
comparsa delle diverse forme di inibi&ione e dei loro effetti ad un processo di sviluppo le cui for&e
motrici sono di natura essen&ialmente endogena. .nche limitandosi ad un punto di vista
ontogenetico, dai dati emersi dal trattamento psicoanalitico delle nevrosi e delle psicosi risulterebbe
infatti una puntuale corrisponden&a tra i processi che sul piano organico si compiono nel corso del
primo periodo dello sviluppo embrionale e quelli che nel bambino si collocano nel lasso temporale
compreso tra il primo anno di vita e l'ini&io della pubert2, quasi che %lo sviluppo psicosessuale R...S
seguRisseS sempre a grande distan&a lo sviluppo organico e somatico, come una tarda riedi&ione o
ripeti&ione dello stesso processo'.
:>
9he la stessa indica&ione si trovi nel saggio metapsicologico sui destini pulsionali, nel quale
la correla&ione di attivit2 e passivit2, da Freud gi2 chiamata in causa nel !"! per rendere conto
della genesi del feticismo, ricondotta alla posi&ione basale del narcisismo quale punto d'origine
dello sviluppo pulsionale e della rela&ione d'oggetto al contempo, significativo. Kltre alla
nota&ione secondo cui tanto nel masochismo quanto nell'esibi&ionismo sarebbe sempre dato
scorgere, accanto al pi recente orientamento passivo della pulsione, la persisten&a di quello attivo,
%pi antico', in esso si trova infatti l'esplicita afferma&ione che %lo sviluppo pulsionale diventerebbe
per noi pi intelligibile se si facesse riferimento alla storia evolutiva della pulsione e alla
permanen&a delle fasi intermedie', da cui il riferimento al fatto che, fatta salva la grande variabilit2
riscontrabile nei diversi individui, nei diversi popoli e finanche nelle differenti ra&&e quanto alla
composi&ione delle forme attive e passive di una stessa pulsione, %una cospicua ambivalen&a
pulsionale in un individuo dei nostri giorni pu4 essere concepita come un retaggio arcaico0 giacch1
abbiamo ragione di ritenere che la partecipa&ione dei moti inalterati attivi nella vita pulsionale sia
stata maggiore nei tempi remoti di quanto lo sia, in media, ai giorni d'oggi'. L se l'utili&&o
dell'espressione %ambivalen&a pulsionale' per indicare la commistione di attivit2 e passivit2
ecce&ionale, il senso dell'argomenta&ione freudiana in compenso perfettamente coerente con
l'individua&ione del primo stadio della pulsione scopica 3 cui Freud in questo testo perviene 3 in
quell'%antica fase evolutiva dell'?o durante la quale le pulsioni sessuali di quest'ultimo si soddisfano
:>9fr. Tentati#o di una storia e#oluti#a della liido, cit., p. >#:. ?n queste pagine, .braham sostiene inoltre la
possibilit2 di estendere alla storia evolutiva della libido la %legge biogenetica' fondamentale da (aecFel formulata
in ambito biologico.
!#
autoeroticamente', e questo alla luce della %conce&ione pi generale secondo cui i destini pulsionali
costituiti dal volgersi sul proprio ?o e dalla conversione dell'attivit2 in passivit2 dipendono
dall'organi&&a&ione narcisistica dell'?o e portano con s1 l'impronta di questa fase'.
:8
La conferenza dell'33 marzo 3G3I
Da questo punto di vista, il ricorso, nel saggio leonardesco, al fattore etiologico costituito
dalla minaccia di castra&ione potrebbe essere considerato fun&ionale all'inserimento del feticismo in
seno alla scala evolutiva sopra delineata, tra l'omosessualit2 che esso servirebbe a scongiurare e la
normale rela&ione oggettuale. 6e da un lato, infatti, l'accesso a quest'ultima sembra restare al
soggetto precluso in ragione dell'ostina&ione con cui esso difende il proprio pene, vale a dire ci4 che
per lui rappresenta la condi&ione del suo soddisfacimento !ic et nunc, dall'altro il feticcio sembra
per l'appunto caricarsi di un'altra valen&a: quella di alternativa alla scelta d'oggetto omosessuale,
ovverosia alla regressione narcisistica dalla quale il soggetto si trova spinto a identificare il proprio
oggetto sessuale non nell'altro sesso, bens= nel suo stesso sesso in quanto a lui simile, se non
tenden&ialmente identico. <ell'omosessualit2 non meno che nel narcisismo, ad essere in questione
sarebbe dunque un rigetto della castra&ione ancor pi radicale di quello che si riscontra nel
feticismo, identificantesi col rifiuto puro e semplice di recedere da una forma di soddisfacimento
piena in quanto autoreferen&iale, esclusiva di qualsivoglia apertura all'insicure&&a e all'alea insite
nella rela&ione con l'altro. ?nsicure&&a ed alea il cui riconoscimento sarebbe viceversa implicito
nella strategia stessa del feticista, per il quale la piena disponibilit2 dell'oggetto supposto
racchiudere in s1 la quintessen&a dell'altro necessaria proprio al fine di amministrare, facendosene
padrone, l'angoscia da questi evocata.
L' vero che, a complicare il quadro, sta l'identifica&ione con la figura femminile e con la
madre in primis, riscontrabile non solo nell'omosessualit2, ma anche in quella che pu4 essere
considerata una forma di transi&ione tra l'omosessualit2 stessa e il feticismo, e cio nel
travestitismo. Aale identifica&ione, infatti, sembrerebbe implicare proprio l'assun&ione in prima
persona, da parte del soggetto, di quella castra&ione che egli sarebbe nondimeno intento a
scongiurare0 ma la contraddi&ione soltanto apparente. 9ome in varie occasioni Freud sembra pi o
meno esplicitamente suggerire, la madre cui il soggetto si identifica infatti qui una madre per la
quale egli stesso sar2 stato un feticcio, e avr2 incarnato quello stesso pegno di complete&&a e di
soddisfacimento di cui ora persegue il possesso: una madre per l'appunto fallica, e non castrata.
L'importan&a del punto emerge con for&a dalle ultime, sibilline battute della gi2 citata
:8/ulsioni e loro destini, pp. :- e :;.
!-
conferen&a su di Un caso di feticismo del piede, tenuta da Freud presso la 6ociet2 psicoanalitica di
7ienna l' mar&o del !8,
:#
dalla quale, malgrado il resoconto contenutone nei verbali della
societ2 appaia con tutta eviden&a ben pi stringato, se non lacunoso, di quello apprestato da *anF
per la comunica&ione del !"!, dato evincere quanto segue. ?l caso, %curato sen&a successo',
quello di un quarantasettenne, feticista del piede e sofferente d'impoten&a psichica. @uanto
all'ele&ione di tale feticcio, si gi2 visto come Freud rifiuti qui recisamente di spiegarla mediante il
ricorso al fattore dell'%erotismo nasale' cui egli stesso si era appellato pochi anni prima. 5er
l'interpreta&ione anale del feticcio non sembra pi esserci spa&io alcuno0 tutto l'accento cade
piuttosto sul rapporto con la madre, %sessualmente abnorme', la quale avrebbe avuto il ruolo
principale nell'additare al soggetto il piede come oggetto sessuale,
:-
ovverosia 3 dobbiamo
supporre 3 nell'accreditarlo di una significa&ione fallica. 6arebbe questa, dunque 3 assieme a quella,
di ordine costitu&ionale, rappresentata da %un'anormale e precoce eccita&ione sessuale' 3 la prima
delle condi&ioni necessarie a spiegare la fissa&ione della perversione. 9ondi&ione fors'anche
necessaria, ma non sufficiente, dal momento che la valen&a fallica del piede non avrebbe fatto altro
che fornire al soggetto lo strumento mediante il quale aggirare la duplice minaccia di castra&ione
della quale egli sarebbe stato vittima: una prima volta nell'infan&ia, ad opera del padre0 e una
seconda in et2 puberale, ad opera di un maggiordomo. Ara i due episodi vi sarebbe inoltre stata una
non meglio precisata scena %traumatica', avvenuta quando il pa&iente aveva sei anni e la cui
protagonista sarebbe stata una delle governanti di casa, di na&ionalit2 inglese.
:;
:#9fr. Un caso di feticismo del piede, cit., da cui provengono tutte le cita&ioni che seguono.
:-9fr. anche quanto da Bones a tal proposito specificato nel suo commento al resoconto di questa seduta (L. Bones,
Vita e opere di Freud+ Vol+ II: 2li anni della maturit" L3GH3B3G3GM, cit., pp. >;:+;>$.
:;Eaggiori informa&ioni a tale riguardo ci sono fornite da un passo della ventiduesima le&ione dell'Introduzione alla
psicoanalisi, significativamente dedicata agli %.spetti dello sviluppo e della regressione Rdella libidoS' e
appartenente al ter&o dei cicli di le&ioni programmati da Freud, concernente la %Aeoria generale delle nevrosi' e
tenutosi nel semestre invernale dell'a.a. !-V!;.
?n esso Freud si diffonde innan&itutto sulla viscosit2 della libido, ricordando che %gi2 prima dell'avvento della
psicoanalisi (vedi /inet$ Ral cui saggio sul feticismo egli rimanda in notaS era noto che nell'anamnesi dei pervertiti si
scopre assai spesso un'impronta molto precoce di un'anormale dire&ione pulsionale o scelta oggettuale, alla quale la
libido di queste persone rimasta poi ancorata per tutta la vita' (cfr. op. cit., p. #"8$. Dopo di che, pur ammettendo
che %spesso non si pu4 dire che cosa sia stato a rendere questa impronta capace di esercitare un'attra&ione tanto
intensa sulla libido'0 prosegue raccontando %un caso di questo genere da me osservato. 6i trattava di un uomo per il
quale oggi il genitale e tutte le altre attrattive della donna non significano nulla, mentre pu4 essere messo in uno
stato di irresistibile eccita&ione sessuale solo da un piede o da una cal&atura di forma particolare. Lgli era in grado di
ricordare un episodio risalente al suo sesto anno di et2, che divenne determinante per la fissa&ione della sua libido.
Lra seduto su uno sgabello accanto alla governante, dalla quale doveva prendere le&ione di inglese. La governante,
una secca &itellona, per niente bella, dagli occhi di un a&&urro slavato e dal naso camuso, aveva quel giorno male a
un piede e lo teneva perci4 disteso su un cuscino, rivestito da una pantofola di velluto, mentre la gamba era nascosta
nel modo pi decente. Gn piede cos= magro e scarno, come quello che aveva visto allora alla governante Re come 3
lo si vedr2 di qui a poco 3 quello della sorella di cui egli aveva precedentemente potuto vedere il genitale, traendone
la temuta conferma dell'effettivit2 della minaccia di castra&ione pronunciata dal padreS, divenne tosto, dopo un
timido tentativo di normale attivit2 sessuale nella pubert2, il suo unico oggetto sessuale R...S' (cfr. ivi, p. #"#$. 7a
inoltre segnalato come, con una delle oscilla&ioni in lui tanto frequenti in tema di feticismo, Freud riprenda qui la
distin&ione tra perversioni e nevrosi per includere il feticismo, contrariamente a quanto aveva fatto nel !"! e
ribadito implicitamente con il saggio psicologico sulla rimo&ione, nel novero delle prime piuttosto che delle
!;
L' importante per l'argomenta&ione freudiana che la prima intimida&ione, quella operata dal
padre, si fosse rivelata essere collegata ad un ricordo del pa&iente in cui egli si trovava con la testa
tra le gambe della sorella nuda, della quale avrebbe allora visto il genitale. Kra, questa sorella,
essendo affetta da una forma di rachitismo, aveva delle gambe estremamente magre, da cui la
fissa&ione 3 per lui 3 dell'ideale del piede %leggiadro, scarno e dritto'. @uanto alla seconda
intimida&ione, essa sarebbe stata invece immediatamente seguita dal prodursi della condi&ione di
impoten&a fisica nella quale egli avrebbe versato fino all'et2 adulta. L'ipotesi freudiana sembra
quindi essere che, nel momento in cui egli, al pari di ogni altro bambino, aveva intrapreso in
rapporto alla sorella un'investiga&ione di origine sessuale, il suo pa&iente fosse stato ricacciato
indietro verso il punto di parten&a di essa 3 ovverosia verso il suo originario interesse erotico per il
piede 3 dall'aspre&&a dei rimproveri paterni, associati ad una minaccia di castra&ione che, ripetuta a
qualche anno di distan&a dal maggiordomo e confermata da quanto effetivamente percepito,
l'avrebbe da ultimo indotto a desistere da qualsivoglia eserci&io della sessualit2 genitale.
. ulteriore conferma del peso delle intimida&ioni subite dal pa&iente, Freud avan&a nel corso
della comunica&ione l'ulteriore ipotesi che, posta l'esigen&a, per il soggetto, di disporre di un
feticcio mediante il quale farvi fronte, la scelta del piede non sarebbe stata da addebitare
all'investimento libidico su di esso precedentemente operato in quanto sovrastimato dalla madre,
bens= a una %regressione locale o NgeograficaO legata a condi&ionamenti di tipo ambientale, quale
ad esempio il fatto che, spinto dal desiderio di %vedere i genitali da sotto in su' (leggi: da sotto le
gonne, al tempo molto lunghe, della sorella, della madre etc.$, il suo pa&iente aveva contratto
l'abitudine di strisciare sul pavimento e di infilarsi sotto il tavolo. Aesi, questa, ripresa anche in
un'aggiunta, datata !8, ad una delle note, a sua volta risalente al !"!, di cui corredato il
paragrafo sul feticismo dei Tre saggi sulla teoria sessuale, nella quale si legge che %in molti casi di
feticismo del piede si potuto vedere che la pulsione di guardare, originariamente diretta sul
genitale e che tentava di avvicinarsi al suo oggetto dal basso, stata fermata per strada dal divieto e
dalla rimo&ione: perci4 ha preso come feticci il piede o la scarpa, ove il genitale femminile veniva
immaginato, corrispondentemente all'aspettativa infantile, come virile'.
:,
Autto ci4 non toglie tuttavia che, come da Freud affermato in chiusura alla conferen&a, il
feticismo appartenga %come sottospecie' al masochismo, ovverosia a una perversione a doppio filo
legata all'assun&ione di una posi&ione a suo dire per defini&ione femminile. <el corso del dibattito
seguito alla comunica&ione Freud aveva del resto accettato diverse delle osserva&ioni formulate dai
partecipanti, ma non quella %secondo cui il pa&iente s'immedesima solo in via secondaria nel ruolo
seconde.
:,Tre saggi sulla teoria sessuale, cit., p. 8-, n.8.
!,
femminile'. 6e a divenire feticista sar2 dunque soltanto chi, %di fronte all'intimida&ione
sessuale' (alla prova della castra&ione$, %si oppone e difende il proprio pene', altrettanto vero che
lo stesso soggetto, e con lo stesso gesto, %assume la castra&ione e si viene a trovare nel ruolo
femminile'. .mbiguit2 che, una volta di pi, Freud spiega con l'originaria disposi&ione bisessuale
dell'essere umano, rispolverando addirittura la vecchia teoria secondo la quale, a determinarne lo
sviluppo psichico nel senso della nevrosi o della perversione, sarebbe la predominan&a dell'una o
dell'altra delle due componenti, reciprocamente identificate con l'attivit2 e la passivit2. .nche se
l'accentua&ione 3 presente, sia pure su di una base molto diversa, anche nell'articolo sul feticismo
del !:; 3 del fatto che per il feticista la castra&ione al contempo oggetto di assun&ione e di
rifiuto, non equivale in alcun modo al ritorno puro e semplice alla bisessualit2 quale chiave per la
spiega&ione delle nevrosi, dal momento che tale polarit2 si trova ora ad essere ricomposta nella
dimensione 3 eminentemente immaginaria 3 del narcisimo. @uanto Freud, al !8, sembrerebbe in
ogni caso scorgere nella strategia messa in atto dal feticista, , oltre alla difesa della propria integrit2
corporea, lo sfor&o di sostenere regressivamente, a fronte della prova rappresentata dalla
castra&ione, un'identit2 narcisistica collocantesi al di qua della differen&a sessuale e identificantesi
quindi con il mantenimeno di quel miraggio di incondi&ionato soddisfacimento altrimenti destinato
a dissolversi nel corso dell'evolu&ione verso la forma normale della sessualit2: pi matura e
fun&ionalmente adeguata, ma proprio per questo anche pi circoscritta e in una certa misura almeno
implicante il sacrificio pulsionale. <on fosse che questo punto di vista coesiste ed an&i si fonda su
quello, di segno per certi versi opposto, in virt del quale egli era pervenuto all'individua&ione della
significa&ione fallica dell'oggetto feticcio.
. riprova di ci4, sta quanto osservato da Bean Laplanche a proposito di un passo dello scritto
su Leonardo da 7inci in cui Freud rende conto della forma passiva in cui si presenta la fantasia del
nibbio mettendola in rela&ione con %un certo tipo di divenire omosessuale', ovverosia %quello che
passa per l'identifica&ione con la madre' e, di conseguen&a, con il ruolo attivo da lei interpretato
nello scenario erotico da quella rappresentato. 6olu&ione di cui Laplanche non si limita a denunciare
e motivare l'insufficien&a, ma sottolinea anche e soprattutto come essa non sia la stessa cui Freud
aveva fatto nello stesso testo ricorso per spiegare la perversione feticista. @uando Freud passa a
trattare 3 scrive infatti lo psicoanalista francese 3 %di un'altra perversione, la perversione
omosessuale maschile di Leonardo, non stabilisce esplicitamente un legame tra la sua spiega&ione a
livello dell'oggetto par&iale implicato nel problema della differen&a dei sessi 3 che al centro della
perversione feticistica 3 e la spiega&ione mediante un capovolgimento delle identifica&ioni
nell'omosessualit2 di Leonardo', lasciando che tra le due sussista una %sorprendente assen&a di
!!
articola&ione'.
:!
.nnota&ione, questa, dalla quale siamo una volta di pi ricondotti a quella sorta di
strabismo di cui si fin qui cercato di mostrare come esso caratteri&&i il procedere della
teori&&a&ione freudiana, perennemente in bilico tra la conce&ione che fa della pulsione un moto
sostan&ialmente endogeno e del suo sviluppo un percorso preordinato e quella che viceversa vi
scorge il frutto dell'innesto, sul soggetto in quanto individuo biologico, di un elemento
costitutivamente altro, la cui origine sarebbe secondo Laplanche da rinvenire al livello dei fantasmi
parentali e pi in particolare materni. 9once&ione che 3 osserva ancora Laplanche 3 costituisce
evidentemente una ripresa della formula in cui si potrebbe sinteti&&are la teoria della sedu&ione
originariamente sostenuta da Freud: %perversione dell'adulto \ nevrosi del bambino'. 9on la
differen&a che essa, sostituendo, in base ai medesimi dati di cui Freud si avvale negli anni intorno al
!" per enucleare la significa&ione fallica del feticcio, %alla perversione reali&&ata di una donna
insoddisfatta, il dato quasi strutturale della rela&ione della madre con il fallo', non si presta pi
all'ovvia obie&ione di implicare l'esisten&a di un numero abnorme di adulti perversi.
::"
6en&a
contare che, istituendo in tal modo tra non sessuale e sessuale quel rapporto di deriva&ione (nel
senso della devia&ione, della deriva di ci4 che molla gli ormeggi$ che si gi2 pi volte cercato di
circoscrivere, essa introduce una delle principali poste in gioco della questione del feticismo: quella
inerente la rela&ione 3 della cui eventualit2 esso ci obbliga a tener conto 3 tra la perversione stessa
in quanto essa vi troverebbe il suo paradigma e la sublima&ione.
Idealizzazione e sopra##alutazione sessuale
Lnucleando una volta per tutte la significa&ione fallica del feticcio e individuando
nell'ele&ione di quest'ultimo una reali&&a&ione, per quanto fantasmatica e par&iale, della regressione
narcisistica cui alcuni soggetti si abbandonerebbero a fronte della minaccia, da essi vissuta come
insostenibile, della castra&ione, i lavori e le nota&ioni da Freud dedicati al feticismo nella prima
met2 degli anni dieci ne confermano, indubbiamente e a pieno titolo, l'inclusione, gi2 operata in
occasione della comunica&ione alla 6ociet2 psicoanalitica del !"!, nel campo delle nevrosi. ?l
feticcio vi appare infatti per pi versi assimilabile ad una delle tante forma&ioni sostitutive mediante
le quali un desiderio inconscio, rappresentato in questo caso dalla fissa&ione alla rappresenta&ione
della donna con il pene, verrebbe a compromessi con l'istan&a rimovente attivata dalla minaccia di
castra&ione nonch1, per suo tramite, dalla spinta evolutiva verso la forma maggiormente compiuta
della rela&ione oggettuale. ?n maniera sostan&ialmente analoga a quella di un sogno o di un sintomo,
:!9fr. B. Laplanche, /rolematic!e III+ La sulimazione, trad. di .. Luchetti, La /iblioteca, /ari+*oma :"", pp.
,#+,;.
::"9fr. ivi, pp. !#+!-.
""
il feticcio costituirebbe pertanto l'espressione, e con ci4 anche la reali&&a&ione fantasmatica, di un
desiderio rimosso0 e se vero che la consapevole&&a che il feticista tradisce quanto al suo carattere
erotico ci obbliga a riservargli uno statuto comunque particolare, nondimeno altrettanto evidente
che la pulsione sessuale non vi troverebbe l'occasione di pervenire alla sua meta sen&a perci4
subire, per il tramite dell'ideali&&a&ione, uno stornamento e una devia&ione patenti.
Eerita, a questo riguardo, fare un passo indietro, per osservare con (enr) *e)+Flaud come
l'individua&ione della fun&ione sostitutiva del feticcio fosse in verit2 gi2 contenuta nella lettera, il
cui oggetto lo stesso di /er la genesi del feticismo, da Freud inviata ad .braham il :8 febbraio
!". <ella missiva, Freud aveva infatti ipoti&&ato che, ad intervenire sull'oggetto originario della
pulsione (la scibala$, fosse nel suo pa&iente innan&itutto stata la rimo&ione ordinaria, la quale ne
avrebbe determinato la sostitu&ione col complesso rappresentativo costituito dal piede, a ci4 atto in
ragione del suo odore, simile a quello delle feci. <ella misura in cui ad essere identificabile quale
propaggine del rimosso sarebbe pertanto stata esclusivamente tale componente, parimenti su di
essa soltanto che la rimo&ione 3 previa scissione del complesso 3 sarebbe poi tornata ad esercitarsi,
in tal modo assumendo il connotato della par&ialit2. @uanto all'altra componente del complesso,
ovverosia l'immagine visiva del piede stesso, essa sarebbe di converso incorsa nel destino
dell'ideali&&a&ione, necessario a compensare la perdita del piacere pulsionale originario mediante la
sopravvaluta&ione e il sovrainvestimento dell'oggetto.
Di contro, secondo la versione contenuta in /er la genesi del feticismo, a costituire l'oggetto
originario della pulsione sarebbe stato gi2 il complesso rappresentativo, da cui l'esigen&a di
anticipare l'intervento della rimo&ione par&iale al momento inaugurale del processo. ?l che pone
naturalmente la questione di come ad essere ideali&&ato possa essere l'oggetto pulsionale stesso, e
non gi2 un suo sostituto. 6econdo *e)+Flaud, adottando, in occasione della comunica&ione di
7ienna, una %versione semplificata' della teoria, Freud non l'avrebbe tuttavia fatto sen&a motivo,
dal momento che egli avrebbe con ci4 riconosciuto l'opportunit2 di ascrivere la genesi del feticismo,
piuttosto che al meccanismo dell'ideali&&a&ione, a quello della sublima&ione, come del resto nelle
battute conclusive della comunica&ione esplicitamente si afferma. <1 l'aver successivamente perso
di vista tale intui&ione, relegando di conseguen&a per anni in secondo piano la questione della
valen&a simbolica dell'oggetto feticcio,
::
gli avrebbe d'altra parte impedito di ricordarsene ancora
nel !#, quando, in un luogo di grande densit2 teorica quale il saggio su La rimozione, egli,
facendo passare in subordine le sue pi recenti acquisi&ioni in materia, avrebbe preferito
riconfermare tale e quale la tesi secondo cui la genesi del feticismo sarebbe da ricondurre
all'intervento della rimo&ione par&iale.
::9fr. (. *e)+Flaud, Comment Freud in#enta le f&tic!isme+++ et r&in#enta la ps)c!anal)se, cit., p. >".
"
. partire da quanto scoperto %a proposito della forma&ione del feticcio' 3 sostiene infatti il
testo del !# 3 emerge come tra i possibili destini della rappresenta&ione originaria di una
pulsione rientri anche quello di scindersi %in due parti, di cui una incorsa nella rimo&ione, mentre
la parte residua, proprio per questo intimo collegamento, ha subito la sorte dell'ideali&&a&ione'. Aesi
che, nel riproporre la formula del !"!, risponderebbe secondo *e)+Flaud a una ragione ben
precisa: l'esigen&a %di determinare la natura di una Nrappresenta&ioneO singolare Ril feticcioS che,
per quanto inscritta nel campo del discorso secondario, si distingue nondimeno dalle
rappresenta&ioni banali&&ate della nevrosi'. @ualora smarcassimo l'oggetto feticcio 3 insiste infatti
*e)+Flaud 3 dagli %orpelli fantasmatici legati al suo nuovo ruolo di sostituto fallico', ci
accorgeremmo di come la sua specificit2 risieda altrove che nella sua valen&a immaginaria, e pi
precisamente in quello che egli definisce il suo %statuto ontologico paradossale'. 7ale a dire che
Freud, prima di relegare definitivamente in secondo piano la questione dello statuto dell'oggetto in
ragione dell'esclusivit2 della %teoria fallica', avrebbe fatto in tempo a vedere nel feticcio qualcosa di
diverso da %una semplice variante di posticcio', dove %posticcio' si dice di ci4 che artificiale,
finto, e sostituisce qualcosa di naturale che manca.
:::
Laddove dunque l'interpreta&ione fallica del
feticcio darebbe a intendere la possibilit2 di rinvenirne l'originale in quel fallo sulla cui natura Freud
non cess4 peraltro mai di equivocare, rimettendone per un istante in questione l'eviden&a egli
sarebbe nondimeno arrivato a un passo dall'accorgersi di come il fallo stesso, nel momento in cui,
per il tramite del feticcio, si rivela godere, nella dialettica del desiderio, di una posi&ione di
privilegio, costituisca in realt2 gi2 un tentativo di convertire nella piene&&a di un oggetto 3 per
quanto immaginario 3 il vuoto attorno al quale essa sarebbe condannata a ruotare.
7olendo seguire la traccia indicata da *e)+Flaud, potremmo pertanto interrogarci su che cosa
significhi scorgere nel feticcio il prodotto non gi2 di una ideali&&a&ione, bens= di una sublima&ione,
e questo a partire dall'individua&ione della differen&a tra l'uno e l'altro dei processi in questione.
Dall'Introduzione al narcisismo possiamo ricavare a questo riguardo una prima indica&ione: %la
sublima&ione un processo che interessa la libido oggettuale e consiste nel volgersi della pulsione a
una meta diversa e lontana dal soddisfacimento sessuale. ?n questo processo l'accento cade sulla
devia&ione rispetto alla sessualit2 Rauf der ;len>ung #om SexuellenS. L'ideali&&a&ione un
processo che ha a che fare con l'oggetto0 in virt di essa l'oggetto, pur non mutando la sua natura,
viene amplificato e psichicamente elevato'.
::>
Eentre l'ideali&&a&ione verterebbe sull'oggetto della pulsione, la sublima&ione ne
:::.l pari dell'italiano %posticcio', il francese %postiche' deriva dal latino %apponere-, che significa %porre a lato', da
cui il nostro %apporre'. Dello stesso posticcio si potrebbe pertanto forse affermare che, se esso in grado di
sostituire qualcosa di naturale, che manca, ci4 vero soltanto nella misura in cui esso lo supplementa,
aggiungendovi un che di ulteriore.
::>6. Freud, Introduzione al narcisismo, trad. di *. 9olorni in 1pere, cit., vol. ;, p. 8-8.
":
concernerebbe quindi la meta, anche se non va dimenticato come l'ideali&&a&ione possa %avvenire
sia nell'ambito della libido dell'?o che nell'ambito della libido oggettuale', al punto di metterne an&i
in questione la distin&ione. ?l processo dell'ideali&&a&ione, infatti, strettamente implicato nel
processo di costru&ione dell'ideale dell'?o, ovverosia di quell'istan&a intrapsichica della quale l'?o
stesso si serve come punto di riferimento per valutare le proprie effettive reali&&a&ioni alla luce dei
valori sociali che, per il tramite appunto dell'ideali&&a&ione delle figure genitoriali, entrano a
costituirlo. Da cui anche la sua fun&ione di sostituto del %narcisismo perduto dell'infan&ia, di
quell'epoca cio in cui egli stesso era il proprio ideale'0 ci4 che spiega come mai l'?deale dell'?o sia
inoltre il destinatario di quegli investimenti narcisistici che anche nell'adulto, in cui pure i caratteri
psichici dai quali possibile evincere l'esisten&a di un narcisismo infantile appaiono di norma
considerevolmente ridotti, non sono passibili di essere riconvertiti in libido oggettuale. Del pari,
l'analisi degli stati di innamoramento da Freud pi tardi condotta in /sicologia delle masse e analisi
dell'Io mostrer2 come l'ideali&&a&ione conservi una coloritura narcisistica anche quando riguarda un
oggetto indipendente, e quello amato innan&itutto.
::8
?n rela&ione alla questione del feticismo, poi
di particolare rilievo l'ulteriore precisa&ione che %la sopravvaluta&ione sessuale di un oggetto',
ovverosia ci4 che nel !"# aveva identificato come il traitBd'union che accomunerebbe feticismo e
amore normale, % un'ideali&&a&ione dello stesso'.
Gra&ie a quest'ultima osserva&ione, il perch1, malgrado la fluttua&ione segnalata da *e)+
Flaud, la teoria del feticismo da Freud formulata nel !"! ne individui l'origine nel processo
dell'ideali&&a&ione ci diviene d'un tratto chiaro: da un punto di vista fenomenologico, il tratto pi
appariscente del feticismo rimane quello dell'inadeguate&&a dell'oggetto sostituto, la cui ele&ione
richiede pertanto di essere spiegata mediante una sopravvaluta&ione dello stesso di cui non si pu4
rendere conto che supponendone una preventiva ideali&&a&ione ad opera del soggetto, il cui
movente possiamo ora riconoscere nella trasla&ione del narcisismo primario.
<on a caso, nell'ultima parte del secondo dei saggi che compongono l'Introduzione al
narcisismo, Freud elabora la distin&ione tra scelta oggettuale per appoggio (nella quale il modello
dell'oggetto d'amore costituito dalla madre in quanto prima persona dalla quale dipende la
soddisfa&ione delle pulsioni di autoconserva&ione del soggetto, alle quali soltanto spetterebbe
pertanto di fornire a quelle sessuali, oltre che un oggetto, una fonte organica e una meta$ e
::8. proposito dell'%innamoramento che si contrappone alla mera brama sensuale', Freud sottolinea l'enormit2 del
fenomeno, che vi implicato, della %sopravvaluta&ione sessuale', ovverosia di come %l'oggetto sfugga entro certi
limiti alla critica' 3 ci4 che favorirebbe, tra l'altro, %l'illusione che l'oggetto sia amato anche sensualmente a causa
dei suoi pregi spirituali'. Dopo di che aggiunge: %La tenden&a che qui falsa il giudi&io quella all'ideali&&a&ione.
9i4 tuttavia ci facilita l'orientamento0 riconosciamo che l'oggetto viene trattato alla stregua del proprio ?o, che
pertanto nello stato dell'innamoramento una quantit2 notevole di libido narcisistica deborda sull'oggetto. ?n talune
forme di scelta amorosa salta addirittura agli occhi che l'oggetto serve a sostituire un proprio, non raggiunto ideale
dell'?o' (/sicologia delle masse e analisi dell'Io, trad. di L... 5anaitescu in 1pere, cit., vol. !, p. >""$.
">
narcisistica (in cui al posto della madre troviamo, quale archetipo di oggetto libidico, la persona
stessa del soggetto$. Distin&ione che, sebbene puntellata da Freud con tutta una serie di rilievi di
ordine empirico, tradisce la giustapposi&ione di due differenti conce&ioni della sessualit2, tanto che
Freud stesso precisa che %non giungiamo tuttavia alla conclusione che gli uomini si dividano in due
gruppi nettamente distinti, a seconda che la loro scelta oggettuale sia conforme al tipo %per
appoggio' o a quello narcisistico', ma %avan&iamo l'ipotesi che a ciascun individuo sia aperta la
possibilit2 di compiere la sua scelta oggettuale in entrambe le dire&ioni'.
::#
Fatto sta che la scelta
oggettuale per appoggio sarebbe tipica del sesso maschile, mentre quella narcisistica sarebbe
propria del tipo femminile pi puro e autentico, nella misura in cui lo sviluppo puberale,
comportando una matura&ione degli organi sessuali femminili fino a quel momento latenti,
promuoverebbe nella donna %un incremento dell'originario narcisismo che non risulta propi&io alla
configura&ione di un amore d'oggetto vero e proprio con la relativa sopravvaluta&ione sessuale'. L
questo il punto: perch1 3 stante la centralit2 da Freud attribuita alla no&ione di narcisismo nel
quadro di una teoria evolutiva dello sviluppo psicosessuale posteriormente al !"! 3 se la scelta
oggettuale per appoggio va intesa in opposi&ione a quella narcisistica pure vero che in essa %si
manifesta una spiccata sopravvaluta&ione sessuale che deriva certamente dall'originario narcisismo
infantile, e c!e corrisponde a una traslazione di quest'ultimo'.
::-
Del pari, anche il narcisismo
femminile risulta passibile di uno spostamento nella cui serie si potrebbe sen&'altro inserire 3
sebbene Freud non si occupi qui della questione 3 l'ele&ione del feticcio. %Lsiste' infatti %una via
gra&ie alla quale anche le donne narcisistiche il cui atteggiamento verso l'uomo si mantenuto
freddo possono pervenire a un completo amore d'oggetto. <el figlio a cui danno vita, una parte del
proprio corpo si presenta a queste donne come un oggetto estraneo al quale, a prescindere dal
proprio narcisismo, possono ora offrire in dono il pi pieno amore oggettuale'.
::;
5arrebbe dunque
che, assumendo 3 come ad esempio nella lettera ad .braham di cui sopra 3 l'ideali&&a&ione quale
processo atto a rendere conto, nel contesto della rimo&ione par&iale, dell'ele&ione del feticcio, Freud
non si scosti perci4 dal solco tracciato dai Tre saggi sulla teoria sessuale.
6empre nell'Introduzione al narcisismo, Freud denuncia per di pi la confusione tra
ideali&&a&ione 3 nel senso di forma&ione di un ideale dell'?o 3 e sublima&ione come particolarmente
perniciosa, in quanto %non necessariamente chi ha rinunciato al proprio narcisismo per dedicarsi ad
un alto ideale dell'?o per ci4 stesso riuscito a sublimare le sue pulsioni libidiche.
::,
?n primo luogo,
per quanto l'inclusione della sublima&ione tra le pretese dell'ideale dell'?o sia comune, ci4 non
::#Introduzione al narcisismo, cit., p. 8#,.
::-?bidem. ?l corsivo mio.
::;?vi, pp. 8#!+-".
::,?vi, p. 8-8.
"8
significa che questo accada realmente0 al contrario, tra i nevrotici che si riscontrerebbero i
maggiori scostamenti al riguardo, sen&a contare come proprio l'ostina&ione nel %restare ancorati alla
propria libido' costituisca un loro tratto caratteristico, tanto pi marcato quanto pi esigente
l'ideale dell'?o che essi si sono costruiti. %?noltre', e questo il punto che maggiormente ci interessa,
%la forma&ione di un ideale dell'?o e la sublima&ione si pongono in un rapporto rispettivamente assai
diverso anche con ci4 che d2 origine alla nevrosi. 9ome sappiamo, la forma&ione di un ideale
acccresce le esigen&e dell'?o e favorisce al massimo la rimo&ione0 la sublima&ione offre invece una
via d'uscita in virt della quale le esigen&e dell'?o possono essere soddisfatte sen&a dar luogo a
rimo&ione'.
::!
La sulimazione per#ersa: il feticcio come ipostasi della Cosa
. connotare il processo della sublima&ione, sarebbe quindi l'evitamento della rimo&ione, ci4
che permetterebbe agli oggetti di cui essa promuove la crea&ione di fornire al soggetto una fonte di
soddisfacimento che Freud ha sen&'altro a pi riprese precisato non essere erotica,
:>"
ma che
nondimeno in grado di tenerne il luogo sen&a che la loro valori&&a&ione debba avvenire a livello
inconscio 3 tratto, quest'ultimo, che essa condivide proprio con il feticcio. <1 giova a fare chiare&&a
il fatto che, come stato notato, non solo dal punto di vista topico, bens= anche da quello
meramente descrittivo %le formula&ioni freudiane concernenti la sublima&ione non sono mai state
spinte molto lontano', col risultato che %la teoria della sublima&ione, R...S in Freud, manca anche di
una chiara delimita&ione rispetto ai processi limitrofi (forma&ione reattiva, inibi&ione nella meta,
ideali&&a&ione, rimo&ione$'.
:>
La no&ione di sublima&ione di cui *e)+Flaud si avvale non del resto tratta direttamente da
Freud, bens= dal Lacan del seminario su L'etica della psicoanalisi, in cui essa al centro di una
lunga serie di le&ioni. 6econdo Lacan, il punto saliente della conce&ione freudiana in materia
risiederebbe proprio nella precisa&ione per cui la sostitu&ione al livello degli oggetti o 3 pi
::!?vi, p. 8-#.
:>"9os= ad esempio nel lavoro, sopra discusso, su Leonardo da 7inci.
:>9fr. B. Laplanche e B.+/. 5ontalis, Enciclopedia della psicoanalisi, cit., pp. -!+:. . riprova della confusione da
essi denunciata si potrebbe citare un singolare passo della /sicopatologia della #ita quotidiana, consistente in una
lunga cita&ione di un lavoro di Bones in cui si trova l'analisi di un atto sintomatico che gli sarebbe stata riportata da
un non meglio precisato medico, nondimeno %familiare' dei metodi psicoanalitici, tra le cui abitudini vi era quella di
tenere sulla scrivania uno stetoscopio rigido. Dopo averne individuata 3 per il tramite di un sogno il cui perno
costituito dalla spada che l'eroe nibelungico 6igfrido pone sguainata tra s1 e /runilde dormiente 3 la significa&ione
fallica e la fun&ione apotropaica in rela&ione ai possibili rapporti carnali del medico con le sue pa&ienti, Bones
osserva infatti come questi, quand[era ancora raga&&o, fosse rimasto particolarmente colpito da una senten&a in versi
di Lord L)tton, secondo la quale %sotto il governo di uomini veramente grandi, la penna pi potente della spada',
ci4 che l'avrebbe in seguito indotto a divenire %scrittore prolifico' e ad utili&&are %una penna stilografica' la cui
%straordinaria grande&&a' sarebbe stata propor&ionale alla quantit2 delle cose che aveva da esprimere (cfr. 6. Freud,
/sicopatologia della #ita quotidiana, cit., pp. ::-+:;$.
"#
precisamente 3 della libido cui la sublima&ione mette capo sarebbe prodotta non dal ritorno del
rimosso, ovverosia in maniera sintomatica e indiretta, bens= direttamente, quantunque mediante
oggetti socialmente valori&&ati. 5oich1 tuttavia il carattere diretto della soddisfa&ione pulsionale
assicurata dalla sublima&ione non pu4 evidentemente tradursi in un ritorno puro e semplice alla
modalit2 secondo la quale la pulsione originariamente si soddisferebbe, ci4 implica l'ammissione
che ciascuna pulsione sia non solo passibile di soddisfarsi in modi molteplici, bens= anche che
nessuno di essi sia in grado di assicurarne la soddisfa&ione piena, ch1 in tal caso esso sarebbe il solo
adeguato. L' per questo che Lacan afferma che la sublima&ione, offrendo alla pulsione una
soddisfa&ione diversa dalla sua meta, ne rivela la natura, precludendo ogni possibilit2 di assimilarla
ad un Instin>t la cui soddisfa&ione, mediata dal compimento di un'a&ione specifica come ad esempio
quella di mangiare in risposta allo stimolo fisiologico rappresentato dalla fame, sarebbe
condi&ionata dalla disponibilit2 di un oggetto altrettanto predeterminato.
:>:
Fin qui, peraltro, egli non si scosta in maniera significativa da quanto affermato da Freud nel
saggio sul narcisimo del !8, in cui ideali&&a&ione e sublima&ione vengono come si visto
contrapposte proprio in base alla considera&ione che la sostan&iale continuit2 tra l'oggetto supposto
normale della pulsione e i derivati anche pi lontani dell'ideali&&a&ione esclude tassativamente che
la pulsione vi trovi il proprio diretto soddisfacimento, mentre l'intervento della sublima&ione,
viceversa, lo consentirebbe, impedendo che tra di esso e l'istan&a rimovente si produca un conflitto.
6oltanto che, lungi del fare della sopravvaluta&ione (Wersc!Atzung$ dell'oggetto sessuale un
momento del processo di ideali&&a&ione, Lacan la considera in tutto e per tutto identica alla
sublima&ione, il che gli consente di rescinderne la dipenden&a 3 viceversa affermata da Freud 3
dalla libido narcisistica e di contestarne pertanto la dipenden&a dal registro dell'immaginario. L se
vero che lo stesso Lacan afferma che non esiste investimento oggettuale che non si fondi su di un
tratto immaginario in gra&ia del quale il soggetto, scorgendo nel mondo il proprio riflesso,
prenderebbe a nutrire nei confronti di quest'ultimo l'interesse dapprima rivolto unicamente a se
stesso, occorre pertanto concluderne che la sublima&ione conferisce all'oggetto uno statuto che non
propriamente il suo, elevandolo alla dignit2 di ci4 che egli chiama %das %ing', %la 9osa'.
:>>
5reposta all'introdu&ione di quest'ultima no&ione, si trova nel Seminario VII una lunga
disserta&ione metapsicologica, al termine della quale Lacan chiama in causa la lettera da Freud
inviata a Fliess il - dicembre ,!-, pi nota come Lettera 5T, nella quale formulata la teoria
secondo cui la costitu&ione dell'apparato psichico s'identificherebbe con il succedersi delle
trascri&ioni ('iedersc!riften$ cui sarebbero soggette le perce&ioni successivamente al loro primo
:>:B. Lacan, Il seminario+ Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, cit., pp. ;+!.
:>>?vi, pp. >; e 8.
"-
apparire al livello del sistema f (sistema che il /rogetto di una psicologia aveva aggiunto a quelli g
e h, rispettivamente deputati alla rice&ione degli stimoli ambientali e alla loro registra&ione, onde
rendere conto dell'aspetto qualitativo degli stessi$. 6econdo il modello proposto da Freud, i neuroni
del sistema percettivo, pur essendo connessi alla coscien&a, non sarebbero infatti assolutamente in
grado, in base al principio per cui %coscienza e memoria si escludono R...S a #icenda', di serbare
traccia degli eventi che vi si producono. .ffinch1 questo avvenga, occorrerebbe che le perce&ioni da
essi raccolte subiscano una prima trascri&ione, la quale procederebbe unicamente in base a delle
rela&ioni di simultaneit2 e in una forma per l'appunto %del tutto incapace di pervenire alla
coscien&a'. 6olo successivamente, gra&ie a una %seconda trascri&ione ordinata in base ad altre
rela&ioni, per esempio causali', ma ugualmente destinata a rimanere inconscia, tali tracce
verrebbero a costituire il campo dello psichismo (comprensivo ad esempio, precisa Freud, dei
ricordi concettuali$, il quale non diverrebbe pertanto virtualmente accessibile alla coscien&a che
mediante una ter&a trascri&ione (anche se Freud non esclude che il modello sia riduttivo, e che il
numero di tali trascri&ioni possa essere in realt2 maggiore$, %connessa alle rappresenta&ioni della
parola'. *agion per cui %i neuroni della coscien&a sarebbero ancora una volta neuroni percettivi e
privi per se stessi di memoria'.
:>8
?n tutto ci4, ad interessare Lacan non tuttavia il tentativo, da Freud su tale base compiuto, di
correlare %le caratteristiche specifiche delle nevrosi' ad una mancata trascri&ione di determinate
rappresenta&ioni da uno strato all'altro dell'apparato, la cui successione rappresenterebbe %la
reali&&a&ione psichica di successive epoche della vita',
:>#
bens= soltanto l'idea, che vi implicita,
secondo la quale l'inconscio andrebbe ad inserirsi, %come si dice tra cuoio e carne', tra
@a!rne!mung e $e?usstsein (perce&ione e coscien&a$. Gn inconscio di cui egli, facendo perno
sulla distin&ione tra la parola intesa come ordine e la parola come fun&ione (la quale ultima
interverrebbe viceversa soltanto al ter&o dei livelli individuati da Freud, corrispondente al
preconscio$, afferma il carattere significante, ci4 che gli consente in seconda battuta di sostenere 3
appoggiandosi questa volta sul /rogetto di una psicologia Q che la prima apprensione della realt2 ad
opera del soggetto, il cui apparire si identificherebbe pertanto sen&a resti col costituirsi
dell'inconscio come struttura, sarebbe correlativa al prodursi, in seno alla sfera della perce&ione, di
una prima fondamentale scissione. Eentre una parte della realt2 percepita trapasserebbe
nell'insieme delle qualit2 ad essa attribuite in quanto oggetto e trascritte al livello dell'inconscio,
nella forma di una molteplicit2 di rappresenta&ioni sulle quali andr2 ad operare il principio di
piacere0 l'altra sarebbe infatti caratteri&&ata dal fatto di mantenere un profilo costante o, meglio, di
:>89fr. Lettere a @il!elm Fliess L3FF4B3GHIM, cit., pp. :>-+>!.
:>#?bidem.
";
essere destinata a restare %come cosa', %als %ing', in quanto tale isolata come un che di
costitutivamente estraneo (Fremde$ rispetto al soggetto.
:>-
5er quanto Lacan non lo affermi
esplicitamente, ed an&i si pronunci altrove in senso contrario all'inconsapevole identifica&ione a suo
dire operata dalla scuola Fleiniana tra das %ing e il corpo materno, conviene ricordare come Freud
precisi nel /rogetto di una psicologia come la prima apprensione della realt2 di cui parla Lacan
avvenga nell'uomo sempre in rela&ione alla figura di un prossimo, di un 'eenmensc!, e come
questi debba di norma essere identificato con l'altro dal cui soccorso dipende la sussisten&a stessa
del bambino.
:>;
.lla luce di questo, infatti, appare come il momento della prima apprensione della
realt2 sia anche quello in cui essa viene a costituire il luogo di un'esperien&a di soddisfacimento
($efriedigung$ destinata ad essere dal soggetto vissuta come archetipa, e che nondimeno,
nell'istante stesso in cui viene evocata, si rivela impossibile, dal momento che %tutto ci4 che,
dell'oggetto, qualit2, e pu4 essere formulato come attributo, rientra' da allora in avanti tra le
rappresenta&ioni primitive oggetto di investimento in h, %in ci4 che possiamo chiamare le prime
appari&ioni del soggetto'. <ella misura infatti in cui tali rappresenta&ioni costituiscono il prodotto
dell'inciden&a di un catena di significanti strutturalmente fondata su di un rinvio infinito dall'uno
all'altro dei suoi elementi, se da un lato l'oggetto del possibile soddisfacimento %sar2 l= quando, a
conti fatti, tutti i requisiti saranno soddisfatti', dall'altro appare chiaro come tale oggetto non potr2
che essere %come tale R...S perduto', e che a poter essere ritrovate saranno tutt'al pi %le sue
coordinate', significanti, %di piacere'.
:>,
:>-9fr. B. Lacan, Il seminario+ Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, cit., p. -8.
:>;<el primo capitolo dell'opera, volto nel suo complesso a tracciare uno schema generale dell'apparato psichico e del
suo fun&ionamento, Freud, dopo aver esaminato la fun&ione del pensiero riproduttivo, passa ad occuparsi di quei
casi in cui l'?o si trova alle prese con %una perce&ione non coincidente in alcun modo con l'immagine mnestica
desiderata', ci4 che non lascia ad esso che due alternative: o dirigere la corrente degli investimenti psichici sui
%ricordi' da essa %risvegliati', sviluppando di conseguen&a %un'attivit2 mnemonica' sen&a scopo, che, invece di
appuntarsi sulle somiglian&e tra la perce&ione e la rappresenta&ione attesa, sar2 piuttosto stimolata dalla loro
differen&a0 oppure concentrarla %sulle componenti Rdella perce&ioneS da poco presentatesi', mettendo in atto, al loro
riguardo, %un'attivit2 di giudi&io' ugualmente non finali&&ata. Ld proprio a questo punto che compare la figura
evocata da Lacan: %6upponiamo' 3 scrive infatti Freud 3 %che l'oggetto che fornisce la perce&ione sia simile al
soggetto, cio un essere umano prossimo R'eenmensc!S. L'interesse teorico Rsuscitato nel soggettoS si spiega anche
in quanto un oggetto siffatto stato simultaneamente il primo oggetto di soddisfacimento e il primo oggetto di
ostilit2, nonch1 l'unica for&a ausiliare. 5er tale ragione sul suo prossimo che l'uomo impara a conoscere. ?
complessi percettivi che sorgono da questo prossimo saranno in parte nuovi e imparagonabili: per esempio i suoi
lineamenti (nella sfera visiva$0 ma altre perce&ioni visive (per esempio i movimenti delle mani$ coincideranno nel
soggetto con i suoi ricordi di analoghe impressioni visive del suo corpo, i quali si assoceranno a ricordi di
movimenti sperimentati da lui stesso. La stessa cosa accadr2 con altre perce&ioni dell'oggetto R...S. 9os= il complesso
di un altro essere umano si divide in due componenti, di cui una s'impone per la sua struttura costante come una cosa
coerente, mentre l'altra pu4 essere capita mediante l'attivit2 della memoria: pu4, cio, essere ricondotta a
un'informa&ione che Ril soggettoS ha del proprio corpo' (cfr. /rogetto di una psicologia, cit., p. :>#$. Ea si veda
anche quanto a p. :-8, dov' precisato che %all'ini&io della fun&ione del giudi&io le perce&ioni suscitano interesse a
causa della loro possibile rela&ione con l'oggetto desiderato, e i loro complessi R...S si trovano cos= divisi in una parte
non assimilabile (la cosa$ Rdas %ingS e un'altra che conosciuta dall'?o mediante la sua stessa esperien&a (attributi,
attivit2$ 3 ci4 che si chiama intendere'.
:>,B. Lacan, Il seminario+ Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, cit., pp. -8+-#.
",
%as %ing, identificandosi con il residuo di siffatta opera&ione, viceversa %assolutamente
un'altra cosa'0 incarnando quel %primo esterno' sul quale invano %si orienta tutto il percorso del
soggetto', condannata a restare sen&a volto e sen&a nome, ci4 che non le impedisce tuttavia di
situarsi al centro %di ci4 di cui si tratta nella nevrosi'. 9' un'ambiguit2 3 insiste Lacan 3 che sta al
fondo dell'esperien&a del soddisfacimento e che Freud coglie sin dal principio, quando afferma che
l'a&ione specifica che dovrebbe condurvi non descritta nei termini di una scarica, ma di un'a&ione
che funge da me&&o di riprodu&ione del piacere, ovverosia per una messinscena dello stato ini&iale,
dell'originario e nondimemo, o forse proprio per questo fantasmatico incontro con das %ing. %La
condotta dell'isterica, per esempio, ha come scopo di ricercare uno stato centrato sull'oggetto, in
quanto tale oggetto, das %ing, come Freud scrive da qualche parte, il supporto di un'avversione. L'
in quanto l'oggetto originario oggetto d'insoddisfa&ione che l'Erlenis specifica dell'isterico di
ordina. .ll'opposto R...S nella nevrosi ossessiva, l'oggetto rispetto a cui si organi&&a l'esperien&a di
fondo, l'esperien&a di piacere, un oggetto che, letteralmente, procura troppo piacere', da cui le
manovre con cui l'ossessivo tenta di scongiurare ci4 che egli stesso %vede spesso e assai
chiaramente come la meta e il fine del proprio desiderio' 3 meta e fine che egli evita per una
ragione %straordinariamente radicale, visto che il principio di piacere ci effettivamente dato per
avere una modalit2 di fun&ionamento consistente proprio nell'evitare l'eccesso, il troppo di piacere'.
Di modo che potremmo concludere che la posi&ione originariamente assunta dal soggetto nei
confronti di das %ing costituisce anche, se non la risposta, quanto meno l'articola&ione
fondamentale della questione freudiana della scelta della nevrosi, nonch1 il principio di una clinica
differen&iale tra nevrosi e psicosi che si trova gi2 adombrata nell'ini&iale triparti&ione freudiana di
isteria, nevrosi ossessiva e paranoia.
:>!
.ncora una volta, il punto che Lacan vuole accentuare quindi quello per cui l'originaria
divisione del complesso rappresentativo coincide sen&a resti con la divisione originaria dell'?o, ci4
che esemplifica con il fatto che %il TuX TuX che ci pu4 salire alla labbra in un momento di
smarrimento, di sconforto, di sorpresa, in presen&a di qualcosa che non mi affretter4 a chiamare la
morte, ma che certamente un altro per noi privilegiato' ed an&i %l'.ltro, l'.ltro preistorico, l'.ltro
indimenticabile' che vorremmo %addomesticare' e che invece continuamente minaccia di
%sorprenderci', di %precipitarci dall'alto della sua appari&ione', non si distingue in realt2 da
quell'IoX col quale rispondiamo quando qualcosa ci imputato: %un Io di scusa, un Io di rigetto, un
Io di io no0 non per me', un ?o %che espelle anche se stesso con un movimento all'incontrario, l'?o
:>!Dal canto suo, il paranoico incorrerebbe infatti in una Versagen des 2lauens, in un guasto della creden&a vertente
proprio sulla divisione in due versanti del rapporto con das %ing e quindi sull'esisten&a di quel primo %fuori
significato' in rapporto al quale %il soggetto conserva la sua distan&a e si costituisce in una modalit2 di rapporto e di
affetto primario, antecedente a qualunque rimo&ione'. 6u questo e su quanto precede cfr. B. Lacan, Il seminario+
Liro VII+ L'etica della psicoanalisi L3G5GB6HM, cit., pp. --+-;.
"!
come difesa, come ?o che prima di tutto rigetta, e che lungi dall'annunciare, denuncia, l'?o
nell'esperien&a isolata del proprio sorgere e che bisogna forse anche considerare come il suo
originario declino'.
:8"
%as %ing sarebbe insomma l'inassimilabile, ci4 che nessuna fisiologia della soggettivit2 sar2
mai in grado di metaboli&&are. Lppure abbiamo visto come Lacan, scorgendovi il prodotto di un
processo sublimatorio, lo presenti al contempo come qualcosa di derivato. . partire dalla
constata&ione che il principio di piacere ci impone di muovere da un significante all'altro sebbene
limitandone al massimo il numero onde mantenere quanto pi basso possibile il livello di tensione
nell'apparato psichico, e che quindi la ricerca dell'oggetto perduto passa obbligatoriamente, come in
un gioco di specchi per le allodole, attraverso le vie del significante, potremo chiederci se queste
non siano piuttosto congegnate in modo da farci perdere la strada e da farci mantenere, rispetto alla
9osa, la debita distan&a. La rela&ione tra il significante, assimilato alla grana stessa della
soggettivit2, e la 9osa per4 pi complessa, come Lacan stesso illustra con l'esempio del vaso. La
fabbrica&ione del vaso corrisponde infatti punto per punto all'attivit2 di modellamento del
significante: non meno dell'argilla cui il vasaio d2 forma, i suoni o, nel caso, le lettere da cui
quest'ultimo costituito scaturiscono da un reale che non si distingue da quello che da sempre 3 si
pensi alla no&ione platonica di ricettacolo o a quella aristotelica di materia prima 3 il pensiero
filosofico ha presupposto al fondo di qualsivoglia processo di divenire, e che lo stesso dal quale
provengono tutti gli altri enti, indipendentemente dal fatto di costituire il prodotto di una p!Ysis o di
una tec!n&. .l pari della produ&ione del vaso, il modellamento del significante comporta tuttavia
anche una forma di crea&ione del tutto diversa dalla semplice messa in forma di quanto gli preesiste
in quel reale cui non avremmo in effetti altrimenti accesso 3 e questo nella misura in cui a risultarne
non un oggetto, ma qualcosa che, lungi dal procedere dal reale inarticolato, vi introduce un germe
di altera&ione, e che altro non che il vuoto. Gn vuoto 3 precisa Lacan 3 che %nella
rappresenta&ione, si presenta R...S come un ni!il, come nulla. R...S ?l vasaio, proprio come voi a cui
sto parlando, crea il vaso attorno a questo vuoto con la sua mano, lo crea proprio come il creatore
mitico, ex ni!ilo, a partire dal buco. Autti scher&ano sul maccherone che un buco con qualcosa
intorno, o anche sui cannoni. ?l fatto di ridere non cambia niente alle cose come stanno 3 c' identit2
tra il modellamento del significante e l'introdu&ione nel reale di uno iato, di un buco'.
:8
?n che modo questo %vuoto al centro del reale' che %la 9osa' possa essere considerato quale
il portato di una sublima&ione viene da Lacan illustrato in riferimento all'amore cortese, nel quale
l'oggetto, ovverosia la donna, non solo preso di mira unicamente a condi&ione di essere
:8"?vi, pp. -!+;".
:8?vi, p. ##.
"
inaccessibile, ma appare regolarmente spersonali&&ato, ci4 che gli consente di fungervi da supporto
3 come evidente nel caso della /eatrice dantesca 3 alle allegorie pi svariate. 6ottolineando il
paradosso per cui l'oggetto vi viene trattato in termini tanto pi sensuali quanto pi oltre procede il
sacrificio delle qualit2 che, definendolo nella sua unicit2, lo rendono tale, Lacan ne evince infatti
che %vediamo qui fun&ionare allo stato puro la molla del posto che occupa il punto di mira
tenden&iale della sublima&ione, che cio quel che l'uomo chiede, quel che non pu4 far altro che
chiedere, di essere privato di qualcosa di reale. @uesto posto, qualcuno di voi, parlandomi di quel
che cerco di mostrarvi con das %ing, lo chiamava, in un modo che trovo piuttosto carino, il
vacuolo'.
:8:
Di nuovo, l'inciden&a della sublima&ione opposta da Lacan a quella dell'ideali&&a&ione sulla
scorta di una nota&ione estremamente interessante: pur essendoci nell'amore cortese una
componente di esalta&ione ideale chiaramente narcisistica nel senso indicato dalla fase dello
specchio, solo in seconda battuta che questa interviene a supporto delle proie&ioni ideali del
soggetto, essendo la sua prima fun&ione quella di fare velo alla 9osa, la cui appari&ione, qualora
evocata, si colloca invariabilmente sul registro dello scatologico oppure dell'orrido.
:8>
9i4 che
Lacan chiama %la profonda ambiguit2 dell'immagina&ione sublimante' sta tutta qui: nella
congiun&ione della sua fun&ione di limite e di baluardo eretto contro il manifestarsi della 9osa con
il ruolo da essa rivestito nell'organi&&are l'inaccessibilit2 necessaria ad elevare l'oggetto al suo rango
3 ruolo chiaramente percepibile in tutta una serie di topoi della poesia proven&ale quale ad esempio
quelli dei lauzengiers, ovverosia dei gelosi, e del segreto. *agion per cui %le tecniche di cui si tratta
nell'amor cortese' possono essere descritte come %tecniche del trattenere, dell'amor interruptus', il
che fa s= che anche ad esse si possa riferire %il paradosso di quel che si pu4 chiamare, nella
prospettiva del principio di piacere, l'effetto del Vorlust, dei piaceri preliminari', ovverosia %il fatto
che essi sussistono in senso contrario alla dire&ione del principio di piacere'.
:88
7ale a dire che il
piacere di sostenere il desiderio, il che significa di provare un dispiacere, implicito nella no&ione di
piacere preliminare da Freud articolata nei Tre saggi sulla teoria sessuale si trova tale e quale nella
sublima&ione, ci4 che in fondo non sorprende nella misura in cui in ambo i casi ci4 di cui si tratta
un'eroti&&a&ione di atti ed oggetti di per s1 non immediatamente implicati nel rapporto sessuale.
:8#
:8:?vi, p. !"+!.
:8>Lacan cita al riguardo un poema di .rnaut Daniel in cui questi argomenta a favore dell'assolu&ione di un certo
/ernart, imputato di essersi sottrattosi all'ordine, impartitogli dalla Dama al cui servi&io si era consacrato e nei cui
confronti avrebbe dovuto pertanto dare prova di dedi&ione, di %imboccare la sua tromba' (cfr. ivi, pp. :"> e sgg$.
:88?vi, p. !8.
:8#%La sublima&ione non infatti quel che un fatuo volgo pensa, e non si esercita sempre obbligatoriamente nel senso
del sublime. ?l cambiamento d'oggetto non fa necessariamente sparire, ben lungi, l'oggetto sessuale 3 l'oggetto
sessuale pu4 fare la sua comparsa, sottolineato come tale, nella sublima&ione. L'oggetto sessuale pi crudo pu4
essere l'oggetto di una poesia, sen&a che essa con ci4 perda una mira sublimante' (ivi, pp. :">+"8$.
6
:
o 6
a o 6
:
a
o a a 6
:
6
:
6
o
6eguendo l'indica&ione al riguardo fornita da Eassimo *ecalcati, di ciascuno di questi potremmo
dire che esso costituisce una delle possibili forme del legame sociale, ovverosia una delle possibili
maniere di declinare la condi&ione che secondo Freud sta al fondo dell'esisten&a stessa della civilt2:
l'impossibilit2, di cui il suo %disagio' costituirebbe la spia, che la pulsione vi trovi il suo pieno
soddisfacimento ($efriedigung$ o 3 nei termini di Lacan 3 che vi si dia un godimento (Douissance$
incondi&ionato. 7ale a dire che Lacan non avrebbe fatto con tale no&ione che rielaborare
l'osserva&ione freudiana secondo cui %il rapporto dell'uomo con il campo sociale marcato da un
meno o da una lacuna, da una sottra&ione necessaria di godimento': da quella che Freud definisce
%rinuncia pulsionale' e che %prolunga le tesi dell';l di l" del principio di piacere' nella misura in
cui quest'ultimo %segnala R...S il fatto che l'eM+sisten&a come tale per struttura fuori dall'armonia
edonistico+naturalistica del principio di piacere. <on c' infatti per l'essere umano possibilit2 alcuna
di mantenere in a&ione l'universalit2 biologica del principio di piacere perch1 l'a&ione del
significante che rompe tale principio iscrivendo il soggetto nel campo dell'.ltro'.
8->
6u tali basi, ci dato riconoscere non solo come ciascuno di questi quattro discorsi
corrisponda all'assun&ione, strutturalmente preordinata, di una determinata posi&ione soggettiva,
8-:9fr. B.+.. Eiller, La psiconalisi messa a nudo dal suo celie, trad. di *... Gentile in B. Lacan, Il seminario0 liro
8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi L3G6GB4HM, cit., p. :;.
8->E. *ecalcati, /er una introduzione alla logica dei discorsi, in %La psicoanalisi', ,, !!#, p. >#.
:"8
bens= anche il privilegio detenuto, in rapporto agli altri, dal primo di essi, il quale si colloca dentro e
fuori dalla serie, dal momento che, oltre a definire la possibilit2, per il soggetto, di identificarsi a un
miraggio di padronan&a, esso costituisce una sorta di meta+discorso o matrice strutturale per tutti gli
altri. 6e 3 sulla scorta di quanto suggerito da *ecalcati 3 togliamo infatti a dal suo matema, ci
accorgiamo che esso coincide con la formali&&a&ione della condi&ione di cui Lacan parla come
dell'inclusione del soggetto nel campo dell'.ltro, e che altro non che la rimo&ione freudiana, ma
che potremmo anche definire come l'aliena&ione fondamentale sen&a il cui prodursi non vi sarebbe
nemmeno, secondo quanto da Lacan articolato gi2 nel Seminario 8I, un soggetto dell'inconscio:
6
6
:
o
Kra, in questa formula 6
a
un altro significante 6
:
'. Ld solo in %un tale rapporto, e nella misura in cui esso non si sa Rnon si
sa perch1 la rela&ione resta esteriore ai suoi termini, nessun significante contenendo in s1 la legge
che lo lega agli altri significantiS, che risiede il fondamento di quel che invece si sa 3 di ci4 che si
articola tranquillamente come padroncino, come io, come colui che ne sa qualcosa'.
8-8
.ltrimenti detto: per il soggetto la coinciden&a con s1, quello che Lacan chiama %sapersi' e la
filosofia %autocoscien&a', non se non un[illusione che si regge sul misconoscimento di un sapere
di altro ordine, che la precede e che non pu4 in alcun modo essere riflessivo. %Freud' 3 scrive
Lacan 3 %fa al riguardo un discorso strano, diciamolo, contrarissimo alla coeren&a e alla consisten&a
8-89fr. B. Lacan, Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi L3G6GB4HM, cit., p. :,.
:"#
di un discorso. ?l soggetto del discorso non si sa in quanto soggetto che fa il discorso. 9he non
sappia che cosa dice, passi pure, vi si sempre posto rimedio. Ea ci4 che Freud dice che non sa
chi lo dice. ?l sapere 3 penso di avervi insistito abbastan&a da farvelo entrare in testa 3 il sapere
cosa che si dice, che detta. Lbbene, il sapere parla da solo, ecco l[inconscio'.
8-#
Di questo 6
:
, di questo sapere inconscio, il cui tratto saliente l[inconsisten&a e che oppone
pertanto resisten&a alla sua stessa identifica&ione, il discorso del padrone tenta di appropriarsi
teoricamente, di addomesticarlo, di ridurlo a dei quanta di informa&ioni scambiabili, spostabili e
trasmissibili a piacimento. 9erca insomma di impacchettarlo, di imballarlo, di farne una merce.
*agion per cui il discorso del padrone trova il suo naturale compimento in quello dell[universit2,
che Lacan definisce come una sua trasforma&ione regressiva,
8--
caratteri&&andolo %non gi2 come un
sapere+di+tutto, no di certo, ma come un tutto+sapere. ?ntendetelo come ci4 che si afferma per non
essere nient'altro che sapere, e che si chiama, nel linguaggio corrente, burocra&ia'.
8-;
/urocra&ia,
ovverosia epura&ione, dall'ordine del sapere, di qualsivoglia investimento soggettivo, di tutto ci4
che potrebbe costituire, nel processo della sua gestione e della sua amministra&ione, una pietra di
inciampo, o ancora segnare l'emergen&a di un desiderio. Di modo che, rispetto a quello del padrone,
il discorso dell'universit2 si collocherebbe un passo innan&i verso la chiusura autoreferen&iale della
padronan&a, della ma^trise, come eviden&iato dal fatto che il quarto elemento costituivo dei quattro
discorsi, del quale non ci siamo finora occupati e che Lacan nota con la lettera a, non vi compare
pi allo stesso posto che esso occupava in quello del padrone.
9ome fa notare *ecalcati, nel matema del discorso del padrone 3 anche e in primo luogo
strutturalmente inteso 3 a indica infatti il resto dell'opera&ione significante, dell'inclusione del
soggetto nel campo dell'.ltro. 7ale a dire che, se da una parte esso tiene il posto di quell'ipotetico
essere di godimento che l'uomo sarebbe qualora non assoggettato all'aliena&ione significante (al
processo della civili&&a&ione$ e quindi ne sancisce l'esclusione producendone un Ersatz0 dall'altra
esso introduce nell'economia discorsiva una faglia, un punto di criticit2 che ne rende il
fun&ionamento ineluttabilemente difettoso. *agion per cui Lacan parla del posto da esso occupato
talora come quello della perdita, talaltra come quello della produ&ione. @uasi che esso si collocasse
al tempo stesso dentro e fuori l'apparato dei quattro discorsi: dentro, in quanto effetto e supporto al
contempo di quella che Lacan chiama la %ridu&ione economica del godimento' sulla quale
l'apparato si regge0 e fuori, in quanto residuo ad esso inassimilabile in ragione della sua origine non
significante, bens= libidica e pulsionale.
8-#?vi, p. ,:.
8--?l suo matema infatti ottenibile facendo compiere a quello del discorso del padrone un quarto di giro in senso
inverso a quello che in Lacan indica la messa in discussione del discorso della padronan&a, facendone derivare
dapprima quello dell'isterica e quindi quello dell'analista.
8-;?vi, p. >".
:"-
*iprendendo quanto avan&ato da Derrida, potremmo dire che l'oggetto a indecidibile
esattamente nello stesso senso in cui lo il feticcio. Gno dei punti di fermi del Seminario 8VII
infatti che, malgrado questo non gli impedisca di sussistere e di produrre i suoi effetti, tale discorso
resta a rigore impossibile, e questo in un senso affatto diverso da quello cui (egel si sarebbe
attenuto mostrando %che in fin dei conti il servo, col suo lavoro, a fornire la verit2 del padrone,
spingendolo al di sotto' e che, %in virt di questo lavoro for&ato, R...S il servo giunge alla fine della
storia a quel termine che si chiama il sapere assoluto'.
8-,
5erch1 %se anche questa macchina storica,
che tutto sommato solo un progredire di scuole e nulla pi, giungesse al sapere assoluto, ebbene
tutto ci4 sottolineerebbe unicamente l'annullamento, lo scacco, la scomparsa dunque di ci4 che
motiva esclusivamente la fun&ione del sapere 3 la sua dialettica con il godimento. ?l sapere assoluto
sarebbe puramente e semplicemente l'aboli&ione di questo termine', il quale si profila dunque come
qualcosa di assolutamente irrecuperabile al discorso della padronan&a (ma^trise$, e che proprio per
questo sarebbe destinato ad insistervi alla stregua di un elemento destabili&&ante, di un residuo non
riassorbibile dagli altri tre termini (6
, 6
:
ed o$ e che perci4 pu4 farli slittare. Gn resto la cui
presen&aVassen&a impedirebbe cio al discorso del padrone di chiudersi su se stesso obbligandolo a
passare in quelli ad esso contigui, a cominciare da quello dell'isterica, ovverosia di un soggetto che
vuole %che l[altro sia un padrone, che sappia molte cose, ma non tante da non credere che lei il
pre&&o supremo di tutto il suo sapere'. Gn soggetto che vuole cio %un padrone su cui regnare',
facendone cos= da ultimo risaltare l'inanit2.
8-!
. riaprire la questione che la totali&&a&ione dell'inconscio e la sua ridu&ione a un insieme di
saperi morti si applicherebbero viceversa a definitivamente chiudere,
8;"
sarebbe dunque il discorso
dell'isterica.
8;
.nche se, nei confronti di quel padrone di cui si accanisce a denunciare
l'%impoten&a', l'isterica resterebbe da ultimo sostan&ialmente solidale, e questo proprio in ragione di
un modo di intendere il godimento che si tratter2 viceversa per il discorso dell'analista di superare, o
3 meglio 3 di lasciar finalmente cadere.
8-,B. Lacan, Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi L3G6GB4HM, cit., p. :>.
8-!?vi, p. -".
8;"L'universit2 3 dice Lacan 3 giustappunto il luogo in cui si trovano raccolti i saperi che hanno cessato di essere un
me&&o di godimento.
8;9fr., su questo, E.A. Eaiocchi, Uni#ersBcit)+ Gni+#ersit" del sapere e di+#ersit" del soggetto (in La filosofia e
l'uni#ersit", %/ollettino filosofico dell'Gniversit2 della 9alabria', !, :"">, pp. "#+>;$, il cui penultimo paragrafo
si intitola significativamente %Dis+universare... ?steri&&are forse'.
:";
5rendiamo l'esempio del sogno %della bella macellaia',
8;:
da Lacan gi2 anali&&ato nel !#,.
8;>
<ell'interpretarlo, egli si concentra su come, a determinare la produ&ione del sogno, fosse stato il
desiderio, da parte della pa&iente di Freud, di avere un desiderio insoddisfatto. 5er cogliere il punto,
gli sono sufficienti poche righe: %c' la bella macellaia' 3 scrive 3 %e quel fottitore di marito, un
coglione davvero ideale, al quale lei dovr2 dunque mostrare di non tenere affatto a ci4 di cui lui
vorrebbe colmarla in abbondan&a. L quindi niente si sistemer2 quanto all'essen&iale, nonostante che
lei questo essen&iale lo abbia gi2'.
8;8
5erch1 proprio questo sarebbe l'intento dell'isterica: preservare
il posto della mancan&a 3 ovverosia la dimensione della quale soltanto il desiderio si nutre 3
denunciando la presunta insufficien&a di quanto ricevuto. @uanto le servirebbe per essere felice, la
bella macellaia gi2 lo possiede: il marito la riempie di atten&ioni, lei ne innamorata. Lppure
come se dicesse: %<on questo', con un gesto assimilabile a quello dei bambini affetti da anoressia
nervosa, dei quali Lacan aveva a suo tempo sottolineato non solo come il loro rifiuto sia sempre
%orchestrato come un desiderio', ma anche come essi siano di norma proprio quelli nutriti %con pi
amore'.
8;#
<el Seminario 8VII, tuttavia, questo aspetto appare ormai a Lacan irrilevante rispetto a
quanto implicito nell'atteggiamento rivendicatorio che, nella bella macellaia, resta al fondo del suo
rifiuto. 9ome se, insistendo per ricevere dall'.ltro ci4 di cui non tarder2 a denunciare l'insufficien&a
e che in fondo 3 pur sen&a saperlo 3 non vuole, essa si collocasse nella sua stessa posi&ione0 come
se, non volendo rinunciare al proprio diritto ad essere soddisfatta, essa si condannasse a non esserlo
in eterno. %@uel che lei non vede, essendo il suo piccolo ori&&onte ben limitato, il fatto che
basterebbe lasciare a un'altra questo essen&iale del marito per poter trovare, per s1, un pi di godere.
?l sogno tratta proprio di questo. L tutto quel che si pu4 dire che questo lei non lo veda nel sogno.
8;:?l sogno in questione il seguente: %7olevo dare una cena, ma non avevo niente in casa, tranne un po' di salmone
affumicato. 5ensai di uscire a comprare qualcosa, ma mi ricordai che era domenica pomeriggio e che tutti i nego&i
erano chiusi. .llora cercai di telefonare a qualche fornitore, ma il telefono era guasto. 5erci4 dovetti abbandonare
l'idea di dare una cena'. <on fosse che, il giorno prima, la pa&iente aveva fatto visita ad un amica, che suo marito
spesso lodava sebbene questa fosse molto magra, mentre lui preferiva le donne pi in carne. 9on lei aveva parlato
del suo desiderio di ingrassare, e difatti l'amica le aveva anche chiesto quando l'avrebbe invitata di nuovo a cena, dal
momento che da lei si mangiava cos= bene. 9onsiderato anche il fatto che il piatto preferito dell'amica era proprio il
salmone affumicato, Freud non ha pertanto difficolt2 a rovesciare il significato apparente del sogno, cui la sua
pa&iente si era appellata per contraddire la sua teoria secondo la quale tutti i sogni costituirebbero la reali&&a&ione di
un desiderio. Dopo di che, Freud si sofferma sull'importan&a di un dettaglio emerso nel corso dell'analisi: negli
ultimi tempi, la pa&iente aveva infatti rinunciato ad un lusso che precedentemente era solita concedersi, ovverosia a
mangiare ogni mattina un panino col caviale, che il marito le avrebbe beninteso fatto avere, se solo lei avesse voluto.
Di modo che il sogno, oltre a rappresentare la condi&ione alla quale si sarebbe reali&&ato il suo auspicio che l'amica
restasse magra, di modo che essa non finisse per piacere a suo marito ancora di pi, avrebbe rivestito per lei un
valore supplementare: quello di reali&&are quella stessa identifica&ione all'amica 3 necessaria ad appropriarsi
dell'alta stima in cui il marito l'avrebbe tenuta come oggetto sessuale 3 che essa aveva manifestato nella vita reale
procurandosi il desiderio insoddisfatto del caviale (cfr. L'interpretazione dei sogni, cit., pp. 8:+8#$.
8;>9fr. B. Lacan, La direzione della cura e i princip^ del suo potere, in Scritti, cit., pp. -- e sgg.
8;8?d., Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi, cit., p. ,;.
8;#9fr. id., La direzione della cura e i princip^ del suo potere, in Scritti, cit., pp. -:>+:8.
:",
.ltri invece lo vedono, Dora, per esempio, quel che fa'.
8;-
.nche in Dora, infatti, non mancano i segni che denotano come l'isteria rechi %il marchio
dell'identifica&ione con un godimento che quello del padrone'. /asti pensare al ruolo nella
vicenda giocato dalla signora C., la quale %sa sostenere il desiderio del padre ideali&&ato Rch1
quello reale, non va dimenticato, impotenteS ma anche contenerne la foga R...S e quindi privarne
Dora, che si trova cos= doppiamente esclusa dalla sua appropria&ione'. Ea tale identifica&ione
comporta in lei un passo ulteriore, in quanto il godimento dell'.ltro 3 impersonato dal signor C.
nella misura in cui questi, a differen&a del padre, potente e le si offre sen&a riserve 3 Dora mostra
effettivamente di non volerlo, %poich1 quel che vuole il sapere come me&&o di godimento', anche
se solo 3 e questo ci4 che ne fa comunque un'isterica 3 %per metterlo al servi&io della verit2 3 la
verit2 del padrone che lei, in quanto Dora, incarna. L questa verit2, bisogna finalmente dirlo, che il
padrone castrato. ?nfatti, se il godimento unico a rappresentare la felicit2, quello che l'ultima volta
ho definito perfettamente chiuso, il godimento del fallo, dominasse questo padrone 3 vedete il
termine che uso, il padrone pu4 dominare solo escludendolo 3 in che modo il padrone potrebbe
stabilire un rapporto con il sapere, quello che tenuto dal servo, il cui beneficio la for&atura del
pi+di+godereU'.
8;;
7ale a dire che Dora sarebbe giunta a un passo dal punto di svolta, ovverosia
dall'accettare la castra&ione 3 da intendersi come inesisten&a del rapporto sessuale quale
reali&&a&ione del godimento pieno 3 in quanto condi&ione necessaria e sufficiente per l'accesso a
quello che Lacan chiama %pi+di+godere', e che altro non che un godimento demoltiplicato,
diminuito, indeblito, ma non per questo meno irriducibile alla dimensione della verit2 e della
soddisfa&ione simbolica. <on fosse che ad essere castrato, a dover essere castrato, per lei
innan&itutto l'altro, il padre cui essa, con la sua denuncia, si compiace di sottrarre il godimento che
gli aveva supposto in quanto ideali&&ato.
5osta la necessit2 di riprendere la questione del godimento in un secondo momento,
concentriamoci per il momento su una soltanto delle osserva&ioni lacaniane al riguardo: quella
secondo cui la teoria analitica avrebbe preso quale punto di riferimento il fallo in quanto il
godimento vi sarebbe isolabile con una certa facilit2, data l'eviden&a con la quale tale organo
esercita nell'uomo la fun&ione sessuale. .l punto che si potrebbe persino dire che non c' felicit2 se
non del fallo 3 ci4 che Freud avrebbe scritto %in tutte le salse, e anche con quella ingenuit2 che
consiste nel dire che niente pi dell'orgasmo maschile si avvicina al pi perfetto godimento'. 9on
l'avverten&a tuttavia che %la teoria freudiana calca l'accento sul fatto che solo il fallo a essere
felice e non il portatore del suddetto', quasi che tra la felicit2 dell'uno e quella dell'altro vi fosse una
8;-?d., Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi, loc. cit.
8;;?vi, p. -.
:"!
rela&ione di esclusione reciproca.
8;,
Gn'esclusione che la minaccia di castra&ione quale puni&ione
per l'onanismo infantile da Freud evocata in Feticismo e altrove non farebbe che travestire
immaginariamente, esattamente allo stesso modo in cui il ricorso al %mito' all'edipo esprime quanto
egli avrebbe viceversa potuto %letteralmente imitarsi a brucare', attingendo a ci4 che %tutte queste
bocche d'oro, .nna, Lmm), Dora' gli avevano offerto %in palmo di mano'.
9i4 che Lacan apertamente denuncia in questo seminario, difatti quanto profondamente la
teoria analitica sia stata condi&ionata da una certa cecit2 di Freud, dalla sua incapacit2 di vedere
come, fin dalle prime analisi, la verit2 che si veniva profilando quale motore dell'esperien&a
analitica stessa fosse l'inconsisten&a della figura paterna, in rela&ione alla quale egli sarebbe
all'opposto venuto progressivamente orientandola con sempre maggior decisione. La seconda
grande favola della psicoanalisi, dopo quella del fallo vietato, sarebbe dunque quella della madre
proibita. 5er quanto il discorso di Lacan si faccia al riguardo parecchio sfilacciato, in parte
possibile ricostruirne l'ori&&onte sulla scorta del proposito, che esso dichiara, di anali&&are il mito di
Ldipo come un sogno di Freud, al fine di enucleare, muovendo dal suo contenuto manifesto, la
verit2 strutturale in esso latente. 7ale a dire che, con l'elabora&ione dell'edipo 3 che Lacan non esita
a dichiarare a rigore %inutili&&abile' 3 Freud non soltanto avrebbe mancato il dato, in certo qual
modo strutturale, della castra&ione paterna, ma l'avrebbe pi radicalmente rovesciato attribuendo al
padre una fun&ione di interdi&ione che, oltre a essere priva di qualsivoglia consisten&a che non sia
immaginaria, ne presupporrebbe evidentemente l'identifica&ione con il solo detentore di quello
stesso diritto al godimento che abbiamo visto rivendicare all'isterica. *agion per cui, collocandosi
sul piano dell'analisi ontogenetica, Lacan torna a ribadire quanto da lui da sempre sostenuto,
ovverosia che il ruolo di interdi&ione dal padre esercitato nei confronti del godimento della madre
(da intendersi in ambo i sensi del genitivo$ non potrebbe consistere se non nell'intervento della
%metafora paterna'. Ea che cos' la metafora paternaU
<el suo seminario sulla natura dei sembianti, Eiller la mette in rapporto con ci4 che egli
chiama il seminario inesistente di Lacan, ovverosia quello che egli avrebbe dovuto tenere nell'anno
accademico !->+-8 sul tema de I 'omiBdelBpadre, e che fu invece interrotto dopo la prima le&ione
e sostituito con quello su I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi,
8;!
non sen&a peraltro
che Lacan si compiacesse negli anni seguenti %di interpretare questo buco' e %di titillare con esso il
suo uditorio'. Aanto pi che, sebbene inesistente, il seminario si lascerebbe tuttavia decifrare in base
al fatto che %forse il nome di 'omiBdelBpadre, di per se stesso, denuncia che il <ome+del+padre,
8;,B. Lacan, Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi, cit., pp. ,-+,;.
8;!La prima e unica le&ione del seminario stata recentemente pubblicata dallo stesso Eiller insieme ad alcuni altri
scritti lacaniani dello stesso periodo e di tematica affine: cfr. B. Lacan, I 'omiBdelBpadre seguito da Il trionfo della
religione, a cura di .. Di 9iaccia, Linaudi, Aorino :""-.
:"
preceduto da il, articolo determinativo, il <ome+del+padre, come nome singolare, pi esattamente
come nome unico e assoluto, non esiste'.
8,"
5oich1 3 come rilevato dallo stesso Eiller 3 in altri testi
Lacan stesso specifica di riprendere la problematica del <ome+del+5adre dalla tradi&ione religiosa,
si potrebbe forse a questo riguardo stabilire un rapporto col nichilismo, il quale non destituisce il
divino dalla sua trascenden&a sen&a al contempo demoltiplicarne l'istan&a. .lla morte di Dio 3
ammonisce <iet&sche 3 segue sempre il crepuscolo degli idoli. <on fosse che, ad interessare Lacan
e Eiller, meno la denuncia degli effetti di sopravviven&a a tale processo legati che la possibilit2 di
estenderne il principio in senso retroattivo: %se il plurale allude all'uscita da questa tradi&ione R...S
perch1 introduce una logica del <ome+del+5adre', in cui esso appare non pi come un elemento, n1
come %l'ultima istan&a' o %l'ultima risposta', bens= come %una fun&ione che pu4 essere supportata
da diversi elementi'. L, alla domanda %@uale fun&ioneU', Eiller risponde: la stessa da Lacan
individuata nella metafora paterna, %la fun&ione di metafori&&are il Desiderio della Eadre, di
barrarlo'. Di modo che il <ome+del+5adre, come elemento, sarebbe %gi2 di per se stesso la metafora
del 5adre, della 5resen&a del 5adre'. <on soltanto %il <ome+del+5adre pu4 operare in assen&a del
padre Rdel padre realeS 3 ed questo il motivo per cui Lacan critica le teorie che attribuiscono al
psicosi a una caren&a paterna 3 ma esso rende assente il padre. Dire che si tratta del 5adre in quanto
detto dalla Eadre, in quanto argomento e tema del discorso della madre, significa sottolineare
appunto che vi qui un riferimento vuoto', che %il <ome+del+padre da sempre il 5adre non
soltanto, per cos= dire, metafori&&atore, ma metafori&&ato'.
Kstentando una certa ironia, nel Seminario 8VII Lacan dichiara di aver da principio dovuto
dire, per farsi capire dagli psicoanalisti, delle cose molto %forti'. 9ome ad esempio che %il ruolo
della madre il desiderio della madre', e che %il desiderio della madre non qualcosa che si possa
sopportare cos=, qualcosa che vi sia indifferente. 5rovoca sempre dei danni. Gn grosso coccodrillo
nella cui bocca vi trovate 3 questo la madre. <on si sa cosa potrebbe all'improvviso venirle in
mente, ad esempio di chiudere le fauci. Lcco cos' il desiderio della madre. (o tentato allora di
spiegare che c'era qualcosa di rassicurante R...S 9' un matterello, in pietra, naturalmente, che nelle
fauci si trova come in stato poten&iale, e questo trattiene, blocca. L' ci4 che chiamiamo il fallo. L' il
matterello che vi tiene al riparo, se di colpo le fauci si richiudono'. Ea, non essendo ancora capito,
sarebbe allora stato costretto ad introdurre la no&ione di metafora paterna, %mentre non proprio
cos= che Freud ci presenta le cose. Aanto pi che ci teneva molto al fatto che fosse effettivamente
accaduta quella benedetta storia dell'uccisione del padre della orda, quella buffonata darPiniana. ?l
padre della orda 3 come se di questo padre della orda si fosse avuta la minima traccia. 6i sono certo
8,"B.+.. Eiller, %ella natura dei semianti+ II, trad. di *... Gentile ne %La psicoanalisi', :, !!:, p. 8;.
:
visti degli orangut2n. Ea di un padre dell'orda non si mai avuta la minima traccia'.
8,
9ome a dire
che quanto gli analisti non sarebbero stati in grado di intendere 3 si sarebbe tentati di dire %per colpa
di Freud' 3 insomma che la metafora paterna non interverrebbe sul desiderio materno sen&a con
ci4 anche implicare la messa a morte del padre,
8,:
da intendersi in un senso che si tratta ora di
precisare in rela&ione a Totem e taN, ovverosia all'opera in cui si trova esposta la teoria di cui nel
passo di Lacan appena citato.
*edatto tra !: e !>, Totem e taN si propone di formulare un[interpreta&ione unitaria di
due fenomeni antropologici correlati ma indipendenti, il primo dei quali costituito dal totemismo
in quanto istitu&ione socio+religiosa fondata sul culto di una determinata classe di oggetti, per lo pi
animali. 9ulto che, data l'ambiguit2 che caratteri&&a il rapporto dei membri del clan al totem,
sarebbe avvicinabile al tab, in rela&ione al quale Freud osserva analogamente come il termine, di
origine polinesiana, chiami in causa due distinti campi semantici: quello relativo a ci4 che santo o
consacrato da una parte0 e quello inerente ci4 che perturbante, pericoloso, proibito, impuro
dall'altra. Di modo che, a giustificare l'applica&ione, ai due fenomeni, del metodo d'indagine
psicoanalitico, sarebbe il loro comune rapporto col termine medio rappresentato dai fenomeni della
nevrosi ossessiva in quanto fondati sull[ambivalen&a delle rela&ioni oggettuali intrattenute dal
soggetto. Ld proprio a partire di qui che, nell'ultimo dei quattro saggi di cui l'opera si compone,
incentrato sul problema dei rapporti tra esogamia e totemismo e intitolato %?l ritorno del totemismo
nei bambini', Freud sviluppa un triplice ordine di considera&ioni.
Lo &occolo duro dell[argomenta&ione fornito dall[esperien&a analitica, e in particolare dalla
clinica delle &oofobie infantili, nelle quali, dietro l[animale temuto, sarebbe sempre riconoscibile la
figura del padre. L'animale vi sarebbe infatti, esattamente come il padre, tanto temuto e odiato
quanto rispettato e amato, ci4 che ci autori&&erebbe a concludere che, %se l[animale totemico il
padre, i due comandamenti fondamentali del totemismo, le due prescri&ioni tab che ne
costituiscono il nucleo 3 non uccidere il totem e non avere rapporti sessuali con una donna
appartenente allo stesso totem 3 coincidono quanto a contenuto con i due delitti di Ldipo, che uccise
il padre e prese in moglie la madre, e con i due desideri primordiali del bambino, la cui insufficiente
rimo&ione o il cui ridestarsi formano forse il nucleo di tutte le nevrosi'.
8,>
8,B. Lacan, Il seminario+ Liro 8VII: Il ro#escio della psicoanalisi L3G6GB3G4HM, cit., pp. >#+>-.
8,:?ni&ialmente, Lacan aveva detto %la sua ;uf!eung'. <on fosse che, come finemente osserva Eiller (cfr. %ella
natura dei semianti+ II, cit., p. #$, a dispetto del suo rivestimento mitico, quanto da Freud articolato in Totem e
taN (ovverosia la teoria, che stiamo per prendere in esame, dell'uccisione del padre dell'orda ad opera dei suoi stessi
figli$ si avvicina forse alla verit2 molto di pi della metafora paterna nella sua versione classica (quella operante
nell'edipo$, in quanto questa, come si evince dalla nota&ione <5VDE(B$, avrebbe %il torto di far credere che con la
metafora del <ome+del+5adre, questo godimento che scrivo qui con una B Rla %B' di DouissanceS tra parentesi, subito
dopo il simbolo DE Rdesiderio della madreS, possa essere annullato'. Eentre esso si conserva, %semplicemente
passando al piano superiore, cio diventando appannaggio del padre', da cui la nota&ione <5(B$VDE barrato.
8,>Totem e taN, trad. di 6. Daniele, in 1pere, cit., vol. ;, p. >-.
::
Dopo aver in tal modo avvicinato la condi&ione fondamentale del totemismo a quella
dell'edipo, Freud le rapporta entrambe alle tesi formulate dall[archeologo e filologo Jilliam
*obertson 6mith, il quale, in un suo lavoro sulla religione dei semiti, aveva sostenuto non solo che
presso tali popoli gli animali oggetto di sacrificio fossero in origine sempre stati degli animali
totemici, ma anche che, dopo essere stati uccisi, questi ultimi fossero stati consumati nel corso di
veri e propri pasti rituali. ?noltre 6mith aveva eviden&iato due altri punti per Freud decisivi: la for&a
del legame sociale istituito dalla partecipa&ione al pasto totemico e come queste fossero le uniche
occasioni in cui l[animale veniva ucciso, quasi che l[assun&ione collettiva della responsabilit2
dell[atto altrimenti proscritto fungesse da sua giustifica&ione.
9ombinando infine tutto ci4 con la conce&ione di DarPin, elaborata sulla scorta di quanto
osservato presso le scimmie superiori, secondo cui la prima forma di organi&&a&ione sociale presso
l[uomo sarebbe stata costituita da orde relativamente piccole, in cui l[instaura&ione di ogni
promiscuit2 sessuale sarebbe stata impedita dalla gelosia del maschio dominante, Freud ne ricava
un'ipotesi %che pu4 sembrare fantasiosa, ma che offre il vantaggio di stabilire un'insospettata unit2
tra serie finora distinte di fenomeni': quella secondo cui la forma %pi primitiva' di organi&&a&ione
sociale rintracciabile, consistente %in %bande' di maschi dotati di uguali diritti e sottomessi alle
restri&ioni del sistema totemico', fosse derivata dalla condi&ione %primordiale', viceversa mai
osservata, dell'orda darPiniana. 6en&a lasciarsi scoraggiare dalla natura della materia, tale da
rendere assurda, per ci4 che la riguarda, ogni aspira&ione a un'incondi&ionata certe&&a, Freud
avan&a che %un giorno i fratelli scacciati si riunirono, abbatterono il padre e lo divorarono, ponendo
cos= fine all'orda paterna. Gniti, essi osarono compiere ci4 che sarebbe stato impossibile
all'individuo singolo R...S. 9he essi abbiano anche divorato il padre ucciso, cosa ovvia trattandosi
di selvaggi cannibali. ?l progenitore violento era stato sen&a dubbio il modello invidiato e temuto da
ciascun membro della schiera dei fratelli. . questo punto, nell'atto di divorarlo, essi reali&&arono
l'identifica&ione con il padre, ognuno si appropri4 di una parte della sua for&a. ?l pasto totemico,
forse la prima festa dell'umanit2, sarebbe la ripeti&ione e la commemora&ione di questa memoranda
a&ione criminale, che segn4 l'ini&io di tante cose: le organi&&a&ioni sociali, le restri&ioni morali e la
religione'. 5erch1 i fratelli, che, come %ognuno dei nostri bambini e dei nostri nevrotici', %odiavano
il padre R...S ma lo amavano e lo ammiravano anche', %dopo averlo sopraffatto, aver soddisfatto il
loro odio e aver imposto il loro desiderio di identifica&ione con lui', dovettero sentirne 3 al
risvegliarsi di quei moti d'affetto fino ad allora rimasti sopiti 3 %un senso di colpa che coincide R...S
con il rimorso collettivo. Eorto, il padre divenne pi forte di quanto fosse stato da vivo R...S. 9i4
che prima egli aveva impedito con la sua esisten&a, i figli se lo proibirono ora spontaneamente nella
situa&ione psichica dell'%obbedien&a posteriore' R...S. *evocarono il loro atto dichiarando proibita
:>
l'uccisione del sostituto paterno, il totem, e rinunciarono ai suoi frutti, interdicendosi le donne che
erano diventate disponibili. ?n questo modo, prendendo le mosse dal loro filiale senso di colpa,
crearono i due tab fondamentali del totemismo', dei quali soltanto il primo peraltro 3 ovverosia
quello inerente l'uccisione dell'animale totemico 3 %poggia interamente su basi emotive', mentre
l'altro 3 il divieto dell'incesto 3 %aveva anche un solido fondamento pratico' nell'esigen&a di evitare
nuovi conflitti per il possesso delle donne, puntellata anche con il probabile ricorso a quelle pratiche
omosessuali cui i fratelli avevano dovuto dedicarsi all'epoca della loro cacciata da parte del padre.
8,8
?n rapporto a questa storia %che non sta n1 in cielo n1 in terra', il transfert negativo di Lacan
nei confronti di Freud 3 come direbbe Eiller 3 si spinge lontano. 5er farsene un'idea, sufficiente
prendere ad esempio alcuni passaggi della sintesi che ne fornisce: %?l vecchio pap2' 3 scrive Lacan
3 %le aveva tutte per s1, il che gi2 favoloso. R...S Ea ecco che lo si uccide. La conseguen&a del
tutto diversa dal mito di Ldipo Rnella versione sofocleaS 3 per avere ucciso il vecchio, cio il
vecchio orango, accadono due cose. <e metto una tra parentesi perch1 davvero favolosa 3 essi si
scoprono fratelli. R...S Decidono poi, concordemente, che non si toccheranno le mammine' etc.
8,#
<ondimeno, in queste stesse pagine, Lacan afferma anche che, se Freud %era cos= contorto,
considerando che era uno che sapeva scrivere e pensare, ci deve pur essere stata una buona
ragione'. *agione che egli individua nella fun&ione di %operatore strutturale' che, nel mito
freudiano e gi2 al di l2 di esso, sarebbe riservata al padre morto, e che consisterebbe nell'essere
%l'agente della castra&ione'. 7ale a dire che quanto si tratterebbe innan&itutto di riconoscere, lo
statuto puramente fantasmatico 3 esattamente analogo in ci4 a quello del godimento materno, al cui
posto interverrebbe la metafora paterna 3 del godimento che Totem e taN assegna in via esclusiva
al padre, il suo non essere altro che un effetto di apr9sBcoup della presa del corpo ad opera del
significante 3 presa che fa viceversa s= che il godimento sia sempre non solo dell'.ltro, ma anche e
per ci4 stesso costitutivamente perduto, in quanto l'.ltro, ci4 il cui posto nel discorso del padrone
tenuto da 6
:
, l'inconscio, non costituisce un insieme chiuso e totali&&abile, ma si contraddistingue
all'opposto proprio per la sua inconsisten&a, logica e ontologica al contempo.
7ale a dire che morto, soppresso, barrato, il padre lo sarebbe sin dall'origine 3 ci4 che Eiller,
nel testo sopra citato, esprime dicendo che esso si riduce alla fine a quell'o che ne costituisce il
rimosso. ?l padre dell'orda, in quanto padre effettivamente dominante, non sarebbe cio mai esistito0
al punto che la sua immagine di padre morto, il suo essere padre depositario del godimento solo ed
8,8?vi, pp. 8#+8,.
8,#B. Lacan, Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi, cit., pp. >!+8". La critica di Lacan si estende
inoltre a L'uomo .os9 e l'origine del monoteismo (trad. di 5.9. /ori, G. 9ontri e L.6agittario, in Kpere, vol. , pp.
>:!+8#>$, di cui egli dice essere %il colmo dei colmi'. 5erch1 mai' 3 infatti 3 %Eos dovrebbe essere stato uccisoU ?l
bello che Freud ce lo spiega 3 Eos doveva fare ritorno fra i profeti, magari per via della rimo&ione e,
ammettiamolo pure, della trasmissione mnestica attraverso i cromosomi'.
:8
esclusi#amente in quanto morto (il che come dire a condi&ione di non esserlo$ si presenta secondo
Lacan %come il segno dell'impossibile medesimo', di quel punto di for&atura e di ecceden&a rispetto
all'ordinamento dell'essere e della realt2 che per la psicoanalisi si identifica con %la categoria del
reale, in quanto essa si distingue radicalmente, in quel che articolo, dal simbolico e
dall'immaginario'.
8,-
Da cui la conclusione che, quanto da Freud coperto con il mito dell'uccisione
del padre, altro non sarebbe che la castra&ione stessa in quanto espressione del fatto che %non c'
rapporto sessuale', ovverosia che nulla, nel reale, corrisponde a quell'immagine di complete&&a che
il soggetto vi proietta a partire dalla frammentariet2 e dalla limitate&&a che viceversa
contraddistingue l'esperien&a del rapporto all'altro e del godimento cui abbiamo accesso unicamente
attraverso ci4 che nel Seminario 8VII Lacan chiama 6
:
, il quale 3 come meglio si vedr2 nelle
conclusioni 3 non sarebbe tuttavia nelle condi&ioni di farlo se esso non procedesse al contempo alla
cancella&ione di %un godimento originario', che interverrebbe viceversa nel reale ma di cui %non
sappiamo nulla', se non che esso %si etichetta come masochismo o si apre alla pulsione di morte'.
8,;
. fronte di tale irreperibilit2 del godimento e dell'eventualit2 di una sua ecceden&a, da lui
stesso peraltro evocate attraverso l'enuncia&ione del disagio nella civilt2 e della Todestrie, Freud
avrebbe dunque miti&&ato, ribattendolo sul modello ad esso offerto dal soddisfacimento dei bisogni
fisiologici e inventandosi l'almeno uno, il padre dell'orda cui sarebbe dato di appropriarsene
integralmente. Eentre Lacan, del tutto all'opposto, si sarebbe an&itutto preoccupato di
circoscriverne %il campo' e di operarne an&i %una ridu&ione economica', ripensandolo a partire dal
concetto 3 anch'esso freudiano 3 di ripeti&ione (@ieder!olungsz?ang$. . partire dal testo di Freud,
Lacan avrebbe insomma dimostrato %che quello che in primo luogo si chiama proibi&ione del
godimento fallico (in particolare, non bisogna masturbarsi$ e, in secondo luogo, il divieto che
concerne il godimento della madre (no all'incesto$, e in ter&o luogo l'inven&ione, l'idea
dell'uccisione del padre, queste tre favole della psicoanalisi sono altrettante maschere o figure di
8,-B. Lacan, Il seminario0 liro 8VII+ Il ro#escio della psicoanalisi, cit., p. #:. Lacan molto attento nell'osservare
come il fatto di attribuire al padre reale la responsabilit2 dell'opera&ione simbolica della castra&ione, ovverosia di
farne %l'agente', rischi di farci nuovamente scivolare %nel fantasma secondo cui il castratore sarebbe il padre'.
Fantasma tuttavia smentito dal racconto stesso di Freud, in cui si tratta per i fratelli di castra&ione unicamente a
partire %dal secondo tempo, quello dell'uccisione del padre' in quanto essa %non proviene da altro che un comune
accordo, singolare initium di cui mostravo l'ultima volta il carattere problematico'. 9ome dire che non c' alcun
initium, e che la civilt2, con la perdita di godimento ad essa correlata, deve essere sempre supposta. 9i4 che Lacan
ribadisce affemando che %il mito non pu4 avere qui altro senso se non quello cui l'ho ricondotto, di un enunciato
dell'impossibile. <on pu4 esservi alcun atto fuori da un campo gi2 cos= compiutamente articolato che non vi si situi
la legge. <on vi atto se non l'atto che si riferisce agli effetti di questa articola&ione significante e ne comporta tutta
la problematica'. Dopo di che si sofferma su come il verbo %agire' abbia, nella lingua, %pi di una risonan&a', dal
momento che da esso deriva non solo il termine %agente', da intendersi come colui che agisce, avendo magari il
pieno controllo delle proprie a&ioni, bens= anche quello di %attore', che colui che recita una parte, oppure di
%attivista', il quale si riconosce come strumento di una causa che lo trascende0 del resto, l[agente stesso anche il
rappresentante. %Lcco il livello del termine cui conviene attingere ci4 in cui consiste il padre reale come agente della
castra&ione. ?l padre reale fa il lavoro dell[agen&ia+padrone' (ivi, p. #8$.
8,;B.+.. Eiller, La psicoanalisi messa a nudo dal suo celie, cit., p. :,8.
:#
questa perdita di godimento, che in un certo senso l'effetto meccanico della presa del linguaggio
sul corpo'. K 3 come anche Eiller si esprime 3 che esse costituiscono quello che, rapportato alla
semplicit2 e all'asciute&&a dei riferimenti che Lacan ha di mira (l'energetica, la termodinamica,
l'entropia$, si presenta come %il lato >itsc! della costru&ione di Freud che, per ottenere tutto questo,
ha bisogno di introdurre l'Ldipo. ?l padre della orda primitiva rientra al secondo atto, Eos rompe le
tavole della legge sul popolo ebraico, e poi si presenta la madre proibita e i figli che si turbano.
/isogna dire che c' un teatrino freudiano R...S'.
8,,
Gn teatrino che, data la sua fun&ione, si presenta evidentemente anche come un feticcio. <on
solo di Freud, ma 3 ci4 che complica ulteriormente le cose 3 della psicoanalisi stessa, nella misura
in cui proprio in virt di tale teatrino che egli vi occuperebbe il posto che anche Lacan gli
riconosce, e che quello del padre. %<on c[ dubbio' 3 osserva infatti Eiller 3 %che Freud sia il
padre della psicoanalisi, anche se il dottor /reuer, .nna K. e Jilhelm Fliess hanno avuto la loro
parte in questa storia'.
8,!
5er non parlare poi delle vicissitudini, manifestamente edipiche, del
movimento psicoanalitico interna&ionale. . spingere Lacan alla decisione di interrompere il
seminario su I 'omiBdelBpadre, sarebbe ad esempio stata la decisione, presa dai membri della
9ommisione per l'insegnamento della 6ociet2 francese di psicoanalisi proprio il giorno precedente il
suo ini&io, di radiare Lacan dal novero degli analisti didatti della neonata societ2 onde ottenerne in
cambio il riconoscimento da parte dell'?5.. %@uasi che gli eredi di Freud lo avessero scomunicato
per aver voluto attentare al padre creato da Freud e con ci4 stesso attentare a Freud come padre
della psicoanalisi'. . Freud 3 potremmo anche dire 3 come %trono e altare' del sapere analitico.
9ome che sia, %al posto del seminario sui 'omiBdelBpadre' Lacan avrebbe allora deciso di
fare %un seminario sui fondamenti della psicoanalisi. L' la metafora costitutiva di questo 6eminario:
al posto dei <omi+del+padre sono messi in questione i concetti di Freud. R...S ? concetti al posto dei
nomi, la scien&a al posto della religione, una epistemologia al posto della critica della religione. L'
questo che avviene tra il novembre del !-> e il gennaio del !-8. R...S <on si tratta soltanto di
rettificare il modo di comprendere i concetti freudiani. R...S 6i tratta di sapere se nella psicoanalisi si
pu4 sostituire, al rispetto religioso in cui sono stati trasmessi di genera&ione in genera&ione i termini
di Freud, un uso scientifico degli stessi'.
8!"
Di modo che, a fronte dell'immane sfor&o di interpreta&ione, dislocamento, formali&&a&ione e
ridu&ione del sapere freudiano messo in campo da Lacan, si tratter2 ancora di interrogarsi sul suo
senso, sui suoi esiti e sulle sue condi&ioni di possibilit2.
8,,?vi, p. :,;.
8,!?vi, p. :;8.
8!"B.+.. Eiller, %ella natura dei semianti+ II, cit., pp. 8#+8;.
:-
C(&0.*$,(&". 5U&3%.'!% $'!%)%6
7olendo parlare di un feticismo freudiano, dovremmo dunque con Lacan guardare, piuttosto
che ai pregiudi&i dal padre della psicoanalisi inconsciamente nutriti circa la differen&a sessuale, al
%teatrino' da lui allestito, alle favole che egli avrebbe narrato e che avrebbero finito per diventare i
miti fondatori della psicoanalisi: la proibi&ione del godimento fallico, l'interdi&ione della madre,
l'esclusivit2 del diritto al godimento detenuto dal padre dell'orda. .ltrettante illusioni che gli
psicoanalisti avrebbero successivamente continuato a tenere per vere unicamente nella misura in cui
egli le avrebbe coperte con la propria autorit2, apponendovi la sua firma, iscrivendovi il suo nome.
Gn nome proprio che, nel porsi come nome+del+5adre della psicoanalisi, non potrebbe tuttavia che
fun&ionare come un sembiante, ovverosia come qualcosa che ci induce a %credere che ci sia
qualcosa l2 dove non c''.
8!
%Freud come <ome+del+5adre della psicoanalisi' 3 afferma infatti
Eiller 3 % un sembiante. Ea non il solo: Lacan un altro <ome+del+5adre. .ltrettanti sembianti
che sono tuttavia necessari per coprire la mancan&a del vero sul vero, il difetto di garan&ia ultima di
tutto ci4 che si racconta. L' cos= evidente che, nella psicoanalisi, noi passiamo il nostro tempo a
citare quello che hanno detto questi <omi+del+5adre. R...S Ea il sembiante del nome proprio non
semplicemente un feticcio. ? nomi propri di Freud e di Lacan di cui ci riempiamo la bocca sono
eretti sul velo che copre l'abisso della mancan&a di garan&ia di tutto quello che raccontiamo. Ea
quando si utili&&ano questi nomi propri, si sottolinea che si toccato il reale'.
8!:
Ea che cosa significa %toccare il reale'U L in che senso il feticcio sarebbe allora ci4 che, pur
pretendendo di assicurarci l'accesso al reale di cui si tratta, e che altro non che il reale del
godimento e quindi della castra&ione, ce ne terrebbe al contrario alla largaU
Ksservando che in fisica spesso le unit2 di misura dei fenomeni o le costanti delle loro
propriet2 sono indicate con dei nomi propri, Eiller ci fornisce una prima indica&ione al riguardo.
5oich1 la cosa c'era gi2 prima, ma non lo si sapeva, il ruolo giocato dal nome proprio consisterebbe
in questi casi nel segnalare come vi sia stata un'inser&ione del sapere nel reale, come il sapere vi si
sia insinuato per rivelarne un determinato contorno, altrimenti destinato a rimanere latente:
nell'eviden&iare insomma la portata euristica di un certo maneggiamento del significante. <on fosse
che, nel caso della psicoanalisi, pur essendo questione di un analogo maneggiamento, esso vi
assumerebbe un significato completamente differente, in quanto, pi che di introdurre del sapere nel
reale, si tratterebbe in questo caso di procedere, all'inverso, a iniettare del reale in seno all'ordine del
8!B.+.. Eiller, %ella natura dei semianti+ I, trad. di *... Gentile, ne %La psicoanalisi', , !!:, p. :,.
8!:?d., La psicoanalisi messa a nudo dal suo celie, cit., p. :;#.
:;
sapere, ovverosia dei significanti che costituiscono i me&&i di cui il soggetto dispone per il proprio
godimento.
La questione, indubbiamente spinosa, impone in ogni caso una certa pruden&a. <ella quarta
le&ione del sopraccitato seminario sui sembianti, Eiller comincia ad affrontarla insistendo su come
il movimento di plurali&&a&ione del <ome+del+padre, in cui si inserisce anche la demiti&&a&ione del
sapere analitico da Lacan operata nel Seminario 8VII, non comporti in alcun modo la scomparsa
della fun&ione, ovvero del posto ad esso corrispondente. 9ome se dal regime edipico, che egli
definisce anche %il regime dell'Gno', non fosse da ultimo in alcun modo possibile uscire, perch1, a
fondarsi su di esso, sarebbero il vocabolario e l'apparato concettuale della psicoanalisi nella loro
intere&&a. .nche la psicoanalisi si sarebbe difatti da ultimo rivelata incapace, per pensare l'.ltro, di
prescindervi, e avrebbe fatto viceversa sorgere l'eterogeneo non nella forma della %serie',
dell'%enumera&ione', del %multiplo che non fa un tutto' e che Lacan ascriver2 da ultimo alla
dimensione del femminile, bens= unicamente in quella di un'ecce&ione compatta alla regola
dell'assoggettamento alla castra&ione e della perdita del godimento 3 ecce&ione il cui prototipo
resterebbe quello del padre dell'orda.
@uanto si tratterebbe insomma di riconoscere come, anche lasciandone cadere gli orpelli pi
grotteschi, la psicoanalisi resterebbe comunque solidale al regime edipico. %L'uno in meno, l'Gno in
pi, la mancan&a, il supplemento, hanno a che fare con la logica che definiamo edipica. ?l buco, la
perdita, la castra&ione fanno parte, hanno senso, sono pensabili solo nel regime dell'Gno'.
Lo sfor&o stesso di pensare il godimento a partire dalla perdita, in cui avevamo creduto di
poter scorgere, rispetto a quanto articolato da Freud, un guadagno essen&iale, non farebbe al
riguardo ecce&ione. 5ersino l'oggetto a, nel fungere da supporto al pi+di+godere, non farebbe che
venire al posto dell'Gno. ?n questo senso, potremmo dire che la scrittura lacaniana %meno phi sotto
a', la quale starebbe appunto ad indicare come il godimento ad esso associato non risulterebbe che
dalla sua stessa esclusione in quanto godimento pieno, ovverosia fallico (da cui la nota&ione con la
lettera p preceduta dal segno della nega&ione$ troverebbe il proprio corrispettivo nelle altre tre
scritture mediante le quali si potrebbe tentare di formali&&are il modo in cui la teoria analitica si fa
carico della dimensione della perdita collocata al centro della sua esperien&a:
a <proprio 9(<5$ 6
+p 6(q$ <5 o
5
"
Formule che ci sono in buona parte gi2 note, dal momento che la seconda rappresenta proprio
la fun&ione di supplen&a assegnata al nome proprio stante l'impossibilit2 di far corrispondere
all'inconscio un sapere formali&&abile sul modello di quello scientifico0 mentre la quarta mostra
:,
come non vi sia soggettiva&ione dell'inconscio se non attraverso la sua aliena&ione in un
significante padrone. @uanto alla seconda, essa costituisce il matema delle psicosi, di cui non
tuttavia in questa sede necessario fornire la spiega&ione, poich1 quanto qui ci interessa soltanto
l'omologia di tutte e quattro le formule nella misura in cui ciascuna di esse stabilisce, ai diversi
livelli della teoria analitica, lo stesso tipo di rela&ione %tra una mancan&a e ci4 che la colma, tra un
buco e ci4 che lo ottura' mediante quelle che potremmo definire delle formule di compensa&ione.
Di modo che il problema sarebbe quello di chiedersi se non esista tuttavia %un'altra strada
nella teoria, nella pratica, vale a dire nella politica istitu&ionale della psicoanalisi'. Kppure %ci4 che
il godimento ha di positivo, di innegabile, di non+negativi&&abile, pu4 trovare il suo posto solo
come qualcosa che supplisce alla castra&ioneU'
8!>
L questa positivit2, come illustrarlaU
.l fatto che Eiller scelga a tal fine di riferirsi a un componimento poetico, e pi precisamente
a un verso virgiliano che suona Tra!it sua quemque #oluptas, occorre qui dare tutto il suo peso.
5erch1 la forma, come si evince dall'analisi che egli ne propone, appare qui tutt'altro che accessoria.
<on indifferente, ad esempio, che il latino, consentendo rispetto al francese una maggiore libert2
quanto all'ordine delle parole, abbia permesso a 7irgilio di %mettere in valore' il movimento di
tra&ione di cui si tratta, e in rela&ione al quale soltanto il termine #oluptas prende appieno il suo
senso, che non solo quello corrispondente al termine %piacere' con cui de 6aint+Denis cerca di
renderlo, n1 solo la passione di cui invece in 7al1r), bens= anche %la nostra Douissance, e R...S la
pulsione, quella pulsione che mette l'accento sul godimento che spinge' o ancora %il movimento
dell'altro lato'. <el lamento amoroso di 9oridone in cui consiste buona parta della seconda delle
$ucolic!e, da cui il verso in questione tratto, si tratterebbe infatti di una certa discrepan&a tra
quello che il naturale ritmo della vita quotidiana, regolato dai cicli della soddisfa&ione e del
bisogno, e quella che invece l'insisten&a di %qualcosa che non cessa mai, che conosce forse il
%pi', ma non il %meno'', di qualcosa che, %nella sottra&ione stessa dell'oggetto' dietro al quale
9oridone sospira, %conserva la capacit2 di coinvolgere, di trascinare ciascun soggetto'.
8!8
@ualcosa
che, potremmo ancora aggiungere esplicitando quanto Eiller lascia tra le righe, non pu4 essere
detto nella forma di un enunciato di tipo assertivo, ma soltanto risuonare nell'anteposi&ione del
%Tra!it', ovverosia in quella stessa parola che 3 in quanto appartenente ad un altro ordine 3 non
potr2 tuttavia che mancarlo.
<el prosieguo di questa stessa le&ione, Eiller cerca quindi di cominciare a pensare a partire da
questa %allegoria', concentrandosi sulla no&ione di %pastout' e sulle formule della sessua&ione da
Lacan introdotte in Encore nel tentativo di cogliere la specificit2 del femminile, pervenendo alla
8!>?d., %ella natura dei semianti+ V, trad. di *... Gentile, ne %La psicoanalisi', >, !!>, p. :":.
8!8?vi, p. :"8.
:!
conclusione che %capire cosa ne del godimento a partire dal fallo e dalla castra&ione, significa
mettere al godimento una scarpa che fa male al piede'. Da cui il riferimento all'usan&a cinese della
fasciatura dei piedi femminili, che egli interpreta nei termini di un adeguamento dell'oggetto alla
fun&ione compensatoria che esso riveste in seno alla dialettica del desiderio in quanto strutturata
secondo la logica dell'Gno0 nonch1 quello relativo all'oggetto a, di cui si tratterebbe di riconoscere
come esso sia, %non meno del fallo', un sembiante.
8!#
Di modo che, nel giro di poche pagine, Eiller allinea due distinti regimi del sembiante, la cui
categoria si trova pertanto ad essere scissa in base alla duplicit2 della fun&ione 3 quella di mediare il
rapporto all'oggetto in quanto reale 3 da essa rivestita. @uasi che da una parte il sembiante
costituisse il veicolo attraverso il quale il reale della pulsione si insinua nel significante per farne un
me&&o di godimento in senso forte, mentre dall'altra esso fosse sempre sul punto di scadere a
feticcio e di venir meno alla sua fun&ione di copula tra il significante e il reale, sostituendo al
rapporto che mancherebbe pertanto di costituire la mistifica&ione in virt della quale il feticcio
funge da supporto alla ricostitu&ione immaginaria della piene&&a dell'.ltro, mancando in tal modo
la realt2 da cui sola potrebbe venirgli un effettivo godimento.
9ominciamo allora a comprendere perch1, a fronte dell'opera&ione demiti&&ante da Lacan
messa in campo nel Seminario 8VII, Eiller insista nondimeno su come il sembiante del nome
proprio non sia di per s1 un feticcio. 6e vero infatti che a definire lo statuto di un determinato
sembiante sarebbe sempre e soltanto l'uso che se ne fa, i sembianti freudiani diventano passibili di
recupero, mentre nulla ci assicura che la pretesa di operarne la ridu&ione integrale vada esente da un
analogo difetto. Ara i sembianti 3 ammonisce difatti Eiller 3 occorre prestare la massima atten&ione
a quello che mette a repentaglio l'esisten&a stessa dello psicoanalista, e cio il sembiante di sapere,
il quale tuttavia %presente nel cuore stesso dell'opera&ione analitica'. .ffinch1 questa diventi
effettiva, occorre infatti %che l'analista faccia semiante di sapere', che egli a un certo punto agisca
%come se fosse arrivato al fatto di ci4 di cui si tratta. R...S 5er il solo fatto che egli invita
all'associa&ione libera, anticipa gi2 il fatto che dalla rela&ione di un significante con un altro sorga
sempre un effetto di significa&ione R...S. <on si sa che cosa significhi, ma si certi che debba
significare qualche cosa, almeno per quelli che ci contano'. @uando Lacan parla di soggetto
supposto sapere, dunque essen&ialmente di questo che si tratta, di questo sembiante di sapere del
quale l'analista tenuto a servirsi evitando al contempo di cadere nel rischio di una %infatua&ione
dello psicoanalista', la quale consisterebbe %non soltanto nel far finta di sapere, ma nel fatto di
credervi. 6e volete, infatua&ione significa fare dell'analista il soggetto supposto sapere. Ea, pi
8!#9fr. ivi, p. :"-
::"
esattamente, infatua&ione vuol dire che il soggetto in questione perde la sua rela&ione con il
soggetto supposto sapere. Lgli si immagina di sapere gi2 ed precisamente per questo motivo che
Lacan afferma che l'analisi trasforma le canaglie in fessi. La canaglia in quanto cerca di identificarsi
con l'.ltro 3 maiuscolo 3 per captare e suggestionare il desiderio degli sciocchi perde la propria
rela&ione con il soggetto supposto sapere e diventa fessa'.
8!-
5rima per4 di enucleare le conclusioni che ci sar2 possibile trarne, vale la pena soffermarsi
sulle due figure qui evocate da Eiller avvalendosi della presenta&ione fornitane da 6lavok riseF in
un suo articolo intitolato L'ontologia del godimento. ? termini in questione, che in Lacan 3 il quale
nel Seminario 8I li riprende da 6haFespeare 3 compaiono in inglese (fool e >na#e$ sono da riseF
innan&itutto identificati con %lo sciocco' dalla cui bocca escono delle verit2 nondimeno prive di
valore effettuale e che rappresenterebbe pertanto il tipo dell'intellettuale di sinistra0 e con %la
canaglia' che in ragione della sua spregiudicatte&&a incarnerebbe viceversa il tipo dell'intellettuale
di destra.
5er darci un'idea di che cosa sia una canaglia, riseF ricorre a %una bar&elletta volgare
dell'Luropa dell'est', il cui protagonista il cliente di un bar, vittima delle atten&ioni di una scimmia
che, mentre balla sul banco, ripetutamente %si ferma al suo bicchiere, ci si lava le palle e continua a
ballare'. ?nfuriato, l'avventore chiede allora ragione del comportamento della scimmia al barista, il
quale lo invita a rivolgere la sua domanda (%Lhi, sai perch1 la scimmia si lava le palle nel mio
PhisF)U'$ allo &ingaro l= presente, il quale %sa tutto'. L infatti, alla sua domanda, quest'ultimo
risponde tranquillamente %6=, certo`', dopo di che prende il suo violino e attacca una can&one
malinconica, che ini&ia guarda caso con le parole %sai perch1 la scimmia si lava le palle nel mio
PhisF), oh perch1U'. 7ale a dire che, %in risposta alla protesta concreta' del cliente, lo &ingaro,
identificandosi surretti&iamente con il punto di vista dell'.ltro, snocciola %la tragica can&one
dell'eterno destino', di cui 3 come si sa fin troppo bene 3 nessuno responsabile. Ld proprio per
questo, per la sua pretesa di esprimere la sagge&&a falsamente consolatoria di chi sa come vanno le
cose, che lo &ingaro rappresenta qui la canaglia.
@uanto alla posi&ione dello sciocco, riseF la descrive mediante una seconda storiella, nella
quale il ruolo della vittima interpretato da un contadino della *ussia medievale, la cui giovane
moglie viene violentata da un occupante tartaro, il quale, per umiliarlo ancora di pi, %gli ordina di
tenergli delicatamente in mano le palle, perch1 non si sporchino mentre copula con la moglie sulla
strada polverosa'. Dopo di che, %quando il tartaro ha finito ed andato via, il contadino si mette a
ridacchiare tutto contento' e, alla moglie che gli domanda irritata la ragione di tanta ilarit2,
risponde: %<on te ne sei accorta, amore mioU L'ho fregato, in realt2 non gli ho tenuto le palle e
8!-B... Eiller, %ella natura dei semianti+ VI, trad. di *... Gentile, ne %La psicoanalisi', 8, !!>, pp. "8+"#.
::
adesso sono sporche e impolverate`'. %La tipica soddisfa&ione isterica' 3 commenta riseF 3 %di
strappare al padrone un pe&&o di godimento'.
8!;
9ome Dora, la quale si sarebbe risparmiata di
accettare in prima persona la castra&ione denunciando a chiare lettere l'impoten&a paterna, il
contadino della bar&elletta riportata da riseF non fa che aggrapparsi ad un sembiante di godimento,
che gli consente di identificarsi con l'.ltro non pi apertamente, mediante l'assun&ione
incondi&ionata delle sue parole d'ordine, bens= in maniera celata, alle sue stesse spalle.
<ondimeno, il punto pi interessante dell'articolo di riseF ancora un altro, ovverosia quello
in cui egli immagina %una versione molto pi alta del rovesciamento operato dal musicista &ingaro',
che identifica nella %posi&ione soggettiva dei cantanti castrati', nella quale la produ&ione del
godimento conseguente alla castra&ione subita appare ben altrimenti consistente di quella, da ultimo
del tutto illusoria, dei due casi fin qui presi in considera&ione. *ispetto al contadino, infatti, i
castrati si differen&iano nella misura in cui essi non fungono nella bar&elletta soltanto da vittima,
non occupano soltanto il posto di colui che subisce l'espropria&ione del godimento, ma fungono
anche da agenti della sua restitu&ione 3 restitu&ione che a detta di riseF non sarebbe puramente
simbolica, in quanto il %ribaltamento magico' che li for&a %a scamiare i loro lamenti terreni con un
lamento rivolto al Fato divino' permetterebbe loro al contempo di %godere pienamente della vita
terrena'. %@uesta' 3 scrive riseF 3 % la voce che canta al livello pi elementare: l'incarna&ione del
%pi di godere' RsurplusBenDo)mentS nel senso esatto del paradossale %piacere nel dolore''.
8!,
<ondimeno 3 come riseF stesso puntuali&&a 3 %decisiva' resterebbe anche in questo caso
%l'ambiguit2 dell'espressione francese RplusBdeBDouirS che pu4 significare tanto %pi+di+godere'
quanto %nessun godimento' Rno enDo)mentS'. Di modo che, ci4 cui ci troveremmo qui di fronte,
sarebbe %un bel esempio della formula lacaniana dell'oggetto feticista (meno p!i sotto a$: come la
voce del castrato, l'oggetto a Q il pi+di+godere 3 sorge nel posto esatto della castra&ione'.
Lsattamente come avverrebbe nel caso della poesia amorosa', la cui %topica fondamentale' consiste
nel lamento del poeta %che ha perso l'amata (poich1 lei non ricambia il suo amore, perch1 morta,
perch1 i genitori non approvano la loro unione e gli impediscono di frequentarla...$'. <el caso della
poesia, ovverosia del godimento specificamente poetico, a generare il pi+di+godere sarebbe an&i
%l'articola&ione simbolica della perdita R...S di per se stessa'.
8!!
<on fosse che, per riseF, tale forma di godimento non evidentemente l'unica. 9he sia cos=,
del resto, perfettamente conforme al fatto che, se il Seminario 8VII pensa il presentarsi dell'istan&a
del godimento unicamente a partire dalla sua %ridu&ione economica', quest'ultima non vi fondata
soltanto sulla sua significanti&&a&ione, bens= anche sulla sua locali&&a&ione 3 cui Lacan aveva gi2
8!;6. riseF, L'ontologia del godimento, trad. di D. 9antone, in %aut aut', >#, :"">, pp. >"+>.
8!,?vi, p. >.
8!!?bidem.
:::
proceduto con il Seminario 8I 3 attorno alle &one erogene in quanto strutturalmente omogenee
all'inconscio. Locali&&a&ione che gi2 allora aveva peraltro aperto ad una logica del montaggio
pulsionale evidentemente eccedente la struttura descritta dalla nota&ione %meno phi sotto a',
perfettamente adeguata viceversa a rendere conto di quella del desiderio.
?n un altro suo testo, intitolato Lo spettro del capitale e raccolto nel volume La fragilit"
dell'assoluto, riseF apporta del resto una precisa&ione di fondamentale importan&a, e che muove
esattamente nello stesso delle osserva&ioni milleriane secondo cui il sembiante non farebbe per noi
velo al reale, ivi compreso quello del godimento, sen&a perci4 anche consentirci di toccarlo.
.lle prese con la questione dell'attualit2 teorica della teoria marMiana, egli comincia col
concedere ai suoi critici che il comunismo marMista sarebbe una fantasia impossibile, ma alla
condi&ione soltanto di riconoscere al contempo come tale fantasia muova dall'interno stesso del
capitalismo. 5ur essendo riuscito a cogliere e a efficacemente descrivere %la folle circola&ione del
capitale che si autoalimenta', la sua %spettralit2' e finanche la contraddi&ione interna che non solo
ne avrebbe determinato le periodiche crisi, ma che avrebbe da ultimo dovuto condurre alla sua
implosione, EarM avrebbe infatti commesso l'errore di credere che tali difficolt2 potessero essere
risolte dalla costru&ione di un ordine sociale nuovo (il comunismo$, il quale avrebbe dovuto non
soltanto mantenere, ma addirittura innal&are a un livello mai visto %la spirale autoincrementante
della produ&ione'. %?n breve' 3 scrive riseF 3 %ci4 che EarM ha trascurato che 3 per dirla in
termini derridiani 3 questo ostacoloVantagonismo interno come condi&ione di possibilit2 del pieno
dispiegamento delle for&e produttive allo stesso tempo la sua condi&ione di possibilit2: se
eliminiamo l'ostacolo, la contraddi&ione intrinseca del capitalismo, non otteniamo una spinta alla
produttivit2 completamente sciolta e finalmente liberata dal suo impedimento, RmaS perdiamo
proprio quella produttivit2 che sembrava essere generata e simultaneamente frustrata dal
capitalismo'.
#""
@uanto ci pu4 qui interessare tuttavia meno la critica a EarM di per s1 presa, che la
precisa&ione secondo cui essa dovrebbe essere mossa da una prospettiva centrata %sul sovrapporsi
ambiguo di plusvalore e plusgodere'. Gn paio di pagine innan&i, per spiegare in che cosa EarM
avrebbe da ultimo sbagliato quanto al plusvalore, riseF propone infatti di cercare una risposta
%nella distin&ione chiave lacaniana fra l'oggetto del desiderio e il plusgodere come sua causa' +
distin&ione illustrata mediante l'analisi di alcune sequen&e de La donna c!e #isse due #olte LVertigoM
di .lfred (itchcoF. 6i tratta di una scena d'amore che si trova alla fine del film, rimasta celebre per
il movimento di macchina a >-"_ con il quale (itchcocF cinge i due protagonisti 3 6cottie e Bud),
trasformata nella defunta Eadeleine 3 in un abbraccio dal quale 6cottie a un certo punto si sottrae
#""6. riseF, Lo spettro del capitale, ne La fragilit" dell'assoluto, trad. di /. .mali, Aranseurop., Eassa :"";, p. :8.
::>
%giusto abbastan&a da rubare uno sguardo ai suoi nuovi capelli biondi, come per rassicurarsi che
quella particolare caratteristica che trasforma Rla sua partnerS nel suo oggetto del desiderio sia
ancora l=... 9ruciale' 3 spiega riseF 3 % qui l'opposi&ione fra il vortice che rischia di travolgere
6cottie (la %vertigine' del titolo del film, la 9osa mortale$ e il ricciolo biondo che imita la vertigine
della 9osa, ma su scala ridotta, ingentilita'. Dopo di che, riproponendo l'identifica&ione del feticcio
con l'Ersatz della 9osa sulla quale ci si siamo ormai gi2 pi volte soffermati, ne avan&a una
defini&ione che, facendo leva su di una caratteri&&a&ione della 9osa stessa tutta in positivo, prelude
ad una conclusione piuttosto sorprendente. %@uesto ricciolo' 3 scrive infatti riseF 3 % il petit oDet
a che condensa la 9osa impossibile+mortale, agendo da suo sostituto e quindi permettendoci di
intrattenere una rela&ione sopportabile con esso, sen&a venirne inghiottiti. 9ome dicono i bambini
ebrei quando fanno giochetti pi o meno fisicamente violenti: N5er favore, mordimi, ma non troppo
forte...O' @uesta la differen&a fra repressione sessuale %normale' e feticismo: nella sessualit2
%normale' noi pensiamo che la caratteristica dettaglio che funge da causa del desiderio sia soltanto
un ostacolo secondario che ci impedisce di accedere direttamente alla 9osa R...S0 mentre, nel
feticismo, noi semplicemente facciamo della causa del desiderio direttamente l'oggetto del nostro
desiderio'.
#"
7ale a dire che, secondo riseF, l'afferma&ione del carattere strutturalmente feticistico del
desiderio non comporterebbe affatto l'incondi&ionata generali&&a&ione del feticismo stesso, in
quanto l'oggetto nella sua nudit2 o 3 come anche potremmo dire 3 nella sua crude&&a, sarebbe
supplementato non dal feticcio,
#":
bens=, in maniera pi complessa, dall'apparato stesso della
significanti&&a&ione del desiderio. .ltrimenti detto, a frapporsi fra il soggetto e l'oggetto reale
sarebbe il desiderio stesso, di modo che l'oggetto di quest'ultimo 3 cui riseF si riferisce qui con il
termine %causa' proprio per distinguerlo dall'%oggetto propriamente detto' 3 lo supplementerebbe
#"?vi, pp. :-+:;.
#": *ifacendosi all'individua&ione, operata da Eiller, dei diversi paradigmi concettuali attraverso i quali Lacan si
sarebbe successivamente fatto carico della questione del godimento (cfr. B.+.. Eiller, I sei paradigmi del godimento,
ne I paradigmi del godimento, a cura di .. Di 9iaccia e 6. 6abbatini, .strolabio, *oma, :"", pp. !+8$, riseF
aveva infatti in preceden&a osservato come il %movimento dalla 9osa al plusBdeBDouir' che sembrerebbe risultarne
non fosse privo di riscontri al livello delle dinamiche del tardo capitalismo. <ella nostra societ2 3 aveva sostenuto 3
la trasgressione sarebbe in effetti ormai divenuta un concetto del tutto vuoto, in quanto a garantire l'accesso al
godimento vi sarebbero tutta una serie di oggetti, destinati al consumo sociale, che non solo assecondano le nostre
perversioni, ma ne producono in continua&ione nuove forme: tali, ad esempio, i numerosi gadget erotici che, lungi
dal limitarsi ad istigare il desiderio naturale, sarebbero ormai giunti a supplementarlo nel senso di Derrida o in
quello della produ&ione dei bisogni marMiana, determinando l'allungarsi a dismisura della serie degli oggetti
pulsionali tradi&ionalmente riconosciuti come tali dalla teoria analitica. Di modo che l'introdu&ione della no&ione di
%pi+di+godere' sarebbe a Lacan servita proprio per illustrare con maggior precisione questa prolifera&ione del
registro degli oggetti a, ad inclusione della moltitudine delle sublima&ioni culturali. Kggetti a che, conformemente
alla loro connota&ione marcatamente feticistica, avrebbero finalmente completamente risolto l'alterit2 della 9osa in
quelle che Lacan chiama lic!ettes, ovverosia in una pluralit2 di fettine di godimento, %come se avessimo a che fare
con un niente che acquista una qualche sostan&a illusoria soltanto trasformandosi magicamente in un eccesso di se
stesso' (6. riseF, Credere, trad. di E. 6enaldi, Eeltemi, *oma :""#, p. ,:. ?l corsivo mio$.
::8
non nel senso di una sostitu&ione seriale 3 la quale ne implicherebbe giocofor&a la destitu&ione 3
bens= aggiungendosi ad esso come un di pi, per quanto irrinunciabile a meno di non precipitare
nella melanconia, ovverosia in quella condi&ione in cui, pur disponendo dell'oggetto, non
riusciremmo pi a farne la causa del nostro desiderio. Di modo che l'amore normale, l'amore non
feticistico nel senso che non lo sarebbe esclusi#amente, quell'amore che sin dal !"# Freud aveva
collocato nelle immediate vicinan&e del feticismo sen&a tuttavia pervenire a chiarirne i rapporti,
altro non sarebbe che una malinconia nella quale l'oggetto feticcio avrebbe nondimeno conservato,
nella sua realt2, la capacit2 di destare il desiderio. 9on le parole dello stesso riseF: %in amore
l'oggetto non privato della sua causa0 piuttosto succede che la stessa distanza tra oggetto e causa
collassa. 5roprio questo distingue l'amore dal desiderio: nel desiderio, come abbiamo appena visto,
causa e oggetto sono distinti: mentre in amore i due inspiegabilmente coincidono 3 come per magia
io amo il mio innamorato per se stesso, trovando in lui il vero elemento che lo rende per me
meritevole del mio amore'.
#">
Aanto per riseF quanto per Eiller si tratterebbe dunque di pensare la contingen&a di un
incontro: nei termini dell'istitu&ione di un rapporto con un oggetto non pi causato dall'esterno per
il primo0 e in quelli di una presa in carico della positi#it" della pulsione per il secondo. Gn incontro
la cui posta sarebbe pertanto rappresentata, in ambo i casi, dall'accesso alla dimensione del reale,
dell'eterogeneo, dell'incommensurabile.
9on l'ovvia difficolt2 di doverne poi reinscrivere l'ecceden&a nel campo del sapere. Della
distin&ione posta da riseF tra desiderio e amore, quanto pi immediatamente colpisce infatti una
certa infondate&&a. <ell'amore 3 afferma il filosofo sloveno 3 causa e oggetto del desiderio
coincidono. L perch1 maiU Dove starebbe scrittoU L in che senso ci4 avverrebbe
%inspiegabilmente', o ancora %come per magia'U
?n Eiller, la questione presa di petto, a partire dalla constata&ione che %non possibile
difendersi dalla no&ione che il reale altro dal significante o, in ogni caso, che c' qualcosa di
diverso dal significato. 9oloro che pensano che non c' che il significante, pensano in fondo' 3
assumendo %una posi&ione etica assolutamente eminente' e %di alta dignit2', esemplificata da quella
di *oland /arthes 3 %che non c' che il sembiante'. Ea non la strada della psicoanalisi, per la
quale si tratterebbe viceversa di farsi carico proprio del reale, sen&a peraltro che si sappia ancora se
esso debba essere rinvenuto dalla parte del soggetto o da quella dell'oggetto, o magari da
entrambe.
#"8
#">?6. riseF, Lo spettro del capitale, ne La fragilit" dell'assoluto, cit., pp. :;+:,.
#"89fr. B.+.. Eiller, %ella natura dei semianti+ VII, trad. di *... Gentile, ne %La psicoanalisi', 8, !!>, pp. :8+:-.
::#
6upponiamo di avere allora un individuo, un individuo che si reca in analisi. 9osa far2
l'analistaU 6i applicher2 3 spiega Eiller 3 a %far sorgere il soggetto. 7oi farete sorgere qualche cosa
che chiamiamo soggetto e che scriviamo 3 barrato, e che traduciamo eventualmente con
l'espressione mancan&a di significante. Farete sorgere, sottoponendolo a questa prova, un certo tipo
di essere che chiamiamo mancan&a+a+essere e che fondamentalmente un effetto di significa&ione
perch1 avr2 una significa&ione per l'indivuo in questione e ne avr2 una anche per voi'. ?l che non
prova tuttavia a rigore ancora nulla, in quanto questo qualcosa potrebbe ancora apparire come %un
artefatto'. L invece no: non un artefatto, ma %una risposta del reale' al maneggiamento del
significante cui l'analista avr2 provveduto. Ea come faremo ad esserne certiU <ella misura in cui
questo reale %resiste', perch1 si constata %che il soggetto si ripete, che si ripete nel suo dire ma che
il suo dire va pi lontano di ci4 che egli enuncia, per il fatto c!e il soggetto si ripete che se ne
inferisce 3 e Freud lo ha inferito sotto il nome di pulsione 3 che vi del godimento del reale quando
si tratta dell'esperienza analitica'.
#"#
Da cui la possibilit2 di rovesciare il modo in cui le cose si
presentano, facendo cos= apparire come la ripeti&ione soggettiva possa essere considerata alla
stregua di un effetto dell'insisten&a del reale cui si imputa di contenerne il godimento. Di modo che
reale (nella forma dell'effetto di godimento che si produce all'interno della situa&ione analitica$ e
sapere (nella forma della scansione significante di ci4 che si ripete$ verrebbero qui effettivamente a
contatto, ma in virt soltanto di un'opera&ione di maneggiamento del significante (la supposi&ione
di sapere dall'analista operata in rela&ione all'anali&&ante$ la cui legge non sarebbe per di pi
rinvenibile altrove che in essa.
7ale a dire che, alla questione sopra sollevata circa la difficolt2 inerente l'articola&ione del
campo del sapere ad un reale che si pretenderebbe nondimeno fuori discorso, Eiller risponde
mediante una ridefini&ione dello statuto del sapere messo in gioco dall'analisi che non si lascia
tuttavia comprendere se non dall'interno della situa&ione analitica stessa, ovvero a partire dalla sua
pratica. L'esisten&a stessa della pulsione, come si visto, sarebbe qualcosa che Freud non avrebbe
potuto inferire altrimenti che dall'analisi. *agion per cui, infondato, il sapere di cui si tratta
nell'analisi lo sarebbe costituivamente, tanto pi che 3 insiste Eiller 3 quanto innan&itutto
occorrerebbe fare %distinguere l'essere dal reale'.
L' vero infatti che, in seno alla psicoanalisi stessa, si fa un gran parlare della mancan&a+a+
essere. Ld del pari vero che %il piccolo a cos= come lo mettiamo al suo posto nella formula del
fantasma Ro t aS 3 come correlativo del 6 barrato, simbolo della mancan&a+a+essere 3 si presenta
come l'essere, come l'essere correlativo a questa mancan&a+a+essere', ci4 che, %in una specie di
cortocircuito abusivo' 3 il quale altro non sarebbe, potremmo aggiungere noi, che quello del
#"#?vi, pp. :;+:,. ? corsivi sono miei.
::-
feticismo 3 %induce a confonderlo con il reale'. <on fosse che nessuno parla di mancan&a+del+reale.
%9ome se questa dimensione del reale fosse restia, ribelle alla presa della mancan&a. 9ome se la
stessa dinamica della castra&ione, che noi siamo pronti a collocare a tutti i livelli , a considerare
come il nec plus ultra dell'esperien&a analitica 3 il riconoscerla, l'assumerla 3 si arrendesse quando
si tratta del reale'. .l che Eiller aggiunge inoltre che %questa differen&a tra l'essere e il reale
riproduce, in termini che semrano filosofici e presi a prestito in quel maga&&ino di strumenti che ci
fornisce la tradi&ione filosofica Rma che dunque non lo sonoS, la differen&a che Freud ha incontrato
nell'esperien&a analitica e che ogni psicoanalista in grado di ritrovare per suo conto, quella tra
desiderio, @unsc! R...S e pulsione RTrieS' 3 differen&a coestensiva peraltro alla distin&ione sopra
tracciata da riseF tra %causa' e %oggetto' del desiderio.
#"-
Ara le conseguen&e di tutto questo, ce n' una di capitale importan&a: quella secondo cui lo
iato che sussisterebbe tra il discorso filosofico e quello psicoanalitico avrebbe precisamente a che
fare con il loro diverso orientamento, ovverosia con il diverso modo che essi hanno di intendere e di
impiegare il sembiante 3 rapportandolo all'essere della cui presen&a o assen&a finirebbe allora per
trattarsi in filosofia0 oppure sempre e soltanto in rela&ione al reale come viceversa in psicoanalisi. ?l
che ci permette di saltare a pi pari la discussione relativa all'implica&ione, nella psicoanalisi, di una
dimensione fin&ionale indubbiamente passibile di una variet2 infinita di articola&ioni (dal padre
dell'orda al <ome+del+5adre$, ma la cui inciden&a troverebbe pur sempre un limite rigoroso sul
versante della pratica.
#";
Di contro, quella che vorrei porre una questione a questo punto
ineludibile: posto che ci si ponga nella prospettiva del discorso filosofico, quali sono le ragioni che
dovrebbero spingerlo ad aprirsi nei confronti di quello analiticoU L soprattutto: a quali condi&ioni
ci4 potrebbe avvenireU
5osto che le vie della filosofia da una parte e della psicoanalisi dall'altra siano tanto divergenti
quanto Eiller sembrerebbe indicare, potrebbe difatti risultarne legittimato un atteggiamento che
sarebbe al contempo di assimila&ione e rifiuto, e che troverebbe un saldo supporto nelle critiche da
pi parti reiteratamente mosse in ordine alla scarsa scientificit2 della costru&ione freudiana.
*elegata nell'armamentario dei vecchi saperi, ridotta a vestigia di una pratica terapeutica
irreversibilmente superata, la psicoanalisi non presenterebbe da questo punto di vista pi che un
interesse di ordine documentario, storico, culturale, ci4 che ne farebbe un oggetto d'indagine in
linea di principio del tutto omologo a quelli ad esso consimili.
#"-?vi, pp. >:+>>. ?l riferimento alla non equivalen&a di %causa del desiderio' da una parte e %oggetto pulsionale'
dall'altra si trova nello stesso Eiller.
#";Da questo punto di vista, come gi2 implicitamente emerso tramite la discussione delle riflessioni di riseF sui
paradigmi del godimento, anche la generali&&a&ione derridiana del concetto di feticismo, a motivo delle regole e
delle concrete condi&ioni di produ&ione che ne reggono il discorso, si arresterebbe alle soglie di quello che
propriamente costituisce il campo analitico, sen&a potervi nondimeno penetrare.
::;
@uanto all'atteggiamento diametralmente opposto, esso potrebbe viceversa consistere nel
rinunciare all'altro dei due discorsi, a quello della filosofia, accettando nella sostan&a il vecchio
argomento 3 non privo peraltro di una certa eviden&a 3 secondo cui, per parlare con cogni&ione di
causa della psicoanalisi, occorrerebbe innan&itutto farne esperien&a, abbandonando di conseguen&a
quello che Lacan definisce il discorso universitario per mettersi di contro nella posi&ione
dell'anali&&ante.
La scommessa che, accanto a queste due op&ioni, ne resti tuttavia aperta per la filosofia
anche una ter&a, la quale muoverebbe dal riconoscimento del'irriducibilit2 degli elementi e del
sapere messi in gioco dall'esperien&a analitica non al fine di liquidarli o per individuarvi un modello
discorsivo alternativo al proprio e cui si tratterebbe per essa di convertirsi, bens= nell'intento di
mettersi all'ascolto di quanto vi accade per tenerne conto dall'interno della sua prospettiva, ci4 che
dovrebbe condurla ad un eserci&io non soltanto di verifica, bens= anche di depoten&iamento e di
alleggerimento della propria supposta ma^trise. Gn eserci&io che non potr2 evidentemente mai
costituire l'Ersatz di un'analisi, ma che sarebbe quanto meno concepibile in analogia con essa, dal
momento che tra i suoi obiettivi vi sarebbe innan&itutto quello di apprendere, attraverso il continuo
confronto con le ambiguit2, le aporie e i blocchi dell'analisi, a tollerare la mancan&a di garan&ia su
quanto si dice nonch1 quella, ancor pi radicale, del vero sul vero. Di apprendere insomma a non
fetici&&are il sapere.
::,
BIBLIOGRAFIA
<ella seguente bibliografia sono comprese esclusivamente le pubblica&ioni a vario titolo citate nel
testo.
Delle opere citate in tradu&ione inoltre riportato il titolo originale, seguito dalla data della prima
edi&ione. 5er quanto concerne gli scritti freudiani, nel caso di pubblica&ioni postume la data indicata
quella di composi&ione.
La sigla 1SF si riferisce alle 1pere di Sigmund Freud, a cura di 9. L. Eusatti, /ollati /oringhieri,
Aorino, !--+!," (: volumi$. 5er il testo tedesco ho tenuto presente la Sigmund Freud
Studienausgae, a cura di .. Eitscherlich, .. *ichards, B. 6trache) e ?. Grubrich+6imitis, Fischer,
FranFfurt am Eein !,! ( volumi$.
A. T"$', /!"*),%&, 0(&'"&"&', !,/"!,#"&', %. /"',0,$#( ( %) "$$( ,&'"!%#"&'" (--*!" ,& -%!'"
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:8"
INDICE
P!"#"$$%
I&'!()*+,(&" #
/reve genealogia del concetto #
Gna %perversione modello' ,
C%-. I. I. /"',0,$#( &", Tre saggi sulla teoria sessuale ;
La pulsione e le sue devia&ioni ;
Fame e amore ::
?l paradosso della sopravvaluta&ione sessuale :-
La vita psichica: feticismo e fantasma >>
C%-. II. L% 0(#*&,0%+,(&" 1,"&&"$" )". 10 8"
%9olei che risplende nel camminare' 8"
Le ambiguit2 della rimo&ione 8#
?l reperimento dell'oggetto #
:8
Feticismo del piede e rimo&ione par&iale #!
L'inclusione del feticismo nel campo delle nevrosi -;
?l feticismo dei vestiti ;
C%-. III. I. /"',00,( 0(#" Ersatz )". -"&" #%'"!&( ;#
Kmosessualit2 e complesso di castra&ione ;-
Leonardo, la donna con il pene e il nibbio ;!
L'alternativa narcisistica ,;
La conferen&a dell' mar&o !8 !-
?deali&&a&ione e sopravvaluta&ione sessuale ""
La sublima&ione perversa: il feticcio come ipostasi
della 9osa "#
C%-. IV. F"',0,$#(2 Verleugnung " $0,$$,(&" )"..3I( #
?l %2lanz auf der 'ase' #
7elo o difesaU !
L'angoscia di fronte alla pulsione di morte. 5arentesi
sull';l di l" del principio di piacere :,
9astra&ione e angoscia >>
?l meccanismo della Verleugnung 8
Ara nevrosi e psicosi 8,
:8:
Dentro e fuori dall'?o #-
La no&ione di Entfremdung #!
Feticismo e scissione dell'?o ->
C%-. V. F"',00, /!"*),%&,4 ;"
Venus En#) ;"
Freud e il femminile ;;
L'invidia del pene come solu&ione generali&&ata
alla castra&ione ,>
?l paradigma feticista ,!
?l %teatrino' di Freud :">
C(&0.*$,(&". 5U&3%.'!% $'!%)%6 :;
B,7.,(8!%/,% ::!
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