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Il Santo Calice di Valencia
22 luned LUG 2013
PUBBLICATO DA NICOLETTA DE MATTHAEIS IN RELIQUIE
! 4 COMMENTI
Antonio Beltrn, Benedetto XVI, British Museum, Calderone di Gundestrup, Calice di Antiochia, Calice di
Ardagh, Canone Romano, Catari, Cenacolo, Coppa di Hawstone Park, Giovanni Paolo II, Giuseppe
d'Arimatea, Huesca, Janice Bennet, Longino, Patrimonio dellUmanit, Persecuzioni Imperatore Valeriano,
Persifal, Pirenei, Precelio, Preghiera Eucaristica, Reliquie, Robert de Boron, Roma, Rosacrociani, Sacro
Catino di Genova, San Donato, San Lorenzo, San Marco, San Pietro, Sangue di Cristo, Santo Calice, Santo
Graal, Sisto II, Templari, Ultima Cena, UNESCO, Valencia, Vaso dei Nanteos, Wagner
Il calice dellUltima Cena, conosciuto anche come il Santo Graal, ha ispirato unabbondante
letteratura nel Medioevo, che poi stata ripresa con grande forza in questi ultimi ventanni.
Secondo la tradizione britannica, basata sullopera di Robert de Boron, fu utilizzato da Giuseppe
dArimatea per raccogliere il sangue di Cristo che usc dal suo costato per effetto del colpo di
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lancia inferto da Longino. Giuseppe dArimatea lavrebbe successivamente portato in Inghilterra
entrando cos a formar parte del ciclo arturiano.
Ma questa non lunica versione e le tradizioni su chi sia entrato in possesso del calice si
sovrapppongono. In ogni caso, per catari, templari e rosacrociani, e per lesoterismo in generale,
questa reliquia aveva unenorme trascendenza. Anche Wagner gli ha dedicato la su opera
Persifal.
Ci sono molti calici nel mondo che, in un dato momento della
storia, hanno vantato di essere il vero Santo Graal, con pi o
meno fondamento. Nel secolo XVI se ne contavano una
ventina. Fra questi abbiamo il Calice di Antiochia, il Sacro
Catino di Genova, il Calice di Nanteos, la Coppa di
Hawstone Park, il Calice di Ardagh, il Calderone di
Gundestrup e il Santo Calice di Valencia. Di tutti questi
lunico che ancora rivendica la sua autenticit il Santo
Calice di Valencia, anche perch il supporto documentale
degli altri debole e poco rigoroso. Nel 2008 si tenuto a
Velencia il 1 Congresso Internazionale sul Santo Calice,
intitolato Valencia, la citt del Santo Graal. La conclusione
del congresso stata che non esistono argomenti che
neghino la sua autenticit confermando lanalisi ed i risultati
del cattedratico di Archeologia
dellUniversit di Saragozza Antonio
Beltrn pubblicati nel 1960. Il
Congresso ha anche richiesto che il
Santo Calice sia dichiarato patrimonio
dellUmanit dallUnesco. Anche la
Santa Sede appoggia questipotesi:
Giovanni Paolo II lo us per celebrare la messa nel corso della sua visita a Valencia nel novembre
del 1982, cos anche Benedetto XVI, nel luglio 2006.
Il calice ipoteticamente utilizzato da Cristo sarebbe una delle tre parti, quella superiore, del calice
attuale che custodito nella cattedrale. E sorretto da una struttura-montatura di oreficeria, con
due manici, di epoca medievale. E una coppa di
agata cornalina orientale di 9,5 cm di diametro e 7 cm
di altezza, datata fra i secoli II e I a.C. proveniente da
Antiochia (Siria) o Alessandria (Egitto). Quindi
abbiamo: la coppa superiore (Santo Graal), la base
(una coppa ovale capovolta) e il nodo doro come
elemento di unione, con i manici e un ornamento
sulla montatura, decorata con pietre e perle.
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La tesi sullautenticit del Santo Calice di Valencia sostiene che
questo fu portato a Roma da San Pietro, primo papa. Janice Bennet,
storiografa e scrittrice cattolica, dice che molto probabile che sia il
Cenacolo (la sala dove si svolse lUltima Cena) che il calice fossero
stati di propriet della famiglia di San Marco evangelista, molto
amica degli apostoli. Marco successivamente lo ritroviamo a Roma
con Pietro dove scrisse il suo Vangelo trascrivendo le parole di San
Pietro. Quindi potrebbe essere plausibile lipotesi che Marco avesse
dato questo calice a Pietro che lo us a Roma per celebrare
lEucarestia e fu poi conservato e usato dai successivi papi fino a
Sisto II. Non abbiamo evidenze che San Marco abbia conosciuto
Ges, ma probabile, per sappiamo, dagli Atti degli Apostoli, che
dopo la resurrezione di Cristo Marco aveva spesso ospitato gli
apostoli nella grande casa della sua famiglia a Gerusalemme, dove
anche si rifugi Pietro appena scappato dalla prigione.
Per rafforzare questa tesi si ricorre al Canone Romano, o Preghiera
Eucaristica utilizzato dai primi papi, in cui la formula usata per la
consacrazione era: Dopo la cena, prese questo glorioso calice (hunc
praeclarum calicem) che era diverso da altre formule dellepoca sia in
oriente che in occidente che recitano: Prese il calice. Questa
differenza nella formula fa supporre che allepoca i papi sapevano che
si trattava dello stesso calice usato da Ges.
E cos si arriva al III secolo. Nel 258, per salvarlo dalla persecuzione
dellimperatore Valeriano, Sisto II lo avrebbe consegnato al diacono
Lorenzo, originario della citt spagnola di Huesca, nella zona dei
Pinerei, che lo invi alla sua citt per mezzo di Precelio, un cristiano
spagnolo che si trovava a Roma. Questepisodio raccontato nella
Vita di San Lorenzo scritta da San Donato nel secolo VI. Poi del
calice si hanno notizie solo dallVIII secolo in poi: secondo alcune
tradizioni, rimase nascosto per diverso tempo in vari luoghi dei
Pirenei per proteggerlo dallinvasione musulmana. Nel secolo XI presente nel monastero di San
Juan de la Pea, sempre in zona pirenaica e da allora in poi sono perfettamente documentate tutte
le sue peripezie in territorio spagnolo fino ad arrivare a Valencia nel 1437.
Dal punto di vista storico e cronologico del reperto in
s, non c nulla da eccepire. E una coppa
compatibile con una tipica coppa per la benedizione
usata in Palestina per la celebrazione della Pasqua.
Nel British Museum ce ne sono alcune simili, della
stessa epoca, usate per tal fine. Le coppe per la
benedizione non potevano essere di metallo n legno,
ma dovevano essere di cristallo o pietra. Secondo il
Vangelo di San Marco, lUltima Cena si celebr in una sala grande e ammobiliata (Mc 14,13-15),
non dice a chi appartenesse. La famiglia ospite avrebbe potuto prestare anche la coppa per la
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benedizione pasquale, un oggetto di valore e non di uso quotidiano, come quello che avrebbe
usato una famiglia benestante come quella di Marco.
Anche se vero che non esistono argomenti che neghino lautenticit del Santo Calice di Valencia,
anche vero che il primo anello della catena (portato a Roma da San Pietro) solo unipotesi e il
fatto che labbia portato in Spagna San Lorenzo appare per la prima volta in un documento del VI
secolo basato su una tradizione orale. Ulteriori studi sono stati promossi per reperire altri dati che
confermino che il Santo Calice di Valencia ed il Santo Graal sono la stessa cosa. Attenderemo
lesito.
Per saperne di pi: 1) Antonio Beltrn. El Santo Cliz de la Catedral de Valencia. Valencia 1960 e
1984; 2) Janice Bennet. San Lorenzo y el Santo Grial. Madrid 2008
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risposte a Il Santo Calice di Valencia
1. lois
22 luglio 2013 alle 9:53 pm
Il fascino del santo Gral e dell Ultima Cena hanno costituito dei brillanti spunti di riflessione
che hanno poi originato tanta parte della letteratura medievale, di cui, come ricordi, il ciclo di
Art quello pi noto.
Certo suggestiva lidea che proprio questo possa essere quello originale, ma poi vedendo
Indiana Jones (permettimi di essere poco scientifico, stato un pezzo della mia giovent!) ti
viene da pensare che forse il Calice doveva essere di legno; pi umile e funzionale? Forse
cercando, qualche reliquia del genere la si trova!
RISPOSTA
Nicoletta De Matthaeis
23 luglio 2013 alle 5:02 pm
Si, cercando molto, ma proprio molto., presumendo che esista.
RISPOSTA
2. Lotje
23 luglio 2013 alle 1:53 pm
sono stata tre settimane in Valencia, ma questo lo scopro solo ora!
RISPOSTA
Nicoletta De Matthaeis
23 luglio 2013 alle 5:03 pm
E una scusa per tornarci!
RISPOSTA
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