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Prefazione

Se si iniziasse una campagna di scavi archeologici


nel tratto della Via Appia Antica a Valle Ariccia,
cosa troverebbero gli archeologi?
Noi abbiamo provato a rispondere a questa
domanda, immaginando che molto, della Ariccia
di epoca Romana, possa essere rimasto al di
sotto - circa 4 metri del terreno oggi
impiegato per lagricoltura.
Immaginiamo quindi, attraverso alcune
ricostruzione grafiche, cosa potremmo vedere.







Le Origini della Citt di Ariccia
Brevemente.
Le origini della citt, come ci ricorda Renato Lefevre, nella sua opera
Storia e storie Dellantichissima Ariccia, stando alle ricerche fatte da
un certo Cluverio, storico settecentesco, risalgono addirittura a 4766
anni fa. Lefrevre stesso si chiese come possa, questo studioso, aver
fatto ad arrivare a identificare questa data. Difficile rispondere!!
Probabilmente, e questo appare pi verosimile, viste le contaminazioni
della cultura greca nella cultura latina, che una data di fondazione della
citt potrebbe risalire a 1200 anni prima di Cristo, esattamente dopo la
guerra di Troia, che caus
una grande peregrinazione
verso la penisola italica.
Personaggi illustri in questa
fase emigratoria furono Enea
e suo figlio Ascanio. Enea
fond Lavinium (l odierna
Pratica di Mare) e da qui
linfluenza greca contamin la
cultura latina: Ascanio, si
narra, fond Albalonga e il
Tuscolo. Certo che pi tardi
con la nascita dei territori,
nel sud Italia, della Magna
Grecia, i greci, spinti da
necessit commerciali con i
popoli vicini, entrarono in
contatto con i Latini e quindi
rafforzarono le influenze
greche nei Latini, tra cui gli Aricini. Comunque, fu grazie alle conoscenze
importate dai greci, che il villaggio di Aricia, connotato da metodi
costruttivi preistorici, si trasform: divenne un citt-comunit
caratterizzata dall Acropoli, zona sulla collina difesa da possenti mura e
la zona abitata sul piano o Agor. Roma stessa verr poi fondata con
queste caratteristiche
Sono ancora presenti e visibili grandi porzioni delle antica mura
dellAcropoli.

Ma, sulla storia, la leggenda che prende il sopravvento, sebbene
alimentata da eventi provenienti sempre dalla Grecia, la fondazione di
Ariccia viene legata nello specifico ad un evento svoltosi ad Atene:
Ippolito, figlio
prediletto di Teseo, Re
di Atene, diventa
vittima delle calunnie
della matrigna Fedra, la
quale voleva unirsi
carnalmente con lui.
Ippolito rifiut; il padre
Teseo, dando retta alle
calunnie della moglie
cacci, sdegnato e
addolorato, Ippolito
dalla reggia e dalla citt.
Ippolito fuggendo
disperato mor cadendo
dal carro. Venne
riportato in vita da
Diana-Artemide che
preg Esculapio di porre
mano alle sue arti mediche. Ippolito, resuscitato, venne chiamato Virbio e
fu portato da Diana nel bosco sacro a Diana, il nemus aricino, presso il
lago di Nemi. Qui Ippolito-Virbio spos una ninfa di nome Aricia e in suo
onore dette il nome di Aricia alla citt che fond. In seguito, il poeta
Virgilio, pensando allimperatore Augusto, scrisse lEneide, e nei
personaggi del racconto c anche un Virbio, figlio di Ippolito-Virbio e
Aricia; egli combatt per il popolo di Ardea, al fianco del Re dei Rutuli,
Turno, contro Enea, linvasore greco. Questo il punto in cui la
leggenda si salda con la Storia.

Leggenda o storia, Aricia ha chiare origini greche come fondazione,
concezione e come struttura pur essendo abitata, da sempre, dai Latini. E
sui monti Albani, a far compagnia ad Aricia erano altre tre antichissime
citt-stato: Albalonga, Tusculum e Lanuvium.

La fase preromana della storia di Aricia, pass poi per le vicende note
della Lega Latina, dapprima unita a Roma e poi in opposizione con quella
che diverr la pi grande potenza del mondo antico, sempre Roma. Con la
sconfitta della Lega Latina, presso la foce del Fiume Astura, nel 338
a.C. Aricia e tutte le altre citt latine passarono sotto lamministrazione
romana, aprendo la fase del Lazio Novus. Aricia rimase Repubblica,
dotata di un proprio Senato per le sue caratteristiche sociali di grande
rispetto, tanto che lo stesso Cicerone, la defin: Municipio antichissimo,
federato a Roma, a lei contiguo, onorevolissimo per decoro dei suoi
cittadini.

Il palazzo della
ottocentesca
Locanda Martorelli,
sulla Piazza di Corte,
nel cui piano basso,
da tempo ospita la
farmacia, racconta,
in una stanza al
primo piano, in un
ciclo di affreschi
eseguiti nel
settecento dal pittore polacco Kuntze, le allegorie legate a Ippolito-
Virbio e a Turno Erdonio, questultimo personaggio storico di Ariccia che
si oppose allultimo re Etrusco di Roma, Tarquinio il Superbo nel 500
a.C. e per questo fatto uccidere dal Re, ritenuto un disonesto
doppiogiochista.

Dal IV secolo a.C. dopo essere entrata nella sfera romana, Aricia inizia
il suo sviluppo sociale e urbanistico: la citt sul piano si ingrandisce e
diventa il punto di riferimento, dal punto di vista commerciale, di chi
transita lungo lAppia sia per proseguire verso sud sia per andare sulla
sommit del Monte Albano ( Monte Cavo) per officiare e rendere
tributo allantico dio dei latini: Giove Laziale, percorrendo lantica Via
Sacra o Clivum Albano. Ma non solo: passer per Aricia anche chi andr a
rendere omaggio alla
dea Diana Aricina,
nel suo Tempio, retto
da un sacerdote: il
Rex Nemorensis,
situato presso le
sacre rive del lago di
Nemi, noto come lo
Speculum Dianae o
Specchio di Diana,
percorrendo il clivum
aricino. Il culto di
Diana Aricina, si
narra, venne portato
in questi luoghi dalla
Grecia ad opera di
Oreste, figlio di
Agamennone.



Ad Aricia troveremo anche la prima
mansio o stazione di ristoro, (cibo,
pernottamento e cambio di cavalli)
dopo aver lasciato Roma in direzione
sud; era situata nei pressi della Porta
Lanuvina. La sua memoria arriv fino
a noi con il toponimo di Osteriaccia .

Nel periodo imperiale Aricia si
arrichir di Templi, di splendidi
edifici pubblici e privati, arricchiti
da mosaici di prestigio e affreschi al
pari di una citt che conta. Daltronde
Aricia dette i natali alla famiglia
degli Azzi; da una discendente di
nome Azia, verr alla luce Ottaviano Augusto. Ma anche da un ramo
collaterali della famiglia degli
Juli, originari di Albalonga,
nascer Giulio Cesare: la
nonna di Giulio Cesare aveva
ad Aricia un mulino.

Insomma, lAricia Romana
ebbe i suoi lustri in ambito
sociale e politico e rimase in
auge fino alla caduta
dellImpero Romano.

Dopo il V secolo inizi il suo
declino: la discesa dei
barbari, che ormai
spadroneggiavano in tutta la
penisola italica, non pi sede
dellimpero, ma ridotta a provincia dellImpero Romano dOriente, con
sede a Costantinopoli o Bisanzio che dir si voglia, rappresent il colpo di
grazia per molti centri urbani. Fi cos che gli Aricini decisero tra il VI e
il VII secolo che era meglio ritirarsi sullantica Acropoli ben difesa da
possenti mura e in posizione dominante. LAricia sul piano, col
trascorrere del tempo, oltre a divenire cava di materiale per costruire
edifici nellAricia posta sul colle, venne sopraffatta dalle conseguenze
dellabbandono e sulle rovine dello splenditissimo Municipium si
accumularono tonnellate di terriccio: il luogo divenne una selva di piante,
le quali contribuirono con le loro radici a sgretolare le parti pi elevate
degli edifici stessi. Fino a che tutto non pass alloblio!!

Con lepoca, il settecento, dellArcheologia Antiquaria, grazie alla
scoperta anche di Pompei, anche Aricia divenne il centro dellinteresse
di archeologi non ancora imbevuti della visione scientifica
dellarcheologia: scavarono senza tenere descrizioni del luogo di
ritrovamento, della profondit ecc Lo scopo era solo quello di trovare le
meraviglie del passato per poi disperderle in Europa, vendendole a destra
e a manca. La tal cosa
accadde ad Aricia, al
tempo del canonico
Don Emanuele Lucidi
che rimase, per cos
dire fregato dal
Cardinale Despuig il
quale tenne per s
tutti i reperti trovati
presso lemissario di
Nemi nella Valle
Ariccia, zona
Moletta, e che
vennero portati via
dallItalia. Ben altre
intenzione ebbe
Emanuele Lucidi che,
amando molto Ariccia e
il suo passato, avrebbe
voluto comprendere pi
a fondo il significato di
quei reperti.
Ecco dunque, brevemente, la descrizione della parabola storica di Aricia,
La Ritia e infine Ariccia: ora possiamo immergerci, con la fantasia
guidata da una verosimile riflessione, nellavventurosa fase degli scavi
archeologici nella zona dell Aricia sul piano: lantica Agor di origini
greche.
Le mappe o carte antiche

Dobbiamo agli archeologi, questa volta dellottocento e quindi educati
allarcheologia scientifica, la stesura di mappe non solo di Ariccia che
ci hanno dato la possibilit di capire quali emergenze archeologiche essi
trovarono. LOttocento fu il secolo in cui fu possibile eseguire scavi in
zone che nel novecento avanzato divennero, gradualmente, densamente
urbanizzate. Fortunatamente Ariccia non sub questo fenomeno lungo il
tratto dellantica Via Appia antica, lo ebbe invece nella zona di Monte
Gentile in cui la forsennata e, culturalmente disonesta, voglia di costruire
distrusse numerosi resti delle ville costruite dai Romani per venire a
trascorrere estati pi fresche.

Ecco la prima mappa
E stata eseguita dal Lanciani. Grazie a questa mappa abbiamo la
descrizione di alcuni siti archeologici















Questa mappa invece la dobbiamo al Canina, eseguita quasi 50 anni prima
e notiamo che manca il riferimento allAnfiteatro:















Abbiamo sottolineato alcune strutture, come un tratto di mura; la zona
della Porta Lanuvina ( Bastio del diavolo); i resti sotto la rupe.
ecco una enfatizzazione della zona nella realt del territorio:











La linea tratteggiata in giallo indica una via presente nella mappa del
Canina. La sua parte terminale si innesta allAppia antica e questo ci
potrebbe far supporre che l cera la seconda porta di Aricia: Porta
Albana o Romana.

Il tratto celeste lAppia antica e i tratti pi scuri sono quelli che vanno
in salita e verso Genzano lungo al sostruzione e verso Albano. Il tratto
verso Albano,
per la Stella,
secondo noi, e
questa una
nostra ipotesi
ospita unaltra
sostruzione non
visibile, ma
presente, perch
totalmente
interrata, venne
realizzata per
rendere stabile
la compattezza
stradale della
discesa o della
salita lungo il
bordo dellantico
bacino vulcanico.




Ecco altre due mappe:
Questa del Florescu, e appare poco descrittiva salvo indicare due
edifici tra cui la famosa osteriaccia che la tradizione vuole essere la
famosa Mansio in cui si ferm Orazio, definendola modestissima, nel suo
viaggi a piedi, verso Brindisi






















LOsteriaccia appare indicata pi chiaramente in questaltra mappa
redatta per il catasto dello Stato della Chiesa, ed indicata con il
toponimo Osteria :




Del Lanciani abbiamo anche uno
schizzo di ci che rimaneva, alla
fine del XIX secolo, del Teatro che
era lungo la il Clivum Albanus o Via
Sacra



Esattamente in questa posizione, contrassegnata dal cerchio rosso, sul
cui spazio e sui suoi resti, sono stati costruiti degli edifici:







Come vedete molto
rimase dellantica
Aricia.
Non ci resta che
procedere alla
visualizzazione degli
scavi


Iniziamo la nostra analisi con la Sostruzione nota a tutti gli attuali
Ariccini.

La Sostruzione, la pi importante opera viaria collegata alla Via Appia
antica, sappiamo, fu realizzata per superare il forte dislivello che cera in
quel tratto dellAppia. Noi labbiamo ripulita per farvela vedere nella sua
interezza e abbiamo realizzato una sezione ipotetica, in alcune parti, del
tratto della via Appia compreso tra la Porta Lanuvina e linizio della
Sostruzione. Al punto E vediamo un arco. Questa una nostra
supposizione, poich, essendo probabile la presenza di ruscelli che
scendevano dalle pendici della collina di Galloro per raggiungere il Lago di
Aricia che, fino al settecento sebbene fortemente ridotto ad un pantano,
occupava gran parte della Valle, dovevano avere un passaggio sotto la Via
Appia. Chi passa ora lungo quel tratto noter che esiste un dosso, che
presuppone, e supponiamo, al di sotto la presenza di una struttura ben
solida che non la sola terra nuda. Va sottolineato che in origine la discesa
era molto pi accentuata di adesso. Basta prendere a riferimento il livello
originale della Porta Lanuvina e il dosso allinizio della Sostruzione per
capire.

Il Torrione Chigi

Sappiamo che questo Torrione
dal tetto caratteristico delle
costruzioni altomedioeveli
rimase in loco fino a che
croll negli anni 70. Grazie al
suo crollo spontaneo, per
let, venne trovata una tomba
con arredo e corpo ancora
integri, solo che a contatto
con laria tutto si sgretol,
salvo una spada di ottima
fattura.
Qui lo vediamo in una vecchia
foto scattata verso la fine
del XIX secolo dal Conte Primoli e noi lo ricordiamo cos negli anni 60 del
novecento. Va sottolineato che tra la strada dissestata e il torrione
scorreva un piccolo ruscello - molto probabilmente il suo tragitto rimase
lo stesso per moltissimo tempo; di fatto la presenza del Torrione ne
imped la variazione di percorso.
Ma in realt questo Torrione in origine cosa era? Probabilmente una
Tomba di epoca romana a tamburo. Come quella pi nota di Cecilia
Metella, ma di dimensioni assai inferiori.

Ecco la nostra prima ricostruzione della Tomba acanto ad un tratto della
Via Appia riportato alla luce:




E questa la
ricostruzione del
Torrione Chigi
dove era in
origine prima che
crollasse.





Porta Lanuvina
Conosciuto da sempre come il Basto del Diavolo, larco che emerge
appartiene allantica Porta Lanuvina, che scavando




























Gli Edifici Pubblici

Su lato posto sotto la rupe emergono due resti di opera muraria forse
appartenenti ad un edificio pubblico, come le Terme. Ecco la zona:





























Il Foro

Il casolare del cos detto orto di mezzo non altro che la struttura del
principale
Tempio che
affacciava sul
Foro
cittadino.
Ecco i nostri
scavi
archeologici
del sito:




















La Porta Albana

Non sappiamo dove fosse situata esattamente. Viene spontanea collocarla
laddove ora c la rotonda, ma come detto precedentemente vedi carta
del Canina - cera una strada che percorreva in lungo il parchetto Chigi e
si innestava sullappia antica. Era l?
Comunque
di sicuro
era
spostata
rispetto
alla Via
Appia
Antica
attuale:















Di questa
porta vedremmo solo i pilastri e non larco, la volta. Ma forse era spostata
verso Albano? In questo punto? Chiss














La Vista complessiva di Aricia.

Nel fumetto Storia di Aricia Antica abbiamo immaginato sia lAcropoli
che lAgor o citt sul piano, in epoca romana. E labbiamo immaginata cos:



























E in base a questa nostra ricostruzione, ecco come immaginiamo, infine, il
complesso archeologico generale dellAricia Romana:



Come potete vedere, si tratta di un complesso archeologico di grande
rilevanza e se fosse non proprio cos, sicuramente molto vi si
avvicinerebbe a questa ricostruzione, poich, si suppone che i 4 mt di
terriccio che in media ricoprono i resti, avranno sicuramente
salvaguardato le basse e medie altezze degli edifici.



Ecco, questo tutto e lascio a voi la riflessione sul patrimonio
archeologico di Ariccia, le sue potenzialit turistiche e il valore
storico che rappresenta.

Il disegno mostra lArco commemorativo dedicato a Tiberio Latinio
Pandusa, il Curator che fu responsabile del restauro della
Sostruzione. Venne eretto il 19 d.C.

I resti in marmo bianco che a lungo rimasero ai lati della Sostruzione
diventarono un toponimo che caratterizz la zona. Incontrarsi alle
pietre bianche significava ritrovarsi in questo punto. Ora i resti dellarco
o pietre bianche sono nel Parco Chigi.
Tutte le immagini a fumetto sono state tratte dallopera Storia di
AriciAntica a Fumetti di A.Dal Muto, A. Silvestri e M:C: Vincenti,
pubblicata e distribuita ad Ariccia nelle scuole nellanno 2008.
Le ricostruzioni computerizzate a colori sono di A. Dal Muto


FINE ?

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