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HOBBES

Dal libro di Giobbe (40-41), Hobbes trae le immagini di due mostri Behemoth (ippopotamo =
impero babilonese) e Leviathan, il gigante regge in una mano una spada, simbolo del potere
temporale, e nell'altra il pastorale, simbolo del potere religioso, a indicare che, secondo Hobbes, i
due poteri non vanno separati (coccodrillo = impero egizio): lo scopo della politica e del diritto
quello di eliminare la paura fisica della morte. Il termine scienza indica luso pianificato della
ragione per la conoscenza delle cause e delle conseguenze, della dipendenza di un fatto da un
altro, poich il pensiero non altro che laggiungere o il sottrarre rappresentazioni, possibile
stabilire delle regole matematicamente esatte per ricostruire i suoi processi (epistemologia
scientifica). Se la scienza indica la conoscenza di conseguenze, la filosofia naturale indica la
conoscenza dei corpi naturali, mentre la politica indica la conoscenza dei corpi artificiali.
Se la politica una scienza, che tipo di scienza ?
Possiamo distinguere: scienze dimostrabili (scienze naturali, es. fisica: le cui cause non dipendono
dalluomo) e scienze indimostrabili (scienze artificiali, es. geometria: le cui cause sono prodotte
dalluomo; ci implica la conoscenza, in seguito allistituzione di Stati, rispettivamente dei diritto e
dei doveri di sovrano e sudditi). La politica dunque la scienza dimostrabile dei corpi artificiali.
Il pensiero di Hobbes ruota su tre punti:
1) PASSIONI: la pi forte di tutte il desiderio per il potere, che consiste nellimpiego di tutti
i mezzi per la realizzazione di un bene futuro. I desideri cono il propellente della vita:
viviamo perch desideriamo. Gli uomini, mossi come tutte le creature viventi, dalla
necessit della sopravvivenza, cercano instancabilmente di soddisfare tale desiderio; la
diversit delle opinioni e delle passioni genera i diversi modi in cui ognuno cerca di
soddisfare tale desiderio. Stante, poi, che il mondo movimento incessante, non potr mai
esistere (se non nell'aldil) una soddisfazione piena. Gli uomini sono dunque condannati a
desiderare instancabilmente, a cercare di procurarsi i mezzi per soddisfare i propri desideri e
a entrare in conflitto gli uni contro gli altri (bellum omnium contra omnes).
2) LIBERTA: assenza di impedimenti (uso della forza);
3) RAGIONE: difendersi con ogni mezzo e cercare la pace.
Hobbes il teorico del monismo giuridico, viene cio riconosciuta la coincidenza di diritto e Stato,
quale organo centralizzato che convogli le forze presenti nella societ. Lo stato deriva dal contratto
sociale (che diritto), per cui la frase secondo cui diritto e stato non possono convivere,
contraddittoria. La legge inglobata nel diritto grazie al giudice, che deve conformare le proprie
sentenze alla volont del sovrano; egli dovrebbe in realt ubbidire alla legge della ragione se fosse
certo di non sbagliare: ma, siccome pu sbagliare, deve applicare la legge del sovrano perch
compito del sovrano riparare i torti dellignoranza o della corruzione dei giudici. Per liberarsi dalla
condizione primitiva in cui tutti competono con tutti (bellum omnium contra omnes), la moltitudine
deve costituire una societ efficiente, che garantisca la sicurezza degli individui, condizione
primaria per il perseguimento dei desider. A questo scopo tutti gli individui rinunciano ai propri
diritti naturali, stringendo tra loro un patto con cui li trasferiscono a una singola persona, che pu
essere o un monarca, oppure un'assemblea di uomini, che si assume il compito di garantire la pace
entro la societ. Per questo Hobbes spesso considerato un teorico del giusnaturalismo, dove il
diritto naturale precede e fonda quello civile. Tuttavia tale visione dibattuta: difatti, solitamente, il
giusnaturalismo tende a stabilire delle leggi naturali che facciano da limite al potere statale; da parte
sua, invece, Hobbes utilizza le leggi naturali per dimostrare che il potere statale, per poter
funzionare efficacemente, deve essere illimitato, privo di vincoli, e indiviso: il sovrano non pu
essere sottoposto alla legge, deve essere legibus solutus, dovendo rendere conto del proprio
operato unicamente a Dio. I diritti naturali che ognuno abbandona per poter vivere in pace nella
societ non sono altro che la libert assoluta di fare tutto secondo la propria volont e di utilizzare
qualsiasi risorsa per il proprio vantaggio. L'uomo per natura ha diritto di usare tutte le risorse
naturali (terreno, acqua, frutti, bestiame etc.), anche a spese altrui. Con l'istituzione della societ si
rinuncia a questo diritto e la propria libert assoluta viene sospesa. I limiti della propria libert sono
ora formati dalla libert degli altri: tuttavia, poich secondo Hobbes non si pu avere garanzia che
questo principio venga rispettato da tutti, necessario un potere coercitivo che lo mantenga, il
potere statale. Solo il sovrano quindi mantiene effettivamente tutti i diritti naturali nei confronti dei
sudditi, ed il sovrano, tramite le leggi, a poter stabilire ci che giusto e ci che ingiusto, mentre
per i sudditi giusto significa obbedienza alle leggi del sovrano, e ingiusto la disobbedienza. Inoltre,
una volta che i diritti di tutti gli individui sono stati trasferiti al sovrano, tale trasferimento
irreversibile se non per volont del sovrano stesso. Per quanto riguarda la forma dello Stato, Hobbes
afferma che il sovrano pu essere un individuo solo (un monarca) o un'assemblea. Tuttavia, esprime
chiaramente la sua preferenza per la monarchia, in quanto un'assemblea pu pi facilmente
dividersi in fazioni e giungere alla guerra civile. La guerra civile, in cui una parte dello Stato avoca
a s il potere del sovrano, definita da Hobbes come una ricaduta nello stato di natura, e dunque nel
peggiore dei mali. Se Hobbes afferma che il suo Stato assoluto pu degenerare in una tirannide,
tuttavia ripete a pi riprese che questa situazione sar sempre migliore e pi sopportabile della
guerra civile. Hobbes inoltre si pronuncia decisamente contro la separazione dei poteri. Argomenta
che se i poteri separati dello stato agiscono di concerto e d'accordo, allora non c' ragione di tenerli
separati; se invece agiscono in disaccordo, allora questo gi il primo passo verso la guerra civile e
la distruzione dello Stato.
Hobbes dunque sostenitore della teoria del male politico: 1) Stato monopolio della forza (lo Stato
assenza di libert, o vita o libert); 2) paura della morte (lunico modo per sfuggirvi attribuire
tutto il potere allo Stato).
La pena di morte dunque compatibile con questa visione dello Stato? No, perch il potere di
punire stato ricevuto dal sovrano dai sudditi, ma nessuno pu essere obbligato a resistere alla
violenza, ecco il perch di una risposta negativa in tal senso. Lopposizione al sovrano per un
atto di forza, la guerra civile, il ritorno allo stato naturale. Pensando ad Hobbes si parla inoltre di
costruttivismo pratico, lespressione viene utilizzata per indicare che la sua teoria si costruisce su
dati reali e pratici.

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