e della cappella dellOspedale di Domodossola dove si celebra la messa tradizionale 7 Lo scorso mese, parlando della solennit del Corpus Domini, ricordavamo il peri- colosissimo oblio del carattere sacrificale della Messa cattolica. Oblio che conduce lentamente ma inesorabilmente all'eresia. Su questo punto non dovremmo mai dimenticare il grande lavoro di Michael Davies sulla Riforma anglicana, che sottolinea il pericolo dei taciuti in liturgia: la riforma anglicana di Cranmer, togliendo dalla Messa tutti i riferimenti espliciti al Sacrificio pro- piziatorio, introdusse vincente, nel giro di una generazione, il Protestantesimo in Inghilterra, portandola definitiva- mente all'eresia. Ma nel mese scorso ci spingevamo pi in l dicendo che, col dimenticare che la Messa il Sacrificio di Cristo sulla Croce, si perde inesorabil- mente la coscienza della Presenza sostanziale di Cristo nella Santissima Eucarestia: se non c' pi la Vittima, non c' nemmeno pi la Presenza di Ges Cristo, perch Cristo si rende presente nell'Eucarestia come Vittima. Una Messa percepita sempre pi come ricordo dell'Ultima Cena rischia veramente di non esse- re pi la Messa cattolica. Innegabilmente l'ultima riforma della messa, quella del 1969, l'ha fatta assomigliare sempre pi alla Santa Cena prote- stante, anglicana o luterana che sia. C' per di pi: una Messa sempre pi prote- stantizzata, ha protestantizzato il popolo cristia- no con la sua missione, tanto da farlo assomi- gliare ogni giorno di pi ad un insieme di congre- gazioni protestanti impegnate nella loro presen- za in mezzo al mondo. Se non c' pi la Vittima, non c' nemmeno pi la Presenza di Cristo. vero per la Messa, per il Santissimo Sacramento, ma vero anche per tutta l'opera della Chiesa. Se al centro di tutta la predicazione dottrinale, se al centro di tutta la pastorale della Chiesa non c' pi Cristo Crocifisso, tutta la missione della Chiesa rischia di essere spaventosamente vuota. Mai come in questi ultimi decenni si sono moltiplicati gli sforzi pastorali, si sono affinate le tecniche per un annuncio efficace, mai si par- lato come in questi ultimi cinquant'anni di missio- ne, e si raccolto quasi nulla. Si andati verso il mondo annun- ciando e annun- ciando ancora, e si registrata la sua inesorabile scristianizzazio- ne. Chi avrebbe mai pensato, tra i Padri del Concilio, che la fede cattoli- ca sarebbe quasi scomparsa nel giro di mezzo secolo? Chi avrebbe mai pensato, tra i vescovi del Vaticano II, all'avvento di una societ cos anti-cattolica e immorale come quel- la di oggi, dove ogni legge sembra fatta apposta per essere contro il disegno di Dio sull'uomo? Eppure, ed innegabile, questo disastro sotto i nostri occhi. Se non c' pi Ges-Vittima, non c' nemmeno pi Ges-presente. S, una Chiesa che entusiasticamente, a partire dagli anni '60, andata incontro al mondo met- tendo in secondo piano la Croce di Cristo, ha perso Cristo stesso e non ha portato nulla o ANNO VII LUGLIO 2014 N. Editoriale Radicati nella fede pag. 2 quasi alla societ. S perch, occorre dirlo con chiarezza, senza la centralit della Croce, senza la centralit di Cristo crocifisso, tu perdi Cristo stesso. terribile l'illusione di chi vuol parlare di Ges senza la sua Croce, senza anzi la centrali- t della sua Croce. Chi mette la Croce di Cristo tra le tante cose della vita di Ges, ma non ne considera la centralit, in verit non parla nem- meno di Cristo. Parla di un Ges confezionato apposta per il mondo moderno che, come i giu- dei e i gentili di San Paolo, giudicavano Cristo Crocifisso scandalo o stol- tezza. Si voluti andare al mondo per dialogare ami- chevolmente con esso, evi- tando le condanne della Chiesa del passato per dialogare amichevolmente si sono dovuti velare o nascondere la Croce e il Sacrificio di Cristo, perch il dialogo con la societ moderna, con le sue reli- gioni, restasse sereno e amichevole con il risultato doppiamente tragico di non aver portato nulla agli uomini del tempo e, peg- gio, di aver devastato il santuario della presenza di Dio che la Chiesa. Non c' niente da fare, per primi dobbiamo accettare e abbracciare lo scandalo della Croce, riconoscerlo come il contenuto centrale della dot- trina, della vita e della missione della Chiesa, e allora, non calcolando gli esiti, ma fiduciosi nel- l'infinita potenza della grazia di Dio, andare verso il mondo, perch dalla Croce di Cristo sia conver- tito e sanato. Guai a quei Cristiani, guai a quella Chiesa che voglia portare un altro Ges, senza la Croce, guai! Perder la sua essenza, perder la sua forza, perder la sua anima, perder l'efficacia unica della grazia. E risulter sempre pi inutile e insopportabile al quel mondo che voleva rag- giungere. Odiosamente insopportabile al mondo una Chiesa senza il Sacrificio e la Croce. E il mondo, una Chiesa cos vuota, gi pronto ad azzannarla. In hoc signo vinces, non solo il ricordo di una storia passata, la verit di ogni istante: la vitto- ria della Croce e di chi, la Croce, la porta e la mostra al mondo, senza calcolo umano. O Crux, ave, spes unica, salve o Croce, unica speranza: se non si torner a questa chiarezza in tutto, veramente in tutto nella Chiesa, il disastro sar inevitabile. Ma questo ritorno inizia dal Santo Sacrificio della Messa. Se di fronte a questo qua- dro di devastante confu- sione ci sentiamo impo- tenti se impotenti ci domandiamo cosa fare e soprattutto da dove inizia- re, ricordiamoci che la riedificazione della Chiesa partir sempre dal Santo Sacrificio della Messa. Non facciamo calcoli umani, non commettiamo l'errore degli anni '60, non andiamo al mondo, nem- meno per riedificare la Tradizione, con le nostre tecniche, ma ri-iniziamo dalla Messa. Torniamo subito alla Messa della Tradizione, lo diciamo ai sacerdoti prima e poi ai fedeli. Torniamo al corretto rito del Santo Sacrificio della Messa e da l ripartiamo per un lavoro paziente di riedificazione della fede. Non commettiamo l'errore di fare l'inverso, prima il lavoro pastorale, poi il ritorno alla Messa di sempre, sarebbe in fondo un nascondere ancora la Croce di Cristo, attendendo tempi migliori, cos come fecero gli illusi missionari degli anni post-conciliari. La verit invece Cristo. La verit invece il fatto del suo Sacrificio redentore, perpetuato dalla Messa cattolica. Primo compito dei sacerdoti celebrarla. Primo compito di tutti vivere di essa, perch la vita, quella vera, continui. www.radicatinellafede.blogspot.it Radicati nella fede pag. 3 Pubblichiamo questo mese la seconda parte del capitolo XVI del testo sulla Santa Chiesa del P. Emmanuel. La Chiesa qui considerata come colei che messa da Dio in possesso di tutta la verit e di tutto il bene. In una triste epoca, come la nostra, di falso e fuorviante ecumenismo, quanto sono preziose le parole chiare di questo santo monaco-parroco. Guidati da lui nella dottrina pi pura, andando alla Scrittura e ai Padri, soprattutto a S. Agostino, veniamo disintossicati da quello sguardo troppo umano e mondano con il quale, anche nella Chiesa, si parla della Chiesa stessa. Impressionante per chiarezza, tra l'altro, la sua annotazione sulla fede che il principio della giustifica- zione e non la buona fede come oggi pensano i pi. Leggiamo, studiamo, consideriamo con attenzione. Buona lettura. da La sainte glise del Pre Emmanuel Andr Dottrina Cattolica Capitolo XVI LAVERITA E LA GRAZIA [seconda parte] Questi grandi e larghi punti ci fanno comprendere alla meraviglia il ruolo della Chiesa quaggi. Essa messa da Dio in possesso di tutta la verit, di tutto il bene. Attorno ad essa si muovono delle societ religiose, che presentano dei resti di verit mischiati ad errori, delle briciole di bene pi o meno corrotto. Al fondo, esse non hanno di proprio che il loro errore e la loro corruzione e tutto il bene, che detengono, la Chiesa lo rivendica come una cosa che di diritto le appartiene. Presso gli idolatri, essa rivendica quella nozione di Dio che, come l'ha cos bene dimostrato Tertulliano, sussiste al fondo di ogni coscienza umana, malgra- do le grossolane menzogne del politeismo rivendi- ca quelle tradizioni primitive di un Salvatore, di una remissione dei peccati, di una vita futura, che il paganesimo ha sfigurate, ma per niente abolite. Presso i Giudei, essa rivendica la raccolta ispirata dell'Antico Testamento, che contiene tutte le pro- messe e profezie compiute in Ges Cristo e, in se stessa, rivendica il dogma dell'unit di un Dio Creatore, di cui il popolo ebreo era l'araldo prima di Nostro Signore. Presso gli eretici, essa rivendica la fede, nelle parti in cui essa dimora intatta i sacramenti, che essi conservano almeno in parte il Nuovo Testamento, cio i Vangeli e gli scritti apostolici, di cui questi fuor- viati si servono troppo sovente a loro rovina. Infine, presso gli scismatici, essa rivendica il simbo- lo di cui non negano nessun fondamentale articolo, i sacramenti, e fino alla presenza reale di Ges Cristo nei tabernacoli, la successione gerarchica, l'insieme del culto in una parola tutti i beni che que- sti prodighi hanno portato con s lasciando la casa dell'unit. Lo si vede da questo elenco, non vi nessuna falsa religione che non detenga degli elementi di verit e di bene. Questi elementi sono altrettanti punti di contatto con la Chiesa e le servono da ponte, per invitare gli infelici smarriti ad entrare nel suo grem- bo. Rivolgendosi agli idolatri, la Chiesa, come si vede dai discorsi di San Paolo sia ai gentili di Listra sia all'Areopago (At 14 At 17), invoca l'idea di Dio che non mai rimasto senza testimonianza, che fa maturare le messi, che dona agli uomini la vita, il respiro ed ogni cosa. Rivolgendosi ai Giudei, adduce il compimento degli oracoli profetici, come si pu vedere nei discorsi di san Pietro dopo la Pentecoste (At 2 At 3). Radicati nella fede pag. 4 Rivolgendosi agli eretici, agli scismatici, mette loro sotto gli occhi delle prove tratte dal Nuovo Testamento, dalla testimonianza dei Padri, della successione delle Chiese. Ed cos che essa attira a se stessa tutte le porzio- ni dell'umanit traviata le attira spesso e con forza, prendendo gli uomini tramite i resti di bene che pos- siedono, e conducendoli a gioire in se stessa di un bene puro e completo. Quando un dissidente ritorna, dice Sant'Agostino, non perde nulla di ci che ha, ma comincia a posse- dere per la sua salvezza ci che deteneva prima per la sua perdizione partecipa alla pace celeste, associato all'unit santa, interiormente ricolmo di carit. iscritto alla citt degli angeli entra in pos- sesso di quel bene che si chiama Chiesa, ed in essa trova il riposo, grazie alla sorgente invisibile da cui irrigata, cio lo Spirito Santo (Ad Cresc., libro 2, capitolo 15). *** Ci resta da mettere in luce un punto relativo alle sette cristiane. Seguiamo sempre la nostra guida, Sant'Agostino. Al tempo del grande dottore, certi fuorviati preten- devano che bisognasse ribattezzare gli eretici bat- tezzati nell'eresia, come se ogni battesimo dato fuori dal grembo della Chiesa fosse nullo. Fondandosi sulla costante pratica della Chiesa romana, Sant'Agostino sostenne che il battesimo dato fuori della Chiesa valido, ammesso che sia stato dato nella forma voluta, con l'intenzione di fare un cristiano. E i suoi potenti argomenti miravano ad annientare l'errore che combatteva. Rest quindi acquisito che le sette cristiane dissi- denti possono generare dei cristiani esse li genera- no, non per il loro errore che totalmente infecon- do, ma per il bene del battesimo che esse hanno conservato. Di seguito, ed a questa conseguenza che vogliamo giungere, i cristiani che generano non appartengono a loro appartengono alla Chiesa, attraverso il battesimo di essa per cui si ritrovano, anche senza saperlo, figli della vera Chiesa che la Chiesa romana. Tale dunque il meraviglioso spettacolo che offre il mondo! La Chiesa cattolica diviene madre, non solamente per le mani dei suoi propri figli, ma per le mani anche dell'eresia o dello scisma: perch tutti i battezzati le appartengono per il fatto stesso del loro battesimo. Ma citiamo Sant'Agostino. La Chiesa, dice, possiede i sacramenti come per diritto di eredit, avendoli ricevuti da Ges Cristo. Per cui chiunque battezza fuori di essa, propriamen- te parlando non battezza ma lei (la Chiesa roma- na, ndr) che battezza, lei che genera, e in lei Ges Cristo. La separazione non ha la virt di generare, solo l'unit che genera. Dunque, conclude, solo la Chiesa che genera, sia direttamente, sia servendo- si dei suoi servitori (che sono lo scisma e l'eresia) e solo a lei appartengono i figli, come prodotti dalla virt di Ges Cristo suo Sposo (De baptismo con- tra Donatistas, libro I, capitolo 10). Da questi fondamenti molto certi, consolante pen- sare che vi nei paesi eretici e scismatici un gran- de numero di figli della vera Chiesa. Sono tali i figli in tenera et, legittimamente battezzati sono tali anche molti adulti, che non hanno mai dato allo sci- sma o all'eresia una adesione formale, e che hanno vissuto della grazia del loro battesimo. Sicuramente, fuori dal grembo della vera madre, sono meno privi- legiati di noi ma non sono privati degli aiuti, attra- verso i quali possono giungere alla salvezza. Se vi giungono d'altronde, non (come abbiamo letto prima) in virt della loro buona fede, ma della fede che hanno in Ges Cristo. La buona fede non il principio della giustificazione, ma solamente la fede. Buona fede vuol dire che non vi un'adesione formale all'errore un elemento negativo. La sal- vezza non risulta che da un elemento positivo, che l'adesione dell'anima alla verit rivelata o, altri- menti detto, la fede operante attraverso la carit. Quanto a coloro che hanno commesso il peccato di scisma o eresia, sono separati dalla Chiesa e per questo stesso fatto, perdono il frutto del battesimo che hanno ricevuto. Diventano come il figlio morto che, nel giudizio di Salomone, resta diviso dalla falsa madre quanto alla Chiesa, la vera madre, essa possiede il figlio vivo e Ges Cristo, di cui Salomone l'immagine, porta un giudizio giusto, affinch sia irrevocabilmente restituito a lei. continua... Radicati nella fede pag. 5 Corpus Corpus Domi ni Domi ni a VOCOGNO 22 Giugno 2014 SOLENNIT del Del solenne giorno della festa del Corpus Domini pubblichiamo alcune foto della Santa Messa cantata e della Processione Eucaristica per le vie del paese. Durante la Santa Messa, la Prima Comunione di Umberto ha riempito di gioia il cuore di tutti i fedeli presen- ti. Radicati nella fede pag. 6 Lauda, Sion Salvatrem, lauda ducem et pastrem in hymnis et cnticis.
Sequenza del Corpus Domini
alla alla ellegrinaggio ellegrinaggio della della La chiesa di Vocogno La chiesa di Vocogno e la cappella dellOspedale di Domodossola e la cappella dellOspedale di Domodossola dove si celebra la Messa tradizionale dove si celebra la Messa tradizionale vi invitano al vi invitano al don Alberto Secci 3492848054 don Stefano Coggiola 3482463990 Per chi non desiderasse consumare il pranzo al sacco: Ristorante a 18 E necessario prenotarsi entro il 14 settembre telefonando a: ore 10.30 Santa Messa solenne in Basilica Nuova. ore 15.30 S. Rosario di fronte allImmagine miracolosa in Basilica Antica. SABATO 20 SETTEMBRE 2014 Luned - Mercoled e Venerd: ore 17 Marted - Gioved e Sabato: ore 7 Per le Messe in settimana saranno possibili delle variazioni di orario. Tel. don Alberto 349.2848054 Radicati nella fede pag. 8 ORARI SANTE MESSE Vocogno Chiesa di Santa Caterina v.m. Domenica e Feste ore 10.30 Messa cantata ore 17.00 Messa letta Luned - Mercoled e Venerd: ore 17 Marted e Gioved: ore 7 Sabato: ore 8 Per le Messe in settimana saranno possibili delle variazioni di orario. Tel. don Stefano 348.2463990 Domodossola Cappella dellOspedale Domenica e Feste ore 10.30 Messa cantata A VOCOGNO DOMENICA 6 LUGLIO 2014 ore 10.30 SANTA MESSA cantata e PROCESSIONE ore 15.30 VESPRI CANTATI BENEDIZIONE EUCARISTICA FESTA DI N. S. FESTA DI N. S. DEL SACRO CUORE DEL SACRO CUORE DI GES DI GES ore 17.00 Santa Messa letta Lincontro di Dottrina Cattolica per il mese di luglio: venerd 4 e 18 ore 20.30 Sala Parrocchiale Vocogno INCONTRI DOTTRINA CATTOLICA