Battesimo forzato, Spagna - Tutti gli ebrei dei miei regni sono miei e sono sotto la
mia protezione e riparo, a e me spetta difenderli e proteggerli e mantenerli in giustizia.
In questo modo stravagante si esprimeva nel 1477 la regina Isabella I di Castiglia. Ma perch? Gli ebrei La societ cristiana medievale considerava lunit di fede come un segno distintivo; la tolleranza degli ebrei era considerata come un atto di benevolenza nella speranza di una loro imminente conversione. La tolleranza era suggellata da un pagamento, unimposta ad personam, in ricordo e come prova palpabile della loro differenziazione, dato che un solo percorso, una sola porta apriva allebreo la sua piena integrazione nel corpo sociale: il battesimo. Tali argomenti definiscono lebreo nella dottrina sociale del basso medioevo e il motivo della sua particolare dipendenza rispetto alla Corona, da cui discende questo modo patrimoniale di esprimersi della regina cattolica. La realt sociale era comunque molto pi complessa, una realt ereditata dai secoli del medioevo caratterizzati dalla tolleranza nei confronti degli ebrei quando invece questo popolo era rifiutato con durezza in tutto il resto dellEuropa. Ma arriv il momento, con lingresso nellera moderna, dellantiebraismo nella Spagna cristiana. Alcuni cambiamenti si erano generati in un anno chiave, il 1391, e in una citt chiave, Siviglia: da allora le persecuzioni, gli assassini e i battesimi forzati diventano fondamentali per capire la situazione della minoranza ebraica e conversa nel XV secolo. Furono i cambiamenti nella realt sociale e non le trasformazioni dottrinali ad incidere maggiormente sulla situazione degli ebrei agli albori dellet moderna. Molti ebrei accettarono il battesimo in quanto, nella maggior parte dei casi, obbligati a farlo, alcuni come conseguenza della catastrofe del 1391, altri nel corso delle campagne di predicazione degli anni dal 1407 al 1415, guidate dal domenicano Vicente Ferrer, accompagnate da misure restrittive nei confronti delle forme di vita delle comunit ebraiche. Come conseguenza di tali circostanze venne promulgato lOrdenamiento del 1412 e del 1414, rispettivamente in Castiglia e in Aragona, reiterato nel 1465 nella Sentenza Arbitraria, che restringevano la vita sociale degli ebrei, ma non arrivarono mai ad essere realmente applicati. Furono i Re Cattolici, coherentemente con il proprio modello statale, a porre in esecuzione tali restrizioni nelle Cortes del 1476 e del 1480; in tal modo si stabiliva la separazione delle case degli ebrei e dei musulmani in determinati quartieri o vie, le juderas o aljamas, la proibizione di esercitare taluni mestieri, lobbligo di esibire un segno esterno di identificazione della propria condizione di ebreo (qualcosa che in parte era stato gi disposto nel 1215 dal IV Concilio Laterano nel suo canone 68, che imponeva una distinzione, rispetto ai cristiani, degli ebrei e dei musulmani attraverso il vestiario) e la normalizzazione dei tassi di interesse dei loro prestiti. Latteggiamento della Corona non fu in linea di principio antiebraico; gli ebrei erano considerati come un tesoro del re, e infatti quei sostenitori della necessit di conferire un potere forte alla monarchia ammettevano come consiglieri reali degli ebrei. cos che nellentourage dei Re Cattolici possiamo annoverare don Abraham Seor, rabbino capo delle aljamas di Castiglia, Mayr Melamed, Isaac Abravanel, Abraham e Vidal Bienveniste. Cosa indusse, pertanto, i Re Cattolici alla terribile dicotomia di espulsione o battesimo degli ebrei? Stando a quanto afferma Ladero Quesada, per i sovrani fu determinante la situazione dei conversos giudaizzanti, dato che desideravano sopra ogni cosa sradicare rapidamente questo grave problema; un ostacolo che nel 1478 aveva provocato listituzione di una nuova Inquisizione che port gli ebrei a cooperare, attraverso la loro influenza originata dai legami di sangue che li univano ai conversos, nellestirpazione del converso giudaizzante. Nel 1492 in Spagna si viveva un clima di esaltazione dellidea della Cristianit trionfante, restaurata e ampliata dalla conquista di Granada, e si faceva strada, in questa fase aurorale dello Stato moderno, lidea che lomogeneizzazione del culto e della fede comportava e garantiva sufficientemente la coesione sociale necessaria per il buon funzionamento dei regni unificati e della monarchia che li governava. Tutte queste circostanze sarebbero sfociate nella Prammatica del 31 marzo 1492, mediante la quale si ordinava che, di l a quattro mesi, coloro che non avessero rinunciato allebraismo accettando il battesimo sarebbero stati costretti ad abbandonare i regni di Isabella e di Ferdinando. Si argomentava che la presenza ebraica fomentava lapostasia di molti ebrei convertiti. Si cerc con tutti i mezzi di favorire il battesimo e venne cos stabilito il limite di sei mesi, dopo la partenza, affinch quelli che avessero voluto tornare e battezzarsi avrebbero potuto farlo senza problemi, recuperando i propri beni spostando indietro la data della passaggio degli stessi a quelle persone o istituzioni a cui erano stati venduti. molto difficile sapere con esattezza quanti ebrei accettarono il battesimo, sebbene si sia sedimentato nella coscienza sociale che gli ebrei preferirono lespulsione di massa, dimostrando in questo modo una tenace fedelt alla propria struttura sociale, politica e, ovviamente, religiosa, quasi come se di fronte ad un chiaro attacco da parte della societ dominante, quella cristiana, attraverso la conversione forzata, la societ pi debole avesse risposto con un altro esercizio di affermazione della sua cultura optando per lesodo dalla terra comune di fronte allirreversibilit della misura di espulsione con la quale si diede inizio alla diaspora sefardita. I musulmani Non furono per solamente gli ebrei spagnoli, sefarditi, a essere colpiti dalle severe misure adottate dalle autorit cristiane con riferimento al battesimo forzato; tali misure incisero su altre minoranze etnico-religiose che da diversi secoli erano presenti nella Penisola iberica. Dopo la conquista del regno nazar di Granada da parte dei Re Cattolici il 2 gennaio 1492, tutti i musulmani di Spagna persero realmente il loro status di libert, unendosi ad una nuova societ in cui sarebbero stati considerati mudjares, ossia musulmani che vivevano in terre al di fuori dei domini dellIslam, sudditi di poteri politici la cui religione era il cristianesimo; a partire da quel momento si trasformarono in un popolo di vinti militarmente e la loro conversione forzata o la loro espulsione, da terre che per secoli erano state loro, sarebbe stata solo una questione di tempo. In un primo momento la capitale del regno, Granada, fu governata da una giunta mista espressione di entrambe le culture, ma otto anni dopo tale giunta era gi diventata monocolore e lo status di mudjares dei musulmani sconfitti aveva ormai perso gran parte del proprio significato.Lapparente generosit che i cristiani avevano dimostrato nellattuazione di questo esercizio di diplomazia di alto livello attraverso il quale vennero stabilite le Capitolazioni, preventivamente firmate al momento della resa delle piazzeforti, and gradualmente mutando negli anni successivi alla conquista. A partire dal 1500 sui musulmani di Granada cominciarono a piovere addosso le proibizioni: di portare armi, di acquistare terre nella fertile pianura granadina sfavorendo i coloni cristiani; e, ancora peggio, la pressione fiscale sui mudjares cominciava ad essere asfissiante. A tutto ci si aggiunse larrivo del cardinal Francisco Jimnez de Cisneros nellottobre del 1499 con la chiara intenzione di costringere al battesimo gli helches, cio i cristiani o figli di cristiani che erano diventati musulmani, secondo un modo di procedere che contrastava con i metodi dolci, sottili e pazienti del primo arcivescovo di Granada, fray Hernando de Talavera. Linsopportabilit di tali misure di disprezzo degli accordi raggiunti provoc la rivolta dei mudjares il 18 dicembre 1499 ad Albaicn de Granada. La ribellione dur solo tre giorni, grazie alla promessa di perdono in cambio della conversione dei responsabili. Ma questa stessa circostanza non si verific in altri luoghi del regno. Nel gennaio del 1500 Ibrahim Ibn Ummaiya capeggiava una rivolta nellAlpujarra che presto si sarebbe estesa ad Almera e Ronda, il che costrinse allintervento dello stesso re Ferdinando il quale, per il mese di maggio del 1501, pose termine alla rivolta. I mudjares sconfitti, per timore di dure rappresaglie, non esitarono un istante e si convertirono in massa al cristianesimo. Tali avvenimenti nellAndalusia orientale avrebbero avuto ripercussioni nei quartieri dove viveva il resto dei mudjares della Corona di Castiglia, in maniera pi o meno ignota, confinato in ghetti e contrassegnato da distintivi discriminatori apposti sui vestiti. Nonostante tutto non sembra che le autorit castigliane stessero progettando la soluzione finale della conversione prima che intervenissero i fatti di Granada. Una real cdula del 12 febbraio del 1502 li costrinse a scegliere tra la conversione e lespulsione, e fu cos che la stragrande maggioranza opt per il battesimo. A partire da questa data tutti i mudjares che abitavano nei territorio della Corona di Castiglia si erano convertiti in cristianos nuevos, chiamati anche tornadizos e, soprattutto, moriscos. Ma limposizione per real cdula di un sacramento cos importante come il battesimo, quello che apre la porta al cristianesimo, non creava di per s un perfetto cristiano. A partire da questo momento ha inizio una fase di indottrinamento che durer sino al 1510, al fine di ottenere la reale conversione a una fede che era stata abbracciata con un battesimo forzato. Vennero organizzate missioni e si cre una rete regno. Le autorit castigliane credevano fermamente che le pratiche di indottrinamento attuate avrebbero trasformato un cattivo cristiano, come il morisco era considerato, in un buon cristiano; per questo motivo, ancora influenzate dalle capitolazioni della guerra e, soprattutto, in virt della totale fiducia nei propri metodi catechistici, le autorit castigliane permisero la conservazione di alcuni tratti culturali dei moriscos, mediante i quali questi poterono continuare ad esprimere la loro identit come popolo. Nel campo opposto, quello dei moriscos, si credette che i cristiani avrebbero smesso di perseguitarli se si fossero convertiti, se avessero permesso il nuovo atto formale del battesimo. Il corso immediato degli eventi sment tali aspettative e la delusione dei moriscos fu enorme. Le fughe collettive di interi villaggi tra il 1500 e il 1510 stanno a dimostrarlo; una prova in pi dellimmenso fossato che si stava aprendo tra le due culture. Quelli che fuggirono si esposero alle conseguenze di una nuova percezione che era andata diffondendosi tra i cristiani rispetto ai musulmani sconfitti, che provoc uniniziativa non pi, comera stato fino a quel momento, di indottrinamento religioso, bens di acculturazione ai modi di vita cristiani. Nel 1526 venne convocata per decisione reale una Giunta a Granada che permise la repressione della cultura moresca, proib o limit sostanzialmente luso dellarabo scritto o orale, di indossare abiti della tradizione moresca, di portare amuleti e altri simboli propri della religione musulmana, la pratica della circoncisione, il possesso di armi e di schiavi, il rituale e il costume di sacrificare gli animali di consumo, il controllo e la stretta vigilanza dei matrimoni e il libero movimento della popolazione cristiano nuova.Tale insieme di misure repressive fu coronato dallistituzione di un tribunale dellInquisizione a Granada. Quanto avvenuto con i mudjares della Corona di Castiglia era prevedibile che avrebbe investito anche i mudjares della Corona dAragona. Si temette, tra il 1502 e il 1520, un ordine di espulsione o di battesimo forzato. Nonostante il fatto che i mudjares fossero costantemente protetti dalla nobilt, a livello popolare and crescendo lavversione nei loro confronti. Fu il movimiento cittadino di protesta contro la politica della monarchia, le Germanas, ad essere determinante affinch si passasse allattacco contro i mudjares; in questo modo nel 1521 vennero assaltati, ad opera dei cristiani insorti, diversi villaggi nel Regno di Valencia e circa 15.000 mudjares vennero obbligati a battezzarsi. Al termine di questo movimento di rivolta il problema dei mudjares rimaneva ancora in cima alle preoccupazioni del governo, perch ci si chiedeva cosa si dovesse fare con i convertiti nel 1521 che ora tornavano alla loro antica religione. Linquisitore generale don Alonso Manrique riun il 19 febbraio 1525, dopo una serie di rinvii, unassemblea per trattare la questione mudjar, assemblea che si protrasse fino al 22 giugno dello stesso anno. Si giunse alla conclusione che il battesimo del 1521 era da ritenersi assolutamente valido e che quindi obbligava quei mudjares che lo avevano ricevuto a vivere e comportarsi come autentici cristiani; a tal fine Manrique nomin una serie di commissari con lincarico di occuparsi della conversione dei moriscos della zona meridionale del Regno di Valencia. Fu un compito tuttaltro che facile, dato che non mancarono musulmani che preferirono sollevarsi e cercare rifugio tra i monti prima di arrendersi. Negli altri luoghi della Corona dAragona i signori feudali, senza dubio motivati dallinteresse personale, continuarono con la loro pretesa di aiutare i mudjares nel perseverare nella propria fede en el loro status. Ma Carlo V si oppose e organizz una grande missione generale per ottenere la loro completa conversione: nel mese di novembre, si impose loro il battesimo entro il termine perentorio dell8 dicembre del 1525. La popolazione musulmana prov a cambiare il corso degli eventi con linvio di due emissari alla Corte che per non sortirono leffetto sperato, per lo meno per quanto riguardava lormai ineluttabile conversione. Ottennero per, dietro pagamento di un servicio di 400.000 ducati, che lInquisizione non intervenisse nei loro affari, che potessero usare la loro lingua, la loro algaraba, e i vestiti tradizionali per un periodo di dieci anni, che fossero riconosciuti i matrimoni tra consanguinei gi consumati, luso di cimiteri distinti da quelli dei cristiani e luguaglianza fiscale con i cristianos viejos. Tale conversione fu comunque abilmente affidata, da parte delle autorit cristiane, alle lites musulmane in cambio di ricompense sostanziose per la loro collaborazione. Nel 1526 possibile affermare, almeno sul piano teorico, che non esistevano pi musulmani in Spagna. Dal 1526, tanto a Granada come in Castiglia e in Aragona, si allent la pressione sui nuovi convertiti e inizi un periodo di tre decenni di relativa tranquillit che verr rotto con la ribellione delle Alpujarras nel 1568 e che non far altro che aprire la strada allespulsione definitiva dei moriscos di Spagna condotta a partire dal 1609, durante il regno di Filippo III. (A. Gonzlez Polvillo) Vedi anche Battesimo forzato, Italia; Battesimo forzato, Portogallo; Cisneros, Francisco Jimnez de; Conversos, Spagna; Espulsione degli ebrei, Spagna; Ferdinando il Cattolico, re di Aragona; Isabella la Cattolica, regina di Castiglia; Moriscos, Spagna; Talavera, Hernando de Bibliografia Ciscar-Garca Crcel 1974, Domnguez Ortiz-Vincent 1979, Garca Crcel 1976, Hinojosa Montalvo 2002, Ladero Quesada 1969, Ladero Quesada 2003, Raphael 1992, Redondo 1976