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QUESTO VOLUME, SPROVVISTO DEL TALLONCINO A FRONTE (O OPPORTUNAMENTE PUNZONATO
O ALTRIMENTI CONTRASSEGNATO), DA CONSIDERARSI COPIA DI SAGGIO - CAMPIONE GRATUITO,
FUORI COMMERCIO (VENDITA E ALTRI ATTI DI DISPOSIZIONE VIETATI:
ART. 17, C. 2 L. 633/1941). ESENTE DA IVA (DPR 26.10.1972, N. 633, ART. 2, LETT. D).
ESENTE DA DOCUMENTO DI TRASPORTO (DPR 26.10.1972, N. 633, ART. 74).
2855
MORTARINO, REALI, TURAZZA
LOCI SCRIPTORUM
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LOCI SCRIPTORUM
Antologia modulare di autori latini
CESARE
LOCI SCRIPTORUM CESARE
Loci scriptorum: unantologia modulare che, grazie a volumi monograci dedicati ai singoli autori
della letteratura latina, permette di gestire con grande essibilit la programmazione didattica.
Ciascun volumetto si compone di una sintetica ed esaustiva trattazione del prolo dellautore
e di una ricca scelta antologica organizzata in percorsi. Ciascun testo antologico corredato da
annotazione grammaticale, linguistica, stilistica e con traduzione dei costrutti complessi; oppor-
tune Analisi del testo scandiscono i livelli di lettura.
Le opere De bello Gallico
De bello civili
I percorsi antologici Etnograa: Galli, Germani e Britanni
Le campagne militari in Gallia: battaglie ed eroi
La guerra civile: battaglie politiche e scontri militari
Le schede I commentarii
La Gallia al tempo di Cesare: principali partizioni e trib
Le divinit galliche fra interpretatio e sincretismo
Un veterano di Cesare, che spos una Pompeia!
Lassedio di Alesia
La legione romana
Il lessico La guerra
La struttura sociale
Lesercito
Lassedio
I verbi del comando
Il ruolo del comando
Figure, temi, motivi La selva Ercinia: la foresta come luogo dellimmaginario nella cultura antica
Il passaggio del Rubicone nella tradizione storiograca e nel mito
Oltre Cesare La conquista della Gallia nel linguaggio del fumetto
Il Giulio Cesare di William Shakespeare
Memorie epigrache cesariane tra Rinascimento e Settecento
I Laboratori veriche dei percorsi
lavoro sul testo latino e traduzione italiana
brani di versione dal latino e guida allanalisi
Cesare indicato per il I anno del liceo classico e il III anno del liceo scientico.
LOESCHER EDITORE
Marzia Mortarino, Mauro Reali, Gisella Turazza
Loci scriptorum
Antologia modulare di autori latini
Cesare
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Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione
Loescher Editore - 2009
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I diritti di elaborazione in qualsiasi forma o opera, di memorizzazione anche digitale su supporti
di qualsiasi tipo (inclusi magnetici e ottici), di riproduzione e di adattamento totale o parziale con
qualsiasi mezzo (compresi i microlm e le copie fotostatiche), i diritti di noleggio, di prestito e di
traduzione sono riservati per tutti i paesi.
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possono essere effettuate negli esercizi che aderiscono allaccordo tra SIAE - AIE - SNS
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del presente volume. Le richieste per tale tipo di riproduzione vanno inoltrate a:
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7 6 5 4 3 2 1 N
2015 2014 2013 2012 2011 2010 2009
ISBN 9788820109226
Nonostante la passione e la competenza delle persone coinvolte
nella realizzazione di questopera, possibile che in essa siano riscontrabili
errori o imprecisioni.
Ce ne scusiamo n dora con i lettori e ringraziamo coloro che, contribuendo
al miglioramento dellopera stessa, vorranno segnalarceli al seguente indirizzo:
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secondo la norma UNI EN ISO 9001-2000
Loci scriptorum un progetto nato dal lavoro comune degli autori.
In particolare, il presente volume stato curato da Marzia Mortarino.
Mauro Reali ha scritto la scheda Un veterano di Cesare, che spos una Pompeia!
e la sezione Oltre Cesare. Memorie epigrache cesariane tra Rinascimento
e Settecento.
Coordinamento editoriale e redazione: Milena Lant
Realizzazione editoriale e tecnica: Rubber Band - Torino
- redazione: Matteo Boero
- progetto graco e impaginazione: Silvia Ceratto, Sara Keller
Ricerca iconograca: Emanuela Mazzucchetti
Copertina: Visualgraka - Torino
Stampa: Sograte - Citt di Castello (PG)
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3
Indice
PROFILO DELLAUTORE
La vita .................................................................. 6
La giovinezza ...................................................... 6
Cesare e il partito dei populares ............................ 6
Ascesa politica e conquista della Gallia ............ 6
Limpresa della Gallia nella prospettiva storica ........ 6
Guerra civile, dittatura e morte di Cesare ........ 7
Le coordinate storiche 7
Le opere .............................................................. 8
Complessit della gura di Cesare ......................... 8
Cesare oratore .................................................... 8
Opere minori ....................................................... 8
Studi eruditi contemporanei al De bello Gallico ...... 8
Il Corpus Caesarianum ........................................ 9
Letteratura
I commentarii .................................................... 9
Chiavi di lettura, lingua
e stile dei Commentarii .................................... 10
Novit dei Commentarii cesariani
rispetto alla tradizione ......................................... 10
Il De bello Gallico .............................................. 10
Molteplicit dei piani di lettura ............................ 10
Il De bello civili .................................................. 11
Complessit delle chiavi di interpretazione ........... 11
Concezione della storia e veridicit
dei Commentarii .............................................. 11
Realismo e razionalismo ...................................... 11
Cesare e la giusticazione del proprio operato ..... 11
Lingua e stile ..................................................... 12
Variet e essibilit dello stile cesariano ................ 12
I CONTENUTI DELLE OPERE ....................................... 13
Indicazioni bibliograche .......................................... 16
PERCORSI ANTOLOGICI
Percorso 1 De bello Gallico
Etnograa: Galli, Germani e Britanni .................. 15
1.1 La Gallia: il territorio e i popoli
(De bello Gallico 1,1) ......................................... 16
Luoghi
La Gallia al tempo di Cesare:
principali partizioni e trib .................................. 16
Lessico La guerra 18
Analisi del testo 20
1.2 Le fazioni (De bello Gallico 6,11) ....................... 21
Lessico La struttura sociale .................................... 21
Analisi del testo 22
1.3 La societ dei Galli (De bello Gallico 6,13) ......... 23
1.4 I druidi e i cavalieri (De bello Gallico 6,14-15) .... 26
1.5 La religione dei Galli (De bello Gallico 6,16-17) .. 28
Storia, civilt, cultura
Le divinit galliche
fra interpretatio e sincretismo ............................... 28
1.6 Listituzione familiare
(De bello Gallico 6,18-19) .................................... 31
1.7 Usi e costumi dei Germani
(De bello Gallico 6,21) ....................................... 33
1.8 Agricoltura e distribuzione delle terre
(De bello Gallico 6,22) ....................................... 34
1.9 Le trib (De bello Gallico 6,23) ........................... 35
1.10 Confronto tra Galli e Germani
(De bello Gallico 6,24) .................................... 37
Analisi del testo 38
1.11 La Britannia: il territorio
(De bello Gallico 5,13) .................................... 39
1.12 La Britannia. I popoli, usi e costumi
(De bello Gallico 5,12 e 5,14) .......................... 40
FIGURE TEMI MOTIVI
La selva Ercinia: la foresta come luogo
dellimmaginario nella cultura antica .................. 42
Oltre Cesare
La conquista della Gallia
nel linguaggio del fumetto .................................. 46
Laboratorio
Verica del percorso .......................................... 48
Lavorare sul testo
Il popolo degli Svevi
(De bello Gallico 4,1,3-10) ................................... 48
Versione e guida allanalisi
Sfda e disfatta dei Britanni
(De bello Gallico 5,17) .......................................... 49
Sbarco dei Romani in Britannia
(De bello Gallico 4,25) ........................................ 50
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Percorso 2 De bello Gallico
Le campagne militari in Gallia:
battaglie ed eroi .................................................... 51
2.1 La battaglia di Bibracte
(De bello Gallico 1,23-24) ................................... 52
Lessico Lesercito ................................................... 52
Storia, civilt, cultura
Un veterano di Cesare, che spos una Pompeia! .. 52
2.2 Fasi della battaglia (De bello Gallico 1,25) ............ 54
Lessico Lesercito ................................................... 55
2.3 La vittoria dei Romani (De bello Gallico 1,26) ..... 56
Lessico Lesercito ................................................... 56
2.4 Oltre il Reno: un esempio di campagna preventiva
(De bello Gallico 4,17-18) .................................. 57
2.5 Lassedio di Alesia (De bello Gallico 7,69; 72)....... 59
Lessico Lassedio .................................................... 60
2.6 Alesia: il discorso di Critognato
(De bello Gallico 7,77) ....................................... 62
Analisi del testo 65
2.7 Alesia, ultimo atto: dallintervento
di Cesare alla resa di Vercingetorige
(De bello Gallico 7,87-89) .................................. 66
Luoghi
Lassedio di Alesia ............................................... 68
Analisi del testo 68
2.8 Coraggio e freddezza, virt del comandante
supremo (De bello Gallico 2,25) ......................... 69
Analisi del testo 70
2.9 Esempi di valore: il centurione Publio Sestio Baculo
(De bello Gallico 6,38) ....................................... 71
2.10 Sda di valore tra centurioni: Tito Pullone
e Lucio Voreno (De bello Gallico 5,44) ............. 72
Oltre Cesare
Il Giulio Cesare di William Shakespeare ............... 74
Laboratorio
Verica del percorso .......................................... 77
Lavorare sul testo
La disciplina indispensabile per ottenere
la vittoria (De bello Gallico 7,52) ........................ 77
Versione e guida allanalisi
Cesare affronta una situazione critica
(De bello Gallico 2,20) ......................................... 78
Vercingetorige (De bello Gallico 7,4) ................. 79
Percorso 3 De bello civili
La guerra civile: battaglie politiche
e scontri militari .................................................... 81
3.1 Lincipit (De bello civili 1,1-2) ............................. 82
Analisi del testo 84
3.2 Pompeo convoca il senato: chiacchiere
e vanterie dei nemici (De bello civili 1,3-4) ........... 85
3.3 Dichiarazione dello stato di emergenza:
aperte illegalit e arbitr da parte dei pompeiani
(De bello civili 1,5-6) .......................................... 87
Analisi del testo 89
3.4 Il passaggio del Rubicone (De bello civili 1,7-8) .... 90
FIGURE TEMI MOTIVI
Il passaggio del Rubicone
nella tradizione storiograca e nel mito ............. 92
3.5 La battaglia di Farsalo: gli schieramenti
(De bello civili 3,88-89) ........................................ 94
Lessico I verbi del comando ..................................... 95
Storia, civilt, cultura
La legione romana ................................................. 96
3.6 La battaglia di Farsalo: il discorso di Cesare
(De bello civili 3,90) ........................................... 100
Analisi del testo 100
3.7 Il centurione Crastino (De bello civili 3,91)...........101
Lessico Il ruolo del comando .................................. 101
3.8 Primo assalto e riessioni strategiche
(De bello civili 3,92-93) ...................................... 102
3.9 Il momento decisivo (De bello civili 3,94) .......... 104
3.10 Attacco allaccampamento di Pompeo
(De bello civili 3,95) ...................................... 105
3.11 Sconcertante lusso del castrum di Pompeo.
Sua fuga ignominiosa (De bello civili 3,96) ...... 106
3.12 Morte di Pompeo (De bello civili 3,104) .......... 107
Oltre Cesare
Memorie epigrache cesariane
tra Rinascimento e Settecento ............................. 109
Laboratorio
Verica del percorso ........................................ 111
Lavorare sul testo
Cesare ricorda le ingiurie dei nemici
e presenta le sue difese di fronte al senato
(De bello civili 1,32) .......................................... 111
Versione e guida allanalisi
I pompeiani credono di avere gi vinto
(De bello civili 3,72) .......................................... 113
Cesare costringe i pompeiani alla resa
(De bello civili 3,97) .......................................... 114
Glossario dei termini di retorica e stilistica ................ 114
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In ogni cosa lesperienza maestra
(De bello civili 2,8,3)
Et rerum omnium
magister usus
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Gaio Giulio Cesare
6
La vita
La giovinezza
Gaio Giulio Cesare nasce a Roma il 13 luglio del
100 a.C.: quindi di qualche anno pi giovane
di altri due grandi protagonisti dellepoca, Pom-
peo e Cicerone, nati nel 106.
Apparteneva alla gens Iulia, famiglia patrizia or-
gogliosa della sua antica tradizione, che si vantava
di discendere da Iulo, fglio di Enea. La zia di Cesa-
re, Giulia, aveva sposato Mario, legando la famiglia
al partito dei populares e ponendola quindi in cattiva
luce presso Silla.
Cresciuto in un ambiente colto e raffnato, Cesare fu allievo
del grammatico Gaio Antonio Gnifone, dal quale ricevette
una formazione culturale molto accurata. Nell83 a.C.
spos Cornelia, la fglia di Cinna, che era stato console
assieme a Mario: il gesto, un chiaro segno di sim-
patia per i populares, gli attir lostilit di Silla.
Cesare e il partito dei populares
Prudentemente, nell81 a.C. Cesare part per lAsia, intraprendendo la carriera militare
agli ordini del propretore Marco Minucio Termo. Dopo la morte di Silla pot far ritorno a
Roma, dove cominci la sua carriera politica e oratoria accusando di malversazione Do-
labella, partigiano di Silla. Intorno al 77 a.C., tuttavia, lasci di nuovo la citt, recandosi a
Rodi per completare la sua istruzione: l frequent la scuola del celebre retore Apollonio
Molone. Eletto questore nel 68, prest servizio in Spagna agli ordini del propretore Anti-
stio Veto.
Ascesa politica e conquista della Gallia
Da questo momento la sua carriera fu rapida: divenuto edle curule nel 65 a.C., fece re-
staurare la statua di Mario abbattuta durante let di Silla. Nel 63 a.C., nonostante la gio-
vane et, venne eletto alla carica vitalizia di Pontifex Maximus; in questo anno che
venne ordita la congiura di Catilina, nella quale Cesare fu forse coinvolto, anche se riusc
a districarsene per tempo. Eletto pretore nel 62, fu poi inviato come propretore nella Spa-
gna Ulteriore nel 61 e divenne console nel 59. Gi nellanno 60, al rientro a Roma dalla
Spagna, aveva formato con Pompeo e Crasso il primo triumvirato, un patto privato di
spartizione del potere.
Limpresa della Gallia nella prospettiva storica
Terminato il consolato, Cesare ottenne secondo i patti con gli altri due triumviri il procon-
solato della Gallia Cisalpina e della Gallia Narbonese. La conquista dellintera Gallia
ebbe inizio in sordina con la campagna contro gli Elvezi, che avevano sconfnato dai terri-
tori loro assegnati. Una volta coinvolto nella vicenda, Cesare inizi a concepire e ad attuare
il grandioso progetto di rendere sicuri i confni dello Stato romano contro il pericolo che
i Germani, oltrepassato il Reno, si stanziassero in Gallia, e nel contempo di impadronirsi
del vasto e ricchissimo territorio della medesima. Limpresa fu compiuta in sette anni,
tra il 58 e il 52 a.C., e rec a Cesare un grande prestigio, accompagnato da un accresciuto
potere politico e militare e unenorme disponibilit di ricchezze.
Ritratto di Cesare, in marmo, realizzato quando egli
era ancora in vita (Pisa, Museo del Camposanto).
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Prolo dellautore
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107 a.C. Primo consolato di Mario, che ne ricoprir
ben sette, quattro dei quali (104-101 a.C.)
consecutivamente
102 a.C. Mario scongge i Teutoni ad Aquae Sextiae
101 a.C. Mario scongge i Cimbri ai Campi Raudii
100 a.C. Nasce a Roma Cesare
90-88 a.C. Guerra sociale: gli italici ottengono
la cittadinanza romana
88 a.C. Inizio della guerra civile tra Mario e Silla
87-85 a.C. Silla impegnato nella guerra contro
Mitridate, re del Ponto
86 a.C. Morte di Mario
83-79 a.C. Dittatura di Silla, che istituisce
un regime autocratico favorevole
allaristocrazia senatoria
78 a.C. Morte di Silla, dopo il ritiro dallattivit
politica
75 a.C. Pompeo combatte in Spagna
contro Sartorio
74 a.C. Inizio della terza guerra mitridatica
73-71 a.C. Rivolta di gladiatori guidata da Spartaco
e domata da Pompeo
68 a.C. Cesare diventa questore
67 a.C. Vittoria di Pompeo contro i pirati
in Asia Minore
65 a.C. Cesare diventa edile curule
66-63 a.C. Pompeo vince Mitridate e conquista
territori in Oriente
63 a.C. Congiura di Catilina, sventata
dal console Cicerone.
Cesare eletto Pontifex Maximus
62 a. C. Pompeo torna in Italia da trionfatore.
Cesare eletto pretore
61 a. C. Cesare in Gallia Ulteriore come propretore
60 a. C. Primo triumvirato, patto privato tra
Pompeo, Cesare e Crasso
59 a.C. Cesare console
58-51 a.C. Cesare conquista le Gallie
58 a.C. Il tribuno della plebe Clodio fa esiliare
Cicerone
56 a.C. I triumviri a Lucca ribadiscono il loro accordo
53 a.C. Crasso muore combattendo contro i Parti
52 a.C. Pompeo console senza collega; Clodio
assassinato da Milone
49 a.C. Cesare varca il Rubicone: inizio della guerra
civile con Pompeo
48 a.C. Pompeo scontto da Cesare a Farsalo e
poi assassinato in Egitto
46-45 a.C. Cesare vince le ultime resistenze dei
pompeiani a Tapso e Munda
45 a.C. Cesare diventa dittatore a vita
44 a.C. Assassinio di Cesare alle Idi di marzo
43 a.C. Secondo triumvirato, accordo ufciale tra
Ottaviano, Antonio e Lepido. Cicerone
assassinato dai sicari di Antonio
42 a.C. I triumviri sconggono a Filippi Bruto e
Cassio, gli assassini di Cesare
Le coordinate storiche
Guerra civile, dittatura e morte di Cesare
La situazione non poteva non impensierire il partito degli ottimati, che vedevano in Cesa-
re, campione dei populares, una minaccia al loro potere; essi fnirono per trovare in Pompeo
il suo antagonista. Morto Crasso a Carre nella spedizione contro i Parti (53 a.C.), il patto
del triumvirato era infatti andato in frantumi e Pompeo si era accostato ai nobiles che cer-
cavano in tutti i modi di indebolire la posizione di Cesare, ostacolando la sua nuova candi-
datura al consolato e bocciando la sua richiesta di proroga del comando militare.
Di fronte al vero e proprio ultimatum che gli ingiungeva di congedare lesercito, il 10 gen-
naio del 49 a.C. Cesare pass in armi il fume Rubicone, presso Rimini; con questo atto,
egli varcava la linea sacra del confne oltre il quale nessun magistrato investito di imperium
poteva condurre le proprie truppe.
Con laperta ribellione allautorit del senato, ebbe inizio la guerra civile. I consoli, parte
dei senatori e Pompeo fuggirono in Grecia; dopo un parziale successo a Durazzo, e mal-
grado disponessero di forze preponderanti, furono sbaragliati da Cesare a Farsalo, nella
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Gaio Giulio Cesare
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Tessaglia meridionale nel 48 a.C. Morto Pompeo in Egitto a opera di sicari inviati dalla cor-
te del re Tolomeo, e sconftti gli ultimi pompeiani in Africa a Tapso nel 46 a.C. e in Spagna
a Munda nel 45 a.C., Cesare fu eletto console per la quinta volta e dittatore a vita.
Mentre si accingeva a varare importanti provvedimenti per rinnovare lo Stato romano con
riforme non solo interne ma anche estese alle province, nonch a intraprendere unimpor-
tante spedizione contro i Parti, il 15 marzo del 44 a.C. Cesare cadde vittima di una congiura,
ordita da aristocratici che temevano levoluzione dello Stato verso una forma autocratica o
addirittura monarchica, e che intendevano cos restaurare lantica costituzione oligarchica.
Le opere
Complessit della gura di Cesare
La personalit di Cesare rifugge da una facile classifcazione, in quanto comprende in s
il politico, lo statista, il letterato, loratore, lo storico e, nel contempo, un generale decce-
zione. Egli fu indubbiamente un grande intellettuale, formato da uneducazione raffnata
e flosofcamente vicino al pensiero epicureo.
Cesare oratore
Svetonio (Vita di Cesare 55) testimonia che Cesare fu annoverato tra i pi grandi oratori
e riporta a conferma lopinione di Cicerone, che nel Brutus dice di non vedere nessuno
che possa superarlo. Aggiunge poi che questi possiede una maniera di parlare (rationem
dicendi) elegante e splendida, magnifca e in certo qual modo nobile. Svetonio precisa
inoltre che Cesare arringava ad alta voce, con movimenti e gesti appassionati ma non
privi di eleganza.
Cesare compose almeno 14 orazioni (tra le quali due laudationes funebres) che furono ap-
prezzate anche da Quintiliano, Tacito e Apuleio (che nellApologia ne loda il calor, lardo-
re), e nella forma dovevano probabilmente seguire i princpi dello stile atticista. Unidea
seppur vaga delloratoria cesariana pu essere fornita dalla versione che nel capitolo 51
del De coniuratione Catilinae Sallustio d del discorso tenuto nel 63 a.C. per strappare dalla
condanna a morte i catilinari.
Opere minori
Studi eruditi contemporanei al De bello Gallico
Sempre secondo quanto riferisce Svetonio (Vita di Cesare 56), Cesare lasci unopera in due
libri di argomento retorico-grammaticale intorno allanalogia (De analogia). In questo trat-
tato, di cui rimangono pochi frammenti, Cesare riprende i princpi teorici della scuola dei
grammatici alessandrini, che conosceva essendo stato allievo del famoso retore Antonio
Gnifone, e sostiene la necessit di sostituire gli elementi lessicali e morfologici irregolari
con forme derivate per analogia da quelli regolari. Lopera sarebbe stata composta durante
il passaggio delle Alpi, al tempo delle campagne galliche, probabilmente nel 54 a.C.
Un altro scritto sempre in due libri, lAnticato, redatto secondo Svetonio poco prima della
battaglia di Munda, rispondeva invece a motivazioni di natura politica: si trattava infatti di
un libello volto a ridimensionare la fgura di Catone Uticense, che Cesare attacca anche nel
De bello civili 1,4 (D TESTO 3.2). Gi nel titolo Cesare intende contrapporsi al Cato (46 a.C.),
lorazione in cui Cicerone, con fni di propaganda anticesariana, tesseva le lodi di Catone,
dando cos inizio a un processo di mitizzazione che avrebbe fatto di questultimo il cam-
pione delle libert repubblicane e che, ricordato gi da Orazio e ripreso prima da Seneca
e Lucano e poi da Plutarco, lavrebbe spinto sino a Dante, facendone infne, a partire dalla
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fne del Settecento con Alferi e Leopardi, il simbolo della lotta contro la tirannide.
Altra piccola opera di Cesare, il poemetto Iter (Il viaggio), che descriveva il tragitto di
ventiquattro giorni da Roma alla Spagna, apparteneva al genere odeporico (resoconti di
viaggio): un genere che ha altre attestazioni nella letteratura latina, ad esempio nelle Satire
di Lucilio e di Orazio e nel De reditu suo di Rutilio Namaziano (V sec. d.C.).
Delle opere giovanili, come le Laudes Herculis (in versi), i Dicta collectanea (una raccolta di
detti celebri) e la tragedia Oedipus, sappiamo poco, anche perch Augusto ne viet la pub-
blicazione (cfr. Svetonio, Vita di Cesare 56). Ci rimane infne il celebre epigramma contro
Terenzio, bollato come dimidiatus Menander.
Il Corpus Caesarianum
Le sole opere di Cesare che ci sono pervenute il cosiddetto Corpus Caesarianum sono i
Commentarii de bello Gallico (o Bellum Gallicum) e i Commentarii de bello civili (o Bellum civile)
(D I commentarii).
Del De bello Gallico sono di Cesare i libri I-VII, che coprono le campagne degli anni dal
58 al 52 a.C., mentre lVIII, che tratta degli anni 51-50 a.C., opera del generale cesariano
Aulo Irzio. Il De bello civili comprende 3 libri che coprono lanno 49 (i primi due) e lan-
no 48 a.C. Essi sono seguiti da altri 3 libri, i cui autori, mediocri storici, non ci sono noti con
certezza. Il Bellum Alexandrinum tratta della guerra in Egitto (47 a.C.), mentre le successive
campagne del 46 e del 45 a.C. contro gli ultimi pompeiani sono narrate nel Bellum Afri-
canum e nel Bellum Hispaniense; questultima opera particolarmente interessante perch
scritta in una lingua vicina al parlato (sermo vulgaris).
Letteratura
I commentarii
Il commentario ha una lunga tradizione: in am-
bito greco ne era stato il precursore lhypmne-
ma (memoria), il cui nome si riferisce a scritti
di valore puramente documentario, quali dispac-
ci ufciali, rendiconti di vario genere, carteggi,
diari. In ambito latino il termine designa gene-
ricamente vari tipi di annotazioni e appunti
(ad esempio appunti per i discorsi degli oratori,
appunti di insegnanti e studenti ecc.); in partico-
lare, in epoca arcaica indica i registri dei collegi
sacerdotali (commentarii ponticum, augurum,
XV virum sacris faciundis) in cui erano annotati
decreti e responsi, prescrizioni per riti, soluzioni
a questioni particolari perch acquisissero valore
di tradizione, ecc. In et repubblicana il termine
indica sia i rapporti ufciali dei magistrati, in cui
erano riportati i provvedimenti da loro adottati
o i fatti pi signicativi accaduti durante il loro
mandato, sia, su esempio del carattere diaristi-
co degli hypomnmata ellenistici, le raccolte di
appunti sulla propria vita e sul proprio operato
da parte di personaggi politici importanti. Com-
pilarono commentari destinati alla pubblicazio-
ne, nei quali descrivevano in modo cronachistico
le proprie imprese, giusticavano la propria con-
dotta e si proponevano come esempio ai posteri
(in pratica una sorta di autobiograa), Emilio
Scauro (console nel 115 a.C., che scrisse il De
vita sua in tre libri), Publio Rutilio Rufo (console
nel 105 a.C.), Lutazio Catulo (autore di unope-
ra per magnicare il proprio consolato del 102
a.C. e le imprese compiute contro i Cimbri), Sil-
la (ventidue libri in greco) e lo stesso Cicerone
(sul proprio consolato). Caratteristica comune a
tutti questi scritti era unesposizione dei fatti
in forma meramente narrativa, con concisione
e ricchezza di informazioni ma senza artici
stilistici, che si differenziava perci dallopera
storica, la cui composizione era frutto di unat-
tivit consapevolmente letteraria, spesso con ni
dichiaratamente morali e civili. In questa tradizio-
ne si colloca certamente Cesare con i suoi due
Commentarii. Pur distaccandosene per la speci-
ca qualit letteraria dei suoi scritti, che rende
il De bello Gallico e il De bello civili un unicum
nel genere, il proposito cesariano scrivere un
rendiconto obiettivo delle proprie imprese: ne
segno la mancanza di un proemio o di qualsivo-
glia dichiarazione programmatica che marchi la
distanza dal genere storico.
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Sui tempi di composizione dei Commentarii non c accordo tra i critici. Riguardo al
De bello Gallico, se si crede ad Aulo Irzio, che afferma che fu composto di getto, la reda-
zione dovrebbe essere stata compiuta nellinverno tra il 52 e il 51 a.C. Altri ritengono
invece che possa essere stato scritto anno per anno, tra il 58 e il 52 a.C. Non impossibile
pensare anche a una soluzione intermedia, e interpretare la redazione fnale (fatta al
termine della guerra) come una rielaborazione di materiale steso prima in modo fram-
mentario e parziale.
Quanto al De bello civili, i dubbi sono ancora maggiori, dal momento che appare incompiu-
to, in quanto la narrazione della guerra alessandrina interrotta; pertanto, alcuni critici
hanno pensato che lopera sia stata pubblicata dopo la morte di Cesare. Lopinione pi co-
mune, tuttavia, che sia stato scritto tra il 47 e il 46 a.C. e pubblicato nel medesimo anno.
Chiavi di lettura, lingua e stile dei Commentarii
Nellambito della tradizione culturale classica, gli scritti storici di Cesare sono ricollegabili
al modello storico tucidideo delloggettivit, ma in realt i Commentarii cesariani fondono
in s diverse esperienze storiografche precedenti: in particolare, per la loro struttura an-
nalistica, il carattere autobiografco, la brevit del periodo preso in considerazione seguo-
no il tradizionale approccio storiografco romano, il cui pi illustre precedente costituito
dai 22 libri dei Commentarii redatti da Silla.
Novit dei Commentarii cesariani rispetto alla tradizione
Rispetto a queste opere di signifcato essenzialmente documentario, lopera di Cesare
assume un valore e un peso peculiari per la qualit letteraria, la concezione unita-
ria, lampiezza e la variet dei temi affrontati, che fniscono per includere argomenti
(cfr. lexcursus etnografco, D TESTI 1.1-12) o toni (come quelli drammatici dei discorsi
in oratio recta, D TESTO 2.6) che appartengono al genere storico. Lo stile di Cesare solo
apparentemente semplice: in realt, il testo offre una complessa stratifcazione di piani
interpretativi.
Il De bello Gallico
Molteplicit dei piani di lettura
Diversi piani di lettura sono sottesi alla narrazione della
conquista della Gallia: quello apologetico esalta la
grandezza dellimpresa e i meriti di chi lha condot-
ta, il piano politico giustifca limpresa dal punto
di vista dello Stato romano, quello militare il-
lustra strategie e tattiche, ma anche la capacit
logistica e tecnica messa in opera dalle legioni
e dal loro comandante.
Anche le notizie geografche ed etnografche
sui popoli conquistati o combattuti, la loro
organizzazione sociale e politica, il valore mi-
litare, le specifcit culturali, la storia non van-
no considerati elementi puramente informativi,
neutri per i fni per i quali i Commentarii sono
stati scritti, ma sono volti a dimostrare la necessit
della campagna bellica e rispondono a esigenze
propagandistiche. Tuttavia, essendo i Commentarii Moneta celebrativa del trionfo di Cesare sui Galli.
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Prolo dellautore
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unopera letteraria, i caratteri narrativi dellexcursus geoetnografco sono riconducibili alla
tradizione classica di origine erodotea: ad essa in particolare si ispira la breve relazione,
tra il realistico e il favoloso, sulla selva Ercinia (D La selva Ercinia: la foresta come luogo
dellimmaginario nella cultura antica, p. 42), e ad essa rispondono anche alcune chiavi in-
terpretative come, ad esempio, la concezione per cui pi ci si avvicina ai limiti del mondo
classico pi le popolazioni appaiono barbare e incorrotte.
Il De bello civili
Complessit delle chiavi di interpretazione
Molteplici sono anche i piani di lettura dei Commentarii de bello civili: certamente la dimen-
sione apologetica, morale e politica acquistano un ruolo preponderante, dal momento
che attraverso le vicende qui esposte che la vecchia classe dirigente viene insieme scon-
ftta sul campo e delegittimata nella narrazione. Nel racconto questi piani si intersecano
spesso; lanalisi del comportamento degli individui sottintende il giudizio etico, anche
se non espresso, come nei casi di Pompeo a Farsalo (D TESTI 3.9-11) o di Labieno (De bello
civili 3,87); altre volte la condotta degli individui vista sotto la lente deformante delliro-
nia, come quando Cesare riferisce di Marco Terenzio Varrone (De bello civili 2,17-20). Un
altro importante piano di lettura quello politico: esso non si limita alla narrazione delle
vicende pubbliche e istituzionali, ma percorre sottilmente tutta lopera, nella sua compo-
nente di giustifcazione del comportamento di Cesare; inoltre evidente nel risalto dato
ai suoi reiterati tentativi di arrivare a una composizione dello scontro, e alla magnanimit
(clementia) dellautore, che si presenta come uno statista deciso a trovare una strada di
moderazione e di rappacifcazione con gli avversari pi ragionevoli. Vi infne il livello
di lettura proprio della cronistoria delle operazioni militari, con la precisa descrizione
delle strategie, delle battaglie, degli schieramenti, delle macchine da guerra. Lopera ha
quindi una tessitura complessa, come proprio di un testo consapevolmente e program-
maticamente redatto non per scopi contingenti, ma perch destinato, come il De bello
Gallico, alla posterit.
Concezione della storia e veridicit dei Commentarii
Realismo e razionalismo
La concezione della storia di Cesare fondamentalmente pragmatica e razionalistica; la
sua formazione epicurea non lascia spazio allintervento soprannaturale, n daltro can-
to c spazio per una fnalit universale e provvidenzialistica di tipo stoico, cio per un
processo lineare, evolutivo. Gli avvenimenti sono opera delluomo, della sua capacit di
conoscere e decidere, della sua determinazione; anche se chiaramente la casuale concate-
nazione dei fatti, la fortuna, ha un ruolo importante e imprevedibile. In Cesare la fortuna
non una divinit protettrice, ma rappresenta ci che sfugge al razionale controllo del-
lindividuo, anche se pu esser neutralizzato dal valore, dalla virtus. Da questo punto di
vista, nei Commentarii hanno un rilievo particolare il ruolo del condottiero, la sua deter-
minazione, come pure lo spirito di sacrifcio e leroismo dei suoi uomini (D TESTI 2.8-10
e 3.7), continuamente ricordati e celebrati.
Cesare e la giusticazione del proprio operato
Questi elementi sono la spia che i Commentarii offrono, com naturale, una visione di
parte degli avvenimenti, i cui intenti apologetici e propagandistici sono rivolti sia ai con-
temporanei sia ai posteri. Nel caso del De bello Gallico si trattava di dimostrare la necessit
della conquista, soprattutto per la sicurezza dellimpero. Nel caso del De bello civili divie-
ne cruciale per Cesare dimostrare che non lui, ma i suoi nemici hanno compiuto gravis-
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sime illegalit. Egli quindi spinto a sottolineare costantemente che entrato in guerra
per difendersi e che le responsabilit del confitto vanno attribuite alla brama di potere dei
suoi nemici, alla loro perfdia e malafede, e a controprova porta i suoi ripetuti sforzi per
arrivare a una soluzione di compromesso, tutti andati a vuoto. Agli scritti di Cesare gli
storici successivi hanno riconosciuto di non aver n celato n distorto i fatti, al pi di averli
presentati secondo il proprio punto di vista, considerando tuttavia anche quello delle altre
parti in causa.
Lingua e stile
Il valore artistico dei Commentarii , oltre al pregio storico, certamente riconducibile al
carattere della loro prosa.
Il contrassegno che questa prosa deve trasmettere al lettore limpassibilit, la pura og-
gettivit, il dominio della ragione; il primo strumento utilizzato luso della terza perso-
na, che gi era stata sfruttata dallo storico greco Senofonte (430 ca. - 355 ca. a.C.) nella sua
Anabasi. La forma semplice e chiara; il periodare di solito lineare, con proposizioni
affancate per paratassi o unite con il nesso relativo; la subordinazione spesso evitata o
resa implicita attraverso luso di forme participiali, come lablativo assoluto e il participio
congiunto. Riguardo al lessico, Cesare esercita le sue scelte sulla base del purismo e, non
curandosi della varietas, limita luso dei sinonimi ed evita termini arcaici o disusati e
neologismi; in tal modo, segue il principio che egli stesso aveva enunciato nel De analogia,
conservatoci in un frammento: tamquam scopulum, sic fugias inauditum atque insolens verbum
(cos come uno scoglio, evita il termine raro e inusitato). Largo invece luso di termini
tecnici, appartenenti allambito militare, giuridico-istituzionale, edile.
Variet e essibilit dello stile cesariano
Lo stile risulta molto vario e il ritmo della narrazione viene abilmente adattato alle
necessit espressive della pagina: si tratti di rendere drammaticamente con brevi frasi
coordinate per paratassi la rapida successione degli avvenimenti dei combattimenti f-
nali ad Alesia, della battaglia di Farsalo o della fuga e morte di Pompeo (D TESTI 3.5-12),
o di descrivere con concisa precisione i particolari tecnici della costruzione del ponte
sul Reno (D TESTO 2.4) o delle fortifcazioni di Alesia (D TESTO 2.5), argomentando ogni
volta con limpida logica il motivo e i vantaggi delle scelte tecniche. Lasciuttezza dello
stile giunge spesso alla brevit epigrafca: in tre parole (ft magna caedes) sintetizzata
la rovina completa dei Galli ad Alesia (D TESTO 2.7); con cinque (Alexandriae de Pompei
morte cognoscit; De bello civili 3,106) Cesare comunica la fne fsica di Pompeo, quella
morale essendo implicita nella sua fuga vergognosa, precedentemente descritta in tutti
i pi umilianti particolari (D TESTO 3.11). Cesare predilige loratio obliqua, pi concisa e
sobria, ma fa uso delloratio recta allorch vuol rendere la drammaticit o la straordi-
nariet della situazione, come per lempia e feroce proposta del capo gallo Critognato (D
TESTO 2.6), o per le poche eroiche parole del centurione Crastino a Farsalo (D TESTO 3.7),
o ancora per demolire con lironia i nemici: come quando riporta i discorsi pieni di faci-
loneria di Pompeo o le millanterie di Labieno prima della battaglia di Farsalo.
Se si confrontano i due Commentarii, lo stile del De bello civili risulta pi complesso, con una
maggior ricchezza di fgure e ornamenti retorici; il profondo coinvolgimento passionale
dellautore si esprime attraverso una pi intensa drammaticit del racconto, percorso da
toni polemici o algida ironia nei confronti degli avversari.
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Libro I (anno 58 a.C.) Dopo la bre-
ve presentazione geograca ed
etnograca della Gallia sono
narrate le due campagne mi-
litari dellanno. La prima
contro gli Elvezi che avevano
attaccato gli Edui: Cesare cor-
re in loro soccorso, scongge
gli invasori a Bibracte e li ricaccia
nei loro territori. La seconda con-
tro Ariovisto, re degli Svevi, insediatosi in territorio gallico;
dopo vani tentativi di negoziato, Cesare lo scongge a
Vesonzione (Besanon) e lo costringe a ripassare il Reno.
Queste vicende convincono Cesare della necessit di una
campagna preventiva in Gallia.
Libro II (anno 57 a.C.) Campagna contro i Belgi, che, con
altre popolazioni galliche, stanno preparando una spedi-
zione contro i Romani. Cesare affronta separatamente la
coalizione dei Belgi, che vengono battuti presso lAsso-
na, e i Nervi, che saranno vinti dopo un difcile scontro
presso il ume Sabis (lattuale Sambre); per ultima, viene
espugnata la cittadella degli Aduatuci. Al termine delle
operazioni gran parte della Gallia sembra pacicata, per
cui il senato decreta un solenne ringraziamento agli di.
Libro III (anni 57 e 56 a.C.) Vari avvenimenti ancora relati-
vi allanno 57, e in particolare il tentativo del luogotenen-
te Servio Galba di aprire una via sicura di comunicazione
attraverso le Alpi.
Nel 56 Cesare, allestita una otta, assale contemporanea-
mente per terra e per mare i Veneti stanziati sulla costa
meridionale della Bretagna e li annienta in una battaglia
navale, mentre Publio Crasso debella gli Aquitani. Tutti i
popoli della Gallia atlantica sono sottomessi.
Libro IV (55 a.C.) Sono narrate dapprima le spedizioni
contro le trib germaniche degli Uspeti e dei Tncteri,
che hanno oltrepassato il Reno sospinti a loro volta dagli
Svevi. Costruito un ponte sul ume, Cesare oltrepassa il
Reno dando prova della propria potenza; combatte e an-
nienta i Sigambri, ma decide di rinviare lo scontro con gli
Svevi per linverno imminente. Organizza quindi la prima
spedizione in Britannia, dove scongge due volte le popo-
lazioni costiere e ritorna quindi con la otta in Gallia.
Libro V (anno 54 a.C.) Con una consistente otta Cesa-
re organizza una seconda spedizione in Britannia, di cui
descrive in un excursus geoetnograco luoghi e costumi.
Vinto il re dei Britanni Cassivellauno, lo costringe a versa-
re tributi e a consegnare ostaggi. Tornato in Gallia, fron-
teggia la rivolta nella Belgica degli Eburoni di Ambiorge,
che afancati dai Nervi e dagli Aduatuci avevano assalito i
quartieri invernali romani, e riesce a sedare la ribellione.
Libro VI (anno 53 a.C.) Temendo una ribellione in Gallia,
Cesare arruola tre nuove legioni. Ricominciano agitazioni
tra le popolazioni in Gallia che cercano laiuto dei Germa-
ni. Cesare ottiene la sottomissione dei Snoni e dei Car-
nti; Labieno a sua volta scongge i Trviri, che avevano
sobillato i Germani. Cesare passa nuovamente il Reno e
costringe gli Svevi (che avevano inviato aiuti ai Galli ribelli)
a rifugiarsi ai loro estremi conni. qui inserito un lun-
go excursus sugli usi e costumi dei Galli e dei Germani,
che si conclude con la descrizione della selva Ercinia. Di
ritorno in Gallia Cesare affronta nuovamente e annienta
gli Eburoni; tuttavia, il loro capo Ambiorge sfugge alla
cattura. Invece il promotore della rivolta dei Snoni, Ac-
cone, messo a morte. Dopo aver sistemato lesercito nei
quartieri invernali, Cesare rientra in Italia.
Libro VII (anno 52 a.C.) In Gallia scoppia una rivolta ge-
nerale sotto la guida del capo degli Arverni, Vercingeto-
rige: il segnale dellinsurrezione dato dal massacro dei
cittadini romani residenti a Cenabo, ad opera dei Carnti.
Cesare rientra precipitosamente in Gallia e giunge a sor-
presa nel territorio degli Arverni: conquista Vellaunodu-
no, roccaforte dei Snoni, poi Cenabo, i cui abitanti sono
duramente puniti; prende Novioduno e Avarico e assedia,
senza successo, Gergovia, citt degli Arverni. Nel frat-
tempo, la rivolta si rafforza con la diserzione degli Edui,
tradizionali alleati dei Romani, ma Cesare, sconggendo
duramente la cavalleria dei Galli, segna un primo punto a
sfavore di Vercingetorige, che si rifugia ad Alesia. La citt
viene cinta dassedio. I Romani, che si erano forticati su
due fronti in previsione dellarrivo dellesercito di soccorso
dei Galli, si trovano a loro volta assediati. Dopo una lotta
accanita, Cesare costringe il nemico alla resa senza condi-
zioni e ottiene la consegna di Vercingetorige.
Libro VIII (supplemento di Aulo Irzio, anni 51-50 a.C.) Con
la campagna contro i Biturigi, i Carnti, i Bellovaci, la vit-
toria di Labieno sui Trviri e la sottomissione dellAqui-
tania, la rivolta in Gallia giunta alla sua conclusione. A
Roma si fa sempre pi intensa lopposizione del senato a
Cesare: si ormai alla vigilia della guerra civile.
Il De bello Gallico
I CONTENUTI DELLE OPERE
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I CONTENUTI DELLE OPERE
Libro I (gennaio-settembre 49 a.C.) La
narrazione si apre con la sedu-
ta del senato del 1 gennaio del
49 a.C., in cui si d lettura della
lettera con la quale Cesare pro-
pone di deporre, contempora-
neamente a Pompeo, il comando
dei rispettivi eserciti. I consoli, lo-
pompeiani, ottengono per che si
ingiunga a lui solo di congedare le
truppe. Lopposizione dei tribuni della
plebe soffocata con le minacce; i due tribuni locesaria-
ni fuggono da Roma. In una successiva seduta del senato
viene decretato lo stato di emergenza (senatus consultum
ultimum); i consoli e Pompeo sono incaricati di arruolare
nuove truppe. Informato delle decisioni adottate, Cesare,
che era in attesa a Ravenna, passa il Rubicone e si dirige
con una sola legione a Rimini. Falliti gli ulteriori tentativi
di accomodamento, marcia quindi verso sud, occupan-
do Rimini, Pesaro, Arezzo, Ancona, Ascoli. Nel frattempo
Pompeo, preceduto dai consoli, si rifugia a Brindisi; Cesa-
re assedia la citt, ma Pompeo gli sfugge, imbarcandosi
per Durazzo. A Roma Cesare raduna il senato e propone
negoziati. Decide quindi di portare la guerra in Spagna
dove si impegner in prima persona in una dura campa-
gna contro i legati Petreio e Afranio, fedeli a Pompeo,
mentre uno scontro navale a Marsiglia d la vittoria ai
cesariani. Alla ne Afranio si arrende e Cesare d prova di
umanit e clemenza verso gli scontti.
Libro II (luglio-ottobre del 49 a.C.) A Marsiglia, rimasta
fedele a Pompeo, continua un accanito assedio; dopo al-
terne vicende, alla ne i marsigliesi, ridotti in condizioni
disperate, decidono di arrendersi. Cesare lascia la Spagna
che ha ormai in suo potere dopo che Marco Varrone, le-
gato di Pompeo, ha deposto le armi; a Marsiglia accetta
la resa della citt e si astiene dal saccheggiarla; qui ap-
prende della sua nomina a dittatore. In Africa Curione,
legato di Cesare, si scontra con successo a Utica contro
il pompeiano Azzio Varo; pone quindi lassedio alla citt.
Nel frattempo, Giuba, re dei Numidi, si avvicina alleser-
cito cesariano con grandi forze. Ingannato da false noti-
zie, ed eccessivamente ducioso, Curione muove contro i
Numidi: le truppe cesariane sono sopraffatte dal numero
dei nemici e completamente sbaragliate; Curione muore
combattendo.
Libro III (dicembre 49 - novembre 48 a.C.) Cesare da Brin-
disi salpa verso lEpiro, dove si trova Pompeo: le forze dei
due contendenti sono assai disuguali, a favore di Pompeo,
che ha inoltre truppe pi fresche. Cesare si impadronisce
facilmente di alcune citt sulla costa dellEpiro. Pompeo
nel frattempo si dirige a nord, verso Durazzo, dove pre-
dispone opere di forticazione: dopo vari scontri in cui
ha la peggio, Cesare inseguito da Pompeo, ma riesce a
sganciarsi. Pompeo si volge allora a sud e allinterno, ver-
so la Tessaglia; dopo aver riunito le sue forze con quelle
di Metello Scipione, si accampa presso Farsalo. A questo
punto, Cesare sda a battaglia Pompeo che, dopo molte
esitazioni, si risolve allo scontro. Grazie allabilit strategi-
ca e al valore dei suoi soldati Cesare scongge duramente
i pompeiani. Pompeo fugge precipitosamente cercando
scampo in Asia Minore e da qui in Egitto, dove viene per
assassinato a tradimento dai ministri del re Tolomeo. Ce-
sare, giunto nel frattempo ad Alessandria, apprende la
notizia della sua morte; a causa della presenza dei Roma-
ni, nella citt scoppia una rivolta popolare: hanno inizio
scontri tra lesercito di Cesare e quello egiziano.
Il De bello civili
Indicazioni bibliograche
Edizioni e traduzioni
Le opere di Cesare sono state edite in tutte le maggiori
collezioni di classici, sia italiane sia straniere.
Per quanto concerne gli editori stranieri, ricordiamo: Bi-
bliotheca Teubneriana, Oxford Classical Texts, Loeb Classical
Library, Collection des Universits de France (Les Belles Let-
tres).
Testo e traduzione italiana dellintero corpus cesariano in R.
CIAFFI - L. GRIFFA, Torino, UTET, 1973; A. PENNACINI, Cesare.
Opera omnia, Torino, Einaudi-Gallimard, 1993, con ricco
commento.
Degne di menzione sono le seguenti edizioni tascabili, per le
ottime introduzioni e annotazioni: F. BRINDESI, De bello Gallico,
Milano, Rizzoli, 1974; M. BRUNO - G. FERRARA, De bello civili,
Milano, Rizzoli, 1986; C. CARENA, Le guerre in Gallia, Milano,
Mondadori, 1987; A. BARABINO, De bello Gallico, Milano,
Garzanti, 1989; F. SOLINAS, La guerra civile, Milano, Mondadori,
1989; E. ZAFFAGNO, De bello civili, Milano, Garzanti, 1996.
Studi
Biografe J. CARCOPINO, Giulio Cesare, Milano, Rusconi, 1975; L.
CANALI, Giulio Cesare, Pordenone, Studio Tesi, 1992; CH. MEIER,
Cesare, Milano, Garzanti, 1993; L. CANFORA, Giulio Cesare: il
dittatore democratico, Roma-Bari, Laterza, 1999.
Cesare scrittore L. CANALI, Personalit e stile di Cesare, Roma,
Edizioni dellAteneo, 1963; A. LA PENNA, Aspetti del pensiero
storico latino, Torino, Einaudi, 1978, pp. 145-91; G. PASCUCCI,
Interpretazione linguistica e stilistica del Cesare autentico, in ID.,
Scritti scelti, Firenze, Pubblicazioni dellIstituto di Filologia
Classica G. Pasquali, 1983, pp. 691-703; G. CIPRIANI, Cesare e
la retorica dellassedio, Amsterdam, Gieben, 1987; G. ZECCHINI,
Cesare, in F. DELLA CORTE (a cura di), Dizionario degli scrittori greci
e latini, Milano, Marzorati, 1988, pp. 443-62; AA.VV., La cultura
in Cesare, Universit di Macerata, Roma, Il Calamo, 1993.
Lobiettivit storica dei Commentarii M. RAMBAUD, Lart de la
dformation historique dans les Commentaires de Csar, Paris, Les
Belles Lettres, 1953; G. PASCUCCI, I mezzi espressivi e stilistici di
Cesare nel processo di deformazione storica dei Commentarii, in
Studi classici e orientali, VI, 1957, pp. 134-87.
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Etnograa: Galli, Germani e Britanni
N
el De bello Gallico sono presenti numerosi passi nei quali lautore descrive
e analizza sia le caratteristiche geografche delle regioni in cui si svolgo-
no le operazioni militari, sia le popolazioni che le abitano. Ci evidente sin
dalla celebre introduzione del libro I, dove Cesare delinea con sintesi effcace la
triplice suddivisione della Gallia al di fuori della Narbonense, mentre un am-
pio excursus di carattere etnografco, dedicato alle popolazioni galliche (DTESTI
1,1-6) e ai Germani, nonch al confronto tra queste due etnie (D TESTI 1.7-10)
contenuto nel libro VI. Altre annotazioni geo-etnografche sono presenti nel
libro V, dedicato alle operazioni in Britannia (D TESTI 1.11-12), ove si rileva che
nelle zone costiere gli sono costituiti da trib belgiche emigrate l dal conti-
nente. Cesare probabilmente il primo a defnire con certezza lappartenenza
di Galli e Germani a due nazioni e culture del tutto diverse. La narrazione ce-
sariana affronta articolatamente vari aspetti della vita di queste genti: lorga-
nizzazione sociale e politica, il valore militare, le specifcit culturali, la storia;
tali interessi sono legati alla tradizione etnografca nella quale i Commentarii si
inseriscono. Questa ebbe inizio in Ionia tra il VI e il V secolo con Ecateo di Mi-
leto e fu proseguita da Erodoto, nella cui opera storiografca letnografa trova
uno spazio importante; la tradizione ebbe poi un rilevante sviluppo nellepoca
ellenistica, con la Geografa di Eratostene (che Cesare cita in 6,24 a proposito
della selva Ercinia). Nella storiografa romana informazioni sui caratteri delle
popolazioni galliche, con le quali i Romani erano entrati in contatto a partire
dal sacco e incendio di Roma del 390 a.C., dovevano essere probabilmente con-
tenute nelle Origines di Catone (234-149 a.C.) e nella produzione annalistica
precedente a quella di Livio. Per quanto riguarda
Cesare, le notizie da lui fornite provengono da va-
rie fonti; quelle letterarie sono in parte note anche
a noi, come le Storie di Polibio, vissuto nel II secolo
a.C., le Storie di Posidonio di Apamea (flosofo ed
erudito, 135-51 a.C.) e la Biblioteca storica di Diodoro
Siculo, contemporaneo di Cesare. Altre importan-
ti informazioni derivano dalla conoscenza diretta
maturata durante le campagne militari; nel caso dei
Germani (e dei Britanni nel libro V), si devono a
Cesare notizie di prima mano o raccolte localmente.
Infne, in una parte della narrazione, la componen-
te leggendaria, derivante da antiche tradizioni, si
fonde con una base realistica, come nel caso della
descrizione della selva Ercinia, nella quale il gu-
sto del meraviglioso e la dimensione favolistica si
intrecciano con elementi assolutamente reali (D La
selva Ercinia: la foresta come luogo dellimmagi-
nario nella cultura antica, p. 42).
PERCORSO
PERCORSI ANTOLOGICI
Frontespizio del De bello Gallico, da un codice
del XV-XVI secolo (Citt del Vaticano, Biblioteca
Apostolica Vaticana).
DE BELLO GALLICO
015_050_I_CESARE.indd 15 20-01-2009 18:36:04
Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione
PERCORSI ANTOLOGICI
16
1.1 La Gallia: il territorio e i popoli (De bello Gallico 1,1)
Le notazioni geograche ed etnograche con cui si apre lopera
(D Analisi del testo) forniscono le conoscenze essenziali ma
precise del quadro in cui si svolgeranno le campagne di Cesa-
re: sin dallinizio si comprende che gli abitanti della Gallia non
costituiscono n linguisticamente n culturalmente unentit
1.1
La Gallia al tempo di Cesare:
principali partizioni e trib
Lintero territorio della Gallia comprendeva:
la Gallia Cisalpina, che si identicava sostanzialmente con la Pianura
Padana, romanizzata a partire dal 222 a.C.;
la Gallia Transalpina, distinta in: