ANNO XXV - 2012 ISSN 2037 - 688X LIGUORI EDITORE La pubblicazione di questo numero si avvale di un contributo della Fondazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani. Autorizzazione del Tribunale di Salerno n. 688 del 16.11.1988 Archivio di Storia della Cultura is a Peer-Reviewed Journal Volume XXV - Anno 2012 ISSN 2037-688X Questa opera protetta dalla Legge 22 aprile 1941 n. 633 e successive modificazioni. Lutilizzo del libro elettro- nico costituisce accettazione dei termini e delle condizioni stabilite nel Contratto di licenza consultabile sul sito dellEditore allindirizzo Internet http://www.liguori.it/ebook.asp/areadownload/eBookLicenza. Tutti i diritti, in particolare quelli relativi alla traduzione, alla citazione, alla riproduzione in qualsiasi forma, alluso delle illustrazioni, delle tabelle e del materiale software a corredo, alla trasmissione radiofonica o televisiva, alla pubblicazione e diffusione attraverso la rete Internet sono riservati. La duplicazione digitale dellopera, anche se parziale vietata. Il regolamento per luso dei contenuti e dei servizi presenti sul sito della Casa Editrice Liguori disponibile allindirizzo Internet http://www.liguori.it/politiche_contatti/default.asp?c=legall Direttore: Fulvio Tessitore Direttore Responsabile: Salvo Vitrano Redazione: Antonio Carrano, Giuseppe DAlessandro, Giuseppe DAnna, Rosario Diana, Maurizio Martirano, Giovanni Morrone, Leonardo Pica Ciamarra, Pierluigi Venuta Editorial Board: Giuseppe Acocella, Paolo Amodio, Giuseppe Cacciatore, Maurizio Cambi, Giuseppe Cantillo, Domenico Conte, Emilia, DAntuono, Giuseppe Di Marco, Francesco Donadio, Antonello Giugliano, Giuseppe Lissa, Fabrizio Lomonaco, Giancarlo Magnano San Lio, Francesco Miano, Enrico Nuzzo, Manuela Sanna, Edoardo Massimilla (segretario) Amministrazione e diffusione: Liguori Editore - via Posillipo, 394 - I 80123 Napoli http://www.liguori.it - eMail dircomm@liguori.it 2012 by Liguori Editore, S.r.l. Tutti i diritti sono riservati Prima edizione italiana Ottobre 2012 ISBN-13 978 - 88 - 207 - 5876 - 9 Archivio di storia della cultura diretto da Fulvio Tessitore Consiglio scientifico: Joaqun Abelln, Heribert Bder, Francesco Paolo Casa- vola, Claudio Cesa, Valeria Fiorani Piacentini, Giuseppe Galasso, Giuseppe Giarrizzo, Matthias Kaufmann, Lamberto Maffei, Carlo Maria Ossola, Alber- to Quadrio Curzio, Gennaro Sasso, Biancamaria Scarcia Amoretti, Jos M. Sevilla Fernandez, Maurizio Torrini, Jrgen Trabant, Cesare Vasoli, Edoardo Vesentini, Pasquale Villani, Maurizio Vitale. Consiglio direttivo: Giuseppe Acocella, Paolo Amodio, Giuseppe Cacciatore, Maurizio Cambi, Giuseppe Cantillo, Domenico Conte, Emilia DAntuono, Giuseppe Di Marco, Francesco Donadio, Antonello Giugliano, Giuseppe Lissa, Fabrizio Lomonaco, Giancarlo Magnano San Lio, Francesco Miano, Enrico Nuzzo, Manuela Sanna, Edoardo Massimilla (segretario). Segreteria di redazione: Antonio Carrano, Giuseppe DAlessandro, Giuseppe DAnna, Rosario Diana, Maurizio Martirano, Giovanni Morrone, Leonardo Pica Ciamarra, Pierluigi Venuta. Ciascun contributo ricevuto dalla rivista per la pubblicazione preventiva- mente sottoposto a una doppia procedura di blind peer review. I contributi, la corrispondenza e i libri vanno inviati al prof. Edoardo Massimilla, Dipartimento di Filosofia A. Aliotta, via Porta di Massa, 1 - 80133 Napoli, massimil@unina.it Ogni richiesta di informazione attinente allamministrazione va indirizzata a Liguori Editore - via Posillipo, 394 - 80123 Napoli - Tel. 0815751272 - Fax 0815751231 - email: dircomm@liguori.it La direzione ricorda con riconoscenza i maestri che hanno fatto parte del Consiglio scientifico di questo Archivio: Karl Christ Francesco De Martino Furio Diaz Francesco Gabrieli Antonio Garzya Eugenio Garin Ettore Lepore Giuliano Marini Arnaldo Momigliano Sabatino Moscati Giovanni Nencioni Manfred Riedel Cinzio Violante ARCHIVIO XXV (2012) SOMMARIO MEMORIE ALESSANDRO STILE, Alchimia e geometria delle passioni: Mozart e Mes- mer MARCO IVALDO, Fichte. Lineamenti della dottrina della religione FULVIO TESSITORE, Gli storici e lunit dItalia FRANCESCO DONADIO, ber die philosophische Bedeutung der Freund- schaft zwischen W. Dilthey und Graf P. Yorck von Wartenburg GIOVANNI CIRIELLO, Alle origini dellantropologia di Herman Nohl FULVIO TESSITORE, Ermeneutica contro Historismus MARKUS MESSLING / MARKUS LENZ, Filologia e razzismo. Leredit di Edward W. Said e la storia critica delle scienze linguistiche e filologiche GIROLAMO COTRONEO, Un percorso delletica: dall Ama il prossimo tuo al Vivre pour autrui DISCUSSIONI E RASSEGNE ROBERTO TOTTOLI, Ventanni di studi sulla vita di Muhammad pag. 3 15 33 79 89 105 153 167 197 VIII Sommario RAFFAELE CARBONE, Barbarie e stagnazione agli albori della modernit. A partire da alcuni studi recenti su Montaigne RICCARDO POZZO, La filosofia italiana del diciottesimo secolo nellUeber- weg MARCO SGARBI, Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione del 1772 SILVIA CAIANIELLO, A proposito di Droysen ROBERTA VISONE, Linquietudine e lideale: un recente libro su Carlo Mi- chelstaedter DANIELA BANDIERA, Vivere sentire: fenomenologia della sensibilit in due recenti saggi di Vincenzo Costa GIUSEPPE CACCIATORE, La religione dello storicismo. Per avviare il dibattito ROBERTO CELADA BALLANTI, Religione, storia, libert. Contributo a un confronto tra la religione dello storicismo e il pensiero religioso li- berale FRANCESCO DONADIO, Lo storicismo tra religione e religiosit GIUSEPPE LISSA, Fulvio Tessitore e La religione dello storicismo DOMENICO VENTURELLI, Attimo, coscienza e storia. Appunti e riflessioni a partire da La religione dello storicismo di Fulvio Tessitore FULVIO TESSITORE, Un ringraziamento GIORGIO LUNGHINI, Come uscire dalla crisi: crescita ed intervento pub- blico MASSIMO FERRARI, Saper leggere? Una replica a Fulvio Tessitore FULVIO TESSITORE, Una risposta al prof. Ferrari FABRIZIO LOMONACO, Bibliografia degli scritti di Fulvio Tessitore (2007- 2011) 223
233 237 251 265 285 299 307 351 367 411 429 431 437 443 445 Sommario IX TESTI RAFFAELE RUSSO, Il saggio di Locke sullinfallibilit del papa JOHN LOCKE, necessario che ci sia, nella Chiesa, un infallibile interprete della Sacra Scrittura? No GIANCARLO MAGNANO SAN LIO, Storia e Geisteswissenschaften: Hermann Usener e il rinnovamento della filologia HERMANN USENER, Filologia e scienza storica GIOVANNI CIRIELLO, Nota alla traduzione italiana del saggio di Herman Nohl Antropologia pedagogica HERMAN NOHL, Antropologia pedagogica (1928) IVANA RANDAZZO, Il processo di ideazione simbolica tra medicina e filo- sofia: le lettere di Ernst Cassirer a Kurt Goldstein (1925-1941) ERNST CASSIRER, Lettere a Kurt Goldstein 461 471 479 499 527 529 545
553 IL RISVEGLIO DAL SONNO DOGMATICO E LA RIVOLUZIONE DEL 1772 ! di Marco Sgarbi 1. Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione terminologica Nella Vorrede ai Prolegomena zu einer jeden knftigen Metaphysik, die als Wissenschaft wird auftreten knnen si trova la famosa frase di Kant: io lo confesso apertamente: fu lammonimento di David Hume che molti anni fa primariamente ruppe in me il sonno dogmatico e diede alle mie ricerche nel campo della filosofia speculativa tuttaltro indirizzo 1 . Il passo di Kant divenuto cos importante e decisivo nella Kant-Forschung da far affermare ad uno studioso del calibro di Alois Riehl, nella sua seminale opera Der philosophische Kritizismus del 1908, che ohne Hume kein Kant 2 . Sono innumerevoli gli studi dedicati allar gomento che a partire dalla fine del XIX secolo hanno segnato in modo indelebile limmagine di Kant e della sua evoluzione spirituale come legata ai problemi della causalit e delle antinomie 3 , ! Tutte le citazioni di Immanuel Kant sono da I. Kant, Kants gesammelte Schriften (=KGS), Berlin, 1900s., secondo il numero del volume e della pagina. 1 KGS, IV, p. 260. 2 A. Riehl, Der philosophische Kritizismus. Geschichte und System, Leipzig, 1908 2 , p. 310. 3 Per una panoramica delle pi diverse interpretazioni cfr. K. Fischer, Geschichte der neueren Phi- losophie. Entstehung und Begrndung der kritischen Philosophie, Mannheim, 1860; F. Paulsen, Versuch einer Entwicklungsgeschichte der Kantischen Erkenntnistheorie, Leipzig, 1875; B. Erdmann, Reflexionen Kants zur kritischen Philosophie, Leipzig, 1882; C. Siegel, Kants Antinomienlehre im Lichte der Inaugural-Dissertation, in Kant-Studien, XXX, 1925, pp. 67-86; H.J. de Vleeschauwer, La dduction transcedentale dans lOeuvre de Kant, Antwerp, 1934; R.P. Wolff, Kants Debt to Hume via Beattie, in Journal of the History of Ideas, 238 Archivio di Storia della Cultura Anno XXV-2012 come si evince anche dalla lettera del 21 settembre 1798 a Christian Garve dove il filosofo di Knigsberg presenta il problema delle antinomie quale motivo ispi- ratore della propria indagine 4 . In questa sede si vuole analizzare e valutare la consistenza dellaffermazione kantiana ed eventualmente determinare lepoca entro la quale circoscrivere questa rivoluzione di Kant attraverso lausilio della metodologia della storia intellettuale, della storia dei concetti e della storia delle fonti 5 . Per comprendere laffermazione di Kant non bisogna leggere semplicemente quelle sole tre righe appena menzionate, ma necessario andare pi oltre. Nei passi successivi Kant scrive che Hume non si pose il problema nella sua tota- lit, ma ne vide solo una parte, la quale, quando non si afferri il tutto, non pu condurre ad alcun risultato utile 6 . Kant rileva perci linsufficienza dellanalisi humeana notando che il concetto della connessione causale ben lungi dalles- sere il solo, per mezzo del quale lintelletto stabilisce a priori dei collegamenti XVII, 1960, pp. 117-123; G. Tonelli, Die Umwlzung von 1679 bei Kant, Kant-Studien, 54 (1963), pp. 369-377; N. Hinske, Kants Begriff der Antinomie und die Etappen seiner Ausarbeitung, in Kant-Studien, LVI, 1965, pp. 485-496; N. Hinske, Kants Weg zur Transzendentalphilosophie. Der dreiigjhre Kant, Stuttgart, 1970; N. Hinske, Antinomie I, in J. Ritter (a cura di), Historisches Wrterbuch der Philosophie, Basel, 1971, I, col. 393-396; J. Schmucker, Was entzndete in Kant das groe Licht von 1769?, in Archiv fr Geschichte der Philosophie, LVIII, 1976, pp. 393-434; M. Khn, Humes Antinomies, in Hume Studies, IX, 1983, pp. 25-45; M. Khn, Kants Conception of Humes Problem, in Journal of the History of Philosophy, XXI, 1983, pp. 175-193; W. Carl, Kants First Draft of the Deduction of the Categories, in E. Frster (a cura di), Kants Transcendental Deductions. The Three Critiques and the Opus Postumum, Stanford, pp. 3-20; L. Krei- mendahl, Kant Der Durchbruch von 1769, Dinter, Kln, 1990; R. Brandt, Rezension Lothar Kreimendahl: Kant Der Durchbuch von 1769, in Kant-Studien, LXXXIII, 1992, pp. 100-111; L. Falkenstein, The Great Light of 1769 A Humeian Awakening? Comments on Lothar Kreimendahls Account of Humes Influence on Kant, in Archiv fr Geschichte der Philosophie, LXXVII, 1995, pp. 63-79; N. Hinske, Prolegomena zu einer Entwicklungsgeschichte der Kantschen Denkens. Erwiderung auf Lothar Kreimendahl, in R. Theis e C. Weber (a cura di), Von Christian Wolff bis Louis Lavalle. Geschichte der Philosophie und Metaphysik, Hildesheim, 1995; W. Ertl, David Hume und die Dissertation von 1770. Eine Untersuchung zur Entwicklungsgeschichte der Philosophie Immanuel Kants, Frankfurt-Bern-New York, 1999. 4 KGS, XII, pp. 256-258. 5 Esempio di storia intellettuale cfr. G. Tonelli, Elementi metodologici e metafisici in Kant dal 1745 al 1768. Saggio di sociologia della conoscenza, Torino, 1959; G. Tonelli, Conditions in Knigsberg and the Making of Kants Philosophy, in A.J. Bucher, H. Dre e T.M. Seebohm (a cura di), Bewusst-sein, Bonn, 1975, pp. 126-144; P. Rumore, Lordine delle idee. La genesi del concetto di rappresentazione in Kant attraverso le sue fonti wolffiane (1747-1787), Firenze, 2007, pp. 19-39. Esempi di studi di storia dei concetti legati a questo periodo cfr. G. Tonelli, Der historische Ursprung der Kantischen Termini Analytik und Dialektik, in Archiv fr Begriffsgeschichte, VII, 1962, pp. 120-139; G. Tonelli, Das Wiederaufleben der deutsch-aristotelischen Terminologie bei Kant whrend der Entstehung der Kritik der reinen Vernunft, in Archiv fr Begriffsgeschichte, IX, 1964, pp. 238-242; N. Hinske, Kants neue Terminologie und ihre alten Quellen. Mglichkeiten und Grenzen der elektronischen Datenverarbeitung im Felde der Begriffsgeschichte, in Aa.Vv., Akten des 4. Internationalen Kant- Kongresses Mainz April 6-10, 1974, Berlin-New York, 1974, I, pp. 68-85; G. Tonelli, Analysis and Synthesis in XVIIIth Century Philosophy prior to Kant, in Archiv fr Begriffsgeschichte, XX, 1976, pp. 178-213. Per la metodologia della storia delle fonti cfr. N. Hinske, Che cosa significa e a qual fine si pratica la storia delle fonti? Alcune osservazioni di storia delle fonti sulla antinomia kantiana della libert, in Studi Kantiani, XIX, 2006, pp. 113-120. 6 KGS, IV, p. 260. Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione del 1772 239 fra le cose, che anzi la metafisica interamente costituita da concetti di questo genere 7 . Con ci Kant pone laccento sullesis tenza di numerosi concetti dello stesso tipo della causalit, sulla base dei quali lintera filosofia speculativa sarebbe fondata. Il suo obiettivo perci di stabilire se losser va zione di Hume non potesse venir tradotta in una formula universale, cio di ricercare una soluzio- ne al problema humeano non solo in un caso speciale, ma in rapporto a tutta la facolt della ragion pura 8 . Non a caso, egli prosegue affermando: io cercai di assicurarmi del loro numero ed essendo riuscito, secondo il mio desiderio, di derivarli tutti da un principio, procedetti quindi alla giustificazione di questi concetti, dei quali io mi ero ormai assicurato, che non derivano, come Hume temeva, dallesperienza, ma dallin telletto puro 9 . Da queste parole sembra evi- dente che Kant non si riferisce n al problema della causalit in s e nemmeno a quello delle antinomie, ma piuttosto sembra riferirsi alla questione delle categorie e della loro deduzione. In che senso allora si pu parlare di una influenza di Hume? 10 Hume ha probabilmente suggerito a Kant che il concetto di causalit non un concetto ontologico-metafisico appartenente alla realt stessa, ma che piuttosto esso un concetto dellintelletto attraverso il quale possibile conoscere il mondo, ma che in nessuno modo pu essere in esso come le varie ontologie eclettiche, fra le quali quella di Johann Heinrich Lambert, volevano 11 . Daltra parte lo stesso Kant aveva mostrato nello scritto ber die Deutlichkeit limpossibilit dei concetti primi o irresolubili in campo metafisico 12 . Se quando Kant si riferisce a Hume pensa, come si appena suggerito, alle categorie, possibile determinare che il terminus ad quem dellinflusso humeano sia o lanno 1771 o comunque i primi mesi del 1772, cio prima della famosa lettera a Marcus Herz del 21 febbraio 1772 con la quale a buon diritto si pu far iniziare lavventura della filosofia critica. 7 Ibid. 8 Ibid. 9 Ibid. 10 Non del tutto da scartare, e ha un suo fondamento, lipotesi di Lewis Robinson per il quale il passo dei Prolegomena non deve essere forzatamente inteso come uno schizzo autobiografico kantiano. Cfr. L. Robinson, Contributions a lhistoire de lvolution philosophique de Kant, in Revue de mtaphysique et de morale, XXXI, 1924, pp. 269-353. 11 Cfr. C.A. Crusius, Weg zur Gewissheit und Zuverlssigkeit der menschlichen Erkenntniss, Leipzig, 1747 pp. 243-245; J.H. Lambert, Neues Organon, Leipzig, 1764, pp. 472-477; J.H. Lambert, Anlage zur Archi- tektonik, oder Theorie des Einfachen und des Ersten in der philosophischen und mathematischen Erkenntnis, Riga, Hartknoch, 1771, I, p. 1; J.H. Lambert, Logische und philosophische Abhandlungen, Berlin, Bernoulli, 1782, pp. 15-56. Nel passo di Crusius, in modo particolare, la dottrina dei concetti irresolubili viene para- gonata a quella delle categorie di Aristotele, ma questultima viene criticata perch le categorie sono concepite principalmente come genera summa dellessere. 12 Ho mostrato altrove il motivo dellabbandono della dottrina dei concetti irresolubili e il passag- gio alla dottrina delle categorie, cfr. M. Sgarbi, Logica e metafisica nel Kant precritico. Lambiente intellettuale di Knigsberg e la formazione della filosofia kantiana, Frankfurt-Bern-New York, 2010. 240 Archivio di Storia della Cultura Anno XXV-2012 In questa lettera compare per la prima volta non solo la dottrina delle cate- gorie, ma anche, novit assoluta per il lessico kantiano, lo stesso termine Ka- tegorie 13 . proprio a partire dal 1771 che Kant inizia a parlare delle categorie, come dimostra la famosa Reflexion 4276, nella quale sono elencate proprio le dieci categorie e sono definite come le operazioni dellintelletto in relazione alle cose at- traverso le quali un oggetto in generale pu essere pensato o posto nellintelletto 14 . Nella Reflexion 2137 del 1772, Kant scrive che la possibilit di una conoscenza in se stessa dipende dalla categoria subiecti 15 . Lo stesso gruppo di Reflexionen dalla 4449 alla 4457, datate intorno il 1772, ha come tema centrale le categorie e presenta strette analogie con la lettera scritta a Herz. Attraverso la lettera a Herz si pu stabilire che queste riflessioni le sono immediatamente precedenti, cio sono dei lavori preparatori allannuncio che Kant doveva fare allamico della sua grande scoperta. La dottrina delle categorie di Aristotele messa in confronto con le teorie degli antichi, quali Pitagora e Platone, e a quelle dei moderni, quali Locke e Leibniz. interessante inoltre notare come in questi frammenti ricorrano molti termini latini, anche di derivazione greca 16 , legati soprattutto alla tradizio- ne logica aristotelica come quaestiones, paralogismos, petitiones principii, demonstratio oppositi e organon 17 . Lutilizzo del termine Kategorie, contestualmente con la scoperta della dottrina delle categorie di Aristotele, cio a quello che si visto essere il risveglio dal sonno dogmatico, segue la comparsa di altri termini appartenenti alla logica aristotelica che segnano una vera rivoluzione linguistico-terminologica nel pen- siero kantiano 18 . A fianco del termine Kategorie compare quasi contemporaneamente quello di Schematismus, associato alla facultas characteristicae come capacit di esibire, at- traverso segni figurati e simboli, tutte le conoscenze 19 . Nella Reflexion 896 del 1776 lo schema , invece, gi pensato come un monogramma distinto dallimmagine 20 . Sono introdotti in questi anni anche i concetti di Analytik come logica della verit e Dialektik come logica dellap pa renza. Il termine Analytik compare 13 Cfr. G. Tonelli, Kategorie; Kategorienlehre III, in J. Ritter (a cura di), Historisches Wrterbuch der Philosophie, Basel, 1976, IV, coll. 725-727. 14 KGS, XVII, p. 493. 15 KGS, XVI, p. 248. 16 Solitamente quando Kant usa termini latini o greci sta menzionando un testo particolare. 17 KGS, XVII, pp. 557-558. 18 Sul cambiamento terminologico in quegli anni cfr. N. Hinske, Kants neue Theorie der Sinnlichkeit und ihre Sprachregelungen, in M. Bianchi (a cura di), Sensu. Sensatio. VIII Colloquio Internazionale del Lessico Intellettuale Europeo, Firenze, 1995, pp. 527-540; E. Conrad, Kants Logikvorlesungen als neuer Schlssel zur Architektonik der Kritik der reinen Vernunft. Di Ausarbeitung der Gliederungsentwrfe in den Logikvorlesungen als Auseinandersetzung mit der Tradition, Stuttgart-Bad Cannstatt, 1994, pp. 75-118; R. Pozzo, Dallintellectus purus alla reine Vernunft. Note sul passaggio dal latino al tedesco prima e dopo Kant, in Giornale critico della filosofia italiana, XC, 2001, pp. 231-245. 19 KGS, XV, p. 710. 20 KGS, XV, p. 391. Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione del 1772 241 nella Reflexion 4446 del 1772 la quale ha molti tratti in comune con la lettera a Herz che la fanno ritenere coeva. Lanalitica qui intesa come domus conceptuum intellectualium in riferimento ai Loci Metaphysici Aristotelis ed in opposizione alla physiologia intellectus, la quale tratta della genesi dei concetti 21 . Nella Reflexion 1694 del 1773 lanalitica dellintelletto rappresenta la scomposizione delle sue azioni e tratta le semplici forme della conoscenza, cio le intuizioni e i concetti, e non la materia della conoscenza 22 . Nella Reflexion 4772 del 1775 si parla di una analitica delle categorie che tratta della differenza fra i concetti puri dellintelletto da quelli applicati ai fenomeni 23 . Fra il 1775 e il 1776 si consolida lutilizzo del termine analitica nel senso di analitica dei concetti e dei principi appartenente alla logica trascendentale, come dimostrano le Reflexionen 1675 e 4762 24 . Una ricerca sul termine Dialektik assai meno significativa, in quanto il nome veniva utilizzato allepoca per designare comunemente la logica in gene- rale. Kant lo utilizza frequentemente agli inizi degli anni Settanta per designare principalmente la logica degli antichi nella Logik Blomberg e nella Logik Philippi. In queste Vorlesungen non vi ancora una distinzione fra la dialettica come dottrina della probabilit e logica dellapparenza, cos come compare nella Kritik der reinen Vernunft, perch i termini Schein, Erscheinung e Wahrscheinlichkeit non sono ancora ben distinti 25 . Tuttavia, gi a partire dal 1772, il termine Dialektik inizia ad assumere un duplice significato: in primo luogo la dialettica rappresenta la tipica argomenta- zione scettica e in secondo luogo definita logica dellap parenza. La Dialektik come logica dellapparenza oc corre per la prima volta nella Reflexion 1579 data- bile sicuramente dopo 1772, anche se la sua datazione rimane assai incerta viste le numerose annotazioni fatte in tempi diversi 26 . In questa Reflexion Kant scrive dialectica est disciplina apparentiae logicae 27 , e aggiunge che pu essere o sofistica, cio Logik des Scheins, o critica, cio scettica 28 . A partire dalla Reflexion 3033 del 1776 la dialettica diviene stabilmente arte o logica dellap parenza 29 . Questi elementi terminologici aristotelici non possono essere spiegati ricor- rendo ai manuali di logica della scuola wolffiana o ai compendi di storia della filo- sofia dellepoca, perch entrambe queste tipologie di opere erano ben conosciute da Kant sin dallinizio della sua carriera filosofica e quindi la loro terminologia 21 KGS, XVII, p. 554. 22 KGS, XVI, pp. 85-86. 23 KGS, XVII, p. 723. 24 KGS, XVI, p. 74; KGS, XVII, p. 718. 25 T. Pinder, Zu Kants Logik-Vorlesung um 1780, anllich einer neu aufgefundenen Nachschrift, in R. Brandt e W. Stark (a cura di), Kant Forschungen. Neue Autographen und Dokumente zu Kants Leben, Schriften und Vorlesungen, Hamburg, 1987, p. 92. 26 Ivi, p. 109. 27 KGS, XVI, p. 21. 28 KGS, XVI, p. 23. 29 KGS, XVI, p. 765. 242 Archivio di Storia della Cultura Anno XXV-2012 dovrebbe essere stata presente sin dalla seconda met degli anni Cinquanta. La fonte kantiana devessere stata dunque unaltra. 2. Linfluenza dellaristotelismo di Knigsberg e la svolta critica di Kant Ad ogni modo necessario capire, come ha ben suggerito Giuseppe Micheli, per- ch Kant, dopo il 1770, decise di utilizzare il termine aristotelico categoria, sia pure con la precisazione della necessit di un filo conduttore per dare completezza alla tavola? Di una tavola dei concetti primi, non ulteriormente analizzabili, Kant aveva parlato [] anche prima. Perch utilizzare un termine che la filosofia del XVIII secolo, e lo stesso Kant fino a quel momento, aveva preferito non usare in quanto lo considerava una inutile sopravvivenza scolastica? 30 . Il motivo pu forse essere, come sostiene Giorgio Tonelli nel suo seminale articolo Das Wiede- raufleben der deutsch-aristotelischen Terminologie bei Kant whrend der Entstehung der Kritik der reinen Vernunft, che per sottolineare la sua originalit, ed evitare nello stesso tempo confusioni tra i propri concetti e quelli dei contemporanei [] Kant ha preferito richiamarsi a quellantica e rispettabile tradizione chera laristotelismo, la cui terminologia non era certo pi in voga, ma nellambiente accademico era pur sempre ancora comprensibile 31 . Questa motivazione, ad unattenta analisi, appare assai estrinseca, anche se supportata dai famosi passi della Kritik der reinen Vernunft nei quali si afferma che meglio utilizzare dei termini antichi con nuovi significati piuttosto che coniarne di nuovi 32 . A mio parere la ragione della svolta terminologica kantiana deve essere com- presa proprio alla luce del risveglio dal sonno dogmatico ed in connessione a nuove letture scolastico-aris toteliche. Se il risveglio dal sonno dogmatico coin- cide con la scoperta della dottrina delle categorie, necessario capire perch i precedenti tentativi kantiani di ricerca di una tavola di concetti dellintelletto erano tutti falliti, o meglio, che cosa la dottrina della categorie di Aristotele offriva di pi rispetto alle dottrine dei concetti primi o irresolubili che altri filosofi e lo stesso Kant avevano elaborato negli anni precedenti. Preziose indicazioni vengono proprio dal passo dei Prolegomena sul risveglio dal sonno dogmatico, nel quale Kant sembra suggerire che i concetti puri dellin- telletto, cio le categorie, siano dei modi considerandi o cognoscendi, cio forme della conoscenza della realt e non anche elementi costitutivi di essa. A tale conclusione Kant non era giunto per esempio nella Dissertatio del 1770, dove pure si parlava di concetti dellin tel letto come leggi insite nella mente, ma 30 G. Micheli, La terminologia aristotelico-scolastica e il lessico kantiano, in G. Piaia (a cura di), La presenza dellAristotelismo Padovano nella filosofia della prima modernit, Roma-Padova, 2002, p. 451. 31 Tonelli, Das Wiederaufleben der deutsch-aristotelischen Terminologie bei Kant, cit., p. 241. 32 KGS, III, A 312-313/B 369. Cfr. M. Sgarbi, Kantian Dictionaries Project at the Instituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee, in Intellectual History Review, XVIII, 2008, pp. 275-277. Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione del 1772 243 non veniva spiegata affatto la loro funzione, tanto che la parte a loro dedicata la quarta definita da Kant come un lavoro di poca importanza o irrilevante 33 . Nella stessa lettera a Herz, Kant afferma esplicitamente che nella sua Dissertatio mancava ancora qualcosa di essenziale 34 , cio determinare il fondamento sul qu- a le poggia la relazione fra la rappresentazione e loggetto. Inoltre Kant aggiunge che nella Dissertatio mi ero accontentato di esprimere in modo soltanto negativo la natura delle rappresentazioni intellettuali: esse cio non sarebbero modifica- zioni della nima da parte delloggetto. Passai sotto silenzio per come sia cos possibile una rappresentazione che si riferisca alloggetto senza essere in qualche modo impressionata da esso 35 . Evidentemente Kant non aveva ancora trovato nel 1770 la soluzione a questo essenziale problema, che fra il 1771 e il 1772 in- dividua nella dottrina delle categorie: mentre cercavo le fonti della conoscenza intellettuale senza le quali non si possono determinare la natura ed i limiti della metafisica, suddivisi questa scienza in parti essenzialmente diverse e cercai la filo- sofia trascendentale, ossia di ricondurre tutti i concetti della ragione interamente pura ad un certo numero di categorie; tuttavia non come Aristotele, che nei suoi dieci predicamenti le colloc luna accanto allaltra meramente a caso, cos come le trov, ma cos come esse si dividono da se stesse in classi grazie ad alcune poche leggi fondamentali dellintelletto 36 . Anche le Reflexionen degli anni precedenti al 1770 sembrano confermare che Kant non era ancora giunto alla soluzione del problema del rapporto fra i concetti dellintelletto e loggetto della conoscenza. Reflexionen come la 3930, 3978 e la 3988, tutte datate intorno al 1769, lanno della grande luce, parlano di concetti puri dellintelletto (conceptus intellectus puri), come quelli di realt, possibilit, ne- cessit, causa, unit e molteplicit, tutto e parte, semplice e composto 37 , ma questi erano considerati piuttosto come concetti irresolubili la Lambert, o come leggi dellintelletto senza alcun reale rapporto con les perienza 38 , oppure, infine, cosa che complica assai di pi la situazione, in relazione ai trascendentali. In aggiunta, come giustamente ha sostenuto Riehl, nella Dissertatio non c alcuna particolare traccia dellinfluenza humeana, quindi, a meno di considerare lopera del 1770 cos come faceva Tonelli, cio un lavoro di reflusso 39 , doveroso con- cludere che il risveglio dal sonno dogmatico non era ancora avvenuto 40 . 33 KGS, X, pp. 96-99. 34 KGS, X, p. 130. 35 KGS, X, pp. 130-131. 36 KGS, X, p. 132. 37 KGS, XVII, pp. 352-377. 38 G. Tonelli, Kant, dallestetica metafisica allestetica psicoempirica: studi sulla genesi del criticismo (1754- 1771) e sulle sue fonti, in Memorie della Accademia delle scienze di Torino, serie III, Tomo 3, Parte II, 1955, pp. 322-325. 39 Ibid., p. 336. 40 Inoltre i Nachtgedanken eines Zweiflers, cio la conclusione del primo libro del Treatise on the Hu- man Nature di Hume, furono tradotti e pubblicati da Johann Georg Hamann solo nel 1771, quindi 244 Archivio di Storia della Cultura Anno XXV-2012 Evidentemente fra la pubblicazione della Dissertatio e il febbraio del 1772, Kant aveva trovato nella dottrina delle categorie di Aristotele quellaspetto essen- ziale che andava cercando per risolvere il problema del rapporto fra sensibilit e intelletto 41 . La sua mancata determinazione portava, infatti, non solo allo scambio nel loro uso, cio allanfibolia, ma anche alle antinomie se non si fosse fatta una preliminare critica dei limiti delle facolt conoscitive: il risultato era la concezione dei concetti puri dellintel letto come categorie capaci di determinare una cono- scenza oggettiva del mondo, senza pensare che siano costitutive di esso. Individuata la soluzione del problema del rapporto fra i concetti intellettuali e loggetto conosciuto attraverso le categorie, rimangono da capire due questioni fondamentali. In primo luogo necessario spiegare perch linfluenza aristotelica si esercit solo a partire dal 1771. In secondo luogo necessario capire quale sia stata la sua fonte aristotelica, cio perch Kant chiami categorie, cio modi cognoscendi o forme della conoscenza, i concetti puri dellintelletto attribuendole allo studio della logica, se spesso ha accusato Aristotele di non aver riservato alla logica una parte dedicata ai concetti attraverso i quali le cose possono essere pensate, ma di averli compresi nella metafisica: infatti, la logica ha a che fare con concetti, i quali anche sono, e tratta solo i loro rapporti 42 . Solo che se ha criticato Aristotele per aver posto le categorie nella metafisica, anzich nella logica, e di averne fatto semplicemente i generi sommi dellessere, perch allora Kant ha continuato a impiegare il termine Kategorie per definire i concetti puri dellintelletto? Per rispondere a questa domanda bisogna scavare nella vita di Kant. Il primo aspetto che balza subito agli occhi che la svolta terminologica kantiana, conco- mitante con il risveglio dal sonno dogmatico, coincise con lattivit di bibliotecario che Kant svolse fra il 1766 e il 1772 presso la Schlossbibliothek di Knigsberg 43 . La Schlossbibliothek sin dalla sua fondazione nel 1529 da parte del duca Albrecht era una delle pi ricche della Germania protestante e arriv a contare verso la met del XVI secolo quasi duemila volumi 44 . Secondo il catalogo della biblioteca datato lecito supporre una loro influenza solo dopo la Dissertatio. Di questa opinione Manfred Khn, cfr. Khn, Kants Conception of Humes Problem, cit., pp. 177-186. Contro questa opinione, e a favore di una circolazione manoscritta della traduzione di Hamann prima del 1769 a Knigsberg, sono sia Lothar Kreimendahl che Wolfgang Ertl cfr. Kreimendahl, Kant Der Durchbruch von 1769, cit., pp. 93-94; W. Ertl, Humes Antinomy and Kants Critical Turn, in British Journal for the History of Philosophy, X, 2002, pp. 628-629. I pessimi rapporti che intercorrevano fra Hamann e Kant gi a partire dalla fine degli anni Cinquanta lascia supporre che questultimo non avesse avuto accesso privato al manoscritto della traduzione prima della pubblicazione. 41 Anche secondo Lewis White Beck Kant nella Dissertatio non aveva risposto al problema di come i concetti dellintelletto potessero riferirsi in sensu reali agli oggetti. Cfr. L.W. Beck, Early German Philosophy. Kant and His Predecessors, Cambridge, 1969, p. 464. 42 KGS, XVII, p. 556. 43 Cfr. A. Warda, Kants Bewerbung um die Stelle des Sub-Bibliothekars an der Schlossbibliothek, in Alt- preussische Monatsschrift, XXXVI, 1899, pp. 473-524. 44 Cfr. E. Kuhnert, Geschichte der Staats- und Universitts-Bibliothek zu Knigsberg. Von ihrer Begrndung bis zum Jahre 1810, Leipzig, 1926; C. Krollmann, Die Schlobibliothek in Knigsberg, in Altpreuische Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione del 1772 245 6 ottobre 1758, la biblioteca vantava novecentosessantasei volumi di filosofia 45 . Se si studiano poi gli Auktionskataloge delle biblioteche private che furono acquistati dalla Schlossbibliothek, spicca la presenza delle collezioni degli aristotelici Andreas Hedio e Paul Rabe, nonch del loro editore Heinrich Boye, e del maestro di Kant, Martin Knutzen 46 . Il catalogo di He d io, purtroppo lunico rimasto, forni- sce un dettagliato resoconto dei libri presenti della biblioteca indicandone ben centosettantaquattro solo per i testi platonici e aristotelici, e altri centotre di libri filosofici vari 47 . Dagli Auktionskataloge inoltre possibile evincere che fra il 1759 e il 1773, cio mentre Kant era bibliotecario, non vi furono grandi acquisizioni, ma piuttosto vi fu un generale riassetto della biblioteca alla quale il filosofo deve aver partecipato 48 . Inoltre la prima importante acquisizione dopo il 1759 fu quella dellaristotelico Johann Jakob Quandt nel 1773 49 , segno che gli aristotelici e le loro biblioteche destavano ancora un certo interesse. Fra i libri che Kant aveva liberamente a disposizione ogni giorno durante questo periodo di lavoro alla biblioteca cerano senzaltro, come si appena visto, numerosi testi aristotelici 50 , fra i quali quelli dellaristotelico Paul Rabe. Pu essere stato Rabe la fonte aristotelica di Kant? 51 Osservando che cercare le fonti un gioco piacevole [] ma un gioco pericoloso se giocato con un fine troppo serio cio giocato come se un filosofo possa scrivere solo ci che ha letto in un altro libro, Lewis White Beck concludeva che la pi seria occupazione di Kant in que- sti anni era di pensare a pensieri che nessuno aveva mai pensato prima 52 . Se non si pu non essere daccordo con la premessa di Beck, un po di dubbi permangono sulla conclusione, soprattutto dopo un confronto fra le dottrine aristoteliche di Rabe e il nuovo orientamento assunto da Kant in quegli anni. Nel 1704 Rabe pubblic lunico commentario del XVIII secolo alle Categoriae di Aristotele intitolato Primitiae professionis logico-metaphysicae sive commentarii in librum categoriarum Aristotelis. In questopera Rabe parla delle categorie formaliter come Forschungen, IV, 1927, pp. 128-149. 45 K. Lavrinovic, Kataloge der Knigsberger Bibliotheken aus der Zeit des Siebenjhrigen Krieges, in A. Walter (a cura di), Knigsberger Buch- und Bibliotheksgeschichte, Kln-Weimar-Wien, 2004, p. 350. 46 J. Tondel, Auktionskataloge im alten Knigsberg, in A. Walter (a cura di), Knigsberger Buch- und Bibliotheksgeschichte, cit., pp. 400, 402, 404, 413. 47 T. Stich, Die Bibliothek Andreas Hedio, in A. Walter (a cura di), Knigsberger Buch- und Bibliotheks- geschichte, cit., p. 428. 48 Tondel, Auktionskataloge im alten Knigsberg, cit., p. 413. 49 Ibid. 50 inoltre proprio di questi anni anche la Reflexion 4161 nella quale Kant menziona lunico autore dellaristotelismo moderno, cio Micheal Piccart e la sua opera Isagoge in lectionem Aristotelis. Cfr. KGS, XVII, p. 439. Sul rapporto fra Kant e Piccart cfr. Francesco Valerio Tommasi, Michael Piccart, Kant, e i termini primi. Il trascendentale nel rapporto tra filosofia e linguaggio, in Archivio di filosofia, LXXIII, 2005, pp. 369-390. 51 Su Rabe come fonte di Kant cfr. M. Sgarbi, Kant, Rabe e la logica aristotelica, in Rivista di storia della filosofia, LXIV, 2009, 2, pp. 289-313. 52 Beck, Early German Philosophy. Kant and His Predecessors, cit., p. 457. 246 Archivio di Storia della Cultura Anno XXV-2012 modi considerandi 53 . Rabe si rifaceva direttamente alle posizioni dellaristotelismo puro di Jacopo Zabarella e del suo allievo Giulio Pace, i quali ritenevano che le categorie fossero concetti attraverso i quali era possibile esprimere e conoscere gli enti. Lo stesso Tonelli, che pure non riusc a consultare il commentario di Rabe che dava per disperso, sulla scia dei lavori di Wilhelm Risse, fu costretto alla fine ad ammettere linfluenza della tradizione dellinter pre tazione nominalistica delle categorie secondo la quale esse sono delle costruzioni mentali, o concetti di un ordine mentale al quale non corrisponde un ordine delle cose; perci esse non sono genera summa 54 , come invece pensava fossero nellarticolo del 1964 dove affermava perentoriamente: le categorie di Kant non sono certo riconducibili alle categorie aristoteliche 55 . La dottrina nominalistica delle categorie non era per niente diffusa nel XVIII secolo, tanto che linterpretazione delle categorie come generi sommi delles sere era quella che per lo pi era citata e per questo anche criticata 56 . In tutti i suoi lavori Rabe sostiene che le categorie spettano in modo spe- cifico al campo della dialettica, intesa in senso generale come logica, cos come la stessa tradizione dellaristotelismo puro aveva stabilito, e non alla metafisica: ineriscono alla logica secondo losservazione di Tonelli perch rappresenta- no semplicemente il nostro modo di concepire le cose 57 . In modo particolare, Rabe assegna lo studio delle categorie allanalitica 58 . A quanto mi risulta Rabe il primo regiomontano, e forse il primo aristotelico tedesco in assoluto, ad inserire lanalisi delle categorie nellanalitica; infatti, il suo maestro, Andreas Hedio, trattava le categorie ancora nella parte dialettica 59 . Linclusione della dottrina delle catego- rie nella logica era possibile solo per coloro che sostenevano uninterpretazione nominalistica delle categorie, cio le concepivano come forme della conoscenza e non come i generi sommi dellessere. Questa particolare interpretazione delle categorie e la sua inclusione nellanalitica doveva assai piacere a Kant e doveva 53 P. Rabe, Primitiae professionis logico-metaphysicae, sive Commentarious in librum categoriarum Aristotelis, Knigsberg, 1704, p. 35. 54 G. Tonelli, Kants Critique of Pure Reason within the Tradition of modern Logic, Hildesheim-Zrich- New York, 1994, p. 165. 55 Tonelli, Das Wiederaufleben der deutsch-aristotelischen Terminologie bei Kant, cit., p. 236. Cfr. G. To- nelli, La tradizione delle categorie aristoteliche nella filosofia moderna sino a Kant, in Studi Urbinati, XXXII, 1958, pp. 121-143. 56 La critica di Kant alle categorie come generi sommi dellessere probabilmente deriva proprio dalla manualistica del tempo. Cfr. C. Thomasius, Introductio in philosophiam aulicam, Leipzig, 1688, p. 140; S. Christian Hollmann, Philosophia rationalis quae logica vulgo dicitur, Gttingen, 1767, pp. 126-127. 57 Tonelli, Kants Critique of Pure Reason within the Tradition of modern Logic, cit., p. 166. Cfr. W. Risse, Die Logik der Neuzeit (1500-1640), Stuttgart-Bad Cannstatt, 1964, pp. 280, 348; W. Risse, Die Logik der Neuzeit (1640-1780), Stuttgart-Bad Cannstatt, 1970, p. 315. 58 Rabe, Primitiae professionis logico-metaphysicae, sive Commentarious in librum categoriarum Aristotelis, cit., p. 43. 59 A. Hedio, Organum Aristoteleum ad vera Aristotelis et ad Graecorum mentem ac methodum ex optimis interpretibus vetustioribus ac recentioribus concinnatum, Knigsberg, 1686, pp. 80-86. Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione del 1772 247 essere il motivo che spingeva il filosofo di Knigsberg a chiamare con il termine aristotelico categorie i suoi concetti puri dellintelletto: egli, alla stregua di questo tardo aristotelico, concepiva le categorie non come generi sommi delles sere, ma come modi cognoscendi. Riguardo alle categorie, vi da aggiungere che Rabe distingueva poi un uso a priori da un uso a posteriori, proprio come Kant. A priori la categoria in s non ha un significato determinato, ma ha semplicemente la funzione di affirmatio alicujus de aliquo 60 , cio di essere un predicato universale di un qualsiasi oggetto particolare, che esattamente ci che scrive pi volte Kant nella Kritik der reinen Vernunft sia alla fine del 14 e del capitolo sullo schematismo trascendentale 61 . Le categorie assumono per entrambi i filosofi un significato solo quando sono connesse con un oggetto, altrimenti sono vuote funzioni. Esse assumono questo significato solo allinterno del pi ampio problema dello schema delle categorie che compare in Rabe, certo in modo piuttosto diverso rispetto a Kant 62 , ma con altrettanta significativit: per entrambi gli schemi delle categorie sono, a vario titolo, i diversi modi in cui la mente pu significare lessere 63 . In particolare, citando direttamente Aristotele, Rabe afferma che lo schema delle categorie la figura o il modo della predicazione in con creto, e non in abstracto, del predicato al soggetto singolare 64 . Infine, Rabe sembra essere lunica fonte probabile per la stessa distinzione fra analitica e dialettica, che lo stesso Kant riconduce ad Aristotele e alla tradi- zione aristotelica 65 . Infatti n Johann Joachim Darjes, n Georg Friedrich Meier, e nemmeno Johann Jakob Brucker, i quali sono stati tutti indicati come fonti kantiane, presentano una distinzione simile a quella esposta nella Kritik der reinen Vernunft 66 . In modo particolare la distinzione kantiana fra dialettica come dot- 60 Rabe, Primitiae professionis logico-metaphysicae, sive Commentarious in librum categoriarum Aristotelis, cit., p. 65. 61 KGS, III, B 128-129; KGS, III, A 147/B186-187. 62 Molti studiosi ritengono che il problema dello schema delle categorie sia una novit intro- dotta da Kant nella storia della filosofia. Cfr. T.K. Seung, Kants Transcendental Logic, New Haven and London, 1969, p. 55: Schema era uno dei nuovi termini tecnici che sono stati introdotti nella sua logica trascendentale. Cfr. W. Stegmaier, Schema, Schematismus, in Joachim Ritter (a cura di), Historisches Wrterbuch der Philosophie, Schwabe, 1992, 8, pp. 1247-1261. 63 Cfr. Aristotele, Metaphysica, V.7, 1017 a 22-23; Rabe, Primitiae professionis logico-metaphysicae, sive Commentarious in librum categoriarum Aristotelis, cit., p. 66; KGS, III, A 145-146/B 185. 64 Rabe, Primitiae professionis logico-metaphysicae, sive Commentarious in librum categoriarum Aristotelis, cit., p. 67. 65 KGS, IX, p. 20. 66 Numerosi studiosi hanno cercato di individuare la fonte kantiana, ma nessuna fra quelle trovate giustifica la posizione di Kant a parte Rabe, cfr. Tonelli, Das Wiederaufleben der deutsch-aristotelischen Termi- nologie bei Kant whrend der Entstehung der Kritik der reinen Vernunft, cit., p. 239; N. Hinske, Lambert-Index. Stellenindex zu Johann Heinrich Lambert Neues Organon I, Stuttgart-Bad Cannstatt, 1983, p. X; E. Berti, Contraddizione e dialettica negli antichi e nei moderni, Palermo, 1987, p. 149; E. Conrad, Kants Logikvorlesungen als neuer Schlssel zur Architektonik der Kritik der reinen Vernunft. Die Ausarbeitung der Gliederungsentwrfe in den Logikvorlseungen als Auseinandersetzung mit der Tradition, cit., pp. 75-118; N. Hinske, Zwischen Aufklrung 248 Archivio di Storia della Cultura Anno XXV-2012 trina della probabilit (Lehre der Wahrscheinlichkeit) e logica dellapparenza (Logik des Scheins) corrisponde alla distinzione di Rabe fra logica probabilium, la quale ha un determinato valore epistemologico 67 , e logica ex apparentibus, la quale, invece, vuol solo ingannare e persuadere 68 . Questa terminologia tipica di Rabe e non presente in alcun altro manuale logico del XVIII secolo 69 . La stessa analitica comprende per Rabe non solo la dottrina delle categorie, ma anche lo studio dei principi, cosa piuttosto prevedibile in seno alla tradizione aristotelica, e compren- deva anche la gnostologia cio quella scienza che studiava il cognoscibile qua cognosci- bile 70 . Laddove poi il cognoscibile, nella tradizione della Schulmetaphysik di Knigs berg risalente ad Abraham Calov, era un oggetto in generale della conoscenza, nel suo duplice aspetto di conoscibile in s, il quale aveva necessariamente un fondamento nella rappresentazione, e di intelligibile in quanto solamente pensabile, secondo una terminologia che sar poi meglio specificata da Kant nella distinzione fra la conoscibilit del fenomeno e la mera concepibilit del noumeno 71 . In conclusione il risveglio dogmatico e la rivoluzione terminologica che segue il 1772 si spiegano in modo efficace solo attraverso lappropriazione kantiana di temi e motivi, nonch concetti, appartenuti alla tradizione logica aristotelica che Kant poteva aver letto proprio durante gli anni da bibliotecario a Knigs berg, tanto da ritenerci autorizzati a dire che ohne Aristoteles kein Kant. KANTS AWAKENING FROM THE DOGMATIC SLUMBER AND THE TERMINOLOGICAL TURN OF 1772. In this paper the author aims at showing that Kants awakening from the dogmatic slumber, often related to the reading of Hume, finds its full achievement only by means of the assimilation of the Aristotelian doctrines. If Hume provided a critique of the concept of causality conceiving it as a mere mental representation, in Kants opinion Aristotle provided a und Vernunftkritik: Studien zum Kantschen Logikcorpus, Stuttgart-Bad Cannstatt, 1998, p. 28; N. Hinske, Tra illuminismo e critica della ragione. Studi sul corpus logico kantiano, Pisa, 1999, pp. 27-31; M. Capozzi, Dialectic, Probability and Verisimilitude in Kants Logic, in V. Fano, G. Tarozzi, M. Stanzione (a cura di), Prospettive della logica e della filosofia della scienza, Soveria Mannelli, 2001, pp. 32-33. 67 Cfr. R. Bolton, The Epistemological Basis of Aristotelian Dialectic, in D. Devereux e P. Pellegrin (a cura di), Biologie, logique, et mtaphysique chez Aristote, Paris, 1990, pp. 185-236; E. Berti, Il valore epistemologico degli endoxa secondo Aristotele, in Seminarios de Filosofia, XIV-XV, 2001-2002, pp. 111-128. 68 P. Rabe, Cursus philosophicus, seu Compendium praecipuarum scientiarum philosophicarum, Dialecticae nempe, Analyticae, Politicae, sub qua comprehenditur Ethica, Physicae atque Metaphysicae, ex evidentioribus rectae rationis principiis deductum, methodo scientifica adornatum, et brevi atque perspicuo stylo concinnatum, in gratiam non solum Philosophiae cultorum ex professo, sed et imprimis eorum, qui tantum ex ea modo haurire desiderant, quantum sibi in superioribus Facultatibus usui esse potest in Theologia nempe, Jurisprudentia et Medicina, Knigsberg, Boye, 1703, pp. 37-38. 69 Cfr. M. Sgarbi, La Kritik der reinen Vernunft nel contesto della tradizione logica aristotelica, Hildes- heim-Zrich-New York, 2010. 70 Rabe, Cursus philosophicus, cit., p. 1207. 71 Sullinfluenza dello scolastico Abraham Calov fra il 1768 e il 1772 cfr. M. Sgarbi, Abraham Calov and Immanuel Kant. Aristotelian and Scholastic Traces in Kantian Philosophy, in Historia philosophica, IX, 2010, pp. 55-62. Il risveglio dal sonno dogmatico e la rivoluzione del 1772 249 new way to conceive all the concepts of intellect, even though in a non-systematic way. Kant found the solution of his epistemological problem in the peculiar Aristotelian tradition of Knigsberg, according to which the categories are mental constructions or concepts of a mental order. Kants debt to Aristotelianism in the matter of the awakening is clear in his terminological turn of the years 1771-1772. In those years some important Aristotelian terms such as category, schema, dialectic and analytic appear for the first time. At that time, Kants awaken- ing, influenced by Aristotelianism, was possible because the philosopher has been working as a librarian at the Schlossbibliothek, where he had at his disposal vast book holdings relating to the Aristotelian tradition.