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Nipote di Seneca il vecchio/il retore, figlio di suo fratello, autore del De Bellum Civile, il poema epico storico

pi antico che ci pervenuto non frammentario. Nasce a Cordoba nel 39, con il nome di Marco Anneo
Lucano. Da bambino portato a Roma, dove acquista una formazione stoica. Viene poi mandato a
perfezionare gli studi ad Atene e da subito si distingue per le sue grandi doti intellettuali e la sua cultura e
oratoria brillanti, tanto che Nerone lo fa entrare nella cohors amicorum e gli d cariche importanti.
Durante la prima Neronia ottiene molto successo e recita alcuni passi del Bellum Civile. Improvvisamente
cade in disgrazia per via di un voltafaccia del princeps, che forse invidiava Lucano. Oggi si tende a dare
piuttosto una giustificazione di carattere politico: dal Bellum Civile emerge una ideologia repubblicana, gi
dal proemio in cui rivendica la libertas della res publica. stata forse questa sua posizione a farlo cacciare, e
influisce sicuramente lallontanamento di Seneca.
Coinvolto nella congiura dei Pisoni, forse era uno dei promotori secondo Svetonio, costretto al suicidio.
Nella speranza di aver salva la vita avrebbe forse perfino denunciato la madre, ma non abbiamo prove. Lo
riporta Tacito come rumor, voci infondate.
Di lui abbiamo il Bellum Civile, poema epico storico, incompiuto. Ha compsto anche altre opere che per
non ci sono pervenute. Il suo poema pi conosciuto con il nome di Farsaglia, termine da lui usato nel Libro
IX, dove dice Farsalia nostra vivet (vivr, sfider i secoli), cio dove dichiara il valore della sua opera che
gli doner fama futura. Questo poema ha un carattere molto innovativo, perch persegue dallinterno il
rinnovamento dellepos, del genere del poema epico. cos innovativo che alcuni studiosi moderni lhanno
definito anti-Virgilio. Sappiamo poi che ha avuto tanta ammirazione da Dante ( uno dei quattro poeti
che gli si fa incontro nel Limbo), Tasso e Leopardi.
Il Bellum Civile
un poema epico-storico, tramandatoci dai codici con questo titolo, ma comunemente noto come
Farsaglia, vicende di Farslo.
Argomento la guerra civile tra Cesare e Pompeo. Farsaglia perch la battaglia di Farsalo, in Epiro, del 48
a.C., conclusasi con la vittoria di Cesare, ha segnato un momento culminante, ha dato il via alla vittoria di
Cesare contro le resistenze pompeiane. Pompeo poi scappato in Egitto, ma qui Tolomeo lo fa uccidere a
tradimento. Cesare rimane sconvolto dalla vista della testa mozzata di Pompeo, e nella lotta per il potere in
Egitto favorisce Cleopatra contro Tolomeo. La citt di Alessandria per questo gli si ribella. Il poema si
conclude qui (era iniziato con il passaggio del Rubicone).
Lopera in 10 libri, ma sappiamo che il modello epico per eccellenza, lEneide, era di 12. Probabilmente
egli voleva arrivare a comporre 12 libri, senza riuscirci. Si propongono diverse conclusioni: forse voleva
arrivare fino al suicidio di Catone Uticense, modello di saggio stoico che si affaccia negli ultimi libri. Forse
voleva arrivare fino alla fine della guerra civile, alla battaglia di Munda; altri propongono come termine la
morte di Cesare nel 44, altri ancora la battaglia di Filippi in cui Ottaviano e Antonio annientano i cesaricidi.
Le fonti
Sicuramente si ispirato a fonti romane, molto probabilmente a Tito Livio, ma la sua opera non ci
pervenuta completamente, abbiamo le perioche, dei riassunti. Si poi ispirato ad Asinio Pollione e al
nonno, Seneca il Retore, ma anche queste fonti non ci sono pervenute. Ci si chiesti fino a che punti i fatti
storici siano veri. possibile effettuare un confronto con i Commentarii de Bello Civili di Cesare, da cui
emerge che alcuni fatti sono stati rielaborati sia per esigenze artistiche che per esigenze ideologiche, volte
ad opporsi al principato.
Caratteristiche dellepos di Lucano
Egli ha molto rinnovato il genere epico, distaccandosi dallEneide. Per questo stato definito anti Virgilio.
Nel Bellum Civile elimina lapparato mitologico: nel genere epico tradizionale era presente in tutte tre le
opere principali, Iliade, Odissea e Eneide. Il motore dellazione era lira divina: Odisseo condannato dallira
di Poseidone, Enea perseguitato dallira di Giunone che odia i troiani, per di pi egli destinato a fondare
Roma che sar tanto pi potente da distruggere Cartagine. Questo non c nel Bellum Civile.
Mancano poi i tipici topoi del poema classico, come il concilio degli Dei o gli interventi divini. vero che
un poema storico, ma non il primo: ricordiamo che nel Bellum Poenicum di Nevio e negli Annales di Ennio
comparivano storia e mitologia fuse insieme.
Elimina lapparato mitologico, per la componente del meraviglioso presente tramite altri elementi,
tramite i sogni, tipico topos dellepoca, le visioni, le profezie, le magie.
Altro aspetto innovativo largomento, decisamente lontano dal tradizionale argomento dellepica, che
aveva sempre avuto un intento celebrativo (ricordiamo il libro VI dellEneide) della citt e dei suoi eroi. Nel
Bellum Civile invece il tema il tragico crollo della libertas repubblicana, per via dellavvento del potere
assoluto. Facendosi Lucano portatore dellideologia senatoria, egli fa coincidere questo crollo con la fine
della gloria di Roma. una vera sconfitta, che non viene celebrata ma deplorata con toni patetici ed
enfatici.
Questo si vede nel proemio, che condanna la guerra fratricida, sanguinosa, attraverso un crescendo
fortemente patetico e unapostrofe ai cittadini. Il proemio non ha quindi un intento celebrativo, bens una
condanna nei confronti della guerra fratricida. Questa guerra peggiore di una guerra civile, perch viene
combattuta non solo tra cittadini, ma anche tra consanguinei (Pompeo aveva sposato Giulia, la figlia di
Cesare). una guerra tra Cesare, socer, e Pompeo, gener. Questo accentua il fatto che per certi aspetti
pi una tragedia che un poema epico. Presenta il tema della lotta sanguinosa nella famiglia, il tema del
destino e del fato che nega ogni salvezza.
Segue poi lelogio a Nerone, con un tono magniloquente, enfatico, che tuttora non si sa come interpretare.
Secondo alcuni veramente un elogio, inteso come topos del genere, convenzione. Per altri occorre fare
una lettura ironica-antifrastica. Possiamo dire quindi che il tono volutamente ambiguo, e si presta a pi
chiavi di lettura.
Nel proemio si evidenzia quella tensione che non viene mai meno ad ottenere leffetto del sublime, finora
ottenuto con la celebrazione. Lucano lo persegue attraverso la dismisura, leccesso, che si evidenzia sia
nelle vicende che nei personaggi, colti sempre nella dimensione tragica e patetica. Ne una prova la
posizione rilevante del tema della morte, che ha un ruolo centrale e ampio: gli dedicato un ampio spazio e
viene molto accentuato con un gusto per il cupo, il lugubre, con la presenza di particolari macabri e orridi
che rimandano alle tragedie di Seneca.

La tecnica narrativa
La componente narrativa non ampia. La tecnica utilizzata ha caratteri di selettivit (Lucano non racconta
tutti gli avvenimenti, ma sceglie quelli pi drammatici) e asimmetria (alcuni fatti sono trattati pi
sinteticamente, altri sono dilatati), per adattare meglio il testo a quegli intenti ideologici e narrativi che si
era proposto.
Pi che una narrazione, lopera sembra una rappresentazione teatrale per le tecniche narrative utilizzate.
La narrazione rappresentata da scene, da blocchi di scene. Il racconto reso piuttosto statico ad
digressioni di carattere scientifico, geografico, etnografico, mitologico. Manca limpianto mitologico e i
tipici topoi del genere, tuttavia tramite queste digressioni si recupera il tema del soprannaturale.
Lopera caratterizzata da un procedere statico. Sullazione prevale la componente descrittiva, spesso
affiancata a quella drammatica (susseguirsi di scene teatrali con ampi monologhi e discorsi patetici).
Altro aspetto caratteristico la soggettivit, gi presente nellEneide. In Omero la narrazione oggettiva
(ad eccezione di alcuni episodi), e il narratore non interviene. In Virgilio invece presente la componente
soggettiva: il narratore interviene con commenti che inducevano alla riflessione. Ora la componente
soggettiva viene esasperata: il narratore parla in prima persona ed interviene con commenti spesso solenni
ed enfatici.
Possiamo dire che in tutto il poema sia dominante il tono oratorio, con forte influsso delle scuole di
retorica. Quintiliano ha definito questo stile come magis oratoribus quam poetis imitandibus. evidente
linflusso delle declamationes, com modello Seneca, e degli insegnamenti delle scuole di retorica. In
riferimento alle sententiae, Quintiliano parla di sententiis clarissimus.
Ricordiamo la sententia che parla di Catone Uticense, accentuandone la forza, il coraggio, laltezza morale,
addirittura il titanismo. Gli Dei hanno scelto i cesaricidi come vincitori, ma Catone ha il coraggio di
contrapporsi alla loro scelta sostenendo la causa dei vinti, che per lui giusta. La sententia deve rimanere
impressa, si usano quindi tutte le arti della retorica: il verso esametro composto da due parti che si
corrispondono con la tecnica del parallelismo, o che si oppongono con lantitesi; compare anche una figura
etimologica. una sententia costruita con abilit retorica, esempio perfetto della ricerca della frase ad
effetto originale ed incisiva, che colpisca il lettore. Sono aspetti che hanno fatto parlare di gusto barocco,
come per Seneca. La frase presenta anche caratteri di concettosit, si cerca loriginale e leffetto anche con
esiti artificiosi. Il tono elevato, con una tensione continua che mira ad ottenere leffetto del sublime con
tutto ci che la retorica gli offre (sententiae, metafore, iperboli).
Lo stile molto alto, teso, con esiti perfino di parossismo, una forma di eccitazione che arriva fino alla
perdita di controllo, con una tensione esagerata. Lo stile ricorre a tutti i possibili procedimenti che
producono il patetico: apostrofi, interrogative retoriche, esclamative, orazioni in ogni forma (monologo,
invettiva, compianto, orazioni affiancate e contrapposte), cio si utilizzano quegli aspetti tipici della
tragedia.

Lideologia
evidente che Lucano vuole trasmettere un messaggio ideologico che si pu definire stoico, anche se ci
sono aspetti che fanno di lui un autore che vive uno stoicismo particolare. La sua formazione stoica molto
evidente, compaiono aspetti stoici come la celebrazione della virtus oppure la figura di Catone Uticense,
che per risulta evidente come sia stata costruita come incarnazione del sapiente stoico. Delinea
unimmagine che poi colpir molto Dante, che lo porr guardiano del Purgatorio in nome della libert
morale che ha cercato.
La formazione stoica evidente anche dalla celebrazione della virtus e dal tema del suicidio. Manca per
laspetto tipico dellamor fati, lamore per il destino: manca laccettazione del destino. Gli stoici credevano
nella presenza di una mente provvidenziale, nella provvidenzialit del destino. Si narra che ci fosse stato un
carteggio tra Seneca, stoico, e San Paolo, a testimonianza proprio di come lo stoicismo e il cristianesimo
erano simili. In Lucano manca proprio questo, il tema del disegno provvidenziale finalizzato al bene degli
uomini, che per non possono comprendere. Lucano non lo condivide, il destino per lui malefico,
malvagio, persegue il male, la distruzione di Roma e la fine della libertas, protegge i malvagi e si accanisce
su deboli e fragili. Egli si ribella con proteste indignate e anche violente, manca lamor fati. stato definito
uno stoico che ha perso la fede.
Anzich essere convinto di un destino provvidenziale, convinto che gli dei nutrino invidia per la felicit
degli uomini (parla di invida fatorum series), e che questa invidia sia alla base della decadenza di Roma.
Nella sua opera, in termini violenti ed enfatici, denuncia la crudelt degli dei. A testimonianza di questo,
due sententiae: Non esistono per noi gli dei e il caso cieco travolge le generazioni.

Il rapporto con lEneide
Anche la Farsaglia si rapporta con lEneide, in forme particolari. Spesso il rapporto attuato con un
rovesciamento: c un rimando ma avviene un rovesciamento. Anche la Farsaglia si apre con un proemio, in
cui compaiono per contenuti opposti a quelli dellEneide. Virgilio celebrava la nascita di Roma e i futuri
grandi destini. Nel proemio della Farsaglia si parla del tracollo di Roma, dellesecrazione dellimminente
distruzione del dominio romano. In altri punti compaiono profezie dellEneide rovesciate. Ad esempio nel I
libro dellEneide compare una profezia sui grandi destini di Roma, nella Farsaglia si predice invece
limminente rovina. Rispetto al libro VI dellEneide (quello della discesa di Enea negli Inferi, nei Campi Elisi,
dove incontra il padre Anchise che gli mostra i suoi discendenti), la profezia rovesciata: in un episodio
macabro e lugubre si immagina un rito magico della maga Eritto, che riporta in vita un soldato morto a
Farsalo, e lo induce a profetare una serie di sciagure su Roma e sul suo dominio.

I personaggi
Il sublime una costante non solo nello stile, ma anche nelle vicende. Non perseguito con la venerazione,
ma con leccesso e la dismisura. Viene evidenziato anche nella scelta dei nomi con cui si rivolge ai
personaggi. Ad esempio Cesare viene indicato con Caesar, termine che ai tempi di Lucano era diventato
antonomasia per indicare il principato, oppure Pompeo era indicato con il suo appellativo Magnus.
I personaggi assumono atteggiamenti estremi, con azioni enfatizzate anche dal tono. Non c un
protagonista, una sorta di poema senza eroe. Non c un eroe positivo, come era stato il pius Enea, ma
ci sono tre personaggi principali intorno ai quali ruota la vicenda: Cesare, Pompeo e Catone Uticense.

Cesare viene presentato come un personaggio grande ma malvagio, malefico, incarnazione del furor che la
fortuna (sorte) ha scatenato contro Roma. presentato come un eroe nero, con un energia straordinaria
che lascia esterrefatto perfino lo stesso narratore. la personificazione di quelle passioni irrazionali che
Enea sconfiggeva nellEneide (lira, il furor, limpatientia). Modello la figura di Catilina delineata da
Sallustio (De Catilinae coniuratione), oppure la figura tragica del tiranno crudele e arrogante. Nel definire il
personaggio di Cesare in termini cos crudeli, viene meno un dato storico accettato da tutti, cio la virt
della clementia. Gli viene negata per fino quella, anzi, proposto come uno spaventoso modello di
empiet, esattamente allopposto della figura del pio Enea. Questa empiet si evidenzia in pi passaggi, ad
esempio quando varca prepotentemente il Rubicone, nonostante il divieto della patria, oppure quando
abbatte un bosco sacro alla dea Cerere a Marsiglia, dopo che aveva dato lordine di farlo ai suoi soldati che
per si erano rifiutati; oppure ancora dopo la battaglia di Farsalo, quando aveva ordinato di non seppellire i
nemici morti, per compiacersi del campo sparto di feriti e caduti.
A questo eroe negativo dovrebbe contrapporsi Pompeo, presentato per piuttosto debole e fragile, senza
una statura morale. Ha un temperamento piuttosto passivo, non ha la statura delleroe, sembra pi una
figura tragica, patetica. Tra laltro forse lunico che ha unevoluzione psicologica: man mano che va
perdendo potere, tende a ripiegarsi nella sfera privata degli affetti familiari, e arriva ad accettare la morte
come una forma di riscatto morale, perch sa di affrontarla per una giusta causa. Potrebbe quindi essere
considerato come una reincarnazione della res publica, ormai destinata alla rovina.
Catone lunica figura positiva, incarnazione del saggio stoico e anche portatore dellideologia di Lucano e
quindi espressione del manifestarsi della crisi dello stoicismo razionale, perch non crede pi in una mente
ordinatrice che dal caos trae il cosmo. il campione della legalit repubblicana, subentra a Pompeo come
simbolo quando egli muore, incarna il saggio stoico. Gli viene per riservato uno spazio piccolo: compare
nel II libro, a colloquio con Bruto, dove elogia la virtus e Pomeo; nel IX libro, quando subentra a Pompeo.
Manca con tutta probabilit la parte conclusiva, quella in cui sarebbe diventato protagonista. Possiamo
assumerlo come portatore dellideologia dellautore, in cui si manifesta la crisi dello stoicismo tradizionale.
Nella sua visione, non crede pi nellesistenza di una mente benevola che trae ordine dal caos, non c pi
la credenza nella provvidenzialit. Il destino malvagio e persegue la sconfitta di Roma. Il sapiente stoico si
allontana dalla causa che gli dei proteggono, e cerca risposta nella sua coscienza, scegliendo la causa dei
vinti, che crede giusta. Cos facendo, osa contrapporre alla volont degli dei ci che considera giusto la sua
coscienza, e si eleva fino al loro livello. Perviene quindi a scegliere il suicidio cos come lo teorizzava lo
stoicismo, come scelta di vita, come affermazione del proprio diritto di scegliere la libert, che nella realt
schiacciata ed oppressa e abbandonata dagli dei. Seguir quello che la sua coscienza definisce come giusto,
anche contro il volere degli dei. Possiamo quindi parlare di titanismo.
I personaggi minori sono caratterizzati in positivo o negativo a seconda del loro schieramento: quelli dalla
parte di Pompeo-Catone sono valorosi ma sfortunati, perseguitati dalla sorte; quelli che si alleano a Cesare
sono sanguinari, succubi di un tiranno e combattono per una causa sbagliata.
Tra le figure femminili ricordiamo Cornelia, moglie di Pompeo, incarna la figura tradizionale della matrona
romana, devota al marito, di cui condivide la sorte; e Giulia e Cleopatra, donne spregiudicate e corrotte,
modello da non seguire.

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