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Casa di spiritualit di Camposampiero 15 dicembre 2012




RITIRO MENSILE PER RELIGIOSE


IL DONO SINCERO DI SE: LA CARITA



La carit il modo di essere di Dio. Tutto in lui si riassume nellamore e nella sua misericordia.
Amore per Dio il modo di relazionarsi allinterno della Trinit e il suo modo di relazionarsi fuori della relazione trinitaria.
Dio amore e per Dio impensabile non essere Amore. La relazione di Amore tra Padre, Figlio e Spirito Santo si
esprime in una unit e intimit profonda che coinvolge luomo. Tu in me, io in te anchessi in noi una cosa sola.
Gv17,21

La virt teologale della carit, in quanto dono di Dio, la possibilit che Dio ci offre di partecipare alla sua stessa vita, di
renderci partecipi del suo stesso modo di essere e quindi di amare.

Siamo chiamati per prima cosa a contemplare il modo di essere di Dio.
La carit di Dio si manifestata in modo esemplare per tutti gli uomini nella morte e crocifissione di Ges.
E l che Dio volgendosi contro se stesso ha mostrato nella forma pi radicale il suo disegno damore. Egli dona se
stesso, non una parte di s, perch chiunque creda in lui si salvi per mezzo di lui, abbia la pienezza di vita.

Questo che si realizzato una volta per tutte in Ges nella pienezza dei tempi, si rinnova ogni volta nelleucaristia.
Nelleucaristia Dio si dona e ci comunica il suo stesso modo di essere trasformandoci interiormente. Nelleucaristia Dio ci
rende sempre pi simili a lui.
Non solo si dona a noi, ma Ges ci coinvolge nella sua stessa dinamica di donazione.

Dio si dona e noi siamo chiamati a predisporci a questo dono lasciandoci coinvolgere dal suo atto oblativo.
Favorire laccoglienza del dono e custodire le trasformazioni che lo Spirito mette in atto nel nostro cuore, nella nostra
mente e nella nostra volont dipendono da noi. Per questo dobbiamo permettere che lAmore di Dio ci raggiunga a suo
modo, in modo gratuito e creativo, fuori dai nostri schemi.
Se imprigioniamo Dio dentro a schemi rigidi e non ci lasciamo sorprendere dalla sua azione preveniente e a volte
sconcertante, il nostro voler bene, il nostro amare saranno molto volontaristi e dipenderanno troppo da noi (forse faremo
della filantropia, ma non vivremo nella carit).

Credere che Dio amore in definitiva vivere in lui e come lui, significa essere entrati nella stessa esperienza di Dio.
Unesperienza che si d gi qui nella nostra vita e si compir in pienezza nella vita eterna.
E unesperienza di agape e di eros. E amore gratuito che si dona e si fa concretezza di vita. E gratuit e passione,
senza essere possesso.
E abitare nellintimit di Dio.

Biblicamente questa intimit tra Dio e luomo ben espressa dal verbo dimorare. Dove dimorare stare nella stessa
casa: Dio e luomo abitano nello stesso ambiente. In questo contesto teologico la relazione tra Dio e luomo sciolta,
facile perch luomo gode alla presenza di Dio, da lui impara come vivere e Dio gode che la sua creatura viva nella
pienezza.
(Per intuire lesperienza del dimorare nei suoi aspetti pi unitivi e comunicativi possiamo ricorrere allesperienza della
gravidanza. L avviene una comunicazione intima tra i due (la madre e il figlio) che li plasma.)


Alcuni testi evangelici ci aiutano a contemplare come le donne che stavano con Ges si siano lasciate attrarre
dal suo amore


Tra i molti testi, ne scegliamo tre pi esplicitamente legati al ministero di Ges o della Chiesa.

Lunzione a Betania Mc14,3-9
La scena avviene in una casa, durante un banchetto.
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Arriva una donna, rompe un vasetto di olio molto prezioso (quanto un anno di lavoro di un operaio) per versarlo sul capo
di Ges.
E un gesto di riverenza, di onore. La necessit di questo gesto non viene riconosciuta dai presenti, anzi viene molto
criticata. Alcuni si sdegnarono e ricordano che quei soldi potevano essere usati per fare lelemosina ai poveri in
occasione delle feste pasquali (era una delle opere di piet prescritte). Il testo sottolinea che erano infuriati contro di
lei.

Ges sposta lattenzione dalla donna (non infastiditela) a se stesso (ha compiuto verso di me unopera buona). Ricorda
che ora lui c e che non ci sar pi. Che i poveri ci saranno sempre e sempre ci sar loccasione di beneficarli. Ges
non oppone se stesso ai poveri, egli pone laccento sulleccezionalit della sua presenza.

La donna, con il suo gesto, ha riconosciuto la presenza di Ges come una presenza eccezionale, degna di molta
attenzione e onore. Ha intuito la sua identit e si sentita coinvolta nella sua dinamica damore.
Per questo essa stessa capace di un gesto damore sovrabbondante, senza calcolo, fuori misura.
Per questo essa stessa viene coinvolta dentro alla vita di Ges e a quello che sar il suo atto definitivo damore e
inconsapevolmente anticipa lunzione della sepoltura.

Essa cos dentro allesperienza di Ges e alla sua missione (siamo nel contesto dei fatti della passione) tanto da
sembrare completamente estranea alle critiche degli altri.

Ges elogia la donna perch
Ha fatto unopera buona verso di lui
Ha fatto ci che era in suo potere
Ha fatto un gesto profetico
Ci che ha fatto sar ricordato per sempre in tutto il mondo.

La donna ha, liberamente (ci che era in suo potere), ricambiato lamore di Ges (ha compiuto verso di me unopera
buona) partecipando alla sua missione di offerta di s (ungendo in anticipo il mio corpo).
Ges elogia il modo di stare con lui della donna e lo elogia in ordine alla comprensione e partecipazione alla sua
propria missione.

Avverte tale comprensione e partecipazione cos forte e particolare tanto da additarla come esempio per tutta la chiesa.
In ogni luogo dove la chiesa attuer il suo ministero di annuncio del vangelo non si potr tacere il ricordo di ci che essa
ha fatto (un gesto damore che partecipa alla missione di salvezza di Ges).


Le donne al seguito di Ges Lc,8,1-3

Si parla di donne al seguito di Ges, in un contesto di annuncio della Buona Novella. Cerano i dodici e alcune donne.
Per le donne quindi unesperienza di prossimit a Ges e al suo ministero.

Si dice che erano state curate. Hanno fatto esperienza dellamore che salva e libera.

Esse li/lo assistevano con i propri beni.
Viene indicato un atteggiamento di servizio, dove vengono messi in gioco i propri beni: quello che si e quello che si
possiede.
C un esserci tutte, senza riserve per s. I beni personali si condividono e si mettono a servizio del ministero di Ges.
Questo atteggiamento di donazione totale di s nasce dallaver incontrato la forza salvifica di Ges, che guarisce da
ogni infermit.


Nellora della morte Mc15,40-47
Quelle stesse donne accompagnano Ges fino alla fine. C un impegno di vita in questa loro assistenza. Si sono
coinvolte per sempre nella vicenda di Ges.
Lo seguivano e servivano fin dalla Galilea: sequela e servizio nellesperienza di queste donne si accompagnano e le
rende capaci di stare presso Ges.

Ci sono sotto la croce, alla distanza permessa, noncuranti del giudizio degli altri.

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A quelle venute dalla Galilea, che hanno messo la loro vita a disposizione di Ges e della sua missione, se ne
aggiungono altre, che con loro salgono a Gerusalemme.
Gli uomini, a parte Giovanni, non ce la fanno a stare con Ges in questora difficile.

Il servizio delle donne a Ges arriva fino alla sepoltura. Il loro s detto a Ges s a tutta la vita e a tutta lesperienza di
Ges, cura fino allultimo.
Stavano ad osservare dove veniva deposto il corpo di Ges. Un atteggiamento che richiama quello meditativo di Maria:
serbava tutto nel suo cuore.
Luca 23, 55-56 aggiunge che le donne osservavano oltre a dove, anche come era stato posto il corpo per poi andare
a preparare gli olii.
Queste precisazioni indicano una finezza particolare della presenza delle donne agli eventi conclusivi della vita di Ges.
Eventi certo non fini, cruenti e obbrobriosi.


Alcuni atteggiamenti/virt che scorgiamo in queste donne a partire dalla virt principe della carit

La relazione di affetto verso la persona di Ges
La relazione personale di affetto delle donne nei confronti di Ges si manifestava in atteggiamenti di venerazione, cura
per la sua persona, servizio con tutti i propri beni al suo ministero.

Cosa significa per delle consacrate alimentare laffetto verso Ges avendo cura e mettendosi a servizio della pastorale
della sua Chiesa, oggi?



Amore, sequela e condivisione della missione di Ges
Le donne al seguito di Ges, mosse dallamore, dallessere state toccate dalla sua forza risanante stanno alla sequela di
Ges, condividendone il cammino di obbedienza al Progetto del Padre.
Esse ci sono, senza confondersi mai con Ges e con il suo ministero. I verbi usati per dire la presenza e lazione delle
donne sono altri, rispetto a quelli di Ges e degli apostoli, anche se tutti attivi.
Il modo di stare a fianco a Ges proprio. Ci sono, sapendo anche mettere in disparte. Comunque una presenza di
grande partecipazione (i beni, il battersi il petto.)

Cosa significa per delle consacrate essere alla sequela di Ges, esserci nella missione della chiesa?
Si pu parlare di una presenza propria? In che cosa consiste?
Cosa significa per voi, nella vostra condizione di vita, vivere la carit? che contorni prende in questa carit?

Amore e incomprensioni
Le donne del vangelo ci testimoniano anche un modo di fare che, per amore a Ges, non calcola le convenienze sociali.
Per amore, per condivisione, per riconoscenza, per fiducia in Ges si espongono e non temono critiche e sanno
sostenere le incomprensioni degli altri.
Forse anchesse non sempre avranno capito, ma la sequela di Ges pi forte.


Amore e parola
Non vengono riportati dialoghi particolari tra queste donne e Ges (il battersi il petto sotto la croce e il loro piangere sulla
via del Calvario), eppure non saranno state mute. Altre donne parlano nei vangeli.
Quando parlare e quando tacere per amore a Ges e alla sua Chiesa? Riconoscere il tempo del parlare e il tempo del
tacere una virt. Spesso un dono di grazia da chiedere. C un aspetto ascetico e spirituale in questo da non
sottovalutare (osservare, serbare,) per non dire ci che bisogna tacere e non tacere ci che occorre dire (G. Magno,
Regola pastorale n.4)

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