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LE VIE DEI PELLEGRINI TRA LAZIO E CAMPANIA

Coloro che compivano il pellegrinaggio verso S. Michele sul Gargano o, addirittura, fino a
Gerusalemme seguivano alcuni tracciati che prover a ricostruire. Dar per scontato lultimo
tratto da Benevento alla Puglia, limitandomi a identificare i percorsi seguiti da Roma fino al
capoluogo del Sannio. Seguir, inoltre, quella che possiamo definire variante molisana, perch
dal Basso Lazio conduceva al Gargano passando appunto per il Molise.
Questi itinerari sono stati sufficientemente definiti, ma ritengo interessante una disamina pi
particolareggiata di alcuni tratti, come quelli tra Lazio e Campania appunto, seguendo un duplice
criterio cronologico e topografico.
Dal punto di vista cronologico possiamo definire due grandi periodi: il primo tra VII e X secolo, il
secondo tra XI e XIII. Nel primo periodo esamineremo prevalentemente gli itinerari connessi al
culto micaelico, fiorito sostanzialmente a partire dal VII secolo. In questo periodo, infatti, si
verificano due fatti fondamentali: larrivo nel meridione dei Longobardi, che si convertono al
Cristianesimo adottando S. Michele come protettore del loro popolo, e il passaggio dellarea del
santuario garganico alla diocesi di Benevento.
Dal punto di vista topografico abbiamo due direttrici principali tra Lazio (Roma) e Campania
(Benevento): la via Appia, con le sue varianti e la via Latina/Casilina.
In pi, cera una terza direttrice, variante delle prime due, quella che ho definito variante
molisana.
I PERIODO: VII-X SECOLO D.C.
Verso il 670 il vescovo Arculfo, secondo la ricostruzione del suo viaggio che ne dette Adamnano
nel suo De locis sanctis, da Roma giunse a Terracina usando probabilmente lAppia e da l
simbarc per Messina e quindi per Costantinopoli. San Willibaldo, che comp il suo pellegrinaggio
in Terrasanta tra 723 e 726, salp a sua volta da Terracina e quindi, seguendo una rotta costiera,
giunse a Siracusa da dove pot proseguire via mare; al ritorno, sbarc a Napoli da dove raggiunse
Capua e di l, attraverso la Latina-Casilina [passando per Teanum] - e visitando quindi
Montecassino (Monasterium Sancti Benedicti in Monte Casini) che aveva come abate Petronace
pervenne a Roma.
Non si sa quale fu litinerario seguito dal monaco franco Bernardo, il quale viaggi pellegrino con
due compagni tra 867 e 870: ma senza dubbio egli viaggi via terra, giungendo a Terracina
attraverso lAppia o la Latina-Casilina e quindi transitando per Benevento, per quanto il suo
Itinerarium non ricordi alcune di queste tappe; esso dice esplicitamente invece che i tre visitarono
la grotta dellarcangelo sul Gargano.
Nell870 abbiamo la prima voce di testimonianza sicura dun pellegrinaggio al santuario di Mont-
Saint-Michel e alla tomba di santOberto: ce lha procurato il monaco Bernardo, celebre autore
dun Itinerarium nel quale ci narra di un suo pellegrinaggio che lo condusse a Gerusalemme, al
Gargano, a Roma e sullo scoglio fra Bretagna e Normandia. NellXI secolo, gli avventurieri
normanni che scendevano in Italia per cercarvi la fortuna non avrebbero dimenticato n la Val di
Susa, n il Monte Gargano: sarebbe nata cos una forte tradizione di pellegrinaggio micaelico,
una Via sancti Michaelis tra Normandia e Puglia attraverso le Alpi occidentali.

II PERIODO: XI-XIV SECOLO

Il panorama viario si fece pi denso e movimentato a partire dai primi anni dellXI secolo,
seguendo del resto le linee della rinascita demografica, economica e sociale dellEuropa
occidentale del tempo. Le terre e le citt del meridione dItalia si andarono arricchendo di nuovi
culti santorali e di nuove reliquie, attorno ai e alle quali nascevano anche nuove feriae, le fiere
stagionali; per le strade si aprirono nuovi hospitia o xenodochia per i pellegrini e i viandanti in
genere avventurieri, mercenari in cerca dingaggio, mercanti -, mentre si moltiplicavano anche i
ponti e i guadi che consentivano di varcare comodamente i corsi dacqua.
Nikulas Saemundarson di Munkathvera nel 1154 scese pellegrino dalla sua lontana isola a
Gerusalemme lasciandoci del suo lungo viaggio una memoria odeporica. Filippo II Augusto re di
Francia, di ritorno dalla terza crociata nel 1191, provenendo da Corf sbarc a Otranto per
guadagnare di l Lecce, Ostuni, Bari, e risalire quindi lAppia Traiana sino a Capua, da dove
attraverso la Latina-Casilina giunse a Roma; in seguito, sempre percorrendo la Francigena, il
sovrano pot rientrare in Francia per la via del Moncenisio.
In pieno Trecento, limportanza delle vie terrestri dellItalia meridionale trov una sanzione
autorevole nel celebre poema geografico di Fazio degli Uberti, il Dittamondo, che descrive il
cammino da Roma a Napoli lungo lAppia e quindi lattraversamento della Terra di Lavoro e il
percorso dellAppia Traiana, con relative deviazione per il Monte Gargano.

Schematicamente tracceremo i vari itinerari e, per ogni luogo toccato da essi, ci sar una scheda
con le caratteristiche topografiche, la presenza di chiese, monasteri e, dal XII secolo in poi, anche
le varie commende, precettorie e ospedali gestiti dagli ordini monastico-militari.

Sostanzialmente, da Roma si potevano prendere tre principali direttrici, di cui le prime due
confluivano ad Anagni, proseguendo per Montecassino e, proseguendo lungo la via Latina, a
Capua; la terza era lAppia antica che tirava via dritta fino a Terracina. Ma a questo percorso
veniva spesso preferito quello pedemontano che passava per Albano, Sezze, Priverno e scendeva a
Terracina; da qui il percorso era unico fino al Garigliano.

PRIMO ITINERARIO: VIA APPIA
Il percorso seguito dai pellegrini nel medioevo ricalca solo in parte quello del tracciato della Regina
Viarum di et romana. Infatti, se fino a tutto il VI secolo e, probabilmente, anche agi inizi del VII il
tracciato antico continua ad essere in uso, in seguito tratti anche considerevoli tra Basso Lazio e
alta Campania, cadranno in disuso per fenomeni di impaludamento e mancata manutenzione,
unitamente ad una dislocazione di molti centri abitati dalla pianura verso le alture.
Le tappe principali nel Lazio erano:
- Albano
- Nemi
- Velletri
- Cori
- Sermoneta
- Bassiano
- Sezze
- Priverno
- Fondi
- Terracina
- Formia
- Traetto/Minturno





Albano
La prima tappa importante, scendendo lungo lAppia, era Albano, a circa 25 chilometri da Roma.
- Chiesa di S. Pietro VI secolo
- Chiesa di S. Pancrazio VIII secolo
- Castello X secolo
- Tenuta di San Migrano (Roma)
La tenuta confinava col Casale Annibali, il Casale dei Santi Sergio e Bacco, col Casale Nutuli
e con Santa Pacora. Aveva una estensione di 80 rubbia (circa 148 ettari), di cui 70 destinati
a seminativo e 10 a bosco. difficile rilevare esattamente la sua collocazione, dal momento
che alcuni confini non sono identificabili; tuttavia il Silvestrelli, in base a documenti di
epoca posteriore, afferma che "il tenimento di san Migrano conviene... cercarlo... verso
l'attuale stazione di Pavona" (a poca distanza da Albano Laziale). Rimase in possesso degli
Ospedalieri per circa un secolo: in un documento del 1427, infatti, risulta frazionata tra
numerosi proprietari privati, frazionamento che continu anche negli anni successivi con
altri passaggi di propriet. All'interno della tenuta era situata la chiesa omonima di San
Migrano, dove il 10 luglio 1310 vennero affisse le citazioni del processo dal nunzio
Giovanni, rettore di Santa Maria della Stella. Di questa chiesa non si hanno pi tracce.
Nemi
Da Albano si proseguiva in direzione di Nemi, distante poco meno di 10 chilometri.
- Castello IX secolo
- Possedimenti dellOrdine cistercense XI/XII secolo
- Grotta/romitorio di S. Michele Arcangelo XII secolo
Velletri
Da Nemi si proseguiva per Velletri, distante circa 7 chilometri.
- Cattedrale IV secolo
Cori
La tappa successiva era la cittadina di Cori, distante circa 13 chilometri, passando per il centro di
Giulianello, frazione di Cori, posto a met strada. I pellegrini che tramite la Via Appia
Pedemontana erano giunti a Cori per proseguire verso Velletri usavano probabilmente la via
attraverso Giulianello.
Norma
Litinerario probabilmente proseguiva lungo la via pedemontana, giungendo a Norma, distante
circa 7 chilometri dalla tappa precedente. Nei pressi di Norma si trovava il centro di Ninfa:
- Castello Caetani XII secolo
- Chiesa di S. Maria Maggiore X/XII secolo:
Incise sulle pietre della Cattedrale e delle abitazioni circostanti spiccano le numerosi croci
patenti, che danno la sensazione di un vero e proprio quartiere templare. Sul campanile
della chiesa vi sono due esemplari di croce patente templare, una delle quali forma una
triade assieme ad altre due croci, meno classiche ma attribuibili comunque allOrdine
del Tempio. Inoltre, una terza croce patente incisa sul portale interno delledificio in
rovina proprio di fronte allentrata della chiesa, mentre una quarta, la meglio conservata e
la pi eloquente, si trova sullunica parete laterale visibile della chiesa.
- Chiesa di S: Giovanni XI secolo
- Monastero benedettino di Marmosolio XI/XII secolo
- Monastero di S. Maria Mirteto XIII secolo (nei pressi di una grotta dedicata nel XII secolo
al culto di S. Michele)
Sermoneta
Dopo circa 5 chilometri si giungeva a Sermoneta.
- Castello Caetani inizi XIII secolo
- Chiesa di S. Michele Arcangelo inizi XI secolo
- Chiesa di San Francesco: su un'altura, a circa un chilometro dall'abitato di Sermoneta.
Complesso eretto agli inizi del XII secolo dai Cavalieri del Tempio, i quali vi rimasero dal
1162 al 1312.

S. Francesco S. Michele

- Abbazia di Valvisciolo: si trova a met strada tra Norma e Sermoneta.
Secondo la tradizione, il complesso, caratterizzato dallaustero stile gotico-cistercense, fu
fondato nellVIII secolo dai monaci greci basiliani di San Nilo, attivi gi a Grottaferrata. Nella
seconda met del XII secolo assunse il nome di Valvisciolo in seguito allabbandono, da
parte di alcuni monaci cistercensi, dellomonimo monastero presso Carpineto Romano, di
cui oggi rimangono poche rovine. I cistercensi, che tuttora abitano labbazia, operarono al
tempo sostanziali modifiche alla sua struttura originaria, conferendogli laspetto attuale,
con linterno della chiesa senza transetto e a tre navate, divise da larghi archi a sesto acuto
e volte a crociera.
E certo, tuttavia, che anche i templari vi sinsediarono per un certo periodo, forse a cavallo
tra XIII e XIV secolo, come provato dalla croce templare scolpita sulla sinistra nelloculo
centrale del bel rosone.


Abbazia di Valvisciolo: facciata rosone con croce templare

Bassiano
Si trova a circa 5 chilometri dalla tappa precedente.
- Castello XII secolo
- Chiesa di S. Nicola XIII secolo: chiesa romanica con rifacimenti gotici
- Santuario del Crocifisso XIV secolo: si ritiene che qui si rifugiarono i Cavalieri Templari in
fuga dall'Abbazia di Valvisciolo dopo la soppressione dell'ordine. Durante il periodo di
permanenza forzata in quel luogo essi affrescarono meravigliosamente le pareti della
grotta ed edificarono una casa fortezza, l'attuale Cappella delle Palme, ed il vicino
romitorio.
Sezze
Si trova a circa 6 chilometri da Bassiano. A partire dal 1046 circa il monaco benedettino Lidano
d'Antena (1026-1118) edific il monastero e la chiesa di S. Cecilia (oggi completamente
scomparsi) e provvide alla bonifica del territorio circostante. A met strada tra Sermoneta e
Sezze si trovava il "Castrum Aqua Putrida" o Acquapuzza; esso poteva chiudere ermeticamente
la sottostante Via Appia Pedemontana, nel tratto dell'angusto passaggio intorno alla
propaggine circondata dalle acque. Fu un grande e secolare nodo poli - strategico, viario e
fluviale dei traffici terrestri e acquatili. Il nucleo fortificato proteggeva, inoltre, il collegamento
mare monti.

Torre in loc. Acquapuzza
Priverno
Si trova a circa 10 chilometri da Sezze. Attraversata dalla Via Consolare, asse principale della
citt ed arteria importante del traffico medievale e del passaggio di pellegrini, situata sulla
Via Pedemontana, dov anche lAbbazia di Fossanova, dedicata allaccoglienza dei viandanti e
specialmente dei pellegrini.
- Abbazia di Fossanova (1187-1208): Eretta alla fine del secolo XII, uno dei pi famosi
complessi monastici gotico cistercensi dItalia. Il nome di Fossanova, nasce da un fosso
nuovo che i monaci cistercensi scavarono per far defluire le acque e per avviare e
sostenere la grangia che avrebbe loro fornito di che vivere. Con labbazia fanno corpo: il
chiostro, delineato da una duplice serie di colonnine marmoree binate, luna diversa
dallaltra; la splendida sala capitolare, arricchita da pilastri e nervature (allinterno della
sala, a destra di chi entra, alla base di uno dei pilastri scolpito un nodo di Salomone, o
nodo templare.); il refettorio e il convento.






Come si pu vedere dalle cartine, si poteva anche seguire lAppia da Roma, Albano, Velletri fino a
Cisterna di Latina. Da qui in avanti lAppia, gi a partire dal tardo antico, era diventata
impraticabile; perci si deviava vero la fascia pedemontana percorrendo probabilmente la via
Ninfina. Questa, che si staccava dallAppia circa 3 chilometri dopo Cisterna, passava per Doganella,
proseguendo per Ninfa e Norma per un percorso di circa 8-10 chilometri. La via seguita era detta
Consolare (perch gi presente in et romana) o Pedemontana.
Litinerario passava sotto Norma e proseguiva per lAbbazia di Valvisciolo e, aggirando da nord un
rilievo montuoso di circa 600 metri sul quale si trova tra laltro quello che noto come il Rifugio
dei Templari, ossia il santuario del Crocifisso, giungeva a Bassiano. In alternativa, superato di poco
il bivio della Doganella, si poteva passare per Sermoneta e, da qui, portarsi a Valvisciolo. Oppure si
proseguiva lungo la Pedemontana fino a Sezze e, da qui, si andava a Priverno per poi scendere
verso Fossanova. Da Fossanova, infine, la strada seguita era quella che procedeva a ridosso delle
alture, scendendo verso la pianura e andando a congiungersi nuovamente con lAppia,
probabilmente tra le localit di Ponte Maggiore e Pontalto, da dove proseguiva fino a Terracina.


Terracina
Da Priverno/Fossanova si proseguiva per Terracina, distante una ventina di chilometri. Dopo circa
13 chilometri, il precorso riprendeva il tracciato dellAppia, che proveniva dalla pianura pontina.
- Cattedrale di S. Cesareo XI secolo
- Lebbrosario di S. Maria Maddalena: possibile possedimento templare
- Chiesa di S. Maria del Tempio: toponimo forse correlato ai Templari
- Castello Frangipane X/XII secolo

Formia
Litinerario dei pellegrini proseguiva nuovamente lungo la via Appia, giungendo a Formia (a circa
30 Km) e, da qui, a Minturno (c. 15 Km) presso la foce del Garigliano.




Nota sui Templari
- Aspetti generali
LOrdine del Tempio o dei Templari, nato come Poveri cavalieri di Cristo, si trasform poi
in Ordine della Sacra Milizia del Tempio di Gerusalemme (o gerosolimitano), i cui
cavalieri furono detti Tempieri o Templari. Una fitta rete di case-forti ricopr tutta lEuropa.
In Francia erano dette Commanderies, in Italia Precettorie e Mansioni a seconda della loro
importanza. Erano dei complessi autosufficienti, difesi da alte mura, comprendenti il
convento con torri di vedetta ai lati, la cappella (le precettorie cittadine oltre alla cappella
dei cavalieri avevano anche chiese aperte al pubblico), la scuderia, la selleria, larmeria, la
fucina, il mulino, la cantina, i magazzini per la conservazione delle derrate alimentari,
linfermeria, la foresteria, il cimitero, il vivarium o peschiera, dove si allevavano i pesci, di
cui i Templari facevano largo uso in quanto la loro astinenza dalla carne durava da
Ognissanti a Natale, e per tutta la Quaresima.
Gli insediamenti templari sorgevano dappertutto: alla confluenza dei fiumi, lungo le
antiche vie consolari romane, sui monti, nelle campagne, nei villaggi e nelle citt.
Come nel resto dEuropa, anche da noi i Templari erano suddivisi in cavalieri (nobili), fratelli
darme o sergenti (liberi), fratelli di mestiere o serventi (liberi o affrancati) e cappellani.
Ogni precettoria o magione era amministrata in modo da essere non solo autosufficiente
ma tale da produrre un sovrappi in derrate alimentari, denaro e bestiame da mandare ai
fratelli combattenti.

- La rete templare nel basso Lazio
Oltre ai possedimenti e presenze div ario tipo lungo la via Consolare o Pedemontana
Norma, Valvisciolo, Sermoneta, Bassiano e sullAppia Terracina, altre presenze
importanti dei Templari si ritrovano presso Sabaudia e a S. Felice Circeo.
A poca distanza da Sabaudia, sulle rive del lago di Paola, esiste la piccola chiesa di S. Maria
della Sorresca, la cui origine risale al VI secolo, quando risulta una donazione fatta ai
benedettini di Subiaco. In seguito pass ai monaci basiliani di Grottaferrata che la
cedettero ai templari, probabilmente nel XII secolo, ai quali rimase in enfiteusi fino al 1259.
I Templari fecero di questo santuario un avamposto di osservazione per contrastare
eventuali sbarchi di pirati saraceni, che avrebbero potuto utilizzare il lago come rifugio per
le loro navi o come testa di ponte per ulteriori infiltrazioni all'interno.


A S. Felice Circeo esiste, ancora oggi, la torre detta dei Templari, risalente agli inizi del XIII
secolo. Rimase in possesso dei Templari, con lannesso convento, fino al 1259.




Lattraversamento del Garigliano allaltezza dellantica Minturnae, che nel medioevo divent
Traetto, proprio perch punto di traghettamento di persone e merci, segna il passaggio dal Lazio
alla Campania. Da qui in avanti risulta attualmente ancora diffile identificare gli itinerari nella Terra
di Lavoro fino a Capua, soprattutto per quelli che ricalcavano lAppia. La difficolt principale
consiste nel fatto che sia tra il Garigliano e Mondragone, sia tra questultimo centro e Capua
lAppia era diventata quasi ovunque impraticabile per i ben noti fenomeni di impaludamento.
Perci, fin dal VII secolo d.C. si dovettero utilizzare altri percorsi pi interni e, dunque, sotto molti
aspetti, anche pi sicuri.
Sappiamo che per tutto il medioevo venne usato un tracciato di epoca romana che dallaltezza del
Garigliano piegava allinterno, raggiungendo Sessa Aurunca. Si tratta della cosiddetta Via Adriana,
una bretella che collegava lAppia con la Latina passando appunto per Sessa e raggiungendo Teano
attraverso un tracciato collinare. Il tratto che portava a Sessa passava per una localit presso la
frazione di Fasani, dove si trova la grotta di S.Michele di Gualana. Da Sessa la via proseguiva per il
borgo di Cascano e, da qui, scendeva fino a Ventaroli (frazione di Carinola). A qualche centinaio di
metri dal piccolo abitato si trova lEpiscopio di Foro Claudio. Il percorso proseguiva
probabilmente verso la piana di Maiorise e sotto il castrum, poi castello, di Francolise. Da qui si
poteva raggiungere direttamente Capua attraversando la pianura, oppure tagliare lungo lantico
tracciato della via Falerna, portandosi a Calvi vecchia. Da qui fino a Capua si continuava seguendo
il percorso della via Latina o Casilina.
Minturno/Traetto

Scafa e bastia sul Garigliano a Traetto Torre di Pandolfo Capodiferro

- S. Michele di Gualana XII secolo


Sessa Aurunca: a circa 15 Km dal Garigliano, seguendo la via Adriana.
- Cattedrale XII secolo
- S. Casto XI/XII secolo
- Chiesa di S. Giovanni a Piazza XII secolo
- Convento di S. Giovanni Battista XIII secolo

Cascano: a poco pi di 3 Km da Sessa
Rappresenta un passaggio obbligato dallarea sessana alla pianura falerno/calena. Brevi tratti di
strada basolata sono stati rinvenuti a Cascano, poco pi avanti allaltezza del rio Epitaffio a meno
di 2 Km e presso lEpiscopio di Ventaroli, ad 1 Km di distanza dal precedente tratto.
Ventaroli
Qualche centinaio di metri oltre la piccola frazione di Carinola si trova il la chiesa di S. Maria de
Episcopio. Si tratta di un edificio risalente ai primi anni dellXI secolo, che sorge sui resti di una
struttura pi antica risalente al V-VI secolo d.C. e attiva fino al IX secolo. Davanti alla chiesa passa
una strada basolata di epoca romana, certamente utilizzata anche nel medioevo. Inoltre, la
presenza di graffiti sui muri esterni, come la croce potenziata e il fiore della vita sono indizi di
transito di pelelgrini. Questultimo durante il Medioevo avr larga diffusione sulle architetture
civili e religiose lungo tutta la fascia montana e pedemontana dell'Appennino, lungo le antiche vie
Francische, pi o meno collegate con i diverticoli alla via Francigena, e intorno al XIII-XIV secolo, lo
ritroviamo anche sulle architetture religiose dei Cavalieri del Tempio.

Croce potenziata (in alto a sinistra) Fiore della vita

Croce potenziata S. Michele con globo crucifero
Da Ventaroli a Capua non sappiamo quale fosse il percorso preciso. Di certo in epoca medievale
non fu pi quello dellAppia antica, ma non si pu dire se passasse sotto Francolise o pi a sud, tra
Nocelleto e Ciamprisco; oppure se puntasse su Calvi Vecchia, raccordandosi alla via Latina/Casilina.
In realt, questultimo percorso sembrerebbe quello pi probabile, almeno a partire dal X-XI
secolo. Innanzitutto, la distanza tra Ventaroli e Capua praticamente la stessa sia passando per
Nocelleto e Ciamprisco sia deviando per Calvi Vecchia (circa 22 Km). Inoltre, laltro percorso
ipotizzabile, ossia quello che da Ventaroli scende a Ponte Campano e poi prosegue per lAppia
antica, pi lungo di almeno 5-6 Km. Che il percorso Ventaroli Francolise Via Falerna Calvi sia
stato ampiamente utilizzato nei secoli dimostrato da diversi elementi:
- Dopo Ventaroli troviamo, a partire dallXI secolo, quella che viene chiamata Terra
Franculisi, il cui centro sar labitato nato intorno alla Torre normanno/sveva. Per cui
plausibile ipotizzare che il percorso medievale dellAppia potesse passare sotto la Torre di
Francolise. Qualche chilometro pi avanti questo tracciato andava ad incrociare la Via
Falerna che conduceva a Calvi. Nel punto di intersezione delle due strade, al confine tra
Sparanise e Francolise, in loc. Masseria Saliscendi stato rilevato un sito di epoca
medioevale (XII- XIV sec.).


- Prima di entrare nellarea di Cales, lungo la Via Falerna troviamo una chiesetta intitolata a
S. Simeone, nata su un antico colombario romano. La presenza di questo edificio di culto
con affreschi risalenti probabilmente allXI-XII secolo significa che il tracciato rimasto in
uso anche nel medioevo.

- A partire da Cales il percorso ipotizzato si innesta sulla via Latina, che uscendo da un varco
a sud-est della citt antica, si dirige verso larea capuana. Appena fuori dallarea della citt
romana, qualche centinaio di metri a nord/est della via Latina, si trova la Grotta delle
Formelle, con affreschi dellXI secolo.


- Infine, una cartina del 1625 (ma gi una precedente carta di Terra di Lavoro del 1595
mostrava lo stesso percorso) riporta una sola importante strada, oltre la Domiziana, per
raggiungere Napoli dal Lazio; essa da Minturno/Traetto passa per Sessa Aurunca, Torre di
Francolise, Calvi e Capua.

Prendiamo adesso in esame laltro possibile percorso tra Sessa e Capua. Dando per assodato che
esisteva un tracciato viario, presenta gi in epoca romana e che viene utilizzato anche nel
medioevo, che andava da Sessa, passando epr Cascano, a Ventaroli, vediamo il proseguimento dit
ale tracciato. Sappiamo che nellagro falerno esisteva una viabilit in senso nord/sud che
consisteva di almeno due percorsi: uno era pedemontano e, superato Cascano, passava per gli
odierni centri di Casnova e Falciano, andando a incontrare lAppia allaltezza del cimitero di
Mondragone. Laltro attraversava la pianura falerna scendendo dritto da Ventaroli a Masseria
Aceti e Mass. Santoianni, nei pressi della statio del Pons Campanus, dove incontrava lAppia.
Questo tracciato lambiva Carinola (fondata nel IX secolo dai Longobardi) e raggiungeva lAppia
allaltezza della masseria Santoianni, che conserva il nome dellomonima chiesa di Santoianni a
Ponte Campano. Questo toponimo presente in documenti risalenti al X secolo e, nelle Rationes
Decimarum del primo quarto del XIV secolo nominata la chiesa di S. Giovanni de Ponte
Campano. Da questo punto in avanti il percorso ricalcava quello dellAppia antica fino a Capua.
Esso passava nei pressi della localit Torre degli Schiavi, citata in diversi documenti medievali
come casale Sclavorum e castrum Sclavorum in territorio Calvensi (XII sec.) dove si trovavano
almeno due chiese: S. Giovanni e S. Michele.
Capua
Sia lAppia (qualunque fosse il suo percorso nel medioevo) che la Latina confluivano a Capua, sul
Volturno. Proprio allingresso della citt si trovava il borgo di S. Terenziano, dove pare che i
Cavalieri Templari possedessero un piccolo ospizio annesso alla chiesa di San Terenziano. Inoltre,
allinterno della citt, avevano una precettoria che era tra le pi importanti della regione. In un
documento del 1241, infatti, viene nominata una domus Templi ecclesie S. Terenziani.
A Capua troviamo presenti anche altri ordini monastico-militari: i cavalieri di S. Lazzaro, gli
Ospedalieri di S.Giovanni Gerosolimitano, i cavalieri de Alto Passu. Cera uno xenodochium
dedicato ai protomartiri Stefano e Agata costruito presso il ponte qui dicitur Casolini (1150),
lospedale S. Iohannis Hierosolimitani che si trovava presso il castellum novum (1185), quello di S.
Iacobi de Alto Passu (1202), situato fuori Capua dalla parte occidentale e la domus infirmorum
ecclesie S. Lazari, que sita est foris Capuanam civitatem, non lontano dal castello (1226).

La citt di Capua in epoca longobarda e normanna



















Via Micaelica: variante molisana

1. Atina
2. Colli al Volturno
3. Isernia
4. Boiano
5. Jelsi
6. Castelnuovo della Daunia
7. S. Marco la Catola
8. S. Severo
9. S. Marco in Lamis
10. Monte S. Angelo









La via Latina, chiamata comunemente Casilina dal IX secolo, partiva dallomonima porta delle mura
aureliane, per proseguire verso i colli Albani da dove si diramava in percorsi minori che
raggiungevano i centri latini, il basso Lazio e la Campania.
In particolare la via Prenestina, che nel tardo medioevo sar denominata Francigena, e la
Labicana furono i prevalenti percorsi di adduzione alla Latina.
Secondo lItinerarium Provinciarum la via Latina incontrava la via Labicana a circa 25 miglia da
Roma, presso la mansio ad Pictas (bivio di Grotta Mamosa), mentre la Tabula Peutingeriana sposta
tale snodo leggermente pi a sud, presso Valmontone (mansio ad Birum). Di qui, attraversati i
territori di Anagni, Ferentino, Frosinone, Aquino, Cassino, Rufrae, Teano e attraversato il ponte di
Casilino la via Latina giungeva a Capua. In et tardoantica il quadro viario del basso Lazio si arricch
di nuove strade come la via voluta da Massenzio lungo il Liri, da Sora a Fregellano, e quelle per
Segni, Alatri e Arce, ricordate dallAnonimo di Ravenna e da Guidone tra le strade che si
allacciavano alla Latina formando un andamento a spina di pesce.
Dalla via Latina/Casilina, pertanto, si diramava una serie di itinerari trasversali che la collegavano
ad alcuni abitati interni e alla via Appia.
La direttrice Latina dallVIII secolo fu preferita allAppia proprio per la presenza lungo essa del
ricostruito santuario cassinese e di un maggior numero di luoghi attrezzati per lassistenza e il
ricovero dei pellegrini.
Nei secoli successivi si continu ad utilizzare questo percorso, entrato via via nella tradizione come
Francigeno. Si tratta della comoda via alternativa per raggiungere Benevento rappresentata
dallitinerario Venafro-Alife-Telese-Benevento. Giunti a Venafro dalla statio ad Flexum o seguendo
la via Francisca nei pressi di Mignano, si arrivava a Torcino nei pressi del Ponte Reale fatto
costruire nel XVIII secolo da Carlo III di Borbone. Qui i resti di un ponte romano, ancora ben visibili
nel XVIII secolo, costituivano lantico attraversamento del Volturno. Il tracciato proseguiva al di
sotto del borgo medievale di Mastrati, oggi detto Torre Umberto; e, passando sotto la Rocca
Vecchia di Pratella (CE), la strada giungeva nel territorio di Ailano (CE) nei pressi dellabbazia
cassinese di Santa Maria in Cingla. La strada, seguendo il corso del Volturno, continuava per Santo
Stefano dove incrociava la gi ricordata via proveniente da Teano. In questarea si notano i resti di
un complesso religioso altomedievale, forse un battistero, e iscrizioni pertinenti ad edifici funerari
romani. Proseguendo verso Alife, resti della strada basolata romana sono ancora visibili in una via
interpoderale che fiancheggia lattuale strada statale. Di qui il tracciato della via romana scandito
nel suo percorso fino ad Alife da altre emergenze monumentali, quali un criptoportico nei pressi
del bivio per SantAngelo e il monumentale mausoleo detto il Torrione.
Da questo punto fino alla Masseria Sansone il tracciato della via romana sembra coincidere con
lodierna statale per poi staccarsene, continuando lungo la via che passa sotto il santuario della
Madonna delle Grazie, edificato in et medievale, sovrapponendosi alle strutture di un edificio
funerario romano. Sorpassata la Madonna delle Grazie, la via antica piegava verso sud e si dirigeva
verso la porta occidentale di Alife. Attraversata la citt e oltrepassata la porta orientale e il
torrente Torano, la strada continuava fino al territorio di Telesia. Lacerti basolati di questa via
erano ancora visibili nel XVIII secolo in localit S. Simeone, oggi Masseria San Simeone, quasi a
riva del Volturno. Pochi km ad est, nei pressi della confluenza del Titerno nel Volturno si scorgono
pochi resti di un altro ponte romano, il cosiddetto Ponte Iaco, nel comune di Faicchio.
Superato il Titerno la strada costeggiava ancora il Volturno fino a Torre Vecchia Marafi e da qui
raggiungeva Benevento seguendo il corso del fiume Calore.
Da Benevento, seguendo la direttrice Traiana, anche questa pi tardi nota come strada
Francisca, i pellegrini Bernardo, Teodemaro e Stefano pervennero prima alla grotta di San
Michele sul Gargano.

I pellegrini, diretti a Monte SantAngelo o ai porti pugliesi, dopo San Germano, percorrevano una
bretella ricordata in tre placiti vulturnensi del 936, del 954 e del 986 come Via Francisca e in un
placito del 955 come Via Silice. Essa, staccatasi dalla via Latina in prossimit di Teano, attraverso il
Pons Marmoreus per le terre di San Benedetto e di San Vincenzo al Volturno si collegava alla
Traiana poco oltre Benevento.
Litinerario non doveva essere sconosciuto allAnonimo che ne indica alcune tappe lungo un
tracciato di sessanta miglia: Theano, Alifas, Telesia, Benevento. La direttrice Latina, che nel
medioevo (dal VII sec.) riprese quella funzione di naturale collegamento che lAppia non era pi in
grado di assicurare, divenne sempre pi strata Francorum come si ricorda in una donazione del
1094 di Bernardo vescovo di Teano allabate Guarino di Aversa in cui figurano una ecclesia
S. Mariae er S. Iohannis de strata Francorum de Minnano.

Il monaco islandese Nikulas Saemundarson, abate del monastero benedettino di Thingeyrar,
durante il viaggio a Gerusalemme effettuato tra il 1151 e il 1154, annota puntualmente litinerario,
le distanze, i tempi di percorrenza tra i luoghi di sosta e della via Appia trae forti suggestioni
consegnate nellespressione Opus hoc vere mirificum!: il fiume Liri segna il confine tra il
territorio di Roma e il regno di Sicilia; da qui si estende verso sud la Campania, ossia lApulia,
mentre lItalia si estende verso il nord.
Ceprano dista sei miglia da Montecassino dove sta un ricco monastero con un castello e dieci
chiese. La principale la chiesa di san Benedetto, cui interdetto lingresso alle donne. Tra le altre
si trova la chiesa di san Martino, costruita da san Benedetto, dove si trova il dito di san Matteo
apostolo e il braccio di san Martino vescovo, poi la chiesa di santAndrea, di santa Maria, di santo
Stefano e di san Nicola. Capua dista da qui due giorni di cammino.
Vicino a Montecassino posta la citt di San Germano. Dopo due giorni si arriva a Benevento, la
pi grande citt della Puglia. Da qui verso sud si va a Salerno, dov in auge larte medica.
Siponto giace sotto il Monte di San Michele, e si estende su per il monte per dieci miglia di
lunghezza e tre di larghezza. L si trova la grotta di san Michele, e il fazzoletto di seta donato al
medesimo Santo. Da l vi un giorno di cammino sino a Barletta, da qui vi sono sei miglia fino a
Trani, quattro fino a Bisceglie, tante fino a Molfetta e altrettanto fino a Giovinazzo; da qui vi sono
sei miglia fino a Bari, dov riposto il corpo di san Nicola.
Unaltra via parte da Roma e giunge a Capua verso ovest, passando per Albano. Da qui comincia
la via Appia che lunga tre settimane di cammino. Questopera meravigliosa, che attraversa paludi
e selve, conduce per un intero giorno di cammino attraverso foreste alle volte impenetrabili. Poi vi
sta Terracina, citt rimasta piccola, da quando i romani la distrussero.
Si arriva quindi a Fondi, poi al Garigliano. Da qui si pu andare in due giorni a Capua. Poi si viaggia
fino a Benevento da cui distano molto Monopoli e Brindisi.
A Capua, uscendo da Roma, si arrivava per lAppia Antica bordeggiando la costa e toccando
Terracina, oppure per la Latina-Casilina, dislocata pi a monte, attraversando Ferentino e i colli
laziali. Da Capua, nel cuore delle terre dominate dal potente abate di Cassino, la grande strada
imperiale portava a Benevento ed facile immaginare lo stupore dei pellegrini di fronte allarco di
Traiano unopera che riproduceva nel cuore montagnoso e boscoso dellItalia, i monumenti
trionfali gi visti in mezzo alle rovine di Roma imperiale. Dopo Benevento la direttrice si divideva in
tre direzioni. Sono le cosiddette Vie dellAngelo i percorsi che, attraverso i valichi
dellAppennino, conducono tutti al santuario di San Michele sul Gargano.


Labate Nikulas di Munkathvera, nel 1154 percorse litinerario completo della via Francigena, dalle
Alpi alla Puglia. Oltre Roma us il tracciato della via Casilina, come si evince dalle localit di cui fa
menzione :
(T)usculum (Tuscolo, cio Grottaferrata), Florenciusborg (Ferentino, la citt di San Fiorenzo),
Separansborg (Ceprano), Akvinaborg (Aquino), Germanusborg (San Germano,
denominazione medievale di Cassino), Kapa (Capua). A due giorni di viaggio da questultima
localit ricordata Benevent, considerata la maggiore citt dellApulia, e quindi Sepont
(Siponto), che detta essere sotto Mikjsfjall (Monte San Michele): evidente luso della
direttrice Traiana, con la diversione per il santuario micaelico.

Ancor pi ricca di dati in ordine allitinerario il documento del re di Francia Filippo Augusto, che
nel 1191, proveniente dalla Terrasanta, salp con il suo esercito dallisola di Corf, diretto
alle coste pugliesi. Oltre Benevento il sovrano proseguir per Capua, per poi immettersi nella
Latina-Casilina, transitare per Cassino, Aquino, Frosinone, Anagni e Artena, e raggiungere quindi
Roma, dove verr ricevuto dal pontefice Celestino III cum summo honore et reverencia.

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