Scusa ma mi era sfuggito, un argomento interessantissimo e posso raccontarti le mie
esperienze (da spettatrice ovviamente) di nudo teatrale, consumate non in et matura:
Orgia di Pasolini, azione del regista notevole, di cui, ahim, non ricordo il nome, e il teatro della Comuna Baires, compagnia teatrale avanguardistica. In entrambi i casi, sia per la competenza dei registi sia per la bravura degli attori, il nudo non ha dato fastidio n a me n alla platea. L'attimo del nudo, a teatro, va costruito come in un quadro. Il nudo teatrale che traccia le sue orme all'interno delle sviluppo concettuale dell'opera mirabile; nel gioco dei chiaroscuri e di effetti, gli attori che diventano ombre o personaggi inseriti in una ricostruzione di un contesto quotidiano, devono essere consapevoli di poggiare sulla scena la loro umanit a nudo, appunto, sia al cospetto della loro identit e sia al cospetto del ruolo del personaggio che si sta esprimendo mediante il loro corpo. Il momento di investimento interpersonale tra la platea e gli attori, psichico e concettuale si fa profondo, a maggior ragione, quando la nostra stessa nudut e finitezza ad essere rappresentata. Ma la maestria del regista e di tutti i tecnici deve essere alta. Entrambi i "casi" teatrali, da me citati, avanguarstici e sofferti per il loro percorso esistenziale, permettevano giochi di chiaroscuri e nascondimenti di immagini coraggiosamente vissuti sulla scena e devo dire il nudo c'era!! Non posso trovarmi in accordo con un nudo perennemente presente sulla scena "sfacciato" che richiami l'attenzione sul particolare, nella sua esclusiva oggettivit. Il "doppio" di Artuad (uno dei miei poeti preferiti) va rappresentato poich questo, mio modesto parere lo scopo del teatro. Ho un immenso rispetto del teatro di Eduardo de Filippo proprio perch il doppio si insinua in una caratterizzazione sorniona e amara dell'esistenza. Chiss che avrebbe detto Eduardo, lui che si adornava anche di mantelline di lana!! Se cos non fosse, assecondando la poca formalit insita nel mio carattere, sto a casa a vedere la pubblicit, di nudo ne ha molto che evoca prodotti da commercializzare!! Mamma mia quanto ho scritto!! SCUSA Guido De Maio Giselda Frau Il tema complesso e meriterebbe una trattazione ampia che difficilmente pu essere svolta esaurientemente su fb; ci nonostante possiamo tentarne una breve analisi. Il nudo ha affascinato artisti di ogni epoca caratterizzando la pittura e la scultura, divenendo un vero e proprio genere. Luomo preistorico raffigura la forza creatrice della donna nella dea madre nota anche come Venere, dal corpo massiccio e possente, dagli enormi seni simbolo di capacit riproduttiva. Larte greca, bench dominata dal nudo maschile ( i Kouroi, le mirabili opere di Policleto e di Mirone), non trascura la rappresentazione del nudo femminile: opere come la Venere di Milo e lAfrodite di Cnido celebrano la raffinatezza e la bellezza ideale delle dee dellOlimpo. Con lavvento del Cristianesimo, con la sua visione essenzialmente spiritualistica, il corpo in genere e quello femminile in special modo, diviene veicolo di peccato e quindi motivo di condanna, poich spinge luomo alla violazione dellordine morale. Lassunto ideologico rinascimentale faber est suae quisque fortunae rivendica, senza per questo negare il credo religioso, una visione laica della vita che consente, ispirandosi al mondo antico, di rielaborare i miti pagani; gli dei dellOlimpo con la loro bellezza danno spunto a creazioni pittoriche e scultoree non solo eroiche e mitiche ma anche erotiche: rappresentazioni di corpi femminili opulenti, formosi, dalle pose audaci e sensuali, vengono commissionate in gran numero a pittori famosi. Ne sono esempio la Venere di Dresda di Giorgione, la Danae e la Venere di Urbino di Tiziano (questultima un vero e proprio epitalamio, composizione nuziale per il matrimonio di Guidobaldo della Rovere). Il tema continua ad essere trattato nei secoli successivi; basta ricordare la Maja desnuda di Goya, lOlimpia di Manet, le Bagnanti di Renoir. II dipinto pi emblematico e provocatorio che celebra lerotismo del nudo femminile Lorigine del mondo di Courbet. Nella storia dellarte il nudo femminile dunque una costante; quanto poi alluso ed abuso che se n fatto nel novecento e nel secolo attuale, sotto gli occhi di tutti. Ricordo le proteste delle femministe negli anni settanta: attaccavano con veemenza gli sponsor di marchi commerciali che pubblicizzavano di tutto per mezzo di splendidi corpi femminili: un bel viso, un sorriso, un seno nudo, ed il gioco era fatto. Oggi il cosidetto comune senso del pudore si modificato: il nudo pu essere esposto, sezionato, decontestualizzato, mostrato su un palcoscenico di teatro per raccontare la vita o solo se stesso, imperfetto, vulnerabile, quotidiano, destinato alla corruttela del tempo oppure bello, scultoreo, magnifico, risplendente di giovinezza. In ogni caso, simbolo di vita e di morte, sintesi di eros e tanatos, dellinizio e della fine di tutto.