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fulmini possono provocare danni sia alle strut-
ture, sia ai servizi. La Norma CEI EN 62305-2
fornisce la procedura per determinare la pro-
babilit dei danni ed il valore delle perdite con-
seguenti e per stabilire quindi se sia necessario o
meno adottare misure di protezione al fine di ri-
durre il rischio al limite tollerabile o a valori in-
feriori. Come noto, la Norma CEI EN 62305 en-
trata in vigore in giugno, ma stato previsto un
periodo di 9 mesi di validit contemporanea tra
le vecchie Norme e le nuove con lo scopo di-
chiarato di consentire la realizzazione di misure
di protezione in corso desecuzione
(1)
. Nel caso
in cui sia necessario svolgere nuove valutazioni
del rischio, consigliabile, quindi, fare riferimento
fin dora alla nuova Norma ed abbandonare su-
bito la Norma CEI 81-4.
La Norma CEI EN 62305-2 composta di una pri-
ma parte prescrittiva e da una serie di allegati
informativi. In particolare, i capitoli 1 e 2 defini-
scono lo scopo ed i riferimenti normativi, men-
tre il capitolo 3 fornisce un elenco delle defini-
zioni, dei termini, dei simboli e delle abbrevia-
zioni usate nel testo. I capitoli 4, 5, 6 e 7 costi-
tuiscono, invece, il cuore della Norma. Il capi-
tolo 4 riprende in sintesi quanto descritto dalla
Norma CEI EN 62305-1 relativamente al rischio
dovuto al fulmine. Il capitolo 5 descrive la pro-
cedura per la valutazione del rischio in termini
generali, mentre il capitolo 6 definisce nello spe-
cifico quali sono le componenti di rischio che
devono essere considerate nel caso di valuta-
zione del rischio di una struttura ed il capitolo
7 quali quelle per la valutazione del rischio di un
servizio.
Gli allegati informativi forniscono le formule per
calcolare il numero annuo di eventi pericolosi,
le probabilit di danno e lammontare delle per-
dite, sia nel caso di una struttura, sia nel caso di
un servizio (Allegati A-G), e riportano esempi svol-
ti di valutazione del rischio relativi a varie tipo-
logie di edificio (Allegato H).
La Norma CEI 62305-2 descrive la procedura di valutazione
del rischio che permette di determinare la necessit
di provvedimenti particolari per proteggere le strutture
ed i servizi dai danni causati dai fulmini.
Questo il terzo di una serie di articoli che presentano
i punti salienti della nuova Norma 62305
e ne approfondiscono le novit.
PROTEZIONE CONTRO
I FULMINI: LA VALUTAZIONE
DEL RISCHIO
di Angelo Baggini, Franco Bua
Terza parte
R Figura 1:
Schema
del processo
di gestione
del rischio
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NORMA CEI EN 62305-2:
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
La valutazione del rischio il processo di iden-
tificazione dei rischi
(2)
e di determinazione del-
limpatto ad essi associato e rientra nel pi am-
pio contesto della gestione del rischio che, infat-
ti, definita come quel processo che prevede la
determinazione di un livello accettabile di rischio,
la valutazione del livello attuale di rischio, lado-
zione di azioni volte a ridurre il rischio a un livello
accettabile e il mantenimento di questo livello
di rischio.
Il motivo di questintroduzione generale risiede
nel fatto che esiste una perfetta aderenza tra la
struttura normativa della Norma CEI EN 62305
e lo schema della gestione del rischio descritto
dalla Guida ISO/IEC 73 [2], in particolare per
quanto riguarda le due fasi fondamentali di que-
sto processo: la valutazione
(3)
ed il trattamento
del rischio (figura 1).
Secondo la Guida ISO/IEC 73 [2], la valutazio-
ne del rischio comprende due fasi distinte. La pri-
ma la fase di analisi nella quale sidentificano
e si stimano tutti i rischi possibili in termini di pro-
babilit dellevento e di possibili conseguenze.
Una volta completata lanalisi dei rischi, ne-
cessario confrontare i rischi stimati ed i criteri di
rischio decisi dallorganizzazione per definire
la rilevanza dei rischi e per stabilire laccettazio-
ne o meno di ogni rischio specifico; questa la
seconda fase del processo di valutazione del ri-
schio, detta di ponderazione.
Con riferimento alla gestione del rischio dovuto
ai fulmini, la Norma CEI EN 62305-2 segue lo
stesso approccio, prescrivendo che la decisione
di proteggere una struttura o un servizio contro
il fulmine e la scelta delle misure di protezione
siano effettuate secondo la seguente procedura
(4)
:
identificazione delloggetto da proteggere e
delle sue caratteristiche;
H Figura 2: Procedura per la scelta delle misure di protezione in una struttura. Con i riquadri colorati stata messa in
evidenza la relazione tra lo schema generale di gestione del rischio della Guida ISO 73 [2] (figura1) e la procedura
prescritta dalla Norma CEI EN 62305-2 [4]
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identificazione di tutti i tipi di perdita nellog-
getto e dei corrispondenti rischi;
determinazione del rischio R per ciascun tipo
di perdita;
valutazione della necessit della protezione
effettuando il confronto tra il rischio R e il ri-
schio massimo tollerabile R
T
.
Come evidenziato dalla figura 2 e dalla figura 3,
la procedura di valutazione del rischio sostan-
zialmente identica nel caso si tratti una struttura
piuttosto che un servizio.
importante sottolineare che la valutazione della
necessit della protezione pu essere svolta sulla
base di un criterio di convenienza economica so-
lo nel caso delle perdite economiche
(5)
.
Unimportante novit della nuova Norma che,
con labrogazione della Norma CEI 81-1, non
pi possibile effettuare una valutazione del rischio
secondo una procedura semplificata
(6)
, ma biso-
gna applicare sempre la procedura completa.
IDENTIFICAZIONE DELLA STRUTTURA
DA PROTEGGERE
Il primo passo della procedura di valutazione ,
in generale, la definizione del contesto, ossia, nel
caso specifico della valutazione del rischio do-
vuto al fulmine, lidentificazione della struttura
(o servizio) da proteggere.
A questo proposito, una novit introdotta dalla
Norma CEI EN 62305-2 la possibilit di suddi-
videre la struttura o il servizio rispettivamente in
zone o sezioni
(7)
. In questo caso, ciascuna com-
ponente di rischio calcolata per ogni zona ed
il rischio complessivo della struttura la somma
dei rischi di ciascuna zona.
Come suddividere una struttura in zone? Il criterio
fondamentale che, in una zona, tutti i parametri
necessari per il calcolo di una determinata com-
ponente di rischio abbiano un valore costante.
La possibilit di suddividere la struttura in zone
consente di ottimizzare la protezione, dal punto
H Figura 3: Procedura per la scelta delle misure di protezione in un servizio. Con i riquadri colorati stata messa in
evidenza la relazione tra lo schema generale di gestione del rischio della Guida ISO 73 [2] (figura 1) e la procedura
prescritta dalla Norma CEI EN 62305-2 [4]
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di vista sia tecnico, sia economico, in quanto le
misure di protezione sono solo quelle specifiche
per ciascuna zona. Ovviamente la maggior flessi-
bilit dello strumento comporta un maggior one-
re di calcolo. In alternativa, a favore della sicu-
rezza, possibile considerare la struttura o il ser-
vizio come ununica zona (sezione), assegnando
ad ogni parametro il valore pi cautelativo. La-
nalisi del rischio semplificata, ma il rischio com-
plessivo risulta inevitabilmente sovrastimato e, so-
prattutto, possibile che si debbano adottare mi-
sure di protezione che altrimenti potrebbero non
essere necessarie.
IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI
Una volta definito loggetto che si vuole proteg-
gere, necessario identificare tutti i tipi di per-
dita ed i relativi rischi. La Norma CEI EN 62305-
2 fornisce un elenco delle perdite che si posso-
no verificare in una struttura od in un servizio in
conseguenza di un fulmine.
Le perdite in una struttura possono essere:
perdita di vite umane (L
1
);
perdita di servizio pubblico (L
2
);
perdita di patrimonio culturale insostituibile
(L
3
);
perdita economica (L
4
).
Le perdite in un servizio possono essere:
perdita di servizio pubblico (L
2
);
perdita economica (L
4
).
Per ogni tipo di perdita, il rischio relativo la som-
ma di diversi rischi parziali, chiamati componenti
di rischio. La Norma CEI EN 62305-2 fornisce per
ciascun rischio lelenco delle componenti, sia nel
caso di una struttura (tabella 1), sia nel caso di un
servizio (tabella 2).
La nuova Norma aumenta il numero di compo-
nenti rispetto alla precedente e cambia le lettere
che le identificano. In particolare, ne aggiunge 2
che prima non erano considerate:
la componente U relativa al rischio di perdite
di vite umane per tensioni di contatto connes-
so alla fulminazione diretta di una linea entrante;
la componente Wlegata al rischio di danni ma-
teriali agli impianti interni alla struttura per le
sovratensioni indotte su una linea entrante, per
fulminazione diretta della linea stessa.
Inoltre, la Norma CEI EN 62305-2 amplia la pe-
ricolosit della ex componente C (ora compo-
nente V): secondo la Norma CEI 81-4, lincendio
poteva essere innescato solo dalla fulminazione
diretta di una linea elettrica di energia, mentre la
nuova Norma estende questo rischio anche alle
linee di segnale.
STIMA DEI RISCHI
Seguendo lo schema generale della gestione del
rischio, una volta identificati i rischi, necessa-
rio stimarli.
Come illustrato nel punto precedente, la Norma
CEI EN 62305-2 prescrive che i rischi legati a cia-
scun tipo di perdita (R
1
, R
2
, R
3
, R
4
) siano calco-
lati come somma delle loro componenti (rischi
parziali dipendenti dalla sorgente e dal tipo di
danno; si veda la tabella 1e la tabella 2).
Ciascuna componente di rischio (R
X
) pu essere
calcolata come prodotto del numero di eventi pe-
ricolosi (N
X
) che possono interessare quella strut-
tura nel periodo di tempo considerato (in gene-
re un anno), per la probabilit (P
X
) che levento
pericoloso provochi un danno, per lentit media
della perdita conseguente (L
X
)
(8)
:
Componenti di rischio da considerare per ciascun tipo di perdita nel caso di una struttura [4]
T
a
b
e
l
l
a

1
Componente
del rischio
R
A
R
B
R
C
R
M
R
U
R
V
R
W
R
Z
R
1
X X (1) (1) X X (1) (1)
R
2
X X X X X X
R
3
X X
R
4
(2) X X X (2) X X X
Sorgente di danno
Fulminazione
della struttura
(S
1
)
Fulminazione
in prossimit
della struttura
(S
2
)
Fulminazione
diretta di una
linea entrante
(S
3
)
Fulminazione
in prossimit
di una linea entrante
(S
4
)
Rischio
per
ciascun
tipo di
perdita
1) Solo nel caso di strutture con rischio di esplosione, di ospedali o di altre strutture, in cui guasti di impianti interni
provocano un immediato pericolo per la vita umana.
2) Soltanto in strutture ad uso agricolo in cui si pu verificare la perdita di animali.
Sintesi delle principali novit
Norma CEI EN 62305-2
Principali novit introdotte dalla Norma CEI EN 62305-2:
abrogazione della procedura semplificata (Allegato G, Norma CEI
81-1);
possibilit di suddivisione della struttura in zone;
nuove componenti di rischio;
criterio per determinare la convenienza delle misure di protezione
nel caso di perdite economiche;
misure di protezione per gli impianti interni inefficaci se non si pre-
vede un LPS.
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Gli allegati informativi forniscono le formule ed
i valori indicativi per calcolare i vari fattori (N
X
,
P
X
e L
X
) per ciascuna componente di rischio, sia
nel caso di strutture (tabella 3), sia nel caso di ser-
vizi (tabella 4). Gli allegati forniscono anche i va-
lori dei coefficienti di riduzione relativi ad even-
tuali misure di protezione.
importante segnalare che il valore delle perdi-
te dovrebbe essere definito dal progettista, che
pu, ovviamente, rifarsi ai valori indicativi for-
niti dalla Norma, ma nel momento in cui li re-
cepisce, li fa propri sotto la sua responsabilit.
Gli allegati della Norma CEI EN 62305-2 sono,
infatti, informativi e non normativi, come preci-
sato in precedenza, e, in particolare per quanto
riguarda le perdite, i valori riportati sono defini-
ti come medi, tipici.
Il rischio complessivo pu essere visto anche co-
me somma dei contributi legati al tipo di fulmi-
nazione oppure legati al tipo di danno.
Con riferimento al tipo di fulminazione il rischio
complessivo :
dove:
R
D
il rischio relativo alla fulminazione diret-
ta della struttura (S
1
);
R
I
il rischio relativo alla fulminazione indi-
retta della struttura ed alla fulminazione diret-
ta e indiretta delle linee entranti (S
2
, S
3
e S
4
).
Con riferimento al tipo di danno il rischio com-
plessivo :
dove:
R
S
il rischio relativo ai danni ad esseri viventi
(D
1
);
R
F
il rischio relativo ai danni materiali (D
2
);
R
O
il rischio relativo agli impianti elettrici ed
elettronici (D
3
).
Questa classificazione risulta particolarmente uti-
le per individuare quali sono le componenti di ri-
schio che hanno un peso rilevante sul rischio
complessivo e, quindi, per scegliere le misure di
protezione pi efficaci.
PONDERAZIONE DEL RISCHIO
In linea generale, una volta completata lanalisi
dei rischi, bisogna confrontare i rischi stimati con
i criteri di rischio decisi dallorganizzazione, per
definire la rilevanza dei rischi e per stabilire lac-
cettazione o meno di ogni rischio specifico.
Nel caso del rischio dovuto al fulmine, la defi-
nizione del criterio di accettabilit libera solo
per il rischio relativo a perdite economiche. La
Norma CEI EN 62305-2 stabilisce, infatti, il va-
lore di rischio massimo, tollerabile nel caso in cui
il fulmine coinvolga la perdita di vite umane (L
1
),
Componenti di rischio da considerare per ciascun tipo di perdita nel caso di un servizio [4]
T
a
b
e
l
l
a

2
Componente
del rischio
R
V
R
W
R
Z
R
B
R
C
R
2
X X X X X
R
4
X X X X X
Sorgente di danno
Fulminazione
diretta del servizio
(S
1
)
Fulminazione
in prossimit
del servizio
(S
2
)
Fulminazione
diretta di una
linea entrante
(S
3
)
Rischio per
ciascun tipo
di perdita
Prospetto degli allegati informativi per il calcolo delle componenti di rischio
nel caso di una struttura
T
a
b
e
l
l
a

3
Numero annuo di eventi pericolosi (N
X
) Allegato A
R
X
= N
X
P
X
L
X
Probabilit di danno (P
X
) Allegato B
Ammontare delle perdite (L
X
) Allegato C
Prospetto degli allegati informativi per il calcolo delle componenti di rischio
nel caso di un servizio
T
a
b
e
l
l
a

4
Numero annuo di eventi pericolosi (N
X
) Allegato A
R
X
= N
X
P
X
L
X
Probabilit di danno (P
X
) Allegato D
Ammontare delle perdite (L
X
) Allegato E
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di servizio pubblico (L
2
) o di patrimonio cultu-
rale insostituibile (L
3
) (tabella 5).
Se il rischio complessivo per ciascun tipo di per-
dita (R
1
, R
2
e R
3
) superiore al rischio massimo
tollerabile, allora necessario adottare misure di
protezione contro il fulmine; in caso contrario la
struttura o il servizio possono essere considerati
autoprotetti.
Come gi anticipato, per quanto riguarda il rischio
di perdita economica (R
4
), la definizione del cri-
terio di accettabilit libera. La Norma CEI EN
62305-2 introduce, a questo proposito, una novit
significativa dal punto di vista operativo
(9)
rispet-
to alla Norma CEI 81-4, suggerendo un metodo di
valutazione dei benefici economici legati alla rea-
lizzazione di misure di protezione dai danni eco-
Componenti di rischio per una struttura
La Norma CEI EN 62305-2 fornisce un elenco delle
componenti di rischio che devono essere considerate
nella valutazione del rischio dovuto al fulmine nel ca-
so di una struttura e nel caso di un servizio, distin-
guendole in funzione del punto dimpatto del fulmine
e del tipo di danno conseguente. Di seguito sono ri-
portate le definizioni delle componenti di rischio rela-
tive ad una struttura. Le componenti di rischio relative
ad un servizio sono limitate a 5 (R
B
, R
C
, R
V
, R
W
, R
Z
)
ed hanno definizioni analoghe, ma riferite, appunto, a
fulminazioni e perdite in un servizio.
Componente A (R
A
)
La componente di rischio A relativa ai danni ad esseri
viventi per tensioni di contatto e di passo, dovute ad un
fulmine diretto sulledificio (S
1
) e corrisponde alla com-
ponente H della Norma CEI 81-4 precedente. La zona
in cui bisogna considerare questo pericolo una fascia
di 3 m allesterno della struttura
(10)
. Allinterno della
struttura questa componente di rischio ritenuta tra-
scurabile.
La Norma CEI EN 62305-2 considera come perdite con-
seguenti la perdita di vite umane (L
1
) e la perdita di ani-
mali (L
4
) se la struttura adibita ad uso agricolo.
Componente B (R
B
)
La componente di rischio B riguarda i danni materiali
causati da incendi e/o esplosioni innescati dalle scari-
che pericolose che hanno luogo in seguito alla fulmi-
nazione diretta della struttura (S
1
) e corrisponde alla
componente A della Norma CEI 81-4 precedente.
Per questa componente la Norma CEI EN 62305-2 con-
sidera tutte le perdite.
Componente C (R
C
)
La componente di rischio C considera i danni agli im-
pianti interni della struttura, causati dal LEMP
(11)
origi-
nato dalla variazione del campo elettromagnetico as-
sociato alla corrente di fulmine che colpisce ledificio
(S
1
) e corrisponde alla componente D della Norma CEI
81-4 precedente.
La variazione del campo elettromagnetico determina
tensioni indotte di tipo impulsivo in tutte le spire pre-
senti allinterno della struttura. I danni sugli impianti
si hanno qualora le tensioni indotte superino la ten-
sione di tenuta ad impulso dei componenti elettrici.
La perdita di vite umane (L
1
) contemplata nei seguenti
casi: struttura a rischio di esplosione, ospedale o strut-
tura adibita ad attivit in cui lavaria di impianti inter-
ni pu avere come diretta conseguenza la morte di per-
sone. Altre perdite conseguenti sono la perdita di ser-
vizio pubblico (L
2
), se ledificio fa parte delle infra-
strutture di reti adibite a tale servizio, e le perdite eco-
nomiche (L
4
).
Componente M (R
M
)
La componente di rischio Msi riferisce ai danni agli im-
pianti interni della struttura causati dal LEMP origina-
to non dal fulmine che colpisce direttamente la strut-
tura bens da un fulmine il cui punto dimpatto in pros-
simit della struttura (S
2
). lunica componente che non
ha cambiato nome rispetto alla Norma CEI 81-4 pre-
cedente.
Le perdite che si possono avere sono la perdita di vite
umane (L
1
) nei seguenti casi: edificio con rischio di
esplosione, ospedale o struttura adibita ad attivit in cui
danni agli impianti interni possono avere come diretta
conseguenza la morte di persone. La Norma contem-
pla anche la perdita di servizio pubblico (L
2
), se ledi-
ficio fa parte delle infrastrutture di reti adibite a tale ser-
vizio, e le perdite economiche (L
4
).
Componente U (R
U
)
La componente di rischio U tiene conto dei danni ad
esseri viventi per tensioni di contatto allinterno della
struttura, dovute ad un fulmine diretto sulla linea en-
trante (S
3
). una nuova componente di rischio. La Nor-
ma CEI EN 62305-2, infatti, non considera pi trascu-
rabile la probabilit che si determini un difetto diso-
lamento in un servizio interno alla struttura a causa di
una fulminazione diretta della linea, con conseguente
pericolo per tensioni di contatto.
La conseguenza del danno pu essere la perdita di vi-
te umane (L
1
) e la perdita di animali (L
4
) negli edifici
adibiti ad uso agricolo.
Componente V (R
V
)
La componente di rischio V relativa ai danni materiali
causati da incendi e/o esplosioni innescati dalle scari-
che pericolose che hanno luogo in seguito alla fulmi-
nazione diretta della linea (S
3
) e corrisponde alla com-
ponente C della Norma CEI 81-4 precedente.
In conseguenza si possono avere tutti i tipi di perdita
(L
1
, L
2
, L
3
e L
4
).
Componente W (R
W
)
La componente di rischio Wriguarda i danni agli im-
pianti interni della struttura, causati dalle sovraten-
sioni indotte sulle linee entranti nella struttura da una
fulminazione diretta della linea (S
3
). Anche questa
una nuova componente di rischio, che la Norma CEI
81-4 non contemplava
(12)
.
Le perdite conseguenti sono perdita di vite umane (L
1
)
nei seguenti casi: struttura a rischio di esplosione, ospe-
dale o struttura adibita ad attivit in cui lavaria di im-
pianti interni pu avere come diretta conseguenza la
morte di persone. Altre perdite conseguenti sono la per-
dita di servizio pubblico (L
2
), se ledificio fa parte del-
le infrastrutture di reti adibite a tale servizio, e le per-
dite economiche (L
4
).
Componente Z (R
Z
)
La componente di rischio Z relativa ai danni agli im-
pianti interni della struttura, causati dalle sovratensio-
ni indotte sulle linee entranti nella struttura da un ful-
mine che si scarica a terra in prossimit della linea (S
4
)
e corrisponde alla componente G della Norma CEI 81-
4 precedente.
Le perdite conseguenti sono perdita di vite umane (L
1
)
nei seguenti casi: struttura a rischio di esplosione, ospe-
dale o struttura adibita ad attivit in cui lavaria di im-
pianti interni pu avere come diretta conseguenza la
morte di persone. Altre perdite conseguenti sono la per-
dita di servizio pubblico (L
2
), se ledificio fa parte del-
le infrastrutture di reti adibite a tale servizio, e le per-
dite economiche (L
4
).
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nomici causati dal fulmine (Allegato G). Il meto-
do sostanzialmente unanalisi costi/benefici,
che considera il costo annuale delle perdite in as-
senza di misure di protezione (C
L
), il costo an-
nuale delle perdite residue, vale a dire quelle che
si hanno anche in presenza delle misure di pro-
tezione (C
RL
) ed il costo annuale delle misure di
protezione scelte (C
PM
).
Se C
L
C
RL
+ C
PM
, ladozione delle misure di pro-
tezione si traduce in un risparmio effettivo, in ca-
so contrario la protezione contro il fulmine non
economicamente conveniente. La procedura ri-
chiede, ovviamente, il calcolo delle componen-
ti di rischio relative alle perdite economiche con
e senza le misure di protezione e lattualizzazione
dei flussi di cassa futuri.
Questo il criterio suggerito dalla Norma an-
che se, con riferimento alle perdite economiche,
possibile fare scelte diverse come, ad esempio,
decidere di stipulare unassicurazione, facendo
quindi ci che in termini tecnici si definisce tra-
sferimento del rischio. In tal caso, il criterio di
scelta potr basarsi sul confronto tra il costo an-
nuale delle misure di protezione ed il costo del-
la polizza assicurativa.
importante sottolineare che, indipendentemente
dalla scelta del criterio di accettabilit, sem-
pre consigliabile stimare il rischio di perdite eco-
nomiche, salvo espressa rinuncia del commit-
tente, al fine di evitare possibili richieste di ri-
sarcimento in caso di danni. Va da s che, se il
committente non rinuncia alla valutazione del ri-
schio di perdite economiche, altrettanto con-
sigliabile richiedere la formale accettazione del
criterio di accettabilit scelto.
TRATTAMENTO
Il trattamento del rischio il processo di sele-
zione e di attuazione di misure che modificano
il rischio. In generale, le principali strategie di
trattamento sono:
la mitigazione, che comporta ladozione di mi-
sure di protezione atte a ridurre il rischio;
il trasferimento, che consiste nello spostare il
rischio su altri sistemi, persone ed organizza-
zioni;
laccettazione, che comporta la preparazione
di un piano di contromisure (contingency plan)
da adottare nel momento in cui levento sfa-
vorevole si dovesse manifestare.
Nel caso dei fulmini, secondo la Norma CEI EN
62305-2, queste opzioni sono consentite solo nel
caso si analizzi il rischio di perdite economiche
(R
4
). In tutti gli altri casi si devono adottare misu-
Tipici valori di rischio tollerabile R
T
[4]
T
a
b
e
l
l
a

5
Tipo di perdita R
T
(anno
-1
)
Perdita di vite umane
o danni permanenti
10
-5
Perdita di servizio pubblico 10
-3
Perdita di patrimonio culturale
insostituibile
10
-3
Fattori che influenzano le componenti di rischio nel caso di una struttura [4]
T
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Caratteristica della struttura
e degli impianti interni R
A
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C
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Z
Misure di protezione
Area di raccolta X X X X X X X X
Resistivit superficie del suolo X
Resistivit della pavimentazione X
Barriere, isolamento,
cartelli ammonitori,
equipotenzializzazione del suolo X X
LPS (1) X (2) (2) (3) (3)
Sistema di SPD X X X X
Schermatura locale X X
Schermatura delle linee esterne X X X X
Schermatura delle linee interne X X
Cablaggio degli impianti interni X X
Rete di equipotenzialit X
Misure antincendio X X
Rischio dincendio X X
Pericoli particolari X X
Tensione di tenuta ad impulso X X X X X X
1) Nel caso di LPS naturali o appositamente installati con calate spaziate meno di 10 m, o dove sono installate barriere,
il rischio di danno agli essere viventi dovuto a tensioni di contatto e di passo trascurabile.
2) Solo per LPS esterni a maglia.
3) Dovuto alla presenza di connessioni equipotenziali.
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re di protezione per ridurre il rischio, in modo ta-
le che sia inferiore a quello massimo stabilito.
Per ciascun tipo di perdita vi una variet di mi-
sure di protezione che, singolarmente o in com-
binazione tra loro, possono realizzare la condi-
zione R R
T
; come scegliere, quindi, le misure di
protezione pi adatte? Premesso che il problema
della scelta delle misure di protezione un pro-
blema di natura squisitamente tecnico/economi-
ca e, come tale, dipende da pi variabili, con-
centrando lattenzione sulla scelta della misura
di protezione pi efficace si pu dire che la scel-
ta deve essere fatta facendo unanalisi di massi-
ma della sensibilit dei rischi ovvero determinan-
do quali componenti di rischio hanno un peso pre-
ponderante sul rischio complessivo e quali sono i
fattori da cui queste componenti dipendono.
La Norma CEI EN 62305-2 sintetizza in due ta-
belle i fattori che influenzano le componenti di
rischio, sia nel caso di una struttura (tabella 6),
sia nel caso di un servizio (tabella 7).
Gli allegati forniscono i valori dei coefficienti di
riduzione della probabilit di danno legati alla-
dozione delle varie misure di protezione, dando
quindi una misura della loro efficacia.
NOTE
1) Premessa Norma CEI EN 62305-2.
2) Il rischio definito dalla Guida ISO 73 [2] come la
combinazione della probabilit che un evento si veri-
fichi e delle conseguenze associate al verificarsi del-
levento. Il termine rischio non deve essere confuso
con il termine pericolo che , invece, definito come
una causa potenziale dimpatto indesiderato ai danni
di un sistema o unorganizzazione (ISO 13335-1).
3) Il termine valutazione deve essere inteso, infatti, co-
me traduzione del termine assessement.
4) Art. 5.1 Norma CEI EN 62305-2.
5) Artt. 5.1 e 5.6 Norma CEI EN 62305-2.
6) Appendice G, Norma CEI 81-1.
7) Artt. 6.7 e 7.6 Norma CEI EN 62305-2.
8) Artt. 6.1 e 7.1 Norma CEI EN 62305-2.
9) In realt anche la Norma CEI 81-4 prevedeva la
possibilit di fissare autonomamente il valore del ri-
schio massimo tollerabile nel caso di perdite econo-
miche, ma non forniva alcun criterio o metodo di cal-
colo di tale valore.
10) La zona esterna in cui considerare il pericolo si ri-
dotta; la Norma CEI 81-4 prescriveva una fascia di 5 m.
11) LEMP acronimo per Lightning ElectroMagnetic
Pulse.
12) In linea di principio il fatto che prima la compo-
nente R
W
non fosse contemplata significa che il rischio
relativo a questa tipologia di sovratensioni era consi-
derato trascurabile.
BIBLIOGRAFIA
[1] http://www.iec.ch.
[2] Guida ISO/IEC 73:2001: Risk Management - Vo-
cabulary - Guidelines for use in standards.
[3] Norma CEI EN 62305-1: Protezione contro i ful-
mini. Principi generali, I Edizione.
[4] Norma CEI EN 62305-2: Protezione contro i ful-
mini. Valutazione del rischio, I Edizione.
[5] Norma CEI 81-4: Protezione delle strutture con-
tro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmi-
ne, I Edizione.
AUTORI
dott. ing. Angelo Baggini
Facolt di Ingegneria
Universit degli Studi di Bergamo
Dalmine (Bergamo)
dott. ing. Franco Bua
ECD
Engineering Consulting and Design
Milano Pavia
Questo articolo stato preparato nellambito del
progetto LPQI (www.lpqi.org). Il Progetto stato co-
finanziato dalla Commissione Europea e dallIn-
ternational Copper Association Ltd.
Gli autori precisano per che il contenuto del pre-
sente articolo non riflette necessariamente la posizione
della Commissione Europea e/o non implica alcuna
responsabilit da parte della Commissione Europea.
Fattori che influenzano le componenti di rischio nel caso di un servizio [4]
Caratteristiche del servizio
Misure di protezione
R
V
R
W
R
Z
R
B
R
C
Area di raccolta X X X X X
Schermatura dei cavi X X X X X
Cavo protetto contro il fulmine X X X X X
Condotto metallico di protezione del cavo X X X X X
Conduttori di guardia X X X X X
Tensione di tenuta ad impulso X X X X X
SPD X X X X X
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