e della cappella dellOspedale di Domodossola dove si celebra la messa tradizionale 11 Scoppia la guerra in qualche parte del mondo e il clero, alto o basso che sia, esprime soli- dariet con le vittime e le popolazioni colpite. C' un'alluvione o un terremoto, ed esprime vicinanza nella preghiera, aggiungendo un'invettiva contro le autorit civili che non hanno saputo prevenire il disastro o sono state insufficienti nei soccorsi. Siamo in crisi economica e questo clero insegna agli economisti cosa bisogna fare per affrontarla, propinando allo stato o agli industriali la propria ricetta ricordando i diritti dei lavora- tori. Ci siamo ormai abituati a questi immancabili e sconta- ti bollettini ecclesiastici sulla situazione, partoriti nelle altrettanto immancabili riunioni delle conferenze ecclesiastiche. Ma tutto questo compito davvero del sacerdozio cat- tolico? E se lo in qualche misura, tutto qui il suo compito? Dopo aver tanto parlato di Chiesa profetica, manca la profezia, quella vera, quella cattolica secondo Dio. Manca il richiamo del ritorno a Dio. No, questo richiamo non lo sentirete pi! Non sen- tirete pi quelle parole che tornavano fedelmente in ogni tempo e stagione della vita cristiana e special- mente nei momenti difficili e di dolore: Cari fratelli, questa sofferenza, questa calamit, questa crisi ci richiamano a tornare a Dio, perch non ci capiti qualcosa di peggio!. Mai dai pulpiti di oggi si alzata una voce chiara. Mai si ricordato che nel dolore Dio ci parla, non soltanto della sua tenerezza, ma anche della nostra conversione. Fratelli, perch abbiamo abbando- nato il Signore che tutto que- sto ci viene addosso facciamo penitenza e tornia- mo all'osservanza dei comandamenti. Qualcuno dir che qui si fa terrorismo spirituale che anche il giusto soffre, che la Croce non sem- pre conseguenza del peccato personale. vero. S vero, ma il giusto chiamato alla Croce pesan- te, lo in riparazione del peccato di tutto il popolo, e quindi non toglie nulla, anzi conferma la verit che le calamit hanno un legame col peccato. Un testo del grande dome- nicano P. Calmel (1914- 1975) molto eloquente al riguardo. Scritto nel 1968 (le pretre et la rvolution, 1914-1968, Itineraire n. 127, novembre 1968, p. 37), denuncia la variazione operata dal clero mondano nello sguardo cristiano sulla storia umana. Un clero mondano che gi nella prima met del '900 passava ad un falso profeti- smo, ad una falsa lettura della realt: Il clero mondano fece soprattutto delle variazioni sulla pace perpetua, il disarmo e la promozione sociale, vantava i soldati morti al fronte (si era alla fine della I guerra mondiale) per l'emancipazione umana secondo la dichiarazione dei diritti dell'uo- mo - Invece di parlare di Dio al mondo sofferente per la guerra, lavorava come i socialisti perch i morti della grande guerra fossero utili alla promo- zione umana al posto della salvezza eterna questo clero si preoccupava dei diritti dell'uomo! Ma riprendiamo P. Calmel: ...i preti con il gusto del mondo sono arrivati progressivamente a voler fon- dere il messianismo soprannaturale del Regno che ANNO VII NOVEMBRE 2014 N. Editoriale Radicati nella fede pag. 2 non di questo mondo con il messianismo rivolu- zionario della massoneria o del comunismo. Questi preti sono entrati nel gioco di Cesare che, dopo la rivoluzione del 1789, aspira pi che mai a sostituir- si a Dio, eliminando il peccato originale e le sue conseguenze.... Terribile! la scomparsa della vita soprannaturale, del Regno che non di questo mondo, della vita eterna. Questi preti con il gusto del mondo sono diventati i sacerdoti del Naturalismo, della religione che non parla pi del peccato e della grazia. Sono preoccupati dei diritti dell'uomo, ma non che gli uomini si salvino dall'Inferno e possano giungere, dopo una vita cristianamente vissuta, in Paradiso. scomparso il Regno di Dio per fare spazio al regno dell'O.N.U. Sempre Calmel: I preti con il gusto della rivoluzione insegnano con cre- scente insistenza da pi di ven- t'anni che la pace di Cristo si confonde con la politica secon- do l'O.N.U., e si riassume in essa. Il prete con il gusto del mondo, il prete mondano () si trasformato fino a divenire l'uomo del messianismo terreno (), si fa complice del Cesare moderno. Qualcuno dir che oggi nella Chiesa si meno propensi al sociale e alle tentazioni della lettura marxista della storia che questo pericolo fu quello dei preti degli anni '70, tentati dal dialogo coi mar- xisti. S, in un certo senso vero, il comunismo crollato, ci si imborghesiti un po' tutti. Ma alla rivoluzione anni '70, quella della solidariet con gli operai, si sostituita la rivoluzione borghese, quel- la della solidariet con le lotte per i diritti individua- li: i diritti alle coppie di fatto, dell'omosessualit, dei divorziati risposati che vogliono la comunione della libera contraccezione, della libera adozione... e chi pi ne ha pi ne metta. Si tratta sempre qui della medesima Rivoluzione dettata dal laicismo masso- nico, che sia di destra o di sinistra poco importa, ...sempre sotto la bandiera dei diritti dell'uomo. Del problema di Dio e della salvezza eterna nemmeno l'ombra! Pi di un milione e mezzo di giovani cristiani di Francia doneranno la loro vita dal 1914 al 1918, e i preti secondo il mondo, testi- moni ebeti di questa ecatombe senza precedenti, non avran- no la capacit di cogliere il significato, di comprendere che, se non facciamo ritorno a Dio, delle ondate ancora peg- giori ci attendono... Se non facciamo ritorno a Dio ...non lo diranno mai que- sti preti mondani, non lo diran- no mai perch hanno sposato le vecchie rivoluzioni socialiste o le nuove rivoluzioni borghesi e liberali. E quanti preti, discepoli di questi testimoni ebeti hanno fatto carriera, fino a giungere ai gradi alti della gerarchia. Tutti questi li senti par- lare: di fronte ai dolori, alle calamit, alle guerre, agli omicidi ...non ricordano mai che occorre torna- re a Dio. Esprimono solidariet, noiosamente e vuotamente ...e il mondo fa finta di ascoltare questi appelli che rispondono al solito copione gi scritto. L'unico stupore sarebbe possibile per la Verit, l'u- nica Verit. Se un prete, anche del pi umile borgo del mondo, si alzasse a dire Fratelli, se non torniamo a Dio, ci capiter di peggio, allora il mondo potrebbe fare davvero silenzio e pensare. www.radicatinellafede.blogspot.it www.radicatinellafede.blogspot.it Gli incontri di Dottrina Cattolica per il mese di novembre: venerd 14 - 28 ore 20.30 Sala Parrocchiale Vocogno INCONTRI DOTTRINA CATTOLICA P. Calmel o.p. (1914-1975) Radicati nella fede pag. 3 secondo lantico Pontificale Romano Vocogno, 5 ottobre 2014 Sante Cresime Grande giorno questo carissimi. Carissimi cresi- mandi, carissimi padrini, carissimi genitori, grande giorno questo. un grande giorno perch il gior- no della grazia, della grazia di Dio. Dobbiamo rin- graziare la misericordia del Signore per questo gior- no. Il Signore ci ha voluto bene, ci vuole bene. Dobbiamo ringraziare la potente intercessione della Beata Vergine Maria: facciamo le Cresime nella prima Domenica di Ottobre, la Domenica della gran- de supplica alla Madonna di Pompei. Dobbiamo rin- graziare S. Ecc. Monsignor Vescovo. Io qui sono delegato del Vescovo: materialmente sono io che celebro la Cresima, che amministro la Cresima, ma nella mia persona il Vescovo di Novara. Un gran- de grazie al Vescovo per la sua paternit, per la sua finezza! Un grande giorno vi dicevo, il giorno della grazia. Ma che cos la grazia di Dio? La grazia di Dio la vita di Dio in noi. Guardate, una cosa cos grande, cos profonda che non bisogna sminuirla con dei modi di dire differenti! Quando anche diciamo che la forza di Dio, che la potenza di Dio, diciamo qual- cosa di grande, ma dobbiamo arrivare a riconosce- re che Dio che vive in noi. Quando riceviamo la grazia, Dio che viene ad abitare nella nostra vita. C qualcosa di pi grande di questo? Vedete, non si pu vivere - carissimi cresimandi - non si pu vivere semplicemente come uomini, occorre vivere come Dio. Questa cosa non la ricorda quasi pi nes- suno. Il cristianesimo stato ridotto, attorno a noi, a una religione naturale. Terribile! Come se fosse una faccenda nostra il cristianesimo. Il cristianesimo faccenda di Dio! Dio viene in noi e ci chiama a vive- re la sua vita, per cui un uomo, una donna, non pos- sono vivere semplicemente una vita umana. Carissimi, occorre vivere la vita di Dio. Ma come possibile vivere la vita di Dio? Appunto per questo N. S. Ges Cristo venuto nel mondo, nato a Betlemme, salito al Calvario, morto in Croce per noi, per darci la sua grazia. La grazia che viene dal costato di Cristo, dal Sangue Redentore di Cristo, passa nei sette sacramenti - sono i canali della grazia ma principalmente nei sacramenti che imprimono il carattere, che restano come segno per sempre nella vostra anima! Resteranno per sempre e sono il Battesimo e la Cresima. C un terzo sacra- mento che imprime il carattere, che resta per sem- pre per chi chiamato, che lOrdine Sacro, il sacerdozio. Cosa vuol dire che imprime il carattere? Cosa vuol dire che il Battesimo, la Cresima - la Confermazione -, imprimono il carattere? Vuol dire che le vostre anime vengono marchiate per sempre, Le foto e lomelia delle Cresime celebrate a Vocogno nel rito previsto dallAntico Pontificale Romano: giorno di grazia per otto ragazzini, per i loro padrini e per tutti i fedeli. Radicati nella fede pag. 4 segnate, trasformate da Cristo. Perch succede questo? Appunto perch non potete pi vivere una vita semplicemente umana, dovete vivere la vita divina. Alla fine della vita il Signore ci vuole dare il Paradiso, ma per stare in Paradiso, per godere di Dio, occorre gi essere come Dio. In che senso? Non che diventeremo Dio... siamo dei poveri pec- catori, ma saremo trasformati dalla grazia! Si opera un reale cambiamento in noi potremmo dire che siamo divinizzati. Allora saremo capaci di vedere Dio. Saremo capaci di godere Dio e finalmente il nostro cuore sar soddisfatto, pienamente soddi- sfatto. Il nostro cuore inquieto, Signore, fin quan- do non riposa in Te dice SantAgostino, perch Tu ci hai fatti per Te. Tu ci hai fatti per la Tua gloria, o Signore. Allora il Signore compie questa divinizza- zione, questa trasformazione imprime il carattere con i sacramenti. Ripeto: principalmente con il Battesimo e con la Cresima che conferma la grazia del Battesimo. Nel Battesimo, ve lo ricordo mille volte durante lanno, vi stato dato il nome! Cosa vuol dire dare il nome nel Battesimo? Vuol dire rico- noscere che avvenuto un cambiamento, si dice ontologico, di natura, profondo. Non un cambia- mento apparente, non esterno. C giorno pi grande di questo? No di certo. Non un rito umano, non un rito sociale quello che viene fatto qui, la trasformazione della grazia. Certo che Dio ci lascia liberi, lo sapete bene. Noi non saremo mai delle marionette nelle mani di Dio, perch Dio vuole essere amato. Per essere amato ci ha lasciati liberi, solo un uomo libero pu amare, solo un cuore libero pu amare veramente. Allora tragicamente noi potremmo distruggere la grazia che riceviamo. Rester il carattere di cristiano, per- ch sei segnato per sempre dal Battesimo e dalla Cresima, ma questa grazia Dio non voglia se non assecondata in unobbedienza a Dio, non por- ter i frutti che deve portare e questo sarebbe tra- gico! Venne per trasformarci il Signore, ma questa trasformazione la vuole vedere nella nostra vita per- ch vuole la nostra gioia eterna. La vita umana rovinata dal peccato originale, rovinata dai nostri peccati: non c niente da fare, occorre passare a Dio, passare alla grazia. Carissimi cresimandi, vorrei proprio dire una parola a voi prima che riceviate la Cresima. Voi ricevete la Cresima ormai incamminati verso la piena giovinez- za e verso let adulta. Arriver presto, arriver pre- sto let adulta poi gli anni, man mano che aumen- teranno, saranno sempre pi veloci. Adesso non arrivano mai i diciottanni e poi arriveranno veloci tutti gli altri anni. Ebbene, voi ricevete la Cresima in questa Domenica 5 Ottobre 2014, dentro la grande tempesta del mondo, che rema contro Ges Cristo e contro la sua grazia. Molte volte lo fa per distrazio- ne, non per una reale cattiveria contro il Signore in altri casi, invece, rema contro la grazia di Cristo con una reale cattiveria e odio a Dio. Che sia un reale odio a Dio, o una semplice distrazione che rema contro di Lui, carissimi cresimandi, se vi allontana da Dio pericolosa. Non vivete mai superficialmen- te, non vivete mai una vita banale. Rendetevi conto che il Signore venuto per salvare ciascuno di voi. Allora ricevete la grazia della Cresima che vi fa per- fetti cristiani, che vi d tutta la forza dal Cielo per essere di Dio voi la ricevete dentro la grande batta- glia contro la fede. Gli anni nostri sono anni difficili. Oh beninteso, essere cristiani non mai stato sem- plice e soprattutto non mai stato automatico. Tutti ricevevano la Cresima, alcuni diventavano santi. Radicati nella fede pag. 5 Quindi questi tempi sono peggiori, ma non sono gli unici difficili. Guai a noi se pensassimo cos: perch, il Signore venuto a liberarci, Lui ha compiuto la nostra liberazione, ma chiede che noi lottiamo con Lui. Allora occorre lottare contro il mondo, contro il peccato, contro le tentazioni, contro una vita vissuta lontano da Dio. No, non si pu vivere senza di Lui! Non si pu vivere senza N. S. Ges Cristo! Non avremmo pace. Carissimi padrini, vorrei dire una parola a voi. Avete una grande responsabilit. Avete accettato: quando uno viene chiamato a fare il padrino, ne sono sem- pre pi convinto, riceve un richiamo dal Signore. Il Signore buono e dice: Torna a me, vieni a me con pi decisione, forza, coraggio abbi pi fede e ades- so sii pi responsabile di questo ragazzo o di que- sta ragazza che sono miei figli. Sono morto per loro. Allora avete una grande responsabilit. Voi sapete, ci si salva personalmente, ciascuno di noi comparir di fronte al tribunale di Dio nel giorno della sua morte corporale, ma non ci si salva da soli. Ci si salva personalmente ma non da soli, perch la grazia di Cristo data a te dentro un popolo che si chiama Chiesa, che il Corpo Mistico di Cristo. Allora chi vive in grazia aiuta gli altri a vivere in gra- zia, chi vive nel peccato affatica tutti, affatica la vita cristiana di tutti. Allora carissimi padrini e madrine siate ogni giorno allaltezza del mandato che il Signore vi ha dato. Custodite la vita di fede, preoc- cupatevi della vita di fede del vostro figlioccio o della vostra figlioccia per questo ci sono i padrini e le madrine ma perch possiate essere preoccupati della loro vita di fede, siate molto preoccupati della vostra. State con il Signore, state con la Madonna, state in grazia di Dio. Preghiamo dunque: il rito della Cresima prima della Messa nel rito antico (qui la Cresima viene fatta secondo lantico Pontificale Romano). Prima che ci siano i riti della Cresima, canteremo linno del Veni Creator. Sapete, la prima strofa si fa in ginoc- chio, proprio come segno di preghiera intensa poi ci si alza. Vedete, prima di ricevere la grazia di Dio occorre pregare ma dopo che si ricevuta la grazia del sacramento, occorrer ancora pregare. Fratelli, la grazia di Cristo che riceviamo, che data da Lui, potenza Sua, non nostra la si custodisce in una vita di preghiera, altrimenti la grazia di Cristo pre- sto persa. Chi prega si salva, lo sappiamo bene e a memoria, c scritto nei nostri libretti di preghiera. Chi prega si salva. Come vera questa cosa. Carissimi cresimandi, carissimi padrini e madrine, carissimi genitori e parenti e voi fedeli tutti, dobbia- mo rinascere nella preghiera. Al termine della Messa faremo anche la grande supplica alla Madonna di Pompei, perch la prima Domenica di Ottobre. Che sia un segno del nostro desiderio di vivere in grazia, in profonda preghiera, tutta la nostra vita. Sia lodato Ges Cristo. Radicati nella fede pag. 6 Vera e falsa riforma della Chiesa; tolle- ranza e castigo; misericordia e maternit della Chiesa; necessit della dottrina: in questo capitolo XX quanti spunti per riflet- tere e approfondire! Non leggiamo troppo velocemente, ma facciamo meditazione col P. Emmanuel. Questo insieme di capi- toli che costituiscono La sainte glise, brevi perch apparsi nel bollettino di N. D. De la Sainte Esprance, sono preziosissimi: costituiscono un potente antidoto all'eresia dei tempi moderni, il Naturalismo, che pur salvando un astratto riferimento a Dio, parla della Chiesa come una semplice societ religiosa umana. da La sainte glise del Pre Emmanuel Andr Dottrina Cattolica Capitolo XX ICATTIVICRISTIANI Tutti i cattivi cristiani non escono dalla Chiesa per la porta grande aperta dall'eresia e dallo scisma ve ne sono molti che restano nel suo grembo, e che la affaticano con i loro costumi depravati. Nessun fatto messo pi in evidenza, nel Vangelo, che questo mischiarsi inevitabile dei buoni e dei cattivi sotto il tetto di una stessa societ. La Chiesa comparata ad un'aia, sulla quale pula e buon grano sono mischiati (Lc 3,17) a un gregge, che contiene capri e pecore (Mt 25,33) ad una rete, che trae pesci buoni e cattivi (Mt 13,47) ad una casa, nella quale ci sono vasi preziosi e vasi di scar- to (2 Tm 2,20). A nessuno concesso di pronunciare una separa- zione anzitempo poich nessuno pu sondare i cuori e le anime, fuori dal Giudice supremo, e non lo far che nel tempo stabilito. Allora, come colui che vaglia, pulir la sua aia allora, come il pastore, separer i capri dalle pecore e far fare dai suoi angeli la cernita dei pesci contenuti nella rete della sua Chiesa e i vasi preziosi risplenderanno nella casa del padre, per tutta l'eternit. *** La parola tolleranza una parola cristiana, come la parola carit. Sant'Agostino la impiega sovente, e non saremmo certi di trovarla in Cicerone. Ma per questa parola bisogna intendere, non come i libera- li, la tolleranza degli errori, ma la tolleranza delle persone, e inoltre non di tutte le persone. Sant'Agostino non ammetteva che, sotto il pretesto della tolleranza, i principi cristiani si astenessero dal punire gli eretici, n che la Chiesa si astenesse dal punire i peccatori scandalosi domandava semplice- mente che i cristiani sopportassero pazientemente i loro fratelli infermi o anche viziosi, nell'invincibile speranza di procurare il loro emendamento. Per lui, la Chiesa non era una societ di farisei che, secondo Isaia, dicono ai peccatori: Non toccarmi (Is 65,5). Era l'ospedale, dove il buon Samaritano porta il suo ferito (Lc 10,34) era una citt di rifugio, dove i colpevoli trovano asilo e compassione era un corpo, in cui le membra sane curano le membra malate era infine un luogo di prova, nel quale l'e- mendamento sempre possibile e sempre sperato. Comparava la Chiesa all'arca di No, che, cospar- sa dentro e fuori di un bitume tenace, non rischia di disfarsi, pur portando nei suoi fianchi animali impuri con animali puri. Cos, dice, la Chiesa tollera i catti- vi e il bitume rappresenta la forza di questa tolleran- za che mantiene fermamente l'unit (De unit. Eccl.). La tolleranza della Chiesa non dunque una debo- lezza, ma una forza suppone quella pazienza che rende l'uomo perfetto, e che si unisce alla pazienza di Dio per fare uscire il bene dal male essa non esclude in nessun modo il vigore della disciplina. LArca di No Radicati nella fede pag. 7 Senza dubbio, dice Sant'Agostino, occorre tollera- re i cattivi, ma senza trascurare la disciplina. Il vero spirito di dolcezza brucia di uno zelo tutto divino, perch questa vergine promessa sposa a Cristo, che la Chiesa, non sia corrotta in alcuno dei suoi membri, nella castit che essa deve a Cristo (Cont. Ep. Pet., III). Conseguentemente, se il peccato volge a scanda- lo, la Chiesa deve punirlo ed anche, all'occorrenza, essa deve prendere la spada e separare dal suo grembo, con la scomunica, il peccatore scandaloso. Ma in ogni caso, essa non lo scaccer, dice il gran- de dottore, che dopo aver pazientemente insegna- to. La disciplina che caccia i cattivi costumi, dice, non al suo posto, fin quando la dottrina che inse- gna i buoni costumi non stata disprezzata. Tutta la condotta della Chiesa riassumibile in questa massima. Infine, pur infierendo contro i colpevoli, ed anche impiegando contro questi il ferro della scomunica, la Chiesa resta loro madre: se essa sembra conse- gnarli a Satana, seguendo la parola di San Paolo, lo solamente nei loro corpi, e lo per la salvezza della loro anima (1 Cor 5,5). Cacciato da casa, il figlio sempre amato, e il suo ritorno sempre atte- so. *** Tale quaggi lo stato della Chiesa, essa un misto di buoni e cattivi lass solamente sar perfet- tamente pura e pulita, non solo senza macchia, ma anche senza rughe ne difformit alcuna (Ef 5,27). A volte, durante il suo pellegrinaggio, subisce delle crisi pi violente come la barca che portava gli apo- stoli e Ges, sembra prossima ad essere sommer- sa , come dice un Padre, talmente sporcata dai cattivi costumi dei suoi figli, che si crederebbe che il divino Sposo tolga da lei i suoi occhi. Ma anche allo- ra, essa trova nello Spirito Santo che l'anima e la conduce, la saggezza e l'energia di lavorare alla sua propria riforma non ha bisogno che la mano degli uomini venga a raddrizzarla. di lei come dell'arca santa. Quand'anche i buoi che la conducono venissero ad esitare, quand'an- che essa stessa sembrasse sull'orlo di cadere, guai ai temerari che, per la loro privata autorit, portas- sero su di essa la loro mano sacrilega! Sarebbero colpiti, come lo fu Oza (2 Re 6,7). Agli inizi del XVI secolo, la Chiesa attraversava una crisi. Aveva subito nel secolo precedente una lace- razione profonda ne era risultato uno stato di deca- denza per il popolo cristiano, gli ordini religiosi e il clero stesso. Occorreva una riforma. Allora degli uomini senza mandato si posero come riformatori della Chiesa: erano Lutero e Calvino. Strani riformatori! Il clero, dicevano, decaduto dal suo primo splendore: dunque basta con il celibato! Gli ordini religiosi sono degenerati: dunque basta con i voti monastici! Il popolo cristiano corroso dal- l'ignoranza e i cattivi costumi: dunque basta con la confessione, basta con il digiuno, basta con il culto alla Santa Vergine e ai santi! E chiamavano riforma questa distruzione del cristianesimo chiamavano riforma l'emancipazione della carne scrollantesi il giogo dello spirito, l'emancipazione della ragione scrollantesi il giogo della fede. Sant'Agostino ripete sovente che gli eretici nasco- no a causa dei cristiani carnali: mai questa parola stata pi vera che nei confronti dei riformatori del XVI secolo. La loro storia rivela in ogni momento le turpitudini pi sacrileghe. Lacerata e sconvolta da questi eresiarchi, la Chiesa si riun in concilio e mise mano essa stessa alla pro- pria riforma. Questo concilio che dur dal 1542 al 1563, il molto illustre concilio di Trento, i cui atti basterebbero a provare la divinit della Chiesa. Contro la falsa saggezza di Lutero e Calvino, sag- gezza terrena, animale, diabolica, si vide risplende- re con una potenza senza pari la saggezza dall'alto che innanzitutto pura, poi pacifica, modesta, per- suasiva, d'accordo con ogni bene, piena di miseri- cordia e di frutti di salvezza (Gc 3, 15-17). Il santo concilio riassunse in meravigliosi decreti la dottrina tradizionale sul peccato originale, la grazia e i sacramenti poi restaur con mano ferma l'antica disciplina e consolid in tutte le sue parti il tempio del Signore. La tempesta sedata Radicati nella fede pag. 8 Allora uno spirito di rinnovamento si diffuse in tutta la cristianit. Si videro sorgere santi di una grandez- za eroica, delle opere potenti. Vi stata in Italia innanzitutto, poi in Spagna e Francia, una mirabile fioritura della fede. Non solamente la Chiesa potet- te combattere vittoriosamente l'eresia ma compen- s la sue perdite in Europa con l'evangelizzazione delle Indie e del nuovo mondo. Ancora oggi, viviamo dei benefici del concilio di Trento, a cui ha aggiunto le sue luci il concilio Vaticano (Vaticano I, ndr.). Quanto al protestantesimo di Lutero e di Calvino, corroso dal razionalismo che vuole chiudere con la fede: i pastori della pretesa riforma non sono nem- meno d'accordo su questo punto, Ges Cristo Dio? Si agitano nel vuoto, mentre la Chiesa ridice a Nostro Signore il cantico d'amore di San Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. continua... Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente DOMENICA 23 NOVEMBRE 2014 A VOCOGNO ore 10.30 SANTA MESSA CANTATA ore 15.30 VESPRI CANTATI E BENEDIZIONE EUCARISTICA ORE 17.00 SANTA MESSA LETTA IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA B.V. MARIA 8 Dicembre 2014 Chiesa di Vocogno ore 10.30 Santa Messa cantata ore 15.30 Vespri cantati e Benedizione Eucaristica ore 17.00 Santa Messa letta Cappella Ospedale di Domodossola ore 10.30 Santa Messa cantata Festa Patronale di Santa Caterina V. M.