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Radicati nella fede

foglio di collegamento della chiesa di Vocogno


e della cappella dellOspedale di Domodossola
dove si celebra la messa tradizionale
11
Scoppia la guerra in qualche
parte del mondo e il clero, alto
o basso che sia, esprime soli-
dariet con le vittime e le popolazioni colpite. C'
un'alluvione o un terremoto, ed esprime vicinanza
nella preghiera, aggiungendo un'invettiva contro le
autorit civili che non hanno saputo prevenire il
disastro o sono state insufficienti nei soccorsi.
Siamo in crisi economica e questo clero insegna
agli economisti cosa bisogna fare per affrontarla,
propinando allo stato o agli
industriali la propria ricetta
ricordando i diritti dei lavora-
tori.
Ci siamo ormai abituati a
questi immancabili e sconta-
ti bollettini ecclesiastici sulla
situazione, partoriti nelle
altrettanto immancabili
riunioni delle conferenze
ecclesiastiche.
Ma tutto questo compito
davvero del sacerdozio cat-
tolico? E se lo in qualche
misura, tutto qui il suo
compito?
Dopo aver tanto parlato di
Chiesa profetica, manca la
profezia, quella vera, quella
cattolica secondo Dio.
Manca il richiamo del ritorno
a Dio.
No, questo richiamo non lo sentirete pi! Non sen-
tirete pi quelle parole che tornavano fedelmente in
ogni tempo e stagione della vita cristiana e special-
mente nei momenti difficili e di dolore: Cari fratelli,
questa sofferenza, questa calamit, questa crisi ci
richiamano a tornare a Dio, perch non ci capiti
qualcosa di peggio!.
Mai dai pulpiti di oggi si alzata una voce chiara.
Mai si ricordato che nel dolore Dio ci parla, non
soltanto della sua tenerezza, ma anche della
nostra conversione. Fratelli,
perch abbiamo abbando-
nato il Signore che tutto que-
sto ci viene addosso facciamo penitenza e tornia-
mo all'osservanza dei comandamenti.
Qualcuno dir che qui si fa terrorismo spirituale
che anche il giusto soffre, che la Croce non sem-
pre conseguenza del peccato personale. vero.
S vero, ma il giusto chiamato alla Croce pesan-
te, lo in riparazione del
peccato di tutto il popolo, e
quindi non toglie nulla, anzi
conferma la verit che le
calamit hanno un legame
col peccato.
Un testo del grande dome-
nicano P. Calmel (1914-
1975) molto eloquente al
riguardo. Scritto nel 1968
(le pretre et la rvolution,
1914-1968, Itineraire n.
127, novembre 1968, p.
37), denuncia la variazione
operata dal clero mondano
nello sguardo cristiano
sulla storia umana. Un
clero mondano che gi
nella prima met del '900
passava ad un falso profeti-
smo, ad una falsa lettura
della realt:
Il clero mondano fece soprattutto delle variazioni
sulla pace perpetua, il disarmo e la promozione
sociale, vantava i soldati morti al fronte (si era alla
fine della I guerra mondiale) per l'emancipazione
umana secondo la dichiarazione dei diritti dell'uo-
mo - Invece di parlare di Dio al mondo sofferente
per la guerra, lavorava come i socialisti perch i
morti della grande guerra fossero utili alla promo-
zione umana al posto della salvezza eterna questo
clero si preoccupava dei diritti dell'uomo!
Ma riprendiamo P. Calmel: ...i preti con il gusto del
mondo sono arrivati progressivamente a voler fon-
dere il messianismo soprannaturale del Regno che
ANNO VII
NOVEMBRE 2014 N.
Editoriale
Radicati nella fede pag. 2
non di questo mondo con il messianismo rivolu-
zionario della massoneria o del comunismo. Questi
preti sono entrati nel gioco di Cesare che, dopo la
rivoluzione del 1789, aspira pi che mai a sostituir-
si a Dio, eliminando il peccato originale e le sue
conseguenze.... Terribile! la scomparsa della
vita soprannaturale, del Regno che non di questo
mondo, della vita eterna. Questi preti con il gusto
del mondo sono diventati i sacerdoti del
Naturalismo, della religione che
non parla pi del peccato e
della grazia. Sono preoccupati
dei diritti dell'uomo, ma non che
gli uomini si salvino dall'Inferno
e possano giungere, dopo una
vita cristianamente vissuta, in
Paradiso. scomparso il
Regno di Dio per fare spazio al
regno dell'O.N.U. Sempre
Calmel: I preti con il gusto della
rivoluzione insegnano con cre-
scente insistenza da pi di ven-
t'anni che la pace di Cristo si
confonde con la politica secon-
do l'O.N.U., e si riassume in
essa. Il prete con il gusto del
mondo, il prete mondano ()
si trasformato fino a divenire
l'uomo del messianismo terreno
(), si fa complice del Cesare moderno.
Qualcuno dir che oggi nella Chiesa si meno
propensi al sociale e alle tentazioni della lettura
marxista della storia che questo pericolo fu quello
dei preti degli anni '70, tentati dal dialogo coi mar-
xisti. S, in un certo senso vero, il comunismo
crollato, ci si imborghesiti un po' tutti. Ma alla
rivoluzione anni '70, quella della solidariet con gli
operai, si sostituita la rivoluzione borghese, quel-
la della solidariet con le lotte per i diritti individua-
li: i diritti alle coppie di fatto, dell'omosessualit, dei
divorziati risposati che vogliono la comunione della
libera contraccezione, della libera adozione... e chi
pi ne ha pi ne metta. Si tratta sempre qui della
medesima Rivoluzione dettata dal laicismo masso-
nico, che sia di destra o di sinistra poco importa,
...sempre sotto la bandiera dei diritti dell'uomo. Del
problema di Dio e della salvezza eterna nemmeno
l'ombra!
Pi di un milione e mezzo di giovani cristiani di
Francia doneranno la loro vita dal 1914 al 1918, e i
preti secondo il mondo, testi-
moni ebeti di questa ecatombe
senza precedenti, non avran-
no la capacit di cogliere il
significato, di comprendere
che, se non facciamo ritorno a
Dio, delle ondate ancora peg-
giori ci attendono...
Se non facciamo ritorno a
Dio ...non lo diranno mai que-
sti preti mondani, non lo diran-
no mai perch hanno sposato
le vecchie rivoluzioni socialiste
o le nuove rivoluzioni borghesi
e liberali.
E quanti preti, discepoli di
questi testimoni ebeti hanno
fatto carriera, fino a giungere
ai gradi alti della gerarchia. Tutti questi li senti par-
lare: di fronte ai dolori, alle calamit, alle guerre,
agli omicidi ...non ricordano mai che occorre torna-
re a Dio. Esprimono solidariet, noiosamente e
vuotamente ...e il mondo fa finta di ascoltare questi
appelli che rispondono al solito copione gi scritto.
L'unico stupore sarebbe possibile per la Verit, l'u-
nica Verit.
Se un prete, anche del pi umile borgo del mondo,
si alzasse a dire Fratelli, se non torniamo a Dio, ci
capiter di peggio, allora il mondo potrebbe fare
davvero silenzio e pensare.
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Gli incontri di Dottrina Cattolica
per il mese di novembre:
venerd 14 - 28
ore 20.30 Sala Parrocchiale Vocogno
INCONTRI
DOTTRINA CATTOLICA
P. Calmel o.p. (1914-1975)
Radicati nella fede pag. 3
secondo lantico Pontificale Romano
Vocogno, 5 ottobre 2014
Sante
Cresime
Grande giorno questo carissimi. Carissimi cresi-
mandi, carissimi padrini, carissimi genitori, grande
giorno questo. un grande giorno perch il gior-
no della grazia, della grazia di Dio. Dobbiamo rin-
graziare la misericordia del Signore per questo gior-
no. Il Signore ci ha voluto bene, ci vuole bene.
Dobbiamo ringraziare la potente intercessione della
Beata Vergine Maria: facciamo le Cresime nella
prima Domenica di Ottobre, la Domenica della gran-
de supplica alla Madonna di Pompei. Dobbiamo rin-
graziare S. Ecc. Monsignor Vescovo. Io qui sono
delegato del Vescovo: materialmente sono io che
celebro la Cresima, che amministro la Cresima, ma
nella mia persona il Vescovo di Novara. Un gran-
de grazie al Vescovo per la sua paternit, per la sua
finezza!
Un grande giorno vi dicevo, il giorno della grazia.
Ma che cos la grazia di Dio? La grazia di Dio la
vita di Dio in noi. Guardate, una cosa cos grande,
cos profonda che non bisogna sminuirla con dei
modi di dire differenti! Quando anche diciamo che
la forza di Dio, che la potenza di Dio, diciamo qual-
cosa di grande, ma dobbiamo arrivare a riconosce-
re che Dio che vive in noi. Quando riceviamo la
grazia, Dio che viene ad abitare nella nostra vita.
C qualcosa di pi grande di questo? Vedete, non
si pu vivere - carissimi cresimandi - non si pu
vivere semplicemente come uomini, occorre vivere
come Dio. Questa cosa non la ricorda quasi pi nes-
suno. Il cristianesimo stato ridotto, attorno a noi, a
una religione naturale. Terribile! Come se fosse una
faccenda nostra il cristianesimo. Il cristianesimo
faccenda di Dio! Dio viene in noi e ci chiama a vive-
re la sua vita, per cui un uomo, una donna, non pos-
sono vivere semplicemente una vita umana.
Carissimi, occorre vivere la vita di Dio.
Ma come possibile vivere la vita di Dio? Appunto
per questo N. S. Ges Cristo venuto nel mondo,
nato a Betlemme, salito al Calvario, morto in
Croce per noi, per darci la sua grazia. La grazia che
viene dal costato di Cristo, dal Sangue Redentore di
Cristo, passa nei sette sacramenti - sono i canali
della grazia ma principalmente nei sacramenti che
imprimono il carattere, che restano come segno per
sempre nella vostra anima! Resteranno per sempre
e sono il Battesimo e la Cresima. C un terzo sacra-
mento che imprime il carattere, che resta per sem-
pre per chi chiamato, che lOrdine Sacro, il
sacerdozio. Cosa vuol dire che imprime il carattere?
Cosa vuol dire che il Battesimo, la Cresima - la
Confermazione -, imprimono il carattere? Vuol dire
che le vostre anime vengono marchiate per sempre,
Le foto e lomelia delle Cresime celebrate a
Vocogno nel rito previsto dallAntico
Pontificale Romano: giorno di grazia per otto
ragazzini, per i loro padrini e per tutti i fedeli.
Radicati nella fede pag. 4
segnate, trasformate da Cristo. Perch succede
questo? Appunto perch non potete pi vivere una
vita semplicemente umana, dovete vivere la vita
divina. Alla fine della vita il Signore ci vuole dare il
Paradiso, ma per stare in Paradiso, per godere di
Dio, occorre gi essere come Dio. In che senso?
Non che diventeremo Dio... siamo dei poveri pec-
catori, ma saremo trasformati dalla grazia! Si opera
un reale cambiamento in noi potremmo dire che
siamo divinizzati. Allora saremo capaci di vedere
Dio. Saremo capaci di godere Dio e finalmente il
nostro cuore sar soddisfatto, pienamente soddi-
sfatto. Il nostro cuore inquieto, Signore, fin quan-
do non riposa in Te dice SantAgostino, perch Tu
ci hai fatti per Te. Tu ci hai fatti per la Tua gloria, o
Signore. Allora il Signore compie questa divinizza-
zione, questa trasformazione imprime il carattere
con i sacramenti. Ripeto: principalmente con il
Battesimo e con la Cresima che conferma la grazia
del Battesimo. Nel Battesimo, ve lo ricordo mille
volte durante lanno, vi stato dato il nome! Cosa
vuol dire dare il nome nel Battesimo? Vuol dire rico-
noscere che avvenuto un cambiamento, si dice
ontologico, di natura, profondo. Non un cambia-
mento apparente, non esterno.
C giorno pi grande di questo? No di certo. Non
un rito umano, non un rito sociale quello che
viene fatto qui, la trasformazione della grazia.
Certo che Dio ci lascia liberi, lo sapete bene. Noi
non saremo mai delle marionette nelle mani di Dio,
perch Dio vuole essere amato. Per essere amato
ci ha lasciati liberi, solo un uomo libero pu amare,
solo un cuore libero pu amare veramente. Allora
tragicamente noi potremmo distruggere la grazia
che riceviamo. Rester il carattere di cristiano, per-
ch sei segnato per sempre dal Battesimo e dalla
Cresima, ma questa grazia Dio non voglia se
non assecondata in unobbedienza a Dio, non por-
ter i frutti che deve portare e questo sarebbe tra-
gico! Venne per trasformarci il Signore, ma questa
trasformazione la vuole vedere nella nostra vita per-
ch vuole la nostra gioia eterna. La vita umana
rovinata dal peccato originale, rovinata dai nostri
peccati: non c niente da fare, occorre passare a
Dio, passare alla grazia.
Carissimi cresimandi, vorrei proprio dire una parola
a voi prima che riceviate la Cresima. Voi ricevete la
Cresima ormai incamminati verso la piena giovinez-
za e verso let adulta. Arriver presto, arriver pre-
sto let adulta poi gli anni, man mano che aumen-
teranno, saranno sempre pi veloci. Adesso non
arrivano mai i diciottanni e poi arriveranno veloci
tutti gli altri anni. Ebbene, voi ricevete la Cresima in
questa Domenica 5 Ottobre 2014, dentro la grande
tempesta del mondo, che rema contro Ges Cristo
e contro la sua grazia. Molte volte lo fa per distrazio-
ne, non per una reale cattiveria contro il Signore in
altri casi, invece, rema contro la grazia di Cristo con
una reale cattiveria e odio a Dio. Che sia un reale
odio a Dio, o una semplice distrazione che rema
contro di Lui, carissimi cresimandi, se vi allontana
da Dio pericolosa. Non vivete mai superficialmen-
te, non vivete mai una vita banale. Rendetevi conto
che il Signore venuto per salvare ciascuno di voi.
Allora ricevete la grazia della Cresima che vi fa per-
fetti cristiani, che vi d tutta la forza dal Cielo per
essere di Dio voi la ricevete dentro la grande batta-
glia contro la fede. Gli anni nostri sono anni difficili.
Oh beninteso, essere cristiani non mai stato sem-
plice e soprattutto non mai stato automatico. Tutti
ricevevano la Cresima, alcuni diventavano santi.
Radicati nella fede pag. 5
Quindi questi tempi sono peggiori, ma non sono gli
unici difficili. Guai a noi se pensassimo cos: perch,
il Signore venuto a liberarci, Lui ha compiuto la
nostra liberazione, ma chiede che noi lottiamo con
Lui. Allora occorre lottare contro il mondo, contro il
peccato, contro le tentazioni, contro una vita vissuta
lontano da Dio. No, non si pu vivere senza di Lui!
Non si pu vivere senza N. S. Ges Cristo! Non
avremmo pace.
Carissimi padrini, vorrei dire una parola a voi. Avete
una grande responsabilit. Avete accettato: quando
uno viene chiamato a fare il padrino, ne sono sem-
pre pi convinto, riceve un richiamo dal Signore. Il
Signore buono e dice: Torna a me, vieni a me con
pi decisione, forza, coraggio abbi pi fede e ades-
so sii pi responsabile di questo ragazzo o di que-
sta ragazza che sono miei figli. Sono morto per
loro. Allora avete una grande responsabilit. Voi
sapete, ci si salva personalmente, ciascuno di noi
comparir di fronte al tribunale di Dio nel giorno
della sua morte corporale, ma non ci si salva da soli.
Ci si salva personalmente ma non da soli, perch la
grazia di Cristo data a te dentro un popolo che si
chiama Chiesa, che il Corpo Mistico di Cristo.
Allora chi vive in grazia aiuta gli altri a vivere in gra-
zia, chi vive nel peccato affatica tutti, affatica la vita
cristiana di tutti. Allora carissimi padrini e madrine
siate ogni giorno allaltezza del mandato che il
Signore vi ha dato. Custodite la vita di fede, preoc-
cupatevi della vita di fede del vostro figlioccio o della
vostra figlioccia per questo ci sono i padrini e le
madrine ma perch possiate essere preoccupati
della loro vita di fede, siate molto preoccupati della
vostra. State con il Signore, state con la Madonna,
state in grazia di Dio.
Preghiamo dunque: il rito della Cresima prima
della Messa nel rito antico (qui la Cresima viene
fatta secondo lantico Pontificale Romano). Prima
che ci siano i riti della Cresima, canteremo linno del
Veni Creator. Sapete, la prima strofa si fa in ginoc-
chio, proprio come segno di preghiera intensa poi ci
si alza. Vedete, prima di ricevere la grazia di Dio
occorre pregare ma dopo che si ricevuta la grazia
del sacramento, occorrer ancora pregare. Fratelli,
la grazia di Cristo che riceviamo, che data da Lui,
potenza Sua, non nostra la si custodisce in una
vita di preghiera, altrimenti la grazia di Cristo pre-
sto persa. Chi prega si salva, lo sappiamo bene e a
memoria, c scritto nei nostri libretti di preghiera.
Chi prega si salva. Come vera questa cosa.
Carissimi cresimandi, carissimi padrini e madrine,
carissimi genitori e parenti e voi fedeli tutti, dobbia-
mo rinascere nella preghiera. Al termine della
Messa faremo anche la grande supplica alla
Madonna di Pompei, perch la prima Domenica di
Ottobre. Che sia un segno del nostro desiderio di
vivere in grazia, in profonda preghiera, tutta la
nostra vita. Sia lodato Ges Cristo.
Radicati nella fede pag. 6
Vera e falsa riforma della Chiesa; tolle-
ranza e castigo; misericordia e maternit
della Chiesa; necessit della dottrina: in
questo capitolo XX quanti spunti per riflet-
tere e approfondire! Non leggiamo troppo
velocemente, ma facciamo meditazione
col P. Emmanuel. Questo insieme di capi-
toli che costituiscono La sainte glise, brevi perch apparsi nel bollettino di N. D. De la Sainte
Esprance, sono preziosissimi: costituiscono un potente antidoto all'eresia dei tempi moderni, il
Naturalismo, che pur salvando un astratto riferimento a Dio, parla della Chiesa come una semplice
societ religiosa umana.
da La sainte glise
del Pre Emmanuel Andr
Dottrina Cattolica
Capitolo XX
ICATTIVICRISTIANI
Tutti i cattivi cristiani non escono dalla Chiesa per
la porta grande aperta dall'eresia e dallo scisma ve
ne sono molti che restano nel suo grembo, e che la
affaticano con i loro costumi depravati. Nessun fatto
messo pi in evidenza, nel Vangelo, che questo
mischiarsi inevitabile dei buoni e dei cattivi sotto il
tetto di una stessa societ.
La Chiesa comparata ad un'aia, sulla quale pula
e buon grano sono mischiati (Lc 3,17) a un gregge,
che contiene capri e pecore (Mt 25,33) ad una rete,
che trae pesci buoni e cattivi (Mt 13,47) ad una
casa, nella quale ci sono vasi preziosi e vasi di scar-
to (2 Tm 2,20).
A nessuno concesso di pronunciare una separa-
zione anzitempo poich nessuno pu sondare i
cuori e le anime, fuori dal Giudice supremo, e non lo
far che nel tempo stabilito. Allora, come colui che
vaglia, pulir la sua aia allora, come il pastore,
separer i capri dalle pecore e far fare dai suoi
angeli la cernita dei pesci contenuti nella rete della
sua Chiesa e i vasi preziosi risplenderanno nella
casa del padre, per tutta l'eternit.
***
La parola tolleranza una parola cristiana, come la
parola carit. Sant'Agostino la impiega sovente, e
non saremmo certi di trovarla in Cicerone. Ma per
questa parola bisogna intendere, non come i libera-
li, la tolleranza degli errori, ma la tolleranza delle
persone, e inoltre non di tutte le persone.
Sant'Agostino non ammetteva che, sotto il pretesto
della tolleranza, i principi cristiani si astenessero dal
punire gli eretici, n che la Chiesa si astenesse dal
punire i peccatori scandalosi domandava semplice-
mente che i cristiani sopportassero pazientemente i
loro fratelli infermi o anche viziosi, nell'invincibile
speranza di procurare il loro emendamento.
Per lui, la Chiesa non era una societ di farisei che,
secondo Isaia, dicono ai peccatori: Non toccarmi (Is
65,5). Era l'ospedale, dove il buon Samaritano porta
il suo ferito (Lc 10,34) era una citt di rifugio, dove
i colpevoli trovano asilo e compassione era un
corpo, in cui le membra sane curano le membra
malate era infine un luogo di prova, nel quale l'e-
mendamento sempre possibile e sempre sperato.
Comparava la Chiesa all'arca di No, che, cospar-
sa dentro e fuori di un bitume tenace, non rischia di
disfarsi, pur portando nei suoi fianchi animali impuri
con animali puri. Cos, dice, la Chiesa tollera i catti-
vi e il bitume rappresenta la forza di questa tolleran-
za che mantiene fermamente l'unit (De unit. Eccl.).
La tolleranza della Chiesa non dunque una debo-
lezza, ma una forza suppone quella pazienza che
rende l'uomo perfetto, e che si unisce alla pazienza
di Dio per fare uscire il bene dal male essa non
esclude in nessun modo il vigore della disciplina.
LArca di No
Radicati nella fede pag. 7
Senza dubbio, dice Sant'Agostino, occorre tollera-
re i cattivi, ma senza trascurare la disciplina. Il vero
spirito di dolcezza brucia di uno zelo tutto divino,
perch questa vergine promessa sposa a Cristo,
che la Chiesa, non sia corrotta in alcuno dei suoi
membri, nella castit che essa deve a Cristo (Cont.
Ep. Pet., III).
Conseguentemente, se il peccato volge a scanda-
lo, la Chiesa deve punirlo ed anche, all'occorrenza,
essa deve prendere la spada e separare dal suo
grembo, con la scomunica, il peccatore scandaloso.
Ma in ogni caso, essa non lo scaccer, dice il gran-
de dottore, che dopo aver pazientemente insegna-
to. La disciplina che caccia i cattivi costumi, dice,
non al suo posto, fin quando la dottrina che inse-
gna i buoni costumi non stata disprezzata. Tutta
la condotta della Chiesa riassumibile in questa
massima.
Infine, pur infierendo contro i colpevoli, ed anche
impiegando contro questi il ferro della scomunica, la
Chiesa resta loro madre: se essa sembra conse-
gnarli a Satana, seguendo la parola di San Paolo, lo
solamente nei loro corpi, e lo per la salvezza
della loro anima (1 Cor 5,5). Cacciato da casa, il
figlio sempre amato, e il suo ritorno sempre atte-
so.
***
Tale quaggi lo stato della Chiesa, essa un
misto di buoni e cattivi lass solamente sar perfet-
tamente pura e pulita, non solo senza macchia, ma
anche senza rughe ne difformit alcuna (Ef 5,27).
A volte, durante il suo pellegrinaggio, subisce delle
crisi pi violente come la barca che portava gli apo-
stoli e Ges, sembra prossima ad essere sommer-
sa , come dice un Padre, talmente sporcata dai
cattivi costumi dei suoi figli, che si crederebbe che il
divino Sposo tolga da lei i suoi occhi. Ma anche allo-
ra, essa trova nello Spirito Santo che l'anima e la
conduce, la saggezza e l'energia di lavorare alla sua
propria riforma non ha bisogno che la mano degli
uomini venga a raddrizzarla.
di lei come dell'arca santa. Quand'anche i buoi
che la conducono venissero ad esitare, quand'an-
che essa stessa sembrasse sull'orlo di cadere, guai
ai temerari che, per la loro privata autorit, portas-
sero su di essa la loro mano sacrilega! Sarebbero
colpiti, come lo fu Oza (2 Re 6,7).
Agli inizi del XVI secolo, la Chiesa attraversava una
crisi. Aveva subito nel secolo precedente una lace-
razione profonda ne era risultato uno stato di deca-
denza per il popolo cristiano, gli ordini religiosi e il
clero stesso. Occorreva una riforma.
Allora degli uomini senza mandato si posero come
riformatori della Chiesa: erano Lutero e Calvino.
Strani riformatori! Il clero, dicevano, decaduto dal
suo primo splendore: dunque basta con il celibato!
Gli ordini religiosi sono degenerati: dunque basta
con i voti monastici! Il popolo cristiano corroso dal-
l'ignoranza e i cattivi costumi: dunque basta con la
confessione, basta con il digiuno, basta con il culto
alla Santa Vergine e ai santi! E chiamavano riforma
questa distruzione del cristianesimo chiamavano
riforma l'emancipazione della carne scrollantesi il
giogo dello spirito, l'emancipazione della ragione
scrollantesi il giogo della fede.
Sant'Agostino ripete sovente che gli eretici nasco-
no a causa dei cristiani carnali: mai questa parola
stata pi vera che nei confronti dei riformatori del
XVI secolo. La loro storia rivela in ogni momento le
turpitudini pi sacrileghe.
Lacerata e sconvolta da questi eresiarchi, la Chiesa
si riun in concilio e mise mano essa stessa alla pro-
pria riforma. Questo concilio che dur dal 1542 al
1563, il molto illustre concilio di Trento, i cui atti
basterebbero a provare la divinit della Chiesa.
Contro la falsa saggezza di Lutero e Calvino, sag-
gezza terrena, animale, diabolica, si vide risplende-
re con una potenza senza pari la saggezza dall'alto
che innanzitutto pura, poi pacifica, modesta, per-
suasiva, d'accordo con ogni bene, piena di miseri-
cordia e di frutti di salvezza (Gc 3, 15-17). Il santo
concilio riassunse in meravigliosi decreti la dottrina
tradizionale sul peccato originale, la grazia e i
sacramenti poi restaur con mano ferma l'antica
disciplina e consolid in tutte le sue parti il tempio
del Signore.
La tempesta sedata
Radicati nella fede pag. 8
Allora uno spirito di rinnovamento si diffuse in tutta
la cristianit. Si videro sorgere santi di una grandez-
za eroica, delle opere potenti. Vi stata in Italia
innanzitutto, poi in Spagna e Francia, una mirabile
fioritura della fede. Non solamente la Chiesa potet-
te combattere vittoriosamente l'eresia ma compen-
s la sue perdite in Europa con l'evangelizzazione
delle Indie e del nuovo mondo.
Ancora oggi, viviamo dei benefici del concilio di
Trento, a cui ha aggiunto le sue luci il concilio
Vaticano (Vaticano I, ndr.).
Quanto al protestantesimo di Lutero e di Calvino,
corroso dal razionalismo che vuole chiudere con la
fede: i pastori della pretesa riforma non sono nem-
meno d'accordo su questo punto, Ges Cristo
Dio? Si agitano nel vuoto, mentre la Chiesa ridice a
Nostro Signore il cantico d'amore di San Pietro: Tu
sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
continua...
Tu sei il Cristo,
il Figlio del Dio vivente
DOMENICA 23 NOVEMBRE 2014
A VOCOGNO
ore 10.30
SANTA MESSA CANTATA
ore 15.30
VESPRI CANTATI
E BENEDIZIONE EUCARISTICA
ORE 17.00
SANTA MESSA LETTA
IMMACOLATA CONCEZIONE
DELLA B.V. MARIA
8 Dicembre 2014 Chiesa di Vocogno
ore 10.30 Santa Messa cantata
ore 15.30
Vespri cantati
e Benedizione Eucaristica
ore 17.00 Santa Messa letta
Cappella Ospedale di Domodossola
ore 10.30 Santa Messa cantata
Festa Patronale
di Santa Caterina V. M.

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