Você está na página 1de 59

1

DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CHIMICA, GESTIONALE, INFORMATICA,


MECCANICA
Scuola Politecnica
Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale
Lanalisi del caso della Italcementi di Isola delle Femmine.

Linquinamento e la salute dei cittadini

TESI DI LAUREA DI
Ilenia Coniglio
RELATORE
Prof. Alberto Lombardo
CORRELATORI
Giuseppe Ciampolillo
Dott. Gioacchino Genchi



ANNO ACCADEMICO 2013/2014
2

Indice.
Introduzione.
Capitolo I. La storia.
1. Le origini.
1.1. Lammodernamento.
1.2. Le date importanti.
1.3.Dove si trova.
1.4. La planimetria della cementeria.
1.5.Numeri principali.
Capitolo II. Come si produce il cemento?
2 . Il ciclo produttivo.
2.1. La macinazione e lessicazione.
2.2. La cottura.
2.3. La macinazione del clinker e il cemento.
2.4. I prodotti finiti e le opere.
Capitolo III. La cementeria e limpatto ambientale.
3. I rischi di inquinamento.
3.1. Gli interventi che dovrebbe attuare la Italcementi
3.2. Ma quali sono gli agenti inquinanti prodotti dalla cementeria.
3.3. La riduzione delle emissioni.
Capitolo IV. La verit sulla Italcementi : le bugie sullinquinamento e le proteste dei cittadini.
4. Come stanno realmente i fatti.
4.1. Il Pet-coke e le altre sostanze nocive.
4.2. La tutela della salute dei cittadini e le denunce.
4.3. I risultati delle analisi degli agenti inquinanti.
4.4.Il falso mito dei cementitori, cio cementifici-inceritori.

Capitolo V. Considerazioni finali.
Sitografia.
Bibliografia.

3

Introduzione.
LArgomento principale della tesi lItalcementi e il suo impatto ambientale sul territorio di Isola
delle Femmine.
LItalcementi uno stabilimento che produce cemento,che si trova,contro ogni norma, nei pressi del
centro abitato dellIsola con rischio di provocare gravi danni per inquinamento alle salute dei
cittadini.
Con il passare del tempo ,infatti , sono sorte numerose proteste e denunce da parte degli stessi
abitanti preoccupati per le numerose emissioni di sostanze pericolose e cancerogene.
Nel primo capitolo sono esposte le notizie principali sulla storia ,sullammordenamento della
cementeria e sulla sua planimetria
Nel secondo capitolo,invece, viene illustrato il ciclo produttivo del cemento con tutte le sue varie
fasi, dalla macinazione alla cottura, prima di arrivare ai prodotti finiti e ai vari tipi di cemento.
Vengono anche elencate alcune delle opere realizzate in Sicilia e in altre regioni dellItalia con i
cementi prodotti dallItalcementi.
Nel terzo capitolo sono indicati gli agenti prodotti dalla produzione del cemento e che sono causa
dellinquinamento e dai danni provocati alla salute dei cittadini di Isola delle Femmine e sono
indicate le varie azioni che lItalcementi dovrebbe attuare per migliorare limpatto ambientale e per
ridurre le emissioni per migliorare la qualit dellaria.
Nel quarto capitolo viene spiegato che tipo di combustibile tossico il Petcoke e come si ottiene
dalla raffinazione del petrolio.Vengono in seguito mostrati i risultati di diverse analisi sugli agenti
inquinanti effettuate su acqua di scarico, Petcoke e olio combustibile e altri materiali da lavorazione
che sono causa dei danni alla salute dei cittadini.
Dalle analisi risulta che queste sostanze sono presenti in quantit elevate e proprio per questo motivo
sia i cittadini e che il Comitato Cittadino Isola Pulita ,che opera per la salvaguardia della salute e
dellambiente , hanno esposto diverse denunce sulluso illecito del Petcoke e hanno richiesto alla
Italcementi quali interventi intendono prendere per migliorare la situazione. Sempre nel quarto
capitolo viene esposta la problematica che riguarda il mito dei cementitori e delluso dei rifiuti ,al
posto dei combustibili fossili per alimentare questi impianti, che garantistico una minore produzione
di diossine rispetto ai vecchi inceneritori. Viene discusso anche il problema della emissione di
diossine,sostanze cancerogene e pericolose, del loro impatto ambientale e sanitario, della Dose
Giornaliera Tollerabile per ogni persona e su come possono essere assunte (aria,acqua,cibo).
Lultimo capitolo riguarda le considerazioni finali sul problema della salute come diritto dei cittadini
e sulle possibili azioni o tecnologie alternative che la cementeria potrebbe attuare per ridurre
linquinamento e migliorare la qualit dellaria e la vita degli abitanti di Isola delle Femmine.
4

Capitolo I. La storia.
1.Le origini
Lo stabilimento viene realizzato nella seconda
met degli anni 50 per coprire i mercati
occidentali dellisola a completamento delle
cementerie gi esistenti nel settore orientale
(Villafranca Tirrena dal 1924 e Catania dal
1954). Alla fine del 1957 viene avviato il molino
del cotto e viene completato il capannone di
deposito dotato di carroponte e di due
insaccatrici. Si iniziano a esportare le prime La cementeria di Isola delle Femmine
spedizioni di prodotti finiti grazie allutilizzo del
clinker proveniente da Villafranca e da
Monopoli
Il 21 aprile 1958 entra in funzione il primo forno, di tipo lungo a via secca, alimentato da
farina prodotta con un molino. Nello stesso anno, viene avviato anche il molino del
carbone ma dopo pochi mesi si decide di passare alla marcia a nafta. Nel 1962 vengono
raddoppiati gli impianti, con messa in esercizio di un secondo molino del crudo, di un
secondo carroponte in capannone, di un secondo molino del cotto e del forno n2.
Sempre in quegli anni, viene potenziato lo scarico sfuso e viene avviata la sala
centralizzata per la gestione e il controllo dellintero ciclo produttivo; la sala verr rinnovata
e ammodernata dagli anni 80 con introduzione di nuovi e moderni sistemi di gestione e di
controllo.
1.1.Lammodernamento
Nel corso degli anni Ottanta stata riammodernata con la realizzazione di nuovi impianti di
macinazione crudo, nuovi sili per lomogeneizzazione della farina, nuovi impianti di macinazione e
dosaggio del carbone al forno e al fornello del molino del crudo.
Nel 1962 stata realizzata la sala centralizzata (la prima in Italcementi) per la gestione e il controllo
dellintero processo produttivo, poi rinnovata negli anni Ottanta, introducendo nuovi e pi moderni
sistemi di controllo. [1]
Nel 1986 viene avviato il forno n3 che a regime assicura una produzione di 1800 t/giorno. Il
potenziamento riguarda anche il molino n3 del crudo e il nuovo impianto per lomogeneizzazione
della farina. Nel 1987 viene fermato il forno n1 e diventa limitata lattivit del forno n2 che cessa
5

definitivamente lattivit nel 1993 a seguito della grave crisi di mercato. Nel 1996 viene avviato
limpianto di frantumazione che consente alla cava di Pian dellAia di lavorare in parallelo con cava
Raffo Rosso fino allinizio del 1998 e di diventare poi lunica fonte di rifornimento di calcare. Due
grandi traguardi vengono raggiunti nel 1998 con il conseguimento della certificazione di qualit ISO
9002 e nel 2003 con lottenimento della certificazione ambientale ISO 14001.
Nel 1999 stata la prima cementeria di Italcementi a installare un sistema ufficiale di monitoraggio
in continuo delle emissioni in atmosfera del forno e dei principali impianti produttivi, i cui dati sono
trasmessi mensilmente alle autorit.
Lammodernamento della cementeria di Isola delle Femmine prevede la realizzazione di una nuova
linea di cottura del cemento in sostituzione delle tre attualmente esistenti, adottando tutte le migliori
tecnologie disponibili per lefficienza produttiva e la riduzione degli impatti ambientali.
Lammodernamento consente di ottenere:
minori emissioni in atmosfera;
massima efficienza energetica;
minor consumo di materie prime da cava;
minor consumo di acqua ;
minore impatto acustico;
contenimento delle vibrazioni;
armonizzazione dellinserimento architettonico e paesaggistico;
minore impatto sugli ecosistemi locali;
piena compatibilit con la vocazione turistica del territorio.
E il progetto di conversione tecnologica della cementeria prevede i seguenti interventi :
nuova macinazione della miscela cruda;
eliminazione della fase di granulazione della miscela cruda;
modifica sostanziale della fase di cottura del clinker.

1.2.Le date importanti.
1957: iniziano le prime spedizioni di cemento
1958: viene avviato il forno n1
1962: viene avviato il forno n2 e viene realizzata la sala centralizzata di controllo
dellintero ciclo produttivo, la prima per Italcementi
1986: entra in funzione il forno n3
6

1987: viene fermato il forno n1
1993: viene fermato il forno n2
1996: entra in esercizio limpianto di frantumazione della cava calcare di Pian
dellAia
1998: la cementeria consegue la certificazione di qualit ISO 9002
2003: a gennaio la cementeria ottiene la certificazione ambientale ISO 14001
2005: il 19 febbraio la cementeria raggiunge due anni senza infortuni.

1.3.Dove si trova.
La cementeria di Isola delle Femmine si trova a circa 12 Km da Palermo lungo lautostrada
Palermo-Mazara del Vallo. E vi sono altre cementerie in tutta Italia. [2]






7








1.4.La planimetria della cementeria
8

1.5. Numeri principali
176.000 m
2
di estensione
della cementeria

630.000 tonnellate di
capacit produttiva di
clinker in un anno

900.000 tonnellate di
capacit produttiva di
cemento in un anno

oltre 3.800 voci nel
magazzino materiali di
ricambio

125 dipendenti tra tecnici, impiegati
ed operai

oltre 250 persone dellindotto
coinvolte nelle attivit della
cementeria 6 prodotti della cementeria

3 le linee di cottura (1 in produzione)

7 i molini

79 filtri + 3 elettrofiltri

22 silos e serbatoi



600 i principali motori elettrici

29 gli elevatori

1 capannone deposito materie prime e
clinker


9

Capitolo II. Come si produce il cemento ?

Il cemento nasce da materie prime di origine naturale scavate in giacimenti in prossimit
della cementeria che, dopo essere frantumate, formano una farina composta dall80% di
calcare e dal 20% di argilla che viene macinata per ottenere il crudo. Il crudo, sottoposto ad
una temperatura vicina ai 1.500C in forni rotativi, subisce alcune reazioni chimiche che lo
trasformano in clinker. Dal clinker, macinato finemente e con aggiunte di gesso ed eventuali
costituenti secondari che determinano le qualit del prodotto finale, si ottiene il cemento. Le
propriet dei cementi prodotti rispondono alle caratteristiche tecniche dei regolamenti
nazionali.

Calcare : in passato proveniva dalla cava Raffo Rosso
(Isola delle Femmine) oggi, invece, viene estratto dalla
cava Pian dellAia(Torretta). La coltivazione
effettuata da Italcementi, con appalto a terzi delle
operazioni di carico e di trasporto.
Argilla : proviene dalla cava Manostalla(Carini). La gestione
affidata a terzi.
Sabbia, Gesso, Perlite : acquistati da terzi.

2. Il ciclo produttivo
2.1. La macinazione e lessiccazione
La prima fase di lavorazione la macinazione e la successiva essiccazione. Le materie
prime, opportunamente dosate ed eventualmente addizionate con correttivi, vengono
trasformate in polvere finissima e avviate a deposito sotto forma di farina
omogeneizzata.
Le materie prime sono macinate da un molino Tosi diametro 5,4x 12 m a circuito
chiuso, con potenza installata di 5600 kW, dotato di un separatore Raymond-Tosi e di
un filtro a maniche.
La composizione media della farina 76% calcare , 21% argilla e 3% sabbia . La farina
viene stoccata in due sili di omogeneizzazione la cui capacit complessiva di 14300
m
3
.
10

2.2. La cottura
La farina viene alimentata ai forni dove raggiunge la temperature di 1450 ottenendo il
clinker i cui component conferiscono al cemento lattivit idraulica. Il clinker alluscita
dai forni viene poi sottoposto a un processo di raffreddamento.
Per la produzione del clinker la cementeria pu utilizzare tre forni a via semi secca :
uno Smidth con raffredo Fuller ed elettrofiltro; uno Italcementi con raffredo Fuller ed
elettrofiltro ; uno Lepol con raffredo Fuller ed elettrofiltro. Dal 1992 in relazione alle
richieste di mercato viene utilizzato solo il terzo forno.
Per la combustione viene utilizzato Petcoke (macinato in un molino Tosi 10 x 26)
con limitato ricorso allolio. Il clinker viene poi depositato nel capannone materie prime che pu
contenere fino a 65.000 t di clinker.

2.3. La macinazione del clinker e il cemento .
La fase conclusiva del processo produttivo consiste nella macinazione del clinker con gesso ed
eventuali costituenti secondari. Si ottengono cos cementi adeguati ai pi svariati tipi di impiego.
La cementeria di Isola delle Femmine utilizza per la macinazione dei cementi tre molini
orizzontali a circuito chiuso:
Cotto 1: molino Smidth 2,9 x 10 m, potenza installata di 1.200 kw e
dotato di separatore Sturtevant.
Cotto 2 e 3: molini Allis-Chalmers 4 x 8 m, potenza installata di
2.000 kw e dotati di separatori Sturtevant.

I tre impianti sono dotati di filtri a maniche. I diversi tipi di cemento vengono stoccati in 8 sili
ed 1 intersilo di deposito con capacit complessiva di 13.500 m
3
.
Tutto il ciclo produttivo viene controllato e comandato da ununica sala. Sui quadri appaiono
tutti i dati relative alla produzione ,alla gestione e ai controlli di tutti gli impianti. I tecnici
specializzati preposti sono pertanto in grado di evidenziare eventuali anomalie , mettendo in
atto le azioni preventive e correttive eventualmente necessarie a riportare sotto controllo il
sistema.

2.4. I prodotti finiti e le opere.
Le prestazioni finali di un calcestruzzo risultano determinate dai rapporti fra la quantit
dacqua, di cemento e degli altri costituenti. Una minor quantit di cemento non significa a
prioristicamente un calcestruzzo depotenziato. Esiste naturalmente un dosaggio minimo di
11

cemento, in accordo con la norma UNI EN 206-1, dettato dalla necessit di disporre di una
quantit sufficiente di legante tra i componenti in grado di contrastare l'azione aggressiva
dell'ambiente (in relazione alla classe di esposizione indicata nella EN 206-1 stessa). In alcuni
casi un dosaggio eccessivo di cemento pu risultare paradossalmente critico per le prestazioni
richieste all'opera, potendo condurre a fenomeni fessurativi per eccesso di ritiro del materiale
ed elevato calore di idratazione. Si ricorda che l'indurimento del calcestruzzo l'effetto della
reazione chimica tra cemento e acqua (idratazione) che libera calore. La resistenza finale in
opera del calcestruzzo non dipende solo dalla quantit, qualit e miscela dei costituenti, ma
anche dalle modalit di posa in opera, dalla costipazione del getto e dalla sua maturazione,
tenendo anche conto delle diverse condizioni ambientali (variazioni termiche, umidit relativa,
ecc).
La filiera che conduce allopera finita in calcestruzzo, risulta complessa in quanto durante il
percorso intervengono numerosi fattori:composizione della miscela; miscelazione; trasporto;
posa in opera; maturazione e attori: progettista; confezionatore di calcestruzzo; costruttore;
direttore dei lavori.[3]
Il cemento sfuso o in sacchi raggiunge il cliente ed pronto per ogni tipo di impiego.
Nella cementeria di Isola delle Femmine , per il cemento sfuso, i clienti possono accedere
direttamente a quattro corsie di carico , tre delle quali sono munite di pesa carrale e controllo
automatico del carico.
Per il cemento in sacchi sono installati impianti completamente automatizzati con insaccatrice
dotata di infilasacchi e palletizzatori.
Vengono consegnati sacchi da 25 Kg su pallets. La fasciatura con politene dei pallets
consente di realizzare bancali completamente sigillati e di garantire di conseguenza : una
migliore protezione da agenti atmosferici, una maggiore stabilit durante il trasporto e una pi
facile movimentazione in cantiere .
La cementeria di Isola delle Femmine produce nel suo stabilimento quattro tipologie di prodotti:
il Tecnocem, il Plastocem, il Muracem e il Duracem. La cementeria , inoltre, in grado di
consegnare tutti i cementi grigi, bianchi e le malte, prodotti da Italcementi.
Lintera gamma annovera un totale di oltre 40 prodotti tra cementi e leganti che possono essere
classificati in quattro categorie:
Cementi grigi standard (Ultracem, Tecnocem, Termocem, Durocem e Novocem )
Cementi grigi per applicazioni specialistiche (Pavicem, Fibrocem ,Citycem, 225
Pozzolanico, Portland ferrico A.A.R.S., Geocem G HRS -Geopozz -Geoterm )
Cementi e leganti per applicazioni specifiche (Bianco Italcementi , Italbianco,
12

Roccabianca , Aquila bianca. )
Leganti speciali per edilizia (Plastocem , Muracem , Calix, Scatto , Emme T 14,
Emme T 7)

Tra le opera realizzate con i prodotti della cementeria di Isola delle Femmine
A PALERMO IN SICILIA
Palazzetto dello Sport in localit fondo Patti Diga Rosa Marina a Caccamo (Pa)
Velodromo in localit Zen Palazzetto dello Sport a Trapani
Chiesa S. Francesco di Sales e Chiesa S.
Eugenio Papa
Svincolo autostrade per Alcamo , loc.
Fegotto.
Cittadella universitaria, Viale delle
Scienze
Diga foranea del porto di Termini Imerese
(Pa)
Casa Circondariale, Pagliarelli Diga foranea del porto di Pantelleria
Gradinate dello Stadio della Favorita e
opera di ristrutturazione
Depuratore di Trapani
Nuova sede Enel Dissalatore di Trapani
Ministero delle Comunicazioni e
Ministero delle Finanze-Centro dei
Servizi
Autostrada PA-ME , galleria di Cefal
Hotel S. Paolo Palace e Astoria Palace
Hotel.

Depuratore , localit Acqua dei Corsari.

La qualit prestazionale di unopera realizzata con calcestruzzo strutturale dipende quindi
da molte variabili; quelle legate alle fasi di getto ed alla successiva maturazione possono
giocare un ruolo chiave nella definizione delle prestazioni finali del calcestruzzo. Non
raro, per esempio osservare:
nidi di ghiaia, ossia zone in cui evidente la presenza di ghiaia segregata
caratterizzata da una ridotta resistenza meccanica;
presenza di disomogeneit nel getto (es. macropori, bolle daria), dovute ad una
non corretta costipazione, che causano la riduzione delle propriet meccaniche;
maturazione inadeguata, insufficiente o rimozione anticipata della casseratura che
possono condurre a perdite di resistenza ed infragilimento del materiale in opera.
13

Alla luce di quanto sopra evidenziato per garantire la sicurezza, la funzionalit e la
durabilit delle opere strutturali in calcestruzzo sono sempre previsti i controlli di
qualit con procedure tutte rigorosamente definite dalle
normative nazionali ed europee vigenti. Pi in particolare i
controlli si articolano nelle seguenti fasi:
valutazione preliminare della resistenza serve a
determinare, prima dellinizio della costruzione delle
opere, la miscela per produrre il calcestruzzo con la
resistenza di progetto adeguata alla specifica
applicazione strutturale;
controllo di produzione da eseguire sul calcestruzzo durante il processo produttivo
del calcestruzzo stesso;
controllo di accettazione, da eseguire sul calcestruzzo prodotto durante
lesecuzione dellopera, con prelievo effettuato contestualmente al getto dei relativi
elementi strutturali;
prove complementari, che vengono eseguite da laboratori certificati, ove
necessario, a complemento delle prove di accettazione, a opera terminata.[4]















14

Capitolo III. La cementeria e limpatto ambientale
3. I rischi di inquinamento.
Nel gennaio 2003 la cementeria di Isola delle Femmine ha ottenuto la certificazione ambientale ISO
14001, basata sulla prevenzione dellinquinamento, sulla formazione e comunicazione del
personale, sulla disponibilit delle informazioni al pubblico, sul miglioramento continuo e sul
rispetto della normativa vigente.
La certificazione ISO 14001 contribuisce alla creazione del valore delle attivit produttive della
cementeria, non solo riducendo il rischio ambientale e ottimizzando i costi di gestione attraverso il
miglioramento delle performance ambientali, ma anche migliorando limmagine e la competitivit
aziendale sul mercato.

3.1 Gli interventi che dovrebbe attuare la Italcementi
La cementeria dovrebbe operare secondo unottica di miglioramento continuo delle attivit di
protezione e gestione ambientale. Le attivit dovrebbero essere svolte concentrando gli sforzi sulla
minimizzazione degli impatti sullecosistema, sulla riduzione delle emissione e sullottimizzazione
duso delle risorse.
Ecco quello che si dovrebbe fare nella cementeria di Isola delle Femmine:
Realizzare impianti per ridurre limpatto delle emissioni del forno di cottura;
Realizzare interventi impiantistici per controllare e ridurre limpatto generato dalle emissioni
dei filtri degli impianti industriali e attuare interventi finalizzati al contenimento delle
eventuali emissioni diffuse di polveri;
Ottimizzare lutilizzo delle risorse idriche;
Migliorare la gestione tecnica ed amministrativa dei rifiuti in ingresso e in uscita dalla
cementeria e dalle cave;
Ridurre il rischio di contaminazione del suolo mediante la realizzazione di interventi su aree
a rischio potenziale;
Risparmiare risorse naturali ed energetiche mediante la ricerca e lutilizzo di materie prime e
combustibili di sostituzione nel rispetto dellambiente e delligiene del lavoro;
Ottimizzare la capacit di intervento della cementeria durante le emergenze;
Contenere le emissioni di rumore verso labitato di Isola delle Femmine;
Proseguire nellopera di bonifica dai manufatti contenenti amianto nellambito di piani
15

pluriennali.
Nella cava Raffo Rosso sono stati effettuati lavori di recupero ambientale, tra cui la
sperimentazione di tecniche di invecchiamento artificialmente accelerato dei fronti rocciosi, volti ad
inserire i fronti di cava nel paesaggio caratterizzato da superfici nude, quasi verticali e coperte da
scarsa vegetazione. Nelle aree pianeggianti sono stati eseguiti riporti di terreno vegetale e realizzate
nuove piantagioni.
Nella cava Pian dellAia sono in corso lavori di recupero ambientale delle prime zone esaurite,
con il riporto di terreno vegetale, la semina e la piantagione di pini domestici e dAleppo. Anche qui
si utilizzato un trattamento di invecchiamento artificiale della roccia su superfici verticali, lungo la
strada principale di servizi.
In cava Manostalla il recupero delle zone esaurite stato effettuato con riporto di terreno
vegetale e la piantumazione di eucalipti e ulivi.








3.2. Ma quali sono gli agenti inquinanti prodotti dalla cementeria ?
I principali componenti delle emissioni atmosferiche di una cementeria sono:
Polveri derivanti dallinevitabile effetto di trasporto e trattamento dei materiali.
Biossido di zolfo (SO
2
), derivante dalla combustione dello zolfo
contenuto in combustibili e materie prime.
Ossidi di azoto (NO
x
), derivanti dal processo di combustione allinterno dei forni.
I rifiuti prodotti in cementeria derivano anche dalle attivit di manutenzione e servizio. Dopo
idoneo deposito temporaneo, vengono avviati a smaltimento o preferenzialmente a recupero in
funzione della tipologia e della disponibilit territoriale.

16

Rifiuti non pericolosi prodotti CER t/anno
toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce
080317

080318

0.01
imballaggi in carta e cartone 150101 38.86
imballaggi in plastica 150102 10.73
imballaggi in legno 150103 31.64
imballaggi metallici 150104 0.89
imballaggi in vetro 150107 0.42
assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti
protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 150202

150203

13.95
componenti non specificati altrimenti 160122 14.05
apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle
voci da 160209 a 160213

160214

15.93
ferro e acciaio 170405 196.46
materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci
170601 e 170603

170604

0.30
rifiuti misti dell'attivit di costruzione e demolizione,
diversi da quelli di cui alle voci 170901, 170902 e 170903

170904

577.07


Rifiuti pericolosi prodotti

CER
t/ann
o
scarti di olio minerale per motori,
ingranaggi e lubrificazione, non
clorurati


130205


4.84
altri oli per motori, ingranaggi e
lubrificazione

130208

11.62
assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri
dell'olio non specificati altrimenti), stracci
e indumenti protettivi, contaminati da
sostanze pericolose


150202


4.97
batterie al piombo 160601 0.32
tubi fluorescenti ed altri rifiuti
contenenti mercurio

200121

0.23














La seguente tabella invece mostra quali sono i rifiuti pericolosi che vengoni emessi









Un altro prodotto utilizzato dalla cementeria ,anche se in quantit relativamente modeste,
lacqua .Usata per il raffreddamento di alcuni macchinari e per la granulazione della farina,
lacqua scaricata viene poi preliminarmente trattata in una fossa di desoleazione e
sedimentazione che consente di allontanare eventuali tracce dolio e solidi sospesi nei reflui.


17

Portata m
3
/anno


Prelievo
da pozzo 11
da terzi 229.861
acquedotto 6.965
Scarico pubblica fognatura 6.965



Consumi
acqua di processo 138.096
raffreddamento,irrigazione
e perdite per distribuzione

34.007
servizi generali e perdite 57.769

Bilancio idrico della cementeria riferito ai consume dellanno 2006








Dallo studio dei valori medi sulle acque di scarico nel 2006 vengono rilevati i dati riportati di
seguito. Lanalisi chimica degli scarichi idrici effettuata con cadenza semestrale.
Parametri
determinati
U.d.m Valore Limiti
pH Unit pH 7.61 5.5-9.5
Materiali Sedimentabili mg/l < 0.1 -
Solidi sospesi mg/l di O
2
13 200
COD mg/l 53 500
Oli minerali mg/l < 0.5 40
Fosforo totale mg/l di P < 1 10
Azoto ammoniacale mg/l di NH
4
+
< 1 30
Azoto nitroso mg/l di N 0.09 0.6
Azoto nitrico mg/l di N 4.0 30
Cloruri mg/l 120 1200

Un'altra fonte di inquinamento causato da una cementeria il rumore prodotto dai vari
macchinari e mezzi utilizzati. Per mitigare i danni potrebbero essere effettuati alcuni interventi
secondo i seguenti criteri [5]:
Approvvigionamento delle macchine a minore impatto acustico
Installazione delle macchine pi rumorose (ad esempio i molini) allinterno di
fabbricati chiusi ed insonorizzati
Localizzazione dei macchinari pi critici a quote tali da non influenzare labitato
esterno;
Accesso ai reparti attraverso portoni fonoisolanti
18

Ventilazione dei reparti chiusi grazie a sistemi di ventilazione forzata insonorizzati
Insonorizzazione delle casse dei ventilatori di maggiore portata e rumorosit
Installazione di silenziatori.

3.3. La riduzione delle emissioni
Per contenere le emissioni atmosferiche si potrebbe puntare sullutilizzo e sul potenziamento dei
sistemi di abbattimento , allottimizzazione dei processi mediante la scelta di appropriate tecniche di
combustione e mix di combustibili.
E inoltre attivare un sistema di misurazione continua di polveri , SO
2
, NO
X
, CO, e di alter sostanze
in corrispondenza dei forni.
Nellottica di un continuo miglioramento delle proprie prestazioni ambientali
Italcementi ha eseguito negli ultimi anni diversi interventi:
Trasformazione degli elettrofiltri dei molini in filtri a tessuto con notevole riduzione delle
emissioni di polvere.
Applicazione ai principali filtri di lavaggio di sistemi di lavaggio a jet in sostituzione
dello scuotimento meccanico. Tali interventi si inseriscono in un programma di
miglioramento che porter alla sostituzione su tutti i filtri di lavaggio del sistema di
scuotimento.
Realizzazione di un dispositivo di convogliamento dei gas di combustione dal forno ai
filtri elettrostatici in fase di accensione. Con tale dispositivo si eliminano anche le
emissioni che si verificherebbero nei pur limitati transitori di accensione del forno.

Gli agenti inquinanti vengono poi controllati con un sistema di monitoraggio in continuo che
copre il 90 % delle emissioni di processo di polvere attive ed il 100 % delle emissioni di ossidi
di azoto e ossidi di zolfo delle emissioni di processo attive. Dallaprile 2003 attivo il nuovo
sistema di misura installato al molino del crudo ed al forno.






19


La tabella riporta i valori medi registrati nel corso del 2006 dagli analizzatori in continuo al
punto di emissione del forno di cottura.
Tutte le emissioni sono monitorate semestralmente dalla Italcementi sotto la supervisione
dellAutorit Competente, nellambito dellautorizzazione alle emissioni ai sensi del DPR
203/88.



Inquinanti misurati
E35 forno 3 polveri SO
2
NO
x
CO CO
2
NH
3
HCl
E14 molino crudo 3 polveri SO
2
NO
x
CO

E38 raffreddo forno 3

polveri

E50 molino cotto 3 polveri

Concentrazioni Limiti
mg/Nm
3

Forno di cottura
Polveri 19 50
NO
x

655 1800
SO
2

277 600
CO 338 1000
HCl 5 30
NH
3

60 250
20

Capitolo IV. La verit sulla Italcementi : le bugie sullinquinamento e
le proteste dei cittadini.
4. Come stanno realmente i fatti .
Da tempo la societ Italcementi di Isola delle Femmine al centro di numerose ed accese
polemiche vertenti sulla pericolisit sanitaria ed ambientale che i processi produttivi
degli impianti rappresentano per il territorio.
I maggiori rischi per la salute umana e per lintegrit ambientale dellarea in cui sorgono
gli impianti della societ,derivano principalmente dallincontrollato utilizzo e
smaltimento dei residui di produzione, quali il Petcoke,sostanza altamente cancerogena,
per la quale la societ avrebbe il permesso per il deposito ,ma non di utilizzo.
Per denunce effettuate dalle autorit ambientali competenti dimostrerebbero che la
societ utilizzi come combustibili ma senza autorizzazione il Petcoke detenuto,
producendo emissioni diffuse di tale composto.
Risulterebbe certo che la societ non solo faccia uso energetico del Petcoke senza averne
i permessi previsti dalle relative norme ambientali, in particolare del decreto legislative
n.152/2006, ma anche che essa non ottemperi alle condizioni di sicurezza dellimpianto,
ne ai necessari aggiornamenti del sistema di filtraggio e depurazione delle emissioni di
produzione .
Gi in passato anche un Comitato Cittadino, denominato Isola Pulita aveva
esplicitamente evidenziato il fattore di rischio per la salute cittadina, rappresentato dagli
impianti della Italcementi e aveva ammonito le autorit pubbliche competenti a vigilare
sulla situazione di pericolo sanitario ed ambientale, chiedendo anche che fossero
effettuati accertamenti volti a conoscere i possibili danni ambientali che la Italcementi
nellesercizio della sua attivit produttiva abbia eventualmente potuto arrecare al
territorio alle acque e alle persone di Isola.[6]
Inoltre ,secondo quanto osservato dallARPA , di particolare rilievo sono le emissioni
diffuse derivanti dalle operazioni di stoccaggio e movimentazione del materiali
polverulenti che avvengono allinterno di un capannone a mezzo di gru con ponte e
presso la cava Pian dellAia. Tali operazioni non sono descritte nella documentazione
tecnica allegata alla richiesta di autorizzazione (rilasciata il 17/3/1994). Le emissioni
diffuse risultano consistenti anche allesterno poich la parte superiore del lato ovest del
capannone che risulta privo di chiusura. I dati evidenziano che le concentrazioni delle
polveri diffuse sono circa 10 volte maggiori rispetto ai valori rilevati sul lato chiuso .
LARPA informa che le analisi condotte dal DAP ai punti di emissione dello
21

stabilimento connessi allutilizzo di Petcoke,hanno evidenziato la presenza di sostanze
inquinanti (IPA, Vanadio, Nichel ) in quantit tali da richiedere lapplicazione delle
prescrizioni pi severe per lemissione di polveri. A seguito di questi accertamenti, il 25
luglio 2006 lAssessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana ha diffidato la
Italcementi dal continuare ad apportare modifiche allimpianto ed al ciclo produttivo in
assenza della preventive comunicazione alle Autorit competent e delleventuale
autorizzazione dal continuare ad utilizzare Petcoke come combustibile e dal continuare
ogni attivit che dia luogo alla produzione di emissioni diffuse di tale composti in
assenza della necessaria autorizzazione .
LAssessorato ha infatti precisato che la Italcementi ha comunicato alla Regione, solo
successivamente ai sopralluoghi e alla riunione effettuata nel mese di luglio 2006, i
cambiamenti apportati allimpianto mentre luso di Petcoke non mai stato comunicato.
E inoltre ,sebbene comunicati, i cambiamenti apportati allimpianto non hanno mai
ottenuto la necessaria preventiva autorizzazione da parte dellAutorit competente.
Successivamente ,in data 18 settembre 2006, lAssessorato Territorio ed Ambiente della
Regione Siciliana ha comunicato alla Ditta lintenzione di aggiornare le autorizzazioni
alle emissioni in atmosfera gi concesse,con lesclusione delluso di Petcoke come
combustibile .[ 7]

4.1. Il Petcoke e le altre sostanze nocive.
Il Petcoke il residuo della raffinazione del petrolio, anzi di un particolare tipo di
raffinazione. Dal greggio infatti si ricavano molti altri prodotti attraverso quello che, con
buona approssimazione, pu essere definito una sorta di processo di distillazione dal
quale grado per grado si ottiene dalla nafta al cherosene, passando per tutte le altre
benzine e materie plastiche che vengono abitualmente utilizzate. Il processo di
raffinazione progressivo, la parte pi nobile del petrolio, la benzina, quella che viene
prodotta per prima, mentre piano piano, dopo vengono prodotte tutte le altre sostanze.
Durante il processo di raffinazione il petrolio diventa sempre pi denso, fino a quando
non raggiunge uno stato solido. A questo punto la raffinazione finita e ci che rimane
lo scarto di tutto il processo di lavorazione. Uno scarto che per costituito da quelle che
sono le parti meno utilizzabili del petrolio e le pi inquinanti: benzopirene, benzene, e in
ragione di una concentrazione superiore del 5 per cento rispetto all'inizio, di zolfo.
Insomma un bel cocktail di sostanze che sono considerate direttamente responsabili di
cancro, leucemia e altre malattie.
22

Non tutte le raffinerie producono per come scarto di lavorazione il petcoke. Questa
sostanza, infatti, si ha solo nel caso in cui si debba lavorare con dei petroli di scarsa
qualit e ad elevato contenuto di zolfo. [8]
Quindi un combustibile notoriamente tossico-nocivo, non considerato rifiuto dalla stessa
Stazione Sperimentale dei Combustibili (tra laltro finanziata da alcuni cementifici) che
ha dichiarato chiaramente in un dossier
1
che:
bisogna inoltre rilevare che proprio la natura stessa del coke di petrolio deve
indurre a molta cautela nella sua manipolazione, cos come altrettanta attenzione deve
essere posta nel bruciarlo. Ferma restando la necessit di rispettare i vigenti limiti di
legge sulle emissioni ,limpiego del coke di petrolio come fonte di energia richiede come
condizione necessarie il ricorso alle pi moderne ed efficienti tecnologie di
contenimento delle emissioni inquinanti e rende indispensabile un continuo e rigoroso
monitoraggio degli effluenti gassosi nella post-combustione. [ 9]
Ad oggi nessun controllo rigoroso o impianto specifico di abbattimento richiesto se si
utilizza Petcoke.
Con riferimento allutilizzo di Petcoke infatti, trattandosi di unattivit n autorizzata n
comunicata, la Regione ritiene che limpiego di tale combustibile potr avvenire solo a
seguito delleventuale autorizzazione prevista dallart. 269 del decreto legislative n.
152/06 , le cui procedure tecnico amministrative potranno essere attivate solo a seguito
di specifica istanza da parte della Italcementi .E in seguito al provvedimento di diffida
alluso di Petcoke emesso dalla Regione Siciliana, la societ stessa ha presentatato
ricorso al TAR e il 19 aprile 2007 la sezione I del TAR Sicilia si pronunciata con
sentenza n. 1156 ritenendo il ricorso infondato ed immeritevole di accoglimento.
Nei periodi gennaio-maggio 2006, agosto-ottobre 2006 e ottobre 2006-gennaio 2007, la
stessa Provincia Regionale di Palermo ha condotto alcune campagne di rivelamento
della qualit dellaria in prossimit dellimpianto . Nella suddetta postazione sono stati
usati due differenti laboratori mobile attrezzati per misurare sia parametri chimici (SO
2
,
CO,NO, NO
2
,NO
X
, O
3,
NMHC, CH
4
, PM1O, IPA, Benzene,Toluene e o-Xylene) che
meteorologici.
Con riferimento al PM1O , lanalisi dei dati registrati ed elaborate durante tali campagne
di rilevamento ha evidenziato 5 superamenti del valore limite giornaliero per la
protezione della salute umana nel periodo gennaio-maggio 2006 ( 71 giorni di

1
G.Pinelli, Il coke di petrolio come fonte di energia: valutazione critica, La Rivista dei Combustibili, Vol. 57, fasc. 1,
2003
23

rivelamento) e 12 superamenti nel periodo ottobre 2006-gennaio 2007 ( 75 giorni di
rilevamento). Nel periodo agosto-ottobre 2006 ,invece, non sono stati effettuati
rilevazioni di tale inquinante.
Anche per gli IPA, nel periodo ottobre 2006-gennaio 2007, si osservano valori medi
orari pi elavati rispetto a quelli della campagna precedente; in particolare si rileva un
incrementi delle concentrazioni di benzo(a)pirene.
Per quanto concerne gli altri inquinanti rilevati, in tutti i periodi di monitoraggio sono
stati registrati valori entro i limiti stabiliti dalla normativa vigente sia con riferimento al
valore limite di protezione della salute umana, sia ai livelli di attenzione e di allarme
nonche agli obiettivi di qualit.
E ai fini della valutazione e gestione della qualit dellaria si ritiene necessaria una
riorganizzazione della rete di monitoraggio per renderla conforme alle disposizioni delle
norme nazionali e comunitarie .Tale aggiornamento ,infatti, indespensabile per
conoscere la reale situazione dello stato della qualit delaria nellarea.[10]

4.2. La tutela della salute dei cittadini e le denunce.
Sul territorio si sono verificati diversi episodi che hanno provocato allarme ed
apprensione generale tra la popolazione in relazione alla salvaguardia ed alla tutela della
salute dei cittadini e della salubrit del nostro territorio, richiamando ed attirando
lattenzione anche della stampa e delle televisioni nazionali; rivelando che alcuni di
questi episodi si sono succeduti anche ripetutamente, provocando tra i cittadini ed i
bagnanti numerosi episodi di malori , eczema, intossicazioni e disturbi vari, le cui cause
reali ancora non sono state del tutto chiarite ed accertate.
E di sicuro uno dei principali motivi di apprensione e di timore, in relazione ai rischi di
inquinamento ambientale che corrono i nostri territori , senzaltro legato alla presenza
ed allattivit industriale dello Stabilimento della Italcementi di Isola delle Femmine.
A seguito di queste segnalazioni sui fenomeni di inquinamento riscontrati nel terriorio, il
Ministero dellAmbiente ha rilevato che la zona in cui opera la Cementeria limitrofa a
diversi S.I.C. (Siti di Importanza Comunitaria) e precisamente ITA 020023 Rocche di
Raffo , ITA020005 Isola delle Femmine, ITA 020006 Capo Gallo , ITA 020047
Fondali di Isola delle Femmine ), individuati ai sensi della direttiva CEE Habitat ,
mentre la sua attivit di estrazione del calcare sarebbe al momento esclusivamente
concentrate nellarea SIC ITA 020023 Raffo Rosso , caratterizzata dalla presenza di
habitat prioritari e ha chiesto allAss. Regionale Territorio e Ambiente se
24

lautorizzazione alla realizzazione dellimpianto sia stata rilasciata antecedentemente o
successivamente allindividuazione dei suddetti siti e , in tal caso, se sia stata effettuata a
suo tempo la procedura di Valutazione dincidenza, cos come disposto dalla normative
comunitaria e nazionale vigente, onde identificare e quantificare i potenziali impatti
dellintervento sulle aree coinvolte e ribadendo che resta comunque ferma la necessit di
attuare tutte le misure di salvaguardia idonee a garantire la tutela dellintegrit strutturale
e funzionale dei siti in esame.
Dopo i vari rilievi tra gli elementi che suscitano maggiore apprensione nei cittadini si
evidenzia che :

a) la ditta ,su richiesta,non ha indicato i combustibili autorizzati ,n la data di inizio
dellimpiego del Petcoke;
b) la natura del Petcoke non compare nei rapporti di prova relative alle misure
periodiche delle emissioni in atmosfera effettuate dalla ditta;
c) le modalit di gestione del Petcoke non sono citate nei decreti autorizzativi e non
sono descritte nelle relazioni annuali prodotte dalla ditta sul contenimento delle
emissioni diffuse;
d) la realizzazione del deposito di Petcoke stata autorizzata dal Comune di Isola
delle Femmine;
e) non stato mai comunicato n autorizzato luso del Petcoke come combustibile;
f) le modalit di stoccaggio e di trasporto del Petcoke non sono idonee;
g) nei rapporti analitici periodicalmente tramessi ,la Italcementi dichiara luso del
carbone ma non di Petcoke;
h) nei rapporti analitici periodicalmente trasmessi , la ditta non cita mai il Petcoke
utilizzato nel forno 3 e nel mulino crudo 3;
i) il Petcoke viene utilizzato dal 1987 come combustibile del forno 3,del mulino
crudo3 e, in miscela e fino al 1992,del forno 2;
j) luso del Petcoke come combustibile non mai stato comunicato, pertanto
dovranno essere prese le necessarie misure volte alla tutela dellambiente;[11]

Di fronte a questa situazione anche il Comitato Cittadino Isola Pulita, da sempre
impegnato nella salvaguardia della salute dei cittadini e nel rispetto
dellambiente,allarmato per la continua diffida operate dallAssessorato Regionale
Territorio ed Ambiente nei confronti della Italcementi, per i processi inquinanti
25

determinati da essa; processi che possono portare a gravi conseguenze sanitarie nei
lavoratori e nellintera cittadinanza, vuole sapere:
Gli accorgimenti adottati da detta azienda per la tutela dellambiente ,
considerate che la stessa abbia utilizzato PETCOKE come combustibile sin
dal 1987 senza alcuna autorizzazione e senza produrre la relative scheda dei
combustibili;
I lavori eseguiti nel capannone di stoccaggio e movimentazione del Pet-coke;
La effettiva VERIDITA dei rapporti di analisi relative alle misure periodiche
delle emissioni in atmosfera effettuate dallazienda e dallARPA;
Il danno ambientale causato dalla Italcementi a seguito dellinnosservanza del
D.A. 871 dove era contenuto la pescrizione alleffettuazione delle analisi
relative alla concentrazione di I.P.A (Idrocarburi Policiclici
Aromatici),Vanadio e Nichel emessi in atmosfera , analisi che sembra non
siano state MAI EFFETTUATE;
Come mai nel cementificio di Monselice per la situazione sanitaria ci sia stato
lintervento della Magistratura del Lavoro per valutare i danni alla salute dei
lavoratori e dei cittadini e la stessa cosa non si verificata ad Isola delle
Femmine.
Quindi il Comitato Cittadino Isola Pulita chiede di conoscere dagli organi
compotenti e responsabili istituzionalmente della salute pubblica dei cittadini:
La pianificazione e le azioni di controllo attuate nei confronti delle aziende
che per la loro particolare tipologia di produzione e di attivit si premuse
possona determinare una possible azione inquinante;
Gli atti prodotti volti a verificare il livello di inquinamento,la causa e la
responsabilit delleventuale azione inquinante;
Listituzione di un comitato medico-scientifico che ,sulla scia dei casi di
neoplasie,patologie tiroidee,malattie di carattere respiratorio e
cardiovascolari, gi verificatesi nel comprensorio, verifichi lincidenza avuta
su tali patologie dallattivit produttiva della Italcementi;
Di conoscere tutti i provvedimenti e i lavori eseguiti dalla Italcementi volti ad
eliminare ogni fonte di inquinamento che ha causato e continua a causare
preoccupazione ed allarme sanitario per i lavoratori e la cittadinanza tutta, per
le ripercussioni sullassetto idrogeologico dellarea,oltre che sul paesaggio e
sulla cura ,preservazione e pubblica fruibilit dei siti S.I.C.;
26

Gli atti prodotti ai fini della individuazione e classificazione delle
AZIENDE INSALUBRI ;
Gli atti prodotti ai fini della individuazione dellarea da destinare alle
AZIENDE INSALUBRI.
Possiamo affermare in conclusione che i cementifici sono impianti di elevato impatto
ambientale ,in quanto impianti IPPC, e sono per la normative italiana industrie
insalubri di prima classe.[12]

4.3.I risultati delle analisi degli agenti inquinanti.
Raggiunto un accordo tra la Italcementi di Isola delle Femmine, lArpa ed il Comune di
Isola delle Femmine per linstallazione di centraline per il rilevamento delle emissioni in
atmosfera di inquinanti,provenienti dalla Italcementi.
Le centraline in numero di tre saranno installate una nel territorio del Comune di Capaci,
una al campo sportive di Isola ed unaltra allaltezza del nuovo svincolo (Benson).
Una volta installate bisogna ,per,capire cosa controllare e di quali parametri tener conto
ai fini di una salvaguardia della salute umana. Il Comitato Cittadino Isola Pulita ha
espresso soddisfazione per linstallazione delle centraline, lauspicio che il numero
delle centraline sia sufficiente a monitorare lintera area su cui ricadono le emissioni,
che i dati raccolti siano sufficientemente leggibili e rintracciabili , e che le centraline
riescano a raccogliere i dati di tutti gli inquinanti (monossido di carbonio,anidride
carbonica,ossidi di azoto,ossidi di zolfo,particolato,polveri sottili ecc..), valutanto gli
effetti sinergici e metabolici che linsieme degli inquinanti produce sulla salute umana.
I cittadini di Isola delle Femmine, da diversi anni, si battono affinch la Italcementi si
attivi per ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera. E con le campagne di rilevamento
effettuate nellanno 2007 sono state individuate presenze di inquinanti che costringevano
il DAP Provincia Palermo a sollecitare le autorit preposte ad intervenire (ad esempio. Il
Sindaco Portobello denunci tale situazione in seno allAssemblea delUnione dei
Comuni) .
Nel 2009 dai risultati analitici effettuati dallArpa Sicilia su polvere prelevata in
abitazioni di residenti di Isola delle Femmine,avevano messo in evidenza la presenza, in
quantit elevate e non sopportabile per la salute umana, di inquinanti altamente
pericolosi, nocivi e cancerogeni quali:cromo esavalente, nichel, mercurio ecc..
Lanalisi delle polveri abbontantemente stratificate sui balconi ,infatti,evidenzia un
rilevante contenuto di componenti principali di cemento. E molto probabile che
27

latmosfera inalata dagli abitanti in prossimit dello stabilimento della Italcementi superi
largamente i limiti previsti per il particolato nellatmosfera generando a lungo andare
patologie respiratorie ed altre. Lanalisi del cemento, come mostrato in tabella
2
, ha
evidenziato un contenuto di Cromo dellordine di 6 ppm (cromo esavalente), 7 ppm
(cromo totale) a fronte del valore limite per il cemento di 2 ppm nella normative europea.












In seguito sono stati prelevati un campione di Petcoke, presso il Deposito Combustibili
solidi in localit Raffo Rosso a Isola delle Femmine e un campione di
polvere,prelevato dallufficio Tecnico del Comune di Isola delle Femmine , presso
labitazione di un cittadino di Isola delle Femmine.
Relativamente al Petcoke, si evidenzia un contenuto complessivo di idrocarburi
policiclici aromatici (IPA) pari a 19,719 mg/Kg , un contenuto di Nichel di 285,4 mg/Kg
e una concentrazione di Vanadio di 2445 mg/Kg .La concentrazione di Vanadio non
confrontabile con le analisi effettuate dallo stesso dipartimento su un campione prelevato
anni prima presso il porto di Palermo dalla stiva della M/N Amber K (1092
mg/Kg),invece confrontabile con quello trovato nel rapporto di prova N 2005063311,
che riporta un valore di 2570 mg/Kg.
In ogni caso le concentrazioni di IPA, di Vanadio e di Nichel rientrano con quanto
previsto nella scheda di sicurezza del Petcoke, che riporta una percentuale di IPA
inferiore al 15%, una percentuale di Vanadio e Nichel rispettivamente inferior allo 0.3%.
Il campione di polvere ,invece, presenta un contenuto di IPA e Vanadio sensibilmente

2
Universit degli Studi di Palermo, Dipartimento di Chimica Inorganica e Analitica Stanislao Cannizzaro,Analisi
campioni di acqua,cemento e polvere,2009.
Analisi
CEMENTO
QUANTIT
[%]
Alluminio
Nichel
6.10 (Al
2
O
3
)
0.0036
Vanadio 0.016
Ferro 4.01 (Fe
2
O
3
)
Cromo(esavalente) 0.0006
Cromo(totale) 0.0007
Zolfo
Calcio
2.8 (SO
3
)
55.5 (CaO )
Magnesio 2.4 (MgO)

Analisi POLVERE QUANTIT [%]
Zolfo 0.6 (SO
3
)
Calcio 40.3 (CaO)
Magnesio 3.33 (MgO)

Analisi ACQUA QUANTIT [mg/l]
Nichel 0.003
Alluminio 0.04
Vanadio <0.001
Ferro 0.09
Cromo (esavalente) Assente
Cromo (totale) Assente


28

inferiore a quello del Petcoke (0.315mg/Kg) ,mentre la concentrazione di Nichel risulta
superiore di un ordine di grandezza (2753 mg/Kg). Inoltre si evidenzia un elevato
contenuto di Cromo totale, Alluminio e Ferro , non riscontrato nel Petcoke.
Non sembra ragionevole quindi identificare questa polvere direttamente al Petcoke ed in
particolare quindi identificarne la provenienza dalla movimentazione dello stesso
(trasporto dal deposito Raffo Rosso al carbonile).
La presenza di Vanadio e di Nichel potrebbe indicare per il contributo di questo
materiale nella composizione della polvere.E improbabile ,infatti, che il Vanadio possa
provenire da altre fonti naturali,visto che in natura presente in alcuni minerali, quali la
bauxite ed in giacimenti di combustibili fossili quali petrolio,carbone e sabbie catramose.
Lelevato contenuto di Nichel nella polvere,superiore a quello riscontrato nel
Petcoke,dovrebbe invece risentire di altri contributi. Per verificare se ci causato dalla
cementeria sarebbe opportune conoscere la concentrazione di questo metallo nelle
materie prime usate nellimpianto (calcare,argilla,sabbia, gesso , desolfogesso, perlite,
additive NT9 e additive Aercem ) nonche nei prodotti finali.
Inoltre considerando che il cemento dal punto di vista chimico una miscela di silicati e
alluminati di calcio con la seguente composizione:
64% ossido di calcio
21% ossido di sicilio
5.5% ossido di alluminio
4.5 % ossido di ferro
2.4% ossido di magnesio
1.6 % solfati
1 % altri materiali, tra cui soprattutto acqua
Lelavato contenuto di ferro e alluminio nella polvere potrebbe derivare dal cemento e/o
dalla materie prime utilizzate nellimpianto.
Anche il cromo pu essere contenuto nel cemento. Infatti visto che la Direttiva
2003/53/CE ,recepita in Italia con il Decreto del Ministero della Salute 10 maggio 2004,
prevede che il cemento e i preparati contenenti cemento non possono essere
commercializzati o impiegati se contengono , una volta mescolati con acqua , oltre 2
ppm di Cromo VI idrosolubile , che irritante per contatto con la pelle , sono immessi
nel cemento sfuso degli additive che trasformano il cromo esavalente (cancerogeno-
mutageno) in cromo trivalente ( non dannoso) . La norma prevede una deroga solo nei
casi in cui il cemento sia manipolato unicamente da macchinari , senza alcuna possibilit
29

di contatto con la pelle.
Da ci si pu dedurre che anche lelevato contenuto di cromo totale pu essere attribuito
al cemento. A tale proposito si precisa che a causa dellesigua quantit del campione non
stato possibile determinare il contenuto del cromo esivalente.
Per verificare se le ipotesi sopra esposte relativamente allimpianto di Italcementi sono
ragionevoli, sarebbe opportune verificare complessivamente la concentrazione di questi
metalli sia nelle materie prime usate nella cementeria (calcare, argilla,sabbia, gesso,
desolfongesso, perlite, additive NT9 e additive Aercem) che nei prodotti finali. Inoltre
andrebbe previsto a tutti i camini di emissione il monitoraggio oltre che delle polveri
totali anche del contenuto nelle stesse,di cromo totale,cromo esavalente, nichel,
ferro,alluminio e vanadio, in modo da individuare, nel caso in cui effetivamente fosse
sostanziale il contributo della cementeria alla produzione di queste polveri, la fase di
processo pi critica per lemissione di tali sostanze.
Parallelamente sarebbe comunque opportune verificare, nella zona interessata
dallimmissione di queste polveri , la presenza di attivit di lavorazione di leghe
metalliche o acciaio o di qualunque altra attivit , che possano produrre emissioni dei
metalli riscontrati nella polvere. Tale verifica potrebbe essere indirizzata
nellindividuazione e identificazione delle pressioni ambientali pi significative
attraverso un opportuno ed adeguato piano di monitoraggio della quantit dellaria.
Tabella campione petcoke. [ 13]
PARAMETRO RISULTATO u.d.m.
Bario 12.3 mg/kg
Cadmio 0.4 mg/kg
Cromo totale <1 mg/kg
Rame 4.5 mg/kg
Nichel 285.4 mg/kg
Piombo <2 mg/kg
Zinco 31.2 mg/kg
Cobalto 2.2 mg/kg
Vanadio 2445.0 mg/kg
30





In merito al monitoraggio delle materie prime,intermedi e prodotti finite in essere, presso
lo Stabilimento e gi riportati nellintegrazione al Piano di Monitoraggio e
Controllo,oltre ai normali controlli chimici di routine effettuati dal personale per la
caratterizzazione dei materiali in lavorazione, come previsto dal sistema di gestione della
qualit certificate ISO 9002, attivo un ulteriore piano di monitoraggio, anche al fine di
verificare il contenuto di metalli presenti nei materiali utilizzati e nel clinker prodotto.
Si fa presente che essendo il cemento un prodotto finito costituito principalmente da
clinker con laggiunta di modeste quantit di gesso, calcare, o altri correttivi necessari a
definire la tipologia commerciale, la concentrazione di metalli eventualmente presenti
pu essere facilmente dedotta dallanalisi dei singoli costituenti la miscela.
La tabella
3
seguente riporta sinteticamente, in relazione ai metalli pesanti i risultati dei
rilievi fatti, indicando per confronto anche lanalisi sul campione di coke di petrolio
analizzato da ARPA. Nella stessa tabella riportata unanalisi statistica dei dati trovati,
considerando quelli inferiore al limite di rilevabilit strumentale pari al limite stesso.

Sb As Cd Cr Co Hg Mn Ni Pb Cu Sn Ti V Zn
Anno Materia
le
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
mg/
kg
2006 argilla <1 8.9 1.0 121.
9
31.9 <1 294.
8
40.1 23.6 19.7 5.5 0.2 117.
3
88.8
2006 calcare <1 1.2 1.5 20.6 <1 <1 42.4 12.1 4.0 6.5 <1 <1 <10 10.5
2006 clinker <1 5.9 2.2 190.
9
<1 <1 151.
3
22.4 6.1 17.9 <1 <1 7.5 11.5
2006 desolfog
esso
<1 0.7 0.8 30.4 <1 <1 33.5 11.0 4.8 6.9 <1 <1 7.5 11.5
2006 perlite <1 2.2 0.6 83.1 <1 <1 378.
4
2.8 38.6 4.6 4.9 0.9 6.5 87.3
2006 perlite <1 0.4 0.7 53.4 <1 1.20
0
364.
1
<5 39.4 6.2 4.2 0.8 14.8 80.5
2006 sabbia 1.10 3.4 0.1 179.
4
2.9 <1 198.
1
13.9 11.5 8.5 2.6 <1 40.8 33.0
2007 argilla <1 7.3 0.7 72.5 12.8 <1 331.
2
35.6 23.8 21.5 3.8 <1 121.
0
98.0
2007 argilla <1 9.0 0.6 102.
8
22.5 <1 345.
8
38.6 23.7 21.6 3.8 <1 133.
9
93.6
2007 argilla <1 9.8 <1 99.5 28.0 <1 419.
3
36.1 25.1 24.7 6.2 <1 124.
2
101.
7
2007 calcare <1 2.4 2.0 <10 <1 <1 30.7 6.4 2.9 7.7 2.9 <1 <10 11.8
2007 calcare <1 1.2 1.6 <10 <1 <1 60.5 12.6 7.2 13.4 2.3 <1 5.3 18.0
2007 calcare <1 1.0 0.7 <10 <1 <1 24.6 4.3 8.4 11.0 9.3 <1 2.0 11.3

3
Arpa,prot. 9973911, Analisi sul campione di coke di petrolio, 9 Ottobre 2008.
Alluminio 117 mg/kg
Ferro 228 mg/kg
Mercurio 0.0005 mg/kg
31

2007 clinker <1 4.4 1.8 65.2 <1 <1 144.
1
18.8 7.2 13.1 <1 <1 19.3 36.9
2007 clinker <1 4.0 0.9 24.3 <1 <1 172.
0
19.5 7.8 14.1 2.8 <1 32.0 38.4
2007 clinker <1 5.1 0.8 134.
7
<1 <1 174.
9
50.7 4.4 11.2 2.8 <1 31.6 30.3
2007 desolfog
esso
<1 <1 0.8 7.8 <1 <1 41.0 9.2 5.9 7.4 <1 <1 6.8 12.4
2007 desolfog
esso
<1 <1 <1 5.0 <1 <1 28.5 6.2 5.5 4.8 <1 <1 6.9 7.8
2007 perlite <1 1.5 <1 39.6 <1 <1 444.
0
2.4 46.5 17.2 4.4 0.9 11.4 98.9
2007 perlite <1 0.6 0.9 16.7 <1 <1 504.
4
3.5 45.1 7.2 3.4 1.2 16.3 92.7
2007 perlite <1 <1 <1 60.7 1.5 <1 421.
3
<5 42.5 10.1 5.0 1.2 16.2 100.
3
2007 sabbia <1 6.1 <1 219.
3
<1 <1 144.
3
13.2 9.8 9.3 <1 <1 34.5 26.0
2007 sabbia <1 6.6 <1 100.
3
<1 <1 225.
3
16.3 9.8 10.1 <1 <1 48.4 29.4
2007 sabbia <1 7.9 <1 124.
0
<1 <1 297.
8
18.0 12.9 15.9 3.2 <1 48.7 38.5
2008 argilla <1 7.9 <1 113.
0
14.0 <1 352.
7
38.3 11.0 26.7 <1 <1 136.
6
91.0
2008 argilla <1 5.0 3.6 87.5 18.0 0.02
0
311.
9
35.0 12.2 16.2 <1 <1 120.
2
78.7
2008 argilla <1 8.8 3.1 16.4 7.4 0.01
2
287.
6
45.9 <3 22.0 <1 <1 139.
6
85.8
2008 calcare <1 <1 <1 <10 7.4 <1 43.1 <5 <3 10.8 <1 <1 <10 10.3
2008 calcare <1 <1 <1 <10 7.4 0.01
6
59.6 <5 <3 <10 <1 <1 <10 <10
2008 calcare <1 3.4 <1 <10 3.9 0.06
9
89.9 <5 <3 <10 <1 <1 <10 10.6
2008 clinker <1 1.4 <1 <10 12.7 2.30
0
182.
7
11.9 7.9 10.9 <1 <1 37.3 43.6
2008 clinker <1 1.1 <1 37.0 17.0 <0.0
1
135.
4
<5 7.5 <10 <1 <1 38.6 35.6

2008 clinker <1 1.9 <1 90.5 21.6 <0.0
1
419.
9
175.
1
<3 24.3 <1 1.0 175.
6
43.1
2008 perlite <1 <1 <1 32.7 10.0 <1 422.
4
<5 31.2 <10 <1 <1 <10 98.6
2008 perlite <1 <1 2.0 42.0 9.0 <0.0
1
430.
0
36.0 35.0 <10 <1 <1 <1 86.0
2008 perlite <1 <1 <1 46.2 8.0 0.01
1
439.
6
32.5 36.0 <10 <1 <1 <10
2008 sabbia <1 5.0 <1 27.6 9.7 <1 281.
3
18.9 7.4 19.3 <1 <1 59.7 47.6
2008 sabbia <1 4.8 1.8 114.
9
5.7 0.01
2
197.
1
8.2 4.1 <10 <1 <1 35.8 25.5
2008 sabbia <1 6.3 <1 94.4 8.0 0.18
2
303.
0
56.7 <3 16.4 <1 <1 41.1 28.7
media 1.0

3.7 1.2 65.9 7.4 0.85
6
236.
6
22.7 15.0 13.3 2.3 1.0 44.2 49.8
massimo 1.1 9.8 3.6 219.
3
31.9 2.30
0
504.
4
175.
1
46.5 26.7 9.3 1.2 175.
6
101.
7
minimo 1.0 0.4 0.1 5.0 1.0 0.01
1
24.6 2.4 2.9 4.6 1.0 0.2 1.0 7.8
deviazione STD 0.0 3.0 0.7 55.0 8.4 0.45
9
148.
6
29.3 14.0 5.9 1.9 0.1 48.8 34.3
coke analizzaro
da ARPA
0.4 <1 2.2 0.00
5
286.
4
<2 4.5 2445 31.2

32

Si precisa ,che in ordine al contenuto di Cromo esavalente nei cementi la Direttiva
2003/53/CE recepita nelle legislazione Italiana con Decreto del Ministero della Salute
10 maggio 2004 ,limita a partire dal 17 gennaio 2005 limmissione sul mercato e luso
del cemento contenente pi di 2 mg/kg di Cr
(VI)
idrosolubile,prevedendo per il suo
controllo luso di costosi riducenti da miscelare con il cemento prodotto . E assoluta ed
evidente necessit dellazienda contenere il pi possibile la concentrazione di Cromo
nelle materie prime al fine di ottenere un prodotto finale che ne abbia la concentrazione
pi bassa possibile. In tale modo possibile garantire con un consumo di agenti riducenti
il pi contenuto possibile, la concentrazione nei cementi inferiore al limite previsto.
Le analisi effettuate sul clinker prodotto evidenziano un contenuto medio di Cr
VI
pari a
7.5 mg/kg
In seguito nel rapporto lARPA segnala che non sembra ragionevole identificare la
polvere prelevata presso labitazione come coke di petrolio.Suggerisce di estendere
lindagine alle materia prime utilizzate in cementeria e nei prodotti finali e ritiene
opportuno verificare la presenza di attivit di lavorazione di leghe metalliche o di acciaio
o di qualunque altra attivit che possano produrre emissione dei metalli riscontrati nella
polvere campionata presso labitazione.
Il prospetto seguente elenca ,in breve, le concentrazioni in mg/kg di Cromo totale, Nichel
e Vanadio riscontrate nei seguenti materiali:
Materi prime utilizzate;
Clinker prodotto
Coke di petrolio campionato ed analizzato da ARPA;
Polvere prelevata da tecnici comunali presso labitazione ed analizzata da
ARPA.

Cromo Nichel Vanadio
Calcare 12,4 7,2 8,2
Argilla 93,4 38,5 127,5
Sabbia 122,8 20,7 44,1
Perlite 46,8 11,5 10,8
Desolfogesso 14,4 8,8 7,1
Clinker 78,9 43,3 51,3
Coke di Petrolio (analisi ARPA) < 1 285 2445
Polvere prelevata presso abitazione (analisi ARPA) 6692 2753 50

E evidente come il contenuto dei metalli nelle materie prime e nel coke di petrolio
mostri valori completamente diversi rispetto a quelli riscontrati nelle polveri e soprattutto
33

non sono rispettati i rapporti di concentrazione tra i vari elementi.
La concentrazione del Vanadio decisamente inferiore a quella contenuta nel coke e
confrontabile invece con il tenore presente nellargilla e nella sabbia che sono materie
prime naturali ubiquitarie presenti su tutto il territorio considerato.
Ferro e Allumino come pure Calcio e Silicio sono componenti principali delle rocce di
argilla, sabbia e materiale selcioso e calcareo presente su tutto il terriotorio e riscontrabili
in qualsiasi polvere che si deposita naturalmente.
Infine bisogna ricordare che Ferro ,Nichel e Cromo sono componenti fondamentali nelle
leghe metalliche.
Alla luce di tutto quanto sopra esposto e di quanto, inoltre, verificabile dalla
documentazione e dagli interventi realizzati in stabilimento, la societ ritiene di aver
ottemperato, per quanto non di sua competenza, alle prescrizioni contenute nel DRS 693.
Resta preclusa alla societ la possibilit di adempiere alle prescrizioni per le quali
necessario il coinvolgimento degli Enti. E difatti, solo a valle del protocollo tra la societ
ed ARPA, previsto in AIA per linstallazione delle stazioni di rilevamento della qualit
dellaria,sar possibile installarle .
In fine a seguito di chiarimenti e precisazione in ordine alle integrazioni ulteriori alla
proposta di piano di monitoraggio trasmessa, da parte della Regione, Provincia ed
ARPA, sar possibile il definitivo adeguatamento del piano di monitoraggio e controllo
prescritto .[ 14 ]
Sempre nel 2009 sono state effettuate delle analisi relative allacqua di scarico prelevata
dalla fossa di desoleazione ,di cui di seguito in tabella
4
sono riportati i risultati:

Prova UM Valore Valore
limite
pH Unit
pH
7,80 [5,5:9,5]
Richiesta chimica di
ossigeno (C.O.D)
mgO
2
/L 44 max 500
Idrocarburi totali mg/L < 0,05 max 10
Grassi e oli animali e
vegetali
mg/L 0,12 max 40

4
Consulenze Ambientali S.p.A.,Analisi acqua di scarico prelevata dalla fossa di desolazione, Rapporto di prova n
5998 , 2008.
34

Materiali
sedimentabili
mg/L < 0,2
Azoto ammoniacale
(NH
4
)
mg/L < 1 max 30
Azoto nitrico mg/L 1,2 max 30
Azoto nitroso mg/L 0,55 max 0.6
Cloruri mg/L 46 max 1200
Solfati mg/L 32 max 1000
Fosforo totale mg/L < 1,0 max 10
Materiali in
sospensione
mg/L 12 max 200

Si osserva dai risultati che lacqua di scarico conforme ai limiti secondo la D.Lgs
152/2006 per scarico in pubblica fognatura.
La tabella
5
seguente ,invece, riporta i risultati delle analisi condotte mensilmente dalla
Cementeria su dei campioni di olio combustibile.

Densit a 15
C
ISO 3675 976.0 kg/m
3

Acqua ISO 3733 1.30 % peso
Viscosit UNI EN ISO 3104-
00
215.9 mm
2
/s
Viscosit a 50
C
28.51 E
48.80 mm
2
/s
80
C
6.490 E
100
C
23.77 mm
2
/s
3.316 E
Residuo
Carbonioso
UNI EN ISO
10370-98
9.47 % m/m
Carbonio ASTM D 5291-07 86.1 %
massa

5
Stazione Sperimentale per i Combustibili, Analisi Olio combustibile denso, Rapporto di prova n200900547 ,2009.
35

Idrogeno ASTM D 5291-07 10.5 %
massa
Azoto ASTM D 5291-07 0.3 %
massa
Zolfo ASTM D 1552-07 0.97 %
massa
Nichel UNI EN 13131-01 20.5 mg/kg
Vanadio UNI EN 13131-01 20.2 mg/kg
Potere
Calorifico
ASTM D 240-07
Potere
calorifico
superiore
10202 kcal/kg
42.715 MJ/kg
Potere
calorifico
inferiore
9665 kcal/kg
40.465 MJ/kg
Fattore di
Emissione
PT-030
(DIR.2003/87/CE)
77.96 tCO
2
/TJ

In data 16/3/2009 il personale del Dipartimento dellAssessorato Regionale Territorio e
Ambiente ,Servizio 2 e Servizio 3, della Provincia Regionale di Palermo con la presenza
del consulente e rappresentante del Sindaco del Comune di Isola delle Femmine , ha
effettuato un sopralluogo presso limpianto IPPC della ditta Italcementi S.p.A. di Isola
delle Femmine , finalizzato alla verifica delle prescrizioni contenute nel D.R.S. n.693 del
18 luglio 2008 (decreto di autorizzazione integrate ambientale , AIA) .
In merito a quanto riportato nel verbale di sopralluogo si rappresenta quanto segue:
A tuttoggi non sono pervenute comunicazioni della Ditta in base a quello
evidenziato nella nota ARPA del 19/3/ 08.
Il piano di monitoraggio e controllo (PMec) p. MES/ DT-AMB del 19/8/08
stato integrato con il documento p.MES/12/ DT-AMB del 23/3/09.
Detto documento necessita delle seguenti ulteriori integrazioni:
a) Altezze errate dei punti di prelievo, camini E14-E17-E48-E50;
b) Specifica del valore di delta pressione limite per i filtri a maniche onde rilevarne
36

lo stato di efficienza;
c) Dimensioni e capacit dei filtri passivi a carbone, attivo a letto statico installati
sugli sfiati dei serbatoi metallici per lolio combustibile BTZ e stima delle
quantit di carbone attivo necessarie per garantire lefficienza dei filtri nellintero
semestre in relazione ai flussi di emissioni da trattare;
d) Specifica metodi analitici e relativi parametri di garanzia della qualit degli
scarici idrici ed istituzione di un registro delle ispezioni dellimpianto con pagine
numerate e vidimato;
e) Tutti i registri utilizzati relativi a : ispezioni SME, misure sostitutive emissioni,
manuntenzione degli analizzatori in continuo, interruzione funzionamento
impianti di abbattimento , anomalie impianti , ispezione impianto di depurazione
devono avere pagine numerate ed essere vidimati dallAutorit competente. Detti
registri devono essere specificati in apposite elenco allegato al piano di
monitoraggio e controllo ;
f) Modalit operative relative al monitoraggio della qualit dellaria finalizzato
allallocazione delle due centraline fisse previste dall AIA come gi comunicato
con la nota ARPA del 23/3/2009.
In merito al campione di polvere,prelevato in prossimit del condotto di depolverazione
del raffreddatore del clinker del forno 3 vengono mostrati i rapporti di prova delle analisi
eseguite con le seguenti considerazioni.
Il campione di polvere non mostra un contenute di IPA rilevabile.
La tabella seguente riporta le concentrazioni dei metalli determinate nel campione in
oggetto, nel campione di polvere prelevato il 25/8/08 dallUfficio Tecnico del Comune
di Isola delle Femmine e nel campione di petcoke prelevato il 19/8/08 da questo DAP
presso il Deposito Combustibili solidi in localit Raffo Rosso ,oltre i valori medi delle
concentrazioni dei metalli riscontrate nel monitoraggio delle materie prime , intermedie e
prodotti finite , riportati nella nota della Italcementi d.MOT/15DT/AMB del 9/3/09 .
Le considerazioni sui dati relative al monitoraggio delle materie prime,intermedi e
prodotti finite sono contenute nel verbale di sopralluogo del 16/3/09.




37













Dai dati della tabella si evidenzia che le concentrazioni dei metalli della polvere
prelevata allinterno dellimpianto industriale , in prossimit del condotto di
depolverazione del raffreddatori del clinker del forno 3 , non corrispondono con quelle
della polvere prelevata dallUfficio Tecnico , presso labitazione del cittadino di Isola
delle Femmine ,nominato prima.
In particolare il Cromo totale della polvere prelevata allinterno dellimpianto risulta
essere circa di cento volte inferiore al Cromo determinate sulla polvere campionata dal
Comune.
Le concentrazioni di Cobalto, Ferro,Nichel e Rame della polvere prelevata allinterno
dellimpianto risultano da dieci a cento volte inferiori .
Al contrario le concentrazioni di Alluminio,Vanadio e Zinco della polvere prelevata
allinterno dellimpianto risultano superiori da tre a cinque volte rispetto alle
concentrazioni degli stessi metalli determinate sull polvere campionata dal Comune.
Pertanto non si pu escludere che la polvere prelevata allinterno dellimpianto possa
essere in parte contenuta nella polvere prelevata dal Comune in quanto sono presenti gli
stessi costituenti, ma sicuramente nella polvere prelevata dal Comune devono essere
presenti altri contributi che modificano i rapporti di concentrazione tra i vari metalli.
Le concetrazioni di Arsenico, Cadmio ,Cromo ,Cobalto , Nichel e Rame , riscontrate
nella polvere prelevata allinterno dellimpianto indutriale, sono invece compatibili con
le concentrazioni medie delle materie prime , intermedi e prodotti finite.E la
concentrazione di Cromo VI rilevata nella polvere prelevata allinterno dellimpianto
industrial risulta maggiore di quella determinate nel clinker dallItalcementi.[ 15]
Metalli
(mg/Kg)
Polvere
16/3/09
Polvere
25/8/08
Monitoraggio Italcementi
materie prime,intermedi
e prodotti finiti.
Petcoke
Alluminio /
Arsenico 3.7
Cadmio 0.5 0.2 1.2
Cromo 65.9
Cromo VI 7.5 (solo clinker)
Cobalto 7.4
Ferro 13712 /
Nichel 22.7
Piombo 15.0
Rame 22.1 13.0
Vanadio 44.2
Zinco 30.9 49.8
38

Un altro tipo di inquinamento ,dannosa per i cittadini, quello acustico dovuti ai rumori
dei vari macchinari usati nello stabilimento della Italcementi.
E proprio su questi rumori sono stati fatti dei monitoraggi fonometrici in alcuni
abitazioni e tenuto conto della complessit tecnica e normative della problematica si
precisa quanto segue :
Dallesame preliminare condotto nel sopralluogo effettuato da tecnici di questo
Dipartimento stato rilevato, sia nellabitazione presso la quale stato effettuato
il monitoraggio che il altre abitazioni vicine,un rumore sordo e persistente
attribuito dagli abitanti ai macchinari in uso allItalcementi ed in particolare ai
mulini;
stata segnalata dagli abitanti limmissione di vibrazioni anchesse attribuite ai
macchinari dellItalcementi ;
stata scelta labitazione oggetto del monitoraggio, pur non particolarmente
vicina allo stabilimento, in quanto nella stessa era particolarmente percepebile la
presenza del rumore segnalato dai cittadini;
La zona nella quale ubicata labitazione classificabile, ai sensi del DM 1444
del 1968 come zona B (urbana non centro storico);
Nellabitazione stato effettuato il monitoraggio fonometrico non presidiato a
finestre chiuse nelle ore notturne tramite un fenomeno integratore analizzatore
posizionato nellambiente cucina-soggiorno dellabitazione di cui alloggetto;
In sede di sopralluogo stato inoltre deciso di effettuare successivamente il
rilevamento delle vibrazioni in quanto per le stesse,percepibili, non disponibile
normative che ne individui i limiti per la popolazione;
I valori di livello equivalente rilevati sono da considerarsi come rumore
ambientale e quindi come la somma di tutte le sorgenti , ivi compresi in
macchinari della Italcementi;
Dai rilevamenti effettuati non stato possible valutare il rumore residuo, con i
macchinari dellItalcementi non attivi , in quanto la stessa Ditta nn ha partecipato
agli accertamenti/monitoraggi.
Ci premesso tenuto conto dei valori riscontrati, attribuibili anche ma non
esclusivamente ai macchinari dellItalcementi, si precisa quanto segue:

La Regione Sicilia non ha ancora emanato i criteri per leffettuazione della
zonizzazione acustica ai sensi delle compotenze alla stessa assegnata dalla legge
39

447/95 art.4;
Il Comune non ha effettuato la zonizzazione acustica n ai sensi del DPCM
01.03.91 n ai sensi della legge 447/95 e del DPCM 14.11.97;
Per la concorrenza delle suddette carenze ed in base al DPCM 01.03.91, al
rumore ambientale immesso nellambiante abitativo applicabile
esclusivamente il limite notturno assoluto di zona (B) di 50 dBA;
Il valore Massimo del livello equivalente del rumore campionato per tutto il
tempo di riferimento notturno risultato di 45.7 dBA, inferiore quindi allunico
limite assoluto applicabile ( 50dBA);
Per la concorrenza delle suddette carenze alla differenza,pur non rilevata , tra il
rumore ambientale ed il rumore residuo, non sarebbe applicabile il limite
differenziale notturno di immissione di rumore nellambiente abitativo di cui
allart.4 del DPCM 14.11.97;
Alla differenza tra il rumore ambientale ed il rumore residuo potrebbe essere
applicato esclusivamente il limite differenziale di cui allallegato del DPCM
01.03.91 in quanto il rumore ambientale, campionato in maniera continua in tutto
il tempo di riferimento notturno a finestre chiuse, risultato , pur leggermente,
superior a 45 dBA;
Se lo stabilimento dellItalcementi fosse classificabile come impianto a ciclo
produttivo continuo, lapplicazione del criterio differenziale previsto dal DPCM
01.03.91 non sarebbe comunque possible ai sensi del Decreto del Ministero
dellAmbiente del 11.12.1996 (G.U. n.52 del 04.03.07) in quanto il rumore
ambientale risultato inferiore al limite assoluto di zona;
La valutazione della tollerabilit del rumore immesso dallItalcementi
nellambiente abitativo oggetto di misura richiede necessariamente la valutazione
della differenza tra il rumore ambientale ed il rumore, per verificare il rispetto del
limite differenziale di 3 dB indicato in giurisprudenza come limite di
tollerabilit;
Il livello equivalente del rumore ambientale nel tempo di riferimento notturno
misurato per tre notti , risultato particolarmente basso ma in assenza di un
riscontro oggettivo non possible attribuire tali valori allinattivit dei
macchinari dellItalcementi e di conseguenza tali valori non sono considerabili
come una stima del rumore residuo ;
Al termine del monitoraggio sono stati effettuati dei rilevamenti del rumore
40

ambientale nel tempo di riferimento diurno in cui , il livello equivalente di
rumore ambientale ottenuto in tali rilevamenti , pur di breve durata ma effettuati
durante orari di intense attivit umana e traffico veicolare sostenuto , risultato
inferiore al limite assoluto diurno di zona (B) indicato dal DPCM 01.03.91 art.6
in 60 dBA.
Alla fine di questi rilevamenti il Dipartimento ha dato la disponibilit di supportare il
Comune di Isola delle Femmine sul controllo del rispetto della normative per la tutela
dellinquinamento acustico, e gli attribuisce la stazione di CC , per la valutazione
delleventuale fattispecie penale che si configure per limmissioni di rumore al di sopra
della normale tollerabilit.
Si precisa,comunque che, per ovvie ragioni tecniche, per leffettuazione di accertamenti
ulteriori sia fonometrici che di vibrazioni , necessaria la presenza di personale tecnico
della ditta Italcementi per lo spegnimento dei macchinari della stessa.[16]

4.4. Il falso mito dei cementitori, cio cementifici-inceritori.
La combustione dei rifiuti nei cementifici,pratica che nel nostro paese si sta diffondendo
sempre pi,consente secondo chi la propone di limitare la costruzione di nuovi
incenitori,la sostituzione parziale con i rifiuti di parte dei combustili fossili di solito
utilizzati per alimentare questi impianti,la riduzione delle emissioni di CO
2
,il recupero
totale delle ceneri di combustione (inglobate nel clinker) e, infine, una minore
produzione di diossine rispetto ai classici impianti di incenerimento dei rifiuti.
Se cos fosse, questa pratica sarebbe davvero da considerare loptimum nella gestione dei
rifiuti residui .Tuttavia , questa soluzione presenta numerosi e pesanti limiti per i rischi
alla salute umana, ancor maggiore rispetto agli inceneritori. I limiti di legge per le
emissioni nei cementifici,infatti , sono enormemente superiori rispetto a quelli degli
inceneritori .Ad esempio considerando solo gli NO
x
, per un inceneritore il limite di legge
200 mg/Nmc mentre per un cementificio tra 500 e 1800 mg/Nmc.
41



Si dice che i rifiuti scompaiono, che si recupera calore e che con la tecnologia moderna
non si inquina. Quasi tutti i partiti politici si dichiarano favorevoli alluso dei rifiuti come
combustibili nei cementifici , ma in realt :
Il CDR combustibile derivato dai rifiuti ovvero combustibile solido secco ottenuto dal
trattamento dei rifiuti solidi urbani. Normalmente raccolto in blocchi chiamati
ECOBALLE;
Il CDR un rifiuto speciale. LItalia stata condannata nel dicembre del 2008 dalla
Comunit Europea perch la legislazione italiana non considera il CDR come rifiuto;
Il CDR per poter avere sufficiente energia deve contenere prodotti ricchi di energia come la
plastica e la carta compromettendo quindi la crescita della racconta differenziata.Soffocando
cos lo sviluppo del riciclo e di tutte le attivit ad esso collegate ;
Il CDR essendo meno denso e ricco di energia del carbone e del petcoke determiner un
aumento dei camion per il trasporto e aumenteranno le emissioni di inquinanti;
Gli studi di settore dimostrano che alcuni inquinanti possono aumentare tantissimo , es.
mercurio,piombo e cadmio.
42

Quindi una scelta folle e pericolosa che mette a rischio la salute dei lavoratori e di tutti i cittadini .
Per questi motivi si deve contrastare ogni progetto di utilizzare questi rifiuti come combustibile nei
cementifici.
Ma esistono diversi miti sullincenerimento di rifiuti nei termocancrocementitori che non
combaciano con la realt dei fatti tra i quali :
1. Mito: I cementifici, bruciando rifiuti, recuperano energia e fanno risparmiare consistenti
quantit di combustibili fossili tradizionali .
Ma in realt il risparmio molto minore di quello dichiarato per intrinseche limitazioni di
processo. I cementifici accettano rifiuti non perch risparmiano combustibili fossili ma per i
guadagni connessi allo smaltimento dei rifiuti. Il vero risparmio energetico sta nel riciclaggio
dei rifiuti,come anche dei solventi.
2. Mito: I cementifici distruggono i rifiuti altrettanto efficacemente di altri impianti di
smaltimento ,come gli inceneritori.
Ma nella realt secondo lAgenzia per lAmbiente degli USA i cementifici sono la seconda
fonte di diossine e furani, dopo gli inceneritori per rifiuti urbani e prima di quelli per rifiuti
ospedalieri, grazie alla scelta di utilizzarli per bruciare rifiuti industriali (in particolare solventi
e simili).
L Agenzia ha inoltre stimato una emissione di diossine pari a 0,29 nanogrammi di diossine
equivalenti per kg di clinker prodotto nei cementifici che non utilizzano rifiuti come
combustibili e di 24,34 nanogrammi/kg invece nei cementifici che usano rifiuti come
combustibile, cio la combustione dei rifiuti da un cementificio produce una emissione di
diossine 80volte maggiore rispetto allutilizzo dei combustibili fossili usuali.
3. Mito: I forni dei cementifici funzionano a temperature pi elevate e con tempi pi lunghi di
residenza dei fumi, rispetto agli inceneritori.
Nella realt le temperature variano a seconda del punto del forno e lefficienza di combustione
varia in relazione alla zona e alle modalit di alimentazione del rifiuto/combustibile. In caso di
anomalie le parti pi volatili dei rifiuti solidi possono essere rilasciati cos rapidamente che
non vengono ossidati completamente con elevate concentrazioni di composti incombusti
molto tossici. Il tempo di residenza dei gas a temperature elevate bassa e in una atmosfera
povera di ossigeno ,per motivi di processo,i cementifici non hanno post combustori per evitare
o ridurre gli effetti di tali condizioni di combustione inadeguate. Rispetto agli inceneritori per
rifiuti sono emessi pi diossine e furani a parit di rifiuti combusti.
4. Mito: Il calcare, utilizzato per la produzione del cemento, agisce come uno scrubber
naturale, bloccando il cloro e altri componenti tossici prodotti dalla combustione di rifiuti.
43

Ma recenti studi contraddicono tale potere del calcare che non renderebbe disponibile il cloro
per le reazioni di clorurazione e sintesi di microinquinanti cloro-organici (come diossine e
furani). In altri termini la capacit di assorbimento del cloro limitata e non assoluta come
fanno intendere i fautori della combustione di rifiuti nei cementifici.
5. Mito : I sistemi di abbattimento dei cementifici hanno una elevata efficienza per rimuovere i
metalli pesanti e gli altri tossici presenti nei fumi. le loro prestazioni sono paragonabili a quelli
degli inceneritori.
Se fosse vero perch i cementieri si sono opposti ai limiti di emissione pi restrittivi
sullincenerimento di rifiuti ?I cementieri si sono sempre opposti a limiti pi restrittivi per la
definizione di limiti di emissione per piombo, arsenico, cadmio, per la definizione di misure di
efficienza della combustione (es. rapporto tra monossido e biossido di carbonio).
I cementieri USA hanno chiesto lesclusione delle norme che obbligano alla messa in
discarica delle polveri dei cementifici. Nei confronti di emissione con e senza rifiuti in linea di
massima vi pu essere una riduzione in termini di emissioni di zolfo ,in quanto i rifiuti di
norma hanno meno zolfo rispetto al carbone o agli oli combustibili, e di ossidi di azoto (indice
di un minor utilizzo di aria comburente) e per tutti gli altri parametri vi un incremento pi o
meno significativo delle emissioni.
6. Mito : La qualit del cemento ottenuto da forni che bruciano rifiuti e' indistinguibile da
quella ottenuta da cementifici che usano combustibili tradizionali.
In verit,nei dati di composizione di cementi realizzati con e senza lutilizzo di
combustibili/rifiuti si nota un innalzamento dei livelli di diversi metalli pesanti ,diversi dei
quali hanno una elevata mobilit, possono cio uscire dal cemento per contaminare lesterno.
Anche se non vengono superati i limiti previsti dalle norme UNI sul cemento, il
peggioramento visibile. Non vi sono ancora idonei studi relativi alla durabilit e la qualit
del cemento prodotto con e senza lutilizzo di rifiuti. Negli USA i cementieri sono obbligati a
contrassegnare i contenitori di cemento ottenuto con lutilizzo di rifiuti come combustibili.
7. Mito: Le condizioni di sicurezza e igiene nei cementifici sono tali da garantire la salute dei
lavoratori anche nel caso di combustione di rifiuti.
Nella realt le polveri di cemento sono molto dannose e producono problemi alle vie
respiratore e di tipo allergico ai lavoratori dei cementifici provocate in particolare dai cromati
solubili presenti nel cemento. Larricchimento di tali polveri in altri contaminanti tale che le
polveri sono da considerarsi rifiuti tossico-nocivi. Studi su lavoratori del cemento esposti a
polveri con metalli pesanti e diossine dovuti alla combustione di rifiuti in cementifici hanno
evidenziato incrementi in patologie asmatiche e in patologie tumorali alla pelle e del polmone
44

(Germania). Invece uno studio svedese ha evidenziato un incremento del 60 % di rischio per
cancro al retto dei lavoratori in cementifici con combustione di rifiuti rispetto a quelli senza.

Tuttavia il grosso problema dei cementifici determinato dalla portata e di conseguenza dal flusso di
massa, cio limpatto ambientale deriva dal quantitativo di inquinanti emessi in un arco
temporale,soprattutto se pensiamo a quelli pi persistenti.
Per valutare limpatto si deve moltiplicare la concentrazione degli inquinanti per la portata, cos si
ottiene il flusso di massa; cio quanto esce in unora, mese o anno dinquinanti. [17]


Nel 1998,lOrganizzazione Mondiale della Sanit (OMS) , riuniva i suoi consulenti per risaminare il
valore della Dose Giornaliera Tollerabile di diossina che la stessa Organizzazione, nel 1991,aveva
fissato a 10 picogrammi TEQ (pg TEQ) per chilo di peso corporeo.
Linconsueta unit di misura usata,il picogrammo, equivale a un miliardesimo di milligrammo.Luso
di quantit cos piccole giustificato dalla elevata tossicit di questi composti.
Alcuni anni dopo , i nuovi dati sulla cancerogenicit delle diossine suggerirono lopportunit di un
ulteriore abbassamento di questo limite , tra 1e 4 picogrammi per chilogrammi di peso (pg TEQ/kg).
45

Nel 2001, come strategia comunitaria per ridurre lesposizione della popolazione a diossine si
proponeva lobiettivo, per tutta la popolazione europea , di ridurre la dose personale giornaliera al di
sotto di 2 picogrammi TEQ per chilo di peso.
Con questa norma risulterebbe che , una persona di 70 chili,potrebbe asssumere a massimo 140
picogrammi TEQ di diossine (70 kg x 2 pg TEQ/kg ), mentre per un bambino di 5 chili la dose
giornaliera di diossine non dovrebbe superare 10 picogrammi TEQ.
Lassunzione di diossine avviene anche per inalazione e contatto ,ma la principale via di
contaminazione avviene attraverso gli alimenti, in particolare quelli pi ricchi di grassi: burro,
latte,formaggi, pesce e carne. Con il cibo introduciamo nel nostro organismo oltre il 90% delle
diossine che vengono in contatto con il nostro corpo.
In Italia, in base al consumo di cibo di origine animale che avveniva intorno al 2000,lassunzione
giornaliera di diossine da questi cibi stata stimata di circa 7 pg TEQ, un valore decisamente pi
basso di quelli trovati in Belgio secondo i quali un cittadino di circa 70 chili di peso in base alla dieta
tipica del paese ,mangiava 132,9 picogrammi di diossine, in prevalenza attraverso il consumo di
latticini, carne e pesce, valore molto vicino alla dose tollerabile giornaliera di 140 picogrammi.
La presumibile minore contaminazione del nostro cibo quotidiano, probabilmente merito della
nostra dieta mediterranea, pi ricca in carboidrati, verdura e frutta, cibi , per la loro natura, meno
contaminati di diossine rispetto ai cibi di origine animale.
E utile precisare che la Dose Giornaliera Tollerabile proposta dallOMS e accettata dallUnione
Europea, non corrisponde a una dose sicura (rischio zero) ma il giusto compromesso tra un rischio
aggiuntivo, comunque molto basso, e la concentrazione naturale di diossine , nel cibo che
mangiamo, nellacqua che beviamo e nellaria che respiriamo, in quanto le diossione si formano
anche a seguito di eventi naturali quali ,ad esempio, gli incendi nei boschi.
In seguito la Comunit Europea , al fine di contenere lemissione di diossine negli Stati Membri , ha
fissato a 0.1 nanogrammi TEQ per metro cubo ( un nanogrammo equivale a un milionesimo di
milligrammo ) la concentrazione massima di diossine nei fumi degli inceneritori con recupero
energetico.
Questa concentrazione nettamente inferiore ai valori limite stabiliti nel recente passato dalle stesse
normative per i vecchi inceneritori, ma questi nuovi valori,come quelli antichi, non sono sinonimi di
sicurezza,rispecchiano solo le prestazioni possibili con questi nuovi impianti, le migliore tecnologie
oggi esistenti e , come recita la norma, compatibili con i costi di esercizio.
Peraltro proprio lapproccio metodologico scelto ,fissare limiti sulle concentrazioni dei fumi di
ogni singolo impianto, a non dare garanzie per la tutela della salute pubblica.
46

Nella tabella
6
seguente vengono riportati i dati che riguardano alcuni degli inceneritori presenti in
Sicilia, sullemissione delle diossine ,della dose giornaliera e sulla deposizione al suolo.
Come si pu osservare a Palermo per una popolazione di circa 800000 abitanti e con unemissione di
1.01 mg/d di diossina , la Dose giornaliera tollerabile equivale a 1265 pg/ab/d per abitante, a cui
dovrebbe corrispondere una grandezza della superficie del territorio pari a 297.5 km
2
per poter
evitare gravi danni alla salute .Invece per lo stabilimento di Isola delle Femmine per unemissione di
1.04 mg/d di diossina e una popolazione di 16000 abitanti circa la dose giornaliera risulta essere
molte volte superiore a quella di Palermo e pari a 65145 pg/ab/d e la superficie necessaria allo
smaltimento dovrebbe essere pari 306.6 km
2
.

SITI Emissione
diossina (mg/d)
Popolazione
interessata
Dose giornaliera
(pg/ab/d)
Deposizione al
suolo (pg/m
2
/d)
Superficie
necessaria (km
2
)
Augusta
0.93 33820 27250 8.43 271
Palermo
1.01 800000 1265 6.37 297.5
Patern
0.86 45725 19370 6.14 260
Castelt.
Campofr.
0.61 12414 49490 4.53 181
Italcementi (Isola
delle Femmine)
1.04 16000
(27456)
*

65145
(37963)
*
107.9 (24.33)
*
306.6
*Isola delle Femmine + Capaci ** Capaci
Dose max giornaliera (OMS, 2001): 140 pg/ab/d
Deposizione max giornaliera (Belgio, 2001): 3.4 pg/m
2
/d

A causa delle caratteristiche tossicologiche delle diossine , persistenza e bioaccumulo,una corretta
valutazione del loro impatto ambientale e sanitario dovrebbe tenere conto della quantit complessiva
di diossine emesse nel tempo da tutte le fonti che impattano su un determinato territorio.Fatta questa
stima, occorrerebbe valutare, nel tempo, lentit dellaccumulo delle diossine nei diversi ecosistemi
sensibili (aria, terreno, vegetali) ed in particolare negli alimenti. Occorrerebbe, quindi, per ciascun
ecosistema, calcolare le concentrazioni di diossine allequilibrio, ossia la concentrazione che si
raggiunge quando la quantit di diossina immessa nellambiente, durante un determinato intervallo di
tempo, corrisponde a quella che, nello stesso tempo,scompare per degradazione.
Fatte queste valutazioni, bisognerebbe studiare quanta diossina si accumula nel nostro corpo se si
mangiano cibi cos contaminati.

6
Tabella incenitori RSU in Sicilia, Emissioni diossina,dose giornaliera e deposizione al suolo, Bagheria Rifiuti e
Termocancrocementitori ,30-09-11
47

Si gi detto che le diossine sono molto stabili, in particolare nei tessuti umani le diossine hanno
unemivita di ben sette anni. Questo significa che anche interrompendo del tutto lassunzione di cibi
contaminati, occorrono sette anni perch la concentrazione di diossine accumulata nei grassi si
riduca della met.
Se invece si fa un consumo costante di cibo contaminato, le diossine si concentrano
progressivamente, anno dopo anno, nei nostri tessuti grassi e il loro valore aumenta
progressivamente. Questo aumento di concentrazione si riduce nel tempo e dopo qualche
decennio,raggiunto lequilibrio, laumento cessa e la concentrazione di diossine rimane costante, ma
a valori decine di volte superiori al valore iniziale.
La comunit scientifica da tempo in possesso di tutte le conoscenze necessarie per introdurre nelle
nostre legislazioni, standard di qualit per le diossine idonei a tutelare veramente la salute nostra e
quella dei nostri figli.
In sintesi, lapproccio metodologico corretto dovrebbe essere il seguente: la quantit di diossine
che,da ogni fonte,ogni giorno piove su un campo coltivato dovrebbe essere tale da garantire che la
quantit di diossine che da quel campo si trasferiranno, in modo diretto o indiretto nel cibo,garantisca
sempre il rispetto della dose tollerabile giornaliera, ovvero 2 picogrammi di diossine per chilo di
peso.
C gi stato chi questi conti complessi li ha fatti; si tratta di ricercatori belgi, forse spinti a questo
studio dalla grave crisi dei polli alla diossina che aveva colpito il loro paese .Le loro conclusioni
sono sintetizzate nella Tabella , in cui sono riportate le quantit di diossine che si possono depositare
giornalmente su un metro quadrato di terreno in grado di garantire il rispetto di diverse Dosi
Tollerabili Giornaliere.Pi recentemente gli stessi autori hanno inserito anche i PCB diossino simili
nella loro stima .I valori delle deposizioni giornaliere ammesse fanno riferimento alle deposizioni
raccolte in continuo per un anno in quanto una caratteristica delle diossine di avere un andamento
stagionale: le loro concentrazioni sono pi alte in inverno e pi basse in estate .
Valori guida per la deposizione di diossine .
Dose tollerabile giornaliera
(picogrammi TEQ per chilo di peso)
Deposizione giornaliera di diossine
(picogrammi TEQ per metro quadrato)
4 14
3 10
2 8.2
*
2 21
**
1 3.4
* valori proposti, sommando diossine e PCB diossino simili , media annuale
48

** Diossine e PCB diossino simili, media mensile

Per comprendere il significato di questa Tabella, facciamo un esempio.
Se su un determinato suolo, dopo un anno di raccolta delle polveri sedimentate, si riscontra una
deposizione media giornaliera di diossine e PCB pari 8,2 picogrammi per metro quadrato, siamo
sicuri che, anche se tutto il cibo consumato dalla popolazione fosse prodotto da questo terreno, la
dose giornaliera di diossine e PCB sarebbe pari a 2 picogrammi TEQ per chilo di peso, quindi
sarebbe rispettata questa Dose Tollerabile.
Ovviamente, deposizioni di diossine pi basse possono garantire dosi tollerabili pi basse.
Tra il 1993 e il 1999, nel Belgio furono effettuate misure sulla quantit delle sole diossine che si
depositavano al suolo, nelle vicinanze di inceneritori, in aree industriali, in aree urbane e in aree
remote.
Nel 1993, il 70% delle misure superava il valore pi alto delle deposizione ammesse; nel 1999 il
numero di campioni che non rispettavano il limite scendeva al 10%.
La minore quantit di diossine depositate nellultimo periodo studiato rispecchiava la diminuita
emissione di diossine in Belgio, passata da 496 grammi nel 1993 a 140 grammi nel 1999.
Come abbiamo detto, in base alle normative oggi in vigore, in ogni metro cubo di fumi emessi da un
moderno inceneritore ci devono essere, al massimo 0.1 nanogrammi di diossine.
Ma quanti metri di cubi di fumi emette un inceneritore?
La risposta pu venire dalle specifiche del progetto dellinceneritore di Genova che dovrebbe trattare
800 tonnellate di rifiuti al giorno, quantit che, guarda caso, corrisponde alla capacit minima di
trattamento per rendere economica l intera operazione.
Ebbene, un inceneritore che tratta 800 tonnellate al giorno di rifiuti emette, ogni ora, dal proprio
camino, 210.000 metri cubi di fumi. Questo grande volume di fumi inevitabile, in quanto
corrisponde alla quantit daria che occorre immettere nelle caldaie per avere lossigeno sufficiente
per bruciare completamente i rifiuti.
Di conseguenza, la quantit di diossine emessa, in 24 ore, da un moderno inceneritore, nel rispetto
degli attuali limiti di legge, si pu cos calcolare:
0.1 nanogrammi x 210.000 metri cubi x 24 ore = 504.000 nanogrammi / giorno .
Sappiamo gi che meglio pesare le diossine in picogrammi, per cui, essendo un nanogrammo pari a
1000 picogrammi.
504.000 nanogrammi = 504.000.000 picogrammi.
Pertanto, un moderno inceneritore da 800 tonnellate al giorno (270.000 tonnellate/anno, in base al
numero effettivo di giorni di funzionamento), rispettando i limiti di legge, emette in atmosfera 504
49

milioni di picogrammi di diossine, ogni 24 ore.
La Tabella che segue ci pu aiutare a dare un significato a questa quantit.
Infatti, nella Tabella VII sono riportati la quantit massima di picogrammi a cui giornalmente un
adulto di 70 chili pu essere esposto in base ai parametri proposti dall Unione Europea, la quantit
massima di diossine ammessa in un litro di latte in base alla normativa francese ed, infine, quanti
picogrammi di diossine sono immessi nellambiente dai gas di scarico di un auto catalizzata, per
ogni litro di benzina consumato , ovvero quanto si consuma per un normale percorso urbano.
Quantit di diossine presenti in diverse situazioni.
Picogrammi TEQ
Dose massima giornaliera di un adulto di 70 kg di
peso
140
Dose massima in un litro di latte

175
Emissione auto catalizzata (1 litro benzina) 7.2

In base a questi dati, si pu facilmente calcolare che la quantit di diossine (504 milioni di
picogrammi) prodotta giornalmente da un moderno inceneritore che rispetta lattuale limite alle
emissioni, fissato dalla Comunit Europea,equivalgono a :
Dose massima giornaliera di 3.600.000 adulti
2.400.000 litri di latte contaminato a livelli che lo rendono non commerciabile
Emissione giornaliera di 70 milioni di auto catalizzate dopo aver percorso ciascuna,
circa 10 chilometri.
Le misure ufficiali effettuate su inceneritori europei confermano che, oggi la maggior parte di essi
rispetta ampiamente la concentrazione massima ammessa di diossine (0,1 nanogrammi TEQ/m3).
Oltre il 70% degli impianti ha fatto registrare concentrazioni di diossine inferiori a 0,05 nanogrammi
TEQ per metro cubo .
Occorre precisare che queste poche misure, ben difficilmente sono rappresentative delle emissioni
medie in continuo dellimpianto.
E noto, ad esempio, che nelle fasi di accensione e spegnimento di un inceneritore, lemissione di
diossine significativamente maggiore rispetto ai valori che si registrano durante il normale
funzionamento.
50

Queste fasi transitorie durano complessivamente circa otto ore e avvengono normalmente in tutti gli
impianti almeno due volte allanno, quando limpianto viene spento per effettuare le previste
manutenzioni e la successiva riaccensione..
Uno studio a riguardo ha segnalato, durante queste fasi, un aumento delle emissioni di diossine pari
50% di quanto emesso durante il normale funzionamento..
Occorre anche ricordare che la tendenza dei moderni inceneritori quella di avere capacit di
trattamento sempre pi grandi. Questa scelta per diminuire i costi e aumentare i guadagni e
ovviamente pi rifiuti si bruciano pi fumi si producono e pi diossine si emettono in atmosfera nella
stessa unit di tempo.
Ovviamente, non tutte le diossine prodotte da un impianto di incenerimento finiscono nel latte o nei
polli, ma un impianto di incenerimento funziona in modo pressoch continuo per almeno venti anni e
quindi, come abbiamo gi spiegato, inevitabilmente provoca laumento progressivo della quantit di
diossine depositate al suolo nelle aree sottovento allimpianto con un meccanismo simile a quello
che abbiamo descritto per il grasso dei Belgi amanti del pollo fritto.
Inoltre, le prospettive in Italia sono che la quantit di rifiuti inceneriti aumenti di oltre quattro volte,
rispetto alla situazione attuale (da 4,5 a 17,5 milioni di tonnellate allanno).
Sar cos, se passer la proposta dellAssociazione Nazionale Imprese Difesa Ambientale, in Italia
saranno in funzione almeno 100 inceneritori. Se tutti questi impianti avranno le stesse prestazioni del
tanto decantato inceneritore di Vienna, latmosfera del nostro paese sar arricchita, ogni
anno, con 780 milioni di nanogrammi di diossine: 13 nanogrammi a testa, per ogni italiano, bambini
compresi.
Questa smania inceneritorista, che ci porterebbe tra le prime nazioni europee per quantit di rifiuti
inceneriti ha una sola spiegazione: i generosi incentivi statali per la produzione di elettricit dai
rifiuti, grazie ai CIP 6 e ai Certificati Verdi (una forma occulta di Tassa sui Rifiuti a carico della
collettivit ), in base ai quali i cittadini, con la loro bolletta della luce, pagano 50 a tonnellata per
lincenerimento dei loro rifiuti, oltre alla tassa rifiuti e alla tassa sul riciclaggio degli imballaggi,
sempre a carico delle famiglie italiane.
E il caso di ricordare, in quanto tutti tacciono a riguardo, che Austria, Danimarca, Svezia , da
diverso tempo tassano lincenerimento dei rifiuti, anche se con recupero di calore, con lesplicito
obiettivo di incentivare il sistema che garantisce il minor impatto ambientale e il maggior risparmio
energetico nella gestione dei rifiuti: il loro riciclaggio.
E Germania e Stati Uniti, lasciano i gestori di questi impianti alle leggi del mercato, senza
sovvenzioni pubbliche.
E visti gli alti costi dellincenerimento, negli Stati Uniti, quando sono venuti meno le sovvenzioni
51

statali allinizio degli anni novanta, si bloccata la costruzione di nuovi inceneritori e si spinto il
riciclo che, nel 2007, con il 33,4% di rifiuti riciclati e compostati il metodo di gestione nettamente
preferito e in continua crescita, in questo paese, mentre la termovalorizzazione ferma, da molti
anni, al 12,6 %.
A tal riguardo, utile ricordare le raccomandazioni del Comitato per la Tossicit delle Sostanze
Chimiche negli Alimenti (UK) che, nel 1995, a conclusione di una valutazione dei rischi sanitari
connessi con lesposizione a diossine afferma:
L azione pi utile che pu essere presa per ridurre l esposizione a queste sostanze indesiderabili
, per quanto possibile, identificare le maggiori fonti di diossine e prendere le appropriate misure
per ridurre le emissioni a lungo termine nell ambiente, con lo scopo di ridurre i livelli negli
alimenti e nei tessuti umani.
7

Questo giudizio rientra nella nuova politica di attivare misure precauzionali a tutela della salute
pubblica, ovvero quella di prevenire il danno, invece di mitigarlo.
Poich non assolutamente obbligatorio incenerire i rifiuti urbani e questa pratica non neanche
giustificata dal punto di vista energetico ed economico, lapplicazione del principio di precauzione
alla gestione dei rifiuti obbligherebbe a rinunciare allincenerimento e a puntare, in modo prioritario,
sulla riduzione, il riuso e il riciclaggio dei materiali post consumo e il ricorso a Trattamenti
Meccanico Biologici (TMB) .
Tutte queste pratiche inducono un impatto ambientale nettamente inferiore a quello degli
inceneritori. [18]
Il 23 gennaio 2013 arrivata alla Camera la proposta di legge denominata Utilizzo di combustibili
solidi secondari (CSS) in cementifici soggetti al regime dellautorizzazione integrata ambientale, in
seguito alla sua approvazione da parte del Senato.Il testo consultabile al seguente link
http://documenti.camera.it/Leg16/Dossier/Testi/Am0328.htm ed imminente la discussione per
lapprovazione definitiva del testo.Qualora questo avvenga, ci sarebbe unestrema agevolazione del
procedimento autorizzativo unico necessario ai cementifici per bruciare rifiuti (sotto forma
dicombustibile solido secondario, CSS) in sostituzione parziale dei combustibili fossili.Nonostante
questa pratica, economicamente conveniente per limprenditoria di settore, possa teoricamente
comportare una riduzione di alcune emissioni di gas serra, gli svantaggi per gli italiani sarebbero
enormemente maggiori rispetto ai possibili benefici, comunque ottenibili con metodi alternativi e pi
sostenibili.
La lieve riduzione dei gas serra ottenuta dalla sostituzione parziale dei combustibili fossili con rifiuti
ridurrebbe le emissioni dei cementifici in maniera scarsamente significativa, considerata la abnorme

7
Mechanical-Biological Pre-Treatment of waste. State of the art and potentials of biotechnology.
52

produzione annua di CO
2
da parte di questi impianti che, secondo i dati del registro europeo delle
emissioni inquinanti (E-PRTR) ammonta in Italia a circa 21.237.000 tonnellate/anno.Basterebbe un
piccolo aumento della capacit produttiva dei singoli impianti per recuperare abbondantemente la
quantit di gas serra risparmiata dalla sostituzione parziale dei combustibili fossili con i rifiuti.
Questi ultimi, infatti, sono economicamente molto pi vantaggiosi dei combustibili tradizionali e,
dunque, agirebbero da concreto incentivo allaumento della produzione. Se lobiettivo del legislatore
dunque quello di ridurre le emissioni inquinanti di tali impianti, sarebbe opportuno proporre, in
luogo di una mera variazione di combustibile, limposizione di miglioramenti tecnologici e di limiti
produttivi ed emissivi che possano garantire maggiormente la tutela dellambiente e della salute
pubblica.
La combustione di rifiuti nei cementifici comporta una variazione della tipologia emissiva di questi
impianti, in particolare in merito alla emissione di diossine/composti organici clorurati e metalli
pesanti . La produzione di diossine direttamente proporzionale alla quantit di rifiuti bruciati .
Riguardo alle diossine, viene sottolineato da parte dei proponenti di tale pratica come le alte
temperature dei cementifici diminuiscano o addirittura eliminino le emissioni di queste sostanze,
estremamente pericolose per la salute umana. Tale affermazione sarebbe invalidata da evidenze
scientifiche che mostrano come, sebbene le molecole di diossina abbiano un punto di rottura del loro
legame a temperature superiori a 850C, durante le fasi di raffreddamento (nella parte finale del ciclo
produttivo) esse si riaggregano e si riformano . Inoltre, considerata la particolarit chimica delle
diossine (inquinanti persistenti per decenni nellambiente e nei tessuti biologici, dove si accumulano
nel tempo), leventuale riduzione quantitativa della concentrazione di diossine nelle emissioni dei
cementifici sarebbe abbondantemente compensata dallelevato volume emissivo tipico di questi
impianti. stato dimostrato che la combustione di CSS nei cementifici causa un significativo
incremento delle emissioni di metalli pesanti , in particolare mercurio, enormemente pericolosi per la
salute umana. stato calcolato che la combustione di una tonnellata di CSS in un cementificio in
sostituzione parziale di combustibili fossili causa un incremento di 421 mg nelle emissioni di
mercurio, 4.1 mg in quelle di piombo, 1.1 mg in riferimento al cadmio . Particolari criticit dovute
alla tipologia di rifiuti bruciati sono state riportate in merito alle emissioni di piombo.
Poi lutilizzo del CSS nei cementifici prevede linglobamento delle ceneri tossiche prodotte dalla
combustione dei rifiuti (di solito smaltite in discariche per rifiuti speciali pericolosi) nel
clinker/cemento prodotto. Questo comporta rischi potenziali per la salute dei lavoratori e possibili
rischi ambientali per leventuale rilascio nellambiente di sostanze tossiche. Inoltre, le caratteristiche
fisiche del cemento potrebbero essere alterate dalla presenza di scorie da combustione in modo tale
da non renderlo universalmente utilizzabile.
53

Una politica finalizzata alla transizione dal concetto di rifiuto a quello di risorsa, che preveda una
progressiva riduzione della quantit di rifiuti prodotti e una concreta politica di riutilizzo della
materia attraverso trattamenti a freddo, sarebbe pratica decisamente pi sostenibile, economicamente
vantaggiosa e orientata al bene comune di quanto sia qualunque scelta che comporti forme di
incentivo alla combustione.
LItalia la nazione Europea con il maggior numero di cementifici e questi impianti causano
conseguenze misurabili sulla salute dei residenti nei territori limitrofi, in particolare in et pediatrica .
Lincentivazione e lagevolazione della combustione dei rifiuti nei cementifici potrebbe produrre
significative conseguenze ambientali, sanitarie ed economiche e sarebbe ad unico vantaggio dei
produttori di CSS e dei proprietari di cementifici. Per le ragioni esposte, sarebbe assolutamente
opportuno evitare lapprovazione del D.Lgs. denominato Utilizzo di combustibili solidi secondari
(CSS) in cementifici soggetti al regime dellautorizzazione integrata ambientale e prevedere, nel
corso della prossima legislatura, una serie di misure finalizzate a rendere maggiormente sostenibile
nel nostro Paese sia la produzione di cemento che la gestione dei rifiuti. [19]



















54

Capitolo V. Considerazioni finali
Il Diritto alla Salute sancito dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani e
dallart.32 della Costituzione italiana, che lo pongono tra i diritti fondamentali ed
inalienabili di ogni essere umano. Informazione, partecipazione e condivisione di una
politica responsabile e rispettosa del rapporto tra cittadini ed ambiente sono alla base
della proposta politica di salvaguardia dellambiente e di tutela della salute del Comitato
Cittadino Isola Pulita.
Per dire NO all'uso del CDR come combustibile nei cementifici basterebbe considerare
che la legislazione obbliga i cementieri ad indicare sul contenitore se il cemento, in esso
contenuto, deriva o no dallo smaltimento di rifiuti. Il Combustibile Derivato dai Rifiuti
(CDR) un combustibile solido triturato secco ottenuto dal trattamento dei rifiuti solidi
urbani, raccolto generalmente in blocchi cilindrici denominati ecoballe. Il CDR viene
utilizzato per l'incenerimento in appositi impianti inceneritori, che essendo dotati di
sistemi di recupero dell'energia prodotta dalla combustione producono elettricit o,
assieme, elettricit e calore (cogenerazione). Il CDR pu essere bruciato anche in forni
industriali di diverso genere non specificamente progettati a questo scopo, come quelli
dei cementifici, per i quali pu essere un combustibile economicamente vantaggioso.
Infatti il cemento, ottenuto con il co-incenerimento di CDR e combustibile fossile,
diventa pericoloso per la salute a causa dei rilasci dei manufatti con esso realizzati.
Inoltre i cementifici hanno limiti di concentrazioni di inquinanti, autorizzati allo scarico
in atmosfera, superiori rispetto agli inceneritori pur avendo un flusso di emissioni
maggiore. Basterebbe solo quanto sopra per dichiararsi assolutamente contrari ad ogni
forma di co-incenerimento, anche temporaneo. Al posto della combustione del CDR si
propongono i trattamenti a freddo, come TMB o la produzione di sabbia sintetica tipo
Vedelago, realizzando cos, senza inquinare e senza effetto serra, recupero di materia o
non di energia. [20]
Anche se la migliore tecnologia disponibile il non utilizzo di rifiuti o materiali
sostanzialmente equivalenti come il Petcoke.
Per migliorare la situazione, tra alcune delle azioni semplici e concrete che si possono
svolgere, ci sono :
Aggiornamento degli inquinanti rientranti tra le sostanze cancerogene della classe
III della tab. A1 dek DM 12/07/90 (sostanze ufficialmente cancerogene e/o
teratogene e/o mutogene). Tra queste, ad esempio, non c la formaldeide
ufficilamente dichiarata nel 2004.
55


Piena applicazione delle normative in materia di VIA anche per i cementifici che
effettuano recupero di rifiuti e/o che utilizzano petcoke.
Piena applicazione della normative del coincenerimento anche per i cementifici
che effettuano recupero di rifiuti come material prima o usano Petcoke.
Piena applicazione della normative Severo Bis per i cementifici che utilizzano
Petcoke.
Rivedere i limiti del dm del 90 per gli impianti che effettuano recupero di rifiuti
(recupero di materia) ,introducendo un limite Massimo di monossido di carbonio
anche per i cementifici.
Prevedere in zone ad alta concentrazione di impianti IPPC lobbligatoriet
dellapplicazione del metodo Externe per la valutazione dei costi indiretti degli
impianti IPPC
Sollecitare una indagine delle ricadute anche attraverso matrici alimentari e
forestali.
Sollecitare unindagine epidemologica per le aree circostanti i cementifici.

E tramite la procedura di autorizzazione integrata ambientale A.I.A. per l impianto IPPC
si possono attuare diverse funzioni, delle quali quelle di maggiore interesse sono:
a) Verifica puntuale delle autorizzazioni ambientali esistenti per ricondurle ad un
unica autorizzazione tenendo conto del principio della applicazione della
prevenzione e riduzione dellinquinamento, al fine di raggiungere lobiettivo di
un elevato livello di protezione ambientale e della popolazione.
b) Verifica dellapplicazione delle migliori tecnologie disponibili atte a ridurre gli
impatti ambientali e , tenendo conto delle caratteristiche tecnologiche e la durata
della vita tecnica dellimpianto, la previsione di prescizioni atte a rincondurre
limpianto a raggiungere prestazioni idonee entro tempi certi.
c) Le fissazioni di limiti emissivi per le diverse matrici ambientali di interesse
(emissioni, scarichi, rumori, ecc,) che tengano conto delle tecnologie disponibili
e applicabili, ma anche delle caratteristiche ambientali dellarea limitrofa
allimpianto. In tal caso possono essere prescritti limiti inferiori a quelli stabiliti
dalle norme nazionali applicabili allimpianto e anche limiti inferiori alle
prestazioni ottenibili dallapplicazione delle migliori tecnologie dove le criticit
locali siano tali da renderle necessarie.
56

d) Lindividuazione di dettaglio di un programma di monitoraggio a cura del
gestore e di un programma di controllo da parte degli enti preposti che riguardi
oltre al rispetto dei limiti emissivi disposti anche le specifiche modalit
gestionali prescritte e il rispetto concreto delle migliori tecnologie disponibili
individuate per limpianto.[21]




57

Sitografia.
[1] http://lagendarossadiisoladellefemmine.files.wordpress.com/2012/08/progetto-di-
ammodernamento-della-italcementi-di-isola-delle-femmine-presentazione_completa.pdf
[2] www.italcementi.it/IDF-presentazione-completa.pdf
[3] www.italcementi.it/ITA/i+nostri+materiali/dal+calcestruzzo+all+opera+finita/
[4] www.italcementi.it/ITA/i+nostri+materiali/
[5] www.italcementi.it/IDF-presentazione-completa.pdf


Bibliografia.
[6] On.Fundar e On.Lion, Richiesta al Ministro dellAmbiente e della Tutela del
Territorio ,Aprile 2007.
[7] Comunicato della Direzione per la salvaguardia ambientale del Ministero
dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
[8] Perugini Emanuele,Petcoke: per la comunit europea un rifiuto speciale,
LUnit, 2002.
[9 ] Pinelli G., Il coke di petrolio come fonte di energia: valutazione critica, La Rivista
dei Combustibili Vol. 57, fasc. 1, 2003 (http://www.ssc.it/pdf/2003/COMBI_18-34.pdf)
[10] Comunicato della Direzione per la salvaguardia ambientale del Ministero
dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
[11] Mozione sulla salubrit ambientale e sulla tutela della salute dei cittadini .
[12] Mozione del Comitato Cittadino Isola Pulita
[13] Dipartimento Arpa, Rapporti di prova relativi a un campione di petcoke,2008,
Palermo.
[14] Cementeria di Isola delle Femmine, Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)
D.R.S. n. 693 ,18 luglio 2008.Rif.Vs. prot. 14953,24 febbraio 2009.
[15] Dipartimento Arpa, Sopralluogo AIA presso Stabilimento Italcementi S.p.A di Isola
delle Femmine,Palermo, 16/3/09.
[16] Dr. Sansone Santamaria Antonio, Dirigente Fisico ARPA Sicilia,Trasmissione esiti
monitoraggio fonometrico,Prot. 9959512, Palermo, Maggio 2007.
[17] Bagheria Rifiuti e Termocancrocementitori,30_09_11.ppt .
[18] Valerio Federico,Diossine, Ambiente e Salute, Dicembre 2008 .
[19] Dr. Di Ciaula Agostino,ISDE Italia, La combustione dei rifiuti nei
cementifici:appello alla politica e al vuon senso.
58





[20] Isola delle femmine :Italcementi e ambiente.
(http://isoladellefemmineitalcementieambiente.blogspot.it/2010/08/italcementi-arpa-
comune-isola-delle.html)
[21] Comitato Cittadino Isola Pulita, Procedura A.I.A Impianto IPPC ditta Italcementi
S.p.a., Decadenza decreto 693 18 luglio 2008


59

Você também pode gostar