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IL BAROCCO

ETIMOLOGIA DEL TERMINE BAROCCO


Il termine barocco deriverebbe dal portoghese baroco, una perla irregolare, non sferica.
Secondo altri lorigine della parola va ricercata nel vocabolo baroco, usato dagli Scolastici per indicare
un tipo di procedimento logico (di sillogismo) apparentemente corretto, ma che in realt nasconde una
sottile debolezza interna.
Il termine barocco inizi a essere riferito allarte del Seicento soltanto un secolo pi tardi, con evidente
intento polemico, per portare in evidenza il suo amore per la bizzarria e lirregolarit: segnali, secondo i
critici, dintrinseca superficialit. Oggi, superato almeno in parte questo atteggiamento di condanna,
lorigine del termine appare rivelatrice: allopposto dellet rinascimentale, let barocca scopre nel
disegno della natura lanomalia, leccezione e su di essa concentra la propria attenzione.
CRISI DELLA CONOSCENZA E DEI VALORI
In un mondo che si rivela ogni giorno diverso da come una tradizione millenaria laveva presentato a
causa delle nuove scoperte scientifiche (la teoria eliocentrica: luniverso pare perdere ogni centro e ogni
confine; la Luna si rivela simile alla Terra; si scoprono nuovi continenti e popoli) e delle nuove invenzioni
(come quella del cannocchiale), non sorprende che lintero sistema conoscitivo entri in crisi (proprio
perch colpito alle fondamenta da tali scoperte). Nellet barocca si verifica quindi una CRISI DELLA
CONOSCENZA E DEI VALORI. Si vive in un clima di tensione e di dubbio. I dubbi prendono il posto delle
certezze.
POETICA DEI SENSI
Non stupisce che larte figurativa privilegi spesso la finzione: le chiese barocche presentano volte
affrescate in modo da suscitare la sensazione di uno spazio verticale infinito, che si identifica con il cielo
(si ricordi a tal proposito la falsa o finta cupola di Andrea Pozzo nella Chiesa di SantIgnazio a Roma).
Originariamente si credeva che i sensi fossero ingannevoli e che fosse possibile cogliere la verit solo
attraverso il nos (intelletto). Con il Barocco si ha un ribaltamento totale di tale concezione: sono i sensi
che ci permettono di conoscere e, di questi, quello supremo la vista. Tutta la poetica barocca una
POETICA DEI SENSI, e in particolare della vista. Questa vista spesso allucinata, non corrisponde cio al
reale [ALLUCINAZIONE DELLA VISTA].
ANALOGIA, METAFORA, ALLEGORIA [CONCETTISMO]
Sempre meno le conoscenze tradizionali valgono a spiegare una realt fantasmagorica e in continua
evoluzione. La ricerca delle somiglianze nascoste, delle analogie che locchio e la mente dellosservatore
scoprono tra settori lontani del reale, intesse una rete originale di collegamenti. Per porre in evidenza
queste somiglianze segrete tra le cose il letterato ricorre allanalogia (accostamento immediato di due
immagini, situazioni, oggetti tra loro lontani di somiglianza, basato su libere associazioni di pensiero o di
sensazioni piuttosto che su nessi logici o sintattici codificati), alla metafora (figura retorica consistente
nella sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito ad una trasposizione simbolica di
immagini) e allallegoria (figura retorica mediante la quale un concetto astratto viene espresso
attraverso unimmagine concreta). In particolare, il letterato ricorre a quel procedimento che viene
definito concettismo, consistente nellesasperare luso delle metafore e, attraverso l acutezza,
ricercare quelle pi strane e inusuali (CONCETTISMO = Teoria e tecnica letteraria secondo la quale il
maggior pregio della poesia risiede nella novit e nella raffinatezza dei concetti, cio di immagini,
analogie ricercate e stravaganti, intellettualisticamente lambiccate).
Allo stesso modo bisogna considerare anche le esagerazioni, leccesso di sottigliezza, quel di pi di
astrattezza concettosa e di compiacenza tecnicistica che rendono spesso estranee al nostro gusto le
opere artistiche e letterarie del Barocco, come il prodotto inevitabile della crisi delle certezze del passato.
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La lirica in Italia
CARATTERISTICHE DELLA LIRICA BAROCCA IN ITALIA [MARINO E I MARINISTI]

USO DELLANALOGIA, DELLA METAFORA E DELLALLEGORIA [CONCETTISMO] ESAGERAZIONI


SINTASSI CONTORTA
IL FINE DELLA POESIA MERAVIGLIARE
LA DONNA: Nel Barocco si rompe lo stereotipo della donna dai capelli biondi e dagli occhi azzurri
(colori che rimandavano chiaramente al divino). Non si parla pi quindi della donna-modello del
passato, stereotipata, astratta ed evanescente, ma di donne pi specifiche e reali. Gli oggetti legati
alla donna inoltre diventano particolari preziosi su cui lattenzione del poeta si esercita per
trasformarli, attraverso la metafora concettistica, in elementi del mondo naturale (come mostra
chiaramente la metafora del sonetto Onde dorate di Marino in cui il pettine davorio usato dalla
donna paragonato a una navicella che solca le onde del mare e i capelli, appunto, al mare).
TEMI TRATTATI (ANCHE IN ARTE) - ALLARGAMENTO DEGLI OGGETTI POETABILI: Nel
Seicento si ha una rivalutazione del reale. Conseguenza di ci un allargamento degli oggetti
poetabili: non si tratta pi solo il tema damore e un tipo di donna stereotipata, bens una serie di
oggetti che prima erano esclusi dalla poesia per definizione e che ancora oggi non riteniamo
poetabili. In sostanza, tutto pu essere oggetto della poesia.
1) TEMA DAMORE: La casistica amorosa proposta nei canzonieri barocchi non tanto quella
del Petrarca quanto piuttosto quella del Tasso lirico. Essa non si rivolge, cio, a cogliere stati
danimo, situazioni psicologiche, ma a fissare atteggiamenti e movenze esteriori (Getto).
2) LA SENSUALIT: Uno dei temi tipici del Barocco la sensualit. Si tratta di una sensualit
morbosa. Basti guardare a tal proposito lEstasi di Santa Teresa dAvila di Gian Lorenzo Bernini
nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria in Roma (Cappella Cornaro). Alla base di tale scultura vi
la concezione che luomo pu raggiungere Dio non attraverso la ragione, ma in maniera
irrazionale e quindi mistica (attraverso cio il superamento dei limiti dellesperienza sensibile o
lannullamento della personalit individuale) [MISTICISMO]. Un altro chiaro esempio di sensualit
barocca lo ritroviamo nella Maddalena, una prostituta, che non a caso era uno dei soggetti pi
frequenti.
3) LA MORTE E LO SCORRERE INARRESTABILE DEL TEMPO: Un altro dei temi tipici del
Seicento la morte e quindi lossessione del tempo che passa. Ad esempio Caravaggio, il quale
linterprete di una realt tragica, dipinge La morte della Vergine in tutto il suo crudo realismo. Nei
canzonieri dei marinisti della seconda met del secolo, alcuni temi legati allo scorrere
inarrestabile del tempo (lorologio, lo sfiorire della bellezza femminile, il trascorrere delle stagioni)
trovano una via espressiva di grande suggestione, che si riscontra in particolare in Ciro di Pers,
mentre nellopera di Giacomo Lubrano le metafore che illustrano le anomalie naturali
esprimono con efficacia il senso di impotenza delluomo. La poesia di Claudio Achillini invece
connotata dallinclinazione allaccostamento audace di elementi opposti, ad esempio tra sacro e
profano. Il progressivo prevalere di questi temi testimonia la profonda drammaticit con cui il
letterato barocco vive il suo tempo.
USO DEL SONETTO: La costruzione tipica del sonetto marinista sviluppa la metafora iniziale in una
serie incalzante di immagini che a loro volta alludono ad altre immagini riferibili a una realt pi
ampia, allo scopo di ribadire e rafforzare il sentimento di sorpresa (meraviglia).

TOMMASO CAMPANELLA: Vd. pag. 30 Lesperienza isolata di Tommaso Campanella.

GIOVAN BATTISTA MARINO: La vita (pag. 30); le ragioni del successo (pag. 31); le modalit
operative: la variazione ingegnosa e larte di leggere col rampino (pag. 32); lopera di Marino: dalla
Lira allAdone (pag. 32); Onde dorate (pagg. 33-34).

CIRO DI PERS: La vita (pag. 41); Orologio a ruote (pag. 41-42)

La letteratura del Barocco europeo


Le esperienze che riflettono pi nel profondo il carattere tumultuoso tipico della poetica barocca sono
quelle nate e sviluppatesi proprio nei paesi in cui il mutamento radicale in atto sociale, politico e
culturale fu pi forte e pertanto recepito con maggiore intensit nelle coscienze di intellettuali e artisti:
in particolare in Spagna, avviata a una decadenza di giorno in giorno pi evidente e palpabile, e in
Inghilterra, che avrebbe trovato il suo nuovo assetto sociale e politico soltanto attraverso due cruenti
rivoluzioni.
LA LIRICA SPAGNOLA: GNGORA [CULTURANESIMO] E QUEVEDO [CONCETTISMO]
Se in Spagna il barocco ha [] carattere estremo e diremmo crudele, perch cos esso esprime
(riflette) il sentimento del momento storico. La poesia lirica diviene una delle forme privilegiate per
esprimere la crisi in atto.
In poeti come Luis de Gngora y Argote e Francisco de Quevedo, tra gli esponenti pi significativi
del Barocco lirico spagnolo, si avverte tutto il peso del desengao (disinganno) sperimentato di fronte
alla realt concreta delle cose. La poesia per loro capace di sperimentare una realt pi profonda e pi
vera di quella concreta delle cose; e questo spiega la forza delle immagini e delle composizioni dei due
poeti. Accumunati, nel loro procedere, dallo sfruttamento sistematico delle potenzialit della metafora
concettistica, i due autori raggiungono esiti complementari.
Il CULTURANESIMO (o cultismo o culteranismo o gongorismo), stile, estetica, tendenza letteraria
spagnola del Seicento, caratterizzata dall'uso di un linguaggio raffinato, sofisticato e colto, ricchissimo
di allusioni mitologiche e dalla sostituzione della rappresentazione concreta degli oggetti con la
suggestione della metafora. Il termine culturanesimo deriva dallaggettivo spagnolo culto (latino cultus)
a indicare con evidente senso spregiativo la concezione letteraria culta professata dal Luis de
Gngora y Argote (donde gongorismo) e dai suoi seguaci, oggetto di scherno e di violenze verbali.
Nel corso delle numerose polemiche che ne seguirono, ai gongoristi fu rinfacciata soprattutto la loro
mania di usare vocaboli nuovi e culti, ossia trasposti crudamente dal latino, e inoltre di usare l'iperbato
e altre formule espressive latineggianti, col risultato di rendere oscura la poesia castigliana. Un
implacabile nemico di Gngora fu Francisco de Quevedo, massimo esponente del CONCETTISMO
spagnolo, che usa culterano (e anche culto, divenuto ormai sinonimo di culterano) con il significato di
inventore di vocaboli nuovi e pressoch incomprensibili, per mero gusto di bizzarria e di oscurit.
quindi evidente che, nella terminologia polemica dell'epoca, culterano stava a indicare solo un aspetto
esteriore della poetica barocca ed era quindi ben distinto dal termine concettista, che era invece
laudatorio. Ma poich culteranesimo e concettismo non erano che due aspetti diversi di un'unica poetica,
nel Barocco, i due termini finirono col diventare quasi sinonimi; quindi non improprio applicarli a tutti i
grandi scrittori barocchi di Spagna. La distinzione tra le due poetiche risulta dunque ardua nella pratica.
Gngora, prediligendo le impressioni e le sensazioni pure, canta il colore della vita, ma svela a un
tempo quale sapore di cenere [stia] sotto la cadente e posticcia (artificiale) limpidezza del
mondo. Cos il poeta marca il proprio distacco dalla sensibilit pi filosofica e metafisica.
Tale sensibilit filosofica e metafisica invece tipica di Quevedo, il quale, dal suo canto, fa del verso
il luogo di astrazione concettistica. Nel concettismo di Quevedo e dei suoi seguaci gli elementi
fondamentali sono [invece] le idee nella loro pi rigorosa purezza metafisica.
LA LIRICA INGLESE: Vd. pag. 52.
GALILEO GALILEI: La vita (pagg. 204-206); lelaborazione del pensiero scientifico e il metodo
galileiano (pagg. 207-209).

LET DELLA RAGIONE


LA LIRICA ARCADICA: Vd. pagg. 303-305 + La libert di Metastasio (pagg. 305-309).
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