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IL FOGLIO

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: LARGO CORSIA DEI SERVI 3 - 20122 - MILANO

ANNO VI NUMERO 121

quotidiano

TEL 02/771295.1 - SPED. ABB. POST. - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FIL. MILANO

DIRETTORE GIULIANO FERRARA

Sottile offensiva catto-felsinea

VENERD 4 MAGGIO 2001 - L.1500

Il partito che non si vede (ma c) quello di Prodi,


una coalizione di poteri e uomini pronti a tutto

La Giornata

Mappa ragionata del network che vuole impedire a DAlema di ridiventare leader

* * *
In Italia

* * *
Nel mondo

BORDON SI DIMETTE DA MINISTRO.


LANNUNCIO ALLORA DEI TG. Nel pomeriggio il ministro dellAmbiente aveva detto:
Per me il tempo scaduto e lemittente vaticana deve adeguarsi. Senza fatti nuovi mi
dimetto.

* * *

IL PAPA AD ATENE. GLI ULTRAORTODOSSI: NON BACIARE LA TERRA. Questa mattina, alle 11,30, laereo pontificio atterrer in Grecia. Poche ore dopo Giovanni
Paolo II incontrer il presidente della Repubblica e larcivescovo Christodoulos.
Ghiorgos Metallinos, teologo: Linsistenza
papale per la tradizione del bacio della terra una farsa, un espediente per ampliare
la supremazia vaticana a tutto il mondo. I
monaci del Monte Athos: No a una dichiarazione congiunta tra un vescovo ortodosso
e un eretico. Domani il Papa va a Damasco.

* * *

LOcse: S al taglio dei tassi. Secondo


lOrganizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico, le banche centrali dovrebbero intervenire per superare il rallentamento delleconomia mondiale. Stime
sulla crescita media in Europa, Giappone e
Stati Uniti: nel 2001 il pil aumenter intorno al 2 per cento, nel 2002 tra il 2,5 e il 3 (in
Italia, rispettivamente, 2,3 e 2,5).
Negli Stati Uniti, nellultima settimana
di aprile, 421 mila richieste di sussidio per
la disoccupazione (mai cos tante dal 1996).
Nei paesi euro, invece, a marzo il tasso di disoccupazione sceso all8,4 per cento contro
l8,5 di febbraio e il 9,2 del marzo 2000.

Si affilano le idee per il centrosinistra dopo la sconfitta


Roma. Un partito che sembra non esserci
e invece c, che tiene la testa china sotto la
superficie dellacqua, che si mantiene in
apnea in attesa di vedere, il 13 maggio, quanto alto sar lo Tsunami, e quali navi e insegne della flotta del centrosinistra ne saranno
pi colpite. Si pu riassumere in questimmagine, il partito di Romano Prodi? Oppure
limmagine pi efficace unaltra, quella dei
cristiani nelle catacombe, per certi versi pi
cara al sentire, alla psicologia e naturalmente alla fede di questo particolare milieu catto-felsineo che contraddistingue il pi ristretto cenacolo prodiano? Ma esiste ancora,
innanzitutto, un partito di Prodi, al di l
della sua attuale e un po fuorviante immedesimazione coi Democratici che nacquero
in vista delle ultime Europee, sommando
prodiani doc, sindaci delle cento citt e Antonio Di Pietro per far capire che loperazione doveva essere indigeribile a quei Popolari ancorsa nostalgici di vecchia Dc? Forse meglio partire proprio da questo terzo
interrogativo, per tornare solo in seguito sui
primi due. Ebbene s, il partito di Prodi
esiste. E la notizia che vive e vivr di vita
propria, rispetto allo stesso destino politico
e personale di Francesco Rutelli.
A sentire Rutelli, naturalmente, in apparenza non cos. Ma nelle sue stesse parole, affidate a unintervista a Panorama in
edicola oggi, che si coglie la consapevolezza
che invece sar cos.
Rutelli pu appunto
solo sognare di essere Prodi. Di fatto,
non lo sar mai. Tale
consapevolezza ormai molto diffusa
proprio tra i prodiani
doc, che a Camaldoli
la scorsa estate furono spettatori del passaggio di testimone
da Romano a Francesco per impedire a
Giuliano Amato di esROMANO PRODI
sere il candidato premier scelto da Massimo DAlema. Rutelli riuscito nella prima
parte della sua missione, ci dice uno di loro, interdire appunto un candidato socialdemocratico. Ma non nella seconda, quella
di incarnare un progetto politico e sociale
come Romano riusc a fare nel 96, e pi nessuno da allora come lui. Edmondo Berselli, che conosce bene il giro bolognese e al
Mulino ci ha bazzicato per lunghi anni, conferma per esempio, da osservatore, questa
impressione: Ai prodiani sarebbe piaciuto
un candidato premier che gli italiani collegassero con forza al progetto sociale descritto nellultimo libro di Paolo Onofri, Leconomia sbloccata. Ma a questo scopo Prodi
era inimitabile.
LInimitabile
In assenza dellinimitabile, intanto, gli
amici di Prodi hanno voluto evitare il bis di
un errore gravissimo compiuto nel 96 e pagato a caro prezzo. Allora, le trattative al tavolo della candidature furono affidate al veneto Gianclaudio Bressa. Lesito fu disastroso. I prodiani si ritrovarono con un presidente del Consiglio, ma solo con due-tre parlamentari eletti. Nelle Camere del 13 maggio, invece, contano di essere quasi una quarantina. Oltre ad Arturo Parisi naturalmente, lunico candidato per il quale il sinodo
bolognese ha deciso di spendere Prodi in
persona con le sue cittadine camminate domenicali, a Franco Monaco, Andrea Papini
e Marina Magistrelli, lingresso simbolo in
Parlamento quello di Giulio Santagata,
lorganizzatore del pullman prodiano nel 96
e suo abituale compagno di vacanze. Insieme a lui, il lucchese Giulio Lazzarini e il
molfettese Guglielmo Minervini, lex sotto-

segretario Albertina Soliani, e soprattutto


Luca Marcora, figlio del grande dc di sinistra, Giovanni, scomparso 18 anni fa. E proprio sullaccoppiata dei due figliocci-promesse, Marcora junior ed Enrico Letta, che
si fatto oramai le ossa per prendere il ruolo del suo maestro Beniamino Andreatta,
che si puntano nellimmediato le carte politiche dei prodiani, nel caso in cui la sconfitta fosse cocente e Rutelli risultasse inservibile per affrontare la vera Idra di Lerna: tanto per cambiare, naturalmente, Massimo
DAlema e il suo disegno di sinistra-unita-esocialdemocratica che Giuliano Amato ha
gi iniziato a scontornare. A Letta, in particolare, toccher il duro compito di aggregare i giovani Popolari, i Pistelli e i Franceschini, insieme alla pasionaria di sempre
Rosy Bindi, in un disegno capace di vincere
nel Ppi la scontata battaglia che Franco Marini e Ciriaco De Mita puntualmente riprenderanno, dopo il 13 maggio, contro il sogno
dossettiano-ulivista. Una guerra, quella tra
le due anime della sinistra dc, il primato
della politica contrapposto a quello liberal
della societ civile, De Mita sul primo fronte contro il secondo composto dalla Sinistra
di base lombarda e dellEni, che dalla Cattolica di Milano negli anni 50 ha innervato di

s lintera parabola della Prima repubblica.


Ma il vero dilemma inconfessato, che tiene desti i pensieri e le nostalgie dei prodiani-doc, un altro. E ci riporta ai due interrogativi iniziali. Bisogner davvero puntare
sulla crescita di qualche outsider, e dunque
espiare e pregare in attesa di tempi migliori come i cristiani nelle catacombe, oppure
sin dora lavorare, come un partito che c e
che forte anche se non si vede, in vista del
trionfale ritorno sulla scena italiana di Romano Prodi, a fine 2004, compiuto il suo
mandato di presidente della Commissione

europea? La guardia di ferro per la seconda ipotesi. Romano non era solo un programma reso credibile dalla sua storia personale, ci dice un bresciano molto amico
del notaio Giuseppe Camadini, una figura
clou della finanza bianca che sulla sinistra
al governo e sullopposizione berlusconiana
si sta prendendo le sue belle vittorie, rivoltando come calzini tutte le grandi banche
del nord, ed entrando a vele spiegate in
quello che resta della ex galassia di Enrico
Cuccia. Prodi rappresenta la convergenza
di vasti consensi del mondo accademico e
culturale, pezzi che contano della finanza
italiana, sullinnesto di una parte della Chiesa italiana ed europea. Con laggiunta della
leadership europea maturata in questi anni,
sarebbe imbattibile.
Questo il tipo di ragionamento che ha indotto Giovanni Bazoli ad allontanare da s
lamaro calice della politica, quando Andreatta lo sond per succedere a Prodi trasferitosi a Bruxelles. Ed un ragionamento
che ha una sua forza innegabile. Gli intellettuali prodiani, i Bruno Manghi, i Franco Mosconi, gli Stefano Zamagni, i Gianni Bonvicini; gli emiliani che contano nelleconomia
dai Seragnoli a Gianni Martini, soci di Gazzoni Frascara e Guidalberto Guidi; i grand
commis di Stato come Gian Maria Gros Pietro, Piero Gnudi, Alberto Cl e Fabio Gobbo;
i banchieri come Luigi Abete, Gianfranco
Imperatori, Alessandro Profumo, Claudio
Costamagna e banche internazionali come
Goldman Sachs; tutti costoro in vista di un ritorno di Romano, per quanto futuribile e da
costruire a seconda di cosa avverr il 13 maggio, una mano seria sono disposti a darla. Per
loro, lipotesi mobilitante io non userei
per questo aggettivo, lopinione di un altro osservatore eccellente come Gad Lerner,
perch in fondo il tratto unificante di molti
di loro il volersi tenere sempre in seconda
fila, lasciando ad altri il proscenio comunque quella del partito che c anche se
non si vede.
Perch questo filo possa essere tessuto le
incognite sono molte, e non neppur detto
che la pi grave sia il verdetto elettorale.
Conta per esempio lattegiamento della Chiesa. Prodi non solo una parte del clero di base naturalmente pi spostato verso sinistra,
in alcune aree del paese, come vorrebbe una
lettura riduttiva. E non solo lamico e prezioso consigliere Gianfranco Brunelli, caporedattore del Regno dei bolognesi padri
dehoniani. Prodi ha una sua diplomazia personale al lavoro con i martiniani dEuropa,
con prelati come il viennese Schnborn, il
praghese Vlk, Karl Lehman di Magonza: nel
sacro collegio, sono pronti a giocare una partita allattacco. Ma oggi sembrano pi vincere nel resto dEuropa che nellItalia della
fresca conferma di Ruini.
Quanto poi al mondo finanziario, oggi
agitato da un vento pi burrascoso di quello
politico. I prodiani erano convinti che la legge che consente alle fondazioni di continuare ad amministrare con forza la propria presenza nelle banche e nelle industrie, avrebbe rafforzato molto il reticolo del loro potere. Ma stato cos solo fino a un certo punto.
Fondazioni bianche come Crt, Cassamarca,
Cariverona, Cariplo, si sono divise nel controllo di Intesa e Unicredit. Ma attualmente
i geni sono usciti dalla lampada, e i signori
Fabrizi e Palenzona hanno in corso un proprio progetto Unicredit-Generali-Commerzbank che non si ferma neppure davanti al rispetto sacrale dovuto a Giovanni Bazoli. Profumo per il momento lo asseconda. Ma il pallino non sta nelle sue mani. I prodiani, per
tentare di riprendere il controllo, devono
confidare in energici interventi del governatore Antonio Fazio.
Infine, perch un Prodi 2, la vendetta
possa davvero andare in onda su tutti gli
schermi alle successive elezioni, bisogna appunto che esse avvengano non prima dellestate del 2005. In altre parole, quella quarantina di parlamentari decisi a vendicarsi
con gli interessi per il vulnus portato da Cossiga, Marini e DAlema ai danni di Prodi, dovranno a un tempo impegnarsi in una guerriglia senza regole contro il consolidamento
del disegno dalemiano, ma insieme lavorare
per la stabilit e la pi lunga durata possibile della legislatura. Non sar facile. Ma Prodi, uscito dal ministero dellIndustria dicendo che con la politica aveva chiuso, arrivato
poi allIri per tornarci dopo aver giurato che
no, ha abituato negli anni i suoi amici a pi
ardui ritorni trionfali. Sempre che, naturalmente, a Bruxelles non sinciampi intanto in
qualche buccia di banana.

Arrestati 8 terroristi, stavano preparando un attentato. Trovata anche una risoluzione strategica. Ieri, blitz dei Ros in tre
diverse citt: in manette tre persone a Roma, tre a Crotone e due a Milano. Tutti sarebbero legati alle Br-Pcc, la sigla che il 20
maggio 99 rivendic lassassinio di Massimo DAntona. In casa di uno degli arrestati stato trovato un documento politico.
Secondo gli investigatori, il testo sarebbe
stato pensato e delineato prima dellomicidio DAntona. Nella risoluzione si legge del tentativo di accreditarsi come erede del vecchio partito armato.
Benzina, arrivano altri aumenti. Agip-Ip,
Esso e Api hanno rincarato di 10 lire al litro la benzina, restano invariati gasolio e
gpl.

* * *

Emma Bonino sospende lo sciopero della


sete e della fame. Nella notte tra mercoled
e gioved, ha accettato la pressante insistenza dei medici e ha bevuto. Lesponente
radicale, per, pronta a riprendere lo
sciopero se i temi della libert e della democrazia non saranno adeguatamente affrontati.

* * *

Il Ppe e Agnelli contro la stampa estera.


Martens, presidente dei Popolari europei:
Inaccettabile che si interferisca nella
scelta democratica degli elettori italiani.
Il senatore a vita: Ci hanno trattato come
se fossimo la repubblica delle banane. A
Roma, Berlusconi ha parlato delle societ
off shore allestero: Sono legittime, servono a pagare meno tasse. E al Wall Street
Journal dice: Vendere Mediaset? Forse
un giorno.

* * *

Rutelli-Berlusconi, chi sorpassa chi? Il


primo: Il sorpasso cosa fatta. Il secondo:
Falso, non sono affatto preoccupato.
Il cda Rai: siamo disponibili ad ospitare
il confronto Rutelli-Berlusconi il 9 maggio.

* * *

Telecom, s a conversione azioni risparmio


in ordinarie. Lo ha deciso lassemblea degli
azionisti di Telecom Italia.

* * *

Elvira Sellerio assolta perch il fatto non


sussiste. Secondo la corte dAppello di Palermo, non vi sono stati abusi nellacquisto
di libri Sellerio da parte della Biblioteca
centrale della Regione siciliana. La causa
era nata da una denuncia presentata da alcuni esponenti della Rete.

* * *

Condominio della droga a Palermo, 30 arresti per associazione a delinquere e traffico di stupefacenti. Gli spacciatori avevano
trasformato un intero palazzo in una fortezza con cancelli, recinzioni e sentinelle.

* * *

* * *

Arrestato a Tokyo un figlio di Kim Jong Il,


Kim Jong Nam, fermato con un passaporto
falso allaeroporto. Secondo lAnsa, avrebbe
chiesto asilo politico al Giappone. Per la
Reuters, invece, avrebbe detto che voleva
andare a Disneyland. Tokyo potrebbe espellerlo in Cina.
Il presidente nordcoreano alla delegazione Ue: Andr a Seul. Confermata la
moratoria sui test missilistici fino al 2003.

* * *

Nuove accuse di Pechino a Bush. E ossessionato dalla paura di apparire debole,


ha scritto il quotidiano del Partito comunista cinese. La Casa Bianca ha preparato un
giro di consultazioni con i governi alleati
sullo scudo spaziale: gioved gli esperti statunitensi dovrebbero essere a Roma.

* * *

Vertice tra Bush e Peres a Washington. Il


ministro degli Esteri israeliano vuole un
maggior coinvolgimento degli Stati Uniti
nelle trattative con i palestinesi.

* * *

Macedonia, lUck uccide due soldati e ne


rapisce altri due. Occupati alcuni villaggi
intorno a Lipkovo. Skopje ha ordinato levacuazione della zona prima di lanciare la
controffensiva. Coprifuoco nelle citt vicine
alla frontiera con lAlbania.
In Kosovo la polizia dellOnu ha arrestato Isa Harizi, comandante del corpo di protezione (Tmk) di Kosovska Mitrovica. E accusato di aver compiuto un attentato.

* * *

Blair: Abbiamo sconfitto lafta. Per il


premier lemergenza quasi finita: I focolai sono drasticamente diminuiti e le analisi sui casi umani sono risultate negative.

* * *

Borsa di Milano. Mibtel: 27.994 (-2,16%).


Leuro (0,8903) perde 0,0004 punti sul dollaro.

* * *

Argentina, approvata doppia convertibilit


del peso con dollaro e euro. Ieri il voto del
Parlamento. Il governo: Cos avremo prezzi stabili ed eviteremo la deflazione.

La Giornata realizzata in collaborazione con Chilometri

Questo numero stato chiuso in redazione alle 19,45

Le parole di Barney
Premessa. Antonio Padellaro, il condirettore dellUnit, risponde a Emanuele Macaluso respingendo, in questa fase,
un atteggiamento laico,
razionale e giustamente
raziocinante e rivendicandone al suo giornale uno opposto, fazioso e appassionato. Viva la faccia. Certo a
un tipo cos focoso non si pu affidare il governo. Ma andarci a letto, in questa fase,
devessere uno spasso.

* * *

Mai insistere a cercare il pelo nelluovo,


ci ammon J.G. Herder in polemica con gli illuministi. Giusto. Forse abbiamo insistito
troppo, non che Baruch Gegg non volesse
pi scrivere, magari non riusciva. Senza girarci troppo intorno: com Spinoza? Complicato. E c il more geometrico, e il Dio
a priori, e quello a posteriori, e il possibile, e il contingente, che si divide a sua
volta in contingente reale e meno reale,
insomma, uno spaccamarroni col botto. Allora, vogliamo lasciar perdere Spinoza e
provare con Feuerbach? Che sosteneva:
Lesistenza varia col variare degli attributi, argomento gi di stringente attualit. Ma
soprattutto: Luomo ci che mangia, e di
questo Gegg dovrebbe intendersi.

A come Autobiografia: E
va bene, ho fatto le ore
piccole, per a leggere
lautobiografia di Geronimo. (p.159)
A come Aux Dlices: E
avevo preso la torta al
cioccolato allAux Dlices. (p.236)
A come A: Col cavolo che
me lo sono inventato. E
stata lei a.... (p. 328)
A come Azzardati: Tu azzardati solo a
pronunciare una parola yiddish davanti a
loro. (p. 242)
A come Allora: Allora lasci che le dica
una cosa. (p. 459)
A come Altro : Ho fatto segno al cameriere di portarcene un altro. (p. 277)
A come Arance: Mi sbucciava le arance,
ma pi spesso/ sbucciava me/ Calibanovich,/
il mio secondino. (p. 144)
A come Armata: La Sesta Armata del
feldmaresciallo Von Paulus era stata fatta a
pezzi a Stalingrado. (p. 210)
A come Accarezzandole: Non se ne parla dissi accarezzandole il seno. (p. 256)
A come Automatiche: Adesso tutto a
posto, ho riavuto le mie due pistole preferite, una Colt che un gioiello e una Tiger. E
ho anche due automatiche. (p. 289)

ESTERO SU ESTERO
Ha imparato molto il
miliardario del business da
quando scese in campo la
prima volta. Nel 1994 dopo appena sei mesi il governo and a rotoli, ma
quello che poteva scolpirsi come il capolinea del Cavaliere si trasform nel suo
trampolino, cos oggi pronto a riprendersi il posto
Time, 7.5
LItalia ancora zoppica dietro gli altri
paesi europei. Ma i fallimenti pi marcati arrivano dallarena politica: lUlivo
un mucchio sgangherato di ex socialisti,
dc e comunisti riformati. E per una coalizione che prometteva una svolta questo
continuo succedersi di premier sembrato un po eccessivo
Time, 7.5
(a cura di Klaus Davi & co.)

Giustizie dOriente
Filosofia del diritto cinese:
Se dentro, qualcosa avr fatto
Parsimonia e crudelt a Tokyo
PECHINO Il giudice si toglie la divisa
Se sono stati sottoposti a certi procedimenti giudiziari, significa che hanno violato
in una certa misura la legge. Cos il presidente cinese, Jiang Zemin, ha risposto alle
domande che giornalisti del Washington Post
gli ponevano, nel corso di unintervista nella
Citt proibita, dove abitava anche Mao, sullarresto di una sociologa studiosa della condizione femminile, del marito e del figlioletto di 5 anni. I tre erano rimasti in isolamento
luno dallaltro per quasi un mese. Luomo e
il ragazzino, grazie anche allinteressamento
della stampa, sono tornati a Washington dove
risiedono. Era poco prima dellincidente dellaereo spia. La donna rimasta in carcere;
alle proteste sullassenza di capi di imputazione hanno risposto notificandole unaccusa
di violazione di segreti di Stato, che in Cina
ampia e vaghissima. Jiang Zemin non uno
stalinista. Dicono sia gentile, intelligente, pieno di humour. Nella cultura cinese lidea che
chi viene arrestato qualcosa avr fatto, ha
per radici profonde. Dai tempi di Confucio,
la presunzione di colpevolezza ha prevalso
sulla presunzione di innocenza. La misura
dellefficienza dei tribunali data da quanti
processi finiscono con la condanna. Quando
dicono che il 90 per cento degli imputati sono
stati condannati, per loro la prova che la polizia non sbaglia, e i colpevoli non sfuggono.
Jiang Zemin anche un uomo che ha viaggiato, a differenza di Mao che non si era mosso dalla Cina, ma al Washington Post raccontano che sembrava sinceramente non capacitarsi di tutto quellinteresse per una vicenda
cos marginale. Siete il Paese pi ricco e
potente al mondo. Perch mai vi interessate
a cosucce come queste?. Eppure la Giustizia
in Cina ha fatto in questi anni passi da gigante. Meno delleconomia, ma probabilmente
pi della politica. Da qualche tempo si cerca
di costruirne una basata su regole certe, anche se non del tutto indipendente dalla politica (non si riesce a farlo nemmeno dove la
tradizione giuridica pi radicata, come in
America). Lo esige lo sviluppo impetuoso delleconomia. Gli investitori stranieri vogliono
un minimo di garanzie. Si sono moltiplicati i
giudici e gli avvocati, prima inesistenti. Da un
mese a questa parte i giudici della Corte suprema di Shanghai hanno anche una propria
toga, nera, con bordi rossi e quattro bottoni
dorati sul petto. Hanno smesso luniforme militare, che evocava i tempi in cui la giustizia
era amministrata dallEsercito. Pare addirittura che ora i giudici cinesi non debbano pi
chiedere il parere del partito su come sentenziare, naturalmente tranne quando parte
in causa sono le autorit politiche.
TOKYO Nessuno sa quando lora
A differenza di Cina e Stati Uniti, il Giappone parsimonioso in fatto di esecuzioni capitali. Ne hanno impiccati tre lanno scorso,
cinque lanno prima. Non fanno pubblicit.
Non sono previsti testimoni. Nemmeno i boia
che premono i pulsanti delle forche tecnologizzate raccontano quel che fanno. In compenso, nessuno dei detenuti (50 uomini, 4
donne) in attesa nelle sette celle della morte
distribuite nelle prigioni dellarcipelago, sa
quando verr la sua ora. Il ministero della
Giustizia non preannuncia le esecuzioni,
nemmeno ai condannati, non d alcuna spiegazione del perch e per come si impicca uno
un certo giorno. Lattesa pu durare decenni.
Ogni giorno, alle sette del mattino, potrebbe
essere lora. Disumano, dicono gli abolizionisti. Gli consente di prepararsi, ribattono
i fautori. Il tormento almeno servito ai 5 che
tra il 1983 e il 90 sono stati scagionati mentre
erano nella cella della morte. Uno vi aveva
trascorso 31 anni, laltro 34. Il Giappone infine batte la Cina nella preveggenza della polizia e nellinfallibilit dei giudici: il 99,8 per
cento degli imputati viene condannato. Raramente la sentenza cambia in appello.

Verso il congresso socialista

Schroeder anticipa tutti


e costringe la sinistra
a parlare di Europa
La proposta dellSpd, le critiche dal Nord
e limbarazzo di Parigi. Londra tace,
ma ora il ministro Cook guider il Pse

Il discorso di Amato a Berlino


Berlino. La bozza di un documento della
Spd, il partito socialdemocratico tedesco, sul
futuro dellEuropa circola da giorni sulla
stampa internazionale e ha aperto un confronto politico che secondo molti osservatori ancor pi significativo se si analizza la
scelta di tempo di Gerhard Schroeder. La proposta prevede di affidare pi poteri alla Commissione di Bruxelles e al Parlamento per
quanto riguarda il bilancio, di creare due Camere (di una farebbero parte i rappresentanti dei governi) e di restituire
competenze su aiuti e progetti economici alle euroregioni. Il documento non rappresenta una presa di posizione ufficiale di Berlino. Si
tratta inoltre di un testo
provvisorio (la direzione del
partito lo ridiscuter a giorni) destinato a diventare una
GERHARD SCHROEDER mozione della presidenza al
Congresso in autunno. E come tale cerca di esprimere una posizione condivisa dallintera leadership: dal Cancelliere,
ma anche dai capi dei governi regionali, a cominciare da Wolfgang Clement, presidente
del Land NordReno-Vestfalia, molto vicino a
Schroeder. Clement si lamentato spesso in
passato dellinvadenza di Bruxelles. Molte
delle proposte del documento riprendono tradizionali idee tedesche, ribadite poche settimane fa dal presidente della Repubblica
Johannes Rau; altre riflettono gli equilibri interni alla Spd e, pi in generale, alla Germania: anche i leader regionali cristianodemocratici hanno manifestato qualche ostilit soprattutto nei confronti dei poteri, considerati
eccessivi, della Commissione. La Baviera del
leader della Csu, Edmund Stoiber, stata tra
i precursori di questo atteggiamento che combina aspirazioni al decentramento in particolare per quanto riguarda i progetti di sviluppo a preoccupazioni pi di bottega, come
nella controversa vicenda delle Landeskassen: le banche regionali, che ancora godono di
privilegi poco compatibili con le regole della
concorrenza nel mercato unico. La bozza Schroeder inoltre riflette la tendenza, non solo tedesca, a immaginare le istituzioni europee come una proiezione su scala pi ampia di quelle nazionali: un approccio che raccoglie consensi in patria, ma non a livello europeo.
Ma le indiscrezioni pilotate sul progetto della Spd hanno anche un obiettivo esterno pi mirato. Luned si apre, proprio a Berlino, il congresso del Partito socialista europeo. Schroeder finora era stato quasi assente dal dibattito sugli assetti istituzionali dellEuropa allargata: lasciando filtrare le idee
del suo partito ha voluto anticipare tutti e
smuovere un po le acque nella famiglia
socialista. Le reazioni pi perplesse sono arrivate da Copenaghen, Stoccolma e soprattutto Parigi. Che la sinistra scandinava non
sia troppo eurofila non una sorpresa, e gli
umori delle opinioni pubbliche nordiche
(Finlandia esclusa) sono tali da non lasciare spazio a
progetti federalisti e di
maggior integrazione. Limbarazzo francese invece
evidente. La risposta negativa e quasi sprezzante di
Pierre Moscovici, ministro
per gli Affari europei,
frutto del temperamento
del personaggio (molto criti- GIULIANO AMATO
cato in patria e nel suo partito per il suo euroscetticismo e per la maldestra gestione del recente semestre di presidenza francese). Il premier Lionel Jospin
silenzioso ma da tempo tutti attendono un
suo discorso sul futuro dellEuropa, in vista
dellimminente campagna presidenziale.
Un vicepresidente italiano
La Gran Bretagna invece va alle urne tra
poche settimane e i sondaggi dicono che meno Tony Blair parla di Europa, pi il New Labour sale nei sondaggi. Il dato non facilita certo un confronto sereno nel partito. Il ministro
degli Esteri Robin Cook a Berlino sar eletto
presidente del Pse. Alla vigilia del vertice di
Nizza, aveva detto che lappartenenza allUe
dovrebbe diventare un elemento di patriottismo per i cittadini britannici. Cook considerato il leader laburista pi europeista,
ma da Londra sono gi arrivate critiche alle
proposte di Schroeder.
La Spd infine ha giocato danticipo anche
nei confronti della sinistra italiana. Il presidente del Consiglio Giuliano Amato a Berlino
dovrebbe essere eletto alla vicepresidenza e
pronuncer un discorso nellaula magna di
quella universit Humboldt in cui un anno fa
il ministro degli Esteri tedesco, Joschka Fischer, apr il dibattito sulle riforme. Amato,
secondo fonti bene informate, ribadir la sostanziale convergenza italo-tedesca sulle questioni europee, ma sollever anche alcuni
nuovi temi legati al rapporto tra i diversi livelli di governo. Amato cio cercher di spiegare, anche con esempi, quando meglio che
una decisione sia presa a Bruxelles, quando
invece pi efficace la scelta adottata da
gruppi di paesi, e quando infine i due meccanismi possono essere combinati tra loro.

ANNO VI NUMERO 121 - PAG 2

Tre palle, un soldo

Maranghi e le fondazioni
In Mediobanca chi usa chi?
I nuovi potenti della finanza dovranno
accettare un ridimensionamento
Enrico Cuccia ha passato la vita ad emancipare prima e a proteggere poi Mediobanca
dalla politica. C riuscito anche quando la
banca daffari nata da una costola della Comit era di propriet dellIri. Ha fronteggiato
Giulio Andreotti e Bettino Craxi. E quelle
poche volte che ha fatto qualche passo
come, in tardissima et, la visita a Palazzo
Chigi con inquilino il nemico Romano Prodi o lincontro a casa Marchini con Massimo
DAlema premier stato perch la gravit
delle circostanze lo ha costretto. Naturalmente in questo atteggiamento
non cera soltanto il legittimo e apprezzabile desiderio di tenersi lontano dalle miserie della politica,
ma anche il pi discutibile fastidio per la mediazione degli interessi
che le istituzioni e gli uomini che le rappresentano sono chiamate doverosamente a svolgere. Tuttavia questo ricordo non certo finalizzato a riaprire per lennesima volta il dibattito sui Poteri Forti. Ma, invece, a riflettere su quella che qualcuno ha definito la
guerra nucleare che ormai coinvolge lintero capitalismo nostrano.
E del tutto evidente, infatti, che il durissimo gioco di rottura che Vincenzo Maranghi
ha deciso di svolgere fin dalla morte di Cuccia prima sugli assetti societari e azionari
di Mediobanca e poi su Montedison fino allo
strappo di sabato scorso in Generali nel
tentativo di assicurare alla sua galassia, e in
definitiva a se stesso, un gruppo di soci selezionatissimi e fidati, si basa in definitiva su
un incestuoso rapporto con il mondo politico. Non quello tradizionale dei leader nazionali, ma quello pi magmatico e opaco delle
realt locali che si esprimono nelle fondazioni bancarie. Senza lappoggio di Unicredito determinato non dal suo presidente (di
campanello) Francesco Cesarini n dal suo
amministratore delegato (di mercato) Alessandro Profumo, ma dalle fondazioni di Verona, Torino e Treviso socie di maggioranza
relativa, cio in soldoni dalla coppia formata da Paolo Biasi e Fabrizio Palenzona Maranghi non avrebbe potuto neppure lontanamente permettersi di assumere questa linea.
Insomma, se le cose hanno una logica, la
premiata ditta Biasi-Palenzona ha in mano
il gioco: sono i due uomini delle fondazioni
che condizionano Maranghi, e non viceversa.
E possibile, anzi molto probabile, che il successore di Cuccia viva questa faccenda come
una pura e semplice fase transitoria: li uso e
poi li butto. Ma, ammesso e non concesso che
il gioco valga la candela, difficile credere
che oggi sia Maranghi il pi forte, cos come
altrettanto improbabile che due volpi come
Biasi e Palenzona si facciano mettere in tagliola. Basta leggere le inusuali esternazioni
del presidente della fondazione Cariverona
di due giorni fa, per capire in quali mani il
pallino.
Prima determinando in modo decisivo la
scelta di silurare Alfonso Desiata sfidando
apertamente Antonio Fazio, e ora dicendosi
pronto a entrare alla grande nel capitale delle Generali e a modificare a favore di Unicredito gli assetti di Consortium peraltro
appena definiti con la sua stessa partecipazione Biasi ha dimostrato a Maranghi quattro cose: 1. che se vuole reggere lurto dei nemici di peso, da Banca di Roma a Fiat, da
Banca Intesa a Sanpaolo, deve costituire un
polo Mediobanca-Generali-CommerzbankUnicredito; 2. dunque che la selezione dei
soci fidati in Mediobanca la fanno lui e Palenzona; 3. che se Generali vuole mettersi al
riparo da eventuali scalate oggi pu farlo solo attraverso una fusione con Unicredito
(questo ci che ha in testa il veronese, e sarebbe interessante conoscere in proposito
lopinione dei tedeschi di Ras-Allianz, concorrenti di Trieste e soci numero due di Unicredito dopo le fondazioni); 4. che per fronteggiare lostilit di Bankitalia le fondazioni
sono indispensabili perch oggi il sistema
bancario italiano dipende in misura preponderante da loro (e Fazio il primo a saperlo
e a essere impotente, pensa Biasi).
I limiti della legge Ciampi
Se cos stanno le cose, sar opportuno che
non passi neppure un minuto dopo che gli
italiani avranno scelto da chi vogliono essere governati, perch si affrontino i problemi
cruciali del nostro capitalismo. Non perch
la politica debba fare larbitro dello scontro
tra i potentati dellestablishment, ma perch
si mettano in chiaro le regole. Una di queste,
la pi importante visto come stanno le cose,
quella relativa alle fondazioni. Sembra del
tutto evidente, infatti, che la legge Ciampi,
sul campo, risultata inadeguata. Occorre
cambiarla. Sapendo che con tutta probabilit siamo alla vigilia di un processo dintegrazione paneuropeo che coinvolger banche e compagnie di assicurazione, se si vuole salvaguardare il pi possibile lidentit
nazionale del sistema creditizio come da
sempre nella linea di Fazio la strada non
sembra quella di insistere sulluscita delle
fondazioni dalle banche chi si comprerebbe le quote in Unicredito, Intesa, Sanpaolo,
Roma, Mps e via dicendo se non gli stranieri? bens quella di evitare una anomala
concentrazione di potere in mano a improbabili banchieri-politici. E, a questo fine, lunico strumento la separazione obbligatoria
tra gestione del patrimonio e amministrazione dei dividendi. Gli attuali consigli delle
fondazioni continuino pure a gestire gli utili,
decidendone la destinazione (possibilmente
rispondendo meglio di ora al dettato della
legge Ciampi), mentre il patrimonio (e dunque le attuali partecipazioni in banche e assicurazioni) sia affidato, secondo la logica del
blind trust, a soggetti professionalmente idonei (banche daffari, fondi dinvestimento eccetera). Si rafforzerebbe il capitalismo senza capitali made in Italy e si eviterebbe che
Cuccia si rigiri nella tomba.
Enrico Cisnetto

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 4 MAGGIO 2001

LUDOVICO CORRAO, IL LEONE DI GIBELLINA

A Castelvetrano la pasta impiattata, vince Pin e vince pure Duv


Castelvetrano (Trapani). Duvico Corrao
che grande amico di Giulio Andreotti, appartiene a una razza superiore. Se le cose
non andassero storte per come vanno, sarebbe un eccentrico reazionario, un nazi del circolo Salvador Dal armato di cappelli fantastici, di fantastici fasciacolli e di levrieri fantastici, invece ancora una volta il candidato al Senato di Rifondazione comunista nel
collegio elettorale di Alcamo-Mazara del Vallo. Senatore uscente, peraltro, gi eletto con
lUlivo e Rifondazione nel 1996. Il collegio
comprende anche Castelvetrano, Partinico,
Santa Ninfa, Gibellina e terremoti vari.
Corrao voce potente e impostata di quella tradizione del Pci siciliano che fece la stagione dei leoni. Con lui, come lui, Napoleone
Colajanni, Emanuele Macaluso, Pancrazio
De Pasquale, Michelangelo Russo, Danilo
Dolci, Michele Pantaleone, ovvero i leoni di
quellalbum della guerra antica al feudalesimo stanco dei campieri e di tutte le altre
corone di Sicilia. Tutte corone senza testa
quelli, e loro comunisti s, ma non conformisti. Amici dellaristocrazia, amici del gruppo
di fuoco del potere archetipo forgiatosi tra il
1943 e il 1947, e quindi amici di Galvano Lanza, Vito Guarrasi e Mim La Cavera, e quindi
amici degli amici. Iscritti di diritto allalbo
dellintellighenzia cosmopolita, immuni dal
fanatismo carcerario dei buoni e perci lcchi (ghiotti) di vita, alberghi, viaggi, colori, curiosit, sesso e disastri sentimentali. Gianni
Diecidue, ex sindaco di Castelvetrano, combattente della letteratura nel Gruppo 63, comunista di quel tempo, oggi anarchico, a chi
gli chiede: Come va?, risponde: Ce la sentiamo ancora arriminare. In italiano ur-viagra si direbbe: Ce lo sentiamo ancora smuovere. Capaci di strappare alla muffa di pi
di un palazzo, perle di principesse (o principi) con cui fare lamore. Come lui con lui
che era nato democristiano arrivato dal Camo (Alcamo), forgiato nellamicizia con lavvocato Paolo Seminara, Marcello Carapezza
e Renato Guttuso spregiudicati in una terra di lupicuvi. Il lupucuviu lumore del lupo che spesso cova addosso ai pensieri, figurarsi cosa poteva essere allora il lupucuviu
cartaginese addosso alle speranze, alle legge
sullo scorporo, alla conquista delle terre, alle fuitine.
Ludovico Corrao divent famoso con il
caso Franca Viola, difendendo cio la picciotta fuiuta che prima nella storia del
mondo rifiut le nozze riparatrici con il suo
rapitore. Corrao, avvocato, chiam lItalia intera a difesa della ragazza e ne venne fuori
un film di Damiano Damiani con Ornella

Muti ed Enzo Andronico, La moglie pi bella. Piccolo e variopinto, personaggio a colori, elegantissimo pur nella posa dello stravacante, Corrao che oggi ha la dolce potenza del settantino, ha pi di una medaglia da
ostentare nel suo mantello indaco (tendente
al verde azzurro).
Amico della varia umanit, protagonista
della diaspora dei geni obbligati al nomadismo, perfino al nomadismo del lusso, Corrao
uno che ha insegnato a vivere. Seduttore, ha
trascinato nel volo delle sue sciarpe pi di
unanima timida. Quando nel 1992 arriv con
la baronessa dAltamira a Marrakech per festeggiare il Capodanno, non ci fu creatura in
quella piazza del mondo che potesse sfuggire
alle nocche nude delle sue mani.
Siciliano del torrido, arriv un giorno a Selinunte in compagnia di due perfetti tunisini

PICCOLA POSTA

rao che prepara sontuose feste a base di cuscus e che ha inventato le Orestiadi, fu sindaco di Gibellina. Sindaco quindi del paese
cancellato dal terremoto che lui volle ricostruire chiamando nella valle del Belice i pi
grandi artisti per meritarsi infine la maledizione dei paesani: Meno statue e pi fogne.
Lo hanno da sempre accusato di essersi consumato con gli artisti e monumenti che non si
capisce niente. In realt sono i paesani che
non hanno mai capito il genio di questo ricostruttore dal gusto ambizioso, disgustati perfino del Cretto di Alberto Burri, la colata che
il pittore dei sacchi fece scivolare sui mesti
ruderi dimenticati dalla ferocia dello scisma.
Ma fare capire le cose ai paesani si sa come lavare la testa allo scecco (asino), per questo Corrao ha messo nel suo pieghevole elettorale, quello che Leonardo Sciascia scrisse

Abbiamo una nostra suora,


noi di questa galera, si chiama suor Cecilia, svelta e affaccendata come un passerotto, e
fa una quantit di buone azioni, di quelle
piccole, che salvano la vita in posti come
questo. Prodigarsi per il proprio prossimo
vuol dire farsi voler bene, e anche naturalmente, farsi voler male. La gratitudine
sarebbe il pi umano dei sentimenti, se
non venisse subito dopo lingratitudine. La

nostra suor Cecilia appunto una missionaria francescana del Verbo Incarnato,
consorella della suor Piera di Roma. Attraverso lei abbiamo conosciuto la Superiora generale di questordine recente ed
efficace, che si chiama Giulia Marcelli, ha
sede a Fiesole, e in questi giorni travagliati in visita alle comunit africane. Sono
stato incaricato dalla clientela di qui, miscredenti e credenti, vecchi cristiani e ragazzi musulmani, di fare gli auguri alle nostre piccole sorelle. Lingratitudine umana, ma la gratitudine fa pi piacere.

chiedendo a Turi Causi, il responsabile dellarea archeologica, di poter cercare tra le


pietre il fallo introvabile. Era la minchia
che non si vede tanto potente, dicevano i villeggianti di Marinella.
Frequentatore delle vie assolate, padrone
del mondo meridiano, Corrao ha fama di extravacanze dalla vacanza dellordinario obbligato ai comuni mortali. Con lUmberto della famiglia regnante, quella non in esilio, se
ne andavano travestiti da odalische, per via
Veneto a Roma. Ha pi di una medaglia da
appuntare sui suoi turbanti da tuareg delizioso.
Protagonista del milazzismo, il governo dei
fascisti e dei comunisti, teorico del ribaltone
moderno (quello fatto con i soldi), Corrao
uno che nella politica ha incarnato il vizio di
Adriano, limperatore che si sentiva responsabile della bellezza. Fu sindaco di Alcamo,
il paese in cui nato e dove con la moglie fece dimora costruendo una villa da storia dellarte sul monte Bonifato, ma soprattutto, Cor-

di lui: E certo che la sua sagace operosit


valsa a creare un senso di promessa. Ha dato
insomma il senso che la vita non altrove ma
che pu essere qui.
A proposito del pieghevole, dove non senza stridore campeggia il simbolo di quella fighetta di Fausto Bertinotti, bisogna segnalare che Corrao il cui motto politico potrebbe
essere creativi di tutto il mondo unitevi
ha fatto un altro dei suoi colpi perfetti. A differenza dei soliti tapini che si fanno fotografare al telefono, con il toupet in testa, con il
sorriso di nylon o con la mela in mano, Corrao ha giustamente messo il ritratto che gli fece Mario Schifano. Giustamente non ha messo neppure una foto in posa con Bertinotti,
ma ha fatto di meglio: foto con Nikita Krusciov, foto con Giovanni XXIII, foto con Giovanni Paolo II, foto con Michail Gorbaciov
(pi Francesco Cossiga non specificato per
in didascalia), foto con Mohammed VI il Re
del Marocco, foto con Zine El Abidine Ben
Al presidente della Tunisia.

di Adriano Sofri

Altro che Bertinotti, Corrao si ritrova candidato per Rifondazione perch ha avuto fatta una malaparte da Massimo Ferrara, lattuale sindaco di Alcamo. Tanta malaparte fu
che quando il sindaco ci and fino a casa per
fare pace non solo trov la porta sbarrata, ma
anche pi di un improperio. Praticamente
Corrao lo butt fuori.
A bocce ferme si deve dire che la situazione per come ci viene spiegata al Circolo della giovent di Castelvetrano (dove il pi piccolo ha pi di cinquantanni) quanto meno chiara. Michele Elia, teorico della pampina, spiega che Papalla, al secolo Francesco
Maria Lombardo, venditore di capperi, il pi
potente dei grandi elettori della zona, porta
voti a Peppe Bongiorno, il sindaco di Castelvetrano che candidato della Casa delle libert ed amico di Corrao (ogni volta che
sincontrano si dicono reciprocamente:
Pin, oppure Duv, Avanzi da me un favore. Ci vuol dire che la cosa fatta. Tanto
fatta che Saro Cammarata, uomo di spicco
dei Ds che ha un credito personale di 500 voti, non disturba, non si muove, anche perch
il candidato dellUlivo, Antonino Papania,
uno con la faccia tonda, militante di Comunione e liberazione, collaterale con Presenza sociale, deve pagare pegno: infatti candidato alcamese, lo stesso paese di cui sindaco Ferrara che in questo frangente, con il
linguaggio proprio dellOpra dei Pupi inteso come Gano di Magonza. Al cento per
cento vince Bongiorno che, comunque, nel
suo passato, pu vantare unattiva militanza
nella sinistra sociale della destra. Corrao recupera con il recupero del proporzionale. La
pasta perci, impiattata. Ma non si pu non
fare il tifo per Ludovico Corrao. Verso di lui,
non esistono riserve. Il colonnello Santoro
Vizzinisi buonanima, il colonnello qui famoso perch mai giur fedelt alla Repubblica,
quando lo incontr durante una cerimonia,
gli chiese: Senatrice Corrao, ma non si vergogna?. Corrao replic: Di cosa dovrei vergognarmi?. E quello: Che una persona per
bene come lei costretta a fare da senatore a
una fitusa repubblica.
Non esistono riserve su Corrao. Corrao
uomo dicono al Circolo della giovent di
grandissimi meriti. Perfino Dino Grammatico, leroico militante dei Fasci dazione rivoluzionaria che combatterono contro gli americani durante linvasione, assessore con
Corrao del Governo Milazzo, non pu che tifare per lui. Votarlo dicono ancora al circolo come ficcariccilla alla reggina dInghilterra. Praticamente un piacere inaudito.
P. But.

L A V E R S I O N E D E L L A Q U I L A D I L I G O N C H I O

Iva tifa Berlusconi, aiuta la Turco e se ne frega del faccia a faccia


Roma. La politica, poi, figurarsi. Neanche
la zingara, se ti prende la mano, riesce a dirti dove vai a finire. Il buonsenso, casomai. E
fu cos che una settimana fa, al Raggio verde santoriano dove era tutto un pitip e un
pitip su Rutelli che vuol discutere con Berlusconi e Berlusconi che non vuol discutere
con Rutelli, nel gran menu del cos dove finisce la democrazia, signori miei?, Iva Zanicchi serv la sua piadina di assennatezza:
Ma chi se ne frega!. E siccome tutti chi pi
chi meno questo avevano in gola anche se
altro usciva dalla bocca, e nessuno ormai vedeva pi n il capo n la coda della faccenda,
fu un trionfo mediatico. Perch Iva, su quella
sedia larga come una poltrona e scomoda come un trespolo, era ormai a rischio appisolamento, questi politici che si dicono le cose
in punta di piedi, che hanno paura di esprimersi, la faccenda si prolungava e non si
concludeva, il cero si consumava e la processione non camminava insomma, cs fa tant
per chichiarar, come dicono dalle sue parti
a Ligonchio. Ci voleva almeno un punto per
tornare daccapo. E Iva, cribbio!, lo mise.
Mille Elio Vito non avrebbero saputo fare
di meglio, anzi. Senza contare che se c una
che tifa per Berlusconi e che nessun ulivista
civile potrebbe mai detestare, questa proprio la Zanicchi. Magari nello staff del Cavaliere sarebbe di troppo, ma forse al posto dello staff sarebbe perfetta. Eravamo l che parlavamo di quello che aveva fatto il governo, e
non che non abbiano fatto nulla in questi
cinque anni racconta e la cosa pi importante pareva lincontro tra Berlusconi e Rutelli. E io mi dovrei angosciare per questo?
Ma dico, siamo matti? Adesso manca la democrazia se sti due non si vedono?. Manco
si discutesse della sfoglia per i tortellini. E

Iva, che gi godeva di uno stuolo di discreti


ma convinti ammiratori (su Internet rintracciabile anche un sito Iva Zanicchi Cyber
Girl, personale tributo a lei assicurano gli
organizzatori imperscrutabile, indomabile,
impermeabile) ancor di pi si innalzata.
Persino unammiratrice, impegnata nel comitato per lUlivo, lha chiamata, sono per
Rutelli, per volevo dirle che stata bravissima. Iva non si monta la testa e la vede cos: Credo in Berlusconi, ci voglio credere
dice Se poi non funziona, gli diamo un cal-

IL RIEMPITIVO

si facevano sotto con il Lambrusco. Si divertita, ma la politica bisogna lasciarla fare


a chi la sa fare. Dicono che forse ci riprover. Ah, non credo proprio. Ho gi dato,
grazie. Bisogna essere bravi. Io, che non sono
mai stata di sinistra, se incontro qualcuno di
sinistra simpatico non posso fare a meno di
farmelo piacere. Livia Turco, ad esempio, mi
simpaticissima, molto umana. Se ha bisogno di me sono qui, le ho detto. Ma lei di
un altro partito, mi ha risposto. S, ma se ha
bisogno vengo. Lei era perplessa, io no.

AGENZIA PROSCRIZIONE / 1. Nellelenco dei reprobi non pu in alcun modo


essere inclusa Barbara Palombelli che
continua a comportarsi impeccabilmente.
Non lHillary Clinton dItalia, piuttosto si
adegui quella a essere la Palombelli di
New York (e torni a pubblicare con Mondadori).
AGENZIA PROSCRIZIONE / 2. Enzo Siciliano con il suo color verde ramarro in
faccia, continua a comportarsi male. Chia-

ma sempre chiunque per i suoi affarucci.


Oltrettutto compra lEspresso a settimane
alterne. Solo quando ci sono i suoi articoli
e solo per leggersi la sua stessa alata prosa. Stia attento, stia ben attento perch se
continua cos gli capiter di essere affidato allassistenza sociale sotto il controllo attento di Piero Vigorelli. La minaccia deve
essere considerata definitiva.
AGENZIA PROSCRIZIONE / 3. Il redattore M. L. del Tg1 ha dichiarato di voler andare a votare per Antonio Tajani. Donna
Assunta Almirante lha saputo e s arrabbiata. Prevedibili difficolt.

cio nel sedere e lo rimandiamo ad Arcore. Si


pure messa in lista per le Europee, peccato
che non sia stata eletta. Ride: Pi che una
campagna elettorale era una specie di Cantagiro. La gente non sapeva che ero candidata, e come mi vedeva mi chiedeva: ma dove
canta?. Senza tv n radio, a ragione di par
condicio, era una cosa buffa, pareva Peppona e don Camillo, tra parrucchiere che insistevano per farle la messa in piega e osti che

Messa per quasi un decennio a smerciare


grattugie elettriche e frullatori con annessa
centrifuga a Ok, il prezzo giusto, luogo di
perdizione di tutte le italiche mamme, ora in
servizio nella Domenica In di Raiuno, Iva
stata sprecata e sottovalutata, ch il suo tailleur il tailleur di tutte, la messa in piega
quella che ognuna vorrebbe per il sabato sera, la sua pastasciutta una salutare sfida al
minimalismo gastronomico. Silvio cerca le

di Pietrangelo Buttafuoco

mamme, e aveva la mamma ideale a Cologno


Monzese. E morbida e ironica. Come lancia
il chi se ne frega nellarena dei tormenti
santoriani, cos pu dire lindicibile alle masse di concittadini facendo tremare di sdegno
i cellulari: Megan Gale sfatta!, e osservare perplessa il premio da personaggio femminile dellanno e poi domandare curiosa:
Non cera niente di meglio da darmi?. E
quelli pensavano di aver dato tanto, a lei che
ebbe come nobilissima spalla in un video
daltri tempi nientemeno che Giuseppe Ungaretti, uomo senza tempo, mica Amadeus.
E se pure si ciment con Ciao cara, come
stai?, e in seguito illustrato lutilit dei sottopiatti, si anche avventurata in terre musical-resistenziali dove i suoi colleghi sarebbero arrivati parecchi anni dopo: dal dolente
Mikis Theodorakis, signor capitano si fermi
qui/ sono tanto stanco mi fermo s, ai versi
struggenti di Federico Garca Lorca, caro,
amore caro, ridono di te/ perch vendi limoni sulle navi di Barcellona. Per mai fece diventare questo impegno (politico?) un mestiere, con leggerezza torn a invocare non
pensare a me, e con tenerezza a rievocare i
bicchieri nascosti di nonno Adamo con leffige di Camillo Prampolini, che cerano i fascisti, e magari pure i nazisti. E ha scritto un bel
libro, Iva Zanicchi, Polenta di castagne,
Mondadori editore. Ne orgogliosa, la storia
tragica e divertita, buffa e strana della mia
gente lass a Vaglie, borgo tanto piccolo che
Ligonchio sembrava grande, e dove sempre
le dicevano: Te, t fortunada. E racconta
pure della bisnonna Desolina, che aveva una
voce cos forte e bella che la sentivano fin
nel modenese. La stessa voce che Iva mica
siamo matti laltra settimana ha ritirato fuori nel pitip pitip del Raggio verde.

N U M E R O N O I R D E L L E U R O P E O

In una democrazia rispettabile il delitto un lusso per ogni classe sociale


provocano
Imadelitti
qualche scalpore
nessun stupore. Il
vero stupore, a ben
pensare, nasce dalla
considerazione
di
quanto poco si uccida.
Motivi per uccidere ce
ne sarebbero a bizzeffe. Ci sarebbero buoni
motivi per uccidere nemici e amici. Si potrebbe uccidere per stizza e per entusiasmo,
per illusione e per delusione, si potrebbe uccidere per solitudine e per affollamento, per
egoismo e per carit, si potrebbe uccidere
per istinto e per calcolo, per follia e lucidit.
Tutti i pretesti, tutte le occasioni sarebbero
buone per uccidere. Alla fine non si uccide.
Si resta l, a rimuovere anche la polvere di
un pensiero cos sconveniente, si resta l pieni di ammirazione per la tenuta dei nostri
freni inibitori, si resta l pieni di curiosa riprovazione o di ammirato sgomento per coloro che non hanno saputo pigiare sui freni.
E cos che il mito si poteva manifestare nella storia banale di una contessa che, a Villa
dEste, nel salone di quello che qualcuno ha
definito lalbergo pi bello del mondo, uccide lamante industriale con un semplice, secco colpo di pistola dopo avere ballato con lui

per gran parte della sera. Nellatto spiegabile in mille modi diversi della contessa Bellentani, cos si chiamava leroina della storia,
ciascuno poteva rivivere i meandri dei propri
omicidi repressi, omessi. A offrire agli italiani il viaggio nel regno della criminalit casalinga furono i resoconti pieni di pathos dei
giornali. SullEuropeo del tempo (seconda
quindicina del settembre 1948) il rito del crimine Bellentani, il crimine alla portata di tutti, che chiunque avrebbe potuto commettere
anche senza essere particolarmente svantaggiato socialmente, anche senza essere particolarmente svantaggiato emotivamente, fu celebrato da officianti di valore, come Tomma-

so Besozzi ottimo cronista, come Vitaliano


Brancati, ottimo romanziere. Anche a loro si
deve se il nome di una contessa in ermellino
rimasto nella storia minima della Repubblica, lunica che valga la pena di ricordare.
Nella storia minima sono rimasti i nomi di
Rina Fort, di Giovanni Fenaroli e Raoul
Ghiani, di Lionello Egidi, di Piero Piccioni, di
Wilma Montesi e Anna Maria Moneta Caglio,
dei coniugi Bebawi, di Camillo Casati Stampa, di Lorenzo Bonzano e Milena Sutter, di
Giuseppe Pelosi e Pier Paolo Pasolini, di
Terry Broome e Francesco dAlessio. Sono
nomi di assassini e di sospetti assassini, di testimoni e vittime. Sono gli eroi della cronaca
OGGI Nord: coperto con precipitazioni sparse. Centro: molto nuvoloso con locali precipitazioni soprattutto sui rilievi.
Sud: parzialmente nuvoloso con annuvolamenti pi intensi su Campania, Molise
e Sicilia.
DOMANI Nord: coperto con precipitazioni diffuse. Centro: molto nuvoloso
con precipitazioni sparse, tendenza a parziali schiarite in serata sul settore tirrenico. Sud: molto nuvoloso con precipitazioni sparse.

nera dellItalia repubblicana e democratica.


Sono lesempio tangibile che in una democrazia rispettabile il delitto un lusso che ci
si pu permettere in ogni classe sociale, in
ogni fascia di reddito. Sono nomi che per molti hanno un suono familiare, che ricorrono
ancora nella conversazione, ma non sempre
sono ancora legati a un volto, a una storia. A
rendere il volto, a raccontare la storia di assassini e di vittime celebri, a ricordare cinquantanni di unItalia che si diletta di delitti tanto prima quanto dopo quella mutazione
antropologica denunciata proprio da Pier
Paolo Pasolini, la pi illustre delle nostre vittime da cronaca nera, un bel numero dellEuropeo in edicola. Con articoli di grandi
cronisti e di celebri scrittori del tempo, che
non esitavano ad applicare la loro sensibilit
alla cronaca nera, con il commento e laggiornamento di giornalisti in servizio attivo,
con una scelta efficace di fotografie, Daniele
Protti, direttore dellEuropeo in edizione annuale, ricostruisce le vicende e il profumo di
tutti i grandi casi giudiziari del dopoguerra.
Dalla saponificatrice Cianciulli, ispirata da
uno strano spirito imprenditoriale, al caso
della contessa Filo della Torre, morta unestate per confondere la supponenza degli investigatori che sostengono nei romanzi gialli
che il delitto perfetto non esiste.

Cinema
Cacciando mariti su e gi
per Manhattan
(e tanti bei cow boy appassionati)
FAST FOOD, FAST WOMEN di Amos Kollek,
con Anna Thomson, Jamie Harris, Louise
Lasser, Robert Modica, Mark Margolis
Il segreto dellarmonia coniugale? Un po
dacqua spruzzata sulle pagine del quotidiano da leggere a letto, cos non crocchia e
non disturba laltra met del cielo. Anche
perch, dopo aver incontrato un vedovo non
giovanissimo tramite un annuncio per cuori solitari, Emily non vorrebbe proprio vederlo scappar via. Sembrerebbe un elogio
alla Philippe Delerm delle piccole cose che
addolciscono la vita. Ma il film scritto e diretto da Amos Kollek una commedia molto pi acida e ricca di dettagli intelligenti.
Bella, cameriera in un fast food di Manhattan, sta per compiere 35 anni. In cerca di un
uomo tutto per s (invece del maschio sposato che si slaccia la cintura dei pantaloni
ancor prima di chiudersi alle spalle la porta dellappartamento) segue i consigli delle
amiche e annuncia di detestare i bambini.
La mamma (ebrea) incombe con le sue telefonate, combinando appuntamenti con
tassisti dalle ambizioni letterarie, provvisti
per giunta di due mocciosi a carico. Con un
corpo magrissimo alla Audrey Hepburn,
Bella va a prendere il fresco sul terrazzo e
lancia lasciugamano al barbone che sta in
strada. Oppure si sdraia sulle righe dei passaggi pedonali, per provare finalmente
qualche brivido. Lattrice Anna Thomson,
che Kollek vuole in tutti i suoi film. Tanti
personaggi ritratti con simpatia e una sceneggiatura ricca di buone battute fanno diventare Fast Food, Fast Women la versione comica del cupissimo Sue, che il regista aveva presentato al Festival di Torino.
La Thomson era una modella senza lavoro,
che perde casa e amici, e finisce su una panchina del parco a patteggiare con un barbone: Ti faccio vedere le tette se mi fai bere
un po della tua gazzosa.
PASSIONE RIBELLE di Billy Bob Thornton,
con Matt Damon, Lucas Black, Penlope
Cruz, Ruben Blades, Bruce Dern
E un film dove due uomini vanno a letto con la stessa donna ma amano lo stesso
cavallo. Lo disse un critico spiritoso, dopo
aver visto Il mio corpo ti scalder (la femmina trascurata era una procace Jane Russell). Ma ora i tempi sono cambiati, e in
Passione ribelle Matt Damon ha diritto a
una scena di sesso acquatica (i modelli sono Figli di un Dio minore e The Beach)
nella piscina del ranch. Linnamorata
Penlope Cruz, star di bellezza latina recentemente adottata dal cinema americano.
Cavalli comunque ce ne sono tantissimi, e
perlopi selvaggi come promette il titolo
del romanzo cult di Cormac McCarthy da
cui il film tratto. Nel 1992, il libro aveva
venduto negli Stati Uniti mezzo milione di
copie, riproponendo il mito della frontiera
proprio nellepoca in cui, tranne qualche
eccezione, il western era al suo minimo storico. Con una scrittura e una passione che a
tratti ricordano William Faulkner, Cavalli
selvaggi celebra lamore, lamicizia tra uomini, i paesaggi sconfinati, e la violenza dei
giusti. Il film di Billy Bob Thornton molto
fedele nei dialoghi, un po meno nelle atmosfere: dovremmo essere tra uomini fieri,
capaci di affrontare eroicamente i propri
nemici. Ma tra un rodeo e laltro i cow boy
sono inquadrati come nella vecchia pubblicit Marlboro. Bella la fotografia e la colonna sonora: insieme per fanno un effetto
cartolina, lontanissimo dallepica di McCarthy. E la trama, da sola, un po debole
per reggere lintero film. Nella parte di Lacey Rawlins c Henry Thomas, il ragazzino
che faceva amicizia con lextraterrestre in
E. T. Il regista Billy Bob Thornton era il rivale di John Cusack in Falso tracciato, bel
film sulle rivalit tra maschi.
SYNAPSE PERICOLO IN RETE di Peter
Howitt, con Tim Robbins, Claire Forlani, Janet Leigh Cook, Yee Jee Tso
Nelloriginale, era intitolato Antitrust.
E infatti Gary Winston, a capo di una florida
azienda informatica specializzata nel copiare prodotti altrui, somiglia moltissimo a
Bill Gates, guai giudiziari compresi. Apocalittico e paranoico, il film di Peter Howitt
(era il regista di Sliding Doors, ovvero le
vite parallele di Gwyneth Paltrow) una variazione sul tema del potere e del controllo
totale: vecchio incubo orwelliano reso pi
spaventoso dalle neo tecnologie. Lantidoto
viaggia su Internet, la rete delle reti, celebrata come sicuro mezzo di libert. A contrastare le mire di Winston il solito gruppo di svegli laureati a Stanford. Trama piuttosto complicata, con parecchi colpi di scena e poca azione: come sempre accade nei
film dellera informatica, si sta molto davanti al computer, digitando e cliccando.

IL FOGLIO quotidiano
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ISSN 1128 - 6164

ANNO VI NUMERO 121 - PAG 3

EDITORIALI
I like Ike (Ci piace il Cav.)
Berlusconi non ha inventato diavolerie, sono gli altri a inventarsi lui

o dicono anche persone con esperienza e malizia, giornalisti stranieri


con un certo grado di indipendenza e
apertura mentale, gente varia che non ha
schierato il cervello fino ai pi reconditi
centri nervosi: Silvio Berlusconi personalizza troppo la campagna, ha organizzato intorno a s un culto che ha riflessi
ambigui, e adotta forme di comunicazione troppo pervasive e invadenti, senza
comunicare il programma bens solo e
soltanto la sua preminenza di leader.
Questi dubbi possono essere spazzati via
da tre sole parole: I like Ike. Ike sta per
Dwight D. Eisenhower, il nomignolo
delleroe della Seconda guerra mondiale che fu eletto presidente repubblicano
degli Stati Uniti nel 53, e si fece due
mandati in riconoscimento anche della
sua popolarit e dei suoi meriti militari.
I like Ike significa: mi piace Ike. E fu lo
slogan vincente di quella campagna. Parliamo di una vecchia America, ma gi
moderna, in unepoca che per lEuropa
pretelevisiva, quasi arcaica a valutarla
con il metro del presente. In quellAmerica l, scuola di stabilit e di alternanza
democratica, era considerato possibile, e
una punta geniale, produrre una parola
dordine che pi breve non si pu, tutta
affidata alla sonorit del flatus vocis, tutta costruita su un principio di marketing

pubblicitario. Ike, cio il candidato Eisenhower, divenne in breve un prodotto


di largo consumo che interessava amabilmente la maggioranza degli elettori
americani a cui Ike piaceva. Contenuti programmatici? Zero. Appeal populistico? Assoluto. Raffinatezza tecnico-linguistica al limite della persuasione occulta? Chiss. Fatto che Roman
Jakobson, forse il pi grande linguista
del Novecento, scrisse un saggio memorabile su quello slogan, letto nella sua
nudit e icasticit.
I paesi di pi antica e salda democrazia, dove il sistema (giusto o sbagliato,
condiviso o no) funziona perfino nelle situazioni incresciose come il Florida recount, non prevedono obiezioni a ci
che in politica efficace dal punto di vista della comunicazione. Gli americani
usano a piene mani la televisione, gli
spot anche negativi, quelli in cui si denigra lavversario, e non capiscono nemmeno di che cosa si parli quando un dpliant propagandistico come quello berlusconiano arriva nelle case o un poster
sei per tre si affaccia sui muri o uno slogan molto breve e personale si fa largo
nel teatro della campagna elettorale. Ci
piace il Cav., punto e basta. Senza temere per questo drammatiche derive populiste o torvi pericoli per la democrazia.

Premiata sartoria Bush, si taglia


Gliene avevano dette di tutti i colori, ora anche il Congresso gli d ragione

eorge W. Bush ha mantenuto la promessa di far approvare, in tempi


brevi, il suo programma di riduzioni fiscali distribuite su undici anni, comprese quelle retroattive, che hanno una
incidenza immediata sulla domanda
dei consumatori e sulle aspettative delle imprese. Bush ha chiesto al Congresso minori imposte per 1.600 miliardi di
dollari, oltre tre milioni di miliardi di
lire. Il Congresso ne ha approvati 1.350
miliardi. Questo ridimensionamento,
che rappresenta il prezzo del consenso,
in una Camera in cui Bush non ha una
chiara maggioranza, non smentisce il
suo programma elettorale, che era di
1.300 miliardi di dollari di sgravi. Lattuale amministrazione americana ha
una notevole capacit di attrarre consensi tramite la flessibilit su aspetti
quantitativi e su clausole particolari,
ferme restando le sue posizioni di principio. I Democratici affermavano che le
riduzioni fiscali erano pericolose perch avrebbero potuto minacciare la futura disponibilit di mezzi per la spesa
sociale, per listruzione e lambiente.
Ora per ci si rende conto che la recessione e lavvitamento delleconomia

americana comprometterebbero la possibilit di sostenere le spese pubbliche,


mentre i tagli fiscali aiutano a sorreggere la crescita e quindi i mezzi per la
futura spesa. Unaltra obiezione dei Democratici alle proposte fiscali di Bush
era questa: accettando gli sgravi a effetto retroattivo (100 miliardi di dollari)
si sarebbe tolto spazio alla manovra di
politica monetaria particolarmente utile per alleviare gli oneri delle imprese
e delle famiglie indebitate che, con la
caduta dei corsi dei titoli che garantivano tali debiti, si sono trovate in difficolt. Anche questa tesi si sbriciolata.
Il rallentamento economico e la discesa della Borsa sono tali che vi bisogno
sia della riduzione dei tassi di interesse (che Alan Greenspan ha attuato nella massima misura possibile) sia di sollecite riduzioni fiscali. Non era difficile prevederlo. Resta da domandarsi come mai tanti autorevoli editorialisti e
tanta parte degli intellettuali americani progressisti abbiano potuto dipingere il programma di Bush e il personaggio stesso in termini catastrofici. Forse
Bush, data la famiglia e la ricchezza,
dava fastidio. In senso ideologico.

Terroristi e allodole elettorali


C qualcosa di improbabile e strano negli arresti freschi di giornata

l condizionale in materia dobbligo


ma se abbiamo ben capito le numerose dichiarazioni distillate con grande
senso del prime time dal ministro dellInterno, dal capo della procura di Roma
e dai suoi sostituti, sarebbe finalmente
stato portato un attacco durissimo alleversione. Otto militanti di Iniziativa comunista sono stati arrestati tra Roma, Milano e Crotone: il pi noto, Norberto Natali, un non vedente, poi ci sono sua sorella, il di lei fidanzato, unimpiegata,
una dipendente di una scuola, un dipendente di supermercato, un funzionario
amministrativo di una compagnia aerea
e un magazziniere. Il gruppo sarebbe sorto in forma occulta allinterno di Iniziativa comunista e allinsaputa dei suoi stessi dirigenti. Forte, dicono, di strutture
adeguate come commissioni e comitato
centrale, si preparava a svolgere attivit
preparatorie, era proiettato verso attivit
eversive, tendeva ad entrare in un rapporto politico con le Brigate rosse e alla
costituzione di un partito comunista combattente. Signor ministro dellInterno, ci
pare di cogliere in tutto ci tendenze e
proiezioni in eccesso. Lei stesso daltronde ha dichiarato che allo stato non c

nessun elemento per configurare un legame fra gli arrestati e gli autori dellomicidio di Massimo DAntona.
Certo, nelluniverso demenziale del
terrorismo doggid si vede un po di tutto. Mai per candidati allopera cos maldestri. Sembra che il gruppo temesse infiltrazioni, non si sentisse al sicuro e vivesse in stato dallerta in seguito a una
malaugurata fuga di notizie di qualche
mese fa. Malgrado ci pare che stessero
monitorando una zona di Roma per mettere a segno un attentato contro personalit non meglio identificate. E infine si
sono fatti trovare dalle forze dellordine
tutti bellamente a casa loro. Non vorremmo che dopo due anni dimperizia,
lansia di fare faccia strafare. E porti a
considerare come una minaccia per la
democrazia uno che crede che possa esistere una borghesia imperialista a Crotone, che ivi abita a cinquanta metri da
una caserma dei carabinieri e si fa trovare in piedi allalba mentre sta per andare a incollare manifesti. Insomma tanto vorremmo che questa notizia che il
ministro Bianco ha detto di aspettare
con ansia non sia una tristanzuola allodola preelettorale.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 4 MAGGIO 2001

Audace colpo del solito Cofferati (e il ko ai danni della Cisl)


Milano. Fino alla settimana scorsa sembrava che la Cgil fosse in un mare di guai. La
Confindustria era in procinto di firmare una
intesa separata con Cisl e Uil sui contratti a
termine, la Fiat ne aveva appena fatto uno
nello stabilimento di Cassino e la Fiom-Cgil,
dopo aver raccolto le firme per un referendum fra i lavoratori, si era vista recapitare
una lunga serie di dissociazioni da lavoratori che avevano repentinamente cambiato
idea. Ma con tre mosse ben assestate Sergio
Cofferati riuscito a uscire dalla scomoda
condizione di isolamento, facendoci finire
invece la Cisl. La prima mossa stata lattacco sul terreno dellautonomia delle parti
sociali. La Confindustria - ha sostenuto - si
muove come un clone del centrodestra, e cos strumentalizza per interessi elettorali le
scelte contrattuali. Come corollario ne consegue che i sindacati che si prestano alla
manovra, con trattative segrete di notte e alla domenica, finiscono col portare acqua al
mulino di una parte politica e quindi non sono affatto autonomi. Per la verit la preoccupazione di Savino Pezzotta (Cisl) era esat-

tamente quella contraria: convinto dellesigenza di introdurre maggiore flessibilit per


aumentare loccupazione strappandola al lavoro nero, voleva concludere lintesa prima
delle elezioni proprio per non apparire condizionato dal nuovo inquilino di palazzo Chigi. Si tratta infatti di stilare un parere congiunto che serva da falsariga al governo che
deve emanare un provvedimento sul lavoro
a tempo determinato per ottemperare a una
direttiva europea. Lintemerata di Cofferati
comunque ha ottenuto un primo risultato:
un rinvio della riunione decisiva per consentire alla Cgil di tornare al tavolo della
trattativa, per dimostrare che non cera nulla di gi preordinato. La seconda mossa,
propiziata dallatteggiamento di Sergio Bill (presidente della Confcommercio), che teme di essere messo in un angolo dalla linea
di movimento della Confindustria, stata
quella di seminare zizzania nel campo delle
organizzazioni delle imprese. Parlando ai
banchieri Cofferati ha spiegato che i settori
che aderiscono allintesa separata debbono
aspettarsi che la Cgil non se ne stia con le

mani in mano. Cos lAssociazione bancaria


ha lasciato il campo, mentre la Confcommercio ha proposto una sua mediazione che
ha fatto perdere altro tempo. Il fattore tempo, naturalmente, decisivo: se lintesa non
arriva prima del voto, nel caso del (previsto)
successo del centrodestra la posizione di autonomia della Cisl sar pi difficile da far
valere. Intanto, di rinvio in rinvio, si giunti a maggio, ancora un paio di settimane e il
gioco fatto.
A questo punto si inserisce la terza mossa, quella di drammatizzare lo stallo del rinnovo dei contratti di lavoro, per ricreare il
fronte classico, sindacati contro imprese,
che ostacola ogni intesa separata. Il presidente del Consiglio Giuliano Amato e il ministro del Lavoro Cesare Salvi si sono prestati volentieri alla bisogna. Il primo ha denunciato lintollerabile ritardo nel rinnovo
dei contratti scaduti, anche se il pi importante, quello dei metalmenccanici, ancora alle battute iniziali e non ha ancora dato
luogo neppure a unora di sciopero. Salvi ha
convocato le parti per fare un fervorino

elettorale sullesigenza di adeguare i salari


allinflazione reale e non a quella programmata (dal suo stesso governo). La teoria di
Salvi piuttosto bizzarra: la predeterminazione dellaumento del costo della vita e il
legame con gli aumenti retributivi il nocciolo della politica dei redditi costruita da
Carlo Azeglio Ciampi (e dallo stesso Cofferati) nel 1993 per superare la scala mobile.
Per giunta il governo sostiene che il balzo
dellinflazione in corso solo un gradino
che si riassorbir in corso danno. Tuttavia
Salvi insiste sul recupero dellinflazione
reale e minaccia di istituire una nuova indicizzazione dei salari se la Confindustria
non cede. Si tratta di posizioni puramente
propagandistiche, ma i sindacati non possono rifiutarle, altrimenti passano per amici del giaguaro. Cos prima la Uil, poi la Cisl pi a malincuore, hanno dovuto accodarsi, e in questo clima proprio impossibile
parlare di accordi separati. Cos Cofferati
ha potuto sostenere trionfalmente che sono pi le cose che ci uniscono che quelle su
cui abbiamo opinioni diverse.

Chi di stampa estera ferisce di stampa estera perisce


BERLUSCONI SULLA PRIMA PAGINA DEL WSJ, DEL FIGARO E SULLA COPERTINA DI TIME (CON LAPPOGGIO DI AGNELLI)
Roma. Anglosassoni come i cugini della
City, ma non anti-Cav. Laltra met della
stampa yankee uscita dallombra, dando
spazio alla versione di Silvio Berlusconi. A
un Economist pendente per la coalizione
dell Olive Tree e lettore di Repubblica e
MicroMega, corrisponde, sullaltra sponda
delloceano, un Wall Street Journal incline al
bilanciamento tra i due poli, se non proprio a
un moderato endorsement per la Freedom
Alliance. Il WSJ coadiuvato da un Time
che fa le pulci a tutto tondo, punzecchiando con equanime ironia lazzimato tycoon in
doppiopetto blu scuro e camicia blu polvere,
che spiega le origini della sua fortuna parlando di sangue, sudore e lacrime, e labbonzato Piacione, The Pleaser Francesco
Rutelli, cos detto perch cerca sempre di
accontentare tutti. Time sul Piacione pungente: Persino nel calcio, uomo di contraddizioni La Lazio infatti (di cui supporter Rutelli, ndr.) attira tifosi di destra,
mentre la sua rivale Roma roccaforte della
sinistra Ma il calcio italiano strano, chiosa rassegnato Time, dopo tutto, Silvio Berlusconi proprietario del Milan, i cui tifosi pendono, in gran parte, a sinistra.
Time, pi che Repubblica, legge il Corriere della Sera. In particolare, attratto dalleditorialismo di equilibrio di Stefano Folli,
che cita a pi riprese. Sul fair play bipartisan
del Corriere vigilano i lettori: in una lettera
del 3 maggio, il lettore Giuseppe Sacco pizzica il quotidiano per la disinvolta sintesi di un
articolo del WSJ del 12 marzo, che gettava
una cattiva luce su Berlusconi.
La scaletta di Trofimov
Comunque, gi dalla scaletta seguita da
Yaroslav Trofimov, autore dellarticolo apparso il 3 maggio sulla prima pagina del WSJ,
si capisce che la solfa, rispetto allEconomist,
unaltra. Trofimov d ampio spazio a contenuti, promesse e abbozzo di programma del
leader della Casa delle libert, prima di passarne in rassegna (con replica immediata,
per) i guai giudiziari e finanziari. Si parte
proprio con quellEuropa cos Cav-fobica, almeno sulla carta stampata: Silvio Berlusconi ha dichiarato che tenter di aprire lUnione europea a una concezione pi avanzata di
libero mercato, opponendosi allarmonizzazione fiscale nellUe. Armonizzazione fiscale, ovvero il tema tanto a caro a Francia, Germania e Italia (nella persona del commissario europeo Mario Monti, che ha da poco opposto un cortese diniego a Berlusconi per
una poltrona da ministro). E Berlusconi stesso a spiegarsi: E necessario che lEuropa capisca che al suo interno ci possono essere
delle differenze. In Europa vari sistemi competono luno contro laltro. Sono contro larmonizzazione fiscale perch vogliamo restare competitivi. Nel ripercorrere la carriera
politica di Berlusconi i due giornali americani danno prova di diverse gradazioni di neutralit anglosassone. Il WSJ resta attaccato
ai fatti: Berlusconi gi stato premier per
sette mesi dal 1994 al 1995, Time chiama gli
stessi sette mesi lackluster, poco brillanti,
fiacchi, ma poi d un colpo a Rutelli: Il fotogenico capo della coalizione di centro-sinistra che si descrive come liberaldemocraon combattere i mercati neri, anzi legalizzarli. Non procedere gradualN
mente. Non confiscare i soldi al popolo ovvero non aumentare le tasse. Abolire la facolt del governo di creare dal nulla nuova moneta... Come consigli ai governanti
non c male. Ma soprattutto c di che
mandare in bestia a sinistra e a destra,
keynesiani e liberali, funzionari di quelle
che erano le economie di piano e manager
ineccepibilmente marketing oriented. Per
non parlare degli uomini dordine (qualsiasi ordine). Persino la gente qualunque,
il senso comune.
Sono invece raccomandazioni scritte in
severo stile da saggio scientifico da un serissimo docente di Economia nella Columbia University di New York, nato nel
1926 e morto nel 1995. I consigli Murray N.
Rothbard li scrive a uso delle nuove classi dirigenti dei paesi dellEst ex comunista: Russia, Europa orientale. Il saggio
del 1992 e si intitola infatti Come smantellare il socialismo.
Ma non meno rivolto ai governanti (e
studiosi ed lite) dellOvest: Una delle vie
verso al libert adottata dallex presidente Michail Gorbachev era quella di reprimere i furfanti del mercato nero. Possiamo concludere che latteggiamento mentale del blocco orientale ha molta strada
da fare per comprendere la libert, anche
se vi sono ben pochi occidentali che comprendono questo problema... i mercanti
neri non sono furfanti, il mercato nero

tico, ambientalista e cattolico. Time colpito dal doppio volto di Rutelli: La scorsa estate rimasto incastrato tra il Vaticano, che stava celebrando lanno santo, e gli attivisti per
i diritti del gay, che avevano scelto la Citt
eterna per il gay Pride.
Il Wall Street Journal, intanto, si butta a capofitto sul programma di Berlusconi: Berlusconi si impegnato a tagliare le tasse in ge-

ri gliela concederanno?; Lascesa, la caduta e lascesa di Silvio Berlusconi) e sui programmi dei candidati premier bipartisan
in negativo: Non ci sono differenze di rilievo tra le due parti. Ambedue promettono tasse pi basse, servizi pi efficienti, crescita
economica, privatizzazioni, rafforzamento
delle misure anticrimine e delle politiche
sullimmigrazione illegale. Time dispensa

Stavolta il Cav. non il diavolo. E descritto come un politico con idee


liberali, trattato con rispetto. Ci si interroga sulla sua capacit di
introdurre riforme. Niente pettegolezzi giustizialisti. Il capo Fiat aggiunge
la sua voce: Basta con la criminalizzazione, non siamo bananieri
nerale e a eliminare la tassa di successione
in particolare. Sostiene che il suo piano economico, oltre a rispettare il patto di coesione
e stabilit europea, permetter a una gran
quantit di denaro di emergere dalla shadow
economy. I tagli nelle tasse, continua il
WSJ, saranno controbilanciati da tagli nella
spesa. Ancora, il quotidiano fa parlare Ber-

lusconi: Procederemo allo snellimento dellintera amministrazione pubblica e risparmieremo sui costi del welfare, non licenziando ma creando nuovi posti di lavoro. E
non basta, spende qualche riga anche per la
politica estera di un eventuale governo di
centro-destra: Berlusconi ha promesso che
le relazioni Italia-Usa saranno pi calde. Il
quotidiano, che sottolinea con piacere come
laspirante candidato premier appoggi in linea di principio lidea di scudo spaziale,
rende omaggio allo spirito bipartisan di Berlusconi nei confronti della superpotenza
yankee: Berlusconi si descritto come un
fan di Ronald Reagan, ma ha anche detto di
aver molto gradito la compagnia di Bill Clinton. E una frase lusinghiera di Berlusconi,
dalleffetto amarcord assicurato, rischia di
far tirar fuori il fazzoletto ai lettori a stelle e
strisce: Sar sempre grato allAmerica per
quello che ha fatto per il mio paese e per me
personalmente.
Time, in compenso, nei titoli pende dalla
parte del Cavaliere (Di nuovo in sella. Berlusconi vuole unaltra possibilit. Gli eletto-

LIBRI
Murray N. Rothbard
LA LIBERTA DEI LIBERTARI
120 pp. Rubbettino, Lire 20.000
semplicemente il mercato, che divenuto
nero precisamente perch stato dichiarato illegale. E in questa disprezzata area
nera che i sovietici troveranno pi rapidamente il mercato.
Murray N. Rothbard raccomanda altres di licenziare la burocrazia, privatizzare
o abolire del tutto le operazioni governative, privatizzare le grandi aziende riportandole a dimensioni minori altrimenti il
mercato non avrebbe liquidit per poterle acquistare. Meglio sarebbe, la conclusione, riesumare il vecchio slogan marxista: tutte le terre ai contadini, tutte le fabbriche alla classe operaia.
Forse meno noto al gran pubblico dei
molti liberisti e neoliberisti e monetaristi
austro-statunitensi della seconda met del
secolo (Ludwig von Mises e Friedrich von
Hayek, Ralf Dahrendorf, Milton Friedman
e James Buchanan, John Rawls e Robert
Nozick, la singolare saggista e romanziera
Ayn Rand, il riscoperto politologo di casa

poche caramelle e molto carbone ai due candidati: Nessuno dei due dice niente di preciso sulla riforma delle pensioni o sullallentamento delle maglie del rigido mercato del
lavoro Sanno bene che lopposizione del
sindacato potrebbe innescare scioperi devastanti. E se da un lato il magazine americano mette il dito nella piaga del centrosinistra, riferendosi alla scelta di Rutelli come a
una scelta generalmente vista come un atto
di disperazione, dallaltro si ferma a riflettere sui bastoni tra le ruote di Berlusconi:
La sua posizione di self-made tycoon allo
stesso tempo la sua pi grande forza e la sua
pi grande debolezza. Ci siamo, il conflitto di interessi: Attraverso la Fininvest, luomo che un tempo cantava sulle navi da crociera adesso controlla tre grandi network
privati, la Mondadori un grande quotidiano
(il Giornale) e una squadra di calcio (il Milan). C da dire che poi per Time riesuma
unintervista del 1997, in cui lattuale aspirante premier spiegava al Time stesso la sua
intenzione di ricorrere a un blind trust e in
cui respingeva le accuse: I miei nemici hanno provato a distruggere le mie societ usando la pressione giudiziaria, fiscale e politica Questo un ricatto. Ed il vero conflitto di interessi. Vogliono influenzare la mia
azione politica attaccando le mie societ.
Stefano Folli, fonte affidabile
Proprio lo Stefano Folli pluricitato da Time, laltroieri, in riferimento al trattamento
di favore riservato dalla stampa americana a Berlusconi scriveva: Berlusconi ha avuto conferma che il nocciolo del problema
in Europa Ma gli Usa sono lontani, lEuropa invece qui. E proseguiva: La risposta
sul conflitto dinteressi diventa allora la prima e pi importante replica politica alle
cancellerie dellUnione E probabile che
gli convenga spiegare prima del voto come
intende procedere. Sempre che abbia maturato una chiara idea al riguardo. Il Cavaliere la sua idea al Wall Street Journal lha illustrata: Berlusconi afferma di voler far approvare una legge sul conflitto di interessi
nel corso dei suoi primi cento giorni al governo e che sta pensando di affidarne la stesura a tre esperti indipendenti reclutati allestero. Certo, anche il quotidiano americano si chiede, come i colleghi europei, se
Berlusconi vender la sua Mediaset spa,
ma poi si accontenta della suddetta promesnostra, Bruno Leoni), Murray N. Rothbard
si segnala in effetti per la consequenzialit estrema delle sue argomentazioni, per
il taglio provocatorio delle sue prese di
posizione. Murray N. Rothbard muove naturalmente i suoi passi dai classici, su cui
innesta lanalisi del totalitarismo comunista. Pone con forza la superiorit della societ sullo Stato; dellindividuo sulla societ; dei diritti individuali sulla norma; e
su tutto, quello delle piccole comunit basate sul consenso.
La teoria dei diritti naturali (e quindi
inalienabili) assegnati nel Settecento da
John Locke alla vita, alle idee e alla propriet privata ne il caposaldo originale.
Naturale che ne discenda la teoria della
morte dello Stato, la cui fondazione
Murray N. Rothbard individua nel pensiero del sociologo inglese ottocentesco, in fama di radicalismo, come Herbert Spencer.
Per questo anarco-capitalismo e libertarismo, non liberismo, sono le formule
che racchiudono al meglio il pensiera di
Murray N. Rothbard.
Lo studioso della Columbia scrisse, in
precedenza, anche un libro sulla Grande
Crisi del 1929. Intendeva dimostrare la tesi che la vera causa del super tracollo delle borse statunitensi fu la politica interventista della Banca Federale. A fallire
nel fatidico 1929 non fu, a suo avviso, il capitalismo, ma linterferenza dellautorit
pubblica sulle libere dinamiche delle
competizioni di mercato.

sa dei tre tecnici stranieri e di una boutade criptica: Se i miei figli lo vorranno, forse un giorno.
Ma sullargomento pi spinoso che il
quotidiano e il settimanale americano usano
il medesimo fair-play garantista. Ci saranno
pure, sullorigine delle fortune di Berlusconi, diverse inchieste giudiziarie in Italia e
in Spagna, ricorda il WSJ, ma Berlusconi
stato prosciolto o ha visto ribaltare in appello le accuse di frode fiscale e corruzione. Di
nuovo, sul quotidiano c spazio per linterpretazione del diretto interessato: Secondo
Berlusconi il Partito comunista italiano,
ora noto come Democratici di sinistra, ha infiltrato il sistema giudiziario, e, dopo la fine
della guerra fredda, ha accusato tutti i partiti democratici di finanziamento illecito, con
leccezione dei comunisti stessi, finanziati direttamente da Mosca. Quasi le stesse parole di Time: Indubbiamente Berlusconi e le
sue societ sono state coinvolti in una dozzina di inchieste ma, finora, nessuna delle
accuse andata a segno: alcune sono cadute,
altre rovesciate in appello, altre finite in prescrizione. Nessuna ha avuto molto impatto
sullopinione pubblica italiana. Ed proprio lopinione pubblica che non ha avuto
ancora occasione di replica. The Rich
against the Beautiful, il Ricco contro il Bello, cos infatti il settimanale americano Time
sintetizza lidea che hanno gli italiani della
lotta di personalit in cui sono impegnati i
due aspiranti alla presidenza del Consiglio.
Berlusconi, a parte quellalleato arruffapopoli dalla voce gracchiante (Umberto Bossi)
viene nel complesso riabilitato come aspirante premier.
Personalit narcise
Lelettorato italiano, invece, descritto da
Time come sballottato nella lotta tra personalit ugualmente narcise e ugualmente insesibili ai programmi, non ha ancora lavato
lonta di quella frase sullEconomist: In
qualsiasi democrazia dotata di amor proprio,
sarebbe impensabile che luomo che si pensa stia per essere eletto primo ministro sia
stato recentemente indagato, tra le altre cose, per riciclaggio di denaro sporco, legami
con la mafia, evasione fiscale e corruzione di
politici, giudici Ma il paese lItalia e luomo Silvio Berlusconi, certamente il suo cittadino pi ricco. Sempre il settimanale della City affermava in copertina Perch Silvio
Berlusconi non adatto a guidare lItalia e
si chiedeva in un titoletto: Perch cos poca
preoccupazione in Italia?. E poi si rispondeva: Ci sono ragioni storiche per cui molti
italiani non sono preoccupati dallurgenza di
tenere Berlusconi lontano dalle alte cariche.
E una triste verit, ma per anni hanno avuto
ben pochi motivi per rispettare le istituzioni
o le norme dello Stato. Limpatto dellaffaire
Berlusconi sullumore dellelettorato preoccupa in generale la stampa estera. Il quotidiano francese Le Figaro, ieri, dopo aver
messo laccento sul programma liberale di
Berlusconi, ha intervistato il ministro Giovanna Melandri: Pensa che le ultime rivelazioni su Berlusconi possano influenzare il risultato delle elezioni?. E la Melandri, serafica, ha risposto: Je ne pense pas.

50 ANNI FA
4 MAGGIO 1951
In calo la popolarit di Mac Arthur secondo alcuni sondaggi indipendenti. In base a
indagini demoscopiche condotte in tutto il
paese, il 52 per cento degli americani daccordo con Truman e disapprova lidea del
generale di spostare se necessario la guerra di Corea sul suolo cinese con un significativo 73 per cento. Ma Mac Arthur ancora pi popolare di Truman anche se la forbice si ridotta (56 contro 44 per cento).
Avr la porpora mons. Wyszynski, primate
di Polonia. Con questa solenne promessa di
Pio XII il prelato riparte per la Polonia dopo un difficile soggiorno romano. Durante i
colloqui in Vaticano, in cui non sono mancati i toni pi aspri, Wyszynski stato interrogato a fondo sugli accordi che ha concluso con il regime comunista polacco. La Santa Sede non riconosce la Polonia comunista
e mantiene rapporti diplomatici con il governo polacco in esilio a Londra. Alla fine,
almeno nel Papa, prevalsa lopinione che
Wyszynski sia uomo di elevati valori spirituali e agisca nella pi assoluta buona fede.
Donne: comprate la pillola pink in confezione gigante per combattere debolezza,
anemia ed esaurimento nelle tre et critiche. La mirabolante pasticca, contenente
ferro ricostituente, consentirebbe di trarre
profitto dalle sostanze fortificanti degli alimenti e dallossigeno vivificante dellaria.

ANNO V NUMERO 121 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 4 MAGGIO 2000

Formale istanza per conoscere dal dottore Biagi il nome del cavalcatore
Signor direttore - Intervistato su Sette, Carlo Scognamiglio racconta la sua giovent a
Portofino e alla Bocconi. E delle sue mogli belle e nobili: Lodovica Barassi, Delfina Rattazzi,
Cecilia Pirelli. Carlino commenta: Sposare
una profuga slava per me sarebbe stato improbabile. A proposito, la rubrica si chiama Gli
anni della gavetta.
Mattia Feltri
Signor direttore - Mi permetta una piccola
integrazione alla lettera del senatore Marcello
Pera, pubblicata sul Foglio del primo maggio a
pagina quattro. Il senatore afferma che il professor Pizzorusso, pur di scagliarsi contro Berlusconi, non controllerebbe i propri argomenti
contro il rischio del ridicolo. Io penso, invece,
che Alessandro Pizzorusso parli fin troppo sul
serio. Attribuire ai Procuratori della Repubblica la formulazione della politica giudiziaria,
stabilendo i criteri di priorit nellesercizio dellazione penale, significa non soltanto dilatare
eccessivamente il ruolo del potere giudiziario rispetto agli altri poteri dello Stato, ma anche,
nellambito del medesimo, rafforzare, oltre i limiti del tollerabile, la funzione requirente (laccusa, ndr.) rispetto alla giudicante. Esempi storici di un super potere repressivo, esercitante
nei confronti di tutti gli altri un occhiuto controllo di legalit, non mancano. Si tratta sempre di societ oligarchiche, nelle quali una classe dominante molto ristretta ha bisogno di cani da guardia contro gli esclusi, che sono la
maggioranza. Un primo esempio sono gli Efori
dellantica Sparta: in numero di cinque vigila-

Dj & Ds
di Pierluigi Diaco

Pamela incinta. Sono contento. Meravigliato. Lei non


si tiene pi. Io non vedo lora che nasca. Lo
vuole chiamare Sebastiano. Io vorrei che si
chiamasse Camilla. Ho sempre creduto nella famiglia e so che lei sar una madre eccezionale. Peccato che anche questa volta
io non sono il padre.

vano contro qualsiasi tentativo di mutare le sacre leggi di Licurgo e avevano il potere di accusare, giudicare, condannare e fare eseguire la
sentenza perfino contro gli stessi re di quellantico Stato, come pi volte avvenne. Un altro
esempio il Consiglio dei Dieci, che acquist un
grande potere a Venezia, quando con la serrata
del Gran Consiglio il governo della Repubblica
fu affidato esclusivamente alle famiglie iscritte
nel libro doro. E risaputo che nel secolo quindicesimo il Consiglio accus e mise a morte il
doge Marin Faliero. Se vero che gli avvenimenti degli ultimi tempi possono essere letti come la strenua resistenza di una classe dirigente cattocomunista, della quale il professor Pizzorusso fa parte a buon diritto, contro gli sforzi
di sostituzione o almeno di inserimento degli
esclusi, si comprende perch lillustre docente
invoca listituzione degli Efori. Per la verit,
questi esistono gi da tempo e, come tutti sanno, hanno anche prestato finora molti utili servizi allestablishment politico-culturale. Bisogna perci acquisire consapevolezza che una
delle poste in gioco oggi - e non delle meno importanti - questa: in un moderno paese democratico la politica giudiziaria, quale formu-

lazione delle priorit nellesercizio della funzione daccusa, spetta agli organi elettivi, anche se,
per garantirne limparzialit e sottolineare il
carattere bipartisan degli interventi in materia
di giustizia, opportuno richiedere maggioranze qualificate. Gli Efori, cani da guardia di una
legalit esasperata, vanno lasciati a MicroMega e alla sua redazione.
Luigi Bitto, Bergamo

legislativa, quello che i governi di destra e di sinistra praticano in Francia da almeno un decennio sotto il nome di codification droit constant.
Giulio Mecarelli, via Internet

La competenza brillante del dottor Bitto,


giudice in Bergamo, mette ciascuno al proprio posto. Unica osservazione laterale. Gli
Efori non erano dipendenti di Carlo De Benedetti, ed erano meno spocchiosi dei micromeghisti.

Signor direttore - Ho trovato istruttivo, si fa


per dire, leggere a pagina due del Foglio rosa la
traduzione del tanto contestato editoriale su
Silvio Berlusconi dellEconomist; ho trovato invece pi divertente il suo commento in prima
pagina: proprio vero, in Italia ormai la politica in mano a quattro scalzacani di comici della tv (e la Zanicchi la racconta meglio di tutti).
E un peccato che non siano stati tradotti anche: 1. il lungo servizio da pagina 21 a pagina
24, una storia italiana: Silvio Berlusconi, dove c davvero la raccolta di tutta la spazzatura disponibile sul mercato; e 2. nella sezione
Books and Arts a pagina 101, sotto il titolo
Italian politics Counterattack la recensione
di tre libri italiani: Lodore dei soldi: origini e

Signor direttore - Leggo oggi sul Figaro i primi commenti accettabili sul Cav. E vero che
allestero (per ora) non si vota, ma la Casa delle Libert ha sbagliato nel sottovalutare limportanza di impegnarsi in unopera di informazione sulle ragioni della riforma liberale in Italia. Per spiegare ai francesi, per esempio, che il
vituperato Berlusconi-Giustiniano-Napoleone
propone allItalia, in materia di semplificazione

Il Figaro un ottimo giornale. Impegnato


seriamente contro la deriva giustizialista,
anche in Francia.

FACCIA A FACCIA
lettera in versi di Davide Guadagni con risposta dellelefantino
Quando lelefantino nel Mugello
Urlante tampinava lavversario
Era per invitarlo ad un duello.
Si finse assente quel destinatario
Trad la sacra legge del confronto
Alzando i tacchi in pi di unoccasione
Tirato per la giacca fece il tonto
Ed evit con cura quellagone.
La storia, vedo oggi, si ripete
Altri avversari, altro firmamento
Per chi scappa era lui lariete
Ostentando ragione e sentimento
Ti manda a casa la sua vita intera

Eccelle nel piacere di mostrarsi


Vuole giocare una partita vera.
Il Foglio lo consiglia di sottrarsi?
Riflette tormentato lelefante
Il Mugello gli torna alla memoria:
Si fa presto, ne metto in fila tante
Paragoni pregiati, quasi storia
Attorcigliati un poco su se stessi
Riesumando in finale un ch di boria:
Me la cavo facendoli un po fessi
Istintivo mi sgorga un do dal petto
Anche perch lo so che abbiamo perso
Rileggi ancor quello chhai appena letto
E leggi anche la prima dogni verso.

risposta
Come ti pare e piace
Hai voglia a raccontarla.
E che centra il Mugello
Con lItaglia?
A me il duello garba,
Zorresche come sono le mie
Zanne di puro avorio.
Ora anche il Cav. dovrebbe? E perch mai?
Dannati mugellani
Io inseguivo.
Cavaliere non sono ma elefante.
I Rutelli non meritano un fare elegante

misteri delle fortune di Silvio Berlusconi (servizio lungo quasi una colonna), Pci, la storia
dimenticata (dieci righe); Il libro nero del cristianesimo: duemila anni di crimini nel nome
di Ges di Jacopo Fo e altri (quindici righe)
pi un commento dellestensore su Berlusconi
e Rutelli e la sua signora Barbara Palombelli,
che si lamenta che un peccato che questi libri
non attireranno lattenzione di chi andr a votare. Ci si convince sempre di pi che tutto questo non sia farina di redattori inglesi.
Francesco Castellano, Segrate (Milano)
Grazie per i complimenti. Gli inglesi sono
eccentrici, si sa. Non preoccupatevi.
Signor direttore - Ieri sul Corriere della Sera
Enzo Biagi nel suo Strettamente personale
parlando di scandali politici ha scritto: Fu la
stampa che fece sloggiare Nixon: fatevi raccontare che cosa fu il Watergate, uno scandalo messo in moto da un cronista allora quasi sconosciuto e cavalcatore di un editore (era, anzi, una
signora) che credeva davvero nella libert
dinformazione. Ora, a parte che i giornalisti
del Washington Post che si occuparono del caso
erano due (Carl Bernstein e Bob Woodward) e
non uno, stupisce nella prosa di Biagi il riferimento poco elegante a un preciso e finora non
conosciuto rapporto extraprofessionale tra almeno uno dei due cronisti e leditrice del quotidiano. Mi sembra opportuno chiedere a Biagi di
ritornare autorevolmente sullargomento indicando le sue fonti e rendendo noto chi dei due
(Bernstein o Woodward?) era il cavalcatore.
Mauro della Porta Raffo, Varese
Il dottore Biagi ci dir cortesemente della sua allusione sessuale.

Alta Societ
50 anni fa nasceva il Crazy Horse. Chi
non ricorda Monsieur Bernardin, il fondatore? Domani gran festa con donne e
champagne. Come ai vecchi tempi.

Limmunit di Berlusconi

Unoccasione ghiotta per


Garzn, ma anche per Dini
La richiesta irricevibile e lenorme
fascicolo quasi tutto in spagnolo
Il ministero degli Esteri respinge la richiesta spagnola di sospendere limmunit
parlamentare a Silvio Berlusconi. La decisione finale arriver nei prossimi giorni, ma
ormai scontata. Quando marted 24 aprile,
FARNESINA

un inviato dellambasciata spagnola entrato nellufficio del Contenzioso diplomatico


della Farnesina, dove lavora il gruppo di
giuristi del ministero, e ha depositato un incartamento del giudice Baltasar Garzn, i
funzionari sono rimasti stupiti: il fascicolo,
sulle indagini su Berlusconi, era molto, molto voluminoso e quasi tutto in spagnolo. Fonti vicine alla Farnesina raccontano che gli
esperti del ministero hanno subito iniziato
lesame del tomo, e lesame sarebbe continuato nella discrezione, se El Mundo non
avesse dato la notizia della richiesta. A
quel punto il ministero conferma larrivo del
fascicolo, ma per noi hanno sbagliato indirizzo: se i limiti alle indagini derivano dallimmunit di cui Berlusconi gode come
membro dellAssemblea del Consiglio dEuropa o del Parlamento di Strasburgo, lItalia
non centra. Alcuni diplomatici spiegano
che la decisione nasce anche dal desiderio
del ministro Lamberto Dini di rafforzare il
suo ruolo istituzionale e bipartisan. Settori della diplomazia sottolineano inoltre che
la risposta della Farnesina a Garzn giunta proprio nel giorno in cui anche il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha voluto rassicurare quegli ambienti europei che hanno sollevato timori nei confronti di una possibile vittoria del centrodestra. Anche nella querelle su Radio Vaticana Dini ha deciso di mantenere una linea
pi istituzionale rispetto ad altri battaglieri ministri-candidati come Willer Bordon, ma loffensiva mediatica contro Berlusconi era unoccasione ghiotta per rendere
nota lirricevibilit procedurale delle richieste di Garzn. Nellentourage del ministro ricorrono anche critiche nei confronti di
Madrid: intempestiva sarebbe stata la decisione dellambasciata di depositare la richiesta proprio ora, quasi in coincidenza con
le inchieste di El Mundo e a pochi giorni dal
voto. Altre richieste di sospensione dellimmunit, in Europa, erano state avanzate da
tempo, come mai il fascicolo in Italia arrivato ora? Alla Farnesina rispondono: E arrivato il 24 aprile, ne abbiamo preso attenta
nota. Tra i diplomatici infine continua a
diffondersi una certa preoccupazione per il
tenore della campagna elettorale e per i
commenti della stampa estera. Gli addetti ai
lavori sono i primi a decifrarne le ragioni legate al momento elettorale e ad avvertirne la
pericolosa ricaduta sul loro lavoro.

ANNO VI NUMERO 121 - PAG I

Ex, post, neocomunisti-1

Quattro tutori antimafia


in lista per i Ds in Sicilia
Il sarcasmo di un grande torinese su
materialismo e moralismo storico
LA RIVISTA DI MACALUSO attacca la direzione regionale per le candidature
Sul numero in edicola di Le ragioni del
socialismo, diretta da Emanuele Macaluso, appare un commento su come sono state compilate le liste dei Ds in Sicilia. A Palermo il capolista Luciano Violante, di cui
si ricorda che aveva affermato di non voler
concorrere anche in un collegio, a causa
della sua funzione istituzionale di presidente della Camera; e invece concorre in
Piemonte. Se va male, c il paracadute siciliano. Al secondo posto, in deroga alla
regola dellalternanza fra uomini e donne,
c il presidente dellantimafia Giuseppe
Lumia, in passato eletto nel suo collegio. Se
ora ha bisogno di spostarsi perch lincarico che avrebbe dovuto accrescere i consensi per lopera svolta contro la mafia, potrebbe invece averli diminuiti. A Catania
capolista Angela Finocchiaro, presidente
della commissione Giustizia ma avversata
dalla segreteria regionale Ds. Dietro stato catapultato il romano Famiano Crucianelli, responsabile della giustizia Ds, anche se nessuno se n mai accorto. In conclusione lisola, dove c mafia e illegalit,
ha bisogno di due tutori antimafia capilista
a Palermo e due a Catania: cos stato detto in Direzione nella riunione di ratifica
delle liste. Meschini calcoli, spacciati con
motivazioni che vorrebbero essere nobili, e
sono invece ignobili per la Sicilia, dove storicamente la lotta alla mafia la sinistra lha
fatta, con tanti morti, senza tutori.
PAJETTA SECONDO VATTIMO e comera
in realt il polemico dirigente comunista
Il filosofo torinese Gianni Vattimo, per
giustificare la campagna di demonizzazione
dellavversario pericoloso e rifiutare lappello allabbassamento dei toni ospitato sul
Foglio, si richiamato allo stile polemico di
un altro grande torinese, Giancarlo Pajetta,
a un suo presunto fanatismo ideologico.
Ma chi lha conosciuto bene ricorda che lo
stile di Pajetta era assai diverso, capace di
supreme sottigliezze, niente affatto fanatiche. Responsabile della politica internazionale comunista, intratteneva rapporti intensi con Giulio Andreotti, entrato come lui alla Costituente con i calzoni corti. Lo chiamava linfame, ironizzando sui numerosi tentativi di sottoporlo a un giudizio. Proprio di
questa deriva giudiziaria della battaglia politica Pajetta non voleva sentir parlare. Persino di Enrico Berlinguer e della agitazione
della questione morale non era convinto.
Questi compagni, diceva con una delle sue
battute fulminanti, hanno confuso il materialismo storico con il moralismo storico.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

VENERD 4 MAGGIO 2001

COS SI CONVINSERO CHE IL BERLUSCA NON VA DEMONIZZATO

Arriva la doppia batosta del 94 e la sinistra comincia lautocritica


Roma. LUlivo nasce dallidea che la sinistra deve smetterla di demonizzare Silvio
Berlusconi. La doppia sconfitta (politiche e
europee) del 1994 convince i Progressisti a indagare sui propri limiti, e grazie a questa riflessione vengono poste le basi della vittoria
del 1996. La svolta, per, non matura dopo il
risultato del 27 marzo, bens dopo le successive Europee del 12 giugno e le dimissioni di
Achille Occhetto. A botta calda quasi nessuno vuole ammettere che il Polo ha vinto perch ha saputo meglio interpretare certi umori del paese. Al massimo Eugenio Scalfari e
Mario Segni rimproverano a Rifondazione di
aver spaventato i moderati.
Un po pi articolato Massimo DAlema,
secondo il quale la forza della destra stata
paradossalmente la sua divisione e ladesione delle sue componenti a realt corporative
e locali, per esempio il Movimento sociale in
Puglia ha fatto una campagna sudista proprio
contro la Lega nord. E ne trae riflessione
per iniziare a vagheggiare un proto-Ulivo:
La destra riuscita a creare unalleanza con
una parte del centro. Noi non siamo riusciti a
fare altrettanto, con il resto. Emanuele Macaluso sostiene che la sinistra si presentata con unimmagine non credibile, o non sufficientemente credibile, come forza di governo, mentre Gianni Mattioli osserva che meglio sarebbe stato parlare di pensionati e disoccupati piuttosto che di Bot, Nato e Cuba.
Su questa linea Occhetto, che definisce
quello di Berlusconi un esecutivo di ex piduisti, ex craxiani e riciclati, affronta il voto

europeo. LItalia non lInghilterra, e non


possibile fare opposizione col solo fair play,
dice tra laltro in un comizio allAquila. Ma alle urne ottiene un risultato dopo il quale sente di dover dare immediatamente le dimissioni, pur insistendo che molto ha pesato la
nettissima, mai vista, disparit di mezzi e di
spazi di comunicazione nel corso di questa
campagna elettorale. E a questo punto che
nellopposizione inizia lautocritica. Non ho
tempo da perdere con Occhetto, sbotta subito Leoluca Orlando. Forza Italia vince nel
paese perch ha mandato un messaggio di governo, ed lo stesso motivo per cui io vinco a
Palermo. Ma Berlusconi vince anche per gli
errori degli altri. Io da ieri ho cominciato a
non sbagliare pi. Anche Edo Ronchi, per i
Verdi, ammette che Berlusconi ha vinto per
gli errori dellopposizione. E il 15 giugno la
polemica sbarca allinterno del Pds con Lanfranco Turci, esponente di punta dei riformisti emiliani e del partito delle cooperative,
arriva quello che pu essere definito il primo
manifesto del nuovo corso. Abbiamo sbagliato sia tattica che comunicazione In questi mesi abbiamo oscillato paurosamente fra
il desiderio di demonizzare Berlusconi e
quello di non considerarlo nemmeno, seguendo una linea aventiniana In campagna
elettorale noi avevamo un buon programma,
ma o labbiamo spiegato con i fiocchi da lutto
al collo, o labbiamo dimenticato per parlare
solo di Berlusconi, tirandogli cos anche la
volata finale. Conclusioni: smetterla di contrapporre a Berlusconi genericamente un

no, e cercare una critica costruttiva. Sarebbero queste le necessarie premesse alla
proposta strategica di Turci: Facciamo unalleanza, chiara, con il Ppi e Segni, e mettiamo
a guida della coalizione un personaggio come
Romano Prodi, un vero anti-Berlusconi.
Questa analisi sembra imporsi nel dibattito successivo. DAlema, che pure prima del
voto europeo ha riferito il radicamento del
messaggio berlusconiano nella societ al segno di un processo di rincoglionimento che si
fa strada nel paese, al momento di concorrere per la successione di Occhetto definisce
invece molto intelligente e lucida loperazione politica di Berlusconi, e deplora una
demonizzazione che stata reciproca: Dovevamo dire i cambiamenti che volevamo,
pi che giocare la carta della paura per i
cambiamenti proposti dagli altri. Quasi gli
stessi accenti di Walter Veltroni: La sinistra
alle ultime elezioni ha peccato di subalternit culturale e politica, ha fatto una campagna elettorale tutta contro, non per qualcosa. Berlusconi ha fatto delle promesse che
ora, purtroppo, dico da italiano, si stanno rivelando illusioni, ma la sinistra non ha avuto
la forza di proporre agli italiani altro che una
politica di rigore. E una sinistra che si illusa che Tangentopoli sbloccasse i voti della sinistra, che ha sbagliato su Berlusconi. Andava demonizzato meno e valutato di pi come
pericolo. Berlusconi va combattuto con durezza, ma soprattutto sfidato sul piano dei valori, delle regole, dellefficienza dello Stato.
Un segnale del nuovo stato danimo viene

anche dalla durissima risposta di Massimo


Cacciari a Umberto Eco, che ha detto in base
a quei risultati elettorali di vergognarsi di
essere italiano. Il discorso in s stupido.
Se non ti piace questo paese in generale, vattene. Se non ti piace il governo attuale, delle
due luna: o non ti lascia vivere nazifascismo
o stalinismo allora devi andare in esilio per
combattere meglio. O ti lascia perfettamente
vivere e credo che questo sia il caso allora
pensa a costruire lalternanza al governo che
non ti piace. Se non ci riesco vuol dire che sono debole o poco intelligente, o non ho i mezzi, anche economici, perch la politica costa:
quello che non sopporto il piagnisteo. Ma
per Cacciari un problema del senso comune di sinistra che straperdente, suicida per
vocazione. E DAlema, ormai divenuto segretario, ha modo di delineare il nuovo approccio il 20 ottobre 1994 nel corso di un dibattito con Pietro Ingrao, che gli chiede se
vuole il mio voto di spiegargli che cosa vuole fare, con chi deve allearsi, ma soprattutto
per fare che cosa. Il segretario spiega appunto che poich sono sorte nelle societ delle dinamiche nuove che producono un rischio autoritario e continueranno a produrlo
finch non saranno rimosse, non serve demonizzare il capo attuale della destra senza agire sulle cause profonde, perch il risultato sarebbe lemergere di un capo ancora pi autoritario. La strategia, invece, deve essere la
costruzione di un nuovo blocco sociale che
rispecchi i profondi mutamenti della societ.

UNIT ED ESPRESSO DICONO NO A IL PI MIGLIORE AL MONDO

La videocassetta anti Cav. non trova sponsor per andare in edicola


Roma. Cercasi giornale o settimanale progressista al quale accoppiare, per distribuzione in videocassetta a fini elettorali, linstant-movie di Aurelio Grimaldi Il pi migliore al mondo. Chi sia luomo in questione
non ci vuole molto a capirlo, basterebbe la vignetta di Vauro che sulla locandina ritrae un
Berlusconi ghignante, impermeabile si direbbe a ogni contestazione giudiziaria e sicuro di stravincere il 13 maggio. Ma per ora la
mobilitazione attorno a questo film a basso
costo di 75 minuti, girato in poche settimane
dal regista di Nerolio con uno stile definito autobiografico e metacomunicativo, stenta a decollare. Sar perch la campagna elettorale al rush finale e nessuno dei due fronti pu permettersi di sbagliare un colpo, sar
perch il tormentone Travaglio-Luttazzi sui
soldi del Cav. ha esaurito un po il suo corso
mediatico, sar perch il ricordo del film collettivo Lunico paese al mondo, patrocinato
nel 1994 da Nanni Moretti in chiave anti berlusconiana, invita a qualche riflessione sullefficacia politica di iniziative siffatte.
Proprio in queste ore un fitto scambio di

telefonate sta cercando di risolvere il problema. Lidea originaria dei produttori Leonardo Giuliano e Caterina Nardi, gestori dello storico cinema Pasquino specializzato in
film in lingua originale, era infatti di dotare
lUlivo di uno strumento di battaglia ad alto
tasso polemico, da proporre come una sorta
di risposta artigianale al patinato libretto-biografia di Berlusconi inviato alle famiglie italiane. Ma una cosa stampare 20 mila cassette e distribuirle nelle edicole in forma di testimonianza (per questo esiste la disponibilit della societ Elle-U), unaltra trasformare Il pi migliore al mondo in un evento
politico di contro-informazione, coinvolgendo
testate importanti da qui al 13 maggio. Risultato: a tuttoggi, dopo aver visionato il materiale, sia lEspresso sia lUnit avrebbero risposto no grazie, pur apprezzando il lavoro
compiuto (gratuitamente) dalla troupe pilotata da Grimaldi. Si vedr nelle prossime ore se
il Manifesto e Liberazione risponderanno allappello. Ma laria che tira non induce allottimismo. Come se il filmato fosse diventato, di
colpo, un oggetto ingombrante: poco rifinito

sul piano artistico; eccessivamente sdraiato


sulle note tesi di Travaglio & Luttazzi; incapace, nonostante le intenzioni degli autori, di
far presa su quel popolo degli indecisi al quale pur intende rivolgersi. Del resto lo stesso
Grimaldi a ricordare in una scena, con una
punta di risentita ironia, che i comici contattati si sono negati allimpresa, pur approvandone gli intenti. Vale per Enzo Iacchetti e per
Piero Chiambretti. Mentre Nanni Moretti, da
quel gran pignolo che , avrebbe posto troppe condizioni per partecipare (ma c chi dice che stia preparando egli stesso un documentario sul 13 maggio).
Chi arde dalla curiosit potr comunque
vedere il film sul grande schermo, da oggi, direttamente al cinema Pasquino di Trastevere. Sul modello del morettiano Aprile, Grimaldi racconta infatti la precipitosa nascita
di un film militante (lidea nacque il 16 marzo scorso) che nelle intenzioni del produttore
incarnato da Roberto Freak Antoni deve
essere inattaccabile sul piano dei documenti, non prestare il fianco a contestazioni: questo uomo vuole governare lItalia, noi abbia-

mo il dovere di porgli delle domande. Ne


esce una sorta di Berlusconi-story fortemente caratterizzata sul versante giudiziario, con
interventi di Marco Travaglio, Elio Veltri, Antonio Di Pietro, Cristina Matranga e connessa
lettura di sentenze e atti processuali riguardanti il caso All Iberian, i rapporti con Craxi,
DellUtri eccetera. Non si sfugge, francamente, a una sensazione di gi visto, mentre una
qualche curiosit viene sollecitata, sul piano
antropologico ancor prima che politico, dalle
interviste volanti sulle intenzioni di voto effettuate alla periferia di Roma e in un quartiere popolare di Palermo. Il mini-sondaggio
incorona Berlusconi, e il film ne prende atto.
La cronaca registra la fugace apparizione,
ieri al cinema Pasquino, di Antonio Di Pietro,
il quale, tra applausi e qualche perplessit
delluditorio, ha affermato che il centrosinistra non ha bisogno di una chemioterapia ma
di un intervento chirurgico. In compenso nel
film, rivolgendosi direttamente alla telecamera, assicura che Berlusconi pronto a uccidere uno dei tre poteri dello Stato.
Michele Anselmi

Ex, post, neocomunisti-2

La fuga del figlio di Kim


rovina la festa a Pyongyang
La Festa del lavoro finisce in scontri
nelle capitali tedesca e britannica
APERTURA ALLEUROPA in funzione antiamericana della Nordcorea
La Corea del Nord uno dei paesi considerati canaglie dal Pentagono e contro le
quali si progetta la difesa antimissile. Per il
governo di Pyongyang, che continua a chiedere levacuazione dei militari americani dal
Sud per avviare trattative, la visita di una delegazione dellUnione europea rappresentava loccasione per uscire dallisolamento. Il
premier svedese Goran Persson ha incassato
dal leader Kim Jong Il la disponibilit a prorogare fino al 2003 la moratoria sui test missilistici e persino ad avviare colloqui sul tema dei diritti umani. Ma il successo diplomatico stato oscurato dalla notizia che il figlio
del dittatore, Kim Jong-nam fuggito in Giappone dove, secondo lagenzia Jiji, ha chiesto
asilo politico. Kim Jong-nam il primogenito,
designato alla successione nella dinastia rossa della Corea del Nord. Aveva accompagnato il padre nella visita a Pechino, principale
alleato e protettore, occupa una posizione di
rilievo nelle forze armate. In Giappone cera
gi stato per apprendere la lingua, dopo aver
studiato in Russia e in Svizzera. Ma questa
volta si presentato con passaporto falso dominicano e dopo larresto per immigrazione
illegale, ha ammesso le sue generalit. Il governo giapponese si immediatamente riunito per decidere sul da farsi, mentre dalla
Corea del Nord non sono stati fatti commenti
e la notizia non stata diffusa.
GLI AUTONOMEN FESTEGGIANO il primo
maggio con una colossale rissa a Berlino
Nel quartiere di Kreuzburg lestrema sinistra ha dato vita a manifestazioni non autorizzate che hanno mandato allospedale
166 agenti e 174 dimostranti, che scagliavano sampietrini contro le forze dellordine.
La ragione della protesta era lantifascismo
e i pericoli connessi al riapparire di gruppi
neonazisti, ma in realt in quel quartiere,
quello delle occupazioni di case e delle comuni proletarie degli anni Settanta, ogni
anno il primo maggio occasione di scontri.
La Pds, il partito erede della Repubblica
democratica tedesca, non ha partecipato alla manifestazione non autorizzata di Kreuzburg, ma ne ha organizzata una nei quartieri dellex Berlino Est, dove molto forte,
per protestare per il divieto deciso dallamministrazione berlinese per la manifestazione di Kreuzburg.
BOTTE ANCHE A LONDRA nel giorno della festa del lavoro
Cominciata con biciclette e hamburgher
vegetali la manifestazione sindacale a Londra finita con 50 feriti e 92 fermati.

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