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Sanniti

I Sanniti o Sabelli furono un antico popolo italico stanziato nel Sannio, corris
pondente agli attuali territori della Campania settentrionale, dell'alta Puglia,
di gran parte del Molise (tranne il tratto frentano), del basso Abruzzo e dell'
alta Lucania. Insieme di trib riunite nella Lega sannitica, estesero nel corso de
lla prima met del I millennio a.C. la propria area di influenza, fino ad arrivare
a comprendere i loro vicini meridionali, gli Osci, ai quali erano linguisticame
nte molto affini. Nel IV secolo a.C. vennero in contatto con la Repubblica roman
a, allora potenza in piena ascesa. Tra il 343 e il 290 a.C. le tre Guerre sannit
iche sancirono la supremazia dei Romani, incrinata da defezioni e ribellioni nei
secoli seguenti, ma mai messa in discussione. I Sanniti furono quindi completam
ente romanizzati, in un lungo processo che si concluse soltanto nei primi secoli
del I millennio d.C.

Indice [nascondi]
1 Etnonimo
2 Storia 2.1 Il Ver Sacrum
2.2 La Lega sannitica
2.3 Le Guerre sannitiche
2.4 Le ultime rivolte e la romanizzazione
3 Societ e vita quotidiana
4 Economia
5 Governo
6 Esercito
7 Lingua
8 Arte e architettura
9 Religione
10 Note
11 Bibliografia 11.1 Fonti primarie
11.2 Letteratura storiografica
11.3 Atti, miscellanee e riviste
12 Voci correlate 12.1 Contesto storico generale
12.2 Rapporti con Roma
13 Altri progetti
14 Collegamenti esterni
Etnonimo[modifica | modifica wikitesto]
Niente fonti!
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I Sanniti definivano Safinim (dalla radice italica Sab-/Saf- presente anche in S

abini e Sabelli, ad esempio) il proprio territorio nazionale, e definendo se ste


ssi col il nome di Safineis (in greco antico Saf??e??). Le differenti denominazi
oni a noi giunte attraverso la lingua latina si spiegano con la circostanza che
in latino arcaico la /f/ intervocalica non era presente, per cui Safinim divenne
per assimilazione Samnium, da cui i Romani derivarono il toponimico Samnites pe
r designarne gli abitanti.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il Ver Sacrum[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Primavera Sacra.
I Sabini che avevano lungamente combattuto contro gli Umbri loro vicini, non pot
endo prevalere, decisero di sacrificare quanti sarebbero nati in quell'anno, se
avessero riportato vittoria sugli Umbri. Ci accadde, per cui mantennero il voto,
ma essendo stati poi oppressi da grave carestia, per liberarsi da tale calamit de
cisero di consacrare nuovamente agli dei i loro figli nati, pensando di ritrovar
e l'abbondanza perduta. E questi, consacrati al dio Marte, giunti che furono all
'et adulta furono mandati dai loro genitori a cercare altra dimora[senza fonte].
Secondo la leggenda[senza fonte], quindi, la trib sabellica dei Pentri, guidata d
al "bove", si sarebbe fermata a nord del fiume Tifernus (presso l'odierno Matese
), e avrebbe fondato la citt di Bovianum che era, secondo lo storico romano Tito
Livio[1], capitale del Sannio. Bovianum ricordava annualmente con il ver sacrum
l'arrivo della trib pentrica guidata dal bue che d il nome alla citt. Una seconda t
rib, quella degli Irpini guidata dal "lupo" (in osco hirpus) si sarebbe fermata n
elle valli del Calore e del Sabato; una terza, guidata dal "picchio" (picus) si
sarebbe fermata a sud del Terminio nel paese detto perci dei Picentini; una quart
a, i Caudini, guidata dal "cinghiale" (aber, donde Abella, l'attuale Avella), si
sarebbe stanziata tra i monti del Partenio e il Taburno e fin nella Conca avell
ana.
molto probabile che non si facesse ricorso ad un animale reale, ma che gli abita
nti marciassero sotto un vessillo su cui l animale era raffigurato. In ogni caso,
chiaro che il motivo reale per celebrare il Ver Sacrum era la sovrappopolazione.

Il Sannio secondo l'Historical Atlas di William R. Shepherd (1911)


La Lega sannitica[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Lega sannitica.
I Sanniti costituivano una confederazione di popoli, la Lega sannitica, ed erano
strettamente correlati agli Osci, popolazione indoeuropea del gruppo osco-umbro
. In epoca storica i Sanniti risultano dispersi su di un vasto territorio delimi
tato a nord dai monti della Maiella, nell'alto Abruzzo, al confine con gli Umbri
, i Piceni (a nord-est) e i Sabini (a nord-ovest); a sud ed a est dal Tavoliere
delle Puglie e dalle coste adriatiche; a ovest dal Mar Tirreno, dalle terre dei
Volsci, degli Aurunci, dei Sidicini e dei Latini.
I Sanniti si suddividevano in quattro trib principali: Caudini, Irpini, Pentri e
Carricini.
Le Guerre sannitiche[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Guerre sannitiche.

Il territorio occupato dalla confederazione sannita si espanse progressivamente,


ma giunti a toccare il Basso Lazio e la zona di Napoli i Sanniti dovettero conf
rontarsi con i Romani, con i quali stipularono in primo luogo un patto di amiciz
ia nel 354 a.C.[2]. Undici anni dopo, nel 343 a.C., la citt etrusca di Capua fu o
ccupata dai Sanniti e chiese aiuto al Senato romano, che accolse la supplica. La
prima guerra sannitica fu breve e i Romani prevalsero, nonostante alcune diffic
olt iniziali, grazie alla Battaglia di Suessula (341 a.C.) Le tensioni sociali in
terne e la preoccupazione per la possibile infedelt di altri popoli italici appen
a sottomessi indussero per il Senato a stipulare un trattato di pace assai mite c
on i Sanniti[3].

La Battaglia delle Forche Caudine (321 a.C.), dove i Sanniti si imposero durame
nte sui Romani, in un dipinto romano
Casus belli della seconda guerra sannitica fu la fondazione della colonia romana
di Fregellae, in territorio sannitico; il conflitto divamp nel 326 a.C. e i Sann
iti poterono contare sull'appoggio di altri popoli recentemente sottomessi ai Ro
mani e che mal ne tolleravano il giogo. Inizialmente la guerra fu favorevole ai
Sanniti: guidati da Gaio Ponzio, umiliarono i Romani nelle Forche Caudine (321 a
.C.), nei pressi di Caudium, che impose al Senato una tregua. Le ostilit ripreser
o nel 316 a.C. e i Sanniti ebbero di nuovo inizialmente la meglio, espandendosi
verso il Lazio grazie all'appoggio della Lega Ernica; Roma tuttavia riusc ad impo
rsi nei pressi di Maleventum (odierna Benevento), grazie alle truppe guidate da
le legioni di Papirio Cursore e di Bibulco, e quindi ad avere la meglio sulla Le
ga ed infine, nella battaglia di Boviano (305 a.C.), sugli stessi Sanniti, che l
'anno seguente accettarono un trattato di pace i cui termini ricalcavano formalm
ente quello precedente, ma che di fatto apr la strada a una sempre maggiore prese
nza romana nel Sannio[4].
La definitiva sottomissione dei Sanniti a Roma fu sancita dalla terza guerra san
nitica (298-290 a.C.). Preoccupati dall'espansionismo romano, i Sanniti riuniron
o in una nuova coalizione Etruschi e Umbri, ma i Romani ne vennero a capo con la
battaglia di Sentino (295 a.C.); rimasti isolati, subirono la sconfitta definit
iva nella battaglia di Aquilonia del 293 a.C. I Sanniti si videro confinati in u
n territorio ristretto e non furono pi in grado di mettere seriamente in discussi
one l'egemonia romana, anche se conservarono un certo grado di autonomia e di id
entit.
Le ultime rivolte e la romanizzazione[modifica | modifica wikitesto]
La politica condotta da Roma sui Sanniti dopo il 290 a.C. fu dura: nonostante il
rispetto formale della loro autonomia, sostanzialmente i Sanniti furono integra
ti forzatamente nel sistema capitolino anche mediante deportazioni di massa e di
struzioni di interi villaggi[senza fonte]. Tuttavia ci avvenne molto lentamente,
poich essi conservarono sempre una fiera ostilit nei confronti del dominio romano
e non persero occasione di dimostrare il loro spirito di rivolta nei confronti d
egli oppressori: appoggiarono le Guerre pirriche (280-275 a.C.) e l'avanzata di
Annibale in Italia (217-214 a.C.).
I sanniti inoltre parteciparono alla rivolta dei popoli italici nella guerra soc
iale del 90-88 a.C. e alcuni capi sanniti, Gaio Papio Mutilo e Mario Egnazio, gu
idarono con tenacia e abilit le forze della coalizione contro Roma. Alla fine i r
ibelli vennero sconfitti dai Romani e Lucio Cornelio Silla devast con il suo eser
cito il territorio sannitico[5]. I Sanniti parteciparono anche alla guerra civil
e romana tra sillani e mariani del 83-82 a.C. affiancando la fazione democratica
contro l'aristocrazia guidata da Cornelio Silla; un grande esercito sannita, gu

idato dal valente condottiero Ponzio Telesino, marci audacemente su Roma giungend
o fino alle porte della citt; Silla, accorso in soccorso della capitale con il su
o esercito, riusc, dopo una drammatica battaglia, a distruggere l'esercito sannit
a nello scontro della Porta Collina, Ponzio Telesino cadde sul campo[6].
I Sanniti ricomparirono sulla scena politica anche nel corso della Terza guerra
servile (73-71 a.C.) e della Congiura di Catilina (62 a.C.).
Soltanto a distanza di qualche secolo si ottenne una definitiva pacificazione po
ich i Romani, per garantire la stabilit dei territori assoggettati nonch una valvol
a di sfogo contro ulteriori ribellioni, concessero lentamente la cittadinanza a
tutte le popolazioni italiche. Con il tempo, i Sanniti si integrarono anche nell
a classe dirigente romana: uno dei pi famosi fu, secondo alcune tradizioni[senza
fonte], Ponzio Pilato, Prefetto della Giudea ai tempi di Cristo.
Societ e vita quotidiana[modifica | modifica wikitesto]
Nel Sannio preromano esistevano pochi centri urbani di una certa grandezza. Quel
la sannitica era una societ rurale e le citt erano costituite principalmente da ca
panne di pastori. Aesernia,Aeclanum, Allifae, Cubulteria, Maleventum, Saepinum,
Telesia, Trebula Balliensis e pochi altri centri sembra siano state citt di una c
erta importanza ai tempi in cui il Sannio era indipendente, ma la loro estension
e era limitata. Tale societ, priva di un governo centrale organizzato e organizza
ta in comunit rurali, deve aver avuto caratteristiche servili e feudali. Le class
i inferiori dipendevano economicamente dagli aristocratici, ma non sembra che la
schiavit vera e propria fosse molto estesa: il sannita medio non era uno schiavo
, ma certo che la sua era una vita di lavoro e sacrificio, alle dipendenze del s
ignore locale.
A causa del clima ostico e per la diffusione della pastorizia i Sanniti utilizza
vano indumenti di lana. Per quanto riguarda invece gli accessori, nonostante i p
opoli dell Italia meridionale in genere amassero molto i gioielli, i Sanniti non e
ssendo ricchi potevano permettersene pochi: sono stati ritrovati pi che altro ore
cchini e forcine, e pi di tutti fibulae o coltelli che solevano attaccare alle ci
nture.
I Sanniti erano monogami, ed il divorzio consentito. Secondo Orazio il ruolo del
la moglie sannita era molto importante, si occupava della casa e dell'allevament
o ed educazione dei figli.
Molto popolari erano i combattimenti tra gladiatori: fu probabilmente dai Sannit
i che tale cruento passatempo venne importato a Roma. Per lungo tempo, infatti,
il solo tipo di gladiatore conosciuto a Roma era quello noto come sannita. Origi
nariamente i combattimenti si svolgevano solo in occasione dei funerali.
Economia[modifica | modifica wikitesto]
L economia sannitica non era n complessa n diversificata. Mancavano le materie prime
da lavorare e, su un territorio privo di coste, i Sanniti non avevano praticame
nte nessuna attivit connessa col mare: erano un popolo di contadini e in parte al
levatori, e la loro vita era dura e frugale. Nel Sannio mancavano vallate fecond
e o estese, ma nei tratti pi fertili, in cui la coltivazione era possibile, essa
era praticata estensivamente, specialmente nel Sannio occidentale. Anche le fore
ste dovevano avere una funzione importante nell economia: il Molise e la Campania
orientale vantano infatti dell ottimo legname.
In alcune zone, tuttavia, l allevamento del bestiame era prevalente sull agricoltura
, specialmente nelle terre dei Carecini e dei Pentri. Venivano allevati bovini,
cavalli e, presumibilmente, asini, muli, pollame, capre e maiali. Ma per i Sanni
ti gli animali pi importanti erano le pecore, per la produzione di latte e deriva

ti, nonch per la lana. Durante l estate si utilizzavano pascoli situati in altura,
durante l inverno i Sanniti percorrevano con i loro greggi lunghe distanze per rag
giungere zone di pascolo in pianura: la nota pratica della transumanza. La Pugli
a era la principale destinazione, e i tratturi erano le vie di collegamento util
izzate nella transumanze, ancora oggi in parte rintracciabili.
L industria locale non doveva essere molto sviluppata. La maggior parte della stof
fa era tessuta in casa, e consisteva per lo pi di lana tessuta dalle donne. Anche
la lavorazione del metallo e altre attivit artigianali erano praticate, anche se
su scala relativamente ridotta. Veniva prodotta anche una certa quantit di ceram
iche, per lo pi oggetti di impasto semplice e qualit mediocre.
Prima della guerra sociale gli Stati del Sannio non coniarono n emisero monete, b
ench dovessero essere perfettamente a conoscenza dell esistenza del denaro e, forse
, usassero le monete dei paesi vicini. In realt alcune citt sannite emisero moneta
, ma ci avvenne solo quando non facevano pi ufficialmente parte del Sannio.
Gli scambi commerciali erano pochi e di portata limitata. L'importazione era tut
t'altro che estesa, e i pochi prodotti di provenienza straniera rinvenuti non ve
nivano certo da lontano, bens dalle zone confinanti dell Italia, come l Apulia e Tara
nto.
Governo[modifica | modifica wikitesto]
Gli Stati tribali sanniti nacquero dallo sviluppo di societ contadine. La citt-sta
to come unit di governo non esisteva: l unit politica ed amministrativa non era il m
unicipium bens il touto, termine osco per definire la comunit. Il touto era l unit ch
e aveva carattere corporativo ed era evidentemente pi vasto della normale civitas
. Il concetto di citt-stato col suo territorio incluso nel centro urbano era estr
aneo ai Sanniti. Essi concepivano piuttosto un area territoriale in cui la presenz
a di agglomerati urbani era accidentale, bench questi potessero essere utilizzati
come centri in cui si svolgevano gli affari della trib.
L unit politica al di sotto della trib era l antichissima istituzione italica del pagu
s. Ciascun touto includeva vari pagi. Il pagus era una sottounit amministrativa,
la pi piccola esistente presso i popoli italici, e non era una citt, bens un distre
tto di estensione variabile che poteva a sua volta includere, nelle zone pianegg
ianti, uno o pi insediamenti, villaggi circondati non da mura ma da palizzate, o,
nelle zone montagnose, cittadelle circondate da mura. Il pagus era un distretto
rurale semi-indipendente, che si occupava di questioni sociali, agricole e sopr
attutto religiose: inoltre probabile che attraverso di esso avvenisse il recluta
mento militare.
Un touto nasceva quando un certo numero di pagi si univa in stretta associazione
, venendo cos immediatamente a poter contare sull assoluta fedelt di tutti i suoi me
mbri. Presumibilmente, ciascuna delle quattro trib sannite (Carecini, Caudini, Ir
pini e Pentri) costituiva un touto.
Ciascun touto era una repubblica, e non un regno. Le aristocrazie locali monopol
izzavano il potere politico poich solo i cittadini pi ricchi potevano permettersi
il lusso di ricoprire cariche pubbliche. La classe dominante conservava il suo p
otere attraverso la carica del meddix, termine osco generico dal significato ass
imilabile al latino magistratus. Il meddix supremo, capo dello stato, veniva chi
amato meddix tuticus, che godeva di un autorit completa e illimitata nel suo touto.
Oltre a sovrintendere all amministrazione della legge egli era il capo militare d
ello stato e svolgeva un certo ruolo, in origine certamente quello principale, n
ella religione ufficiale. Come magistrato eponimo, la sua carica era annuale, ma
sembra che potesse venire rieletto per pi volte consecutive. Nell'esercizio del
potere supremo il meddix tuticus era evidentemente l'equivalente del console rom
ano. A differenza di quest'ultimo, per, non sembra avesse un collega con pari aut

orit (a Roma i Consoli eletti erano due). Oltre a questo magistrato supremo, vi e
rano funzionari minori: possibile che ciascuno dei pagi che costituivano un tout
o avesse il suo meddix minor, che avrebbe avuto una posizione subordinata rispet
to al meddix tuticus.
Presumibilmente, i Sanniti eleggevano i loro magistrati. Ciascuna trib sannita do
veva avere sia un consiglio sia una assemblea (detta kombennio o komparakio) che
si riunivano periodicamente in determinati luoghi, convocati e presieduti del m
eddix tuticus. La costituzione di uno stato sannita era quindi mista : il meddix tu
ticus rappresentava l elemento monarchico, il consiglio quello aristocratico e il
kombennio o komparakio quello democratico.
Un'istituzione sociale sannitica, che doveva svolgere funzioni sia governative c
he militari, era la Verehia o Verreia che, sul finire del V secolo a.C., si rico
nosceva in una organizzazione per la giovent, simile alla juventus romana. I giov
ani sarebbero stati i Guardiani della Porta, dato che in osco il termine "vero"
corrisponde al latino "porta". Tale istituzione serviva a formare i giovani sann
iti alla vita militare, alle arti equestri ed all'uso delle armi. Con il passare
del tempo questa istituzione si identific con una sorte di "compagnia di ventura
" quasi ad individuare un gruppo di partecipanti che, sin da giovani, avrebbero
insieme salito tutti i gradini della formazione militare tanto da dare vita ad u
na sorta di manipolo armato ben distinguibie da altri. Con la romanizzazione del
Sannio la "Verehia" perse tutta la connotazione militare che l'aveva distinta,
finendo con l'individuare un gruppo di persone che si occupava del bene della pr
opria gente e della citt in cui vivevano.
Esercito[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Organizzazione militare dei Sanniti.
In origine l esercito dei Sanniti era formato da gruppi di uomini, ciascuno dei qu
ali guidato da un condottiero che chiedeva ed otteneva un impegno di fedelt dai s
ingoli guerrieri, impostazione simile a quella degli antichi Celti e Germani non
ch a quella della Roma arcaica. Probabilmente furono le guerre sannitiche a far c
apire sia ai Romani che ai Sanniti che tale sistema era inadeguato. certo che ai
tempi della terza guerra sannitica, se non prima, i Sanniti avevano pienamente
sviluppato e organizzato i loro eserciti tribali, che non dovevano essere molto
diversi dall esercito romano, tant che Livio non esitava a parlare di legioni sannite.
Un esercito sannita era organizzato in coorti secondo Livio composte da 400 uom
ini e combatteva in manipoli; gli ufficiali includevano i tribuni militari. La c
avalleria sannita godeva di ottima fama. Come tanti popoli, allora ed ancora ogg
i, avevano nel loro esercito un certo numero di combattenti che formavano un gru
ppo scelto di guerrieri. Era la Legio Linteata, che Livio descrive come una sort
a di equivalente della legione sacra tebana, vestita di bianco e posta sull ala de
stra: dopo una particolare cerimonia sacra, diventava una casta di guerrieri vot
ata al sacrificio estremo pur di difendere il proprio popolo.
I successi dei Sanniti sul terreno montuoso confermano come essi usassero un ord
ine di battaglia flessibile e aperto, piuttosto che schierare una falange serrat
a. Una tradizione, sostenuta dal frammento in greco detto Ineditum Vaticanum, vu
ole che i Sanniti usassero sia il giavellotto (pilum) sia il lungo scudo rigato
(scutum) e che i Romani appresero da essi l uso di tali armi, anche se pi probabile
che i Romani abbiano adottato la tattica manipolare e tali armi in contemporane
a ai Sanniti, all inizio del IV secolo.
Lingua[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Lingua osca.
I Sanniti parlavano l'osco, una lingua indoeuropea del gruppo osco-umbro diffusa

tra numerosi popoli italici ad essi affini, come i loro vicini meridionali Osci
, assorbiti dai Sanniti nel V secolo a.C. Tra graffiti rinvenuti negli scavi arc
heologici di Pompei sono state rinvenute iscrizioni in osco, ancora vivo quindi
nel I secolo a.C.[7].
La lingua osca una delle pi attestate tra le osco-umbre, testimoniata da oltre 25
0 iscrizioni in caratteri greci, etruschi adattati e latini. Considerata il pi co
nservativo tra le lingue osco-umbre, l'osco era parlato anche, in variet dialetta
li pi o meno differenziate, dai popoli affini Marrucini, Peligni, Osci e Sabini[7
].
Un ottima testimonianza della vitalit della lingua osca costituita dalle fabulae At
ellane, che acquistarono e conservarono una grande popolarit a Roma. Gli interpre
ti indossavano delle maschere, i personaggi erano rozzi e il dialogo punteggiato
da indovinelli salaci. A Roma venivano messe in scena da giovani dilettanti, no
n da attori professionisti, e per molti anni furono costituite semplicemente da
improvvisazioni estemporanee.
I Sanniti cominciarono a servirsi della scrittura non per le atellane bens per sc
opi ufficiali, come gli scambi e i trattati con i Romani. Nel IV secolo a.C. la
percentuale di Sanniti in grado di leggere e scrivere doveva essere molto bassa,
limitata probabilmente a pochi sacerdoti e scrivani. Uno sviluppo maggiore ebbe
luogo nel III secolo a.C. I Romani iniziarono a scolpire iscrizioni sulle pietr
e tombali e a mostrare maggiore interesse per la scrittura, alla quale cominciar
ono a ricorrere maggiormente anche i Sanniti, specie per fini religiosi, come di
mostra la tavoletta di Agnone, un testo sacro. La capacit di leggere e scrivere s
i and lentamente diffondendo nel corso del II e I secolo a.C., contemporaneamente
al consolidamento della supremazia romana sull Italia e al nascere a Roma dell inte
resse per la produzione letteraria. Verso il I secolo a.C. la capacit di leggere
e scrivere doveva essere comunemente diffusa non soltanto a Roma ma anche presso
i popoli sabelli. Ma in quel momento la supremazia del latino, adottato dopo la
guerra sociale come lingua ufficiale dell Italia peninsulare, si era affermata in
modo irreversibile.
Arte e architettura[modifica | modifica wikitesto]
Le prime forme d arte rintracciabili nel Sannio sono quelle di una cultura dell et de
l ferro, nel VII secolo ancora agli inizi in quella zona d Italia. I prodotti loca
li, ceramiche a impasto, ornamenti e armi di bronzo e di ferro, continuarono a v
enir fabbricati senza grossi mutamenti nei due secoli successivi, durante i qual
i i Sanniti andarono consolidando i loro stati tribali. Caratteristica di questo
periodo il fatto che non venne realmente assimilato alcun influsso significativ
o proveniente dall esterno. Dal 400 a.C. in poi l assimilazione di influssi greci di
venta sempre pi evidente. In tutta l Italia sabella si ritrova lo stesso fenomeno p
redominante: i modelli greci perdono le loro qualit essenziali per acquistare una
individualit rustica, aspra ed espressiva tipicamente italica, caratteristica ev
idente negli oggetti di terracotta, pietra e bronzo. Pochi sono gli esemplari di
arte figurativa del Sannio attribuibili al periodo precedente la fine del V sec
olo; a quel periodo viene fatta risalire la testa di terracotta proveniente da T
riflisco conservata nel museo di Santa Maria di Capua Vetere, testa inghirlandat
a di un uomo col barba, a grandezza naturale. La terracotta continu a venire usat
a molto a lungo nei secoli seguenti.
Pochissime sono le sculture in pietra provenienti dal Sannio che ci siano perve
nute. Gli oggetti di bronzo sono pi numerosi, soprattutto statuette di guerrieri,
rappresentanti di solito il dio Mamerte o Ercole.
Per ci che riguarda la pittura, il Sannio non offre nulla, tuttavia le pitture to
mbali dei vicini popoli sabelli sono le pi notevoli manifestazioni artistiche tra

i popoli di lingua osca: le loro scene gettano luce sulla vita e sul costume sa
nnitico. I temi sono in larga misura greci, la tecnica etrusca. Sembra che i San
niti ignorassero l arte di dipingere i vasi.
Nonostante le ripetute distruzioni perpetrate dai Romani e da altri dopo di loro
, resti di architettura sannita esistono ancora. Le fortificazioni poligonali er
ette in cima ai monti sono i pi antichi monumenti degni di nota del Sannio, costr
uite nel cosiddetto stile ciclopico . Massi grezzi o approssimativamente lavorati,
in roccia calcarea, di moderate dimensioni, venivano sovrapposti senza cemento,
tenuti insieme dal loro stesso peso. Nonostante i loro limiti, queste mura servi
rono forse da prototipi per i poligonali di tipo pi perfezionato che segnano i pr
ogressi dell espansione romana.
Poco possiamo dire degli edifici pubblici sanniti, non essendo sopravvissuta nes
suna costruzione che si possa identificare con certezza come la sede di un consi
glio o di un altro organismo governativo sannita. presumibile che i loro edifici
fossero costruiti con i semplici materiali locali, e non con costosi materiali
d importazione, e che non avessero caratteristiche monumentali. Probabilmente gli
edifici pubblici pi importanti erano i templi e i teatri, dei quali alcuni esempl
ari si sono salvati.
Le case dei Sanniti rispecchiavano inevitabilmente la loro povert: la parola osca
che significava casa era triibon (cfr. il latino trabem, trave ) e ci fa pensare ch
e le case dei Sanniti fossero di legno, come normale in una societ contadina. La
maggior parte della popolazione doveva vivere in abitazioni semplici, primitive,
presumibilmente composte da una sola stanza. Molte di esse erano semplicemente
dei ricoveri provvisori, adatti alle esigenze dei pastori che si spostavano coi
loro greggi.
Religione[modifica | modifica wikitesto]
La religione svolgeva un ruolo importante nella vita dei Sanniti. Per essi l esist
enza e l attivit nel loro complesso erano connesse con l attivit divina e ne costituiv
ano il risultato. Nella religione dei Sanniti si intrecciavano vari filoni. Gli
elementi greci ed etruschi si combinano con animismo, e dunque anche feticismo e
magia, antropomorfismo e personificazione di astrazioni, nonch teriomorfismo (l an
imale-guida del Ver Sacrum).
Caratteristica della religione sannita la polilatria: i Sanniti, al pari di altr
i popoli italici, usavano lo stesso luogo per il culto contemporaneamente di due
o pi dei. Tali dei erano inoltre fortemente specializzati. I Sanniti, popolo di
agricoltori, concepivano il proprio mondo come popolato di poteri e spiriti mist
eriosi che ispiravano timore reverenziale e con cui era necessario instaurare bu
one relazioni. Questi numina non erano necessariamente privi di genere e di rapp
orti di parentela, bench la concezione di alcuni di essi fosse notevolmente vaga.
Probabilmente non venivano immaginati in forma umana, e il loro nome, numero e
sesso sono talora incerti. Di questi spiriti, sia benevoli che malevoli, si dove
va conquistare il favore ed evitare l inimicizia. Nella casa era necessario manten
ere la benevolenza delle forze immanenti a zone cruciali come la porta, il focol
are e la dispensa; nei campi, quella degli spiriti dei confini, delle sommit, del
le caverne, dei boschi, dei ruscelli, delle sorgenti e dei luoghi di sepoltura.
Documento preziosissimo per ci che riguarda gli elementi della religione sannita
costituito dalla Tabula Agnonensis, una tavoletta di bronzo, risalente al 250 a.
C. circa, perfettamente conservata, che misura 27x15 centimetri e che si trova a
l British Museum. Entrambi i lati recano iscrizioni in osco. Sono qui menzionate
17 divinit, se si contano i due aspetti di Giove, tutte connesse con l agricoltura
, i cui altari si trovavano nell hortus, uno di quei boschetti sacri molto comuni
nell Italia arcaica. Di seguito vengono elencate le divinit nominate sulla tavolett
a:

Kerres - Cerere (la dea greca Demetra), la divinit cui era dedicata l'area sacra;
Vezke
Non sembra possibile ricavare un nominativo certo di questo dativo osco;
Evkl Patere
Mercurio, nel suo aspetto di psychopompos;
Futre Kerria - Persefone figlia di Cerere;
Anter Stata - Stata Mater, la levatrice che sta in mezzo durante il parto;
Amma Kerria - Maia, dea italica della primavera;
Diumpas Kerrias - Le Ninfee delle sorgenti;
Liganakdkei Entra - Divinit legata alla vegetazione ed ai frutti;
Anafrss Kerrius - Le Ninfee delle piogge;
Maats Kerris - Dea italica le cui funzioni erano connesse con il parto e l allattamento
, nonch dispensatrice di rugiada per i raccolti;
Dive Verehasi - Giove Virgator, che presiedeva all alternarsi delle stagioni;
Dive Regature - Giove Pluvio;
Herekl Kerriu - Ercole;
Patana Pista - Dea della vinificazione, e che faceva aprire le spighe per la trebbia
tura;
Deva Geneta - Mana Geneta;
Perna Kerria - Pales, la dea dei pastori; forse era la dea del parto felice.
Fluusa Flora, protettrice dei germogli.
Un dio a cui i Sanniti erano particolarmente devoti era Marte, Mamerte col nome
sannita. Resta in dubbio se questi fosse in primo luogo un dio della guerra o de
ll agricoltura. Era connesso con la primavera e la fecondit e proteggeva i campi, i
l raccolto e il bestiame, tuttavia era anche il dio della giovinezza e in quanto
tale era dotato di forza e abilit nel combattere: fu forse grazie ai Sanniti che
in Italia la sua immagine guerriera fin per predominare.
Altre divinit care ai Sanniti erano Diana, le cui caratteristiche marziali ben si
identificavano le virt guerriere sannite; la dea Terra; Angitia, dea della guari
gione e della sicurezza. Dalla tavoletta di Agnone appare chiaro che la religion
e sannita comprendeva, oltre a divinit originarie italiche, anche dei greci: Erco
le, Castore e Polluce, le Ninfe, Apollo, Ermes e Dioniso.
Verso il tardo II secolo a.C. l applicazione della mitologia greca agli dei italic
i caus una metamorfosi del concetto sannita di divinit. Inoltre, a quel punto anch
e gli influssi romani avevano cominciato a farsi sentire. Quando la civilt osca r
icevette il colpo di grazia a Porta Collina nell 82 a.C. la religione olimpica fin
a quel punto per predominare tra i sanniti.
I meddices, in particolare il meddix tuticus avevano un ruolo nella vita religio
sa dello stato: essi erano ufficialmente a talune cerimonie per garantire che tu
tti i particolari del rituale venissero osservati scrupolosamente. Dovevano anch
e esserci dei sacerdoti ufficiali e altri funzionari incaricati di sorvegliare e
regolamentare lo svolgimento delle celebrazioni di stato, di fissare quando dov
esse cadere il periodo intercalare, di definire i confini dei santuari, di prend
ersi cura delle pi antiche testimonianze e, verosimilmente, di adattare la vita r
eligiosa dei loro stati ai mutamenti provocati dalla dominazione romana.
Note[modifica | modifica wikitesto]
1.^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, IX, 31.
2.^ Tito Livio, VII, 19.
3.^ Tito Livio, VII, 29-38.
4.^ Tito Livio, VIII, 22-IX, 45.
5.^ T. Mommsen, Storia di Roma antica, vol. II, tomo I, pp. 274-296.
6.^ T. Mommsen, Storia di Roma antica, vol. II, tomo I, pp. 389-396.
7.^ a b Francisco Villar, Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa, p. 483.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Tito Livio, Ab Urbe condita libri


Edward T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino, Einaudi, 1995
Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]
Giacomo Devoto, Gli antichi Italici, 2 ed., Firenze, Vallecchi, 1951.
Adriano La Regina, I Sanniti in Carmine Ampolo et al. (a cura di), Italia omnium
terrarum parens, Milano, Scheiwiller-Credito Italiano, 1989, Pagine 299-432.
Giuseppe Micali, Storia degli antichi popoli italiani, 2 ed., Milano, 1836.
Edward T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino, Einaudi, 1995. (ed. or. (EN) Ed
ward T. Salmon, Samnium and the Samnites, Cambridge, Cambridge University Press,
1967.)
Francisco Villar, Gli Indoeuropei e le origini dell'Europa, Bologna, Il Mulino,
1997, ISBN 88-15-05708-0.
Atti, miscellanee e riviste[modifica | modifica wikitesto]
Sopraintendenza archeologica di Roma, L'Italia dei Sanniti, Milano, Electa, 2000
. Guida della mostra tenuta a Roma dal 14 gennaio al 19 marzo 2000 che presenta
un excursus sui principali aspetti storici ed artistico-archeologici della civil
t sannita.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Contesto storico generale[modifica | modifica wikitesto]
Indoeuropei
Italici
Lingue osco-umbre
Osci
Osco-umbri
Saticula
Rapporti con Roma[modifica | modifica wikitesto]
Guerre pirriche
Guerre sannitiche Battaglia delle Forche Caudine
Battaglia di Aquilonia
Battaglia di Boviano
Battaglia di Suessula
Seconda guerra punica
Guerra sociale
Guerra civile romana (83-82 a.C.) Battaglia di Porta Collina

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