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Intervista ad Ahmad Vincenzo sul quotidiano turco Zaman,

5 dicembre 2014
E un libro che sorprender i Turchi in quanto non conoscono la storia degli Arabi e
anche dei Musulmani che hanno vissuto per secoli in Italia e che hanno dominato la
regione siciliana.
AV. La presenza islamica in Spagna forse pi conosciuta, ma quella in Sicilia stata pi
profonda e con meno tensioni nei confronti delle altre religioni. In Italia la dominazione islamica
durata dall827 al 1091 d.C. e anche nei secoli successivi alla conquista normanna i
musulmani hanno continuato a svolgere un ruolo importante. Met della corte dellImperatore
Federico II (1194-1250) era musulmana, cos come la sua guardia scelta. Lo stesso Federico II
venne scomunicato pi volte dal Papa per la sua amicizia nei confronti dei musulmani e per
essersi rifiutato di combatterli. Questa per la storia. La realt che qui in Sicilia le persone
hanno una sensibilit pi vicina alla civilt islamica che a quella occidentale. Sono pi attente
al rigore interiore e meglio disposte alla fede. Spesso si sente ripetere: se Dio vuole
Comunque sbagliato parlare solo di arabi. Met della Sicilia era occupata dai berberi, che
hanno lasciato molte tracce, come per esempio la passione per i cavalli e il carattere
orgoglioso delle persone, soprattutto delle donne.
Il protagonista del romanzo un medico della medicina antica. La medicina moderna
rifiuta la medicina antica. E lEuropa ha ucciso coloro che praticavano questa scienza
antica accusandoli di essere streghe o pagani. Anche lOriente li ha sottovalutati. Ma in
questi tempi la medicina antica viene valorizzata sotto il nome di medicina alternativa
ed diventata un oggetto di consumo. Soprattutto quella di Cina e dellEstremo Oriente.
Vorrei sapere la sua opinione.
AV. I miei romanzi hanno sempre uno scopo culturale. Volevo fare qualcosa per valorizzare la
medicina umorale tradizionale, che i medici musulmani hanno saputo perfezionare in maniera
esemplare. Si tratta di una medicina che cura il corpo e lanima allo stesso tempo, che mette in
luce gli aspetti pi profondi della natura umana. Anche lo stile narrativo doveva essere diverso
dal solito, pi visionario e meraviglioso, pi vicino al carattere della narrativa mediterranea. Per
questo ho deciso di usare la prima persona per raccontare la storia di un medico che deve in
primo luogo guarire se stesso se vuole affrontare la vita. Per quanto riguarda la medicina
alternativa un termine troppo generico, non saprei cosa rispondere. Posso dire per che se
diventa commerciale non pi medicina islamica. Spero che la medicina islamica possa
essere riscoperta come una disciplina scientifica, umana e spirituale allo stesso tempo.
Ritengo che molti medici moderni potrebbero ritrovare il vero spirito ippocratico avvicinandosi
ad essa. Oggi si fa eccessivo riferimento alla tecnologia, per ogni cosa c una TAC e un
esame tecnico, col risultato di perdere il contatto fisico e spirituale tra medico e paziente. A
volte la malattia si nasconde agli occhi delle macchine, mentre sarebbe pi alla portata di un
medico. Nel mio poliziesco i veri protagonisti sono proprio il medico e la malattia, che si
rincorrono dallinizio alla fine.
Lidea appariscente nel romanzo, e forse il messaggio pi dominante, che il carattere
della persona e ci che mangia sono strettamente in relazione. Vorrei sapere se stata
una scelta consapevole di collocare questa percezione?
AV. La medicina islamica si basa sulla conoscenza della natura umorale delluomo. Abbiamo
caratteri diversi in virt dei flussi umorali che ci attraversano e del loro sviluppo durante la
nostra esistenza. Il sanguigno sa che deve bilanciare la sua natura se vuole evitare di
ammalarsi, cos il flemmatico, il bilioso e il melanconico. Lalimentazione parte integrante
della medicina tradizionale, che prima di tutto preventiva. Oggi si mangia in genere molto
male, mentre in Sicilia ho scoperto di poter contemplare le meraviglie della natura anche
tramite il cibo. Talvolta nei mercati mi descrivevano le propriet nei termini della medicina
islamica: una tale erba scaldava, altre raffreddavano. Infatti, in ogni erba o verdura vi un
simbolo che svela un insieme di qualit straordinarie. In tal modo mangiare diviene un piacere
e un rituale, una forma di ringraziamento e una preghiera.
Per la formazione del carattere di Sami il Medico, ci pu dire quali erano i motivi
dispirazione?
AV. Per quanto riguarda la scienza soprattutto i grandi medici del Medioevo, i persiani Ibn Sina
(Avicenna) e al-Razi (Rasis), ma anche lebreo Moshe ben Maimon (Maimonide). A

quellepoca, infatti, non cera differenza tra medicina ebraica e islamica. Per il suo carattere
personale, invece, mi sono basato su quei trattati che affrontano la follia, intesa sia come
patologia sia come forma divinatoria di ispirazione. Ho voluto inserire anche dei riferimenti al
personaggio di Nasreddin Hoca, noto in Sicilia come Giuf, perch la figura del folle-saggio mi
affascina molto. Per quanto riguarda gli elementi autobiografici, invece, anche se in ogni
romanzo tendono ad emergerne, il personaggio di Sami non mi assomiglia per nulla. Io sono
un bilioso-sanguigno, mentre lui un melanconico puro, un caso limite. Quando ho cominciato
a scrivere della melanconia, il suo modo di fare e di pensare si come imposto con forza e ho
dovuto assecondarlo. Allinizio mi costato molto lavoro, poi stata unesperienza
straordinaria calarmi nelle sue avventure.
Il suo romanzo viene presentato in Turchia facendo riferimento al romanzo ''Il nome
della rosa". Viene citato come un poliziesco storico come quello. Vorrei sapere la sua
opinione riguardo.
AV. Penso che tutti gli autori di romanzi storici abbiano letto il libro di Eco. E ritengo che questo
abbia favorito la fusione tra generi. Anchio sono molto legato al poliziesco. Dal punto di vista
della sociologia della letteratura lo ritengo una derivazione della letteratura neogotica e del
fantasy, pi che un modo del realismo. Mi piace quindi usare aspetti del poliziesco, pur se le
mie storie non seguono uno schema classico. Le trovo pi vicine al realismo magico, perch
mi piace poter fondere il romanzo storico con la capacit visionaria del neogotico e della fiaba,
con la possibilit di vedere la realt con occhi diversi. Perch la realt sempre molteplice,
solo Dio uno. Pi che un caso poliziesco classico, il mio romanzo un viaggio in un altro
mondo, che allo stesso tempo la Sicilia islamica del X secolo, la medicina tradizionale, il
mondo dei jinn e quello dei poeti e dei cantastorie.
Nella sua autobiografia viene scritta cha Lei e Umberto Eco eravate nella stessa scuola.
Eravate amici? Cosa pu dirci riguardo Umberto Eco?
AV. Eravamo nella stessa universit, certo (ride). Ma lui stato il mio maestro, insieme a
Claudio Meldolesi. Ci sono quasi trentanni di differenza tra noi. Non posso definirmi un amico,
ma sono sempre rimasto un suo affezionato allievo. Ho imparato moltissimo dalla sua capacit
di analisi dei fatti culturali, anche quelli pi quotidiani, e dalla sua attenzione per dettagli che
sfuggono a tutti. Coniugo i suoi insegnamenti con lattenzione verso i modi in cui le tradizioni e
i rituali possono influenzare lo sviluppo sociale. In tal senso sono vicino anche al concetto di
Ernst Cassirer di uomo come animal symbolicum prima ancora che animal rationale.
Il suo primo libro raccontava la vita del Profeta Muhammed. Perch un poliziesco
storico come secondo libro? Si trova una relazione fra questa scelta e la sua
specializzazione .
AV. Non sono un medico, se quello che intende. Sono uno scrittore, un sociologico e un
curatore darte. Oltre a essere un islamista, naturalmente. Sviluppare laspetto medico ha
richiesto notevole studio. Ho dovuto ricostruire un mondo che oggi quasi del tutto scomparso
ma che proprio per questo deve essere salvato. Sono contento che il mio libro sia stato
tradotto in Turchia. Perch proprio qui la medicina islamica ancora presente. E deve essere
coltivata per non andare persa, forse irreparabilmente. Non trovo per che questultima opera
sia in contraddizione con il mio primo lavoro, un romanzo di formazione basato sulla figura di
Zayd Ibn Thabit, il segretario del Profeta. Ogni mio lavoro ha un fine culturale esplicito, lo
ripeto. Con il Libro disceso dal Cielo (Yesribde Bahar) volevo mostrare la nascita della civilt
islamica tramite lo sguardo incantato e sognatore di un bambino. In quel modo potevo far
convivere in ununica narrazione fonti molto diverse, dalla descrizione delle battaglie a quella
dei miracoli del Profeta. Mi interessava mettere in luce laspetto intellettuale dellIslam e Zayd
rappresentava lo sguardo puro di un fanciullo ma anche, col passare del tempo, il perfetto
modello di sapiente, di alim. Un povero orfano che divenuto forse il primo dei sapienti di una
delle pi grandi civilt della storia. Luomo che ha messo per iscritto il Corano. Mi sembrata
unesperienza unica, da raccontare per forza.
Vorrei sapere se la sua famiglia Musulmana. Allet di 18 anni ha fatto un viaggio in
Nord Africa per esaminare le radici culturali e religiosi del Mediterraneo. Pu dirci gli
effetti di questo viaggi sulla sua vita? C una storia del suo Nome, Ahmad Al Waliyy
Vincenzo?
AV. Sono nato in una famiglia italiana di origine cristiana, ma mia moglie e i miei figli sono
musulmani. In Africa ho riscoperto la bellezza dei rituali e dei simboli. Ho visto uomini pregare
nel deserto e nelle grandi moschee. Ho visto digiunare in nome di Dio e chiamare a raccolta

dallalto dei minareti. La mia vita stata diversa, dopo. Ho sempre ricercato per una
dimensione universale e metafisica. Il nome Ahmad quello che il Profeta Isa (Ges) ha
impiegato per indicare il Profeta Muhammad, prima della sua venuta in questo mondo. Il waliyy
invece, come lo ha definito Michel Chodkiewicz, un nome condiviso, che indica allo stesso
tempo la santit umana e la vicinanza divina. Spero possa sempre ricordarmi che laspirazione
alla santit dovrebbe guidare ogni giorno la nostra vita.
Lei ha proposto la formazione del Comitato Cattolico Musulmano durante il Forum
Cattolico-Musulmano in Vaticano. Perch una simile proposta? Qual stato il risultato?
AV. Ho partecipato a molte iniziative interreligiose, ma si sono rivelate sempre episodiche.
Finito un meeting, terminati gli interventi, finiva tutto. Per questo ho chiesto e ottenuto che
venisse inserita nelle dichiarazioni del Forum del 2008 la creazione di un comitato
permanente. Purtroppo non stato dato seguito a quelle indicazioni. Ancora oggi il dialogo
interreligioso in una posizione di stallo.
LIslam, per il nostro mondo di oggi viene valutato come un potere, un fattore politico.
Quali effetti dannosi avrebbe sui Musulmani questa valutazione?
AV. LIslam sta facendo gli stessi errori che hanno fatto le tradizioni precedenti, come recitano
numerosi ahadith. Uno di tali errori il prevalere della politica, intesa come lotta per il potere.
La vera politica islamica sarebbe quella di occuparsi degli interessi della umma, della
comunit. In tal senso andrebbe salvaguardata la dignit dei musulmani, di tutti i musulmani e
cos anche le differenze che vi sono allinterno della comunit. La lotta politica, invece, porta al
predominio di una fazione e alla successiva persecuzione nei confronti dei dissidenti. Sono
molto preoccupato di questo appiattimento, di questa perdita di spessore culturale e spirituale.
Ricordo che il Profeta ha detto: le differenze nella mia comunit sono una
benedizione (Muslim).
I Musulmani si dibattono tra il radicalismo e la degenerazione nello sforzo di catturare
lo spirito del secolo. Soprattutto in Europa si vede unalterazione nella mentalit
islamica e nel modo di vivere dei Musulmani. Invece in Medio Oriente, il radicalismo
domina. I Musulmani accusano lAmerica e lEuropa di tutto questo. Vorrei sapere la sua
opinione, come musulmano europeo e sociologo Islamista, riguardo questa situazione.
AV. Non trovo una profonda differenza tra i problemi della comunit islamica in Oriente e in
Occidente. Anche qui in Europa abbiamo il problema del radicalismo salafita. Molti giovani si
convertono allIslam non tanto per andare verso la spiritualit, ma per aderire a una ideologia.
Per i salafiti tutto solo bianco o nero. Conoscono solo la dimensione quantitativa. La fede
diventa unattivit contabile, un flusso di cassa tra azioni positive e negative, con un saldo a
fine esercizio. Molte associazione islamiche hanno ormai un prevalente aspetto
propagandistico ed economico. Hanno assunto i modi di alcune sette protestanti. Ricordare chi
stato il primo, per, serve a poco. vero che le origini di questa mentalit consumistica si
ritrovano in Occidente, ma ormai si sono diffuse ovunque, assumendo forme ancora peggiori
di quelle originali. Come sociologo ho cercato di descrivere la parabola ascendente del
consumismo come nuovo rituale sociale nel libro New Ritual Society pubblicato proprio
questanno. Come scrittore e curatore darte lancio messaggi sulla necessit di tutelare e
sviluppare forme rituali non consumistiche. Luomo ha bisogno di rituali per continuare a
vivere: la nostra natura. Sono contento che i miei libri possano essere recepiti in un grande
paese come la Turchia e spero possano contribuire a discutere su di una questione che mi sta
molto a cuore: verso quale cultura va luomo moderno?

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