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Umberto Ghezzi
Appunti
di
Capitolo 1.
Considerazione generali sui propulsori
1.1
Generalit.
Ft = mv
la forza F data dalla velocit di variazione nel tempo della quantit di moto.
Perci, considerando un propulsore P ed il fluido, avremo che il sistema P deve esercitare
una forza F sul fluido per accrescerne la quantit di moto e ricevere, come conseguenza,
una reazione che, essendo P il propulsore, indicheremo col termine di spinta (T).
I propulsori si distinguono per il modo in cui incrementano la quantit di moto del fluido
(ovvero per il modo in cui generano la spinta).
9 Propulsori ad elica: lelica, trainata da un motore, imprime una accelerazione
ridotta ad una grande massa daria. Il flusso soggetto ad una variazione di velocit,
passa allesterno del velivolo e lincremento di velocit dato dallazione meccanica
dellelica.
9 Motori a getto: viene impartita una accelerazione notevole ad una massa daria
ridotta. Il fluido viene elaborato dal propulsore con un opportuno ciclo
termodinamico nel quale si ha un trasferimento dellenergia chimica dal
combustibile al fluido stesso che viene poi espulso dal propulsore.
1.2
Statoreattore.
Stabilizzatore
di fiamma
Iniettore di
combustibile
Diffusore
Ugello
Camera di combustione
Diffusore (0-2): converte lenergia cinetica del fluido (che entra grazie alla velocit
relativa fra propulsore ed ambiente circostante) in energia di pressione, in modo
tale che il fluido si presenti in ingresso della camera di combustione ad una
velocit idonea allo svolgimento del processo di combustione 1 (M 0.2 0.4).
Se il diffusore deve operare in regime supersonico allora bisogna prestare molta
attenzione in fase di progetto; infatti, il passaggio del flusso da supersonico a
subsonico avviene attraverso un sistema di onde durto che, se il diffusore non
progettato in modo opportuno, possono causare notevoli perdite di pressione
totale (dissipazione denergia).
Camera di combustione (2-4): il fluido, in uscita dal diffusore, viene miscelato con il
combustibile (iniettato per mezzo di opportuni iniettori) e la miscela entra in
camera di combustione dove viene bruciata.
Allesterno della camera di combustione ci sono gli stabilizzatori di fiamma che
servono per generare una zona turbolenta che favorisce la miscelazione dei gas
combusti con la miscela fresca garantendone la continua accensione e per
ancorare la fiamma in posizione opportuna. In seguito alla combustione si ha un
aumento della temperatura (T4 > 2000 K problemi ai materiali della struttura).
N.B. Per avere unespansione dei gas combusti nellugello necessario lincremento non
solo della temperatura, ma anche della pressione (a ci serve il diffusore).
Processo fisico-chimico.
Lo statoreattore non in grado di fornire una spinta a punto fisso. Infatti, in tali
condizioni, non essendoci velocit relativa fra propulsore e ambiente circostante, non si
ha incremento di pressione nel diffusore.
Il ciclo ideale di uno statoreattore il seguente:
Ciclo Ideale
T
Ciclo Reale
T
4
p2
2
2R
4R
p2
6R
6
0
p < pideale
p0
0
S
p0
S
2 < M < 4 4 .5
Il limite inferiore dato dalla necessit di avere elevate velocit relative per raggiungere
elevate pressioni in uscita dal diffusore.
Il limite superiore dato dallimpossibilit di avere velocit superiori, infatti al di sopra
del limite si hanno problemi di riscaldamento aerodinamico delle superfici del reattore;
inoltre, le temperature finali in uscita dalla camera di combustione sono cos alte da dare
prodotti di combustione dissociati, quindi il rendimento di combustione peggiora.
In tale campo di utilizzo i consumi risultano accettabili, anche se in generale sono molto
alti.
Il difetto principale dello statoreattore sta nella sua scarsa versatilit. Infatti, la pressione
massima del ciclo dipende esclusivamente dalla velocit di volo e dalla quota, questo
implica che questi due fattori sono gli unici che consentano di regolare il ciclo.
1.3
Pulsoreattore.
valvole
Ugello del
combustibile
Diffusore
Candela
Camera di
combustione
Tubo di scarico
1.4
Turbogetto semplice.
Una maggiore versatilit offerta dai turbogetti nei quali laumento della pressione
rispetto a quella esterna ottenuta, oltre che attraverso un diffusore, tramite un
compressore comandato da una turbina.
D
C
Combustione
Compressore (2-3): comprime il fluido fino alla pressione massima del ciclo2.
Ugello (5-6): viene completata lespansione dei gas per realizzare lincremento di
velocit e, quindi, per generare la spinta.
Ciclo Ideale
T
4
p3
3
6
2
0
p0
S
2
3
Il compressore pu essere assiale o centrifugo a seconda della direzione prevalente del flusso.
Rapporto aria-combustibile circa 50 70.
Il turbogetto pu essere dotato anche di un post bruciatore posto a valle della turbina.
Aggiungendo altro combustibile, nel post-bruciatore si effettua unaltra combustione con
la quale si possono raggiungere temperature superiori rispetto alla prima camera di
combustione (non avendo limitazioni imposte dalle pale della turbina).
La post-combustione provoca un forte incremento dei consumi specifici ma pu risultare
molto importante per velivoli particolari (aerei militari) o in alcune fasi del volo (decollo).
Post-combustione
T
4
5
p3
3
2
0
p0
S
0 .8 < M < 2 .5 3
per valori superiori del Mach diventa preferibile lo statoreattore.
Tra le altre caratteristiche abbiamo:
1. rapporto di compressione del compressore:
2. temperatura massima dei gas in turbina:
4
5
c 15 20
900 950 K 4
1100 1150 K 5
400 450 m s
1.5
Come si visto la spinta proporzionale alla variazione della quantit di moto del fluido
che attraversa il propulsore, la spinta risulta proporzionale al prodotto fra la massa e la
velocit del fluido in uscita.
Dimostreremo nel capitolo seguente che se, a parit di spinta, si aumenta la massa di
fluido diminuendone la velocit si ottiene un aumento del rendimento propulsivo
(riduzione dei consumi specifici).
Ci pu essere ottenuto o mediante motori di dimensione maggiori (ma questo darebbe
luogo a problemi di ingombro) o ricorrendo ai turbofan.
Distinguiamo:
il turbofan a flussi separati: i flussi daria, ovvero quello trattato solo dal
ventilatore e quello che compie lintero ciclo termodinamico, rimangono sempre
separati.
Combustione
Combustione
1.6
Turboelica.
T
T
10
11
Capitolo 2
Determinazione dei parametri fondamentali
2.1
F =
dQ d (mv )
=
dt
dt
(2.1)
ovvero la derivata temporale della quantit di moto di un sistema uguale alla forza
applicata al sistema stesso (si pu notare, inoltre, che la variazione di quantit di moto
avviene nella stessa direzione e nello stesso verso della forza applicata).
La forza F, come si pu desumere dalla III legge di Newton (principio di azione e reazione)
rappresenta la risultante delle forze esterne che agiscono sul sistema di cui vogliamo
determinare il movimento.
Nel nostro caso, tale sistema costituito da una porzione di fluido (racchiuso da
unopportuna superficie di controllo S) soggetta ad una risultante di forze F. Noi vogliamo
calcolare la variazione di quantit di moto di questo fluido nellintervallo di tempo,
dt = t1 t2.
Avremo:
(2.2)
Quantit di
moto del fluido
contenuto
nella superficie
di controllo S
allistante t0
Quantit di
moto entrante
ed uscente da S
nellintervallo
di tempo dt.
v n dSdt
(2.3)
v v n dS dt
(2.4)
dS
v
dQusc. dQent . = v v n dS dt
S
dQ dQusc. dQent .
=
= v v n dS = F
dt
dt
S
(2.5)
12
pertanto la risultante delle forze esterne agenti sulla porzione di fluido racchiusa dalla
superficie di controllo S uguale al flusso di quantit di moto attraverso la superficie di
controllo stessa.
Come detto F la risultante delle forze esterne agenti sulla porzione di fluido racchiusa
dalla superficie di controllo S, quindi:
F = Fp + P + R
Forze di pressione
normali alla superficie
e dirette verso
linterno.
F p = p n dS
(2.6)
Forze di
massa (peso)
in genere
trascurabili
Forze dovute
allinterazione del
fluido con le pareti
solide con cui in
contatto (attrito)
F = p n dS + R = v v n dS
S
(2.7)
Teorema della
quantit di moto
della fluidodinamica
Tale formula che esprime linterazione fra il fluido e la parete solida con cui a contatto,
rappresenta la spinta (a meno del segno). Infatti, se R la forza che il propulsore esercita
sul fluido che lo attraversa, allora R, per il principio di azione e reazione, lopposto della
spinta (T) (ovvero della forza che il fluido esercita sul propulsore).
Per calcolare in maniera esplicita la spinta facciamo delle ipotesi semplificative:
9 mettiamoci in un sistema di riferimento solidale con il propulsore, quindi il
propulsore fermo rispetto al riferimento ed investito da un flusso uniforme a
velocit v.
9 consideriamo una superficie di controllo S formata da 2 piano perpendicolari a v
ed estendentesi fino allinfinito. Poich ci interessa solo il calcolo della spinta nella
direzione della velocit di volo, quindi necessario calcolare solo la componente
del flusso di quantit di moto nella direzione della velocit di volo.
9 Consideriamo S1 posizionata allinfinito a monte ed il flusso allesterno del
propulsore ideale. In tal modo, su S1 ed S2 (tranne la zona Au relativa alla sezione
di sbocco del propulsore) pressione e velocit uguale fra loro e uguali a quelle del
flusso imperturbato. Cos facendo si trascura la resistenza opposta dal propulsore.
Applicando la 2.7 si ha:
R = v v n dS + p n dS
S
(2.8)
13
p0
pu
vu
A1
Au
p0
p0
v
S1
S2
R = v 2 dS + pdS
S
R = v Au + 2 v (S 2 Au ) 1v 2 S1 +
2
2 u
R = v Au + 2 v (S 2 Au ) 1v S1 +
2
2 u
p dS p dS
S2
dS +
S 2 Au
S1
dS
dS
S1 Au
Au
R = 2 vu2 Au + 2 v 2 (S 2 Au ) 1v 2 S1 + ( pu p 0 )Au
ma poich
dS
Au
1v 2 S1 = 1v 2 A1 + (S1 A1 )1v 2
(S 2 Au ) 2 v 2 = (S1 A1 )1v 2
1v 2 S1 = 1v 2 A1 + (S 2 Au ) 2 v 2
quindi si ottiene
R = 2 vu2 Au + 2 v 2 (S 2 Au ) 1v 2 A1 (S 2 Au ) 2 v 2 + ( pu p 0 )Au
R = 2 vu2 Au 1v 2 S1 + ( pu p 0 )Au
(2.9)
Come detto tale relazione esprime la risultante delle forze esterne esercitate dal
propulsore sul fluido. Ovviamente, per il principio di azione e reazione, tale forza , a
meno del segno, anche quella che il fluido esercita sul propulsore (e che si esercita nella
direzione opposta a v ovvero nella direzione di moto del velivolo).
Perci
(2.10)
T = 2 vu2 Au 1v 2 S1 + ( pu p 0 )Au
& 1 = 1vA1
introducendo la portata in massa: m
e m& u = 2 vu Au si ha,
(2.11)
14
T = m& u v j m& 1v
dove
(2.12)
Au
( pu p 0 )
m& u
(2.13)
Applichiamo le formule ottenute per la spinta al caso dei propulsori a getto e dei
propulsori ad elica.
-
m& 1 = m& a
T = (m& a + m& c )vu m& a v + ( pu p 0 )Au
m& u = m& a + m& c
(2.14)
m& c
m& a
1 + f
(2.15)
v
vj
Motore ad elica: il fluido che percorre il ciclo quello che subisce lincremento di
quantit di moto per azione dellelica, sono separati, quindi si ha:
pu = p0
T = m& a (vu v )
v j = vu
(2.16)
2.2
15
Rendimenti.
Ptot = m& c H c +
1
m& c v 2
2
(2.17)
Di solito questo termine
viene trascurato
Potenza complessiva: sviluppata dal propulsore (P) quella disponibile una volta
terminato il ciclo termodinamico.
Potenza propulsiva: (PT) quella utilizzata ai fini propulsivi (data dal prodotto
della spinta per la velocit di volo).
PT = Tv
P
Ptot
Px
PR, potenza
perduta
Perdite connesse al
ciclo termodinamico
Definiamo:
p =
PT
PT
=
P PT + PR
(2.18)
t =
P
P
=
Ptot P + Px
(2.19)
16
Rendimento globale:
g =
PT
P P
= T
= p t
Ptot
P Ptot
(2.20)
2.3
Abbiamo visto che la potenza propulsiva PT data dal prodotto della spinta per la velocit
di volo,
PT = T v = (m& a + m& c )v j m& a v v
(2.21)
La potenza perduta PR, invece, che sappiamo essere uguale alla differenza fra la potenza
complessiva sviluppata dal propulsore e la potenza propulsiva, dovuta principalmente
allenergia cinetica del getto che abbandona il propulsore; perci se (vj v) la velocit
assoluta del getto di scarico rispetto alla velocit di volo avremo:
PR =
1
1
2
2
m& u (v j v ) = (m& a + m& c )(v j v )
2
2
p =
p =
m& a (v j v )v
1
m& a (v 2j 2v j v + v 2 ) + m& a (v j v )v
2
p = 2
v
vj + v
v(v j v )
v(v j v )
=2 2
1 2 1 2
v j v2
v j + v v2
2
2
(2.22)
Si vede che se vj v ( PR 0) p 1.
Perci se, a parit di spinta, vogliamo aumentare il rendimento propulsivo necessario
ridurre la velocit vj ed aumentare la portata di fluido elaborata6.
Infatti,
cresce
decresce ( p )
&u .
Al limite, per vj = v risulta m
6
17
Come visto la potenza complessiva sviluppata dal propulsore data dalla somma della
potenza propulsiva e della potenza perduta, ovvero:
P = PR + PT =
1
(m& a + m& c )(v j v )2 + (m& a + m& c )v j m& a v v 1 (m& a + m& c )v 2j 1 m& a v 2
2
2
2
1
2
(2.21)
1
(m& a + m& c )v 2j 1 m& a v 2 (1 + f )v 2j v 2
P
2
t =
= 2
=
&
Ptot
mc H c
2 fH c
(2.22)
t ,elica =
2.5
Passe
m& c H c
(2.23)
ricordiamo che il rendimento globale definito come il rapporto fra la potenza propulsiva
e quella totale trasmessa, avremo:
g =
PT
T v
=
= p t
Ptot m& c H c
v vj
t = 2 t
g = p t = 2
1+ v v
+
v
v
j
j
g = ~g ( t , v v j )
(2.24)
ovvero il rendimento globale dipende solo dal rendimento termico e dal rapporto fra le
due velocit vj e v.
18
2.6
Spinta specifica.
La spinta specifica o impulso specifico definito come rapporto fra la spinta e la portata
daria elaborata:
I=
~
I = I (v, v v j )
(2.25)
m
2
[I ] = N = kgs = m
kg s
s
s
kg
2.7
Consumi specifici.
Motore a getto: la quantit di combustibile consumata nellunit di tempo per
generare una spinta unitaria:
m& ch
T .S .F .C. =
T
(2.26)
Kg di combustibile
consumati in un ora
le dimensioni sono:
[T .S .F .C.] = Kg comb
N
h
Moltiplicando per g
possiamo esprimere il
consumo specifico in
(kgcomb/h)/kgf
Se p (a v = cost.) vj I .
19
B.S .F .C. =
m& ch
Passe
(2.27)
le dimensioni sono:
cv
E.B.S .F .C. =
m& ch
Passe + Ts v
(2.28)
2.8
Autonomia.
Lautonomia (ovvero la distanza percorribile dal velivolo con una certa quantit di
combustibile) una caratteristica molto importante per la valutazione delle prestazioni di
un velivolo. Pertanto, poich lautonomia dipende dal rendimento globale, abbiamo che
anche il rendimento globale un parametro fondamentale.
Mettiamoci in una situazione in cui tutte le caratteristiche del velivolo siano costanti
eccetto la massa.
In ogni istante di tempo dovr essere:
L = Mg
Mg Mg
=
v
Tv = Dv
T =D
L
L D
inoltre, essendo
g =
PT
Tv
=
Ptot m& c H c
Tv = m& c g H c
uguagliando si ha,
m& c =
Mgv
g H c L D
(2.29)
ma
m& c =
dM
dM ds
dM
=
=
v
dt
ds dt
ds
dM
Mgv
v=
ds
g H c L D
Mf
Mi
sf
dM
g
ds
=
M
g H c L D
si
20
ln
Mf
Mi
s f si =
g
(s f si )
g H c L D
1
L M
g H c ln i
g
D Mf
(2.30)
2.9
Potenze necessarie.
In condizione di volo stazionario livellato il propulsore deve essere in grado di fornire una
spinta uguale alla resistenza, ovvero:
T =D=
1 2
v Sc R
2
(2.31)
PT = Tv =
1 3
v Sc R
2
(2.32)
ci
c R = c~R (v ) PT =
fa
capire
che
1 3
v Sc R (v ) .
2
T = m& a vu
t =
(1 + f )v 2j v 2
2 f H c
1 m& a vu2
2 m& c H c
perci T diventa,
T=
21
2 t m& c H c
vu
22
Capitolo 3
Cicli di turbina a gas
3.1
Introduzione.
Prendendo in esame i gas ideali, otteniamo risultati superiori rispetto a quelli reali,
tuttavia tali risultati ci consentono di effettuare un primo confronto fra i cicli e di
valutare i limiti di prestazione dei cicli reali.
3.2
23
Ciclo semplice.
T
Q
p2
P
C
1
4
4
p1
34: fase di espansione in turbina, tutta la potenza estraibile dalla turbina serve
in parte per il compressore e in parte viene inviata allesterno.
Nel caso di fini propulsivi, allora lespansione in turbina si sarebbe arrestata al punto 4
intermedio (in modo tale che la potenza estratta uguagliasse quella necessaria a muovere
il compressore) e il resto dellespansione (4-5) sarebbe avvenuta in un ugello.
Poich,
T2
T1
1 p 2
T 1
p
=
= 3 = 3
p1
p 4 T4
T2 T3
=
T1 T4
T2T4 = T1T3
(3.1)
Q = c p (T3 T2 ) = h3 h2
(3.2)
il lavoro utile dato dalla differenza fra il lavoro della turbina e quello del compressore:
L = Lt Lc = c p (T3 T4 ) c p (T2 T1 )
t =
(3.3)
T T1
T (1 T1 T4 )
L c p (T3 T4 ) c p (T2 T1 ) (T3 T2 ) (T4 T1 )
=
=
= 1 4
= 1 4
(T3 T2 )
Q
c p (T3 T2 )
T3 T2
T3 (1 T2 T3 )
24
1
T
t = 1 4 = 1 c
T3
(3.5)
0
c
T
L = t Q = t c p (T3 T2 ) = t c p T3 T1 3
T4
T
= t c p T3 1
1 t
(3.6)
T 1
il lavoro utile, perci, sar nullo per c = 1 (perch t = 0) e per c = 3 , infatti:
T1
T
T
T3 1 = T3 11 = 0
1 t
T
= 1
T3
T 1
c = 3
T1
T3
T1
Poich in tale intervallo il lavoro positivo allora il lavoro utile prima crescente e poi
decrescente, quindi siamo in presenza di un massimo.
Osserviamo, poi, che:
c = 1
T 1
c = 3
T1
T2 T3
=
=1
T1 T4
T2
T1
25
T2 = T1
T3 = T4
1 T3
=
T4
1 T3 1
=
T1
T2 T3 T3
=
=
T1 T4 T1
T2 = T3
T4 = T1
3.3
4
T
P
C
1
2
6
3
2
6
1
5
T5 > T2
ovvero che la temperatura dei gas in uscita dalla turbina sia maggiore della temperatura
dellaria in uscita dal compressore.
Lo scambio di calore fra i gas in uscita dalla turbina e laria in uscita dal compressore
avviene in uno scambiatore di calore e consiste, essenzialmente, in uno scambio di calore
da un fluido a bassa pressione ad un fluido ad alta pressione.
Tale pratica viene detta rigenerazione in quanto il calore, invece di essere espulso e perso,
viene trasferito ad un fluido ad elevata pressione aumentandone la temperatura, quindi il
fluido ha la possibilit di compiere lavoro.
N.B. in teoria si potrebbe preriscaldare laria prima di inviarla nel compressore. In realt
non assolutamente conveniente in quanto il lavoro di compressione direttamente
26
T3 = T5
T2 = T6
T
c = 2
T1
1 T4 1
=
T5
Q = c p (T4 T3 )
t =
T T1
T (1 T1 T2 )
L c p (T4 T5 ) c p (T2 T1 ) (T4 T5 ) (T2 T1 )
=
=
= 1 2
= 1 2
(T4 T5 )
Q
c p (T4 T3 )
T4 T5
T4 (1 T5 T4 )
1
T T
T
t = 1 2 1 = 1 1 c
T1 T4
T4
(3.7)
t
T1/T4
Ciclo semplice
0
c
N.B. per ogni valore di T1/T4 (ovvero per ogni retta disegnata) esiste un valore del
rapporto di compressione in corrispondenza del quale T2 = T5, quindi non c pi
possibilit di scambiare calore per cui il rendimento del ciclo con rigenerazione uguale
a quello del ciclo semplice.
Se, invece, consideriamo un ciclo a rigenerazione parziale (viene scambiato solo parte del
calore scambiabile) allora si definisce un grado di rigenerazione R:
R=
T5 T6
T5 T2
(3.8)
27
1 R
(3.9)
R=0
R=6
R=3
0
c
3.4
Q1
3
1
2
5
4
7
4
p2
p3
p1
3
QS1
II
6
QS2
S
28
t =
L Lt Lc Q1 + Q2 (QS 1 + QS 2 ) Q1 QS 1 Q2 QS 2 Q1 QS1 Q1 Q2 QS 2 Q2
+
=
=
=
+
=
Q Q1 + Q2
Q1 + Q2
Q
Q
Q1
Q
Q2
Q
t = I
Q1
Q
+ II 2
Q
Q
(3.10)
Il rendimento totale una media ponderata dei rendimenti dei 2 cicli in cui pu essere
scomposto idealmente il ciclo iniziale.
Siccome 2 > 1 e siccome, nel caso ideale, il rendimento dipende esclusivamente dal
rapporto di compressione, allora 2 > 1. Poich il rendimento del ciclo con interrefrigerazione intermedio fra i rendimenti dei 2 cicli risulta:
1 < < 2
(3.11)
T5/T1
0
1
20
3.5
29
3
1
2
5
4
p2
II
p3
p1
Q2
Q1
6
7
QS2
QS1
= 1
Q1
Q
+2 2
Q
Q
(3.12)
ovvero una media ponderata dei rendimenti dei 2 cicli. Inoltre, se 1>2 e, poich i
rendimenti, nel caso ideale, dipendono solo dai rapporti di compressione, si ha:
1 > 2
il rendimento essendo compreso fra i rendimenti dei due cicli, dovr essere,
2 < < 1
(3.13)
30
Capitolo 4
Cicli reali di turbina a gas
4.1
Introduzione.
Notevoli sono le differenze che si riscontrano fra il caso ideale appena esaminato ed il
caso reale. Tali differenze possono portare in alcuni casi, come vedremo, a risultati
opposti a quelli ottenuti nel caso ideale.
Procediamo esaminando nel dettaglio ogni singola fase.
4.2
Compressione.
p 2t T2t
=
p1t T1t
p2
T
T2
T2
p2
p1
2
2
Nel
caso
reale,
invece,
la
compressione pu ancora essere T1
1
considerata adiabatica ma non pi
S
isoentropica (e questo dovuto agli
attriti e agli urti che determinano un
aumento della stessa entropia).
La trasformazione sar indicata dalla linea 1-2 (se supponiamo di arrivare alla stessa
pressione finale) ed il gas avr una temperatura pi elevata (T2t > T2t). Il lavoro del
compressore reale sar:
(4.1)
Lo scostamento del lavoro reale da quello ideale definito dal rendimento adiabatico (o
isoentropico) del compressore:
A =
c
(4.2)
si supposto che i calori specifici si mantengono uguali nel caso reale e in quello ideale.
Tale rendimento (circa 0.8) risulta necessario per il calcolo della temperatura finale di
compressione reale (T2t). Infatti,
A =
c
T2t T1t
T2t T1t
T2t = T1t +
T2t T1t
(4.3)
31
4.3
Combustione.
Per giungere alle condizioni finali della combustione, tenendo conto di tutti questi
fattori reali necessario risolvere un sistema di equazioni non lineare, quindi troppo
costoso e complesso.
Per ovviare al problema, si introducono delle ipotesi semplificative che rendono pi
abbordabile il problema:
-
ht = ht2 ht1 = 0
ht1 = ht2
(4.4)
Lentalpia totale
si conserva
ht = H f (t0 ) + c p dT
(4.5)
T0
Entalpia di formazione: la
quantit di calore che viene
immessa in gioco quando una mole
di tale specie si forma a pressione e
temperatura fissata e costante, a
partire dai suoi elementi come si
trovano in quelle condizioni.
32
a A
i
i =1
b B
j =1
Prodotti
Moli dei
reagenti
Moli dei
prodotti
Reagenti
ht1 = ai H f1
i =1
T2
m
ht2 = b j H f j + c p j dT
j =1
T1
ht2 ht1 = 0
T2
j =1
T1
i =1
j =1
b j c p f dT = ai H fi b j H f j
(4.6)
(4.7)
Possiamo ricavare ht2, e per mezzo di tabelle che forniscono il legame temperaturaentalpia, determiniamo T2. Poich f<<1, possiamo attribuire ai prodotti di combustione
le stesse propriet dellaria, per il calcolo delle condizioni finali prescindiamo dalla
composizione dei gas di combustione.
Rimuovendo le ipotesi iniziali si ha che, per raggiungere le stesse condizioni finali
& c > m& c , quindi
necessario una quantit m
b =
m& c
f
=
m& c
f
Rendimento di
combustione
(4.8)
Rapporto combustibile-aria
nel caso reale.
4.4
33
Espansione.
p1
T
1
p2
2
2
S
(4.10)
E possibile risalire al lavoro reale a partire da quello ideale una volta noto il rendimento
adiabatico (o isoentropico) della turbina:
A =
t
c p (T1t T2t ) Lt
h1t h2t
=
=
h1t h2t c p (T1t T2t ) Lt
(4.11)
4.5
33
Supponiamo che:
-
p2
p1
2
4
11
L 1
Lc
L 1
= m ,t Lt c = m,t At Lt
Q Q
m,c Q
m ,c Ac
Lc Lt
1
= m,t At
Q Lc m ,t m,c At Ac
ma ricordando che,
1
Lt c p (T3 T4 ) T3 (1 T4 T3 ) T3 T3 T1 T3
=
=
=
=
= c
Lc c p (T2 T1 ) T2 (1 T1 T2 ) T2 T1 T2 T1
34
si ha:
= m ,t A
Lc
Q
T3 1
1
c
m ,t m,c At Ac
T1
(4.12)
1
Dato che, Lc = c p (T2 T1 ) = c p T1 (T2 T1 1) = c p T1 c 1 , si pu vedere che il rendimento
( Lc = 0)
1
T
1
c = 1
T3 m ,t m ,c At Ac
Possiamo fare alcune considerazioni:
-
t
1
T3/T1
max
1
t
T1
35
Infine,
Caso ideale
Caso reale
3
2
4
3
1
S
S
A
Nel caso reale, a differenza del caso ideale dove il lavoro era larea racchiusa allinterno
del ciclo, il lavoro utile (calore introdotto meno il calore sottratto) dato dallarea del ciclo
meno larea dei trapezi A12B e C34D.
36
Capitolo 5
Turboreattore semplice in condizioni di progetto
5.1
p6 = p0 = pext = pugello
t =
P
Q
(5.1)
P=
1
(m& a + m& c )v 2j 1 m& a v 2 = 1 m& a v 2j
2
2
2
(5.2)
e Q il calore introdotto.
Poich lespansione nellugello adiabatica allora lentalpia totale si mantiene costante,
cio,
1
h5t h6t = h5t + h6 + v62
2
v6 = 2(h5t h6 ) = v j
(5.3)
il rendimento sar:
9
Questo sta a significare che la compressione del fluido avviene solo nel compressore. Infatti,
lazione della presa dinamica nulla non essendoci velocit relativa fra propulsore e lambiente.
37
1
1
2(h5t h6 )
m& a v 2j
h h6
P
= 2
= 5t
t = = 2
Q
Q
Q m& a
Q
(5.4)
Q=
c p (T4t T3t )
(5.5)
t = ~t A , A , A ,
T4t p 3t
= c
,
T0 p 0
(5.6)
Il rendimento t ha un andamento
crescente-decrescente e presenta
un massimo;
t
1
T4t/T0
inversamente
proporzionale al rendimento t,
quindi
ha
un
andamento
decrescente-crescente e presenta
un minimo;
Per T4 , il minimo del T.S.F.C.
cresce e, per di pi, si ha in
corrispondenza di valore del
rapporto di compressione pi
elevati;
T4
1300K
800 K
0.7
max
950K
1100K
c
20
Ia,st
80
T4
40
1300K
800K
38
1 2
T2t = T0t = T0 1 +
M0
2
p 2t
1 2 1
M0
= p 0 t = p 0 1 +
2
p0t=p2t
p0
p2t
2
Per tenere conto del fatto che, in realt, il processo allinterno del diffusore non
isoentropico possiamo definire un parametro che caratterizza il diffusore:
d =
A =
d
p 2t p 0
p 0t p 0
(5.7)
h2t h0 T2t T0
h2t h0 T2t T0
(5.8)
39
1
1
m& v 2 m& v 2 v 2 v 2
h
P 2 a j 2 a
v2
j
t = =
=
= u
Q
Q
2Q
Q
2Q
poich
p =
PT
P
g = p t =
PT Tv
Tv
=
=
Q
Q m& a Q
gvI a
g = Q
(v v )v
g = j
(5.9)
A c = cost, se M allora ;
40
Si pu vedere che una variazione del rendimento adiabatico (del compressore e della
turbina) non provoca notevoli variazioni nelle prestazioni (essendo queste molto legate
alla temperatura massima di immissione in turbina).
In ogni caso:
-
41
Capitolo 6
Metodi per incrementare la spinta
6.1
Generalit.
Si tratta di sistemi che consentono di ottenere valori della spinta superiori a quelli che si
ottengono in condizioni normale di funzionamento.
Dallespressione della spinta si pu vedere che:
(6.1)
dove,
1
p
v7 = 2c p T6t 1 7
p 6 t
(6.2)
Incremento di spinta
Incremento consumi
liquidi10
Turbogetto semplice
1,00
(m& a , v7 )
1,30
(m& a )
1,25
Post-combustione
(v7 )
1,45
2,3
1,60
2,00
13,6
Turboreattore a diluizione
2,10
0,65
(m& a , v7 )
(T6t , m& a )
(m& a
10
oppure m& a e v7 )
Lincremento della spinta porta ad un aumento (anche notevole) del consumo di liquidi
(combustibili ed acqua).
42
Tale metodi di incremento della spinta possono essere utilizzati per velivoli da impieghi
particolari (ad esempio, i velivoli militari) oppure in fasi particolari di volo (si pensi alla
fase di decollo di un turboreattore che piuttosto critica in quanto un turbogetto ha un
rapporto spinta al decollo, spinta in crociera di 1.2 contro 34 del turboelica).
6.2
6.3
& a e, allo
Liniezione di liquido nel combustore determina un aumento della portata m
& c (in quanto necessario disporre di una
stesso tempo, della quantit di combustibile m
maggiore quantit di calore per far evaporare il liquido introdotto).
Tutto questo avviene con un incremento molto ridotto del lavoro del compressore (e tale
incremento da imputarsi alla compressione del liquido da introdurre nel combustore).
Per smaltire la portata del liquido iniettato, necessario aumentare la pressione a monte
della turbina, quindi necessario aumentare il rapporto di compressione del
compressore. Il quale, pertanto, si trover a lavorare in condizioni di funzionamento pi
vicine allo stallo.
Il fattore che limita la quantit di liquido iniettabile nel combustore (e, quindi,
lincremento di spinta) costituito proprio dalle caratteristiche di stallo del compressore.
6.4
Post-combustione.
6a
4
3
55a6
7a
2
0
7a
7
S
43
Con post-combustione
T = (1 + f )m& a v7 m& a v0
T = (1 + f a )m& a v7 a m& a v 0
p
7
v7 = 2c p T6t 1
p 6t
v7 a
p
7
= 2c p T6 at 1
p 6 at
(6.3)
& c = 0 );
Le perdite di pressioni siano nulle (p6t=p6at) e che f=fa=0 (cio m
I calori specifici costanti.
Avremo:
v7 a T6 at
=
v7 T6t
1
2
Ta v 7 a v 0 (T6 at T6t ) 2
=
=
T
v7 v0
1
con =v0/v7.
Il rendimento della post-combustione non
valutabile in modo separato da quello
dellugello (in quanto parte della combustione
avviene proprio nellugello e ci rende
lespansione
nellugello
non
adiabatica
isoentropica).
(6.4)
Ta/T
T6at/T6t
au =
(1 + f ab )v72a v72
(1 + f ab )v72a v72
(6.5)
dove: au il rapporto fra lincremento reale di energia nel getto e incremento teorico;
fab il rapporto combustibile introdotto nel post-combustore e i gas uscenti dalla turbina;
v7 a la velocit reale nel motore con post-combustione; v 7 a la velocit ideale nel
motore con post combustione; e v7 la velocit ideale nel motore senza postcombustione.
Laumento percentuale di spinta non varia molto con
Con postT.S.F.C.
la quota perch la spinta normale e del motore con
combustione
post-combustione decrescono al variare della quota
nello stesso rapporto.
Inoltre, M0 Ta/T (tale effetto decresce con la
quota).
Senza postcombustione
Inoltre, il T.S.F.C. cresce fino ad un massimo e poi
diminuisce (a differenza del caso di motore senza
post-combustione in cui il T.S.F.C. aumenta con
M0
continuit al crescere di M0).
44
6.5
45
Capitolo 7
Turbofan
7.1
Generalit.
Si visto che, nel caso del turbogetto semplice, il rendimento propulsivo dato da:
p =
2v0
v0 + v j
(7.1)
46
In altre parole, la turbina, dovendo muovere sia il compressore normale che quello a
bassa pressione (o, al suo posto, un ventilatore), estrarr dal fluido una potenza
maggiore, quindi il salto entalpico a disposizione dellugello sar minore, che implicher
una velocit defflusso pi bassa.
Il compressore a bassa pressione , generalmente, unelica intubata che pu essere
mossa dalla stessa turbina che muove il compressore principale (si ha un unico albero)
oppure da una seconda turbina alla quale esso collegato con un albero coassiale al
primo.
Il turbofan presenta i seguenti vantaggi:
-
7.2
2
0
3
7
Flussi
associati
Ma
8
2
9
mF
5=6
0=1 9
7
S
Flussi separati
Risulta necessario definire il rapporto fra la quantit daria relativa al flusso secondario
m& F (ovvero quella che passa solo attraverso lelica intubata) e la portata daria relativa al
m& F
m& a
(7.2)
1 =
p8t
p 2t
(7.3)
47
Lt = Lc + LF
m& a (1 + f )c p (T4t T5t ) = m& a c p (T3t T2t ) + m& a c p (1 + BPR )(T8t T2t )
(7.4)
2.
Per quanto concerne la velocit di efflusso del getto principale (v7) e del getto secondario
(v9), una volta introdotto il rendimento adiabatico dellugello (u) (che supponiamo
uguale per i due ugelli), avremo:
u =
h6t h7 T6t T7
=
h6t h7 T6t T7
u (T6t T7 ) = T6t T7
T7 = T6t u (T6t T7 )
poich,
1
h6t = h7 t = h7 + v72
2
T
v7 = 2c p (T6t T7 ) = 2c p T6t 1 7
T6t
T
v7 = 2c p T6t 1 1 + u 1 7
T6t
p
7
= 2c p T6t u 1
6t
(7.5)
u =
h8t h9 T8t T9
=
h8t h9 T8t T9
u (T8t T9 ) = T8t T9
v7 = 2c p T8t u 1
p8t
(7.6)
T9 = T8t u (T8t T9 )
48
3.
(7.7)
4.
T .S .F .C. =
m& c
fm& a
=
T
T
(7.8)
R
Osserviamo che se il BPR , il T.S.F.C. e la T . In pi
questi risultati vengono migliorati se il rapporto di
T-R
compressione 1 cresce.
T
Ancora, possiamo dire che se BPR , aumenter il T.
Aumentando il T, aumenteranno di conseguenza
anche le dimensioni del propulsore, perch servono
motori a rapporto di diluizione pi elevato, quindi
aumenter anche la resistenza R.
Questo ci porta a capire che necessario trovare un
BPR
giusto compromesso.
In alcuni casi, come ad esempio in fase di decollo,
poich le velocit in gioco sono basse, la resistenza non molto importante, quindi
conviene aumentare il BPR anche al di sopra del valore che rappresenta il miglior
compromesso fra T e R. in ogni caso, per, se il BPR si ha un incremento del peso
del motore, quindi aumenta la spinta necessaria al decollo (tale crescita lineare
rispetto al diametro del motore).
necessario controllare se laumento di spinta (derivante dellincremento del BPR) sia
maggiore dellaumento di spinta necessaria al decollo (essendo, tale aumento,
provocato dallincremento delle dimensioni e del peso del motore conseguente alla
crescita del BPR).
7.3
Nel caso dei turbofan, a differenza dei turboreattori semplici, vi sono 2 parametri in pi
da scegliere: il rapporto di diluizione (BPR) ed il rapporto di compressione del
compressore secondario (1).
Definiamo:
(7.9)
= (v7 , v9 , BPR )
(7.10)
49
= (v7 , BPR )
1 = 1 (v 7 , BPR )
Se determiniamo v7,opt (ovvero il valore di v7 che massimizza ) allora esso risulter una
funzione del BPR (con v0 e v 7 assegnati).
Sostituendo
tale
espressione
di
v7,opt
opt
nellespressione di , quindi, otteniamo le curve
v0 = cost
v7
di opt in funzione del BPR e con v0 , v 7 come
parametri:
BPR = cost, v 7
v 7 = cost, BPR
opt
opt
BPR
1
v7
BPR
Da tale analisi risulta conveniente lavorare con valori di BPR elevati (>5) al fine di
incrementare la spinta; a tale rapporti, in condizione di v7,opt, sono richiesti 1 bassi (<2).
Allo stesso risultato si approda seguendo un approccio differente basato sullanalisi del
consumo specifico e del rendimento globale.
Infatti, si vede che i valori minimi del T.S.F.C. e massimi del rendimento globale si
ottengono per valori del BPR fra 5 e 10 e per valori del rapporto di compressione del
compressore secondario fra 1.4 e 1.7.
Dovendo, per limitazioni imposte sulle dimensioni del motore, mantenersi su valori del
rapporto di diluizione pi bassi rispetto allottimo (BPR < 10) risulter conveniente
lavorare con 1 elevati (cos da migliorare le prestazioni).
Anche un aumento della temperatura dammissione in turbina (T4t) ha effetti benefici sul
rendimento globale (e per sfruttare completamente questo beneficio occorre aumentare il
BPR).
50
Capitolo 8
Turboelica
8.1
Generalit.
le velocit di volo sono uguali per entrambi i velivoli, e vx e vj sono le due diverse velocit
defflusso. Per quanto concerne le potenze perdute (che sappiamo essere uguali
allenergia cinetica del getto che abbandona il propulsore):
PR , M& =
1 &
2
M (v x v0 )
2
PR ,m& =
1
(v j v0 )2
2
(8.2)
(8.3)
dalla 8.1, si ha
11
Tali soluzioni a due alberi sono pi complesse ma consentono una maggiore flessibilit di
funzionamento (permettendo la rotazione dei due alberi a velocit diverse).
51
2
PR , M&
1
m&
1 m& 2
2
(
(
v j v0 ) v0 =
v j v0 )
= M& v0 +
2
2 M&
M&
(8.4)
perci
PR , M& PR ,m& =
1 m& 2
1
1 m&
2
2
2
(
v j v0 ) m& (v j v0 ) = m& 1(v j v 0 ) 0
2 M&
2
2 M&
(8.5)
da qui si capisce che se il propulsore elabora una portata daria maggiore la potenza
perduta minore.
8.2
4
3
L
Pel = rid Lt m,t c
m ,c
2
7
0
6
S
h
= rid m& a ht m ,t c
m ,c
(8.7)
h
PTel = el Pel = el rid m& a ht m ,t c
m ,c
(8.8)
Per quanto concerne, invece, la potenza propulsiva generata dal getto dei gas di scarico,
se v6 la velocit defflusso, avremo:
con v0 = 2c p (T5t T6 )
(8.9)
La potenza propulsiva totale (PT) sar data dalla somma della potenza propulsiva
generata dallelica pi quella generata dal getto, ovvero:
PT = PTel + PT , getto
(8.10)
52
(1 )hid A
4a
= (h4 at h5t )
reale
ideale
5
hid = (h4 at h7 )
hid = (h5t h7 )
hid A = (h5t h6 )
ideale
reale
Avremo:
(8.11)
(8.12)
(8.13)
2 Au hid
PT
= 0 el rid At hid + v0
=0
2 2 Au opt hid
opt =
v 02 Au
2hid el rid At
(8.14)
Il valore (2hid) uguale al quadrato della velocit che si otterrebbe se tutta lenergia
disponibile si trasformasse in energia cinetica. Poich tale velocit molto maggiore di v0
(con valori di rendimento ragionevoli) risulta opt0.10.2.
Sostituendo tale valore ottimo di nella 8.13 e considerando f=0, otteniamo il valore
massimo della potenza propulsiva:
Au
PT ,max = m& a el rid At hid + v 02
1
2 el rid A
12
(8.15)
Questo significa che gi stata calcolata la quota parte di lavoro della turbina necessaria per
azionare il compressore, ovvero: Lt ,a = Lc (1 + f )(T4t T4 at ) = (T3t T2t ) T4 at = ? .
53
PTt = [m& a (1 + f )v6 m& a v0 ]v0 = m& a (1 + f )v0 2 Au hid m& a v02
dove v6 =
(8.16)
PTt
v0
1
1
2 Au hid = v j
2
2
(8.17)
anche qui abbiamo considerato f=0, perci, sostituendo il valore ottimo di v0 determinato
dentro la 8.16, troveremo il valore massimo della potenza propulsiva:
PTt ,max =
1
m& a Au hid
2
(8.18)
1
A = el rid At
2 u
invece,
1
A < el rid At
2 u
el >
(8.19)
1 Au
2 rid At
13
(8.20)
ad esempio se A,u = 0.95 , A,t = 0.9 e rid = 0.97 si avr un rendimento el 0.55.
Pertanto la potenza propulsiva ottenibile con un turboelica in generale, pi elevata di
quella ottenibile con un turbogetto semplice. A questo fattore, per, vanno aggiunte
considerazioni negative sul turboelica relative al maggior peso, alleffetto instabilizzante
che genera sul velivolo (e che richiede superfici di governo maggiori, quindi maggiori
dimensioni, maggior peso e maggior resistenza).
N.B. Confrontando la 8.13 e la 8.16 si pu osservare che la potenza propulsiva di un
turboelica varia linearmente con hid mentre in un turbogetto varia con la radice
quadrata di hid. Un aumento di hid (dato da un aumento delle temperature del ciclo o
del rapporto di compressione) risentito maggiormente dal turboelica.
13
Tale condizione risulta in generale soddisfatta (per valori ragionevoli dei rendimenti).
54
8.3
v0
Il
consumo
specifico
diminuisce
allaumentare
del
rapporto
di
compressione
del
compressore
e
allaumentare della velocit di volo;
La
condizione
di
ottimo
per
la
distribuzione dellenergia si ha quando
lenergia riservata al getto pari al
1020% dellenergia disponibile;
Tale
percentuale
va
aumentando
allaumentare della velocit di volo (infatti,
si trovato che opt v02);
SFC
c
SFC
v0
20
SFC
v0
11000
8.3.2
8.3.3
Quota
SFC
T4t
55
Il problema dellelica.
Potenza assorbita
dallelica
Numero di giri
Diametro dellelica
tan =
v0
1
0.7nD
(8.22)
v0
) e assumendo
nD
n = cost
= cost possibile
v = cost
0.5
10
56
v = cost
variabile
n variabile
8.5
Per quanto concerne, infine, il problema del riduttore, dobbiamo tener conto del fatto che,
perch il diametro dellelica maggiore del diametro del motore allora necessario
interporre un riduttore in modo tale da limitare la velocit di rotazione dellelica.
Per velocit di rotazione troppo alte, oltre gli effetti della comprimibilit, nascono
problemi strutturali associati alla resistenza dei materiali (basta pensare che le forze
centrifughe sono proporzionali alle velocit lineari.
57
Capitolo 9
Statoreattore
9.1
Generalit.
v0
A7=A7
A0
Limmissione del combustibile (liquido o gassoso) avviene per mezzo di appositi ugelli
disposti nel diffusore; posizione e numero dipendono dalle condizioni termodinamiche in
cui si desidera si trovi la miscela allingresso della camera di combustione.
9.2
Diffusore.
A differenza del caso ideale, nel caso reale il processo di compressione nel diffusore
adiabatico ma non isoentropico. Si hanno, infatti, perdite di pressione dovute ad attriti e
alla separazione (nella parte subsonica) e alla formazione di onde durto (nella parte
supersonica).
Quando il diffusore ha una porzione supersonica allora la compressione avviene anche
attraverso la formazione di onde durto.
Si distinguono tre condizioni di funzionamento:
1. critiche (o di progetto) londa durto normale (che segue quella obliqua che parte
dalla punta del cono) posta allingresso del diffusore;
2. supercritiche la pressione alluscita del diffusore troppo bassa per mantenere
londa durto allingresso, quindi, il flusso si mantiene supersonico allinterno del
58
9.3
Stabilizzatore di fiamma.
In genere, lo stabilizzatore di fiamma in uno statoreattore, avviene per mezzo di corpi non
aerodinamici che servono, come detto, per creare un ricircolo che favorisce il
mescolamento fra la miscela fresca e i gas combusti.
La perdita di pressione totale dovuta alla resistenza opposta dallo stabilizzatore pu
essere individuata definendo un coefficiente di perdita K, tale che:
K=
p 2 t p 3t
1
2 v 22
2
(9.2)
9.4
Combustore.
59
Ugello di scarico.
9.6
Considerazioni.
CT0
z e f
M0
= 0.2
=1
M0 = 6
M0 = 1
CT2
I valori minimi del T.S.F.C. si hanno per M0 compresi fra 2.5 e 3.5 anche se g aumenta
con continuit allaumentare di M0, per M0 > 3.5 il contributo di v0 maggiore di quello di
g, quindi il T.S.F.C. .
Se T.S.F.C. (tale tendenza tende ad annullarsi per M0 elevati) fig. 12 pag. 341.
Abbiamo visto che il coefficiente di spinta ed il rendimento globale dipendono dal
rapporto fra la pressione totale fra uscita e ingresso del propulsore. Poich la maggior
parte delle perdite di pressione avviene nel diffusore risulta notevolmente importante
osservare come variano g e CT2 proprio al variare del rapporto fra le pressioni totali
alluscita e allingresso del diffusore e assumendo M0 come parametro, fig. 13 e 24 pag.
342 e 343.
60
9.7
Dallanalisi di un turboreattore si vede che per velocit di circa 1100 km/h met
della compressione avviene nel diffusore mentre per velocit di 2600 km/h tutta la
compressione avviene nel diffusore, quindi, da tale velocit in su senza altro
conveniente lo statoreattore che pi semplice e meno costoso.
61
Capitolo 10
Il Diffusore
10.1
Generalit.
10.2
Prestazioni di un diffusore.
d =
A
p 2t
p 0t
p2t
h h0 T2t T0
= 2t
h2t h0 T2t T0
(10.1)
T2t
1 2
Mo
= 1+
T0
2
po
T2t p 2t
=
T0 p 0
Ad
p 2t
T2t
1
1
p0
T0
=
=
=
T2t
1 2
M
1
1
+
1
0
2
T0
ma
p 2t
p p
1 2 1
= 2 t 0 t = d 1 +
M0
2
p0
p 0t p 0
p 2t
1
p0
1 2
M0
2
62
si ha:
1 2 y
M 0 d 1
1 +
2
=
1 2
M0
2
(10.2)
10.3
Diffusori subsonici.
A1
Aa
p1
pa
(10.3)
63
10.3.2
Il fluido viene accelerato e subisce una diminuzione della pressione statica. In tal modo si
ha un aumento del carico di lavoro sul diffusore vero e proprio (perch a parit di
pressione finale p2 il diffusore dovr realizzare una compressione maggiore).
Mettendoci nel caso di flusso 1-D isoentropico
abbiamo che la variazione della sezione legata alla
variazione di pressione dalla relazione:
dA 1 1
dp
= 2 1
A M
p
(10.4)
20
Separazione
Non separazione
L/x
L
14
Si riferisce alla pressione pa sulla sezione di cattura (che quella che rientra nel calcolo della
spinta).
64
Per quanto concerne linfluenza dellattrito sul comportamento del diffusore, diremo che
leffetto dellattrito quello di ridurre il potere diffusivo del divergente per cui una certa
frazione dellincremento di area deve essere spesa per annullare gli effetti dellattrito.
Infatti, dalla relazione:
dv
v
=
dx 1 M 2
M 2 1 dA
A dx
RH
M 2
RH
1 dA
<0
A dx
(10.5)
1 dp
dv
dv
< 0 perch
, quindi
=
dx
v dx
dx
1 dA
M 2
> f
A dx
RH
10.4
65
Diffusori supersonici.
Anche nel caso supersonico necessario decelerare il flusso e portarlo ad una velocit
idonea (generalmente M 0.5).
Il problema delle prese daria supersoniche si divide su 2 fronti differenti:
-
Da un punto di vista strutturale la presa dinamica viene a costituire una parte del
velivolo sempre pi importante. Infatti, la portata volumetrica di aria che deve
essere inviata al motore aumenta pi velocemente della velocit di volo, quindi
allaumentare della velocit di volo dovr essere aumentata adeguatamente la
sezione di cattura;
10.5
66
10.6
Abbiamo visto che la relazione che lega le variazioni di pressione e sezione al numero di
Mach nel caso di flusso 1-D isoentropico :
dA 1 1
dp
= 2 1
A M
p
(10.4)
A0
1 2 1 2 2( 1)
=
M 0
1 +
2
Ag* M 0 + 1
Pertanto,
fissando
un
certo
rapporto
costruttivo della presa dinamica
A1 Ag
(10.6)
A0/A*g
15
67
A0/A*g
A0/A*g
(i)
(a)
(A0/A*g)R
(b)
(f)
(c)
A1/Ag
(h)
(e)
(d)
M0
1
M0
M0
M0S
(a) Per 0 < M0 < M0 < 1, il flusso si espande nel convergente e accelera (con Mg < 1)
per poi ricomprimersi nel divergente. Tutta la portata che entra nella sezione A1
( A0 perch possiamo supporre che il flusso sia indisturbato fra la sezione 0 e 1)
viene smaltita nella sezione di gola. Inoltre, poich
A0
*
g
>
A1
A1 = A0
Ag
Ag > Ag*
(10.7)
A0
*
g
A1
A1 = A0
Ag
Ag = Ag*
(10.8)
A0
Ag*
< A1
Ag = Ag*
Ag
A0 < A1
(10.9)
68
(d) Per M0 = 1, la sezione di cattura proprio uguale alla sezione di gola (ovvero Ag =
A*g = A0) per cui il convergente non ha nessuna funzione (ovvero il flusso nella
sezione di gola nelle stesse condizioni del flusso nella sezione di cattura).
(e) Per 1 < M0 < M0, lugello sempre saturato (Ag = A*g); pertanto, come si evince dal
grafico, sar:
A0
*
g
< A1
Ag
A0 < A1
(10.10)
tale condizione non si instaura (come nel caso subsonico) attraverso una
divergenza delle linee di flusso, bens attraverso un urto curvo a monte della presa
daria.
Per M0 = 1 lurto ha intensit nulla e si trova allinfinito a monte; al crescere di M0,
lintensit dellurto aumenta e lurto si avvicina alla presa daria. Ovviamente il
flusso nel convergente subsonico.
(f) Per M0 = M0, lurto posizionato proprio nella sezione dingresso del diffusore
(siamo in condizioni di progetto). In realt non succede questo per il semplice fatto
che, essendovi delle onde durto, il flusso non pi isoentropico, quindi non vale
pi la relazione 10.6 precedentemente scritta.
Infatti, se scriviamo lespressione della portata nella gola sonica, otteniamo:
m& = A
*
g
p0
R
1 +
2
T0
+1
2 ( 1)
Ag* p 0 = cost
(10.11)
dalla conservazione della portata risulta che, nel passaggio attraverso un urto, il
prodotto della sezione critica per la pressione totale deve mantenersi costante.
Pertanto, poich la pressione totale diminuisce attraverso un urto, la sezione
critica aumenta, quindi la curva cui dovremmo far riferimento pi bassa rispetto
a quella del caso isoentropico (e la indichiamo con (A0/A*g)R).
Tenendo conto di ci si vede che per M0 = M0 si ha:
A1
< 0 *
Ag
Ag R
A0 < A1
(10.12)
A0
A1
*
= Ag
A
g R
(10.13)
(i) Per M0 > M0S, lurto entra nella porzione convergente della presa daria, ma, poich
lurto instabile nel convergente, esso va a posizionarsi nel divergente.
In tal caso, per, poich il flusso nel convergente isoentropico allora per M0 > M0S,
si ripassa alla curva A0/A*g (relativa al caso isoentropico).
Perci il flusso si comprime isoentropicamente nel convergente, si riespande nel
divergente e subisce una brusca compressione attraverso lurto (che, come detto,
posizionato nel divergente).
69
Tale condizione di funzionamento, per, comporta notevoli perdite di pressione totale (in
quanto la compressione avviene attraverso lurto per un Mach molto alto).
Si pu pensare, quindi, partendo dal punto (i), di ridurre il M0 in maniera tale da far
risalire lurto nel divergente in modo da ridurne lintensit e, quindi, le perdite.
In questo modo ci sposteremo sui punti della curva A0/A*g relativa al caso isoentropico
(in quanto il flusso nel convergente isoentropico) e possiamo ridurre M0 fino a M0 in
corrispondenza del quale lurto posizionato proprio sulla sezione di gola.
Questa proprio la condizione di funzionamento ideale (o di progetto) della presa daria
(perch lurto nella sezione di gola avviene a Mg = 1, quindi ha intensit nulla e, perci,
perdite di pressione nulle cio la compressione ottenuta isoentropicamente) ma
rappresenta una condizione instabile.
Infatti, un minimo aumento della pressione a valle (dovuta ad una riduzione della portata
richiesta) o una riduzione di M0 fanno s che si ripristini improvvisamente la condizione
di urto allingresso e che, pertanto, si debba ripetere le procedure davviamento.
Si preferisce, allora, far funzionare la presa daria ad un M0 leggermente superiore a M0
in modo che lurto si abbia poco a valle della sezione di gola, piccola intensit, cos da
avere un buon compromesso per la necessit di avere piccole perdite e quella di avere
una posizione stabile.
Fondamentalmente, quindi, per raggiungere le condizioni di progetto in un convergentedivergente necessario passare per una velocit (anche molto) superiore alla velocit di
progetto.
Tale problema pu essere evitato usando ugelli a geometria variabile. Una volta raggiunto
M0 (per la prima volta quindi siamo ancora sulla curva (A0/A*g)R) si aumenta la sezione
di gola dellugello (in modo tale da diminuire il rapporto costruttivo A1/Ag, quindi M0
viene a coincidere con M0S nel nuovo rapporto costruttivo) ci porta ad avere un urto nel
divergente che, poi, potr essere avvicinato alla sezione di gola tornando a diminuire la
sezione di gola.
In alternativa, si possono usare ugelli perforati. Le onde durto esterne generano una
sovrapressione allinterno del convergente-divergente che determina la fuoriuscita del
fluido attraverso le porosit della parete (equivalente allallargamento della sezione di
gola).
10.7
70
10.8
La Resistenza.
dQext
=
dt
A2
(p
p )dA
A0
J lo sforzo tangenziale.
J dA
S ext
(10.14)
71
Con tale scrittura, ovviamente, ci si riferisce alla sola componente assiale di forze e
quantit di moto.
Poich, ci interessa lazione esercitata dal flusso esterno sul diffusore, consideriamo
lespressione precedente cambiata di segno, ovvero:
Rext =
A2
( p p )dA + J dA
0
A0
Rext =
(10.15)
S ext
A1
A2
( p p )dA + ( p p )dA + J dA
0
A0
A1
S0
Resistenza dattrito
S0 la superficie di contatto
Resistenza addizionale:
nulla se A0 = A1 ovvero in
condizioni di progetto.
rilevante nel caso
supersonico in cui la
condizione A0 < A1
caratterizzata da un urto
normale a monte
soprattutto per A0/A1 bassi.
Resistenza di pressione
Rext
Rext
Raddiz
Rattr
Rpress
A0/A1
1
Si vede come per A0/A1 bassi il termine di Raddiz diventa rilevante (in quanto anche il
rapporto fra le pressioni statiche p/po aumenta notevolmente).
Per A0/A1 = 1 la Rext data dalla somma di Rattr + Rpress, perch Raddiz = 0.
72
Capitolo 11
La Camera di Combustione
11.1
Generalit.
Nella camera di combustione viene liberata, attraverso una serie di reazioni chimiche,
lenergia contenuta del combustibile e si ha, pertanto, una trasformazione di energia
chimica dal combustibile al fluido di lavoro.
Questo determina una variazione delle caratteristiche termodinamiche del fluido di
lavoro (pressione, temperatura) ed un mutamento della sua composizione chimica:
aria + combustibile gas di combustione
La composizione quantitativa e qualitativa di tali gas dipende dal combustibile, dal
rapporto aria-combustibile, dalla temperatura, dalla pressione e dalla geometria del
combustore.
La camera di combustione deve essere in grado di funzionare in condizioni estremamente
diverse: la temperatura dingresso pu variare da valori < 0C a valori maggiori di
100200C; le pressioni in camera possono variare da valori minori della pressione
atmosferica a valori di 1015 bar; le dimensioni della camera di combustione devono
essere limitate (la dimensione trasversale deve essere limitata per limitare larea frontale
del motore, la dimensione assiale per non allontanare troppo la turbina dal compressore,
ovvero per non avere alberi di trasmissione molto lunghi).
Date le portate daria richieste dal motore, la limitazione della sezione trasversale impone
delle velocit assiali in ingresso di 7080 m/s (molto maggiori della velocit di
propagazione della fiamma) che, insieme alla limitazione sulla dimensione assiale
impongono volumi e disposizioni per la combustione ridotte, quindi intensit di
combustione molto elevate (I = 0.52.5108 kcal/(hm3atm)).
Inoltre la camera di combustione necessita di grandi quantit di aria per mantenere
bassa la temperatura del gas in uscita cos da non danneggiare le palette della turbina
(che, se raffreddate, possono sopportare temperature massime di 15001600K); un
problema rappresentato dalliniezione del combustibile che deve mescolarsi con
unopportuna quantit daria e la miscela che si forma deve essere omogenea e
consentire una rapida combustione ( il combustibile viene iniettato attraverso un ugello
sottoforma di goccioline o vaporizzato); per di pi lapparato di iniezione deve funzionare
per un ampio intervallo di portate (Qmax/Qmin 50).
La camera di combustione deve avere grande affidabilit, elevato rendimento di
combustione, basse perdite di carico, assicurare la riaccendibilit, la stabilit della
fiamma ed evitare depositi carboniosi sulle pareti.
11.2
Il Rapporto Combustibile-Aria.
73
Per ossidazione completa si intende una reazione in cui i prodotti finali siano solamente
anidride carbonica (CO2), acqua (H2O) ed azoto (N2).
Per quanto concerne il caso di nostro interesse (ovvero la combustione fra aria ed
idrocarburi) si ha fst 0.0667 ( 1/fst 15 cio per ogni kg di combustibile sono
necessari circa 15 kg di aria per ottenere una miscela stechiometrica).
-
74
-
Anulari: formata da 2 involucri perforati coassiali allasse della turbinacompressore e che ricevono globalmente tutto il flusso daria in uscita dal
compressore;
Per quanto concerne le varie peculiarit delle diverse realizzazioni, diremo che:
75
11.3
Stabilizzatore di fiamma.
Nella zona primaria della camera di combustione si viene a formare una miscela
combustibile-aria entro la quale tende a propagarsi il fronte di fiamma (che si muove ad
una velocit s ben precisa e funzione del rapporto aria-combustibile, di pressione e
temperatura).
Fronte di fiamma
Confrontando tale velocit di
propagazione del fronte di
fiamma (nel verso che va dai
gas combusti verso la miscela
s
fresca, ovvero dalla zona di
Miscela
Gas
diluizione
verso
la
zona
combustibile
combusti
v
intermedia) con la velocit del
flusso v (che, ovviamente, nel
verso
opposto)
possono
presentarsi 3 situazioni diverse:
s < |v| il fronte tende a propagarsi nella direzione dei gas combusti e, quindi,
ad estinguersi per mancanza di miscela fresca;
76
x=
~
v
= f (f )
D T p
(11.1)
Fori piccoli
Fori grandi
Si vede che:
fori grandi
fori piccoli
77
78
(c R D )n
stabilizzatore (v > v0 del flusso poich lo stabilizzatore genera uno strozzamento della
sezione):
stabilit
(diminuisce il calore
necessario per raggiungere laccensione);
p stabilit
reazione chimica).
(aumenta la velocit di
Definiamo, quindi:
y=
v max
(c R D )n p T
(11.2)
(c R D )n
f
fst
vmax
11.3.3
79
11.4
Atomizzazione a getto.
m& c = c E S 2 p
(11.3)
m& c
p
(11.4)
80
m& c p
Residuo %
SMD = 150
SMD = 100
SMD = 50
Tempo [msec]
(11.5)
Ugelli Dylex: due serie di apertura, una delle quali entra in funzione solo al di
sopra di una certa portata.
11.4.2
81
In ogni caso bisogna evitare di tenere il combustibile per molto tempo a temperature
elevate, altrimenti si avrebbero problemi di cracking.
Tali sistemi necessitano di basse pressioni di iniezione e danno un buon profilo di
temperatura in uscita ma sono difficili da realizzare.
11.4.4
Iniezione centrifuga.
11.5
Processi di miscelazione.
11.6
82
(===1)
p T
b = f i i
vi
(11.6)
p i Ti
vi
Quota
Quota limite di
funzionamento
Numero di giri %
Tdisp
Tnondisp
Zona di funzionamento
non possibile
Numero di giri %
In generale, per ogni quota e per ogni numeri di giri, richiesto un certo salto di
temperatura T che pu essere raggiunto variando f; esiste, tuttavia, una zona di
funzionamento non possibile, che si ha quando T richiesta superiore a quella
ottenibile.
83
9 Perdite di carico: pi della met delle perdite di pressione sono dovute allattrito
e alla miscelazione, la parte rimanente allaccelerazione del fluido conseguente
alladdizione di calore. In generale tale perdita del 3-6% e provoca TSFC del 24% e la spinta del 2-4%.
11.7
M0
4
10
84
Capitolo 12
Lugello di scarico
12.1
Generalit.
dp
< 0 ) che
dx
12.2
Se supponiamo che il flusso che si instaura nellugello sia 1-D ed isoentropico, allora le
equazioni che ne governano il moto sono:
9 Continuit:
vA = cos t
(12.1)
9 Quantit di moto:
dp
= vdv
(12.2)
9 Energia:
1 2
1 2
1 2
c2
1
1 2
+ v 2 = c 2 1 +
hT = cos t = h + v = c pT + v =
RT + v =
M
1
1 2
2
2
2
2
(12.3)
85
9 Processo isoentropico:
= cos t
(12.4)
vA = cos t ln + ln v + ln A = cos t
dv dA
+
=0
v
A
(12.5)
e dalla 12.4:
= cos t ln p + ln
= cos t
dp
d
dp
d
=0
=
p
p
(12.6)
Sapendo che:
dp
dp d
d
dp
d
= c2
= vdv c 2
= vdv
(12.7)
avremo:
dA dv d
dA dv v
dA dv
dA
dv
+
+
=0
+
2 dv = 0
+ (1 M 2 ) = 0
= (M 2 1)
A
v
A
v c
A
v
A
(12.8)
Inoltre:
dp
d
v
dp
dv
=
= 2 dv
= M 2
p
p
v
(12.9)
Queste due equazioni sono sufficienti per studiare come variano pressione e velocit
allinterno di un condotto (convergente o divergente) in funzione del Mach (sempre,
ovviamente, nellipotesi di flusso 1-D e isoentropico).
M<1
M>1
dA
A
dA
A
dA
A
dA
A
dv
v
dv
<0
v
dv
<0
v
dv
>0
v
>0
dp
p
dp
>0e
p
dp
<0e
p
dp
>0e
p
<0e
>0
Divergente
<0
Convergente
>0
Convergente
<0
Divergente
86
Considerando la sezione iniziale (1) e finale (2) del condotto, per lequazione dellenergia
avremo:
1
T
v 2 = 2
RT1t 1 2
T1t
1
1
2
T p 1
2 = 2
T1t p1t
p
1
2
v 2 = 2
1
1 p1t
(12.10)
Dallequazione di continuit:
vA = 2 v 2 A2 = cos t
si vede che:
p 2 = p1t
Dallequazione dellenergia
2 = 0
Processo isoentropico
v2 = 0
p2 = 0
m& = 0
m& = 0
(v )*g
d (v ) g
*
dp *g
d g*
1
dp = 0
+
v
=
0
*
*
* v*
dp g
dp g
g g
*
g
*
g
dv *g
*
g
*
g
v *g
v *g
+
= 0 * = 1 v *g = c *g
c*
cg
g
(12.11)
h1t = hgt*
T
1 +1
1 *2
=
T1t = Tgt* = Tg* 1 +
M g 1*t = 1 +
2
2
2
Tg
p1t T1t
=
p* T *
g g
p1t + 1 1
=
p *g 2
(12.14)
(12.13)
p1t 1t
=
*
p*
g
g
87
1
1t + 1 1
=
g* 2
(12.15)
1 2 2( 1)
M1
1+
A1
1
2
=
1
Ag* M 1
1+
12.3
(12.16)
Ugello convergente.
h1t = hgt
Tg p g
R
e
ma c p =
=
1
T1t p1t
v g = 2c p T1t (1 Tg T1t )
1
h1t = hg + v g2
2
1
, quindi:
g
1
2
p
2 g
v g = c1t
1
1 p1t
p
dove c1t = RT1t = 1t
1t
p0
esterna
(12.17)
2
.
2
p g 2 p g
p
Ag = Ag 1t 1t
c1t
m& = g v g Ag = 1t
1
1
1t
p1t
p1t
1
1
p
p
g
2 1 g
chiamando =
1 p p , si ha:
1t 1t
m& = Ag
p1t
RT1t
(12.18)
1
2
1
1
p
p
g
2 1 g
1 p p
1t 1t
88
2 +1
p g = p *g = p1t
+1
(12.19)
Tale pressione deve necessariamente essere maggiore o uguale a p0 (ovvero p*g p0).
Infatti:
-
p*g < p0 condizione instabile: una qualsiasi perturbazione che rende la velocit
in gola subsonica provoca la propagazione di unonda di compressione che tende a
far diminuire la differenza fra p*g e p0 e a diminuire ulteriormente la velocit in
gola;
M g* = 1
1 2
2RT1t
2
2
1
= c
c *g = v *g = c1t
=
1t
1 + 1
+1
+ 1
m& = Ag
p1t
RT1t
(12.21)
dove
16
(12.20)
89
1
1
1
1
1
1
*
p*
2
2 2 1
2 2 1
2
2
2
g
g
* =
1 =
1
1 p1t p1t 1 + 1 + 1 + 1 + 1
(12.22)
Per aumentare ulteriormente il valore della portata (oltre il valore massimo) necessario
agire sulle condizioni a monte (ovvero in 1). Perci:
p1t m&
T1t m&
12.4
(12.23)
Ugello convergente-divergente.
17
Infatti, in condizioni di flusso supersonico, per avere una ulteriore espansione necessario un
divergente (perch il convergente si comporta come un diffusore).
90
Dora in poi, per p0 < p0(e), il flusso nellugello non cambia. Perci, per
(p0(g) < p0 < p0(e)), dovr necessariamente esserci unonda durto (attraverso la quale
avviene la ricompressione). Tale onda, per, non pu essere normale e posizionata
sulla sezione defflusso (perch darebbe una ricompressione fino a p0(e), maggiore
del valore che abbiamo, p0(f)), quindi avremo un urto obliquo a valle della sezione
defflusso. Ci che cambia, nellintervallo di p0
considerato, proprio linclinazione dellonda
durto (che sar tale da dare una pressione a
valle dellurto uguale alla p0). Poich lugello ha
espanso la corrente fino ad un valore della
pressione inferiore alla pressione esterna, si
parla di ugello sovra-espanso;
91
Capitolo 13
Turbomacchine
13.1
Introduzione.
Finora abbiamo studiato comportamenti statici (ovvero senza parti in movimento) del
propulsore, quindi le variazioni delle caratteristiche del fluido avvengono per particolari
configurazioni geometriche (ugello, diffusore) o per addizione di energia sviluppata da
reazioni chimiche (camera di combustione).
Alcuni di questi componenti possono avere delle parti mobili (ugello a geometria variabile)
Ma ci non interessa in alcun modo il tipo di processo ma serve solo per adeguare meglio
le caratteristiche del condotto a quelle del fluido (vengono usate per breve tempo e
portano da una configurazione fissa ad unaltra configurazione fissa).
Le turbomacchine realizzano linterazione fra fluido e componente proprio attraverso il
movimento sia del fluido che della macchina; tale interazione determina uno scambio di
energia cui consegue una variazione delle caratteristiche del fluido.
La caratteristica pi importante delle turbomacchine che sono sede di un processo
continuo e stazionario (anche se sono presenti oscillazioni di frequenza elevate).
Lorgano fondamentale di una turbomacchina un disco rotante dotato di una
palettatura; il fluido passa attraverso la palettatura (opportunamente conformata) e
scambia con essa energia; la variazione di energia determina la variazione delle
caratteristiche del fluido (velocit, pressione e temperatura).
Lo scopo dello studio delle turbomacchine :
-
Compressori:
92
Fluido incomprimibile
Fluido comprimibile
13.2
Vogliamo determinare la quantit di energia che viene scambiata fra fluido e rotore
(perch, come gi detto, a tale scambio energetico sono imputabili le variazioni delle
caratteristiche del fluido in termini di velocit, pressione e temperatura).
Pertanto supponiamo che:
-
& = cost )
Il flusso che attraversa il rotore sia stazionario ( m
Condizioni in uscita: r2 , v 2 (v 2 a , v 2t , v 2 m )
dQ
=F
dt
d (m& v )
=F
dt
m&
dv
=F
dt
(13.1)
&
(appunto in direzione assiale) esercitata dal fluido sul rotore, m
&
(appunto in direzione radiale) sui supporti, m
dv a
= Fa ;
dt
dv m
= Fm ;
dt
&
tangenziale sul rotore, m
dvt
= Ft .
dt
93
d
=J
dt
(13.2)
vm
vt
Variazione
temporale del
momento della
quantit di moto
va
J = m& (r1v1t r2 v 2t )
(13.3)
La potenza scambiata fra il fluido e rotore (ovvero lenergia scambiata per unit di tempo)
si ottiene moltiplicando per la velocit angolare :
(13.4)
H=
P
= (u1v1t u 2 v 2t )
m&
(13.5)
Equazione di Eulero per
le turbomacchine
h2t = h1t L
Lavoro entrante
nel fluido
Poich stiamo
parlando di lavoro
positivo se ceduto al
rotore
h1t = h2t + L
1 2
(v1 v22 )
2
94
Pertanto:
L = H = (u1v1t u 2 v 2t ) = (h1 h2 ) +
1 2
v1 v 22
2
(13.6)
osserviamo che:
-
u1v1t > u 2 v 2t
u1v1t < u 2 v 2t
N.B. Lequazione di Eulero, per come stata ricavata, vale sia nel caso comprimibile che
in quello incomprimibile. Inoltre, indipendente dal percorso termodinamico subito dal
fluido e tiene conto degli effetti delle forze dattrito (che modificano lentit della coppia
esercitata dal fluido sul rotore) ma non tiene conto degli sforzi di taglio sulle sezioni
dingresso e duscita.
Nello studio del moto dei fluidi in condotti mobili, sfruttando il teorema della
scomposizione delle velocit, possiamo dire che:
v = u + vr
(13.7)
1 2
(
v + u 2 v r2 )
2
(13.8)
vt = vcos
H = (u1v1t u2 v2t ) =
vr
1 2 2
1
1
1
(
v1 v2 ) + (u12 u22 ) (vr21 vr22 ) = (v12 v22 ) + (u12 u22 ) (vr21 vr22 )
2
2
2
2
(1)
(2)
(13.9)
(3)
Pertanto, lenergia per unit di tempo e massa, scambiata fra fluido e rotore pu essere
vista come somma di 3 termini:
-
(2) la variazione di energia cinetica dovuta al lavoro delle forze centrifughe nel
trasferimento dellunit di massa di fluido da r1 a r2; infatti,
1 2
u1 u 22 = 2 r dr
2
2
18
95
Pertanto possiamo dire che lo scambio di energia nel rotore avviene attraverso una
variazione di pressione dinamica (collegata alla variazione di energia cinetica assoluta) ed
una variazione di pressione statica (collegata ai termini centrifughi e di velocit relativa).
Si definisce grado di reazione (R) di una turbomacchina il rapporto fra lenergia
scambiata attraverso variazioni di pressione statica e lenergia totale scambiata, cio:
1 2
(
u1 u 22 ) (v r21 v r22 )
h h2
= 1
R= 2
H
h1t h2t
(13.10)
Se:
-
R = 121
variazione di pressione statica (ovvero variazione di entalpia statica) e lenergia
cinetica assoluta del fluido rimane costante (ovvero la sua velocit assoluta rimane
costante).
N.B. Abbiamo detto che le turbomacchine radiali possono essere centrifughe o centripete.
Bisogna, per, osservare che la forza centrifuga si muove nella stessa direzione del
1 2
(
u1 u 22 ) < 0 trasferendogli
2
energia. Mentre la forza centripeta si muove nella stessa direzione del movimento, ma in
verso opposto, quindi il lavoro della forza centripeta positivo, infatti
19
I termini centrifughi e di velocit relativi determinano una variazione della pressione statica
del fluido.
20
Poich la pressione statica si mantiene costante il rotore pu essere aperto (ovvero non necessita
di un condotto che la circondi, in quanto non c il pericolo che il fluido si espande a causa di un
gradiente di pressione.
21
Il rotore deve essere chiuso (perch il gradiente di pressione statico non nullo).
96
1 2
rotore.
Pertanto, le macchine centrifughe possono essere solo dei compressori (perch cedono
energia al fluido); al contrario quelle centripete possono essere solo delle turbine.
Il fatto che, come vedremo, le macchine che consentono grandi scambi energetici per ogni
stadio siano radiali e non assiali legata proprio alla presenza di tale termine di lavoro
delle forze centrifughe (che nelle macchine assiali nullo essendo u1 = u2).
13.3
I Rendimenti.
p
2t
1
T1t
p1t
=
T2t T1t
h2t h1t
T2t T1t
Irreversibile
reversibile
(13.11)
1
A =
t
=
h1t h2t T1t T2t
T1t T2t
(13.12)
p
2 t
T1t 1
p1t
Irreversibile
reversibile
2
2
S
H id
Lr = H r =
= H r1 + H r 2 =
H id
poich
le
H id 1
isobare
H id < H id 1 + H id 2
H id 2
H id 1
H id 2
T
Hid2
(13.13)
sono divergenti si ha
, quindi Ac < cs , il
Hr2
Hid
Hid1
Hr1
Hr
97
Questo dovuto al fatto che il rendimento globale conta anche dei fenomeni che non
sono direttamente collegati al comportamento fluidodinamico della macchina (ad esempio,
al termine del primo stadio, la temperatura reale maggiore della temperatura ideale,
questo implica che il secondo stadio dovr compiere un lavoro di compressione maggiore,
essendo il lavoro di compressione funzione della temperatura iniziale).
Allora il rendimento globale sar funzione del rapporto di compressione del compressore
e diminuir allaumentare di questo. Infatti, si pu pensare di suddividere la
compressione in tanti stadi ognuno dei quali, per, penalizzato dalle condizioni finali
degli stadi precedenti.
Per la turbina si arriva a risultati opposti. Poich lespansione reale ha una temperatura
finale superiore a quella ideale allora, proseguendo con lespansione, si parte da una
temperatura pi elevata e si aumenta, cos, il lavoro estraibile.
Questo non vuol dire che lespansione reale conviene (in termini di lavoro) rispetto
allespansione ideale ma che la parte di calore che viene introdotta nello stadio
precedente a causa della non isoentropicit del processo facilita lespansione successiva.
A > t
t
(13.12)
ovvero il rendimento globale della turbina maggiore del rendimento di un singolo stadio.
Poich, Ac e At dipendono dal rapporto fra le pressioni totali (in ingresso e uscita), allora
molto difficile poter confrontare i rendimenti di macchine con rapporti di pressione
totale diversi.
Per poter prescindere dalla storia del fluido (quindi, avere un parametro che ci consente
di effettuare i confronti fra le macchine) necessario considerare uno stadio infinitesimo
(in cui la trasformazione non pi suddivisibile e, perci, il rendimento dello stadio
coincide col rendimento globale riferito a quello stadio).
Se p1t = p , p 2t = p + dp , T1t = T , T2t = T + dT , si
T
p+dp
ha:
+
p
dp
1
T
1
p
T dp
=
=
1 + 1
T + dT T
dT
p
T+dT
(13.13)
T
dp
1 +
p
1+
1 dp
p
la 13.13 diventa:
dT
1
=
T
pc
1 dp
1 + p 1
ln
T2t
1 1 p 2t
=
ln
T1t pc
p1t
p =
c
1 ln ( p 2t p1t )
ln (T2t T1t )
(13.14)
98
Ac
Osserviamo che:
-
0.9
ed inoltre si ha pc > Ac .
0.8
pc
0.7
p = lim A
c
pc = 0.8
(13.15)
p2 t p1t 1
p2t/p1t
p =
t
T (T + dT )
1
p
dp
+
T 1
p
1
1
dT
dT
=
1
T
T 1 dp
dp
1 1 +
p
p
T
1 p1t
1
=
ln
ln 1t
p 2t p
T2t
p =
ln (T1t T2t )
1
ln ( p1t p 2t )
1 dp 1 dT
=
p p T
t
(13.16)
Si vede che:
-
At
pt
ed inoltre si ha pt < At .
In quanto, per come stato definito, :
p = lim A
t
0.8
(13.17)
pt = 0.8
0.4
p1t p2 t 1
p1t/p2t
p =
c
1 ln( p 2t p1t )
ln(T2t T1t )
T2t p 2t
=
T1t p1t
p =
t
ln (T1t T2t )
1
ln ( p1t p 2t )
T
ln 2t
T1t
1 1
pc
1 1 p 2t
=
ln
pc p1t
(13.18)
T
ln 1t
T2t
1
p
=
pt ln 1t
p 2t
T1t p1t
=
T2t p 2t
pt
99
(13.19)
queste due relazioni ci dicono che i punti iniziali e finali delle trasformazioni irreversibili
(di compressore e turbina) possono essere collegati mediante una trasformazione
politrofica di indice n, tale che:
compressore
1
n 1
= pt
turbina
n 1
1
=
n
pc
gbl =
c
albero
mc =
rotore
en. rotore
en. albero
idraulico c =
fluido
en. utile nel fluido
en. mecc. sul rotore
gbl =
t
fluido
idraulico t =
rotore
mt =
albero
en. albero
en. rotore
100
Capitolo 1422
Compressore Radiale Centrifugo
14.1
Generalit.
v =u +w
(14.1)
L = H = (u1v1t u 2 v 2t )
R=
(u
2
1
) (
u 22 w12 w22
2H
(14.2)
(14.3)
u2
v1 = u1 =
1
u2
2
v1r = v1
u1
(14.4)
r1
v 2t = u 2 + w2 cos( 2 ) = 2v 2 r v 2 r cot 2
v2t
v2r
H = u1v1t u 2 v 2t = u 2 v 2t
ma,
r2
w1
(14.5)
v2
w2
u2
girante
Si ricorda agli studenti che prima di questo capitolo, va studiato il capito 20 dal libro
101
(14.6)
2 langolo formato dalla velocit relativa del fluido alluscita della girante (w2) con la
direzione della velocit periferica di trascinamento (u2).
Per v r2 1 sia ha che:
H = 2(cot 2 2) )
(14.7)
[(
) (
)]
1 2
1
u1 u 22 w12 w22
H v12 v 22
2
v 2 v 22
v 2 v r2 (2v r v r cot 2 )
2
R= 2
=
= 1 1
= 1 r
H
H
2H
2H
per vr = 1, si ha:
R = 1+
(2 cot 2 )2 = 1 2 cot 2
2[2(cot 2 2 )]
4
R=
2 + cot 2
4
(14.7)
Si pu vedere che;
-
2 > 2* L H < 0
(ovvero il
fluido riceve effettivamente energia
dal
rotore).
Per
2* 30 la
macchina si comporta come un
compressore:
R
+
2 < 2* L H > 0
(ovvero il
fluido cede effettivamente energia
alla macchina) la macchina si
comporta come una turbina.
* 2
102
Per di pi, la prima porzione di palettatura (ovvero la porzione vicina allasse di rotazione)
viene incurvata nel senso della rotazione in modo tale da essere circa tangente alla
velocit relativa del fluido (evitando, cos, nei limiti del possibile, fenomeni di
separazione). Questa pregirante chiamata inducer.
Linducer, quindi, ha lo scopo di favorire il cambio di direzione assiale - radiale.
14.2
H = u 2 v 2 t = H c
dove,
H c = u 2 v 2t = u 2 (u 2 v 2 r cot 2 )
(14.8)
Q2 = v 2 r A2
v2r =
Q2
A2
Q
H c = u 2 u 2 2 cot 2
A2
(14.9)
103
Hc
Avanti
Radiali
Indietro
Per contro, per, le pale in avanti, essendo curve, sono sottoposte a notevoli sforzi e,
specie nelle prestazioni pi spinte, possono dare origine ad instabilit del flusso.
Inoltre, essendo caratterizzate da velocit in uscita (v2) molto elevate, richiedono diffusori
in grado di smaltire un notevole salto di velocit (molto difficile soprattutto se si
vogliono mantenere le dimensioni contenute).
Luso di pale in avanti sconsigliato in compressori ad elevate velocit.
Le pale allindietro, invece, hanno rendimenti maggiori ma, per ottenere lo stesso
scambio energetico, devono girare pi velocemente, quindi si avranno problemi a livello
di sforzi sulle pale.
Pertanto si preferisce costruire compressori centrifughi a pale radiali sia per semplicit
che per eliminare problemi di resistenza meccanica (infatti, le pale radiali, a differenza di
quelle curve, non sono soggette agli sforzi derivanti dalla forza centrifuga).
Il salto di temperatura totale attraverso la girante :
14.3
(14.10)
Si detto che la girante pu essere preceduta da una pregirante (con ingresso assiale)
munita o meno di una palettatura in grado di dare una componente tangenziale alla
velocit.
Se la palettatura, manca allora il fluido arriva sulla sezione di ingresso della girante con
componente tangenziale di velocit nulla. In realt, specie se siamo in condizioni diverse
da quelle di progetto (portate superiori o inferiori) il fluido munito di una componente
tangenziale di velocit: fenomeno di prenotazione (dovuto, molto probabilmente, a
fenomeni di ricircolazione nei canali della girante generati da problemi di non simmetria
allo scarico della girante).
Il flusso si adatta a queste condizioni di funzionamento (diverse da quelle di progetto)
assumendo una componente tangenziale di velocit in modo tale da diminuire le perdite;
pertanto:
104
-
Progetto
vr1
vr1
v1
v1
u1
vu1
Condizioni di
progetto
v1
u1
Portata maggiore di
quella di progetto
vr1
vu1
u1
Portata inferiore di
quella di progetto
w1
troppo alto).
c1
23
D1 grande u1 , v1 1 ;
D1 piccolo u1 , v1 1 23.
105
La girante.
Finora abbiamo usato lequazione di Eulero riferendoci agli angoli geometrici della girante
supponendo che questi fossero uguali a quelli formati dal fluido. In realt, la
distribuzione di pressione sulle 2 facce (superiore ed inferiore) delle palette non la
stessa, ma nel canale formato da due palette si viene a formare un gradiente di pressione
trasversale, che genera una componente di velocit trasversale che determina la
variazione della direzione della velocit relativa rispetto a quella teorica.
Si
ha,
perci,
una
w
deviazione del flusso che
lascia la paletta con un
Scorrimento
angolo relativo alla girante
w2r
Reale
(2) inferiore rispetto a
Ideale
quello teorico (ovvero alla
v2r v2id
w2id
tangente
alla
paletta),
2r
implica che la componente
tangenziale della velocit
u2
assoluta (v2t) diminuisca, e
2id
quindi diminuisce anche lo
scambio di energia fra
rotore e fluido.
La variazione della componente tangenziale della velocit assoluta rispetto al valore
teorico prende il nome di scorrimento (slip), e pu essere identificato tramite un fattore di
scorrimento che, nel caso di palette radiali, dipende dal numero di pale (ovvero
dallangolo formato tra 2 di esse) secondo la relazione:
s = 1 0.315 =
(14.11)
Possiamo spiegare tale dipendenza dallo scorrimento dal numero di pale andando a
riportare, sul canale formato da 2 palette adiacenti, landamento delle linee a pressione
costante. Si vede che la linea a pressione costante pi
esterna coincide con la linea circonferenziale (in quanto
deve esserci continuit della pressione fra la superficie
p
superiore e quella inferiore delle palette) mentre,
internamente, vi un gradiente di pressione negativo nel
senso della rotazione.
Tale distribuzione di pressione determina un movimento
del fluido dalla periferia verso linterno e, trasversalmente,
dalla zona a pressione maggiore a quella a pressione
minore. Tale movimento, che associato alla componente
trasversale di velocit che determina la variazione della
direzione della velocit relativa con conseguente
variazione dellangolo relativo con cui il flusso abbandona
la girante, tanto pi rilevante quanto minore il
numero delle pale (se il numero di pale maggiore il movimento meno accentuato,
quindi sar minore lo scorrimento ma ci saranno maggiori resistente dattrito e riduzione
della sezione di passaggio.
Un altro fattore che riduce ulteriormente la quantit di energia scambiabile fra fluido e
rotore rappresentato dalla disuniformit della velocit lungo lo spessore del canale
(dovuta, ad esempio, a disuniformit generate nella deviazione del flusso da assiale a
radiale, ad effetti dattrito e/o separazioni).
Per tener conto della riduzione della quantit di energia scambiabile fra fluido e rotore
nel caso reale (a causa, come visto, dello scorrimento e della disuniformit della velocit
106
14.5
Il diffusore.
2rh v rd = cost
rv rd = cost
vrd v
(14.12)
vtd
rvtd = cost
(14.13)
si ha,
rvtd
rv rd
vtd
v rd
= tan = cost
(14.14)
2rv rd = 2r * v r*d *
rv rd = r * v r*d *
(14.15)
rvtd = r * vt*d
(14.16)
tenendo conto che, v rd = v cos , v r*d = v * cos * , vt d = v sin , vt*d = v * sin * , si ha:
r * v r*d *
r * vt*d
v cos * v * cos *
= *
v sin
v sin *
tan * *
=
tan
107
tan
*
tan *
(14.17)
poich,
1
* 2 1
=
1t +1
1 +
M2
2
2 1
=
+ 1
* 2 1 2 1
=
M
1+
2
+1
(14.18)
tan * 2 1 2 1
M
=
1 +
tan
2
+ 1
(14.19)
T1t + 1
=
2
T*
1 2
T 1 +
M
2
= +1
*
2
T
( + 1) 2
T
=
*
1 2
T
1+
M
2
(14.20)
Inoltre :
rvtd = r * vt*d
rv sin = r * v * sin *
1
2
*
*
( + 1) 2
r sin
v M RT
T
= * =
=M
= M
*
r sin
v
T
1 RT *
1 + 1 M 2
(14.21)
Perci, note le condizioni dingresso nel diffusore (r, ed M), si determina tan* e r*sin*
(con la 14.19 e con la 14.21), possiamo ricavare r ed in funzione del numero di Mach di
scarico.
Tale procedimento pi intuitivo e
visibile da un punto di vista grafico.
Noti M2 ed 2 si determina r2/r* ed *.
Poich il valore di * rimane costante
allora ci si muove lungo una linea ad *
= cost fino al M3 desiderato, da cui si
determina r3/r* e noto r2/r* infine si
trova r2/r3.
Il diffusore non palettato molto
efficiente perch consente forti riduzioni
di velocit senza onde durto (sia perch
manca la palettatura, sia perch la
componente radiale della velocit
subsonica).
Fig. 14 pag. 590
108
Per, linconveniente sta nel fatto che se si volesse ridurre la velocit del flusso fino a
M0.30.4 con un solo diffusore non palettato allora sarebbero necessari diametri troppo
grandi, quindi si fa seguire una porzione palettata.
In tal modo il momento della quantit di moto non pi costante, quindi si ha una
diminuzione pi rapida di vtd. Tale diminuzione cos rapida, per, porta a problemi di
strato limite e distacco di vena.
In genere, se la porzione palettata segue una porzione non palettata allora si fa in modo
che la velocit del flusso in uscita dalla porzione non palettata sia subsonica cos da
evitare problemi di onde durto.
Alluscita dal diffusore laria viene raccolta in un condotto circolare esterno ed inviata in
camera di combustione.
14.6
H
Hid
Hs
H
v2r
2. a causa dello scorrimento e dalla disuniformit della velocit lungo lo spessore del
canale, implica che lenergia scambiabile effettivamente (Hs) minore di quella
scambiabile teoricamente (Hid).
109
Perci, per ottenere un certo rapporto di compressione, sar necessario che la turbina
fornisca al compressore un lavoro Hid.
Le linee che forniscono le prestazioni di un compressore vengono ricavate
sperimentalmente (non essendoci la possibilit di determinarle analiticamente) e
prendono il nome di caratteristiche.
Queste vengono riportate in un diagramma con portata in massa sulle ascisse e rapporto
fra le pressioni sulle ordinate ed hanno come parametro la velocit periferica sulla
girante (u2).
Fissata u2 (con n = cost.) si vede che la portata limitata superiormente dalla linea di
surge ed inferiormente dalla linea di saturazione, quindi per variare la portata oltre i
limiti bisogna variare le condizioni dingresso.
Si vede che, con uno stadio di compressore centrifugo, si possono ottenere c 44.5. Ci
dovuto, come detto, ai termini centrifughi (che, tra laltro, non hanno effetto sullo
strato limite in quanto generano un gradiente di pressione senza decelerare la corrente).
Bisogna osservare che per c si riduce la zona utile di funzionamento (compresa tra la
saturazione (o stallo) e linstabilit (o surge)), cio c un limite superiore invalicabile per
rapporti di compressione elevati.
Inoltre, gi per c 4.55, le velocit periferiche sono molto vicine a quelle massime
compatibili con la resistenza del materiale.
110
Capitolo 15
Compressore Assiale
15.1
Generalit.
15.2
Lo scambio energetico.
H c = u 2 v 2t u1v1t = u (v 2t v1t ) =
[(
) (
1 2
v 2 v12 + w22 w12
2
)]
(15.1)
Se indichiamo con 1 ed 2 gli angoli formati dalla velocit relativa di ingresso e di uscita
con le direzioni assiali, allora:
v2t
u2
Direzione
assiale
v1t
u1
v1a
v1
1
w1
Rotore
v2
v2a
w2
v 2 a tan 2 = v a tan 2 = u 2 v 2t
111
v1t = u v a tan 1
v 2t = u v a tan 2
(15.2)
H c = uv a (tan 1 tan 2 )
0.8
(15.3)
Numero stadi
4
20
p3t T3t
p
T
1t 1t
T + Tis
= 1t
T1t
p 3t
Tr
= 1 + sc
T1t
p1t
T
= 1 + is
T1t
p3t
3
T3t
3
(15.4)
Tr
Tis
T1t
p1t
1
p
p 3t
p + pt
1 Tr
= 1t
= 1 + t = 1 + sc
p1t
p1t
p1t
T1t
pt = sc
1 p1t
R
Tr
RT1t
pt = sc c p 1t Tr
112
pt
1
1t u 2
2
= sc
1
1
1t u 2
2
pt
1
1t u 2
2
= 2sc
va
(tan1 tan 2 )
u
(15.5)
cp =
p 2 p1
< 0 .6
1
2
w
2
(15.6)
coefficiente di pressione calcolato come rapporto fra la differenza di pressione statica fra
uscita ed ingresso rispetto alla velocit relativa.
Inoltre, se si vogliono evitare problemi di comprimibilit, necessario che
M 1rel =
w1
w1
=
< 0.6 0.85 , da cui si vede che:
c1
RT1
1
p 2 p1 = c p 1 w12
2
p2
w2
1
= 1 + c p 1
RT1
p1
2
p2
w12 1
w12
1
1 = c p 1
= c p 1
p1
2
p1 2
1 RT1
p2
1
= 1 + c p M 12rel
p1
2
(15.7)
p2
= 1 .2 1 .3
p1
Tenendo conto anche dello statore si arriva a:
p3
= 1 .4 1 .6
p1
anche se, in realt, si opera con valori meno elevati.
In generale va 100150 m/s. Inoltre, per eliminare problemi di comprimibilit sul primo
stadio, possibile prevedere la presenza di una palettatura che imprime una velocit
tangenziale nella direzione della rotazione, quindi si riduce la velocit relativa allingresso
della prima girante ( M1r < 0.8) ma diminuisce anche lenergia scambiata poich si
riduce la variazione della componente tangenziale della velocit.
15.3
113
Il grado di reazione.
v1
v1t
1 2
1 2
w1 w22
w1 w22
2
2
R=
=
H
uv a (tan 1 tan 2 )
v1a
w1
u1
v1
1
w1
poich:
Si vede che con una palettatura
iniziale v1t 0 w1 < w1 e
vt
2
2
w12 = v a2 + (u1 v1t ) = v a2 + (v a tan 1 ) = v a2 + v a2 tan 2 1
2
2
2
2
2
2
2
2
w2 = v a + (u 2 v 2t ) = v a + (v a tan 2 ) = v a + v a tan 2
(15.8)
1 2
v a tan 2 1 tan 2 2
v (tan 1 tan 2 )
R= 2
= a
uv a (tan 1 tan 2 )
2u
(15.9)
R > 1, accelerazione del flusso nello statore con conseguente regolarizzazione dello
stesso;
R = 1, tutto il salto di pressione avviene nel rotore mentre lo statore serve solo per
indirizzare il flusso;
R = 0.5, condizione di simmetria (v1 = w2 e v2 = w1); gli angoli delle palette del
rotore e dello statore sono uguali (questo consente di suddividere il salto di
pressione fra rotore e statore senza sovraccaricare una palettatura quello usato);
114
Mrel
r1
u1
R = cost
Radice
Radice
v1a
Rotore
Vortice
libero
v1
v1t
w1
Statore
Periferia
r
Periferia
v2
v
2t
Passando dalla radice alla periferia ho
v2a
un aumento della velocit relativa con
conseguente aumento del grado di r2 > r1
reazione.
La
pala
richiede
un
grande
w2
u2
svergolamento.
Una
ulteriore
conseguenza
dellaumento, lungo il raggio, della
velocit relativa consiste nellaumento
del M1rel, procedendo dalla radice alla
periferia.
Ad esempio, per evitare variazioni eccessive del M1rel, si pu pensare di realizzare una
opportuna distribuzione della componente assiale della velocit iniziale, in modo tale da
realizzare palette con grado di reazione costante lungo tutto il raggio (questo, tra laltro,
ne riduce lo svergolamento).
15.4
I rapporti di compressione di uno stadio di compressore assiale non sono molto elevati.
Inoltre, se pi stadi vengono messi assieme si ha un peggioramento delle prestazioni
medie (dovuto allaccumularsi di perdite, agli effetti di scia, allaumentare dello strato
limite, ecc) che porta ad un rapporto delle pressioni totali, nelle condizioni pi
favorevoli, di 1.151.20.
Per i moderni turboreattori, che richiedono c molto alti, sar necessario disporre di un
elevato numero di stadi (e, in generale, si avranno rendimenti globali superiori rispetto a
quelli di un compressore centrifugo a scapito, per di una maggiore difficolt di
realizzazione).
115
Prestazioni.
pt fin
ptiniz
~
= f m& , ptiniz , Ttiniz , R, , , D
(15.10)
Dipendenza dalle
caratteristiche
costruttive
Dipendenza dalle
particolari condizioni
di funzionamento
Dipendenza dalle
caratteristiche del
fluido
pt fin
ptiniz
~
= f (vel. adimens, portata adimens, Re )
(15.11)
116
Capitolo 16
Turbina Assiale
16.1
Generalit.
117
Lo scambio energetico.
H = u1v1t u 2 v 2t = u (v1t v 2t )
(16.1)
u (ma, nella turbina, la velocit di rotazione, = ur, ha dei limiti ben precisi pi
restrittivi di quelli del compressore a causa delle elevate temperature in gioco);
il
salto
di
(16.2)
Ricordando che:
H = u (v1t v 2t ) =
[(
) (
1 2
v1 v 22 + w12 w22
2
)]
Essendo u1 = u2 = u,
manca leffetto centrifugo,
quindi tutte le variazioni
di pressione statica sono
dovute a variazioni della
velocit relativa.
118
16.3
I rendimenti.
Per definire il rendimento di una turbina necessario specificare il tipo di uso, in quanto,
a seconda delle applicazioni, lenergia cinetica in uscita dalla turbina potr essere
considerata perduta o meno (inutilizzabile).
consideriamo, prima il caso di
T
p0t
uso per propulsione (in questo
caso lenergia cinetica in uscita
0
p1t
non perduta in quanto
1
hU
lespansione
deve
essere
completata in un ugello):
1
A =
t
A =
t
1 ( p 2t p
p2t=p2t
hG
T2t
(16.3)
0t
T2t
2
p2
2id
1 v 22
2 cp
(16.4)
(T2t T2t )c p
h0t h2t
(h0t h2t ) + hu + hG
= hu + hG
(16.5)
hU = U
1 2
v1
2
hG = G
1 2
v2
2
(16.6)
Consideriamo ora, il caso in cui la turbina debba solo produrre potenza da inviare ad un
albero (lenergia cinetica in uscita perduta). Perci:
t( ) =
P
h0t h2t
T T2t
1 T2t T0t
0t
=
h0t h2id T0t T2id 1 ( p p ) 1
2
0t
t(
P ) id
(16.8)
(16.7)
119
Poich, in questo secondo caso, lenergia cinetica allo scarico perduta, risulter:
A > t(
t
16.4
(16.9)
P)
Grado di reazione.
Si visto che:
R=
[(
1 2
w2 w12
2
) (
1 2
v1 v 22 + w22 w12
2
)]
(16.10)
rappresenta il rapporto fra lo scambio di energia che avviene per variazione della
pressione statica e lo scambio energetico totale.
Per R = 0 (macchine ad azione) non c variazione di pressione statica (e, quindi,
nemmeno di entalpica statica).
Tali considerazioni valgono solo nel caso ideale e non sono vere nel caso reale.
Consideriamo, infatti, il caso di R = 0 e mettiamoci in un riferimento mobile solidale con
la girante. Nel caso di trasformazione ideale (non viene scambiato lavoro per cui la
pressione totale si mantiene costante) avremo:
h1 = h2 ; p1t = p 2t
; 1 w1 A1 = 2 w2 A2
h1 = h2 ; p1 = p 2 ; 1 = 2
(16.11)
Nel caso di trasformazione reale p1t > p2t, quindi fissato il pt, le condizioni finali
dipendono dalla scelta di A1 ed A2.
-
w1 = w2 ; h1 = h2 ; p1 p 2 (a);
-
h1 = h2 ; p1 = p 2 (b);
Si vede che la conservazione della velocit porta ad una riduzione delle pressioni (a)
mentre la conservazione delle pressioni determina una riduzione della velocit (b).
Una macchina in cui si conserva la pressione non pu essere rigorosamente considerata
ad azione (ovvero R = 0) in quanto, come appena visto, la velocit relativa cambia. Il caso
R = 0 vale, invece, nel caso di entalpia statica costante.
120
Per evitare problemi, consideriamo le macchine ideali (almeno per quanto riguarda il
grado di reazione).
R = 0 ( w1 = w2 )
v1t
v1
w1
sono simmetriche.
2
w2
v2
2
v2t
v1a
v2a
w1
(16.12)
v1t
H = u (v1t v 2t ) = 2u 2
w1t
1
e w1t = v1t u = (v1t v 2t ) , allora:
2
u
t
1
w2
v1
v2
v2t
2
va
w1
v1t
(16.13)
u
t(
[(
P )id
) (
1 2
v1 v 22 + w22 w12
2
=
1 2
v1 + w22 w12
2
v2=va
)]
(16.14)
)]
(w
2
2
w12 =
R
v12 v 22
1 R
(16.15)
v1
w2
w2t
t(
Il
valore
( v2 = va
t(
P )id
massimo
P )id
121
R
v12 v 22
v 2 v 22
1 R
= 21
R
v1 Rv 22
v12 v 22
v12 +
1 R
v12 v 22 +
di t( P )id
si
ha
quando
la
(16.16)
velocit
di
scarico
assiale
v 2 = v1 cos 1 ), cio:
max
cos 2 t
sin 2 1
v12 v12 cos 2 1
=
=
v12 Rv12 cos 2 1 1 R cos 2 1 1 R cos 2 1
R =0
t( P )id
max
= cos 2 t
(16.17)
dove t = 1 .
Per R 0 si pu vedere che se R
t(
P ) id
max
indeterminata per R = 1 ( v1 = v 2 ).
In questo caso si applica direttamente lequazione di Eulero:
t(
P )id
2uv1 cos t
1
=
1
v1
2uv1 cos t + v 22 1 +
2
4u cos t
(16.18)
R > 124,
R=
[(
1 2
w2 w12
2
) (
1 2
v1 v 22 + w22 w12
2
)]
>1
questo implica che v12 v 22 < 0 , quindi che v 2 > v1 , per cui v2 non pu essere assiale
poich la componente assiale delle velocit assoluta si conserva;
lo statore si comporta da diffusore
-
R < 023,
R=
[(
1 2
w2 w12
2
) (
1 2
v1 v 22 + w22 w12
2
)]
<0
w2 < w1
122
-
R = 1/2
v1
w1
w2
v2
u
Scarico non assiale
H = u (v1t v 2t ) = u 2
v1
w2
w1=v2
u
Scarico assiale
(16.19)
Pertanto dal confronto fra macchine ad azione (R=0) ed una a reazione (con R=1/2) si
vede che, a parit di u, la macchina ad azione riesce a smaltire un salto di energia doppio,
quindi si pu ridurre il numero di stadi.
Bisogna, per, considerare anche altri aspetti che sconsigliano luso di una macchina ad
azione:
Peggiori comportamenti dello strato limite nel rotore (dove p = cost) che da luogo a
problemi di distacco ed ispessimento.
16.5
Si gia detto che la turbina una turbomacchina piuttosto delicata da trattare dal punto
di vista della resistenza meccanica: infatti, necessario tener conto delle caratteristiche
meccaniche del materiale in modo tale da non sottoporlo a sforzi superiori a quelli
massimi ammissibili (per di pi, si dovr tener conto del fatto che le sollecitazioni
massime ammissibili diminuiscono allaumentare della temperatura, quindi questo vale
soprattutto per le palette della turbina che sono sottoposte a temperature molto elevate).
I tipi d sforzi che si riscontrano in una turbomacchina sono:
a. Sollecitazione di flessione: la risultante delle forze aerodinamiche agenti su una
certa sezione di una paletta pu essere scomposta in una componente assiale (Fa)
ed una tangenziale (Ft) che generano un momento che tende a far ruotare la
sezione stessa rispettivamente in direzione assiale (Ma) e tangenziale (Mt).
Tenendo conto del contributo di tutte le sezioni (con una integrazione lungo il
raggio a partire dalla radice fino allestremit) si ha che lo sforzo di taglio :
f =
25
x
(M t cos M a sin ) y (M a cos M t sin )
J yy
J xx
Costruzione pi semplice.
(16.20)
123
ft = f (1 + )
con 0.75.
c = 2 r dr =
R
c =
1
2 r 2
2
R2
R
1 2 R2
u 2 1 2
2
R2
R2
1
2 R22 1 2
2
R2
(16.21)
c =
R2
1
ku 22 1 2
2
R2
(16.22)
T = E ( T )
(16.23)
26
124
16.6
Bordo dattacco: che ha un coefficiente di scambio termico molto alto, quindi viene
costruito con un profilo arrotondato;
Bordo duscita: spessore molto piccolo, viene costruito pi spesso in modo che sia
possibile alloggiarvi i canali per la refrigerazione.
N.B. A volte il fluido refrigerante non viene fatto passare parallelamente allasse della
pala ma perpendicolarmente alla superficie da refrigerare (in tal modo, infatti, si
aumenta il coefficiente di scambio termico e si facilita il raffreddamento del bordo
dattacco).
Tt
Pale
raffreddate
Pale non
raffreddate
limite
T [%]
100
27
28
Si ossidano facilmente.
Sono fragili, quindi possono essere usati solo sulla paletta fissa.
limite
120
125
Capitolo 17
Motori a Combustione Interna Alternativi
17.1
Introduzione.
34:
fase
di
espansione
adiabatica
isoentropica
che
fornisce lavoro (p , T );
).
Ovviamente la miscela combustibile pu essere usata per un solo ciclo, per cui per
effettuare una nuova combustione sar necessario sostituire i gas di combustione (nella
126
condizione 1) con miscela fresca, questo comporta lavere delle valvole e condotti di
scarico e aspirazione la cui apertura comandata opportunamente.
Se si vuole evitare tale problema, ed effettuare i cicli sempre con lo stesso fluido, si pu
pensare (idealmente) di sostituire alla fase di combustione (2-3) una fase di introduzione
del calore in modo che, nella fase finale (1), il fluido sia nelle stesse condizioni che si
avevano allinizio.
Osserviamo che:
1. dal I principio della termodinamica:
Q = dE + dL
nullo, perch
una funzione
di stato
pdV = L = Q
(17.1)
Q+
L+
La differenza fra il
calore introdotto e
quello sottratto,
area del ciclo
17.2
0.8
Per motori di
potenza ridotta
(100200 cv)
potenza
2.5 3.5
peso
(17.2)
Per motori di
potenza elevata
(> 1000 cv)
127
Numero di giri [n]29: definito come il numero di giri compiuti dellalbero motore
nellunit di tempo. ovvio che n quando la potenza del motore (perch
aumenta il numero di cicli compiuti nellunit di tempo).
Ci sono per delle limitazioni:
a. velocit media del pistone:
u=
2nc
14 m / s
60
(17.3)
V =
D 2
4
c(numero di cil.)
(17.4)
r=
V1
V2
(17.5)
definito come il rapporto fra il volume a disposizione della miscela allinizio della
compressione e quello a disposizione alla fine della compressione.
29
30
128
17.3
Cilindri.
Disposizione:
a. Cilindri in linea (200250 cv): sezione frontale e resistenza non aumentano
molto al crescere del numero dei cilindri. Generalmente sono 46 e sono in
posizione invertita per maggiore visibilit e manutenzione;
b. Cilindri contrapposti (501000 cv): ottimo bilanciamento e sezione frontale
piccola (possono stare nellala);
31
129
17.4
Refrigerazione.
La temperatura degli organi sottoposti al contatto con i gas combusti deve essere
mantenuta sotto un valore limite (per evitare problemi ai materiali e alla lubrificazione),
questo implica che bisogna asportare calore mediante refrigerazione ad aria e a liquido
refrigerante.
-
Aria: le superfici esterne del cilindro devono essere lambite da una corrente daria
ad elevate velocit che asporta calore. Si pu aumentare la superficie di scambio
dotando il cilindro di alette (Salette = 150200 cm2).
Per avviare laria ai cilindri si pu:
Liquido: un liquido viene fatto circolare nelle parti pi calde del motore, tali parti
devono essere circondate da canali che consentono la circolazione del liquido
refrigerante.
Il liquido viene fatto circolare con una pompa e, dopo aver assorbito il calore, viene
inviato ad un radiatore che, investito da una corrente daria fredda, provvede a
raffreddarlo.
Si pu usare, come liquido, acqua o glicol-etilenico (questultimo ha temperature
di congelamento ed ebollizione rispettivamente inferiori e superiori allacqua, ma
ne serve una quantit minore, quindi si possono usare dei radiatori pi piccoli).
130
17.5
Il ciclo ideale.
ci
Q1 = E3 E 2 = cv (T3 T2 )
riferiamo
(17.6)
Q2 = E 4 E1 = c v (T4 T1 )
(17.7)
Lid = Q = Q1 Q2
t =
Lid
Q
T T1
T T T 1
= 1 2 = 1 4
= 1 1 4 1
Q1
Q1
T3 T2
T2 T3 T2 1
T1v1
Tv 1 = cost
= T2 v 2
T3 v 2
= T4 v1
perci,
v
T
t = 1 1 = 1 2
T2
v1
= 1
r = v1 v 2
il
dove
compressione volumetrico.
1
r
(17.8)
rapporto
di
Quindi, t se r e/o (
1/T.S.F.C.) il minimo dei consumi
specifici si ottiene in concomitanza di
miscela povera ( ) e dellaumento di r.
v2
v1
v2
v1
T1
T2
T1 T4
=
T
T3
2
T4
=
T3
T4 T3
=
T1 T2
131
Il ciclo reale.
Passiamo, ora, al ciclo reale che differisce molto dal ciclo ideale per:
-
Perdite di carico;
Il calore viene scambiato non con scambi termici ma con una combustione del fluido
che muta le sue propriet;
(17.9)
r =
Lreale
Lideale
Lreale = r Lideale = r t Q1
(17.10)
132
17.6.1
Compressione.
p
x=
v2R v2
v1 v 2
v 2 R = v 2 + x(v1 v 2 ) 32
(17.11)
v2 R =
v
v1
+ x v1 1
r
r
(17.12)
Tv
= cost
pv = cost
17.6.2
T1v1
= T2 R v 2 R
p1v1 = p 2 R v 2 R
T2 R
v
= T1 1
v2 R
v
p 2 R = p1 1
v2 R
(17.13)
Combustione.
Trovate le condizioni nel punto 2R, vogliamo determinare quelle del punto 3R.
Poich la combustione avviene a cavallo del P.M.S., di modo che v2R = v3R.
Da primo principio della termodinamica:
E3 R = E 2 R + Q Lcomb.
(17.14)
Moto della teoria del manovellismo: x = x( ; c (n )) , dove il rapporto raggio della manovella sulla
lunghezza della biella, e c langolo danticipo (formato dalla direzione della manovella nel punto
di anticipo con la direzione del P.M.S.). Se n c .
32
133
Q = Q1 Q1comb. = b
H i
Q1comb.
1+ f
(17.15)
Lcomb. =
pdv = 3 ( p
3R
p 2 R )(v 2 R v 2 ) =
2R
2 RT3 R
p 2 R (v 2 R v 2 )
3 v2 R
(17.16)
Avremo:
2 RT
cv (T3R T2 R ) = Q 3R p2 R (v2 R v2 )
3 v2 R
T3R
(17.17)
3R
a questo punto
p3 R v3 R = RT3 R
p3 R =
RT3 R
v3 R
p3 R
(17.18)
2R
17.6.3
Espansione.
3
3R
4R
Dalla teoria
scrivere:
xs =
del
v4 R v2
v1 v 2
manovellismo
1S
2R
possiamo
v 4 R = v 2 + x s (v1 v 2 ) =
v2R
v1
v
+ x s v1 1
r
r
v4R
v4 R
v1 v5
(17.19)
E 4 R = E3 R + Q1esp. Lesp.
33
(17.20)
Per un buon funzionamento del motore necessario che la valvola di scarico si apra prima che il
pistone raggiunga il P.M.I., si definisce un anticipo di scarico.
134
E3 R = E 4 R + Lesp. Q1esp.
(17.21)
Lesp. =
4R
n
pdv = cv dv =
3R
3R
1
cv n +1
1 n
4R
3R
c
v 14Rn v31Rn
1 n
(17.21)
cv (T3 R T4 R ) =
c
v14Rn v31Rn Q1esp.
1 n
(17.22)
e conoscendo che:
T4 R =
p4R
c
v 4 R = v 14Rn
R
R
si ha:
(17.23)
c
c
cv T3 R v 14Rn =
v 14Rn v31Rn Q1esp.
R
1 n
(17.24)
Perci nel punto 4R si apre la valvola di scarico ed i gas combusti cominciano ad uscire
(perch la pressione allinterno del cilindro maggiore della pressione esterna); intanto il
pistone continua a muoversi fino al P.M.I. e, quando vi giunge, allinterno del cilindro si
ha la pressione p1S.
N.B. La linea 4R-1S rappresenta solo landamento della pressione allinterno del cilindro.
Infatti, dal momento che si apre la valvola di scarico (4R) il sistema diventato aperto,
quindi la massa allinterno del cilindro diminuisce e v seguendo landamento 4R-5.
Per determinare lulteriore lavoro di espansione fra 4R ed 1S, sar:
1S
L4 R 1S =
pdv =
4R
34
p 4 R + p1S
(v1 v4 R )
2
(17.25)34
Ricorrendo ad una
media della pressione.
135
Aspirazione e scarico.
Se siamo in condizioni ideali allora le condizioni nel punto 1 coincidono con le condizioni
ambiente (pa, Ta).
In realt c da tener conto del fatto che:
-
v=
RT
p
v =
v a 1
=
v1 a
(< 1)
(17.26)
Fase di scarico: poich i gas combusti vengono espulsi e fuoriescono nei condotti a
velocit elevate, implica che si hanno perdite di carico proporzionali al quadrato
della velocit, quindi p1S > pa.
Poich p1S p1, allora si ha il ciclo di pompaggio 35 (che determina il lavoro di
pompaggio). Infatti, durante laspirazione:
Lasp. = p1 (v1 v 2 )
(17.27)
Lsca. = p1S (v 2 v1 )
(17.28)
(17.29)
ovvero un lavoro che il pistone deve fare sul fluido, quindi riduce le prestazioni
della macchina.
35
Lo so io quale
(17.30)
136
17.7
La potenza.
Se n il numero di giri al minuto dellalbero e se, per un motore a 4 tempi ogni ciclo
richiede 2 giri dellalbero, si ha:
n
= numero cicli al secondo
2 60
(17.31)
P=
n
LRV a v o
2 60
(17.32)
dove LR il lavoro compiuto in ogni ciclo e per unit di massa, V la cilindrata totale, v
il rendimento volumetrico e o il rendimento organico.
Ma sapendo ancora che:
LR = t r Q1 = t r
H i
1+ f
P = p m .e
con p m.e = t r o v a
17.7.1
P = t r o v a
V n
2 60
H i
n
V
1 + f 2 60
(17.33)
H i
, pressione media effettiva.
1+ f
Non tutto il lavoro reale prodotto viene reso disponibile allalbero; infatti, parte di tale
lavoro viene persa a causa degli attriti e per muovere organi ausiliari (pompe, ecc).
Perci:
o =
Ldisp.
LR
L R Lw
LR
(17.34)
Lw p = k p p maxV
-
Lwi = k i mu 2
con u velocit media del pistone;
36
(17.35)
E dellordine di 0.80.9.
(17.36)
137
Lwr = k rV
(17.37)
k p p maxV + k i mu 2 + k rV
L R Lw
o =
= 1
LR
LR
(17.38)
Si vede che:
u o secondo una legge quadratica, quindi ecco uno dei motivi per cui la
velocit media del pistone (e, quindi, il numero di giri) deve essere limitato;
p m.e = LR o v a
con p m.i =
p m .e
LR =
p m .e
o v a
LR = p m.i
v a
o = 1 v a
k p p maxV + k i mu 2 + k rV
p m.i
o = 1
pw
p m.i
= 1
k p p maxV + k i mu 2 + k rV
p m.i
(17.39)
dove p w = k p p maxV + k i mu 2 + k r V .
Perci se pm.i o .
17.7.2
Si visto che, il fatto di avere v < 1, dovuto alla differenza delle condizioni di pressione
e temperatura fra linterno del cilindro e lambiente esterno, quindi si fa che v1 > va.
Ci implica che possibile trattare una quantit in peso di fluido inferiore a quella che si
potrebbe trattare se il fluido fosse a condizioni ambiente.
Si pu cercare di ridurre il p = pa p1 usando condotti di aspirazione corti e di diametro
grande (un modo di ridurre le perdite di carico) e scegliendo bene apertura e chiusura
delle valvole.
37
E dellordine di 0.750.85.
138
Molto pesante, per, la dipendenza del v dal T ( 30) che funzione della
temperatura delle pareti.
Perci:
v = v (T parete , n )
~
(17.40)
v
1
0
n0
17.7.3
Esiste f1 (< fst) di massima potenza (usato in fase di decollo quando sono richieste buona
ripresa e facilit di avviamento) ed f2 (> fst) di massimo rendimento globale (che si usa in
fase di crociera in modo da minimizzare i consumi specifici).
pm.e, g
Cons. sp.
pm.e
g
f
f1
fst f2
f
f1
fst
f2
139
140
141