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Decreto del Concilio Vaticano II Ad Gentes del 7 dicembre 1965

Sullattivit missionaria della Chiesa


Articolo per le Note di Pastorale Giovanile: Vaticano II e i giovani, Aprile 2012

Indice
1. Un breve cenno storico (camino preconciliare, stesura del decreto)
2. Il decreto Ad Gentes nellinsieme del Concilio Vaticano II
3. Contenuti principali (temi di fondo da non dimenticare)
4. In che cosa pu fondare la nostra pastorale giovanile
5. Quale sono i limiti del decreto Ad Gentes
1. Un breve cenno storico
Il Decreto Ad gentes (De activitate missionali Ecclesiae) il documento conciliare che
ha ricevuto pi voti dei vescovi al Concilio Vaticano II. Nello stesso tempo uno dei
documenti conciliari con una storia pi travagliata. La Chiesa inviata per le nazioni ossia
ai popoli o gruppi umani non raggiunti dalla testimonianza delle comunit cristiane e dalla
parola del Vangelo (missio ad gentes).
La Chiesa per natura missionaria (AG 2), chiamata ad una missione senza limiti del
tempo e fino agli estremi confini del mondo. Senza dubbio il Decreto Ad gentes ha dato una
forte fondazione teologica alla missione evangelizzatrice e la auto-coscienza ecclesiale di
natura essenzialmente missionaria. Vuol dire che tutti i fedeli sono chiamati a dare loro
contributo alla missionariet della Chiesa cattolica.
Durante il cammino conciliare per le diverse esigenze dei Padri erano stese ben sette diverse
bozze del Decreto. La storica presenza personale di Paolo VI nellaula conciliare (prima
presenza del Papa durante il Concilio durante i lavori!) allinizio della seduta del 6 novembre
1964, quando si discuteva la 6 bozza, mostra suo interesse sul tema. Proprio quel giorno il
cardinale Grgoire-PierreAgagiagian, Prefetto di Propaganda Fide ha annunciato la visita del
Papa nellIndia come un gesto concreto del suo interesse per le missioni. Ma anche la sesta
bozza stata bocciata il 10 novembre 1964, cos che dopo una Commissione apposita ha
dovuto preparare la settima bozza per la ultima sessione del Concilio a partire dal settembre
1965. Cos la spinta dei vescovi missionari appoggiati dalle prime generazioni dei vescovi
autoctoni dellAsia ed Africa hanno contribuito alla stesura finale del decreto missionario.
Nel penultimo giorno del Concilio, 7 dicembre 1965, il Decreto stato votato ad unanimit
con 2394 s e solo 5 voti negativi, come il documento accettato con pi consenso dei Padri
conciliari.
Ovviamente il decreto solo un punto del iceberg dello sviluppo delle missioni cattoliche
del 20 secolo. Il Concilio Vaticano II ha portato insieme per la prima volta nella storia della
Chiesa unassemblea veramente cattolica - dei vescovi autoctoni e missionari provenienti
da tutti i cinque continenti. Lenciclica Fidei donum di Pio XII (1957) ha lanciato un apello
per la globale cooperazione missionaria, altre due encicliche importanti con il taglio
missionario sono state pubblicate nel periodo conciliare Princeps Pastorum (Giovanni
XXIII, 1961) e Ecclesiam suam (Paolo VI, 1964). Sopratutto la fine del periodo coloniale
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europeo e la sorprendente crescita delle comunit cattoliche dellAfrica, negli ultimi 15 anni
prima del Concilio (da 11 millioni dei cattolici fino a 25 millioni con 3.3 millioni catecumeni)
mostra dei cambi epocali delle dinamiche missionarie.
2. Il decreto Ad gentes nellinsieme del Concilio Vaticano II
Come nei tempi del concilio ed anche oggi viviamo nel mondo dove circa 70% della
popolazione mondiale non conosce ancora Ges Cristo. Decreto Ad gentes conesso con la
nuova visione della Chiesa di Lumen Gentium Chiesa come universale sacramento di
salvezza (LG 48) condivisa anche dagli altri documenti fondamentali del Concilio come la
Gaudium et Spes 45. Le parole di Ges che invi i discepoli (Mt 28,18-20) erano tra le pi
citate durante tutto il Concilio. Anche le prime parole del Decreto riassumono tutto suo
contenuto Inviata per mandato divino alle genti per essere sacramento universale di
salvezza la Chiesa, rispondendo a un tempo alle esigenze pi profonde della sua cattolicit
ed all'ordine specifico del suo fondatore, si sforza di portare l'annuncio del Vangelo a tutti gli
uomini.(AG 1) Sicuramente altri tre documenti del Vaticano II possono essere chiamati
missionari per loro perspettiva: Lumen Gentium, Gaudium et Spes e Nostra Aetate. Per
solo Ad gentes un documento specifico, trattando esclusivamente dellattivit missionaria.
La missio ad gentes nel mondo globalizzato pieno di profondi cambi culturali e sociali, a
distanza di quasi cinquanta anni dopo il Concilio Vaticano II, pone ancora le stesse domande
che troviamo nei principali documenti del Concilio. Che senso ha proclamare oggi Ges
Cristo quale insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la Rivelazione. (DV 2) nel
mondo pluriculturale e plurireligioso, segnato dalla libert religiosa? Che senso ha
laffermazione di appartenere alla Chiesa cattolica, quando quelli che senza colpa ignorano
il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e coll'aiuto
della grazia si sforzano di compiere con le opere la volont di lui, conosciuta attraverso il
dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna? (LG 16)? Che valore hanno
oggi ancora i sacramenti che conferiscono certamente la grazia(SC 59), quando non sono
pi i canali esclusivi della grazia, visto che la verit e grazia gi presente e riscontrabile
in mezzo ai pagani per una segreta presenza di Dio...(AG 9). Ha ancora senso parlare dei
territori missionari, missionari oppure missio ad gentes quando molti che lavorano per il
progresso umano con noi, negano facilmente Dio o la stessa religione...(GS 7)?
Durante il Concilio si creato un consenso attorno ad una convinzione che la missio ad
gentes della Chiesa non basata nel concetto territoriale, ma nellessere Chiesa nello
stato di missione, una Chiesa veramente missionaria. Cos la missione diventata punto
centrale della vita di ogni Chiesa locale, di ogni credente. Il decreto Ad gentes riporta ad una
rivoluzione copernicana teologica nelle missioni cattoliche, quando coscientemente non usa
solo il termine territori missionari ma va pi in profondo sullimpatto del Vangelo nei
diversi gruppi umani, nella cultura. Al centro sta una Chiesa che testimonia a proclama il
Ges morto e risorto per la salvezza di tutta lumanit, una Chiesa evangelizzata ed
evangelizzatrice una Chiesa in stato di missione. Una Chiesa fedele a Ges, quale ha prima
detto ai suoi discepoli venite, e nella lultima pagine dei Vangeli gli invia dicendo andate.
3. Contenuti principali del Decreto Ad gentes
Il decreto appartiene ai documenti lunghi del Concilio, approvato come 14 dei sedici
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documenti. E diviso in 42 articoli, esponendo in sei capitoli: (1) I principi della dottrina
missionaria, (2) Lopera missionaria in se stessa: Testimonianza cristiana, Predicazione del
Vangelo e la riunione del popolo di Dio, La formazione della comunit cristiana, (3) Le
Chiese particolari, (4) I missionari , (5) Lorganizzazione dellattivit missionaria e (6) La
cooperazione missionaria.
E significativo, che il primo capitolo sulla natura teologica delle missioni contiene pi
dell apparato di note della Scrittura e dei Padri della Chiesa che tutto il resto del decreto. Si
capisce che i Padri conciliari hanno voluto esporre cos una forte motivazione teologica
della missio ad gentes. Negli altri cinque capitoli del Decreto, che espongono i punti pratici
delle missioni, sono invece citati solo altri dieci documenti del Concilio Vaticano II gi
approvati, in modo speciale la Costituzione dogmatica Lumen Gentium e il Magisterium
ecclesiale sulle missioni degli ultimi 50 anni (prima del Concilio).
Ad Gentes situa la missione nel cuore della Chiesa, distingue chiaramente tra lattivit
missionaria e lavoro ecumenico e pastorale: Le iniziative principali con cui i divulgatori del
Vangelo, andando nel mondo intero, svolgono il compito di predicarlo e di fondare la Chiesa
in mezzo ai popoli ed ai gruppi umani che ancora non credono in Cristo, sono chiamate
comunemente missioni : esse si realizzano appunto con l'attivit missionaria. (AG 6).
Vediamo cinque idee forti del Decreto, che motivano la Chiesa di essere sempre pi
missionaria.
a. Missio Dei - come motivazione di fondo
Il grande commando di Ges (Andate in tutto il mondo!... Mt 28,18-20) che sta ancora
come la parola chiave per molti fratelli protestanti, stato dal Decreto presentato in una
visione pi ampia e profonda. Il primo capitolo dottrinale inizia con il piano divino di
salvezza che mette in evidenza che la radice originaria della missione della Chiesa radicata
nella vita trinitaria di Dio. Per mezzo del Figlio lAmore del Padre raggiunge ogni uomo nelle
forme e vie, che solo Lui conosce. Compito della Chiesa di comunicare instancabilmente
questo amore divino, grazie allazione dello Spirito Santo.
b. La natura missionaria della Chiesa
Lindole missionaria viene sottolineata non tanto nel senso geografico, ma sopratutto nel
senso teologico, in quanto il destinatario della missione non solo il non-credente, ma
anche il credente. La Chiesa durante il suo pellegrinaggio sulla terra per sua natura
missionaria, in quanto dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo che
essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la propria origine (AG 2). Alcuni si chiedevano
e finora chiedono se questo allargamento del concetto missionario avesse involontariamente
indebolito il significato della missione ad gentes oppure no.
Anche nellultimo capitolo (Cooperazione) viene sottolineato il dovere di tutti e ciascuno
nella Chiesa di contribuire alla missio ad gentes, secondo il proprio stato e carisma (tutti i
fedeli, comunit cristiane, vescovi e sacerdoti, tutti gli istituti religiosi anche e tutti i laici.
c. La vocazione missionaria ad gentes (ad exteros, ad vitam)
Il decreto espone nel 4 capitolo chi il missionario con tutte le implicazioni della sua
formazione. La vocazione missionaria per tutti i cristiani (AG 23). Chi il missionario?
Colui chi mandato dalla autorit ecclesiastica per proclamare il Vangelo a quelli che non
conoscono ancora Ges Cristo e fondano le nuove Chiese particolari (missionari espliciti).
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Nello stesso tempo non c tuttavia nessun cristiano che venga escluso dal compito di
testimoniare Ges, trasmettendo ad altri linvito del Signore nella vita quotidiana e
contribuendo allattivit missionaria esplicita secondo le sue possibilit.
4. In che cosa pu ispirare il decreto anche oggi la pastorale giovanile?
Quasi 50 anni dopo il Decreto missionario la Chiesa ormai abituata al tema missionario.
Lo possiamo leggere in quasi tutti i documenti dei Pontefici o dellEpiscopato. Nello stesso
tempo il Magistero insiste spesso sullimpegno missionario. Ci significa che la sensibilit
missionaria, lurgenza di guardare oltre la comunit ecclesiale non mai sufficiente. Il
decreto Ad gentes ancora un fermento profetico che si approfondisce continuamente.
Dopo il Vaticano II sono cresciuti nuovi movimenti missionari in tutto il mondo. Classici
gruppi missionari in Europa sono sostituiti dalla scuola di mondialit, dalleducazione allo
sviluppo o dalle esperienze missionarie estive. In tutti i continenti ormai nasce il volontariato
missionario, con i gruppi impegnati nei tempi forti nelle frontiere missionarie delle citt o del
proprio paese, sia nellimpegno del volontariato internazionale di lunga durata.
Possiamo dire, che tutte le mature espressioni della pastorale giovanile includono una
chiara proposta missionaria per tutte le fascie det (dallInfanzia missionaria e dei gruppi
missionari adolescenti o giovani fino ai giovani adulti impegnati nel volontariato).
5. In che cosa il Decreto Ad Gentes si mostrato limitato
Ci sono almeno due aspetti del Decreto, che richiedono un approfondimento e suscitano
finora la viva riflessione missiologica aperta: la missio ad gentes nel contesto ecclesiale e il
dialogo inter-religioso. Neanche i successivi documenti del Magistero non hanno illuminato
in modo soddisfacente questi due temi vitali per lattivit missionaria della Chiesa.
Il modo come si integra la missio ad gentes con la pastorale, la nuova evangelizzazione e la
missione ad intra rimane una sfida aperta. Molto facilmente si trovano le scuse per diluirla
nella vita quotidiana delle Chiese particolari (Giovanni Paolo II, Redeptoris Missio, 37).
La missio ad gentes sempre accettata con una certa resistenza, ed il lancio della nuova
evangelizzazione ha offuscato in certo senso lurgenza della missio ad gentes. In teoria non
c nessuna opposizione tra la missio ad gentes e la nuova evangelizzazione: le dinamiche
della nuova evangelizzazione dovrebbero generare missionari entusiasti, e coloro che sono
impegnati nella missio ad gentes devono lasciarsi continuamente evangelizzare. In pratica poi
il nucleo della missio ad gentes partire verso i non cristiani ovunque siano rimane sempre
unattivit secondaria. Abbiamo bisogno di uscire questo la grande novit e sfida
perenne del Decreto Ad gentes per la comunit ecclesiale!
Durante e dopo il Vaticano II sono stati pubblicati vari documenti del Magistero sul dialogo
come modo di vivere dei cristiane. Ad gentes accenna diverse volte al dialogo interreligioso
(AG 11,16,20,34,38,41), per le implicazioni per i criteri e metodi della missione, stile di vita
saranno aproffonditi solo a distanza di venti trenta anni dopo il Concilio. Il Segretariato per
i non cristiani pubblica il Dialogo e missione (1984) e succesivamente Il Consiglio per il
dialogo interreligioso pubblica il Dialogo ed proclamazione (1991).
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