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Prima di illustrare compiutamente le diverse tecniche da applicare nel corso

di una necroscopia diviene importante entrare nel merito delle alterazioni


cadaveriche o segni della morte che avvengono nei tessuti dopo la cessazione
delle grandi funzioni organiche.
Talvolta le alterazioni cadaveriche sono cos manifeste (nel cadavere mal
conservato) da mascherare le lesioni che hanno coinvolto un singolo o pi
organi, addirittura tutto il cadavere.
Fenomeni cadaverici o segni della morte
In medicina legale la tanatologia che studia le alterazioni tessutali che
avvengono nel cadavere dal momento della morte fino alla sua completa
disgregazione, differenziandole dalle lesioni degli organi prodottesi in vita.
La tanatologia comprende inoltre le osservazioni:
- sullaccertamento della realt della morte;
- sulla determinazione approssimativa dellepoca in cui il decesso si verificato,
aspetto di difficile determinazione e di importanza soprattutto forense.
I fenomeni cadaverici o segni della morte vengono classificati in:
fenomeni abiotici immediati;
fenomeni abiotici consecutivi;
fenomeni biotici o trasformativi distruttivi
conservativi
Fenomeni abiotici immediati
Fanno parte integrante della fenomenologia della morte, ne rappresentano i
primi segni esteriori che mostrano lo stato in cui viene a trovarsi il corpo subito
dopo la cessazione delle attivit vitali.

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Labolizione della sensibilit generale un aspetto indicativo della cessazione


della funzione autonoma del sistema nervoso centrale e pari significato hanno la
perdita della motilit volontaria e il rilassamento del tono muscolare.
Larresto della funzione respiratoria e dellattivit cardio-circolatoria con la
fenomenologia che ne consegue, completa il quadro dei segni indicativi della
realt della morte.
In conclusione i fenomeni abiotici immediati sono rappresentati da:
1. insensibilit per blocco della funzione nervosa/immobilit e perdita del tono
muscolare;
2. arresto della funzione cardio-circolatoria;
3. arresto della funzione respiratoria;
4. paralisi degli sfinteri;
5. pallore cadaverico (considerato da alcuni patologi il primo segno abiotico
immediato).
Si ammette la morte quando si spengono le tre grandi funzioni organiche:
- nervosa;
- respiratoria;
- circolatoria ma la fine durevole di una di queste provoca larresto delle
altre due.
Non tutti i tessuti dopo la morte dellanimale si comportano nella stessa
maniera:
- sopravvivono per un tempo limitato (pochi minuti) il S.N.C. e le
miofibre cardiache;
- - sopportano la situazione di anossia per un tempo pi lungo il tessuto
muscolare scheletrico e le ossa.

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Verifica dei fenomeni abiotici immediati


La scomparsa delle grandi funzioni organiche senzaltro deducibile osservando
limmobilit dellanimale ma, nellanimale appena deceduto e da sottoporre
immediatamente alla necroscopia, diventano opportune alcune valutazioni:
a) si pu constatare lassenza della funzione nervosa rilevando il riflesso
pupillare, che si ottiene avvicinando e allontanarlo lindice (o una fonte
luminosa) dal bulbo oculare per osservare il restringimento o meno della
pupilla. La manualit non efficace nel caso di trattamento con
pilocarpina, atropina o se lanimale era in stato di coma. In questo caso
occorre verificare la reazione del soggetto ad alcune punture cutanee con
un ago.
b) Si valuta la perdita del tono muscolare sollevando lateralmente un arto (il
posteriore del lato opposto allappoggio) lasciandolo poi cadere, la
mancata resistenza e lassenza di contrazioni muscolari indicano la
perdita di tonicit muscolare.
c) Larresto dellattivit cardio-circolatoria si giudica appoggiando il palmo
della mano aperta nellarea di proiezione del cuore, rilevandone litto
(percezione tattile) nel dubbio si pu verificare la persistenza o meno
del polso:
nei grossi animali si appoggia il palmo della mano sullarea
dellarteria mascellare interna;
nei piccoli animali sullarteria femorale.
d) Larresto della funzione respiratoria si pu dedurre non apprezzando il
movimento ritmico (atti respiratori) di torace e addome;
in inverno si pu avvicinare alle narici uno specchietto o una superficie
speculare rilevando se si opacizza o meno al contatto dellaria
eventualmente espirata.
e) La paralisi degli sfinteri non facilmente apprezzabile, per cui non assume
un grande significato.
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f) Infine il pallore cadaverico, anchesso di non facile apprezzamento nei


nostri animali per la presenza del pelo, si pu ipotizzare rilevando il colore
bianco cereo delle aree cutanee sottili e povere di pelo (regione inguinale,
ascellare, faccia interna della coscia, ecc.) e mucose apparenti.
Il fenomeno consegue per la contrazione delle fibre muscolari lisce delle
piccole arteriole periferiche, contrazione sufficiente a far scomparire il
sangue in esse contenuto.
Fenomeni abiotici consecutivi
La cessazione delle grandi funzioni organiche determina sul cadavere il
raffreddamento del corpo (algor mortis).
Dopo lexitus, terminate le reazioni biochimiche cellulari (combustione,
ricambio, ecc.) e cessata linfluenza dei centri termoregolatori, il cadavere
adegua la propria temperatura allambiente (legge di Newton).
Levento non immediato per la vita residua che persiste fino al completo
esaurimento dellossigeno contenuto nel sangue.
Ladeguamento alla temperatura ambientale avviene in progressione:
-

nelle prime 4 - 5 ore (fase del plateau iniziale) la perdita di calore in

parte compensata dalla sua ancor minima produzione per cui il raffreddamento
graduale;
-

tra la 5a e la 15a ora pi accentuata (fase di discesa rapida) divenendo


meno appariscente tra la 15a e la 25a ora avvicinandosi alla temperatura
ambientale (fase del plateau ardivo).

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Dopo 25 ore dalla morte si raggiunge lequilibrio tra temperatura (rettale) del
cadavere e quella esterna a cui fa seguito un pur minimo aumento della
temperatura corporea per gli incipienti fenomeni putrefattivi.
Molti fattori condizionano ladeguamento della temperatura corporea a quella
ambientale.
Fattori intrinseci
temperatura corporea di partenza;
mole, stato di nutrizione (suino), presenza del vello (una pecora in cella frigo
mantiene per ore o addirittura aumenta la temperatura corporea per la
fermentazione gastrointestinale e per lisolamento del vello);
tipo di malattia es. malattie iperpiretiche (vaiolo, carbonchio ematico, tetano,
ecc.).
Fattori estrinseci
temperatura ambientale, umidit e ventilazione.
Disidratazione del cadavere
La cessazione dellattivit cardio-circolatoria ed il conseguente mancato afflusso
di sangue e di altri umori ai diversi organi, favorisce la progressiva
disidratazione del cadavere con inizio dalle mucose e dalle superfici cutanee pi
sottili (addome, regione inguinale), interessandolo poi tutto.
Levaporazione avviene pi o meno rapidamente in funzione di:
fattori intrinseci costituzione, peso, stato di nutrizione, sottigliezza della
cute;
fattori estrinseci temperatura, ventilazione ed umidit.
Levaporazione comporta una perdita di peso del cadavere che va dai 15 a 20
g/Kg al giorno fino a che non iniziano i fenomeni putrefattivi.
Levaporazione anche responsabile delle modifiche oculari che avvengono sul
cadavere (tanato-oftalmologia).

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Alterazioni cadaveriche oculari


1) Lopacamento della cornea, che si presenta di colore bianco-sporco (velo di
Winslow), si stabilisce nelle prime 8-12 ore dal decesso, raramente si pu
verificare nel periodo agonico. Questa alterazione avviene per evaporazione ed
pi rapida con palpebre rimaste aperte.
2) Per la cessata produzione di umore acqueo allinterno del bulbo oculare e la
conseguente diminuita tensione endoculare in un primo momento si formano
sulla cornea finissime pliche o rigature a cui fa seguito il suo afflosciamento
(segno di Louis), alterazione che inizia dopo 18-24 ore dal decesso, in particolare
nel cadavere non conservato in cella frigo.
3) Il rilievo di aree triangolari di colore nerastro sul margine della cornea e sulla
parte scoperta della sclera rappresentano levidenziazione del pigmento
corioideo (macchie scleroticali di Sommer). Si formano mediamente dalla 12a
alla 26a ora.

4) Dopo 48 a 50 ore dalla morte le macchie di Sommer da isolate confluiscono


coinvolgendo quasi tutta la sclerotica aspetto indicativo di putrefazione in stato
avanzato. Il loro colore verde scuro, nerastro.

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In tempi successivi per levaporazione continua dei liquidi contenuti nella


camera anteriore e posteriore il bulbo oculare apparir molto diminuito di
volume (retratto), occupando met della cavit orbitale.
La completa riduzione avviene mediamente dalla 56a alla 60a ora dalla
morte;
mentre il disfacimento con colliquazione dei componenti (cristallino, ecc.)
in media dopo 90 - 120 ore.

Evoluzione dellintorbidamento della cornea (a,b,c,d),


raggrinzimento e retrazione oculare (e).

Tra i fenomeni abiotici consecutivi vi anche lipostasi, conseguenza dellarresto


della funzione cardio-circolatoria.
Il sangue contenuto nei vasi non pi soggetto allazione propulsiva del cuore si
sposta per effetto della forza di gravit verso le zone pi declivi del corpo,
riempiendo i vasi dermici facendo comparire sulla cute una colorazione rosso
vinosa, indicativa delle c.d. macchie ipostatiche o livor mortis, comunque non
presenti nellarea di appoggio.
Queste macchie, pi evidenti in animali a cute non pigmentata ed a pelo corto
(cani di razza maltese, pechinese e suini large withe, landrace, ecc.), sono visibili
ancor pi marcatamente nel sottocute nella fase di scuoiamento.
Per la loro caratterizzazione morfologica vanno considerate:
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- sede;
- colore;
- margini;
- possibilit di scomparsa alla pressione.
Cronologia del fenomeno ipostatico
- In un primo momento si ha la semplice replezione dei vasi da parte del
sangue ancora fluido;
- poi il siero diffonde attraverso la parete vasale (dessierazione) e gli
eritrociti sedimentano;
- lHb si libera dagli eritrociti emolizzati imbibendo i tessuti intorno ai vasi;
- la parete di venule e capillari si disgrega per lautolisi ed i globuli rossi
superano la parete con inizio del fenomeno putrefattivo.
Le macchie ipostatiche non si formano solo a livello cutaneo, ma anche a carico
degli organi interni, per cui occorre differenziarle da un eventuale processo
infiammatorio, in particolare a livello polmonare (prova docimasica).
Macchie ipostatiche 1 grado:
- compaiono gi trenta minuti dopo la morte;
- sono ben visibili in quarta settima ora;
- scompaiono alla pressione digitale (risalita del sangue ancora fluido nelle
strutture vascolari);
- si ripresentano dopo linterruzione della pressione;
- laspetto rotondeggiante con contorni regolari, ben definiti;
- se recenti: rosso-porpora poi divengono rosso-giallastro, livido;
- alla sezione si apprezzano gocce di sangue rosso-violaceo.
In questo periodo di tempo se si cambia la posizione al cadavere le macchie
ipostatiche si riformano nel lato ora declive (fase della migrabilit totale);
- spostando di nuovo il cadavere avviene ancora una parziale formazione delle
macchie ipostatiche (fase della migrabilit parziale) in questa eventualit
saranno presenti sia nelle zone declivi originarie (anche se pi pallide), sia in
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quelle della nuova posizione, ma di grandezza molto ridotta sono trascorse


non pi di 8-12 ore dalla morte.
Macchie ipostatiche 2 grado - Non scompaiono alla pressione digitale, il sangue
contenuto nei vasi coagulato;
- il contorno rotondeggiante, ma non netto, il colore rosso-bluastro, pi scuro
delle precedenti;
- si ha la fase di fissit assoluta in un periodo di tempo che supera le 48 ore dalla
morte.

Alcune caratteristiche delle macchie ipostatiche


- lipostasi pi intensa in soggetti morti per asfissia;
- scarsa o tardiva in animali morti dopo lunghi periodi di agonia o nel caso di
decesso per grave emorragia.
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Come gi riferito lipostasi ha luogo anche negli organi interni, da non


confondere con disturbi circolatori:
- le sierose (stomaco, intestino, ecc.) mostrano arrossamenti diffusi e/o piccole
soffusioni ematiche per sfiancamento dei capillari (a).

a)
- il polmone succoso e ricco di contenuto sanguigno (b);

b)
- le meningi presentano intenso arrossamento (replezione dei vasi sanguigni)
simulante una flogosi.
Le macchie ipostatiche assumono in genere un colore rosso-vinoso in rapporto al
tasso di emoglobina ridotta presente.
Losservazione del colore delle ipostasi pu fornire elementi di un certo interesse
in alcune intossicazioni:
- nellavvelenamento da ossido di carbonio le macchie si presentano di
colore rosso ciliegia;
- colore rosso vivo si osserva nellavvelenamento da cianuri o da acido
cianidrico;

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- una sfumatura bruno-marrone pu verificarsi in caso di veleni ad azione


fortemente emolizzante (clorato di potassio, vapori nitrosi, anilina,
trinitrotoluolo, ecc.).
Il fenomeno ipostatico, per la variabilit della sua insorgenza e per la successiva
evoluzione poco attendibile nella stima dellepoca della morte, a meno che non
venga inserito in una valutazione complessiva insieme ad altri parametri.
Rigidit cadaverica (rigor mortis). Fenomeno abiotico consecutivo segno di
morte certa.
Immediatamente dopo la morte si ha un rilasciamento muscolare che dura
poche ore (c.d. intervallo di rigidit o flaccidit post-mortale), mentre il rigor
inizia da 2 a 4 ore dopo la morte in particolare nei muscoli a maggiore attivit
metabolica quali masseteri, cuore, ecc..
> Si estende in senso cranio-caudale (legge di Nysten) dai muscoli del collo, a
quelli del torace, degli arti anteriori, addome, arti posteriori e coda;
> si completa entro 12-18 ore;
> si risolve definitivamente dopo 48-60 ore dalla morte in rapporto a mole e
stagione;
> scompare con la stessa progressione di inizio, risente molto dei fattori
intrinseci ed estrinseci.
Fattori condizionanti la rigidit cadaverica
fattori intrinseci:
la costituzione, in relazione allo sviluppo della muscolatura scheletrica;
la malattia che aveva colpito lanimale in vita (es. tetano).
fattori estrinseci:
- temperature basse ne ritardano la comparsa e la diffusione, mantenendola
pi a lungo;
- temperature alte accelerano il fenomeno che compare precocemente ma
che altrettanto rapidamente si risolve per linsorgere della putrefazione.

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Ma cosa avviene nel tessuto muscolare scheletrico:


- come gi riferito subito dopo la morte la muscolatura scheletrica perde di tono
vitale e lintero corpo assume un atteggiamento di completo abbandono, ma ben
presto si instaura un turgore muscolare, i muscoli diventano duri, le
articolazioni divengono inestensibili ed il cadavere appare rigido, tutto di un
pezzo.
> La rigidit la conseguenza:
1) della scomparsa del glicogeno muscolare;
2) dellacidificazione delle miofibre (da pH 7 si riduce a 5,4 per formazione di
acido lattico);
3) dal legame che si stabilisce tra actina e miosina con formazione del complesso
actomiosina e conseguente contrattura e accorciamento delle fibre.
La risoluzione spontanea della rigidit si realizza quando lautolisi post
mortale e liniziale putrefazione provocano la lisi dei miofilamenti ed il distacco
dellactina dalla miosina, con il risultato di un completo e definitivo
rilasciamento della rigidit post mortale.
Il rigor mortis:
- si manifesta in modo incompleto e fugace:
- nellasfissia;
- nelle malattie infettive croniche;
- nelle malattie dismetaboliche che provocano acidosi;
- si instaura precocemente, con intensit minore e per un tempo limitato
(talvolta pu mancare):
- nei soggetti denutriti;
- se colpiti da malattie debilitanti;

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- si manifesta piuttosto rapidamente dopo la morte (anche pochi minuti), con


grado altissimo di intensit, ma di breve durata se la morte avvenuta durante
un episodio di:
- febbre elevata;
- tetano;
- carbonchio;
- avvelenamento da stricnina;
- stress da trasporto (cavalli da corsa, cani da caccia e bovini da lavoro);
- colpo di calore e di sole;
- intensa attivit muscolare (es. cavallo dopo un lungo galoppo, lepre uccisa
mentre che corre, ecc.).
Coagulazione del sangue
Per la cessazione della funzione cardio-circolatoria si ha la coagulazione del
sangue nelle camere cardiache (+++a destra) e vasi venosi di grosso e medio
calibro).
I coaguli sono lucenti, non aderenti alle pareti, hanno la forma del vaso o della
camera cardiaca che li ha contenuti, si presentano di colore rosso o variegato.

Altro tipo di coagulo si presenta bianco-giallastro, di consistenza gelatinosa,


costituito da fibrina e globuli rossi distribuiti al centro per la diminuzione
graduale della pressione sanguigna. Questi ultimi si apprezzano nelle camere
cardiache di animali morti per malattie cachetizzanti o comunque deceduti dopo
lunga agonia (coagulo tipo grasso di pollo).
Vi sono diversi aspetti del coagulo e del sangue:
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- nellasfissia: non si ha formazione del coagulo;


il sangue di colore rosso-ciliegia;
-

negli avvelenamenti da alcali, anticoagulanti e nelle folgorazioni :


il coagulo non si forma;
il sangue di colore rosso-bruno piuttosto scuro;

- nelle carenze in ferro o in animali colpiti da coagulopatie (emofilia: difetto


di un cofattore della coagulazione, il fattore VIII che interviene
nell'attivazione del fattore IX o fattore antiemofilico, ecc.):
non si forma il coagulo;
il sangue piuttosto scuro tendente al nerastro.
Necroscopia condotta su soggetto emofilico

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In animali affetti da malattie settico-tossiemiche:


il coagulo si forma con difficolt;
il sangue di colore rosso scuro;

nellavvelenamento da CO2:
si forma il coagulo;
il sangue di colore rosa;
in soggetti cachettici:
il coagulo di colore pi chiaro come del resto il sangue che
pu apparire addirittura acquoso.
Fenomeni biotici distruttivi
Autolisi
Lautolisi una tappa obbligata dei processi post-mortali.
E un evento rapido che consegue allazione sui tessuti da parte degli enzimi
contenuti negli organuli citoplasmatici (mitocondri, vacuoli endocitoplasmatici,
lisosomi e reticolo endoplasmatico).
Gli enzimi attaccano e demoliscono proteine, grassi e carboidrati portando i
tessuti al disfacimento progressivo al quale subentra la putrefazione.
Le strutture che precocemente risentono dellazione degli enzimi sono
pancreas, gh. Surrenali, mucosa gastrica, pi lentamente fegato, rene, muscolo
e cervello.
Putrefazione
La putrefazione, che va a sovrapporsi allautolisi, consiste nella degradazione
dei tessuti inizialmente ad opera di batteri anaerobi (Bacillus subtilis, B.
mesentericus, Proteus vulgaris, Clostridium spp.,ecc. ), saprofiti nel corpo
animale.

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Prosegue con lintervento di colibacilli che attraverso la produzione di


ammoniaca favoriscono la moltiplicazione di germi aerobi, con attivit
proteolitica e colliquativa sui tessuti.
Nella putrefazione si distinguono generalmente una fase colorativa, una fase
gassosa ed una fase colliquativa. Queste fasi, tuttavia, possono manifestarsi
senza una successione cronologica precisa, risultando spesso sovrapposte tra
loro in una progressione ininterrotta di eventi che conducono alla scissione
completa della componente organica: lepilogo del processo putrefattivo consiste
infatti nella scheletrizzazione.
La decomposizione comincia quando i tessuti nella loro vita residua
consumano tutto lossigeno, fatto determinante lo sviluppo di germi anaerobi
che si trovano:
- nei monogastrici +++ nellintestino crasso e cieco;
- nei poligastrici +++ nei prestomaci e intestino.
Fasi della putrefazione
Fase centrifuga
I microrganismi anaerobi superata la barriera difensiva della parete gastroenterica si moltiplicano nel circolo ematico e negli organi addominali (+++
milza, fegato, ecc.), il sangue un ambiente adatto al loro sviluppo, poi si
diffondono verso la superficie corporea.
Fase centripeta
Annullata la difesa cutanea perch macerata, imbibita e sfaldata i batteri aerobi
provenienti dallambiente esterno (terreno o altro) attaccano il sottocute ed i
tessuti sottostanti sviluppando gas, contribuendo cos a promuovere una nuova
circolazione batterica.
Stadio cromatico o fase colorativa

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Si apprezza in particolare sulla regione inguinale e pubica per il maggior


contatto con lapparato gastro-enterico e per lo scarso spessore della cute.
Lo stadio cromatico o delle macchie verdi una evoluzione del fenomeno
putrefattivo i microrganismi gastro-intestinali proliferano, producono gas e
composti solforati.
Si ha la combinazione di idrogeno solforato liberato dallapparato gastroenterico con lemoglobina del sangue e formazione di solfo-meta-emoglobina
che determina la colorazione verdastra apprezzabile nellarea interessata.

Cane, putrefazione: colorazione verde-nerastro del muscolo retto addominale

Larea in preda alla putrefazione rilascia un odore nauseabondo, dolciastro,


dovuto allidrogeno solforato e altri gas: mercaptano, indolo e scatolo.
Stadio enfisematoso (meteorismo cadaverico) o fase gassosa
L'idrogeno solforato prodotto da germi gassogeni Clostridium
perfringens, Clostridium sporogenes, ecc. e butirrici Clostridium butiricum e
C. tyrobutiricum, si diffonde dai prestomaci (o dallo stomaco) all'intestino e da
questi alle cavit interne, agli organi e visceri (fegato, milza, polmone) ed al
tessuto sottocutaneo, gonfiando il cadavere che pu aumentare di grandezza
anche del doppio. Proprio per lenfisema che si formato alla palpazione
cutanea apprezzeremo crepitio.
La pressione del gas prodotto dai batteri pu provocare prolasso rettale o
vaginale, addirittura lespulsione del redo in animali gravidi.
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Gli organi interni invasi dalle bollicine dei gas della putrefazione se immersi
in acqua non raggiungono il fondo del recipiente ma addirittura galleggiano. Se
sezionati sprigionano odore acre, acido e nauseabondo, la loro consistenza
molto friabile.
Necroscopia P.T con incipienti fenomeni gassogeni della putrefazione

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Necroscopia alpaca intervento batteri produttori di gas

Fattori intrinseci condizionanti la putrefazione


In un cadavere il fenomeno putrefattivo :
accelerato nellanimale in eccessivo stato di nutrizione, o perch provvisto

di vello molto spesso, per il mantenimento per alcune ore della


temperatura corporea che aveva in vita;

Montone razza merino

Pecora tosata a met


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La putrefazione precoce se nelle cavit vi sangue o essudato purulento

(processo settico);
ritardato nel soggetto dissanguato o disidratato;

in animali molto magri, cachettici;

in animali sottoposti a terapia antibiotica o sostanze inibenti

lattivit microbica (tallio, arsenico, sali di mercurio).


Fattori estrinseci condizionanti la putrefazione
La temperatura ha il ruolo maggiore:
- temperature elevate accelerano il processo al pari di una scarsa ventilazione e
di unelevata umidit. Le basse temperature la ritardano.
Colliquazione degli organi
Fase colliquativa:
In questa fase lo sviluppo di gas da parte dei batteri diminuisce notevolmente ed
il cadavere, in precedenza aumentato di volume, assume la grandezza
originaria, talvolta addirittura ridotta;
le zone cutanee prima in putrefazione e di colore verde diventano brunastre
per formazione di ematina;
gli organi interni si presentano poltigliosi, semiliquidi, imbibiti, spesso
emananti odore putrido, ammoniacale.
Necroscopia cane dissotterrato dopo alcune settimane dalla morte (fase
colliquativa)

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Non tutti i tessuti cedono con la stessa rapidit ai processi colliquativi:


- surrenali, pancreas e cervello sono i primi organi a ridursi in una poltiglia
omogenea seguiti da milza, fegato ed altri organi parenchimatosi; lutero e le
strutture fibrose sono pi resistenti.
Altro evento riguardante le modifiche post-mortali che avvengono sul cadavere
la riduzione scheletrica dove partecipano la fauna, rappresentata da larve di
insetti, insetti, uccelli, mammiferi roditori e carnivori e la flora (miceti) che
attaccano le parti molli dei cadaveri abbandonati all'aperto, immersi nell'acqua
o sotterrati a poca profondit.

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