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Considerazioni generali. I glicolipidi sono derivati glicosilati di grassi, quali acylglicerol, ceramide e prenolo.

Fanno
collettivamente parte di una grande famiglia di sostanze, conosciute con il generico termine di glicoconiugati. I
glicoconiugati pi importanti sono: glicoproteine e glicopeptidi, peptidoglicani, proteoglicani, glicolipidi e
lipopolisaccaridi. Le strutture dei glicolipidi sono complesse e difficili da descrivere. La nomenclatura dei glicolipidi ha
subito numerose variazioni, soprattutto per la scoperta di nuove molecole1.
Il termine glicolipide designa ogni composto contenente 1 o pi residui monosaccaridi, legati (con legame glicosidico) a
un residuo idrofobico, quale acylglycerol, sphingoid, ceramide (N-acylsphingoid) o prenylphosphate.
1.
2.

Il termine glicoglicerolipide designa i glicolipidi contenenti uno o pi residui di glicerolo.


Il termine glicosfingolipide designa quei lipidi contenenti almeno un residuo monosaccaride (idrofilico), legato
al ceramide (idrofobico).

Glicosfingolipidi:
A) Glicosfingolipidi neutri:
1) mono-, oligo-, and polyglycosylsphingoids
2) mono-, oligo-, and polyglycosylceramides.
B) Glicosfingolipidi acidi:
1) sialoglycosphingolipids (gangliosides, containing one or more sialic acid residues)
2) uronoglycosphingolipids (containing one or more uronic acid residues)
3) sulfoglycosphingolipids (containing one or more carbohydrate-sulfate ester groups)
4) phosphoglycosphingolipids (containing one or more phosphate mono- or diester groups)
5) phosphonoglycosphingolipids (containing one or more (2-aminoethyl)hydroxyphosphoryl groups)

3.
4.
5.

Il termine glicofosfatidilinositolo indica i glicolipidi che contengono saccaridi legati (con legame glicosidico)
al residuo inositolo dei fosfatidilinositoli
Il termine psicosina fu coniato per designare un monoglicosilsfingoide, ma non venne successivamente
incoraggiato
Altri termini usati sono: fucoglicosfingolipide, mannoglicosfingolipide, xyloglicosfingolipide, etc.

Principi sulla nomenclatura. Il numero dei residui monosaccaridi indicato dai suffissi progressivi: diosyl-, triaosyl-,
tetraosyl-, etc.2 Ad esempio, un glicosfingolipide che contiene dieci residui monosaccaridi sar un glycodecaosyl-.
Nella tab. 1 sono denominati e abbreviati i residui monosaccaridi (tutti nella conformazione D).

Tabella 1

Nome

Simbolo

N-acetylgalactosamine

GalNAc

N-acetylglucosamine

GlcNAc

N-acetylneuraminic acid1

Neu5Ac or NeuAc

5,9-N,O-diacetylneuraminic acid1 Neu5,9Ac2

fucose (6-deoxygalactose)

Fuc

galactitol

Gal-ol

galactosamine

GalN

galactopyranose 3-sulfate

Galp3S

galactose

Gal

galacturonic acid

GalA

glucitol

Glc-ol

glucosamine

GlcN

glucose

Glc

glucose 6-phosphate

Glcp6P

glucuronic acid

GlcA

N-glycoloylneuraminic acid1

Neu5Gc or NeuGc

myo-inositol

Ins

mannose

Man

4-O-methylgalactose

Gal4Me

rhamnose

Rha

xylose

Xyl

Acidi neuraminici acetilati e altri derivati dellacido neuraminico sono anche chiamati acidi sialici (abbreviato Sia).

Classificazione dei glicolipidi sulla base della componente lipidica.


1.

Glicoglicerolipidi: esteri, eteri e glucosio derivati del glicerolo sono designati da un prefisso sn

Esempio:

1,2-di-O-acyl-3-O--D-galactosyl-sn-glycerol
2.

Glicofosfatidilinositolo: molte molecole hanno in comune un core, legato (con legame covalente) alla Cterminazione della componente peptidica

3.

Glicosfingolipide: un carboidrato contenente un derivato sfingoide o ceramide. Gli sfingoidi sono


aminoalcool a lunga catena alifatica,

mentre i ceramidi sono sfingoidi N-acetilati.


Glicosfingolipidi neutri.
1.
2.
3.

Monoglicosylceramide: galactosylceramide, xylosylceramide, etc.


Diosylceramide: lactosylceramide
Glicosfingolipidi neutri con catene oligosaccaridiche pi grandi (tab. 2)

Tabella 2. Nomi delle radici e delle strutture


Radice

Simbolo

Struttura della radice


IV

ganglio

II

Gg

Gal 3GalNAc 4Gal 4Glc-

Lc

Gal 3GlcNAc 3Gal 4Glc-

neolacto

nLc

Gal 4GlcNAc 3Gal 4Glc-

globo

Gb

GalNAc 3Gal 4Gal 4Glc-

isoglobo2 iGb

GalNAc 3Gal 3Gal 4Glc-

mollu

Mu

GlcNAc 2Man 3Man 4Glc-

arthro

At

GalNAc 4GlcNAc 3Man 4Glc-

lacto

III

Lacto usato qui non deve essere confuso con il lattosio (Lac).

Il prefisso "iso" usato per delineare (1 3) vs. (1 4), ossia la differenza nella posizione di legame tra I residui
monosaccaridi III e II, mentre il termine "neo" esprime la differenza [(1 4) vs. (1 3)] tra i residui IV e III.
Il nome della radice si applica anche alle strutture che sono pi corte di quelle date nella tabella 2. Quindi,
gangliotriaosylceramide il nome della struttura GalNAc4Gal4GlcCer, ove il quarto residuo terminale
manca. Nelle serie lacto, i residui III e IV possono formare una unit ripetitiva.
Glicosfingolipidi acidi.
1.

Gangliosidi: sono sialoglicosfingolipidi, denominati N-acetyl-, o anche N-glycoloylneuraminosyl-, nei quali


la posizione di acido sialico a denominare la molecola. I gangliosidi contengono residui di acido neuraminico
(O-acyl). Quello dei gangliosidi il gruppo pi studiato dei glicosfingolipidi. La struttura che segue del
ganglioside GM1:

2.
3.

Glicuronoglicosfingolipidi
Sulfoglicosfingolipidi: contengono un gruppo estere solfato, denominato sulfatide. Sono talvolta chiamati,
pertanto, sulfatoglicosfingolipidi.
Fosfoglicosfingolipidi:
contengono
ponti
fosfodiesteri
(2-amynoethyl
phosphate,
III6-(2aminoethanolphospho)arthrotriaosylceramide; inositolphosphoceramide derivati).

4.

5.

Fosfonoglicosfingolipidi: sono esterificati con un acido alkylphosphonico, contenente un ponte C-P. la loro
nomenclatura meglio espressa dal prefisso phosphoryl, che denota il radicale trivalente O=P. Il residuo

pu essere denominato (2-aminoethyl)hydroxyphosphoryl.


Le abbreviazioni Svennerholm per i gangliosidi cerebrali. In questo sistema, la lettera G indica il ganglioside, la
lettera M un solo residuo di acido sialico (mono-), la D due residui (di-), la T tre residui (tri-) e la Q indica i
tetrasialoglicosfingolipidi. Un numero poi ssegnato al composto individuale, che si riferiva, inizialmente, alla sua
migrazione in un determinato sistema cromatografico (tab. 3)

Tabella 3. Alcune abbreviazioni in uso nel sistema Svennerholm


Struttura

Abbreviazioni

Neu5Ac 3Gal 4GlcCer

GM3

GalNAc 4(Neu5Ac 3)Gal 4GlcCer

GM2

Gal 3GalNAc 4(Neu5Ac 3)Gal 4GlcCer

GM1a

Neu5Ac 3Gal 3GalNAc 4Gal 4GlcCer

GM1b

Neu5Ac 8Neu5Ac 3Gal 4GlcCer

GD3

GalNAc 4(Neu5Ac 8Neu5Ac 3)Gal 4GlcCer

GD2

Neu5Ac 3Gal 3GalNAc 4(Neu5Ac 3)Gal 4GlcCer

GD1a

Gal 3GalNAc 4(Neu5Ac 8Neu5Ac 3)Gal 4GlcCer

GD1b

Neu5Ac 8Neu5Ac 3Gal 3GalNAc 4(Neu5Ac 3)Gal 4GlcCer

GT1a

Neu5Ac 3Gal 3GalNAc 4(Neu5Ac 8Neu5Ac 3)Gal 4GlcCer

GT1b

Gal 3GalNAc 4(Neu5Ac 8Neu5Ac 8Neu5Ac 3)Gal 4GlcCer

GT1c

Neu5Ac 8Neu5Ac 3Gal 3GalNAc 4(Neu5Ac 8Neu5c 3)Gal 4GlcCer GQ1b


I glicosfingolipidi (GSLs), composti anfipatici costituiti da zucchero e ceramide, sono ubiquitari componenti della
membrane plasmatica di tutte le cellule dei vertebrate. Tra le loro funzioni pi importanti, intervengono nella crescita e
differenziazione cellulare, oltre a permettere ladesione delle cellule alla matrice. Funzionano, inoltre, da recettori per
numerosi microrganismi e loro tossine. Se ne conoscono pi di 400 specie, rispetto alle diverse strutture glucidiche,
sebbene solo 7 monosaccaridi sono stati trovati nei vertebrati. La recente scoperta di un nuovo derivato dellacido
sialico, lacido neuraminico deaminato (KDN) e suoi derivati, indica che in futuro possono essere scoperte nuove
strutture. Sotto questo aspetto, molto interessante notare che -galactosylceramide, mai trovato nei mammiferi, stato
identificato come un ligando per i linfociti NK. Ci suggerisce che altri GSLs minori, anche se altrettanto importanti,
devono ancora essere identificati. Leterogeneit dei glicosfingolipidi dipende, essenzialmente, dalla diversa presenza
degli zuccheri e del ceramide. La struttura di questultimo, il cui significato biologico non stato ancora ben compreso,
pu influenzare la localizzazione e le funzioni dei GSLs, probabilmente per la diretta interazione con colesterolo,
fosfolipidi e proteine di membrana. Da notare che il ceramide libero, derivato da GSLs, come la sfingomielina, in
grado di mediare il segnale di traduzione intracellulare. Lo sviluppo di anticorpi monoclinali specifici ha rivelato una
dettagliata distribuzione di GSLs nei tessuti e sulla superficie cellulare. I gangliosidi, ad esempio, sono espressi su
neuroni, astrociti e oligodendrociti di ratti. GSLs non hanno una distribuzione uniforme sulla membrana plasmatica,
cos come in quelle particolari cavit, denominate caveolae, situate sulla membrana exoplasmica, dove sono anche
concentrate le proteine associate alla traduzione del segnale. Ci suggerisce che GSLs possono mediare il segnale di
traduzione stesso, mediante linterazione con tali proteine. GSLs non solo circolano tra la membrana e gli organi
intracellulari, ma anche si muovono lateralmente allesterno della membrana, probabilmente associate a unit ricche di
colesterolo. Nel processo di sintesi di GSLs, il primo stadio dato dal trasferimento di glucosio o galattosio a un

ceramide, in modo da produrre glucosylceramide (GlcCer) o galactosylceramide (GalCer), rispettivamente. Queste


reazioni sono catalizzate in questo modo:

UDP-glucosio: ceramide: glucosyltransferase (GlcT)


UDP-galattosio: ceramide: galactosyltransferase (GalT)

I due enzimi (GlcT e GalT) sono del tutto differenti nella struttura primaria e nella localizzazione. GlcT una tipica
glucosyltransferase di tipo III, che possiede il dominio transmembrana in N-terminale, mentre GalT un tipo I, con
dominio transmembrana C-terminale. Il dominio catalitico di GlcT localizzato nel lato citosolico della membrana di
Golgi, mentre quello di GalT risiede nel lume del reticolo endoplasmico. I due enzimi non hanno omologia. GlcT,
inoltre un enzima ubiquitario, nei tessuti di mammifero, mentre GalT ristretto a organi specifici, quali cervello e
rene. Dopo un riciclo tra membrana plasmatica e organi intracellulari, i GSLs sono finalmente trasportati ai lisosomi,
ove vengono idrolizzati dalle glycosylhydrolase. Sintesi e degradazione sono perfettamente regolate nella cellula. Nel
caso in cui una glycosylhydrolase manca per difetto genetico, allora un GSLs si accumula nei lisosomi e provoca una
grave malattia. Sebbene diversi disordini del metabolismo di GSL, dovuti alla mancanza di una specifica glycosidase o
di una proteina di attivazione, siano stati ben delucidati, tuttavia nessun disordine specifico, dovuto alla mancanza di
glucosyltransferase stato trovato. Sia le funzioni biologiche, sia il meccanismo che ne regola il metabolismo nella
cellule, sembrano un vero mistero della Sfinge, alla quale si associa, infatti, la parola sfingolipide.

Distribuzione dei glicosfingolipidi nella cellula. Molti GSLs sono distribuiti nelle membrane cellulari. Sebbene la loro
densit, nella membrana plasmatici, sia molto alta, i 2/3 del totale di GSLs sono localizzati nelle membrane
intracellulari (apparato di Golgi, endosomi, lisosomi, membrana nucleare, reticolo endoplasmico e mitocondri), le quali
permettono la loro circolazione allinterno degli organuli3. Nellapparato del Golgi, i GSLs sono sintetizzati sommando
i saccaridi uno a uno, mentre nei lisosomi, allinverso, sono degradati con la rimozione di ogni singolo componente. Lo
smistamento nei diversi organuli (e quindi nelle diverse membrane) si realizza mediante gli endosomi. La met di GSLs
della membrana plasmatici riciclata in 30-40 minuti (il tempo varia da cellula a cellula), permanendo costante la loro
densit. Molti GSLs sono trasportati tra le membrane sotto forma di piccole vescicole, le quali mantengono una struttura
a doppio strato. Nella membrana plasmatici i GSLs formano dei gruppi, chiamati rafts (zattere), con colesterolo e
fosfolipidi4. Ci sono recettori per i trasduttori del segnale intercellulare, quali le proteine GPI-associate sul versante
exoplasmico dei rafts e la famiglia delle chinasi src sul versante citosolico. Per quato motivo, giocano un ruolo
fondamentale nella traduzione del segnale transmembrana. Piccole vescicole contenenti rafts si muovono tra complessi
di Golgi, membrana plasmatici ed endosomi. Specifiche annessine possono essere coinvolte nello scarico e nella fusione
vescicolare. I rafts sono estratti in frazioni a bassa densit, insolubili in Triton 100 all1% a 4C, denominate DIGs
(detergent insolubile glycosphingolipid-enriched domains). In questa frazione sono estratte anche delle strutture
microinvaginate (50nm di diametro) della membrana plasmatici, chiamate caveolae, le quali sono costituite da GSLs,
colesterolo, proteine GPI-associate, famiglia src, chinasi, proteine G trimeriche, RAS e una proteina specifica, la
caveolina5. I rafts possono essere intrappolati nelle caveolae e le molecole recettoriali raggruppate pi densamente.
Questo pu migliorare lefficienza del segnale di traduzione. I GSLs interagiscono con le molecole recettoriali e le
chinasi, di cui modulano le funzioni. Inoltre sono distribuiti anche nel citosol: la frazione solubile, nel cervello, contiene
il 5% del totale di gangliosidi, la cui composizione simile a quella della frazione di membrana. Alcuni GSLs sono
associati alla vicentina, un componente dei filamenti intermedi intracellulari: questa una delle strada del ricircolo.
Esistono, infine, particolari proteine del citosol, che trasferiscono i GSLs tra una membrana e laltra.

Hideyoshi Higashi (Mitsubishi Kasei Institute of Life Sciences)


Localizzazione dei glicosfingolipidi, mediante una tecnica immunochimica. Molte molecole sono state identificate
sulla base delle diversit nella struttura dei carboidrati, soprattutto a livello della superficie esterna delle membrane
plasmatiche. I glicosfingolipidi giocano un ruolo essenziale nella ricognizione cellula-cellula, adesione cellulare,
trasduzione del segnale e accrecimento/differenziazione delle cellule. Si ammette, inoltre, che tali molecole siano i
recettori di alcuni batteri e virus. Essi esprimono anche antigeni tumorali e di differenziazione, usando anticorpi
monoclonali6. Questi ultimi sono stati generati dalla immunizzazione nei ratti, utilizzando glicolipidi o neoglicolipidi.
Gli anticorpi monoclonali ci permettono di esaminare la distribuzione dei gangliosidi (ossia i glicosfingolipidi
contenenti acido sialico) nel cervello dei ratti adulti7: GM1 nella sostanza bianca, GD1a nello strato molecolare, GD1b e
GQ1b nello strato granulare, GT1b in tutti gli strati, ad eccezione di quelli delle cellule di Purkinje8.
In figura: struttura della corteccia cerebellare

Tadashi Tai (The Tokyo Metropolitan Institute of Medical Science, Tumor Immunology)
Differenze significative, quantitative e qualitative, sono state accertate nella composizione dei gangliosidi, tra cervelli
adulti e fetali.
Ganglioside KDN. Appartiene alla famiglia dellacido sialico, che include N-acetylneuramininc acid (Neu5Ac) and Nglycolylneuraminic acid (Neu5Gc). La stereochimica di KDN identica a quella di Neu5Ac e Neu5Gc, ad eccezione
del gruppo N-acylamino, che rimpiazzato da un gruppo idrossilico in posizione C-5 dellacido N-adetylneuraminico
(vedi figura).

Ken Kitajima (Graduate School of Bioagricultural Sciences Nagoya University


KDN anche designato come acido deaminoneuraminico e rappresenta una classe di glicosfingolipidi, dotati appunto
di diversi residui KDN, presenti nei batteri, nei pesci e nei mammiferi. Tali residui sono resistenti a numerose sialidasi,
derivate da batteri, virus e cellule animali.
Acido N-glycolylneuraminico e acido N-acetylneuraminico. Lacido sialico un aminozucchero acido e venne
isolato da Guntar Blix in forma cristallizzata dalla sialomucina, mediante idrolisi acida. Ernst Klenk isol lo stesso
cristallo dai gangliosidi cerebrali, sempre a mezzo di idrolisi acida e lo chiam acido neuraminico. La corretta struttura
venne proposta da Alfred Gottshalk, che identific almeno 30 derivati, il cui core rappresentato dallacido Nglycolylneuraminico (NeuGc) e dallacido N-acetylneuraminico (NeuAc). Dai tre autori fu trovato laccordo di usare il
termine acido sialico, per denominare la famiglia dei derivati di acido neuraminico. Pazienti trattati con siero di
cavallo, pecora e capra sviluppano anticorpi xenoantigeni di questi animali: tali antigeni sono glicoconiugati contenenti
NeuGc. Non sono mai stati pubblicati lavori che dimostrino la presenza di NeuGc nei glicolipidi e nelle glicoproteine
dei normali tessuti umani. Gli anticorpi anti-NeuGc, pertanto, sono stimolati dai glicoconiugati estranei del siero di
questi animali. Lo studio sulla struttura, la biosintesi e le funzioni della famiglia di acido sialico, ha evidenziato che
NeuGc sintetizzato a partire da NauAc, mediante una reazione di idrossilazione CMP-NeuAc, che richiede il
citocromo b5 e, quindi, la NADH-citocromo b5 reduttasi, il cui evento terminale la produzione di idrossilasi9. Molto
interessante il fatto che mRna della idrossilasi presente in tutti i tessuti murini, ad eccezione del cervello10. La
mancanza di tale enzima, nel tessuto cerebrale, stata dimostrata anche nelluomo. La presenza di NeuGc nei
glicoconiugati cerebrali, inoltre, una condizione sfavorevole per molte funzioni, il che fa pensare a un meccanismo
specifico di soppressione nel cervello, presente in tutti i mammiferi.

Akemi Suzuki (Tokyo Metropolitan Institute of Medical Science


Peptidi che mimano i glicosfingolipidi. Nel 1990 Scott e Smith riuscirono a sintetizzare, mediante una tecnica di
biologia molecolare, dei peptidi in grado di indurre una risposta immunitaria. Con la stessa tecnica si arrivati alla
preparazione di molecole peptidiche che mimano strutture non peptidiche, quali i glicosfingolipidi. Questo lavoro si
basa sulla ipotesi del mimetismo molecolare, per il quale un anticorpo diretto contro i glicosfingolipidi pu mimare la
struttura di un antigene proteico, denominato glicoreplica. Ad esempio, lanticorpo diretto contro il legame 2-9 acido
sialico del polisaccaride capsulare di meningococco di gruppo C lega anche il tripeptide sintetico YRY (Tyr-Arg-Tyr).
Lanti-YRY, inoltre, in grado di legare anche la gp120 di HIV.

Monoclonal antibody is immobilized on a plastic plate. Phage peptide library (108 library size) is incubated with the antibody. Bound phage to the
antibody is eluted with acid solution and amplified. The amino acid sequence expressed on the selected phage is determined from DNA sequence
analysis.

Dai Ishikawa and Takao Taki (Cellular Technology Institute. Otsuka Pharmaceutical Co., Ltd.)
Inibitori della biosintesi di glicosfingolipidi. Molti GSLs derivano da glucosylceramide (GlcCer, sintetizzato a partire
da ceramide e UDP-glucosio. Laggiunta sequenziale di ulteriori monosaccaridi e acido sialico al GlcCer comporta la
produzione di una famiglia complessa di strutture, quali le serie ganglio-, globo-, isoglobo-, neolacto- e lacto-. atato
dimostrato che un analogo del ceramide, il D-threo-1-phenyl-2-decanoylamino-1-propanolo (D-PDMP) inibisce la
reazione UDP:glucosio:N-acylsphingosinaglucosyltransferasi, che produce GlcCer, ma non lanaloga reazione UDPgalattosio:Nacylsphingosinagalactosyltransferasi e beta-galactocerebrosidasi.

Strutture del PDMP e del ceramide


Jin-ichi Inokuchi (Graduate School of Pharmaceutical Sciences, Hokkaido University)
Molti studi recenti hanno dimostrato che D-PDMP inibisce diversi eventi biologici, quali ladesione delle cellule
migratorie alla laminino, la metastasi sperimentale, la risposta linfocitaria IL-2 indotta. Inoltre, non solo sopprime la
sintesi di GSLs, ma permette anche laccumulo di ceramide e basi sfingoidi. Di recente, stato dimostrato che un
inibitore della -glucosidasi I, N-butyldeoxynojirimycin, inibisce anche la GlcCer sintasi.
Gangliosidi e influenza. Linfluenza rappresenta un valido paradigma di come un virus sia in grado di evolvere e
cambiare, nelle diverse epidemie e pandemie umane11. I virus influenzali A, B e C riconoscono, come recettore, lacido
sialico e i suoi derivati12, al quale si legano, mediante alcune glicoproteine dellenvelope. Le pi importanti, fra queste,
sono la emagglutinina e la neuraminidasi (sialidasi). La seconda un enzima che taglia lacido sialico dalle catene di
zucchero del recettore.

Yasuo Suzuki (Department of Biochemistry, University of Shizuoka School of Pharmaceutical Sciences

10

I gangliosidi devono tale denominazione alla loro rilevante presenza nella materia grigia cerebrale (gangli). Sono
acilsfingosialoligosaccaridi, ossia un gruppo di glicosfingolipidi, contenenti uno o pi residui di acido sialico. Si
localizzano sulla superficie esterna dei neuroni, soprattutto nelle membrane sinaptiche, a livello delle quali sono
implicati in alcune importanti funzioni: riconoscimento intercellulare, scambi ionici di membrana e sinaptogenesi.
Alcuni gangliosidi, specialmente GM1 e GM4, sono particolarmente abbondanti nella mielina.
I gangliosidi stimolano ladenililciclasi e forme solubili di fosfodiesterasi; a basse concentrazioni stimolano la Na+, K+ATPasi. Aumentano, inoltre, la velocit di mielinizzazione di fibre nervose lese a livello periferico. Nelle fibre
rigeneranti, oltre allattivazione degli enzimi sopra ricordati, inibiscono lafflusso di Ca++, potenzialmente lesivo per la
riorganizzazione del citoscheletro cellulare. Possono anche svolgere un interessante ruolo nello sviluppo nervoso, nela
sinaptogenesi e nella trasmissione sinaptica. Nel SNC, la somministrazione di gangliosidi esogeni (soprattutto GM1)
accelera la maturazione nervosa nei ratti e laprendimento neonatale; determina anche un miglioramento nelle lesioni da
neurotossine. Il GM1 stato consigliato alla dose di 100 mg per via endovenosa o intramuscolare per tre settimane e,
come terapia di mantenimento, di 40 mg al giorno intramuscolo nellictus cerebrale ischemico e traumi cerebrali (per
ridurre i fenomeni degenerativi.
Glicosfingolipidi come recettori di batteri e loro tossine. Ci sono molte tossine batteriche che si legano a un
ganglioside o a un glicosfingolipide acido13. Quella pi conosciuta la tossina del colera, il cui recettore il ganglioside
GM1, cui si lega mediante la subunit pentamerica B (la subunit A esercita la diretta attivit tossica). . il legame della
B alla GM1 di membrana pu indurre un cambio di conformazione nella tossina, da cui risulta lentrata di A allinterno
della cellula. I residui Arg-35 e Trp-88 della subunit B partecipano al legame con GM1. Un meccanismo simile
descritto per la enterotossina labile al calore di E. Coli, strutturalmente analoga a quella del vibrione. La tossina tetanica
si lega invece al ganglioside GD1b, quella del botulino al GT1b e GQ1b, mentre la tossina di clostridium perfrigens
usa il GM2 come recettore. La tossina di shigella dysenteriae e la verotossina del ceppo enteroemorragico di E. Coli si
legano ai glicosfingolipidi neutri che hanno -1,4 galabioso nella catena (Ga2Cer, galabioside) e al trihexoside
ceramide (Gb3Cer). Lo stesso legame stato dimostrato per il ceppo uropatogeno di E. Coli14, il quale utilizza anche il
globoside (Gb4Cer) e il glicolipide di Forssman. Il propionibacterium, responsabile di malattie della pelle, si lega
direttamente al lactosylceramide e agli asialorecettori, quali GA1 (asialo GM1) e GA2 (asialo GM2). Sembra che la
presenza del ceramide sia indispensabile per il legame batterio/recettore, in associazione al residuo lactosyl.
Interazione carboidrati-carboidrati da parte dei glicosfingolipidi. Durante loncogenesi si verificano dei drammatici
cambiamenti nella superficie dei carboidrati, i quali giocano un ruolo rilevante nella ricognizione cellula/cellula e
cellula/substrato. In molti dei modelli che sono stati proposti, i carboidrati si legano a selectine, galectine e altre
molecole proteiche. Nel 1989 Hakomori ha proposto un modello alternativo, nel quale linterazione tra cellule si
verifica mediante il legame carboidrati-carboidrati. Varie osservazioni suggeriscono che i GSLs si legano ai rispettivi
GSLs complementari di unaltra cellula, proprio attraverso il legame tra i carboidrati in essi contenuti (vedi figura 1).
Probabilmente i GSLs risiedono, sulla superficie cellulare, in grandi gruppi, che formano microdomini. Tali cluster
GSLs possono essere riconosciuti sia dalle lectine, sia dagli anticorpi specifici, sia dai cluster GSLs complementari
(figura 2). Linterazione tra i corrispondenti GSLs un processo pi rapido, rispetto a quello ottenuto dalla interazione
proteina/proteina, sebbene la forza sia pi debole. Questo aspetto interessante, in quanto ladesione tra cellule
avverrebbe in momenti successivi: dapprima attraverso GSL/GSL, la quale indirizza il pi stabile e conseguente legame
tra molecole di adesione. Anche la motilit cellulare dipenderebbe dalla presenza di GSLs in superficie, cos come la
trasduzione del segnale da parte di molecole, quali c-Src, Ras, Lyn e FAK (focal adhesion kinase). Sebbene non c
alcuna evidenza in supporto alla ipotesi che linterazione GSL/GSL avvenga in vivo, comunque possibile che essa
giuochi un ruolo nella ricognizione e/o negli eventi di segnale, per una grande variet di fenomeni biologici.

11

Hypothetical scheme for organization of GSLs at cell


surface and the possible cell adhesion events through
GSL-GSL interaction

Naoya Kojima (Tokai University, School of Engineering)

12

Glicolipidi e trasduzione del segnale. I microdomini dei gruppi GSLs, allinterno della membrana a doppio strato,
sono associati a diverse molecole di segnale. I GSLs sono relativamente ricchi in acyl catene grasse saturate, che
permettono uno stretto imballaggio e conferiscono unalta temperatura di fusione. Daltra parte, i fosfolipidi sono
relativamente ricchi in acyl catene di grassi non saturi, che prevengono il compattamento e abbassano la temperatura di
fusione15. Nella figura i GSLs sono espressi anche come rafts. Le proteine GPI-associate e le proteine acetilate, come
src tirosina chinasi e le proteine trimeriche G sono associate ai microdomini GSLs.

Le proteine GPI-associate hanno, generalmente, catene acyl saturate, che si inseriscono, di preferenza, nei microdomini
GSLs. La famiglia src chinasi modificata dalle catene sature di lipidi. Il legame crociato anticorpo-mediato delle
proteine GPI-associate indice attivazione della famiglia src chinasi e un transitorio aumento nella fosforilazione della
tiroxina di molti substrati (vedi figura 2). Anche il legame crociato anticorpo-mediato di GSLs induce la stessa
attivazione. Ci dimostra che i due meccanismi sono molto simili nella trasduzione del segnale. Aanticorpi anti-GPI,
inoltre precipitano con src, allo stesso modo di anti-GSLs. Queste osservazioni suggeriscono che GSLs sono coinvolte
nel segnale delle proteine GPI-associate.

Kohji Kasahara (Tokyo Metropolitan Institute of Medical Science)

13

Il recettore EGF e Ras sono presenti nei microdomini GSLs. Il trattamento con EGF induce traslocazione di Raf-1 come
MAPKK chinasi, dal citosol ai microdomini GSLs16. Questo suggerisce che tali microdomini possono rappresentare il
sito di inizio della cascata di MAP chinasi. noto che la protein chinasi C trasloca dal citosol alla membrana, durante
lattivazione. La funzione generale di GSLs nella trasduzione del segnale, quindi, sarebbe quella di concentrare recettori
ed effettori su entrambi i lati della membrana, in modo da accelerare il legame durante il segnale.
Glicosfingolipidi e apoptosi. Lapoptosi una forma di morte della cellula distinta, per differenze morfologiche, da
unaltra forma, denominata necrosi cellulare. In caso di apoptosi, le cellule condensano e frammentano il nucleo, evento
seguito dalla formazione di piccoli frammenti citoplasmatici ovoidali, alcuni dei quali contengono residui picnotici del
nucleo. Tali frammenti, chiamati corpi apoptotici, sono subito fagocitati dai macrofagi e dalle cellule vicine. In corso
di apoptosi, il Dna della cromatina frammentato a livello del nuclosoma. La caspasi, una famiglia di proteasi della
cisterna, gioca un ruolo chiave nella induzione della apoptosi. Se questa ha inizio, si verifica una cascata di reazioni
della caspasi, che conduce a una decomposizione di varie proteine intracellulari e alla frammentazione del Dna, da parte
delle Dnasi, a loro volta attivate proprio dalle caspasi. Il principale processo di trasduzione del segnale, che attiva la
caspasi il sistema Fas-Fas ligando, senza trascurare altri meccanismi, tra i quali il coinvolgimento dei sialosfingolipidi.
Sotto questo aspetto, sembra che il GD3 agisca come mediatore nella reazione a cascata delle caspasi, probabilmente
alterando il potenziale di membrana dei mitocondri e, quindi, la loro funzione. Ci stato dimostrato per un aumento
del GD3 nel linfoma cutaneo T (linea cellulare HuT78) e nella leucemia monolitica (linea U937). Anche laumento del
GM3 induce la differenziazione delle cellule di carcinoma del colon a cellule epiteliali, provocando apoptosi.

Hisao Nojiri (Faculty of Pharmaceutical Sciences, Teikyo University)

14

Funzioni neuronali dei gangliosidi (Susumu Ando (Department of Biomembrane, Tokyo Metropolitan Institute of
Gerontology).
1.
2.

3.

Effetti neurotrofi. I gangliosidi aumentano la differenziazione neuronale, probabilmente in associazione al


recettore di NGF (nel caso di GM1).
Funzioni neuronali. Il sistema nervoso molto ricco in gangliosidi, i quali sono stati invocati nella genesi della
memoria e dellapprendimento. Particolari forme di gangliosidosi, denominate Chol-1a, sono state scoperte nel
1992. In tali patologie, i gangliosidi implicati sono coinvolti nelle funzioni colinergiche, i cui meccanismi sono
ancora in fase di studio.
Malattie nervose. La demenza senile tipo Alzheimer e la malattia di Parkinson sono le principali malattie nelle
quali stato proposto luso terapeutico dei gangliosidi.

Cellule V 14 NKT: un nuovo specifico linfocita per gli antigeni glicolipidici. Tale linfocita caratterizzato da un
recettore per lantigene (V 14) e da un marcatore NK (NK 1.1) ed esercita attivit citotossica contro cellule tumorali.
anche la maggiore fonte di produzioni di IL-4/IFN e gioca un ruolo importante nellinduzione delle malattie
autoimmuni, riconoscendo una molecola MHC non classica, la CD1a. Il ligando per il recettore di V 14 NKT un
glicosfingolipide, l-galactosylceramide (-GalCer), il quale attiva il linfocita nella citotossicit verso cellule tumorali
in vitro e provoca il rigetto di tumore metastico sperimentale, se iniettato in vivo. Da notare, inoltre, che -GalCer pu
rappresentare un antigene esogeno. Di contro, il glycophosphatidylinositolo (GPI) considerato come il ligando
naturale di CD1a.

Tetsu Kawano and Masaru Taniguchi (Department of Molecular Immunology, Graduate School of Medicine, Chiba
University )
Solfatazione dei glicolipidi. Il gruppo solfato dei glicolipidi solfati (SGLs) trasferito da 3-fosfoadenosina 5fosfosolfato (PAPS), per mezzo della catalisi di una sulfotransferasi localizzata nella membrana del Golgi17. Due
sulfotransferasi agiscono su diversi substrati accettori e sono coinvolte nella biosintesi di SGLs: una la cerebroside
sulfotransferasi (CST. EC 2.8.2.11), che sintetizza sulfatide (galactosylceramide solfato, SM4s), trasferendo il solfato
nella posizione 3 del galattosio di galactosylceramide; laltra la sulfotransferasi che sintetizza lepitopo HNK-1. La
prima agisce sul lactosylceramide e galactosylalkylacylglycerolo, sintetizzando lactosylceramide solfato (SM3 e
seminolipide (SM4g, rispettivamente. Nei tessuti normali18 il sulfatide un componente lipidico maggiore della guaina
mielinica, ma anche distribuita nelle cellule dei tubuli renali e in quelle epiteliali del tratto gastrointestinale. Il
seminolipide abbondante nel cervello, durante la mielinizzazione, e nella spermatogenesi a livello dei testicoli. La
biosintesi di SGLs cambia con il ciclo mestruale, nellendometrio uterino e aumenta (determinando accumulo) nel
cancro (per elevata attivit di CST). Daltra parte, gli stessi SGLs sono espressi nelle cellule di carcinoma, ma il
significato di questo evento rimane sconosciuto.

15

The enzyme reaction of two glycolipid sulfotransferases, and the structures of major sulfated glycolipids.

Koichi Honke (Osaka Medical Center for Maternal and Child Health, Research Institute)
Sialilazione dei glicolipidi.

16

Four kinds of ganglioside biosynthetic pathways, the a-series (comprising GM3, GM2, GM1, GD1a and GT1a), the b-series (comprising GD3, GD2,
GD1b,and GT1b, and GQ1b), the c-series (comprising GT3, GT2, GT1c, GQ1c, and GP1c), and the a-series (comprising GD1a) , and the
corresponding sialyltransferase genes are shown here.

La sialilazione dei glicolipidi si realizza mediante le corrispettive sialyltransferasi19. Alcune strutture di glicani
terminali, presenti nei gangliosidi, sono contenute in alcune glicoproteine.
GM3 sintasi. Il GM3 un comune precursore dei maggiori gangliosidi ed distribuito in quasi tutti i tessuti di
mammifero. Il GM3 sintetizzato dal trasferimento di acido sialico, dal CMP-acidosialico a un residuo terminale non
ridotto di galactosio del lactosylceramide, attraverso il ponte 2,3 glycosyl. La reazione catalizzata da GM3 sintasi.

GM3 synthase competes with four other glycosyltransferases and one sulfotransferase for a common substrate, lactosylceramide. Expression of each
transferase is regulated developmentally and spatially in the process of embryogenesis, differentiation and carcinogenesis, resulting in proper
composition of glycosphingolipids in each tissue.

Una delle funzioni biologiche di GM3 la differenziazione di alcune cellule, quali i monociti.

Schematic structure of human GM3 synthase. GM3 synthase belongs to sialyltransferase family with a transmembrane portion at NH2-terminal, a
large lumenal catalytic domain with two conserved regions, so called sialylmotifs, while an invariant aspartic acid in the sialylmotif Ls of all other
sialyltransferases is replaced by histidine in GM3 synthase (indicated by yellow letter). Red letters indicate amino acids conserved in
sialyltransferases from mammalian sources. TM is transmembrane portion, and triangles show a potential N-glycosylation sites.

Atsushi Ishii, Msaki Saito (National Cancer Center Research Institute, Virology Division)
UDP-glucosio:ceramide glucosyltransferasi. La ceramide glucosyltransferasi (GlcT-1) catalizza liniziale
glicosilazione nella sintesi dei glicolipidi. Oltre 400 differenti glicolipidi derivano dal glucosylceramide, a livello del
lato citosolico della membrana di Golgi, da dove si spostano verso il lume dellorganulo, probabilmente a mezzo della
flippasi. I glicolipidi che derivano dal lactosylceramide sono molecole di membrana ubiquitarie. Ci significa che GlcT1 diffusamente espresso nei tessuti di mammifero (cervello, cuore, muscolo, fegato, placenta, etc.).

17

GlcT-1 : Glucosylceramide synthase, GalT : Lactosylceramide synthase

Yoshio Hirabayashi and Shinichi Ichikawa (Laboratory for Cellular Glycobiology, The Institute of Physical and
Chemical Research, RIKEN)
Funzioni biologiche dei glicolipididi di membrana. I glicolipidi sono un gruppo di molecole anfipatiche, costituite da
grassi (ceramide) e carboidrati. Oltre a essere abbondanti nel sistema nervoso dei vertebrati, sono anche presenti in altri
tessuti. In base al legame dello zucchero sul terminale del lactosylceramide, Gal-Glc-Cer, tre vie conducono alla sintesi
dei glicolipidi, in modo da formare: lactoserie, globoserie e ganglioserie. Le ganglioserie contengono molti acidi sialici
e sono designate gangliosidi. I glicolipidi pi comuni, nei mammiferi, sono i glicosfingolipidi, la gran parte dei quali
rappresentata dai gangliosidi. Questi derivano dal glucosylceramide (GlcCer), sintetizzato da una specifica
glycosyltransferasi (GlcT-1, o UGCG). Il galactosylceramide (GalCer) formato, invece dalla galactosyltransferasi
(CGT) ed espresso soprattutto nella guaina mielinica. I glicerosfingolipidi, ad esempio galactosylalkylacylglyceride
(seminolipide), si trovano invece nei testicoli, mentre il phosphatitylglucosio nelle cellule del sangue di cordone. Il
colesterolo glicosilato reperibile nelle cellule di mammifero.

Table I Roles of monoglycoslated lipids in mammals: most all lipids are glycosylated.
Glycolipid

Distribution

Synthetic enzyme

Roles

GlcCer

ubiquitous

UGCG (human,moouse, precursor for GSLs


rat)
biosynthesis, negative
regulator for ceramide, ax
elongation of neuron,
multidrug resistancy

GalCer

myelin, kidney,

CGT (human, mouse, rat) insulative function of mye

GalCer

unknown

unknown

ligand for NKT cell

FucCer

colon cancer, lung cancer

unknown

unknown

Cholesteryl glucoside

human skin fibroblast

unknown

heat shock response

Galactosyldiacyl glycerol

sperm (seminolipid),
intestine, the nervous
system

CGT (the same as GalCer sperm development


synthase)

Phosphatidylglucose

cord blood cell, HL60

unknown

unknown
18

Table II Gene targeted mice: glycolipid functions at the whole animal level
Phenotype
Gene disrupted

Biochemistry

General

GlcCer synthase (UGCG)

loss of all GSLs except GalCer

embryonic leathality at E7.5,


enhancemant of apoptosis in
ectodermal layer

GalCer synthase (CGT)

loss of GalCer and appearance of


GlcCer in myelin, loss of
seminolipid in sperm

ataxia, loss of insulative function of


myelin, sterility in male

Sulfatide synthase (CST)

loss of sulfatide in myelin and of


sulfated seminolipid in sperm

similarity to CGT KO mouse

GM2/GD2 (GalNAc-T) synthase

loss of higher gangliosides (only


GM3, GD3 and GT3)

normal development, defect in


nerve regeneration

GD3 synthase

loss of higher ganglisoide (only


monosialo gangliosides)

normal development defect in


nerve regeneration

GM2/GD3 double KO

loss of gangliosides except GM3

normal development, lethality to


sound stress

UDCG:UDP-Glc Ceramide Glucosyltransferase


CGT: Ceramide Galactosyltransferase
CST: Cerebroside Sufotransferase
I GSLs sono distribuiti, nelle membrane cellulari, allinterno dei domini lipidici. I microdomini rafts contengono
sfingolipidi (GSLs e sfingomielina), colesterolo e anche proteine coinvolte nella trasduzione del segnale, quali la
famiglia delle chinasi src.i domini lipidici, pertanto, intervengono in questa importante funzione, oltre a permettere
ladesione cellula/cellula e il legame per agenti patogeni (tossina del colera, HIV, etc.).

Yoshio Hirabayashi and Soh Osuga (Brain Science Institute, The Institute of Physical nd Chemical Research (RIKEN)

19

Uno sguardo sulle tossine.


1.
2.

endotossine: LPS (lipopolisaccaridi), prodotti da batteri gram-; in alcuni casi la tossina pu essere strettamente
associata alla parete cellulare dei gram+ (non-LPS endotoxin-like molecules);
esotossine: sono molecule batteriche solubili, usualmente secrete nellambiente intercellulare; occasionalmente
sono legate alla superficie batterica e rilasciate a seguito della loro lisi.

Ialuronidasi (strepto-staphylo). una glicosidasi (idrolasi dei polisaccaridi), che interrompe lacido
ialuronico (mucopolisaccaride acido maggiore del tessuto connettivo).
Dnasi, che agisce sulla eliminazione del pus.
Streptochinasi. Attiva la plasmina dal plasminogeno (digestione di coaguli di fibrina).

Collagenasi ed elastasi.
Lecitinasi (fosfolipasi C), o -tossina di clostridium perfrigens. Determina lisi di tutte le cellule di
mammifero, indiscriminatamente, dal momento che il suo substrato, la fosfatidilcolina (lecitina)
ubiquitario nelle membrane. Molte tossine di questo tipo sono emolisine (es.: lemolisina a freddo di
staphylo aureus, che provoca una doppia zona di emolisi, una sfingomielinasi).
-tossina di staphylo. Forma degli aggregati esamerici (da cui originano pori omogenei in grandezza)
e pu coinvolgere recettori cellulari specifici.
Streptolisina (emolisina di strepto). Forma pori di varia grandezza, con diverse molecole
monometriche e si lega al colesterolo di membrana.
Sialidasi (neuraminidasi), prodotta da clostridia, erysipelothrix, vibrioni, salmonella e altri batteri
gram+. Il danno dei tessuti deriva da diversi meccanismi:
a. degradazione di glicoconiugati nelle membrane cellulari dellospite;
b. aumento dello stimolo antigenico (maggiore incidenza di malattie autoimmuni);
c. legame con i recettori specifici (asialoglicoproteine).
tossina del bacillus antracis, costituita da 3 proteine: I (edema factor, adenilato ciclasi), II (antigene
protettivo, simile alle subunit B), III (fattore letale, che provoca depressione del SNC). La olotossina
(ossia, linsieme delle 3 proteine) danneggia i fagociti, aumenta la permeabilit vascolare (nei
capillari), inibisce la coagulazione e leffetto battericida del siero ne conseguono: trombosi dei
capillari, diminuzione della pressione, fino allo shock, edema ed emorragie, prima della morte.
Tossine che bloccano la sintesi delle proteine. Molte di queste hanno una struttura topologica
uniforme: A-B. la porzione A la subunit attiva, la quale agisce allinterno della cellula ed
responsabile delleffetto tossico (inbizione della sintesi proteica). La subunit B permette il legame
della tossina alla superficie cellulare. In molti casi, tali tossine sono anche ADP-ribosilasi (difterite,
pseudomonas aeruginasa, colera, pertosse, LT di e. coli), le quali operano mediante le proteine G della
ADP ribosilazione e interferiscono con la regolazione di cAMP, piuttosto che con la sintesi proteica.

20

Figura. A sx le subunit B si legano ai gangliosidi, rappresentati con le sfere grigie e rosse (non sono rappresentate le subunit A). A dx le subunit
attive A (A1 e A2 della tossina colerica) sono rappresentate con i colori blu chiaro e blu scuro.

Name:

Tossine che bloccano la funzione del nervo. La tetanotossina un polipeptide costituito da due catene:
la subunit A, responsabile delleffetto tossico, solo quando associata alla subunit B, che si lega al
recettore gangliosidico (acido sialico). Lassociazione A + B anche chiamata olotossina e
interferisce con la trasmissione sinaptica, impedendo il rilascio dei neurotrasmettitori inibitori, quali
glicina e GABA, da cui consegue paralisi spastica. Clostridium botulinum produce numerose tossine
(A-G, mediante i profagi). La tossina botulinica assorbita dal tratto gastrointestinale e si lega
allacido sialico dei gangliosidi, sulla superficie neuronale dei terminali presinaptici. Ci comporta il
blocco nel rilascio delle vescicole contenenti acetilcolina, provocando una irreversibile paralisi
flaccida, che conduce allarresto respiratorio.

Micro-organism:

Structure:

Target/receptor:

Mode of action:

Biological effect:

Form aggregates, membrane spanning pores

decreased efficiency
phagocytosis; cell
death

Membrane damaging (Pore-forming) toxins:


Pneumolysin

Streptococcus
pneumoniae

Bind cholesterol

Receptor targeting toxins:


TSST-1
(superantigen)

Staphyloccus
aureus

HLA-DR & DQ (MHC Class II)

Widespread T-cell activation then deletion

greatly increased
cytokine production;
shock

Internalised / enzymatic toxins:


Adenylate cyclase toxins:
Oedema factor

Bacillus anthracis

A+B

Unknown glycoprotein

Calmodulin-activated adenylate cyclase.

increased target cell


cAMP

A+5B

Globotriaosylceramide

N-glycosidase cleavage of rRNA

decreased protein
synthesis results in
cell death

Probably ganglioside

Zn2+-dependant protease cleavage of


synaptobrevin

decreased gammaaminobutyric acid


release (esp.
interneural
synapses) results in
spastic paralysis

Probably ganglioside

Zn2+-dependant protease cleavage of


synaptobrevin

decreased acetyl
choline release (esp.
neuromuscular
synapses) results in
flaccid paralysis

GM1 ganglioside

Stimulation and stabilisation of Gs-alpha


(Stimulatory G protein)

Activation adenylate
cyclase results in
increased cAMP
leading to secretory
diarrhoea

RNA glycosidase toxins:


Shiga toxin

Shigella
dysenteriae

Metalloprotease toxins:

Tetanus toxin

Clostridium tetani

Botulinum
toxin

Clostridium
botulinum

A/B

A/B

ADP-ribosylating toxins:

Cholera toxin

Vibrio cholerae

A+5B

Pertussis toxin

Bordetella
pertussis

A+5B

Glycoprotein / glycolipids?

Fixation of Gi-alpha in inactive


form(Inhibitory G-protein)

Loss of adenylate
cyclase inhibition
results in inhibition
of signal
transduction

Diphtheria
toxin

Corynebacterium
diphtheriae

A/B

Erythrocyte Growth Factor


(EGF)-like precursor

ADP-ribosylation of elongation factor II

Inhibition protein
synthesis results in
cell death

21

Glicolipidi e tossine. Fin dalla loro scoperta, avvenuta negli anni 40, i gangliosidi sono stati associati a numerosi
processi fisiologici e fisiopatologici, quali laccrescimento la differenziazione delle cellule e il legame con le tossine20.
Diverse malattie intestinali sono correlate al legame tra enterotossine, quali quelle di vibrio cholerae21, e. coli22,
salmonella, e gangliosidi, in modo particolare il GM123. La citotossina di shigella si lega in maniera specifica ai
glicolipidi globotriosylceramide e galabiosylceramide, espressi sulla superficie delle cellule sensibili24, oltre al Gb325.
La regione carbossi-terminale della tossina tetanica aderisce ai di- e trisialylgangliosidi, contenuti nelle membrane delle
cellule neuronali e classificati come GT1b26. Escherichia coli produce una tossina labile al calore, la quale
responsabile di patologie intestinali a tipo diarroico, piuttosto diffuse e, almeno in certi casi, anche gravi. Questa
enterotossina lega il GM127. stato proposto che i gangliosidi svolgano un ruolo fondamentale nella trasmissione
sinaptica dei vertebrati, considerata la loro massiccia presenza nei neuroni presinaptici. Questa ipotesi stata verificata
sui topi geneticamente privi della sintetasi di GM2 e GD2, ossia dei gangliosidi che provvedono al legame con la
neurotossina tipo A del botulino28. I rafts delle membrane plasmatiche sono ricchi in sfingolipidi e colesterolo e
funzionano come regioni di segnale e di traffico delle membrane stesse. Il ganglioside GM1 un componente di questi
microdomini. La subunit B della enterotossina di e. coli un pentamero che si lega a GM1 con alta affinit. Questo
legame permette la presentazione dellantigene alle cellule immunocompetenti29, ossia ai linfociti CD430.
Metabolismo dei glicosfingolipidi durante lo sviluppo. La sintesi degli sfingolipidi comincia nel reticolo
endoplasmico ed completata nellapparato del Golgi, dove GlcCer e sfingomielina si formano a partire dal ceramide.
La quantit e il tipo di sfingolipidi varia surante lo sviluppo delle diverse cellule e anche in risposta a vari stimoli, a
causa dellattivit di enzimi coinvolti nel processo di sintesi. Uno dei campi di maggiore interesse riguarda
laccrescimento cellulare, in modo particolare quello neuronale, nel quale lo sviluppo dellassone dipende,
essenzialmente, dalla sintesi di GlcCer. Il legame di NGF al recettore della p75 neurotrofina pu stimolare la
formazione di ceramide dalla sfingomielina: ne risulta una accelerazione delle fasi iniziali di accrescimento neuronale.
Daltra parte, laccumulo di GSLs (soprattutto GlcCer) nel reticolo endoplasmico conduce alla apoptosi dei neuroni
(come si verifica nella malattia di Gaucher, dovuta a difetto della idrolisi lisosomiale, responsabile della degradazione
di GlcCer).
Neuropatologia di origine intestinale. Molte sindromi neurologiche sono associate alle enteropatie, la pi frequente
delle quali deve essere considerata la celiachia31. Tra le alterazioni del sistema nervoso centrale comprendiamo:
epilessia, mioclono, atassia, oftalmoplegia internucleare, leucoencefalopatia multifocale, demenza. Tra quelle
periferiche si ammettono le neuropatie, sia di tipo assonico, sia di tipo demielinizzante. A differenza delle forme
neuropatologiche centrali, che rispondono poco alla restrizione di glutine dalla dieta, le forme periferiche mostrano
interessanti miglioramenti32. Un interessante lavoro, condotto su 104 pazienti con atassia cerebellare sporadica, ha
messo in evidenza una associazione HLA/DQ2 del tutto sovrapponibile a quella della celiachia. Questa osservazione
deporrebbe per una correlazione tra le due patologie, sia nella predisposizione, sia nei meccanismi
immunopatogenetici33, ivi compresi gli anticorpi antigliadina. Una alta prevalenza di ansiet e depressione reattiva,
inoltre, stata riportata nella malattia celiaca non trattata. Tali disturbi tendono a scomparire a seguito di dieta priva di
glutine per almeno un anno34. ampiamente accertato, ormai, che la celiachia, riconoscendo un meccanismo
immunopatologico su soggetti predisposti, da cui conseguono i classici sintomi (malassorbimento, steatorrea e perdita
di peso), direttamente correlati alle risposte del piccolo intestino, pu coinvolgere il sistema nervoso con importanti
complicazioni: epilessia35 (spesso associata a calcificazioni occipitali o a carenza di folati) e atassia cerebellare. In pi,
sono state dimostrate lesioni della sostanza bianca, dipendenti da manifestazioni extraintestinali della malattia di Crohn
e della rettocolite ulcerosa. Identiche osservazioni sono state fatte, recentemente, su 75 bambini celiaci (trattati con dieta
priva di glutine) che avevano manifestato sintomi neurologici, quali convulsioni febbrili, singole convulsioni
generalizzate, atassia lieve e ipotonia muscolare, con ritardo dello sviluppo motorio (senza calcificazioni cerebrali o
carenza di folati). In questi casi, le lesioni della sostanza bianca potrebbero essere legate a un insulto ischemico di
origine vasculitica o a fenomeni di demielinizzazione infiammatoria36. Tra i disturbi neurologici associati alla celiachia
sono state riportate anche la neuropatia e la mielopatia37, le quali nel 20%, circa, dei casi sono dovute alla presenza di
anticorpi antigangliosidi di tipo IgG (GM1, GM2, GD1a, GD1b, GT1b, GQ1b)38.
Cervello enterico. Lenorme superficie della mucosa intestinale strutturalmente e funzionalmente simile al circuito
del sistema nervoso, dal quale mostra una certa indipendenza. Per questo motivo si parla anche di secondo cervello,
distinto pure da quello autonomo. Gli elementi neuronali del cervello enterico non hanno il supporto di collagene e
cellule di Schwann, come avviene nel resto del sistema nervoso periferico, bens della glia, che somiglia agli astrociti.
La glia, comunque, non avvolge i singoli assoni, con invaginazioni della membrana; piuttosto, interi fasci assonici sono
stipati in tali invaginazioni, in modo analogo a quanto si osserva nel nervo olfattorio. Le tipiche lesioni cerebrali
possono essere presenti anche a livello enterico, quali il corpi di Lewis della malattia di Parkinson e le placche amiloidi
dellAlzheimer. In aggiunta a neuroni e gli, il cervello enterico dispone di particolari cellule interstiziali, dette di Cajal,
le quali tendono a localizzarsi tra le terminazioni nervose e le cellule muscolari lisce. Le cellule di Cajal interverrebbero
nel ritmo delle contrazioni, come una sorta di pacemaker39.

22

Lintera struttura del cervello enterico organizzata allinterno di due plessi ganglionati. Il pi grande, o plesso
mienterico di Auerbach, situato tra gli strati muscolari della muscolaris externa e contiene i neuroni responsabili della
motilit e della mediazione enzimatica con gli organi adiacenti. Il pi piccolo, o plesso della submucosa di Meissner,
contiene cellule sensoriali che dialogano con i neuroni del plesso mesenterico, cos come con le fibre che stimolano la
secrezione delle cellule epiteliali allinterno del lume intestinale. Il plesso della submucosa contiene poche fibre e pochi
neuroni, per ciascun ganglio. Gli accoppiamenti tra cellule muscolari lisce permettono ai segnali di alterare rapidamente
il potenziale di membrana, anche di quelle cellule che non hanno un diretto contatto con i neuroni, assicurando che
ampie regioni di intestino (piuttosto che piccoli gruppi di cellule muscolari) rispondano alla stimolazione nervosa.
Alcuni neuroni sensoriali sono direttamente attivati dallo stimolo al quale rispondono, funzionando sia come recettori,
sia come neuroni primari afferenti. Altri neuroni sensoriali, quali quello uditivo e quello dei gangli vestibolari, non
rispondono allo stimolo, bens alla trasmissione di altre cellule non neuronali, le quali funzionano come recettori
sensoriali. A questa categoria appartengono i neuroni del plesso sottomucoso. Essi potrebbero essere recettori
meccanici, eccitati dalla deformazione dei loro processi nella mucosa. Oppure sono stimolati a seguito della attivazione
di cellule enterocromaffini, le quali contengono il 95% della serotonina presente nellintero organismo. La serotonina
immagazzinata in granuli, che rilasciano lamina, spontaneamente, nelladiacente lamina propria. Una quota addizionale
rilasciata sotto lazione di vari stimoli: aumento della pressione endoluminale, stimolazione vagale, anafilassi,
acidificazione del lume duodenale, esposizione alla norepinefrina, acetilcolina, tossina del colera, o diverse sostanze
chimiche. La serotonina stimola il riflesso peristaltico.

23

I neuroni serotoninergici del cervello enterico inattivano lamina, probabilmente con un rapido riassorbimento, simile a
quello descritto nel SNC. Una specifica proteina plasmatici di trasporto stata, recentemente, individuata. Essa
espressa nelle cellule epiteliali dellintestino in maniera sparsa, cos come nel cervello. Il rilascio di serotonina inibito,
sia nellintestino, sia nel SNC, da farmaci antidepressivi, quali clorimipramina, fluoxetina e zimelidina, i quali hanno
una notevole affinit per la proteina di trasporto. Il cervello enterico anche coinvolto nelle sensazioni viscerali. Sotto
questo aspetto, stato dimostrato che i neuroni possono cambiare la loro funzione e il fenotipo (fenomeno denominato
plasticit neuronali), contribuendo alla ipersensibilit delle strutture viscerali40. Le cellule gliali dellintestino, che
rappresentano lequivalente degli astrociti nel sistema nervoso centrale, possiedono funzioni trofiche, integrative,
modulatrici e protettive, nei confronti dei neuroni enterici. Sono anche coinvolte nei processi infiammatori e nelle
risposte immunitarie, dimostrando la capacit di presentazione dellantigene, come gli astrociti41.
Gangliosidi e cervello enterico. Il latte, notoriamente, il principale alimento dei bambini. Esso contiene tutti gli
elementi necessari a un normale sviluppo e a una normale crescita del lattante. Il latte umano ricco in acido sialico,
sicuramente con una quota maggiore, rispetto a quello bovino. I glicolipidi e le glicoproteine, contenenti acido sialico,
svolgono un ruolo fondamentale nelle funzioni fisiologiche dellinfanzia. Nel latte umano, lacido sialico non mai
presente in forma libera, bens solo coniugata a glicolipidi e glicoproteine, nella misura di 0,3-1,5 mg/ml e soprattutto in
forma di sialyllattosio. I glicolipidi contenuti nel latte sono, essenzialmente GM3 (monosialoganglioside) e GD3
(disialoganglioside): il primo aumenta, mentre il secondo diminuisce, durante la lattazione. Poich il sistema nervoso
centrale contiene considerevoli livelli di acido sialico nellinfanzia, questo considerato con particolare attenzione. Di
contro, molte molecole sialilate intervengono nel meccanismo di adesione infettiva e tossinico, verso cui lorganismo il
bambino si protegge, mediante lacido sialico del latte, il quale promuove lo sviluppo di bifidobatteri e lactobacilli42.
Interessante notare, in aggiunta, che pazienti con neuropatia degenerativa possono avere avuto una pregressa sindrome
dellintestino irritabile, la quale potrebbe essere dimostrata dalla presenza di anticorpi anti-neurone enterico. Uno dei
sintomi pi importanti la pseudo-ostruzione cronica. In questo senso, la neuropatia intestinale altererebbe le funzioni
integrative del cervello enterico, soprattutto con una riduzione nella popolazione dei motoneuroni che inibiscono la
muscolatura liscia43.
Glicolipidi e streptococco. Da tempo stato dimostrato un mimetismo molecolare tra sialyl-Lewis(x), anche
denominato CD15s e un antigene di superficie dello streptococco pyogenes, il quale si lega alla selectina ed in grado
di indurre una risposta linfocitaria sulle cellule ospiti44. Tra le conseguenze patologiche di questo mimetismo stata
proposta loftalmoparesi acuta, associata a IgG anti-GQ1b45, oltre al ruolo di sialyl-Lewis(x) nella patogenesi della
psoriasi. Esso aumenta in modo significativo, rispetto alla cute normale, per aumentata espressione da parte delle cellule
dendritiche46. Sono gli stessi glicolipidi contenuti negli acidi lipoteicoici del batterio siano coinvolti nel legame con
lepitelio47. Tali glicolipidi sarebbero rappresentati dal glicerofosforyldiglucosylclicerolo nella forma L48, che si
orienterebbe liberamente verso le membrane delle cellule ospiti, soprattutto in quelle epiteliali del cavo orofaringeo49. Il
polisaccaride C uno dei maggiori componenti della superficie di pneumococco. Un residuo intatto di fosforilcolina il
ligando responsabile del legame del batterio sul recettore asialo-GM150.

24

Glicolipidi e mycobacterium. Circa dieci anni fa, venne isolata la struttura di un glicolipide antigenico, dalle pareti di
vari ceppi di mycobacterium tuberculosis. Tale struttura si identificava con un sulfolipide, designato con SL-IV, ossia
2,3-di-O-(hexadecanoyl/octadecanoyl)-,-trealosio 2-sulfate51. Gli antigeni non peptidici della parete di
mycobacterium sono stati oggetto di successivi studi, con lo scopo di determinare marcatori della malattia tubercolare.
Luso di ELISA ha permesso di effettuare uno studio comparativo di IgG, IgA e IgM, prodotti in risposta a glicolipidi
del batterio, ossia diacyltrehalose, triacyltrehalose e sulfolipidi. Questi ultimi sono gli antigeni pi immunogeni, i quali
offrono una specificit e sensibilit IgG del 77,6 e 81%, rispettivamente e 66 e 87,5% per le IgA52. Ci risulta
maggiormente significativo, se si considera la possibilit di indurre un risposta anti-nervo, a seguito della inoculazione
di mycobacterium lepre su scimmie, soprattutto rispetto ai tempi di insorgenza dellautoimmunit. Mentre le
manifestazioni lepromatose insorgono da 4 a 35 mesi dopo linoculazione, il danno neurologico tende a comparire
molto pi tardi, da 35 a 86 mesi, con la comparsa di IgM su ceramide, galactocerebroside e asialo-GM1, circa 18 mesi
prima della manifestazione nervosa53. Gli anti-sulfatidi IgM si trovano solo nei pazienti con forme lepromatose e
nelleritema nodoso conseguente, ma non in quelli con le forme tubercoloidi54.
Glicolipidi e chlamydia. La presenza di autoanticorpi, prodotti su antigeni neuronali specifici, stata verificata in
numerose condizioni patologiche. In un elegante lavoro, condotto su soggetti autistici, sono state misurate (con tecnica
ELISA) le risposte alla proteina basica della mielina (MBP), alla glicoproteina associata alla mielina (MAG), al
ganglioside GM1, ai sulfatidi e vari altri, insieme alle risposte su chlamydia pneumoniae, streptococcus M proteina e
butirofilina del latte (questi tre antigeni esprimono una reattivit crociata fra loro). I soggetti autistici mostravano,
rispetto ai controlli negativi, anticorpi IgG, IgA, IgM verso tutti gli antigeni nervosi e verso i tre peptidi infettivi. La
possibile spiegazione di questo fenomeno sta nella alterazione della barriera emato-cerebrale indotta dalle cellule
immunocompetenti, in risposta ai tre peptidi estranei55. Daltra parte, stata descritta una poliradicoloneuropatia,
conseguente a infezione da chlamydia pneumoniae, in una donna di 36 anni. Sebbene lo studio elettrofisiologico
risultasse normale, le manifestazioni cliniche erano quelle tipiche della sindrome di Guillan-Barr, con anti-GM1
positivi. La conclusione, cui arrivano gli autori, che lassociazione degli anticorpi anti-nervo con le pregresse malattie
infettive sottostimata56. Questa osservazione emerge anche nella descrizione di un caso di paralisi isolata del 6 nervo,
associata a infezione da chlamydia pneumoniae asintomatica e ad elevato anticorpi anti-GQ1b57. un contributo alla
spiegazione di questi fenomeni giunge da un recente lavoro58, ove si esamina il traffico della sfingomielina nelle cellule
infettate da chlamydia pneumoniae. In analogia alle altre chlamydiae, il ciclo di sviluppo della pneumoniae si compie
interamente allinterno del vacuolo intracellulare legato alla membrana (denominato inclusione), che non fusogenico
con i compartimenti endosomiali e lisosomiali. Le interazioni tra batterio e vacuoli si realizzano mediante i rispettivi
sfingolipidi. La chlamydia, cio, intercetta la sfingomielina nel percorso che effettua tra apparato del Golgi (dove viene
prodotta ) e la membrana plasmatica59. Tale processo mediato, almeno nel caso della trachomatis e della psittaci, dalla
proteina IncA60. Sotto questo aspetto, occorre rilevare che le chlamidiae (trachomatis e pneumoniae) hanno la capacit
di legarsi specificamente alla fosfotidiletanolamina e ad asialo-GM1 e asialo-GM2, le quali fungono da recettori61.
Questa osservazione stata confermata molto recentemente nel linfogranuloma venereo: la chlamydia trachomatis entra
nelle cellule attraverso il legame con i microdomini di membrana ricchi di colesterolo, cos come la psittaci62.
Glicolipidi ed helicobacter pylori. Ladesione di helicobacter pylori alle cellule della mucosa gastrica una fase
iniziale importante per la colonizzazione e la loro conseguente vacuolizzazione. In particolare, i sulfatidi
(glicosfingolipidi acidi) contenuti nelle cellule epiteliali della mucosa, sono stati proposti come recettori del batterio.
molto interessante notare come il legame tra agente patogeno e batterio (cos come la vacuolizzazione) sia inibito dal
latte bovino diluito63 e dal probiotico lactobacillus reuteri64. Anche il lactosylceramide rappresenta un sito specifico per
ladesione di helicobacter pylori65. I lipopolisaccaridi di helicobacter esprimono gli antigeni di gruppo sanguigno
denominati Lewis x e/o y, i quali sono carboidrati complessi, la cui biosintesi catalizzata dalla 1,2-fucosyltransferasi
batterica66. Il mimetismo molecolare di questa molecola, espressa anche sullepitelio della mucosa gastrica, pu indurre
alla rottura della tolleranza e alla produzione di una risposta linfocitaria, la cui diretta conseguenza proprio il danno
tessutale. In pi, lo stesso meccanismo pu essere responsabile della evasione dalla sorveglianza immunitaria del
batterio e della sua persistenza infettiva67. Lagente patogeno sensibile alla lisi del complemento, in vitro, sebbene
tenda a persistere per anni, in vivo. La sua resistenza dipenderebbe dal legame di CagA (una molecola tossinica di
Helicobacter) e la protectina, ossia una proteina regolatrice del complemento, denominata anche CD5968. Helicobacter
pylori in grado di agglutinare gli eritrociti69, a causa della espressione di antigeni Lewis e di provocare infiammazione
della mucosa, mediante il legame con acido sialico sui neutrofili, responsabili della gastrite. La reazione infiammatoria
pu essere indotta dalladesione del batterio a tali fagociti, attraverso i poliglicosylceramidi70, ma pu essere dovuta
anche alla presenza stessa di anticorpi anti-Lewis x IgG (le IgM avrebbero un ruolo protettivo)71. La risposta antiLewis, infatti, mostra una reattivit crociata verso la mucosa gastrica, da cui consegue la possibilit di insorgenza di una
gastrite atrofica e dello stesso carcinoma gastrico72 Helicobacter, inoltre ha la capacit di legarsi al ganglioside sialyl-3paragloboside, presente sulla membrana dei leucociti, analogamente al virus dellinfluenza aviaria73. Il legame
glicolipidi/glicolipidi tra ospite e agente patogeno costituisce il momento fondamentale della virulenza infettiva e deve
la sua importanza alla alta affinit di legame74. Sembra evidente, a questo punto, che lagente patogeno mostra un
particolare tropismo per i glicolipidi, sui quali pu innescare un meccanismo neuropatico, analogamente a quanto
dimostrato per campylobacter jejuni, nella patogenesi della sindrome di Guillan-Barr. La membrana del batterio,

25

infatti, contiene il ganglioside GM1 allinterno dei propri lipopolisaccaridi. da notare che lo stesso ganglioside il
recettore per la subunit B della tossina del colera75. Una indagine sierologica condotta su 35 pazienti con
polineuropatia acuta anti-GM1 IgG, in Cina, ha dimostrato una positivit significativa per campylobacter jejuni ed
helicobacter pylori76. Occorre puntualizzare che la risposta anti-helicobacter dovuta, probabilmente a una reattivit
crociata con campylobacter. Il legame helicobacter/mucosa si stabilisce, dunque, su diversi glicosfingolipidi fissi
dellepitelio, tra i quali ricordiamo i sulfatidi, GM377, GalCer, LacCer e asialo-GM1 (gangliotetraosylceramide), ma non
il ceramide singolo, la sfingomielina e i poliacrilamidi78. La molteplicit dei recettori potrebbe essere considerata in
maniera consequenziale, piuttosto che singola, almeno in vitro79. Il legame, inoltre, condizionato dalla associazione tra
glicolipidi del batterio e i microdomini raft, soprattutto per la tossina VacA (necessaria per il processo di
vacuolizzazione)80. Altre molecole di helicobacter, coinvolte nelladesione ai recettori glicolipidici sono SabA (sialic
acid-binding)81 e AlpAB82. Da notare che anticorpi specifici diretti contro VacA sono stati osservati nel liquido
cerebrospinale di pazienti con sindrome di Guillan-Barr83. Altrettanto interessante la presenza, in helicobacter, di una
mucinasi identica a quella del vibrione colerico84.
Glicolipidi e borrelia. La borrelia burgdorferi in grado di legare due diversi glicolipidi: GD1a e GT1b. questa
capacit adesiva conferma precedenti osservazioni sul legame del batterio al galactocerebroside, ponendolo nel gruppo
dei procarioti che legano il lactosylceramide85.
Glicolipidi e pertosse. La bordetella pertussis esercita la sua azione patogena, mediante ladesione allepitelio
respiratorio, in modo particolare ad asialo GM1 e sulfatidi86.
Glicolipidi e pseudomonas. I flagelli di pseudomonas hanno la duplice funzione di permettere la motilit e di
interagire, con un legame, con la cellula ospite. Tale legame di realizza a livello di asialo-GM1, per mezzo della
flagellina87. Linfezione delle vie respiratorie, pertanto, dipende dalla capacit delle proteine flagellari, di legare i
componenti molecolari dellepitelio respiratorio. Tra queste componenti, la mucina riveste una notevole importanza, in
quanto si lega alla proteina flagellare FliD, anche senza il coinvolgimento della flagellina. Allinterno della mucina
(principale costituente delle secrezioni salivari e respiratorie88), il sito di legame di pseudomonas sarebbe rappresentato
dallantigene Lewis x o il suo derivato sialico (sialyl-Le x)89. Ci si verifica maggiormente alla periferia delle vie
respiratorie, soprattutto nei pazienti con fibrosi cistica90. Anche la pilina, uno dei maggiori componenti strutturali
proteici dei pili di tipo IV, presente in vari batteri patogeni, incluso pseudomonas, coinvolta nelladesione alle cellule
ospiti, durante linfezione. In particolare, riconosce lasialo-GM1 come sito di legame91. In un interessante lavoro,
stato dimostrato che lanticorpo anti-asialo-GM1 (o gangliotetraosylceramide) in grado di inibire ladesione di
pseudomonas allepitelio della cornea, proteggendola dalla perforazione,a seguito di ferita o cheratite92. Pseudomonas e
candida albicans sono microrganismo evolutivamente distanti. Ambedue possono utilizzare pili e fimbrie,
rispettivamente, per mediare laderenza allo stesso recettore, lasialo-GM1, in virt della loro reattivit crociata
reciproca93. Lo stesso dicasi per Helicobacter pylori, a causa della reattivit crociata con pseudomonas94.
Glicolipidi e mycoplasma. almeno dalla fine degli anni 80 che si conosce la capacit del mycoplasma pneumoniae
di legare i glicolipidi sulle membrane delle cellule ospiti. Ci venne dimostrato nelladenocarcinoma del colon, che
presenta una espressione aberrante di sulfatidi e seminolipidi, e anche nelle cellule epiteliali normali delle vie
respiratorie. Il legame inibito dal destano solfato95. I sulfatidi sono componenti ubiquitari delle membrane di cellule
germinali. In particolare, il sulfogalactoglicerolipide ristretto alle cellule di mammifero, nelle quali interviene sulle
interazioni ovulo/spermatozoo. Mycoplasma hominis e ureaplasma urealyticum hanno in comune lo stesso recettore
sulfatidico e per questo motivo sono stati implicati nella patogenesi della infertilit umana96. Il sito di legame ai sulfatidi
sarebbe contenuto nelle HSP 70 (proteine dello shock termico) di questi batteri97. Il galactocerebroside uno dei
maggiori componenti della mielina, sia nel sistema nervoso centrale, sia nel periferico. Sebbene sia considerato come un
importante aptene per le neuriti sperimentali allergiche dei conigli, il suo ruolo nella malattia demielinizzante delluomo
stato chiarito solo a partire dalla met degli anni 90, quando stato dimostrata la presenza di anti-galactocerebrosi nel
siero di individui con encefalite post-infettiva. Tra le infezioni pi frequenti stata proposta quella da mycoplasma
pneumoniae98, anche nella sindrome da Guillan-Barr99. In un recente lavoro, stato stimato che il 12% dei pazienti con
questa sindrome mostrano una significativa risposta al mycoplasma pneumoniae. Il mimetismo molecolare sarebbe alla
base del meccanismo patogenetico, in quanto gli anti-galactocerebrosidi mostrano una reazione crociata con gli antimycoplasma100. In altri studi stato evidenziato il ruolo di altri autoanticorpi, comunque ancora prodotti in risposta al
batterio, quali anti-GM1b101. Lo stesso mycoplasma sembra implicato nella polineuropatia cronica, sia sensitiva, sia
motoria, in associazione alla risposta autoimmune IgG verso GM1, GD1b e asialo-GM1102. Anche la sindrome di Miller
Fischer (caratterizzata da oftalmoplegia, atassia e areflessia) stata associata, nel 1-5% dei casi, alla infezione da
mycoplasma, la quale in grado di indurre una risposta anti-GQ1b, specifica della malattia103.
Glicolipidi e campylobacter. Ladesione di campylobacter jejuni alla mucosa intestinale si realizza con il legame tra
una proteina di membrana esterna del batterio, denominata CadF e un importante componente della matrice
extracellulare, la fibronectina104. Anche i glicolipidi contenuti nellantigene H del gruppo sanguigno O possono
costituire dei validi siti di legame per campylobacter105. Il ceppo upsaliensis di campylobacter stato messo in relazione

26

a enteriti, coliti, bacteriemia e sepsi, nelluomo. Esso utilizza la fosfatidiletanolamina e il gangliotetraosylceramide,


contenuti nella mucina dellepitelio intestinale, come recettori106. Le infezioni da campylobacter jejuni possono indurre
la sindrome di Guillan-Barr e la sindrome di Miller-Fischer, mediante il mimetismo molecolare esistente tra i
costituenti dei propri LPS e i gangliosidi. Tale mimetismo molecolare determina la formazione di risposte autoreattive
anti-GM1 e anti-GQ1b, responsabili delle manifestazioni cliniche107. Oltre a essere ormai accertato negli animali da
esperimento, questo fenomeno pu essere studiato nelluomo, con rapide metodiche immunoenzimatiche, peraltro molto
utili nelle indagini epidemiologiche108. In un recente lavoro, il mimetismo della frazione dei LPS di campylobacter, in
pazienti con sindromi di Guillan-Barr e Miller-Fischer, stato messo a confronto con soggetti colpiti da enterite non
complicata. La risposta anti-gangliosidi, nelle neuropatie, significativamente maggiore che nel controllo. In
particolare, gli anti-GQ1b sono associati alla Miller-Fischer, mentre gli anti-GM1 alla Guillan-Barr109. Ovviamente,
non tutti i pazienti che subiscono una infezione da campylobacter sviluppano una risposta anti-ganglioside. La
regolazione delle risposte linfocitarie dipenderebbe dalla densit degli antigeni110. Lincidenza della neuropatia, inoltre,
aumenta con la possibile espressione di epitopi simili a GD1a, eventualmente presenti nei LPS di alcuni ceppi
batterici111. Dal momento che linfezione intestinale da campylobacter rappresenta lantecedente pi comune della
sindrome di Guillan-Barr, possibile che i T linfociti possano svolgere un ruolo fondamentale nella patogenesi della
malattia. In un recente studio, stata evidenziata, mediante biopsia di nervo surale in un paziente con demielinizzazione
periferica (conseguente a campylobacter), la presenza di T gamma/delta (gamma 8/delta 1) normalmente presenti
nellepitelio intestinale112. Altri lavori hanno posto lattenzione anche su altri TRC di linfociti gamma/delta, responsabili
della patogenesi della sindrome di Guillan-Barr conseguente a infezione intestinale da campylobacter: gamma 9/delta
2 e gamma 5/delta 1113.
Glicolipidi e yersiniae. Nonostante la diffusione delle infezioni della yersinia enterocolitica, si conosce ancora molto
poco, circa le manifestazioni neurologiche associate alla malattia. In due pazienti, che svilupparono sintomi neurologici,
venne evidenziato, in un caso la neuropatia del plesso brachiale (amiotrofia nevralgica) e in un altro lo sviluppo di un
classico quadro clinico di mielite114. Lunica evidenza di un possibile legame tra lantigene pH 6 del batterio e
glicolipidi delle membrane ospiti stato osservato nelladesione della yersinia pestis al gangliotetraosylceramide
(GM1a), al gangliotriaosylceramide (GM2a) e al lactosylceramide115.
Glicolipidi e salmonella. La salmonella un batterio intracellulare, di cu si conosce ancora poco sul ruolo dei
glicolipidi di membrane delle cellule ospiti, come possibile sito di adesione. Con luso delle analisi biochimiche, si
riuscito a evidenziare la perturbazione nella biosintesi di steroli, da parte delle cellule ospiti, durante linfezione, e il
conseguente accumulo di colesterolo nei vacuoli contenenti il batterio. Tale accumulo stato osservato, almeno per i
ceppi typhimurium, sia nei macrofagi, sia nelle cellule epiteliali, con la presenza di un forte reclutamento di CD55,
ossia di glicofosfatidilinositolo (GPI-anchored protein)116. Le ipotesi che riguardano ladesione di salmonella typhi alle
cellule epiteliali devono tenere conto della forte omologia di frammenti genetici (HindIII) con la LT1, ossia la tossina
termolabile di e. coli, la quale, come noto, lega il ganglioside GM1117.
Glicolipidi e altri batteri. Haemophilus influenzae e neisseria meningitidis si legano agli stessi glicosfingolipidi, sulle
membrane dellepitelio orofaringeo e dei granulociti. Tali recettori sono: lactosylceramide; gangliotriaosylceramide e
gangliotetraosylceramide; neolactotetraosylceramide118. Staphylococcus aureus, neisseria gonorrheae e klebsiella
pneumoniae, legano asialo-GM1 e asialo-GM2119. Oltre a questi due recettori, proteus mirabilis lega anche il
lactosylceramide120, mentre e. coli uropatogeno aderisce al galactosylceramide presente sullepitelio delle vie urinarie e
al globotriaosylceramide presente nei reni121.
Glicolipidi e adenovirus. Molti adenovirus usano un recettore comune a quello dei coxsackie (denominato CAR,
coxsackie-adenovirus receptor) per ladesione alle cellule ospiti. Recentemente stato dimostrato che gli adenovirus
tipo 8, 19a e 37, responsabili delle cheratocongiuntiviti epidemiche, riconoscono nellacido sialico, piuttosto che nel
CAR, il sito molecolare di legame pi importante122. Tale legame si verifica sulle cellule congiuntivali Chang C e sul
tessuto corneale123. La dimostrazione di questo fenomeno sta nella inibizione del legame, da parte della neuraminidasi,
che elimina lacido sialico dalla superficie cellulare124.
Glicolipidi e rotavirus. Questi virus sono la causa pi comune delle gastroenteriti dei lattanti e bambini. Ladesione, in
molti mammiferi suscettibili ai ceppi neuraminidasi positivi, richiede la presenza dei residui di acido sialico sulle
membrane delle cellule ospiti, anche se diversi rioni sono classificati come neuraminidasi insensibili. Altri autori
mettono in evidenza che molti rotavirus codificano per una emoagglutinina, che lega lacido sialico dei gangliosidi125. Il
legame tra virus ed epitelio si realizza mediante i gangliosidi GM1 delle membrane citoplasmatiche126.
Gangliosidi e malattie. I gangliosidi sono capaci di aumentare e attenuare la risposta agli antigeni. La sintesi di
gangliosidi aberrante nelle cellule tumorali, sia per la espressione eccessiva, sia per la espressione di forme
modificate. Alcuni gangliosidi, isolati da tumori umani (neuroblastoma, melanoma, linfoma, carcinoma mammario,
epatoma, etc.), sensibilizzano le cellule T, che vanno incontro ad apoptosi, soprattutto in presenza di agenti attivatori,
quali TNF e anti-CD3. limmunosoppressione pu essere diretta dalla interazione con le citochine che intervengono

27

nella risposta T, quali IL-2 e IL-4, con cui competono. La loro aberrante espressione (la cui diretta conseguenza una
immunosoppressione) permette di considerarli come importanti marcatori tumorali, tanto che in alcuni casi aumentano
nel siero (soprattutto GM2 e GD2).
Le membrane biologiche contengono tre maggiori classi di lipidi: glicerolipidi, sfingolipidi e steroli. Linteresse verso
gli sfingolipidi nasce dalla osservazione che questi sono coinvolti nella regolazione del traffico di membrana, oltre a
svolgere una importante funzione come secondo messaggero, nella funzione di memoria e nellinvecchiamento delle
sinapsi. Una specifica caratteristica dei gangliosidi, nel sistema nervoso centrale, la struttura della loro base a catena
lunga (LCB, long-chain base). Infatti, mentre tutti i glicolipidi di mammifero contengono LCB a 18 atomi di carbonio,
solo i gangliosidi possono contenere una significativa quota di LCB a 20 atomi. Ci dipende strettamente dalla
differenziazione cellulare. La C-18 sfingosina, presente nei gangliosidi cellulari, aumenta durante la differenziazione
delle cellule, per rimanere poi costante nel corso della vita. I gangliosidi con C-20 sfingosina, invece, sono assenti (o
presenti solo in tracce) nelle cellule indifferenziate. Anche essi aumentano con la differenziazione, ma il loro aumento
rimane progressivo nellintero arco della vita127. GM1 lega la -amiloide, che si trova associata alla malattia di
Alzheimer, a livello delle membrane neuronali, dove si verifica un concomitante aumento del colesterolo128.
Neuropatie periferiche autoimmuni.
1.

Sindrome di Guillan-Barr (GBS): riconosce un causa infettiva in almeno i 2/3 dei casi. Nellordine:
campylobacter jejuni (20%), CMV (10%), EBV (5%), mycoplasma pneumoniae (5%); meno frequenti
varicella, interventi chirurgici, terapia parenterale con gangliosidi, HIV (di cui rappresenta una complicanza).
Neuropatia demielinizzante infiammatoria acuta (AIDP), associata ad anticorpi anti-mielina e antigalactocerebroside (in caso di pregressa infezione da mycoplasma).
Neuropatia assonale motoria acuta (AMAN), con paralisi di un motoneurone, senza perdita della
sensibilit. Pregressa infezione da campylobacter jejuni nel 75%. Presenza di IgG anti-GM1 e, nelle
forme pi gravi, di anti-CD1a.
Neuropatia assonale sensitivo-motoria (ASMAN), simile ad AMAN, con la componente sensitiva
coinvolta. In molti casi associata a pregressa infezione da campylobacter jejuni.
Sindrome di Miller Fischer (MFS), ad andamento subacuto e conseguente, in molti casi a infezione da
campylobacter jejuni. Si manifesta con oftalmoplegia, atassia e areflessia. La debolezza delle
estremit e dei muscoli del tronco minima (massima nella Guillan-Barr). Associata, quasi sempre,
ad anti-GQ1b. Da notare che la tossina del botulino si lega a GQ1b e che il botulismo si presenta con
oftalmoplegia. Anti-GQ1b reagiscono anche ai LPS di campylobacter jejuni (mimetismo molecolare).

2.

Neuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP): coinvolge le fibre sensitive e motorie degli arti
(debolezza, parestesie, perdita della sensibilit distale, riflessi assenti), con decorso progressivo. Presenza di
anti-LM1, anti-sulfatidi e anti-GM1.
Neuropatia motoria multifocale (MMN), con blocco della conduzione: debolezza, spesso asimmetrica,
soprattutto agli arti superiori, con fascicolazioni e crampi. Lelettrofisiologia rivela denervazione e, in molti
casi, blocco della conduzione (demielinizzazione). Presenza di IgM anti-GM1, prodotti da CD5 B linfociti,
soprattutto a livello dei nodi di Ranvier.
Neuropatia demielinizzante associata ad anti-MAG (myelin-associated glycoprotein): lento coinvolgimento
delle fibre sensitive e sensitivo-motorie di braccia e gambe (talvolta tremore intenzionale). Si verifica una
demielinizzazione, con depositi di anticorpi monoclonali IgM anti-MAG e complemento, nella mielina. In
molti casi correlata a gammopatia monoclonale, talvolta a macroglobulinemia di Waldenstrm e raramente a
linfoma B o leucemia linfocitica cronica.
Neuropatie prevalentemente sensitive: sono sempre immuno-mediate.
Neuropatia sensitiva, con anti-GD1b monoclonale di isotipo IgM: una forma demielinizzante, che
colpisce le fibre sensitive grandi. Di solito cronica e si manifesta con perdita della sensibilit,
areflessia, andatura atassica ed elevate proteine nel liquido spinale. Colpisce soprattutto i gangli delle
radici dorsali.
Neuropatia sensitiva, con anti-sulfatidi IgM: tali IgM possono reagire anche con MAG e con il
condroitinsolfato. Anche in questo caso sono interessati, soprattutto, i gangli delle radici dorsali.

3.

4.

5.

28

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