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INTRODUZIONE CONTESTO
La stesura di questa Costituzione porta su di s il peso della lotta
parlamentare tra la Montagna e la Gironda. Le ideologie non fanno pi da
sfondo politico e lasciano posto ai contrasti parlamentari tra i
protagonisti della Convenzione; la Montagna si impegn soprattutto nella
distruzione politica dei deputati girondini e nel Febbraio del '93 crea un
Comitato giacobino della Costituzione che <<non svolse alcun lavoro
effettivo: ma fu un bastone gettato fra le ruote, per impedire la
discussione della 'Girondine'>>1. Furono presentati pi di 300 progetti
che provocarono la scomparsa del Comitato di costituzione. Inoltre SaintJust, con la sua dichiarazione in Convenzione del 24 Aprile, conferma il
carattere parlamentare della lotta, proponendo un disegno costituzionale
che non aveva alcun carattere di collaborazione, sia pure critica.
<<La Costituzione del 1793 un'opera di circostanza affrettata e
incompleta, che vuol soprattutto dimostrare al paese che i Montagnardi
non sono affatto quei dittatori che dice la rivolta girondina>> 2. Con
queste parole i due storici francesi Furet e Richet descrivono la
Costituzione dell'anno I. Il sostrato ideologico dei deputati montagnardi
viene sostituito dai contrasti personali, dalla volont di Robespierre e
Saint-Just di distruggere la maggioranza parlamentare girondina. Del
progetto di Condorcet rester in parte solo la Dichiarazione dei diritti
dell'uomo e del cittadino mentre la Costituzione sar il risultato del
lavoro del deputato giacobino Herault de Sechelles. La Convenzione,
dopo l'arresto di ventinove deputati girondini, impaziente di ultimare la
redazione della Costituzione per la duplice paura del federalismo e della
pressione popolare. La discussione infatti sar brevissima e durer solo
dall'11 al 24 Giugno.
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ESEGESI COSTITUZIONALE
La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino richiama, pur
allontanandosene in alcuni punti, la Dichiarazione del 1789.
L'art. 1 figlio dell'ispirazione rousseauiana e sottolinea che i diritti
elencati all'art. 2, naturali ed imprescrittibili, appartengono all'individuo
in qualit di essere umano e non in quanto membro di un associazione
politica. Questo aspetto fa si che il governo assuma una funzione
strumentale : difatti il filosofo francese, all'interno del Contratto sociale,
esprime l'idea secondo cui le forme di associazione nascono come istituti
di sicurezza ma soprattutto che i popoli si sottomettono alla volont
generale per i godimenti dei diritti naturali e prepolitici dell'uomo.
Il confronto tra l'art. 1 e gli artt. 16-19 svela la prima contraddizione in
seno al progetto montagnardo: mentre il primo sancisce che la felicit
comune lo scopo della societ, in linea alle istanze democraticistiche
dell' ideologia giacobina, gli artt. 16-19 non pongono alcun limite alla
propriet dimostrando <<chiaramente l'involuzione del pensiero
democratico>>1. Nonostante Robespierre avesse promesso l'imposizione
di tali limiti , come afferma nel suo discorso del 24 aprile 1793, ritorna sui
suoi passi per tranquillizare l'opinione pubblica borghese. Questa
manovra
conferma
il
carattere
pivotale
e
di
incertezza
inconsapevolmente assunto dal governo robespierrista, costretto a
congelare la Rivoluzione, sotto le diverse spinte della Rivoluzione. Con
l'inizio del Terrore, il Comitato di Salute pubblica attuer misure in piena
contraddizione tra di loro.
Ulteriore principio enunciato nell'art. 2 l'uguaglianza, specificato all'
art. 3 nel carattere formale ma, differentemente dalla costituzione del
'91, l'art. 4 dell'atto costituzionale estende questo principio anche ai
diritti politici, eliminando le differenze di censo per l'acquisto della
cittadinanza affermandone invece il carattere universale. Gli artt. 5 e 28
della Dichiarazione sono un'omaggio alle biografie dei protagonisti della
Convenzione: l'esaltazione delle virt e delle capacit del cittadino unite
all'abolizione della venalit delle cariche pubbliche lasciano spazio al
talento come unico criterio di selezione sociale. L'origine sociale e i
successi politici, sia dei deputati montagnardi che girondini, testimoniano
come siano stati gli eventi della Rivoluzione e la distruzione del sistema
di caste dell'Ancien Rgime a permettere la scalata al successo di questi
giovani rivoluzionari.
La libert, sancita negli artt. 2-6-7, ha una doppia struttura: negativa e
positiva. Il cerchio etico della libert immaginato dalla Convenzione
formato inizialmente dal principio del neminem laedere, sancito dall'art.
6, a garanzia della libert di manifestare il proprio pensiero, espresso
nell'art. 7.
La chiusura della Dichiarazione contiene una particolare originalit;
infatti viene riconosciuta giuridicamente l'insurrezione popolare, intesa
sia come un diritto sacro sia come un dovere (art.35). Questa teoria sar
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ripresa dal filosofo giacobino Bergk, in una sua opera del 1796, che
qualifica l'insurrezione come una categoria morale e legale insieme,
ritenendo che <<pu aver luogo quando la maggioranza si ritene lesa
nei suoi diritti dal governo>>1
L'atto costituzionale, all'art. 1, si apre con la proclamazione della
Repubblica, una e indivisibile.
Il progetto montagnardo si allontana da quello girondino respingendo in
particolare l'idea federalista: il dipartimento non ha pi una funzione
elettorale, che viene invece distribuita su base cantonale. La redazione
degli articoli riguardanti la distribuzione del potere sul territorio
influenzata dall'insurrezione federalista: su questo tema la battaglia
parlamentare tra Montagna e Gironda si trasferisce fuori dalla
Convenzione. I tentativi dei Girondini di aizzare il Sud e l'Ovest contro la
Rivoluzione parigina fallisce soprattutto per l'errata valutazione di poter
creare una terza via rivoluzionaria, a met tra Rivoluzione e
controrivoluzione.
Inoltre la Costituzione dell'anno I ritiene che la sovranit risieda
nell'universalit del popolo, distinguendosi dalla finzione giuridica della
nazione contenuta nella costituzione del '91. La
rappresentanza
nazionale viene guardata con diffidenza dai Montagnardi, ispirati
soprattutto dalle tesi di Rousseau sul contratto sociale e la volont
generale. Sar Robespierre ad affermare <<che il popolo buono, e che
i suoi delegati sono corruttibili>>.
Le assemblee dei cittadini hanno un duplice livello: primarie ed elettorali,
con la medesima procedura di elezione(artt. 37-38). Le assemblee sono
preposte all'elezione diretta dei deputati del corpo legislativo e alla
creazione di una lista di candidati tra i quali il corpo legislativo sceglier i
24 membri del consiglio esecutivo (artt. 62-63).
L'istituto referendario conferma ulteriormente come lo sfondo della
Costituzione dell'anno I sia la battaglia parlamentare e non quella
ideologica. Infatti la fazione montagnarda, pur di riuscire nell'intento di
distruggere la Gironda, sconfessa l'ideologia giacobina compiendo un
passo indietro rispetto al progetto di Condorcet: mentre quest'ultimo
prevedeva un uso esteso della democrazia diretta, la costituzione
montagnarda limita di molto l'istituto del referendum. Quest'ultimo, nella
stesura di Sechelles, obbligatorio solo nella revisione e ratifica della
Costituzione(art. 28 della Dichiarazione e 115 dell'Atto costituzionale) e
l'eventuale sanzione popolare per la legge ordinaria deve essere fatto
entro 40 giorni dalla sua promulgazione, escludendo qualsiasi
partecipazione del popolo ai decreti.
Il corpo legislativo ha un mandato annuale, indivisibile e
monocamerale. I costituenti ritenevano, che l'organizzazione del nuovo
regime dovesse essere basata sull'unit del potere. La separazione dei
poteri avrebbe prodotto due costituzioni: <<l'una legale e pubblica ma
esistente solo nel libro della Legge; l'altra, segreta ma reale, frutto di una
convenzione tacita tra i poteri stabiliti>> 2. Inoltre l'unit viene ricercata
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D.Greer The Incidence of the Terror during the frenh Revolution: a Statistical Interpretation
M.Vovelle I giacobini e il giacobinismo p.VII
BIBLIOGRAFIA
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J.J Rousseau Il contratto sociale, Einaudi, 1977
A. Saitta Costituenti e costituzioni della Francia rivoluzionaria e
liberale (1789-1875), Giuffr, 1975
M. Vovelle I Giacobini e il Giacobinismo, Laterza, 1998