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Legenda Beatae Margaritae de Hungaria, ed. K. Ble, in E. Szentptery (a cura di), Scriptores
rerum Hungaricarum tempore ducum regumque stirpis Arpadianae gestarum, Budapest 19992, 703704.
ORDINI RELIGIOSI E SANTUARI IN ET MEDIEVALE E MODERNA - ISBN978-88-7228-699-9 - 2013 Edipuglia s.r.l. - www.edipuglia.it
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GBOR KLANICZAY
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le frontiere di queste tre citt importanti sincrociano, una periferia molteplice, che sarebbe
diventata il centro simbolico, celeste, della metropoli futura.
Tali centri sacrali si trovano spesso alla periferia geografica. Unincisione del XVI secolo rappresenta le tre citt Pest, Buda e Buda Vecchia insieme con lIsola di Margherita, e vi si vede nel fondo, allaltra periferia, un monte: anche esso, il Monte di san Gherardo, sacro, il santuario del vescovo martire dorigine veneziana, ucciso dai pagani nel
1046 in quel luogo 10. Il re Bla IV avrebbe avuto una sensibilit particolare per questi dimensioni sacrali: fond nella citt fortificata di Buda anche parecchie istituzioni religiose,
tranne il convento maschile domenicano dedicato a San Nicol (uno dei 15 conventi domenicani fondati durante il suo regno!) 11, dove lOrdine dei frati Predicatori tenne il suo Capitolo generale nel 1256, e un convento dei Francescani che, alla fine della vita del re, divenne ancora pi amato e influente di quello dei Domenicani 12.
Sulla nascita del santuario di Santa Margherita dUngheria disponiamo di una fonte eccezionale: gli atti del suo processo di canonizzazione. La figlia di re Bla IV, consacrata a
Dio dai suoi genitori, trascorse la maggior parte della sua vita in questo monastero domenicano sullIsola delle Lepri, dove mor il 18 gennaio 1270 in odore di santit. Attorno alla
sua santit fu organizzato per la prima volta in Ungheria, tra il 1272 e il 1276, un vero e proprio processo di canonizzazione, con due commissioni papali. Gi alle origini del culto, le
richieste di re Stefano V (fratello di Bla IV) presso Gregorio X permisero lautorizzazione
papale ad una prima inchiesta 13, che risult nellesame di 40 testimoni e nella registrazione
di 10 miracoli in vita, 4 visioni legate alla morte di Margherita e 28 miracoli post mortem,
aggiunti poi alla Legenda Vetus di Margherita, scritta probabilmente dal suo direttore spirituale Marcello, priore provinciale dei Domenicani ungheresi 14. Questo elenco fu sufficiente
per la costituzione di un primo dossier, e dopo le ripetute interpellanze da parte del nuovo
re, Ladislao IV (il Cumano), una nuova indagine fu ordinata nel 1276 da papa Innocenzo V.
Ne furono incaricati Umberto Bianchi, canonico di Piacenza, e La Corre, decretorum doctor, canonico di Verona. Questa commissione lavor dal 23 luglio al 21 ottobre 1276, acquisendo 110 testimonianze, riesaminando anche parecchi testimoni della prima indagine:
fu condotta uninchiesta approfondita tra le 38 suore del convento, e registrati cos 11 nuovi
10
G. Klaniczay, Il monte di San Gherardo e lisola di Santa Margherita: gli spazi della santit a
Buda nel Medioevo, in S. Boesch Gajano e L. Scaraffia (a cura di), Luoghi sacri e spazi della santit,
Torino 1990, 267-284.
11
N. Pfeiffer, Die ungarische Dominikanerordensprovinz von ihrer Grndung 1221 bis zur Tatarenwstung 1241-1242, Zrich 1913; A. Harsnyi, A domonkosrend Magyarorszgon a reformci eltt
[Lordine dei dominicani in Ungheria prima dalla Riforma], Debrecen 1938; B. Romhnyi, Kolostorok
s trsaskptalanok a kzpkori Magyarorszgon [Conventi e capitoli canoniali nellUngheria medievale], Budapest 2000; versione CD-rom 2008.
12
E. Fgedi, La formation des villes et les ordres mendiants en Hongrie, Annales ESC 25 (1970),
966-987.
13
La petizione di Stefano V menzionata nella bolla di Innocenzo V nel 1276. Cfr. Introductio di
V. Frakni, in Id., Inquisitio super vita, conversatione et miraculis beatae Margarethae virginis, in
Monumenta Romana episcopatus Vesprimiensis, Budapest 1896, t. I. CIX.
14
Legenda Beatae Margaritae, cit.; per lattribuzione al priore Marcello cfr. Klaniczay, Holy Rulers, cit., 423-424.
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miracoli in vita, 3 segni miracolosi del trapasso e 38 nuovi miracoli post mortem. I miracoli attribuiti a Santa Margherita giunsero al numero di 95 15.
La canonizzazione, per, non si comp nel medioevo. Dopo vari tentativi dei re angioini,
Carlo Roberto I e Luigi I, e di Mattia Corvino, e ancora degli Asburgo nei tempi moderni,
la Santa fu canonizzata solo nel 1943. Lisola, tuttavia, divenne luogo di culto anche prima
della canonizzazione.
Nella presente analisi, dopo aver utilizzato questinsieme di documenti sul santuario di
Margherita, effettuer un confronto del santuario domenicano con due santuari di altri Ordini, che si trovavano ugualmente alle periferie. Il mio secondo esempio sar il santuario dellOrdine dei Paolini a Budaszentlrinc, sorto intorno alle reliquie del santo tutelare dellordine, alla periferia occidentale della capitale. Il santuario dei Francescani osservanti, invece,
che nacque intorno alle reliquie di San Giovanni da Capestrano, si trova nella citt di jlak
(Ilok), come vedremo, al confine al sud del paese stesso, vicino alla frontiera pericolosa dellimpero aggressivo dei Ottomani. Vi torneremo tra poco.
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evidente, in queste testimonianze, luso della prossimit alle reliquie per ottenere un effetto
migliore e lesistenza, nella mente dei devoti e miracolati, di cerchi concentrici intorno al
santuario. Vale la pena di dormire gi sullisola, presso altre istituzioni religiose, la notte prima
del pellegrinaggio 19, per ottenere il miracolo.
A volte, come nei santuari dincubazione a Bisanzio (Ss. Cosma e Damiano, S. Artemios) 20, la Santa appare di notte ai pellegrini che dormono nele vicinanze del santuario, invitando i malati a venire alla tomba per assicurarsi la guarigione completa 21. Tale fu la storia di un vir nobilis nomine Petric de genere Kata, paralizzato da pi di tre anni. Nella prima
leggenda di Margherita (1272-4) si legge:
Ecce in sompnis dicta virgo soror Margareta comitantibus se venerabilibus quibusdam personis apparuit et sancta manu sua virginea eum, ut erat, pietate plena, maxime partem paralisi percussam tangens: Ecce, inquit, in nomine domini nostri Iesu Christi secundum
fidem tuam optatam recipias sanitatem. Et sic statim disparuit. Qui evigilans et se totum
sanum sentiens de stratu egrotacionis sue surrexit et ad sepulcrum virginis sororis Margarete cum pluribus, ut vir nobilis esset, misericordiam graciamque curacionis acceptam
meritis virginis Margarete, sui benefactricis cunctis publice predicavit, nec cessat usque
hodie predicare 22.
Tra i testimoni dellinvestigazione del 1276 non troviamo Petrucio, ma testimoniano del
suo caso il suocero Nicolao e altri parenti. Nicolao narra la storia con una piccola amplificazione: secondo lui si erano verificate due apparizioni di Santa Margherita in due notti consecutive. La conversazione della Santa con il malato riportata nellidioma del quotidiano:
Quid facis miser? la prima domanda della santa. La descrizione della guarigione imprevista ci offre limmagine realistica della commozione della famiglia: quando pueri sui hoc
viderunt, aliqui ridebant, aliqui flebant. Poi allatto della proclamazione pubblica del miracolo presso la tomba, la descrizione del vecchio (che asseriva di essere ultracentenario)
riportata dai notai con tutte le sue esagerazioni:
beau miracles distance. Approches typologiques, in D. Aigle (a cura di), Miracle et karma. Hagiograhies mdivales compares. Turnhout 2000, 557576; T. Wetzstein, Virtus morum et virtus signorum? Zur Bedeutung der Mirakel in den Kanonisationsprozessen des 15. Jahrhunderts, in K. Herbers, M. Heinzelmann, D.R. Bauer (a cura di), Mirakel im Mittelalter. Konzeptionen,
Erscheinungsformen, Deutungen, Stuttgart 2002, 351-376.
19
Questo fu il caso del miracolato Petruccio di Kata, che aveva trovato un alloggio presso il convento delle monache Agostiniane, dove viveva una monaca che era sua parente. Cfr. Frakni, Inquisitio, cit., 304, Testimone 54.
20
M. Hamilton, Incubation and the Cure of Diseases in Pagan Temples and Christian Churches,
London 1905; H. Delehaye, Les recueils antiques de Miracles de saints, Analecta Bollandiana 43
(1925), 1-85, 305-325; A.-J. Festugire, Sainte Thcle, Saints Cme et Damien, Saints Cyr et Jean (extraits), Saint Georges, Paris 1971; per unanalisi recente dei miracoli dei santi Cosma e Damiano cfr. I.
Csepregi, The Miracles of St Cosmas and Damian: Characteristics of Dream Healing, Annual of
Medieval Studies at CEU 7 (2002), 89-122.
21
G. Klaniczay, Dreams and Visions in Medieval Miracle Accounts, in I. Csepregi, C. Burnett (a
cura di), Ritual Healing. Magic, Ritual and Medical Therapy from Antiquity until the Early Modern
Period, Micrologus Library 48, Firenze 2012, 147-170.
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Legenda Beatae Margaritae, cit., c. 46, p. 704.
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Interrogatus, qui erant presentes, quando dictus Petrucius stans apud sepulcrum predictum exposuit omnia quae sibi devenerant, ut dixit, respondit: Tria millia hominum et plurimi. Interrogatus de nominibus aliquorum illorum trium millium, respondit: Quomodo possum connumerare totum regnum? 23.
La folla sul luogo del miracolo, la prima esclamazione davanti al pubblico (famiglia, parenti, amici, e tutti gli altri sconosciuti), lesplosione delle emozioni, e poi la narrazione pi
volte ripetuta e raffinata davanti ai notai: tutto questo contesto importante per capire i meccanismi psicologici dei miracoli 24.
Un altro caso ben documentato nellelenco dei miracoli di Margherita la resurrezione
di un bambino di 4 anni, dopo lincidente del crollo di una casa vicino allisola di Margherita, sulla riva di Buda, in una localit chiamata Felhvz (Acque Calde) 25. Nella vivace descrizione, che cerca di assicurare i lettori della verit della morte del ragazzo, si legge: ... nulla
in membris eius et ossibus integritas appareret, sicque mater pueri pre nimio dolore pro unici
filii morte materna sollicitudine attrectavit, linguamque extra buccas dentibus constrictam
puer defunctus habebat sanguine cruentatam. Quem cum omnino extinctum, infrigidatum
et vitali spiritu aspectu penitus privatum... Il padre sente il bisogno di correre alla tomba della
vergine Margherita con una offerta di ceri, e mentre egli si trova nel santuario, il ragazzo
viene resuscitato. Tornato a casa il padre, pieno di gioia e in segno di ringraziamento, porta
subito il ragazzo resuscitato al santuario e lo presenta al Signore, al pubblico, agli
investigatori.
Un ultimo miracolo in questo santuario, il miracolo dellinondazione, ci mostra Margherita come Santa viva, dotata della capacit di dominare gli elementi, con effetti sulla natura intorno al suo convento. Il miracolo avviene alla presenza della santa e del suo confessore
Marcello, che narra gli eventi cos:
Sono venuto da Esztergom al convento, e la beata Margherita mi ha detto: Siamo stati
in pericolo di essere sommersi dallinondazione del Danubio... lacqua arrivata a tale
altezza, e mi mostrava il punto. Ho risposto Dai, dai, non lo credo, e allora mi ha detto:
Signore Ges Cristo, mostra la verit di questo fatto a questo priore che qui, affinch
creda alle mie parole. E in un attimo lacqua cominci a tornare con una tale velocit,
che io dovevo salire sul muro... 26.
Di questo miracolo la leggenda trecentesca del frate Garino Giaco 27 riporta una descrizione epica, quasi barocca:
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Il Danubio fece irruzione come un fiume arrabbiato mosso dallanima del Signore. Le onde
fortissime del fiume si alzarono, e, inondando tutto, spruzzarono acqua contro il domicilio delle suore, entrando nel territorio del monastero, negli edifici, nei locali... Le suore
temettero che la pressione dellacqua che entrava comprimesse il loro monastero, e nella
loro grande paura salirono sul tetto... 28.
28
Garinus (Garino de Giaco), Legenda maior), in F. A. Gombos (a cura di), Catalogus fontium historiae Hungariae, Budapest, 1937-1939, vol. III, 2507-2508.
29
Klaniczay, Holy Rulers, cit., 261-264.
30
Cfr. lo scandalo a Poitiers nel convento di Radegonda, nel VI secolo, narrato da Gregorio da
Tours: Gregorius Turonensis, Historiarum libri X, ed. B. Krusch, MGH SS RM I, IX, 39, 40, X, 1516; G. Scheibelreiter, Knigstchter im Kloster, Radegund (d. 587), und der Nonnenaufstand von
Poitiers (589), MIG 87 (1979), 1-17.
31
J. Karcsonyi, A mrges vipera s az antimonialis. Korkp Kun Lszl idejbl [La vipera velenosa e lantimonialis. Ritratto dellepoca di Ladislao il Comano], Szzadok 44 (1910), 1-24.
32
E. Madas, Boldog Cski Mric [Il Beato Maurizio di Csk], in P.A. Ills, B. Zgorhidi Czigny
(a cura di), A Domonkos rend Magyarorszgon [Lordine domenicano in Ungheria], Piliscsaba-Budapest-Vasvr 2007, 26-30; Kirly, rpdhzi, cit., 150, n. 46.
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e i loro santuari, tra cui quello di Margherita. Subito dopo larrivo di Caroberto (Carlo Roberto I), i Domenicani del suo ambiente inviarono frate Andrea nel 1306 ad Avignone, per
far riprendere il processo interrotto di canonizzazione di Margherita 33. Beatrice da Lussemburgo, la seconda moglie di Caroberto, concesse nuovi privilegi di esenzione di tasse regali al convento domenicano per reverenza della beata Margherita, sperando nella sua protezione nel cielo e sulla terra 34. La terza moglie di Caroberto, la regina Elisabetta Piast, dopo
una visita nel 1331 ai parenti di Napoli (presso cui cercava di organizzare un matrimonio
tra il loro figlio Andrea e Giovanna, la nipotina del re Roberto il Saggio) invit Tino di Camaino a Buda e fece edificare un sontuoso mausoleo, che fosse simile a quello della regina
Maria dUngheria, nipote di Santa Margherita, nella chiesa napoletana di Donnaregina 35.
Linaugurazione del nuovo monumento funebre diede loccasione di offrire nuove indulgenze
al santuario allIsola delle Lepri, che ricevette da questa epoca definitivamente il nome di
Margherita.
I pellegrinaggi in Italia della regina ungherese, Elisabetta Piast, che rappresent sfarzosamente la ricchezza degli Angioini ungheresi a Milano, a Bologna, a Roma, a Napoli e a
Bari (fu ricevuta a Roma nel 1344 come la regina di Saba, disse un cronista francescano 36),
funsero da viaggi propagandistici, che le servirono anche a sensibilizzare lOrdine dei frati
Predicatori alla ripresa del caso della canonizzazione di Margherita: intorno al 1340 Garino
de Giaco, futuro Maestro generale dellOrdine, scrisse una leggenda bellissima sulla base
dei materiali del processo ad Avignone 37. Liniziativa congiunta della regina e dellOrdine
domenicano ebbe successo nel 1379, quando Urbano VI eman una bolla per la ripresa del
processo ma il Grande Scisma, che avvenne subito dopo, lo blocc di nuovo 38.
Allo stesso tempo, la campagna angioina per la santit di Margherita dUngheria ebbe
altri riflessi: i Domenicani, infatti, dallinizio del Trecento in poi, condussero una propaganda
assidua per i loro santi e beati ancora non canonizzati 39, e Beata Margherita dUngheria ebbe
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una posizione speciale tra questi beati, perch era figlia di un re e perch il suo processo era
gi in corso. Forse anche per queste ragioni, nei conventi italiani, si diffuse, verso la met
del Trecento, la diceria che Margherita aveva avuto anche delle stimmate: infatti nel dipinto
del Maestro delle Effigie Domenicane a Santa Maria Novella (c. 1350), Margherita dipinta
con le stimmate sulle mani, come nel San Nicol di Treviso verso il 1370, e la scena della
stigmatizzazione dipinta ad affresco nel San Domenico di Perugia verso il 1368. Esisteva
anche una versione latina ed italiana della sua leggenda arricchita da un episodio che descriveva la sua stigmatizzazione durante unelevazione in estasi, testimoniata da una suora
sua compagna 40.
Unaltra vicenda spiega laccresciuto interesse di importanti personaggi dellOsservanza domenicana per questa santa ungherese e il suo santuario alla fine del Trecento: si tratta
della questione della canonizzazione di Caterina da Siena, e del tentativo, dunque, di sostenere la notizia delle sue stimmate con il ricordo di unaltra suora domenicana stigmatizzata. Il confessore di Caterina, Raymondo da Capua, che poi fu eletto Magistro generale dellOrdine in occasione del Capitolo generale tenuto a Buda in 1382, visit sicuramente il
convento di Margherita e cerc informazioni sulle stigmate della santa ungherese 41. Fu probabilmente lui a chiedere al suo associato, Tommaso Antonio da Siena (detto Caffarini)
che divenne il propagandista zelante della canonizzazione di Caterina , di fare una ricerca
prolungata, corrispondendo anche con il provinciale Gregorio dUngheria, per scoprire (con
grande tristezza) che le stimmate di Margherita non erano altro che una diceria infondata sui
fatti ben ricordati in Ungheria 42. Nonostante questa scoperta negativa, Giovanni Dominici,
nella sua visita a Buda nel 1409, accord come cardinale nuove indulgenze al santuario della
Beata Margherita 43.
Ancora una storia del Trecento deve esser menzionata sullIsola di Santa Margherita: si
tratta di un passaggio del Paradiso degli Alberti, uno strano romanzo o piuttosto unepopea
scritta nel 1389 dal padovano Giovanni Gherardi da Prato sui viaggi europei di un gruppo
di giovani italiani, tra laltro in Ungheria 44. In questo passo si narra che, quando i giovani
cercarono di trovare il re (Luigi I) a Buda, dissero loro che non cera, perch si trovava sullIsola. Si tratta senza dubbio dellIsola di S. Margherita, un luogo favorito dal re in base
alla testimonianza credibile del romanzo, secondo cui Luigi I vi si era recato in privato,
senza accompagnamento, senza splendore regale, per pensare, meditare una mentalit molto
simile a quella del suo grande rivale, il re boemo e imperatore Carlo IV, che fece costruire
per s un intero castello Karlstein al fine di avere uno spazio per la sua devozione privata 45.
40
G. Klaniczay, Le stigmate di santa Margherita dUngheria: immagini e testi, Iconographica. Rivista di iconografia medievale e moderna 1 (2002), 16-31.
41
T. Klaniczay, La fortuna cit., 11.
42
Thomas Antonii de Senis Caffarini, Libellus de supplemento, Legende prolixe virginis beate
Catherine de Senis, eds. I. Cavallini-I. Foralosso, Roma 1974, 156-157; F. Sorelli, La production hagiographique du dominicain Tommaso Caffarini, in A. Vauchez (a cura di), Faire croire. Modalits
de la diffusion et de la rception des messages religieux du XIIe au XVe sicle, Roma 1981, 189-200.
43
Kirly, rpdhzi cit., 142.
44
Giovanni Gherardi da Prato, Il paradiso degli Alberti, a cura di A. Lanza, Roma 1975, 231-235;
T. Kardos, Studi e ricerche umanistiche italo-ungheresi, Debrecen 1967, 23-30.
45
J. Fajt, J. Royt, Magister Theodoricus: Court painter of Emperor Charles IV. Decorations of the
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portarono via anche questo prezioso tesoro, che arriv, finalmente, con le ultime suore, presso
le Clarisse di Pozsony (Bratislava) 50.
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Piuttosto che cercare di caratterizzare il santuario dei Paolini in base a questa centinaia
di guarigioni raccontate dai miracolati 57, vorrei sottolineare due aspetti. Il primo riguarda
limportanza della natura anche in questo luogo: Budaszentlrinc si trova nella parte collinare vicino a Buda, e su queste montagne vi erano alcune grotte nei pressi del monastero
chiamate, ancora oggi, grotte degli eremiti. Queste grotte furono utilizzate sicuramente
come luogo di ritiro per alcuni frati e di rappresentazione della loro vita eremitica per i pellegrini.
Il secondo aspetto riguarda la variet delle modalit di convivenza tra la citt e il santuario. Il pi frequente naturalmente il pellegrinaggio: nei racconti dei miracoli, possiamo
seguire i miracolati nel loro cammino dallalloggio a Buda, attraverso la porta di Vienna, sulle
colline, fino allingresso del santuario e alla venerazione delle reliquie 58. A volte accadeva
che le reliquie uscissero dal santuario per guarire alcuni malati incapaci di muoversi, nel loro
letto 59. Capitava anche che le reliquie fossero portate in processione attraverso la citt, come
avvenne nel 1480 per assicurare la pioggia (i Frati ricevettero in quelloccasione la denominazione portiores pluviarum) 60.
Nella cronaca dellOrdine scritta da Gregorio Gyngysi si legge una bella descrizione
di questo rapporto tra la citt e il santuario nel racconto della traslazione delle nuove reliquie nel 1522, quando anche la reliquia della testa di San Paolo fu acquisita e portata a Praga,
per essere aggiunta al corpo del Ssanto.
Accompagnato dal re e dalla regina, dai baroni del paese e da una folla gigantesca di nobili e dal popolo, di uomini e donne, e da una processione ecclesiastica luminosa, il vescovo Simone di Zagrabia port la testa del Santo nella sua mano. Uscendo dalla porta
della citt, questa processione incontr quellaltra processione dei frati che erano scesi
dal loro convento fino al confine della citt. Il vescovo consegn loro la testa del nostro
santo padre. Gli eremiti la ricevettero in ginocchio, cantando il suo inno, poi tornarono
con la reliquia solennemente nel loro convento 61.
Questo aspetto stato trattato in dettaglio da va Knapp e Gbor Sarbak nelle opere citate.
Sarbak, Miracula Sancti Pauli cit., 106-107 (no. 59).
59
Sarbak, Miracula Sancti Pauli cit., 102-105 (no. 57).
60
Gyngysi, Vitae fratrum cit. cap. 64, 133-134.
61
Gyngysi, Vitae fratrum cit., cap. 87, 181-182.
62
Marie-Madeleine de Cevins, Les franciscains observants hongrois de lexpansion la dbcle
(vers 1450 -vers 1540), Roma 2008, 31-42.
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campagna dinquisizione contro gli eretici nel Sud dellUngheria e in Transylvania 63. Giacomo fece anche una propaganda efficace per la regolare osservanza: con una reazione a
catena molti conventi decisero di adottare la denominazione e le abitudini degli Osservanti.
In un decennio quasi il 60% dei conventi francescani ungheresi passarono allOsservanza.
Solo un divieto papale ottenuto nel 1455 da Fbin Igali, il ministro provinciale dei Conventuali, pot fermare questo processo 64. Fu appunto questo il momento in cui gli Osservanti
ungheresi cercarono di costruire il nuovo santuario intorno al corpo del loro nuovo candidato per la santit.
Giovanni da Capestrano 65, il predicatore pi importante dellOrdine, venne in Ungheria nel 1455-56. Dopo la sua campagna di catechesi in Germania e in Polonia, soprattutto
sui temi morali, contro il lusso (organizzando i famosi roghi di vanit) 66, e nella predicazione contro gli hussiti e contro gli ebrei 67, in Ungheria aveva trovato una causa molto pi
degna e politicamente significativa: lorganizzazione di una crociata per fermare laggressione ottomana. Con un successo spettacolare, in pochi mesi (dal febbraio al luglio 1456)
gli riusc di raccogliere unarmata numerosa di contadini che giunse nel momento cruciale
alla battaglia di Belgrado, contribuendo significativamente a questa vittoria storica. Ammalatosi durante lepidemia seguita alla battaglia nella quale mor anche Giovanni di Hunyad, governatore del paese e comandante dellarmata ungherese vittoriosa, Giovanni da Capestrano si ritir nel convento osservante di jlak (Ilok), con la decisione di morirvi e
rimanere alla frontiera pericolosa dellImpero Ottomano, cos da poterne ostacolare la minaccia anche dopo la sua morte 68.
Dal punto di vista logistico del santuario, ci ritroviamo di nuovo alla periferia, sebbene
qui si dovrebbe anche osservare che questa cittadina fu un centro in emergenza. Erik Fgedi
lha elencata tra le 14 pi importanti citt dUngheria nel XV secolo perch aveva 2 conventi
di Ordini mendicanti 69 (un indice di urbanizzazione secondo linchiesta negli Annales E.S.C.
iniziata da Jacques Le Goff 70). Inoltre era anche grande produttrice di vino, con una rete di
contatti commerciali, e centro di residenza di un signore potente, Nicolao di jlak, Voivode
de Transylvania, ban di Macs e di Croatia, chiamato anche piccolo re di Bosnia 71.
63
G. Galamb, San Giacomo della Marca e gli inizi dellOsservanza francescana in Ungheria, Picenum Seraphicum 21 (2002), 11-31.
64
Cevins, Les franciscains observants hongrois, cit., 63-114.
65
J. Hofer, Giovanni da Capestrano. Una vita spesa nella lotta per la riforma della Chiesa,
LAquila 1955; Id., Johannes Kapistran. Ein Leben im Kampf um die Reform der Kirche, I-II, 2. Ausg.
Bearb. von O. Bonmann, Roma-Heidelberg, 1964-65.
66
G. Klaniczay, The Bonfires of the Vanities and the Mendicants, in G. Jaritz (a cura di), Emotions and Material Culture, Wien, 2003 31-60.
67
O. Gecser, Itinerant preaching in late medieval Central Europe: St John Capistran in Wroclaw,
Medieval sermon studies 47 (2003), 5-20; M. Rubin, Gentile Tales. The Narrative Assault on Late Medieval Jews, New Haven and London 1999, 119-128.
68
S. Andri, The Miracles of St. John Capistran, Budapest 2000.
69
Fgedi, La formation des villes cit.
70
J. Le Goff, Ordres mendiants et urbanisation dans la France mdivale, Annales E.S.C. 25
(1970), 924-946.
71
E. Fgedi, Kapisztrani Jnos csodi: a jegyzknyvek trsadalomtrtneti tanulsgai [I miracoli di Giovanni da Capestrano. Storia sociale sulla base dei protocolli], Szzadok 111 (1977), 847898, Andri, The Miracles, cit., 37-41.
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Quando Capestrano mor alla fine del 1456, un gran numero di miracoli di guarigione
fu registrato presso la sua tomba a jlak dal 1457 in poi. Gli elenchi di questi miracoli ci
offrono una materia voluminosa, che comprende 504 miracoli, e per la quale possiamo ora
riferirci alle analisi dello storico croato Stanko Andri 72.
La raccolta dei miracoli di Giovanni di Capestrano segu lesplosione del suo culto, immediatamente dopo la sua morte a jlak (Ilok), promosso dal signore Nicolao di jlak, dai
frati Francescani del convento degli Osservanti di jlak e della direzione centrale della provincia ungherese, nonch dalla borghesia di questa citt in ascesa. Della prima fase del culto
nascente, tra il 1458 e il 1461, ci sono rimasti tre elenchi: la raccolta preparata dalle autorit municipali di jlak 73, lelenco costituito dai miracoli registrati dal frate Osservante Giovanni di Geszt, che visse nel convento francescano di jlak 74, e infine un terzo elenco di miracoli selezionati da questultimo, completato da una serie di miracoli registrati personalmente
dal frate Francescano Pietro di Sopron, che partecip alle primi indagini come rappresentante del ministro della provincia Osservante in Ungheria, Francesco di Varsny 75.
Dei tre elenchi il primo forse il pi interessante: la presenza dei laici raramente cos
forte nel processo amministrativo preparatorio allapertura del processo di canonizzazione 76. Si tratta di una prima indagine di miracoli destinata dallautorit della citt alla Curia romana, e tra i garanti della veridicit delle testimonianze c il giudice cittadino e i jurati cives. Alla fine del documento c lautenticazione notarile e giuridica, accompagnata
da una serie di simboli del potere cittadino: il suono della campana, il sigillo pendente del
comune, la convocazione di 33 potentes della citt per assistere allatto cerimoniale 77.
In questa indagine cittadina, la pubblicit dei miracoli nel nuovo santuario svolse un ruolo
notevole. Quasi sempre si riferisce della fama del miracolo nelle vicinanze del miracolato,
e nellintera citt o villaggio di origine: nelle notizie tradite dallelenco, si pu inoltre decifrare un programma ben pianificato dei frati, per proclamare le serie di miracoli nelle occasioni festive presso la chiesa del loro convento. La guarigione spettacolare di un ragazzo,
malato di mal caduco, nel giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo nel 1457, fu solennemente annunciata quasi un anno pi tardi, nella Pentecoste del 1458, dal pulpito eretto vicino alla tomba, coram toto populo 78. In un altro caso si stima la folla presente in pi di 12000
persone 79.
Il secondo elenco, compilato dagli Osservanti locali parallelamente a questo documento
cittadino, poich nella prima parte presenta di fatto una registrazione alternativa degli stessi
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miracoli, ha permesso a Stanko Andri di misurare la differenza dei criteri di autenticit adottati rispettivamente dai notai cittadini e dal frate francescano: nelle registrazioni notarili la
data delle guarigioni riportata molto pi spesso (quasi in un quarto dei casi), mentre nellelenco prodotto dagli Osservanti, la data si menziona solo eccezionalmente. Per contro, il
documento di produzione francescana dedica molta pi attenzione alla caratterizzazione psicologica dello stato disperato dei malati e dei membri della loro famiglia, alle invocazioni
formulate con una precisione quasi liturgica, alla descrizione minuta e spesso clamorosa del
miracolo stesso 80.
Studiando ora non tanto i miracoli ma il santuario, significativo esaminare il disegno
che accompagna un manoscritto di questi elenchi (ora a Napoli) 81, che rappresenta i primi
momenti dellazione miracolosa del santuario, ancora con il corpo del santo sul catafalco.
Naturalmente questa situazione cambi molto presto con la folla dei pellegrini e la tomba
del santo fu ristrutturata nel santuario della chiesa allargata 82. Varrebbe la pena di raccogliere
tutte le descrizioni preziose del santuario nei racconti dei miracolati, ma qui riporto solo che
alcuni pellegrini iniziavano la guarigione quando scorgevano da lontano la torre della
chiesa degli Osservanti 83.
La campagna per la canonizzazione di Giovanni di Capestrano, malgrado il carisma del
personaggio e il successo del suo santuario, e malgrado il vigore dei Francescani Osservanti
nella promozione della sua causa, fu prolungata per pi di due secoli. Dopo un secondo tentativo attorno al 1520, in occasione del quale si raccolse una documentazione ancora pi complessa della sua santit e dei suoi miracoli 84, e dopo una terza ripresa del negotium nel 1625,
Giovanni da Capestrano fu canonizzato solo nel 1690.
Conclusione
Fra i tre ordini e i tre santuari, tra i pi importanti nellUngheria medievale (lisola sacra, leremo presso le grotte, il santuario alla frontiera pericolosa degli Ottomani), dobbiamo
osservare un tratto comune: purtroppo nessuno di questi tre sopravvissuto alloccupazione
ottomana. Piuttosto che con la storia triste della distruzione dei santuari, vorrei tuttavia finire con unosservazione sulla loro posizione topografica e geografica nella periferia.
Questo dato non dovrebbe sorprenderci: per quanto riguarda lubicazione dei santuari cristiani, gi Peter Brown aveva osservato come il culto dei santi avesse ridefinito lo spazio urbano appunto con la creazione di nuovi culti sulle tombe dei martiri (S. Cipriano a Cartagine, SS. Pietro e Paolo a Roma), cio presso un luogo nella periferia della citt antica o fuori
80
Questo elenco conservato nel primo convento francescano osservante di SantIsidoro, Roma,
nel codice 1/6/1. Cfr. Andri, The Miracles cit., 101-114, con ampi esempi per illustrare queste divergenze.
81
Napoli, Biblioteca Nazionale, cod. VIII.B.35, fol. 102v-103r.
82
Andri, The Miracles cit., 68-69.
83
Geszti Jnos cit. No. 56, 442-443.
84
Andri, The Miracles cit. 153-192.
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dalle sue mura 85. Analizzando i pellegrinaggi in queste zone periferiche si nota che la spazialit fa parte della loro efficacia, come scrive Alphonse Dupront 86, una terapia operata dallo
spazio o, come sottolinea Victor Turner 87, il pellegrinaggio un processo che sfrutta la sacralit inerente ai margini, alla liminalit. Anche se non tutti i santuari obbediscono a questa logica (basti pensare a Roma o alla Mecca che sono proprio nel centro, o al primo santuario ungherese, dei Benedettini, il monastaro di Pannonhalma costruito sul Monte San
Martino, luogo presunto della nascita di San Martino di Tours 88), rimane il fatto che la maggioranza dei grandi santuari nel Medio Evo e nei tempi moderni, il Purgatorio di San Patrizio in Irlanda, Santiago di Compostella, Mont Saint-Michel, Monte Gargano, Paola o la Terra
Santa e il Santo Sepolcro offrono una conferma convincente di questa teoria della sacralit
della periferia. Spero che anche questa indagine sui pi piccoli santuari ungheresi, con i loro
livelli spaziali pi ristretti, contribuisca a questa visione.
85
P. Brown, The Cult of the Saints. Its Rise and Function in Latin Christianity, Chicago 1981.
A. Dupront, Plerinages et lieux sacrs, in Mlanges F. Braudel, vol. 2., Toulouse 1973, 190.
87
V. Turner, E. Turner, Image and Pilgrimage in Christian Culture. New York 1978.
88
I. Takcs, Mons Sacer 996-1996. Pannonhalma 1000 ve, [1000 anni di Pannonhalma], Pannonhalma 1996.
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