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PRIMO

MOMENTO

Signore, tendi lorecchio, rispondimi, perch io sono povero e


infelice
CANTO

Scelto liberamente tra i canti della comunit.

S.
T.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.


Amen.

S.
T.

Preghiamo insieme dicendo dopo ogni strofa del Salmo 85:


Signore porgi lorecchio alla nostra preghiera.

Un lettore dallambone proclama le strofe del Salmo. Lassemblea risponde con il ritornello.

S.

L.

Signore, tendi lorecchio, rispondimi,


perch io sono povero e infelice.
Custodiscimi perch sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera. Rit.

L.

Piet di me, Signore, a te grido tutto il giorno.


Rallegra la vita del tuo servo,
perch a te, Signore, innalzo lanima mia. Rit.

L.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,


sei pieno di misericordia con chi ti invoca.
Porgi lorecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce della mia supplica. Rit.

L.

Mostrami, Signore, la tua via,


perch nella tua verit io cammini;
donami un cuore semplice
che tema il tuo nome. Rit.

L.

Ti loder, Signore, Dio mio, con tutto il cuore


e dar gloria al tuo nome sempre,
perch grande con me la tua misericordia:
dal profondo degli inferi mi hai strappato. Rit.

L.

Signore, Dio di piet, compassionevole,


lento allira e pieno di amore, Dio fedele,
volgiti a me, abbi misericordia:
dona al tuo servo la tua forza. Rit.

Fratelli e sorelle, Cristo Ges offrendosi liberamente alla sua passione ha


dato significato alla sofferenza umana. Oggi siamo qui raccolti per
adorare Colui che, caricatosi delle nostre sofferenze, ha interceduto
presso il Padre affinch fosse abbondantemente riversata su di noi
consolazione ad ogni nostra tribolazione. Per meditare degnamente sul
valore salvifico della sofferenza, sostiamo, chi pu in ginocchio, in
prolungato silenzio, chiedendo allo Spirito Santo di aiutarci a pregare con
semplicit di cuore. Imploriamo il dono dello Spirito in particolar modo
anche sui fratelli missionari della nostra comunit in visita agli ammalati.

CANTO

ALLO

SPIRITO SANTO
1

pu alternarsi al canto del ritornello la recita della preghiera che segue.

Rit. Vieni, vieni, Spirito d'amore,


ad insegnar le cose di Dio.
Vieni, vieni, Spirito di pace,
a suggerir le cose
che Lui ha detto a noi.
A cori alterni voci femminili (F) e voci maschili (M)

Vieni in noi, Spirito Santo,


con il tuo fuoco ardente
con la tua luce che risplende.

Accendi il nostro cuore,


rendilo capace di amare,
sinceramente, concretamente. Rit.

Accendi la nostra mente,


rendila capace di capire
quello che dobbiamo fare.

Accendi i nostri occhi,


rendili capaci di vedere
le necessit e le sofferenze dei fratelli:
fa che ci impegniamo realmente
al servizio dei poveri e dei sofferenti. Rit.

Accendi la nostra vita,


rendila capace di comunicare gioia
a quelli che ci stanno accanto,
a quanti lhanno smarrita.

Accendi la nostra voglia di fare,


rendici capaci di collaborare
alla costruzione
di un mondo pi bello,
di una Chiesa pi unita. Rit.

Silenzio di Adorazione

SECONDO

MOMENTO

Figlio, ti sono perdonati i peccati


2

G.

Chi pu rimettere i peccati se non Dio solo? E Ges ha il potere di


rimettere i peccati. Questo costituisce il cuore del racconto evangelico
che stiamo per ascoltare. Protagonista un piccolo gruppo di persone che,
senza sconfortarsi per gli ostacoli fisici che sbarrano il cammino, con fede
irriducibile presenta a Ges un fratello paralitico. Il passo svela il senso di
ogni guarigione: la nostra salvezza pi importante di ogni bene, anche
della salute e della stessa vita, e Ges guarisce i corpi per insegnarci a
cercare prima il Regno ed essere salvi.

Un lettore dallambone proclama il brano del Vangelo che segue.

Ascoltate la Parola del Signore dal Vangelo secondo Marco


(2, 1-12)

Entr di nuovo a Cafarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e
si radunarono tante persone che non vi era pi posto neanche davanti alla
porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non
potendo per portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel
punto dove egli si trovava e, fatta unapertura, calarono la barella su cui era
adagiato il paralitico. Ges, vedendo la loro fede, disse al paralitico: Figlio, ti
sono perdonati i peccati.
Erano seduti l alcuni scribi e pensavano in cuor loro: Perch costui parla cos?
Bestemmia! Chi pu perdonare i peccati, se non Dio solo?. E subito Ges,
conoscendo nel suo spirito che cos pensavano tra s, disse loro: Perch
pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa pi facile: dire al paralitico
Ti sono perdonati i peccati, oppure dire Alzati, prendi la tua barella e
cammina? Ora, perch sappiate che il Figlio delluomo ha il potere di
perdonare i peccati sulla terra, dico a te disse al paralitico : alzati, prendi la
tua barella e va a casa tua. Quello si alz e subito presa la sua barella, sotto
gli occhi di tutti se ne and, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo:
Non abbiamo mai visto nulla di simile!.
Breve pausa di
silenzio

L1

La fede la vera protagonista di ogni guarigione. La fede che persiste e


che non demorde. Gli episodi evangelici che riportano le guarigioni di
Ges ricollegano molto spesso il risanamento ad un atto di fede eroico,
capace di vincere il timore e le titubanze che raffreddano il
comportamento quotidiano di noi cristiani. Un cieco sulla strada implora
pi volte piet, nonostante i rimproveri della gente, e viene sanato. Una
donna audace tocca il suo mantello e smette di sanguinare. Un
centurione, sentendosi indegno, invoca e ottiene a distanza la guarigione
di un servo. Una madre cananea gli grida dietro, lotta, vince il cuore di
3

Ges sul piano dellumilt, e ottiene la liberazione della figlia. Ed anche


qui, tutto parte da una fede che non si d per vinta. Un gruppo di
persone senza volto e senza identit, compassionevolmente, conduce un
infermo alla guarigione perch non si arrende di fronte alla folla che
ostacola il cammino e che, probabilmente, deride questo strano modo di
insistere e forzare le cose.
Breve pausa di
silenzio

L2

Quante volte ascoltando il Vangelo ci siamo soffermati su episodi di


guarigione. Eppure in questo episodio levangelista Marco riporta
qualcosa di nuovo. Ad attirare lattenzione non pi il dolore, la malattia
fisica, ma la malattia dellanima, il peccato. Ges ha sfatato lantica
credenza che la sofferenza sia causa di un male compiuto dal malato o
da qualche suo antenato. Tuttavia, in questepisodio, la paralisi del corpo
strettamente collegata a quella dellanima. Sembra che il malato sia
incapace di muoversi perch la prima malattia che impedisce di agire
liberamente nel mondo il male che si porta dentro, iniziando proprio
dalla incapacit di accettare la sua condizione. In questo, il giovane sul
lettuccio ci rappresenta tutti. E Ges mette in risalto questo effetto
deleterio del peccato e si rivolge a questuomo con una frase mai usata
prima. Figlio, ti sono perdonati i peccati.
Breve pausa di
silenzio

L3

Rimettere i peccati come osservano scandalizzati gli scribi presenti


una prerogativa di Dio. Ma anche lunica risposta, la via duscita, dal
non senso della sofferenza. Ges afferma la sua autorit nel rimettere i
peccati perch anche in grado di guarire. Ma ci, nello stesso tempo,
rivela che per Dio non ha senso liberare luomo dalla sofferenza, senza
liberarlo dal peccato.

CANTO

Scelto liberamente tra i canti della comunit.


Silenzio di
Adorazione

TERZO

MOMENTO

Padre, se vuoi, allontana da me questo calice


G.

Cristo ha voluto salvarci nella sofferenza, e ci invita alla preghiera per


non essere sopraffatti dalla tentazione. Richiamiamo la penultima
invocazione del Padre nostro. Non ci indurre in tentazione significa
Non farci cedere nella prova. Il problema della tentazione non quello
di essere tentati, ma quello di cedere. Cos Ges prega il Padre: Padre,
se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma
la tua volont. Ges sta vivendo quello che ha insegnato ai discepoli
nella preghiera al Padre; esprime il suo stato danimo, lascia intendere il
desiderio di evitare quel calice, quella prova dolorosa, ma si abbandona
al Padre con il desiderio di compiere pienamente il suo progetto.

Un lettore dallambone proclama il brano del Vangelo che segue.

Ascoltate la Parola del Signore dal Vangelo secondo Luca


(22, 39-46)

Usc e and, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo


seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: Pregate, per non entrare in
tentazione. Poi si allontan da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e
pregava dicendo: Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non
sia fatta la mia, ma la tua volont. Gli apparve allora un angelo dal cielo per
confortarlo. Entrato nella lotta, pregava pi intensamente, e il suo sudore
divent come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla
preghiera, and dai discepoli e li trov che dormivano per la tristezza. E disse
loro: Perch dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione.
Breve pausa di
silenzio

L1

Padre, se vuoi, allontana da me questo calice (Lc 22,42). La preghiera


di Ges nellorto degli ulivi ci da la certezza che anche il Figlio di Dio,
uomo giusto, ha sentito il peso della sofferenza, e costituisce la conferma
che essa non costituisce un castigo, ma un mistero da accogliere.
Accogliere la sofferenza diventa per Ges una scelta inevitabile in
quanto coincide con la volont del Padre, e Ges sa che la volont del
Padre buona, perch il Padre il Bene, Tutto il Bene.
Breve pausa di
silenzio

L2

Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se il Cristo di Dio, il suo eletto (Lc
23,35). Perch gli innocenti soffrono? La domanda rimane ancora oggi
priva di una risposta comprensibile a tutti. Mentre i giudei chiedono
miracoli e i greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso,
scandalo per i giudei, idiozia per i pagani. Ma ci che idiozia di Dio pi
sapiente degli uomini, e ci che debolezza di Dio pi forte degli
uomini (1Cor 1,22s.25I). Il Cristo di Dio, sottraendosi dalla tentazione
pressante di scendere dalla croce, lha accolta fino a farla diventare il
simbolo della Nuova Alleanza, limmagine di s che lo rappresenter
dinanzi a tutte le genti sino alla sua venuta nella gloria.
Breve pausa di
silenzio

L3

Padre, perdonali, perch non sanno quello che fanno (Lc 23,34).
Perch? Perch il senso della sua venuta, del suo annuncio, il
compimento, doveva essere manifestare a tutti che la sofferenza, la
sconfitta, la derisione, la solitudine, non devono farci paura perch prima
che nostre, sono sue. E se Dio prende sulle sue spalle i nostri dolori, vuol
dire che ci ama e che non dobbiamo aver paura di seguirlo, perch alle
paure e le incertezze della tribolazione segue la certezza della
consolazione. Cos come per la guarigione del giovane sul lettuccio, al
segno visibile che i Giudei richiedevano e si aspettavano, Il Figlio di Dio,
Sapienza incarnata, ha anteposto il segno invisibile del perdono dei
peccati, inchiodando per sempre la presuntuosa sapienza umana sul
legno della croce. Ges non sostituisce il perdono al miracolo atteso, ma
lo antepone ad un miracolo nuovo, che irrompe, e invade di stupore i
credenti. Risorge!

CANTO

Scelto liberamente tra i canti della comunit.


Silenzio di
Adorazione

QUARTO

MOMENTO

Per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione


G.

La consolazione non semplicemente la pacca sulla spalla con le formule


fatte nei momenti di lutto: Ci vuole pazienza, bisogna farsi coraggio, fatti
forza, capita a tutti, ecc.. Non sono questi i motivi della consolazione. Ci
vuole qualche cosa di molto pi profondo e la consolazione in genere non
viene da delle belle parole, ma viene da una presenza personale, da una
simpatia personale; simpatia inteso come capacit di soffrire insieme, o
alla latina: compassione, cio patire insieme. fondamentale la presenza
e la compagnia.

Un lettore dallambone proclama il brano della Parola che segue.

Ascoltate la Parola di Dio dalla Seconda lettera di san Paolo Apostolo


ai Corinzi
(1,3-6)
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Ges Cristo, Padre
misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra
tribolazione, perch possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni
genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da
Dio. Poich, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, cos, per mezzo di
Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, per la
vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, per la vostra
consolazione, la quale vi d forza nel sopportare le medesime sofferenze che
anche noi sopportiamo.
Breve pausa di
silenzio

L1

Il cardinal Martini, commentando questo tema della consolazione, dice


che si possono identificare tre tipi di consolazione. La prima la chiama
consolazione intellettuale: quella che si ha quando riceviamo una
nuova chiarezza interiore, una visione pi chiara dellazione di Dio nella
storia della salvezza e nella nostra vita. Ci sono dei momenti in cui
7

lintelligenza si apre e capisce quello che sta succedendo; ed Dio che ci


consola facendoci capire il senso di quello che capita. Per questo noi
possiamo essere anche soggetti di consolazione intellettuale aiutando
altri a capire il senso della loro vita.
Breve pausa di
silenzio

L2

La seconda la consolazione affettiva che non ha a che fare con la


mente, ma un sentire del cuore perch talvolta nel cuore
sperimentiamo la gioia immensa di essere nel Signore, con il Signore,
senza riuscire a darne ragione. una esperienza affettiva, una
emozione di amore, il modo con cui il Signore, Dio di ogni consolazione,
si fa presente suscitando affetto nel nostro cuore. Ce ne poi una terza
che la pi importante, la consolazione sostanziale. Questa non ci
aiuta ad approfondire la conoscenza e non nemmeno un sentire nel
cuore; forse, anzi, nella consolazione sostanziale non comprendiamo e
non sentiamo niente, per la parte pi intima della nostra anima viene
toccata da Dio e Dio la colma di una pace talmente profonda che
potrebbe esistere anche in mezzo a dolori, a prove, a sofferenze. la
consolazione della sostanza per cui uno sereno nonostante tutto; non
ha capito e non prova grandi sentimenti e tuttavia in pace.
labbandono completo in Dio nella massima serenit, una fiducia in lui
che va ben oltre ogni possibilit di ragionamento e di consolazione
umana.
Breve pausa di
silenzio

L3

Sperimentiamo cos che il nostro Dio ci consola, ci d forza e


perseveranza. Riconoscere questo terzo tipo di consolazione di assoluta
importanza. Talvolta sosteniamo di non avere consolazioni perch non le
sperimentiamo a livello emotivo, tuttavia, se ci esaminassimo
seriamente, scopriremmo in noi quella consolazione sostanziale che la
vera operazione dello Spirito Santo nella nostra vita. La consolazione non
evitare i problemi, ma avere la capacit di affrontarli e di attraversare
le difficolt conservando quella pace interiore e quella serenit di fede.
un dono di Dio, ma anche un effetto dellimpegno delle persone e vale
luno per laltro, nel principio della comunione dei santi: ci aiutiamo a
vicenda.

SEGNO
G.

Durante il canto che segue siamo invitati a dirigerci spontaneamente


verso laltare, dove, dopo una breve sosta di fronte a Ges Sacramentato
preghiamo il Signore per le persone che soffrono, per i nostri missionari
che li visiteranno ed esprimiamo il proposito di accettare la volont del
Signore ed il suo perdono che guarisce, con limpegno di perdonare e
dimenticare i rancori verso chi ci ha provocato sofferenze.

CANTO

Scelto liberamente tra i canti della comunit.


Silenzio di
Adorazione

CONCLUSIONE

PREGHIERA
S.
T.
S.

Alle intenzioni della comunit spontaneamente espresse dai fedeli


rispondiamo insieme:
Per il mistero della tua passione, ascoltaci Signore.
Signore Ges, il tuo comandamento di amarci come tu stesso ci hai amati
ci ferisce il cuore e ci fa scoprire con dolore quanto siamo lontani
dall'essere rivestiti dei tuoi sentimenti di misericordia e di umilt. Siamo
cos fatti che riusciamo a peccare anche quando ci rivolgiamo al Padre
tuo, in preghiera. Abbi piet di noi. Donaci il tuo Spirito buono. Insegnaci
a metterci in ascolto del suo grido inesprimibile, lunico che ci permette
con sincerit di gridare Padre, ed ottenere per noi salvezza e pace.

CANTO

DEL

TANTUM ERGO

Orazione - Benedizione Eucaristica - Acclamazioni


CANTO

FINALE

Scelto liberamente tra i canti della comunit.

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