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Suprema Corte di Cassazione

sezione VI
sentenza 5 dicembre 2014, n. 51080
[]
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS) parte offesa;
nel procedimento c/:
IGNOTI;
avverso lordinanza n. 3662/2012 GIP TRIBUNALE di CHIETI, del 19/04/2013;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. STEFANO MOGINI;
lette le conclusioni del PG Dott. CESQUI Elisabetta che ha chiesto lannullamento del
provvedimento impugnato.
RITENUTO IN FATTO
1. LAssociazione (OMISSIS) ricorre per il tramite del proprio difensore avverso il decreto
di archiviazione emesso il 19 aprile 2013 dal Giudice per le Indagini Preliminari del
Tribunale di Chieti nel procedimento penale rubricato contro ignoti al n. 819/2012 R.G.N.R.
n. 3662/2012 R.G. G.I.P. per il reato di abuso in atti dufficio.2. Il 20 gennaio 2012
lAssociazione ricorrente ha presentato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Chieti una denuncia riguardante presunte anomalie di procedimenti amministrativi del
Comune di (OMISSIS). La ricorrente chiedeva di essere informata nel caso di richiesta di
archiviazione ai sensi dellarticolo 408 c.p.p., comma 2. Tale informazione veniva peraltro
omessa e il G.I.P. provvedeva comunque allarchiviazione del procedimento per
insussistenza del fatto.
CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con unico motivo lassociazione ricorrente, che dichiara essere unassociazione di
consumatori di rilevanza nazionale Decreto Legislativo n. 206 del 2005, ex articolo 137 e
ss. lamenta la nullita assoluta del decreto di archiviazione impugnato. Lomessa previa
informazione di essa persona offesa circa la richiesta formulata dal pubblico ministero ai
sensi dellarticolo 408 c.p.p. avrebbe impedito la corretta instaurazione del contraddittorio
e produrrebbe un vizio rilevante ai sensi dellarticolo 178 c.p.p., lettera c). Erroneamente il
pubblico ministero, prima, e il giudice, poi, avrebbero negato alla ricorrente i diritti
riconosciuti dallarticolo 91 c.p.p., dovendosi essa ritenere unassociazione portatrice di
interessi qualificati, lesi dai reati riferiti in denuncia e suscettibili di provocare un danno
diretto patrimoniale e non patrimoniale anche in capo allassociazione. Chiede pertanto
lannullamento del decreto di archiviazione impugnato e la rimessione in termini per
proporre opposizione.

2. Il Procuratore Generale ha depositato conclusioni scritte chiedendo laccoglimento del


ricorso e lannullamento del provvedimento impugnato.
3. Il ricorso e fondato e va pertanto accolto. Lassociazione ricorrente dichiara essere
unassociazione di consumatori di rilevanza nazionale, a tale titolo inserita nellelenco di
cui al Decreto Legislativo n. 206 del 2005, articolo 137 (Codice del Consumo). Lo stesso
Codice, allarticolo 2, riconosce e garantisce espressamente i diritti e gli interessi collettivi
e individuali dei consumatori e degli utenti, dei quali promuove la tutela in sede nazionale
e locale, anche in forma collettiva e associativa. La tutela del diritto alla salute e posta dal
Codice al primo posto tra i diritti fondamentali riconosciuti ai consumatori e agli utenti
(articolo 2, comma 2). Il successivo articolo 139, che richiama al proposito larticolo 2,
riconosce alle suddette associazioni la legittimazione ad agire a tutela degli interessi
collettivi dei consumatori e degli utenti relativi alle materie disciplinate dal codice. Per
effetto di tale richiamo, tra tali materie deve ritenersi compresa la tutela del diritto alla
salute.
Diversamente dagli interessi diffusi, per definizione senza titolare, che possono subire
pregiudizio anche se il bene leso non puo divenire oggetto di appropriazione individuale,
essendone preclusa la riconducibilita ai singoli interessati alla tutela, gli interessi collettivi
considerati dalle citate norme del Codice del Consumo sono quelli propri ad una categoria
di persone e riconducibili allassociazione che se ne fa portatrice, la quale e in possesso
dei requisiti di struttura e rappresentativita imposti dalla legge ed e stata costituita proprio
in vista della loro salvaguardia.
Lente e in questo caso portatore di un interesse proprio, di tipo corporativo, distinto dalla
somma degli interessi soggettivi comuni ai soci e/o a questi imputabili come singoli. Per
questa gamma di interessi deve ritenersi ammesso lautonomo intervento dellente quale
persona offesa ai sensi dellarticolo 90 c.p.p., anziche quello, proprio agli enti solo
equiparati alloffeso (e condizionato al consenso di questultimo), di cui allarticolo 91
c.p.p., potendo lassociazione far valere un interesse collettivo/corporativo suo proprio
suscettibile di lesione diretta a seguito della condotta incriminata. Per di piu, in tal caso
risulta inapplicabile il limite recato dallarticolo 212 norme coord. c.p.p., poiche e
astrattamente configurabile in capo a siffatta associazione un danno risarcibile, azionabile
nel processo nelle forme previste dallarticolo 74 c.p.p..
4. Nel caso di specie lesposto presentato dalla associazione (OMISSIS) lamenta
irregolarita nello svolgimento di procedimenti amministrativi volti allautorizzazione di
impianti potenzialmente pericolosi per la salute pubblica in aree ristrette del Comune di
(OMISSIS). Si e visto che per effetto dellespresso richiamo operato dallarticolo 139 del
Codice del Consumo al precedente articolo 2, lassociazione ricorrente deve ritenersi
legittimata ad agire a tutela degli interessi collettivi dei consumatori e degli utenti in
materia di diritto alla salute. Va a tale proposito rilevato che il rubricato delitto di abuso in
atti dufficio e reato plurioffensivo quando ha per fine o effetto di arrecare ad altri un danno
ingiusto. Il reato e allora idoneo a ledere non solo linteresse pubblico al buon andamento

e alla trasparenza della pubblica amministrazione, ma anche il concorrente interesse del


privato a non essere turbato nei suoi diritti nel caso che ci occupa, sub specie di
interesse collettivo/corporativo dellassociazione alla tutela del diritto alla salute dal
comportamento illegittimo e ingiusto del pubblico ufficiale.
Ne consegue che il soggetto danneggiato riveste, ai sensi e per gli effetti dellarticolo 90
c.p.p., la qualita di persona offesa dal reato ed e legittimato a proporre opposizione
avverso la richiesta di archiviazione del pubblico ministero (Sez. 6, n. 13179 del 29 marzo
2012; n. 17642 del 10 aprile 2008).
Per quanto precede, nel caso di specie ve dunque coincidenza tra linteresse tutelato
dalla norma incriminatrice che si assume violata e linteresse perseguito istituzionalmente
dallassociazione. Alla ricorrente, che ai sensi dellarticolo 408 c.p.p., comma 2 aveva fatto
espressa richiesta di essere avvisata delleventuale richiesta di archiviazione, deve
dunque ritenersi attribuita, in qualita di persona offesa, la legittimazione a proporre
opposizione avverso la richiesta del pubblico ministero. Lomissione di quellavviso ha
determinato la nullita del decreto di archiviazione (Sez. 3, n. 34220 del 24 giugno 2010). Il
provvedimento impugnato deve quindi essere annullato senza rinvio con trasmissione
degli atti al pubblico ministero perche provveda alladempimento previsto dalla norma da
ultimo citata.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio il provvedimento impugnato e dispone la trasmissione degli atti al
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Chieti.

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