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1) IL SAPER FARE DELLEDUCATORE

Difficile definire il ruolo delleducatore. Viene interpretato o cm colui che educere, tira fuori,
o come colui che insegna.
pi ampio il ruolo in quanto si richiede alleducatore di formare il ragazzo e accompagnarlo
nel processo di crescita rispondendo ai bisogni propri di ogni periodo della crescita.
Negli anni 50 leducatore gestiva i ragazzi in ambito di istituti religiosi.
Negli anni 60 gestivano le attivit del tempo libero per ragazzi e adulti in strutture preposte.
Solo negli anni 70 di sente lesigenza di qlcosa di pi specifico, di figure professionali e
preparate per la cura di bambini con handicap o anziani ecc.
Dagli anni 80 questa grande quantit di categorie e di nomi da vita a dibattiti sui termini duso e
di denominazione dei vari ruoli e tipologie di educatori.
Si parlato prima di operatore pedagogico, poi di educatore professionale ecc
La polemica nn ancora risolta riguarda anche qual la formazione che leducatore dve avere, se
basta la semplice esperienza sul campo o sia fondamentale la laurea e la specializzazione sul
campo.
Secondo BERTOLINI essenziale una formazione di tipo universitario per evitare un
assunzione e un lavoro privo di garanzie basilari per un lavoro importante cm quello
delleducatore.
Ruolo delleducatore anche quello di contenimento. Cio di elaborare e riparare le angosce
esistenziali dellindividuoLeducatore risponde a quella domanda che nasce nellambito scolastico.
SCUOLA: nn solo come formazione ma anche cm luogo di ascolto, aiuto per il disagio,
sostegno e benessere. Per fare ci necessaria la figura delleducatore.
Migrazione e impoverimento aprono per leduc. Orizzonti del tutto nuovi.
Essendo molteplici i campi di intervento deve essere alta la formazione delleducatore.
Leducatore deve : FUNGERE DA CONTENITORE: deve contenere e raccogliere le parti del
sogg che si sente in difficolt.
Per farlo dve stabilire un contatto fisico , emotivo e cognitivo.
Una vera e propria empatia, stabilire cn il sogg un codice di domande e risposte per poter
frenare ansia e paure del sogg
FUNGERE DA CALAMITA: deve analizzare sogg e situazione e capire che ogni azione del sogg
la conseguenza di qlcosa e nn casuale. Attraverso osservazione e comunicazione pu
ricomporre il S del sogg in difficolt.
FUNGERE DA COMPLEMENTO AMPLIFICATORE: fondamentali per la risoluzione sono le
tecniche di ascolto e di amplificazione dei msg ricevuti. Inoltre importante anche fungere da
PONTE per le relazioni sociali.
Principi imprescindibili per un modo di educare che va definito cm INTENZIONALE: cio
lavorare in modo originale e responsabile, porre la propria presenza attiva nella risoluzione dei
problemi e nellapproccio cn laltro.
Molte ricerche mettono al primo posto tra i comportamenti da possedere quello del dialogo.
Leducatore deve saper ascoltare il sogg che parla, cercare di ascoltare prima ancora che di
parlare, entrare in empatia, o meglio, conoscere laltro per mezzo dell ENTROPATIA, che
consiste nel penetrare nell anima dellaltro, nella sua parte pi intima ( esperienza spirituale)
La cosa fondamentale per leducatore quella di saper agire nella quotidianit in modo
consapevole e programmato e nn intervenendo in modo generici o cn una generica sensibilit o
con tecniche comuni con altre discipline ( es. la tecnica che in psicologia quella dellascolto,
nella pedagogia diventa nello specifico del dialogo) .

La programmazione e il progetto.
Programmazione e progettazione fanno parte di quegli strumenti metodologici che permettono
di fare pedagogia in modo scientifico.
E inoltre il tentativo di ancorare lesperienza educativa a dei criteri precisi e provati costituendo
il METODO per saper fare leducatore.+
PROGRAMMAZIONE
Prima area di lavoro sullintervento educativo.
Divisa in 4 momenti:
1 analizzare la situazione di partenza:. Bisogna conoscere bene il ragazzo, la famiglia,
lambiente, le risorse e il territori. Punti fondamentali
2 Definire degli obiettivi: le finalit e gli obiettivi educativi. Ovviamente anche la capacit di
scegliere e selezionare in autonomia gli obiettivi fa parte delle capacit del sogg.
3 scelta dei metodi, attivit e contenuti: selezionare cosa insegnare, come farlo , pianificare le
procedure, materiali strumenti e atteggiamenti da assumere.
4 valutazione dei risultati e del processo: obiettivi raggiunti che vanno documentati e che n
servono per a giudicare il ragazzo ma a valutare linsieme del processo educativo e lefficacia.
PROGETTO
Momento in cui maggiore il contatto tra educatore e ragazzo.
Cio tra che educa e chi necessita di essere educato
Sono momenti fondamentali perch spesso leducatore a differenza dello psico. O dell inseganante
nn ha un piano preciso da seguire e quindi tende a inventarsi momenti e situazioni.
Leducatore tende a gestire il quotidiano in base allesperienza, senza precise direttive, ma presto si
accorge di quanto la cosa sia sbagliata e ricorre al METODO
Per riassumere la pratica di PROGRAMMAZIONE risponde alla pianificazione allorganizzazione
del sistema educativo. La pratica della PROGETTAZIONE tende pi ai bisogni individuali e sogg.
Riguarda pi strettamente nn tanto il metodo generale ma la valutazione che leducatore fa nello
stretto rapporto con laltro.
Il tutto per evitare ovviet e improvvisazione nellesperienza educativa.
R-A RICERCA E AZIONE
il processo per cui leducatore ricerca il metodo e poi lo mette in pratica.
Leducatore diventa ricercatore e attore in una costante autoriflessione sulla propria pratica. Si pone
domande, indaga e studia nuovi modi e nuovi comportamenti da utilizzare.
Questo termine stato usato per la 1 volta da Lewin che lo ha descritto come un insieme di cicli
dinamici caratterizzati dalle seguenti azioni:
pianificare
agire
osservare
riflettere
In sintesi potremmo caratterizzare la R-A attraverso i seguenti punti:
1) una indagine che ricerca la natura di un problema che vuol dire averlo in parte risolto.
2) Pone problemi oltre che cercare di risolverli
3) Si nutre di dati: grazie allosservazione si raccolgono dati mirati per comprendere la
situazione-

4) Richiede alleducatore di essere vigile e di fare una ricerca approfondita su se stesso


5) Riguarda sia aspetti pi ampi delleducazione che quelli pi dettagliati delleducatore.
6) Nella R-A fondamentale il controllo durante il processo con osservazione e raccolta e
analisi dei cambiamenti. Un metodo che pu andare bene in una situazione pu nn andare
bene in un'altra.
7) Rendere esplicito ogni momento del percorso.
8) La r-a ricorre alla scrittura come stimolo per la riflessione. Si scrive per tenere conto di
quello che accade ma soprattutto per riflettere. Sia una scrittura personale e riflessiva che
una documentaria
9) La R-A si nutre anche delle riflessioni degli altri.
LAVORARE IN GRUPPO
La messa in atto del concetto di ricerca-azione ha senso se allinterno di un ben strutturato
lavoro di gruppo.
Gruppo contiene in se la parola nodo concetto essenziale in quanto risultato di uno stretto
intreccio tra i vari membriL gruppo di pu considerare sulla base di 2 diverse prospettive:
PSICOLOGICA: composto da insieme di individui che ha cm scopo il soddisfacimento di
bisogni soggettivi
SOCIOLOGICA: interagisce e nome di scopi comuni ed regolato da norme socialmente
condivise.
Il gruppo positivo per leducatore in quanto pu nn sentirsi solo nei dubbi e nei problemi ma
ha qlcuno cn cui condividerli.
Pu essere aiutato a capire i propri limiti e raggiungere la coscienza dei propri comportamenti e
atteggiamenti e delle influenze che esercitano sugli altri( viene aiutato in quanto ha persone
esperte cm lui che possono giudicarlo con occhi esterni!!
Per questo sono importanti gli incontri e il ruolo dell agevolatore che durante gli incontri dve
mantenere un clima di tranquillit e d tolleranza.
Un semplice gruppo diviene gruppo di lavoro quanto dalla semplice INTERAZIONE tra le parti
si passa allINTEGRAZIONE cio allinterdipendenza.
un processo di crescita paragonabile a quello di un essere umano che man mano si adatta
allambiente che lo circonda.
( leggere pg 47/48 fenomeni negativi del gruppo)
Elementi che portano invece alla costruzione di un gruppo di lavoro sono:
1 DEFINIZIONE DELLOBIETTIVO: quellelemento che segna il passaggio da gruppo
generico e interazione tra le parti, tra quelli che sn gli obiettivi del singolo, quelli del gruppo.
Una perfetta interazione tra bisogni, aspettative e motivazioni.
2 ASSUNZIONE DI UN METODO O REGOLA DI LAVORO: i 3 elementi fondamentali sono
analisi, confronto e discussione.
Confronto e discussione sono fondamentali e aderiscono al concetto di R.A.
fondamentale la condivisione di un metodo comune in quanto altrimenti l attivit sarebbe
improduttiva, e ci sarebbe una sovrapposizione di idee e una conseguente formazione di
sottogruppi.

3 CHIARIMENTI DEI RUOLI GRUPPALI: i ruoli vanno chiariti per un perfetto


funzionamento del gruppo e per evitare scontri o sovrapposizioni di ruli. Ogni ruolo corrisponde
a unarea di azione
Serve inoltre per evitare il cosiddetto effetto di sala degli specchi ( vedi pg 47/48) cio quell
effetto per cui si tende e vedere se stessi negli altri membri del gruppo. Mentre allinterno della
famiglia e dei rapporti di amore ecc c laffetto elamore che ci permettono di distinguere
laltro da se, questo nn csi nel gruppo allinterno del quale lidea del ruolo per smantellare
cerchi meccanismi di difesa che porterebbero alla nn protezione del sentimenti di identit
proprio e altrui.
4 ASSUNZIONE DI UNA LEADERSHIP:
Funzione equilibratrice tra il singolo e il gruppo. Deve accudire i bisogni, essere competente,
mantenere e tutelare i valori del gruppo e dei singoli e inoltre fare da ponte tra i vari sogg.
5 ANALISI DEI PROCESSI COMUNICATIVI:
Lo scambio comunicativo la struttura che sorregge ledificio. Ascolto attivo, empatia,
chiarezza, sono solo alcuni, insieme a aperture e flessibilit, dei concetti fondamentali che
permettono un analisi dei processi comunicativi.
6 CONSIDERAZIONE DELLA VARIBILE CLIMA: clima fondamentale perch
strettamente legato al concetto di calore.
7 VALUTAZIONE DEL PROCESSO DI SVILUPPO:
METODO OSSERVATIVO
un importante matrice della professionalit delleducatore. E fornire alleducatore tali
capacit e sicurezza di competenza e qualificazione.
fondamentale in quanto permette di individuare laltro, comprenderlo e poer da ci costruire e
migliorare il proprio metodo educativo.
Cosa pu aiutare loggettivit dellosservazione?
a) i sogg potrebbero comportarsi in modo diverso sapendo di essere osservati. necessaria un
osservazione prolungata nel tempo per vedere quei comportamenti che solo il tempo
evidenzia.
b) Leducatore dve avere un atteggiamento nn invasivo
c) Nn dve nascondere di osservare ma dve nascondere cosa osserva.
Le modalit del metodo osservativo fanno riferimento a 3 criteri:
1 DISTANZA: guardare un evento con distanza aiuta a eliminare certi pregiudizi.
2 PARTECIPAZIONE: per capire bene contenuti di cui spesso neanche i componenti del gruppo
sono consapevoli necessario prenderne parte
3 COMUNICABILITA: i dati raccolti dallosservatore dvono essere comunicabili a qualunque
esperto. Dvono essere fruibili e comprensibili.
Altri elementi pi strutturati possono essere pi difficili da individuare e necessitano di un
DIARIO SEMISTRUTTURATO: consiste nella raccolta strutturata cn schemi precisi degli
espisodi significativi della giornata, dei luoghi in cui si sn svolti, quali sono le attivit, i contesti,
i sogg che vi hanno preso parte e una narrazione dettagliata del fatto accaduto.

Tto ci permette una chiarificazione ersonale e trasmettibile fscilemte agli altri della situazione
che ci troviamo ad affrontare. Permette di acquisire uno schema di indagine, un vero e proprio
metodo scientifico. Permette di riflettere anche personalmente sul proprio operato e inoltre
permette di analizzare loperato in modo ogg senza troppi coinvolgimenti emotivi.
OSSERVARE IL GRUPPO
unosservazione pi complicata in quanto nn solo di un sogg ma un insieme di sogg che
tra loro interagiscono e tra loro si creano delle dinamiche/forze:
coesione, cambiamento e interazione.

CAPITOLO 2
I SAPERI DELLEDUCATORE
I percorsi teorici del lavoro educativo verteranno in particolare su:
1 Approccio sistemico- relazionale
2 approccio fenomenologico
3 approccio cognitivo

APPROCCIO SISTEMICO RELAZIONALE:


Il sogg un sistema aperto, un reticolo di dimensioni interconnesse, di conseguenza ogni azione
educativa avr effetto nelle sue molteplici dimensioni.
Lapproccio sistematico nasce dallincontro interdisciplinare tra elettronica e biologia.
SISTEMA: insieme di elementi interagenti. Interagenti vuol dire che gli elementi (p) sono
connessi da relazioni (r ) in modo che il comportamenti di p in r differente rispetto a quello
che sarebbe in r1, quindi c una relazione. Se cs nn fosse e i comportamenti fossero in
qualunque relazione uguali allora nn ci sarebbero interazioni tra gli elementi.
Luniverso individuale a sua volta formato da sistemi aperti, ch epossiedono alcuni
principi/propriet fondamentali:
PRINCIPIO DI TOTALITA: non possiamo analizzare il comportamento del sogg cm di un
essere a s stante, e indipendentemente dalleducatore e cs allinverso. Il comportamento
delluno dipende e va analizzato in base allaltro.
PRINCIPIO DI RETROAZIONE: se il comportamento del sogg nn spiega quello delleducatore
e n viceversa, vuol dire che sono entrambi in un gioco di azioni o retroazioni che licollegano
tra loro.
La retroazione pu essere positiva o negativa.
positiva quando accentua il fenomeno, es se leducatore rimprovera il ragazzo questo risponde
e fa sempre peggio.
O negativa, quando tende a smorzare il fenomeno, es se leducatore parla con calma al ragazo
egli nn risponder male ma si calmer.
PRINCIPIO DI OMEOSTASI: + un meccanismo che permette ai sistemi di nn variare, come
fosse un insieme di norme e prerogative che mantengono lequilibrio nel sistema.
PRINCIPIO DI EQUIFINALITA: se vogliamo capire cosa accade in un sistema dobbiamo
analizzare il come e nn il perch

Le relazioni tra sistemi sono le interazioni vere e proprie.


Interazione lelemento cardine in un approccio di tipo sistemico.
Essa presuppone in primo luogo la comunicazione sia verbale che nn: cn questa prospettiva
linterazione diventa un insieme di msg che due individui si scambiano in una relazione
reciproca.
CONTESTO: fondamentale allinterno del modello sistemico.
linsieme degli elementi dellambiente i quali influenzano il sistema e da esso sono
influenzati.
La novit di questo modello sta nel fatto che leducatore nn travasa semplicemente nellalunno
il proprio sapere, ma lo fa indirettamente.
Il compito delleducatore quello di creare un contesto allinterno del quale, grazie alle
interazione e alle relazioni tra i due, il sogg b (alunno) venga indirettamente influenzato.
Quello che dve fare leducatore creare un contesto educativo STIMOLANTE!!
La relazione tra i due viene di conseguenza definita di tipo asimmetrico.
necessario tenere presente che il sogg nn un semplice ogg allinterno del quale travasare il
proprio sapere, ma dotato di preferenze e gusti, per questo che leducatore deve creare un
contesto stimolante e adatto alla ricerca condivisa di significati.
La strategia di intervento delleducatore verter su una grande competenza comunicativa e un
adeguata relazione di aiuto per il sogg.
STRATEGIE SISTEMICHE
COMUNICAZIONE: qualunque passaggio di informazione che si verifichi in un contesto
relazionale. Ogni comportamento umano ha un valore comunicativo, anche nn fare nulla e
restare immobili comunica qualcosa.
impossibile nn comunicare.
PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA:
La modalit pragmatica di approccio al problema della comunicazione riguarda linfluenza che
la comunicazione ha sul comportamento. Tiene quindi conto sia del linguaggio verbale che di
quello nn verbale, postura movimenti ecc
La pragmatica della com. si articola attorno a una serie di assiomi:
1) impossibilit a non comunicare. impossibile non comunicare cm abbiamo detto prima.
2) aspetto del contenuto e della relazione della comunicazione. Ogni comunicazione dice
qualcosa a proposito della relazione tra chi la emette e chi la riceve. Il messaggio di
relazi0one un modo di comunicare che consiste nelloffrire allaltro una definizione di
come vediamo noi stessi in relazione allaltro in quella situazione. I due utilizzano il
contenuto della comunicazione per esprimere le relazioni che intercorrono tra loro. Non
esprimono esplicitamente simpatia o antipatia, ma usano il contenuto del discorso per
dimostrarlo. Es: io sono pi capace di te. Ci possono essere 3 diverse conseguenze di questo
tipo di atteggiamento . O leducatore si apre e ascolta il ragazzo e cerca di capire quello che
vuole dire, che sarebbe la situazione educativa ottimale.( conferma del s) o leducatore crea
il rifiuto del s trasmettendo al ragazzo il msg che lui nn vale nulla e di conseguenza
neanche quello che dice o ancora attua la disconferma nn capisci nulla che la cosa pi
deleteria in assoluto.
3) Punteggiatura della sequenza degli eventi: in una transazione comunicativa esistono tanti
punti di vista quanti sono i partecipanti. Spesso il nostro comportamento viene considerato
come reazione a quello dell altro, cio come effetto di qualcosa che ne causa secondo uno
schema lineare. Questo provoca accuse reciproche, la convinzione di essere la vittima della

situazione, o lillusione che il comportamento dellaltro dipenda dal nostro. Il tutto dipende
dallidea che esista solo una realt, la propria e leducatore ha il compito di perturbare
questa realt e quei sogg che hanno questa idea non giusta. Possono per esserci degli abusi
da parte delleducatore, come ad esempio giudicare un ragazzo avendo analizzato un solo
comportamento in una sola situazione o senza aver considerato anche il proprio
comportamento. NESSUNO SCAMBIO RELAZIONALE HA UN PRINCIPIO ma va letto
in modo circolare e non lineare.
4) Comunicazione numerica e analogica: il linguaggio numerico quello verbale, quello
analagico nn verbale. Nelle relazioni ci serviamo di entrambi i tipi di comunicazioni. la
comunicazione nn verbale si basa sul linguaggio del corpo. Oltre a questo nella
comunicazione fondamentale il contesto, perch un azione cambia di significato in base al
contesto in cui si svolge.
5) Interazione complementare e simmetrica: in ogni relazione pedagogica va distinto il
ruolo delleducatore che sta sopra- one up- e quello del sogg che sta sotto one down.
Questi ruoli definiti sono importanti per evitare che luno cerchi di prevalere sullaltro. I
concetti di simmetria e complementariet nelle relazioni sono diversi. la simmetria indica
che luno provoca nellaltro un comportamento identico al suo. Nel modello complementare
luno provoca nellaltro un comportamento opposto e contrastante il suo. Entrambi i
modelli possono per sfociare in patologie. per quanto riguarda quello complementare
potrebbe esserci o una oppressione da parte delleducatore che manipola e schiaccia chi in
basso che risponde contrastando. Oppure una complementariet troppo rigida che non lascia
spazio di evoluzione da parte del sogg. Come una mamma troppo attaccata e che vuole
troppo controllare il figlio far in modo tale che egli nn potr mai uscire dal rapporto di
complementariet e avere una propria indipendenza. Per quanto riguarda la relazione
simmetrica si pu sfociare in una rivalit da parte del sogg che vorr essere uguale
alleducatore.
qui si inserisce il concetto di PARADOSSO: ossia quelle espressioni allinterno di un discorso
che si definiscono: messaggi paradossali in quanto contengono allinterno comunicazioni
contraddittorie e quindi paradossali. Es: sii spontaneo. allo stesso tempo un ordine a essere se
stessi, ma si potrebbe essere se stessi, ma in quel caso si disobbedirebbe al comando.
LA RELAZIONE DI AIUTO
Le capacit che consentono di aiutare laltro sono specifiche e devono essere acquisite come
competenze stabili della professione di educatore.
necessario fornire alla persona un sostegno che le permetta di imparare ad imparare.
Nel rapporto di aiuto fondamentale un empatia da parte delleducatore, e il dialogo mlto
importante perch ci permette di capire cosa prova laltro e capire in cosa va aiutato.
Nel rapporto necessario quello che viene definito: non direttivismo di Rogers cio leducatore
nn deve porsi in termini valutativi verso il sogg ma rispettando il suo punto di vista e la sua
libert.
Leducatore dvrebbe assumere secondo Rogers certi atteggiamenti perch i processi personali
siano produttivi e laiuto sia concreto:
trasparenza-genuinit: leducatore deve essere se stesso , nn deve distorcere i suoi stati emotivi
ma usare le emozioni in modo costruttivo. Ci facilita la conversazione e aiuta il ragazzo ad
aprirsi sempre di pi.
Accettazione- considerazione positiva incondizionata: quando laccettazione viene al sogg da
una persona a cui lui tiene e che stima spinto al cambiamento positivo.

Ovviamente nn bisogna accettare incondizionatamente qualunque comportamento, anche


dannoso, ma credere alla crescita e alle capacit del sogg: stima positiva = migliore
realizzazione dellobiettivo.
Empatia: comprensione emotiva dellaltro, necessaria per una conoscenza approfondita.
Leducatore dovrebbe riuscire a capire il soggetto cm se fosse lui. Senza mettersi nei panni
dellinterlocutore nn lo si potr mai capire fino in fondo.
Un altro elemento essenziale di ogni rapporto relazionale e di aiuto LASCOLTO.
Lascolto pu per essere di vari tipologie, quello passivo in cui leducatore nn interferisce e il
sogg sente cm se parlasse ad alta voce e leducatore risponde solo cn cenni con la testa.
Poi c quello attivo in cui leducatore come un partner di ballo, partecipe e interessato. C
poi quello non ascolto passivo in cui leducatore sente ma non ascolta e poi il non ascolto
attivo in cui leducatore in apparenza ascolta ma in realt parla di altro, quel tipo di
conversazione in cui nn c un argomento centrale ma ognuno ha interesse in qualcosa.
Molti teorici hanno cercato un modo per incrementare il rapporto di ascolto, un metodo
chiamato tecnica speculare o riformulazione che consiste in delle espressioni che leducatore
utilizza per evidenziare che il suo ascolto attivo e partecipe, esempio delucidazioni o
chiarificazioni, se ho ben capito, correggimi se sbaglio ecc
O anche attraverso la formulazione el sentimento che il ragazzo prova: ci che tu provi ,
penso che ti senta
Tecnica che secondo Rogers consiste nel riformulare quello che il sogg esprime per evidenziare
il proprio interessamento e il proprio ascolto, aiuta la concentrazione, si rende esplicito il
contenuto che pu sembrare vago, si evidenzia qual il concetto importante di cui si vuole
parlare e si evita anche il non ascolto attivo che uno dei pi diffusi.
Nel modello Rogenziano originario al centro c il concetto della comprensione.
Il soggetto va aiutato ad autocomprendersi. La critica che gli viene mossa da parte di Carkhuff
che nn basta solo questo per il cambiamento e lo sviluppo positivo del sogg ma necessaria un
azione, su come intervenire in modo pragmatico.
Le condizioni di base del suo modello sono 7 qualit imprescindibili nel lavoro educativo.
Azioni di base per ogni azione pedagogica correttamente strutturata:
1)Comprensione empatica
2)rispetto che corrisponde allaccettazione incondizionata di Rogers
3) genuinit che corrisponde alla congruenza di R.
4) specificit/ concretezza : abilit delleducatore nellaiutare il sogg ad esprimere in modo
5) confronto
6) immediatezza
7) auto manifestazione : espressione di autenticit
Alla met degli anni 70 presenta una seconda formulazione in cui sono 4 le abilit necessarie.
1 PRESTARE ATTENZIONE
Tanto maggiore lattenzione che presentiamo verso il sogg e maggiore sar il suo
coinvolgimento e apertura verso leducatore.
Bisogna fare attenzione al linguaggio non verbale es le sedie poste allo stesso livello per nn dare
unidea di superiorit o andare con il corpo verso il sogg indica interessamento ecc
Deve anche prestare attenzione allosservazione dellaspetto fisico, di quello intellettivo e di
quello affettivo.

Prestare attenzione ascoltando in modo attivo.


2 RISPONDERE
il tipo di intervento che corrisponde alla riformulazione/ tecnica speculare che abbiamo visto
prima di Rogers. ( vedi sopra)
3 PERSONALIZZARE
Aiutare il sogg a comprendere se stesso.
Lo si pu fare aiutandolo a vedere il problema nella giusta dimensione, spronarlo a capire i
propri sentimenti e ad uscire cos dalla situazione negativa, aiutarlo infine a individuare la
propria meta, capire la direzione in cui intende muoversi.
4 INIZIARE:
fase finale e scendente in cui leducatore aiuta il soggetto a designare la meta, programmare i
passi e rinforzare e sostenere che il momento finale degli elogi.
Infine troviamo il modello di Mucchielli
Secondo lui vi autentica relazione di aiuto solo quando vi incontro tra due persone di cui una
si trova i condizioni difficili, di sofferenza e malessere e laltra in condizioni superiore di
competenza, e abilit verso gli stessi problemi del primo.
Un educatore per M. deve essere accogliente, concentrarsi sul vissuto del sogg, manifestargli
interesse e considerazione e essere empatico, cercare di vedere il problema dal punto di vista del
sogg e nn del proprio.
Durante il dialogo che il fondamento del rapporto tra i due leducatore pu correre rischi e
ostacoli che vanno evitati:
Soggettivit: asseganre a quello che il sogg confida dei significati troppo personali
Deformazione professionale: cio affrontare ogni situazione secondo il proprio modello
personale, sempre uguale.
Dare giudizi morali che possono solo intimorire e allontanare il sgg.
Leducatore dve infine aiutare il sogg a rivivere e affrontare i propri problemi e lo pu fare
aiutandolo a :
esplicitarli, memorizzarli, cio raffrontare quelli passati con la situazione presente, aiutarlo a
capire e trasformare in positivo il problema.
APPROCCIO FENOMENOLOGICO
Con la fenomenologia ci riferiamo alla dottrina fondata da Husserl.
Per H. fenomenologia lo studio dellessere in quanto appare alla coscienza nelle sue essenze
universali. La fenomenologia descrive queste forme dette poi essenze o idee.
Fenomeno: tto ci che appare pu essere colto nella sua essenza.
La fenomenologia pura non una scienza di fatti ma di essenza e i fenomeni di cui essa si
occupa sono irreali.
Scienza dedita allo studio delle essenze.

La nostra prima preoccupazione stata quella di pervenire ad una


lettura fenomenologica dellesperienza educativa che consentisse di
chiarire meglio il senso stesso di tale esperienza e conseguentemente di
costituire una pedagogia come scienza, ovviamente non naturalistica od
oggettivistica. Una scienza che in quanto tale sia in grado di opporsi
allestemporaneit, alloccasionalit e al pressapochismo propri di un
certo modo di intendere quella esperienza, che finiscono per
trasformarla in facile strumento di istanze (ideologiche) altre e dei
poteri (economici, politici) via via costituitisi nel tempo. Come
dire che lesigenza da cui siamo partiti stata quella di mettere in
relazione lindubbio stato di crisi della nostra cultura e della nostra
societ con lazione educativa e con il pensiero pedagogico, nella
convinzione che questi ultimi, con le loro contraddizioni e con le loro
debolezze epistemologiche, ma anche con la loro rilevanza esistenziale,
fossero quanto meno co-responsabili di quello stato di crisi.
(ri)guadagnare la propria soggettivit sia a livello individuale sia a
livello comunitario. Il che vuol dire, in prima istanza, lottare contro ogni
forma di alienazione che si esprime tanto in una rinuncia (in una
impossibilit?) alla propria autonomia o, se si preferisce, in una passiva
acquiescenza nelleterodirezione; quanto in quella crisi della cultura e
della societ che si caratterizza in una perdita di senso delle loro
strutture e delle loro stesse ragioni dessere. In altre parole,
riguadagnare la propria soggettivit significa (ri)prendere coscienza del
proprio responsabile coinvolgimento nel costituirsi stesso della storia
personale e sociale
In questa prospettiva loggettivit che corrisponde sia alla realt che agli altri sogg nn sol
dotata di propria autonomia ma anche necessaria affinch esista la soggettivit.

perdere laltro comporterebbe perdere se stessi.


In sintesi i punti fondamentali dellunione tra istanza fenomenologica e pedagogica sono i
seguenti:
1) centralit del sogg
2) il comportamento frutto di un insieme di interazioni simboliche
3) il sogg artefice del proprio modello di comportamento e interazione con il mondo
4) qualsiasi individuo portatore di un particolare contributo sogg

STRATEGIE FENOMENOLOGICHE
BIOGRAFIA: fondamentale cm chiave di lettura del sgg.
E sulla biografia leducatore pu costruire il suo progetto educativo.
La biografia importante perch il passato del sogg ci che influenza la vita e le scelte
presenti e future.
Capire e conoscere il pass di un sogg vuol dire capire il processo di costruzione della sua
visione del mondo, quella visione che coordina le sue esperienze odierne.
Quello tra leducatore e il sogg un rapporto di scambio, e lintento da raggiungere dve essere
la presa di coscienza del passato, deve mettersi dal punto di vista del sogg e osservare i suo
mondo. Per farlo deve per attuare una sospensione del giudizio, spogliarsi cio delle proprie
convinzioni, giudizi e pregiudizi.
Pu farlo attraverso LENTROPATIA: cogliere la visione del mondo del sogg partendo da
motivi casuali e finali del comportamento.
Fino a pg 123
Da pg 175 a pg 194
L'adolescenza: un laboratorio dal vero
L'adolescenza un periodo molto difficile segnato dall'incertezza, un periodo in cui i riferimenti e i
modelli cambiano, poiche' la famiglia non piu' al centro del mondo del ragazzo. Storicamente,
una fase evolutiva che sempre stata celebrata presso le civilta' antiche, che le dedicavano
cerimonie e veri e propri riti di passaggio.
Ora questi riti sono scomparsi , ma scomparsa anche la capacita' di sostenere questa fase dello
sviluppo in modo adeguato; la tipica metropoli, in un certo senso, non aiuta perche' rispecchia in se'
le caratteristiche di confusione e caos che risiedono nel ragazzo. La famiglia e la scuola non sono
spesso in grado in incidere in modo efficace e risultano luogo di conflitto piuttosto che di aiuto. La
crisi dell'adolescente diventa una vera e propria sfida per l'educatore, poiche' essi spesso feriscono
con crudelta', quasi sfidando la professionalita'. Occorre l'intelligenza di modificare le proprie
abitudini di lavoro, per andare incontro al ragazzo, creare regole e patti di convivenza. Aiutare gli
adolescenti difficile, perche' sono diffidenti e rifiutano il mondo adulto, non sopportano la
dipendenza e non pensano di avere bisogno di aiuto. L'educatore che si trova a gestire un gruppo di
adolescenti e che intende avviare un percorso di educazione relazionale e socio-affettiva, necessita
di un' esperienza formativa che gli consenta di instaurare con i ragazzi una relazione di ascolto e di
empatia per gestire le dinamiche di gruppo e giungere ad un livello di consapevolezza adeguato.
L' adolescente tra normalita' e devianza
L'adolescenza il periodo della messa in discussione di se stessi, della propria identita' e del proprio
ruolo. Avviene una trasformazione totale sia dal punto di vista psicologico che fisico. Sarebbe
sbagliato accostarsi allo studio di questo fenomeno considerandolo come facente parte di una

categoria, adottando cosi uno sbagliatissimo punto di vista da adulto. Infatti, se la puberta' un
evento caratterizzato da un cambiamento fisico, l'adolescenza una categoria sociale, in quanto
possono esistere tante adolescenze quante sono le culture. In occidente , ad esempio, la nascita di
questa categoria segnata da due eventi fondamentali:
1- la nascita della societa' industriale, durante la quale il ragazzo veniva usato in fabbrica come
sostentamento alla famiglia contadina, in cui si innescava un meccanismo di controllo da parte del
padre nei confronti del figlio, che pero' era gia' ampiamente inserito in una dimensione lavorativa.
2-la nascita del moderno sistema pedagogico scolastico che ha influenzato il periodo
dell'adolescenza relativamente al tempo di durata della frequentazione della scuola.
Questi due fenomeni hanno prodotto importanti conseguenze:
1- il prolungamento del periodo scolastico ha favorito la presa di posizione autoritaria dei padri sui
figli che sono divenuti soggetti da educare, favorendo l'emergere di comportamenti aggressivi e
trasgressivi. La scuola, ma piu' in generale tutto il sistema delle norme, viene vissuta come
un'imposizione, un'accettazione del potere altrui.
Le paura delle generazioni passate nei confronti degli adolescenti, nasce proprio dal fatto che si
teme un ribaltamento dei ruoli, un capovolgimento che muterebbe una situazione che va avanti cosi
da secoli.
L'adolescente viene quindi visto come un soggetto perennemente da educare, da plasmare secondo
le norme imposte dall'autorita'. L'insegnante ritiene che il ragazzo sia maturo, solo quando egli
arrivera' a pensare come lui. Il ragazzo quindi condannato a non avere mai un ruolo da
protagonista nella societa'.
Tuttavia l'adolescenza cerca di cancellare l'autorita' per poter entrare nel gruppo dei pari, mettendo
in evidenza quelli che sono i lati negativi della famiglia, per poter avere cosi' una motivazione per
lasciarla. Si innesca una dinamica caratterizzata da odio inespresso nei confronti della madre e del
padre che sono stimolati ad adottare meccanismi di difesa . Blos a proposito ritiene che si verifichi
una ipervalutazione di se', a una intensa percezione del se' che porta a suscettibilita'e ad
egocentrismo narcisista. Tutto ci si manifesta nell'arroganza e nella ribellione, nella sfida alle
regole e nello scherno verso l'autorita'. Questo momento di narcisismo pero', puo' avere un carattere
positivo, se si facilita il processo di distacco dalla famiglia e le modalita' di relazione con il gruppo
dei pari. Si puo' considerare, in questo caso, l'ambiente come un agente che fornisce stimoli
negativi che positivi. Lutte scrive che l'adolescenza una condizione di emarginazione imposta a
una classe di eta' in una societa' come la nostra, fondata sul profitto e sul potere, non sul valore e la
dignita della persona. E' la prevaricazione da parte di un gruppo su un altro, determinata da
mutamenti economici. L'adolescenza, quindi, un terreno fertile per gli stereotipi che ne riducono
la complessita', dividono gli adolescenti in buoni e cattivi e impediscono di operare una attenta
analisi del fenomeno. Ne consegue, che classificare l'adolescenza si riveli una forzatura.
Tutti coloro che sono definiti disadattati o delinquenti vanno analizzati in un'ottica pedagogica : la
strutturazione disadattata del s nel mondo e con gli altri. I comportamenti devianti, cio, vanno letti
in una chiave che comprenda la biografia del soggetto e la sua storia personale. L'approccio
classificatorio, infatti, individua queste difficolta' in alcune categorie:
1- adolescenza adeguata- dove il soggetto ha la possibilita' di mediare i conflitti attraverso il
pensiero critico e riesce a mediare in modo positivo il distacco dalla famiglia. I modelli famigliari,
prima squalificati, nella tarda adolescenza vengono recuperati fino ad instaurare un rapporto alla
pari con essi. L'individuo si proietta nella societa' puntando alla propria realizzazione personale.
2-adolescenza ritardata- il giovane nega i conflitti, non critica i modelli famigliari, ma li asseconda.
E' brillante negli studi e nella carriera, ma privo di capacita' critica. Accade che egli entri in ritardo
nella crisi adolescenziale, mettendo in discussione il proprio matrimonio o le sue scelte
professionali.
3-adolescenza prolungata- c' un arresto del processo di crescita e un rifiuto a diventare adulti. In
questo caso, i giovani rimangono in famiglia ad oltranza, hanno relazioni affettive ma non si
impegnano in un rapporto paritario.

4- adolescenza sacrificata- il ragazzo viene costretto a vivere lo status di adulto, senza che gli sia
concesso il tempo necessario per formarsi. In genere, cio' accade nelle famiglie disagiate, in cui i
problemi economici costringono il giovane a lasciare la scuola per il lavoro. Si sviluppa la
frustrazione poiche' non si puo' progettare un proprio percorso evolutivo, si desidera la ricchezza in
quanto veicolo di agiatezza economica.
5- adolescenza dissociale- c' una grande oppositivita', vengono deliberatamente attuati
comportamenti disapprovati. Ci sono relazioni famigliari negative, impulsivita', egocentrismo.
6- adolescenza tossicomane- alcuni ragazzi ricorrono all'uso di droghe leggere per adeguarsi al
gruppo, altri ricorrono all'uso di droghe pesanti fino a perdere completamente il loro ruolo sociale.
La droga facilita il senso di appartenenza al gruppo e risponde bene alle esigenze psicologiche
dell'eta' adolescenziale. I giovani provano uno stato di benessere e armonia, evitando cosi', di
affrontare i conflitti interiori che gli permetterebbero di vivere in modo sano. Negli ultimi tempi si
possono riconoscere i cosiddetti ragazzi difficili, definiti cosi, per la difficolta' che puo' avere
l'educatore nel gestirli.
Dall'adolescenza all'eta' adulta: chiavi di lettura
Durante il periodo adolescenziale, il sistema di rappresentazioni e gli schemi che hanno regolato la
vita del ragazzo fino a quel momento vengono messi in discussione. Si passa da una concezione di
tipo satellitare in cui il bambino accetta di avere un ruolo subordinato verso i genitori, ad una
condizione di autonomia tipica dell'adolescenza dove subentra l'indipendenza. Il soggetto, infatti,
inizia a stabilire gli scopi da raggiungere indipendentemente dall'approvazione dei genitori da cui si
stacca creando un S indipendente. Si forma il pensiero formale e quello astratto, che investe tutto
l'ambiente sociale in cui vive il ragazzo, come il gruppo di riferimento, verso il quale incidono il
concetto di autostima, l'immagine del S e il rispetto delle norme. Questo distacco dalla dimensione
infantile pero', lo porta a distanziarsi sempre piu' dalla realta' concreta e a portare il proprio pensiero
alle estreme conseguenze.. Infatti l'adulto capace di esprimere il proprio mondo interiore
attraverso un filtro, che quello della capacita' critica di riflettere su di S, mentre l'adolescente non
filtra e esterna le proprie emozioni senza filtro, in modo confuso e contraddittorio.
Ma come avviene il processo di separazione dell'adolescente dalla famiglia? Come fa un
adolescente a diventare adulto? Occorre pertanto, analizzare alcune tappe fondamentali della
crescita dell'adolescente.
LA CONCEZIONE DEL S
I COMPITI DI SVILUPPO E IL PROCESSO DI SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE
IL CONTESTO FAMIGLIARE
IL GRUPPO DEI PARI (AGGREGAZIONE FORMALE E INFORMALE)
La concezione del S
si ritiene che la nozione di identit e la nozione ci concetto di S siano equivalenti.
IDENTITA': consapevolezza da parte del soggetto di essere la stessa persona, pur affrontando
cambiamenti e mutazioni nelle differenti relazioni sociali. Ogni individuo elabora la propria
indentita' sulla base delle proprie appartenenze sociali e della propria storia personale. I concetti di
comtinuita' e di unicita' del proprio S contribuiscono a tutto cio'. Una volta formata, l'identita'
influisce sul modo in cui il soggetto elabora il proprio mondo. Erikson ritiene che l'identita' si
costruisca attraverso il superamento delle identificazioni infantili, scartando le quali, in accordo col
proprio interesse, il soggetto raggiunge la sintesi della sua identita'. L'identita' un elemento
fondamentale del concetto di s. Rispetto all'espressione concetto di s che fa pensare a qualcosa
di statico, meglio parlare di concetti di s, perche' ci si rende conto della malleabilita'
dell'individuo. I concetti di s vanno interpretati insieme al concetto di esperienze di s, le quali
permettono di cogliere il s come entita' presente nel contesto fisico, delle relazioni e sociale.
L'esperienza di s implica sempre il riferimento ad altre persone, ad un gruppo.

Forzi ha collocato la concezione del s in due dimensioni temporali:


quelle relative al s attuale, di cui fanno parte le concezioni sul s del passato, ma che influiscono
sul presente :
1- il contenuto del s: l'insieme di concetti che il ragazzo ha di s stesso, come l'identita' sociale
( ruolo, gruppo ecc) e gli attributi disposizionali ( peso, altezza ecc)
2- le dimensioni del s che sono elaborate dal ragazzo, grazie alle varie forme del contenuto di s, in
modi diversi nelle diverse situazioni. A questa dimensione appartengono la valutazione del s
( sentimento del proprio valore), e le aspettative determinate dall'interazione tra le concezioni di s
e i progetti futuri.
Ci sono altre due dimensioni temporali che fanno parte del :
1- s potenziale., in cui le concezioni del s si collocano nel futuro, in cui il ragazzo non pensa a s
solo come ora, ma si immagina come potrebbe essere nel futuro. A questo proposito la Markus
riflette sulla fluidita' del s, ritenendo che la dimensione del s possa cambiare a seconda delle
situazioni in cui il ragazzo si viene a trovare, ed introduce la concezione di s possibili. E' l'idea che
il ragazzo ha rispetto a ci che potrebbe diventare e ci che vorrebbe diventare. Questa teoria
importante perche' viene riconosciuta al s la possibilita' di arganizzarsi in base alle eperienze
passate e ricreare una gamma di possibilita' future. Questa concezione di s possibili utilissima
all'educatore per capire quali atteggiamenti puo' assumere il ragazzo di fronte alle varie situazioni
quotidiane. In questa dimensione infatti, rientra il concetto di s ideale, cio il modo in cui il
ragazzo vorrebbe essere percepito. Partendo da questa concezione, il ragazzo ha molte possibilita' di
lavorare sul concetto di s. Egli puo' rendersi conto che, anche se inserito in un contesto di norme
a cui deve ubbidire, , puo' mettere in atto delle iniziative personali, o intenzionali, con uno scopo
riconoscibile solo da lui. Queste iniziative vanno a stimolare l'autostima che il piu' importante tra i
motivi del s. L'autostima il giudizio che ogni soggetto esprime sulla propria adeguatezza, essa
spinge il soggetto ad orientarsi verso il successo.
Nicholls pensa che proprio attraverso il comportamento orientato al successo il soggetto posso
dimostrare a s a agli altri il proprio grado di abilita'. L'abilita' puo' essere concepita in due modi:
1- bassa o alta, in riferimento all'esperienza passata o alle conoscenze del soggetto ( selfreferenced); in questo caso acquisire padronanza vuol dire acquisire competenza;
2- come una capacita' in riferimento agli altri. In questo caso necessaria la presenza di altri
soggetti ai quali dimostrare di avere un alto livello di abilita ottenuto con uguale o minore sforzo.
L'autostima del ragazzo dipende dall'importanza che egli attribuisce a ognuna delle sfere che
compongono la sua vita. Se conferisce valore a sfere in cui bravo, la sua autostima sara'' positiva,
se invece non sara' abile in queste sfere a cui attribuisce valore, provera' un sentimento di
inadeguatezza. L'autostima positiva il centro di un buon adattamento socio-emozionale, mentre la
bassa stima porta alla depressione.

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