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Parigi, un atto criminale volto a creare un clima di guerra

nellopinione pubblica

I comunisti italiani, sgomenti, esprimono dolore, cordoglio e solidariet nei


confronti dei familiari delle vittime e del popolo francese per il grave attentato che lo ha colpito.
Lattentato di Parigi si configura come un atto criminale assolutamente inquietante, volto a creare un clima e pulsioni di guerra e ritorsione nellopinione
pubblica francese ed europea, per trascinarla sul terreno di reazioni emotive
volte a giustificare nuovi interventi militari nei confronti di Paesi additati
come ostili e nemici.
Temiamo seriamente di essere in presenza di una sorta di 11 settembre della
Francia (e dellEuropa), tramite il quale forze oscure, contrarie alla pace, vogliono indurre lopinione
pubblica francese e occidentale a una reazione di
guerra in nome della lotta
contro lestremismo islamico, a una nuova crociata contro gli infedeli,
che tenda ad assumere il
carattere di uno scontro
di civilt.
Come per l11 settembre, in cui lattentato alle
Due Torri attribuito
a estremisti islamici
serv allimperialismo
americano per scatenare
laggressione
e
loccupazione
dellAfghanistan
(accusato di proteggerne
i mandanti), cos oggi
lattentato di Parigi viene attribuito da una potente campagna mediatica allISIS o ad analoghe
entit fondamentaliste
della Stato Islamico.
Si tratta di quelle stesse
entit, che sono state armate e sostenute fino a
ieri dagli Usa, dalla Gran Bretagna, dalla Francia per destabilizzare e aggredire la Libia, la Siria, lIraq (domani forse lIran), al fine di rafforzare e
giustificare lescalation della presenza militare atlantica in Medio Oriente, o
in altre regioni nevralgiche del mondo. E che oggi sfuggono al controllo dei
loro padroni, o ne sono in qualche misura manovrate.
Difficile non ricordare, in questo contesto, il monito di Papa Francesco, che
ancora di recente ha detto che siamo gi entrati nella Terza guerra mondiale,
solo che si combatte a pezzetti, a capitoli.
Siamo fortemente preoccupati per le sorti della pace mondiale, che vediamo
oggi seriamente minacciata da una escalation di guerra economica e militare

imperialista che, anche nella pi recente crisi ucraina, rivela un crescendo di


ostilit nei confronti della Russia, della Cina e di tutte le forze che nel mondo
fanno da contrappeso alla potenza Usa e atlantica.
Siamo anche preoccupati (a volte scandalizzati) per lindifferenza o
lopportunismo con cui anche forze che si vorrebbero democratiche o di sinistra si sottraggono a una precisa analisi e assunzione di responsabilit in
materia di pace e di guerra.
Invitiamo tutte le compagne e i compagni, tutte le forze progressiste e coerentemente contrarie a tale pericolosa escalation, a dare anche nelle prossime ore il loro contributo di informazione e orientamento lucido e responsabile sulle cause primarie
dellattuale tensione nel
quadro internazionale.
LItalia, membro attivo
della NATO, non certo
estranea a questo teatro
inquietante di escalation
militare. I governi italiani che si sono succeduti
in questi anni hanno pesantemente contribuito e
avallato tale escalation:
Iraq, Yugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria,
Ucraina
E necessario operare
affinch tutte le forze
amanti della pace e contrarie a tale politica di
aggressione, comunque
collocate, diano il loro
contributo per fermare
questa marcia verso un
conflitto globale, prima
che sia troppo tardi.
La stessa elezione del
nuovo Presidente della
Repubblica pu e deve
essere
innanzitutto
loccasione per favorire
lascesa al Colle di una figura che diversamente dal ruolo deteriore svolto
da Giorgio Napolitano possa dare un contributo almeno in parte favorevole
a una collocazione internazionale dellItalia meno subalterna al sistema di
guerra e di aggressione militare, pi disponibile ad una linea di cooperazione
internazionale multipolare. In coerenza coi valori e coi principi della nostra
Costituzione.

IN QUESTO NUMERO

Liguria, riorganizzazione del Pcdi e regionali


Comitato Regionale della Regione Liguria
Documento per le regionali Campania: Serve un profondo cambiamento
Da elezioni in Grecia auspichiamo successo della sinistra
di Cesare Procaccini
Cuba libera, un giorno storico per tutti
di Cesare Procaccini
Per la pace
di Pedro Guerreiro
Dichiarazione dellIncontro della Rete in Difesa dellUmanit

Parigi, un atto criminale volto a creare un clima di guerra nellopinione pubblica


di Fausto Sorini
Il sogno comunista ancora vivo. Una intervista a Cesare Procaccini
di Agrippino Castania
Relazione introduttiva allassemblea nazionale Ricostruire il Partito Comunista
di Fosco Giannini
Jobs act, non ci arrendiamo
di Manuela Palermi

di Fausto Sorini, segreteria nazionale PCdI, responsabile Esteri

FOGLIO A CURA DEL DIPARTIMENTO COMUNICAZIONE DEL PCDI


Responsabile: Maurizio Musolino - Numero curato da Milena Fiore - in collaborazione con Francesco Valerio Della Croce

Il sogno comunista ancora vivo.


Una intervista a Cesare Procaccini

Neli ultimi anni nel nostro Paese si verificato un disastroso abbattimento


del diritto dei lavoratori, portando la stessa Italia ad affrontare una crisi
infinita. Il Pdci ha voluto fondare un nuovo partito politico che riunir tutti i
grandi soggetti della vera sinistra italiana, infatti nel nuovo Partito Comunista dItalia vi la volont di guidare un largo fronte, per tutelare il martoriato
campo del lavoro. La libert degli uomini messa in pericolo dallo sconfinato
sistema economico. Senza questo diritto si rischia di cadere nel macabro tunnel del non ritorno.
La sinistra ha pi volte evidenziato grandissime spaccature allinterno dei
suoi movimenti. Tutto questo ingiustificato visto il loro comune obiettivo,
cio salvare la giustizia sociale. Loperaio non solo
colui che contribuisce con la
forza delle proprie braccia
alla nascita di opere, egli il
solo essere umano capace di
attraversare fatica e inventiva, binomio perfetto per un
comunismo ancora presente.
I tempi cambiano, le societ
si modificano, ma il comunismo rimane presente in ogni
anima umana. Le speranze
di un mondo migliore devono
attraversare qualsiasi scetticismo, perch questultimo
distrugge sogni e forze. Tutti i
partiti della sini-stra italiana
sono ben accolti dentro tale
progetto.
La soluzione sarebbe quella di
costituire una grande coalizio-ne: potrebbero farne parte Rifondazione, Radicali, Partito Comunista dei
Lavoratori, Idv, Sel, PcdI, Verdi ecc. Sarebbe importante anche riunire tutti
gli esponenti, che negli anni scorsi hanno avuto dei contrasti politici. Ricordiamoci, il rancore un sentimento proveniente dal male e dalla intolleranza
intellettuale. Ogni divisione va sanata in tutti i modi, solo cos potr nascere
una sinistra capace di regalare un sogno agli italiani. Il segretario nazionale
del PcdI, Cesare Procaccini, ci rilascia delle dichiarazioni molto significative, sognando il ritorno di un grande Partito comunista.

organizzer a breve un seminario programmatico aperto a tutta la sinistra.

Segretario Procaccini dove arriver il nuovo Partito Comunista dItalia?


Noi lavoriamo affinch si possa ricostruire in Italia un Pc degno della migliore
storia del comunismo italiano. Il Pci purtroppo non c pi tuttavia la sua
politica di autonomia e di unit di straordinaria attualit sia per la politica
italiana sia per il mondo con una vocazione nazionale e internazionalista, per
la pace e contro il mai sopito imperialismo. Il PcdI conscio delle difficolt
di contesto e dei rapporti di forza a disposizione per una ricomposizione
comunista che parli alla societ, il nostro Partito ha aderito allassociazione
per la Ricostituzione del Pc promossa da diversi soggetti e personalit. Oltre
la met di aventi diritto non va pi a votare e tanti sono di sinistra e potenziali
comunisti. Il PcdI mi auguro che possa aprire un processo di unit dopo tante
divisioni.

Perch le altre forze comuniste dovrebbero unirsi a voi? Ci dica le ragioni.


Perch dopo la fine del Pci tutti i parametri sociali, economici, culturali e dei
diritti o sono arretrati o, peggio ancora, cancellati. Questa una costatazione
oserei dire tecnica di quanto avvenuto dal 1992 ad oggi. Per non parlare della
questione morale. Un dirigente che si richiama al comunismo deve riflettere:
se esercitare una funzione di pura testimonianza oppure perseguire, come ci
indica Lenin, una vasta politica di alleanze per portare il proletariato al potere.
Oggi in Italia non c questo pericolo, tuttavia senza un partito di massa, pi
grande degli attuali, si rischia di essere ininfluenti e non portare le nostre idee
alle generazioni future. Noi vogliamo provare ad invertire la tendenza. Come
sappiamo, nel mondo ci sono esperienze diverse, da Cuba alla Rpc al Vietnam
a Fronti di sinistra latinoamericani. Queste esperienze ci dicono che ci possibile. Ed anche in Europa ci sono partiti comunisti forti, consistenti. Colgo
loccasione di questa intervista per ringraziare la vostra testata e tutti i lettori
con laugurio di un migliore 2015. Mi permetta di aggiungere che a giorni
partir la campagna di tesseramento e di sottoscrizione al Partito Comunista
dItalia. Una buona occasione per tutti per conoscere meglio il nostro partito.

Quali sono i progetti pi importanti del vostro movimento politico?


Stiamo lavorando su diversi progetti dal lavoro salariato e a quello autonomo
messi duramente in crisi dalla globalizzazione capitalista e dalle politiche
dellUe. In questo senso svilupperemo apposite iniziative come pure sulla
sanit pubblica e sui beni statali come lacqua e pi in generale per una presenza dello stato in economia e nella finanza per laccesso al credito.
La sinistra italiana sta vivendo una grande decadenza di ideali. Perch arrivata a questo punto?
La sinistra, al pari dei comunisti, divisa e perci debole. Lautoscioglimento
del Pci ha travolto in termini ideologici lintera sinistra pensando a una ricomposizione senza i comunisti. Questa linea si dimostrata perdente. Serve un
fronte di sinistra plurale ma unito, con un programma unico. Serve un polo di
sinistra autonomo che deve avere lobiettivo della rappresentanza politica dei
lavoratori, senza lossessione di fare o non fare a prescindere accordi elettorali
col Pd. Una sinistra ambiziosa che possa cambiare gli attuali rapporti di forza.
Costituzione, sinistra e comunisti non una contraddizione ma una sinergia.
Occorre lunit nella diversit di una sinistra inclusiva, n subalterna n settaria. Serve contro il governo Renzi, contro questa Europa dei banchieri. Il PCdI

Volete riunire tutte le forze comuniste presenti in Italia. Che appello intende
lanciare a Rifondazione?
Da diversi congressi abbiamo rivolto al Prc la proposta di unificare Pdci e Prc.
I motivi della scissione del 1998 sono alle spalle. Nel corso del tempo anche
il Prc si contaminato col governo con ministri e con il presidente della
Camera. E poi i capidella scissione, quelli dello slogan o svolta o rottura
non ci sono pi. Ma il Prc ha declinato la nostra proposta di unit. Secondo
me, lo dico con rispetto, stato un gravissimo errore che indebolisce il ruolo
dei partiti di sinistra ed assegna una presunta superiorit
alla societ civile. Tuttavia ,
ripeto, il tema del Pc rimane
come necessit oggettiva oggi
pi di ieri.
Paolo Ferrero entrer nel
PCdI?
Verso il compagno Ferrero c
stima. Mi auguro che si possa
stare insieme in un fronte della sinistra, con allinterno un
partito comunista autonomo e
ben organizzato.
La classe operaia pu guardare in un futuro migliore?
Renzi ha intensificato lattacco
ai lavoratori mettendo in discussione diritti fondamentali. Peggio di Berlusconi e di
Monti. Labolizione dellarticolo 18 lemblema di questo attacco. Un futuro
migliore va costruito con un processo di lotte e di proposte politiche e sindacali. Noi abbiamo appoggiato le mobilitazioni, come lo sciopero generale
fatto da Cgil e Uil. La sinistra e i comunisti devono offrire proposte serie e
realizzabili. Lillusione di finte politiche, antisistema e populiste, non aiutano.
Chiedere tutto per non ottenere nulla, porta alla frustrazione e alla rassegnazione. La classe operaia, che conosco bene, merita una sinistra unita che la
possa rappresentare nelle piazze e nelle istituzioni.

Intervista a cura di Agrippino Castania


(tratto dal sito: www.theuniversalworld.com)

Relazione introduttiva allassemblea nazionale


Ricostruire il Partito Comunista

Care compagne e cari compagni,


voglio innanzitutto ringraziarvi per la vostra presenza qui, oggi; per la vostra
militanza comunista; perch anche oggi, come altre migliaia di volte per altri migliaia di giorni, avete rinunciato a qualcosa della vostra vita personale; voglio ringraziarvi per i viaggi che avete dovuto fare per riempire questa
sala, per aver voluto partecipare a questa manifestazione, per aver lavorato
per la sua riuscita. Una manifestazione che potr ripagarvi dei vostri sacrifici,
poich, tutti assieme, faremo si che questa giornata si trasformi in un tassello importante del progetto, che tenacemente vogliamo portare avanti , della
Ricostruzione del Partito Comunista in Italia. Vi ringrazio a nome dellAppello
per La Ricostruzione del Partito Comunista, che ha ormai superato le prime
mille adesioni, e altre mille e mille ancora dovranno arrivare anche con il nostro lavoro; e chiedo a tutte e tutti voi
un primo, grande applauso rivolto a
questa stessa sala e al nostro comune
progetto, inequivocabilmente volto a
rimettere in campo, nel nostro Paese,
un partito dal carattere antimperialista, internazionalista, rivoluzionario,
un Partito Comunista!
Un grande applauso, compagne e
compagni a tutti noi, al nostro lavoro,
alla nostra lotta, alle nostre speranze!
Lincipit de Il manifesto del Partito
Comunista di Marx ed Engels, del
1848, stampato nella nostra memoria, nella nostra coscienza. Lo ricordiamo tutti:
Uno spettro si aggira per lEuropa
lo spettro del comunismo. Tutte le
potenze della vecchia Europa, il papa
e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi, si sono alleati in una santa caccia spietata contro questo spettro.
Qual il partito dopposizione che non sia stato tacciato di comunista dai suoi
avversari che si trovano al potere? E qual il partito dopposizione, che, alla
sua volta, non abbia ritorto linfamante accusa di comunista contro gli elementi pi avanzati dellopposizione o contro i suoi avversari reazionari? .
E questo il famoso inizio del Manifesto e non ci sono parole pi profonde e attuali di queste per descrivere, anche oggi, il modo in cui la borghesia percepisce
il comunismo, che uno spettro, uno spettro che perennemente saggira tra il
potere capitalista e alimenta i suoi incubi peggiori. Lincubo del socialismo, lo
spettro concreto del comunismo. Dalla Rivoluzione dOttobre a quella cinese;
dalla Rivoluzione vietnamita a quella cubana, dalla vittoria dellArmata Rossa
sul nazifascismo alle grandi e vincenti lotte anticolonialiste su scala mondiale,
la borghesia non ha pi dormito sonni tranquilli. E tantomeno li dorme ora, di
fronte al ruolo che il movimento comunista odierno svolge, assieme alle forze
antimperialiste e rivoluzionarie, sul piano planetario.
Di cosa ha paura il capitalismo, pur nella sua grande forza? Perch lo
spettro del comunismo lo terrorizza? Ha paura perch il comunismo evoca
un altro mondo, quello della fine della selvaggia libert capitalistica, della
fine dello sfruttamento ratificato per legge, della fine del profitto, della fine
dellarricchimento di una ristretta classe sociale a scapito della grande classe
del lavoro. A sentire partito comunista prende corpo nei borghesi la paura
del socialismo. Questo il motivo per cui, indipendentemente dalla forza che
in un dato momento storico esprime il movimento comunista, esso viene comunque demonizzato dalla cultura dominante dai padroni.
Perch Marx ed Engels usano la parola spettro, per evocare il comunismo?
Perch il comunismo non un aggiustamento delle contraddizioni capitalistiche, non la socialdemocrazia, ma lantisistema, lantitesi della cultura
borghese, il nemico storico lunico, vero, nemico strategico del sistema
di pensiero e del sistema economico del capitale.
Ed per questo andando allessenza delle cose che in ogni fase storica la
borghesia e il suo apparato culturale puntano a colpire il comunismo, a tacitarlo, a cancellarlo dalla storia. E per cancellare il comunismo la borghesia,
come fa anche oggi, le prova tutte, senza risparmiarsi : mette sul proprio libro
paga intere schiere di intellettuali, economisti, storici, giornalisti per costruire
le prove della colpa comunista, per denigrare la pi grande Rivoluzione della
storia dellumanit: la Rivoluzione dOttobre; per descrivere i comunisti come
gli ultimi dei moicani; per corrompere gli stessi comunisti, sollecitandoli ad
abbandonare il proprio progetto e la propria autonomia politica, culturale e
organizzativa, spingendoli ad ogni pi sospinto ad ammainare la bandiera con
la falce e il martello e costruire ogni volta nuovi e sempre pi addomesticabili
partiti democratici, vaghi partiti di sinistra.
Partiti di sinistra ondivaghi, dai molteplici nomi nomi arborei, pieni di
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democrazia e libert uniti tuttavia dal fatto che non progettano pi, non
evocano pi, non lottano pi per il superamento del capitalismo, per il potere
socialista, per lunico sistema davvero antitetico al capitalismo: il socialismo.
Partiti di una sinistra vaga e dal pensiero debole che non riescono pi a collocarsi sul fronte antimperialista internazionale. Che dopo aver cancellato la
falce e il martello, possono poi chiamarsi prima Partito Democratico di Sinistra e poi solo Partito Democratico e finalmente, con questo nuovo nome,
possono cancellare larticolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, manomettere
la Costituzione nata dalla Resistenza e divenire agenti servili delle politiche
liberiste dellUe. Ebbene: noi non cediamo, noi siamo qui per questo: per dire
che non ci facciamo corrompere, n dalla nostre stesse difficolt, n dalla
cultura dominante.
Noi che ci siamo battuti contro lo
scioglimento del Partito Comunista
Italiano; noi che ci siamo battuti contro i molteplici liquidazionismi, occhettiani e bertinottiani; noi che aspiriamo a essere gli eredi della storia
del movimento comunista mondiale
e della storia pi alta del PCI, della
sua capacit di lotta e della sua tendenza unitaria, noi che ci battiamo pi
di ogni altro per lunit delle forze
dellintera sinistra, noi oggi rilanciamo lidea di unire i comunisti, unire
la sinistra e ricostruire il Partito Comunista in Italia!
Teniamo duro dentro questa palude
politica italiana grigia e conservatrice;
rilanciamo il nostro progetto comunista mentre anche compagni comunisti
che erano sino a poco fa al nostro fianco cedono e vanno a organizzarsi sotto
bandiere dallessenza arancione e dal colore rosa pallido; ricostruiamo il Partito Comunista.
E, questa nostra, unazione nostalgica, una pura coazione a ripetere?
Se fosse cos sarebbe la nostra fine, sarebbe la cronaca di una morte annunciata. Ma non cos: il punto che la stessa fase storica e sociale ad affidare
ai partiti comunisti, al movimento comunista, in Italia e nel mondo, un ruolo
centrale. E il nostro dovere quello di saper tradurre in prassi, in azione, in
lotta, in teoria ci che la fase ci assegna come compito sociale e politico.
Siamo di fronte a unaggressivit militare imperialista su scala mondiale che
chiede innanzitutto ai comunisti di ergere la pi vasta e unitaria diga antimperialista possibile, di costruire il pi unitario e vasto fronte contro i pericoli di
guerra e contro il dominio mondiale della NATO.
Siamo di fronte ad unUnione europea dai sempre pi chiari caratteri iperliberisti, antidemocratici, antipopolari e antioperai che richiede la messa in
campo di un lungo ciclo di lotte sociali, nazionali e sovranazionali, per il quale
i partiti comunisti dEuropa e il Partito Comunista che dovr costituirsi possono e debbono svolgere assieme alle altre forze di sinistra un ruolo centrale. Un ruolo storico. Siamo di fronte ad un nano capitalismo italiano, tanto
straccione quanto ferocemente antioperaio, che chiede il ritorno ad una lotta
di classe dispiegata nellintero Paese e condotta dal movimento operaio complessivo, con i comunisti protagonisti di questa lotta. Questi sono i compiti a
cui ci chiama la fase; i compiti dei comunisti, il ruolo sociale e politico che
possiamo e dobbiamo svolgere, il compito che consegna un senso pieno al
progetto della ricostruzione del Partito Comunista in Italia!
Un intero mondo in ebollizione rivoluzionaria, unintera tendenza antimperialista internazionale, dallAmerica Latina allAsia passando per lAfrica, ci
dice che siamo nel giusto, che la nostra opzione antimperialista e anticapitalista ha cittadinanza universale, che non siamo velleitari e sognatori ad essere
comunisti in Italia, ma siamo parte della Storia e dentro la Storia.
Chi vuole abbandonare la lotta, chi vuole desistere da questo nostro progetto
comunista e rivoluzionario, si accomodi pure nel gi affollatissimo treno rosapallido che ha deragliato storicamente, uscendo dalla lotta per il socialismo.
Star in moderata e mesta compagnia.
Noi continuiamo a combattere, continuiamo a lavorare per ci che sentiamo
profondamente giusto, per quello stesso progetto per il quale dette la vita il
compagno Antonio Gramsci e tutti i comunisti e gli antifascisti del nostro
Paese: costruire lunit della sinistra di classe, costruire un fronte di sinistra e
di popolo, ricostruire il Partito Comunista in Italia!
Fosco Giannini, segreteria nazionale PCdI

Jobs act, non ci arrendiamo

La capacit di mentire di certi politici davvero grande. Dico certi perch non tutti sono uguali, questo va sempre tenuto in conto. Anche se la menzogna e
limprontitudine si vanno espandendo a macchia dolio. Pi la gente si allontana schifata e disillusa dalla politica, pi tanta politica pensa di recuperare mentendo.
Che cecit.
C stata e c ancora una campagna continua che non ha ignorato nessun mezzo di informazione per convincere sul valore egualitario del jobs act. Noi sappiamo che non vero. Restano i tanti contratti precari a cui si aggiunge il contratto a tutele crescenti, precario per antonomasia, che aumentano disparit e diseguaglianze. Addirittura viene codificata una differenza di status tra lavoratori privati e lavoratori pubblici. Non lo dico perch vorrei che anche questi ultimi fossero
contagiati dal jobs act. A differenza di Renzi, non credo che il peggio per tutti sia una gran cosa. Lo dico perch evidentemente la scelta di differenziarli nasce
da una diversa considerazione (o clientela o quello che volete): insomma il lavoro non uguale per tutti. Neanche per la famosa Marta che tanto ispir Renzi. Ci
voleva un governo considerato di sinistra per stravolgere a tal punto il concetto di eguaglianza e per mortificare a tal punto, e solo per alcuni, quello di libert.
Ci voleva la sinistra Pd, che aveva i numeri per fermare la legge, a spianare la strada.
Ha ragione Procaccini quando parla di enormit. E dagli anni 70 che non si faceva una legge cos antiegualitaria, illiberale, illegittima, dominata ossessivamente
dallantioperaismo. Eppure sono convinta che la partita non chiusa. Sono tanti, troppi, i punti che mortificano, fino a negarla la Costituzione. E ci sono forze e
organizzazioni e persone che non hanno alcuna voglia di far finta di niente. Noi tra questi. La partita del jobs act ancora aperta. Gli squilibri creati da Renzi sono
estranei al rispetto della Costituzione e si andr a fondo con tutti gli strumenti disponibili. Non fate lerrore di dire o pensare che la partita chiusa. Non lo .
Manuela Palermi

Liguria, riorganizzazione del Pcdi ed elezioni regionali


Il Comitato politico regionale del Partito Comunista dItalia della Regione Liguria, riunitosi conferma la propria indisponibilit a partecipare alle primarie del
centrosinistra che si terranno in data 11 gennaio e conferma di non sostenere
nessuno dei candidati che in tale contesto si confronteranno.
Qualsiasi posizione di segno opposto assunta in nome e per conto del Partito
Comunista dItalia pone coloro che la sostenessero al di fuori di esso.
Il Partito Comunista dItalia della Liguria riprender, nei prossimi giorni, il
confronto con le forze politiche della sinistra finalizzato a dare alla Regione
Liguria un governo, che non includa partiti di centrodestra, allaltezza dei bisogni dei suoi cittadini.
Il Comitato Politico Regionale decide altres di riconvocarsi in data 16 gennaio 2015 per completare il processo di riorganizzazione del Partito finalizzato
a rilanciarne il protagonismo e in tale ottica ridefinir anche il proprio gruppo

dirigente.
Il Comitato Politico Regionale del Partito Comunista dItalia, in attesa di definire i propri nuovi organismi dirigenti, nomina proprio portavoce il compagno
Alberto Soave.
7 gennaio 2015
Il Comitato Politico Regionale del Partito Comunista dItalia della Regione
Liguria

Regionali Campania: serve un profondo cambiamento


Nel corso di un incontro tra le forze civiche di sinistra (fra le quali il PcdI) e
il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris stata esaminata la situazione politica
in vista delle prossime elezioni Regionali esprimendo preoccupazione per il
divario che si sta prospettando tra la discussione allinterno dei diversi schieramenti e la vita reale della popolazione campana. La Campania necessita di
un cambiamento profondo.
Le forze civiche di sinistra gli hanno sottoposto un documento di indirizzo politico per rompere questo stallo venutosi a creare e che il Sindaco ha condiviso.
Di seguito il testo:
Perch Noi insieme per cambiare la Regione.
Noi insieme per dire che in Campania si pu cambiare.
Noi insieme per il lavoro, per il diritto al reddito e per giovani. Per battere la
rassegnazione, per rinnovare la politica, per dare risposte concrete ai cittadini.
Per trasformare questa Regione dopo il superamento delle Province e la costituzione dellArea metropolitana, per costruire un progetto per la Campania.
Noi insieme con i cittadini.
In questi mesi, forze civiche e della sinistra hanno lavorato per costruire una
forte unit tesa a realizzare una svolta nel governo della Campania; la nostra
chiara piattaforma politica e programmatica contenuta nel Manifesto per la
Campania.
Oggi la disponibilit del Sindaco di Napoli a impegnarsi nelle prossima competizione per le elezioni regionali rafforza laggregazione delle forze disponibili a
lanciare la sfida del cambiamento.
La Campania, come tutto il Mezzogiorno, soffre per gli effetti della lunga crisi
in cui lItalia precipitata, ma i cinque anni di governo di Caldoro e del centrodestra hanno contribuito ad aggravare la situazione segnando in modo profondamente negativo la vita della nostra Regione.
Se la politica vuole davvero ritornare a rappresentare le istanze dei cittadini,
servono un cambiamento e una discontinuit vera.
Il malgoverno della sanit, lo smantellamento delle politiche sociali, il mancato
utilizzo dei fondi comunitari, laggravamento della grande emergenza del lavoro per i giovani, la mancanza di qualsiasi politica industriale, per lagricoltura,
per il turismo e per i beni culturali , come pure la mancata tutela dei beni comuni, lincapacit ad affrontare la grande questione ambientale (dai rifiuti, alla
terra dei fuochi al dissesto idrogeologico, al mare); e ancora, una Regione dove
si sono concretamente manifestati gli intrecci tra politica e malaffare, di pi an4

cora, tra politica e camorra. Sono queste le concrete ragioni che ci sostengono
nella convinzione che le prossime elezioni non possono essere affrontate con i
vecchi rituali che sterilmente riproducono scontri di potere e contrapposizioni,
ma che niente hanno a che vedere con i problemi concreti della gente.
La situazione delle famiglie, le tante vertenze industriali aperte, la mancanza di
futuro per i giovani, ci dicono che la disperazione sociale ha superato i livelli
di guardia, ed per questo che serve unalleanza di forze che stimoli una nuova
partecipazione, il coinvolgimento di movimenti, associazioni, competenze, che
sia capace di innescare la volont di trasformare i sentimenti di rabbia, la voglia
di disertare il voto, in una energia straordinaria per fare e per cambiare.
La Campania in vista delle prossime elezioni appare ferma anche dal punto di
vista del confronto sui programmi, sulle coalizioni, sui candidati a Presidente:
da una parte Caldoro, travolto dalla crisi del centrodestra, dagli scandali, dagli
scarsi risultati ottenuti nei suoi 5 anni di governo, sta provando a nascondere
questa condizione di debolezza con un po di propaganda e distribuendo risorse
a pioggia; dallaltra, il PD appare inadeguato a smuovere questa situazione, non
solo per lopposizione poco credibile e incisiva di questi anni, ma anche perch
paralizzato da uno scontro interno, come dimostra la vicenda dello slittamento
delle primarie.
Noi insieme per queste ragioni non solo da tempo abbiamo deciso di non
partecipare alle primarie, ma siamo preoccupati per luso che si sta facendo di
questo strumento.
Siamo convinti che sia necessario impegnarci per costruire questaggregazione
di forze non solo per battere il centrodestra e Caldoro, ma anche per sfidare lo
stesso PD a voltare pagina.
Continueremo a lavorare in autonomia, aprendo momenti di ascolto in primo
luogo con il Movimento sindacale e con tutte le forze interessate, per definire il
profilo politico e programmatico dellalleanza della quale secondo noi la Campania ha bisogno.
Per queste ragioni, Noi insieme ravvisiamo la necessit di tenere entro fine
gennaio unassemblea pubblica per tirare un primo bilancio di questo lavoro.
Auspichiamo che questo confronto serva a costruire una forte unit di e tra tutte
le forze del cambiamento. Noi lavoreremo fino allultimo perch si verifichino
queste condizioni; ma siamo altres determinati a continuare in piena autonomia, mettendo in campo, se sar necessario, una proposta di alleanza, una piattaforma programmatica e un candidato Presidente capaci di aprire la prospettiva
di un cambiamento vero per nostra regione.
Sel, Sim, PcdI, Prc, Partito per il Lavoro,

Dalle elezioni in Grecia auspichiamo successo della sinistra

Apprendiamo la notizia della convocazione di elezioni anticipate in Grecia: la parola, dopo anni di massacro sociale e austerit, torna ai cittadini. Tuttavia, tutte
le istituzioni finanziarie internazionali hanno avviato una campagna vergognosa di pressione e ingerenza per influenzare il voto che, ad oggi, vede in testa nella
competizione Alexis Tsipras, leader di Syriza.
Il Partito Comunista dItalia auspica la vittoria di Tsipras, il successo della sinistra e ne sostiene la candidatura, come primo passo per rompere la cappa di austerit
che avvolge da anni oramai lEuropa intera.
Il successo di un fronte di sinistra includente rappresenterebbe una spinta importante anche per lItalia, per la costruzione di un fronte unitario della sinistra che
non esclude ma valorizza le differenze e le diverse organizzazioni.
E possibile scrivere una pagina di storia nuova per lEuropa e i popoli.
Cesare Procaccini, segretario naz.le Partito Comunista dItalia

Cuba libera, un giorno storico per tutti

E da poco giunta la notizia della liberazione dei patrioti cubani ingiustamente incarcerati negli Stati Uniti e della decisione di Obama di revocare lembargo che
per 53 anni ha cercato di strozzare la grande rivoluzione guidata dal Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara. Un tentativo definitivamente fallito. Questo un
momento storico che dice chiaramente che la prospettiva del socialismo tuttaltro che sconfitta e che gli equilibri internazionali sono in rapido mutamento. Nostro compito continuare a sostenere tutte le esperienze socialiste e che tendono al socialismo per aprire una prospettiva migliore e nuova per lumanit intera.
Cesare Procaccini, segretario naz.le Partito Comunista dItalia

Per la pace

La lotta per la pace, contro le guerre imperialiste, in difesa dei diritti dei
popoli e per la sovranit e lindipendenza nazionali, (ri)assume, nella situazione attuale, unimportanza cruciale.
Levoluzione della situazione internazionale ha messo in evidenza che, con
lapprofondimento della crisi strutturale del capitalismo e il declino relativo (con particolare rilevanza in campo economico) delle grandi potenze
imperialiste, USA, UE e Giappone rispondono (in una relazione in cui
sono presenti la concertazione e la rivalit) con lincremento dellingerenza
e della guerra (nelle sue multiple dimensioni, ideologica, politica, diplomatica, economica, militare), in una scalata che, se non venisse fermata,
metterebbe i popoli del mondo di fronte alla minaccia di una guerra di
grandi proporzioni.
Nel contesto in cui continuano la repressione contro i comunisti, i democratici e gli antifascisti e la guerra contro le popolazioni delle Repubbliche
Popolari di Donetsk e di Lugansk che resistono, la decisione del governo
golpista installato a Kiev di mettere fine allo status di paese non allineato,
con lintenzione di integrare lUcraina nella NATO trasformando questo
paese in uno strumento di permanente tensione contro la Federazione Russa il pi recente e provocatorio episodio dellavanzata di USA/NATO/
UE nellEst dellEuropa.
In Siria e in Iraq si sviluppa la nuova scalata bellicista guidata dagli USA
con lappoggio dei suoi alleati della Nato e nella regione che, strumentalizzando lazione terrorista del gruppo denominato Stato Islamico,
cerca di proseguire nel suo piano di dominio del Medio Oriente. Piano nel
quale Israele sionista assume un ruolo centrale con la sua permanente aggressione e occupazione dei territori della Palestina, ma anche della Siria
e del Libano.
Se il bellicismo imperialista si fa sentire attualmente e in forma pi drammatica e visibile in queste due regioni, ci non significa che la sua azione
aggressiva e di ingerenza che ricorre ogni volta a gruppi di matrice fascista non sia presente e, nel caso si presentino le condizioni, non si manifesti in modo gravissimo anche in altri punti del mondo sia in America
Latina e nei Caraibi, che in Asia o in Africa.
Come la storia del XX secolo e lattuale realt dimostrano, lopposizione
allingerenza e alle aggressioni imperialiste e la solidariet con i popoli in
lotta per la difesa della loro sovranit e con gli stati per la difesa della loro
indipendenza sono parte integrante ed essenziale della lotta pi generale
dei lavoratori e dei popoli per la loro emancipazione sociale e nazionale,
costituendo un elemento essenziale per la convergenza, lunit e il rafforzamento delle forze antimperialiste e per lampliamento della presa di coscienza della necessit e, conseguentemente, della creazione delle condizioni per
lavanzata dei processi progressisti e rivoluzionari.
Sar con gli importanti insegnamenti dellesperienza storica di lotta, intervenendo nella realt attuale e affrontando il futuro, che nel 2015 verranno ricordati, tra
gli altri importanti momenti, i 70 anni dal lancio da parte degli USA delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, i 65 anni dallinizio dellaggressione degli
USA alla Corea e i 40 anni dallinvasione di Timor Est da parte dellIndonesia con lappoggio degli USA. E che si celebreranno anche i 70 anni dalla Vittoria sul
nazi-fascismo, i 40 anni dalla Vittoria del popolo vietnamita sullaggressione nordamericana e i 40 anni dalla proclamazione dellindipendenza della Repubblica
Popolare di Angola e della Repubblica Popolare del Mozambico.
Momenti e vittorie che evidenziano che un popolo cosciente e determinato nella giustezza della causa della sua lotta non si lascia vincere, e anche limportanza
e lattualit della solidariet internazionalista con i popoli in lotta contro limperialismo e per la difesa dei loro diritti, interessi e aspirazioni, per la sovranit e
lindipendenza nazionali, contro lo sfruttamento e loppressione, per trasformazioni anti-monopoliste e antimperialiste, per il socialismo.

Pedro Guerreiro, Segreteria del Partito Comunista Portoghese


(da www.avante.pt Traduzione di Marx21.it)

Dichiarazione dellincontro della


Rete in difesa dellUmanit

Oggi pi che mai lumanit vive assedi e aggressioni di


tale gravit da mettere in grave pericolo lesistenza della
nostra specie. Il pianeta stesso arrivato al limite della
sua capacit di riproduzione della vita. Come gi aveva
affermato il Comandante Chavez dieci anni fa, nel suo
discorso di inaugurazione del primo incontro mondiale
della nostra rete: esiste la strada della distruzione della
vita e laltra della salvezza dellumanit.
La strada della distruzione della vita e della specie umana
quella che sta percorrendo il sistema capitalista mondiale, la cui crisi si approfondita nei dieci anni trascorsi
da allora. La mondializzazione neoliberale ha condotto
alla caccia selvaggia delle risorse naturali e strategiche
attraverso la guerra, la militarizzazione delle societ e
delle economie, la violazione crescente e sistematica del
diritto internazionale, la cui sequela di crimini, violenze,
sequestri, torture e massacri davanti agli occhi. Al giorno doggi, il bilancio militare della principale potenza
imperialista, gli Stati Uniti, sorpassa la somma di quelli
dei rimanenti paesi. La repressione e la criminalizzazione
planetaria delle resistenze si accompagna a una dittatura
mediatica che pretende di addormentare le coscienze e
giustificare i saccheggi.
Nonostante questa voragine distruttrice provocata dal
capitale, i popoli hanno saputo resistere e costruire alternative, contro le quali il sistema di dominio si accanisce.
Si tratta, oggi come ieri, di continuare a perseguire e a
moltiplicare la strategia offensiva in difesa dellumanit,
come aveva propugnato Chavez.
In America Latina, durante questo decennio, i popoli
originari e afro-discendenti, attraverso i loro movimenti e
processi autonomi, hanno rafforzato il loro protagonismo
politico e sono diventati importanti soggetti di trasformazione sociale. Nonostante le politiche di trascuratezza
attuate dai governi neoliberali, i popoli latinoamericani
stanno resistendo alla spoliazione dei loro territori, saperi, culture, e biodiversit da parte delle corporazioni
transnazionali della morte e della devastazione ambientale.
In vari paesi della regione, i popoli hanno fatto passi in
avanti nella loro aspirazione alla democrazia, che si concretizzano nei grandi successi elettorali dei governi antineoliberali, e nelle varie forme della costruzione del potere popolare, che sono state e sono la chiave dellidentit
di un nuovo tipo di democrazia partecipativa. In Venezuela, Bolivia e Ecuador, assemblee costituenti hanno
espresso la volont di creare Stati anti-oligarchici, basati
sul potere e la sovranit del popolo, e sul riconoscimento
della diversit e di tutte le forme di inclusione sociale.
Durante questi dieci anni, la nostra Rete stata testimone
di grandi vittorie continentali. Una pietra miliare, per la
regione e il mondo, stata la liberazione da ALCA, come
aveva affermato Chavez a Mar del Plata, in Argentina,
nel 2005. A partire da questa offensiva emancipatrice dei
popoli, emergono nel concerto dei paesi latinoamericani
ALBA, UNASUR, CELAC, PETROCARIBE e una diversit di accordi bilaterali nellesercizio pieno della propria sovranit e fuori dalla tutela imperiale.
In questo periodo siamo stati testimoni di come andata configurandosi nei fatti la visione geostrategica
di Chavez: lemergere di un mondo multipolare, che
linizio della fine dellegemonia statunitense. E ancora
in formazione il progetto Sud-Sud, che difender e svilupper la parte pi sofferente dellumanit.
Ciononostante, in questo decennio, da parte sua,
limperialismo collettivo guidato dagli Stati Uniti ha intensificato la sua politica di guerra e contro la resistenza
nel contesto planetario. Il presidente Obama, paradossalmente insignito del Premio Nobel della Pace, ha raddoppiato la presenza e lazione delle Forze Speciali del suo
esercito in numerosi paesi, ha aumentato i sequestri extraterritoriali e la tortura di migliaia di cittadini reclusi in
prigioni clandestine, senza il dovuto processo giudiziario. Il paese che si arroga unilateralmente il diritto di certificare presunte violazioni dei diritti umani a Cuba e in
Venezuela, un confesso praticante della tortura e delle
esecuzioni extragiudiziali con droni e squadre di mercenari al suo servizio. La presunta paladina della libert di
espressione e dei diritti alla riservatezza dei cittadini
la promotrice di un demenziale programma di spionag-

gio planetario e patrocinatrice di una guerra mediaticaculturale che include lindustria dellintrattenimento che
inocula anti-valori e anti-umanesimo.
In questa guerra planetaria, gli Stati Uniti non provano
alcun imbarazzo a ingaggiare scienziati sociali di diverse
discipline, per realizzare indagini nei nostri paesi con
fini militari e corporativi, associandosi con universit,
offrendo fondi, borse di studio e incentivi accademici a
coloro che si trasformano in mercenari e che hanno ben
poco dello scienziato e del ricercatore. Tra gli intellettuali al servizio dellimpero, si distinguono quelli che
circondano Uribe e Aznar per incoraggiare un pensiero
neofascista, mascherato da liberale e che si concretizza
in incitamento alla sedizione, guerra psicologica e campagne mediatiche.
Come altre corporazioni capitaliste, che invadono territori, governi e stati, il cosiddetto crimine organizzato
ha assunto dimensioni regionali e mondiali, al punto
che leconomia mafiosa rappresenta una percentuale
importante del prodotto interno lordo dei nostri paesi.
La presunta lotta contro il narcotraffico e il terrorismo
rappresenta la nuova strategia di spoliazione, spopolamento e ricolonizzazione di paesi, con alto costo di vite
umane che sono considerate a perdere dal grande capitale. Ayotzinapa sintetizza i danni arrecati dallimpero e
dalloligarchia locale al Messico, ed anche il modello
di dominio imposto dal neoliberalismo che non vogliamo
per lumanit. La voce del popolo si levata nelle strade,
e si udito il grido accusatore: lo ha fatto lo Stato!
La Rete degli Intellettuali, Artisti e Movimenti Sociali in
Difesa dellUmanit nata ispirandosi alle idee di Fidel
Castro e Hugo Chavez, sulla base dei principi di Mart
e di Bolivar dellunit latinoamericana e dei Caraibi e
di una chiara adesione ai principi dellantimperialismo,
dellanticapitalismo, dellanticolonialismo e del socialismo.
Cuba, la cui esistenza e progetto socialista non si sono
piegati di fronte agli Stati Uniti neppure nei momenti pi
drammatici e difficili, stata ed fonte di incoraggiamento e speranza, senza i quali sarebbe stato molto difficile il cambiamento epocale nella Nostra America. Ci
spiega in gran parte perch proseguano il crudele blocco
e i piani destabilizzatori che limpero ora ha esteso al
Venezuela.
Ecco perch i membri della Rete considerano fondamentale denunciare con energia e con il massimo ripudio le
dichiarazioni di ingerenza del governo degli Stati Uniti,
quando pretende di applicare sanzioni contro il popolo
e il governo rivoluzionario e socialista della Repubblica
Bolivariana del Venezuela. Facciamo nostre le parole di
Chavez, che anche il presidente operaio Nicolas Maduro
ha fatto sue: Il Venezuela si rispetta! Basta con le aggressioni e le menzogne! Basta con le minacce e gli interventismi!.
E una priorit storica e strategica difendere il Venezuela
e appoggiare il presidente Maduro, che uno statista emerso dalla rivoluzione chavista.
La Rete esprime sentimenti di solidariet e fratellanza
alle vittime delle sedizioni, ai loro familiari, e al popolo
che ha sopportato sabotaggi, insulti, inganni e umiliazioni, insieme ai costosi danni economici che hanno provocato i neofascisti.
La Rete solidarizza con il popolo degli Stati Uniti nelle
sue mobilitazioni contro il razzismo, la repressione e la
brutalit poliziesca, limprigionamento dei manifestanti,
la criminalizzazione dei dirigenti, e nella sua lotta contro
la crescente povert che esso soffre, vittima delle mafie
bancarie e dellinfame e demenziale affare della guerra
incentivato dal suo governo.
La Rete appoggia le lotte indigene-contadine di tutti i
continenti del Sud contro le corporazioni minerarie,
petrolifere, eoliche, idriche, farmaceutiche, turistiche e
dellagro-commercio, che pretendono di delocalizzare,
spossessare e alla fine condannare a morte, mentre distruggono gli eco-sistemi.
Chiediamo misure concrete per la salvezza della Selva
Amazzonica in pericolo di profondo degrado, che solo
i paesi dellAmerica del Sud possono garantire nel loro
sforzo per lintegrazione.
Manifestiamo la nostra pi profonda solidariet con i

popoli dellAfrica, continente dove il colonialismo e


limperialismo sono stati e sono pi aggressivi, attraverso la schiavit. Denunciamo che le grandi potenze, in
particolare la Francia, hanno creato su quei territori meccanismi di violenza strutturale e simbolica.
La Rete appoggia con grande speranza il processo di pace
tra il governo colombiano e la guerriglia delle FARC-EP,
a LAvana, Cuba, e fa appello allimmediato inizio del
dialogo con lELN. La pace unaspirazione sentita non
solo dal popolo della Colombia, ma da tutti i popoli.
Noi solidarizziamo con la lotta del popolo di Puerto Rico
e chiediamo la liberazione del patriota Oscar Lopez Rivera.
Appoggiamo con fermezza lArgentina nella sua rivendicazione storica della sovranit sulle Isole Malvine. Respingiamo, allo stesso tempo, le operazioni finanziarie
speculatrici dei cosiddetti fondi avvoltoio e lapparato
giudiziario complice. Esigiamo un chiarimento in merito
alle operazioni bancarie che hanno saccheggiato le divise
facendole transitare dalla banca argentina verso conti
allestero.
Appoggiamo la giusta richiesta del popolo boliviano alla
Corte Penale Internazionale di uno sbocco sovrano al
mare. Riaffermiamo il nostro rifiuto del maltrattamento
che gli Stati europei hanno fatto subire al presidente Evo
Morales nel suo viaggio in Europa, mettendo in pericolo
la sua vita e quella di chi lo accompagnava.
Esigiamo la cessazione del blocco contro Cuba, richiesta
che riceve lappoggio di quasi tutti i paesi del mondo,
come pure la libert per i tre patrioti cubani anti-terroristi
che si trovano da 16 anni nelle carceri statunitensi. Ci
dichiariamo contro qualsiasi tentativo destabilizzatore in
territorio cubano da parte degli Stati Uniti e delle loro
agenzie. Chiediamo la chiusura della base militare di
Guantanamo e dei centri di tortura su quel territorio e in
altri del mondo.
Facciamo nostre le parole di condanna del presidente Mel
Zelaya, che partecipa alla nostra riunione, contro il terrorismo di Stato e luso della violenza del crimine organizzato contro il popolo dellHonduras e, in particolare,
contro lopposizione al governo filo-statunitense che ha
aumentato la presenza di basi militari sul territorio.
Appoggiamo la lotta popolare ad Haiti e la rivendicazione della sua sovranit in presenza delloccupazione
militare.
Sottoscriviamo le parole di Chavez in merito al conflitto
nel Paese Basco, nel senso che la fine della lotta armata
apra le strade della pace. Allo stesso tempo, esprimiamo il nostro appoggio al diritto allautodeterminazione
dei popoli nello Stato Spagnolo, nel contesto di un processo di democratizzazione.
Solidarizziamo con la lotta dei giovani cileni che chiedono uneducazione pubblica, gratuita e laica, richiesta
che si estende a tutta la Nostra America.
Riaffermiamo la rivendicazione storica del riconoscimento dello Stato Palestinese e respingiamo gli attacchi
militari e lassedio repressivo di Israele contro questo
popolo.
In conclusione, la nostra sfida fondamentale la ricerca
di un nuovo modello della vita collettiva dellumanit sul
pianeta, poich le regole del sistema capitalista non sono
state in grado di trovare soluzioni per garantire il futuro
della Madre Terra e della specie umana.
Per questo, salutiamo la creazione del Centro di Alti
Studi del Pensiero e dellOpera di Hugo Chavez, che
contribuir, senza dubbio, a costruire questo modello. Se
non inventiamo, sbaglieremo.
Al termine del loro incontro, i membri della Rete degli
Intellettuali, Artisti e Movimenti Sociali, riuniti nella
capitale del Venezuela, constatano che si sono sbagliati e
sono stati sconfitti coloro che pensavano, impegnandosi
a fondo perch cos fosse, che dopo la scomparsa fisica
del presidente Chavez, sarebbe stata liquidata la rivoluzione bolivariana. Nonostante le difficolt, possiamo affermare che la rivoluzione pi viva che mai!
Viva Chavez! Viva Nicolas Maduro! Viva il popolo venezuelano!
Caracas, Repubblica Bolivariana del Venezuela,
12 dicembre 2014
da www.aporrea.org | Traduzione di Marx21.it

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