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Energia eolica

Appunti per il Corso di Energie Rinnovabili


Alberto Cavallini

0. Introduzione
Tutta lenergia rinnovabile (fatta eccezione per lenergia delle maree e quella geotermica) in ultima
analisi proviene dal sole.
Il sole irradia la terra con 1,741014 chilowattora di energia ogni ora, di cui assorbita 1,22 1014 kW.
Circa 1-2% dellenergia proveniente dal sole viene convertita in energia eolica, che risulta essere
circa 50-100 volte maggiore dellenergia convertita in biomasse da tutte le piante sul nostro pianeta.
Il principio di funzionamento dei rotori eolici lo stesso dei mulini a vento: il vento che spinge le
pale. Ma nel caso degli aerogeneratori il movimento di rotazione delle pale viene trasmesso ad un
generatore che produce elettricit. Si parla di aeromotori quando il movimento della turbina
direttamente trasmesso allutilizzatore come energia meccanica: lesempio delle aeropompe
alternative di sollevamento acqua ancora presenti nelle pianure nordamericane.
Esistono aerogeneratori diversi per forma e dimensione. Considerando per ora solo i pi comuni
rotori a pale ruotanti attorno ad un asse orizzontale, possono avere una, due o tre pale di varie
lunghezze: quelli con pale lunghe 50 centimetri vengono utilizzati come caricabatterie, quelli con
pale lunghe circa 30 metri, sono in grado di erogare una potenza di 1.500 kW, riuscendo a soddisfare
il fabbisogno elettrico giornaliero di circa 1.000 famiglie.
Il tipo pi diffuso laerogeneratore di taglia media, alto oltre 50 metri, con due o tre pale lunghe
circa 20 metri. Questo tipo di aerogeneratore in grado di erogare una potenza di 500-600 kW e
soddisfa il fabbisogno elettrico giornaliero di circa 500 famiglie. Il pi grande aerogeneratore
attualmente (2008) installato (Emdem, Germania) ha diametro di 126 m, ed eroga una potenza
nominale di 6 MW. Sempre in Germania, in ottobre 2012, sono iniziate le prove su turbine per
applicazioni off-shore, ad asse orizzontale e due pale, di diametro del rotore di 154 m (potenza
nominale ancora 6 MW).
La conformazione di un terreno influenza la velocit del vento. Pi un terreno macroscopicamente
irregolare, cio presenta variazioni brusche di pendenza, boschi, edifici e montagne, pi il vento
incontrer ostacoli che ridurranno la sua velocit.
In generale la posizione ideale di un aerogeneratore in un terreno appartenente ad una bassa classe
di scabrezza e che presenta una pendenza compresa tra i 6 e i 16 gradi. Il vento deve superare la
velocit di almeno 5,5 metri al secondo e deve soffiare in modo costante per gran parte dellanno.
Mentre i migliori siti eolici offshore sono quelli con venti che superano la velocit di 7-8 metri al
secondo, che hanno bassi fondali (da 5 a 40 metri) e che sono situati ad oltre 3 chilometri dalla costa.

1. Energia dal vento


Una turbina eolica produce una potenza meccanica convertendo la forza esercitata del vento in un
coppia utile che agisce sulle pale del rotore.

Corso di Energie Rinnovabili


La quantit di energia che il vento trasferisce al rotore dipende dalla densit dellaria, larea del
rotore e la velocit del vento. Una turbina eolica tipica di 600 kW ha un rotore di diametro 43-44 m,
corrispondente ad unarea spazzata del rotore di 1500 metri quadrati.

Figura 1.2
Figura 1.1
Con riferimento alla figura 1.1 (che si riferisce ad un generatore eolico ad asse orizzontale), si pensi
di avere una fetta cilindrica di aria di spessore in orizzontale di 1 metro che si muove passando
attraverso il rotore di area 1500 m2 di una tipica turbina eolica di 600 kW. Se il diametro del rotore
pari a 43 metri, ciascun cilindro pesa 1.9 tonnellate.
Lenergia cinetica di un corpo in movimento proporzionale alla sua massa. Lenergia cinetica del
vento perci dipende dalla densit dellaria. In altre parole, pi laria pesante e maggiore lenergia
che arriva alla turbina. Alla pressione atmosferica e alla temperatura di 15C, laria secca ha massa
1,225 chilogrammi per metro cubo (valore standard nella trattazione dellenergia eolica, quando non
ci si riferisca ad una specifica situazione), ma la densit diminuisce leggermente allaumentare
dellumidit. Inoltre laria pi densa a temperatura pi bassa, mentre meno densa in altitudine, a
causa della pi bassa pressione.
Per laria secca la densit pu essere calcolata ricorrendo allequazione di stato dei gas ideali:
p
[kg m-3]
(1.1)

Ra T
ove p [Pa] la pressione, T [K] la temperatura assoluta e Ra la costante dei gas per laria secca, Ra
=287,0 J kg-1 K-1.
Alternativamente la relazione per calcolare la densit dellaria quando la temperatura e la pressione
sono diverse dai valori standard ovviamente la seguente:
288,15 B
[kg m-3]
(1.2)
1, 225
T 1013,3
ove T [K] la temperatura assoluta, e B [mbar] la pressione barometrica.
Per applicazioni eoliche in quota un riferimento generico opportuno nei paesi della fascia temperata
(latitudini medie) latmosfera internazionale standard ICAO (International Civil Aviation
Organization) per calcolare un valore medio di densit, tenendo conto sia della variazione di
temperatura che di pressione con la quota sul livello del mare.
Latmosfera ICAO assume la temperatura di 15 C (288,15 K) e la pressione 101325 Pa al livello del
mare, con un gradiente termico verticale iniziale pari a -6,5 C/(1000 m).
Secondo queste ipotesi, la densit dellaria (sempre supposta secca) con la quota z s.m.m segue la
relazione approssimata seguente (da utilizzare fino a z = 2000 m):
z

[kg m-3] con z espresso in [m]


(1.3)
z 1, 225exp

10262

Volendo tener conto anche dellumidit dellaria, lequazione dei gas ideali fornisce:

Energia eolica

1 x p
(1.4)
Ra xRv T
ove x [-] (massa di vapore per unit di massa di aria secca) lumidit specifica dellaria umida, Rv
la costante dei gas per il vapor dacqua ( Rv = 461,5 J kg-1 K-1), gli altri simboli essendo quelli gi
definiti a proposito della relazione (1.1).

Sempre con riferimento alla figura 1.1, sia A unarea uguale a quella spazzata dal rotore nel suo moto
rotatorio (area del disco attuatore), e v1 la velocit indisturbata del vento che passa normalmente alla
superficie considerata. La potenza disponibile P0, in corrispondenza alla superficie allora:
1
1
(1.5)
P0 m& v12 A v1 v12 0,5 A v13
2
2
ove si indicata con m&la portata di massa di aria che attraversa la superficie considerata. La potenza
eolica disponibile dipende quindi dal cubo della velocit del vento.
Una turbina eolica per fa curvare il vento gi prima che il vento raggiunga il piano del rotore.
Questo significa che non possibile catturare tutta lenergia del vento. La turbina eolica deve
rallentare la corrente del vento per catturare la sua energia cinetica e convertirla in energia di
rotazione. Questo significa che il vento si muover pi lentamente a valle del rotore rispetto alla
velocit che ha a monte. Per la conservazione della massa, un tubo di flusso immaginario attorno al
rotore si presenta come in figura 1.2. Il vento rallentato a valle necessita di una sezione di passaggio
maggiore rispetto a quanto richiesto a monte del rotore. Il rallentamento dellaria avviene in maniera
progressiva.
Per quanto riguarda la distribuzione di pressione, a monte e a valle del rotore, a mano a mano che
laria si avvicina al rotore la sua pressione cresce, poich il rotore funziona da barriera allaria stessa.
Attraverso il piano del rotore si ha una brusca diminuzione della pressione che poi a valle risale per
tornare al livello di pressione nellarea circostante (si veda pi avanti la figura 3.3).
Muovendoci pi lontano dal rotore, laria a velocit pi bassa si mescoler allaria circostante (a
velocit maggiore) finch la zona dombra del vento tender a sparire.
4000
3500

=1,225 kg m-3

potenza (W/m 2)

3000
2500
2000
1500
1000
500
0
0

10

12

14

16

18

velocit (m/s)

Figura 1.3
Come gi visto, la potenza estraibile dal vento, per unit di area spazzata dal rotore, varia oltre che
con la densit del vento, con la sua velocit, e per la precisione con la terza potenza della velocit
media. Alla velocit del vento pari a 8 m/s si ottiene una potenza specifica di 314 watt per metro
quadrato di area spazzata dal rotore (il vento si considera avente direzione perpendicolare allarea

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spazzata dal rotore), mentre a 16 m/s si ottiene una potenza specifica otto volte pi grande, pari a
2509 W/m2 (figura 1.3).
Una prima famiglia di motori / generatori eolici quella con rotore ad asse verticale, acronimo
VAWT, Vertical Axis Wind Turbines: la figura 1.4 ne rappresenta i tipi principali. Mentre su alcune
caratteristiche funzionali di questi rotori si torner nel seguito, si pu immediatamente osservare
come essi, ruotando rispetto ad un asse verticale, non necessitino di mutare orientamento al variare
della direzione di provenienza del vento, e ci costituisce certamente una grande semplificazione
operativa. Questi rotori, ad eccezione del tipo Savonius, non si avviano spontaneamente in presenza
di vento, ma necessitano di avviamento esterno (questo non costituisce problema per i generatori
collegati a rete elettrica generale).
Unulteriore osservazione sui rotori ad asse verticale riprodotti nella figura 1.4 riguarda il tipo di
azione dinamica del vento sul rotore sfruttata per ottenere energia utile; nel rotore Savonius viene
sfruttata la resistenza opposta al vento dal rotore, mentre nei rotori Darrieus o H viene
principalmente sfruttata lazione di portanza indotta dal vento sulle pale rotanti, che infatti, nella
gran maggioranza dei casi, sono a profilo aerodinamico alare (lalternativa di profili a lamiera ricurva
solo propria di rotori di modesta potenza nominale di fabbricazione artigianale). Si pu dimostrare
come i rotori a portanza siano molto pi efficienti dei rotori a resistenza.
La successiva figura 1.5 illustra un tipo di generatore eolico della famiglia ad asse orizzontale,
acronimo HAWT, Horizontal Axis Wind Turbines. Si tratta di una moderna turbina eolica a tre pale.
Questa stessa famiglia di motori / generatori eolici comprende turbine a una, due o tre pale, le
cosiddette turbine olandesi a quattro pale (derivate dagli storici mulini a vento) e le cosiddette turbine
americane a gran numero di pale (chiamate multipala). Sono tutti rotori a portanza, in genere con
possibilit di auto-avviamento; comunemente operano tutti nella posizione sopra-vento (per limitare
lazione di disturbo sul vento operato dalla gondola (navicella) e dalla torre di sostegno). Necessitano
di meccanismo di orientamento nella direzione di provenienza del vento.

Rotore Savonius

Rotore Darrieus

Rotore H

Generatori / motori eolici con rotore ad asse di rotazione verticale

Figura 1.4
4

Energia eolica

Mozzo del
rotore e
controllo
calettamento

Componenti nella
Navicella (o Gondola)

Pala del rotore


Albero rotore e
cuscinetti
Mozzo del rotore e
controllo calettamento

Moltiplicatore giri ad ingranaggi


Freno rotore
Generatore elettrico

Cavidotti di potenza
Quadro elettrico e
sistema di controllo

Pala del rotore

Basamento

Sistema controllo imbardata

Torre

Cavidotti di potenza

Connessione alla rete


Fondazione

Figura 1.5

2. Ventosit
di enorme importanza per lindustria eolica poter descrivere in termini statistici (usualmente con
riferimento allanno tipo) la distribuzione nel tempo della velocit del vento a quota fissata in un
determinato sito. I progettisti degli aerogeneratori hanno infatti bisogno di queste informazioni per
ottimizzare le loro turbine eoliche e minimizzare cos i costi della generazione. Anche nella
valutazione della convenienza dellinvestimento, importante avere le informazioni per poter stimare
i flussi di cassa dalla generazione di energia elettrica.
La distribuzione temporale della velocit del vento per un sito tipico ad altezza definita viene di
solito descritta usando la funzione di distribuzione statistica di Weibull (dal matematico svedese
Waloddi Weibull, 1887-1979), di cui si riporta qui di seguito per la velocit scalare v lespressione a
due parametri della funzione densit di probabilit D v :
v k
(2.1)
exp
s
I due parametri positivi, i cui valori modificano la forma generale della curva e che quindi devono
essere scelti in modo adatto alla situazione specifica, sono k (fattore di forma, adimensionale) e s
(fattore di scala, dimensionalmente omogeneo ad una velocit). Si tratta di una distribuzione di
D v

k v

ss

k 1

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densit di probabilit, e quindi per definizione larea sottostante la curva rappresentativa di D v in
funzione della velocit v deve essere unitaria.
Il significato della funzione densit di probabilit D v il seguente: dati due valori della velocit
del vento v1 e v2 (v1 < v2), la probabilit vv12 che la velocit effettiva del vento v sia compresa tra tali
valori (v1 v< v2) calcolabile dalla funzione densit di probabilit nel modo seguente:
v
k 2
v k
v k

v
v2

1

v2

(2.2)
v1 v1 D v d v exp exp exp 2
s
s
s

v1
E quindi lespressione D v d v rappresenta la probabilit che la velocit v sia compresa
nellintervallo elementare v v v .
Ma lespressione D v d v pu alternativamente essere interpretata come la proporzione elementare
del tempo totale in cui la velocit del vento compresa nellintervallo tra v e v v :

(2.3)
D v dv

Un altro valore statistico rilevante rappresentato dalla funzione probabilit cumulata v0 v , che
rappresenta la probabilit che la velocit del vento assuma valori inferiori a v. Da quanto detto,
immediato ricavare:
v

v k
v k
v


v0 v D v dv exp 1 exp
0
s
s

(2.4)

Utilizzando lespressione sopra si pu facilmente calcolare il valore mediano della velocit del vento
v , intesa come velocit per la quale il valore della funzione probabilit cumulata vale un mezzo. Si
ha:
v k
1

(2.5)
exp 0,5 v s ln 2 k
s

Generalmente diversa dal valore mediano la velocit media v , intesa come media aritmetica di un
gran numero di valori delle velocit riscontrate, ad intervalli temporali eguali, nellintero periodo di
riferimento (di solito lanno tipo). In formula:
1
(2.6)
v
v d

La velocit media v si pu calcolare dalla distribuzione della densit di probabilit dividendo
lintero campo di velocit in un gran numero di intervalli di uguale ampiezza, moltiplicando il valore
di velocit al centro di ciascun intervallo per la densit di probabilit corrispondente a quel
particolare valore di velocit e per lampiezza dellintervallo stesso, e sommando tutti i singoli
termini. In formule, come immediatamente risulta dalla (2.6) tenendo conto della (2.3):

v v D v dv
0

(2.7)

espressione che spesso si preferisce scrivere nella forma equivalente:

v s 1
ove la funzione gamma cos definita:
6

1
k

(2.8)

Energia eolica

x y x1 exp y dy
0

(2.9)

y la variabile di integrazione, mentre x largomento della funzione gamma, che nel caso specifico
vale x 1 1 k . Il valore della funzione gamma usualmente reperibile come funzione interna di
programmi computazionali, o in tabelle nei manuali tecnici (in ambiente Matlab la funzione
gamma(x)).
Noto quindi, per un determinato sito, il parametro di forma k ed il valore medio annuo della velocit
del vento v , il parametro di scala s si ricava moltiplicando il valore della velocit media per il
coefficiente 1 1 1 k . La figura 2.1 riporta questo coefficiente per i diversi valori di k.
In figura 2.2 si riporta la funzione densit di probabilit della velocit del vento per un particolare
sito con velocit media v 7 m/s. Quella rappresentata in figura corrisponde ad una distribuzione di
densit di Weibull con fattore di forma k=2 e fattore di scala s=7,9 m s-1. La figura 2.3 rappresenta la
corrispondente funzione di probabilit cumulata v0 v .

Figura 2.1
Il fattore di forma, come indica il nome, stabilisce la forma generale della funzione di densit di
probabilit. Quando il fattore di forma vale 2, come per le curve rappresentate nelle Figure 2.2 e 2.3,
la distribuzione statistica della velocit del vento va sotto il nome di distribuzione di Rayleigh. I
produttori di turbine eoliche spesso si riferiscono alla distribuzione di Rayleigh per caratterizzare le
prestazioni delle loro macchine. Per una distribuzione di Rayleigh valgono le espressioni (si osservi
1
v

che per k = 2 risulta 1


):

k
s
2

v 2
D v 2 exp
2v
4 v
v 2
v0 v 1 exp
4 v

(2.1)
(2.4)

Corso di Energie Rinnovabili


Assieme al parametro di forma, il valore del fattore di scala determina la velocit media del vento, ed
quindi un indice della ventosit del sito. La distribuzione statistica della velocit del vento varia
naturalmente da luogo a luogo, in funzione delle condizioni climatiche locali, la quota considerata, la
conformazione del sito e le caratteristiche dalla superficie. Quindi la distribuzione di Weibull pu
variare sia nella forma che nei valori degli altri parametri caratteristici.
Bisogna precisare che il modello di Weibull solo uno strumento matematico, col quale si cerca di
approssimare i risultati di misure sulla ventosit di un sito condotte in opportuni intervalli di tempo
(per avere una visione completa della situazione, necessario estendere la valutazione ad un intero
anno; meglio ancora se i rilievi, ad opportuna altezza dal suolo, sono disponibili per tempi pi lunghi
e si possono quindi ricavare dati sullanno tipo). Non sempre la distribuzione di Weibull riesce ad
approssimare in maniera soddisfacente le misure, ad esempio nel caso di densit di probabilit a due
picchi, caratteristico di zone con forte prevalenza di fenomeni stagionali; si possono spesso utilizzare
in tale circostanza distribuzioni ottenute dalla composizione di due funzioni di Weibull distinte, o la
distribuzione di Weibull a pi di due parametri.
I valori pratici che pu assumere il parametro di forma sono tra 0,5 e 4, in dipendenza della
irregolarit del vento; il suo valore abbastanza omogeneo in aree climatiche consimili; assume
valori attorno ad 1,5 nelle zone di montagna, attorno a 2 nei climi temperati e nelle zone costiere, ed
intorno a 3 nelle aree aliseo-monsoniche. Per quanto riguarda la realt italiana, i rilievi delle diverse
stazioni anemometriche sparse sul territorio evidenziano valori del parametro di forma tra 0,5 e 2,3,
con valori di velocit media fino a 8 m/s.

Figure 2.2 e 2.3

Energia eolica
Nelle Figure 2.2 e 2.3 sono indicati sia il valore medio della velocit del vento per la particolare
distribuzione considerata v 7, 0 m/s , che la velocit mediana v 6, 6 m/s ; come si vede nel
grafico di figura 2.3 della probabilit cumulata, per met del tempo il vento soffia ad una velocit
inferiore a 6,6 m/s, e per laltra met del tempo la velocit del vento superiore a questo valore; nella
figura 2.2, il segmento verticale rappresentativo della velocit mediana suddivide larea sottostante la
curva della densit di distribuzione in due parti uguali. Come si vede, la velocit mediana non
coincide con la velocit media. Nelle stesse figure pure indicato il valore della velocit di massima
disponibilit denergia vmax E , di cui si parler nel seguito.
Ritornando alla funzione densit di probabilit D v , lespressione pu essere adimensionalizzata
moltiplicando ambo i membri della (2.1) per il valore della velocit media v . Si pu scrivere allora:
k
v k * k
v * k 1
*
(2.10)
D v k v exp v
s
s

ove v* v / v la velocit normalizzata del vento (o velocit adimensionale).


Ricordando la (2.8) si pu scrivere:
k 1
k
1

1
(2.11)
D v* k k 1 v* exp k 1 v*
k
k

che evidenzia come la funzione densit di probabilit della velocit normalizzata dipenda solo dal
fattore di forma k della distribuzione statistica secondo Weibull.
La densit di probabilit della velocit normalizzata risulta naturalmente:
(2.12)
D v* v D v
e lespressione D v* d v* pu alternativamente essere ancora interpretata come la proporzione del
tempo totale in cui la velocit normalizzata del vento compresa nellintervallo tra v* e v* v*
:

(2.13)
D v* d v* D v d v

Figura 2.4
9

Corso di Energie Rinnovabili

Si pu analogamente ricavare lespressione della probabilit cumulata della velocit normalizzata


come segue:

v*

1
v0 D v* dv* exp k 1
0
k

* k

v*

k
1
1 exp 1 k
0

v
* k

(2.14)

Anche questa funzione dipende solo dal valore del fattore di forma k della distribuzione di Weibull.
La figura 2.4 mostra landamento della densit di probabilit e della probabilit cumulata della
velocit normalizzata al variare del fattore di forma k della distribuzione di Weibull.
utile sottolineare limportanza di considerare una distribuzione statistica (come quella di Weibull)
nei calcoli relativi alle prestazioni di un generatore eolico installato in un determinato sito. Non
infatti possibile utilizzare la media delle velocit del vento per il calcolo della potenza media
ottenibile, poich la funzione di probabilit della velocit del vento deve essere pesata per la
corrispondente entit di potenza ricavabile (la potenza della vena fluida varia con il cubo della
velocit).
Al fine di poter esprimere, in un certo periodo di tempo (usualmente lanno), lenergia eolica
disponibile Ed e la corrispondente potenza media disponibile Pd , utile definire come segue la
velocit media cubica v3 del vento:
1

1
3
3
v3
v d

ove v la velocit del vento variabile nel tempo. Risulta infatti:
Ed

1
1
A v3 d A v33
2
2

(2.15)

(2.16)

ed anche:

Ed 1
(2.17)
Av33
2
ove alla densit, ritenuta costante nella derivazione, viene usualmente attribuito il valore standard
pari a 1, 225 kg m-3.
Nel caso di densit di probabilit del vento secondo Weibull, si pu dimostrare che la velocit media
cubica v3 esprimibile come:
Potenza media disponibile Pd

3
(2.18)
k
prodotto del fattore di scala per la radice cubica del valore della funzione gamma di argomento
1 3 k .
Tanto pi il valore della velocit media cubica discosto dal valore della velocit media, tanto pi
variabile il vento in un sito. Il rapporto tra la velocit media cubica v3 e la velocit media v
chiamato coefficiente di fluttuazione (o di irregolarit) della velocit, simbolo kf; il suo valore
dipende esclusivamente dal valore del fattore di forma della distribuzione di Weibull, come si pu
vedere tenendo conto delle relazioni (2.18) e (2.8).
v3 s

10

Energia eolica

3
v
k
(2.19)
kf 3
1
v
1
k
La figura 2.5 mostra landamento, in funzione del fattore di forma k della distribuzione di Weibull,
dei rapporti tra il fattore di scala s e le velocit medie (lineare e cubica), e del coefficiente di
fluttuazione del vento kf.
La (2.16) si pu anche scrivere:

Ed

1
A v3 D v dv
2
0

(2.20)

Nel caso di validit della distribuzione di Weibull per la velocit del vento, la funzione integranda
assume
valore
v3 D v
massimo in corrispondenza al
valore di velocit del vento:
1

Figura 2.5

vmax E

k 2 k
s

(2.21)
come
risulta
facilmente
dimostrabile uguagliando a
zero la derivata prima rispetto
a v della funzione in
questione, dopo aver espresso
la densit di probabilit della
velocit tramite la (2.1).
Il valore di velocit del vento
vmax E quello che fornisce il
maggior contributo allenergia
disponibile
nel
periodo
considerato (per effetto combinato del valore di velocit stesso, e della frequenza con cui si
manifesta). Nella definizione dei parametri operativi di una turbina eolica, importante che il campo
di velocit del vento attorno al valore vmax E sia sfruttato al massimo grado.
Il diagramma della successiva figura
2.6 mostra, in funzione del fattore di
forma k della distribuzione di
Weibull, i valori dei rapporti tra la
velocit di massima disponibilit
Figura 2.6
denergia vmax E ed il fattore di scala
s, la velocit media v e la velocit
media cubica v3 . Si pu vedere come
la velocit di massima disponibilit
denergia sia sempre superiore alle
velocit medie (sia lineare che
cubica), ed anche al fattore di scala
della distribuzione di Weibull.

11

Corso di Energie Rinnovabili


Si pu anche definire la velocit media quadratica del vento v2 , in analogia con la (2.15):
1

1
2
2
(2.22)
v2
v
d

che, nel caso di densit di probabilit del vento secondo Weibull, risulta:
1
2
(2.23)
v2 s 2 1
k
Da notare che 2 1 , quindi per distribuzione di Rayleigh (k=2) la velocit media quadratica
coincide col fattore di scala ( v2 s ).
Una indicazione sulla variabilit temporale del vento attorno al valore medio la si ottiene
considerando la deviazione standard relativa della velocit del vento che, sempre nel caso di densit
di probabilit del vento secondo Weibull, risulta:
1/ 2

1
2
2 1/ 2

v v
k
(2.24)
R 2 2
1
v v
2 1 1

k
ove lusuale espressione della deviazione standard. Si vede come anche la deviazione standard
relativa sia indipendente dal valore del fattore di scala s della distribuzione di Weibull.
Invece di ricorrere allimpiego della funzione gamma, le espressioni (2.24) e (2.8) possono esser
approssimate in maniera relativamente precisa dalle relazioni empiriche:
1/ k

v
0, 433
(2.25)
0,568

s
k
Ancora quindi si conferma che lo stesso valore del fattore di scala k indicativo della variabilit
della velocit del vento attorno al valore medio: elevati valori di k (3 o superiori) indicano un sito
ove la velocit del vento (si tratta di valori mediati in intervalli dellordine di 10 min 1 ora; vedi nel
seguito) poco variabile attorno al valore medio annuale (come ad esempio nella fascia degli alisei),
mentre valori bassi di k (come ad esempio 1), indicano vento di elevata variabilit.

R k 0,9208

I valori di velocit del vento ottenuti da misure in un determinato sito sono in genere valutati ad una
fissata altezza dal suolo, e sono comunemente dati mediati nel breve periodo: gli standard IEA ed
IEC stabiliscono un periodo di media di 10 min. I valori della velocit del vento v considerati in
precedenza si riferiscono a questa situazione: mediano pertanto le fluttuazioni istantanee di velocit
(turbolenza) e quelle di corto periodo (raffiche); questi dati sono ritenuti idonei per la valutazione
della producibilit energetica annua di un motore o generatore eolico.
I calcoli di tipo energetico per un rotore eolico fanno riferimento alla velocit del vento in
corrispondenza alla mezzeria del dispositivo captatore: la quota dellaltezza media delle superfici
rotanti per un rotore ad asse verticale; la quota mediana del mozzo per un rotore a turbina con asse
orizzontale.
Bisogna pertanto tener conto che in vicinanza del terreno, ed in maniera significativa fino a 100 m di
quota ove in genere operano i rotori eolici, la velocit del vento influenzata dallattrito con la
superficie; solo a quote superiori a 1000 m si pu considerare il profilo di velocit del vento non
disturbato dal terreno.
Un modello generalmente utilizzato nellambito dellindustria eolica per valutare la variazione della
velocit del vento con la quota quello logaritmico di Prandtl, che si basa sulla teoria generale dello
strato limite dinamico:
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Energia eolica

ln( z / m)
(2.26)
ln( z 0 / m)
ove z e z0 sono rispettivamente le quote ove la velocit del vento vz (incognita) e v0 (nota), ed m
(grandezza espressa in unit di lunghezza) il cosiddetto coefficiente di scabrezza, che dipende dalla
natura del suolo e dagli ostacoli presenti. Il valore del coefficiente m, in funzione della classe del
suolo, pu essere dedotto dalla Tabella 1.1.
La figura 2.7 riporta landamento del rapporto di velocit vz/v10, con z10=10 m, in funzione
dellaltezza dal suolo e della classe del terreno, secondo quanto risulta applicando la relazione (2.26).
Oltre alla relazione logaritmica (2.26), per esprimere la variazione della velocit del vento con
laltezza dal suolo viene spesso impiegata la relazione:
v z v0

vz z
(2.27)

v0 z0
ove lesponente varia con la natura del terreno, la temperatura etc. Esistono metodi empirici
suggeriti per la valutazione dellesponente . Un valore spesso assunto, in mancanza di indicazioni
pi precise, 1/ 7.

Sui valori locali della velocit del vento bisogna anche considerare leffetto di specifici ostacoli e
linfluenza della particolare orografia del luogo (effetti di pendii, di valle etc.). ad esempio in
generale conveniente localizzare i generatori eolici sulla sommit di colline a declivio dolce, per
sfruttare leffetto di accelerazione del vento in queste circostanze; per le stesse ragioni, la
localizzazione sulla cresta di alture con ampia vista di pianura circostante ancora una scelta
favorevole. Largomento sar trattato con maggior dettaglio nel paragrafo 8. Localizzazione delle
turbine eoliche, nella parte finale di questa trattazione.

Tabella 1.1
Classe
0
0,5

m [m]
0,0002
0,0024

0,03

1,5

0,055

0,1

2,5

0,2

0,4

3,5
4

0,8
1,6

Descrizione
Superficie dacqua ferma
Terreni completamente aperti con superficie liscia
(piste di aeroporto, prati falciati etc.)
Aree agricole aperte senza recinzioni e siepi e con edifici molto
radi; colline a declivio dolce
Terreni agricoli con qualche casa e filari di recinzione alti 8 m a
distanza media di 1250 m
Terreni agricoli con qualche casa e filari di recinzione alti 8 m a
distanza media di 500 m
Terreni agricoli con molte case, arbusti e piante, o filari di
recinzione di 8 m a circa 250 m
Villaggi, piccoli paesi, terreni agricoli con molte o alte siepi,
foreste e terreni molto scabri ed irregolari
Grandi citt con edifici alti
Metropoli con edifici alti e grattacieli

Oltre alla distribuzione statistica della velocit, utile poter disporre della rosa dei venti di un sito
(vedi figura 2.8). Essa mostra in sostanza, in rappresentazione polare, la distribuzione statistica della
direzione di provenienza dei venti solitamente nellarco annuale. La particolare rosa dei venti di
figura suddivide lintero angolo giro in dodici settori, ciascuno di 30. Le tre rappresentazioni polari,
tutte normalizzate rispetto al valore massimo che rappresentato con coordinata massima del
diagramma, forniscono: a- la frequenza relativa di provenienza del vento nei dodici settori, cio a
13

Corso di Energie Rinnovabili


dire la percentuale del tempo complessivo in cui il vento soffia dalla direzione considerata; b- il dato
di cui sopra, moltiplicato per la velocit media del vento nella direzione considerata, e ci permette
di determinare quanto ciascun settore direzionale contribuisce alla velocit media del vento; c-il dato
di cui in a- moltiplicato per il cubo della velocit media cubica del vento in ciascun settore, e ci
permette di determinare quanto ciascun settore direzionale contribuisce alla totale disponibilit
energetica del vento. La rosa dei venti di un particolare sito permette ad esempio di accertare la
natura degli ostacoli eventualmente presenti nelle direzioni pi favorevoli alla produzione energetica,
o di pianificare la collocazione delle varie macchine in una fattoria eolica.

Figura 2.7
Bisogna infine considerare che gli impianti eolici, anche se non in condizioni operative, devono
comunque essere in grado di resistere strutturalmente a situazioni estreme di ventosit, anche se
queste hanno probabilit di manifestarsi con elevata rarit temporale. A tale proposito la norma
internazionale IEC 61400 parte I (Wind Turbines Design requirements) specifica i requisiti
essenziali nella progettazione delle turbine eoliche, allo scopo di assicurare un adeguato livello di
protezione contro danni da tutti i generi di rischio nel tempo di vita della macchina. La norma
considera tutti i sottosistemi di una turbina eolica, quali i dispositivi di protezione e controllo, i
sistemi elettrici interni, i sistemi meccanici e le strutture di supporto.

14

Energia eolica
N

a
b

Figura 2.8

La norma classifica le turbine eoliche in quattro classi, per tre delle quali specificata una velocit di
riferimento del vento vref, che cinque volte la velocit media annuale del vento nella localit
considerata. Viene poi definita la velocit estrema con ricorrenza di 50 anni, pari a 1,4 vref allaltezza
del mozzo; la velocit del vento considerata variabile con laltezza secondo una legge
proporzionale alla potenza 0,2 dellaltezza; la velocit estrema del vento con cadenza annuale
infine considerata pari a 0,75 vref. Per ogni classe vengono infine definiti tre livelli di turbolenza; A
designa il livello di turbolenza di caratteristiche estreme, B quello di caratteristiche intermedie ed
infine C quello di caratteristiche pi ridotte; Iref indica i rispettivi livelli per lintensit della
turbolenza a 15 m s-1(rapporto tra le deviazione standard della velocit rispetto al valore mediato nel
tempo di 10 min, e il valore della velocit stesso). Dovr essere considerato un flusso di vento
inclinato rispetto al piano orizzontale fino ad 8. Con riferimento a questi valori e condizioni
operative, la norma definisce un numero di eventi transitori ai quali la turbina deve resistere.
Le velocit del vento delle quattro classi di turbine eoliche sono cos fissate nella norma IEC 61400Parte 1, terza edizione 2005-08:
Classe della turbina eolica
Velocit di riferimento vref [m s-1]
Velocit media annuale v [m s-1]
A
Iref [-]
B
Iref [-]
C
Iref [-]

I
50
10

II
42,5
8,5
0,16
0,14
0,12

III
37,5
7,5

S
Valori
specificati
dal
progettista

La norma suddetta non si applica alle turbine eoliche in mare aperto, che sono invece oggetto della
norma IEC 61400-3; viene invece applicata in abbinamento con la norma IEC 61400-2 per le turbine
di piccole dimensioni (area spazzata dal rotore inferiore a 200 m2). Lintero insieme di norme IEC
61400 (anche CEI EN 61400) dedicato alle turbine eoliche e suoi componenti).
La figura 2.9, tratta dal European Wind Atlas, mostra la distribuzione delle risorse eoliche in Europa
(EU15). Si vede come la situazione sia particolarmente differenziata tra un clima marittimo dei paesi
del nord, un clima continentale nel centro e oriente dellEuropa, ad un clima mediterraneo nei paesi
del sud. Si possono macroscopicamente distinguere due area:
il Nord Europa, con venti indotti dalle aree di bassa pressione che si succedono con
spostamento Ovest Est;
le aree mediterranee, maggiormente influenzate da correnti di origine termica.

15

Corso di Energie Rinnovabili


Ne segue che le regioni particolarmente favorite dalla risorsa eolica sono quelle costiere dei paesi
nordeuropei, ma non mancano (isole greche, Spagna e Francia del sud) aree con elevate velocit
medie del vento anche nei paesi mediterranei.
LItalia ha in Puglia, Sicilia e Sardegna le aree pi interessanti per lo sfruttamento dellenergia
eolica, assieme a altri siti locali (Campania, Abruzzo ) favoriti dalla particolare situazione locale
(orografia, altezza sul mare, ). LAtlante Eolico Italiano rende disponibili adeguate informazioni.

Risorse eoliche a 50 m di quota (velocit media del vento m s -1, densit di potenza eolica W m -2)
Foreste o Aree urbane

Coste

Pianure

Figura 2.9

16

Mare aperto

Montagne

3. Teoria impulsiva assiale di Betz


Maggiore lenergia cinetica che la turbina riesce ad estrarre dal vento e maggiore la riduzione di
velocit del vento che lascia la turbina. Il vento viene quindi frenato, in modo che la velocit del
vento a valle compresa tra zero e il valore di velocit a monte (per il secondo di questi casi limite la
potenza estratta sarebbe naturalmente nulla).
Una turbina eolica ideale rallenta il vento di un fattore 2/3 rispetto alla velocit a monte della turbina.
Questo dato il frutto della Legge di Betz, secondo la quale si pu convertire meno di 16/27 (o 59%)
dellenergia cinetica del vento in energia meccanica usando una turbina eolica.
La teoria di Betz non fa riferimento ad alcun specifico dispositivo per la cattura della potenza eolica;
si far nel seguito allusione ad un disco attuatore, inteso come generico dispositivo di conversione,
che funzionalmente assimilato ad una superficie con permeabilit al flusso daria. Le ipotesi alla
base della teoria di Betz sono le seguenti:
1. Il tubo di corrente che attraversa il disco attuatore non interagisca con la restante porzione di
fluido che lo circonda.
2. In ogni sezione del tubo di flusso sussista una distribuzione di velocit permanente, uniforme
e monodimensionale in direzione assiale. Il rallentamento di vena sul disco attuatore
distribuito uniformemente sulla sezione del disco.
3. Nelle sezioni infinitamente a monte e a valle si possa ritenere una situazione fluidodinamica
indisturbata dalla presenza della macchina, ovvero sussista la pressione atmosferica
dell'ambiente esterno, proprio come nella condizione di getto libero.
4. Il flusso eolico non incontri ostacoli oltre la turbina, n sopravento n sottovento.
5. Il vento sia stazionario e di intensit costante con la quota.
6. Non ci siano effetti di rotazione della vena a causa dell' "estrazione" di quantit di moto.
7. Si trascuri la comprimibilit dell'aria, cio la densit sia ritenuta costante.
La vena fluida, caratterizzata a monte (sezione 1) da una velocit indisturbata v1, raggiunge le pale
del rotore e viene rallentata fino al raggiungimento di una velocit v2 nella sezione 2 (cfr. figura 3.1).
Naturalmente nel passaggio da 1 a 2 deve valere l'equazione di continuit, per cui si pu scrivere
(supponendo la densit costante per l'ipotesi 7):
v1 A1 v2 A2 m&
(3.1)
Figura 3.1
sezione 2

v
A
v1
A1

v2
sezione 1

A2

Deve essere verificata anche lequazione della quantit di moto per cui:

Corso di Energie Rinnovabili

T m& (v1 v2 )

(3.2)

T la forza (orizzontale) esercitata dal flusso sulla macchina (da intendersi come media temporale
della forza nellarco di una rivoluzione completa del rotore).
La potenza dunque:
(3.3)
P T v v m& (v1 v2 )
Facendo un bilancio tra entrata e uscita dellenergia cinetica associata alla vena fluida si trova la
potenza ceduta:
v12 v22
(3.4)
P m&
2
ma, poich le potenze trovate nei due modi devono coincidere, si ricava v ( v1 v2 ) / 2
Il rallentamento avviene dunque, per met nel tratto di corrente a monte e per met nel tratto di
corrente a valle del disco attuatore.
Definendo il fattore di interferenza assiale a come:
a = 1 v / v1 = ( v1 v ) / v1

(3.5)

si ottiene v = v1 ( 1 - a ), ma poich v = (v1 + v2) / 2 si ha v2 = v1 (1-2a).


Il fattore a rappresenta la misura in cui il flusso viene rallentato a monte della turbina (al limite
a = 0,5 quando si ha il blocco del flusso alla sezione 2 di uscita).
Sostituendo le relazioni trovate per le velocit v e v2 nellespressione della potenza (3.3) si ottiene la
potenza estraibile da un flusso eolico secondo la teoria di Betz:

1
Av13 4a( 1 a )2
2

(3.6)

Imponendo lannullamento della derivata prima di P rispetto ad a si pu trovare linterferenza


ottimale (linterferenza per cui si ha lestrazione della massima potenza):
a = 1 oppure a = 1/3. Il valore a=1 non ha senso per cui aott = 1/3.
Si pu definire un coefficiente di potenza CP come rapporto tra la potenza P e la potenza P0 valutata
nella vena di fluido indisturbata:

1
P0 Av13
2

1
Av13 4a(1 a)2
P 2
CP
4a(1 a) 2
1
P0
Av13
2

(3.7)

Il valore del coefficiente di potenza per a = 1/3 Cp max = 16/27 0.59. Si pu dunque sottrarre al
massimo il 59% della potenza associata alla vena fluida.
(Da notare che il coefficiente di potenza qui definito viene a volte chiamato rotorico, CPR, in
quanto si riferisce alla potenza captabile dal rotore, a prescindere dalle perdite meccaniche ed
elettriche sempre presenti in un aerogeneratore).
Questo risultato si pu vedere anche graficamente in figura 3.2. Il coefficiente di potenza infatti si
pu scrivere in funzione del rapporto di velocit v2/v1:.
P/P0 = (1/2) (1 - v2 / v1 ) (1 + v2 / v1)2

(3.8)

Tale funzione riportata in figura 3.2 e, come si vede, presenta il suo massimo per v2/v1 = 1/3 e il
massimo della potenza estraibile circa il 59% della totale potenza del vento.
Si evidenzia infine che la forza che tende a ribaltare la macchina (spinta assiale) :
18

Energia eolica

1
Av12 4a(1 a)
2

(3.9)

Definendo il coefficiente di spinta CT ed il coefficiente di coppia CM come segue:


Mr
T
(3.10 e 3.11)
CT
e
CM
1
1
Av12
Av12 R
2
2
ove Mr= coppia motrice del disco attuatore, M r P ( la velocit di rotazione del disco
attuatore di raggio R), si ha:

CT 4a(1 a)
CM

CP

4a(1 a) 2

(3.12)

0,7
P/Po
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0
0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

0,8

0,9
v2/v1

Figura 3.2
ove il rapporto tra la velocit periferica del disco attuatore rotante e la velocit indisturbata del
U R
vento v1,
; viene chiamato rapporto di velocit periferica.
v1
v1
Si deve esplicitamente osservare come la semplice teoria impulsiva assiale di Betz non faccia alcun
riferimento dichiarato al tipo di macchina che estrae energia dal tubo di flusso del vento (si parlato
di un generico disco attuatore), e non presupponga alcun fenomeno dissipativo rispetto allenergia
originariamente contenuta nella corrente fluida (il flusso supposto non viscoso). Infatti il valore
massimo minore di uno del coefficiente di potenza deriva dal riferire la potenza ottenuta al valore di
potenza propria della portata daria che passa attraverso unarea uguale a quella interessata dal disco
attuatore alla velocit indisturbata del vento; in realt attraverso il disco attuatore passa una portata
daria minore (per effetto del rallentamento della corrente fluida a monte del disco attuatore), tanto
pi bassa quanto pi la corrente fluida rallentata. La potenza ottenuta dal prodotto della portata
daria attraverso la sezione del disco attuatore moltiplicata per la variazione dellenergia cinetica
specifica tra monte e valle; al diminuire della velocit v2 a valle, aumenta la variazione di energia
cinetica, ma diminuisce la portata daria sfruttata: il massimo valore di potenza si ha nella condizione
di compromesso tra queste due azioni contrastanti, e si ottiene quando la velocit v2 a valle ridotta
ad un terzo del valore della velocit a monte v1. Come esempio si consideri il caso limite, con
sfruttamento integrale della totale energia cinetica del vento; in questo caso risulterebbe al limite v2 =
0 e la condizione limite di area infinita per il tubo di flusso a valle del generatore eolico. In questa
19

Corso di Energie Rinnovabili


condizione risulta per la velocit del vento in corrispondenza del disco attuatore v=v1/2, e
conseguentemente la potenza effettivamente sfruttabile met della potenza di riferimento, e quindi
CP=0,5, come al limite risulta dallespressione (3.8).
Il coefficiente di potenza, sebbene universalmente utilizzato nelle trattazioni di sfruttamento
dellenergia eolica, non quindi strettamente parlando un rendimento, per la definizione del quale il
corretto riferimento dovrebbe essere la potenza cinetica posseduta dalla portata effettivamente
elaborata dal disco attuatore P*, e cio:
1
1
1
(3.13)
P* m& v12 Av v12 Av13 1 a
2
2
2
ed il massimo rendimento assume ovviamente valore unitario (flusso non dissipativo) per a=0,5,
v2=0, risultando:
P
CP
(3.14)
* 4a(1 a)
P
(1 a)
Da notare che, in corrispondenza al valore Pmax, il rendimento vale =8/9=0,889.
utile a questo punto inserire un commento riguardo il concetto di rendimento del processo di
captazione energetica di un rotore eolico. Lenergia del vento, nei tempi brevi, ha carattere
imprevedibile e casuale, ma libera in natura, gratuita e rinnovata. Un difetto di rendimento del 20%
tra due rotori a turbina assiale pu essere compensato, dal meno efficiente, con un aumento del 10%
del diametro. Il concetto di rendimento perde quindi in questo caso il ruolo determinante che ha in
altri casi di sfruttamento di fonti energetiche primarie (combustibili fossili, ma anche in molti casi la
fonte idraulica) per lasciar maggior spazio ad altri parametri di valutazione (costo dimpianto e di
gestione in prima istanza, la producibilit specifica annua, ).
La figura 3.3 illustra landamento delle varie grandezze caratteristiche lungo il tubo di flusso, nelle
ipotesi della teoria di Betz e nella condizione di massima potenza estratta. A distanza dal rotore si
mostra che la velocit del vento si riporta uniformemente al valore indisturbato v1, per effetto dello
scambio di quantit di moto con la massa daria circostante: lipotesi di moto inviscido
evidentemente rilasciata a valle della sezione 2.

Figura 3.3

4. Le Prestazioni Reali dei Rotori Eolici


Si gi osservato come la teoria di Betz giunga a fissare un limite sulla frazione catturabile della
totale potenza presente in una corrente ventosa da parte di un rotore eolico, pur senza prendere in
considerazione alcun processo dissipativo o di perdita energetica. Ci conseguenza del fatto che un
rotore eolico in funzionamento non pu interferire con la totale portata daria che, se indisturbata,
20

Energia eolica
attraverserebbe una superficie equivalente a quella del disco attuatore, per effetto della necessaria
dilatazione della sezione del tubo di flusso a monte del rotore

Pmec < Pmec ideale(Betz)

Figura 4.1
La teoria impulsiva assiale di Betz, facendo riferimento ad un generico disco attuatore permeabile al
flusso daria come dispositivo captatore di potenza, presuppone un andamento di velocit dellaria a
valle della turbina di tipo assiale, e calcola la variazione di energia cinetica tra monte e valle del
disco attuatore in conseguenza. Il flusso daria rallentato e le linee di flusso sono deflesse solo in un
piano.
Pur rimanendo sempre nellambito ideale di flusso
inviscido (trascurando cio la viscosit dellaria) privo di
Figura
Figura3.24.2
fenomeni dissipativi, e con specifico riferimento ad un
coppia utile
rotore ad elica ad asse di rotazione orizzontale, bisogna
spinta assiale
considerare che necessariamente un convertitore rotante
impartisce un moto rotatorio al flusso daria di scia; per
elemento
di pala
la conservazione della quantit di moto tangenziale il
del rotore
v
moto elicoidale impresso al flusso daria avr senso di
rotazione opposto a quello del rotore stesso: si veda la
areola anulare
figura 4.1. Lesistenza di una componente tangenziale di
velocit ovviamente riduce la variazione di energia
cinetica indotta dal rotore rispetto a quanto calcolato
dalla teoria di Betz. Come conseguenza si riduce il
coefficiente di potenza del rotore, in dipendenza del
rapporto tra la componente denergia del moto rotatorio e
quella del moto di traslazione assiale.
Questo rapporto, calcolato globalmente sullintera lunghezza di una pala, in diretta relazione con il
U R
gi incontrato parametro rapporto di velocit periferica
(U [m s-1] la velocit
v1
v1
dellestremit della pala, di raggio R [m] e rotante a velocit angolare [rad s-1]. prassi usuale
parlare di velocit di rotazione del rotore Ng in termini di giri al minuto indicati <rpm> nella letteratura
2 RN g
2 N g
2 RN g
;
;
anglosassone. In tal caso risulta ovviamente U
. Il rapporto di
60
60
60v1
1

velocit periferica il parametro di similitudine aerodinamica per rotori geometricamente simili.

Il problema pu essere trattato analiticamente con la Teoria impulsiva vorticosa applicata a


situazione ideale inviscida. Bisogna considerare (figura 4.2) singoli elementi di pala, valutando le
21

Corso di Energie Rinnovabili


azioni aerodinamiche in relazioni alle condizioni fisiche locali, ed integrando gli effetti sullintera
lunghezza delle pale (Teoria degli elementi di pala). Questa teoria dimostra che in condizioni
ottimizzate (massima potenza) landamento del coefficiente di potenza rotorica CPR in funzione del
rapporto di velocit periferica quello rappresentato nella figura 4.3 dalla curva immediatamente
sottostante il valore (costante con ) del coefficiente di potenza ideale di Betz, e che si discosta da
questo per sole perdite di scia.
A bassi valori del rapporto di velocit periferica, pur in condizioni altrimenti ottimizzate, le perdite di
energia cinetica per vorticosit di scia possono essere elevate; solo al tendere di allinfinito, tali
perdite tendono ad annullarsi (diminuisce la rotazionalit del flusso) ed il coefficiente di potenza
tende al valore ideale di Betz.
Per essere in grado di ricavare adeguate informazioni non pi riferite a situazioni idealizzate del
comportamento di un rotore reale nella cattura dellenergia eolica, necessario passare a considerare
le azioni aerodinamiche totali (portanza e resistenza) esercitate dal vento su un elemento di pala di un
rotore eolico; si considera ancora per il momento una macchina ad asse orizzontale.

Coefficiente di potenza rotorico

potenza disponibile nella corrente indisturbata

coefficiente di potenza ideale (teoria di Betz)


perdite di scia
resistenza palare

Figura 4.3

numero
di pale

numero
di pale

Rapporto di velocit periferica di progetto

-r

TO

L
TF

vr

TH

Figura 4.4

Si gi detto come nella quasi totalit dei casi per gli aerogeneratori moderni le pale abbiano profilo
alare; tale il profilo dellelemento di pala (di dimensione longitudinale piccola rispetto alle
dimensioni trasversali, in modo da poter considerare costanti i parametri fluodinamici considerati)
rappresentato nella figura 4.4, che ruota con velocit angolare attorno allasse del rotore a distanza
radiale (media) r. In corrispondenza al bordo dattacco del profilo sono rappresentati i vettori
22

Energia eolica

distribuzione
forze
tangenziali

coppia
coppia
utile
utile
v en t

spint

distribuzione
forze assiali
momento
aerodinamico di
torsione

Figura 4.5

velocit locale del vento v e lopposto del vettore


velocit di movimento rotatorio dellelemento di
profilo, -r. La composizione di questi due vettori
permette di ricavare la velocit del vento relativa
allelemento di pala, vr. Si faccia attenzione che v
non la velocit indisturbata del vento, ma la
velocit locale in direzione assiale.
Il vento esercita la forza totale F sullelemento di
pala considerato, risultante della resistenza D
(Drag), componente nella direzione della velocit
relativa del vento vr, e della portanza L (Lift),
componente nella direzione ortogonale a quella
della velocit relativa del vento vr.
Scomponendo invece la forza totale F nella
direzione ortogonale al piano di rotazione della
pala si ottiene la spinta assiale T, mentre la
componente normale a questa (spinta tangenziale
S) agisce nella direzione della velocit rotatoria del
profilo r, e fornisce coppia utile alla cattura
dellenergia eolica.
La figura 4.5 illustra la distribuzione delle forze
assiali e tangenziali su una turbina eolica ad asse
orizzontale bipala.

Risulta necessario esaminare in maggior dettaglio lazione aerodinamica esercitata da una corrente
fluida su un profilo alare. Come
F
portanza
illustrato nella figura 4.6, lazione
Figura 4.6
dinamica di forza sul profilo deriva
bassa pressione
da una distribuzione asimmetrica
delle pressioni sulle facce opposte
del profilo alare. La forza totale F,
come detto, si usa scindere nelle due
corda
del pro
componenti, resistenza D e portanza
filo
resistenza
L; la resistenza D ha sempre verso
angolo di attac
co
concorde con quello della velocit
velocit
indisturbata
velocit relativa
relativa vr del vento.
La corda del profilo la
congiungente il bordo di attacco con
alta pressione
il bordo di uscita; la sua lunghezza
indicata con c. Langolo che la corda del profilo forma con la direzione relativa del vento si chiama
angolo di attacco (o di incidenza).
Si definiscono per i profili il coefficiente di resistenza CD ed il coefficiente di portanza CL come
segue:
D
L
(4.1)
CD
; CL
1
1
2
2
Ap vr
Ap vr
2
2
ove Ap larea del profilo, calcolata come prodotto della lunghezza della corda c per la larghezza
longitudinale di profilo considerata (normale al piano del disegno nella figura 4.6), la densit
dellaria e vr la velocit dellaria relativa al profilo.

23

Corso di Energie Rinnovabili


Per profili aerodinamici geometricamente simili, i coefficienti di resistenza e di portanza dipendono
cvr
dal numero di Reynolds Re
( la viscosit dinamica del fluido), e variano al variare
dellangolo di attacco . Nei regimi di moto propri delle turbine eoliche, si pu trascurare la
dipendenza dei coefficienti aerodinamici dalla comprimibilit dellaria (e cio dal numero di Mach).
La successiva figura 4.7 illustra la variazione dei coefficienti aerodinamici CD e CL al variare
dellangolo di attacco per un definito
profilo aerodinamico e particolare numero di
Reynolds nel campo operativo dei rotori
eolici.
Nel campo tipico dimpiego, il coefficiente
di portanza CL cresce al crescere dellangolo
di attacco, fino ad un valore caratteristico
(angolo critico o di stallo) al quale raggiunge
il valore massimo, per poi pi o meno
bruscamente precipitare, mentre cresce
drasticamente il coefficiente di resistenza CD.
Si dice appunto che il profilo entra in stallo,
inizia cio il manifestarsi di separazione dei
filetti fluidi (distacco di vena, con
Angolo di attacco []
formazione di vortici) nel lato sottovento del
Figura 4.7
profilo.
La successiva figura 4.8 illustra landamento del coefficiente di resistenza CD in funzione del
coefficiente di portanza CL. Il rapporto tra i valori del coefficiente di portanza e quello di resistenza:
L C
(4.2)
E L
D CD
chiamato efficienza del profilo; nel diagramma di figura 4.8 il massimo valore dellefficienza del
profilo individuato ad un angolo di attacco appena superiore a 0, con efficienza del profilo che
supera il valore 200; rappresenta la
situazione ottimale di funzionamento del
profilo. Il valore di efficienza massima
angolo di attacco
condiziona quindi la scelta del profilo
aerodinamico.
Figura 4.8
Per quanto riguarda la dipendenza del
valore dei coefficienti aerodinamici dal
numero di Reynolds (e quindi dellentit
delle forze dinerzia in rapporto a quelle
viscose) si pu dire quanto segue:
mediamente il coefficiente di resistenza
CD aumenta al diminuire del numero di
Reynolds, e questo aumento drastico al
di sotto del valore critico di Re, quando
Coefficiente di portanza
lo strato limite diventa totalmente
laminare; leffetto di Re sul coefficiente di portanza CL invece si manifesta soprattutto sul valore
dellangolo di stallo, che aumenta al crescere di Re; e poich il coefficiente di portanza varia circa
linearmente con langolo di attacco per valori inferiori allangolo di stallo, anche il valore massimo
del coefficiente di portanza aumenta al crescere del numero di Reynolds.
Inoltre i coefficienti dipendono dalla qualit superficiale; in particolare il coefficiente di resistenza
aumenta con la scabrezza della superficie.
Coefficiente di resistenza

Coefficienti aerodinamici

24

Energia eolica

velocit indisturbata
del vento v1

Il disegno di figura 4.9 (che, assumendo v v1 si riferisce alla condizione ottimale secondo Betz)
riassume in modo completo tutte le componenti di forza che agiscono in un elemento di pala di un
rotore eolico HAWT. Si noti come la spinta tangenziale che produce coppia utile derivi dalla portanza
del profilo; per contro, la resistenza del profilo agisce sempre in senso negativo sulla spinta
tangenziale utile, opponendosi alla componente utile della portanza.
Nella stessa figura, accanto
allangolo di attacco
evidenziato
langolo
di
forza totale risultante
portanza
calettamento dellelemento
spinta assiale
palare, che langolo formato tra
la corda del profilo e il piano di
rotazione
palare
(angolo
spinta tangenziale
costruttivo
della
pala).
Il
valore
corda
direzione di
locale dellangolo di calettamento
rotazione
dipende dalla geometria della
resistenza
pala e dal fissaggio di questa al
v1

mozzo.
angolo di calettamento
angolo di attacco

Indicando langolo
somma (algebrica) dellangolo di
attacco e quello di calettamento,
si pu ricavare per la spinta tangenziale S e la spinta assiale T locali sullelemento di pala:
(4.3)
S L sin D cos
(4.4)
T L cos D sin
ed quindi possibile anche definire il coefficiente di spinta tangenziale CS ed il coefficiente di spinta
assiale CT come segue:
(4.5)
CS CL sin CD cos
(4.6)
CT CL cos CD sin
che permettono di ricavare la spinta assiale, la spinta tangenziale e la coppia utile prodotta da
questultima nella direzione del moto del rotore nel modo seguente:
1
S CS Ap vr2
(4.7)
2
1
T CT Ap vr2
(4.8)
2
1
M r S r CS Ap vr2 r
(4.9)
2
Figura 4.9

= +

In molti rotori eolici moderni langolo di fissaggio delle pale sul mozzo pu essere variato in modo
continuo in moto per rotazione delle pale attorno al loro asse longitudinale, variando in tal modo
langolo di calettamento locale e di conseguenza langolo di attacco, allo scopo di ottimizzare le
condizioni di funzionamento, oppure limitare la potenza catturata al di sopra della velocit nominale
del vento, oppure per disporre le pale in bandiera.

25

Corso di Energie Rinnovabili

Come mostra la figura 4.10, la


velocit tangenziale locale della pala
u=r varia ovviamente dalla base
Figura 4.10
allestremit della pala. Considerando
uniforme la componente v della
velocit assiale del
vento in
corrispondenza al bordo di attacco
dellintera pala, varia in conseguenza la
velocit relativa vr, non solo in entit
ma anche in direzione. Volendo quindi
conservare un valore locale dellangolo
di attacco di buona efficienza
aerodinamica
(costante
o
poco
base della pala
variabile), necessario costruire la pala
in maniera svergolata: langolo di
calettamento locale deve diminuire
passando dalla base allestremit della
pala. Come anche mostrato nella figura
4.10, per ragioni non solo strutturali la
corda del profilo palare in genere
diminuisce passando dalla base allestremit. Anche il profilo della sezione palare pu essere diverso
alla base della pale ove prevalgono considerazioni strutturali, anche in ragione del fatto che il
contributo di potenza in questa zona inferiore a quello delle zone esterne (minore area spazzata per
unit di lunghezza; minore velocit relativa del vento, come evidenziato nella stessa figura).
Da notare che lo svergolamento localmente necessario, ad esempio, per mantenere costante langolo
di attacco lungo lintera pala, dipende dal valore del rapporto tra la velocit periferica della pale e
la velocit locale del vento v: lottimizzazione della geometria della pala riguarda quindi le
condizioni nominali di funzionamento; nelle altre condizioni operative, lo svergolamento della pala
non ottimizzato, e ci crea inevitabilmente perdite di efficienza.
estremit della pala

La precedente figura 4.3 mostrava i valori ideali di prestazione energetica (condensati nel parametro
Coefficiente di potenza rotorico) come risultato della teoria impulsiva assiale (di Betz) e della teoria
impulsiva vorticosa; entrambe queste teorie si basano su moto inviscido, privo di azioni viscose, e
pertanto in assenza di fenomeni dissipativi. Queste teorie esprimono lincapacit del rotore eolico di
captare lintera potenza disponibile nella corrente ventosa; la potenza non captata rimane comunque
presente nella corrente gassosa a valle del dispositivo captatore.
In particolare la teoria impulsiva vorticosa (i cui risultati ottimizzati sono rappresentati nella figura
4.3 dalla curva che sottrae al coefficiente di potenza di Betz le perdite di scia), mostra come il
coefficiente di potenza rotorico CPR dipenda dal valore del rapporto di velocit periferica : le
perdite di scia diminuiscono rapidamente allaumentare di , tendendo ad annullarsi per . La
ragione di questo andamento facilmente spiegabile in via qualitativa: per una specificata velocit
indisturbata del vento, la potenza recuperata da ogni pala del rotore esprimibile come prodotto della
coppia utile sulla pala per la velocit di rotazione della pala; allaumentare di questultima (e quindi
allaumentare del rapporto di velocit periferica ), necessaria una coppia minore (e quindi una
spinta tangenziale minore) per ricavare la stessa potenza. Ad una spinta tangenziale minore
corrisponde un valore inferiore di velocit tangenziale impressa alla portata daria, e quindi una
perdita di scia inferiore.
La teoria impulsiva vorticosa presuppone completa assenza di azione resistente da parte della
palettatura, e quindi lutilizzo di un profilo palare ideale per cui risulti per il rapporto
portanza/resistenza L/D. Si gi discusso come lazione della resistenza (che deriva da
26

Energia eolica

Coefficiente di potenza rotorico CPR

variazione di quantit di moto del flusso ventoso nellinterferenza con la pale) si manifesti, negli
attuatori a portanza, con la generazione di una coppia contraria al moto rotatorio utile, e come quindi
vada a ridurre la potenza eolica captata dal rotore.
Inoltre, le teorie impulsive prendono in considerazione un generico disco attuatore, basando i risultati
sullintera potenza passante attraverso tale dispositivo; in realt la possibilit di captare una frazione
pi o meno elevata di tale potenza dipende anche, per una turbina eolica, dal numero e dalla forma
delle pale, nonch dalla loro velocit di rotazione. Le teorie impulsive considerano quindi, in ogni
circostanza, un numero di pale, a comportamento idealizzato, B.
Le teorie che cercano di interpretare gli effetti dissipativi dovuti a numero finito delle pale a alla loro
resistenza aerodinamica in termini di penalizzazione dellefficienza di captazione energetica dei vari
tipi di rotori eolici sono complesse e trascendono lo scopo di questa trattazione; lapproccio ancora
quello di esaminare le azioni aerodinamiche su elementi di pala, ed integrarne leffetto allintera
lunghezza di pala (si veda ancora la
numero di pale
figura 4.2).
Teoria impulsiva
vorticosa
Per quanto riguarda leffetto del
numero di pale, tra le numerose teorie
proposte quella di Prandtl raccoglie
particolare credito per laccordo con i
dati sperimentali.
In sintesi i risultati delleffetto della
resistenza palare e del numero finito di
pale sul coefficiente di potenza rotorico
sono rappresentati nella figura 4.11 (in
modo pi analitico di quanto
genericamente
riportato
nella
Rapporto di velocit periferica
precedente
figura
4.3)
sempre
in
Figura 4.11
dipendenza del rapporto di velocit periferica . Si vede come la penalizzazione nel coefficiente di
potenza coerentemente diminuisca allaumentare del numero di pale, e diminuisca anche
allaumentare del rapporto di velocit periferica; anche questultimo effetto facilmente intuibile, in
quanto, a parit di velocit del vento, un numero finito di pale riesce ad interagire in maniera pi
completa con lintera portata daria passante per la superficie spazzata dal rotore quanto maggiore
la velocit di rotazione di questultimo.
Quanto alleffetto penalizzante della resistenza palare, si vede come questa ovviamente dipenda
dallefficienza (rapporto portanza/resistenza) del profilo palare: al diminuire del rapporto
portanza/resistenza (L/D), il valore del coefficiente di potenza che pu essere raggiunto diminuisce. I
profili alari, nelle condizioni progettuali, lavorano attorno a valori di efficienza di 50 100, mentre i
profili palari a lastra ricurva operano, sempre in condizioni ottimali, attorno a valori di efficienza 10
15.
Sempre dalle curve riportate in figura 4.11 (ma si consideri anche la figura 4.3), si vede come le
perdite per leffetto della resistenza palare aumentino, a parit di altre condizioni, allaumentare del
valore del rapporto di velocit periferica.
Si pu in generale affermare che il punto ottimale del coefficiente di potenza si sposta verso valori
minori di al diminuire dellefficienza del profilo palare. Ad alti valori di L/D (100), il valore
ottimale del rapporto di velocit periferica elevato, ed il numero di pale del rotore ha scarsa
rilevanza nel valore del coefficiente di potenza conseguibile. Quando per contro lefficienza del
profilo palare bassa (L/D 10), i valori conseguibili per il coefficiente di potenza sono
considerevolmente pi bassi, ottenibili a bassi valori del rapporto di velocit periferica , ed il
numero di pale assume grande importanza. Rotori ad alta velocit possono avere ottime prestazioni
con limitato numero di pale, ma il profilo palare ha grande rilevanza in questo caso.

27

Corso di Energie Rinnovabili


La figura 4.12 illustra, in
termini
sufficientemente
indicativi, i campi operativi
ottimali dei vari tipi di
rotori eolici, sia HAWT che
VAWT, ed approssimativamente
i
valori
del
coefficiente di potenza
rotorico che in condizioni
ottimati ci si pu attendere
di ottenere. manifesta la
superiorit dei moderni
rotori HAWT a pale a
profilo
aerodinamico,
operanti ad elevati valori di
velocit tangenziale periFigura 4.12
ferica, rispetto ai vecchi
lenti (in termini di valore
del parametro ) tradizionali
rotori (olandese, americano). Con questultimi difficile conseguire, in condizioni operative ottimizzate, valori del
coefficiente di potenza rotorico di 0,3, mentre le moderne macchine possono raggiungere valori
attorno a 0,5, non quindi eccessivamente discosti dal limite ideale di Betz.
Come si pu vedere dalla stessa figura 4.12, i differenti tipi di rotori eolici mostrano funzionamento
ottimale attorno a differenti valori del rapporto di velocit periferica : mentre i rotori americani
multipala hanno funzionamento ottimale attorno a =1, i rotori veloci monopala operano
efficacemente in un pi ampio intervallo di , attorno al valore =15.
I diversi tipi di macchina si caratterizzano infatti per differenti valori del parametro solidit ,
definito, per rotori HAWT, come rapporto tra larea frontale delle pale del rotore (espressa per ogni
pala come prodotto tra la lunghezza
media della corda c e la lunghezza
longitudinale della pala Z) e larea
totale spazzata dal rotore nel suo
tripala
bipala
multipala olandese
monopala
moto rotatorio. In formula:
Bc Z

(4.10)
R2
essendo B il numero di pale del
rotore.
Esiste una correlazione (lasca) tra
solidit del rotore e valore ottimale
del rapporto di velocit periferica di
Figura 4.13
progetto. Questa correlazione
riportata nel diagramma di figura
4.13 (da interpretare appunto in
multipala americano
maniera lasca: i valori ottimali
coprono una fascia attorno alla
curva, anche in relazione al
particolare profilo aerodinamico).
Gli effetti principali della solidit del rotore sullefficienza di captazione dellenergia eolica si
possono cos riassumere:

28

Energia eolica

Coefficiente di coppia del rotore CM

Un basso valore di solidit produce una curva CPR ampia e piuttosto piatta; ci significa
che CPR cambia poco su un ampio campo di valori del rapporto di velocit periferica, ma il
valore massimo di CPR basso per effetto delle elevate perdite per resistenza del profilo
palare.
Un elevato valore di solidit produce una curva CPR stretta con un picco pronunciato,
rendendo la prestazione del rotore molto sensibile a variazioni del rapporto di velocit
periferica; se il valore di solidit troppo elevato, il valore massimo di CPR basso, a causa di
perdite per rotazionalit della scia.
Un valore ottimale (anche sotto laspetto economico) di solidit conseguito con i rotori
eolici HAWT a tre pale (valori tipici di solidit attorno a 0,035), ma la soluzione a due pale
pu essere unalternativa accettabile in quanto, sebbene produca un valore massimo di CPR
leggermente inferiore, la curva CPR pi piatta, e ci pu costituire un vantaggio sulla
produzione energetica globale, soprattutto per macchine operanti a velocit di rotazione
costante.
Accanto alla caratteristica di potenza, un'altra grandezza operativa importante dei rotori eolici la
caratteristica di coppia, anchessa definibile mediante il gi citato coefficiente di coppia CM:
Mr
C
(4.11)
CM
P
2

v1 AR
2
La figura (4.14) mostra, per i tipi
di generatori eolici HAWT gi in
precedenza
considerati,
landamento
tipico
del
coefficiente di coppia in funzione
del rapporto di velocit periferica
(pale a calettamento fisso).
evidente la diversit tra i rotori
multipala lenti, e quelli veloci con
basso numero di pale; in
particolare, allo spunto ( = 0) i
primi possono produrre coppia
elevata anche con modeste
velocit del vento, a differenza
Rapporto di velocit periferica
Figura 4.14
dei secondi.
facilmente intuibile la non idoneit dei rotori con limitato numero di pale a produrre elevata coppia
di spunto: da fermi possono interagire solo molto limitatamente con la totale portata di vento che
passa per larea spazzata in moto. Da qui lidoneit dei rotori multipala ad operare come aeromotori,
ad esempio col rotore direttamente collegato per via meccanica a pompe volumetriche per il
sollevamento dellacqua (come per i classici aeromotori multipala americani) o collegati a macine
(mulini a vento olandesi). Per gli aerogeneratori (rotori per produzione di energia elettrica), a parte la
necessit di un valore minimo di velocit del vento per funzionare (velocit di cut-in), il basso valore
di coppia costituisce un vantaggio per il dimensionamento delleventuale moltiplicatore di giri di
collegamento tra lasse lento rotorico e quello veloce del generatore elettrico.
Si vuole ora discutere brevemente sullinfluenza dei vari parametri progettuali sul coefficiente di
potenza di rotori eolici HAWT, tenendo presente che landamento delineato nella precedente figura
4.12 rappresenta i valori di CP conseguibili nelle condizioni di progetto ottimizzate sotto il profilo
aerodinamico, strutturale ed economico.

29

Corso di Energie Rinnovabili

Coefficiente di potenza rotorico CPR

Coefficiente di potenza rotorico CPR

Numero di pale del rotore. Si


gi visto come, detto in forma
Figura 4.15
intuitiva, tanto minore il numero
di pale di un rotore, tanto pi
velocemente (a parit di altre
pala
condizioni) esso deve ruotare per
pale
compensare lo svantaggio di una
pi ridotta copertura dellarea
pale
fisica del disco attuatore. La
figura 4.15 mostra, in maniera pi
analitica della precedente figura
pale
4.12, linfluenza del numero di
pale sul coefficiente di potenza
rotorico
per
moderni
aerogeneratori
in
condizioni
Rapporto di velocit periferica
altrimenti
ottimizzate;
in
particolare le curve di figura
costituiscono indicativamente linviluppo delle curve caratteristiche dei coefficienti di potenza di
moderni rotori al variare del passo delle pale. Come infatti mostrato nella figura 4.16 (che
specificamente si riferisce al rotore tripala WKA-60), la curva CPR dipende dallangolo di
calettamento della pala; rotori moderni con passo delle pale variabile in moto possono in teoria
adeguare langolo di calettamento ottimizzandolo nelle diverse condizioni operative (quindi a diversi
valori del rapporto di velocit periferica ), mentre i rotori a calettamento delle pale fisso devono
operare lungo una singola curva caratteristica CPR .
Ritornando alla figura 4.15
angolo di calettamento a r/R=0,7
risulta evidente il campo
ottimale dei valori di progetto
piano di
vento
rotazione
del rapporto di velocit
periferica in funzione del
numero di pale rotoriche: ott
6 7 per rotori quadripala, 7
8 per rotori tripala, 10 11 per
rotori bipala, e attorno a 15 per
rotori a pala singola; questi
valori
dipendono
solo
leggermente dal tipo di profilo
aerodinamico.
Rapporto di velocit periferica
Si pu notare come, mentre nel
Figura 4.16
passare da una a due pale
lincremento del coefficiente di potenza rotorico massimo sia abbastanza consistente, nel passare da
tre a quattro pale tale incremento sia solo del 1 o 2 %, tale in genere da non giustificare il maggior
costo.
Per gli aerogeneratori collegati a rete elettrica generale costruiti una ventina di anni addietro
(operanti a velocit di rotazione fissa), il poter funzionare ad elevate velocit di rotazione costituiva
un concreto vantaggio; il minor rapporto di moltiplicazione necessario tra asse rotorico lento e asse
veloce del generatore (che doveva direttamente produrre energia elettrica a frequenza di rete)
conduceva a consistenti vantaggi in termini di peso e costo per il moltiplicatore di giri ad ingranaggi.
Attualmente, per il progresso nella concezione e costruzione dei moltiplicatori di giri, e per la
possibilit di operare anche senza moltiplicatore di giri con rotori a velocit di rotazione variabile,
non costituisce pi un problema la velocit di rotazione rotorica di progetto, ed quindi caduta una
delle ragioni di preferenza dei rotori veloci bipala o addirittura monopala.
30

Energia eolica
Inoltre, come sar trattato nel seguito, uno degli aspetti ambientali negativi nello sfruttamento
dellenergia eolica la generazione di rumore degli aerogeneratori. Per contenere la potenza sonora
dei rotori eolici necessario limitare il valore della velocit periferica dellestremit della pala; un
valore limite empirico a questo proposito U = 70 m s-1; per i grandi rotori moderni, i tripala sono
favoriti da questo punto di vista rispetto ai bipala o monopala.
A queste considerazioni si pu aggiungere la maggior complessit indotta negli altri componenti
dellaerogeneratore nel caso dinamicamente asimmetrico del rotore monopala; inoltre, il rotore
tripala considerato generalmente pi piacevole, dal punto di vista visivo, dei pi veloci (meno
riposanti alla vista) rotori bipala e monopala.
Tutto quanto anche in precedenza esposto porta a considerare attualmente il rotore tripala come
universalmente preferito per i grandi aerogeneratori moderni. Tuttavia, con il continuo incremento
nelle dimensioni e le nuove applicazioni in mare aperto (off-shore), il rotore bipala potr essere
oggetto di nuova considerazione: la scelta del numero ottimale di pale non dipende esclusivamente
da considerazioni aerodinamiche, ma dipende anche da altri fattori riguardanti laerogeneratore in
toto e le condizioni di impiego.
Forma delle pale. Si gia parlato della necessit di svergolamento delle pale, e dei vantaggi di
utilizzare efficienti profilazioni aerodinamiche.
Come vincolo progettuale generale, il
Rapporto
coefficiente di portanza del profilo palare
di velocit
scelto in modo che, al valore di
periferica
progetto del rapporto di velocit
di progetto
periferica D, la pala operi al valore
massimo
di
efficienza
(rapporto
portanza/resistenza).
Con
profili
aerodinamici di comune impiego,
langolo di attacco corrispondente
parecchi gradi sotto il valore critico (di
massima portanza), lasciando cos un
opportuno
margine
rispetto
alle
condizioni di stallo; in queste condizioni,
il valore indicativo del coefficiente di
portanza nellintorno di 1. Il valore
massimo del coefficiente di potenza
rotorico CPR si ha al valore scelto di
progetto di D. Ci peraltro impone di
realizzare
una
distribuzione
Figura 4.17
Numero di pale
aerodinamicamente
ottimale
per
landamento della corda del profilo
palare sulla sua lunghezza; landamento ottimale prevede una distribuzione iperbolica della
dimensione della corda in funzione del raggio.
La figura 4.17 mostra il risultato dellottimizzazione aerodinamica dei profili palari, per rotori con
differenti numero di pale e differente rapporto di velocit periferica di progetto; la figura fa
riferimento ad un ben determinato profilo palare (NACA 4415). Si nota immediatamente
linapplicabilit di alcune soluzioni, peraltro al di fuori dei limiti ottimali gi considerati. Ad
esempio, il profilo palare aerodinamicamente ottimale per un rotore tripala con rapporto di velocit
periferica di progetto pari a 15 risulta troppo allungato e sottile per poter soddisfare i necessari
vincoli meccanici strutturali e di rigidezza.
Spesso, per ragioni di semplicit costruttiva, il profilo planare iperbolico, che corrisponde alla
condizione ottimale aerodinamica, viene approssimato con andamenti trapezioidali o

31

Corso di Energie Rinnovabili


semitrapezioidali con tracce del bordo di attacco e del bordo di uscita rettilinee, con modesta
penalizzazione sul valore del coefficiente di potenza rotorico.
Si gi osservato come la parte della pala vicina al mozzo ha minor importanza, per quanto riguarda
la cattura di energia eolica, della parte pi esterna. Per tale ragione la parte di pala pi prossima al
mozzo sagomata dando maggior importanza ad esigenze strutturali e di rigidezza piuttosto che alle
esigenze aerodinamiche; lestremit della pala risponde invece principalmente ad esigenze
aerodinamiche, anche al fine di ridurre lintensit dei vortici di estremit, ulteriore fenomeno che
penalizza il coefficiente di potenza conseguibile per aumento dellazione di resistenza.
Da notare inoltre come anche la qualit della superficie delle pale rivesta un ruolo non trascurabile
nel realizzare elevati valori del coefficiente di potenza rotorico: superfici fluodinamicamente scabre
aumentano infatti lazione di resistenza aerodinamica; anche il valore dellangolo critico di stallo
diminuisce allaumentare della scabrezza della superficie palare. A causa dello sporcamente
superficiale, la prestazione di potenza di un aerogeneratore si riduce nel tempo; il fenomeno pi
pronunciato per i piccoli aerogeneratori che operano ad altezza limitata dal suolo, piuttosto che per le
grandi macchine operanti a quote elevate.

5. Potenza nominale e resa energetica


La maniera corretta per valutare le prestazioni economiche di un aerogeneratore eolico quella di
considerare la sua resa energetica (ad esempio su base annua), in relazione alle sue caratteristiche di
potenza ed ad un determinato regime di vento. Per un certo diametro del rotore, il compito del
progettista dunque quello di stimare la resa energetica nel regime di ventosit considerato.
I diversi aerogeneratori eolici sono caratterizzati dal valore di potenza nominale Pn, che costituisce la
massima potenza elettrica producibile dal generatore elettrico. Il corrispondente valore di potenza
rotorica PRn naturalmente maggiore, per effetto delle perdite meccaniche (supporti e tenute
meccaniche dellasse lento, eventuale moltiplicatore di giri) ed elettriche (generatore, eventuale
inverter) nella catena di trasmissione dellenergia dal rotore alla rete elettrica. Valore indicativo, per
aerogeneratori moderni, delle perdite meccaniche globali attorno al 4%; il rendimento di un
generatore attorno a 0,96 0,97, e quello di un convertitore di frequenza 0,97 0,98.
Naturalmente, per considerazioni di carattere economico, la potenza nominale di un aerogeneratore
alquanto inferiore al valore di potenza che esso potrebbe produrre alle massime velocit operative del
vento. Quando il vento ha velocit compresa tra il valore nominale v1n e la velocit massima a cui il
rotore viene fatto operare (velocit di stacco o cut-out), si rende necessario controllare la resa in
potenza del rotore costantemente al valore PRn (o a valori inferiori). Per valori di velocit del vento
inferiori al valore nominale v1n il rotore funzioner in condizioni di resa parziale. Il valore di velocit
nominale v1n e quindi la scelta del valore di potenza nominale risponde a criteri di ottimizzazione
tecnico-economica, e costituisce una scelta progettuale fondamentale per un generatore eolico.
Aerogeneratori con passo variabile in moto. Tutti i generatori eolici collegati a rete elettrica generale
messi in opera sino ad una decina di anni addietro sono del tipo con generatore elettrico direttamente
collegato alla rete, e devono quindi operare in ogni circostanza con rotore a velocit di rotazione
costante, a parte modeste variazioni conseguenti allo scorrimento delleventuale generatore asincrono
convenzionale; la velocit di rotazione determinata dalla frequenza di rete, dal numero di coppie
polari del generatore elettrico, e naturalmente dal rapporto di moltiplicazione del variatore di giri tra
asse lento rotorico e asse veloce del generatore.
Ci impedisce di adattare il valore del rapporto di velocit periferica al valore della velocit del
vento; solo per un valore della velocit del vento il rotore pu operare al valore massimo del
coefficiente di potenza. La determinazione della velocit rotorica costante che renda massima la resa
energetica richiede naturalmente di conoscere la distribuzione in frequenza della velocit del vento.

32

Energia eolica
Coefficiente di potenza rotorico CPR

La velocit del rotore e la


potenza
nominale
del
piano di
generatore
determinano
rotazione
allora
il
punto
nominale di
pieno carico
funzionamento nella curva
vento
caratteristica del coefficiente di potenza del
cut-in generatore
rotore stesso; questo punto
usualmente cade a sinistra
cut-out
generatore
del punto di massimo
valore del coefficiente di
potenza rotorico.
Per aerogeneratori con
possibilit di controllo in
moto del passo delle pale,
Figura 5.1
Rapporto di velocit periferica
nel
campo
di
funzionamento a piena potenza (a sinistra del punto di funzionamento nominale nel diagramma CPR
) la potenza controllata al valore nominale per variazione dellangolo di calettamento delle pale.
Nel funzionamento a resa parziale (a destra del punto di funzionamento nominale nel diagramma CPR
), si pu ancora operare variando il passo delle pale alla ricerca delle condizioni ottimali di
funzionamento, ma ci richiede un complesso sistema di controllo di tipo adattivo; si preferisce in
genere operare ad opportuno valore costante del passo delle pale.
La curva operativa nel diagramma CPR di un aerogeneratore reale (WKA-60) a tre pale operante
come descritto pi sopra riportata nella figura 5.1. Si tratta di un aerogeneratore sperimentale
tedesco, con potenza nominale elettrica
1200 kW (rotorica 1342 kW), diametro
del rotore D = 60 m, campo operativo
(cut-in cut-out) di velocit del vento
cut-out generatore
6 24 m s-1, velocit nominale del
velocit nominale
vento v1n = 12 m s-1, velocit di
rotazione fissa Ng = 23 giri/min.
punto di potenza
nominale

carico parziale

Angolo di calettamento
pala aa r/R
r/R==0,7
0,7

Dalla relazione di dipendenza di CPR da


immediato ricavare la potenza
rotorica in funzione della velocit del
vento; il relativo diagramma riportato
nella figura 5.2.

Figura 5.2
cut-in generatore

Si gi detto come, per ricavare la resa


energetica (producibilit) di un
aerogeneratore bisogna prendere in
dovuto conto la distribuzione statistica del vento nel periodo considerato, espressa ad esempio
attraverso le funzioni statistiche di Weibull.
La procedura semplice: la produzione energetica totale E nel periodo di tempo (il riferimento
usuale un anno) si ottiene integrando la potenza istantanea P come segue:
E P d
(5.1)

che, ricordando la (2.3) o la (2.13), si pu scrivere:

33

Corso di Energie Rinnovabili

vcut out

P v D v dv

(5.2)

vcut in

La funzione integranda nella (5.2)


si chiama densit di potenza;
mostra la distribuzione della
potenza eolica raccolta dal rotore
disponibile nel vento
massima sfruttabile
in funzione della velocit del
secondo Betz
vento. Riferendo la densit di
potenza allunit di area del disco
rotorico si ottiene la densit di
potenza specifica.
Sempre con riferimento alla gi
catturata dal rotore
considerata turbina eolica WKA60,
e
considerando
una
vel. mediana
distribuzione statistica annua del
vento rappresentabile secondo la
vel. media
funzione di Weibull con fattore di
forma k = 2 e fattore di scala s =
7,9 m s-1, nella figura 5.3
cut-out
cut-in
Figura 5.3
rappresentata la densit di potenza
specifica catturata dal rotore; lo stesso diagramma riporta anche la densit di potenza specifica
disponibile nel vento, e quella massima catturabile secondo Betz.
Dagli andamenti delle densit di potenza con la velocit del vento, secondo quanto discusso a
proposito della relazione (5.2), si possono ricavare i seguenti valori energetici annuali per
laerogeneratore e la ventosit in questione:
Energia annua disponibile nel vento: 9943 MWh/anno
Energia annua massima catturabile (secondo Betz): 5892 MWh/anno
Energia annua catturata dal rotore: 3414 MWh/anno
Producibilit rotorica specifica HR (definita come rapporto tra la producibilit e la potenza
nominale):
3414000
ore
HR
2544
1342
anno
Lesame della figura 5.3 mette in evidenza alcuni importanti fatti:
assolutamente trascurabile la perdita di energia conseguente allarresto dellaerogeneratore
per velocit del vento superiori alla velocit di cut-out (24 m s-1).
Non si pu dire lo stesso per mancato recupero dellenergia eolica a velocit del vento
inferiori alla velocit di cut-in (6 m s-1); ci dovuto allelevato valore della velocit di cut-in
di questo aerogeneratore (fatto giustificato dal suo carattere sperimentale). Usualmente il
valore del rapporto di velocit periferica di cut-in situato pi vicino al valore di fuga (valore
a cui si annulla il coefficiente di potenza sul ramo destro della curva CPR ; cfr. figura 5.1);
usuali valori della velocit di cut-in per aerogeneratori di questa taglia sono tra 4 e 5 m s -1. In
effetti, se si potesse operare con velocit di cut-in di 4,5 m s-1, seguendo la curva CPR() di
figura 5.1 a calettamento fisso, lenergia annua catturata al rotore passerebbe a 3523
MWh/anno, con un incremento di pi del 3 %; la producibilit specifica annua salirebbe a
2626 h/anno.
La massima raccolta di energia si ha per velocit del vento tra 7 e 13 m s-1.
Distribuzione di Weibull, k = 2, s = 7,9 m s-1

34

Energia eolica

Aerogeneratori a velocit di rotazione


variabile. Negli ultimi tempi sono stati
sviluppati aerogeneratori con generatore
elettrico (collegato alla rete) del tipo
asincrono con avvolgimenti rotorici ed
anelli di strisciamento; questi consentono il
collegamento degli avvolgimenti rotorici a
convertitore di potenza esterno. Il controllo
della potenza degli avvolgimenti rotorici
consente di variare entro ampi margini lo
scorrimento del rotore, e quindi la sua
velocit di rotazione. Laerogeneratore pu
in conseguenza essere gestito, nel
funzionamento a resa parziale (velocit del

Turbina eolica WKA-60


velocit di rotazione variabile

Figura 5.4
velocit di rotazione costante

vento inferiore alla velocit nominale), a


velocit
di
rotazione
variabile,
proporzionale alla velocit del vento. In
Turbina eolica WKA-60
Figura 5.5
tal modo si pu far funzionare
laerogeneratore, in questo regime di
velocit di rotazione variabile
velocit del vento, costantemente al
valore massimo del coefficiente di
potenza rotorico CPR. Ulteriore vantaggio
nellutilizzo di un generatore asincrono
velocit di rotazione costante
con avvolgimento rotorici la possibilit
di controllare lassorbimento di potenza
v. media
reattiva.
Gli stessi vantaggi per laerogeneratore
Vento con distribuzione di Weibull
(possibilit di essere gestito a velocit di
v.
mediana
k = 2, s = 7,9 m s-1
rotazione variabile, e controllo della
potenza reattiva) vengono conseguiti con
limpiego di generatore elettrico sincrono
cut-in
a magneti permanenti a elevato numero
di coppie polari (fino oltre cento) e converter. Questultimo dispositivo elettronico di potenza
trasforma la corrente a frequenza variabile generata dal generatore in corrente continua, e
successivamente (inverter e commutatori elettronici) in corrente alternata adatta allalimentazione
della rete. Grande vantaggio di questa soluzione leliminazione del moltiplicatore di giri, con i suoi
costi diretti ed indiretti (per la notevole massa).
La gestione di un aerogeneratore a velocit di rotazione variabile nellintervallo di velocit del vento
tra quella di cut-in e quella nominale permette di migliorare la resa energetica annuale. Con
riferimento alle stesse caratteristiche della turbina eolica considerata nelle figure da 5.1 a 5.3, la
figura 5.4 mostra il confronto delle curve di potenza tra gestione a velocit di rotazione fissa e
variabile; la figura 5.5 mostra lo stesso confronto relativamente alla densit di potenza, con
riferimento alla stessa distribuzione statistica del vento. La producibilit energetica annua, con
gestione a velocit di rotazione variabile, passa a 3486 MWh/anno; miglioramenti pi consistenti
verrebbero conseguiti per velocit di cut-in inferiori: con vcut-in = 4,5 m s-1, la producibilit annua tra
gestione a velocit di rotazione variabile e fissa aumenterebbe di quasi il 4%.
Aerogeneratori a calettamento fisso. In queste macchine il collegamento delle pale al mozzo fisso;
lavorano in genere con allacciamento diretto del generatore alla rete elettrica generale, e devono
quindi operare a velocit di rotazione costante. Al variare della velocit del vento varia quindi il
35

Corso di Energie Rinnovabili


rapporto di velocit periferica del rotore, ed il coefficiente di potenza segue landamento proprio
della caratteristica rotorica ad assetto costante.
La figura 5.6 mostra landamento del coefficiente di potenza in funzione del rapporto di velocit
periferica per un moderno rotore eolico tripala a calettamento fisso, progettato per il valore ottimale

Rotore tripala

Rotore tripala D = 60
Calettamento fisso

Calettamento fisso

25

15

Ng = 10 giri/min

Figura 5.6

30

20

Figura 5.7

del rapporto di velocit periferica D = 7. A tale curva ci si riferir nel seguito della trattazione degli
aerogeneratori a calettamento fisso.
Considerando come esempio un rotore tripala di
diametro D = 60 m, la figura 5.7 mostra
Rotore tripala D = 60 m
landamento del coefficiente di potenza con la
Calettamento fisso
velocit del vento, a diversi valori della velocit
25

> critic

Ng = 20 giri/min

15

Figura 5.9
Figura 5.8

stallo
aerodinamico

di rotazione del rotore. La figura 5.8 diagramma


invece la potenza rotorica in funzione della velocit
elevata
del
velocit del
velocit del vento, sempre a diversi valori della operativa
vento
vento
velocit di rotazione del rotore. Questultimo
diagramma mette in luce in particolare come, a
velocit di rotazione costante, la potenza rotorica
dapprima cresce con la velocit del vento,
raggiungendo un valore massimo per poi cominciare a decrescere. Ci riflette il fatto che il rotore
entra in stallo, a partire dallestremit delle pale; infatti, come mostrato nella figura 5.9,
allaumentare della velocit del vento, a velocit di rotazione e calettamento fissati, aumenta
progressivamente langolo di attacco tra la velocit relativa del vento e la corda del profilo, fino a
raggiungere il valore critico di stallo. In questi aerogeneratori quindi la potenza massima viene
automaticamente limitata per stallo passivo delle pale, e la potenza nominale (massima resa) del
generatore elettrico viene scelta in relazione al valore massimo di potenza rotorica. Questo sistema di
gestione passiva della potenza, fissato dalle caratteristiche aerodinamiche delle pale, comunemente
36

Energia eolica
chiamato sistema danese. Bisogna
precisare che la potenza resa dal
Rotore tripala D = 60 m
rotore in condizioni di stallo (oltre la
Calettamento fisso
velocit
nominale
del
vento
corrispondente al valore di potenza
40
massima) fluttuante e non
20
prevedibile con precisione; in queste
30
condizioni di funzionamento inoltre il
rotore sottoposto ad azioni
dinamiche instabili che devono essere
prese in conto per evitare il
Ng = 10 giri/min
manifestarsi di danneggiamenti a
fatica.
Dalle figure 5.7 e 5.8 si vede come la
Figura 5.10
velocit di rotazione di progetto
condizioni in maniera drastica la potenza resa dalla turbina. Se la velocit di rotazione di progetto
bassa, la potenza raggiunge il valore massimo a basse velocit del vento, e per estrarre energia a
velocit del vento superiori a quella di massima potenza bisogna operare in condizioni di stallo, e
quindi in maniera inefficiente. Daltro canto, una turbina operante ad elevata velocit di rotazione
in grado di estrarre elevate potenza alle alte velocit del vento, ma a velocit del vento moderate
opera in maniera inefficiente per perdite di resistenza; inoltre, come mostra la figura 5.7, la velocit
di cut-in aumenta allaumentare della velocit di rotazione.
La figura 5.10 mostra la distribuzione della densit specifica di potenza rotorica a diversi valori della
velocit di rotazione. Si vede come la producibilit annua dapprima aumenti con la velocit di
rotazione, per poi calare. Il valore massimo per la producibilit energetica annua pu servire, con
riferimento ad una definita ventosit, a scegliere la velocit di rotazione di progetto (quella massima
per turbine a due velocit di rotazione di cui si parla in seguito), per quanto la maggior parte delle
macchine eoliche di pi vecchia generazione operanti secondo queste modalit abbia velocit di
rotazione inferiore al valore di massima producibilit; altre considerazioni (economiche, legate
allemissione di rumore, ) possono prevalere.
Per poter meglio sfruttare lenergia a tutte le velocit del vento, alcuni aerogeneratori del tipo qui
considerato hanno un doppio generatore elettrico a bordo, a diverso numero di coppie polari (o un
generatore a doppia polarit). Funzionano quindi a due valori fissi di velocit di rotazione,
commutando da una allaltra in funzione della velocit del vento. Il valore inferiore della velocit di
rotazione utilizzato in condizioni di venti deboli, mentre il valore superiore viene utilizzato in
condizioni di venti pi sostenuti, con vantaggio sulla producibilit annua di energia elettrica.

6. Controllo della potenza


Come gi discusso in precedenza, per velocit del vento eccedenti il valore nominale v1n la potenza
catturata dallaerogeneratore deve poter essere limitata a valori non eccedenti la potenza nominale
del generatore elettrico Pn, sia per non sovraccaricare questultimo componente, che anche per
salvaguardare la stabilit strutturale dellimpianto.
Oltre al problema di limitare la potenza catturata alle alte velocit del vento, sussiste anche il
problema di mantenere controllata la velocit di rotazione del rotore, ad un valore costante oppure
compreso entro ben definiti limiti. Un problema drammatico legato al controllo della velocit di
rotazione sopravviene ad esempio in caso di perdita di tensione da parte della rete a cui il generatore
collegato: viene improvvisamente a mancare la coppia resistente, ed in mancanza di possibilit di
controllo la velocit di rotazione aumenterebbe rapidamente, con possibile distruzione
dellaerogeneratore.

37

Corso di Energie Rinnovabili

Coefficiente di potenza rotorico

Per il controllo della potenza catturata ed eventualmente della velocit di rotazione possono essere
impiegati mezzi aerodinamici.
Con
riferimento
esclusivo
ad
aerogeneratori
ad
asse
orizzontale,
un
angolo di
imbardata
metodo aerodinamico di limitazione della
potenza catturata quello di esporre al
vento, al crescere della sua velocit, aree
apparenti del disco attuatore via via
minori, variando langolo di imbardata
della macchina (angolo tra lasse del
rotore e la direzione del vento; in
condizioni di funzionamento normale il
valore di questangolo attorno allo
zero). Come mostra la figura 6.1,
Rapporto di velocit periferica
Figura 6.1
variazioni dellangolo di imbardata
conducono a significativi mutamenti
dellandamento del coefficiente di potenza rotorico. Questo sistema pu essere utilizzato solo con
aerogeneratori di modesta potenza (campo del minieolico); la regolazione dellangolo di imbardata
pu essere ottenuta per azione di apposito servomotore elettrico, oppure frequentemente per azione
aerodinamica di un timone direzionale.
1

piano di
rotazione

Nelle macchine di medie e grandi dimensioni si ricorre sostanzialmente (in maniera passiva od
attiva) alla variazione dellangolo di attacco tra profilo palare e vento relativo quale azione
aerodinamica per limitare la potenza catturata dalla macchina a velocit del vento superiori al valore
nominale.
I metodi utilizzati sono sostanzialmente tre:
stallo passivo
c
a
b
regolazione del passo in
avanti (verso bandiera)
regolazione del passo
indietro (verso stallo) stallo
attivo
posizione in
bandiera

Lo stallo passivo o spontaneo il


metodo di limitazione della
potenza catturata proprio degli
aerogeneratori con pale a passo
separafisso. Si gi parlato di questo
zione di
flusso
sistema
al
paragrafo
5
posizione
(stallo)
operativa
(Aerogeneratori a calettamento
fisso), che riguarda macchine a
Figura 6.2
velocit fissa di rotazione (al pi a
doppia velocit). Il sistema si attua spontaneamente per ingresso nella zona di stallo dipendente
dallangolo relativo di incidenza del vento sulle pale, che a propria volta dipende solo dalla intensit
del vento.
Gli altri due sistemi di regolazione della potenza catturata riguardano macchine con angolo di
calettamento delle pale variabile in moto:
La regolazione del passo in avanti (verso bandiera), come illustrato nella figura 6.2, presuppone che,
al supero della velocit nominale del vento, langolo di calettamento venga ruotato (in senso
antiorario nello schema b di figura), in modo di ridurre langolo di attacco a valore inferiore di
Figura 6.5

38

Energia eolica
quello ottimale, cos da mantenere costante la potenza catturata riducendo il coefficiente di portanza
(e contemporaneamente anche quello di resistenza) del profilo della pala.
Questo sistema di regolazione si applica in due varianti: passo lento se il generatore elettrico opera a
velocit di rotazione variabile; passo veloce,
se il generatore opera a velocit di rotazione
fissa.
Nel primo caso, passo lento, per velocit del
vento inferiori al valore nominale, la velocit
di rotazione dellaerogeneratore viene
Figura 6.2
variata in modo proporzionale alla velocit
del vento; i triangoli di velocit rimangono
geometricamente simili, e langolo di attacco
costantemente al valore ottimale, con
angolo di calettamento invariato. Al
rotore fermo
contrario, nella situazione di passo veloce
(aerogeneratore a velocit di rotazione fissa),
per velocit del vento inferiori al valore
nominale, langolo di calettamento deve
rotore operativo
venire regolato in maniera da mantenere
Figura 6.3
costantemente ai valori ottimali gli angoli di
attacco dei profili palari, in modo tale da
ottimizzare il rendimento energetico di cattura dellenergia eolica.
Con questo sistema di regolazione, per valori della velocit del vento superiori al valore di cut-out,
oppure per arresto di emergenza, le pale possono essere orientate in posizione di bandiera.
Il sistema di regolazione del passo indietro (verso stallo) consiste invece, con venti intensi di
velocit superiore al valore nominale, nella rotazione delle pale in verso orario secondo lo schema c
di figura 6.2 e figura 6.3, in modo da superare langolo di attacco critico ed entrare nella zona di
stallo, regolando in tal modo la potenza catturata. Anche in questo caso, per valori della velocit del
vento superiori al valore di cut-out, oppure per arresto di emergenza, le pale possono essere orientate
in linea con il vento.
Da citare che in alcuni modelli di aerogeneratori di vecchia generazione, la possibilit di variazione
dellangolo di calettamento riguarda solo una frazione (terminale) della lunghezza delle pale (25 - 30
% della totale estensione).
Nelle diverse situazioni di controllo aerodinamico della potenza eolica catturata, e di tipologia di
generatore elettrico utilizzato, i limiti di funzionamento e la logica di trasferimento della potenza dal
rotore al generatore seguono i criteri qui di seguito descritti:
Per aereogeneratori a pale fisse e controllo della potenza per stallo spontaneo, con generatori elettrici
asincroni del tipo a gabbia di scoiattolo (sistema danese), la velocit di rotazione sostanzialmente
imposta dalla frequenza di rete e non esiste sistema elettrico di regolazione della potenza catturata. Il
funzionamento in condizioni di stallo spontaneo genera instabilit e sollecitazioni dinamiche elevate
(in particolar modo nellintorno delle condizioni di massima resa di potenza), che devono essere
tenute in conto nella progettazione strutturale dellintero sistema. Il vantaggio economico di questa
modalit di funzionamento diminuisce allaumentare della taglia di macchina; attualmente il limite di
convenienza economica globale si pu porre attorno a 1,5 MW di potenza elettrica nominale.
Macchine di questo tipo, oltre ad un efficace freno meccanico, sono usualmente dotate di freni
aerodinamici da utilizzare per velocit del vento superiori al valore di cut-out, o in caso di caduta di
tensione di rete. Il freno aerodinamico comunemente costituito da appendici di estremit delle pale
opportunamente orientabili, azionate idraulicamente o per effetto centrifugo. Nelle macchine piccole
il freno aerodinamico consiste nellammainare il rotore (aumentare drasticamente limbardata).

39

Corso di Energie Rinnovabili


Per contro, con la regolazione aerodinamica per stallo attivo, al raggiungimento del valore nominale
per la velocit del vento lingresso nella zona di stallo avviene in modo netto, evitando le condizioni
operative di maggior instabilit; si ottiene una curva di potenza molto simile a quella propria dei
sistemi di regolazione per variazione del passo in avanti. Vengono superati molti dei limiti propri
delle macchine con controllo della potenza a stallo spontaneo, ed il sistema pu essere applicato a
taglie di grande potenza.
Il sistema di controllo con regolazione del passo in avanti certamente il pi sofisticato e costoso,
ma consente la massima efficienza energetica ed il miglior controllo delle sollecitazioni; inoltre, a
velocit del vento superiore al valore nominale, si ottiene una riduzione della spinta assiale, che non
si manifesta col controllo per stallo attivo. In accoppiamento con generatori ad elevato scorrimento o
a velocit libera, il controllo del tipo a passo lento, con assorbimento delle variazioni rapide di
potenza, conseguenti alle raffiche di vento, per variazione di velocit attorno al valore medio
temporale. Questa tecnologia la sola che permette, in maniera economicamente conveniente, la
costruzione degli aerogeneratori di pi grande potenza unitaria (attualmente con potenza superiore a
6 MW).

7. Applicazione numerica
Un turbogeneratore eolico ad asse orizzontale tripala, con diametro del rotore 2R = 80 m, opera a
velocit di rotazione costante Ng=14 giri/min, con i seguenti valori caratteristici di velocit: vc-i = 4
m s-1, vc-o = 25 m s-1, v1n = 12,75 m s-1. La caratteristica di potenza rotorica (Coefficiente di potenza
rotorico CPR in funzione del rapporto di velocit periferica ) quella rappresentata nella figura 7.1.
Il controllo di potenza per velocit del vento superiore al valore nominale ottenuto per regolazione
del passo delle pale.
Con riferimento ad un sito la cui ventosit annuale (a livello del mozzo del generatore)
rappresentabile in termini di densit di probabilit di Weibull a due parametri, con fattore di forma
k = 2 e fattore di scala s = 7,9 m s-1, densit di riferimento dellaria costante = 1,225 kg m-3,
valutare la producibilit rotorica specifica annua del dispositivo.

Figura 7.1

Attraverso le espressioni fornite


in precedenza, si possono
innanzitutto calcolare i valori
dei parametri propri della
ventosit specificata:
Velocit media del vento:
(2.8) v 7,00 m s-1
Velocit mediana del vento:
(2.5) v 6,58 m s-1
Velocit media quadratica:
(2.23) v2 7,90 m s-1
Velocit media cubica:
(2.15) v3 8,69 m s-1
Coefficiente di irregolarit:
(2.19) k f 1, 24

Deviazione standard relativa: (2.24) R 0,523


Energia annua specifica disponibile: (2.16 per A=1 m2) Eds 3,517 MWh m 2 y-1
16
Eds 2, 084 MWh m 2 y-1
Energia annua specifica massima catturabile, secondoWeibull: EdsW
27
40

Energia eolica

Si procede ora alla soluzione di questo problema approssimando lintegrale che compare nella
relazione 5.2 con una sommatoria alle differenze finite: lintervallo di interesse della velocit del
vento (tra vc-i e vc-o) viene suddiviso in intervalli elementari di ampiezza uguale v1, allinterno dei
quali si considerano costanti le grandezze dipendenti dalla velocit indisturbata del vento.
Tabella 7.1
v1
ms
44,5
4,55
55,5
5,56
66,5
6,57
77,5
7,58
88,5
8,59
99,5
9,510
1010,5
10,511
1111,5
11,512
1212,5
12,513
1313,5
13,514
1414,5
14,515
1515,5
15,516
1616,5
16,517
1717,5
17,518
1818,5
18,519
1919,5
19,520
2020,5
20,521
2121,5
21,522
2222,5
22,523
2323,5
23,524
2424,5
24,525

-1

v1

CPR
-

P*

4,25
4,75
5,25
5,75
6,25
6,75
7,25
7,75
8,25
8,75
9,25
9,75
10,25
10,75
11,25
11,75
12,25
12,75
13,25
13,75
14,25
14,75
15,25
15,75
16,25
16,75
17,25
17,75
18,25
18,75
19,25
19,75
20,25
20,75
21,25
21,75
22,25
22,75
23,25
23,75
24,25
24,75

13,798
12,346
11,170
10,198
9,383
8,688
8,088
7,567
7,108
6,702
6,340
6,014
5,721
5,455
5,213
4,991
4,787
4,599
4,426
4,265
4,115
3,976
3,845
3,723
3,609
3,501
3,399
3,304
3,213
3,128
3,046
2,969
2,896
2,826
2,760
2,696
2,636
2,578
2,522
2,469
2,418
2,369

0,2814
0,3514
0,3945
0,4237
0,4435
0,456
0,4643
0,4682
0,4693
0,4684
0,4659
0,4618
0,4558
0,4489
0,4402
0,4291
0,4156
0,3995
0,3802
0,3596
0,3386
0,3165
0,2928
0,2682
0,2441
0,2217
0,2005
0,181
0,1634
0,147
0,132
0,1179
0,1048
0,0932
0,0824
0,0724
0,0636
0,056
0,0499
0,046
0,0435
0,0422

67
116
176
248
333
432
545
671
811
966
1135
1318
1511
1717
1930
2143
2352
2549
2723
2878
3016
3127
3197
3226
3225
3208
3168
3116
3058
2983
2899
2796
2679
2564
2434
2293
2157
2030
1931
1897
1910
1970

D
(m s-1)-1

67
116
176
248
333
432
545
671
811
966
1135
1318
1511
1717
1930
2143
2352
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2549
2434
2293
2157
2030
1931
1897
1910
1970

0,1020
0,1060
0,1082
0,1085
0,1071
0,1042
0,1001
0,0949
0,0888
0,0822
0,0753
0,0681
0,0610
0,0541
0,0474
0,0412
0,0355
0,0302
0,0255
0,0213
0,0176
0,0145
0,0118
0,0095
0,0076
0,0060
0,0047
0,0037
0,0028
0,0021
0,0016
0,0012
0,0009
0,0007
0,0005
0,0004
0,0003
0,0002
0,0001
0,0001
0,0001
0,0000

kW

41

DP*
DP
-1 -1
kW (m s )
6,78
12,29
19,01
26,90
35,70
45,01
54,52
63,65
72,07
79,43
85,43
89,76
92,19
92,84
91,56
88,33
83,39
77,00
69,39
61,31
53,21
45,26
37,62
30,59
24,41
19,21
14,89
11,38
8,60
6,41
4,72
3,42
2,44
1,72
1,19
0,82
0,55
0,37
0,25
0,17
0,12
0,09

6,78
12,29
19,01
26,90
35,70
45,01
54,52
63,65
72,07
79,43
85,43
89,76
92,19
92,84
91,56
88,33
83,39
76,99
64,96
54,30
44,97
36,90
30,00
24,17
19,30
15,27
11,98
9,31
7,17
5,48
4,15
3,11
2,32
1,71
1,19
0,82
0,55
0,37
0,25
0,17
0,12
0,09

Corso di Energie Rinnovabili


I valori numerici sono riportati nella Tabella 7.1, ove nelle varie colonne sono riportate le seguenti
grandezze:
v1: riporta i valori estremi di velocit indisturbata del vento dei successivi intervalli elementari,
ciascuno di ampiezza v1;
v1: riporta il valore medio di velocit indisturbata del vento nellintervallo elementare, rispetto a cui
sono calcolati i valori dei parametri che dipendono dalla velocit del vento, riportati nelle successive
colonne;
: rapporto di velocit periferica che compete allintervallo considerato;
CPR: relativo valore del coefficiente di potenza rotorico, da leggete nel diagramma di figura 7.1. I dati
riportati in Tabella sono ricavati direttamente dal supporto informatico da cui tracciata la figura, ed
hanno quindi precisione superiore a quanto si pu ottenere dal grafico;
P*: potenza rotorica P* 0,5CPR v13 R2 , non tenendo conto del limite imposto dal valore di potenza
nominale;
P: potenza rotorica, tenendo conto del limite imposto dalla potenza nominale PNR= 2549 kW;
D: valore della densit di probabilit di Weibull;
DP*: densit di potenza, relativa alla potenza P* ( DP* P * D );
DP: densit di potenza, relativa alla potenza P ( DP P D ).
Potenza rotorica nominale (potenza prodotta dal rotore a v1: = 12,75 m s-1) PNR = 2549 kW
Energia annua catturata dal rotore:
ER v1 365 24 DP 0,5 365 24 1454,51/1000 6371 MWh/anno
Producibilit specifica rotorica annua: H R ER / PRN 6371/ 2549 2499 h/anno
Energia annua che il rotore catturerebbe senza controllo di potenza:
ER v1 365 24 DP* 0,5 365 24 1514, 02 /1000 6631 MWh/anno
In questultimo caso peraltro il generatore elettrico dovrebbe essere dimensionato per una potenza
rotorica massima di 3226 kW, anzich per la potenza nominale rotorica di 2549 kW.
Si vede come lenergia annua principalmente estratta con velocit indisturbata del vento compresa
tra 7 e 14 m s-1.
Si vede che, rispetto alla quantit massima (secondo la teoria di Weibull) di energia catturabile da un
rotore di queste dimensioni, la quantit effettivamente estratta quasi il 61 %.
Dalle grandezze meccaniche rotoriche si pu passare alle corrispondenti grandezze elettriche
moltiplicando per il rendimento meccanico e per il rendimento della conversione elettrica. Per calcoli
di prima approssimazione, si pu assumere per il prodotto di questi due rendimenti un valore
mediamente costante col regime di funzionamento dellaerogeneratore, con valore attorno a 0,9.
La precisione (matematica) del risultato ottenuto dipende naturalmente dallampiezza dellintervallo
elementare v1 assunto a base dellintegrazione numerica della relazione 5.2.
La successiva Tabella 7.2 mostra i diversi risultati ottenuti per lenergia rotorica annua catturabile
ER, con diverse assunzioni per lintervallo dintegrazione numerica v1:
Tabella 7.2
v1, m s-1
ER, MWh/anno

2
6386

1
6372

0,5
6371

42

0,2
6369

0,1
6368

0,01
6368

Energia eolica

Si vede come anche la scelta v1= 1


m s-1 avrebbe condotto a risultati pi
che
soddisfacenti
per
scopi
ingegneristici.
La figura 7.2 mostra la variazione
dellenergia
rotorica
annua
catturabile al variare del valore della
velocit di rotazione di progetto
(sempre
con
modalit
di
funzionamento
a
velocit
di
rotazione costante).
Figura 7.2
La curva denominata v1n = 12,75 m
s-1 si riferisce alla situazione in cui
la velocit nominale del vento v1n
sempre mantenuta al valore 12,75 m
-1
s , a tutti i regimi di rotazione; conseguentemente quindi, con la velocit di rotazione, varia il valore
della potenza nominale rotorica del dispositivo; il massimo per lenergia rotorica annuale catturata
(ER = 6575 MWh/anno) si ha per velocit di rotazione Ng = 16,5 giri/min, con potenza nominale
rotorica PNR = 2818 kW.
Laltra curva nel grafico di figura 7.2, denominata PNR = 2549 kW si riferisce alla situazione in cui,
al variare della velocit di rotazione, il valore della potenza nominale rotorica PNR costantemente
mantenuta al valore originario di 2549 kW (varia quindi la velocit indisturbata del vento a cui tale
valore viene raggiunto). In tale situazione la velocit di rotazione ottimale sarebbe Ng = 15 giri/min,
con energia rotorica annua catturata ER = 6398 MWh/anno; un vantaggio modesto rispetto al valore
originariamente trovato a velocit di rotazione Ng = 14 giri/min.
Si osservi che, dati i parametri operativi fissati, le due curve nel grafico di figura 7.2 devono
incontrarsi a Ng = 14 giri/min.

8. Localizzazione delle turbine eoliche


In linea generale si pu affermare che i siti
favorevoli allinstallazione di turbine eoliche
devono almeno avere velocit medie annuali
del vento di 4,5 m s-1, con vento a carattere
piuttosto costante durante lintero anno, con
basso livello di turbolenza e limitate raffiche.
La scelta del sito ove porre in opera una o pi
turbine eoliche deve inoltre prendere in attenta
considerazione i relativi impatti ambientali e gli
aspetti socioeconomici; come detto, sono
naturalmente essenziali le risorse di ventosit
presenti. Partendo da questultimo aspetto, si
mostrato nel paragrafo precedente come sia
possibile calcolare la producibilit energetica
annua nota la ventosit del sito (in termini di
distribuzione statistca di Weibull, da riferire in
genere allaltezza della mezzeria del rotore) e le
caratteristiche dellaerogeneratore (che devono

Velocit massima

(a)

Velocit massima

(b)

Velocit massima

(c)

Figura 8.1

43

Corso di Energie Rinnovabili


essere adattate alla situazione presente). Dati generali indicativi sulla ventosit di un sito possono
essere naturalmente reperiti in pubblicazioni riassuntive delle caratteristiche di ventosit di un
territorio, quali ad esempio gli Atlanti del vento; individuato un sito, si dovrebbe peraltro, per
validare la scelta preliminare, procedere ad una campagna di misure specifiche (velocit e direzione
del vento alla quota congruente, altri parametri metereologici), che per essere significativa dovrebbe
estendersi per uno tre anni; chiaro che ci si pu fare solo per progetti di installazione di
generatori eolici di grande potenza.
Nella scelta del sito e della quota di installazione del rotore, bisogna prendere in considerazione
fattori locali che possono esaltare o ridurre la cattura dellenergia del vento, o comunque dar luogo a
situazioni critiche per la turbina (come lelevata turbolenza indotta localmente sulla corrente ventosa,
o elevata disuniformit di velocit del vento in corrispondenza al disco rotorico).
La figura 8.1 illustra, in maniera molto schematica, leffetto sul profilo di velocit del vento di rilievi
tipici dei territori collinosi. In particolare lo schema (a) mostra come possa essere molto conveniente
installare rotori eolici sulla sommit di colline che presentino, sopravento rispetto alla direzione
prevalente della corrente ventosa, pendio ad
Influenza di colline ed ostacoli
andamento dolce e regolare. Si pu sfruttare infatti Localizzazione
la cosiddetta accelerazione topografica, il fatto cio favorevole
che il pendio causa un incremento della velocit nei
bassi strati senza incrementare il livello di
turbolenza
accelerazione
turbolenza; questo aumento di velocit pu
alla sommit
di pendii dolci
condurre ad importanti incrementi nellenergia
annua catturata.
Come invece illustrato negli schemi (b) e (c) della Localizzazione
sfavorevole
stessa figura 8.1, sono siti sfavorevoli alla posa in
Figura 8.2
opera di turbine eoliche le creste di colline o rilievi
turbolenza alla
sommit di pendii
a declivio ripido sopravento, oppure localizzazioni
molto ripidi
sottovento rispetto a rilievi bruschi; il profilo della
velocit del vento pu addirittura invertirsi negli
Presenza di
strati pi bassi in queste circostanze, e si soffrono
ostacoli
> 10 H
anche gli effetti di elevata turbolenza.
I primi due schemi della figura 8.2 illustrano ancora
le situazioni gi esaminate. Il terzo schema indica
H
invece le precauzioni da prendere in presenza di
ostacoli circostanti il sito di installazione. Queste
La miniturbina eolica deve essere locata ad una
prescrizioni si riferiscono ad applicazioni del micro
distanza di almeno 10 volte laltezza degli ostacoli
o minieolico (indicativamente fino a
potenze nominali rotoriche di 250
kW), mentre per turbine di maggior
potenza le precauzioni da prendere
sono
pi
severe,
come
schematicamente mostrato nella
successiva figura 8.3.
La figura 8.4 mostra invece unaltra
Figura 8.3
situazione
locale
favorevole
vento
allinstallazione di rotori eolici per
accelerazione topografica; si tratta di
sfruttare laumento di velocit che il
H
vento subisce in vallate e passi
H scia
montani a sviluppo longitudinale
H
turbolenta
nella
direzione
prevalente
di
ventosit.
H
44

Energia eolica

Vi infine da considerare leffetto di reciproca interferenza tra turbine eoliche installate in schiera
nelle cosiddette fattorie o parchi eolici, sia su terraferma che in mare aperto. importante
naturalmente spaziare le diverse turbine in maniera da limitare la perdita per mutuo disturbo di
energia catturata. In presenza di sufficiente ampiezza della zona a disposizione e su terreno piatto, le
singole turbine devono essere spaziate da tre a cinque volte il diametro del rotore nella direzione
perpendicolare a quella prevalente del vento, e da otto a dieci volte il diametro del rotore nella
direzione prevalente del vento. Rispettando i valori estremi di queste prescrizioni, la penalizzazione
nella cattura di energia eolica pu essere limitata al 2 % rispetto a quanto potrebbe produrre
linsieme dei rotori in condizioni di assenza di disturbo reciproco.

MASSIMA VENTOSIT

PASSO

Figura 8.4

9. Gli aerogeneratori
(da completare)
Lenergia che pu essere raccolta da un aerogeneratore dipende, oltre che dalla velocit del vento,
dallarea del disco coperta dal rotore.
In figura 7.1 sono riportate le dimensioni medie di aerogeneratori. Come si detto, una turbina tipica
con un generatore da 600 kW elettrici presenta un diametro del rotore di circa 44 metri.
Raddoppiando il diametro del rotore, si ottiene unarea quattro volte pi grande, e quindi una potenza
in uscita quattro volte maggiore.
I diametri del rotore possono comunque presentare delle differenze rispetto alla figura 9.1, poich
molti produttori ottimizzano le loro macchine in funzione delle condizioni locali del vento. Ad
esempio, per una macchina da 600 kW i diametri del rotore possono variare tra 39 e 48 m, in
funzione della ventosit dellarea, in maniera da estrarre il massimo di energia nel corso dellanno.
Una ragione per scegliere grandi aerogeneratori rappresentata dalleconomia di scala nelle turbine
eoliche, nel senso che macchine pi grandi sono in grado di fornire energia elettrica a costo pi
basso. Inoltre, macchine di taglia grande sono pi adatte per impianti di generazione eolica off-shore.
Al contrario, alcune ragioni per scegliere macchine piccole possono essere: la rete elettrica non
sufficientemente potente da veicolare lelettricit in uscita da macchine grandi, la minore fluttuazione
di elettricit nel caso di molte macchine piccole rispetto a poche macchine grandi, la distribuzione
del rischio in caso di guasto temporaneo, considerazioni legate allimpatto visivo.
Lenergia eolica una fonte rinnovabile e pulita. I possibili effetti indesiderati degli impianti hanno
luogo solo su scala locale e sono: loccupazione del territorio, limpatto visivo, il rumore, gli effetti
sulla flora e la fauna e le interferenze sulle telecomunicazioni.
Per quanto riguarda il rumore, notevoli passi avanti sono stati compiuti nella progettazione degli
aerogeneratori per ridurre le emissioni sonore. Ad oggi, sulla base dei dati disponibili per le
emissioni sonore dei moderni aerogeneratori dellindustria danese, si pu stimare che il rumore non
45

Corso di Energie Rinnovabili

Figura 9.1

costituisce un problema per insediamenti che si trovino ad una distanza maggiore di circa sette volte
il diametro del rotore.
Secondo unanalisi del ciclo di vita delle turbine eoliche, condotto dallAssociazione dellIndustria
del Vento Danese, le turbine eoliche moderne recuperano rapidamente tutta lenergia spesa per la
loro realizzazione, installazione, manutenzione e rottamazione. In condizioni di vento standard, esse
presentano un tempo di ritorno energetico di duetre mesi. Lo studio tiene conto anche del contenuto
energetico associato a tutti i componenti della turbina eolica e alla loro catena produttiva.
Il rotore costituito da un mozzo
su cui sono fissate le pale . Le pale
pi utilizzate sono realizzate in
fibra di vetro. I rotori a due pale
sono meno costosi e girano a velocit pi elevate. Sono per pi
rumorosi e vibrano di pi di quelli
a tre pale.

Moltiplicatore di giri
Generatore

Il funzionamento di un
aerogeneratore gestito
da un
sistema di controllo.

Il sistema frenante costituito da


due sistemi indipendenti di arresto
delle pale: un sistema di frenaggio
aerodinamico e uno meccanico.
Il primo viene utilizzato per
controllare la potenza
dellaerogeneratore, come freno di
emergenza in caso si sovravelocit
del vento e per arrestare il rotore.
Il secondo viene utilizzato per
completare larresto del rotore e
come freno di stazionamento.

La navicella una cabina


in cui sono ubicati tutti i
componenti di un
aerogeneratore, ad
eccezione del rotore e del
mozzo. La navicella
posizionata sulla cima della
torre e pu
girare di 360 attorno
allasse della torre.

La torre sostiene la navicella e il


rotore, pu essere a
forma tubolare o a traliccio.

Figura 9.2 (fonte ENEA)

46

Energia eolica
Per ulteriori informazioni: www.windpower.org
BIBLIOGRAFIA
Rodolfo Pallabazzer Sistemi Eolici. Rubbettino Editore, Soneria Mannelli (2004)
Erich Hau Wind Turbines, Fundamentals, Technologies, Application, Economics. 2nd Edition,
(2005). Springer, Berlin.
ABB Quaderni di Applicazione Tecnica N. 13: Impianti Eolici.

APPENDICE A Coefficiente di potenza per rotore a resistenza.


Si faccia riferimento al rotore eolico schematicamente realizzato come in Figura A1; il suo
funzionamento si basa sulla forza di resistenza che le pale rotanti offrono al vento (rotore a resistenza
anzich a portanza). Si vuole determinare il valore massimo conseguibile per il Coefficiente di
Potenza Rotorico, considerando la presenza del tegolo che protegge le palette nel loro moto
controvento (con posizionamento facilmente pilotabile a mezzo di timone); si considera che la
situazione dinamica sia sempre mediamente riconducibile alla configurazione geometrica della parte
destra di figura A1, calcolata con riferimento al raggio medio r. A vantaggio di un calcolo molto
conservativo, si assume che la velocit di impatto del vento sulla paletta sia quella indisturbata v1,
ben sapendo che in realt, per estrarre potenza dal vento, questo deve rallentare prima del dispositivo
estrattore. Si considera inoltre il moto rotatorio della paletta equivalente a quello traslatorio nella
posizione indicata in figura.
Il vento, a velocit assoluta v1, colpisce la paletta di area A con la velocit relativa vr v1 r ; la
forza resistente D (drag) esercitata sulla paletta allora:
1
1
2
D CD A v r2 CD A v1 r
2
2

e la potenza rotorica risulta allora:


1
2
PR D r CD A v1 r r
2
Definendo questa volta r v1 , risulta:
2 1
PR CD 1 A v13

e di conseguenza il Coefficiente di Potenza Rotorico CPR risulta:

CPR CD 1

ed assume valore massimo per =1/3, per cui si ha CPR max

4
CD
27

Assumendo per il coefficiente di resistenza il valore CD=1,2 (congruo con il limite massimo di un
profilo a tazza), risulta CPR max 0,18 , molto pi basso non solo del limite di Betz CPR Betz 0,59
applicabile ai rotori a portanza ad asse orizzontale, ma anche dei valori comunemente ottenuti da
queste macchine sul campo.
Da notare che per il rotore a
vr
resistenza la velocit relativa del
vento rispetto alla paletta rotante
necessariamente sempre inferiore
alla velocit indisturbata del vento:
vr v r

Figura A1
47

con v v1

Corso di Energie Rinnovabili


mentre nei rotori a portanza la velocit relativa del vento rispetto alla pala rotante sempre superiore
alla velocit locale del vento; risulta infatti:
vr v 2 r

Poich la forza motrice utile (di resistenza nei rotori a resistenza; di portanza nei rotori a portanza)
dipende, oltre che dai relativi coefficienti CD e CL, dal quadrato della velocit relativa vr, ben si
comprende una ragione fondamentale per cui i rotori a portanza possono estrarre maggior potenza
dal vento di quelli a resistenza.

48

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