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01 - 1 - Mattiello
01 - 2 - Mattiello
Atomi aventi stesso numero atomico Z ma diverso numero di massa A vengono detti
isotopi di un elemento. Nellesempio sono indicati due isotopi (generalmente detti
nuclidi) del carbonio.
12
6
13
6
Lunit di massa atomica (uma oppure u, ora Da, Dalton) definita come 1/12
della massa totale (nucleo + elettroni) del 12C (carbonio-12). Le masse di tutti i
nuclidi vengono quindi riferite a questa grandezza e sono perci delle masse
atomiche relative.
Massa del
12
C = 1,99252x10-26 kg = 12 u
1,66054x10-27 kg = 1 u = 1 Da
protone = 1,0073 u
neutrone = 1,0087 u
elettrone = 5,4858x10-4 u
( C) (98,89%) = 12,00000 u
13
( C) (1,11%) = 13,0034 u
(C)=12,011 u
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h
mvr = n
2
dove:
m e v = massa e velocit dellelettrone;
r = raggio dellorbita;
h = costante di Planck (6,6x10-34 Js)
Questa quindi lespressione della quantizzazione del momento angolare
Viene quindi introdotto n = numero quantico principale (1,2,3,...)
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Fe=ma=mv2/r
h2
r = n
2 2
4me
2
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12 x 0,053 = 0,053 nm
22 x 0,053 = 0,212 nm
32 x 0,053 = 0,477 nm
En = -
4 2
1 2me
2
2
n h
=h
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E 2 E1 ) 2me 4 2 1
(
= h=
=
h
h3
1
2 2
n1 n 2
=1 = c
si ha:
1 1
2me 4 2 1 1
=
2 2 = R 2 2
3
ch n1 n 2
n1 n 2
dove R = costante di Rydberg = 1,09737x107m-1
Per mezzo di queste relazioni quindi possibile calcolare tutte le frequenze che
latomo di idrogeno pu assorbire (emettere) quando si ha un salto energetico da
parte dellelettrone.
Spettro di emissione dell'idrogeno.
Si pu notare quindi come sia importante la spettroscopia cio una tecnica capace di
determinare (per es. nel caso dellatomo H) le energie dei differenti stati stazionari (per es.
righe spettroscopiche).
Nel 1885 Balmer ottenne in tale modo, cio per mezzo di tecniche spettroscopiche, cio
empiricamente, il valore della costante di Rydberg, R, calcolato poi 30 anni dopo da Bohr.
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contemporaneamente
v r h/4m
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Orbitali p (l=1). Gli orbitali p, possibili per ogni valore n2, sono in numero di 3,
perch ad l=1 corrispondono per m i tre valori m=1, m=0, m=-1 (tab. 2); per un
generico numero quantico principale n, gli orbitali p sono quindi:
n11
n10
n1-1
Il calcolo relativo alla distribuzione della carica degli elettroni sugli orbitali p porta ad
attribuire ad essi la stessa forma, e tre orientazioni ortogonali fra loro. In
figura tali orbitali sono rappresentati separatamente per chiarezza, ma vanno
immaginati riuniti in un'unica terna di assi, alla cui origine si trova il nucleo; le
diverse orientazioni degli orbitali p vengono spesso indicate scrivendo, con ovvia
notazione, px, py, pz.
I numeri quantici che determinano il valore dell'energia di un orbitale sono n ed l:
poich i tre orbitali p relativi ad uno stesso n hanno uguali i valori di n e di l, essi
sono isoenergetici: orbitali di uguale energia vengono indicati con il nome di
degeneri, e pertanto si usa dire che l'orbitale p 3 volte degenere.
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Orbitali d (l=2). Gli orbitali d, possibili solo per n3, sono in numero di 5, perch
(tab. 2) ad l=2 corrispondono 5 valori di m: 2, 1, 0, -1, -2; pertanto per un valore
del numero quantico principale n (3) gli orbitali d sono:
n22
n21
n20
n2-1
n2-2
Le forme calcolate per la distribuzione della carica degli elettroni sugli orbitali d sono
rappresentate in fig. 2c.
I cinque possibili orbitali d, analogamente a quanto detto per i tre orbitali p, e con le
stesse limitazioni, hanno uguale energia e pertanto si dice che il sottolivello d 5
volte degenere. Anche gli orbitali d, come quelli p, vengono distinti con diversi indici:
i tre orbitali d che bisecano i piani XY, XZ, YZ, vengono indicati con dxy, dxz, dyz;
l'orbitale lungo gli assi XY con dx2-y2 e quello, deformato lungo l'asse Z, con dz2.
Non tratteremo i successivi orbitali f.
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Un orbitale pu essere:
a) non occupato,
b) occupato da un elettrone (che in tal caso detto elettrone dispari);
c) occupato da due elettroni.
Riferendosi alla tab. 2, dalla quale risulta che gli orbitali che possono esistere in
corrispondenza ai valori di n sono: uno se n = 1, quattro se n = 2, nove se n= 3,
cio in generale n2, e ricordando che su ciascun orbitale possono esistere al
massimo 2 elettroni (principio di Pauli), si conclude che il numero massimo di
elettroni che in un atomo polielettronico pu occupare il livello con numero quantico
principale n, 2n2; risultato questo gi incontrato nella trattazione quantistica.
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Gli elettroni pi legati al nucleo sono quelli pi vicini ad esso, cio quelli con n = 1;
gli elettroni meno legati, perch pi lontani e pi schermati, sono gli elettroni col pi
elevato valore di n.
Sono questi ultimi, detti anche elettroni esterni oppure elettroni di valenza quelli
che determinano le propriet chimiche dell'atomo.
La formula En= -1/n2 (2m2e4/h2), ottenuta nella teoria quantistica, ma
operativamente valida anche nella teoria ondulatoria, consente di calcolare le
energie degli orbitali che possono esistere nell'atomo di idrogeno nel suo stato
fondamentale (n=1) e nei suoi stati eccitati (n>1); tale formula valida per
soltanto per sistemi costituiti da un nucleo e da un solo elettrone, come l'atomo H, lo
ione He+ e pochi altri sistemi detti idrogenoidi; non valida per atomi
polielettronici.
Il calcolo delle energie degli orbitali di questi atomi difficoltoso e approssimato,
perch mancano i mezzi matematici adatti per il calcolo rigoroso dell'entit delle
azioni repulsive fra tutti gli elettroni dell'atomo.
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La fig. 3 mostra la variazione delle energie degli orbitali di un atomo polielettronico al variare di n e di l: la
pi elevata differenza di energia fra due orbitali successivi si ha fra gli orbitali con n=1 e con n=2 (elettroni
1s e 2s); all'aumentare del valore di n diminuisce la differenza di energia fra gli orbitali con numero quantico
principale n ed n+1.
Figura 3 Ordine crescente delle energie degli orbitali di un atomo polielettronico al variare di n (16) e di l
(03).
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L'entit della schermatura della carica nucleare da parte degli elettroni condiziona
fortemente le propriet chimiche dell'atomo.
Gli elettroni pi esterni di un atomo sono perci quelli meno fortemente
legati, cio quelli che possono essere mobilizzati con minore spesa di
energia.
Quindi, sono gli elettroni pi esterni degli atomi quelli che ne determinano
le propriet chimiche.
Se si ordinano i vari atomi secondo i valori crescenti del numero atomico (Z) a
partire dall'idrogeno (Z=1), e di ciascuno di essi si determina, con il metodo
dell'Aufbau, la struttura elettronica, si manifesta un'ordinata replica delle
strutture elettroniche esterne; questa periodicit di struttura rappresenta la
base razionale del sistema periodico stabilito, come si detto, da Mayer e da
Mendelyev su basi empiriche.
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