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NERI POZZA

NORME E CONVENZIONI REDAZIONALI

Il materiale da pubblicare dovr sempre essere inviato come file Rtf tramite email
oppure presentato su dischetto. I programmi di scrittura consigliati sono Microsoft
Word per Windows e Macintosh (salvare il file in formato Rtf). Il testo dovr essere
con interlinea uno, allineato a sinistra, e senza rientro di prima riga.
Le seguenti norme vanno adottate sia per i testi originali in italiano sia per le
traduzioni. Per quanto riguarda le traduzioni, non bisogna seguire il formato del testo
originale (per esempio la lineetta invece delle virgolette nei dialoghi, ecc.) e tanto
meno le particolarit della lingua dorigine (per esempio luso delle maiuscole in
inglese).
SOMMARIO
Abbreviazioni
Accento
Apostrofo
Articolo
Barra ( / )
Bibliografie
Corsivo
D eufonica
Iniziale maiuscola e/o minuscola
Lineetta ( )
Maiuscoletto
Maiuscolo
Note
Numeri
Punteggiatura nei dialoghi
Punto
Segno
Trattino ( - )
Tre puntini ( ... )
Virgolette ()
Vocaboli stranieri

ABBREVIAZIONI
In caso di singole lettere puntate consecutive, tra di esse non va alcuno spazio (a.C.;
G.W.F. Hegel).
Le abbreviazioni di misure non richiedono mai il punto finale e, di norma, seguono la
misura (km, cm, m ecc.).
autori vari
avanti Cristo
confronta
dopo Cristo
eccetera
edizione
ibidem
Idem/Iidem
nota del curatore
nota dellautore
nota del traduttore
pagina/e
per esempio
seguente/i
senza data
senza luogo di edizione
traduzione
versi
volume/i
Mister, Mistress
Madame
Madamoiselle
Monsieur
senior
junior
Saint

Aa.Vv.
a.C.
cfr.
d.C.
ecc. (mai preceduto da virgola)
ediz.
ibid.
Id./Iid.
(N.d.C.)
(N.d.A.)
(N.d.T.)
p./pp.
per es.
sg./sgg.
s.d.
s.l.
trad.
v./vv.
vol./voll.
Mr, Mrs (errato Mr., Mrs., Miss non si abbrevia)
Mme
Mlle
M.
sr (errato sr.)
jr (errato jr.)
St (errato St.)

ACCENTO
Laccento su i e u sempre acuto (cos, pi), ma leditore provveder se necessario a
cambiare gli accenti alla consegna del testo. Su a e o sempre grave. Per quanto riguarda la e
acuto su ch congiunzione causale, sui composti di che (affinch, cosicch, giacch,
perch ecc.); sui passati remoti tipo pot: sui composti di tre (ventitr ecc.) e re (vicer); su
merc, n, scimpanz, s, test. grave negli altri casi.
Laccento non va mai indicato con lapostrofo, nemmeno sulle lettere maiuscole ( e non
E ).
Si consiglia di indicare laccento nei seguenti casi:
In caso di ambiguit contermini omografi (adultri, presdi ecc., senza accento gli altri
adulteri, presidi ecc.).
In caso di ambiguit nelle forme verbali di e dnno, in vlta (arco), stte (pl. di setta),
sempre in di (divinit, ma Dei).

APOSTROFO
Lapostrofo va sempre unito sia alla parola che precede sia a quella che segue.
Non vanno mai elisi gli articoli plurali gli e le (glitaliani), salvo particolari licenze
poetiche.
Lapostrofo viene usato nelle parole tronche (be, mo, po) e in alcuni imperativi (di, da,
fa, sta ecc.).
Lapostrofo si usa per segnalare la caduta di una sillaba iniziale (sto per questo), oppure
nelle date in forma abbreviata (gli anni 40), ma non va indicato davanti al secondo elemento
di date unite da trattino (15-18 e non 15-18). In generale preferibile scrivere i numeri in
lettere (gli anni Quaranta).
Attenzione
I programmi di scrittura pongono in maniera automatica lapostrofo intelligente, che si
apre e si chiude intorno ai caratteri. Nel caso delle date pu accadere che si scriva 68 invece
di 68.

ARTICOLO
Larticolo femminile e maschile non deve precedere i nomi propri dei rispettivi generi
(Duras e non la Duras; Praz e non il Praz, ecc.). I nomi devono essere dati per esteso la prima
volta che compaiono in un testo, qualunque sia la loro notoriet.
Allinterno di testi di narrativa, larticolo che appartiene a titoli di opere va assimilato
sintatticamente nel testo, quando necessario (es.: Nei Promessi sposi, invece di: Ne I
promessi sposi). Nella saggistica larticolo rimane parte del titolo, almeno nella prima
occorrenza.

BARRA ( / )
Indica unalternativa di scelta tra due termini. Non vuole alcuno spazio n prima n dopo
(e/o, capitolo/i ecc.).
Si usa anche per indicare laccapo dei versi in una citazione. In questo caso la barra
preceduta e seguita da uno spazio.

BIBLIOGRAFIE
Cfr. le indicazioni bibliografiche per le note. Nello specifico degli elenchi bibliografici a fine
volume, questo il modello:
AA.VV., Elogio della menzogna, Palermo, Sellerio, 1990.
AGOSTINO, Sulla bugia, Milano, Rusconi, 1994.
CARRAVETTA, PETER e SPEDICATO, PAOLO (a cura di), Postmoderno e letteratura, Milano,
Bompiani, 1984.
3

DELEUZE, GILLES, Differenza e ripetizione, Bologna, il Mulino, 1971.


Limmagine tempo, Milano, Ubulibri, 1989.
SANTORO, MARCO, La musica, la sociologia e 40 milioni di italiani, in il Mulino, n. 5,
Bologna, il Mulino, 1992, pp. 40-44.
SCHWARTZ, HILLEL, The Culture of the Copy, New York, Zone Books, 1996.

CORSIVO
Il corsivo (o italico) serve per segnalare al lettore che una cosa si stacca in qualche modo
dal testo base.
Andranno in corsivo:
Tutti i termini stranieri che non siano entrati nelluso corrente in italiano. Quando un
termine scritto in tondo, rimane invariato al plurale; quando in corsivo, va declinato
secondo le regole della lingua di provenienza.
I nomi propri di navi, aerei e altri mezzi di trasporto, o di reparti militari (Titanic, Folgore)
I titoli allinterno di un testo narrativo, di qualunque tipo essi siano (libri e articoli, quadri e
sculture, film, canzoni ecc.). Non vanno in corsivo ma in tondo con la maiuscola: Bibbia,
Corano, Vangelo, Antico, Vecchio e Nuovo Testamento (vanno in corsivo i singoli libri:
Genesi, Apocalisse, ecc.).
Un termine o una frase da mettere in particolare evidenza.
Le lettere o le parole alle quali ci si riferisce in quanto tali allinterno del testo (la parola
cane, una Q maiuscola, ecc.).
I termini in latino della classificazione zoologica e botanica il primo con liniziale
maiuscola, il secondo con la minuscola (Homo sapiens, Quercus alba).
Attenzione
Per non appesantire troppo il testo, se un termine che va in corsivo ricorre pi volte in un
libro, pu essere messo in corsivo solo alla sua prima occorrenza e lasciato in tondo tutte le
altre.
La punteggiatura interna a un corsivo va anchessa in corsivo; quella invece che separa due
corsivi o che si trova alla fine dellespressione in corsivo va in tondo. Il segno di
punteggiatura va in corsivo quando fa parte integrante dellespressione in corsivo (Tu,
scoperto a rubare? Non posso crederci;Esclam Basta! con nervosismo).
Allinterno di un testo tutto in corsivo, ci che dovrebbe andare in corsivo va in tondo.
Non si usa il corsivo maiuscolo e maiuscoletto, usare il tondo tra virgolette alte.

D EUFONICA
Si usa soltanto davanti a parole che iniziano con la stessa vocale.
Non si usa quando la parola successiva inizia per ad-/ed- (a Adamo, e edera); quando tra la
e o la a vi segno di interpunzione (sal le scale e, elusi i visitatori); quando la parola
successiva in qualche modo separata (nella recensione a Andiamo al mare); davanti a nomi
stranieri che iniziano con h e anche davanti a vocale uguale se luguaglianza solo grafica
(Kant e Hegel; a Austin).

INIZIALE MAIUSCOLA E/O MINUSCOLA


Liniziale maiuscola si usa dopo il punto interrogativo ed esclamativo e i tre puntini se
hanno valore di punto fermo; per la prima parola di citazioni tra caporali introdotte dai due
punti.
Oltre ai nomi propri, tanto di persona che di cosa, vanno di norma con liniziale maiuscola:
I soprannomi e le denominazioni invalse nelluso come appellativi di personaggi reali
(Alessandro Magno, Pipino il Breve) o di personaggi di finzione allinterno del testo (il
Navigatore della Galassia ecc.).
Le espressioni antonomastiche (la Pulzella dOrlans, la Grande Guerra).
I nomi dei secoli (Cinquecento, Seicento) e dei decenni del XX secolo (anni Cinquanta
ecc.).
I periodi preistorici e geologici, anche di invenzione (Neolitico, Pleistocene).
Particolari avvenimenti storici o epoche di particolare importanza (il Rinascimento, la
Resistenza, il Fascismo); laggettivo ha iniziale minuscola (la Rivoluzione francese). Lo
stesso vale per gli avvenimenti o le epoche di finzione.
Le festivit religiose e civili (Pasqua, Primo maggio).
Gli aggettivi sostantivati indicanti regioni geografiche (il Nuorese, il Vicentino).
I termini di ambito psicologico Io, Es, S, Super-io.
I nomi di astri e dei corpi celesti usati in contesto astronomico (Luna, Terra, Sole, ma in
contesto generale: il sole caldo).
Nella classificazione botanica e zoologica, il nome del genere, cio il primo della serie
(Homo sapiens).
I movimenti artistici: Impressionismo, Cubismo ecc.
Avranno liniziale minuscola:
I nomi dei mesi e dei giorni della settimana.
I nomi di popoli antichi e moderni, ma pu essere opportuno luso della maiuscola nel caso
di popoli antichi se poco noti, e per singole trib (Ammoniti, Hopi).
I termini via, piazza, viale e simili e i corrispondenti francesi rue, place ecc. (ma con la
maiuscola gli inglesi Avenue, Street ecc. se vengono dopo il nome: Madison Avenue).
Le cariche amministrative, religiose, militari e simili, i corpi militari (re ma Re Art
principe, papa, generale, fanteria, aeronautica) sia se seguiti dal nome proprio sia quando
sono citati da soli in sostituzione di esso. I termini san / santo / santa (mai abbreviati)
vanno sempre in minuscolo quando accompagnano il nome della persona; in maiuscolo
quando indicano il nome di un edificio, di una citt e simili (Santa Maria Novella, San
Francisco ecc.).
Movimenti politici, religiosi e filosofici (marxismo, cattolicesimo) e relativi adepti
(cattolici, come anche gesuiti), ma Islam.
Il nome generico di scontri e accordi politici (prima/seconda guerra mondiale, congresso di
Vienna, guerra dei centanni).
Gli appellativi signore, signora, don, dottore, professore(ssa) ecc.
I nomi di creature mitologiche divenute ormai termine comune (ninfe, centauri, sirene,
elfi).
Per i termini geografici:
Quando sono formati da un nome comune e uno proprio ha la maiuscola solo il secondo
(mar Mediterraneo, lago di Garda, monte Bianco); il nome comune per maiuscolo

quando costituisce parte integrante del nome proprio, ed il secondo termine ad avere la
minuscola (Fiume giallo, Terra del fuoco).
Nel caso di sostantivo seguito da aggettivo maiuscolo solo il sostantivo (America latina);
maiuscolo anche laggettivo se viene prima del nome (Medio Oriente).
I punti cardinali che stanno a indicare la regione geografica (il Nord, lOriente, la Corea
del Sud, polo Nord, ma a sud di Roma, si diresse a occidente).
Per i termini designanti istituzioni, enti, societ e simili:
Il termine generico minuscolo (luniversit di Milano, il comune di Bari) salvo quando si
dia la denominazione ufficiale (lUniversit degli studi di Milano, la Regione Sicilia) o il
termine generico sia usato con valore antonomastico (le disposizioni della Regione, la
storia della Chiesa, lo Stato ha deciso).
Hanno liniziale maiuscola i nomi di facolt e corsi di studio; nel caso di sostantivo pi
aggettivo va in maiuscolo solo il primo (Scienze politiche; Analisi matematica).
Sono maiuscoli i nomi dei ministeri ma non i termini generici ministero e ministro che
li precedono (ministero/ministro della Pubblica istruzione).
Sono maiuscoli i nomi di enti, partiti, istituzioni, organizzazioni, ma solo il primo della
serie (Partito comunista italiano, Mercato comune europeo). Le sigle andranno in
maiuscoletto e senza punteggiatura: PCI, FIAT, INA, USA, UNESCO).

Casi particolari:
Per i nomi di edifici il termine generico va in minuscolo, salvo quando fa parte integrante
del nome (palazzo Chigi, palazzo Margherita, ma Castel SantAngelo, la Casa bianca).

LINEETTA ( )
La lineetta si distingue dal trattino perch di lunghezza circa doppia. Si usa per delimitare
un inciso, ed sempre preceduta e seguita da uno spazio, e mai dalla punteggiatura. Se
linciso alla fine di una frase, dopo sufficiente il punto (Ci furono dei mutamenti e
talvolta drammatici).

MAIUSCOLETTO
Il maiuscoletto si usa nei seguenti casi:
Allinterno di un testo per parole e frasi che lo richiedono. Eventuali corsivi rimangono in
tondo tra virgolette alte.
Per le sigle (UNICEF, PCI).
Per i numeri romani in tondo (XIX e non XIX).

MAIUSCOLO
Poich il maiuscolo spicca molto nella pagina, allinterno del testo gli va preferito il
maiuscoletto.

NOTE
I numeri di nota, in esponente nel testo, precedono sempre il segno di interpunzione e
seguono invece la virgoletta se si riferiscono a una citazione. Nellinfratesto il numero di nota
segue il punto finale. Tra la fine della parola annotata e il numero in esponente non c
nessuno spazio1.
1. Fare sempre un file a parte per le note.
2. Il testo delle note va alla fine del documento. Il numero di nota seguito da un punto e
uno spazio, esattamente come in questo esempio.
3. Tra una nota e laltra va una riga di spazio. Ricordarsi inoltre che all'interno di una
stessa nota non si va a capo.

ESEMPI DI INDICAZIONE BIBLIOGRAFICA NELLE NOTE


1. G. MANGANELLI, Agli di ulteriori, 3a ediz., Torino, Einaudi, 1972, p. 37.
2. ID., Pinocchio: un libro parallelo, Milano, Adelphi, 2002, pp. 115-121.
2. G. RABONI, Il peccato originale. Intervista a P. Volponi, in LEuropeo, 16 apr. 1989,
pp. 88-90.
3. Cfr. BREVINI, Le parole perdute, cit., p. 332.
4. P. LEVI, Il superstite, in ID., Ad ora incerta (1984), in ID., Opere, cit., vol. II, p. 581.
5. K. VONNEGUT, Mattatoio n. 5, trad. it. di Luigi Brioschi, Milano, Feltrinelli, 2003, p. 15.
6. J.-F. JEANDILLOU, Esthtique de la mystification, Paris, Les dition de Minuit, 1994, p.
57.
7. M. SANTORO, La musica, la sociologia e 40 milioni di italiani, in il Mulino, n. 5,
Bologna, il Mulino, 1992, pp. 40-44.
8. F. COLOMBO, La comunicazione sintetica, in G. BETTETINI e F. COLOMBO (a cura di),
Le nuove tecnologie della comunicazione, 2 voll., Milano, Bompiani, 1993, pp. 112-156.

Si citano: autore (in maiuscoletto, con il nome puntato, iniziali maiuscole), titolo, citt,
casa editrice, data, indicazione di pagine; se unopera in pi volumi e questi sono stati
pubblicati in anni diversi, lindicazione del volume deve precedere la casa editrice, il luogo e
lanno dedizione che vanno riferiti al solo volume citato.
Si usano:
1) op. cit. quando si cita nuovamente unopera, con soluzione di continuit, lunica di
quellautore, gi citata nel testo;
2) parte del titolo, cit., se dello stesso autore sono state citate pi opere;
3) ibid. (in corsivo senza altra indicazione quando al citazione si ripete senza soluzione di
continuit e tutti gli elementi della citazione stessa rimangono invariati;

4) ivi (in tondo) e aggiungendo gli elementi eventualmente varianti, quando la citazione si
ripete senza soluzione di continuit;
5) Id. e Iid. (in tondo) quando, senza soluzione di continuit, si cita unaltra opera dello
stesso autore.

NUMERI
Cardinali:
Si scrivono in lettere a meno di non risultare molto estesi (cinquantasette, dieci milioni).
Si scrivono in cifre quando generano una parola troppo lunga, o nel caso di date,
riferimenti a numeri di pagina, numeri civici, quando seguono un sostantivo (reparto 3), nei
riferimenti orari precisi (14:50, ma le tre e mezzo). Da diecimila in su le cifre si separano con
un punto (567.234).
Ordinali:
Si scrivono in lettere. Per la scrittura in cifre si pu usare il numero arabo seguito da e
da a , oppure pi spesso i numeri romani, in maiuscoletto. Le cifre romane si usano
obbligatoriamente per i sovrani, per i papi, per i secoli, nelle indicazioni bibliografiche. I
numeri romani non vanno mai scritti con il segno .

PUNTEGGIATURA NEI DIALOGHI


Il punto finale va sempre dopo la virgoletta di chiusura.
Anche quando posposto al dialogo, il verbum dicendi non mai preceduto da alcun segno
di punteggiatura.
Esempi di dialogo:
Si alz e disse: Devo andare.
Si alz e disse: Lasciatemi stare!.
Si alz e disse, Cosa succede?.
Si alz e disse, Ma cosa.
Devo lasciarvi disse alzandosi.
Si alz dalla sedia: Devo andare disse. Simona mi aspetta.
Non posso certo rispose continuare cos.
Non facile lavorare osserv il grafico preoccupato, in questa confusione.
No Sergio disse con calma, penso proprio che cambierai idea.

PUNTO
Il punto va posto dopo la parentesi e dopo le virgolette di chiusura. Se le parentesi
contengono una frase completa, questa pu avere una sua punteggiatura che si conclude prima
della parentesi di chiusura.

SEGNO
Si usa nelle date per indicare lordinale del primo giorno del mese e come simbolo del
grado (ci vediamo il 1 maggio; un angolo di 30; bolle a 100 C).

TRATTINO ( - )
Il trattino, pi breve della lineetta, non vuole alcuno spazio prima e dopo.
Si usa nei seguenti casi:
Per unire due termini strettamente correlati (la linea Roma-Napoli; dizionario IngleseItaliano, ma non se formano una locuzione con significato proprio: concetto chiave, guerra
lampo ecc.).
Per unire due termini in opposizione quando tra i due vi sia un salto notevole di concetto
(uomo-rana, donna-cannone, discipline economico-sociali, ma socioculturale,
angloamericano, altoatesino).
Tra due cifre, per indicare un intervallo (anno accademico 1994-1995; venti-venticinque
righe).
Non si usa il trattino con i prefissi ex (ex professore) e con anti, capo, contro, filo, vice,
preferendo di norma la grafia unita (caporedattore, anticrittogamici, filoccidentale).

TRE PUNTINI ( ... )


I tre puntini (sempre e solo tre) vengono usati per segnalare una sospensione della frase.
Quando sono allinizio vanno sempre separati con uno spazio dalla parola che segue;
quando sono alla fine sono attaccati alla parola che precede e staccati dalleventuale parola
che segue. Se coincidono con la fine della frase non va aggiunto il punto fermo. Liniziale
sempre maiuscola quando la frase riprende a distanza dallinterruzione.
Quando indicano lespunzione di una parte di testo allinterno di una citazione [...] vanno
tra parentesi quadre seguite e precedute da uno spazio. Lo spazio non c se la parentesi che
chiude seguita da un segno di interpunzione [].

VIRGOLETTE ()
Esistono tre tipi di virgolette:
a) le virgolette caporali ( )
b) le virgolette alte ( )
c) gli apici ( )
a) Le virgolette caporali si usano nei seguenti casi:
Per i dialoghi, dove sono sempre preferibili alla lineetta .
Se a parlare sempre la stessa persona e il dialogo prosegue per pi di un capoverso, le
virgolette caporali vanno aperte a ogni paragrafo e chiuse solo alla fine del dialogo.

Per le citazioni in prosa; per le citazioni in versi, se il loro numero esiguo e sono dati
direttamente allinterno del testo.
Nei riferimenti bibliografici, per i titoli degli articoli o di capitoli.
Per le parole utilizzate in accezione non comune o quando si vuole evidenziare una parola.
Per la traduzione di termini o brevi espressioni in lingua straniera.

b) Le virgolette doppie si usano nei seguenti casi:


Quando necessario porre tra virgolette qualcosa che gi si trova allinterno di virgolette
(Tu dici: Ti ho visto).
c) Gli apici si usano nei rari casi in cui si rende necessario un terzo tipo di virgolette.
Es.: Mi chiese: Quando mi hai detto Smetti di gridare Al lupo al lupo o farai una brutta
fine cosa volevi dire?.

VOCABOLI STRANIERI
Se di uso corrente nella lingua italiana andranno sempre al singolare e in carattere tondo e
si sillabano secondo le regole dellitaliano.
Altrimenti andranno sempre in corsivo e declinati al plurale nella loro lingua.
I nomi geografici stranieri che hanno forma italianizzata vanno sempre in questa forma
(Parigi, Fiandre ecc.), tranne nelle indicazioni bibliografiche.

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