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POLITECNICO DI BARI
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, AMBIENTALE, DEL TERRITORIO,
EDILE E DI CHIMICA
CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA DEI SISTEMI EDILIZI
27/03/2015
Cause perturbatrici
1) Insufficienze statiche e costruttive
2) Agenti atmosferici e variazioni termiche e igrometriche
3) Cedimenti fondali e moti del terreno
4) Vibrazioni e sisma
5) Variaz. sovraccarichi
6) vetust
Ogni causa perturbatrice induce delle alterazioni del regime di equilibrio, alterazioni che
se superano certi limiti determinano dei dissesti statici nella massa muraria che si
manifestano attraverso lesioni.
Dissesti statici:
1) traslazione e rotazione delle murature (dovute a cedimenti fondali)
2) pressoflessione e schiacciamento (dovuti a carichi troppo onerosi o ad insufficienze
costruttive)
3) rotazioni dovute a spinte del terreno
Es: la spinta del terreno la causa perturbatrice e la rotazione il dissesto statico.
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da
tensioni
normali
alle facce
(TRAZIONE
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Lallungamento a dato da
x =x /E
Contrazioni y e z
y = z = - x /(E m)
in cui m il coefficiente di poisson, E
il modulo di Young
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(1)
la tensione y produce le
deformazioni
y =y /E ;
(2)
x = z = - y /(E m)
Sommando la (1) con la (2):
x =(x - y /m)/E
y =(y - x /m)/E
z = - (x + y )/(m E)
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Conclusione:
1.
2.
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Laccorciamento a dato da
x = - x /E
y = z = x /(E m)
Dilatazioni y e z
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la tensione y produce le
deformazioni
y =-y /E ;
(2)
x = z = y /(E m)
Sommando la (1) con la (2):
x =-(x - y /m)/E
y =-(y - x /m)/E
z = (x + y )/(m E)
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Conclusione:
y =-(y - x /m)/E
Si ha sempre che
z = (x + y )/(m E)
ez > ex
ez > ey
Pertanto
1. La frattura si verifica lungo la
direzione normale alla dilatazione
ez, ovvero nel piano xy
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(1)
y = z = -x /(E m)
la tensione y produce le
deformazioni
(2)
y =-y /E ;
x = z = y /(E m)
Conclusioni:
Sommando la (1) con la (2):
x >o
x =(x + y /m)/E
x >z
y =-(y + x /m)/E
y <o
Pertanto:
La frattura avr una direzione
normale alla dilatazione
maggiore ex e giacer nel
piano yz
z = (-x + y )/(m E)
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2.
3.
y =(y (x+z)/m)/E
z =(z (x+y)/m)/E
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Nei casi sin qui esposti i solidi elementari sono sollecitati da sole tensioni normali.
Quando le agiscono su delle facce nelle quali le =0, le prendono il nome di
tensioni principali.
Per cui nel caso x >y>z si ha che x =1; y =2 ; z =3
Tensioni ideali
1 =1 (2+3)/m= i1
2 =2 (1+3)/m= i2
3 =(3 (1+2)/m= i3
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TENSIONI TANGENZIALI
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(1)
2 =1/E (2 1/m)= - xy /2 G
(2)
3 =1/(m E) (1 + 2)
(3)
Poich 1= -2 si ha che 1= -2
(4)
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(5)
2 = - 1 /E (m+1)/m
(6)
3 =0
(8)
Si ricava
1 = xy; 2 = - xy
Conclusione: le tensioni principali luna positiva (trazione), laltra
negativa prodotte dalle sole tensioni tangenziali presentano lo
stesso valore assoluto di queste.
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Definizione
tangenziali
solidi
piani
tensioni
normali e
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B
A
B
A
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i 2 = - 1 + 2
m
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Isodinamica di max 1
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Supponiamo di esercitare la compressione attraverso due piastre molto rigide a) per cui
il carico si considera uniformemente distribuito lungo le superfici del prisma a contatto
con le piastre come avviene superiormente ed inferiormente ad un muro, tra piastra e
prisma nascono delle tg dovute allattrito che impedisce la dilatazione trasversale del
cubetto attraverso forze con direzione e verso opposti alla dilatazione trasversale.
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Queste sono forze che non esistono solo sulla superficie del cubetto a contatto con la
piastra, ma anche negli strati interni del cubetto dove vanno scemando fino al piano
mediano del cubetto, dove tali Fattrito si annullano. Proietto il cubetto nel piano (x,y)
ottengo la figura b). La rottura che abbiamo quella chiamata iperboloidica diretta con
concavit rivolta verso lesterno fig c).
- Le fratture inizieranno nella zona mediana dove le Ftrazione raggiungono il max valore
non essendo contrastata da alcuna Fattrito.
- Supponiamo di estrarre dal solido tre prismetti elementari (1,2,3) posti rispettivamente
al lembo superiore, nel piano mediano e in un piano intermedio tra il lembo superiore ed
il piano mediano:
- Il primo cubetto nella posizione 1 sollecitato sia dalla y
tensione normale negativa che dalla applicata nella faccia
superiore (rappresentata dalla forza di attrito tra piastra e cubetto)
per lequilibrio alla traslazione e alla rotazione del cubetto
saranno presenti anche le altre forze (come da figura).
- Se avessi solo leffetto delle la rottura avverrebbe a 45, ma
esiste anche la y che fa si che il piano di rottura si raddrizzi verso
la verticale (fino a sovrapporsi al piano che individua la
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principale minima).
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La rottura prismatica.
Si ha ogni volta che non si ostacola la libera dilatazione trasversale dellelemento, cio
quando tra superficie della piastra e del cubetto non si sviluppano F dattrito, grazie
alluso di un particolare materiale (che non ostacola n favorisce la dilatazione). In tal
caso , se il cubetto soggetto a y, si accorcer nel senso di y e si allungher nel senso di
x e z. la rottura, data dalle id > 0, si stabilir lungo piani individuati dalle isostatiche di
minimo (piani paralleli a y) riducendo il cubetto in tanti prismi con asse longitudinale
parallelo a y. Il materiale non subisce incurvamenti ma si contrae verticalmente e si
dilata trasversalmente in modo uniforme senza scorrimenti interni.
Un prismetto elementare preso in un
punto qualsiasi del nostro solido,
sar sollecitato alle sole F normali
che oltre ad individuare le direzioni
principali rappresentano anche le
ideali (x = y ) che danno la rottura
m
del materiale per trazione.
Questa rottura si ha di frequente ed fatta di tanti prismetti orientati con lasse
longitudinale nella direzione delle tangenti.
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- Supponiamo di estrarre dal solido tre prismetti elementari (1,2,3) posti rispettivamente
al lembo superiore, nel piano mediano e in un piano intermedio tra il lembo superiore ed
il piano mediano.
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Caso pratico: nei muri portanti questo tipo di rottura si verifica quando gli strati di
malta tra i filari di mattoni sono pi spessi di quello che dovrebbero, e poich la malta
ha un modulo elastico inferiore a quello della pietra o del mattone , si dilater pi di
questi tale fenomeno viene esaltato dalla fatiscenza in quanto le malte sono le
prime ad essere soggette al processo di invecchiamento.
-
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Nel caso a) le fratture iniziano a formarsi dal lembo pi teso della sezione di max
momento secondo un piano quasi ortogonale allasse longitudinale del solido.
Nel caso b) le superfici di frattura tenderanno a spostarsi verso le sezioni in cui sono pi
alte le tangenziali con inclinazione variabile circa a 45 quanto pi le tg >> norm.
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Si
Per la rottura di solidi prismatici omogenei sollecitati a M e T, ci sono tre casi tipici di
vincolo:
- appoggio agli estremi;
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La rottura del solido inizia nelle zone di max sollecitazione, cio sulla superficie esterna e
nei punti vicini allasse di rotazione secondo le direzioni di max trazione cio con
inclinazione a 45 rispetto allasse x longitudinale, per propagarsi allinterno e agli altri
lembi della sezione.
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Per la sicurezza delle strutture murarie necessario che la risultante dei carichi, che
comprende il peso proprio, cada allinterno o sul perimetro del nocciolo centrale dinerzia
(caso di piccole eccentricit) in modo che le sezioni risultino totalmente compresse senza
la nascita di spazi di trazione che risultano nulli.
Quando, invece, la risultante cade allesterno del nocciolo centrale dinerzia (caso di
grande eccentricit) una parte della sezione resistente sollecitata a trazione e non a
compressione, cosa che pu provocare dei problemi visto che le murature hanno
scarsa capacit di resistere a trazione ecco che nella pratica rileviamo
ingobbamenti dovuti alla pressoflessione, che di solito porta sia il paramento esterno
che quello interno del muro ad incurvarsi concordemente verso lesterno.
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Il carico di punta.
Si ha per elementi snelli.
Si ha quando la lunghezza molto maggiore della minima dimensione trasversale ed il
carico applicato secondo la direzione longitidinale del solido.
Tetmajer dimostr che i prismi in pietra si rompono per carico di punta, quando:
1) la loro dimensione trasversale minima inferiore ad 1/15 della lunghezza
(amin/h<1/15);
2) quando tale dimensione superiore ad 1/15 (amin/h>1/15), la rottura si ha per
schiacciamento;
Verifica di resistenza.
Per solidi astiformi a sezione costante uso la formula di Eulero, che ci fornisce il carico
critico per il quale ho la rottura del materiale sollecitato.
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Verifica di resistenza.
Per solidi astiformi a sezione costante uso la formula di Eulero, che ci fornisce il carico
critico per il quale ho la rottura del materiale sollecitato.
P = E J min
lo
dove:
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c) riguarda gli angoli dei fabbricati, o le spallette delle aperture con blocchi squadrati
collegati alla restante muratura pi o meno caotica.
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DISSESTI INTERNI
Classificazione.
I dissesti interni delle masse murarie sono indipendenti dai cedimenti del suolo e
derivano solo da deficienze strutturali dei muri o da eventi sinistri. Tra questi abbiamo:
- lassestamento
- lo schiacciamento
- la pressoflessione
- dissesti da spinta (archi, volte, muri di sostegno)
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LASSESTAMENTO MURARIO
Lassestamento murario quello che si verifica in corso di costruzione per effetto dei
carichi che progressivamente vengono posti man mano che si costruisce la struttura gli
strati pi bassi delledificio sono soggetti progressivamente ad un tasso di lavoro sempre
pi elevato il materiale per resistere sar costretto a deformarsi. Per lassestamento
fondamentale risulta il valore del peso proprio (q permanenti).
a) Avanzamento continuo.
Un edificio, durante la costruzione, subisce lievi fenomeni di traslazione verticale con
componente assoluta e componente relativa.
-La componente assoluta dovuta alla contrazione del terreno di fondazione sotto il
progredire del carico.
- La componente relativa dovuta alla contrazione permanente o al calo della malta
sotto i carichi murari.
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Gli strati di malta, con il progredire dellopera muraria e quindi al crescere dei carichi, si
vanno sempre pi comprimendo fino a vedere diminuito lo spessore dei singoli strati
ci provoca lassestamento murario.
Lassestamento delle murature cresce con
-laltezza complessiva del fabbricato,
-con lo spessore dei giunti della malta,
-con il numero di giunti,
-con il ritardo della presa,
-con la celerit con cui procede lavanzamento dei lavori
-e con la qualit della malta.
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LO SCHIACCIAMENTO
Si verifica quando si supera la resistenza a compressione del materiale, malta ed elementi
lapidei, che costituisce la muratura.
E un fenomeno grave che colpisce le murature portanti e che pu portare al collasso
della struttura.
Lo schiacciamento il dissesto pi frequente in caso crollo.
Sappiamo come un solido sottoposto a compressione assiale subisce una contrazione
nella direzione del carico ed una dilatazione nelle direzioni normali. Sappiamo che se la
dilatazione trasversale supera le capacit coesive del solido questo si spezza lungo la
superficie di frattura disposte nella direzione della F disturbatrice.
Mentre per altri tipi di dissesto il sistema murario cede nella ricerca di nuovi stati di
equilibrio che, infine, trova pur fessurato, e vi si adagia in quiete
Nello schiacciamento questo non avviene, perch le fratture rendono i muri sempre pi
snelli, quindi sempre pi cedevoli sotto il carico di punta.
(lo schiacciamento si evolve trasformandosi in pressoflessione)
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II stadio
Per effetto delle dilatazioni trasversali del materiale murario si ha un quadro fessurativo
costituito da rami corti, separati tra di loro e allineati lungo la direzione della forza, di
solito verticale, che ha causato il dissesto.
In tale situazione il paramento murario si presenta, allinterno, gi scollegato, con una
superficie di discontinuit presente in direzione della forza agente
III stadio:
lo stadio pi pericoloso. I rami si uniscono in fessure di notevole lunghezza ed
ampiezza.
La sezione resistente diminuisce drasticamente a causa .
-della rottura in talune parti del tipo iperboloide diretto;
- della frammentazione dellelemento strutturale in parti sempre pi snelle, con momento
dinerzia sempre minore. Pertanto la compressione esercita unazione da carico di punta
che col moltiplicarsi delle fratture, la diminuzione della sezione resistente, pu portare
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al crollo della struttura.
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Fig. 1
Fig. 2
Pilastri e colonne.
I dissesti per schiacciamento dei pilastri e delle colonne sono pi gravi di quelli dei muri
continui, perch quelli non possono trarre sollievo almeno in una direzione, dalla
collaborazione delle regioni murarie contigue non ancora toccate dal dissesto.
Si distinguono:
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Caratteristiche fessurative.
Lo schiacciamento, prodotto dal peso proprio del muro, predilige le regioni inferiori
dove maggiore lo sforzo e si presenta con fessurazioni prismatiche o di tipo
iperboloidiche dirette sia nelle murature ordinarie che in quelle in pietra.
I paramenti murari mostrano linee di frattura multiple e saltuarie nella direzione del
carico che aumentano in ampiezza ed estensione e conservano inalterata la molteplicit
che ne caratterizza la fase iniziale.
Solo in una fase pi progredita la pleiade fessurativa va ad unificarsi lungo linee
uniche che preludono fasi di precaria stabilit.
Le espulsioni di materia hanno quasi sempre il carattere della rottura iperboloidica
diretta che la fase pi pericolosa.
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SCHIACCIAMENTO
QUADRO LESIONATIVO
fessurazioni verticali su muri continui
fessurazioni verticali con fratture di forma iperboloidica diretta in
setti murari, pilastri colonne
Espulsione di materiale agli angoli e alla base di pilastri
LAYOUT
SCHIACCIAMENTO
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Esempio:
Dato questo pilastro. Quale la tensione che agisce?
(1)
(2) (3)
Supponiamo di avere una muratura che per il tempo o per fatti costruttivi
abbia subito una parzializzazione nel senso trasversale, tale che si
verifica una fessurazione che ne provoca la sconnessione e
lindipendenza delle parti strutturali che lavorano indipendentemente tra
loro. Ottengo:
P sia ripartito su ogni S/3 in P/3
= P/3 = P/S
S/3
(3)
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della
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Cautele.
1) I carichi localizzati vanno trasmessi alle strutture attraverso organi di ripartizione al
fine di evitare tensioni locali elevate.
2) Il materiale non deve lavorare oltre il suo carico ammissibile.
3) Le opere fondali devono essere adeguate per evitare lassestamento del terreno o il
cedimento fondale di alcune strutture possa aggravare altre contigue.
4) Non bisogna sopraelevare a meno che non siano effettuati preliminari indagini nelle
murature e nelle fondazioni o senza preventivi consolidamenti.
5) Per murature multistrato necessario connettere bene i materiali lapidei del nucleo
con limpiego di ottime malte per conferire al nucleo e al rivestimento coefficienti di
assestamento poco dissimili. Dove ci non sia possibile necessario procedere
allesecuzione del rivestimento dopo il compimento della struttura muraria, esonerando
quello dalla partecipazione al carico.
6) Bisogna evitare eccessive eccentricit della risultante nelle sezioni orizzontali dei muri
neutralizzando le spinte con tiranti metallici e con cordoli di c.a. ad ogni piano.
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DISSESTI DA SPINTA
La spinta la componente orizzontale dellazione che talune membrature costruttive o
materie incoerenti esercitano su altre membrature costruttive.
Si distinguono tre casi:
1. sistemi il cui equilibrio realizzato per contrasto laterale (archi e volte);
2. organismi costruttivi con asse longitudinale inclinato;
3. sistemi incoerenti come le acque, i liquidi, le terre costretti in serbatoi o muri di sostegno
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Per effetto di
1) variazione di forma o di assetto dellossatura voltata o dei piedritti;
2) diminuzione della capacit di resistenza agli sforzi di compressione;
3) variazione dei carichi a cui volte, archi e piedritti erano originariamente
sottoposti.
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Fig.1
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Fig.3
Fig.4
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Fig.4
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ABBASSAMENTO IN CHIAVE
QUADRO LESIONATIVO
fessurazioni longitudinale in chiave allintradosso
fessurazioni longitudinali alla sezione alle reni allestradosso
rotazione verso lesterno dei piedritti
LAYOUT
ABBASSAMENTO IN CHIAVE
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ABBASSAMENTO IN CHIAVE
IMPENNAMENTO IN CHIAVE
QUADRO LESIONATIVO
fessurazioni longitudinali allintradosso alla sezione alle reni
fessurazioni longitudinali allestradosso in chiave
LAYOUT
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Fig.6
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Fessurazione a trazione
Zona di espulsione
di materiale
Fig.6
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Volta a padiglione.
Fig .8
Nelle volte a padiglione le spinte sui quattro muri di imposta tendono a far divaricare i
muri stessi.
Le prime fratture si generano nei punti di massima trazione, ovvero lungo gli spigoli di
intersezione tra i muri di piedritto, al livello dellimposta.
La rottura che tende poi a propagarsi verticalmente lungo tutte le intersezioni tra i
muri dambito.
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TRASLAZIONI VERTICALI
QUADRO LESIONATIVO
fessurazioni ad andamento parabolico (la
concavit indica la parte che sta traslando)
Fessurazioni su murature e architravi
fessurazioni con inversione della concavit se ci
sono muri trasversali (sforzi di torsione)
LAYOUT
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Cedimento centrale
Quadro fessurativo di tipo parabolico
Quadro fessurativo con lesioni
verticali o subverticali
L>3H
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TRASLAZIONI VERTICALI
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TRASLAZIONI VERTICALI
TRASLAZIONI VERTICALI
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Cedimento periferico
Pi pericolosi dei cedimenti centrali perch hanno una minore collaborazione con il resto della struttura..
Quadro fessurativo di tipo mezza parabola con eventuale presenza di lesioni verticali estreme.
Lasse della parabola posizionato in corrispondenza della zona terminale o dangolo delledificio, la
base generalmente ampia , mentre laltezza della semi-parabola, indipendentemente dallaltezza
delledificio, sempre funzione dellentit del dissesto e della qualit della costruzione.
Cedimento centrale
Cedimento periferico
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TRASLAZIONI VERTICALI
TRASLAZIONI VERTICALI
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TRASLAZIONI VERTICALI
Cedimento differenziale
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Cedimento differenziale
Cedimenti periferici
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TRASLAZIONI ORIZZONTALI
QUADRO LESIONATIVO
fessurazioni verticali con massima apertura alla base
fessurazioni su porte e finestre nelle zone di minor
resistenza
LAYOUT
ROTAZIONE PRIMARIA
QUADRO LESIONATIVO
fessurazioni sui muri trasversali con andamento omologo alla
deformazione del muro in rotazione
fessurazioni orizzontali tra muro e orizzontamenti
ampiezza massima della fessurazione in alto
difficolt di apertura di porte e finestre
fessurazioni su architravi di porte
sfilamento di travi di solai in legno
LAYOUT
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ROTAZIONE PRIMARIA
ROTAZIONE PRIMARIA
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ROTAZIONE PRIMARIA
ROTAZIONE PRIMARIA
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